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1. PERSONALITA’ ARCHITETTONICHE 1.1 Caratteri biografici dell’architetto 1 * Nato nel 1941, Tadao Ando figura tra gli architetti che fanno ponte tra il XX secolo, segnato dalla preponderanza del Movimento Moderno, e il XXI secolo, che vede nascere lo sviluppo sostenibile. Il Movimento Moderno inizialmente era caratterizzato dal dissolvimento della scatola architettonica, dall’apertura degli spazi interni verso l’esterno. Tuttavia all’inizio del XXI secolo gli apporti del Movimento Moderno sono anche stati travisati dando vita a costruzioni indifferenti all’ambiente geografico o ai paesaggi urbani ripetitivi. Committenti e architetti hanno via via compreso che non era più possibile continuare su questa strada e che, prima di costruire, occorreva riconsiderare la supremazia dei luoghi. La produzione architettonica di Tadao Ando, che inizia a operare nel 1970, si colloca in questo contesto. Ando è un autodidatta, si forma viaggiando negli Stati Uniti, in Europa e in Africa, studiando l’architettura occidentale ma soprattutto, come lui stesso racconta, passeggiando da giovane per le vie di Kyoto e Nara. Dai templi e dalle abitazioni urbane delle due antiche capitali egli assimila l’essenza dell’architettura tradizionale giapponese e la sua capacità di ricostruire un tutt’uno con il luogo. Ando pur attingendo il suo vocabolario dal Movimento Moderno, egli cerca di considerare le specificità della vita quotidiana e le particolarità dei luoghi nei quali si trova a operare. Senza cadere nel pastiche dell’architettura tradizionale, egli desidera riattualizzare quell’unità tra NOTE SCHEDE DI ANALISI ARCHITETTONICA

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1. PERSONALITA’ ARCHITETTONICHE

1.1Caratteri biografici dell’architetto

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Nato nel 1941, Tadao Ando figura tra gli architetti che fanno ponte tra il XX secolo, segnato dalla preponderanza del Movimento Moderno, e il XXI secolo, che vede nascere lo sviluppo sostenibile. Il Movimento Moderno inizialmente era caratterizzato dal dissolvimento della scatola architettonica, dall’apertura degli spazi interni verso l’esterno. Tuttavia all’inizio del XXI secolo gli apporti del Movimento Moderno sono anche stati travisati dando vita a costruzioni indifferenti all’ambiente geografico o ai paesaggi urbani ripetitivi. Committenti e architetti hanno via via compreso che non era più possibile continuare su questa strada e che, prima di costruire, occorreva riconsiderare la supremazia dei luoghi. La produzione architettonica di Tadao Ando, che inizia a operare nel 1970, si colloca in questo contesto. Ando è un autodidatta, si forma viaggiando negli Stati Uniti, in Europa e in Africa, studiando l’architettura occidentale ma soprattutto, come lui stesso racconta, passeggiando da giovane per le vie di Kyoto e Nara. Dai templi e dalle abitazioni urbane delle due antiche capitali egli assimila l’essenza dell’architettura tradizionale giapponese e la sua capacità di ricostruire un tutt’uno con il luogo. Ando pur attingendo il suo vocabolario dal Movimento Moderno, egli cerca di considerare le specificità della vita quotidiana e le particolarità dei luoghi nei quali si trova a operare. Senza cadere nel pastiche dell’architettura tradizionale, egli desidera riattualizzare quell’unità tra l’abitazione giapponese e la natura che, progressivamente, è andata perduta. Perciò insiste sul ruolo della natura nella sua produzione architettonica, “non una natura allo stato selvaggio”, ma “una natura ordinata dall’essere umano, o piuttosto l’astrazione di una ordine generato dalla natura”. Forse proprio per questa singolarità, Ando, contrariamente a Le Corbusier, non fa scuola. Naturalmente, esistono caratteri distintivi tipici di Ando come il minimalismo, la geometria, il cemento, rinvenibili anche in altri architetti, ma raramente le loro realizzazioni mostrano la vera essenza della sua architettura. Ando non tiene in considerazione

NOTE 1* Foto Tadao Ando; 2*Rappresentazione in 3D casa Azuma

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1. PERSONALITA’ ARCHITETTONICHE

1.1 Caratteri biografici dell’architetto

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Sottolinea in tal modo la necessità , fondamentale quanto l’isolamento, di assicurare all’abitante delle relazioni con l’esterno. Negli anni settanta comincia a costruire i primi edifici e a concretizzare i propri principi architettonici. Partecipa all’esposizione itinerante “The New Wave of Japanese Architecture” e organizza la prima personale a Budapest. Da questo momento in poi avviene la consacrazione di Ando nello scenario internazionale ricevendo riconoscimenti in tutto il mondo e partecipando a congressi dove a modo di conoscere architetti famosi con cui si può confrontare. Alla fine degli anni ottanta, gli viene affidata la costruzione di edifici di grandi dimensioni . l’ampiezza di questi progetti contribuisce a sensibilizzarlo ulteriormente alle questioni relative al paesaggio. Nel 1997 Ando viene nominato professore nella prestigiosa università di Tokyo. Dal 2000 in poi Ando riceve onorificenze da importanti università e da accademie di architettura. Questi anni sono contrassegnati dalla volontà, sempre piu dichiarata, di legare l’architettura ai siti, sino al suo annullamento a vantaggio della topografia, come testimonia il Museo Chichu, a Naoshima, dalle forme geometriche interrate in una collina. Ancora oggi Tadao Ando mostra un singolare impegno nella difesa del paesaggio, non solo attraverso la sua architettura, ma anche attraverso azioni precise a favore dell’ambiente.

NOTE3*muuseo Chichu Naoschima.

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1. PERSONALITA’ ARCHITETTONICHE

1.2Principi Architettonici

Tadao Ando utilizza il lessico della cultura architettonica occidentale; le forme , i segni, la struttura morfologica e figurativa delle sue opere sono in gran parte quelle della modernità occidentale, eppure, dietro la sua scrittura architettonica cosi chiara, diretta, facilmente riconoscibile, dietro l’apparente familiarità del suo linguaggio, si cela un insieme di significati tutt’altro che immediatamente affermabile. Il suo racconto architettonico, pur a prima vista comprendibile, non sembra concedersi a facili e definitive interpretazioni. Le sue architetture sono, molto al di là di quanto alcuni aspetti della sua opera inducono a pensare, profondamente radicate nella cultura giapponese e, in quanto tali, costituiscono ai nostri occhi un insieme di chiarezze e oscurità, di trasparenza e opacità, di lontananza e prossimità. Per capire il Giappone moderno, e forse per capire lo stesso Ando, bisogna allora liberarsi del dualismo oppositivo tipico del pensiero occidentale che ci fa percepire i contrasti secondo una logica positivo\negativo; bisogna allontanarsi “dalla via fatale di ogni asserzione”, bisogna, insomma, pensare si per antonomie ma senza conflitto, senza contrasto, e dar vita a una rete di significati dalla struttura complessa e irriducibile.L’attività progettuale di Ando inizia in un periodo storico in cui il “rifiuto” del moderno sta facendo breccia; sono gli anni precedenti all’avvento dell’architettura postmoderna, e di fronte a questa ondata di dissacrante liberalizzazione culturale, Ando prende una posizione controcorrente, si riappropria dello spirito del moderno in tutta la sua franchezza. Egli vuole collocarsi negli spazi lasciati “vuoti” dal modernismo, esplorare le possibilità di ciò che è stato trascurato, dimenticato, sottovalutato. La sua opera cerca di ridisegnare i confini del linguaggio moderno dell’architettura, da un lato ampliandoli verso nuovi orizzonti espressivi e linguistici, dall’altro contraendoli, cioè riducendo la carica ideologica e gli obiettivi universalistici delle sue proposizioni.

NOTE

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1. PERSONALITA’ ARCHITETTONICHE

1.2 Principi Architettonici

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determinare vere e proprie esperienze per l’uomo, di fornire spunti di riflessione, e non solo luoghi deputati all’espletamento di determinate funzioni, anche perché queste possono cambiare, modificarsi, mentre l’architettura rimane.Tra le opere di Ando ve ne sono alcune in cui sono visibili le tre modalità principali utilizzate per far convivere, in un equilibrio allo stesso tempo stabile e precario, semplicità e complessità: quella della giustapposizione, quella della stratificazione e quella della sovrapposizione-compenetrazione.Nella casa Koshino, per esempio, ci troviamo di fronte a un’operazione di giustapposizione di due parallelepipedi rettangolari e di un volume a matrice curvilinea. La stratificazione, seconda modalità utilizzata, è ben rappresentata dal centro commerciale Time’s dove la caratteristica fondamentale di questo tipo di struttura è quella di moltiplicare più volte una figura geometrica fondamentale, il rettangolo in questo caso, determinando la nascita di un organismo con più strati fra loro concentrici. Infine la terza modalità, la sovrapposizione-compenetrazione, che ha al suo interno una variante suggerita già dalla doppia denominazione e che, di fatto, si misura con l’accentuazione del grado di relazione che si instaura tra le parti, fra i singoli volumi; questi, infatti, non sono piu tra loro indipendenti, come nel primo caso, ma si trovano a condividere su uno stesso sedime.

NOTE 4*rappresentazione casa Koshino.

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1. PERSONALITA’ ARCHITETTONICHE

1.3Linguaggio Architettonico

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Ando è interessato ai suoi aspetti emotivi e spirituali, piuttosto che alla sua concreta configurazione formale e spaziale. D'altronde , la scelta irreversibile di utilizzare un linguaggio e materiali costruttivi appartenenti alla modernità esclude qualsiasi possibilità di riferirsi direttamente alla tradizione figurativa del passato. In questo senso Ando è piuttosto chiaro: vi è una fondamentale relazione fra materiale e forma, egli dice, che impedisce di riprodurre con materiali nuovi, come calcestruzzo e acciaio, forme consolidate. Nella casa Okusu il grande elemento trilitico posto all’ingresso è chiaramente riferito al “tori”, il portone di legno realizzato con due montanti verticali collegati da due travi orizzontali sagomate che tradizionalmente segnava l’inizio di un percorso processionale di avvicinamento all’aria sacra di un tempio. I temi utilizzati nei suoi vari edifici sono molteplici e vanno al di la di alcuni evidenti similitudini formali: il trattamento metrico delle superfici, per esempio, o il sapiente gioco di pieni e vuoti; l’uso architettonico e scenografico della luce e dell’ombra; la grande attenzione per tutto il sistema dei percorsi; un certo uso della simmetria e della modularità, e, infine, sul piano puramente metodologico, il modo di confrontarsi con la storia e con la tradizione, di utilizzarne il patrimonio culturale esistente con un atteggiamento libero, del tutto scevro da tentazioni “post”. Le architetture di Ando inoltre sono piene di spazi apparentemente inutili, di luoghi vuoti o inaccessibili, di grandi atri sovradimensionati, di muri che segnano il territorio fino a scomparire in esso, di pilastri-colonne senza funzione di sostegno, di scale e percorsi che non portano in nessun luogo o che volutamente rendono più lungo il tragitto da un luogo ad un altro. Nulla, pero, è lasciato al caso e ogni elemento ricopre un ruolo all’interno della composizione. Un esempio per tutti: nel Sayamaike Historical Museum vi è uno spazio rettangolare all’aperto di grandi dimensioni, realizzato sotto il livello del

NOTE5* foto casa Okusu;6* pianta Sayamaike Historical Museum;

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1. PERSONALITA’ ARCHITETTONICHE

1.3 Linguaggio Architettonico

sulle due pareti lunghe scorrono due muri d’acqua, che terminano in una lunga vasca che occupa tutto il parterre. Si può passare dietro queste piccole cascate, ma anche davanti, percorrendo passerelle sospese sull’acqua dai parapetti di cristallo. I rumori e i riflessi di luce sono i protagonisti della composizione. Verrebbe da dire che si tratta di uno spazio monumentale, non tanto per la sua forma e dimensione, ma perché svolge la funzione di farci ricordare e introdurci delicatamente ai temi del museo.Gran parte dei suoi edifici sono scatole di calcestruzzo dalla configurazione omogenea basati su griglie spaziali uniformi. Ando concepisce le sue opere a partire dalla definizione di un insieme di regole semplici, desunte dalle caratteristiche e dalle proprietà intrinseche di alcune delle forme geometriche. Quadrati, cerchi, rettangoli, in qualche caso triangoli ed elissi, e le corrispettive estrusioni tridimensionali,costituiscono il lessico di base dell’architetto. D’altronde in Ando è radicata la convinzione che uno spazio omogeneo creato tramite una griglia strutturale sia il primo principio dell’architettura moderna e, in quanto tale, un punto di partenza ancora oggi valido, nonostante più di qualcuno lo abbia già da tempo messo fortemente in dubbio. D’altra parte la geometria è l’unico strumento capace di introdurre elementi di stabilità, logicità e rigore all’interno dell’organismo architettonico. Ando usa questo strumento non ricercandolo in esso il senso unico della sua architettura, bensì tentando con esso di definire, di dar corpo al rapporto armonico fra l’uomo e l’universo, fra l’uomo e la natura. Per far ciò, secondo lui, è necessario contrapporre all’invisibile logica di quest’ultima la logica dell’architettura, e la geometria è certamente lo strumento più efficace per permettere all’oggetto architettonico di avere una sua specifica presenza. Le architetture di Ando dialogano con il luogo, sono quasi sempre radicate a terra o al di sotto di essa, emergendo gradualmente, o mostrando in prossimità di scavi la propria natura ipogea. Lo spazio circostante viene sempre modellato da terrazzamenti e gradinate, con vasche d’acqua.

NOTE

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2. ANALISI PROGETTUALE

2.1 Il luogo

Il rapporto con l’intorno , il contesto e il “genius loci”

NOTE

2. ANALISI PROGETTUALE

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2.2La pianta, la sezione il prospetto

Tipi

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2. ANALISI PROGETTUALE

2.2La pianta, la sezione, il prospetto

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Assi, traguardi, punti nodali, intersezioni

NOTE

2. ANALISI PROGETTUALE

2.2La pianta, la sezione, il prospetto

Maglia modulare

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2. ANALISI PROGETTUALE

2.2La pianta, la sezione, il prospetto

Sistema Strutturale

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2. ANALISI PROGETTUALE

2.2La pianta, la sezione, il prospetto

Simmetrie - Asimmetrie

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2. ANALISI PROGETTUALE

2.2La pianta, la sezione, il prospetto

Definizione dei limiti volumetrici, rapporto con i confini “verticali” ed “orizzontali”:

attacco al suolo, angolo, coronamento

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NOTE

2. ANALISI PROGETTUALE

2.3 Le corrispondenze

Le corrispondenze fra pianta, sezione, prospetto: i rapporti spaziali

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NOTE

2. ANALISI PROGETTUALE

2.4 La volumetria

I volumi elementari e le intersezioni : le matrici figurative

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NOTE

2. ANALISI PROGETTUALE

2.5 Il linguaggio

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NOTE

2. ANALISI PROGETTUALE

2.6 La “narrazione”

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