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DIOCESI DI REGGIO EMILIA - GUASTALLA Quaresima Missionaria 2012 Sussidio per le celebrazioni della Quaresima Vieni e seguimi! (Mc 10,21)

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DIOCESI DI REGGIO EMILIA - GUASTALLA

Quaresima Missionaria 2012

Sussidio per le celebrazioni

della Quaresima

Vieni e seguimi! (Mc 10,21)

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Sussidio per le celebrazioni della Quaresima

“Vieni e seguimi!” è l’invito di Gesù che ci accompagnerà in questo percorso

quaresimale. L’abbiamo scelto per riscoprire lo slancio missionario della nostra Chiesa nelle settimane che ci attendono. Il presente sussidio è uno strumento per scandire ogni domenica di Quaresima, con riflessioni, segni, preghiere e testimonianze di giovani volontari rientrati dalle missioni diocesane, Albania, Brasile, India, Kosovo, Madagascar, Rwanda. Materiale che può essere usato nella liturgia, nella catechesi, nell’animazione, oltre che per la riflessione personale. In particolare, ogni domenica prevede:

- una missione diocesana di riferimento - lettera di volontari rientrati dalla missione indicata - Vangelo del giorno - breve commento - parola chiave della domenica a partire da una caratteristica della

missione - domande per la riflessione durante la settimana - preghiera dei fedeli - breve presentazione della comunità missionaria

A questo, si aggiungono i commenti al Vangelo del Mercoledì delle Ceneri e del giorno di Pasqua e alcune frasi di un missionario, fidei donum in Brasile, quale spunto per stimolare il nostro cammino. Si chiede inoltre, per le comunità che lo volessero, di iniziare le celebrazioni domenicali con il segno della pace (come spiegato a pag. 5).

La celebrazione della Giornata Missionaria Diocesana, III Domenica di

Quaresima, che quest’anno cade l’11 marzo, sarà l’occasione per una maggiore consapevolezza e un esplicito sostegno alle missioni. Vi invitiamo a prepararla e celebrarla coinvolgendo tutti, grandi e piccoli.

Un altro importante appuntamento quaresimale sarà quello di Sabato 24

marzo, Giornata di digiuno e preghiera per i Missionari Martiri, anniversario dell’uccisione del Vescovo Oscar Romero di San Salvador. In Diocesi la Veglia di preghiera, con testimonianze, sarà celebrata nella Chiesa di Sant’Ilario d’Enza, alle ore 21.00.

Buon cammino!

Il Centro Missionario Diocesano

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Mercoledì delle Ceneri – 22 febbraio 2012

Vangelo (Mt 6,1-6.16-18)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipòcriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipòcriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».

Un’altra Quaresima comincia oggi, e Gesù ci invita a stare attenti perché tutto

sia fatto per il Signore e non per essere elogiati dagli uomini. Vogliamo che questa Quaresima sia ancora un dono, un tempo opportuno che ci viene offerto: tempo di conversione e di riscoperta del nostro Battesimo, quindi del nostro “essere missionari”. Siamo cristiani, chiamati alla fede per i nostri fratelli, per essere sale, luce e lievito nel mondo.

Una Quaresima missionaria perché tutta la Chiesa è missionaria e la nostra Chiesa di Reggio Emilia – Guastalla è ancora in ‘stato di missione’, fedele al dono ricevuto e alla responsabilità che liberamente ha scelto. Ogni cristiano è missionario quando vive coerentemente la sua fede; ogni parrocchia è missionaria quando si preoccupa di essere vicina a ogni persona e famiglia che vive nel suo territorio e quando allarga i suoi confini anche in terre lontane, perché qualcuno dei suoi figli o figlie è partito/a in nome della Chiesa; la Diocesi è missionaria perché ha accolto il dono della missione e coinvolge molti, tutti nella corresponsabilità e nella fedeltà agli impegni presi in Madagascar, Brasile, India, Rwanda, Albania e Kosovo.

Siamo missionari solo se realizziamo un vero scambio tra Chiese sorelle, per non essere assistenzialisti o, peggio, colonizzatori.

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Per questo vorremmo che in questa

Quaresima le nostre Liturgie Eucaristiche

cominciassero sempre nel segno della

pace. Valorizziamo l’abbraccio della pace, non solo una stretta di mano fatta in fretta e senza guardare il volto dell’altro. Che la pace sia abbraccio e riconoscimento dell’altro, mio fratello e mia sorella nel Signore Risorto, perché è Lui la fonte della nostra pace. Che la pace sia abbraccio e riconoscimento, ascolto e accoglienza delle nostre Chiese sorelle, giovani e missionarie. Allora subito dopo l’Atto

penitenziale, scambiamoci l’abbraccio di pace per disporci all’ascolto della Parola e

alla celebrazione Eucaristica. Così di domenica in domenica giungeremo alla Pasqua!

Per ogni domenica, nella quale ricordiamo nella preghiera una delle Missioni Diocesane e i nostri missionari, vi proponiamo diversi elementi per l’animazione liturgica: una breve lettera scritta da chi è rientrato dalla missione alla Chiesa che lo ha accolto e fatto crescere; una parola chiave e un breve commento al Vangelo; una preghiera; alcuni spunti di riflessione per la settimana anche in ordine a un nuovo stile di vita, responsabile dei doni che riconosciamo dal Signore.

Ogni Comunità vedrà come utilizzare al meglio questo materiale. La cosa importante è crescere nella consapevolezza di essere Chiesa Diocesana Missionaria e nell’amore che sa offrire e accogliere, che si fa abbraccio nello scambio dei doni. Buona Quaresima e buon cammino di conversione… perché il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino!

don Gabriele Carlotti

Le lettere che seguono sono di alcuni volontari rientrati. Le riflessioni sulle missioni sono a cura di don Gabriele Burani

I Domenica di Quaresima – 26 febbraio 2012

BRASILE

Modena, 8 febbraio 2012

Caro Brasile ti pensiamo al bel caldo, con il canto delle cicale e i tramonti splendidi. Noi qua, dall’altra parte del mondo, stiamo vivendo una situazione esattamente opposta. Siamo coperti da un manto altissimo di neve che, a pensarci bene, un pò ci fa sentire vicini a te perché la neve ci obbliga a rallentare, ad andare

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“La tentazione che si avverte nel processo di

evangelizzazione dei poveri è quella di

insegnare il vangelo dalla cattedra o, perlomeno,

rimanendo su un gradino più alto, per non

confondersi troppo, non farsi troppo male e non

sentire il dolore dei chiodi, nel cammino di

incarnazione, che è un cammino di discesa”

don Paolo Cugini

più piano, ci fa prendere possesso del tempo, di quel tempo rallentato che ci ricorda i ritmi brasiliani, tempo per incontrare le persone, tempo per camminare a piedi assieme alla gente, tempo per fermarsi e scambiare quattro chiacchiere, tempo di attesa al posto di saude per far visitare un figlio. Tempo trascorso a giocare a baliado con i bimbi del quartiere, tempo di preghiera.

Portiamo nel cuore momenti preziosi di condivisione con i più poveri, dove le porte delle loro case sono sempre aperte, case vuote di oggetti, cose materiali, ma piene di vita, umanità e naturalmente di bimbi. Come dimenticare la preparazione di una torta di compleanno condivisa da metà quartiere dove ognuno porta un ingrediente? Ringraziamo per tutti gli incontri che abbiamo avuto, in modo particolare non possiamo scordarci di alcuni vecchietti che raccontandoci la loro storia ci facevano avvertire una presenza profonda e costante di Dio… sembravano pagine di Vangelo viventi. Abbiamo respirato il valore profondo della Provvidenza, dove non si calcola sempre tutto, ma si crede in un Dio presente, che oggi ci dà il nostro pane. E come scordarci di quel cielo maestoso e stellato che accoglie e custodisce le preghiere, i sogni, le ingiustizie e l’impotenza di tanta gente?

Auguriamo alle due famiglie che ora sono lì da te e a tutti gli altri missionari a lasciarsi prendere per mano dal popolo brasiliano, camminando e condividendo con te un pezzo della loro vita, allontanando la tentazione del “fare” per lasciare spazio alle relazioni. Vi lasciamo con una preghiera che ci ha sempre accompagnato nel nostro cammino: “Oh Senor, dà pao a quein tem fome, e fome de Justiça a quein tem pao”.

Lucia e Paolo Bolzon

Vangelo (Mc 1,12-15)

In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

Il Vangelo di Marco ci dice che Gesù ha affrontato le tentazioni, è rimasto nel deserto dove lo Spirito lo aveva sospinto. Quante volte, invece, a noi capita di voler sfuggire dal deserto in cui, prima o poi, veniamo sospinti dallo Spirito? È il momento della prova, il momento della fedeltà, dell’abbandono totale in Dio, il momento della verità su noi stessi, come singoli o come comunità, per diventare testimoni credenti e credibili di

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Dio. Allora saremo liberi e pronti per portare sulle strade del mondo l’annuncio che “il Regno di Dio è vicino”.

Parola chiave: GIUSTIZIA

Il Brasile è grande e vario, è terra di contrasti: grandi ricchezze e grandi povertà. E’ grande la tentazione di possedere terra, risorse, acqua, scavalcando i diritti delle persone. Il tema della giustizia ci interpella continuamente; pochi potenti ancora schiacciano masse di poveri. I potenti illudono, manipolano, hanno la possibilità di sfruttare impunemente. Un grave problema è quello dell’acqua, con interventi che tendono a non renderla bene comune ma tesoro da conquistare; e i più deboli sono sempre più inermi, dipendenti, impossibilitati a farsi valere.

Il Signore ama tutti i suoi figli, il Signore vuole la vita per tutti, il Signore desidera vedere l’umanità come famiglia unita. Ma il peccato, l’ingiustizia ancora inquina le relazioni tra gli uomini.

Per meditare durante la settimana:

- Come vivi il tuo rapporto con le persone più povere, deboli, svantaggiate? - Rifletti sul tema della giustizia, ti informi sulla situazione mondiale? - Cerchi di avere una vita comunitaria, una condivisione con altri amici di ciò che hai e ciò che sei? - Per quanto riguarda l’acqua: stai attento a non sprecare, a non lasciare il rubinetto aperto inutilmente? - Hai una attenzione critica alla pubblicità? Eviti i prodotti delle multinazionali che portano avanti scelte ingiuste, di sfruttamento?

Preghiera dei fedeli

Signore, vincendo le tentazioni del potere, Tu ci hai portato uno spirito di pace e di sapienza. Manda ancora il tuo Spirito a confondere i progetti di falsa grandezza e di violenza. Noi ti preghiamo.

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Chi sono i preti, i religiosi e i laici che sono attualmente in missione?

don Marco Ferrari don Luigi Gibellini don Paolo Cugini don Riccardo Mioni don Fernando Imovilli don Giancarlo Pacchin don Pietro Cecchelani suor Cristina Tibaldo

II Domenica di Quaresima – 4 marzo 2012 ALBANIA - KOSOVO

Puianello, 26 gennaio 2012

Cara Shqiperia (o meglio ora che sono in Italia cara Albania), Ti scrivo da Reggio Emilia a un mese dal mio rientro… come stai? Come stanno

i tuoi colli e le tue montagne? E i tuoi fiumi si stanno riempiendo di acqua? Attenta, però, a non farli straripare altrimenti lì, a Gomsiqe, rimangono senza strada… e sai quanto per noi “italiani” sia difficile rimanere senza macchina, senza luce, senza riscaldamento, senza telefono e senza internet…

Mi ricordo quando, a ottobre, ti venni a visitare per le prima volta. Quanto eri strana, quanto eri diversa dall’Italia, ma quanto eri attraente e piena di vita (quanto eri anche piena di sassi). Però mi sei rimasta nel cuore, mi hai colpito e il nostro è stato un amore a prima vista… Per non parlare poi di quando mi hai fatto conoscere Gomsiqe e i suoi abitanti: che belli che erano. Grazie te ne sarò sempre grato. In quel luogo, dove durante il regime comunista ci sono stati tanti che hanno sofferto, io ho conosciuto un bel modo di stare insieme alle persone e alle sofferenze… Ho scoperto un Dio che non conoscevo, che è diverso da come molti me lo rappresentavano e descrivevano. Mi hai aiutato a capire quanto sia bello stare insieme a chi soffre e quanto il Signore attraverso questi “Tesori” si manifesti… E ora, grazie alla costruzione della Casa della Carità, lo farai scoprire anche a tanti tuoi abitanti che insieme a te hanno voglia di crescere e di riscoprire, dopo tante sofferenze, le bellezze del Signore.

Sai cosa mi torna in mente ora che ti scrivo? Quel giorno di Pasqua dove alle tre di notte, di rientro da tutte quelle messe, dicevo al don: “va là don, che di sere in cui tornavo a casa tardi ne ho fatte veh, ma mai avrei pensato di dover far le tre di notte a causa di quattro messe consecutive”. Nonostante tutto, però, quella Pasqua è stata particolare sai. Infatti proprio in quella Cattedrale intitolata a Madre Teresa, dopo tanti anni, ho deciso di rifare la Comunione e di affidarmi consapevolmente. Ed

suor Nicoletta Pinelli Fam. Alex e Laura Bellorio Fam. Katia e Giacomo Carrà Gianluca Guidetti Enzo Bertani Firmino Pessina Antonina Neri

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“Non ci si può accontentare di

celebrare l’Eucaristia domenicale e poi

fermarsi a fare due chiacchiere con gli amici sul piazzale della chiesa.

E gli altri? E coloro che non sono venuti a

celebrare? Perché non sono venuti? Qualcuno li

ha invitati?”

don Paolo Cugini

ora anche qui, la Domenica, quando in parrocchia mi metto in fila per “prendere la Comunione”, mi ritorni in mente tu e tutti quei luoghi e volti che ti rappresentano. Ora ti saluto, però, ti raccomando tante persone: salutami i bimbi dei nostri villaggi e ricordati che loro sono il tuo futuro su cui potrai sempre contare e ai quali dovrai volere un gran bene… Ma non ti scordare di portare un abbraccio anche a Don Stefano, alla Mauri e alla Giulia e ricordagli che li penso spesso e che sono nelle nostre preghiere.

In più ora ti affido anche Enri e Leo, che tra pochi giorni ritorneranno lì da te… mi raccomando stagli vicino. Infine, salutami anche tutti i tuoi cieli e le tue infinite stelle e digli che si facciano vedere anche qui in Italia perché è da tanto che non si vedono tutte quelle costellazioni… Magari prova a convincere la Signorina Italia di spegnere tutte le luci della città per qualche ora… non tutti saranno contenti sai. Qui senza luce non funziona niente e quasi nessuno ha più le candele, però, sarà un bello spettacolo… Ora è veramente giunta l’ora che ti saluti.

Un forte abbraccio, ciao Shqiperia…

Daniele Aguzzoli

Vangelo (Mc 9,2-10)

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per

Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.

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Il Vangelo dice che Gesù porta in disparte, su un alto monte, Pietro, Giacomo e Giovanni, loro soli. Un evento singolare li attende. Tra sgomento e gioia, diventano testimoni di quello che sarà preannuncio e anticipazione della Pasqua, ma non subito compresero. A volte anche noi, nella vita quotidiana, siamo testimoni di piccoli grandi storie di risurrezione, di rinascita, ma non sempre ce ne rendiamo subito conto.

Parola chiave: RESISTENZA

La chiesa in Albania ha molto sofferto durante il regime comunista di Enver Hoxha. Fino a pochi anni fa ha vissuto una tremenda situazione di persecuzione e di martirio e il suo volto è stato trasfigurato. Nonostante il tentativo di annullare ogni forma religiosa, molti cristiani sono rimasti fedeli, molti sono stati incarcerati, uccisi. Queste terre ora devono affrontare nuove sfide, l’incontro con la cultura occidentale nei suoi aspetti positivi ma anche con il pericolo di assumere ciò che è male: individualismo, corruzione, avidità, vuoto spirituale. Anche in altre parti del mondo la chiesa è perseguitata oggi; mai come negli ultimi decenni la chiesa è stata martire.

Per meditare durante la settimana:

- Rifletti sulla tua fedeltà al Signore: sai affrontare le difficoltà? - Sai affrontare le fatiche, la lotta interiore? Ti scoraggi facilmente? - Nascondi la tua fede? Ti vergogni di essere cristiano? - Cedi di fronte alle pressioni degli altri o sai difendere i tuoi ideali? - Sei disposto a soffrire per la fede?

Preghiera dei fedeli

Perché sia data ad ogni uomo, a qualunque religione appartenga, la possibilità di professare liberamente il proprio credo religioso. Noi ti preghiamo.

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Chi sono i preti, i religiosi e i laici che sono attualmente in missione in

Albania?

Don Stefano Torelli Maurizia Barbieri Enrico Giuranno Leo Veronesi

Cosa maggiormente caratterizza la

missione in Kosovo?

In Kosovo RTM è presente dal 1999 portando avanti vari progetti, tra cui quello sociale e pedagogico di “Educazione alla Pace” per favorire il dialogo interetnico e interreligioso.

Attualmente sono in missione:

Danila Zizi Mirko Panichi Vincenzo Andricciola

III Domenica di Quaresima – 11 marzo 2012

RWANDA

Correggio, 7 febbraio 2012

Caro Rwanda, come stai? Io sono ancora un pò disorientato e mi accorgo che sono ormai 4 mesi che

sono partito: i ritmi veloci e nervosi a volte mi trascinano in una quotidianità dimenticata. E allora diventa importante darsi tempi e spazi nuovi. Per fermarsi e scrivere. Scriverti. Ho ripreso il mio lavoro d'insegnante presso una scuola d'infanzia qui, nella vicina Carpi.

Sai, c'è freddissimo… un freddo di quelli che ti stropiccia la pelle; un freddo avvolgente a te, che vivi di sole, sconosciuto.

Sono giorni di neve, la stessa che un giorno di marzo vidi imbiancare la punta del tuo altissimo Karisimbi: ricordo ancora quel pomeriggio mentre insieme ad un amico e a don Gabriele discendevamo il monte Bisoke.

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“La chiesa pulita, dalle

mani pulite, che elabora progetti sociali in favore

dei poveri rischia di perdere il senso e, nello

stesso tempo, la direzione della propria missione:

morire con i poveri, così come ha fatto Gesù, per

essere segno del suo grande amore. La chiesa è chiamata a stare in mezzo ai poveri così come Cristo è stato: da povera, umile,

serva, crocefissa”

don Paolo Cugini

La bellezza e i lineamenti delle tue mille colline mi sembrano quelli del volto di Dio, che ogni sera trova riposo e pace tra i tuoi confini.

E mi piace pensare che se le tue colline ricalcano il Suo volto, allora le Case Amahoro sono un pò come il cuore vivo e pulsante di un Paese, ancora in ricerca di una stabilità e di una serenità più vera, di quella di cui si fregia l'uomo forte Kagame.

Penso spesso, alla diocesi tutta di Kibungo, con nostalgia e riconoscenza: penso a quelle relazioni profonde con le tre ragazze che, nel tempo, siamo riusciti a costruire. Quella verità, a volte bella ma a volte scomoda, stretta, ma liberante, diventa un pilastro negli incontri che oggi, trovo sul mio cammino… dove si nascondono doni sempre diversi, inattesi e proprio per questo da custodire.

Ora è tardi Rwanda, fra poco suona la sveglia. Come vorrei che fosse Ariete, cosi irriverente, a svegliarci gridando alla porta dalle 5 del mattino...

Ti affido tutti i nostri piccoli e ogni singola storia che ti attraversa.

Matayo, Matteo Bedeschi

Vangelo (Gv 2,13-25)

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.

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“Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere”. Gesù offre al cuore dell’uomo il culto in spirito e verità. Invita a liberare il cuore dall’odio e dagli interessi, perché diventi il tempio dove Dio chiede di abitare. Ogni persona è sacra, ogni essere umano è fatto a immagine e somiglianza di Dio. Un’immagine che può essere distrutta ma anche ricostruita, con la grazia di Dio.

Parola chiave: RICOSTRUIRE

La croce prevale sulle macerie del genocidio che nel ’94 ha fatto circa un milione di morti. Ricordiamo i conflitti, le violenze, le innumerevoli uccisioni. Il Ruanda, come tutta l’Africa, ha la necessità di percorsi di riconciliazione e perdono. La chiesa dovrà avere una presenza umile che aiuta i cammini, a volte molto lunghi, di riconciliazione.

Anche per noi è centrale questo tema perché tutti viviamo rapporti lacerati, tutti subiamo e facciamo cattiverie, tutti abbiamo la necessità di perdonare ed essere perdonati, di ricostruire la comunione quando viene distrutta.

Dio ci chiama ad una vita di comunione con gli altri ma sappiamo quanto il nostro modo di vivere superbo, aggressivo, arrogante, egoista crea divisioni; quante violenze anche nei nostri paesi! Quante situazioni di mancanza di rispetto dell’altro, di chiusura, di non volontà di ascolto, quanti rancori rimangono vivi per anni.

Per meditare durante la

settimana:

- Chiedi perdono al Signore per i tuoi peccati e celebra il sacramento della riconciliazione. - Impegnati per avere relazioni riconciliate; con le tue parole o con i tuoi comportamenti hai ferito qualcuno? Hai contribuito a creare divisioni? Normalmente sei aggressivo, violento, orgoglioso? - Quali persone non hai ancora perdonato?

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Preghiera dei fedeli

Signore donaci di crescere nella testimonianza del tuo Amore. Aiutaci a non avere paura di essere un piccolo segno di riconciliazione e di unità. Aiutaci a credere che la resurrezione è un seme che possiamo seminare ovunque. Noi ti preghiamo.

Cosa maggiormente caratterizza questa missione?

Accoglienza nelle tre Case della Pace (Amahoro) dei bambini orfani, anziani soli e persone in gravi difficoltà seguite dalle volontarie rwandesi, sotto la guida di p. Viateur Bizimana e delle responsabili delle Case, Odette, Egidia e Mediatrice, sostenute dal volontariato e dall’impegno delle piccole comunità familiari in cui ogni parrocchia è organizzata. Non abbiamo volontari missionari in questo momento, ma continuiamo nel sostegno economico delle tre Case Amahoro.

IV Domenica di Quaresima – 18 marzo 2012

INDIA

Campegine, 31 gennaio 2012

Cari amici, Namaste! How are you? Come state? È un piacere scrivervi ricordando i mesi passati

insieme e le tante sensazioni condivise. Io sto bene e voi? Come sta Sudhir? È cresciuto? Pawan ha imparato a

spazzare il cortile o continua a starvi dietro con la paletta senza muovere un dito? Ricordo il suo sguardo innocente e beato che mi guardava come per dire “ma perché si fatica tanto a lavorare?”. I bimbi stanno bene? Siete andati a trovarli al “boarding”? Se li vedete salutateli da parte mia, mi ero affezionato molto a loro!

E per quanto riguarda gli spostamenti? A che punto è il palazzo che sorge davanti a casa? Dovete cercare un’altra sistemazione o è ancora tutto fermo? Come sta Jordan? Ha messo su qualche chilo? Mi ricordo che mangiava circa la metà di quello che mangiavo io! Ho saputo di suor Maria Paola giù in Kerala, come sta? Sono sicuro che saprà riprendersi, ricordo la grinta che aveva appena ritornata giù!

A Versova stanno bene? Ci sono nuovi arrivati? Quando sono stato giù io c’erano tre seminaristi del Pime, non mi ricordo come si scrivano i loro nomi ma ricordo la danza che avevamo preparato per la festa della casa; ci eravamo divertiti un mondo, con tutti i nastri intorno alla fronte e le gonne colorate! Ho ricevuto un’accoglienza grandissima da tutti voi, suore, frati, ausiliari e ospiti.

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“Se in questi ultimi decenni, nonostante

esistano nel pianeta più di un miliardo di

cristiani, il mondo se n’è andato per conto

proprio, inventando modelli economici che avvantaggiano pochi a scapito di molti, forse

qualche responsabilità l’abbiamo anche noi

credenti”.

don Paolo Cugini

Credo di avere assaporato il grande tesoro dell’India: l’ospitalità. Ogni persona è sacra e deve essere accolta nel migliore dei modi. La prima cosa che ricevevo quando entravo in una casa, fosse anche la più misera, era un bicchiere d’acqua fresca e qualcosa da mangiare. E mi ricordo quando con Frate Paolo abbiamo visitato la famiglia di Manjù, gravemente ammalata, che viveva sulla strada con figli e nipoti e che appena arrivati sul “loro” marciapiede ha voluto comprarci 2 bicchieri di succo di bambù perché avessimo di che dissetarci dopo il caldo e l’arsura del viaggio. Vi ringrazio ancora per avermi mostrato come, anche nelle difficoltà dell’indigenza, il valore della persona, il valore del prossimo sia più grande di ogni ricchezza materiale.

Spero stiano bene tutti quanti. Salutatemi la casa di Uttan e tutti gli ospiti, in particolare Cristopher Sona che con i suoi sorrisi gratuiti mi aveva stregato.

Vi ricordo tutti nella preghiera e, aspettando vostre notizie, vi auguro di continuare ad essere segno piccolo ma tangibile dell’amore di Dio ed esempio della sua Grazia come lo siete stato per la mia vita! Grazie.

God bless you

Giovanni Ghirardini

Vangelo (Gv 3,14-21)

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

Credere nel Figlio unigenito di Dio significa fidarsi del Suo amore, lasciar entrare e far trasparire la Sua luce. Per questo, occorre divenire trasparenti, ossia cristiani che vivono nella coerenza quello che professano e le opere che fanno, ed essere così lievito nel mondo.

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Parola chiave: FIDUCIA

L’India è un grande Paese con una presenza cristiana in percentuale molto piccola. Sta crescendo, come numero di abitanti, come ricchezza economica, come civiltà; eppure rimangono anche moltitudini di poveri, di persone abbandonate e rimangono zone di chiusura o ostilità al Vangelo di Gesù. Siamo invitati a riflettere sulla nostra fede, sul senso e sul modo della presenza cristiana. Anche da noi, come cristiani, siamo una minoranza (sebbene la maggioranza sia battezzata); ad esempio capita di essere pochi, nella classe, che frequentano la parrocchia, che partecipano alla messa. Il fatto di essere una minoranza non ci deve spaventare; la vocazione della comunità cristiana è di essere sale, lievito.

Per meditare durante la settimana:

- Quale immagine ho di Dio? Quando prego, in che modo lo penso? Cerco di conoscere come si è rivelato, cerco di andare oltre le immagini più banali o che fanno semplicemente parte della nostra cultura? - Ho fiducia in Dio o ho timore? ‘Fare la volontà di Dio’: è per me salvezza o rovina della vita? Temo che Dio chieda troppo, che schiacci la mia vita? - Ho scoperto che Dio è amore? Cosa significa per me ‘fiducia’? Di chi mi fido? Ho fiducia in Dio?

Preghiera dei fedeli

Ti preghiamo, o Signore, per il popolo indiano chiamato ad affrontare le grandi sfide dello sviluppo, del divario crescente tra poveri e ricchi, della religiosità così profonda ma a volte schiava dei fanatismi. Concedi persone umili e sapienti a questa grande nazione, capaci di guardare al futuro per il bene dell’umanità intera. Noi ti preghiamo.

Chi sono i preti, i religiosi e i laici che sono attualmente in missione?

Don Davide Castagnetti

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Frate Paolo Santini Suor Anna Maria Capiluppi Suor Paola Davoli

V Domenica di Quaresima – 25 marzo 2012

MADAGASCAR

Villa Sesso, 3 febbraio 2012

Caro Maddi, è così che mi è sempre piaciuto chiamarti, dando al tuo nome così lungo un suono più intimo e famigliare.

Ti penso spesso e quando lo faccio una grande pace scende. Mi piace raccogliermi per accogliere i pensieri che da lì arrivano. A volte alla rinfusa, a volte in modo più ordinato. Mi piace fermarmi e starmene ad osservarti da qui, rendendo grazie per il dono che sei stato e che sei tuttora..

Non faccio in tempo a scriverti poche righe per salutarti che già qualche pensiero bussa e subito si fa strada… Ricordo la professione perpetua di Masera Leontine, Masera Odety e Masera Pouline, suore malgascie della famiglia delle Case di Carità e, in particolare, ricordo il momento delle litanie… le suore che s’inginocchiano e poi si stendono, con il viso rivolto a terra sulla stuoia colorata e la pianola che attacca con le invocazioni ai santi! Le voci che riempiono l’aria di preghiera. Voci piene e dense, che accolgono in un abbraccio e invitano ad una danza! Ed è come essere sollevati. Sollevati a Dio dalla preghiera della comunità. E in quella invocazione innalzata al cielo mi sentivo portata anch’io insieme a loro.

Ricordo la commozione profonda e la gioia. Ricordo ciò che mi si era aperto dentro facendo chiarezza su tanti passaggi ancora incompresi… Si è sempre pensato che sono i missionari i chiamati a portare il Vangelo, a portare Dio e la Sua Parola a popoli lontani che si pensa non abbiano ancora conosciuto il Signore... e che rivoluzione quando invece ci si accorge che il Signore c’è sempre stato! Là il Signore cammina da sempre, ogni giorno, al fianco di uomini e donne! E là mi aspettava per farmi camminare su strade nuove e con gente nuova. Per rivelarsi e per incontrarmi ancora una volta... perché era là che dovevo rinascere.

Là che dovevo affidarmi agli altri e lasciarmi portare da questi miei fratelli nella semplicità del loro quotidiano. Forse non sono i missionari a portare il Vangelo, ma sono questi nostri fratelli a portarci al Vangelo.

Sono loro a farci toccare quella parte del volto di Dio che ancora sfugge. Loro che sorreggono e innalzano a Dio! Loro che mi hanno fatto toccare il Regno e sprofondare nel Vangelo.

E davanti a loro sono stata testimone di un Dio sempre nuovo e disarmante.

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“Non si capisce il mondo dei poveri se non

conoscendoli, vivendo con loro, stando in mezzo a loro. C’è troppa poesia,

troppa demagogia, troppo pietismo: si cerca troppo l’effetto speciale. Vivere

da poveri in mezzo ai poveri non è per nulla

simpatico né, tanto meno, poetico”.

don Paolo Cugini

Un Dio che sa aspettare le nostre morti e le nostre resurrezioni. Un Dio che è Padre misericordioso e Padre d’amore, nonostante e comunque le fragilità e le debolezze dell’uomo.

E con un cuore riconoscente, anche oggi caro Maddi, mi lascio portare a Dio in modi sempre inaspettati! E devo dire grazie a te, che me lo hai insegnato…

Arrivederci Maddi!

Alice Bondavalli

Vangelo (Gv 12,20-33)

In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!». La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.

“Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio

servitore”. Seguire Gesù comporta fare delle scelte responsabili, significa amare il Bene, servirlo e contribuire a crearlo ovunque siamo, ovunque andiamo, ovunque ci chiama, in qualsiasi situazione. Continuare il progetto di vita che Dio ha cominciato nella creazione.

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Resoconto collette

diocesane

Giornata Missionaria

Diocesana

2003 145.000,00 2004 126.000,00 2005 118.000,00 2006 128.000,00 2007 119.000,00 2008 130.000,00 2009 108.364,21

2010 98.039,37 2011 110.443.57

Infanzia Missionaria

2003 17.011,61 2004 29.302,90 2005 23.186,21 2006 38.569,19 2007 25.078,18 2008 21.494,88 2009 12.991,00 2010 16.450,20 2011 14.685.00

Giornata mondiale

dei malati di lebbra

2003 8.200,00 2004 10.000,00 2005 12.000,00 2006 12.000,00 2007 10.000,00

2008 9.700,00 2009 6.368,00 2010 5.200,00 2011 5.500,00

Parola chiave: RESPONSABILITA’

Il Madagascar è un’isola con grandi potenzialità, con straordinarie ricchezze naturali, con tantissime specie vegetali e animali autoctone, foreste con legname pregiato. Si stanno scoprendo ricchezze anche nel sottosuolo. Rimane tuttavia una delle nazioni più povere, con il reddito medio pro-capite tra i più bassi del mondo. Negli ultimi anni sta continuando lo sfruttamento di questa terra da parte di potenze straniere (europee, asiatiche e americane); è evidente la deforestazione, lo sfruttamento del patrimonio naturale: si evidenzia il peccato dell’uomo che invece di essere custode della terra si fa predatore, sfruttatore.

Con avidità cerchiamo di ottenere tutti i guadagni possibili nel presente, senza pensare alle conseguenze delle nostre scelte, al futuro degli altri uomini, al futuro del pianeta. Questa irresponsabilità è un grave peccato. Ci si può correggere assumendo un atteggiamento più contemplativo nei confronti del creato, riconoscendo che il mondo è dono di Dio affidato a noi per averne cura e viverci, non per distruggerlo.

Per meditare durante la settimana:

- Guardiamo ciò che abbiamo intorno a noi, ringraziamo il Signore, contempliamo nella bellezza del creato la bontà del Creatore. - Evitiamo ciò che sfrutta e rovina l’ambiente; muoviamoci a piedi o in bicicletta il più possibile, aderiamo alla raccolta differenziata dei rifiuti, sentiamoci responsabili del bene comune, dei luoghi comuni dei nostri paesi.

Preghiera dei fedeli

Perché diventiamo consapevoli del dono dell’acqua e della terra per tutti, nessuno escluso. Perchè diventiamo responsabili dell’uso e consumo delle risorse naturali, perché siano liberate dagli interessi economici, e sappiamo ritrovare la giusta relazione con l’ambiente e le persone che lo abitano. Noi ti preghiamo.

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“Vi è un contributo specifico che la chiesa

nella sua vita quotidiana è chiamata a dare al

mondo: non si tratta di ricette economiche, ma di uno stile di vita che pone

al centro la persona, soprattutto i più piccoli”.

don Paolo Cugini

Chi sono i preti, i religiosi e i laici che sono attualmente in missione?

Don Pietro Ganapini Don Giovanni Ruozi Suor Margherita Branduzzi Suor Bernadetta Ferrari Suor Giacinta Gobetti Annalisa Mansutti Luca Capece Fam. Martina e Andrea Gollini Chiara Ferretti Chiara Picelli Michela Marchetto Ermanno Panini Enrica Salsi Samanta Lanzi Silvia Rota Anna Messora Annarita Merico Luciano Lanzoni Giorgio Predieri Fam. Elisa e Goffredo Sacchetti Valentina Codeluppi Filippo Pennazio Nicola Gandolfi

Pasqua di Resurrezione – 8 aprile 2012

Vangelo (Gv 20, 1-9)

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.

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Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

Abbiamo camminato insieme nel segno della Pace. Ci siamo lasciati convertire dalla Parola, dall’annuncio del Vangelo. Le giovani Chiese di missione, dal Rwanda al Brasile, dall’Albania al Madagascar, dall’India al Kosovo ci hanno interpellato, ci hanno chiesto ancora di guardare la nostra ricchezza e di farci poveri con loro; di lasciare la nostra stanchezza ed essere portatori di vita e di gioia; di vincere la tentazione del potere e del materialismo per tornare allo spirito e al servizio. Alcune parole come Giustizia, Resistenza, Ricostruzione, Fiducia e Responsabilità sono stati segnali nel nostro camminare. Finalmente, con Maria di Magdala, anche noi abbiamo scoperto che il sepolcro è vuoto! Allora, ecco l’invito alla

missione, corriamo a dire a Pietro e al discepolo amato, a tutti ciò che abbiamo visto: il Signore è Risorto. Questa esperienza del Risorto, pur nella difficoltà della storia segnata dall’ingiustizia, dalla violenza e dalla discriminazione, ci fa essere testimoni di pace, missionari di speranza perché si compia la Scrittura per coloro che ci incontreranno, perché di ognuno che fa esperienza dell’essere amato si possa dire: “vide e credette”.

E’ l’augurio della Pasqua, Il Signore è davvero Risorto e ci invia ad annunciarlo a tutti con la nostra vita. Questa esperienza del Risorto darà vita alle prime comunità, come sappiamo dagli Atti degli Apostoli: la Chiesa nasce missionaria per portare a tutti il lieto annunzio della Salvezza nel Cristo morto e risorto per tutte le genti. Le nostre Chiese sorelle ci insegnano e ricordano l’importanza dell’ascolto, dell’attenzione all’altro, l’accoglienza, la fede, il camminare insieme, decentrare il potere nei vari servizi, crescere nella ministerialità, dare attenzione alle piccole comunità familiari, valorizzare ogni persona, lottare per la giustizia e i diritti, essere Chiesa della gente, Chiesa povera e attenta alle povertà. La Pasqua ci impegna nel nostro essere Chiesa a servizio della vita di tutti. Volevo qui ricordare una parola profetica pronunciata al Sinodo diocesano sull’Evangelizzazione:

“La nostra chiesa è missionaria?”. È un punto interrogativo abbastanza grave, perché sarebbe lo stesso che dire: “la nostra chiesa obbedisce al Vangelo?”, “la

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nostra chiesa è sulla via della salvezza?”, perché la chiesa, per essere tale, deve essere missionaria; è chiamata ad essere missionaria, a mettere tutta la sua vita nella prospettiva dell’evangelizzazione, cioè dell’annuncio del Vangelo, di Cristo morto e risorto, fatto ad ogni creatura. Se quindi la missionarietà è una vocazione essenziale della chiesa, e non un di più della chiesa, noi ci domandiamo: di fronte alle reali esigenze della nostra terra reggiana e guastallese, e di fronte alle reali possibilità che i doni che lo Spirito ha effettivamente posto nella nostra chiesa, siamo missionari come il Signore ci chiede di essere?

La chiesa è chiamata ad un incessante rinnovamento, che non è semplicemente un “aggiornamento” di metodi e strutture, ma è un continuo sempre maggiore conformarsi al Cristo. E forse il punto centrale che il Concilio ha individuato è proprio questo: come ogni persona, ogni cristiano è chiamato continuamente a convertirsi, cioè a conformarsi sempre più a Cristo, così anche la comunità cristiana, cioè la chiesa, è chiamata ad essere sempre più il segno visibile del Cristo, per cui la conversione sta alla persona come il rinnovamento sta alla comunità. Questo rinnovamento, questo continuo sempre maggiore adeguarsi allo Spirito di Cristo avviene per grazia dello Spirito Santo — come dice la Lumen Gentium ai nn. 4, 8, 9 e in altri punti — e implica tre aspetti: una crescita nella comprensione di ciò che la conformazione a Cristo implica, una purificazione anche nelle strutture delle istituzioni di ciò che non proviene dallo Spirito del Cristo e infine una incarnazione, una inserzione di ciò che vuol dire essere conformi a Cristo nella nostra concreta realtà. Noi siamo perciò chiamati come chiesa a rinnovarci continuamente, ad un continuo cammino di rinnovamento che è crescita, purificazione, incarnazione. Di fronte all’esigenza di essere chiesa missionaria, chiesa che annuncia il vangelo, ci domandiamo: che cosa dobbiamo fare noi per rispondere alla nostra vocazione? Questa non è una domanda marginale, perché è per salvarci: noi ci salviamo nella misura in cui siamo strumento di salvezza. Cioè ci salviamo solo se annunciamo il vangelo ad ogni creatura.

E ancora: la nostra chiesa è dunque chiesa missionaria? In ascolto della Parola e partendo dall’Eucaristia, si impegna a realizzare ad ogni livello la comunione, il servizio e la testimonianza, così da manifestare ad ogni creatura l’amore del Cristo risorto? La risposta più giusta è: a che punto siamo in questo cammino? Quanto ci resta da fare?

Così, durante il Sinodo, don Alberto Altana ci spronava a riflettere e a convertirci; vorremmo allora lasciare che le Chiese sorelle e i nostri missionari ci aiutino a non lasciar cadere questa provocazione. Lo faremo, a Dio piacendo, nella festa di Pentecoste (25-26-27 maggio) quando celebreremo il Convegno Missionario Diocesano.

don Gabriele Carlotti

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DOMENICA 11 MARZO 2012

Giornata Missionaria

Diocesana Parrocchie unite e solidali.

In tutte le Chiese colletta per le missioni

SABATO 24 MARZO 2012

Giornata di Preghiera e

digiuno per i Missionari martiri Veglia di preghiera

Chiesa di Sant’Ilario d’Enza (RE) - Ore 21

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Tel. 0522.436840 - Fax 0522.433991

E-mail: [email protected] Sito web: www.cmdre.it