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HESPERIA, 17 STUDI SULLA GRECITA D'OCCIDENTE a cura di LORENZO BRACCESI <<L'ERMA>> di BEETS CHNEIDER

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HESPERIA, 17

STUDI SULLA GRECITA D'OCCIDENTE a cura di LORENZO BRACCESI

<<L'ERMA>> di BEETS CHNEIDER

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Università di Padova Dipartimento di Scienze dell'Antichità

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comitato consultivo

D. BIUQUEL (Paris), A.C. CASSIO (Roma), M. Gis (Paris), M.L. LAZZARINI (Roma), M. LovmAIuo (Lecce), A. MELE (Napoli)

D. Mum (Roma), D. RThGWAY (Edinburgh)

redazione scientifica

F. RAVIOLA con L. ANTONELLI e G. MILuiNo

Hanno collaborato alla redazione di questo volume: A. DEBIASI, M. NOCITA, E. PASTORIO, M. VAGLIO, E. ZAMBON

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HESPERtA, 17

STUDI SULLA GRECITA DI OCCIDENTE

a cura di LORENZO BRACCESI

Contributi di

L. ANTONELLI, S. BONOMI, L. BRACCESI, G. Bmzzi,

N. CAMBI, F. COARELLI, G. COVIELLO, A. DEBIASI, G. GoiuNI, G. MILLIN0, S. RAMPADO, B. RossIGNoLI,

M. TIRELLI, M. VAGLIO, F. VERONESE, E. ZAMBON

<<L'ERMA>> di BRETSCHNEIDER

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Hesperia, 17 a cura di LORENZO BRACCESI

Copyright 2003 <<L'ERMA>> di BRETSCHNEIDER Via Cassiodoro, 19— Roma

Tutti i diritti riservati. E vietata la riproduzione di testi e illustrazioni senza il permesso scritto dell'Editore.

Hesperia studi sulla grecità di Occidente. - 1 . - Roma: <<L'ERIVIA>> di BRETSCHNEIDER, 1990-. - v. 24 cm Irregolare ISSN 1126-7658

CDD21. 938

Periodico: Autorizzazione Tribunale di Roman. 00567/98 del 30-11-1998.

Ii volume è pubblicato con ii contributo del MIUR (fondi ex 40%).

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F[•)A'kVAIt*tSJ

INCONTRO DI STUDIO Roma, i'Adriatico e ii mondo elienistico (Venezia. 7 marzo 2001)

11 N. CAMBI, La civiith del Greci neii'Adriatico orientaie

41 G. GomNI, Comunità greche di Daimazia. Le emissioni monetali

55 F. COARELLI, L'eiienizzazione deii'area adriatica deii'Itaiia in eta eiienistica

63 G. Bmzzi, Lo scacchiere internazionale: Annibaie e Filippo V

79 L. BRACCESI, Le 'tre' battaglie di Sentino

89 G. COvIELL0, Roma, gii Italici, i'Adriatico e ii mondo eiienistico

105 G. MILLINO, lerone II, Roma e i'Adriatico

129 B. ROssIGN0LI, Filippo II, Cadmo e i'Iliiria

135 E. ZAMBON, Le comunitâ greche deii'Adriatico orientaie nelie vicende delia prima eta ellenistica (fine IV - inizio III secolo)

CONTRIBUTI

153 A. DEBIASI, Geografia adriatica dell'Odissea: ii codificatore

159 M. VAGLIO, L'ecista ateniese. Una nota su Teocie, ilfondatore di Nasso

165 B. R0ssIGN0LI, Appunti sulla presenza dei Focei in Adriatico. Tracce leggendarie

183 F. VERONESE, I Focei e i'Adriatico. Quail tracce archeologiche?

193 L. BRAccEsI, A Rimini la colonia egineta in Aciriatico?

197 S. RAMPADO, Pisistrato in Italia?

207 G. MILLINO, Micito di Reggio e la symmachIa con Taranto

223 M. TIIRELLI, Nuovi dati da Aitino preromana con un'appendice su Ceramica atti-ca adAitino di S. B0N0MI

239 L. BRACCESI, Ariminum, prodigi ed espiazioni

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INDICE

COMMENTO STORICO A LICOFRONE

251 L. ANTONELLI, 4 - Commento storico a Licofrone (Alex. 951-992)

DiscussloNi

275 B. ROSSIGNOLI, I Greci in laguna. Per un inventario dei rep erti archeologici

283 L. BRACCEST, Postilla sui reperti lagunari

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Ii volume è biartito. Nella prima parte ospita gli atti di un incontro di studio su Roma, 1'Adriatico e il mondo ellenistico, tenutosi presso la Fondazione Cmi di Venezia ii 7 marzo 2001: incontro promosso dalPUniversitâ di Padova nell'ambito di una ricerca inte-runiversitaria su Periferia ed esplorazione antica: dal Mediterraneo all'Europa. Nella seconda parte i contributi miscellanei nonché la quarta sezione di commento storico al-l'Alessandra di Licofrone e le consuete 'discussioni'.

L.B.

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PARTE PRIMA

INCONTRO DI STUDIO

Roma, l'Aclriatico e ii monclo ellenistico (Venezia, 7 marzo 2001)

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RELAZIONI

NENAD CAMBI

LA CIVILTA DEl GRECI NELL'ADRIATICO OPJENTALE

L'Adriatico orientale era una terra lontanissima e ostile per i Greci. Per andare verso nord, verso la foce del Po, dove era situata Spina, emporio cli estrema importanza, l'uni-ca via percorribile era risalire lungo la costa orientale. Perciô i Greci, nonostante i pen-coil che comportava la navigazione in queste acque e la pirateria che veniva praticata dalle popolazioni indigene, si impegnarono per superare le numerose difficoltà. Senza la presenza di scali fissi e ripari accoglienti, la navigazione era di fatto impossibile.

La fondazione di colonie lungo la rotta era un progresso in questo senso, ma orga-nizzare tutto per una navigazione sicura non era facile.

Tuttavia la navigazione in sé non era la ragione primaria che spingeva i colonizza-tori greci in questi luoghi. L'intento di questo mio contnibuto è fornire un breve rias-sunto della civiltà greca nell'Adriatico orientale. Vorrei sottolineare solo alcuni aspetti di tale cultura che ritengo di maggiore importanza.

Fatta eccezione per Corcyra Nigra, la colonia di Cnido fondata nel VI secolo a.C., di cui non sappiamo perô quasi nulla, neanche la sua precisa ubicazione, la colonizza-zione greca nell'Adriatico orientale fu limitata e tardiva (inizi del IV secolo a.C.), e fo-calizzata nell'area centrale del litorale, nelle vicinanze dell'odierna Split. Dei contatti tuttavia erano già stati stabiiti in precedenza: alcune tracce della cultura greca si tro-vano anche nell'entroterra. Nelle vicinanze di Btha (Bosnia occidentale), nel territo-rio dell'etnia degli Japodes, sono stati trovati disegni incisi su urne e sarcofagi, scolpiti su una pietra assai morbida, facile da lavorare'. L'iconografia e lo stile di questi monu-

ABBREVIAZIONI

= Archaeologia Jugoslavica (Beograd) <<Bd>> = Bu]letino dalmata di archeologia e storia dalmata (Split) <<HA>> = Histria Antiqua (Pula) <<yARD>> = Vjesnik za arheologiju i historiju dalmatinsku (Split) <<VAMZ>> = Vjesnik Arheoloikog muzeja Zagreb

1 Su queste sculture vd. B. RAUNIG, Japoa'ski kameni sepulkralni i sakralni spomenici, in Arheoloska problematika Like, <<Izdanja Hrvatskog arheoloikog druitva>> 1, 1975, figg. 2, 3, 4, 5; EAD. Japodski kameni

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12 NENAD CAMBI

mend riecheggia senz'altro l'arte greca arcaica, fusa con alcuni elementi locali che esi-stevano nella forma men tis dei popoli indigeni dell'Illirico. I monumenti pin interes-santi sono un'urna di Ribi (Fig. 1)2 e il sarcofago di Zaloje (Fig. 2). Questo è un esempio molto interessante dell'influsso della cultura greca in queste zone periferiche. Non è possibile dire con precisione come e quando quest'influsso si esercitô: non cre-do tuttavia che queste influenze si siano esercitate in periodi di molto successivi all'e-poca arcaica, poiché la vitalità dell'influsso avrebbe potato essere efficace soltanto nel periodo in cui essa era ancora al suo apogeo.

Nella regione di Lika 4 e in Montenegro' sono state trovate testine di ambra che ri-velano lo stile arcaico.

Influssi arcaici appaiono anche nella zona costiera, specialmente dove poi furono stanziate le colonie greche. Questa è la prova che i contatti tra queste regioni e i Greci esistevano anche prima della colonizzazione. Sono stati ritrovati qui alcuni oggetti molto interessanti, come una testa di un kóuros fissata con chiodi proveniente da Issa (Fig. 3)6 I buchi indicano che si trattava di un acrolito. La testa era stata sicuramente lavorata in Dalmazia perché era fatta in pietra locale. Lo stile e l'acconciatura sono si-mill a queffi di alcuni kóuroi dalla Grecia 7 . Di una testa ritrovata ad Epidauro pur-troppo si sono perse le tracce, ma sembra che si trattasse cli una scultura arcaica . Una testina di ceramica di un vecchio comaste (Dioniso Chtonio o un personaggio eroizza-to?) 9 è un'lmportazione di provenienza tarantina'°

Ci sono anche alcuni resti di ceramica corinzia e di ceramica a vernice nera appar-tenenti al periodo arcaico, come per esempio gli ar)1balloi di Issa ', i vasi di Blato sal-

sepulkralni i sakralni spomenici, <<Starinar>> 23, 1972, 23 ss., tavv. I-H; N. CAMBi, Sepulkralni spomenici ant-ropomorfnog karaktera kodllira, in Duhovna kultura Ilira, Sarajevo 1984, 105 ss., tavv. I-HI. I rilievi si trova-no nel Zemijaski muzej di Sarajevo.

2 RAUNIG, <<Starinar>> 23, 1972, tav. III. RAUNIG, <<Starinar>> 23, 1972, tav. II. CAMBI, in Duhovna kultura hire, 113, tav. 1114. R. DRECHSLER-BIgI, Rezultati istraSivanja japodske nekropole a Kompoiju 1955-56, <<VAMZ>> 2,

1961, 92 ss., tav. XXVII-XXIX, XXX-XXX1III. C. MARKoVI, Ukrasni predmeti zz knedevskog groba sa lokaliteta Lisijevo poije kod Ivan grade, in Du-

hovna kultura, 81 ss., figg. 1-4. 6 Vd. M. NIKOLANCI, Arhajski import u Dalmaciji, <<VAHD>> 68, 1966, 102, nr. 8, fig. 13, tav. XI 2; N.

CAlosBI, Imago animi. Antibki portret a Hrvatskoj, Split 2000, 16, tav. 11 2. La testa e conservata nel Museo Archeologico di Split.

Vd. G.M.A. RICHTER, Kouroi. Archaic Greek Youths. A Study of Development of the Kouros Type in Greek Sculpture, New York 1960, 123, figg. 432-435.

T. FALCON BARKER, 1600 Years under the Sea, New York 1960, 137 ss. M. NIKOLANCI, Arhajski import, 90, tav. XI 1; B. NARDELLI, Terakotna plastika u Arheolohkom maze-

in a Splitu, <<VAHD>> 92, 2000, XLI 1. '° Vd. per esempio H. HERDEJflRGEN, Die tarentinischen Terrakotten des 6. his 4. Jahrhanderts v. Chr.

im Antikenmuseum Basel, Mainz 1971, 38, nr. 9, tavv. 1119; XL 40, nr. 11, tavv. 11111; XLII or. 17; 111 17; XLInr. 14; ray. IV 14.

NIKOLANCI, Arhajski import, 106, tav. XIX 1-5; P. LIsIAR, Cenni salle ceramica entice, <<AJ>> 14, 1973,3 ss., tavv. I; 113 a-b (adesso in Venezia).

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LA C[VILTA DEl Gici NELL'ADPJATICO ORIENTALE 13

Fig. 1. Urna di RibiL

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NENAD CAMBI

Fig. 2. Sarcofago di Zalolje.

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Fig. 3. Testa di un kóuros fissata con chiodi da Issa.

l'isola di Curzola 12 una pisside di Salona 13 un frammento di lékythos a vernice nera'4 da Via Luka sull'isola di Bra6' 5 (Fig. 4).

Le piü importanti colonie greche furono Issa 16 h colonia di Dionisio il Vecchio, e

° NIKOLANCI, Arhajslciimport, 112; LIsIAR, <<AJ>> 14, 1973, 6, tav. IV 10. 13 NIKOLANCI, Arhajski import, 103, tav. XVII; LIsIöAR, <<AJ>> 14, 1973, 6, tav. IV a-b. 14 NazoLucI, Arhajski import, 110, nr. 13, tav. XXI; LIsIR, <<AJ>> 14, 1973, 8, fig. 11 a-c. 15 NIK0LANcI, Arhajski import, 104, nr. 10, tav. XVIII 2. 16 Sulla fondazione di Issa vd. L. BsAccEsI, Grecith adriatica, Bologna 19772, 226.

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LA CIVILTA DEl Gitcci NELL'ADPJATICO ORIENTALE 15

Fig. 4. Frammento di lékythos da Via Luka sull'isola di Bral.

Pharos, la colonia dei Pan. Furono fondate all'inizio del IV secolo a.C. . Sebbene si tratti di insediamenti abbastanza piccoli, la loro cultura presenta caratteristiche che si possono ritrovare in citta greche simifi in tutto II bacino del Mediterraneo:

1. Un disegno urbanistico semplice ma preciso e molto chiaro. 2. Una divisione del terreno organizzata. 3. Un'arte che dimostra chiari rapporti con Magna Grecia e Grecia. 4. La presenza di monetazione propria. 5. La conoscenza della scrittura. Era presente in questi insediamenti, dunque, tutto ciè che in sostanza costituiva la

cultura greca, ma il livello era modesto. Questo è logico, dato che le città adriatiche si trovano alla penifenia del mondo greco: tuttavia esse non erano completamente isolate e sicuramente avevano mantenuto i contatti con le rispettive madrepatnie, cioè Siracu-sa e l'isola di Paro.

1. URBANISTICA E ARCHITETTURA

Con la fondazione delle colonie greche nell'Adniatico orientale comincia lo svilup-p0 degli insediamenti urbani. In precedenza nella zona non esistevano centri urbani e un'urbanizzazione. Esistevano solo gli insediamenti illinici sulle colline, che presenta-vano un sistema di fortificazioni fatte con cumuli di piccole pietre sulle quali venivano

Sulla fondazione di Pharos vd. BRACCESI, Grecitã adriatica, 232; B. KUNTII-MAKVR, in Pharos. Anti-ékiStari Grad, Zagreb 1996,33 ss.

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NENAD CAMBI

Fig. 5. Fianta di insediamento indigeno.

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Fig. 6. Pianta di insediamento indigeno.

inseriti pali di legno intrecciati come fascine. Tali insediamenti controllavano le vdli e la terra coltivabile tra le catene montuose. Sebbene in questi insediamenti vi fossero strutture abitative, le vie di comunicazione e la distribuzione delle zone sacre, ciô non è sufficiente a dimostrare che vi fosse un disegno urbanistico razionale. Ci sono van tipi di insediamenti indigeni (Figg. 5, 6) 18

18 M. Suit, Anticki grad na istocnom Jadranu, Zagreb 1976, 53 ss., fig. VIII 9.

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LA CIVILTA DEl Ggpci NELL'ADRIATTCO ORIENTALE 17

Fig. 7. Veduta di Issa.

Invece le città greche furono costruite in base ad un progetto urbanistico prece-dentemente disegnato, cui fece seguito uno scrupoloso processo di misurazione per trasferire il progetto sul terreno sul quale sarebbero dovuti nascere gli insediamenti. Sia Issa che Pharos dimostrano un progetto che ha caratteristiche simii e nello stesso tempo peculiarità specifiche. Le differenze furono determinate dalla diversa situazione del terreno, una caratteristica specifica della Dalmazia. Issa è situata sul pendio di una collina che scende verso II mare e comprende anche il promontorio Prirovo (Fig. 7) 19

La situazione geomorfologica è molto simile a quella di Siracusa", ma naturalmente le dimensioni sono piü piccole.

19 Cfr. B. KIRIGIN, The Greeks in Central Dalmatia: Some New Evidence, in AttiConv Greek Colonists and Native Populations (Sidney 1985), Oxford-Canberra 1990, 303 ss., fig. 7; ID., Issa, Griki grad na Jadranu, Zagreb 1996, 55 ss., 58. Una nuova pianta in A. FABER, Gradnja protohistorijskih i ranoanticieih bedena u priobalju, <<HA>> 6, 2000, 163, fig. 37.

20 L'ipotesi sulla somiglianza della Situazione topografica di Siracusa e Issa fu avanzata da B. GABR1E-

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18

NENAD CAMBI

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Fig. 8. Pianta di Issa.

L'impianto viario era ortogonale e, tenendo conto della pendenza del terreno, su alcuni tratti le strade dovano essere fornite cli scalinate 2 ' L'agorà dovrebbe trovarsi vi-cino al mare e al porto, per non costringere a trascinare verso l'aJto i carichi commer-ciali pifl pesanti 22 . II teatro, ammesso che esso sia esistito in epoca greca, dato che i re-sti sono databili al periodo romano, e il centro del culto molto probabilmente erano situati sulla penisola di Prirovo (Fig. 8)23 La città era circondata da fortificazioni co-struite con dei blocchi massicci 24 . Sotto II livello attuale del mare sono visibifi i resti

v, Pristupna razmatranja o urbanizmu grikih naseobina na istoinoj obali Jadrana, <<VAHD>> 58, 1966, 147 ss., figg. 1-2. Sull'urbanistica di Siracusa vd. CatMostra I Greci in Occidente, Milano 1996, 243 ss., fig. a pagg. 269-271.

21 B. Grnu?EvI, Antickispomenici otoka Visa, ePriozi povijesti umjemosti>> 17, 1968, 12,22 ss.; Kjpj. GIN, Issa, 59 ss.

GABRIIEVI, <<yARD>> 5 9p 1966, 151 ss., fig. 3. 23

GAs1uEvI, <<VAHD>> 58, 1966, 153; ID., <<iPniozi povijesti umjetnostia 17, 1968, 35 ss.; 1n., Neka razmisijanja o teatru u Issi, in Anticki teatar na tin Jugosiavije, Novi Sad 1981, 67 ss. con figure.

24 GAB iEvi, <<VAHD>> 58, 1966, 150 ss.; ID., <<Pniozi povijesti umjetnosti>> 17, 1968,20 ss.

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LA CWTLTA DE Ga.ci NELL'ADRIATICO ORIENTALE 19

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Fig. 9. Necropoli presso Mrtvilo.

del porto, in alcuni tratti abbastanza ben conservati 25 . La banchina era costruita da massicci blocchi posti su un cumulo di piccole pietre.

Lungo le strade che uscivano dalla città in direzione sud-ovest e sud-est c'erano le necropoli. Molto importante era quella che si trova presso Mrtvio, a sud-ovest (Fig. 9)26 L'altra necropoli era a sud-est, ma non era ricca come quella dell'altra parte della città. Le strade che portavano fuori dalla città non conservano l'orientamento della rete stradale urbana. Le tombe erano, costruite con lastroni di pietra e coperte con la-stroni piü grandi o piu piccoli 27 . Tra le tombe non si puô costatare una organizzazione spaziale regolare. Esistevano anche le sostruzioni per una piattaforma destinata a mo-numenti sepolcrali 28, come per esempio nel Ceramico di Atene29.

KisiGiN, in AttiConv Greek Colonists and Native Populations, 303, fig. 7. 26 M. NIKOLANCI, Helenisti6ka nekropola Isse, <<VAHD>> 63-64,1961-1962, 57 ss.; GB1uEvI, <<Priozi

povijesti umjetnosti>> 17, 1968, 39 ss.; N. CAMBI - B. KrRIGIN - E. MASON, Excavations at Issa Island of Vis, Yugoslavia (1976-1979), <<Rivista di archeologia>> 4, 1980, 81 ss.; lo stesso articolo in croato in <<VAHD>> 74, 1981,63 ss.

27 NIK0LANCI, eVAHD>> 63-64, 1961-62, 33 ss., fig. 1, tav. V 2; KIIOGIN, in AttiConv Greek Colonists and Native Populations, 308; ID., Issa, 61.

28 B. KtRIGIN - E. MARIN, Issa. Preliminarni izvjeftaj sa zaftitnih arheolosieih iskopavanja helenistifke nekropole Mrtvilo a Visu. Novi i neobjavljeni natpisi iz Visa, <<VAHD>> 78, 1985, 45 ss., fig. 1; KIRIGIN, Issa, 61,

29 Non è da esciudere che si tratti delle tombe per i caduti in difesa della pólis, come al Ceramico: cfr. I. Moiuus, Death Ritual and Social Structure in Classical Antiquity, Cambridge 1992, 141 ss., figg. 33-34 (qui anche aura bibliografia).

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20 NENAD CAMBI

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Stari Grad Bay

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4- •. Hellenistic and

A Pharos after DUSOkOVIC

B Pharos after Gabrihevi

Fortifications

Greek and lots (?) 0 100 200 . 300 400 0 Medieval and modern hoosr

I Modern roads

Fig. 10. Pianta di Pharos.

Pharos, sebbene presenti una struttura urbanistica con rete viaria ortogonale, come ad Issa, aveva alcune peculiarità (Fig. 10) 30

Pharos era situata su di un terreno piatto, vicino al mare. Da questa specifica posi-none deriva la necessità di costruire un sistema stradale ortogonale per le vie. Ii cen-tro, l'agorà, si trovava probabilmente all'incrocio deile vie". Non è sicuro se Pharos avesse una superficie urbana pin piccola o pin larga. La superficie piü piccola dovreb-be essere un quarto di quella piü larga. A mio parere sarebbe logico che la città avesse una pianta piü grande, perché solo in questo caso la strada principale sarebbe venuta a coincidere con il kardo della ch6ra 32. Altrimenti quest'ultima urterebbe con un angolo delle fortificazioni.

Gssiunvi, <<VARD>> 58, 1966, 157 ss., figg. 5-7; Pharos, 56 e le illustrazioni; K11UGIN, in AttiConv Greek Colonists and Native Populations, 296 fig. 4; ID., Faros. Prilozi topografiji anticleog grada, <<Diadora>> 13, 1991,5 ss.

' GABRIEVI, ePriozi povijesti umjetnosti>> 17, 1968, 164 ss., figg. 7 e 8b.

32 Questo si vede bene sulle piante della città cfr. supra, n. 31 e N. CAMBJ, Antika, Povijest umjetnosti U

Hrvatskoj, Zagreb 2002, 26, fig. 19.

Page 20: STUDI SULLA GRECITA D'OCCIDENTElerma.it/bookstore/preview/de010863-preview.pdf · NENAD CAMBI LA CIVILTA DEl GRECI NELL'ADRIATICO OPJENTALE L'Adriatico orientale era una terra lontanissima

LA CIVTLTA DEl Gci NELL'ADRIATICO ORIENTALE 21

Fig. 11. Pianta della fortificazione di Oianibi.

Anche Pharos aveva una cinta di fortificazioni costituita da grossi blocchi". Come a Issa neanche Pharos aveva le torn, almeno vicino alle porte. Non è chiaro il motivo di questa scelta. In questo periodo le città greche di solito avevano torn.

L'urbanistica delle città greche ha influenzato poco l'urbanistica degli insediamen-ii indigeni. Solo alcuni centni pin sviluppati hanno adottato le fortificazioni con grossi blocchi, alcuni anche prima della colonizzazione greca 34 . Le piü importanti fortifica-zioni riguardanti città indigene si trovano a Oianiif (Figg. 11, 12), Asseria 36 e Varva-na 37 , e anche in mold altri centri' 8 . Le fortificazioni delle città indigene trovavano pa-ralleli in Albania

Gli insediamenti greci come Tragourion ed Epetion, situati su posti bene protetti (un'isoletta e una penisoletta), presentano una struttura urbanistica ibrida.

Pharos, 15,56 ss. Probabilmente la cinta muraria di krip sull'isola di Braè.

' CAMBI, Antika 28, figg. 21-22. 36 Sulle fortificazioni di Asseria vd. I. FADI, BedemiAserije, <<HA>> 7, 2001, 69 ss., figg. 1-15, tav. 12. n M. Suit, Bribir (varvaria) ii anticz Kolokvij o Bribiru pregled rezultata arheololkih istralivanja od

1959. do 1965, 21 ss., fig. 3, tavv. 1-IX; Jo., Faze izgradnje Stare Varvarije. Uzjedan novi natpis iz Bribira, Gunjac'in zbornik, Zagreb 1980, 31 ss., figg. 1-4.

38 Sulle fortificazioni fatte di blocchi massicci dr. Z. BRusI, Razvojprapovijesnih obrambenih utvrden-ja a Liburniji, <<HA>> 6, 2000, 125 ss., figg. 1-30; FABER, <<HA>> 6, 2000, 145 ss., figg. 1-34.

31 Cfr. N. CEKA, Stddtebaa in der vorrömischen Periode in Sudillyrien, in Aleten des XIII. Internationa-len Kongresses fur lelassische Archaologie (Berlin 1988), Mainz 1990, 215 ss., figg. 1-13.