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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Alberto Migone Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 1 luglio 2007 UN PARCO PER CRESCERE A colloquio con il dottor Daniele Tornar, responsabile del progetto livornese Sabato 30 giugno alle 10.30 vicino alla chiesa dell’Apparizione ad Ardenza sarà inaugurato il «Parco del Mulino» la nuova struttura semi residenziale dell’Associazione Persone Down dove prenderanno il via tanti progetti per giovani e adulti. Un luogo dove poter dare spazio all’autonomia e alla creatività DI CHIARA DOMENICI hi nel 1300 costruì l’antica torre di avvistamento ai piedi della collina di Mon- tenero (nella foto in alto) non avrebbe mai immaginato co- sa sarebbe potuto nascere intorno a quel piccolo monumento di di- fesa e neppure chi la trasformò in un mulino a vento centinaia di anni più tardi. Dimenticata da tut- ti, imprigionata dai rovi e dalla sporcizia adesso quella stessa co- struzione è divenuta il simbolo di un sogno che si realizza: la strut- tura polivalente chiamata «Parco del Mulino» che verrà inaugurata sabato 30 giu- gno. Il dottor Daniele Tornar (nella fo- to), papà di Da- vid e Giorgia e punto di riferi- mento del pro- getto e dell’Asso- ciazione Italiana Persone Down (AIPD) della se- zione di Livorno e Pisa ci accom- pagna a visitare il complesso. 6000 metri qua- dri di un terreno comunale com- pletamente inutilizzato si sono trasformati in poco più di due an- ni in una costruzione semplice e allo stesso tempo dall’architettura originale e funzionale, in grado di accogliere, di far incontrare e di aiutare a crescere e rendere più au- tonomi giovani e adulti con la sin- drome di Down. «La riabilitazione e l’affetto della famiglia sono le basi per un buon recupero di chi vive questa condi- zione – precisa il dottor Tornar, che a Livorno svolge la professio- ne di medico di base - ma quando finisce l’esperienza scolastica, al- lora bisogna affrontare il proble- ma di non vanificare gli sforzi compiuti fino a quel momento ri- schiando che i bambini, diventati uomini, non riescano a trovare un inserimento lavorativo, rimanen- do così prigionieri della solitudi- ne, regredendo, o comunque non trovando più gli stimoli necessari per continuare a crescere. Per que- sto hanno bisogno degli altri per- ché è con la collettività che si de- vono confrontare ogni giorno ed il Parco del Mulino può essere una soluzione a questo problema. Im- parare l’uso del denaro, a cucinare da soli, a prendere dei mezzi pub- blici, ad usare il computer e a ge- stire una casa possono essere sti- moli grandissimi Mi piacerebbe che questo progetto fosse la dimo- strazione di come l’inserimento di un disabile nella società rappre- senti una vittoria di civiltà e un ar- ricchimento per ciascuno». La struttura è semplice e magnifi- ca, ornata da colori gioiosi e sgar- gianti e da sovrastrutture in vetro per salvaguardare la luce e le ri- chieste della Sovrintendenza, trat- tandosi di un sito storico. In essa troviamo: al piano terra un salo- ne multifunzionale (più di 100 posti a sedere) predisposto per le nuove tecno- logie (proiettore e accessi Internet) a disposizione di convegni, raduni, cerimonie, ecc. con servizi igienici; al primo piano una grande terrazza che si affaccia sul mare; 6 camere e luoghi comuni come cuci- na e refettorio e al- l’esterno, all’ombra della grande torre, un vastissimo giardino dove già crescono molti olivi e dove presto saranno pian- tati ortaggi e alberi da frutta. E adiacente alla struttura principale un altro luogo storico e protetto, un piccolo edificio adesso ancora in corso di ristrutturazione, che diventerà un ambulatorio con per- sonale medico ed infermieristico per il trattamento di ragazzi e ra- gazze con la sindrome di Down: un servizio già attivo presso l’o- spedale di Livorno, curato dal professor Carlo Carnesecchi, ma che adesso potrà funzionare in un luogo più consono, lontano dal nosocomio, visto che la sindrome di Down non è una patologia. Per il Parco del Mulino ci sono tanti progetti all’orizzonte. Oltre a rappresentare un luogo per acqui- stare maggiore autonomia dalle famiglie, per tenere sotto control- lo la salute e magari fare un po’ di ginnastica con l’attività riabilitati- va, esso potrebbe diventare una fonte di reddito per chi vive la sin- drome di Down. Grazie alla con- venzione con la Confederazione Nazionale dell’Artigianato saran- no attivati numerosi laboratori ed i ragazzi potranno imparare un mestiere; la piantumazione di oli- vi e alberi da frutto sarà l’occasio- ne per stare a contatto con la natu- ra ma anche per apprendere i se- greti della coltivazione e produrre marmellate, olio ed altri prodotti; oppure ancora dove, con l’affitto del salone multifunzionale, i ra- gazzi potranno offrire un servizio di camerieri e maitre di sala. E poi il Parco potrebbe diventare un luogo ludico, dove ritrovarsi, un palcoscenico naturale dove metter su spettacoli teatrali, o ancora un polo velico, insomma spazio alla fantasia e alla volontà perché que- sti giovani e adulti possano ren- dersi utili e indipendenti. Per realizzare il Parco del Mulino sono stati impiegati finora 1300.000 Euro, di cui 550.000 Eu- ro in co-finanziamento da parte della Regione Toscana, il resto gra- zie al sostegno del Comune di Li- vorno, della Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno, delle fami- glie dei ragazzi e di tanti benefat- tori che hanno contribuito anche prestando gratuitamente la loro opera o fornendo servizi al prezzo di costo. Hanno inoltre partecipa- to al progetto: la Fondazione Monte dei Paschi di Siena, il Con- sorzio Edilporto srl, la Fondazio- ne Pfizer, la CNA di Livorno, la Fondazione Caponi, il Rotary Club Livorno, il Mascagni, il Ro- tary Club Livorno G. Ciampi Snc, Mediafriends, e Le Iene che hanno realizzato un filmato sui ragazzi dell’AIPD di Livorno. Chiunque volesse contribuire può farlo attraverso il c/c bancario del- la Cassa di Risparmi di Lucca Pisa Livorno n.10655/32 intestato al- l’Associazione Italiana Persone Down di Livorno e Pisa. C RINGRAZIAMENTI Tante sono le persone che si sono impegnate per il Parco del Mulino,eccone un elenco: a loro il grazie di tutti coloro che hanno creduto in questo progetto. Piero Bottoni, Alberto Pasquinelli, Roberto Demi della Bottoni Costruzioni srl; Ires SpA Costruzioni e Restauri, Abate Giuseppe sr1 Progettazione: Arch. Francesca Pichi; Ing. Pellegrini; Geologo Ravanelli; Arch. Alessandro Merlo; Arch.Andrea Bigazzi; Arch.Chiara Martelli; Ing.J.Forni; Ing. Scotti; Coop Carducci srl; IBL srl, Gruppo servizi integrati srl; COLC coop srl Donati Laterizi srl; T.e.E.,Studio Deghe’; Marini Pandolfi spa; Otis spa; Ceramiche King; I.T.E.C.I.srl; Lonzi metalli srl.; Ditta Nardi; Mirage Granito Ceramico spa.; Paver Costr. SpA; Ditta Fanciullacci; Ditta Berni srl; Labromarmi; Riello spa; Ser. Met. Serramenti metallici; Mithos sicurezza sociale srl; Gaetano Bellabarba & c. srl; Cimal Infissi; Idroimpianti srl; CatarsiEnzo & C.snc; lntertecnica Alarm Stiaffini; Alessio Fanciullacci; Fontana Cooplat Scrl. Comune di Livorno: Sindaco Alessandro Cosimi; Assessore Alfio Baldi, Assessore Attilio D’Alesio; Assessore Fabio Del Nista; Assessore Massimo Guantini; Ing. Gianfranco Chetoni; Dr. Susanna Cenerini; Marco Anzillotti, Alessandro Scotto; Marco Nencioni; Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno: Luciano Barsotti e membri del consiglio di Amministrazione; Gino Baldi e CNA di Livorno; Arch. Fiorella Ramacogi della Sovrintendenza; Studio Comm.le Cinzia Stefanini; Dr. Margherita Pia; Pietro Ciampi; Studio Legale Avv. Cinzia Genovesi; Cinzia Nardi; Roberto Tognotti; Marco Paoletti; Giovanni Paolo Fontana; Dr.Dinelli Panathlon; Accademia Navale di Livorno; Yacht Club Livorno; Villaggio Vela di Curzio Merchiò, 46°Aerobrigata Pisa; SPIL; Nobili Pubblicità; Tipografia Tornar; Federico Fulli; Assoc. Arte’di Cristiano Grasso; Claudio di Paco; Aragosta srl; General Cargo di Anthony de Stefani; Baracchina Bianca; Istruttori Ottoventi; Alessandra Della Maggiore; Dr. Ledi Baruffaldi. UN POLO VELICO PER L’ITALIA Dal «Parco» si vede il mare i chiama «Banda Bassotti» la barca J24 con cui alcuni ragazzi down di Livorno gareggiano ogni anno al Trofeo Velico Accademia Navale e Città di Livorno. L’attività della vela è divenuta ormai un punto fondamentale di aggregazione e crescita di questi giovani, che vengono seguiti dall’associazione di istruttori velici «Otto venti». David Tornar (al centro della foto) ed i suoi compagni sono stati recentemente anche a Valencia, ospiti del team «Luna rossa» e come si vede dalla foto hanno conosciuto lo skipper Paul Cayard; una vacanza densa di emozioni che ha dato loro nuova energia per continuare sulla strada di questo sport e sperare un giorno di partecipare ai campionati mondiali di J24. Il «Parco del Mulino» potrebbe diventare anche un polo velico significativo, grazie alla presenza dei ragazzi, già esperti in questo ambito, ai rapporti con gli istruttori e così vicino al mare, sarebbe il luogo ideale per far incontrare persone diversamente abili interessate a praticare la vela. S

UN PARCO PER CRESCERE...di Down non è una patologia. Per il Parco del Mulino ci sono tanti progetti all’orizzonte. Oltre a rappresentare un luogo per acqui-stare maggiore autonomia

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  • Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/210217

    [email protected]

    Notiziario locale Direttore responsabileAlberto MigoneReg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

    1 luglio 2007

    UN PARCO PER CRESCERE

    A colloquio con il dottor Daniele Tornar,responsabile del progetto livornese

    Sabato 30 giugno alle10.30 vicino alla chiesadell’Apparizione adArdenza sarà inauguratoil «Parco del Mulino» la nuova struttura semi residenzialedell’Associazione PersoneDown dove prenderannoil via tanti progetti per giovani e adulti.Un luogo dove poter darespazio all’autonomia e alla creatività

    DI CHIARA DOMENICI

    hi nel 1300 costruì l’anticatorre di avvistamento aipiedi della collina di Mon-tenero (nella foto in alto)

    non avrebbe mai immaginato co-sa sarebbe potuto nascere intornoa quel piccolo monumento di di-fesa e neppure chi la trasformò inun mulino a vento centinaia dianni più tardi. Dimenticata da tut-ti, imprigionata dai rovi e dallasporcizia adesso quella stessa co-struzione è divenuta il simbolo diun sogno che si realizza: la strut-tura polivalente chiamata «Parcodel Mulino» che verrà inauguratasabato 30 giu-gno. Il dottor DanieleTornar (nella fo-to), papà di Da-vid e Giorgia epunto di riferi-mento del pro-getto e dell’Asso-ciazione ItalianaPersone Down(AIPD) della se-zione di Livornoe Pisa ci accom-pagna a visitareil complesso.6000 metri qua-dri di un terreno comunale com-pletamente inutilizzato si sonotrasformati in poco più di due an-ni in una costruzione semplice eallo stesso tempo dall’architetturaoriginale e funzionale, in grado diaccogliere, di far incontrare e diaiutare a crescere e rendere più au-tonomi giovani e adulti con la sin-drome di Down.«La riabilitazione e l’affetto dellafamiglia sono le basi per un buonrecupero di chi vive questa condi-zione – precisa il dottor Tornar,che a Livorno svolge la professio-ne di medico di base - ma quandofinisce l’esperienza scolastica, al-lora bisogna affrontare il proble-ma di non vanificare gli sforzicompiuti fino a quel momento ri-schiando che i bambini, diventatiuomini, non riescano a trovare uninserimento lavorativo, rimanen-do così prigionieri della solitudi-ne, regredendo, o comunque nontrovando più gli stimoli necessariper continuare a crescere. Per que-sto hanno bisogno degli altri per-ché è con la collettività che si de-vono confrontare ogni giorno edil Parco del Mulino può essere una

    soluzione a questo problema. Im-parare l’uso del denaro, a cucinareda soli, a prendere dei mezzi pub-blici, ad usare il computer e a ge-stire una casa possono essere sti-moli grandissimi Mi piacerebbeche questo progetto fosse la dimo-strazione di come l’inserimento diun disabile nella società rappre-senti una vittoria di civiltà e un ar-ricchimento per ciascuno».La struttura è semplice e magnifi-ca, ornata da colori gioiosi e sgar-gianti e da sovrastrutture in vetroper salvaguardare la luce e le ri-chieste della Sovrintendenza, trat-tandosi di un sito storico. In essatroviamo: al piano terra un salo-

    ne multifunzionale(più di 100 posti asedere) predispostoper le nuove tecno-logie (proiettore eaccessi Internet) adisposizione diconvegni, raduni,cerimonie, ecc. conservizi igienici; alprimo piano unagrande terrazza chesi affaccia sul mare;6 camere e luoghicomuni come cuci-na e refettorio e al-l’esterno, all’ombra

    della grande torre, un vastissimogiardino dove già crescono moltiolivi e dove presto saranno pian-tati ortaggi e alberi da frutta. Eadiacente alla struttura principaleun altro luogo storico e protetto,un piccolo edificio adesso ancorain corso di ristrutturazione, chediventerà un ambulatorio con per-sonale medico ed infermieristicoper il trattamento di ragazzi e ra-gazze con la sindrome di Down:un servizio già attivo presso l’o-spedale di Livorno, curato dalprofessor Carlo Carnesecchi, mache adesso potrà funzionare in unluogo più consono, lontano dalnosocomio, visto che la sindromedi Down non è una patologia.Per il Parco del Mulino ci sonotanti progetti all’orizzonte. Oltre arappresentare un luogo per acqui-stare maggiore autonomia dallefamiglie, per tenere sotto control-lo la salute e magari fare un po’ diginnastica con l’attività riabilitati-va, esso potrebbe diventare unafonte di reddito per chi vive la sin-drome di Down. Grazie alla con-venzione con la ConfederazioneNazionale dell’Artigianato saran-

    no attivati numerosi laboratori edi ragazzi potranno imparare unmestiere; la piantumazione di oli-vi e alberi da frutto sarà l’occasio-ne per stare a contatto con la natu-ra ma anche per apprendere i se-greti della coltivazione e produrremarmellate, olio ed altri prodotti;oppure ancora dove, con l’affittodel salone multifunzionale, i ra-gazzi potranno offrire un serviziodi camerieri e maitre di sala. E poiil Parco potrebbe diventare unluogo ludico, dove ritrovarsi, unpalcoscenico naturale dove mettersu spettacoli teatrali, o ancora unpolo velico, insomma spazio allafantasia e alla volontà perché que-sti giovani e adulti possano ren-dersi utili e indipendenti.Per realizzare il Parco del Mulinosono stati impiegati finora1300.000 Euro, di cui 550.000 Eu-ro in co-finanziamento da partedella Regione Toscana, il resto gra-zie al sostegno del Comune di Li-vorno, della Fondazione Cassa diRisparmi di Livorno, delle fami-glie dei ragazzi e di tanti benefat-tori che hanno contribuito ancheprestando gratuitamente la loroopera o fornendo servizi al prezzodi costo. Hanno inoltre partecipa-to al progetto: la FondazioneMonte dei Paschi di Siena, il Con-sorzio Edilporto srl, la Fondazio-ne Pfizer, la CNA di Livorno, laFondazione Caponi, il RotaryClub Livorno, il Mascagni, il Ro-

    tary Club Livorno G. Ciampi Snc,Mediafriends, e Le Iene che hannorealizzato un filmato sui ragazzidell’AIPD di Livorno.Chiunque volesse contribuire puòfarlo attraverso il c/c bancario del-la Cassa di Risparmi di Lucca PisaLivorno n.10655/32 intestato al-l’Associazione Italiana PersoneDown di Livorno e Pisa.

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    RINGRAZIAMENTITante sono le persone che si sono impegnate per il Parco del Mulino, eccone un elenco: a loroil grazie di tutti coloro che hanno creduto in questo progetto.Piero Bottoni, Alberto Pasquinelli, Roberto Demi della Bottoni Costruzioni srl; Ires SpACostruzioni e Restauri, Abate Giuseppe sr1 Progettazione: Arch. Francesca Pichi; Ing.Pellegrini; Geologo Ravanelli; Arch. Alessandro Merlo; Arch.Andrea Bigazzi; Arch.ChiaraMartelli; Ing.J.Forni; Ing. Scotti; Coop Carducci srl; IBL srl, Gruppo servizi integrati srl; COLCcoop srl Donati Laterizi srl; T.e.E., Studio Deghe’; Marini Pandolfi spa; Otis spa; CeramicheKing; I.T.E.C.I. srl; Lonzi metalli srl.; Ditta Nardi; Mirage Granito Ceramico spa.; Paver Costr.SpA; Ditta Fanciullacci; Ditta Berni srl; Labromarmi; Riello spa; Ser. Met. Serramentimetallici; Mithos sicurezza sociale srl; Gaetano Bellabarba & c. srl; Cimal Infissi; Idroimpiantisrl; CatarsiEnzo & C. snc; lntertecnica Alarm Stiaffini; Alessio Fanciullacci; Fontana CooplatScrl.Comune di Livorno: Sindaco Alessandro Cosimi; Assessore Alfio Baldi, Assessore AttilioD’Alesio; Assessore Fabio Del Nista; Assessore Massimo Guantini; Ing. Gianfranco Chetoni;Dr. Susanna Cenerini; Marco Anzillotti, Alessandro Scotto; Marco Nencioni; Fondazione Cassadi Risparmi di Livorno: Luciano Barsotti e membri del consiglio di Amministrazione; GinoBaldi e CNA di Livorno; Arch. Fiorella Ramacogi della Sovrintendenza; Studio Comm.le CinziaStefanini; Dr. Margherita Pia; Pietro Ciampi; Studio Legale Avv. Cinzia Genovesi; CinziaNardi; Roberto Tognotti; Marco Paoletti; Giovanni Paolo Fontana; Dr. Dinelli Panathlon;Accademia Navale di Livorno; Yacht Club Livorno; Villaggio Vela di Curzio Merchiò,46°Aerobrigata Pisa; SPIL; Nobili Pubblicità; Tipografia Tornar; Federico Fulli; Assoc. Arte’ diCristiano Grasso; Claudio di Paco; Aragosta srl; General Cargo di Anthony de Stefani;Baracchina Bianca; Istruttori Ottoventi; Alessandra Della Maggiore; Dr. Ledi Baruffaldi.

    UN POLO VELICOPER L’ITALIADal «Parco» si vede il mare

    i chiama «Banda Bassotti» labarca J24 con cui alcuni ragazzi

    down di Livorno gareggiano ognianno al Trofeo Velico AccademiaNavale e Città di Livorno. L’attivitàdella vela è divenuta ormai unpunto fondamentale diaggregazione e crescita di questigiovani, che vengono seguitidall’associazione di istruttori velici«Otto venti». David Tornar (alcentro della foto) ed i suoicompagni sono stati recentementeanche a Valencia, ospiti del team«Luna rossa» e come si vede dallafoto hanno conosciuto lo skipperPaul Cayard; una vacanza densa diemozioni che ha dato loro nuovaenergia per continuare sulla stradadi questo sport e sperare un giornodi partecipare ai campionatimondiali di J24.Il «Parco del Mulino» potrebbediventare anche un polo velicosignificativo, grazie alla presenzadei ragazzi, già esperti in questoambito, ai rapporti con gli istruttorie così vicino al mare, sarebbe illuogo ideale per far incontrarepersone diversamente abiliinteressate a praticare la vela.

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  • LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI1 luglio 2007IILuca Tinghi, vice direttoredella Caritas diocesanaracconta la sua esperienza

    Due passiinsiemesulle stradedel Kosovo

    stata la mia pri-ma missione all’e-stero: sono anda-to a trovare Lucia

    Pino la volontaria dellaDiocesi di Livorno inse-rita nel progetto di Cari-tas Italiana «CaschiBianchi» che sta svol-gendo il servizio civileall’estero in Kosovo. Perdescrivervi questa espe-rienza ho ripreso la frasecon cui il Vescovo Alber-to e il Vescovo Vincenzolanciarono il sinodo deigiovani: «Due passi in-sieme», perché è moltosignificativa se la rileggoall’interno della mia vi-sita in Kosovo . Vi chie-derete perché? La rispo-sta mi viene spontaneale prime persone che hoincontrato all’aeroportodi Skopye sono stati i trecaschi bianchi Lucia diLivorno, Laura di Messi-na, Antonio di Roma,insieme a loro ho in-contrato tantissimi gio-vani di religioni diverseimpegnati nel costruireinsieme un futuro diver-so per il Kosovo.La sorpresa più grande èstato il sorriso stampatosul loro volto e lo stiledi accoglienza che han-no avuto per me, lo stes-so stile che ho incontra-to nei loro servizi e nellepersone che ho cono-sciuto attraverso loro.Condividere con lorouna settimana mi ha fat-to capire quanto sia im-portante lo stile delle re-lazioni, il capire checooperare insieme èpossibile anche con cul-ture diverse, ma con ununico obiettivo lo svi-luppo integrale dell’uo-mo.Ci chiediamo moltospesso come sia possibi-le aiutare gli altri, perquesto mi sono accortoche incontrando molterealtà, a partire da Cari-tas Kosovo, sia sbagliatoandare volendo portareil nostro modo di lavo-rare, il nostro modo diprogettare, il nostro mo-do di essere colonizza-tori, al contrario, inquesto momento risultamolto importante per ilKosovo avere personeche investano su di lorosia nelle formazioni chenell’accompagnamento.Nei giorni in cui ero inKosovo il nuovo Vesco-vo stava riorganizzandola Diocesi e Caritas Ko-sovo .Il lavoro importante diquesti anni di CaritasItaliana e delle CaritasDiocesane di accompa-gnamento e formazio-ne degli operatori di Ca-ritas Kosovo sta per esse-re valorizzato dalle scel-te del Vescovo che haespresso la richiesta aldirettore di sapere chisiano gli operatori sucui poter investire per iprossimi anni.Ci sono stati momentiemozionanti: il pranzocon Don Luch insieme

    È

    ad alcuni sacerdoti, do-ve ho vissuto un stileChiesa e di comunioneforte, egli è un sacerdoteche con Rugova ha lavo-rato sui temi della ri-conciliazione tra Koso-vari musulmani e serbiortodossi, attraversoprogetti di inclusionecon e per i giovani. E poila festa per i 5 anni del-l’asilo dove Lucia stasvolgendo il suo servi-zio; l’incontro con larealtà della Radio a No-va Bordo, una radiomulti etnica gestita dadue ragazzi kosovarimussulmani e due ra-gazzi serbi hanno avutoper me; la presenza diLaura e Mauro un signi-ficato importante, per-ché questo è stato il pri-mo progetto a cui ab-biamo aderito appena

    entrati come direzionein delegazione regiona-le Caritas; i centri di au-to mutuo aiuto per don-ne che aspettano ancoranotizie dei loro cari eper prigionieri politici etanti altri momenti e in-contri che hanno scan-dito questa mia settima-na speciale.La comunità parrocchia-le di Prizren, dove Laurae Lucia svolgono la loroattività di animazionelavorando insieme ai ra-gazzi della parrocchia,ha il compito di renderliprotagonisti in questopiccolo paese anche seogni attività è un picco-lo seme, dobbiamo ri-cordarci infatti che inKosovo i cattolici sonouna minoranza 3,8%, il95% sono musulmani,il resto ortodossi.

    Ho visitato le enclaviserbe, dove in una dellequali ho potuto appren-dere che i ragazzi koso-vari ricchi sono soliti fa-re la settimana bianca ecostruire le loro ville,questa è una delle tantecontraddizioni di unpopolo che ancora viveper l’indipendenza pro-messa all’indomani del-la guerra, evidentemen-te tuttora un’ illusione.Una regione dove l’emi-grazione la fa da padro-na, dove non c’è un fu-turo per i giovani dovelavorare per la pace e lariconciliazione significaconfrontarsi con il dolo-re della morte.Eppure questi temi sonoattuali anche in Italia,perché ogni qualvoltache accadono furti nellecase o atti di violenza

    siamo i primi a sfodera-re la spada, come Pietronel Getsemani usandospesso luoghi comuni edando la colpa agli im-migrati, ai Rom, ai tossi-codipendenti o aiPunkabbestia, ma il Si-gnore rimette la spadadi Pietro nel fodero e vaincontro alla morte incroce per tutti noi.Ma noi comunità eccle-siale quali scelte faccia-mo per accogliere e met-tere al centro delle no-stre comunità i poveri?Tutte queste riflessionemi hanno fatto capirequanto il ruolo di Cari-tas a Livorno debba an-cora crescere a livello dianimazione e pastoraledella carità.Credo che l’esperienzadi Lucia nel Progetto«Caschi Bianchi» di Ca-ritas Italiana sia statoper noi un dono e cheessa possa essere seguitada altri giovani, che ac-compagnati da una Dio-cesi e una Caritas checredono sempre più nel-l’educazione alla Mon-dialità e alle scelte di pa-ce, attraverso la pedago-gia dei fatti, possano di-ventare testimoni credi-bili. Il bando è aperto e con-cludendo prendo spun-to dalla frase di Don Mi-lani «I CARE» per pro-porvi questa riflessione:provate a pensare a que-sti progetti come sceltaper gli ultimi con gli ul-timi per crescere primadi tutto Voi come giova-ni e come testimoni delCristo Risorto.

    Luca Tinghi

    Una settimana tra i «Caschi bianchi»

    L’INCONTRO ANNUALE COI SINDACATIDEI LAVORATORI

    Per la stabilità nell’areaome ormai avviene da anni, la Diocesi incontra le partisociali e quelle imprenditoriali per fare un esame

    congiunto del quadro socio-economico dell’area diocesana.Obiettivo: nel rispetto del proprio ruolo e di quello di ognialtro soggetto, dialogo e confronto su osservazioni, valutazionie dati.Un primo momento coi rappresentanti dei lavoratori, in attivitàed a riposo.Nell’incontro più recente: quello del 5 maggio 2006, unsindacalista ci disse: «La situazione di crisi e di difficoltànecessita di un impegno da parte di tutti. Solo con il dialogotra tutte le componenti della società e le istituzioni si possonotrovare le soluzioni migliori per favorire il lavoro che èelemento indispensabile per valorizzare l’uomo e far crescerela società, a partire dalla famiglia. Bisogna soprattuttodeterminare le condizioni perché viva la speranza in un futurodegno. La rassegnazione è il peggiore dei mali».Successivamente, nel novembre, a proposito di morti e feritisul lavoro scrivemmo: «Da anni troppi morti, troppi invalidipermanenti, troppi colpiti nei cantieri, edili in particolare. Ilquadro è sempre più drammatico e richiede, per il suo urgentesuperamento, un maggior impegno e decisione da parte ditutti i soggetti che hanno un ruolo progettuale ed esecutivo,siano essi pezzi di istituzioni o altro.Troppo spesso si ha lanetta impressione che si consideri l’uomo non come personama come individuo che lavora da ingranaggio di unamacchina che la si deve comunque far muovere rapidamente,in condizioni operative verificate solo mentre la si usa.»Le due frasi ancora punto di riferimento dell’incontro.Testimoni: l’amministratore diocesano, monsignor PaoloRazzauti (accompagnato dall’ufficio diocesano), e DavideRomagnani per la Cgil, Giovanni Pardini per la Cisl, MarcoMorelli per la Uil.

    Il quadro, sul quale tutti concordavano, rilevava ancora unavolta un momento assai preoccupante: nonostante lepotenzialità riconosciute, l’area che interessava di rettamentela diocesi sembrava sempre di più chiaramente ai margini deidue poli produttivi regionali: quello principale dell’areaFirenze-Prato-Pistoia; quello più prossimo dell’area Lucca-Pisa. Indebolita capacità di spesa delle famiglie. Progressivoindebolimento di una occupazione di qualità offerta nellaprovincia e nell’area livornese in particolare. Mancanza ditendenze strutturali innovative. Definitivo allontanamentodall’area dei centri di gestione finanziaria e produttiva con ilconseguente rischio dell’accentuarsi delle monocultureproduttive o dei servizi che, sebbene vitali, indicano unasostanziale debolezza progettuale ed una debolezza di obiettivia medio e lungo periodo.L’Assemblea di Confindustria Livorno del giorno seguente nonè che si discostasse un granché da tale analisi. Cercheremo dicapirlo meglio nel prossimo incontro, nella prima decade diluglio, con tutte le associazioni delle imprese e dellecooperative.Le luci, che pur si sono intraviste in alcuni punti del sistema-Livorno, non possono far sottacere le ricadute negative sultessuto familiare e sociale che sono sempre più evidenti. Èurgente, infatti, che siano fronteggiate vecchie e nuovepovertà con rinnovata energia e capacità di incidere.La Diocesi ha fatto pubblico «appello perché, ciascuno per ilruolo che gli è proprio, possa trovare un luogo ed unarinnovata dimensione progettuale e perché, al di là delledifferenze di impostazione, sia avviato un cammino unitario ingrado di far assumere impegno d’insieme per il concretoraggiungimento di stabilità nell’area». Il sindacato haconfermato che, ove si manifesti nel territorio una volontàconvergente, è disponibile «ad impegnarsi consapevolmente econcretamente» per il più rapido superamento dellasituazione. Un dato è certo, e riguarda tutti coloro chesvolgono un ruolo determinante: l’area non può attendereulteriormente.

    E.B.

    C

    DALLA STRADADEL DIALOGOAL SERVIZIOIl bando del servizio civile nazionale

    a Caritas Diocesana di Livorno insieme altavolo ecclesiale sul servizio civile lancia

    la proposta del Servizio Civile Nazionaleall’estero a tutti i giovani della nostradiocesi, il bando è aperto dal 12 giugno al12 luglio 2007, la partenza è a Settembre equesto bando è inserito nel progetto«Caschi Bianchi» di Caritas Italiana.La nostra Diocesi lo scorso anno hapartecipato al suddetto bando, presentandouna ragazza di nome Lucia Pino che èandata a svolgere il suo anno di servizio inKosovo presso la Scuola Materna MadreCambrini a Prizren.Abbiamo credutofortemente,accompagnando Luciain questo anno chequesta scelta fosse sudue livelli: il primo unpercorso personale dicrescita e di conoscenzae il secondo di Chiesa,i molti giovani,giovanissimi cheabbiamo incontrato cihanno permesso dicapire quanto siaimportante latestimonianza direttaper lanciare unaproposta formativa sull’educazione allamondialità e alle scelte di pace.Ed ecco che chiediamo ad ogni giovani tra i18 e i 28 anni non compiuti di domandarsise questo tipo di esperienza possa essereuna tappa dl un percorso vocazionale, perla scelte di vita di ognuno di noi.La nostra proposta nasce per darecontinuità a percorsi educativi all’internodella nostra chiesa diocesana, attraversoquesto progetto che incontra una Chiesache sembra lontana, ma che in realtà èmolto vicina.Il paese che con Caritas Italiana abbiamoscelto qualora ci fossero candidature è ilKosovo i progetti a noi proposti sono due:* LA SCUOLA MATERNA MADRE CAMBRINI* LA CARITAS DIOCESANA DEL KOSOVO

    ECCO ALCUNE INFORMAZIONI SUI PROGETTI:La scuola Materna Madre Cambrini:Sede Prizren il progetto è aperto solo aragazze. Obiettivo: Educazioneprescolare per le fasce più emarginate* Sostenere il proseguimento delle attivitàscolastiche ed accrescere l’attenzione dellachiesa locale per l’educazione informale peri giovani* Favorire raggiungimento della completaautonomia didattica* Avviare la scuola materna in un percorsodi autosostenibilità finanziaria ilcoinvolgimento delle istituzioni.Obbiettivo: Animazione ed Educazione allapace ad alla convivenza pacifica* Promozione dell’educazione alla pacenelle scuole* Definizione ed uso di nuove tecniche estrumenti di animazione dei bambini sultema della pace e dell’intercultura.

    Caritas diocesana del Kosovo: SedeFerizaj il progetto è aperto solo aragazzi. Obiettivo: Sostegno eaccompagnamento nei confronti dellefasce più vulnerabili della popolazione* Miglioramento del bagaglio dicompetenze dell’equipe diocesana.* Promozione e sostegno delle CaritasParrocchiali* Promozione di centri di aggregazionegiovanile e del volontariato.Obiettivo: Sensibilizzazione sui temi dellaPace e del perdono* Miglioramento del bagaglio dicompetenze dell’equipe diocesana inordine, in particolare alla formazioneinterculturale e interreligiosa* Promozione di eventi e attività attorno altema della riconciliazione* Promozione della capacità di autotutela edi difesa dei propri diritti da parte dellacomunità* Promozione di una rete balcanica dicoordinamento tra le diverse Caritasnazionali della regione* Promozione di sussidi momenti diriflessione e iniziative di sensibilizzazionesul tema del perdono e dellariconciliazione in Kosovo.

    Questi sono gli obiettivi dei progetti se vuoisaperne di più telefona alla CaritasDiocesana di Livorno Via delle Cateratte 15telefono 0586/884693 dalle ore 9,00 alleore 12,30 dalle ore 15,30 alle ore 17,30tutti i giorni escluso il sabato pomeriggio ela domenica, o scrivi un e [email protected] , chiedendo diparlare con Luca Tinghi.

    L

  • LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI1 luglio 2007 IIIAGENDA DIOCESANA

    VENERDÌ 29 GIUGNO- 11.30 l’Amministratore Diocesano inaugura lasezione della Dogana presso l’interporto diGuasticce.- 17.00 l’amministratore diocesano è a Pontremoliper l’ordinazione episcopale di monsignor Silvani,vescovo di Volterra.- 17.30 S. Messa solenne presso la chiesa dei Ss.Pietro e Paolo per la festa patronale.- 19.00 incontro deli insegnanti di religione inVescovato.

    SABATO 30 GIUGNO- 10.00 Inaugurazione del centro convegni «Lecorallaie» della SVS.- 10.00 l’amministratore diocesano partecipa allaFesta della Polizia a Villa Mimbelli.- 10.30 inaugurazione «Parco del Mulino» aArdenza (vedi pag.I).- 18.00 in via Galilei inaugurazione del CentroPastorale diocesano per la Famiglia, partecipal’amministratore diocesano.- 21.00 chiesa di S. Ferdinando processione dellaMadonna del Buon Rimedio. La statua sarà portatain processione lungo le vie del quartiere La Venezia.Guiderà la processione monsignor Razzauti.

    GIOVEDÌ 5 LUGLIO- 21.00 nel vescovado «Giovedì nel chiostro»:«Segni dei tempi, segni di Dio». Intervienemonsignor Paolo Razzauti, Amm.re diocesanoLivorno.

    Don Roberto,prete dacinquant’anni

    DI MARTINAVECCE

    pochi giorni dal-l’anniversario peri 50 di sacerdoziodi don Roberto

    Corretti abbiamo incontra-to il festeggiato per farci efarvi raccontare le sensazio-ni, i sentimenti, le gioie e idolori di cinquant’anni dasacerdote.

    Don Roberto ci piace-rebbe avere un quadrogenerale, un bilancio diquesti ultimi 50 anni…«Quando entrai in semi-nario avevo così tanto en-tusiasmo e gioia in meche scrissi alla mia mam-ma che credevo di esserein Paradiso, ricordo l’im-magine di un lungo cor-ridoio con in fondo unsacro Cuore di Gesù abraccia aperte che miaspettava. Oggi dopo 50anni ho ancora la stessagioia e lo stesso entusia-smo, Gesù ancora mi ab-braccia, ma per mandar-mi agli altri.In questi anni l’esperien-za pastorale più fecondal’ho fatta con i giovani,quindi nelle scuole, nelleparrocchie di S.S. Pietro ePaolo, Castiglioncello e ilRosario. Certo resta anco-ra tantissimo da fare poi-ché gli orizzonti che haaperto il concilio vatica-no II, desiderato e accol-to in pienezza, sono im-mensi».

    In molti mi hanno parla-to della sua famiglia edei suoi figli riferendosiad un’esperienza pasto-rale nuova, ci spieghimeglio…«Tu sbagli dicendo la mia famiglia e i miei figli, que-sta è un’esperienza pasto-rale fortissima che ho au-gurato a tutte le parroc-chie, ovvero la famigliaparrocchiale, che secon-

    Ado me è quell’insieme dipersone entro dei confinistabiliti che si unisce in-torno alla parola e all’eu-carestia dove il Signore cidice tutto il suo amore fi-no al dono di se «prende-te e mangiate questo è ilmio corpo». Tuttavia alcentro di questa comu-nità io vedo anche unacasa dove ci sono perso-ne che hanno bisogno dimangiare, di dormire,senza speranze, emargi-nate, disabili, rottami,mettici tutto quello chevuoi. La famiglia parroc-chiale è un luogo dove ilSignore ci chiede di esse-re amato, è una comu-nità che si riunisce intor-no al parroco che ne è ilcoagulo e allora ha la pie-nezza dell’esperienza del-l’incontro con Dio che ciama e che desidera essereamato. Un cristiano che vive cosìpoi saprà essere cittadinodel mondo testimonian-do Cristo«.

    Come dovrebbe esserestrutturata questa fami-glia parrocchiale, comevi siete organizzati voi?«Il parroco che è il babbodi questa casa diventa ilbabbo di tutti i parroc-chiani, tutti i parrocchia-ni si sentono fratelli diquelli dentro questa casa,ma è una fratellanza effi-cace perché questa genteha bisogno di pane, lavo-ro, vestiti, affetto.

    In questa esperienza ab-biamo avvicinato moltepersone, quattro tra tuttesono le più giovani e so-no coloro che hanno tra-scorso più tempo con noie che hanno stabilito unrapporto così familiareche mi chiamano babbo.Questi quattro figlioli delparroco chiamavano zii ezie le persone più presen-ti e più significative dellaparrocchia.In quest’ottica non vi èpiù una casa del parroco,ma una casa parrocchialecon al centro queste per-sone che urgono di que-ste risposte d’amore, do-potutto però di risposted’amore ne abbiamo bi-sogno tutti».

    Certo questa è una pa-storale nuova difficile darealizzare e da far accet-tare… «Non voglio dire che èpastorale originale e in-

    novativa, perche non misento un originale, ma èla pastorale promossadalla Caritas negli anniottanta. Certo ci sono deirequisiti fondamentali: civuole una casa e un par-roco padre e non funzio-nario del sacro.È stato difficile farla ac-cettare, infatti quandoquesta esperienza è ini-ziata molti parrocchianisi sono ribellati ad entra-re nella casa parrocchialedove ci si rincorreva con icoltelli in mano o si ospi-tavano prostitute e ladri.L’anima di una comu-nità, la freschezza dellavita e la sua fecondità ènei giovani, che se sonoautentici esigono da se(però non sempre ce lafanno) e dagli altri la coe-renza, e proprio attraver-so loro è iniziata questaesperienza d’accoglienza:tornando a casa trovai unuomo sulla porta insie-me a dei ragazzi che midissero “ l’abbiamo in-contrato ha bisogno dimangiare e di dormire incasa tua c’è una stanza, lopuoi ospitare”. Da lì è ini-ziato tutto e poi ad ini-ziativa di qualcuno e ra-dunando gli organi colle-giali per avere il consensodi tutti, almeno formale,arrivarono Arturo e Aldodella legione straniera,

    Maria e Nora, Silvano,Sandro, Peppe, Rossella,Santo e Gianluca».

    Un’esperienza pastoralemolto importante, manon l’unica… «No, comunque sia èsempre stata presente tut-ta la pastorale ordinaria,la ricerca biblica, la bib-bia accanto all’eucarestia,l’attenzione e il coinvol-gimento delle famiglienella catechesi che è sem-pre più difficile, e moltealtre esperienze anco-ra...»

    In questi 50 anni ha ri-coperto molti ruoli, nonsolo quello di parroco…«Sì, sono stato segretariodel vescovo, insegnantein seminario, vice cancel-liere di curia, insegnantedi religione alla Madda-lena e al liceo scientifico,cappellano a S.S Pietro ePaolo e nel Duomo, cap-pellano del cimitero del-la misericordia e purifica-zione, assistente diocesa-no unione uomini eunione donne di azionecattolica, parroco di casti-glioncello e del rosario,vicario episcopale per lepastorali particolari (adesempio handicap, ca-rità, missioni, sociale elavoro) attualmente sonopresidente del CLA».

    Sabato 30 giugno alle 18.00 in via Galilei sarà inaugurato il nuovo centro pastorale per la famiglia

    L’opera segno del bicentenario

    l centro diocesano di pastorale per la famiglia è un progetto diampio respiro e in prospettiva per il futuro. Esso si pone comeopera segno del bicentenario che abbiamo appena vissuto, cosìcome il «Porto di fraternità» fu l’opera del Giubileo del 2000.

    La famiglia è una scelta di fondo della pastorale cristiana: far na-scere un centro di pastorale per la famiglia in Diocesi non è unacrociata contro i DICO, le coppie di fatto, i matrimoni civili, ecc.ma una risposta concreta a tante esigenze che si riscontrano nellefamiglie di oggi. L’idea di realizzare una struttura del genere è natamolto tempo fa, quando ancora questi temi non erano alla ribaltadei Media.È compito di tutta la società, civile e religiosa, occuparsi delle fa-miglie, cellule fondamentali della vita e del vivere quotidiano.Quando con il vescovo Coletti venne fuori quest’idea di un centropastorale, ci sembrò una buona cosa poter offrire a tutte le fami-glie, credenti o non credenti, sane o in crisi, un luogo di aggrega-zione, di approfondimento spirituale, di assistenza affettiva, diconsiglio, di incontro, ecc. su cui poter fare riferimento, ma ancheche fosse di stimolo e sostegno a tante altre realtà come le parroc-chie, i movimenti, ecc.La gestione del Centro è stata affidata ad un’équipe di coppie disposi, perché sensibili a certe tematiche e problematiche, magarivissute sulla propria pelle. Siamo fieri di questo Centro e speriamoche siano tanti coloro che vi faranno riferimento e anche che si of-friranno per dare aiuto.

    Paolo Razzauti

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    UNA LETTERA A...«LA SETTIMANA»

    A proposito dell’Eucaristial mio interesse cade sull’articolo 50 deldocumento di Papa Bendetto XVI

    «Sacramentum caritatis».In un mio scritto riportato su «La Settimana» indata 27 gennaio 1991, riportando le parole deldocumento del Vaticano II, scrivevo così: …laChiesa comprende che le resta ancora da svolgereun’opera missionaria urgente…(n.10), ritornosullo stesso argomento ora posto all’attenzionedal Papa. Egli scrive: …vorrei richiamarel’attenzione ad un problema pastorale in cuifrequentemente accade di imbattermi, come adesempio nelle Sante Messe celebrate in occasionedi matrimoni, funerali o eventi analoghi; sonopresenti alle celebrazioni, oltre ai fedeli praticanti,anche altri che magari da anni non si accostanoall’altare o forse si trovano in una situazione divita che non permette l’accesso ai sacramenti[…] si comprende la necessità che si trovinoallora modi brevi ed incisivi per richiamare tutti alsenso della Comunione sacramentale e allecondizioni per la sua recezione…Il Papa suggerisce un suo pensiero risolutivo:…laddove vi siano situazioni in cui non siapossibile garantire la doverosa chiarezza sulsignificato dell’Eucaristia, si deve valutarel’opportunità di sostituire la celebrazioneeucaristica con una celebrazione della Parola diDio…È vero che i parroci dopo aver preparato i nubendial Sacramento non possono privare gli sposi diricevere l’eucaristia, ma è possibile accogliere ilsuggerimento del Santo padre in tutte le altrecircostanze quali i funerali, anniversari dimatrimoni e non so cos’altro.Oserei qui esprimere un mio pensierorelativamente al matrimonio: potrebbe nascereuna nuova e bella opera di apostolato, proprioattraverso i nubendi. Essi sanno quali saranno lepersone invitate alla loro festa, quindi potrebberotrasmettere ad esse ciò che hanno imparatodurante la loro preparazione a propositodell’eucaristia. Gli invitati dunque saprebberocome comportarsi e si renderebbero conto sesono in condizione di avvicinarsi o meno alsacramento. La presenza dello Spirito Santo saràviva!

    Lucia Menga

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    «Gesù mi abbraccia ancora, per mandarmi agli altri»Nuove nomine

    Amministratore Diocesano ha nominato:* LAKANGA PADRE EPUSU MACAIRE

    Cappellano Maggiore della VenerabileArciconfraternita del SS. Sacramento e di S.Giulia Patrona di Livorno e Rettore dellaChiesa di S. Giulia;* DON GIORGIO ANTONIO SPLENDIDOAssistente Diocesano dell’Associazione«Centro Volontari della Sofferenza».

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    ORGANIZZATO DALLA PARROCCHIAS. JACOPO

    PELLEGRINAGGIO ASAN GIOVANNI ROTONDODal 10 al 13 settembre la parrocchia di S.Jacopo ha in programma un pellegrinaggio aS. Giovanni Rotondo con visite anche aMontecassino, Pietrelcina, Monte Sant’Angeloe Loreto.La quota è di 260 Euro. Il pellegrinaggio èaperto a tutti.Per informazioni e prenotazioni parrocchia disan Jacopo in Acquaviva tel. 0586 800590.

    La riflessione dell’amministratore diocesano

    ALLA PARROCCHIA N.S. DEL ROSARIO

    La festa per don RobertoGiovedì 28 giugno alle 21.00 in chiesa con-certo dell’Ensamble BacchelliVenerdì 29 giugno alle 18.00 solennecelebrazione eucaristica in chiesa e alle 20.00cena comunitaria.