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GIUGNO 2011 In caso di mancato recapito si restituisca a Maico srl a socio unico, cas. post. n°. 20, S. Leonardo (BZ) che si impegna a pagare la relativa tassa - Contiene inserto pubblicitario. Periodico Tecnogramma - Sped. in A.P. 70% - DCB Bolzano - N° 2/2004 Autoriz. Dir. Prov. BZ N° 3399/R4 - Registrato tribunale di Bolzano N° 1/91RST Direttore responsabile: E. Krumm - Direttore: W. Reisigl, Cas. post. N. 20 S. Leonardo 758087 - 06/2011 Una ventata d'aria fresca tecno gramma 22 Perché le case di oggi hanno bisogno della ventilazione ACUSTICA PER IMMAGINI Fotografare il rumore su pareti e finestre DENTRO IL VETRO Il futuro della canalina si chiama "distanziatore polimerico" BANCHI DI PROVA I vantaggi di testare i serramenti in azienda

Tecnogramma 22 (giugno 2011): Una ventata d'aria fresca

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Sommario: Respirare in case che respirano (pag. 6) / La finestra chiusa che ricambia l’aria (pag. 20) / A suon di colori - La tecnica dell'Acustica per Immagini (pag. 22) / Entrate! - La nuova piattaforma Extranet Maico (pag. 28) / È questione di evoluzione - Il distanziale polimerico (pag. 34) / Intervista ad Andrea Vitali di PB Group (pag.40) / Provando s’impara - Testare i serramenti in azienda (pag. 42) / «Così il banco di Maico Technology ci ha convinti» (pag. 49) / La differenza si sente - L’importanza del giunto per l’isolamento acustico (pag. 52)

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Una ventatad'aria fresca

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Perché le case di oggi hanno bisogno della ventilazione

ACUSTICA PER IMMAGINIFotografare il rumore su pareti e finestre

DENTRO IL VETROIl futuro della canalina si chiama "distanziatore polimerico"

BANCHI DI PROVAI vantaggi di testare i serramenti in azienda

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La crisi in Nord Africa e il conseguente aumento del prezzo del petrolio e del gas, i dubbi sul nucleare, la nascita di parchi eolici e fotovoltaici sui crinali delle nostre colline e nelle campagne di tutto il paese non fanno altro che rafforzare il concetto tante volte espresso dal direttore dell'Agen-zia CasaClima Norbert Lantschner: l'energia più pulita e più economica è quella che non si consuma.

L'Unione Europea ha fatto propria questa convinzione, al punto da ema-nare una direttiva che prevede che dal 2021 gli edifici di nuova costruzione dovranno avere un consumo energetico pressoché nullo.

Grazie ai contributi per il risanamento energetico e soprattutto al fatto che le abitazioni che oggi hanno più mercato sono quelle costruite secondo i vari standard "clima", anche nel nostro paese l'edilizia ha imboccato la strada del risparmio energetico. Isolamenti di facciata sempre più impor-tanti, serramenti iper-performanti, ponti termici ridotti al minimo e giunti di posa a tenuta quasi stagna hanno preso piede un po' ovunque.

Ma il consumatore è preparato e informato sulla corretta gestione di una casa che riduce al minimo i ricambi d'aria incontrollati? E il progettista? E il serramentista? Chi si preoccupa di smaltire l'eccesso di CO2 prodotto negli ambienti e di mantenere un giusto tasso di umidità all'interno dell'abi-tazione?

Noi crediamo che in materia ci sia ancora un po' di confusione o di cattiva informazione: le numerose lamentele su condensa e muffa da parte di chi ha cambiato i serramenti o è andato a vivere in una casa di nuova costru-zione sono lì a testimoniarlo.

L'articolo di apertura di questo numero si occupa proprio di questo; si pone come obiettivo quello di informare il lettore sulle necessità di una casa ben isolata e sulle soluzioni tecniche che le permettono di "respirare". Senza la pretesa di insegnare niente a nessuno, crediamo che un'informazione cor-retta possa da un lato aiutare il serramentista a prevenire possibili reclami, dall'altro a fargli intravvedere una nuova opportunità di mercato, che in Ita-lia è appena nata. Quella della ventilazione controllata.

Michele Bernardi, direttore editoriale

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Sommario

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Respirare in case che respiranoUmidità, muffa, accumulo di inquinanti: sono i problemi delle case di oggi – sempre più isolanti e iso-late – se non arieggiamo. Con le finestre o con un impianto di ventilazione meccanica controllata.

La finestra chiusa che ricambia l'aria, pag. 20Intervista a chi ha realizzato un impianto di ventilazione applicato al serramento.

PAGINA 6

PAGINA 4 Magazine

A suon di coloriLa rivoluzione dell'acustica per immagini: individuare i punti deboli nell'isolamento acustico di facciata.

PAGINA 22

Entrate!I nostri clienti possono entrare virtualmente in Maico anche fuori dagli orari di ufficio. Merito della nuova piattaforma elettronica, che permette di visualizzare e gestire i propri ordini 24 ore su 24.

PAGINA 28

La differenza si senteL'importanza del giunto per l'isolamento acustico: in collaborazione con Envircom ecco il primo studio comparativo tra i diversi sistemi e materiali di posa.

PAGINA 52

È questione di evoluzioneScegliere un vetro con distanziale polimerico può significare l'evoluzione verso serramenti dalle prestazioni eccellenti. Senza fare nulla di più.

Intervista ad Andrea Vitali, pag. 40Parla il presidente di PB Group, azienda che produce serramenti puntando sul distanziale polimerico.

PAGINA 34

Provando s'imparaPerché testare i serramenti in azienda? Per fare ricerca e sviluppo, per prepararsi alle prove ITT, per controllare a campione la produzione. Con la testimonianza di chi utilizza i banchi di prova.

«Così il banco di Maico Technology ci ha convinti», pag. 49Intervista all'azienda che ha appena acquistato il banco di prova distribuito da Maico Technology.

PAGINA 42

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Bronzo

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MagazinePRODOTTI

La maniglia c'è ma non si vede

Bianca per "mimetizzarsi" sui profili dello stesso colore in PVC, legno o allu-minio. Ma anche dorata, nichel (effetto inox) e bronzo.Sono le nuove varianti di Tentazione di Maico, la prima maniglia a scompar-sa per finestre e porte-finestre. I nuovi colori vanno ad aggiungersi al cromo lucido e al cromo satinato di questa speciale maniglia che, scomparendo nel suo alloggiamento, lascia in primo piano il design della finestra.Quando il serramento è chiuso, infatti, Tentazione resta nascosta dentro al profilo: nessuna sporgenza e pulizia delle linee. Per farla uscire basta una leggera pressione: la maniglia scatta e permette di aprire la finestra sia a battente sia a ribalta.La maniglia Tentazione – personalizzabile con il logo del serramentista – è anche facile da montare. Si fresa il profilo con una dima apposita e si avvita.

PRODOTTI

Forbici sciolte, regolazione perfetta Per gli scorrevoli a ribalta è di-sponibile la nuova soluzione con forbici sciolte. Il vantaggio di avere due forbici nella parte superiore dell'anta consiste nella possibilità di regolare il funzionamento dello scorrevole subito dopo la posa in cantiere. È infatti sufficiente una chiave torx TX20 per regola-re la pressione del meccanismo, intervenendo singolarmente su ciascuna forbice. Ciò permette maggiore precisione e un servizio migliore. Le forbici sono semplici e veloci da montare, con l'impiego della dima prevista o meno. Que-sta nuova forbice è stata realizzata in modo da poter essere monta-ta senza problemi sia su profili squadrati, sia su profili arrotondati, nei materiali legno, PVC e misto alluminio-legno. Per un facile ab-binamento ai colori dei carrelli, le forbici sono ordinabili nei colori standard Maico.

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Per contattare l'agente Maico della propria zona, visitare la pagina internet www.maico.com/agenti

MAGGIORI INFORMAZIONI

ERRATA CORRIGE

Caratteristiche dei serramenti da testareSul numero 21 di Tecnogramma (feb-braio 2011), nell'articolo "Mettetevi alla prova" a pag. 35, abbiamo scritto che le prove obbligatorie ai fini della marcatura CE dei serramenti esterni sono la trasmittanza termica, la per-meabilità all'aria, la resistenza degli accessori di sicurezza, la resistenza all'urto da corpo molle e pesante e, secondo alcune interpretazioni, la re-sistenza al carico del vento.Samuele Broglio – presidente nazio-nale del Gruppo Legno di Confartigia-nato e membro del Gruppo di Lavoro 1 UNI – ci ha segnalato che le caratte-ristiche obbligatorie oggi in Italia sono

le prime tre, cioè:• trasmittanza termica (DM 2 aprile

1998 e d.lgs. 192 e 311)• permeabilità all'aria (DM 2 aprile

1998)• capacità portante dei dispositivi di

sicurezza (DL 626 19 settembre 1994, ora sostituito dalla legge 81; questa caratteristica è obbligatoria solo per i serramenti destinati a luo-ghi di lavoro, precisamente per le forbici di vasistas e anta-ribalta).

A queste si aggiungono le proprietà radiative (DM 2 aprile 1998).Al momento, dunque, non sono ob-bligatorie né la resistenza all'urto da

corpo molle e pesante né la resisten-za al carico del vento.Essendo la normativa articolata e di non immediata comprensione, Bro-glio invita i costruttori di serramenti che hanno dubbi sul tema della mar-catura CE a rivolgersi all'UNI. L'UNI è infatti l'unico ente autorizzato a formu-lare interpretazioni ufficiali della diret-tiva europea e le sue risposte posso-no essere utilizzate dal serramentista in caso di contestazioni.Per porre domande ai gruppi di lavoro UNI scrivere a [email protected] o visitare il sito www.uni.com

PRODOTTI

Scontri invisibiliChiusa la porta, non si vede più nul-la. Il nuovo scontro per porte con scrocco elettrico scompare inte-ramente, lasciando in vista solo il legno del telaio. L'angolo è ridotto ad appena 8 mm, in questo modo la resa estetica è perfetta. Realizzato in acciaio di spessore 3 mm, questo nuovo scontro combina robustezza a facilità di montaggio, ed è disponi-bile sia per aria 4, sia per aria 12, per serramenti con scostamento cava 13 mm. Al fine di uniformare l'intero sistema di meccanismi di chiusura, se si sceglie la serratura gancio-pun-zone, non solo lo scontro centrale, ma anche gli altri due possono esse-re ad angolo ridotto. Questo tipo di scontro è utilizzabile sia su porte a un battente, sia a doppio battente, in questo caso senza alcun problema di spazio per il montaggio.

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Il primo gesto, il più naturale. Così naturale che non ci pensiamo. Ma le nostre case e i nostri stili di vita sono cambiati e allora – se è vero che passiamo l'80% del tempo in luoghi chiusi tra casa, scuola, ufficio o pale-stra – vale la pena porsi qualche domanda sulla qualità dell'aria che respi-riamo. È buona? Arieggiamo abbastanza i locali? Se non ricambiamo l'aria noi, c'è un sistema che lo fa al posto nostro?Scopriamo che aria tira negli edifici di oggi e perché il mercato si sta orientando verso la ventilazione meccanica controllata.

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Muffa nella casa nuova

Incredibile. Casa ristrutturata con tanto di sostituzione delle vecchie finestre. Una "riqualificazione energetica di edificio esistente" in piena regola, coronata dagli incentivi fiscali al 55%. Eppure, a nemmeno un anno dalla conclusione dei lavori, si scopre che sul soffitto del bagno ci sono puntini neri di muffa. E, a ben guardare, da dietro l'armadio della camera da letto stanno spuntando chiazze beige, segnale di muffa al primo stadio…

Purtroppo non è un caso raro. Dopo aver cambiato i vecchi infissi con serra-menti isolanti e a tenuta, può accadere che la muffa compaia in case dove non c'era mai stata. E lo stesso problema è in agguato negli edifici nuovi. Come mai?

La causa

Tra le pareti domestiche produciamo umidità: quando cuciniamo, quando ci laviamo, quando stendiamo il bucato. Anche quando siamo seduti senza fare nulla, semplicemente attraverso la traspirazione corporea. Pure le piante dan-no il loro contributo!Si tratta di un processo del tutto normale e problemi non ce n'è finché ci ricor-diamo di cambiare l'aria nelle stanze. Però se non lo facciamo l'umidità si accu-mula. Semplificando, quando l'aria è satura di vapore acqueo e questo viene a contatto con superfici la cui temperatura è inferiore al "punto di rugiada", allora si formerà condensa. Anche se non si arriva alla condensa ma l'umidità sulla superficie permane per un certo periodo di tempo, è probabile che si svilupperà muffa.Abbiamo detto che la produzione di umidità è un fenomeno normale. Perché allora i problemi di condensa e muffa si manifestano dopo la sostituzione degli infissi? Perché oggi sì e ieri no?

L'aria interna è più inquinata

di quella esterna

QUANTA UMIDITÀ PRODUCIAMO?

Pianta 0,005 l/h

Persona a riposo 0,04 l/h

Persona che svolge attività quotidiane 0,09 l/h

Lavastoviglie 0,2 l per lavaggio

Lavatrice 0,3 l per lavaggio

Cucinare 0,6 l/h

Pulire i pavimenti 0,6 l/h

Fare il bagno 1,1 l

Fare la doccia 1,7 l

Una famiglia di tre persone produce indicativamente 6 litri di acqua al giorno. Fonte: Fernlehrgang BauBiologie IBN - Institut für Baubiologie+Ökologie Neubeuern, Neu-beuern (D) 2009

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Il paradosso dello spifferoLa risposta è paradossale: perché ieri c'erano gli spifferi. Le vecchie finestre non isolavano bene come quelle moderne e, anche se erano chiuse, l'aria in-vernale secca si insinuava tra giunzioni e fessure sostituendosi a quella interna umida. Insomma, l'aria si auto-ricambiava, seppure in modo incontrollato e con la dispersione del calore interno.

C'è nessunooo?Un'altra differenza rispetto al passato riguarda lo stile di vita. La società è cam-biata, i nuclei familiari sono più piccoli e i membri della famiglia stanno fuori casa per la maggior parte della giornata. Le finestre, di conseguenza, rimango-no chiuse.

Uffa la muffa!

Vediamo nel dettaglio quali sono le conseguenze di un ricambio d'aria insuffi-ciente. La prima l'abbiamo già individuata, la muffa. Oltre a essere antiestetici e ad avere un cattivo odore, questi piccolissimi funghi rilasciano spore che resta-no sospese nell'aria e che, a contatto con la pelle o respirate, possono favorire la comparsa di allergie e asma. La concentrazione di spore è uno dei parametri che vengono misurati quando si rileva la qualità dell'aria.

Le sostanze invisibili

Arieggiare è importante non solo per prevenire la muffa. Nelle nostre case pro-liferano sostanze anche più dannose che, a differenza delle macchie scure sul-le pareti, non si vedono né si percepiscono all'olfatto.Le sostanze nocive più comuni che si accumulano nei luoghi chiusi sono elen-cate nello specchietto a pag. 11: dalla CO2 che produciamo respirando e può causare stanchezza e mal di testa, alla formaldeide rilasciata da materiali edili e detersivi che può irritare l'apparato respiratorio e, a concentrazioni eleva-te, essere cancerogena.

LO SAPEVATE CHE...?• il tasso di umidità ideale all'interno

degli ambienti dovrebbe essere compreso tra il 40 e il 60%

• l'aria troppo umida facilita il prolife-rare di microrganismi (acari, batteri e muffe) con conseguenti problemi di allergie e asma, favorisce la for-mazione di cattivi odori e può dan-neggiare mobili e pareti

• l'aria troppo secca causa secchezza degli occhi, delle vie respiratorie e della pelle, stanchezza, mal di testa, aumento della polvere, accumulo di cariche elettrostatiche (la classica "scossa" quando si toccano parti metalliche e tessuti sintetici o in lana)

• alcuni materiali da costruzione bi-lanciano l'umidità dell'aria: il legno non laccato, la calce e l'argilla as-sorbono l'umidità quando è troppa e la rilasciano quando è poca

• con il riscaldamento "radiante" (a pavimento o a parete) bastano tem-perature più basse per raggiungere un senso di benessere e comfort ri-spetto al riscaldamento "convettivo" (termosifone)

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Una boccata d'aria

Dunque negli spazi interni tendono ad accumularsi umidità, muffa e inquinanti. Se a questo aggiungiamo il fatto che è proprio al chiuso che trascorriamo l'80% del nostro tempo, capiamo l'importanza di arieggiare perché, come osserva il professore dell'università di Bologna Ernesto Antonini, "la fonte migliore che abbiamo di aria pulita è l'aria esterna che malgrado tutto, anche nei contesti sfavorevoli, presenta concentrazioni di inquinanti più basse perché le sostanze dannose sono diluite in un volume estremamente grande".Sia l'Organizzazione mondiale della sanità1 sia l'Unione europea2 si stanno mo-bilitando per analizzare la qualità dell'aria negli edifici, e in un prossimo futuro c'è da aspettarsi nuove norme contro l'inquinamento indoor, interno.

Ogni due ore dovremmo cambiare

completamente l'aria delle stanze

1 Nel 2010 l'Organizzazione mondiale della sanità (WHO World Health Organization) ha pubblicato WHO guidelines for indoor air quality. Selected pollutants, ovvero "Linee guida per la qualità dell'aria indoor": oltre sessanta scienziati di tutto il mondo hanno esaminato gli inquinanti domestici più peri-colosi. Il libro (solo in inglese, codice ISBN 9789289002134) può essere acquistato a 70 dollari o scaricato gratuitamente dal sito www.euro.who.int nella sezione What we pu-blish.

2 L'Unione europea, nell'ambito delle attività del CCR (Centro Comune di Ricerca), ha recentemente finanziato il progetto Airmax per studiare la qualità dell'aria degli ambienti interni. Le misurazioni in edifici pubblici e asili infantili in diverse città europee hanno dimo-strato che gli inquinanti sono più presenti al chiuso che all'aperto.

Chi?Chi è responsabile della qualità dell'a-ria in un edificio, chi lo progetta o chi lo abita? Dipende, esistono errori di costruzione ed errori di utilizzo. Da parte sua il progettista deve preve-dere impianti di aspirazione dell'aria solamente nelle cucine e nei bagni ciechi, mentre nelle stanze finestra-te deve calcolare che i serramenti abbiano dimensioni tali da assicura-re un ricambio completo dell'aria. È poi l'inquilino a doversi preoccupare di aprire gli infissi, come ci conferma l'ingegner Ruben Erlacher, docente, consulente e certificatore CasaCli-ma: "Chiaramente il progettista deve garantire che la superficie vetrata sia

sufficientemente grande da permet-tere di aerare l'intero volume. Ma la legge non lo obbliga a prevedere una ventilazione meccanica. È responsa-bilità dell'inquilino aprire le finestre più volte al giorno perché la qualità dell'a-ria sia buona".

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SOSTANZE NOCIVE CHE SI ACCUMULANO NEI LUOGHI CHIUSI

Inquinante Fonte Conseguenze per la salute NoteCO2 (anidride carbonica)

È il prodotto della respirazione Non è dannosa ma non è respirabi-le. Un eccesso di CO2 causa calo dell'attenzione, mal di testa fino a difficoltà respiratorie

La concentrazione ottimale di CO2 nell'aria è di 700 ppm (parti per mi-lione), il valore massimo accettabi-le è 1.500 ppm

CO (monossido di carbonio)

Combustione incompleta di for-nelli e scaldabagni a gas; camini e stufe a legna non sufficientemente ventilati

Intossicazione: emicrania, vertigi-ne, sonnolenza, asfissia

Anche l'esposizione a basse con-centrazioni di CO per lunghi periodi ("intossicazione lenta") è dannosa

Virus e batteri Ambiente circostante Raffreddori, influenze, malattie infettive

Igiene e aerazione sono particolar-mente importanti in luoghi affollati come uffici, scuole od ospedali

Formaldeide In materiali da costruzione come colle, vernici, pitture; come batteri-cida la formaldeide è utilizzata nei prodotti per la pulizia della casa

Irritazione agli occhi e alle muco-se delle vie respiratorie. La IARC (International Agency for Rese-arch on Cancer) ha classificato la formaldeide come cancerogena per l'uomo

È uno degli inquinanti di interni più diffusi. L'Organizzazione mondiale della sanità ha fissato a 0,1 ppm la concentrazione massima di formal-deide in casa

Radon Gas radioattivo presente nel terre-no, dal quale fuoriesce e si disper-de nell'ambiente. Si accumula nei locali chiusi interrati o a contatto di-retto con il terreno (per es. cantine), dove diventa pericoloso

Si stima che sia la seconda causa di tumore al polmone dopo il fumo di sigaretta

L'emissione di radon dal terreno è difficile da determinare a priori. Per misurare la concentrazione di radon in un locale ci si può rivolge-re all'ARPA della propria regione (Agenzia Regionale per la Protezio-ne dell'Ambiente)

Amianto (asbesto)

Fino agli anni Ottanta è stato uti-lizzato insieme al cemento nella mi-scela "Eternit" per la coibentazione di edifici e tetti; come materiale edi-le in tegole, pavimenti, tubazioni, vernici ecc.

Asbestosi, tumore al polmone In Italia la legge 257 del 1992 ha vietato l'impiego dell'amianto

Quanto?D'accordo arieggiare, ma quanto? Per avere qualche indicazione di massi-ma siamo andati a spulciare la nor-mativa:• la UNI TS 11300-1 parla di ricambio

dell'aria quando non c'è un sistema meccanico di ventilazione e sug-gerisce un valore di 0,3 vol/h per gli edifici ad uso residenziale

• la UNI EN 15251:2008 regolamen-ta invece la progettazione degli impianti di ventilazione e consiglia un tasso di ricircolo compreso tra 0,5 e 0,7 vol/h quando l'ambiente è occupato

• la UNI 10339 rapporta il ricambio dell'aria alla funzione della stanza e

al numero di persone che la occu-pano, distinguendo per esempio tra un'aula scolastica, un ufficio e una palestra.

Cerchiamo di capire il significato di questi numeri. Vol/h sta per "volumi ora", per cui 0,5 vuol dire che in un'ora dovrò rinnovare una quantità d'aria pari alla metà del volume della mia stanza. Il che equivale a dire che ogni due ore dovrò cambiare completa-mente tutta l'aria della stanza.Studi e ricerche sono arrivati alla con-clusione che il ricambio minimo per avere una buona qualità dell'aria negli ambienti residenziali occupati è pro-prio 0,5 vol/h.

Come?Per arieggiare abbiamo tre possibili metodi:• ventilazione naturale• ventilazione naturale controllata• ventilazione meccanica controllata.Passiamoli in rassegna uno ad uno.

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Ventilazione naturale (o aerazione)

Ventilazione naturale significa sem-plicemente aprire la finestra. In realtà l'operazione non è banale perché per raggiungere il valore desiderato di 0,5 vol/h bisogna tener conto di diversi fattori. La velocità con cui l'aria fresca esterna prende il posto di quella vizia-ta interna dipende:• dalla tipologia di apertura della fine-

stra, a battente oppure a ribalta• dalla stagione, perché in inverno la

differenza di temperatura tra interno ed esterno velocizza il ricircolo

• dalla presenza di vento, che favori-sce il ricambio

• da un'eventuale corrente d'aria nella stanza, che accelererebbe il ricircolo.

Il disegno nella pagina a fianco mo-stra come il tempo di apertura della finestra vari da stagione a stagione e a seconda che ci sia o meno una corrente d'aria. L'Agenzia CasaClima consiglia di arieggiare da tre a cinque volte al giorno spalancando tutte le finestre, per un ricircolo rapido e com-pleto.

Buttare il risparmio dalla finestraÈ chiaro che effettuare ogni due ore il ricambio completo dell'aria apren-do le finestre è antieconomico perché insieme all'aria viziata esce anche l'energia con la quale l'abbiamo riscal-data in inverno o raffrescata in estate: l'aria nuova appena entrata va di nuo-vo riscaldata o raffrescata e i consumi energetici aumentano.E poi, siamo sinceri, quanti di noi si ri-cordano o hanno la possibilità di aera-re i locali ogni due ore? Senza conta-re che con le finestre aperte possono entrare rumori, pollini, insetti. E i ladri.

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MINUTI NECESSARI A CAMBIARE L'ARIA IN UNA STANZA

Spalancare le ante e creare corrente d'aria per pochi minuti (primo disegno): è il modo più veloce per aerare. Lo si consiglia soprat-tutto in inverno affinché le pareti non facciano in tempo a raffreddarsi (la bassa temperatura delle pareti aumenta il rischio muffa).

Fonte: IBN - Institut für Baubiologie+Ökologie Neubeuern

Apertura a battente con corrente d'ariaInverno: 2 - 4 min.Estate: 12 - 20 min.

Apertura a battente senza corrente d'ariaInverno: 4 - 6 min.Estate: 25 - 30 min.

Apertura a ribalta con corrente d'ariaInverno: 4 - 6 min.

Estate: 25 - 30 min.

Apertura a ribalta senza corrente d'ariaInverno: 30 - 75 min.

Estate: 3 - 6 ore

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Ventilazione naturale controllata

Restiamo nell'ambito della ventilazione naturale, ma questa volta "controllata" perché prevista nel progetto. Essa sfrutta il cosiddetto effetto camino e rappre-senta un ritorno alle origini dato che questo sistema per far circolare l'aria risale a tempi remoti, anzi, risale addirittura al mondo animale.

Termitai, tepee e torri del ventoPensiamo ai termitai, complessi e intricati edifici con una temperatura interna costante. Oppure alle tende degli indiani del nord America, i tepee, che as-sicurano il tiraggio del fumo. O, se ci spostiamo in Medioriente, alle "torri del vento" che mantengono i locali sempre freschi.Tutte queste costruzioni si basano sul fenomeno fisico per cui l'aria calda leggera tende a salire e, in virtù di una pressione superiore a quella atmosferica, a uscire. Al contrario, se in basso ci sono aper-ture l'aria esterna viene aspirata. Ecco perché nelle nostre abita-zioni gli spifferi d'aria fredda si sentono soprattutto nei piani bassi e perché nelle cantine si può verificare l'ingresso del gas radon dal sottosuolo.

E negli edifici a basso consumo energetico?Se l'effetto camino viene considerato in fase di progetto, nei piani bassi e nei piani alti della casa si possono prevedere aperture motorizzate (anta-ribalta, bilico, vasistas) comandate in modo automatico. Abbiamo chiesto al professor Antonini se la ventilazione naturale controllata – che non prevede il recupero del calore – è una strada praticabile: "Certo che è praticabile, an-che se fa un po' fatica a essere conciliata con l'imperativo del basso consumo energetico. Quando sono in funzione gli impianti di climatizzazione invernale o estiva, se io espello aria viziata che è stata portata alle temperature 'di comfort' e immetto aria pulita che ha la temperatura esterna, questo saldo produce un dispendio energetico cospicuo".

Come e quanto

aprire le finestre?

Dal sito www.maico.com

scaricate gratis il de-

pliant da lasciare ai

clienti finali.

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VMC: ventilazione meccanica controllata

È il metodo che rinnova l'aria senza sprecare energia.

La casa inspira (dal soggiorno)Gli impianti di ventilazione meccanica controllata aspirano l'aria esterna e, at-traverso bocchette di mandata, la convogliano nelle stanze a bassa produzione di inquinanti, come il soggiorno e le camere da letto.

…ed espira (dalla cucina)Le bocchette di ripresa, invece, estraggono l'aria viziata dai locali dove la pro-duzione di sostanze dannose è maggiore, per esempio la cucina e il bagno, e la rilasciano all'esterno. Quella che si mette in atto è una sorta di "respirazione dell'edificio", con l'immissione di aria buona e l'emissione di quella cattiva.

La temperatura giusta in tutte le stagioniSe in questo flusso è previsto uno scambiatore di calore (vedi disegno a pag. 17), l'aria in uscita cede parte della sua temperatura all'aria in entrata: gli im-pianti di VMC più efficienti recuperano più del 90% del calore. In estate il si-stema funziona all'inverso, con l'aria in ingresso che si raffresca passando accanto a quella in uscita. Ovviamente i due flussi si incrociano ma non si me-scolano.

I consumi si riduconoUn impianto di VMC con recupero di calore permette di dare un taglio netto ai consumi. L'investimento iniziale, infatti, è ammortizzato dall'energia che si ri-sparmia per riscaldare e raffrescare. Questo ragionamento ha senso soprattut-to per gli edifici a basso consumo energetico, come osserva il professor Antoni-ni: "Fino a quando le nostre case consumavano mediamente 170 kilowattora all'anno a metro quadrato, il consumo aggiuntivo causato dall'apertura delle fi-nestre era abbastanza trascurabile: si stimano tra i 10 e i 20 kWh all'anno per m2,

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100120140160180

Casa non isolataCasa isolata

Casa isolata con VMC

I 20 kilowattora annui a m2 che si sprecano aprendo le finestre incidono di più su una casa a basso consumo energetico (33%, seconda colonna) rispetto a una casa non iso-lata (12%, prima colonna). Con un impianto di VMC con recupero di calore i 20 kWh si riducono a 4, pari al 10%

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e su 170 il gioco non vale la candela. Quando il consumo energetico si abbat-te fino a 60-70 kWh all'anno per m2, i 20 in più dovuti alla ventilazione pesano molto percentualmente". Dunque le dispersioni causate dall'aerazione incidono di più nelle case ad alta efficienza energetica rispetto a quelle scarsamente iso-late (vedi grafico a pag. 14).

Più aria, meno ariaGli impianti di VMC possono essere a portata fissa o variabile. Quelli a portata variabile, anziché avere un ricambio costante, si adattano al bisogno effettivo permettendo di ridurre il rinnovo dell'aria quando i locali sono vuoti. Con una programmazione ragionata – oraria, settimanale o comunque funzionale alla presenza di persone e alla concentrazione di inquinanti – i consumi energetici vengono ulteriormente ottimizzati.

CentralizzatoI sistemi di VMC si distinguono in due grandi famiglie, centralizzati e decentra-lizzati. Schematizzando, un impianto centralizzato comprende:• una presa d'aria esterna con filtro• un eventuale scambiatore geotermico per il pre-riscaldamento dell'aria en-

trante in inverno e il suo pre-raffrescamento in estate• un'unità centrale dotata di motore, ventilatore, filtri antipolline e antipolvere,

scambiatore di calore che può essere disattivato (per esempio durante le ore notturne estive, quando è piacevole che l'aria fresca esterna entri), eventuale recuperatore di umidità, eventuale modulo per l'immissione di umidità

• tubazioni che si diramano in tutte o quasi tutte le stanze dell'edificio• bocchette di mandata che immettono l'aria nuova nelle stanze a bassa pro-

duzione di inquinanti (soggiorno, camere)• bocchette di ripresa che estraggono l'aria viziata nelle stanze ad alta produ-

zione di inquinanti (cucina, bagno)• un'uscita per l'aria viziata.

Con la ventilazione

meccanica controllata si può recuperare fino al 90% di calore dall'aria viziata

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Schema di un impianto cen-tralizzato di VMCFonte: Aldes

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È importante che l'aria possa passare da una stanza all'altra dell'edificio, per cui vanno evitate le guarnizioni sottoporta oppure vanno previsti accorgimenti, per esempio griglie sulla porta o interstizi tra il controtelaio e il muro o appositi fori insonorizzati nelle pareti divisorie.Il costo complessivo per un impianto centralizzato di VMC per una casa mono-familiare di media grandezza va dagli 8 ai 10 mila euro. Invece il costo dell'ener-gia elettrica per il funzionamento dell'impianto si limita a 40-60 euro l'anno.

DecentralizzatoRispetto alla soluzione precedente, gli impianti decentralizzati sono meno inva-sivi perché non richiedono una rete di tubazioni che si dirama in tutta l'abita-zione e ha bisogno di essere pulita regolarmente. Di conseguenza possono essere più facilmente integrati durante una ristrutturazione. Il funzionamento è lo stesso di un impianto centralizzato ma più in piccolo, con le unità – complete di motore, ventilatore, filtro, bocca di mandata e ripresa ed eventuale scambia-tore di calore – che sono montate nelle singole stanze, precisamente nel muro esterno o a ridosso del serramento.Va detto che, rispetto agli impianti centralizzati, il recupero di calore non è al-trettanto efficace ma può comunque arrivare al 70-80%.Il costo di ciascuna unità è di circa 800-1.200 euro, dunque per quattro o cin-que stanze la spesa sarà di circa 4.000-5.000 euro.

Gli impianti decentralizzati

sono unità autonome da inserire nel muro o vicino alla finestra

Lo scambiatore di calore in un impianto di ventilazione meccanica controllata: i flussi d'aria in uscita ed entrata si incrociano senza mescolarsi. D'inverno l'aria che esce riscalda quella che entra, d'estate la raffredda

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Ruben Erlacher è docente, consulente e certificatore CasaClima e progetti-sta certificato Passivhaus. Con una laurea in Ingegneria edilizia presso l'università di Innsbruck (Austria) e un dottorato di ricerca presso l'università di New Orleans (USA) conclusosi con il conseguimento del titolo Ph. D. in Ingegneria e scienze applicate, Ruben Erlacher lavora come libero professio-nista nello studio familiare che si occu-pa di progettazione, consulenza, rilievi e misurazioni. È anche docente presso le università di Bolzano e Roma (La Sa-pienza e LUMSA).

Non potremo più aprire le finestre?È la preoccupazione che ci attanaglia. D'accordo che la VMC assicura aria buona senza sprechi energetici, ma il futuro è rinunciare al piacere di aprire le imposte, magari in una bella mattina di sole?L'ingegner Erlacher scioglie tutti i dubbi: "Non è vero che l'inquilino non può più aprire le finestra se c'è una ventilazione meccanica, anzi, io dico che è vero il contrario. Cioè, se non esiste una ventilazione meccanica, allora l'inquilino deve aprire le finestre, che voglia o non voglia, che fuori faccia freddo o caldo, nebbia e brutto tempo, non importa. Un paio di volte al giorno deve aerare sen-nò ha una qualità dell'aria scarsa, con alta concentrazione di CO2 e di umidità. Se c'è una ventilazione meccanica, l'inquilino ha un comfort maggiore e PUÒ lasciar chiuse la finestre. Ma se vuole le può sempre aprire. Perché no? Non succede niente".Se apriamo le finestre non succede niente. Se invece le lasciamo chiuse, l'aria buona entrerà comunque ma senza i rumori dell'esterno, senza i pollini e senza gli insetti. E magari ci sentiremo più sicuri contri i ladri e i malviventi.

Nuove opportunità nell'aria

Il nuovo mercato della ventilazione meccanica controllata è pronto a partire. Anche se i primissimi sistemi centralizzati per grandi costruzioni sono comparsi già negli anni Settanta, è proprio adesso, con gli edifici a basso consumo ener-getico ben isolati e senza sprechi, che la VMC ha davvero senso. Negli edifici pubblici, nel terziario e nel residenziale.L'ingegner Erlacher è d'accordo: "Personalmente sono convito che entro dieci anni al massimo tutte le case avranno la ventilazione meccanica, senza ecce-zioni. Diventerà uno standard. E per fortuna!"Al momento in questo settore ci sono soprattutto gli impiantisti. E i serramen-tisti? Quale sarà il ruolo delle finestre nel prossimo futuro? Potrebbe diventa-re secondario, perché in teoria non sarebbero necessarie. Ma se gli impianti decentralizzati si sviluppassero, se venissero integrati al serramento o al suo controtelaio, allora il mercato della finestra ne beneficerebbe.Infissi con un sistema di VMC incorporato… Fantascienza? I pionieri ci sono già. E noi ne abbiamo intervistato uno a pag. 20.

RITRATTIErnesto Antonini è architetto e pro-fessore di Tecnologia dell'architettura all'Università di Bologna.Tra i suoi incarichi di maggiore rilievo c'è la valutazione di progetti di ricerca comunitari e per conto del Ministero delle Attività Produttive, delle Regioni Veneto, Marche e Toscana. È stato an-che responsabile di ricerche europee e nazionali sull'innovazione in edilizia, estese ai materiali da costruzione a basso impatto ambientale, al risparmio energetico e all'architettura sostenibile.

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MUFFA: UNA FINESTRA SEMPRE APERTA NON È LA SOLUZIONELa comparsa di muffa non dipende solo dall'umidità dell'aria. In gioco ci sono altri due fattori:• temperatura dell'ambiente• temperatura superficiale interna minima (delle pareti, del vetro, del telaio).Facciamo un esempio:

Temp. °C

Umidità

30% 35% 40% 45% 50% 55% 60% 65%

20 1,9 4,1 6,0 7,7 9,3 10,7 12,0 13,2

21 2,8 5,0 6,9 8,6 10,2 11,6 12,9 14,2

22 3,6 5,9 7,6 9,5 11,1 12,5 13,9 15,1

Se la temperatura dell'ambiente interno è di 20 °C e c'è un tasso di umidità del 65%, sulle pareti si formerà condensa se la loro temperatura superficiale è inferiore ai 13,2 °C.Per evitare la condensa si hanno diverse opzioni:• abbassare l'umidità relativa, per esempio arieggiando e portandola al 50%• aumentare la temperatura dell'ambiente, per esempio alzando il termostato di un

grado (quando la temperatura sale, l'umidità diminuisce)• aumentare la temperatura superficiale interna, operazione che richiede interventi

strutturali come la posa di un cappotto termico o il posizionamento della finestra verso l'esterno.

Tenere perennemente aperta la finestra non è una buona soluzione perché, se è vero che l'umidità in eccesso si disperde, è anche vero che, quando fuori fa più freddo, la temperatura dell'ambiente e delle pareti si abbassa. A una temperatura ambiente di 18 °C e con le pareti a 7 °C la condensa si formerà comunque, anche se l'umidità è ad appena il 50%.

Temp. °C

Umidità

30% 35% 40% 45% 50% 55% 60% 65%

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Pertanto, in mancanza di ventilazione meccanica controllata, il consiglio è quello di arieggiare evitando di far precipitare la temperatura. Per esempio, in inverno ha sen-so aprire la finestra del bagno appena fatta la doccia; una volta smaltita l'umidità in eccesso è preferibile richiuderla e magari lasciare aperta la porta interna.

L'ARTICOLO IN PILLOLE• Le finestre di oggi sono più "ermeti-

che" rispetto al passato; senza spif-feri incontrollati tocca alle persone ricordarsi di aprirle per far circolare l'aria.

• Se l'aria non viene ricambiata a suf-ficienza, aumenta la concentrazio-ne di umidità (problemi di muffa) e di sostanze inquinanti (problemi di comfort).

• Grazie alla ventilazione meccanica controllata l'aria si rinnova senza bi-sogno di aprire le finestre.

• Oltre agli impianti centralizzati, esi-stono quelli decentralizzati da inte-grare al muro o al serramento.

MAGGIORI INFORMAZIONIVeico StrimResponsabile Productmanagement [email protected]

Karlheinz SanterMaico [email protected]

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La finestra chiusa che ricambia l'ariaL'architetto Michael Tribus è il padre di "LiLu® simply Passive House", una finestra con la ventilazione meccanica integrata. Abbiamo intervistato il serramentista che ha realizzato l'idea dell'architetto Tribus: Helmut Moratelli dell'azienda Wolf Artec.

Quali sono le principali caratteristiche di LiLu®?"Scambia da 100 a 600 m3 di aria all'ora, quindi una quantità che nella versione grande va bene per una classe di 20-25 bambini. Se l'ambiente è più piccolo, magari con una sola persona, è possibile diminuire il carico della ventilazione. I diversi modelli di LiLu® sono tutti programmabili e possono essere dotati di una sonda di CO2 che rileva quanto l'aria è consumata: il ricambio aumenta o diminuisce di conseguenza". Quando il ventilatore è in funzione fa rumore?"Abbiamo isolato la fonte del rumore con pannelli fonoassorbenti, a loro volta incastrati in una cassa più grande. In più la macchina ventilante è isolata dal-le tubazioni interne. Funziona come le matrioske, una scatola dentro l'altra, in modo che passi l'aria ma non il rumore".

Rispetto a un impianto di ventilazione controllata centralizzato, quali van-taggi può offrire LiLu®?"È un sistema completamente autonomo. Per montarlo non ho bisogno di elet-tricisti o impiantisti, mi basta una presa della corrente. Quindi la posa in opera è molto veloce e non invasiva. Se dovessi rendere passivo un appartamento all'ultimo piano potrei farlo senza passare da una rete di tubazioni, semplice-mente applicando la nostra soluzione verso l'esterno".

Che cosa c'è nel futuro di LiLu®?"Ovviamente la ricerca continua, perché dobbiamo renderlo il più possibile stretto e integrabile nel muro, in modo che occupi meno spazio. In futuro non ci si renderà neanche conto che c'è".

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CHIAMATEMI LILUDentro questo nome, LiLu, ci sono le parole tedesche Licht (luce) e Luft (aria). "Volevo ridare alla finestra le sue funzioni principali – spiega l'ideatore del sistema, l'architetto Michael Tribus – cioè l'ingres-so non solo di luce ma anche di aria. Il tutto rispettando i parametri energetici di una casa passiva". Ma che cos'è esat-tamente LiLu® simply Passive House? È un modulo di ventilazione meccanica controllata decentralizzato, che fa entra-re l'aria fresca esterna e recupera fino al 90% del calore dell'aria viziata in uscita.Può essere fornito con un vetro fisso non apribile o come controtelaio all'interno del quale inserire una normale finestra. Sul lato esterno celle fotovoltaiche co-mandano il sistema, mentre all'interno del modulo appositi pannelli assorbono il rumore del ventilatore. Non ci sono ponti termici. LiLu® è in fase di test all'Univer-sità di Innsbruck (Austria) ed è seguito come progetto pilota dalla Passivhaus di Darmstadt (Germania).

RITRATTO

L'ideatoreMichael Tribus è titolare dello studio "Mi-chael Tribus Architecture" a Lana (BZ). Pioniere delle case passive in Italia, nel 2004 Tribus ha progettato la ristruttura-zione dell'edificio Expost di Bolzano, ex sede delle poste che oggi ospita gli uffici della Provincia: si tratta della casa pas-siva più grande in Italia, diventata mani-festo del costruire ad altissima efficienza

energetica con il suo fabbisogno annuo inferiore a un litro per metro quadrato.Tribus collabora con il dipartimento di fisica delle costruzioni dell'università di Innsbruck diretto dal professor Wolfgang Feist, che progettò la prima casa pas-siva in Germania nel 1991. Dal 1999 ad oggi lo studio Michael Tribus Architec-ture ha realizzato più di quaranta case passive.

RITRATTO

Il costruttoreHelmut Moratelli è titolare di Wolf Artec insieme al fratello Roland. Wolf Artec, consociata dell'azienda Wolf Fenster che produce porte, finestre e oscuran-ti, si occupa della progettazione e della realizzazione di serramenti speciali in legno e vetro e di elementi per facciate continue. Wolf Artec non possiede una

linea di produzione standard perché la-vora su commissione e a stretto contatto con architetti e progettisti, soprattutto nell'ambito di appalti pubblici e ville di lusso. Fondata nel 2005 a Sciaves (BZ), conta 24 dipendenti e collabora con uni-versità e istituti di ricerca per sviluppare soluzioni adatte agli edifici a bassissimo consumo energetico.

LiLu® è un esempio di VMC decentralizzata. All'in-terno ci sono due piccoli ventilatori, uno per la man-

data e uno per la ripresa dell'aria. Al momento in fase di test, sarà fornito con vetro fisso o come con-

trotelaio in cui inserire la finestra

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A suon di coloriSapete che cosa succede quando i valori di abbattimento acustico di facciata non raggiungono il limite dei 40 dB fissato dalla legge 447 del 1997? Si cerca un colpevole. E, come purtroppo insegna l'esperienza, il primo indiziato è spesso il serramentista. Il quale si trova nella sco-moda posizione di dover dimostrare la propria "innocenza". Impossi-bile? Non più. Con la tecnologia dell'acustica per immagini brevettata da Envircom, il serramentista può finalmente difendere la propria re-putazione "a suon di colori".

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La forza dell'immagine

Essere etichettati come il punto debole in caso di mancato raggiun-gimento dei limiti di abbattimento acustico non è di certo vantaggioso. Né per gli affari, né per l'immagine dell'azienda. Tanto più che, spes-so, si tratta di un pregiudizio. Sta al

serramentista difendere il suo lavoro e la sua reputazione agli occhi del mercato. Per fortuna ora ha a dispo-sizione uno strumento che permette di "fotografare il rumore". E scoprire così le falle nell'isolamento acustico della facciata.

Di che colore è il rumore?

La tecnologia dell'acustica per im-magini è un sistema innovativo che permette di vedere il suono, ed iden-tificare così con estrema precisione quali sono i punti deboli nell'isola-mento acustico di una parete. Que-sto avviene sovrapponendo due tipi di dati: una fotografia della facciata e una mappa intensimetrica del rumo-re che passa attraverso la facciata stessa. Come viene realizzata la mappa di intensità acustica? Poniamo ad esempio che si voglia verificare la

capacità di isolamento acustico di un serramento. Innanzitutto si posiziona all'esterno della facciata una sorgen-te di rumore, mentre all'interno una sonda catturerà il suono che pas-sa attraverso la finestra. La finestra viene fotografata (o ripresa da una webcam), la fotografia viene suddivi-sa in quadranti e per ognuno di essi si effettua una rilevazione. Mettendo poi insieme tutti i quadranti si com-pone la mappa intensimetrica della finestra.

L'acustica per immagini fotografa il rumore

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La mappa intensimetrica rappresenta le onde sonore registrate dalla sonda: in rosso le onde con maggiore velocità (in-tensità), in blu le onde sonore più lente

«È uno strumento utile per individuare problemi

specifici» Arch. Valerio Abbondanza

Senza macchia? Senza colpa!

Grazie a questo metodo innovativo si può dimostrare non solo che, even-tualmente, il serramento non è il pun-to debole, ma anche individuare qual è l'effettiva fonte di rumore, come ci spiega anche l'architetto Valerio Ab-bondanza, titolare di Cabit Spa, im-presa di costruzioni di Cesena, che a gennaio ha utilizzato per la prima volta in uno dei suoi cantieri que-sta nuova tecnologia. Riferendosi al metodo di rilevamento dell'acustica per immagini l'architetto Abbondanza afferma: "Nel caso in cui sia difficile individuare la parte carente dal punto di vista dell'isolamento acustico, con questo metodo, che permette di ot-tenere un'immagine immediatamen-te comprensibile, è possibile capire esattamente dove sia il difetto".Oppure, nel caso in cui sia proprio il serramento il problema, si potrà conoscere esattamente in quale punto intervenire (il giunto di posa, il vetro, il fissaggio del vetro, l'imper-fetta chiusura tra anta e telaio ecc.). E, una volta effettuate le modifiche,

sarà possibile verificare l'effettivo mi-glioramento di performance. "Con il rilievo tradizionale è difficile stabilire quanto incide una miglioria. Invece con questo sistema si controlla, pun-to per punto, tutta la parte da verifica-re e, grazie ai diversi colori, si scopre immediatamente la falla", spiega l'architetto Abbondanza. E sottoli-nea l'utilità di questa tecnologia per i serramentisti: "Si rivela utile per quel fornitore che, nell'ambito del collau-do complessivo di una porzione di immobile, sia convinto della rispon-denza del suo prodotto ai requisiti richiesti. Egli può servirsi di questa tecnologia per dimostrare che il suo lavoro è in regola". L'acustica per immagini rappresenta quindi uno strumento che – nei casi di contestazione – può essere di di-fesa, ma che altrimenti può essere utilizzato per raggiungere risultati di isolamento acustico eccellenti, sa-pendo dove intervenire per migliora-re la posa in opera oppure il serra-mento stesso.

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Com

e fu

nzio

na?

La sonda rileva e registra l'in-tensità delle onde sonore che passano all'interno

La fonte di rumore viene attivata, la sonda viene fatta passare lungo tutto il serramento

Il primo passo: una fonte di rumo-re viene collocata all'esterno, una sonda si trova all'interno

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L'ARTICOLO IN PILLOLE

• Per dimostrare che il serramento raggiunge i valori di abbattimento acustico promessi si può utilizzare il metodo dell'acustica per immagini.

• L'acustica per immagini mostra i punti deboli nell'isolamento acusti-co di facciata.

• Il metodo permette di misurare esattamente l'intensità del rumore in ciascun punto della parete.

• L'acustica per immagini può essere utilizzata anche per migliorare la performance del serramento.

RITRATTO

Valerio Abbondanza è amministratore delegato di Cabit Spa, azienda di Ce-sena specializzata in costruzioni edili, in particolare fabbricati residenziali di nuova costruzione e ristrutturazioni per la vendita successiva. Laureato in Ar-chitettura, lavora nell'azienda dal 1981. Cabit Spa ha dieci dipendenti e opera esclusivamente in Romagna.

MAGGIORI INFORMAZIONI

Michele BernardiProductmanagement [email protected]

Ing. Elena StoppioniDirettore Tecnico E-DBLABdi [email protected]

La mappa del rumore viene costruita dal software: per ogni quadrante si hanno localizzazione esatta e intensità del ru-

more. Sull'immagine della parete viene posizionata la mappa del rumore: indivi-duare i punti deboli (in rosso) è facile

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Entrate!Proprio così, entrate in Maico anche quando è chiusa: seguite il vostro ordine, controllate a che punto è, inviatene uno nuovo. Non importa se vi trovate in ufficio, in cantiere o a New York. Ed è lo stesso se sono le otto del mattino o le otto di sera.Tutto questo è possibile grazie all'home banking della finestra. Come con la banca potete scegliere se andare allo sportello o gestire il conto via Internet, da oggi potete decidere se contattare Maico con i mezzi tradizionali o accedere alla vostra area riservata online. 24 ore su 24 e a costo zero.

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Maico vi lascia le chiavi

Per i clienti che si riforniscono direttamente da Maico è stato messo a punto un servizio unico nel suo genere: una piattaforma elettronica per accedere alla propria situazione, con tutte le informazioni sugli ordini passati e in corso e la possibilità di fare nuovi acquisti.È come entrare negli uffici del proprio fornitore di meccanismi, le chiavi sono il nome utente e la password. Una volta dentro alla piattaforma elettronica il cliente può consultare il proprio stato e disporre operazioni. Un vero e proprio home banking della finestra senza costi aggiuntivi.Ecco alcuni esempi di che cosa i clienti Maico potranno fare.

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Posso calcolarmi il preventivo da solo?

Sì, basta inserire il codice di uno o più prodotti e specificare le quantità. I prezzi sono sempre aggiornati dato che vengono attinti dalla banca dati interna a Maico.

Dalla piattaforma elettronica il cliente può

controllare i propri ordini. Anche se è sabato pomeriggio

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Come faccio l'ordine?

Quando si è soddisfatti del preventivo si può procedere con l'acquisto. Per velocizzare ancora di più la procedura è possibile ordinare caricando diret-tamente il file del proprio program-ma gestionale, completo di codici e quantità.

Per inserire l'ordine più velocemente si può caricare

il file del proprio gestionale

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A che punto è il mio ordine?

Una delle funzioni più utili della piat-taforma elettronica è quella di avere tutta la propria situazione sotto con-trollo. Si può verificare:• se l'ordine è partito• se è partito completamente

o in parte• quali sono gli eventuali articoli

in rimanenza.

Si possono monitorare non solo gli ordini inseriti dalla piattaforma, ma anche quelli effettuati via telefono, fax, email o MaicoWin! Più le bolle e le fatture. Insomma, il cliente ha sotto gli occhi le stesse informazioni che vede il suo referente all'interno di Maico.

Quando sarà evaso il mio ordine?

Accanto a ciascun articolo compare un pallino che segnala se il prodotto è standard (verde) o su commissione (rosso). In questo modo il cliente sa

subito – senza bisogno di chiedere a Maico – se l'articolo partirà entro due giorni o richiederà più tempo.

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Non serve essere informatici

Grazie all'interfaccia intuitiva, inviare ordini è facile e veloce. Non c'è bisogno di avere conoscenze informatiche avanzate, tutto quello che serve è un minimo di dimestichezza con il computer. Non ci sono nemmeno software da acquistare e installare perché alla piattaforma elettronica ci si collega via Internet. Basta richiedere a Maico il nome utente e la password.

Caro vecchio telefono

I nuovi strumenti tecnologici non si sostituiranno ai vecchi ma li integreranno. Chi preferisce ordinare con una telefonata o un'email potrà continuare a farlo. Oppure potrà alternare la piattaforma elettronica agli altri mezzi di comunica-zione.Il vantaggio della piattaforma elettronica è che permette di saltare i passaggi intermedi dato che è il cliente stesso a immettere l'ordine nel sistema di Maico. Questo riduce il rischio di errori nel passaggio dell'informazione e accorcia i tempi, nella massima flessibilità e senza vincoli di orario. Per essere sempre connessi con Maico e con il terzo millennio.

L'ARTICOLO IN PILLOLE

• Maico ha sviluppato una piattaforma elettronica per i suoi clienti diretti.

• Per entrare nell'area riservata basta-no un collegamento internet e dati di accesso nominali.

• Autonomamente e in qualsiasi mo-mento si può: calcolare preventi-vi, acquistare, controllare gli ordini conclusi e in corso, richiedere bolle e fatture.

• La piattaforma elettronica è un ser-vizio gratuito.

MAGGIORI INFORMAZIONI

Domenico MirandolaResponsabile processo soddisfazione [email protected]

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È questionedi

EVOLUZIONE

Niente condensa perimetra-le. Migliore isolamento acu-stico. Prestazioni complessi-ve migliori. Maggiore qualità e durata del serramento. Che cosa bisogna fare per rag-

giungere questi risultati? Nul-la. Basta scegliere un vetro dotato dell'innovativo distan-ziale in silicone polimerico. A ben pensarci, è una sempli-ce questione di evoluzione.

Charles Darwin.

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iugno 2011Finisce l'era del metallo

Prima i distanziali erano in alluminio, poi si è passati a un materiale più perfor-mante, l'acciaio. Di recente si sono sviluppati sistemi che prevedono l'impie-go misto di materie plastiche e metallo, arrivando al "bordo caldo" tradizio-nale (chiamato anche warm edge). Perché quest'evoluzione? Per rispondere alle richieste sempre più pressanti di isolamento termico e acustico derivanti dall'entrata in vigore dei decreti legislativi 192 e 311, ma più in generale per una maggiore sensibilità di imprese e privati. L'ultimo anello di questa catena evolutiva è il bordo caldo polimerico. Una so-luzione innovativa e non ancora diffusa su larga scala, ma che promette di de-cretare l'estinzione di tutti i metodi precedenti. Perché permette di raggiungere prestazioni migliori in fatto di isolamento termoacustico, durata del serramento, resistenza all'usura, ritenzione dei gas. Chi accoglie questa innovazione può ottenere, senza alcuna fatica, un prodotto finale dalle prestazioni migliori.

Il distanziale in silicone polimerico permette di ridurre la perdita di calore interno fino a oltre il 90%

Niente metallo, niente ponti termici

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Aumento della temperatura superficiale minima

La caratteristica primaria dei nuovi distanziatori polimerici è la loro bassa con-duttività termica rispetto ai distanziatori tradizionali: il valore psi (coefficiente lineare di tramittanza termica del bordo del vetro) è più basso. Questo significa che, soprattutto in corrispondenza del profilo inferiore, la temperatura interna di superficie è più alta. In genere di ben 9,2 °C rispetto all'alluminio (con una tem-peratura esterna di -18 °C e una interna di +21 °C).

La temperatura superficiale minima regi-strata con distanziali in materiali diversi (temperatura interna +21 °C, temperatura esterna -18 °C)

Minimo rischio

di condensa

5,6 °CDistanziale polimerico

9,2 °CVariazione media della temperatura

interna di superficie

-0,7 °CAcciaio inossidabile

a spessore sottile

-0,2 °CAlluminio

a taglio termico

-3,7 °CAlluminio

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I vantaggi sono palesi. Innanzitutto una migliore efficienza del serramento per quanto riguarda l'isolamento termico, potendo ottenere un Uw più basso senza dover intervenire su anta e telaio. E poi la riduzione del rischio di formazione di condensa lungo il bordo vetro. E sappiamo che cosa questo voglia dire: si evi-tano possibili danni al serramento stesso, ma soprattutto problemi e possibili cause con i clienti. Vi è poi un altro aspetto importante: in assenza di condensa e quindi di muffe, la qualità dell'aria all'interno dell'abitazione è decisamente migliore. Si scon-giura la presenza di batteri e virus, e quindi si possono ridurre le manifestazioni allergiche e i problemi di igiene.

Migliore capacità d'adattamento

Rispetto ai distanziali in alluminio, i distanziali in silicone polimerico sono in grado di adattarsi meglio ai movimenti del vetro, dovuti ad esempio all'irradia-zione solare, alla dilatazione termica, ai carichi del vento o alla pressione atmo-sferica. Il materiale con il quale vengono realizzati (silicone polimero termoin-durito) ha infatti elevate doti di elasticità, che gli permettono di espandersi e di contrarsi ritornando poi sempre alla forma originaria (vedi approfondimento "Come funziona il distanziale polimerico" a pag. 38). In questo modo si ridu-cono le sollecitazioni sul silicone esterno, che potrebbero dar luogo a distacchi o incrinature nella sigillatura.

Sviluppate capacità anti-rumore

Oltre all'isolamento termico, il distanziale polimerico è in grado di migliorare anche le prestazioni acustiche di un serramento (fino a 2 dB di differenza rispetto ai valori raggiunti con distanziale tradizionale). Il polimero espanso a celle chiuse di questi nuovi distanziali trasmette infatti le vibrazioni del suono in misura ridotta rispetto alle soluzioni utilizzate finora (in alluminio o bordo caldo tradizionale).

Massimaflessibilità ed elastic

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Come funzionaildistanziale polimerico?

I nuovi distanziatori sono assolutamente privi di metallo. Sono realizzati invece in silicone strutturato espanso ottenuto da un polimero termoindurito e stampato a iniezione con de-siccanti incorporati. Il materiale è molto flessibile e ha un basso delta di deformazione. La sua forma viene definita durante il processo di termoindurimento e non può essere cam-biata: anche se il distanziale viene compresso riassume sempre la sua forma originaria.

Una vita più lunga

Secondo gli studi realizzati sulle finestre con distanziale polimerico (fonte: studi Edgetech), l'aspettativa di vita del serramento è sensibilmente più lunga rispetto alle soluzioni tradizionali: fino a cinque volte tanto. Ciò è dovuto prima-riamente alla capacità elastica del distanziale, ma anche alla precisione nella produzione della vetrocamera. Il bordo caldo polimerico è infatti una soluzione che non richiede l'intervento

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dell'uomo in fase di applicazione. Un impianto altamente tecnologico provvede alla sistemazione del distanziale lungo il perimetro del vetro, con la massima precisione e pulizia. Gli angoli vengono piegati direttamente in fase di appli-cazione ed è possibile ottenere un risultato ottimo anche su lastre di grandi di-mensioni, sempre più frequenti.

Argon e krypton sotto controllo L'utilizzo del distanziale in silicone polimerico influenza anche il procedimen-to di inserimento dei gas all'interno della vetrocamera, determinandone una maggiore ritenzione nel tempo, come conferma Andrea Vitali, presidente di PB Group, una delle poche aziende in Italia a produrre vetri con questo nuovo sistema: "Mentre finora per iniettare il gas si praticava un foro nelle canaline in alluminio, che poi veniva chiuso con un tappo in silicone o butile – e così non si sapeva quanto gas entrava realmente –, con il bordo caldo è l'impianto che ef-fettua l'operazione: tiene divaricati i vetri nella parte inferiore, inietta il gas e poi li richiude immediatamente; in questo modo entra esattamente la quantità di gas che occorre. E la ritenzione è maggiore".Finora le aziende produttrici di vetrocamere con bordo caldo polimerico in Italia sono contate ma, visti i vantaggi di questo metodo, che permette di ottenere risultati migliori sotto tutti i punti di vista senza dover intervenire in alcun modo sul serramento, chi saprà riconoscerli per tempo potrà prendere parte fin da subito all'evoluzione.

• I nuovi vetri vengono realizzati con un distan-ziale privo di metallo: il bordo caldo polimerico.

• Si può garantire un migliore isolamento termi-co, senza dover intervenire sul profilo.

• Si possono ottenere: riduzione della conden-sa, isolamento acustico migliore, più durata e maggiore ritenzione dei gas.

Michele BernardiProductmanagement Maico

[email protected]

L'articoLo in PiLLoLe

Maggiori inforMazioni

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Signor Vitali, la sua azienda utilizza da qualche tempo vetri con distan-ziale caldo polimerico, realizza-ti da PB Group in collaborazione con Esiglass, azienda marchigiana produttrice di vetri partner di Saint Gobain. Come mai questa scelta? E come siete arrivati alle canaline Su-per Spacer (uno dei nomi commer-ciali del nuovo distanziale caldo polimerico, ndr)?

"Per ottenere una buona performance in termini di isolamento termico e acu-stico, oggi l'elemento più importante della finestra è il vetro. Per questo rappresenta anche il costo maggiore che incide sul serramento. Rispetto a prima, quando le vetrate isolanti pote-vano avere un peso del 10%, adesso la loro incidenza sul costo totale della finestra può superare anche il 30%, a seconda delle tipologie montate. Da qui la nostra scelta di intervenire anche nella produzione del vetro col-laborando con un'azienda che ci per-mettesse di essere all'avanguardia.

Perché non tutti i vetrai hanno la cul-tura del vetro: si limitano a produrre. E fare solo vetri non basta, oggi devi for-nire l'Ug e i decibel. E questa canalina aiuta a raggiungere l'obiettivo".

Ma che cosa ha di diverso la canali-na Super Spacer rispetto alle altre?

"È una canalina che ha una conduttivi-tà termica 950 volte inferiore rispet-to a quelle in alluminio, permette di ridurre del 94% la perdita di calore, di migliorare del 2% l'abbattimento acu-stico e riduce del 70% la formazione di condensa. Viste queste prestazioni eccezionali, abbiamo deciso di acqui-stare l'impianto per poter installare sui nostri vetri questa canalina invece del-le canaline in alluminio. Fin da subito ho capito che era un'innovazione. E da settembre dell'anno scorso, sulle no-stre vetrate isolanti montiamo esclusi-vamente canaline Super Spacer".

Quali sono i vantaggi per chi acqui-sta vetri con canalina Super Spacer?

"I vantaggi sono quelli che ho elen-cato prima, comunque in sostanza il vantaggio più tangibile è un guadagno del 10% sul rapporto tra vetro e telaio. Mi spiego meglio: con la canalina in alluminio, se il vetro ha un Ug di 1,1 W/m²K si arriva a un Uw di 1,4 W/m²K. Se mettiamo il bordo caldo arriviamo a un Uw di 1,3 W/m²K, con la canalina Super Spacer si arriva a un Uw di 1,2 W/m²K".

Sono stati espressi alcuni dubbi circa le prestazioni della canalina Super Spacer sul lungo periodo. Lei che cosa ne pensa?

"Per il momento personalmente non ho dubbi. Anche perché so come vie-ne realizzata ed applicata. Innanzi-tutto non c'è bisogno di inserire i sali all'interno della canalina come avvie-ne per l'alluminio (i sali sono contenu-ti nel materiale stesso della canalina Super Spacer, ndr). E poi la procedu-ra di applicazione è molto più sem-plice, ma serve un impianto speciale.

Intervistaad

A n dr e A Vi tA li

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Sempre con questo impianto viene inserito il gas. Il 90% dei vetrai fa un foro, mette il gas e poi stucca il vetro. Mentre il nostro impianto apre il vetro, inietta il gas e poi richiude il vetro. È un sistema all'avanguardia".

I risultati possono considerarsi mi-gliori?

"Io penso di sì. Perché, al di là delle maggiori prestazioni, il processo pro-duttivo non richiede la mano umana nell'appoggiare la canalina al vetro (macchie o aloni lasciati dalle mani, appoggio leggermente piegato ecc.). Qui c'è la macchina che applica la ca-nalina in modo perfetto e pulito".

Rispetto a una soluzione in allumi-nio c'è un aggravio di prezzo?

"Sì, chiaramente costa qualcosina di più. Ma non penso che sia rilevante, visti i vantaggi. L'aggravio di prezzo è di circa 4 o 5 euro. Non mi sembra insostenibile. Il serramentista che usa

questa soluzione deve capire che compra un Ug e non compra solo un vetro. Il sistema di vendita è cambiato, noi vendiamo Ug. Se vuoi raggiungere quel determinato Ug posso offrirti un vetro che, sebbene sia meno perfor-mante e meno costoso, può farti gua-dagnare il 10% sul valore Uw totale: grazie alla canalina Super Spacer. Quindi secondo me alla fine costa meno delle altre soluzioni".

Può fare un esempio?

"Se deve raggiungere un Ug di 1,4 W/m²K deve mettere per esempio il gas argon, che costa 4-7 euro al metro quadrato. Con questa canalina può evitare di usare il gas argon, perché grazie alle sue prestazioni isolanti guadagna il 10% sull'Uw. Dal valore Ug al valore Uw si migliora la perfor-mance del 10%. E poiché la canalina non costa il 10% in più, alla fine si ha un vantaggio. In realtà questa soluzio-ne costa meno delle altre".

Pensa quindi che la canalina in allu-minio verrà soppiantata dalla cana-lina Super Spacer?

"Ritengo che sarà un prodotto sem-pre più utilizzato. La canalina Super Spacer non è ancora molto diffusa, in quanto deve essere importata e occorre un impegno finanziario ab-bastanza importante. Ecco perché molti vetrai ancora non l'adottano. Ma ormai il mercato è pronto".

Andrea Vitali è il presidente di PB Group. PB Finestre nasce nel 1970 nelle Marche come azienda che produce infissi in legno e poi anche in legno-alluminio. Vitali rileva l'azienda nel 1990, dopo aver lavorato per dieci anni nel suo reparto commerciale. Nel 2009 acquisisce una vetreria marchi-giana e crea il gruppo PB. Oggi PB Group conta 110 dipendenti, ha uno stabilimen-to produttivo a Barchi (PU) e una sede amministrativa a Ponte Buggianese (PT), commercializza i suoi prodotti in Italia e all'estero (Stati Uniti, Russia e Grecia).

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Provando si imparaCerto, le prove valide per la marcatura CE dei serramenti si fanno in un istituto accreditato e notificato. Ma le prestazioni di porte e finestre si possono conoscere in anticipo: basta un banco di prova e l'azienda si trasforma in un mini laboratorio. Procedendo per tentativi ed errori, il serramento si perfeziona. E il costruttore impara.

Chi produce serramenti e li ha testati in laboratorio per poter apporre il marchio CE sa che le prove sono rivelazioni: fanno crollare le certezze su una finestra che si credeva ermetica, mettono in luce con quanta accuratezza è stato as-semblato un giunto angolare, sorprendono per il miglioramento di tenuta dopo aver sostituito una semplice guarnizione.Tutto questo si scopre durante una prova ufficiale negli istituti notificati che rila-sciano i certificati per la marcatura CE. Al di là del marchio, è utile verificare la qualità di ciò che si produce man mano che lo si produce. E se non sempre si può andare in laboratorio, il laboratorio può venire in azienda.

Il laboratorio di Cormo: a sinistra la came-ra climatica, a destra il banco di prova per

testare aria, acqua e vento

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«Fare ricerca e sviluppo in un laboratorio notificato

comporta costi e tempi di attesa difficili da sostenere» Ing. Enrico Piccinini

Un bagaglio di sapere

Abbiamo chiesto a un'azienda che dispone di propri banchi di prova per che cosa sono utili. Risponde l'inge-gner Enrico Piccinini, direttore del reparto di ricerca e sviluppo della cooperativa Cormo che realizza ser-ramenti in legno: "Spesso i laboratori notificati vengono utilizzati anche per fare test di studio. Ovviamente questo comporta dei costi e dei tempi di atte-sa non facilmente sostenibili. Avere la possibilità di testare i prototipi in casa rende il lavoro di ricerca e sviluppo molto più agevole".Niente spostamenti né liste d'attesa: avere un banco di prova all'interno dello stabilimento è molto comodo.Con i test il serramentista può verifi-care che la tipologia di componente acquistata sia adatta al profilo (per esempio la lunghezza di una vite, la forma di una guarnizione o il numero dei punti di chiusura). Oppure può ac-certarsi che le performance dell'intera finestra siano quelle che si aspetta. O, ancora, può perfezionare il metodo di posa testando l'infisso installato su un campione di muro.Prova dopo prova, il serramento mi-gliora e il costruttore aumenta il pro-prio bagaglio di esperienza e sapere. E se un buon prodotto potrà anche essere copiato, molto più difficile sarà copiare il bagaglio di know-how, di competenze delle persone.

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COSA PUÒ EMERGERE DALLE PROVE

Per renderci conto dell'utilità di testare i serramenti in azienda facciamo un paio di esempi concreti. Si tratta di problemi reali emersi durante pre-prove effettua-te in Maico Technology: il test ha messo in luce un problema di cui il costruttore non era consapevole, si è intervenuti per correggerlo e alla fine le prestazioni del serramento sono migliorate.

ESEMPIO 1Il banco di prova ha rilevato un'infiltra-zione d'acqua sotto una porta-finestra. Il punto critico era il traverso inferiore tra la guarnizione sull'anta e la soglia (disegno nel cerchio rosso). Al costruttore è venuto in mente di sormontare questa zona con uno zoccolo rompigoccia per allontana-re l'acqua che scorre sul lato esterno del serramento dalla guarnizione inferiore: un accorgimento semplice e insolito che è riuscito a bloccare le infiltrazioni (cer-chio verde).

ESEMPIO 2Per ragioni estetiche alcuni serramentisti realizzano finestre con le due ante com-planari, senza fascetta centrale. In questi casi le infiltrazioni sono certe: l'acqua penetrerà dalla fuga tra le ante arrivando alla guarnizione centrale e oltre (cerchio rosso). Le soluzioni possibili sono due (cerchi verdi): aggiungere una guarnizio-ne a labbro o tornare alla fascetta centra-le. In entrambi i casi l'acqua troverà una barriera.

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Le prove ufficiali? Niente paura!

I banchi di prova servono anche per prepararsi alle prove ufficiali per la marca-tura CE. Prosegue l'ingegner Piccinini: "Abbiamo sicuramente sprecato meno tempo e meno risorse nel fare i test iniziali: utilizzare l'apparecchiatura per te-stare i campioni prima di portarli nel laboratorio notificato permette di corregge-re eventuali errori che altrimenti emergerebbero durante la prova ufficiale".I difetti possono essere corretti in anticipo, così come è possibile intervenire se la classe raggiunta dal serramento è più bassa di quella desiderata. Se queste scoperte venissero fatte in istituto, la prova si interromperebbe e si dovrebbe ricominciare tutto daccapo. Con dispendio di tempo e denaro.

FPC e QM

Altri possibili utilizzi dei banchi di prova sono il monitoraggio della qualità in produzione tramite controlli a campione (l'FPC, Factory Production Control pre-visto dalla marcatura CE) oppure la sostituzione di un componente su infissi già certificati.In quest'ultimo caso le linee guida dell'istituto Ift di Rosenheim – QM 328 per i meccanismi e QM 338 per le guarnizioni – consentono di sostituire un compo-nente testato secondo QM con un altro, sempre testato QM, senza ripetere le prove ITT. La responsabilità resta comunque del costruttore il quale, se ha un proprio banco di prova, può documentare il mantenimento o il miglioramento delle prestazioni dopo aver sostituito il componente.

«La camera climatica alterna il caldo umido

al freddo secco. Così vediamo come il serramento invecchierà» Ing. Enrico Piccinini

RITRATTO

L'ingegner Enrico Piccinini è il respon-sabile del reparto ricerca e sviluppo di Cormo, cooperativa con sede a San Martino in Rio (RE) che produce ser-ramenti. Nata nel 1890, oggi Cormo conta oltre 400 dipendenti di cui quasi la metà sono soci. La produzione an-nua è di oltre 100 mila finestre, 40 mila oscuranti e 13 mila porte d'ingresso. Oltre allo stabilimento emiliano ha sedi a Milano, Roma, Torino e Varese e commercializza i propri prodotti in Ita-lia e all'estero.

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Comunicazione d'effetto

Sia ai clienti sia agli agenti di vendita, il serramentista può argomentare in modo più efficace le virtù dei propri infissi. Infatti il banco di prova si presta a dimostrazioni dal vivo per rendere tangibili prestazioni che, altrimenti, appaiono come sigle e numeri di difficile comprensione.Una prova che non rientra tra quelle obbligatorie per la marcatura CE ma che è di forte impatto perché mostra come il serramento reagirà al trascorrere del tempo è la camera climatica. L'ingegner Piccinini di Cormo ci spiega come fun-ziona: "È una camera in cui applichiamo cicli di carico termo-igrometrico, cioè creiamo climi caldi umidi alternati a climi freddi secchi per invecchiare artificial-mente i manufatti e poter così esplorare il comportamento nel tempo dei pro-dotti in legno. Questi test hanno evidenziato la criticità della verniciatura e, per certe tipologie di serramenti come gli oscuranti, ci hanno aiutati a innovare la 'struttura' del prodotto e a prolungarne così la durata".

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A chi serve

Senza dubbio ai costruttori di serramenti: le molteplici applicazioni del banco di prova che abbiamo suggerito lo rendono un strumento interessante per chi pro-duce finestre, porte e oscuranti.Naturalmente l'investimento iniziale deve essere sostenibile. Se il prezzo si aggira intorno ai 30 mila euro (questo è il costo del banco distribuito da Maico Technology, vedi riquadro di approfondimento a pag. 50), l'acquisto è consiglia-to ad aziende medio-grandi.

Anche per commercianti e utensilieriOltre che ai serramentisti un banco di prova è adatto ai commercianti, che po-trebbero noleggiarlo ai propri clienti serramentisti, e agli utensilieri per testare i sistemi che progettano.

MAGGIORI INFORMAZIONI

Ing. Karlheinz Santer Maico [email protected]

L'ARTICOLO IN PILLOLE

• Le prove ITT previste dalla marca-tura CE vanno eseguite in un istituto notificato o in un laboratorio come Maico Technology (che collabora con gli istituti).

• Con un banco di prova in azienda ci si può preparare alle prove ufficiali per non avere sorprese una volta in istituto.

• Il vantaggio principale del banco è che accresce la competenza di chi lo usa: si può verificare come le pre-stazioni del serramento cambiano modificando i componenti, il profilo e il metodo di posa.

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«Costo e ingombro piccoli per testare serramenti grandi. Così il banco di Maico Technology ci ha convinti»

Intervista all'ingegner Valerio Mazza di Spi, azienda che costruisce serramenti e ha appena acquistato il nuovo banco di prova distribuito da Maico Technology.

Che cosa vi ha spinti a comprare un vostro banco di prova?

"L'esigenza nasce dalla volontà di immettere sul mercato serramenti di alta qualità. L'idea è quella di prendere a campione una delle finestre che realiz-ziamo quotidianamente e provarla sul banco, se non una al giorno comunque fare una campionatura 'a spot'. Prevediamo di mettere il banco a fine linea cosicché, ogni qual volta si renderà necessario, prenderemo un serramento dalla produzione e lo testeremo. Avere un nostro banco di prova va sicura-mente a vantaggio dell'immagine dell'azienda, ma anche della sicurezza del cliente che acquista".

Senza banco di prova il controllo come viene gestito?

"Durante la fase di produzione gli operatori controllano la tenuta del serramen-to verificando che tutte le fughe siano corrette, cioè misurando la fuga tra anta e telaio. Questo garantisce il buon funzionamento dell'infisso laddove non ci siano vizi nascosti, per esempio un problema sul tappo di riporto che l'operato-

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re non riesce a vedere ma che magari la macchina mette in evidenza. Poniamo che arrivi una partita di tappi difettosi che fanno entrare dell'acqua dentro il ser-ramento: di questo ci si accorge solo facendo una prova".

Per quali altri scopi immaginate di utilizzare il banco?

"Anche per fare un pre-controllo prima di mandare il campione al laboratorio notificato per le prove ITT. Prima di inviarlo potremmo farci dei test in casa per vedere che tutto sia a posto, in modo da non inviare qualcosa che, una volta in istituto, faccia entrare acqua. L'obiettivo è avere la ragionevole certezza che non sarà necessario ripetere la prova ufficiale più volte".

IDENTIKIT DEL BANCO DI PROVA

Il banco proposto da Maico Technology è in grado di misurare:• la permeabilità all'aria secondo la norma EN 1026• la tenuta all'acqua secondo EN 1027• la resistenza al carico del vento secondo EN 12211, fino a una pressione di ± 2.400

Pascal.Il banco – con un ingombro di 2,3 metri di larghezza, 2,95 di altezza e 1 di profondità – permette di testare serramenti che vanno da mezzo metro fino a due metri e mezzo.Tutto ciò di cui la macchina ha bisogno è una presa elettrica e un attacco per l'acqua (se si sceglie il modello con ricircolo dell'acqua l'attacco non è necessario).Prima di una prova il banco si prepara molto velocemente: i pannelli che simulano la parete si fissano con un pratico sistema di aggancio, mentre il serramento da testare si blocca con apposite morse.Il costo è di circa 30 mila euro, che includono la macchina, il software (in italiano, ingle-se o tedesco) e un corso in cui viene spiegato come utilizzare il banco.

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Vi aiuterà nella scelta dei componenti?

"Fino a questo momento sulle guarnizioni facevamo delle prove di deteriora-mento ai raggi ultravioletti oppure di antisfilamento. Con questo banco sarà possibile andare più nel particolare".

Quali caratteristiche del banco proposto da Maico Technology vi hanno colpiti e convinti?

"Sicuramente abbiamo apprezzato le dimensioni contenute e il rapporto bene-ficio/prezzo. E comunque la possibilità di provare infissi che possono arrivare anche ad altezze di due metri e mezzo. Per quello che dobbiamo fare va più che bene".

Siete già venuti in Maico per fare un corso di formazione sul banco. È stato utile?

"Sì, certamente. Avevamo fatto diversi test in laboratorio, quindi conoscevamo la procedura di come si utilizza un banco di prova. Però i comandi specifici va-riano da banco a banco, quindi fare un corso ad hoc è stato utile".

IDENTIKIT DEL BANCO DI PROVA

Il banco proposto da Maico Technology è in grado di misurare:• la permeabilità all'aria secondo la norma EN 1026• la tenuta all'acqua secondo EN 1027• la resistenza al carico del vento secondo EN 12211, fino a una pressione di ± 2.400

Pascal.Il banco – con un ingombro di 2,3 metri di larghezza, 2,95 di altezza e 1 di profondità – permette di testare serramenti che vanno da mezzo metro fino a due metri e mezzo.Tutto ciò di cui la macchina ha bisogno è una presa elettrica e un attacco per l'acqua (se si sceglie il modello con ricircolo dell'acqua l'attacco non è necessario).Prima di una prova il banco si prepara molto velocemente: i pannelli che simulano la parete si fissano con un pratico sistema di aggancio, mentre il serramento da testare si blocca con apposite morse.Il costo è di circa 30 mila euro, che includono la macchina, il software (in italiano, ingle-se o tedesco) e un corso in cui viene spiegato come utilizzare il banco.

RITRATTO

L'ingegner Valerio Mazza lavora nel re-parto ricerca e sviluppo di Spi, azienda di Maierato (VV) che produce e vende serramenti in PVC, PVC-alluminio, PVC-legno, alluminio e alluminio-le-gno. Partita nel 1985 sotto la guida di Francesco Mangione con appena tre dipendenti, oggi l'azienda conta 200 collaboratori, compresi gli agenti di vendita attivi in tutta Italia. La produ-zione si attesta intorno ai 35-40 mila serramenti l'anno, tra finestre, porte e sistemi oscuranti.

Il banco di prova collegato con l'unità centrale (apparecchiatura bianca in primo piano) e con un comune pc

Dettaglio: ugello per l'acqua

Schermata del software

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La differenza si sente

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Se consideriamo il solo serramento ogni produttore sa (o dovrebbe sa-pere) esattamente qual è il valore di abbattimento acustico che il suo prodotto raggiunge. E sa benissimo quale sarà la differenza di risultato se utilizza un vetro rispetto a un altro. Ma quando si tratta del giunto? Chi può affermare di conoscere realmente la differenza tra un sigillante e un altro? E di poter prevedere il valore di abbattimento acustico che si otterrà a posa ultimata? Maico ed Envircom hanno messo a confronto i diversi sistemi di posa: ecco i risultati dei test.

L'articolo 129, comma 5, del Codice del Consumo afferma che il difetto di conformità derivante da un'installazione imperfetta è equiparabile al difetto di conformità del bene, quando l'installazione fa parte del contratto di vendita. In parole povere: se la finestra ha un valore di abbattimento acustico pari a 40 dB, ma una volta posata il valore registrato dovesse rivelarsi inferiore a 40 dB, la finestra sarà considerata difettosa. Dunque il prodotto che si deve garantire non è la finestra: è l'isolamento acustico dell'intero sistema. Giunto compreso. Il quale, perciò, deve avere prestazioni necessariamente pari o superiori a quelle dichiarate dal serramento.

L'isolamento acustico dipende anche dal giunto

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La realtà dei fatti

Nell'ambito di un progetto più ampio (vedi box nella pagina a fianco), Maico ed Envircom hanno sottoposto diversi metodi di sigillatura e isolamento dei giunti a cicli di prove per la verifica dell'abbattimento acustico. La particolarità di que-ste prove è data dal fatto che, rispetto a quanto viene normalmente fatto, per ciascun sistema di posa vengono rilevati i dati reali. Inoltre si tratta del primo studio di tipo comparativo tra i diversi sistemi di posa.

Un esempioPer verificarne la capacità di abbattimento acustico, il materiale da testare viene solitamente inserito in una fuga rettilinea tra due pannelli a elevatissima densità. Qual è il problema? Il problema deriva da due fattori. Il primo riguarda i pannelli utilizzati durante il test, che, essendo a elevatissimo abbattimento acu-stico, tendono a innalzare in maniera irrealistica il valore di abbattimento del giunto. Il secondo fattore riguarda invece il tipo di giunti testati in laboratorio: si tratta di giunti lineari, privi di angoli, e sono proprio questi ultimi a rappresentare la zona critica per il passaggio di aria e rumore. Il test Maico-Envircom è stato invece realizzato su un pannello con valore misurato di 46 dB (abbastanza simile a quello di un ottimo serramento), di di-mensioni 148x123x9 cm, collocato nel muro utilizzando diversi sistemi di posa reali. Per questo motivo i risultati sono affidabili e precisi, ottenuti secondo un metodo scientifico. L'obiettivo è infatti quello di conoscere il reale valore di ab-battimento acustico del giunto, considerando l'importanza crescente di questo aspetto e il controllo al quale sono soggetti i fornitori degli elementi di facciata. Essere informati, consapevoli e responsabili è fondamentale.

Che cosa ci dicono i risultati

Sono stati effettuati due test: il primo su un montaggio in luce (fuga di 10 mm che corre sui quattro lati), il secondo su un controtelaio a "L" (fuga di 10 mm su tre lati e traverso inferiore in appoggio). Di volta in volta sono stati impiegati prodotti differenti e rilevati i risultati migliori ottenibili. Nel caso del montaggio in luce, il sistema di posa che ha dato il più alto livello di abbattimento acustico è la schiuma poliuretanica flessibile abbinata a una sigillatura con silicone (mi-gliore risultato raggiunto 45 dB).

Lo studio Maico-Envircom evidenzia i risultati

ottenibili con ciascun prodotto isolante

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STUDIO COMPARATIVO SUI GIUNTI DI POSA

Maico Technology ha condotto il primo studio che mette a confronto le prestazioni dei sistemi di posa. I giunti – realizzati con le diverse combinazioni di materiali in com-mercio – sono stati sottoposti ai test di:• abbattimento acustico (in collaborazio-

ne con Envircom)• permeabilità all'aria

• tenuta all'acqua.In questo articolo sono presentati alcuni risultati dei test acustici, le tabelle con i risultati completi saranno distribuite nei corsi sulla posa organizzati da Maico Academy ed Envircom. Delle prove di aria e acqua parleremo sul prossimo nu-mero di Tecnogramma.

MAICOTECHNOLOGY

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Dal test emerge chiaramente che una schiuma di ottima qualità (sia tradiziona-le, sia flessibile), se posata a regola d'arte, può dare già da sola ottimi risultati in termini di abbattimento acustico. Ma dai valori registrati si possono dedurre altre importanti informazioni.

Per isolare basta la schiumaImpiegando unicamente la schiuma si possono ottenere 44 dB (sia con il mon-taggio in luce sia con il controtelaio a "L", giunto inferiore sigillato con silicone su entrambi i lati e butile). Ma attenzione: la schiuma è un isolante, non un sigil-lante. Va quindi sempre usata in abbinamento a un sigillante che la protegga da umidità e acqua.

Il tempo di asciugatura è importanteNell'ambito del test, la schiuma ha garantito la sua massima performance (por-tando il giunto a 44 dB di abbattimento acustico) anche senza rispettare i tem-pi di asciugatura. Ma questi sono fondamentali. Se si fa passare del tempo e asciugare la schiuma, il risultato sarà infatti differente.

Tagliare la schiuma non pregiudica l'abbattimento acusticoPremettendo e sottolineando che tagliare la schiuma non è un'operazione cor-retta (rende la schiuma più deteriorabile in presenza di umidità), il valore di ab-battimento acustico del giunto non peggiora dopo aver tagliato la schiuma sui due lati.

Il silicone migliora la performanceUn'ulteriore sigillatura con silicone, su almeno uno dei due lati, permette al giunto di guadagnare un ulteriore dB di abbattimento acustico: da 44 a 45 dB.

Il silicone da solo è un ottimo isolanteIl silicone di per sé assicura un ottimo livello di abbattimento acustico: 41 dB se posato su un solo lato, 45 dB se applicato sui due lati (sempre con traverso in-feriore in appoggio e sigillato con silicone esterno/interno più butile).

Il coprifiloL'uso di un coprifilo migliora sensibilmente le prestazioni nel caso di un giunto con scarso livello di abbattimento acustico di base (può portare da 30 a 36 dB). Nel caso in cui, invece, il giunto abbia già un ottimo valore, l'applicazione del coprifilo può peggiorarlo (rilevato da 44 a 43 dB).

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Una schiuma di qualità dà ottimi valori

L'ARTICOLO IN PILLOLE

• Il giunto deve raggiungere almeno lo stesso valore di abbattimento acu-stico del serramento.

• È possibile conoscere il reale valo-re del giunto solo se le prove sono effettuate simulando reali situazioni di posa.

• Lo studio comparativo effettuato da Maico ed Envircom permette di sce-gliere tra sistemi di posa differenti.

MAGGIORI INFORMAZIONI

Michele BernardiProductmanagement [email protected]

In aggiunta è stato testato anche il doppio giunto (telaio/muro + telaio/controte-laio): le diverse combinazioni di schiuma, silicone e nastro autoespandente da 58 mm di larghezza garantiscono – se questi sono posati a regola d'arte – una tenuta del giunto compresa tra 39 e 42 dB, sia con fuga di 10 mm su 4 lati, sia con traverso inferiore in appoggio.

Sapere per scegliere

Il vantaggio maggiore di questo studio è la possibilità di confrontare i diversi prodotti in base alla loro capacità isolante e di scegliere di conseguenza. Le tabelle elaborate in seguito ai test rappresentano uno strumento di valutazione immediato e concreto per scegliere con buon senso il sistema di posa più ido-neo in ogni singolo caso.

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Partner

F.lli Pavanello srlViale del Lavoro 13I-5100 [email protected] le immagini delle pagg. 10, 15 e 16

Arch. Michael TribusSchiessstandg. 9/1I-39011 Lana (BZ)[email protected] l'immagine di pag. 21

Envircom srlvia Panciatichi 92I-50127 [email protected] le immagini delle pagg. 24 e 25

Edgetech Europe GmbHGladbacher Strasse 23D-52525 Heinsberg [email protected] l'immagine di pag. 38

PB Group - Industria Finestre Italia Via Filippo Turati 2I-51019 Ponte Buggianese (PT)[email protected] le immagini delle pagg. 35 e 41

Società Cooperativa CormoVia Magnanini 40I-42018 S. Martino in Rio (RE)[email protected] l'immagine di pag. 42

Stock fotografici

iStockPhoto - www.istockphoto.comGetty Images - www.gettyimages.com

Foto originali

Eugenio ZaffagniniPer le foto delle pagg. 4, 5, 26, 27, 50 e 51

Periodico di informazione Maico n. 22 – Giugno 2011

Testi: Roberta Soda, Elisabetta Volpe

Progetto grafico: Eugenio Zaffagnini

Redazione: Michele Bernardi, Martina De Rosi, Christian Gasser, Wolfgang Reisigl, Giuseppe Salghetti Drioli, Massimiliano Salvato, Alex Schweitzer, Veico Strim

Hanno collaborato a questo numero: Domenico Mirandola, Marco Molinari, Hanspeter Platzer, Karlheinz Santer, Roland Santer

Stampa: Athesia Druck – Bolzano

Contatti: Maico Srl a socio unico Zona Artigianale 15, 39015 S. Leonardo (BZ) Tel. 0473 651 200 (centralino) [email protected] www.tecnogramma.it

Periodico Tecnogramma - Sped. in A.P. 70% - DCB Bolzano - N° 2/2004 Autoriz. Dir. Prov. BZ N° 3399/R4 - Registrato tribunale di Bolzano N° 1/91RST Direttore responsabile: E. Krumm - Direttore: W. Reisigl, Cas. post. N. 20 S. Leonardo

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tecnogrammaScoprirete le notizie dal mondo dei serramenti

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o sulla vostra autoradio.

da ascoltare

WWW.TECNOGRAMMA.IT

[email protected]

N. 22 – GIUGNO 2011

Una ventatad'aria fresca Perché le case di oggihanno bisogno della ventilazione

tecnogramma Ringraziamo chi ci ha fornito le immagini contenute in questo numero

In principio era la carta.Fin dalla prima uscita ci siamo abituati alle pagine da sfogliare di Tecnogramma. Poi, pur mantenendo la forma stampa-ta, la rivista è uscita anche in versione digitale sul sito www.tecnogramma.it

Dal numero 17 la rivista si è smaterializzata: oltre alle pagine di carta, oltre ai clic del mouse, Tecnogramma è diventato voce.

Tecnogramma da ascoltare, ovvero la lettura ad alta voce delle notizie dal mondo dei serramenti, è per:• chi vuole tenersi aggiornato ma non trova il tempo di fermarsi a leggere;• chi è spesso in viaggio con l'autoradio accesa;• chi è curioso di sperimentare questa nuova forma della rivista.

Per ordinare il cd, compilate il modulo a destra e barrate l'apposita casella.

Per scaricare il file audio in formato mp3 o per abbonarvi al Podcast con iTunes o con un altro lettore di Feed RSS, andate alla pagina internet www.maico.com/podcast

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In alternativa può compilare la scheda di abbonamento alla pagina internet

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CD Numero 18 Soluzioni informatiche Codice 750247 CD Numero 19 Rilevamenti in cantiere Codice 758027 CD Numero 20 Norma marcatura CE Codice 758043 CD Numero 21 Oscuranti Codice 758076 CD Numero 22 Ventilazione Codice 758091

Nota: non possiamo garantire che il numero arretrato scelto sia ancora disponibile al momento dell'ordine.

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MAICO SRL, ZONA ARTIGIANALE, 15, I-39015 S. LEONARDO (BZ)TEL +39 0473 65 12 00, FAX +39 0473 65 13 00, [email protected], www.maico.com

Trent'anni fa Maico porta in Italia i meccanismi per aprire le fi nestre a ribalta.Oggi c’è Multi-Matic: meno pezzi da gestire, punti di chiusura antieff razione di serie, ante fi no a 180 chili, stop al "calo dell'anta" e alla ruggine.

Multi-Matic di Maico, una nuova generazione di ferramenta

1981: anta-ribalta2011: Multi-Matic