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1Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753]Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone
CENNI STORICI
La disponibilità, le proprietà (lavora-bilità, resistenza, durevolezza, ecc.)e l’aspetto dei materiali edili hannofatto la fortuna di ciascuno di essinelle diverse epoche storiche.
Se il marmo ha segnato il fioriredell’architettura greca e il laterizioquello dell’architettura romana, cosìla nascita dell’architettura modernaè stata consentita dalla disponibilitàdi nuovi materiali da costruzione,quali l’acciaio e il cemento armato.
TECNOLOGIA DELLE COSTRUZIONI
Materiali edili
A destra: trabeazione in marmodell’Eretteo di Atene.
Costruzione in laterizio di epoca romana (Mercati di Traiano a Roma). Edificio in acciaio (Stazione Oriente a Lisbona, di Santiago Calatrava, 1998).
PRINCIPALI MATERIALI EDILI
NATURALI ROCCE ERUTTIVE
ARTIFICIALI LATERIZI
LEGANTI
COMPOSITI
SINTETICI TERMOPLASTICI
ROCCE SEDIMENTARIE
ROCCE METAMORFICHE
LEGNO
VETRO
CERAMICHE
METALLI
IMPERMEABILIZZANTI
AEREI
CALCESTRUZZI
IDRAULICI
CEMENTO ARMATO
TERMOINDURENTI
Lo sviluppo produttivo ed economico si è sempre intrecciato conquello culturale e tecnologico. Alcune civiltà sono state caratterizza-te dalle nuove tecnologie; la civiltà romana, per esempio, è fioritainsieme alla tecnologia dell’arco e della volta.
La rivoluzione industriale è nata all’insegna dell’acciaioe ha determinato la nascita della tecnologia delle costruzioni.
MATERIALI NATURALI� Rocce eruttive
Sono originate da magma vulcanico solidificato.BASALTI: duri, scuri e compatti, sono usati per pavimentazioni strada-li, in lastre o blocchetti (i noti sampietrini di Roma).PORFIDI: duri, compatti, di colori dal grigio al rosso, sono usati per pa-vimentazioni, cordoli stradali, o anche per scopi decorativi.GRANITI: durissimi, lucidi, di colori vari e di struttura composita, sonoutilizzati per costruzioni monumentali e per rivestimenti.
Pavimentazione in basalto.
� Rocce sedimentarie
Sono prodotte dal lento deposito di sostanze silicee, calcaree e orga-niche.ARGILLE: diffusissime in natura, tenere e molto lavorabili, sono usatecome materia prima per la produzione di laterizi.CALCARI: resistenti e lavorabili, di colori dal bianco al grigio fino al ros-so, sono di struttura abbastanza compatta. Roccia calcarea è il traver-tino, di aspetto spugnoso e bianco, molto usato nell’architettura roma-na antica e moderna, per colonne e rivestimenti murari. Ghiaie e brec-ce sono impiegate per pavimentazioni e calcestruzzi.
� Legno
Diffuso, lavorabile e isolante, è stato il primo materiale da costru-zione. Di aspetto molto diverso da una varietà all’altra (grana, fibra,venatura, colore) e con proprietà tecnologiche differenti (fendibili-tà, taglio, flessibilità, levigabilità, ecc.), non è molto durevole. Altrasua caratteristica negativa, dal punto di vista della durevolezza, è lasua facile combustibilità. Tra le sue proprietà meccaniche è daricordare che la durezza è molto varia: vi sono legni dolci (abete,pioppo, betulla) e legni duri (noce, rovere, ciliegio).
Resiste abbastanza bene alle sollecitazioni assiali di trazione e com-pressione; buona è la sua resistenza a flessione.
Poco usato, come lo era invece nei secoli scorsi, per strutture por-tanti (travi, pilastri), è invece largamente impiegato per arredi erivestimenti, specialmente nei suoi trasformati (multistrato, pani-forte, tamburato, truciolato).
La tecnologia del legno lamellare ha ravvivato il suo impiego instrutture portanti; esso presenta una notevole resistenza e un aspet-to gradevole.
MATERIALI E LAVORAZIONI
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Capitello in travertino.
� Rocce metamorfiche
Sono originate da trasformazioni di rocce eruttive o sedimentarie.MARMI: di consistenza e colori molto vari, sono adottati per rivesti-menti e decorazioni. Notissime sono le varietà dello statuario diCarrara, il botticino, il bianco di Trani, ecc.TUFI: teneri e lavorabili sono di colore giallo-rossastro. Tagliati inblocchi sono usati per murature.ARDESIE: scure, non molto resistenti, ma facilmente riducibili inlastre, sono utilizzate per rivestimenti e manti di copertura dei tetti.
Intarsio marmoreo. Struttura in legno lamellare.
Abete bianco Acero Ciliegio
Faggio Frassino Noce nazionale
RoverePino rosso Teak
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Pignatte
Blocco
Tavellina Tavella Tavellone
MATERIALI ARTIFICIALI� Laterizi
Ottenuti per cottura di argille impastate, sono lavorabili ed economi-ci, con caratteristiche meccaniche molto variabili; presentano pastaporosa e colore giallo-rossastro. Sono prevalentemente usati per mu-rature, solai e coperture.
LATERIZI PER MURATURE: mattoni in blocchetti o forati hanno forma e di-mensioni modulari, per favorirne l’assemblaggio.ARDESIE: scure, non molto resistenti, ma facilmente riducibili in lastre,sono utilizzate per rivestimente e manti di copertura dei tetti.
� Ceramiche
Dall’impasto di argille,caolino, additivi e colo-ranti, esse sono otte-nute per cottura, tal-volta ripetuta dopo ri-vestimento con smaltio vernici. Sono dure eimpermeabili; perquesto sono utilizzateper rivestimenti siaesterni sia interni,contribuendo con il lo-ro aspetto alla qualitàdell’ambiente.
� Vetro
Ottenuto da silice concalce e soda o potassa,è durissimo, traspa-rente, levigato, isolan-te e impermeabile. Ilvetro comune èimpiegato per infissi,i vetri temperati e disicurezza per impie-ghi di maggiore resi-stenza. Vetri specialisono il vetrocemento(piastrelle di vetro,saldate da maltacementizia) e i profi-lati (Uglass, ecc.).
TECNOLOGIA DELLE COSTRUZIONI
Blocchetto Semipieno Foratino ForatoneForato
25
5,5
12
Muraturain blocchetti
Muraturain forati
LATERIZI PER SOLAI
LATERIZI PER COPERTURE
Coppo MarsiglieseEmbrice Portoghese
In alto: Parque Guella Barcellona, di AntoniGaudì.A fianco: rivestimentoin piastrelle di ceramica.
Struttura in vetrocemento.
glossarioRefrattario: proprietà di un materiale resistente alle alte temperature.Laterizio: dal latino later = mattone.Tramezzo: muro divisorio senza funzioni portanti.Solaio: struttura portante orizzontale che sostiene il pavimento.
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� Metalli
ACCIAIO: lega di ferro e carbonio, presenta in genere buona elasticitàe alta resistenza a tutte le sollecitazioni, ma è facilmente ossidabilee quindi può essere corroso dagli agenti atmosferici. Le sue super-fici vanno pertanto protette con trattamenti o vernici.
Acciai speciali si ottengono dalla lega dell’acciaio con altri metal-li; tra questi sono da menzionare gli acciai inox, inattaccabili dagliagenti chimici.
ALLUMINIO: leggero, buon conduttore, facilmente lavorabile, in alcunesue leghe presenta anche discreta resistenza alle sollecitazioni. Resi-ste bene agli agenti atmosferici. Sempre più usato nell’edilizia, oltreche sotto forma di lamiere, anche per elementi radianti, profilati diserramenti, strutture secondarie e pannelli.
MATERIALI E LAVORAZIONI
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a doppia T a C a T a L
Profilati
Facilmente lavorabile e saldabile, in edi-lizia è ampiamente usato sia nelle strut-ture sia nelle finiture, sotto forma diprofilati, tondini, tubi e lamiere.
La giunzione delle parti di una struttu-ra in acciaio si realizza in prevalenzacon chiodature o saldature.
La scarsa resistenza al fuoco comportala necessità di proteggere dagli incendile strutture in acciaio.
Struttura saldata
Struttura chiodata
Rivestimentoin calcestruzzo
Rivestimentocon rete eintonaci speciali
La produzione indu-striale dell’acciaionell’Ottocento neconsentì un vasto usonell’ingegneria civilee solo dal Novecentonell’architettura.
Particolare del pontedi Brooklyn a New York(1877).
Sezioni di profilati per serramenti
Lamiere conformate
RAME: ottimo conduttore ter-mico ed elettrico, resiste benealla corrosione ed è facilmen-te lavorabile. Oltre al suo usoprevalente in cavi elettrici,nell’edilizia è ampiamenteutilizzato per tubazioni, gron-daie, pluviali, lamiere dicopertura.
PIOMBO: pesante e poco resisten-te, è però facilmente lavorabi-le e saldabile. Presenta ancheottima resistenza agli agenti at-mosferici. Tradizionalmenteusato per tubazioni e lastre dicopertura, è ora sempre menousato in edilizia.
� Impermeabilizzanti
BITUMI: sono ricavati dalla distillazione di petroli grezzi; a seconda del-le modalità di distillazione si possono ricavare bitumi solidi, semiso-lidi e liquidi. Sono tutte sostanze utilizzate per manti impermeabilidi coperture e strade. Moltousate sono le guaine bitumino-se, cioè tessuti sintetici impre-gnati di bitume.CATRAMI: ricavati dalla distilla-zione di carbon fossile, sonoutilizzati spesso in combina-zione con il bitume. ASFALTI: si ottengono da roccecalcaree o silicee, trattate e mi-scelate con bitumi e sabbie.
Applicazione di guaine bituminosesulla copertura di un edificio.
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memoPer ottenere un calcestruzzo di buone caratteristiche, sono importantiqualità e dosaggio dei componenti.La quantità dell’acqua deve consentire sia l’idratazione del cementosia la lavorabilità dell’impasto: impasti molto asciutti, per esempio,non sono adatti per getti di dimensioni ridotte o su armature.
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MATERIALI LEGANTI� Calce
Dalla cottura di rocce calcaree si ricava la calce viva; da essa,mediante spegnimento in acqua, si ottengono la calce idrata e ilgrassello. Queste sono le due varietà delle calci aeree, cioè dellecalci che, mescolate con acqua e sabbia, induriscono all’aria. L’usodi queste calci è limitato a murature fuori terra e intonaci.
Da particolari trattamenti termici e meccanici si ottengono inve-ce le calci idrauliche; esse danno miscele, dette malte idrauliche,che induriscono anche in presenza di acqua.
� Gesso
Si ottiene dalla cottura di pietra di gesso (gesso naturale) a tempera-ture abbastanza basse; macinato e miscelato con acqua dà un impa-sto molto lavorabile che indurisce in pochi minuti. Miscelando il ges-so con sostanze ritardanti il tempo di presa (colle, caseina, ecc.) si ot-tengono lo stucco e la scagliola.
Il gesso dopo l’indurimento è tenero e attaccabile dall’acqua; per lasua plasmabilità è usato per intonaci, stuccature, decorazioni (corni-ci, forme) e modelli. Il suo impiego si va sempre più allargando nelsettore dei tramezzi e dei controsoffitti prefabbricati (pannelli in ges-so, in cartongesso); con particolari conglomerati (gesso addizionatoa vermiculite, o perlite, oppure resine espanse) si ottengono pannel-li leggeri e isolanti.
� Cemento
È il legante più usato nelle costruzioni per le sue elevate caratteristi-che meccaniche, ma anche per la sua idraulicità (capacità di far pre-sa in acqua, al di fuori di ogni rapporto con l’aria).
Si ricava da pietre calcaree e argilla; dopo frantumazione e miscela-zione delle materie prime, esse sono portate a cottura (1350÷1500 °C).Il prodotto di cottura (clinker) viene raffreddato e macinato in polve-re finissima.
A seconda delle materie prime, della loro miscelazione e dei tratta-menti di lavorazione, si ottengono diversi tipi di cemento. I principa-li sono: il cemento Portland, i cementi pozzolanici, i cementi a presarapida, i cementi ad alta resistenza, il cemento bianco.
MATERIALI COMPOSTI� Malte di calce
Mescolando calce, acqua e sabbia ben impastate (a mano, con beto-niere o impastatrici), si ottengono malte aeree oppure malte idrau-liche (a seconda della calce impiegata). Esse trovano impiego inmurature e intonaci.
� Calcestruzzo
È ottenuto dalla miscela di acqua e cemento, con l’aggiunta di dueinerti, sabbia e ghiaia (o pietrisco). Il materiale risultante dopo l’in-durimento si presenta duro e resistente.
Fondamentali per le sue caratteristiche meccaniche sono le qua-lità dei componenti. Gli inerti devono essere privi di impurità(limo, argille, materiali organici) e ben dosati nella dimensione deigranuli. L’acqua deve essere limpida e priva di sali.
Dopo la miscelazione, ottenuta con betoniere, si esegue il getto incasseforme, cioè casse in legno o metallo che lo contengono e nedefiniscono la forma; il getto è seguito da costipazione, realizzatacon tavole vibranti o vibratori. Nella fase di indurimento il calce-struzzo deve essere mantenuto in ambiente favorevole per la suastagionatura (umidità, temperatura).
� Cemento armato
Il cemento armato (c.a.) o, più propriamente, calcestruzzo armato èun materiale composito ottenuto con una struttura di tondini di accia-io affogata nel calcestruzzo.
Questi due materiali hanno caratteristiche complementari. Il calce-struzzo, di costo modesto, ha una buona resistenza a compressione,al fuoco e alle intemperie. L’acciaio, anche se più costoso, presenta ca-ratteristiche meccaniche eccellenti (elasticità, resistenza a trazione, acompressione, a taglio), ma deve essere protetto dal fuoco e dagliagenti atmosferici. Per la realizzazione di opere in cemento armato sipreparano delle casseforme sulle quali viene adagiata la struttura me-tallica. Sulla base dei disegni gli specialisti in carpenteria metallicadanno ai tondini una sagomatura e li legano tra loro. I tondini vengo-no sagomati per far seguire loro l’andamento delle sollecitazioni ditrazione e taglio a cui devono resistere. Alle estremità dei tondini sirealizzano delle uncinature, che consentono di saldare la struttura inlavorazione con quelle successive. Il diametro di curvatura di questeuncinature deve essere almento 6 volte quello dei tondini usati.
La struttura metallica è composta anche da staffe (per conferire re-sistenza al taglio), che insieme ai tondini formano delle vere e propriegabbie. Tra le facce esterne del calcestruzzo e la struttura metallica sideve creare uno spessore di calcestruzzo che protegga il ferro (il co-siddetto copriferro); esso deve essere di almeno 2 cm nelle struttureprincipali, e di almeno 0,8 cm nelle solette.
Dopo il getto e la costipazione del calcestruzzo, si fa indurire il con-glomerato prima di passare al disarmo di puntelli e casseforme.
TECNOLOGIA DELLE COSTRUZIONI
ACQUA
CEMENTO
SABBIA
GHIAIA
0,15 m3
0,30 m3
0,50 m3
0,60 m3
1 m3
CALCESTRUZZO
tondinistaffe
Armatura di trave in c.a.
Armatura dipilastro in c.a.
Pilastrocon plinto in c.a.
tondini
staffe
� Cemento armato precompresso
La particolare resistenza delle strutture in cemento armato ha indot-to inevitabilmente a sottoporle a sollecitazioni sempre più spinte. Daquesta tendenza è nata la tecnologia, abbastanza recente, del cemen-to armato precompresso.
I due materiali presenti nel cemento armato hanno caratteristichemeccaniche molto diverse; mentre il ferro ha elevate capacità di resi-stenza sia a trazione sia a compressione, il cemento presenta unabuona resistenza solo a compressione. Per questo motivo nelle partisollecitate a trazione si dispongono i ferri. Ma questi, quando sonosottoposti a sollecitazioni altissime, subiscono allungamenti consi-stenti che provocano la frattura del cemento circostante i ferri.
Se però la struttura in condizioni iniziali è sottoposta a sforzi di com-pressione (a cui resistono bene sia il ferro sia il cemento), quando lesollecitazioni esterne provocano degli allungamenti nelle zone tese,si crea un graduale ritorno verso condizioni in cui lo sforzo di com-pressione del cemento diminuisce; se si fa in modo che la sollecita-zione massima non crei sforzi di trazione nel cemento, si possonorealizzare strutture a elevata resistenza con dimensioni contenute.
Questa idea viene realizzata in diversi modi. Un modo è quello dicreare travi in cemento con dei fori passanti, all’interno dei quali si in-seriscono dei ferri che vengono sottoposti a notevoli sollecitazioni ditrazione; così deformati, essi vengono fissati (con testate filettate, o al-tri dispositivi) alla trave, che viene conseguentemente sollecitata acompressione prima di essere soggetta a un lavoro: essa è quindi pre-compressa.
Un altro modo per realizzare strutture precompresse è quello illu-strato nelle figure: i cavi di acciaio passano attraverso la cassaforma evengono ancorati alle testate di una struttura metallica (fig. 1). Succes-sivamente si getta il cemento nella cassaforma e si sottopongono i ca-
vi a sollecitazioni di trazione (fig.2). Dopo che il cemento è ben indu-rito, i cavi di acciaio vengono taglia-ti (fig. 3) e, tramite la loro aderenzaal cemento, creano in esso forti sol-lecitazioni di compressione.
In queste strutture è importan-te che il ferro abbia buone caratte-ristiche elastiche e di aderenza;per questo motivo vengono impie-gati cavi di acciaio formati dall’in-treccio di diversi trefoli, cioè altricavi più piccoli a loro volta intrec-ciati.
MATERIALI SINTETICI� Sostanze termoplastiche
CLORURO DI POLIVINILE (PVC): è ampiamente usato per tubazioni idri-che, canali di gronda, piastrelle, rivestimenti (corrimani, battiscopa,ecc.), infissi (finestre, blocchi finestra, tapparelle), pannelli, ecc.POLIETILENE: è usato per tubazioni e rivestimenti iso lanti.POLIPROPILENE (noto come moplen): anch’esso è utilizza to per tubazio-ni, raccordi, oltre che in molti oggetti d’uso comune.POLISTIRENI: sono impiegati per isolanti termici e acustici, in partico-lare il polistirolo e il polistirolo espanso.POLIURETANI: sono utilizzati per vernici, adesivi, materiali espansi percoibentazioni.RESINE ACRILICHE: sono impiegate per carte da parati e idropitture.METACRILATI: trovano impiego nella produzione di lastre trasparenti ecolorate; commercialmente note sono le denominazioni di plexiglase perspex.
MATERIALI E LAVORAZIONI
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Ponte Risorgimento a Roma, di François Hennebique (1910), una delle primestrutture in cemento armato realizzate in Italia.
Figura 1
Figura 2
Figura 3
Cavo in acciaioper c.a.p.
Tubazioni in PVC in un edificio in costruzione.
Tensostrutture in materiale sintetitco (Città delle Scienze e delle Arti a Valencia).
� Sostanze termoindurenti
RESINE UREICHE: per colle e vernici.RESINE MELAMMINICHE: per adesivi e vernici, oltre che per laminati pla-stici di rivestimento.RESINE FENOLICHE: per vernici e laminati plastici.RESINE POLIESTERE: sono impiegate per materiali compositi con fibre divetro (la cosiddetta vetroresina) o di carbonio, per pannelli e oggettiparticolarmente resistenti e leggeri.POLIURETANI: sono utilizzati per vernici, adesivi e materiali espansiper coibentazioni.RESINE EPOSSIDICHe: trovano impiego in adesivi, vernici, rivestimenti emateriali compositi.
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TECNOLOGIA DELLE COSTRUZIONI
PRINCIPALI PROPRIETÀ DEI MATERIALI
Elementi di tecnologia edile
FISICHE
Massa volumica
Conduttività termica
Conduttività elettrica
Opacità
Permeabilità
Porosità
Omogeneità
Colore
Resistenza a compressione
Resistenza a trazione
Resistenza a taglio
Resistenza a flessione
Resistenza a torsione
Durezza
Elasticità
Malleabilità
Duttilità
Piegabilità
Saldabilità
Fusibilità
Temperabilità
Lucidabilità
MECCANICHE TECNOLOGICHE
Tra esse prendiamo in esame le caratteristiche di resistenza mecca-nica a sollecitazioni esterne.
RESISTENZA A COMPRESSIONE
Il solido è sollecitato da forzeopposte e convergenti, chetendono ad accorciarlo e adilatarne la zona centrale.
Murature, pilastri e puntoni di capriate sono soggetti a tale tipo disollecitazione.
Quando il solido ha una formatroppo snella, sotto una solle-citazione di compressionetende a svergolarsi; in questicasi si dice che esso è soggettoa un carico di punta.
Proprio per evitare che i tondi-ni dei pilastri in c.a. siano sog-getti a carico di punta, essivengono irrigiditi con anellitrasversali, detti staffe.
CapriataPilastroMuro
staffe
glossarioElasticità: proprietà di un materiale che, al cessare di una sollecitazione,riacquista la forma iniziale.
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memoPer scomporre un vettore secondo duedirezioni date, dall’estremo libero siconducono le parallele alle direzioni date.
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RESISTENZA A TRAZIONE
In questo caso il corpo èsoggetto a forze oppostema divergenti, che ten-dono ad allungarlo e adassottigliarne la partecentrale.
Tiranti di ponti in ferroe catene di capriate, o divolte, sono soggetti atale sollecitazione.
catena
catena
tirante
RESISTENZA A TAGLIO
Il corpo è sottoposto al-l’azione di forze opposte,convergenti e dispostetrasversalmente all’assedel solido. La loro azionetende a far scorrere le se-zioni del solido nel pia-no della sollecitazione.
A sollecitazioni di tagliosono sottoposte peresempio travi appoggia-te e travi con sbalzo neipunti di appoggio.
Nota bene: le staffe delletravi in c.a. sono prepo-ste a resistere alle solle-citazioni di taglio.
Trave appoggiata
zona sollecitataa taglio
Trave con sbalzo
zonasollecitataa taglio
zonasollecitataa taglio
d1 d2v
v1 v2
v
RESISTENZA A FLESSIONE
Le forze agiscono trasversalmente all’asse del corpo e tendono aincurvarlo.
RESISTENZA A TORSIONE
Il corpo è soggetto all’azione diforze rotanti in verso opposto esu piani diversi.
MATERIALI E LAVORAZIONI
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Osservando attentamente una trave inflessa, si può notare che lalunghezza dell’asse, prima e dopo la deformazione, non subiscemodifiche. In pratica è come se non avesse subìto alcuna sollecita-zione: per questo viene chiamato asse neutro.
Al contrario, la zona sopra l’asse neutro ha subìto un accorcia-mento, mentre quella sottostante si è allungata; in effetti esse sonostate sottoposte rispettivamente a compressione e a trazione. Inpratica la sollecitazione a flessione è la somma di una compressio-ne e di una trazione.
asse neutro
zona soggetta a compressionezona soggetta a trazione
La tecnologia del cemento armato risponde all’esigenza di somma-re la buona resistenza del calcestruzzo a compressione con l’altaresistenza dell’acciaio a trazione. In una trave in c.a. i tondini prin-cipali vengono collocati nella zona soggetta a trazione.
Per quanto detto in precedenza si può capire che, in una trave diferro sottoposta a flessione, le parti soggette a sforzo sono quellesuperiore e inferiore, mentre verso il centro sono di dimensioniridotte o nulle. A tale situazione risponde bene la forma a «doppioT» che hanno le travi di ferro maggiormente usate.
zona compressa
zona tesa
Durante il serraggio di una vite, il giravite è sottoposto a uno sfor-zo di torsione, così come la punta di un trapano in azione.
RESISTENZA DI FORMA
I corpi, oltre alla resistenza pro-pria del materiale, presentanoresistenze variabili in base allaloro forma.
Per esempio, una lamieraappoggiata agli estremi si fletteanche solo per il proprio peso; lalamiera piegata, invece, presentamaggiore resistenza. Infatti lelamiere, sollecitate a flessione,vengono conformate in varimodi per aumentarne la resi-stenza.
Anche le lamine sottoposte acompressione si deformanofacilmente, ma sotto forma dilamine scatolari o tubi aumenta-no notevolmente la loro resisten-za a compressione.
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DEFORMAZIONI� Deformazioni elastiche e plastiche
I corpi sottoposti a sollecitazioni esterne si deformano. Se al cessa-re della sollecitazione il corpo riacquista la forma iniziale, si diceche esso ha subìto una deformazione elastica. Quando invece ilcorpo non recupera la precedente forma si ha una deformazioneplastica o permanente.
Questi diversi comportamenti non sono legati soltanto al tipo di ma-teriale, ma sono determinati anche dall’intensità della sollecitazione.
� Relazione sollecitazione-deformazione
Tramite prove di laboratorio su campioni di materiale (detti provini),si può notare che, al crescere della sollecitazione, corrisponde una de-formazione direttamente proporzionale. Nel caso di una prova di tra-zione, il diagramma carico-allungamento ha un andamento rettilineo.
Però procedendo con la prova, si nota che il diagramma acquistaun andamento irregolare; il materiale non ha più un comporta-mento elastico, ma sta attraversando una fase (detta di snervamen-to) in cui reagisce irregolarmente al carico. Dopo questa fase, il dia-gramma acquista un andamento curvilineo: il materiale sta suben-do deformazioni plastiche, alle quali subentra la rottura.
I valori che segnano le fasi del diverso comportamento del mate-riale sotto l’azione dei carichi sono:
• carico al limite di elasticità, dopo il quale il materiale ha un com-portamento parzialmente plastico (fase elasto-plastica);
• carico di snervamento, oltre il quale si hanno deformazioni moltoirregolari a fronte di un carico sostanzialmente costante;
• carico di rottura, che segna la frattura del provino.
PROVE DI LABORATORIO� Prove distruttive
Queste prove analizzano il comportamento del materiale in tutte le fa-si, fino alla rottura. I provini utilizzati variano in relazione al materia-le e alla prova da eseguire.
Per esempio, provini di calcestruzzo per compressione sono di for-ma cubica (lato 15 cm) oppure di forma cilindrica; quelli per prove diflessione hanno invece forma di parallelepipedo a base quadrata.
TECNOLOGIA DELLE COSTRUZIONI
fase
ela
stic
a
fase
ela
sto-
plas
tica
fase
di s
nerv
amen
to
fase plastica
Fm = carico di rotturaFp = carico al limite di elasticità
caric
hi
allungamenti
Fe = carico di snervamento
Fp
Fe
Fm
� Carichi di rottura e di sicurezza
Il carico di rottura è tipico del materiale e pertanto ci consente di pre-vedere quali sollecitazioni esso è in grado di sopportare. Però abbia-mo visto che la rottura è preceduta dalla fase plastica e di snervamen-to; inoltre il manufatto non sempre corrisponde alle caratteristichepreviste.
Conseguentemente in fase di progetto si assume un valore moltopiù basso di quello di rottura: il carico di sicurezza. Essi sono entram-bi espressi in N/mm2, anche se è ancora diffuso il valore in kg/mm2.
memoSecondo il SI la resistenza dei materiali si misura in N/mm22. È da ricordareil rapporto tra il newton e il kgf (unità ancora usata ma scomparsa dal SI):1 N = 0,1019 kgf1 kgf = 9,8066 N
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Provino in acciaio per trazione
Provino in fase plastica
Provino dopo la rottura
Le macchine per le provedi resistenza sono molte-plici, ma quelle fonda-mentali prendono ilnome di macchine uni-versali, perché consento-no di effettuare prove ditrazione, compressione,flessione e taglio.
Esse sostanzialmentesono dotate di due gana-sce, una mobile e l’altrafissa, alle quali viene fis-sato il provino. Le gana-sce sono solidali a unaincastellatura collegataagli organi che fornisco-no la potenza per crearegli sforzi e alle apparec-chiature per registrare edelaborare i risultati delleprove.
Macchina per prove di trazione.
Prova di flessione su provinodi calcestruzzo.
Prova di compressione su provinodi calcestruzzo.
� Prove di durezza
La durezza è la resistenza che un materiale oppone alla penetrazio-ne di un altro corpo.
Questa resistenza viene misurata mediante strumenti, dettidurometri, che sottopongono il materiale alla pressione di un pene-tratore; quanto più il penetratore lascia un’impronta profonda nelmateriale, tanto minore sarà la sua durezza.
Tra le prove di durezza più frequenti vi è quella eseguita con il me-todo Rockwell. Per questa prova si usano due tipi di penetratori: sfe-ra d’acciaio per i materiali non molto duri, cono di diamante per ma-teriali duri. La prova consiste nell’applicare un carico iniziale (98 N)che provoca una prima impronta; successivamente si azzera lo stru-mento e si applica un secondo carico fino ad arrivare a un carico com-plessivo di 981 N, per i materiali non molto duri, oppure di 1470 N,per i materiali duri. Si toglie quindi il secondo carico mantenendo ilprimo e, dopo un assestamento dello strumento, si legge il valore del-la durezza sul display.
� Prove di resistenza alla fatica
La resistenza alla fatica è la capacità di un materiale di sopportaresollecitazioni variabili e ripetute.
Per misurare la resistenza alla fatica il materiale viene sottopostoa sollecitazioni alterne, per esempio di trazione e di compressione,fino a un valore massimo prestabilito. Questo ciclo di sollecitazioniviene ripetuto fino alla rottura del materiale, misurando il numerodei cicli sopportati dal materiale prima della rottura. Mediantenumerose prove di questo tipo con valori diversi dei carichi massi-mi, si può costruire un diagramma che permette di associare uncarico massimo con un numero di cicli sopportabili dal materialeprovato.
� Prove non distruttive
Le prove precedenti e altre analoghe (per misure di elasticità, resi-lienza, ecc.) provocano la rottura o comunque il danneggiamento delmateriale provato; per questo motivo si chiamano prove distruttive.
Le nuove tecnologie consentono oggi di realizzare anche provenon distruttive, cioè che non pregiudicano minimamente la strut-tura del materiale. Importanti applicazioni di queste prove si hannoin quasi tutti i settori industriali, ma anche nel settore delle costru-zioni, in particolare di quelle di valore storico.
I metodi più frequentemente adottati nelle prove non distruttivesono quelli basati sulla interferometria ottica, sugli ultrasuoni,sulle radiazioni X e gamma, sulla olografia ottica e acustica.
MATERIALI E LAVORAZIONI
10 Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753]Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone
Provanon distruttivacon densitometroai raggi X.
Durometro Rockwell.
RESISTENZA DEI PRINCIPALI MATERIALI DA COSTRUZIONE (CARICHI DI SICUREZZA)
MATERIALE PESO SPECIFICO COMPRESSIONE TRAZIONE TAGLIO
(kg/m3) (N/mm2) (N/mm2) (N/mm2)
METALLIFerro saldato 7700 80 ÷ 100 80 ÷ 100 75Ferro omogeneo 7800 100 ÷ 120 100 ÷ 120 80Acciaio dolce 8000 – 120 –Ghisa 7000 ÷ 7500 60 ÷ 80 15 ÷ 20 20
LEGNAMIPino bianco 600 3 8 ⊥2,0 //1,2Abete bianco 560 3,5 7 ⊥1,2 //0,8Quercia 850 4 9 ⊥2,5 //1,4Faggio 750 4,5 8 ⊥2,0 //1,2Pioppo 530 2 – ⊥1,2 //0,8
PIETRE NATURALIGranito 2700 20 ÷ 40 – –Basalto 3000 60 – –Arenaria 2500 16 – –Tufo di Roma 1800 1,2 ÷ 3,2 – –Peperino di Roma 2000 2,8 ÷ 4,8 – –Travertino 2200 8 – –Marmo di Carrara 2800 16 – –
LATERIZIMattoni comuni 1600 1,6 ÷ 2,4 – –Mattoni forati 900 ÷ 1200 0,8 ÷ 1,2 – –
LEGANTIMalte di calce 1700 0,1 – –Malte di cemento 1800 1,2 ÷ 1,5 – –Calcestruzzo 2400 > 4,5 – –
MURATUREMuratura di tufo 2000 0,5 – –Muratura di calcare
tenero 1800 0,5 ÷ 0,8 – –Muratura di mattoni 1600 0,6 ÷ 0,8 – –Muratura di mattoni
e cemento 1800 1 ÷ 1,2 – –
ALTRIVetro 2500 8 ÷ 10 – –
⊥ Perpendicolare alle fibre // Parallelo alle fibre
11Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753]Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone
� Arco
Geniale invenzione dell’ingegneria etrusca, l’arco fu portato ai mas-simi splendori dall’architettura romana. Consiste in una serie di bloc-chi disposti a semicerchio che, sotto il proprio peso, possono resiste-re anche a secco, cioè senza leganti. I carichi si trasmettono da unconcio all’altro e giungonosul piano d’imposta conandamento quasi verticale:la loro lieve componenteorizzontale viene facilmen-te assorbita dalle spalle.
L’uso di mattoni e maltaconsentì agli antichi roma-ni di realizzare, con ele-menti piccoli e facilmentetrasportabili, archi di lucemolto ampia.
� Volte
Derivano direttamente dall’arco. La volta più semplice è la volta a bot-te; da varie combinazioni di essa nascono gli altri tipi. Con l’avventodel c.a. le volte hanno subìto una profonda evoluzione, sia nella for-ma sia nelle dimensioni.
TECNOLOGIA DELLE COSTRUZIONI
TIPOLOGIE STRUTTURALI� Trilite
È la più semplice e antica struttura costruttiva usata dall’uomo. Dueblocchi verticali (i piedritti) sostengono l’elemento orizzontale (l’ar-chitrave) che è sollecitato a flessione; la pietranon ha buona resistenza a flessione, mentreil legno non può raggiungere grandi dimen-sioni. Per questo motivo nell’antichità questastruttura non consentì di realizzare costru-zioni con grandi distanze tra i piedritti (di-stanza detta «luce»). Con l’avvento del c.a.questo vincolo naturale è stato rimosso.
Tecniche e lavorazioni
piedritto
architrave
Strutture trilitiche di Stonehenge (Gran Bretagna).
� Capriata
Di forma triangolare, è costituita da un elemento orizzontale (la cate-na) e due inclinati (i puntoni). Mentre questi ultimi lavorano a com-pressione, la catena subisce sforzi di trazione. Dato che, tra i materia-li naturali, l’unico che presenti una discreta resistenza a trazione è illegno, fino al XIX sec. lecapriate venivano realiz-zate solo in legno. Anchein questo caso il legno po-ne limiti dimensionali al-le luci. Con l’uso del ferroe del c.a. anche la capriataha potuto raggiungere lu-ci molto più ampie.
Copertura a capriata.
saettone monaco
catena puntone
spalla
pianod’imposta
concio
concio di chiave
fre
ccia
Volte della Basilica romana di Massenzio.
VOLTE CLASSICHE
Volta a botte Volta a crociera
Volta a padiglione
Volta a botte con lunette
Volta a botte contestate a padiglione
Volta a schifo
Volta sottesa Volta a paraboloide iperbolico
VOLTE MODERNE
Struttura a telaio in c.a.
Struttura a telaio in ferro e c.a.
F
� Strutture reticolari
Sono basate su maglie triangolari. In un triangoloarticolato, la struttura è estremamente rigida, poichéle aste lavorano solo a compressione (puntoni) o atrazione (tiranti).
MATERIALI E LAVORAZIONI
12 Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753]Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone
F
Trave reticolare
� Strutture a guscio conformato
Derivate dalle lamine conformate e dalle volte,esse sfruttano la rigidità di forma, la resistenzaelevata e la lavorabilità dei moderni materiali.
Copertura dello Stadio Olimpico di Roma.
� Strutture a telaio
Derivate dal trilite pos-siedono però un archi-trave incastrato neipiedritti. Le sollecita-zioni di flessione nonne hanno consentitol’uso in edilizia finoall’avvento del ferro edel c.a.; con essi èdivenuta la strutturapiù usata nelle costru-zioni. Travi e pilastricon giunti rigidi for-mano strutture stabilie leggere.
Franklin Halle a Berlino, di H.A. Stubbins (1957).
Città delle Scienze e delle Arti a Valencia, di Santiago Calatrava (2002).
� Tensostrutture
Derivano dalle tende, impostate con pocheaste rigide (puntoni) e con teli tesi da funi.L’introduzione nell’edilizia di materiali sinte-tici (come il PVC, ecc.) ha permesso di realiz-zare originali coperture di grandi ambienti.
Città delle Scienze e delle Arti a Valencia, di Santiago Calatrava (2002).
13Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753]Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone
TECNOLOGIA DELLE COSTRUZIONI
STRUTTURE VERTICALI� Muri portanti
In laterizio o pietra sono ancora usati per costruzioni di dimensio-ni ridotte e per una produzione di piccolo cantiere.
� PilastriSono solitamente dicemento armato oferro. Oltre alla funzio-ne portante devonoconferire rigidità atutta la struttura. Perquesto è particolar-mente importante lasoluzione del nodo conle travi.
Muro in pietrame
Muro in pietrame e mattoni
Muro in mattoni a due teste
Muro in mattoni a tre teste
Muro in mattoni semipieni e forati
Muro in blocchi di calcestruzzo
Pilastro in cemento armato.
Pilastro in c.a. conmensole d'appoggioper travi
Nei pilastri in c.a.i tondini vengonogeneralmente dispostiagli angoli
Pilastro in ferro contrave chiodata
Muro a riseghecon fondazioni
Pilastro con plintodi fondazione
Lavorando a compres-sione i pilastri aumen-tano di spessore versoil basso, fino alle fon-dazioni, dove siaumenta al massimo lasuperficie d’appoggioper diminuire la pres-sione sul terreno.
STRUTTURE ORIZZONTALI� Travi
Tradizionalmente realizzate in legno (di sezione rettangolare), sonooggi prevalentemente ottenute in ferro o in cemento armato. Inquesti casi si sceglie la forma della sezione più adatta a sostenere lesollecitazioni di flessione.
� Solette
Sono strutture di cemento armato che consentono di realizzarepiani di calpestio; l’armatura delle solette è in genere costituita dareti elettrosaldate. Per ottenere solette resistenti e leggere, si usanolamiere stampate sulle quali si esegue il getto di calcestruzzo.
MATERIALI E LAVORAZIONI
14 Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753]Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone
Trave in legno Travi in ferro Travi in cemento armato
� Solai
Sono le strutture orizzontali che dividono i vari piani dell’edificio.Le loro superfici inferiori fungono da soffitti, quelle superiori dapavimenti. La funzione portante è in genere assolta dalle travi chesostengono le strutture di riempimento, come tavolati o solette.Con l’introduzione del cemento armato si è creata una stretta soli-darietà fra travi e riempimenti (laterizi e solette).
tavolato
trave travetto
tavellonetrave in ferro
calcestruzzo
calcestruzzo
travetto prefabbricato in c.a.pignatta
Solaio in legno
Solaio in cemento armatoe laterizi: a destra primadel getto di calcestruzzo, sottouna sezione del solaio completo.
Solaio in ferro, tavelloni ecalcestruzzo: a destra primadel getto di calcestruzzo, sottouna sezione del solaio completo.
Soletta in cemento armato
Soletta in c.a. su lamierad’acciaio stampato
Solaio durante il getto.
Laterizi posatiper il solaio.
15Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753]Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone
STRUTTURE DI FONDAZIONE
Il peso dell’edificio grava sul terreno esercitando su di esso notevolipressioni. Il terreno, però, può avere caratteristiche molto diverse perresistenza meccanica; pertanto a seconda del terreno si sceglie il tipodi fondazione più adatto. Salvo che in casi particolari, le fondazioniassolvono il compito di ripartire il carico dell’edificio, in modo che ilterreno non subisca cedimenti.
Le fondazioni che poggiano su terreni di scarsa resistenza devonoripartire al massimo il carico; a questo scopo rispondono le fonda-zioni a platea, che inoltre, in caso di terreni melmosi, costituisconouna valida barriera all’umidità.
TECNOLOGIA DELLE COSTRUZIONI
Caricoconcentrato
Carico ripartito
Tra i tipi di fondazione più comuni sono quelle in c.a. Esse presenta-no soluzioni a sistema discontinuo o continuo. Al primo sistema ap-partengono le fondazioni a plinto, al secondo quelle a trave rovescia ea platea.
Fondazione a plinti in c.a.
Fondazione a trave rovescia in c.a.
Fondazione a palo
Fondazione a platea
Quando invece il terreno superficiale è cedevole, ma gli strati pro-fondi sono resistenti, si usano fondazioni a palo che raggiungonogli strati più consistenti del terreno.
Sopra: costruzionedi fondazioni a platea.A destra: armaturadi un palo di fondazione.
glossarioPendenza: è l’inclinazione misurata rispetto a una direzione orizzontale.
Pendenza percentuale: è il dislivello tradue punti a distanza 100. Nella figurala pendenza percentuale è del 42%.
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42
100
Capriata in legno e ferro
arcarecci travetto
Capriata in c.a. prefabbricata
COPERTURE
Le coperture degli edifici si realizzano con strutture che creano unapendenza per il deflusso delle precipitazioni. In caso di pendenzesuperiori al 10% si hanno tetti (coperture a falde inclinate), mentrecon pendenze inferiori si costruiscono coperture piane.
MATERIALI E LAVORAZIONI
16 Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753]Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone
linea di gronda
falda abbaino
linea di colmoinclinata
linea di colmo linea di conversa
linea di bordo
sporto
NOMENCLATURA DEI TETTIcopertina in marmopavimentazioneallettamentoguaina impermeabilizzantemassetto per la pendenzasolaio
� Coperture a falde inclinate
Sono ottenute mediantestrutture che creano la pen-denza (capriate, travi incli-nate o solai poggianti sumuretti inclinati) e la super-ficie d’appoggio per il man-to impermeabile. La sceltadelle pendenze è legata aifattori climatici della zona.
Alta montagnaZone alpineItalia settentrionaleAlto AppenninoBasso AppenninoItalia centraleItalia meridionale
>60%50-60%
35%45%35%
30-35%25%
ArdesiaTegole alla romanaTegole marsigliesiLamiere ondulateVetro, plasticheRame
40-50%35%30%
20-25%10-20%15-30%
ZONA MANTO
PENDENZE CONSIGLIATE
� Coperture piane
Le coperture piane sono realizzate con pendenze del 2-3% ottenutecon massetto. Possono essere praticabili (terrazze o balconi) e quin-di pavimentate, oppure non praticabili. In ogni caso va posta partico-lare cura per l’impermeabilizzazione e per lo smaltimento delle acquepiovane.
� Manti di copertura
Manto di tegole alla romana (coppi ed embrici).
Manto di lastre in ardesia.
Manto di lamiera metallica (in foto: rame).
Coperture inclinate con tavelloni su muretti
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COLLEGAMENTI VERTICALI� Scale
Sono le più frequenti strutture di collegamento tra i diversi livelli de-gli edifici. I gradini, che in sequenza formano una rampa, devono es-sere ben proporzionati per risultare comodi e poco pericolosi. Lestrutture delle scale sono solitamente costruite in ferro o in c.a. Que-ste ultime si possono realizzare mediante getti conformati a gradini,che devono solo essere rivestiti, oppure con solette sulle quali si for-mano i gradini mediante laterizi. Sono anche prodotte industrial-mente sotto forma di rampe prefabbricate.
� Ascensori
Presenti in quasi tutti gli edifici con più di quattro piani, gli ascen-sori sono azionati da motori elettrici che, tramite funi di acciaio eun contrappeso, fanno muovere la cabina lungo guide verticalidisposte all’interno del vano ascensore.
L’apparato motore è normalmente alloggiato in un locale sicuro eresistente a carichi notevoli; in genere si trova in terrazza sopra ilvano ascensore. Quest’ultimo, oltre alle caratteristiche di sicurezza,deve soddisfare le esigenze di passaggio della cabina, dei cavi e delcontrappeso.
Le dimensioni della cabina sono pro porzionate alla portata previ-sta; in caso di edifici accessibili ai portatori di handicap la cabinadeve essere almeno di 1,50 × 1,37 cm, e provvista di porta con lar-ghezza minima di 90 cm.
TECNOLOGIA DELLE COSTRUZIONI
Scala in c.a.
a = alzatap = pedata
a
p
2a + p = 63 cm
PROPORZIONAMENTO DEI GRADINI
Scala in c.a. e laterizi
Scala prefabbricata in c.a.
Costruzione di una scala in cemento armato.
150200
110
134
110
150
174
160
150110
150
184
130
130
180
154
Dimensioni delvano ascensoriin funzione della cabina
Dimensioni del locale macchine
min
2,6
m
DIMENSIONI DELLA CABINA ASCENSORI
PORTATA m2 cmPERSONE
3 0,72 90 x 80
4 0,94 118 x 80
5 1,12 118 x 95
6 1,35 142 x 94
8 1,65 142 x 118
10 2,05 172 x 118
� Rampe
Sono sempre più diffusenegli edifici pubblici pergarantire l’accessibilità aidisabili; sono realizzatecon materiali antisdruccio-levoli e con pendenze nonsuperiori all’8%. Sonoprovviste di corrimano e diripiani di lunghezza mini-ma 1,5 m per ogni 10 m disviluppo lineare.
8% max
TRAMEZZI
Sono i muri di divisione interna degli edifici;non hanno funzione portante, ma devono ave-re un discreta coibentazione acustica per soddi-sfare le esigenze della privacy. Per i tramezzisono impiegati prevalentemente forati e pan-nelli in gesso; in casi particolari (esigenze este-tiche o di luminosità) sono usati anche mate-riali trasparenti (vetro, vetrocemento, perspex).
a Davanzaleb Controtelaioc Telaio fissod Telaio mobilee Vetrocamera (doppio vetro)f Cernierag Sistema di chiusura (cremonese)h Coprifiloi Persiana avvolgibilel Rullom Cassonetto coibentato
bfdegch a
l
i
m
c
e
d
c
a
MATERIALI E LAVORAZIONI
18 Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753]Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone
TAMPONAMENTI
Sono i muri perimetrali che non hanno fun-zione portante, ma solo di chiusura e isola-mento dall’esterno; pertanto vengono realiz-zati in modo da garantire una buona coiben-tazione termica e acustica. Un sistema tradi-zionale è quello del muro a cassetta, cioè unmuro doppio con intercapedine e materialiisolanti; l’uso di forati e blocchetti in calce-struzzo è oggi parzialmente sostituito dapannelli prefabbricati già coibentati.
Forati con isolantie intercapedine
Forati con pannellidi gesso e isolante
Pannelli prefabbricatiin calcestruzzo e isolante
Muro perimetrale coibentato.
Costruzione di un tramezzo in forati.Forati Pannelli di gesso
SERRAMENTI
Tra i serramenti sono da ricordare, oltre aporte e finestre, anche persiane ad ante e per-siane ad avvolgibile.
I serramenti sono realizzati in legno (tradi-zionalmente il più diffuso), in metallo (allu-minio e acciaio) e in materie plastiche. Portee finestre sono generalmente costituite da te-lai mobili incernierati su un telaio fisso; que-st’ultimo viene montato su un controtelaiofissato nel muro.
� Finestre in legno
Sezione orizzontale
Sezione verticale
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TECNOLOGIA DELLE COSTRUZIONI
a Davanzaleb Controtelaioc Telaio fissod Telaio mobilee Vetrocamera (doppio vetro)f Tassello di appoggio del vetrog Comando del sistema di chiusura (maniglia)h Sistema di chiusura (cremonese)i Guarnizione di tenutal Cerniera
Sezione verticale
b c d fa g h e i l
a
f
e
d
i
c
b
Sezione orizzontale
PORTA IN LEGNO - Sezione orizzontale
PORTA IN ALLUMINIO - Sezione orizzontale
a Controtelaio e Sistema di chiusurab Telaio fisso f Cernierac Telaio mobile g Coprifilod Pannello
ba e d c f g
ba e d c f
� Finestre in alluminio
� Porte
Tecnologia e creatività fanno diventarearchitettura anche i serramenti.Parete fotosensibile costruita con diaframmiregolabili e suo particolare (Istituto del MondoArabo a Parigi, progetto di Jean Nouvel).
FINITURE ESTERNE
Le finiture esterne hanno come scopo fondamentale la protezionedelle strutture dagli agenti atmosferici e dall’usura; altrettantoimportante è la loro funzione estetica.
� Paramenti
Sono strati applicati con malta e col-lanti sulle pareti. I più comuni sonoin laterizi particolari, di spessore ri-dotto e di selezionata qualità estetica.
Minore diffusione hanno, per illoro alto costo, piastrelle ceramichee lastre di marmo.
FINITURE INTERNE� Pavimentazioni interne
Per corrispondere ai più diversi intenti funzionali ed estetici, esisto-no rivestimenti in gomma e linoleum, in ceramica (gres, monocot-ture), in legno (parquet), in marmo. In locali per uffici con impian-ti di complesso cablaggio (elettrico, telefonico, telematico) sono fre-quenti i pavimenti galleggianti, cioè sospesi sopra il solaio.
MATERIALI E LAVORAZIONI
20 Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753]Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone
� Pavimentazioni esterne
Cortili e marciapiedi sono ingenere rivestiti con mantibituminosi o lastricati conpietre naturali (blocchetti diporfido o basalto); balconi eterrazze sono invece rico-perti con gres ceramici, la-stre di cemento o derivati,allettati sopra man ti coiben-ti e impermeabili.
Esempio di intonaco lavorato. Particolare di parete in bugnato.
pavimentazioneallettamento
guaina impermeabilizzantemassetto per la pendenza
soglia in marmo
Pavimentazione di balcone.
� Intonaci
Sono rivestimenti di discreto spessore (circa 1 cm) ottenuti con mal-te di calce o cementizie, materiali speciali per intonaci. La superficieesterna viene finita con metodi e aspetti diversi. In passato era mol-to usato l’intonaco a bugnato, cioè a blocchetti ruvidi o lisci, sporgen-ti di qualche centimetro. All’intonaco viene infine applicata la tinteg-giatura.
Laterizi perparamenti. Parete in pietra sintetica.
piastrelle
malta adesiva massetto
pannello isolante
Pavimentazione interna con piastrellee pannello isolante.
Sezione di pavimento galleggiante.
Pavimento in parquet. Pavimento in marmo.
� Rivestimenti di pareti e soffitti
Pareti e soffiti vengono decorati con tinteggiature e carte da parati(prodotte anche in materiali sintetici).
� Altre finiture
Zoccoli, parapetti, ringhiere e corrimani sono realizzati in modi emateriali molto diversi (dal legno, al marmo, alle plastiche).
Pur essendo elementi di minore rilevanza, le finiture contribuisco-no a dare all’edificio un particolare carattere; la loro qualità è un po’ lafirma del progettista.
Mancorrentedi Victor Horta.
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COSTRUZIONI PREFABBRICATE
Da sempre nell’edilizia si è cercato di introdurre elementi costrut-tivi prefabbricati, cioè realizzati fuori dal cantiere, per risolvereproblemi di trasporto, organizza zione e tempi di lavorazione.Colonne, capitelli, elementi di trabeazione, mattoni sono esempla-ri soluzioni di prefabbricazione nel mondo antico. Già da allora sisaldò il processo progettuale con quello produttivo attraverso lamodularità della struttura.
Dalla rivoluzione industriale a oggi, l’uso di elementi prefabbri-cati si è diffuso tanto da stimolare la ricerca tecnologica. Nuovimateriali e sistemi di prefabbricazione offrono soluzioni originalisia per le grandi costruzioni civili e industriali, sia per piccoli edifi-ci, realizzati anche artigianalmente.
� Sistemi prefabbricati
L’intera struttura dell’edificio è realizzata tramite parti coordinate inmodo tale da essere installate mediante il semplice montaggio. Oltrea sistemi ed elementi li-neari (travi, pilastri), esi-stono quelli a ele menti tri-dimensionali (blocchi).Per tutti è fondamentalela soluzione dei giun tiorizzontali o verticali, cioèle connessioni tra i diversielementi della struttura.
� Elementi prefabbricati
Non necessariamente laprefabbricazione coinvolgetutta, o quasi, la strutturadell’edificio. Anche costru-zioni di medie e piccoledimensioni sono spessorealizzate con elementi pre-fabbricati, che si innestanosu strutture di tipo tradizio-nale. Trascurando materialiceramici e laterizi, si devonoannoverare, tra i più fre-quenti, travi e capriate inferro o c.a., blocchi finestra,scale, pannelli per interni oper esterni, elementi dicopertura, blocchi-bagno.
TECNOLOGIA DELLE COSTRUZIONI
sigillante calcestruzzogettato in opera
Giunto tra pannelli prefabbricati in c.a.
Edificio in costruzione con elementi prefabbricati.
Posa di pannelliprefabbricati.
Travi e pilastri prefabbricati.
Scala prefabbricata.
Gli elementi prefabbricati abbisognano di montaggio, ma non sem-pre di finiture. Sempre più spesso elementi a vista so no prodotticon materiali e lavorazioni superficiali che soddisfano le esigenzedi finitura sia estetica sia funzionale.
Pannelli prefabbricati con trattamento superficiale.
MATERIALI E LAVORAZIONI
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IMPIANTO IDRAULICO
Impianti
Serve ad approvvigionare gli edifici di acqua per scopi alimentari e igienici. La rete di adduzio-ne è articolata in tubazioni (ferro o PVC) e valvole, che riforniscono di acqua fredda o calda idiversi locali (in genere cucina e bagno). A ogni punto di erogazione corrisponde una tubazio-ne di scarico che confluisce nella rete di smaltimento. Questa si articola in tubazioni di sca-rico del WC (di diametro >80 mm) e in quella di tutti gli altri scarichi (di diametro minore).
Tutte le acque di scarico (dette acque nere) vanno poi a confluire nella canna fognariadiscendente e di qui nella rete fognaria. È importante che la canna fognaria sia ventilatadalla sommità e che i singoli scarichi siano provvisti di sifoni per evitare odori sgradevolinell’alloggio.
Nell’impianto idraulico è anche integratala rete di raccolta delle acque pluviali (o ac-que meteoriche). Dai tetti l’acqua piovana vie-ne immessa nei canali di gronda, quindi neidiscendenti, nei pozzetti di sedimentazionee, dopo confluenza con l’impianto interno,nel dotto fognario della rete urbana.
Canali di gronda e discendenti sono in ge-nere di metallo (alluminio o rame) o in pla-stica (PVC).
dotto fognario
contatore
valvola
esalatore
pozzetto
dotto fognario
discendente
La presenza di vani murari, per il passaggio di tubazioni di approvvigionamento e smaltimento,crea impianti più razionali, ma determina vincoli per l’ubicazione del bagno e della cucina.
Discendente in rame creativamente integratonelle decorazioni di facciata.
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TECNOLOGIA DELLE COSTRUZIONI
IMPIANTO ELETTRICO
La distribuzione di energia elettrica avviene mediante cavi (inrame) strutturati secondo un percorso molto rigoroso. Dalla reteurbana essi giungono in un locale del caseggiato in cui si trova lascatola di derivazione, dalla quale si dipartono i cavi destinati ai sin-goli alloggi; subito dopo la derivazione vengono posti in linea idiversi contatori per il calcolo del consumo. La rete principale didistribuzione si dirama quindi nei singoli alloggi. Qui, subito dopol’interruttore generale, mediante scatole di derivazione si creanoulteriori ramificazioni fino ai singoli punti-luce (interruttori, prese,lampade). L’impianto elettrico viene in genere installato insieme aquello telefonico e TV.
In genere l’impianto elettrico viene alloggiato in tubazioni disposteentro tracce nei muri. Come soluzione alternativa, più comoda esicura, si possono creare, nelle pareti, nelle controsoffittature o neipavimenti, dei vani in cui trovino posto i cavi elettrici e le condut-ture degli altri impianti.).
rete contatori
presa
interruttore
scatola
dispersoredi terra
Pavimentogalleggiantecon vanoimpianti.
È estremamente importante che l’impianto elettrico siastrutturato in conformità alle norme di sicurezza. Oltreai criteri di progetto per il dimensionamento e la distri-buzione, ha un ruolo fondamentale per la sicurezza lamessa a terra di tutto l’impianto. In pratica ogni presa ointerruttore è collegato con un cavo (convenzionalmen-te di colori giallo e verde) che termina in un dispersore diterra. Quest’ulti-mo consiste inuno o più picchet-ti di metallo con-duttore (acciaiozincato o rame)collegati tra loroad anello e inter-rati. Altro mododi realizzare undispersore di ter-ra è collegare il si-stema con i tondi-ni in ferro dellestrutture in ce-mento armato.
Congiuntamente al sistema di messa a terra è estre-mente utile che ogni utenza elettrica (alloggio, ufficio onegozio) abbia un impianto elettrico provvisto di inter-ruttore differenziale, comunemente detto salvavita; essointerrompe la corrente in caso di dispersioni.
Impianto di terra collegato alle armaturedella struttura in c.a.
Tipi diversi didispersori di terra.
Segnale disposto inprossimità di undispersore di terra.Schema di impianto elettrico di alloggio.
IMPIANTO DEL GAS
Questo impianto perviene dalla rete urbana medianteuna colonna montante che si allaccia ai contatori deisingoli alloggi. Di qui si dipartono le tubazioni versofornelli, scaldabagno o caldaia dell’appartamento.
La tossicità del gas impone il rigoroso rispetto dellenorme di sicurezza; oltre a quelle relative al funziona-mento delle apparecchiature, sono da citare le seguenti:
• i contatori devono essere sistemati all’aperto (balco-ni);
• ogni bruciatore deve essere provvisto di impianto diventilazione (canna fumaria);
• i locali in cui si trovano bruciatori devono essere benarieggiati.
MATERIALI E LAVORAZIONI
24 Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753]Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone
rete gas
contatore
canne fumarie
IMPIANTO TERMICO
Negli impianti (centralizzati o autonomi per singolialloggi) dalla caldaia si dipartono tubazioni con acquacalda verso i singoli elementi radianti. Di qui l’acquaraffreddata torna con altre tubazioni, parallele alle pre-cedenti, verso la caldaia dove si chiude il circuito.
Oltre ai sistemi con caldaia a combustibile, si vaimponendo il sistema a pannelli solari, che riforniscedi acqua calda una cisterna; di qui si diparte il circuitodi riscaldamento degli alloggi. Per le basse temperatu-re raggiungibili con questo sistema è più frequente ilsuo uso per acqua calda a scopi igienici.
rete idrica caldaia
cisterna
vasca diespansione
pannello solare
Pannello solare termico su tetto.
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IMPIANTI DI VENTILAZIONE
I locali chiusi o soggetti a un notevole consumo d’aria, specialmentenel periodo invernale, devono essere provvisti di impianto di ventila -zione.
Tra quelli ad aspirazione naturale sono da ricordare le canne fu-marie, normalmente inglobate nei muri, collegate a bruciatori o ca-minetti presenti nell’alloggio. Le estremità delle canne fumarie so-no provviste di cappa, all’inizio, e di comignoli, alla fine.
Gli edifici sono talvolta provvisti di chiostrine, cioè di piccoli vaniaperti verso l’alto, che attraversano verticalmente il fabbricato, per con-sentire l’aerazione (manon l’illuminazionenaturale) a locali e am-bienti.
Infine i locali chiusivengono aerati me-diante impianti di ven-tilazione forzata, comeventole o aspiratori,collegati a tubazioniche terminano al-l’esterno del fabbricato.
IMPIANTI DI SICUREZZA
Sia gli edifici abitativi sia, soprattutto, quelli commerciali, indu-striali e pubblici devono soddisfare essenziali esigenze di sicurezzaper l’incolumità. A tale scopo vanno provvisti di impianti particola-ri, tra i quali i principali sono:
• impianti di sfollamento;• impianti antincendio;• impianti di illuminazione d’emer genza;• impianti antifolgore;• impianti di segnalazione del pericolo.
� Impianti di sfollamento
Negli edifici pubblici devono essere predisposte scale e uscite disicurezza dislocate in modo tale che da ogni punto dell’edificio nonsi debbano percorrere più di 30 metri prima di trovarsi all’aperto.
� Impianti antincendio
L’installazione di estintori e di idranti (bocche d’acqua con mani-chetta) deve essere tale da garantirne l’accessibilità e semplicità difunzionamento. Nei grandi edifici vengono anche predisposti degliimpianti di estinzione a pioggia, azionabili anche automaticamen-te. Per contenere la diffusione delle fiamme e dei fumi sono previ-ste anche porte e muri tagliafuoco.
� Impianti d’illuminazione d’emergenza
Obbligatori negli edifici pubblici, sono alimentati da accumulatoriche entrano in funzione in caso di interruzione dell’elettricità.
� Impianti antifolgore
Tutti gli edifici sonoprovvisti di paraful-mine, in generedislocato sul tetto osulla terrazza. Perlimitare ancora dipiù i rischi da fulmi-ne, le costruzioni dimaggiori dimensionisono racchiuse dauna gabbia metallica(gabbia di Faraday)creata appositamen-te, o ricavata dallaconnessione di strut-ture metalliche del-l’edificio.
TECNOLOGIA DELLE COSTRUZIONI
Scala di sicurezza.
Parafulmine.
� Impianti di segnalazione di pericolo
Molto utili e sempre più diffusi negli edifici pubblici sono gliimpianti di segnalazione dei fumi, di gas e di allaga menti.
� Segnalazione delle vie d’uscita
Il problema principaledella sicurezza degli edi-fici è quello della facilitàdi evacuazione in caso dipericolo. Per questo, ol-tre agli impianti suddet-ti, sono indispensabilisegnali facilmente com-prensibili e che orienti-no verso le uscite più vi-cine.
USCITA DI SICUREZZA A DX SCALA ANTINCENDIO
IDRANTE ESTINTORE
Tetto con comignoli.