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Poste Italiane S.p.A.- Sped. in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 2 - DR Venezia Padre Emilio Venturini Fondatore delle Serve di Maria Addolorata Padre Emilio Venturini Fondatore delle Serve di Maria Addolorata Padre Emilio Venturini Fondatore delle Serve di Maria Addolorata Una rete di carità ieri e oggi

Una rete di carità ieri e oggifiles.spazioweb.it/77/53/7753512b-2027-4f06-88d4-45079e7427a7.pdfmanual de los talleres- puede volverse un factor dinámico en la realidad de ... Del

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Padre Emilio VenturiniFondatore delle Servedi Maria Addolorata

Padre Emilio VenturiniFondatore delle Servedi Maria Addolorata

Padre Emilio VenturiniFondatore delle Servedi Maria Addolorata

Una rete di carità ieri e oggi

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Signore,che hai concessoal Servo di Dio,

padre Emilio Venturini,di amarti e servirti

con umile dedizionenei poveri e nei deboli

ti prego di concedermi la graziache per sua intercessione ti chiedo…

Fa’ che siano riconosciute nella Chiesale virtù di questo tuo servo fedele,

a tuo onore e gloria.Per Cristo nostro Signore.

AmenPadre, Ave e Gloria

Direttore responsabile:Lorenzina Pierobon

Redazione:Alma Ramírez, Lizeth Pérez, Guadalupe González, Gina Duse

Grafica e impaginazione:Mariangela Rossi

Realizzazione e stampa:Grafiche Tiozzo - Piove di Sacco

Autorizzazione:Tribunale di Venezia n. 1253 del 1.4.1997

Quadrimestrale di informazione religiosaCongregazione Serve di Maria Addolorata diChioggia - Anno XVIII n. 1 - [email protected]

SOMMARIO

3 Lavoro sorgente di dignità

5 La nostra Casa d’Industria

6 Trabajo fuente de dignidad

7 Nuestra casa de la industria

9 Chiesa e lavoro

11 Silenzio

14 San Giuseppe Custode

17 Nuestra Señora de Guadalupe

19 Servicio generoso

21 Semillas de vida

23 Itinerario de crecimiento

24 La speranza fiorisce in Burundi

28 La carità di Cristo ci possiede

30 Un artigianato al servizio della bellezza

33 Un artesanado al servicio de la Beleza

35 Scuola e disabilità

38 Valori efficaci e fecondi

43 Un carnevale speciale

44 Progetti di solidarietà

Legge sulla tutela dei dati personali. I dati personali dei lettori in possesso della rivistaverranno trattati con la massima riservatezza e non potranno essere ceduti a terzi o uti-lizzati per finalità diverse senza il preventivo consenso degli interessati.

Poste Italiane S.p.A.- Sp

ed. in abb. post. - D

.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 com

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Padre Emilio Venturini

Fondatore delle Serve

di Maria AddolorataPadre Emilio Venturini

Fondatore delle Serve

di Maria AddolorataPadre Emilio Venturini

Fondatore delle Serve

di Maria Addolorata

Una rete di carità ier

i e oggi

Logo mostra-concorso

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IL NOSTRO FONDATORE

gizioni, permettono la realizzazionedel progetto, dal patriarca di Vene-zia al deputato del collegio chiog-giotto, ad altri emeriti privaticittadini. Come si legge nell’articoloche riportiamo, tante fatiche sono ri-compensate da ottimi risultati: lastruttura è accogliente e funzionale,adatta allo scopo. Ma padre Emilionon si ferma a questo. In un altro

Nel settembre dello scorso annoPapa Francesco, affrontando a Ca-gliari il dramma della disoccupa-zione, ha detto: “La cultura dellavoro, in confronto a quella dell’as-sistenzialismo, implica educazioneal lavoro fin da giovani, accompa-gnamento al lavoro, dignità perogni attività lavorativa, condivi-sione del lavoro, eliminazione dellavoro nero. In questafase, tutta la società, intutte le componenti, fac-cia ogni sforzo possibileperché il lavoro, che èsorgente di dignità, siapreoccupazione cen-trale!”. Le parole diFrancesco ci spingono aricercare ne La Fede arti-coli che trattino il temadel lavoro. Non ci stu-piamo di ritrovare iden-tica sensibilità, viste ledifficoltà economiche incui versava gran partedella popolazione chiog-giotta. Grande atten-zione è prestata allaformazione professio-nale dei ragazzi indi-genti per riscattarli dallamiseria. Dal primo annodi pubblicazione, La Fedeinforma i suoi lettori del-l’iniziativa dei padriScolopi di aprire unaCasa d’Industria, ringra-ziando di volta in volta ibenefattori che, con elar-

Lavoro sorgente di dignità

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IL NOSTRO FONDATORE

numero applaude ad un evento che,per quei tempi di forte contrastoideologico, appare straordinario. Lasoddisfazione nasce dal fatto che ,“a pieni voti, esclusa ogni eccezionedi colore e fede politica”, la Giuntaabbia approvato lo Statuto organicodell’istituto. La Casa d’Industria èun servizio offerto da una Congre-gazione religiosa alla città. I fonda-tori hanno quindi ottenuto ilriconoscimento di tutta la cittadi-nanza. È poi interessante osservare a qualiattività i ragazzi vengano avviati.Falegname, calzolaio, fabbro…il set-tore è quello dell’artigianato che, sesorretto da una buona cultura -e gliinsegnanti delle varie discipline chegratuitamente si alternano in catte-dra garantiscono una preparazioneaggiuntiva al lavoro manuale nelleofficine- può diventare una compo-nente dinamica nella realtà chiog-giotta. Padre Emilio considera un bene l’ar-ticolazione del tessuto socio-econo-mico locale. Non è un caso che laSocietà per la Santificazione delleFeste, promotrice dello stesso setti-manale religioso, raccogliesse alproprio interno numerosi qualificatiartigiani, rappresentanti di quellapiccola e media borghesia cittadina,produttiva e culturalmente più evo-luta, disponibile a collaborare con lachiesa. Alcuni iscritti nelle liste elet-torali comunali provengono da que-ste file, a testimoniare il desiderio dipartecipazione che segue all’innal-zamento sociale. Infine, per avere una prova diquanto i ragazzi della Casa d’Indu-

stria avessero imparato, si osservinella fotografia il pulpito in noce,presente nella chiesa della SS.maTrinità, da loro eseguito su disegnoe sotto la direzione dell’architettoAristide Naccari.

Gina Duse

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IL NOSTRO FONDATORE

Trabajo fuente de dignidadEn septiembre del año pasado el

Papa Francisco enfrentando en Cagliariel drama de la desocupación dijo: “ Lacultura del trabajo, en confrontación aaquella del existencialismo implica edu-cación al trabajo desde jóvenes, acom-pañamiento al trabajo, dignidad paracada actividad laboral, distribución deltrabajo, eliminación del trabajo irregular(Se llama trabajo irregular, o más colo-quialmente trabajo en negro o trabajosumergido, al empleo no registrado). Enesta fase la sociedad entera, en cada sec-tor, haga todo esfuerzo posible para queel trabajo, que es fuente de dignidad,sea una preocupación central”.

Las palabras de Francisco nos impul-san a buscar en el periódico La Fe artí-culos que hablen del trabajo. No nosasombramos de encontrar la misma

idéntica sensibilidad, vistas la dificulta-des económicas en las que se encon-traba gran parte de la poblaciónChioggiotta (gentilicio de Chioggia). Sepresta gran atención a la formación pro-fesional de los muchachos pobres pararescatarlos de la miseria.

Desde el primer año de publicaciónLa Fe informa a sus lectores la iniciativade los padres Escolapios de abrir unacasa de la Industria, agradeciendo cadavez a los bienhechores que , con gene-rosidad les permitían la realización delproyecto al Patriarca de Venecia: al di-putado del colegio Chioggiotto, a otrosciudadanos eméritos. Como se lee en elartículo que les presentamos muchosesfuerzos son recompensados con ópti-mos resultados: la estructura es acoge-dora y funcional, adecuada a la

IL NOSTRO FONDATORE

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Nosotros, diciendo la verdad, con des-cripciones breves anunciamos y recomen-damos nuestra asociación Casa de laIndustria, que surgió en el cielo de Chiog-gia como una perla brillante entre nues-tras diferentes asociaciones de caridad.

La visitamos estos días en los cuales serealizaron notables mejoras que exigierongastos grandes. En la calle San Nicolò (Ni-colás) se encuentra esta institución. Tienevarios talleres, encima de éstos, en el pisode arriba, construyeron un dormitorionuevo, prepararon un comedor, una co-cina, un ingreso al interior de la casa. Nosotros no podemos dejar de estimular a

La FeAño 3 Chioggia, Domingo 3 de noviembre 1878 n.14

Nuestra casa de la industria

que gratuitamente se alternan aseguranuna preparación adicional al trabajomanual de los talleres- puede volverseun factor dinámico en la realidad deChioggia.

Padre Emilio considera un bien el ar-ticularse al tejido socioeconómico local.No es casual que la sociedad para laSantificación de las fiestas, promotoradel periódico religioso, tuviera tambiénartesanos representantes de aquella pe-queña y media burguesía ciudadanaproductiva y culturalmente más evolu-cionada, disponible a colaborar con laiglesia. Algunos inscritos en las listaselectorales municipales provienen deestas filas ésto da a entender el deseo departicipación lo que sirve para elevar lasociedad.

Gina Duse

finalidad para la que fue creada. Peropadre Emilio no se detiene solo en esto.En otro número, elogia otro evento quepara aquellos tiempo de fuertes contras-tes ideológicos, parece extraordinario.El entusiasmo deriva del hecho que, noobstante diferencias de religión y credopolítico, el ayuntamiento aprovó, demanera unánime, el reglamento orgá-nico del instituto. La casa de la Industriaes un servicio que ofrece una congrega-ción religiosa a la ciudad, los fundado-res obtuvieron el reconocimiento detoda la ciudadanía.

Es interesante además observar acual actividad los muchachos son en-causados: carpintero, zapatero, he-rrero... el sector es el artesanal quesostenido por una buena cultura - losmaestros de las diferentes disciplinas

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nuestros conciudadanos para que ayudencon su caridad a aquellos que tanto hacendel bien a nuestra juventud con una ins-titución, pues si tuvieran más trabajo seríade utilidad para nuestra pobre ciudad.

Los talleres son cuatro, el primero es eltorno, el tornero es inteligente, lleno de in-genio que además de trabajar con la lan-

cha, remos todos los instrumentos pes-queros, nos demuestra con el mosaico deleño que hizo con el arte de la intarsia, quees un tipo de decoración que se realiza in-crustrando pequeñas piezas de diferentescolores de madera, nos satisfizo con susmáquinas y con sus trabajos. Del torneropasamos al zapatero y el novato maestrorodeado de los muchachos sentados albanquito, ofrece preciosos trabajos a buenprecio para damas y caballeros. El herreromuestra un pequeño arsenal con fierros ymáquinas para perforar, cortar y trabajosingenisos y no ostante que está trabajandoen la fragua te muestra que es un trabaja-dor capaz. Un buen carpientero se pre-senta y te muetra su basta bodega. Lostalleres estan llenos de hombres muy in-teligentes y pueden muy bien satisfacerlos deseos de nuestros conciudadanos yde educar con maestría los quince mucha-chos que tienen en la Casa de la Industria.

Ustedes se preguntarán cómo poderayudar en estos tiempos difíciles éstaCasa de la Industria, nosotros les sugeri-mos: utilicen los talleres si les sirve algode aquello que ofrece, denles trabajo yésto será una gran ayuda.

No solamente los muchachos se ins-truyen en el arte del trabajo, también unmaestro de manera gratuita los adiestraen gimnasia. Nosotros reconocemos lagentileza del maestro Bizzarri que donóa éstos muchachos algunos instrumen-tos para la gimnasia; de la misma ma-nera se merece encomio el maestroAntonio Vianelli que les enseña conmucha paciencia diseño y le regaló a lacasa algunos trabajos. Otros maestros demanera gratuita les enseñan canto y unpoco de literatura y esto está muy bienporque la educación además de serbasta es completa.

IL NOSTRO FONDATORE

PAGINA DELLA CHIESA

La Chiesa, anche se ha solidarizzatocon le classi più umili fin dalle origini,solo alle soglie della modernità ha in-vestito parte del suo magistero nella ri-flessione sistematica sul lavoro;particolarmente dall’Ottocento, in se-guito all’industrializzazione e al ris-chio dell’asservimento dell’uomo allamacchina e della manodopera al capi-tale.

La stessa critica di Marx al lavoro,come realtà alienante, e la sua denun-cia della schiavitù del lavoro proleta-rio, nonché la sua tesi dell’abolizionedella proprietà privata hanno spinto laChiesa a evidenziare principi e pros-pettive sulla linea dell’umanesimocristiano.

Con l’enciclica Rerum Novarum(1891), Leone XIII richiama il doveredella giusta mercede all’operaio nelcontesto della difficile condizione deisalariati. Il lavoro è definito come “at-tività umana ordinata a provvedere aibisogni della vita e specialmente allasua conservazione”. Una particolareattenzione è riservata alle necessitàconcrete degli operai e delle loro fami-glie. Il lavoro è riscattato dalla ver-gogna; tuttavia l’enciclica non affrontail problema della promozione umana,pure inerente a questa tematica.

Pio XI, nella Quadragesimo Anno(1931), afferma che il lavoro, focaliz-zandone dunque il carattere ‘sociale’,è produttore di ricchezza insieme alcapitale. Ricorda il dovere della sicu-rezza e della tutela per ogni lavoratore;non affronta il rapporto tra il lavora-

tore e la sua opera.Pio XII, nei suoi radiomessaggi

degli anni Cinquanta del secolo scorso,esalta il valore nobilitante del lavoro einvita a vedere in esso una generosacollaborazione di ciascuno al benes-sere di tutti.

Matura nella seconda metà del No-vecento la coscienza del lavoro con-nessa all’esperienza sociale moderna:vi si riconosce un elemento fondamen-tale nella costruzione del mondo, lo siscopre come fattore di umanizzazionee di socializzazione, e si prospetta l’i-dea di operaio come artefice della pro-pria evoluzione: il progresso checoncorre a ordinare le società è vistocome porta che apre al regno di Dio.Sarà il Vaticano II a sintetizzare queste

Chiesa e lavoroRiflessione sistematica del Magistero

PAGINA DELLA CHIESA

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nuove prospettive, specialmente neinn. 34-39 della Costituzione pastoraleGaudium et Spes (1965).

La dimensione ascetica del lavoro(come opera espiatoria) è superata deltutto nell’enciclica Populorum Progres-sio di Paolo VI (1967), che affronta laquestione sociale a raggio mondiale: ipopoli della fame interpellano dram-maticamente i popoli dell’opulenza eprovocano ogni uomo di buona vo-lontà al dovere della ‘solidarietà’ comeesigenza di ‘giustizia’ e fonte di ‘pace’.

All’enciclica paolina si collega Gio-vanni Paolo II con la Sollicitudo Rei So-cialis (1987), mentre ormai si profila untempo di disoccupazione, sottoccupa-zione e massiccia emigrazione. Il pon-tefice esorta a un atteggiamento criticonei confronti sia del collettivismo mar-

xiano sia del capitalismo libertario;provoca a riflettere come lo sviluppodei popoli e dei singoli non si realizzisolo attraverso l’economia, ma ancheattraverso le dimensioni culturali e re-ligiose: l’essere umano - e quindianche l’operaio - “è totalmente liberosolo quando è nella pienezza dei suoidiritti e dei suoi doveri” (46); spuntianaloghi sono presenti pure nella La-borem Exercens.

La dottrina e la santità di GiovanniPaolo II hanno concorso ad avvicinarela Chiesa al mondo del lavoro. Sullostesso solco corre la popolarità di papaFrancesco: “Dove non è lavoro, non èdignità”, è il grido da lui lanciato abraccio agli operai di Cagliari lo scorsosettembre.

Giuliano Marangon

síntesisIglesia y trabajo

La Iglesia apesar que desde siemprese ha solidarizado con los más pobres essolo hasta la modernidad que ha dedi-cado reflexiones desde su magisterioacerca del trabajo.

Con la encíclica Rerum Novarum deLeón XIII habla del dere-cho a la justa merced deltrabajador. El trabajo esrescatado de ser una ver-güenza, esta encíclica noenfrenta la promoción hu-mana. Pío XI en la Qua-dragesimo Anno afirmaque el trabajo produce ri-queza al igual que el ca-pital, focalizando el carác-ter social del trabajo. Es

hasta el Vaticano II que sintetiza estasprospectivas nuevas especialmente en al-gunos números de la Gaudium et spes.

La dimensión ascética del trabajo seelimina con la encíclica Populorom Pro-gressio de Pablo VI. La doctrina y la san-

tidad de Juan Pablo se-gundo ayudaron aacercar a la iglesia almundo del trabajo.

En la misma direccióncorre la popularidad delpapa Francisco: “Dondeno hay trabajo, no existedignidad”, es el grito lan-zado a los trabajadores deCagliari el pasado sep-tiembre.

PAGINA MARIANA

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legge di amore più che alla legge delrigore, riverbera il silenzio dellasposa: Maria, prima che andasse avivere con lui, si trovò incinta peropera dello Spirito Santo. Maria nonparla a Giuseppe; lui non parla a lei.Sembra incomunicabilità disdicevole.Perché tanto silenzio? Quel silenzioè sorretto di certo dalla fede nell’On-nipotente che in lei ha fatto grandicose (Lc 1,49) e non meno dalla fidu-cia che, come lei stessa, anche losposo sarebbe illuminato sull’arcanomistero venuto a modificare il lorocondiviso progetto di vita.Il silenzio della Vergine. Luca tra-

scrive parole di Maria durante l’an-

Le raffigurazioni in questepagine (Marisa Contu icono-grafa contemporanea - Ma-tera) traducono il silenzio diMaria che custodiva in cuorela sua esperienza di vita conil figlio divino e umanoGesù, il Cristo Signore: posi-zione riverente, vicinanza ab-bracciata, volto assorto,sguardo pensoso, aureolaprotettiva. L’arte proprio ilsilenzio di Maria racconta.Poesia, narrativa, cinemato-grafia, apocrifi, letteraturaapparizionistica, abbondanodi parole messe sulla suabocca. La fonte biblica con-serva poche parole, intra-vede molti silenzi di Maria.

Il silenzio di Maria nonconsiste nella quantità limi-tata di frasi: si tratta della personalequalità del vivere l’esperienza conDio, unica per la singolarità della vo-cazione e del servizio al Signore. So-prattutto atteggiamento è il silenziodi Maria, sposa vergine madre disce-pola. Il silenzio della sposa.Descrivono

i separati non contemporanei an-nunci, Luca a Maria (1,26-38) e Mat-teo a Giuseppe (1,18-25), uomo giustoe silenzioso, guidato dall’angelo, epoi lui stesso guida della propria fa-miglia, protagonista umano nei Van-geli dell’infanzia. L’atteggiamento diGiuseppe, deciso a interrompere ilpatto sponsale in ossequio a una

SilenzioLa custodia del cuore

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PAGINA MARIANA

nuncio angelico. Esso fu evento nelsilenzio celebrato: vera celebrazioneperché equivaleva a un rito di con-sacrazione da parte dello SpiritoSanto e di offerta da parte della Ver-gine, disponibile serva del Signore;un rito di intimità con l’Altissimo chela abbracciava con la sua ombra.L’annuncio è narrato nella forma disacra rappresentazione riassunta inun tempo assai breve. La formula-zione - saluto, messaggio, stupore si-lente, spiegazione, domande, illumi-nazione, adesione - consente dileggerlo come esperienza mistica, incui Dio si fa presente e la personaumana, nella solitudine del propriocuore e in contemplativa e progres-siva comprensione della divina pa-rola, costruisce la propria obbe-dienza: ed è autentica verginità di

spirito. È il silenzio verginale. Il silenzio della madre. È la madre

che intona il cantico magnificantenella casa di Elisabetta (Lc 1,68-79).Solo tre frasi la madre ha scambiatocon Gesù e in vista di Gesù: ritrovatoal tempio (Lc 2,48), commensale aCana (Gv 2,3.5). Numerosi sono glispazi di silenzio occupati dalla madredi Gesù. In silenziosa attenzione ac-coglie a Betlemme i pastori che incon-trano lei e il bambino salvatore, av-volto in fasce nella mangiatoia, e daloro accoglie quanto dagli angeli ave-vano sentito (Lc 2,16-19); accoglie ma-terna i magi cercatori della luce, cherinvengono nel figlio riconosciuto trale sue braccia e da loro venerato (Mt2,9-11). In silenzio stupito ascolta neltempio parole inattese e altissime,confidate da Simeone, uomo giusto epio e discepolo dello Spirito Santo,nonché da Anna, vegliarda serva delSignore (Lc 2,25-36). In meditabondooperoso silenzio trascorre i trent’annia Nazareth nella normalità della vitadomestica, nascondendo all’esterno lasingolarità delle individualità e dellevocazioni (Mt 2,23; Lc 2,36-40.51-52).In silenzio oblativo, prezzo di fedeleservizievole amore, sta vicina al figliomorente sulla croce (Gv 19,25-27).Il silenzio della discepola. La ma-

riologia contemporanea ama qualifi-care anche Maria ‘discepola del Si-gnore’. Dagli scritti apostolici sipossono desumere frammenti del ri-tratto di Maria silenziosa discepola diGesù. Lui dodicenne siede come ‘mae-stro’ tra i dotti del tempio e così lo rin-tracciano i genitori, ma non compren-dono che deve occuparsi delle coseconcernenti il Padre suo (Lc 2,49-50):

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PAGINA MARIANA

síntesisSilencio

El arte propio del silencio de María nosnarra. El silencio de María no consiste enla cantidad limitada de frases, se trata dela cualidad personal de vivir la experienciacon Dios que es única por su singularidaden la vocación y en el servicio. Sobre todoel silencio de María esposa, virgen, madrey discípula.El silencio de la esposa. Lo describen

los anuncios de Lucas a María y a José,hombre justo y silencioso, fue guiado porel ángel y después él mismo fue el guía desu familia, fue protagonista humano en los“evangelios de la infancia”. María no lehabla a José y èl no le habla a ella. Aquelsilencio estaba sostenido por la fe.El silencio de la virgen. Lucas transcribe

las palabras de María durante el anuncio

angélico, este fue el evento celebrado en elsilencio. Celebración real porque equivalea un rito de consagración de parte del Es-píritu Santo y de ofrecimiento de parte dela virgen.El silencio de la madre. Es la madre

que entona el cántico del magníficat en lacasa de Isabel. Solamente estas frases lamadre ha intercambiado con Jesús y enprevisión de Jesús: hallado en el templo,en las bodas de Caná.El silencio de la discípula. La mariolo-

gía contemporanea ama calificar a Maríacomo discípula del Señor . De los escritosapostólicos se pueden sacar fragmentosdel retrato de María como silenciosa discí-pula de Jesús. María es colocada entre losdiscípulos más familiares, beatos porqueescuchan en silencio receptivo y llevan ala práctica la Palabra de Dios. Escucha: queen el silencio el Señor habla a tu corazón.

sono le premesse del Gesù maestro.Maria, da Gesù che cerca d’incontrarementre è occupato nel servizio dellaparola, si sente collocata tra i discepolipiù familiari, beati perché ascoltano insilenzio recettivo e attuano in opera-tiva visibilità la parola di Dio (Mt19,46-50; Mr 4,31-35; Lc 8,19-21). Pre-sente nella comunità pasquale e pen-tecostale, Maria partecipa alla felicitàdella risurrezione del figlio (Lc 24,36-49; Atti 1,3), all’evento del suo ritornoal Padre divino (Atti 1,9-11), alla con-divisione di vita e preghiera, alla perlei rinnovata effusione dello SpiritoSanto (Atti 1,12-14; 2,1-4).

Ascolta: nel silenzio il Signore parlaal tuo cuore.

fra Luigi De Candido

ANNIVERSARI

Redemptoris Custos, 1).San Giuseppe esercita questa cu-

stodia con discrezione, con umiltà,nel silenzio, ma con una presenzacontinua e una fedeltà totale, anchequando non comprende. È accantoalla sua sposa nei momenti sereni ein quelli difficili della vita, nel viag-gio a Betlemme per il censimento enelle ore trepidanti e gioiose delparto; nel momento drammaticodella fuga in Egitto e nella ricerca af-fannosa del figlio al Tempio; e poinella quotidianità della casa di Na-zareth, nel laboratorio dove ha inse-gnato il mestiere a Gesù.

San Giuseppe vive la sua voca-zione di custode di Maria nella co-stante attenzione a Dio, aperto ai suoisegni, disponibile al suo progetto; edè quello che Dio chiede a Davide,come abbiamo ascoltato nella primaLettura: Dio non desidera una casacostruita dall’uomo, ma desidera lafedeltà alla sua Parola, al suo dise-gno; ed è Dio stesso che costruisce lacasa, ma di pietre vive, segnate dalsuo Spirito. E Giuseppe è “custode”,perché sa ascoltare Dio, si lascia gui-dare dalla sua volontà, e proprio perquesto è ancora più sensibile alle per-

La chiesa di San Giacomo, mercoledì19 marzo, era gremita per la solenne eu-caristia a conclusione del 140° anno difondazione della congregazione Serve diMaria Addolorata di Chioggia. Il rito,presieduto dall’arcivescovo emerito mons.Dino De Antoni, è stato concelebrato dauna ventina di sacerdoti, tra cui il vicariogenerale mons. Francesco Zenna. Eranopresenti anche il sindaco, Giuseppe Cas-son, e altre personalità, oltre a numerosiamici delle suore e a un bel gruppo di ra-gazzi e bambini delle loro scuole. Si ri-porta di seguito una sintesi dell’omeliadel celebrante.

Abbiamo ascoltato nel Vangelo che“Giuseppe fece come gli aveva ordi-nato l’Angelo del Signore e prese consé la sua sposa” (Mt 1,24). In questeparole è già racchiusa la missione cheDio gli affida, quella di essere custos,custode di Maria e di Gesù; ma è unacustodia che si estende poi allaChiesa, come ha sottolineato il beatoGiovanni Paolo II: “San Giuseppe,come ebbe amorevole cura di Mariae si dedicò con gioioso impegno al-l’educazione di Gesù Cristo, così cu-stodisce e protegge il suo misticocorpo, la Chiesa, di cui la Verginesanta è figura e modello” (Esort. ap.

San Giuseppe CustodePresenza umile, silenziosa, costante e totale

ANNIVERSARI

In fondo, tutto è affidato alla custodiadell’uomo, ed è una responsabilitàche ci riguarda tutti. Siate custodi deidoni di Dio!

E qui aggiungo un’ulteriore anno-tazione: il prendersi cura chiedebontà, chiede di essere vissuto contenerezza. Nei Vangeli, san Giuseppeappare un uomo forte, coraggioso,lavoratore, ma nel suo animo emergeuna grande tenerezza, che non è lavirtù del debole, anzi, al contrario,denota fortezza d’animo e capacitàdi attenzione, di compassione, divera apertura all’altro, capacità diamore. Non dobbiamo avere timoredella bontà, della tenerezza!

Con grande intelligenza, i fonda-tori, padre Emilio Venturini e madreElisa Sambo, scelsero san Giuseppea patrono della Congregazione, per-ché di lui volevano imitare le virtùed esercitare la sua custodia verso leragazze povere di Chioggia, prive diaffetto e di tenerezza da parte dei lorogenitori. Padre Emilio e madre Elisa,dopo 140 anni, sono ancora vivi epresenti con le loro figlie, le Serve di

sone che gli sono affidate; sa leggerecon realismo gli avvenimenti, è at-tento a ciò che lo circonda e sa pren-dere le decisioni più sagge. In lui ve-diamo in che modo si risponde allavocazione di Dio, con disponibilità eprontezza, ma vediamo anche qual èil centro della vocazione cristiana:Cristo! Custodiamo Cristo nella no-stra vita, per custodire gli altri, percustodire il creato!

La vocazione del custodire, però,non riguarda solamente noi cristiani,essa ha, infatti, una dimensione cheprecede e che è semplicementeumana, riguarda tutti. È il custodirel’intero creato, la bellezza del creato,come ci viene detto nel libro dellaGenesi. È il custodire la gente, l’avercura di tutti, di ogni persona, conamore, specialmente dei bambini, deivecchi, di coloro che sono più fragilie che spesso sono nella periferia delnostro cuore. È l’aver cura l’unodell’altro nella famiglia: i coniugi sicustodiscono reciprocamente, poi inqualità di genitori si prendono curadei figli, e col tempo i figli diventanocustodi dei genitori.

È il vivere con sincerità le amicizie,che sono un reciproco custodirsi nellaconfidenza, nel rispetto e nel bene.

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ANNIVERSARI

Maria Addolorata, alle quali diciamoil nostro grazie ed esprimiamo la no-stra riconoscenza. San Giuseppe lesostenga affinché possano portare an-cora molti frutti di bene dovunque sitrovino a operare.

Chiediamo l’intercessione della

Vergine Maria, di san Giuseppe, deisanti Fondatori, affinché lo SpiritoSanto ci aiuti a compiere tutti il no-stro personale servizio.

+ arcivescovo emeritoDino De Antoni

síntesisSan José Protector

La iglesia de Santiago apóstol el miércoles19 de marzo estaba llena de gente reunidapara la conclusión de los 140 años de funda-ción de la congregación siervas de María Do-lorosa de Chioggia. El rito fue presidido porel archiobispo Mons. Dino de Antoni y con-celebraron veinte sacerdotes más, entre loscuales el vicario general Mons. Zenna.

Presentamos una síntesis de la homilíadel celebrante:

En el evangelio de hoy se nos dice queJosé hizo como le había ordenado el án-gel del Señor y tomó consigo a su esposa.En estas palabras está ya encerrada lamisión que Dios confía a José la de serprotector de María y de Jesús, es unaprotección que se extiende a toda la Igle-sia. José ejercita esta protección con dis-creción, con humildad, en el silencio,

pero con una presencia constante y unafidelidad total.

San José vive su vocación de protectoren la constante atención a Dios, abiertoa sus signos, disponible a su proyecto.San José es protector porque sabe escu-char y se deja guiar por la voluntad deDios, sabe releer con realismo los acon-tecimientos, está atento a aquello que lorodea y sabe tomar las decisiones mássabias. La vocación de proteger no con-cierne solo a nosotros los cristianos, tienetambién una dimensión humana, con-cierne a todos. Es proteger la creaciónentera, es proteger a la gente, es cuidar atodos. Con gran inteligencia los funda-dores P. Emilio y M. Elisa eligieron a sanJosé como patrón de la congregación porque de él querían imitar las virtudes yejercitar su patrocinio hacia las niñas po-bres de Chioggia, carentes de afecto y deternura de parte de sus padres.

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Nuestra Señora de GuadalupeCentro di educación infantil Madre Elisa Sambo

El pueblo Mexicano no se cansa decantar a María este canto que narra lasapariciones de nuestra Señora de cieloen nuestra patria. De manera muy es-pecial en este mes de diciembre se notael amor, la veneración que cada unotiene hacia la Virgen.

Nuestro CEI Madre Elisa Sambo noquiso pasar de largo este mes tan im-portante por tal motivo hemos reali-zado una pequeña pero significativaperegrinación.

El día 6 de diciembre por la mañanallegaron los niños al convento vestidosde inditos recordando la figura de SanJuan Diego a quien le Virgen eligiocomo su mensajero, la creatividad decada mamá se noto, Sor Alejandra seadmiro de ver como cada una puso em-peño, pues las carreolas, los triciclos yno falto la moto, claro, adornados conlos colores guadalupanos y la imagende nuestra Señora. Nuestra intenciónera realizar la peregrinación antes deque saliera el sol en plenitud, sin em-bargo se dejo sentir muy fuerte queaunque fue cortita nos dimos unabuena asoleada, caminamos por la ave-nida principal de la unidad habitacionalSan Román, nos dirigimos hacia la pa-rroquia del Espíritu Santo, donde nos

esperaba el Padre Francisco Javier Se-rrano Vera y un seminarista. Nos invi-taron a pasar hacia la casa de la More-nita del Tepeyac, el Padre nos dirigióuna palabras que a manera de reflexiónnos hizo pensar en el amor tan grandeque una madre tiene por sus hijos, in-cluso lo que es capaz de hacer por ello,y que si nos admiramos de esto, el amorde María hacia nosotros es mas grande.

Antes de concluir se realizo la rifa deuna imagen de la Virgen de Guadalupepara motivar a las mamás a imitar aMaría, en seguida recibimos la bendi-ción y nos tomamos la foto del re-cuerdo, todos regresamos al conventodonde Sor Martha Ramírez dio unosavisos y agradeció la participación en-tusiasta de cada uno de los presentes.

Estamos muy agradecidas con el Se-ñor por estos momentos que nos per-mite vivir y por que gracias a ello po-demos experimentar su presencia enmedio de nosotros, pedimos la interce-sión de nuestra Señora, de nuestros fun-dadores Padre Emilio y Madre Elisapara que la pequeña semilla que esta-mos sembrando crezca y dé abundantesfrutos.

Sor Alejandra Ariza Miranda

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DALLE MISSIONI

sintesiNostra Signora di Guadalupe

Il popolo messicano non si stanca dicantare Maria con l’appellativo di Gua-dalupana (“Colei che schiaccia il ser-pente”). Alla Nostra Signora diGuadalupe è dedicato un imponentesantuario, situato sul monte del Tepe-yac a Città del Messico, il principaleluogo di culto del Messico e dell’interaAmerica Latina. L’amore e la venera-zione che ogni persona nutre per la Ver-gine si colgono in modo tuttoparticolare nel mese di dicembre,quando si organizzano pellegrinaggi ealtre forme devozionali - il cui culminecade il 12 dello stesso mese - per cele-brare solennemente l’anniversario delleapparizioni a san Juan Diego, avvenutenel 1531.

Anche le suore del Centro di Educa-zione Infantile “Madre Elisa” (Cordoba)hanno realizzato il pellegrinaggio ma-riano con i bambini e le loro mamme,

percorrendo la strada principale dallascuola fino alla chiesa della parrocchia.Ad accoglierli, il parroco, don FrancescoJavier, che ha dialogato con loro, invi-tandoli a riflettere sul grande amore cheuna mamma nutre verso i suoi figli.

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DALLE MISSIONI

Servicio generosoNuestros lazos fraternos fortalecidos mediante la oración,

la plática y las risas

El día 31 de enero del año en curso,memoria de San Juan Bosco, patronode la juventud, celebramos el segundoaniversario de servicio alegre y gene-roso en la Casa Hogar Concepción Galindo.

Para celebrar dicho acontecimientolas hermanas de la comunidad de SantaMaría de la Esperanza nos acompañarona comer y pudimos vivir un momentoen el que se vieron fortalecidos nuestroslazos fraternos mediante la oración, laplática y las risas.

Posteriormente, a las 20 hrs. celebra-mos la Eucaristía presidida por el Pbro.Guillermo García Velasco, contando conla presencia del Sr. José Manuel Pro yRaquel Walls, miembros del patronatode dicha institución, algunas jóvenes ylas hermanas que conforman la comu-nidad.

Cabe mencionar que han sido dosaños de gracia y bendición, en el quehemos aprendido y crecido; cuando lle-

gamos éramos “novatas” en este tipode servicio, es decir, en contribuir a laformación directa de 35 0 40 jóvenesuniversitarias mediante el hospedaje,la disciplina y el ejemplo de nuestravida consagrada.

Ante una sociedad materialista, quele huye al compromiso y que manifiestaun profundo sincretismo religioso, noes sencillo moldear según Cristo, peroesa es nuestra labor, nuestro reto, ayu-darles a descubrir que antes de ser bue-nas profesionistas deben ser buenascristianas, y que “es importante teneruna relación diaria con Dios, escucharloen silencio ante el Tabernáculo y dentrode nosotros mismos, hablarle, acercarsea los Sacramentos, tener esta relaciónfamiliar con el Señor es como tenerabierta la ventana de nuestra vida, paraque Él nos haga escuchar su voz, lo quequiere de nosotros”.

En esta comunidad, como en otras,

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DALLE MISSIONI

sintesiServizio generoso

Il 31 gennaio, memoria di san Gio-vanni Bosco, patrono della gioventù, ab-biamo ricordato il secondo anniversariodel nostro servizio nella Casa Hogar, aCittà del Messico. Questa residenza, vo-luta e sostenuta da un benefattore, offrela possibilità di frequentare gli studi ac-cademici a giovani brave e volonterose,ma di modeste condizioni economiche.Si sono unite a noi nel rendimento digrazie, mediante la celebrazione euca-ristica, le sorelle della comunità di SantaMaria della Speranza.

Il nostro servizio consiste essenzial-mente nella formazione di giovani uni-versitarie, circa 35-40, alle quali offriamoalloggio, direzione spirituale e l’esem-pio della nostra vita consacrata. È unagrande responsabilità essere coinvoltenella storia di ciascuna giovane e nelcompito di dare a ciascuna un orienta-mento sicuro, affinché possa contribuirealla costruzione di una nuova società.Oltre a consentire alle ragazze l’accessoall’istruzione superiore, le aiutiamo adavere una relazione quotidiana con ilSignore, chiedendo loro di ascoltarlo insilenzio davanti al tabernacolo.

hay mucho trabajo, es un apostoladohermoso que crece “entre las espinas yel escondimiento”, que requiere degrandes esfuerzos físicos para cumplircon las expectativas del patronato,pero sobre todo en lo que nos pideDios, es una gran tarea y responsabi-lidad ser parte de la historia de cadajoven donde se puede vislumbrar acada una como constructoras de la so-ciedad por lo que es nuestra oración“que Dios lleve a buen término la obrainiciada en cada una”, las jóvenes ylas religiosas.

Que la gracia de Dios, la intercesiónde la Virgen de Guadalupe, patronade América, Padre Emilio y MadreElisa y la oración de nuestras herma-nas y bienhechores, nos acompañe enesta labor para que dé frutos abun-dantes en bien de nuestra Madre, laIglesia.

Comunidad “Casa Hogar”

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DALLE MISSIONI

el material necesario para construirsu invernadero y el equipo que parala siembra se requiere.

En el mes de marzo de 2013 la co-munidad de Santa María de la Es-peranza ingreso el proyectodenominado “Semillas de vida”, enlas oficinas de sederec (secretaría dedesarrollo rural y equidad para lascomunidades) dependientes del go-bierno del D. F. Este programabusca impulsar la utilización de es-pacios disponibles en el territoriodel Distrito Federal para hacerlosproductivos mediante prácticasagroecológicas y con ello obtenerproductos básicos sanos para auto-consumo y venta de excedentesbajo esquema de comercio justo.

La ejecución de los proyectos pro-ductivos contendrá un acompaña-miento de formación técnicaproductiva y difunción.

El objetivo general del programaes implantar e impulsar la agricul-tura sustentable a pequeña escala.

El proyecto semillas de vida pasópor procesos de evaluación del cualsalió beneficiado y una vez apro-

Semillas de vidaCrear espacios sustentables para dar beneficios saludables

Como una manera de vivir mejorecológicamente en nuestro país sebusca de incrementar los progra-mas de reforestación, siembra deverduras y frutas para un consumofamiliar, con ello se pretende crearespacios sustentables que ademásde dar beneficios saludables a loshabitantes colaboren con la recupe-ración del ecosistema y la mejoríade los altos niveles de contamina-ción, es así como ha llegado el pro-grama de siembra sustentable anuestras manos Es un llamadofondo muerto que en dinero se da aquien desea crear estos espacios,este dinero es para comprar de todo

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DALLE MISSIONI

sintesiSemi di vita

Per migliorare lo stile di vita, ecolo-gicamente parlando, la nostra nazionecerca di incrementare programmi diafforestamento. In marzo del 2013 lacomunità, Santa Maria de la Esperanza,è entrata nel progetto “Seme di vita”proposto dal governo della città delMessico. Il progetto si sviluppa attra-verso una formazione tecnica, produt-tiva e di divulgazione. L’obiettivogenerale del programma è quello diimplementare e dare slancio all’agri-coltura sostenibile nelle piccole di-mensioni del terreno. I’11 dicembre2013 abbiamo avuto l’inaugurazioneufficiale di questo progetto fornendole strutture richieste con il desiderioche al più presto possibile cominci adare i primi raccolti per l’autocon-sumo e in un futuro abbiamo ancheun beneficio extra.

bado se firmó un convenio de con-certación, que me fue entregado el23 de octubre de 2013 donde apa-rece el monto aprobado y la des-cripción de los conceptosautorizados.

Una vez que tuvimos el recursose reinició la búsqueda de provee-dores que ofrecieran el serviciocompleto de instalación de los con-ceptos aprobados por la sederc.Hecho esto se procedió a la comprade los materiales autorizados.

El día 11 de diciembre del 2013 sehizo la inauguración oficial dedicho proyecto con las instalacionesrequeridas esperando que prontoempiece a dar frutos para el auto-consumo y pensando a futuro conun beneficio extra.

Heriberto MirandaXochimilco

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DALLE MISSIONI

esta obra desde el cielo para que des-cubramos en cada acontecimiento, encada hermano, en nuestra familia, ennuestras comunidades que la caridad deCristo nos urge.

Comunidad San José

sintesiItinerario di crescita

Lo scorso settembre, presso la comu-nità “San José”, a Cordoba, abbiamoiniziato a tenere degli incontri mensilirivolti alle adolescenti per aiutarle nelloro cammino di crescita nella fede enella consapevolezza del valore di ogniessere umano, creato a immagine e so-miglianza di Dio. La risposta è statapositiva anche da parte dei genitori,che si sono impegnati nell’accompag-nare il percorso di maturazione delle fi-glie, dimostrando molta attenzione perla nostra proposta. Abbiamo affidatoqueste giovani alla Vergine e ai nostrifondatori, padre Emilio e madre Elisa,perché la semente gettata possa germo-gliare e crescere nel loro cuore.

Itinerario de crecimientoLa caridad de Cristo nos urge

En nuestra sociedad cada vez haymuchos avances muy buenos y positi-vos, pero ante estos avances crece yavanza también la pérdida de valoresentre estos la dignidad y valor de lapersona, el sentido de cuidar nuestrocuerpo como templo del EspírituSanto, la unidad, la paz, la fraternidady el sentido de Dios. Hoy en día losniños y adolescentes crecen en unmundo materializado, lleno de ruido,desorientados y sin valores; ante estarealidad nosotras Siervas de María Do-lorosa queremos responder a las nece-sidades que surgen en nuestrasociedad y en la Iglesia es por ello queen nuestra Comunidad “San José”hemos iniciado desde el 22 de septiem-bre de 2013 “Encuentro de Adolescen-tes”. Éstos los realizamos cada mes conla finalidad de llevar con ellas un itine-rario de crecimiento en la fe, sobre todoque vayan formando su conciencia enel valor de la persona creada a imageny semejanza de Dios, a estas pequeñasjornadas nos apoyan las comunidadescercanas ya que ha sido un proyectopropuesto por la Pastoral Vocacionalde la Delegación. La respuesta de lasjovencitas ha sido muy satisfactoria,participan alrededor de 25 chicas, lasfamilias de estas niñas también semuestran interesadas y agradecidas.

Ponemos bajo la protección deNuestra Madre Dolorosa estas adoles-centes y sus familias para que la semi-lla sembrada germine y crezca en suscorazones; que nuestros Fundadores,padre Emilio e madre Elisa acompañe

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DALLE MISSIONI

giorno! Ma ci sono anchetanti segni di resurrezioneche alimentano la nostrasperanza.

Penso a Lidia, una gio-vane vedova con quattrobambini, l’ultimo di appenaun anno, che è venuta a cer-carci perché, a causa delleviolente piogge, la sua ca-setta di terra era crollata.Ha dovuto chiedere ospita-lità ai vicini, ma ora, grazieall’aiuto di Lina, abbiamopagato gli operai per ripa-rare la casa e renderla dinuovo abitabile. È ritornata

in lacrime di riconoscenza, con il suobambino sul dorso, a ringraziarci.

Penso al ponte di solidarietà che Pier-luigi e sua moglie Gianna hanno orga-nizzato per aiutare la bambina diOdette, nata con idrocefalo. Per bendue mesi abbiamo dovuto aspettare ilmateriale necessario per l’intervento,non disponibile in loco. Nithya è stataoperata e ora è ritornata a casa. Odettenon finisce di ringraziarci per quanto èstato fatto per lei. La speranza è fioritaper queste due mamme attraverso lacarità, la solidarietà e la fraternità.

I nostri bambini, circa un centinaio,di età tra i tre e i sei anni, continuanocontenti la Scuola dell’Infanzia ed èbello vederli crescere in statura e sa-pienza e, speriamo, anche in grazia.

Per iniziare il nostro servizio agli am-malati, dobbiamo ancora attendere. Re-centemente un ispettore della sanità è

La speranza fiorisce in BurundiSperimentare la gioia di sentirci amati e salvati

Cristo nostra Pasqua è risorto! È que-sto il grande annuncio che dobbiamodiffondere ovunque: esso ci dona la cer-tezza che la nostra vita va verso un fu-turo luminoso, dove il Cristo ci attendeper celebrare la Pasqua eterna.

Quante situazioni di sofferenza e dimorte tocchiamo con mano ogni

che vengono in Burundi e confidiamoche non sia l’ultima, perché per il mald’Africa, quando diventa cronico, nonc’è niente da fare. Li ringraziamo dicuore per la loro amicizia e la loro ge-nerosità.

Sedrik, Floriberto e Janvier sono gio-vani studenti che ogni sabato e neigiorni di vacanza vengono da noi peraiutarci. Tagliano l’erba, pulisconol’orto, preparano la legna per la cucina.Sono contenti di stare da noi e di com-

venuto a visitare il nostro dispensarioe si è felicitato per l’ottimo lavoro finqui svolto. Ora stiamo ultimando l’ar-redo e la ricerca delle attrezzature ospe-daliere; quando tutto sarà in ordine, fa-remo la domanda per ottenere ilpermesso di apertura. Siamo quindimolto impegnate nel non facile com-pito di reperire il materiale necessario,di cui bisogna controllare accurata-mente la qualità, quando è di fabbrica-zione cinese, o i costi, molto elevati,quando proviene dall’Europa. Anchequesta opera, la cui inaugurazione uf-ficiale è prevista il prossimo 5 agosto, èun segno tangibile di speranza per tantifratelli bisognosi e vogliamo di cuoreringraziare quanti ci sono stati vicini econtinuano a sostenerci per portarla atermine.

Tino e Lina hanno trascorso due mesitra noi, portando, come sempre, il loroprezioso contributo. È la quarta volta

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ANNIVERSARI

Anche a livello politico la situazioneè critica. Giovani vite spezzate: è il titolodel giornale locale di questi giorni cheannunciava la pesante sentenza controun gruppo di un partito dell’opposi-zione che aveva organizzato una ma-

nifestazione, lo scorso8 marzo. Ben dodicigiovani sono staticondannati al carcerea vita; sentenza spro-porzionata, ma che èsegno del clima di in-certezza politica chesi sta vivendo in que-sto periodo, con iltentativo, da parte delpartito al potere, dicambiare la Costitu-zione e di contrastarel’opposizione, mentresi stanno avviando ipreparativi delleprossime elezioni del2015.

Che questa santa Pasqua ci aiuti tuttia seminare segni di speranza e di amoreper sperimentare la gioia di sentirciamati e salvati.

Comunità Mater Misericordiae Burundi

síntesisLa esperanza floreceen Burundi

¡Cristo nuestra Pascua resucitó!Cuantas situaciones de sufrimiento y

de muerte tocamos con mano cada día,pero existen también muchos signos deresurrección que alimentan nuestra es-peranza. Pienso en Lidia, una jovenviuda con cuatro niños, que nos buscó

piere un servizio. Noi, in cambio, li aiu-tiamo a pagare le rette della scuola e irisultati sono buoni, tutti e tre hannosuperato con successo l’esame del se-condo trimestre. Sedrik poi è impe-gnato nella nostra parrocchia e anima

il gruppo dei chierichetti. Si presentacon tanta autorevolezza e serietà e col-tiva il desiderio di entrare in seminario.Fa piacere vedere l’impegno di questigiovani e speriamo che siano di esem-pio ad altri. Il Paese deve ancora affron-tare tanti disagi, dopo la catastroficainondazione che ha colpito Bujumbura.Moltissime famiglie vivono in tende im-provvisate, in attesa degli aiuti umani-tari, mentre la ricostruzione delle stradedanneggiate continua a pieno ritmo.

La pioggia, che era scesa abbondanteall’inizio della stagione, non ha avutocontinuità e questo sta compromet-tendo il raccolto: già i fagioli comin-ciano a ingiallire e, se continua così, siprospetta un’annata di fame.

DALLE MISSIONI

porque a causa de las grandes lluvias sucasita de tierra se derrumbó; gracias a laayuda de Lina, le pagamos los albañilespara reconstruir su casa. Poco despuésregresó para agradecernos con lágrimasen los ojos.

Pienso al puente de solidaridad quePierluigi y su esposa organizaron paraayudar a la niña de Odette, que naciócon hidrocefalia.

Los niños de nuestra escuela prepri-maria son más o menos cien que van detres a seis años, es hermoso verlos creceren sabiduría, edad y esperemos tambiénen gracia. Para iniciar nuestro servicio alos enfermos, tenemos que esperar unpoco, la inauguración oficial es el 5 deagosto, ésta obra es un signo tangible deesperanza para tantos hermanos necesi-tados y queremos agradecer de corazóna todos aquellos que nos han apoyado ycontinuan a sostenernos para lograr verterminada ésta obra.

Apesar de que la lluvia fue abundanteal incio de la estación, no continuó y estoestá provocando que la cosecha se pierda.

También a nivel político la situaciónes crítica.

Que esta Pascua nos ayude a todos aplantar signos de esperanza y de amorpara trasmitir amor y sentir el gozo desentirnos amados y salvados.

PROPOSTE DI RICERCA

stauro. Architetto, in parallelo con padre

Emilio che valorizzava i giovani al-lievi della Casa d’Industria, che cosaci racconta dei suoi ragazzi?

I giovani sono i veri protagonistidella mia scuola. Avendo frequentatoil liceo artistico o il triennio di con-servazione all’università, essi dimo-strano già spiccate attitudini per que-sto mestiere, ma qui, nei corsitriennali della nostra scuola, comple-tano la preparazione teorica specificae la consolidano con una intensa eseria pratica nei cantieri gestiti diret-tamente dai nostri insegnanti. A con-tatto diretto con l’opera d’arte,agendo per la sua protezione e con-servazione, gli allievi sviluppano, in-sieme alle competenze tecniche, unaparticolare sensibilità. Rispettarel’opera d’arte significa, infatti, rispet-

Un artigianato al servizio della bellezza

La cultura del lavoro. Conversazione con l’architetto Renzo Ravagnan

Iniziamo una serie di conversa-zioni con persone impiegate in di-versi ambiti professionali per recu-perare la dimensione etica del lavoro,in un momento in cui esso viene amancare oppure è svalutato.

L’architetto chioggiotto Renzo Ra-vagnan è una figura nota ai lettoridella rivista per la collaborazione cheda tempo offre alla Congregazione.Questa volta, però, ci interessa la suaesperienza di direttore dell’IstitutoVeneto Per i Beni Culturali (IVBC),ente che attua corsi di formazioneprofessionale per giovani operatorie operatrici del restauro. Chi megliodi lui può descriverci una realtà arti-gianale di eccellenza, apprezzata inItalia e all’estero? Lo incontriamo nelsuo studio in Calle Gabardi, ingom-bro di libri e di oggetti d’arte, dove -ci racconta - è nata la scuola di re-

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tare la società che l’ha pro-dotta. Il rispetto è un valoreimportante per chi lavoranel restauro. La cura che ri-serbiamo a noi stessi va pre-stata anche all’ambiente checi circonda, naturale o cul-turale che sia. Mi piace se-guire i miei ragazzi in que-sto loro percorso di crescita,ideale e professionale allostesso tempo. Potremmo dire che il

cantiere è un laboratoriodove si sperimentano oltrealle tecniche anche moda-lità di relazione interne algruppo e con il contesto?

Certamente. Nei luoghidove abbiamo operato - esono diversi: città del Ve-neto, tra cui naturalmenteChioggia; città della Terra-santa, come Gerusalemme,Betlemme o Nazareth; città dello Ye-men come Sana’a e Taizz - gli stu-denti hanno goduto dell’opportunitàdi scambi e di cooperazione che, oltrea facilitare la riuscita degli interventia volte molto impegnativi, hanno fa-vorito il loro potenziamento profes-sionale e l’ampliamento dei loro oriz-zonti intellettuali. Non solo, sonopotuti entrare in sintonia con la po-polazione locale, dunque con per-sone e culture distinte da quelle con-suete, in una relazione checertamente li ha arricchiti sul pianoumano e culturale. Salvaguardarel’identità del luogo necessita la messaa punto di percorsi conoscitivi delterritorio e questo ha favorito la loroapertura mentale. Si tenga presente

che spesso il gruppo di lavoro è cul-turalmente eterogeneo, perché sicerca di formare personale locale,pertanto sono state numerose le oc-casioni di incontro e di dialogo. NelloYemen abbiamo raccomandatol’iscrizione di ragazze, quale segnodi rinnovamento in un Paese dalleradicate tradizioni patriarcali. La presenza a Chioggia di un ar-

tigianato di questo livello quali ri-cadute potrebbe avere sull’econo-mia locale?

Se consideriamo che Chioggia ècittà d’arte, l’apertura di botteghe ar-tigianali potrebbe rappresentare unascelta strategica, di richiamo per unturismo di qualità e di riferimentoper gli operatori del settore. In gene-

PROPOSTE DI RICERCA

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rale, la città vanta una buona tradi-zione in questo campo, lo dimostrail perdurare dal secondo dopoguerraad oggi di un’associazione degli ar-tigiani. Basterebbe perciò dare spazioanche a forme di espressione arti-stica, di cui la nostra città sicura-mente non difetta. La riva del canal

Vena, ad esempio, sarebbe oggi rivi-talizzata, se l’Amministrazione co-munale avesse accolto la proposta -pervenutale in tempi in cui non po-teva addurre a scusante la crisi eco-nomica - di acquisire alcune bottegheche si affacciano sul canale per affit-tarle a prezzo conveniente a cerami-sti, scultori, restauratori, fotografi,pittori, creativi in genere. Oltre ai

vantaggi economici, per le ragioniesposte prima, si aprirebbero spazi agiovani energie e a nuovi stimoli cul-turali, che apporterebbero benefici atutta la collettività. Un punto mi incuriosisce. I gio-

vani che vengono educati alla con-servazione di ciò che il passato haprodotto come si pongono di fronteal nuovo?

La distanza tra il passato e il pre-sente, fra la tradizione e l’innova-zione è un tema che viene presentatoagli studenti sotto forma di dibattito.Li invitiamo a discutere. Credo co-munque che essi debbano guardarein avanti, quindi cerchiamo di tra-smettere l’idea che è normale che siesaurisca un ciclo storico sotto lapressione di forze nuove e che su-bentrino altre manifestazioni. Ciò cherimane costante è invece la bellezzain sé, da cogliere nel passato, da in-seguire nel futuro. Lei parla di bellezza in modo

astratto. Siamo abituati a pensare allavoro dell’artigiano in termini con-creti, anche i suoi ragazzi maneg-giano colle, solventi, malta... Comesi collega l’ideale di bellezza allarealtà?

Vivere nella bellezza è possibile egli insegnanti e io, nel nostro piccolo,cerchiamo di creare le condizioni per-ché ciò avvenga. Dicevo in aperturache nella scuola si impara il rispettoverso il patrimonio culturale di unpopolo perché lo si percepisce comebene comune.

Ebbene la nozione di bene comuneha implicazioni molto concrete. Unasocietà che persegue il bene comuneè più coesa e armonica, è capace di

PROPOSTE DI RICERCA

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darsi una forma riconoscibile eun’identità resistente al tempo.

Il centro storico di Chioggia generaancora socialità e, di conseguenza,una buona qualità del vivere, perchéè frutto di quella stagione, tra il Due-cento e il Cinquecento, in cui, nono-stante le differenze sociali, c’era unagestione pubblica, condivisa e re-sponsabile degli interventi.Che cosa possono trarre i lettori

dalla nostra conversazione?

Che il lavoro è da vivere con spi-rito di servizio. Dal superamento diuna concezione puramente economi-cistica delle nostre attività, si possonoaprire prospettive per le nuove ge-nerazioni.

Nel nostro caso, la bellezza generaanche benessere interiore e matura-zione spirituale che dai singoli siestendono alla collettività.

Gina Duse

Un artesanado al servicio de la Belleza

nal para jóvenes restauradores. A con-tinuación el resumen de la entrevista.Arquitecto ¿paralelamente con el

Padre Emilio Venturini que valori-zaba a los jóvenes estudiantes de laCasa de la Industria, qué nos cuentade sus muchachos?

Los muchachos son los verdaderosprotagonistas de mi escuela. Están encontacto directo con la obra de arte,trabajan por la protección y restaura-ción de ésta, desarrollando al mismotiempo capacidad y sensibilidad. Dehecho respetar la obra de arte significarespetar a la sociedad que la produjo.¿Podemos decir que el taller es un

laboratorio donde se experimentanademás de las técnicas también unaserie de relaciones entre grupo y en-torno?

Seguro que sí. En aquellos lugaresdonde hemos trabajado, los estudiantesdebido a los mismos tipos de trabajo

Presentamos una serie de entrevistassintetizadas realizadas a personas delmundo del trabajo para recuperar sudimensión ética, en este momento his-tórico en el que escasea o está deva-luado.

La primera al arquitecto, oriundo deChioggia, Renzo Ravagnan director delInstituto Veneto para Bienes Culturales(IVBC), este instituto es un ente quepropone cursos de formación profesio-

PROPOSTE DI RICERCA

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PROPOSTE DI RICERCA

la presión de nuevas fuerzas y surjanotras expresiones. Lo que permanececonstante es la belleza de uno mismo,que se tiene que acoger en el pasado yperseguir en el futuro.Usted habla de belleza en modo

abstracto. Estamos acostumbrados apensar en el trabajo del artesanado demanera concreta, también sus mucha-chos trabajan con pegamento, solven-tes, cemento. ¿Cómo podemos unir laBelleza con la realidad?

Vivir en la belleza es posible y ennuestra pequeña realidad yo y mis mu-chachos tratamos de crear las condi-ciones para que esto suceda, pues lasnociones del bien común tienen apli-caciones concretas.¿Què cosa pueden obtener los lec-

tores de nuestra conversación?El trabajo, además de ser una activi-

dad remunerada se debe vivir con es-píritu de servicio. Superando esta ideamaterialista se pueden abrir una in-mensidad de prospectivas para las nue-vas generaciones. En nuestro caso laBelleza genera bienestar y el bienestargenera properidad.

Gina Duse

algunas veces difícil, para poder reali-zarlo han tenido que recurrir al inter-cambio y a la cooperación. Para podersalvaguardar la identidad de un lugares necesario poner a disposición cami-nos de conociemiento del territorio yésto favoreció su apertura.¿La presencia en Chioggia de un ar-

tesanado de este nivel que repercu-sión puede tener en la economía lo-cal?

Si consideramos que Chioggia esuna ciudad de arte, abrir talleres de ar-tesanías podría representar una elec-ción estratégica que puede atraer unturismo de calidad y de referencia paralos trabajadores del sector. Chioggiaposee una cultura de reciprocidad quepodría estar a disposición del territo-rio.Un punto me interesa. ¿Estos jóve-

nes se les educa para la conservaciónde aquello que el pasado ha produ-cido, qué actitud tienen ante lonuevo?

Creo que de todos modos los jóvenesdeben ver hacia adelante y por lo tantotrato de trasmitirles la idea que es nor-mal que termine un ciclo histórico bajo

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APPROFONDIMENTI

Scuola e disabilitàI compagni come risorsa

I compagni dell’alunno con disa-bilità assumono sul piano pedago-gico un ruolo importante, che gli in-segnanti devono saper “utilizzare” epromuovere nell’ambito di una effet-tiva cooperazione, stabilita e causatada apprendimenti condivisi; il rischioè quello di ridurre le opportunità of-ferte dalla risorsa compagni, improv-visando e limitando le interazionicon questo alunno a poche o inau-tentiche occasioni di scambio.

Quando l’interazione si concentraesclusivamente su poche occasionisorte spontaneamente e i rapportinon si arricchiscono anche di formestrutturate e saggiamente predispo-

ste, si rischia di produrre un’imma-gine delle relazioni con il compagnocon disabilità come atti di semplicebuonismo, privi di autenticità perchéprivi di motivazioni che corrispon-dano, sul piano didattico, ad una ef-fettiva condivisione dei percorsi diapprendimento. L’autenticità di-venta, quindi, strategica per diffon-dere un significato di opportunità edi guadagno reciproco, alimentatidalla relazione stessa tra gli indivi-dui, tutti, coinvolti nell’apprendi-mento.

Si tratta di adottare a pieno titoloil riconoscimento di un beneficio chealimenta la prosocialità, definita da

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APPROFONDIMENTI

Robert Roche con queste parole:

Quei comportamenti che, senzala ricerca di ricompense esterne,estrinseche o materiali, favori-scono altre persone o gruppi, se-condo i criteri di questi, o metesociali obiettivamente positive eche aumentano la probabilità digenerare una reciprocità positivadi qualità e solidale nelle relazioniinterpersonali o sociali conse-guenti, salvaguardando l’identità,la creatività e l’iniziativa degli in-dividui o gruppi implicati.

La definizione di Roche ci offreun’idea della relazione come prospet-tiva di apertura all’altro, totalmentelontana dalla prevaricazione o dallamanipolazione e basata, invece, sullatutela di ciascuno, perché sostenutada presupposti di equità e giustizia.

La prosocialità, infatti, non puòconfondersi con la disponibilità emo-tiva e sentimentale all’altro.

Verosimilmente altruismo e pro-socialità concernono fenomenidistinti, seppure correlati. L’al-truismo inteso come amore in-condizionato per il prossimo ap-partiene alla sfera deisentimenti, dei motivi e dei va-lori che orientano la persona adesiderare il bene altrui, anchea costo di sacrificare il proprio.Si tratta fondamentalmente diun sentire a favore dell’altro.La prosocialità intesa come ten-denza a far ricorso ad azioni chesi contraddistinguono per gli ef-fetti benefici che producono ne-gli altri, appartiene invece allasfera delle abitudini, delle prati-che, delle modalità abituali di in-terazione sociale. Si tratta fon-damentalmente di unapropensione ad agire in modiche sortiscono effetti positivi perl’altro. Il desiderio del bene al-trui è altra cosa dalla realizza-zione del bene altrui. Infatti ipropositi altruistici non sempreriescono a tradursi in condotteprosociali efficaci.1

L’azione educativa non dovrebbe,ovviamente, andare nella direzionedell’esclusione dell’altruismo o dellaprosocialità, anzi, entrambe necessi-tano di un accompagnamento edu-cativo e formativo, poiché si alimen-tano reciprocamente, predisponendol’individuo a un vivere in sintoniacon principi di autenticità e di uma-nità vera.

1. G.V. Caprara, «Comportamento prosociale e prosocialità» in G. V. Caprara, S. Bonino (a cura di)Il comportamento prosociale, Trento, Centro Erickson. (2006) p. 10

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APPROFONDIMENTI

Scrive Vito Mancuso:

... l’acquisizione della potenzache spetta a un vero uomo, cioèla volontà umana di una potenzaumana, si determina nella dire-zione della relazione armoniosacon l’ambiente e con gli altri, enon nel suo contrario. I migliorileader non sono coloro che im-pongono se stessi a dispetto de-gli altri e contro gli altri, ma co-loro che sanno creare sistema,

squadra, organizzazione, cioèconcerti di relazioni ordinate. Eciò vale per qualunque forma dileadership, dalla politica all’eco-nomia allo sport. Questo signi-fica che proprio per perseguireal meglio l’obiettivo di Callicle,cioè la forza, il metodo più ade-guato è la giustizia, perché è solola giustizia che dà stabilità al si-stema.2

Le parole di Mancuso sembranoscontrarsi con la realtà attuale, pocoincline all’apertura all’altro, alla coo-perazione e alla condivisione. Domi-

nano oggi prospettive di separazione,di categorizzazione delle condizioniumane, di distinzione, ed è evidentela difficoltà a guardare al mondo indirezione inclusiva.

Roberto Dainese

síntesisEscuela y discapacidad

Los compañeros del alumno con dis-capacidad asumen en el plano pedagó-gico un rol importante que los maestros

deben saber utilizar y promo-ver. Se trata de adoptar ple-namente el reconocimientode un beneficio que alimentala prosocialidad. La prosocia-lidad no se debe confundircon el altruismo, no puedeconfundirse con la disponi-bilidad emotiva y sentimen-tal del otro.

Verosílmilmente altruismoy prosocialidad, son fenóme-nos distintos no obstante queestán relacionados. El al-truismo entendido como

amor incondicional por el prógimo per-tenece a la esfera de los sentimientos. Laprosocialidad pertenece a la esfera de loshábitos y costumbres.

Se trata fundamentalmente de unapropención a actuar de manera de pro-ducir efectos positivos para el otro. Al-truismo y prosocialidad necesitan de unacompañamiento educativo, formativoy probablemente se alimentan recípro-camente. Predisponiendo al individuo avivir en sintonía con principios de au-tenticidad y de humanidad verdadera.

2. V. Mancuso, La vita autentica, Milano, Raffaello Cortina Editore, 2009. p. 159.

ANNIVERSARI

Valori efficaci e fecondi Padre Emilio Venturini, una rete di carità ieri e oggi

Il giorno 29 marzo, nella Pinacotecadella Santissima Trinità, a Chioggia,si è svolta la premiazione del concorsoindetto dalla congregazione Serve diMaria Addolorata, in occasione del 140°anniversario della fondazione e del40° dell’istituzione della Scuola Pri-maria “Padre Emilio Venturini” diSottomarina.

Padre Emilio Venturini, una retedi carità ieri e oggi: era questo il temaproposto alle scuole di ogni ordine egrado, statali, comunali e paritarie diChioggia e a quelle dei nostri istitutidi Pellestrina, di Castelfranco Venetoe di Velo d’Astico (Vicenza). La salaera gremita di bambini, genitori, in-segnanti. La consegna dei premi, inpresenza del nostro vescovo AdrianoTessarollo, del sindaco Giuseppe Cas-son, dell’assessore alla pubblica istru-zione Massimiliano Tiozzo, dellapriora generale, suor Umberta Salva-dori, e di numerose suore, ha coronatoil lavoro di circa 1.050 alunni chehanno aderito al concorso. In questistudenti sono rappresentati i cinqueistituti comprensivi statali della cittàdi Chioggia e le tre scuole paritariedella nostra Congregazione. Non èstato facile stabilire una graduatoriada parte della commissione che ha va-lutato gli elaborati, sia per il numeroelevato sia per la varietà delle temati-che trattate.

La finalità dell’iniziativa, oltre allacelebrazione della ricorrenza, eraquella di riproporre i valori che hanno

ispirato l’opera di padre Emilio Ven-turini, fondatore della Congregazione;valori fecondi, che tuttora costitui-scono un efficace punto di riferimentoper chi si occupa di educazione nellascuola, non solo nelle nostre città, maanche in realtà sociali diversissime,come è dimostrato dall’attività forma-tiva che la Congregazione sta svol-gendo nelle sue missioni in AmericaLatina e in Africa.

La centralità della persona, la pro-mozione di saperi propri di un nuovoumanesimo, l’esercizio attivo della cit-tadinanza in un contesto internazio-nale, elementi basilari del “farescuola” oggi, furono in qualche modoanticipati da padre Emilio nella suapreziosa opera di istruzione e di ri-scatto sociale di bambini e di adulti,altrimenti destinati all’abbandono eall’emarginazione.

Per il tema del concorso e per le at-tività che sono state proposte, l’inizia-tiva ha offerto stimoli allo sviluppodi conoscenze, abilità e competenzein diverse aree e discipline. Ha purecontributo a sviluppare il senso del-l’identità personale attraverso il con-fronto con l’altro da sé, nel segnodell’amicizia e dell’aiuto reciproco.Gli alunni hanno potuto impiegare leloro capacità per la riuscita di un pro-getto comune, trovando così rispostaal bisogno di significato di cui an-ch’essi sono portatori.

C’è stato, infatti, un riscontro moltopositivo che ci ha sorprese: disegni,fumetti, acrostici, lettere, tolele. Pureuna canzone dal titolo: Padre EmilioVenturini: un’opera infinita. È un cantogioioso che ci invita a costruire conamore il nostro futuro, sull’esempio

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ANNIVERSARI

turini, dirigido a las escuelas y a to-dos los grados, tanto de gobierno ycomo privadas de Chioggia, Peles-trina, Castelfranco Veneto y Velod’Astoco. El tema fue “Padre EmilioVenturini, una red de caridad ayery hoy.”

Se premiaron a 1050 alumnos queparticiparon al concurso. La finalidadera recordar los valores que inspira-ron la obra de Padre Emilio Ventu-rini, nuestro fundador, valores fecun-dos y eficaces a largo alcance, vistala actividad que se desarrolla en otrospaíses, y que pueden ser un puntode referencia a aquellos que desarro-llan una acción educativa.

A ejemplo de padre Emilio losalumnos pudieron demostrar toda sucapacidad para poder realizar unproyecto común. De hecho nos so-prendió la respuesta tan positiva: di-bujos, cuentos, acrósticos, cartas, etc.Hasta un canto dedicado a PadreEmilio Venturini llamado una obrainfinita. Es un canto alegre que nosinvita a construir con amor nuestrofuturo a ejemplo de Padre Emilio.

Estos son los elementos preciososque ayudan a crecer en armonía anuestros muchachos pues a través deeste concurso han tenido la posibili-dad de conocer un conciudadano(paisano) del ochocientos que pasóentre las calles de Chioggia haciendobien y llevando cada hermano en elcorazón.

Al final de la ceremonia fuimos alpequeño templo de san Martín, edi-ficado en 1392 estilo gótico vene-ciano, donde se abrió la exposiciónde los trabajos.

di padre Emilio. Dall’insieme dei lavori realizzati

emergono la professionalità delle/de-gli insegnanti, le motivazioni deglialunni, la qualità dell’istruzione for-mativa sia della scuola pubblica siadella scuola paritaria, l’interazione tratutti i saperi e, non da ultimo, la testi-monianza di solidarietà da parte deiragazzi.

Potremmo affermare che la scuolaparitaria ha attivato la scuola statale,proponendo una riflessione sulla per-sonalità del nostro fondatore, di cui èin corso la causa di beatificazione.

Certamente i ragazzi hanno potutoconsiderare e interiorizzare i valorifondativi di padre Emilio, il cui mottoera: “L’amore di Cristo ci possiede”(2Cor 5,14). Questi sono elementi pre-ziosi che aiutano la crescita armonicadei nostri giovani, poiché hannoavuto la possibilità di conoscere unloro concittadino dell’Ottocento chepassò per le calli di Chioggia, facendodel bene e portando ogni fratello eogni sorella in cuore.

suor Pierina Pierobon

síntesisValores eficaces y fecundos

El pasado 29 de marzo en la pina-coteca de la iglesia della SantísimaTrinidad se realizó la premiación delconcurso, organizado por las Siervasde María Dolorosa para celebrar los140 años de fundación y los 40 de laescuela primaria Padre Emilio Ven-

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ANNIVERSARI

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Al termine della cerimonia, tutti i partecipanti si sono recati al tempietto di SanMartino, edificato nel 1392 in stile gotico-veneziano, dove è stata aperta la mostradelle opere realizzate. Nei prossimi numeri della rivista, verranno pubblicati alcunidei lavori prescelti.

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I vincitori

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COMUNITÀ IN CAMMINO

Un carnevale specialeEsperienza piacevole e fruttuosa

Domenica poi c’è stato chi si è datoda fare per la vendita, montando esmontando gazebo sotto la pioggia:il lavoro svolto da tutte queste per-sone ha dato i suoi buoni frutti.

síntesisUn carnaval especial

El primer sábado de marzo un bo-nito grupo de papás, abuelos y volun-tarios se reunieron en la cocina de laescuela preprimaria Seghe di Velod’Astico para hacer pastelillos típicosde carnaval véneto. La satisfacción por-que fue una experiencia agradable másaún grande fue la felicidad por habertranscurrido una jornada juntos en ale-gría para beneficio de nuestra escuela.

Sabato 1 marzo, ultimo sabato dicarnevale. Nella cucina della Scuoladell’Infanzia “San Giuseppe”, a Se-ghe di Velo D’Astico (Vicenza), c’èun po’ di trambusto: 76 uova, 15 kgdi farina bianca, 30 litri di olio di semidi arachide, due scatole di zuccheroa velo e attrezzi vari sparsi qua e là...Dopo qualche ora, in mezzo a risatee battute, il tutto si trasforma in ta-volate piene di crostoli e castagnoledall’aspetto e dal profumo davveroinvitanti.

Sì, perché la mamma di uno deinostri bimbi ha avuto un’ottima idea:produrre e confezionare un bel po’di dolci di carnevale da venderedopo la messa della domenica perraccogliere dei fondi da destinare allespese della scuola. Ecco, quindi, cheun bel gruppo di mamme, papà,nonne e volontari si sono riuniti perimpastare e cucinare crostoli e casta-gnole e impacchettare, a fine gior-nata, 129 vassoi di questi dolci.

La soddisfazione è molta, ma an-cora più grande è la gioia di aver tra-scorso una giornata insieme in alle-gria. È stata un’esperienza davveropiacevole, che consigliamo di ripeteree di condividere con chi quel sabatonon c’era.

RICORDIAMOAttraverso la preghiera di suffragio e il nostro affetto:

Don Afro Borgatto, Encarnación Corona, Lidia Nicolè, Moneda Massimo, Elisa De Bei, Saura Penzo, Francesco e Mariano Andreatta, Elio Gallimberti.

Progetti di solidarietàServe di Maria Addolorata

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Il giorno 2 di ogni mese alle ore 18.00, nella Basilica di San Giacomo in Chioggia,esprimiamo la nostra venerazione a padre Emilio con la celebrazione dell’Eucaristia,

in modo particolare il 2 dicembre, anniversario della morte.

Per immagini, biografie, comunicazioni di grazie, offerte per la causa, rivolgersi a:Postulazione Serve di Maria Addolorata

Calle Manfredi, 224 - Chioggia (VE) - Tel. 041 5500670Ccp: 1000375749 - Iban: IT 40 F 07601 02000 001000375749

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