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Un omaggio ai Grandi del passato La scienza erboristica è certamente nata con l’uomo, ma noi possediamo i primi documenti che ci parlano di questi studi che si possono far risalire al 2.000 a.C. con il ritrovamento delle tavolette di Ninive, la prima Università dell’antichità. Sotto il re Assurbanipal (669-626 a.C.). chiamato dai greci Sardanapalo, furono incise a caratteri cuneiformi oltre 100.000 tavolette, ma a noi ne sono arrivate soltanto 30.000. In esse questo re aveva condensato tutta la Tradizione Assiro- Babilonese antica, e vi si possono trovare, in questo “Erbario Assiro”, descritte oltre 250 sostanze vegetali e 120 minerali. Vini, grassi, oli, miele, cera e latte, erano impiegati nella fabbricazione dei rimedi. Molte le sostanze descritte come l’Aloe, Anice, Belladonna, Cannabis, Cardamomo, Cassia, olio di Ricino, Coriandolo, Giusquiamo, Ginepro, Aglio, Liquirizia, Mandragora, Menta, Mirra, Melograno, Papavero... Le erbe erano usate come infusi da prendersi per bocca, o come cataplasmi, od essiccate in forma di polvere, ed erano spesso somministrate per clistere. Al British Museum di tavolette che trattano anche di astrologia medica ce ne sono diverse: - tavoletta 163: se mercurio sorge al quindicesimo giorno del mese, vi saranno molti morti; - tavoletta 207: se Venere si avvicina alla costellazione del Cancro, per le donne incinte si prospetta un parto felice; - tavoletta 271: se durante la guardia del mattino si verifica una eclissi che dura per tutto quel tempo, e se contemporaneamente il vento soffia da settentrione, i malati che si trovano ad Akkad guariranno. Mentre tutta questa conoscenza era riservata ai medici-sacerdoti, il popolo seguiva un altro sistema per curarsi. E’ Erodoto (480-425 a.C.) che ce lo tramanda: “Essi portano il malato in un luogo di mercato, perchè essi non fanno uso di medici. Così le persone vanno dal malato e gli danno consigli circa la sua malattia, se alcuno ha sofferto di qualche cosa simile a ciò che il malato ha, od ha veduto alcuno che ne 1

Un omaggio ai Grandi del passato Assurbanipal (669-626 a.C.). · Un omaggio ai Grandi del ... documenti che ci parlano di questi studi che si possono far risalire al 2.000 a.C

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Un omaggio ai Grandi del passato

La scienza erboristica è certamente nata con l’uomo, ma noi possediamo i primi documenti che ci parlano di questi studi che si possono far risalire al 2.000 a.C. con il ritrovamento delle tavolette di Ninive, la prima Università dell’antichità.Sotto il re Assurbanipal (669-626 a.C.). chiamato dai greci Sardanapalo, furono

incise a caratteri cuneiformi oltre 100.000 tavolette, ma a noi ne sono arrivate soltanto 30.000. In esse questo re aveva condensato tutta la T r a d i z i o n e A s s i r o -Babilonese antica, e vi si possono trovare, in questo “Erbario Assiro”, descritte oltre 250 sostanze vegetali e 120 minerali. Vini, grassi, oli, miele, cera e latte, erano impiegati nella fabbricazione dei rimedi. Molte le sostanze descritte come l’Aloe, Anice,

Belladonna, Cannabis, Cardamomo, Cassia, olio di Ricino, Coriandolo, Giusquiamo, Ginepro, Aglio, Liquirizia, Mandragora, Menta, Mirra, Melograno, Papavero... Le erbe erano usate come infusi da prendersi per bocca, o come cataplasmi, od essiccate in forma di polvere, ed erano spesso somministrate per clistere.Al British Museum di tavolette che trattano anche di astrologia medica ce ne sono diverse:- tavoletta 163: se mercurio sorge al quindicesimo giorno del mese, vi saranno molti morti;- tavoletta 207: se Venere si avvicina alla costellazione del Cancro, per le donne incinte si prospetta un parto felice;- tavoletta 271: se durante la guardia del mattino si verifica una eclissi che dura per

tutto quel tempo, e se contemporaneamente il vento soffia da settentrione, i malati che si trovano ad Akkad guariranno.

Mentre tutta questa conoscenza era riservata ai medici-sacerdoti, il popolo seguiva un altro sistema per curarsi.E’ Erodoto (480-425 a.C.) che ce lo tramanda: “Essi portano il malato in un luogo di mercato, perchè essi non fanno uso di medici. Così le persone vanno dal malato e gli danno consigli circa la sua malattia, se alcuno ha sofferto di qualche cosa simile a ciò che il malato ha, od ha veduto alcuno che ne

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ha sofferto; ed avvicinatesi gli consigliano e li raccomandano quei mezzi che li hanno liberati da una malattia simile o per mezzo dei quali hanno veduti altri liberarsene”.Il più antico e famoso medico è senza dubbio Pitagora.Nato a Sidone (l'attuale Libano) nel 571 a.C. e morto nel 489, dopo aver vissuto in Egitto per oltre 20 anni, essere stato prigioniero a Babilonia per 12 anni, e quindi essere venuto a conoscere la Sapienza antica orientale e occidentale... ”partì poi alla ricerca del luogo più adatto per la realizzazione del suo progetto: fondare una scuola, un centro d'Iniziazione e diffondere una nuova sintesi dottrinale. Prima di approdare nella Magna Grecia, la nostra Calabria, si fermò a Sparta, poi a Creta dove partecipò ai Misteri. Giunse infine a Crotone e vi fondò la sua scuola e il suo Ordine”. Oltre che Filosofo e matematico insigne, di cui ancora oggi si studia nelle scuole il suo teorema più famoso, mise le basi della medicina introducendo il concetto dei quattro elementi che saranno poi la base su cui si fondano tutti gli studi medici seguenti. Maestro nel senso più totale, a lui si devono gli sviluppi dell’Alchimia, della Kabbalà, dell’Astrologia, della Magia, della Morale, della Musica e della Matematica, come pure un nuovo modo di considerare l’alimentazione, con i riflessi somato-psichici degli alimenti (le fave procurano sogni orribili ecc.).Dello stesso periodo è anche Ippocrate, (nato a Cos nel 460 a.C. e morto a Larissa nel 377) da tutti considerato il padre della medicina non solo greca. A lui dobbiamo la diffusione dello studio sui 4 temperamenti così detti ippocratici (precedentemente insegnati dai pitagorici): “il corpo dell'uomo contiene sangue, flemma, bile gialla e bile nera: egli gode della più perfetta salute quando questi elementi sono nella dovuta proporzione fra di loro, sia per forza che per quantità, e quando sono perfettamente mescolati. Se uno di questi elementi è in difetto o in eccesso si ha dolore e malattia. Così la salute è una perfetta mescolanza degli umori, o crasi, mentre una mescolanza imperfetta anche di un solo umore, o discrasia, è causa di malattia”. Ai quattro umori, per analogia, corrispondevano i quattro elementi nel cosmo: Terra, Acqua, Fuoco ed Aria, ed in corrispondenza quattro qualità: freddo, secco, caldo e umido: avremo quindi quattro gradi di malattie, come malattie caldo umide o caldo secche, oppure malanni derivanti dal freddo umido o dal freddo secco. Mentre la discrasia, od imperfetta mescolanza degli umori, può essere causa della malattia, questa può anche provenire da un agente esterno, come l'ambiente in cui vive il malato. Se una delle qualità è presente in eccesso nell'ambiente, questo tende a produrre un eccesso nel corrispondente umore del corpo, causando una discrasia e la malattia. Quando il paziente si ammala, vi è tuttavia una tendenza naturale alla

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guarigione. “La natura è la guaritrice delle malattie”. Nelle malattie acute questa eliminazione degli umori dannosi o “crisi”, ha la tendenza a prodursi in determinati giorni, e ciò condusse Ippocrate a dedicarsi molto allo studio di questi giorni critici. Nel Corpus Hippocraticum, la più famosa ed antica opera della medicina greca, troviamo il seguente passo: “E’ necessario porre molta attenzione agli astri, specialmente per quanto riguarda il sorgere di Sirio e anche di Arturo, nonché il tramonto delle Pleiadi. Infatti è proprio in questo periodo che molte malattie giungono a una crisi”. In un altro punto viene ricordato ai medici che l’astrologia “non è di scarsa, ma addirittura di essenziale importanza per chi esercita l’arte della medicina”.La dottrina dei giorni critici è stata l'argomento preferito negli studi dei medici posteriori, specialmente da Galeno, ma risolti da Cardano, studi che si sono prolungati fino ai giorni nostri, e la spiegazione la troviamo in un testo scritto nel 1935 da Tommaso Palamidessi: “Il corso degli astri e le malattie dell’uomo”.

Essendo la natura la grande guaritrice, la parte del medico è di aiutarla, non di ostacolarla. Mol t i sono s ta t i i t e s t i ippocratici raccolti nel Corpus Hippocraticum: Della medicina antica, Delle arie acque e luoghi, Delle epidemie, Della malattia sacra, Della chirurgia, Gli aforismi...La materia medica di Ippocrate era estremamente limitata. Egli impiegava pochi rimedi e si basava ampiamente sui poteri guaritori della natura. Fece tuttavia uso di catartici e s e d a t i v i . I l s a l a s s o e r a consigliato nelle lesioni della

testa e nelle febbri. A lui dobbiamo il metodo di cura omeopatico ed allopatico. Altro personaggio greco illustre è stato Teofrasto (370 - 285 a.C.). Nato a Lesbo, è stato chiamato il padre della botanica. Allievo di Platone e di Aristotele, ha scritto libri di logica, metafisica, psicologia, retorica, arte, musica, fisica, storia naturale, zoologia e botanica. La sua “Storia delle piante” descrive circa 500 varietà e fu la base per i successivi trattati delle erbe che furono così intimamente legate alla medicina. Il nono libro della Storia delle piante tratta delle proprietà medicinali delle erbe. Il Cinnamomo (Canfora), la Cassia, il Cardamomo, l'Elleboro, la Liquirizia,

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l'Aconito e la Cicuta, e come potenti veleni, la Mandragora, lo Stramonio che produce la pazzia...Ricordiamo Plinio nato nel 23 d.C. e morto nel 79 d.C. a Stabia, vicino a Pompei, ove era andato per vedere da vicino l'eruzione del Vesuvio. E' l'enciclopedista più famoso del suo tempo, oltre ad essere soldato, avvocato, viaggiatore e amministratore. La sua opera più famosa è la “Historia naturalis”, in cui tratta oltre 2 0 . 0 0 0 a r g o m e n t i e f a riferimento a 2.000 volumi consultati di 473 autori. Questa opera è stata il canone della scienza, senza competitori, per 14 secoli; vi sono trattati 600 rimedi di origine vegetale e cita come persone provviste di autorità 30 medici, tra i quali Ippocrate e Asclepiade. La sua descrizione delle sorgenti di acque provviste di potere curativo offre ancora oggi un grande interesse. Tra esse ricorda le sorgenti termali di Wiesbaden in Germania, e le sorgenti calde e fredde nei Pirenei.Contemporaneo di Plinio era Dioscoride (44-90 d.C.), un greco di Anazarbo in Cilicia, che serviva negli eserciti di Nerone. Chirurgo militare di grande fama, ha scritto la “Materia medica” che è stata in auge per 15 secoli. Tratta della preparazione, della conservazione, della purezza, dell'uso, delle dosi e degli effetti dei rimedi Semplici e descrive circa 600 piante.Attraverso i secoli molte interpolazioni ed aggiunte sono state fatte a questa opera per cui è impossibile stabilire ciò che essa conteneva in origine. L'edizione originale greca è stata stampata nel 1499. Sono conosciuti innumerevoli manoscritti in latino, greco, arabo, gallico, toscano, egiziano, siriaco e libico. Poche opere mediche hanno avuto una tale diffusione. Dei 5 libri considerati come genuini, il primo tratta delle spezie, delle pomate e degli oli; il secondo di parti degli animali e dei vegetali, come il latte, il miele e i grani; il terzo ed il quarto delle piante e delle radici; il quinto dei vini e dei minerali.Quindici secoli più tardi, il Mattioli, medico senese, ha tradotto e riproposto tale opera che ancora oggi per molti parti fa testo: “I discorsi della materia medica” di Dioscoride.Continuando questa breve Storia della medicina, non possiamo non soffermarci su Galeno. Greco, nato a Pergamo in Asia minore nell'anno 130 d.C., questa città era uno dei centri della cultura del mondo greco, il centro della venerazione per Asclepio.

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Galeno incominciò gli studi medici nel tempio di Asclepio a Pergamo a 17 anni, andò quindi a Smirne ove studiò 2 anni e quindi ad Alessandria, il centro del mondo greco. Alessandria aveva una università con un grande museo e la più grande biblioteca del mondo (era l’epoca dei Padri della Chiesa dove insegnavano Panteno, Clemente Alessandrino e Origene). Dopo 11 anni di studi medici, Galeno ritornò a Pergamo ove fu nominato chirurgo dell'anfiteatro dei gladiatori ed ebbe l'opportunità di studiare le ferite e le lesioni riportate dai gladiatori. Andato a Roma, fu medico personale di 3 Imperatori. Morì probabilmente in Sicilia nel 200 d.C.La sua opera come scrittore fu fenomenale. Ha scritto 125 libri di filosofia, matematica, grammatica e giurisprudenza. 43 libri di medicina sono andati perduti, ma si possiedono ancora 83 opere

genuine, 45 spurie, 19 incerte, 15 commentari e circa 80 frammenti non ancora pubblicati. Non vi è altro medico come Galeno che abbia influenzato così profondamente la storia della medicina.Galeno riteneva che tutti gli oggetti naturali fossero composti da quattro elementi: Terra, Acqua, Fuoco ed Aria, e che ogni oggetto naturale avesse quattro qualità, caldo, freddo, secco e umido. Gli umori erano quattro: sangue, flemma, bile gialla e bile nera. Il sangue è caldo e umido; la flemma è fredda e umida; la bile gialla è calda e secca; la bile nera è fredda e secca. Afferma Galeno di aver appreso ciò da Ippocrate. Per più di 1500 anni la teoria umorale rimase la sola base del pensiero medico, ciò che ogni medico doveva sapere bene e comprendere prima di esercitare la medicina con intelligenza. Senza di essa la diagnosi era impossibile, la cura priva di base. Galeno diede impulso anche alla dottrina ippocratica dei giorni critici, una dottrina che, appoggiata dalla sua autorità, ha dominato per secoli il pensiero medico. Oltre a testi di anatomia, fisiologia, medicina, chirurgia ha scritto anche sette trattati “sul

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polso”, uno sulla interpretazione dei sogni nel quale afferma di aver incominciato gli studi in medicina a causa di un sogno fatto su suo padre; a motivo dei sogni apprese

come fare la prognosi e come curare la malattia. Nella scelta dei rimedi dava importanza alla stagione, alla località e allo stato del cielo, osservando che “noi riceviamo la forza da tutte le stelle che ci stanno sopra”.Dopo questi Grandi, la medicina sembra cadere in un sonno letargico fino circa al 1500, passando attraverso la medicina araba con Avicenna (980-1037). Nato ad Afshena in Persia, a 18 anni fu nominato visir e a 21 anni scrisse il suo primo libro, ma l'opera più famosa è il “Canone” dove riassume tutto il sapere medico. Nello stesso periodo in I t a l i a f i o r i s c e l a "S c u o l a Salernitana" la cui produzione medica più interessante è il “Regimen Sanitatis” chiamato anche “Flos Medicinae Salerni” poema latino la cui ultima edizione viene attribuita ad Arnaldo da Villanova uno dei

più grandi medici del medioevo spagnolo (1233-1312).La scuola medica salernitana accentrava in sé tutte le conoscenze in fatto di medicina dell’alto e del basso medioevo. E’ provato che la tradizione medica salernitana si è formata sul ceppo della medicina greco-romana. Nell’846 d.C. i codici la dicono già antica. Con la caduta dell’impero romano, nel generale decadimento, la scienza, come tutta la cultura si rifugiò nei monasteri. Quando San Benedetto nel 529 a Cassino fondò il famoso convento e scrisse la “Regula monacorum”, assegnò ai suoi discepoli una triplice missione: la preghiera, il lavoro e l’assistenza degli infermi, e prescrisse che ogni cenobio avesse un monaco medico. La scienza medica fece qualcosa di più che rifugiarsi nelle abbazie nello stato in cui l’aveva trovata la catastrofe del romanesimo: all’ombra dei chiostri trovò terreno sul quale prosperare e fruttificare. La prescrizione della Regula indusse i benedettini a ricercare gli antichi trattati di medicina; i monaci-medici avevano l’obbligo di istruire e preparare i loro

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successori: quindi le loro infermierie furono ospedali ed a un tempo studi di medicina.Ecco alcuni aforismi:della cena: son le cene sontuose allo stomaco dannose.

Perché il sonno ti sia lieve la tua cena esser vuol breve.

delle prugne: son le prugne rinfrescanti, profittevoli e purganti.

dei quattro temperamenti sol di quattro umor soprani son composti i corpi umani: terra melancholia, acqua phlegma, aria sanguigno, fuoco colera.Poi nel 1494 viene stampato a Venezia il “Fascicolo de medicina” ad opera di Petrus de Montagnana.

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Teofrasto Bombasto di Hohenheim conosciuto come Paracelso nacque in Svizzera nel 1493. Nel 1538 ha scritto “Labyrinthus medicorum” ossia ciò che dovrà imparare e sapere il vero medico e quel che dovrà fare se vorrà curare bene. Nel primo capitolo si legge: “Il supremo e primo libro della medicina si chiama Sapienza, e senza di esso nessuno riuscirà a conseguire alcunché di fruttuoso. Questo libro è Dio stesso. Perciò ci si manda a cercare il Regno di Dio in cui è riposta ogni sapienza: nessun medico si diparta da questa verità. Se crede che la natura non sia compresa nel regno di Dio, si sbaglia, poiché essa deriva da Dio. Se il medico è miscredente e non cerca il regno di Dio, non giungerà a nulla”.Nel secondo capitolo ci dice che il secondo libro della medicina è il firmamento, e che si deve studiare subito dopo al primo; chi non impara questo libro non potrà essere né chiamarsi medico. Il medico è obbligato a compitare ed unire in sé le stelle del firmamento e a detrarne in seguito la sentenza completa. L'astrologia era basata sull'antica teoria del macrocosmo e del microcosmo (come insegnata da Santa Ildegarda): Giove governa il fegato, Marte la vescicola biliare, Mercurio i polmoni e Venere i reni. La stessa influenza si estende ai metalli: Saturno = piombo; Giove = stagno; Marte = ferro; Sole = oro; Venere = rame; Mercurio = mercurio; Luna = argento.Nell'alchimia egli spiega come ogni elemento (Fuoco, Terra, Acqua, Aria) è divisibile in tre parti Solfo, Mercurio e Sale. La virtù consiste nell'obbedienza alla volontà di Dio attraverso l'insegnamento di Cristo.E' stato il primo a descrivere le malattie professionali da contatto o respirando i vapori delle fusioni e l'avvelenamento mercuriale ed arsenicale. Lo studio dell'epilessia, delle manie e del “Ballo di S. Vito” è uno dei primi classici sulle

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malattie mentali. Notò la relazione fra cretinismo e gozzo endemico, preparò il Laudano (antidolorifico a base di Oppio), popolarizzò l'uso di molti metalli, come pure delle tinture e degli estratti alcolici. Alcuni lo considerano il padre dell'anestesia con la descrizione dell'azione dell'etere solforico. Nella scelta dei rimedi si basa sulla dottrina della segnatura, come ad esempio l'uso del Topazio e altre sostanze gialle nell'itterizia come pure nelle malattie del cuore perchè il colore del sole che presiede a quest'organo è giallo. Paracelo si è laureato in medicina a Ferrara.Gerolamo Cardano nato a Pavia il 24 settembre 1501, ebbe il dottorato in medicina a Padova nel 1526. Nel 1536 pubblica il suo primo libro nel quale si indicavano 72 errori della comune pratica medica, e conteneva la prima descrizione del tifo esantematico (malattia infettiva, contagiosa ed epidemica, caratterizzato da febbre intensa, esantema generalizzato con tendenza alle emorragie). Si dedicò subito allo studio della matematica e della filosofia e scrisse diversi libri: De sapientia, De consolazione, Practica arithematicae. Nel 1544 fu chiamato a Pavia come professore di medicina. Nel 1545 pubblica Ars Magna, opera di algebra contenente la soluzione delle equazioni di terzo grado. Considerato uno dei più grandi medici e scienziati d'Europa, fu chiamato a curare le più alte autorità regali, dall'Inghilterra alla Francia. Ritornato, nel 1563 fu fatto cittadino di Bologna e vi fu nominato professore. Nel 1571 fu messo in carcere per i suoi scritti e dopo diversi mesi fu dimesso. Si recò a Roma dove morì nel 1576. La sua opera omnia in 10 grossi volumi è stata pubblicata la prima volta nel 1663, e ripubblicata nel 1936. Il Lombroso ha definito il Cardano una mente superiore, “leonardesca”, che ha precorso di secoli lo sviluppo scientifico moderno. Ricordato soprattutto per le sue scoperte in matematica, si può dire che non vi sia ramo dello scibile umano, dalla fisica alla musica (con la scoperta di nuove voci e nuove tonalità, o meglio ha rimesso in uso quelle già scoperte da Tolomeo e Aristosseno), dalla meccanica alla filosofia, nel quale il suo spirito non abbia avuto intuizioni geniali. Soprattutto in campo medico erano famose le sue diagnosi in cui anche i suoi detrattori ne riconoscevano una supremazia assoluta (non avendone mai sbagliata una!). Scoprì la vera regola del decorso dei “giorni critici” nelle malattie acute, il valore terapeutico di molte acque, nuovi modi per cuocere le vivande, le virtù dell'olio e del sale. Anche i suoi metodi di cura erano particolari, utilizzando anche le pietre preziose macinate. Intuì i vantaggi della sieroterapia: guardando l’alimentazione da parte delle cicogne di serpenti velenosi, e vedendo che non morivano, ipotizzò di estrarne il sangue così immunizzato e trasferirlo sull’uomo per renderlo immune da quei veleni.Proseguiamo con Robert Fludd inglese, (1574-1637) diplomato a Oxford, appartenente all'Ordine Rosa+Croce. Discepolo e ammiratore di Paracelso, ha scritto molte opere, fra cui il De astrologia. I suoi libri offrono un sistema completo delle corrispondenze fra Macro e Microcosmo secondo lo schema Kabbalistico dell'emanazione divina. Esercitò con molto successo la medicina a Londra, ma si dedicò anche alla meditazione e alla contemplazione dell'Essere interiore.

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Dopo tale periodo si ha un declino dell'Arte medica, o meglio si assiste ad un nuovo indirizzo nel concepire l'uomo, si preferisce lo studio dell'anatomia, della microbiologia, dell'anatomia patologica, a tutto discapito della filosofia. L'uomo incomincia a essere considerato non più inserito nell'armonia universale, facente parte di un organismo vivente, ma un organismo a se stante, animalesco-biologico, autonomo da tutto e da tutti, anarchico, teso unicamente alla conquista e all'asservimento della Natura per i suoi propri scopi egoistici.E' effettivamente questa epoca in cui oggi viviamo l’età nera (come diceva Dante ...che la diritta via era smarrita...), l’età del ferro, il kaliyuga, dove l'uomo ha perso l'orientamento, la speranza, non ricorda più quale è lo scopo della vita. Dante ha studiato medicina all’università di Bologna, ed era iscritto in Firenze all’ordine degli Speziali; in quella stessa università ha studiato astronomia e quindi astrologia. Lo dimostra il fatto che quando parla della fascia zodiacale la chiama poeticamente “l’obliquo cerchio che i pianeti porta”. Oltre agli studi accademici, Dante era un iniziato templare, fatto testimoniato nella cappella del Bargello quando viene raffigurato da Giotto con i colori bianco e rosso propri dell’Ordine Templare.La Tradizione erboristica-alimentare continua ai giorni nostri con Jean Valnet che ha scritto numerosi testi, fra cui Guarire con le piante, Cura delle malattie con ortaggi frutta e cereali, e Cura delle malattie con le essenze delle piante.Tommaso Palamidessi continua l’opera di Gerolamo Cardano, introducendo nell’erboristeria e nell’alimentazione le conquiste della scienza moderna, analizzando i rimedi con strumenti nuovi come il “Tester elettronico” utilizzato in elettronica, per stabilire la vitalità o la bio-energia dei singoli rimedi alimentari ed erboristici. Ha scritto fra l’altro “Il piccolo erbario medicinale”, “Regime alimentare e dietetica dell’iniziato”, “Alchimia teorica e pratica ermetica”, “Risveglio e sviluppo dei centri di forza” e “Tecniche di risveglio iniziatico”.Un esperimento da me personalmente condotto nei vari corsi di Erboristeria che ho tenuto in varie città d’Italia, è stato quello di applicare alla foglia della San Siviera un elettrocardiografo che si utilizza soprattutto per la diagnosi della salute del cuore umano. Il grafico sotto riportato è il frutto di questi esperimenti. Da quanto si vede, si può dedurre che anche le piante hanno un cuore-tessuto pulsante, e più in generale

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che la bioenergia presente in una pianta è simile a quella presente nell’uomo, utilizzando per tale dimostrazione gli stessi strumenti diagnostici. Come si vede, man mano che la scienza strumentale progredisce, scopriamo nuove e interessanti caratteristiche delle piante, e si può dire che le stesse piante, avendo una struttura bioenergetica simile a quella dell’uomo, sono più affini a noi che non sostanze chimiche morte prodotte sinteticamente, e quindi più efficaci da un punto di vista terapeutico perchè il nostro corpo le riconosce.

Questa mia breve storia, largamente incompleta, vuol essere un omaggio a tutti gli Scienziati che ci hanno preceduto, dai cui scritti possiamo partire con sicurezza per esperienze e conquiste nuove, certi di proseguire sulla strada della Tradizione Sapienziale.

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