Storia e Diritto

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    STORIA E DIRITTO

    ESPERIENZE

    A CONFRONTO

    FIRENZE, 18-19 OTTOBRE 2012

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    Dott. A. Giuffr Editore - Milano

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    UNIVERSITA DI FIRENZEFACOLT DI GIURISPRUDENZA

    CENTRO DI STUDIPER LA STORIA DEL PENSIEROGIURIDICO MODERNO

    BIBLIOTECA

    fondata nel 1973 da PAOLO GROSSI

    diretta da PAOLO CAPPELLINI

    VOLUME CENTOQUATTRESIMO

    La sede del Centro di Studi in Firenze(50129) - piazza Indipendenza, 9

    www.centropgm.unifi.it

    Dott. A. Giuffr Editore - Milano

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    UNIVERSITA DI FIRENZEFACOLT DI GIURISPRUDENZA

    CENTRO DI STUDIPER LA STORIA DEL PENSIEROGIURIDICO MODERNO

    BIBLIOTECAfondata nel 1973 da PAOLO GROSSI

    diretta da PAOLO CAPPELLINI

    VOLUME CENTOQUATTRESIMO

    La sede del Centro di Studi in Firenze(50129) - piazza Indipendenza, 9

    www.centropgm.unifi.it

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    Per la storia del pensiero giuridico moderno

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    STORIA E DIRITTOESPERIENZE A CONFRONTO

    ATTI DELLINCONTRO INTERNAZIONALE DI STUDIIN OCCASIONE DEI 40 ANNI DEI QUADERNI FIORENTINI

    FIRENZE, 18-19 OTTOBRE 2012

    a cura di BERNARDO SORDI

    Dott. A. Giuffr Editore - Milano

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    ISBN 88-14-18200-0

    Copyright Dott. A. Giuffr Editore, S.p.A. Milano - 2013

    La traduzione, ladattamento totale o parziale, la riproduzione con qualsiasimezzo (compresi i microfilm, i film, le fotocopie), nonch la memorizzazioneelettronica, sono riservati per tutti i Paesi.

    Tipografia MORI & C. S.p.A. - 21100 Varese - Via F. Guicciardini 66

    TUTTE LE COPIE DEVONO RECARE IL CONTRASSEGNO DELLA S.I.A.E.

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    PREMESSA

    Si pubblicano qui gli Atti dellIncontro internazionale di studiin occasione dei 40 anni dei Quaderni fiorentini, svoltosi a FirenzenellAula Magna del Rettorato, in piazza San Marco, nei giorni 18 e19 ottobre 2012, secondo il seguente programma:Gioved 18 ottobre, ore 10,30

    Storiografie giuridiche nazionali: lo stato dellarte

    Il quadro europeo.Intervengono: CLAUDIA STORTI, JEAN-LOUIS MESTRE, MARTA LORENTESARIENA, MICHELELUMINATI

    Presiede BERNARDOSORDIORE15Intervengono: HEIKKIPIHLAJAMKI, DAGMICHALSENOltre lEuropaIntervengono: ARNO DAL RI JR., VCTOR TAU ANZOTEGUI, RAFAELESTRADAMICHEL, LIHONGZHANGPresiede PIETROCOSTA

    Venerd 19 ottobre, ore 9

    Storia del diritto e scienza giuridicaIntervengono: AURELIOCERNIGLIARO, CARLOSPETIT, PIOCARONI, JEAN-LOUISHALPRIN, MICHAELSTOLLEIS, MICHELTROPER, JOACHIMRCKERT,RICARDOMARCELOFONSECA

    Venerd 19 ottobre, ore 15

    Oltre le storie nazionali: spazi e confini nella storia giuridicaIntervengono: Italo BIROCCHI, BARTOLOMCLAVERO, ANTNIOMANUELHESPANHAConclude PAOLOGROSSIPresiede GIORGIOGAJA

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    Il Centro di Studi per la storia del pensiero giuridico modernoed i Quaderni fiorentini desiderano qui ringraziare il MagnificoRettore dellUniversit degli Studi di Firenze, Chiar.mo Prof. Alber-to Tesi, che ha voluto portare il suo caldo saluto al Convegno nelpomeriggio di venerd 19 ottobre e lEnte Cassa di Risparmio diFirenze che non ha fatto mancare, anche in questa occasione, il suoappoggio ad una testata cui ormai da molti anni va il Suo partecipesostegno.

    Negli Atti si pubblica anche lintervento, gi diffuso tra ipartecipanti nei due giorni di lavoro, di Clara Alvarez, che permotivi familiari non pot assicurare la sua personale partecipazione.

    B.S.

    PREMESSAVI

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    BERNARDO SORDI

    PAROLE INTRODUTTIVE

    1. Qual il significato. Qual lintendimento di questo nostroincontro di oggi?

    Ce lo siamo chiesti pi volte, nella lunga fase di preparazio-ne (*), quando occorreva disegnare una minima architettura perquesta riunione; quando occorreva formulare, ai nostri illustri rela-tori, domande precise, orientando le loro relazioni verso risposte chefossero, quanto pi possibile, convergenti e coerenti.

    Io credo che questo nostro incontrarsi, oggi e domani, a Firenze,da tante, diverse, parti del mondo, abbia tre, principali, obiettivi.

    Loccasione celebrativa, innanzi tutto, dei quaranta anni di una

    rivista, che sin dallinizio ha cercato di incanalare la ricerca storico-giuridica su di un piano transnazionale.

    Non una vuota celebrazione, beninteso, ma al contrario unoc-casione di ripensamento che consentisse ecco il secondo obiettivo di stilare un inventario ed, insieme, un bilancio critico delpercorso fatto, in Europa e fuori dEuropa, nel campo articolato equanto mai variegato della storiografia giuridica.

    Infine, ecco il terzo obiettivo il tentativo di elaborare un

    programma futuro di ricerca condivisa, o pi modestamente, iltentativo almeno di fissare un tavolo di problemi comuni, chemettesse, di nuovo, al centro del dibattito, i nodi da sempre pidelicati del nostro lavoro:

    (*) Il convegno , come sempre nelle iniziative fiorentine, il frutto corale deglistorici riuniti nel Centro di studi per la storia del pensiero giuridico moderno. Tanto piin questo caso in cui loccasione dellincontro scaturisce direttamente dai 40 anni dei

    Quaderni, la testata e la voce stessa delCentro. Un particolare ringraziamento devo perallintelligente e fattiva collaborazione di Irene Stolzi, al supporto di MassimilianoGregorio e Marco Sabbioneti, al decisivo sostegno operativo di Alma Lelli e Anna MariaDanielli. Senza il loro aiuto, il peso organizzativo non sarebbe stato sopportabile.

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    il nesso tra storia del diritto e scienza giuridica, da un lato; la questione degli spazi politici di riferimento delle nostre

    indagini ricostruttive, dallaltro.Vi garantisco una brevissima riflessione su questi tre, diversi,

    obiettivi.Brevissima, per il motivo semplice che questa non una tribuna

    per fiorentini. Firenze, oggi e domani, in ascolto; in ascolto degliillustri colleghi che ci hanno fatto lonore di accettare, generosamen-te, il nostro invito. Una generosit di cui siamo loro, davvero, moltograti.

    2. Quaranta anni di una rivista-progetto, connotata da unaintima anima storico-giuridica, ma pure saldamente ispirata allunitdella scienza giuridica, costituivano un periodo di tempo ragguar-devole, che doveva essere segnalato. Un anniversario che non potevapassare inosservato nel nostro, sempre pi vorticoso, calendarioscientifico.

    Ed un anniversario, lasciatemelo dire, che pu essere e deveessere registrato con oggettivo compiacimento.

    Quaranta anni dopo, la frontiera del diritto moderno, agli inizidegli anni 70, in Italia, largamente inesplorata e quasi inaccessibile, stata varcata in forze, da tanti, diversi, centri di studio, con ricerchesempre pi a tappeto, tuttaltro che esaurite, certo, ma gi in gradodi solcare la complessit della modernit giuridica, almeno neisettori pi vitali del suo percorso. Basterebbe a dimostrarlo laricchezza della produzione manualistica, del tutto assente quarantaanni fa.

    Quaranta anni dopo, il colloquio tra storici e giuristi, invocato,agli inizi degli anni 70, per un comune superamento di un ormaivieto positivismo giuridico e di una grammatica di concetti giuridicisempre pi spenta e formalistica, un dato di fatto praticato,coltivato, diffuso. Lo storico del diritto, se indossa sino in fondo isuoi panni di giurista storico, si sente ed riconosciuto giuristatra i giuristi.

    Quaranta anni dopo, lintima convinzione della profonda stori-cit del diritto resta la chiave di volta per questo lavoro comune.Lavoro comune, perch inteso a cogliere il senso profondo delletrasformazioni il senso della linea, per riprendere la bella

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    immagine di Paolo Grossi , anche se diversi sono e devono restaregli obiettivi e gli strumentari: di tipo necessariamente retrospettivo,per il giurista storico; ordinanti del presente, invece, per il giuristache studia il diritto vigente.

    Con il risultato, non di poco conto, che le palesi forzaturecontinuistiche dellUsus hodiernus Pandectarum, in Italia, anche perla profonda sensibilit storicistica dei nostri colleghi romanisti, nonhanno messo radici.

    Quaranta anni dopo, chiusura positivistica ed orizzonte nazio-nalistico sono un lontano ricordo. Anche in questo caso, storici,

    giuristi, cultori delle scienze umane, hanno lavorato fianco a fiancoper liberarsi del condizionamento, tutto ottocentesco, della sovrani-t e dei confini.

    Non hanno subto allimprovviso lirrompere del diritto sconfi-nato. Lo hanno, al contrario, anticipato, ampliando, passo a passo, losguardo comparativo.

    Proprio la consapevolezza della storicit del diritto ha spinto, inmodo irreversibile, storici e giuristi, spesso attraverso ricerche co-

    muni e trasversali, verso una prospettiva di ricerca che assumesse ilgiuridico nella sua dimensione extrastatuale, nel suo svilupparsianche fuori ed oltre la sovranit, nella sua dimensione culturale.

    Anniversario da celebrare, dunque, ma non in modo rituale. Larivista per fortuna viva e vegeta; ha appena pubblicato il suo 41volume; ha un orizzonte denso di futuro di fronte a s; riunisce,sabato mattina, il suo nuovo Consiglio scientifico internazionale.

    Con la fine dellanno, giunge al suo termine naturale il mandatodi Pietro Costa, alla direzione dei Quaderni ed il mio alla direzionedel Centro. Ho il piacere di annunciarvi che nuovi, validissimi,timonieri Giovanni Cazzetta alla direzione dei Quaderni; PaoloCappellini alla direzione del Centro gi sono stati designati.

    Nella piena fedelt alla linea originaria e nella armonica rota-zione di una comunit di studiosi profondamente unita, un nuovocorso alle porte.

    3. Loccasione celebrativa deve, quindi, lasciare subito spazio e spazio preponderante al bilancio, al programma, ai progetti.

    E non solo, evidentemente, per le ragioni sottese alla cronistoria

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    deiQuaderni fiorentini, che vivono questo particolare momento ditransizione, ma per lintero nostro sapere storico-giuridico.

    Ci sembrato che un momento di riflessione, il pi possibileallargato, il pi possibile non italiano, fosse indispensabile percapire, meglio di quanto gi si sappia, cosa si era fatto e cosa siintendeva fare altrove, fuori dItalia, fuori dEuropa; quanto avesseresistito la pregiudiziale nazionalistica, e quanto al contrario si fosseaperto lo sguardo comparativo; quali ulteriori margini di sviluppopotesse avere unaeuropische Rechtsgeschichte la Helmut Coing,con il suo inconfondibile pernio continentale, proiettata, da questounitario spazio europeo, a mettere in luce i diversi percorsi nazionali;quali nuove declinazioni si stessero invece preparando, in un mo-mento che vive una fase di vorticosa circolazione, a tutto campo,degli istituti giuridici e pure, di conseguenza, anche una loro cre-scente ibridazione.

    Per capire, in sostanza, quali nuovi approcci, nuove sensibilit,nuove linee di ricerca, nuovi interessi cronologici e geografici, inparticolare nella dimensione extraeuropea, si stavano delineando.

    Con, sullo sfondo, i problemi di sempre, di una disciplina dallostatuto epistemologico composito e perennemente conteso tra storiae diritto.

    Scriveva Grossi quaranta anni fa nella sua prima Pagina intro-duttiva: colloquio tra i giuristi quasi per esprimere, insieme, ilmotivo centrale del foglio nascente, e lesigenza forse pi sentitadella scienza giuridica di oggi, che deve, innanzi tutto, prima diguardare oltre, riflettere in se stessa e sul proprio assetto interiore.

    La frase riflette perfettamente anche lodierno presente, in cui iprincipi generali si annebbiano, la dogmatica mostra crepe semprepi profonde, lo stesso ordito di teoria generale sotteso ai singoliambiti disciplinari mostra lacerazioni sempre pi vaste, che allenta-no i confini tradizionali e mettono in discussione la stessa dicotomiatra pubblico e privato.

    Un presente che offre un campo fertile e molte opportuniteuristiche per uno storico demitizzatore di certezze.

    Un presente, che talvolta, tuttavia, non consente di coltivare,sino in fondo, il colloquio con giuristi sempre pi affaticati dallap-proccio casistico; quellapproccio di taglio eminentemente esegetico,cui lincessante accumularsi delle regole giuridiche, proprie di un

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    diritto sempre pi tecnico e settoriale, sempre pi sfrangiato, co-stringe il giurista di diritto positivo.

    E c da chiedersi se anche noi storici, sui grandi temi dellamodernit, la costituzione, i diritti, i codici, lamministrazione, ilpenale, la giustizia, leconomia, il lavoro, ed infine un tema su tutti,riassuntivo della stessa esperienza moderna, in occidente, lo Stato,siamo davvero riusciti a mettere sempre al passo le nostre domandecon le trasformazioni incombenti.

    Se siamo riusciti a decrittare, o almeno a seguire, il peso dellenovit del presente, almeno quel tanto che fosse sufficiente a rinno-

    vare i nostri interrogativi, a ripensare le domande che noi rivolgiamoal passato che studiamo.Penso al mio settore di ricerca, quello dellamministrazione e

    delle funzioni pubbliche: non c forse da valutare anche un certo,forse nostalgico, attardamento sulla demistificazione delle formegiuridiche e dei modelli concettuali ottocenteschi, le une e gli altrisempre meno operanti nel diritto vivente?

    4. Preme, infine, anche una crescente sollecitazione che potrem-mo definire geografica.Premono i nuovi spazi politici che si intrecciano tra globale e

    locale, prescindendo dai confini nazionali.Preme lesigenza di una inedita mappatura spaziale del diritto,

    che ridimensioni la prospettiva eurocentrica, sin qui assorbente.Per molti storici della mia generazione, tanto pi per quelli che

    come me si occupavano di storia del diritto pubblico e seguivano i

    percorsi weberiani del potere, luniverso mentale sempre rimastoquello dellaWestern Legal Tradition.

    Da tempo lo dimostra anche un recente numero monograficodeiQuaderni, molto ben orchestrato da Pietro Costa , lo sguardoe le ragioni degli Altri, della Non-Europa, si sono imposti cometerreno storiografico di notevolissimo interesse, denso di ricaduteconoscitive ed interpretative sulla stessa cultura giuridica occiden-tale.

    Ci diranno gli autorevoli amici, impegnati nellultima sessionedel convegno, se una Global Legal Historypu essere gi oggi unobiettivo concreto. Ed in quel caso, quali nuove relazioni e quali

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    dialettiche si potranno fissare, tra piano globale e la tradizionaledimensione europea, nazionale, locale.

    Come che sia e attendiamo anche su questi profili risposteimportanti da questo incontro , il colloquio tra storici e giuristi,tra storici del diritto e cultori delle scienze umane, ha bisogno, oggi,da una parte e dallaltra, di un rinnovato impegno.

    Di certo, non momento di solitudini; di impegni appartati ederuditi.

    Non si pu stare discosti.Oggi, pi che mai, lo storico del diritto deve sentirsi parte viva

    ed integrante della scienza giuridica, deve condividerne sino in

    fondo turbamenti e travagli, per fornire, dal proprio ambito disci-plinare, le proprie risposte ai comuni interrogativi.

    Anche in questo senso, mi pare, il messaggio dei Quadernimerita di essere continuato con vigore.

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    STORIOGRAFIE GIURIDICHE NAZIONALI:

    LO STATO DELLARTE.

    IL QUADRO EUROPEO

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    CLAUDIA STORTI

    LA STORIOGRAFIA GIURIDICA ITALIANA DAL 1972 AOGGI: STATO DELLARTE E PROSPETTIVE

    Nella ricorrenza del quarantennale dei Quaderni, i colleghifiorentini, come sempre promotori di iniziative di grandissimo rilie-vo, propongono di continuare la riflessione e il dibattito sullhabituse sulle questioni metodo, problemi e temi della ricerca dellostorico del diritto nel confronto tra le attuali tendenze italiane einternazionali. Tra bilancio del passato e manifestazione di aspira-zioni e di prospettive per il futuro, loccasione di presentare aicolleghi stranieri lo stato dellarte in Italia appare particolarmente

    propizia mentre si ripresenta con urgenza la necessit di ripensarealla funzione e al ruolo del giurista chi il giurista? e qualegiurista? nella societ. Le ricadute di tale riflessione sono inne-gabili, non solo sulla ricerca, ma anche, e forse in primo luogo, sulladidattica e sulla formazione universitaria che sono parte integrantedel nostro servizio di studiosi.

    La ricognizione dei caratteri della nostra disciplina compitoarduo se si considerano lampiezza e la molteplicit degli elementi daesaminare e il rischio di cadere in una riduttiva semplificazione. Laproduzione stata ampia e variegata, quantunque il numero diricercatori di professione sia tutto sommato esiguo, se commisuratoa quello di molte altre discipline giuridiche.

    A una prima valutazione, condivisa, come credo, dalla maggio-ranza dei colleghi, il bilancio della storiografia giuridica italiana degliultimi quarantanni complessivamente positivo. La nostra discipli-na si distinta, dal punto di vista scientifico, per vivacit, seriet econtinuo allargamento delle frontiere della conoscenza, e, dal puntodi vista della didattica universitaria, per una coraggiosa assunzionedi responsabilit nella formazione degli allievi delle Facolt giuridi-che. Tutto questo non ha, fortunatamente, annullato le diversit di

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    interessi, prospettive e metodi che connotano le diverse scuoledelle quali si compone la storiografia giuridica italiana e, da questopunto di vista, il rapporto tra particolare e universale e tra autono-mia e unit, che elemento costitutivo della storia della nostracultura e della nostra civilt, si alimentato e rinvigorito nelconfronto e/o nellarmonizzazione degli specifici valori e contributi.

    A mio parere, oltre alla cultura, alle doti personali degli studiosie al loro impegno, non solo strenuo, ma anche, in molti casi,metodologicamente raffinato sulle carte darchivio e sui testi, ilmerito di questi risultati va, innanzitutto, ai maestri straordinari e,talora, straordinariamente severi, che abbiamo avuto la fortuna diincontrare come guide e che continuano ad assisterci con i loroinsegnamenti di metodo, di rigore scientifico e di avidit di sapere.

    In aggiunta, linnegabile diversit dei timbri e dei temi dellaricerca, che ha connotato e continua a connotare le diverse scuoleitaliane, non mai stata inquinata, grazie alla seriet e al rigore nellalettura delle fonti, da contrasti o separazioni di carattere ideolo-gico, tanto che appare sempre e comunque intenso il coordinamentotra colleghi di diversa origine e formazione in progetti nazionali,convegni e incontri di studio su prospettive dindagine specifiche.

    Infine, la discussione (talvolta anche aspra) sulle idee e suirisultati della ricerca non ha attenuato una certa solidariet... (nelsenso nobile del termine) corporativa. Una solidariet che si dimostrata, mi sembra, anche nel convinto e collettivo concorso alledue pi recenti e, per motivi diversi, ciclopiche iniziative di alcuninostri coraggiosissimi colleghi. Sotto la direzione scientifica di PaoloCappellini, Pietro Costa, Maurizio Fioravanti e Bernardo Sordi appena stato pubblicato il volumeIl contributo italiano alla storia delpensiero. Diritto dellEnciclopedia Italiana, mentre prossima lapubblicazione delDizionario dei giuristi italiani, ideato e meticolo-samente curato nella costruzione delle voci biografiche da EnnioCortese, Italo Birocchi, Antonello Mattone e Marco Miletti. A benvedere, i due progetti sono stati ispirati da prospettive, per cos dire,complementari: da un lato, lo studio della cultura giuridica italianacome rappresentazione che il ceto dei giuristi ha offerto delle dinamiche sociali e con precipuo riguardo alla visione dellor-dine e delle sue pi varie articolazioni , alla discussione dei suoivalori fondanti , alle strategie di conservazione o trasformazione

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    degli assetti esistenti (1); dallaltro, attraverso il genere dellabiografia, con lo studio dei personaggi e della loro attivit nelcontesto storico di riferimento, si mirato a ricostruire il mondocomplesso delle teorie giuridiche, del funzionamento delle istituzio-ni, nonch dellelaborazione e applicazione dei testi normativi , amisurare il livello della cultura giuridica italiana e lapporto olincidenza della componente giuridica nella formazione culturale eistituzionale della storia dItalia (2). Di bel nuovo, generale e parti-colare, luno e laltro nellincessante fluire del diritto, segnato datappe sempre provvisorie, e nel confronto tra effettivit e ideali.

    Molto, proficuo lavoro, ma non solo questo. Non credo diesagerare nel dire che, in questo quarantennio, la disciplina storico-giuridica ha complessivamente oltrepassato la frontiera dellisola-mento in cui sembrava relegata alcuni decenni orsono. Questo eranellauspicio e nel programma di Paolo Grossi quando nel maggio1971 stese il primo progetto per il rinnovamento della culturagiuridica, incentrato sulla riaffermazione della storicit del feno-meno giuridico e sul riesame critico della teoria del diritto alla

    luce di unistanza demitizzatrice di certezze finora inconcusse eritenute indiscutibili (3).

    Affinata nel dibattito subito avviato da Paolo Grossi con iprotagonisti del mondo giuridico del tempo e con i suoi primi allievi,Mario Sbriccoli e Pietro Costa (4), la sfida allindifferenza positi-vistica e dogmatica del giurista verso il destinatario finale dei suoi

    (1

    ) P. CAPPELLINI, P. COSTA, M. FIORAVANTI, B. SORDI,Introduzione, inIl contributoitaliano alla storia del pensiero. Diritto, Enciclopedia Italianaottava appendice, Roma,Istituto dellEnciclopedia Italiana, Roma 2012, pp. XXXI-XXXVI, in part. pp. XXXI-XXXII.

    (2) Il progetto era stato presentato da I. BIROCCHI, Repertori biografici recenti estoria del diritto. Un progetto di raccolta storica di giuristi italiani, in Quaderni fiorentini,XXXXVII (2008), pp. 641-663, in part. p. 643.

    (3) Grazie alle carte conservate nellarchivio del Centro di studi fiorentino, PaoloCappellini ha offerto un utile strumento per la storia della nostra disciplina, ricostruendole fasi progettuali e il dibattito sul programma di Paolo Grossi (P. C APPELLINI,I segni dei

    tempi, in P. GROSSI, Trentanni di pagine introduttive. Quaderni fiorentini 1972-2001,Milano, Giuffr, 2009 (Per la storia del pensiero giuridico moderno, 83), pp. V-XXVII,in part. pp. XII-XIII).

    (4) Ivi, pp. XVI-XXI.

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    studi, la societ, verso la cultura (5) e le scienze sociali (6)coinvolgeva studiosi di storia giuridica e del diritto vigente (7). Lasfida stava nellabbattere due isolamenti, o due solitudini, quellodello storico e quello del giurista, nel segno dell unitariet dellascientia iuris (8) e dell universo giuridico quantunque nelrispetto delle competenze specifiche (9). Per inciso, erano preoc-cupazioni, se non diffuse, almeno condivise e tra le personalit chesi espressero in proposito non possiamo dimenticare un altro deinostri pi grandi maestri, Ennio Cortese, al quale dobbiamo anchela significativa rassegna critica della storiografia giuridica italianarisalente al 1982 (10).

    Occorreva, insomma, dare un senso diverso al termine giuri-sta e riportarlo al centro della dimensione culturale (11). Ilterreno comune ai giuristi storici, filosofi e positivi era individuatonel pensiero giuridico moderno, inteso quale terreno di continuit,al di l di fratture legislative, tra presente e passato : un modernoche, senza impossibili identificazioni cronologiche , si estendeva atutto quanto nel tempo avesse avuto diretta rilevanza per lacomprensione del presente giuridico (12). In tale prospettiva, comegi indicato nella prima bozza delliniziativa e come dimostrano ipercorsi successivi della rivista e della collana delCentrofiorentino,rivolgere lo sguardo indagatore al pensiero giuridico, per suanatura insofferente alle confinazioni nazionali (13), comportava,inoltre, superare i riduttivi orizzonti delle legislazioni nazionali e

    (5) Cos nelle parole di Floriano dAlessandro, ivi, p. XXII.

    (6

    ) Cos nelle parole di Luigi Berlinguer, ivi, p. XV.(7) Come rilev allora Mario Sbriccoli, i giuristi positivi apparivano rinchiusi trale muraglie cinesi del linguaggio, della filologia, delle tecniche o delle fughe neirispettivi specialismi , ivi, p. XX.

    (8) Introduzioneal primo numero deiQuaderni fiorentiniP. GROSSI,Trentanni dipagine introduttive, p. 4.

    (9) P. CAPPELLINI,I segni dei tempi[nt. 3], p. XI.(10) Ivi, p. XXI. Mi riferisco allarticolo di E. CORTESE, Esperienza scientifica.

    Storia del diritto italiano, in Cinquantanni di esperienza giuridica in Italia, Milano,Giuffr, 1982, pp. 785-858, ora in Id., Scritti, a cura di I. BIROCCHIe U. PETRONIO, t. I,

    Spoleto, Centro italiano di Studi sullAlto Medioevo, 1999, pp. 619-858.(11) P. CAPPELLINI,I segni dei tempi[nt. 3], p. XXI.(12) Ivi, p. XXIII e in P. GROSSI,Trentanni di pagine introduttive[nt. 3], pp. 5-6.(13) Cos P. GROSSI, nellaPagina introduttivadel 2001, ivi, p. 242.

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    dellincomunicabilit tra i rispettivi studiosi per riafferrare fino aigiorni nostri i percorsi del diritto nella sua originale e tradizionale dimensione europea (14).

    Il progetto fiorentino, fin dal suo esordio, impresse unaccele-razione alla riflessione degli studiosi sul proprio ubi consistam, sullapropria funzione digiuristie sulle potenzialit di una ricerca orien-tata alla storicizzazione del diritto tramite laffinamento degli stru-menti critici della comparazione, relativizzazione, differenziazione,termini che in quegli anni rappresentavano una novit e una sfida neldibattito metodologico e ancora ai nostri giorni servono a scriminaretra buona e cattiva storia. Sappiamo bene come limponente opera-

    zione di rinnovamento avviata da quel progetto, perseguita e prose-guita tenacemente da Paolo Grossi e dai suoi allievi per un quaran-tennio, abbia portato ilCentro di studidi Firenze a diventare per glistudiosi italiani e stranieri un punto di riferimento di altissimoprofilo. I convegni e gli incontri di studio organizzati dalCentroe lapubblicazione deiQuadernie dellaBiblioteca, focalizzati precipua-mente, ma non esclusivamente, sulla storia del pensiero giuridico indialogo e confronto con il diritto positivo e le discipline umanisti-

    che, hanno contribuito, nel corso degli anni, anche ad allargare gliinteressi di tutti noi, su temi, questioni e materiali della storiagiuridica fino agli anni Settanta rimasti inesplorati.

    Il terreno sul quale cadeva il seme gettato da Paolo Grossi erafertile. La tendenza al superamento dei limiti di una storia confinataalla filologia, allerudizione e alla dogmatica appare evidente nellepubblicazioni di alcuni dei nostri pi grandi maestri che stavanosingolarmente ed autonomamente sperimentando nuovi percorsi

    metodologici per lapprofondimento di ambiti di indagine fonda-mentali per la riflessione sul ruolo del giurista e del diritto. Alcunidei temi e delle prospettive fatti oggetto di studi pionieristici negli

    (14) Lo scopo, sia del Centro sia della Rivista, quello di costituire un bancocomune di lavoro per i cultori del diritto positivo e per gli storici del diritto, italiani estranieri, i quali, assumendo ad oggetto levoluzione del pensiero giuridico moderno,contribuiscano a cogliere nella sua fondazione autentica, cio nella sua storicit, lespe-

    rienza giuridica contemporanea esaminata senza paraocchi nazionalistici, ma in unampiadimensione europea . Cos il progetto di Paolo Grossi nella prima stesura del 1971 orain P. CAPPELLINI,I segni dei tempi[nt. 3],pp. VIII-IX. Cfr., per le successive elaborazionidel testo originario,ibidem, pp. XIII ss.

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    anni Sessanta e Settanta stavano aprendo nuovi scenari alla ricercastorica. Basti pensare agli studi sulla giustificazione del poterenormativo e sullinterpretazione della norma giuridica, sulla sovra-nit, sul processo e sulle istituzioni giudiziarie, che hanno indagatosullargomentare dei giuristi per la costruzione e la declinazione dicategorie concettuali nel contrappunto e nella continua tensione trale polivalenti o contrastanti ragioni del diritto e/o le ragioni delpotere. Da un punto di vista diacronico, i nuovi percorsi dellaricerca di quegli anni coinvolsero tutto larco della storia giuridicadal tardo antico alla codificazione (15), mentre si accentuava lorien-tamento verso let moderna (16).

    (15) Tra i precorritori del rinnovamento, oltre a Francesco Calasso, la cui visioneinnovativa sullet del diritto comune stata approfonditamente studiata, dobbiamoricordare Giulio Vismara, sulla cui attivit scientifica rinvio a A. CAVANNA,Il castello dallesette torri (a proposito dei sette volumi di Scritti di storia giuridicadi Giulio Vismara), orain ID,Scritti (1968-2002), Napoli, Jovene, 2007, pp. 1269-1331. Per il resto, mi limito adun mero elenco cronologico delle monografie pubblicate intorno al fatidico 1972, senzariguardo agli articoli pubblicati nelle riviste: D. MAFFEI, Gli inizi dellumanesimogiuridico, Milano, Giuffr, 1956 e 1964; V. PIANOMORTARI,Ricerche sulla teoria dellin-terpretazione del diritto nel secolo XVI, I,Le premesse, Milano, Giuffr, 1956; P. GROSSI,Le abbazie benedettine nellAlto Medioevo italiano. Struttura giuridica, amministrazione egiurisdizione, Firenze, Le Monnier, 1957; V. PIANOMORTARI, Il problema dellinterpre-tatio iuris nei commentatori, Milano, Giuffr, 1958; M. BELLOMO, Ricerche sui rapportipatrimoniali tra coniugi. Contributo alla storia della famiglia medievale, Milano, Giuffr,1961; R. AJELLO, Il problema della riforma giudiziaria e legislativa nel regno di Napolidurante la prima met del secolo XVIII, Napoli, Jovene, 1961-1965; E. CORTESE,La normagiuridica. Spunti teorici nel diritto comune classico, Milano, Giuffr, 1962-1964; V. PIANO

    MORTARI,Diritto romano e diritto nazionale in Francia nel secolo XVI, Milano, Giuffr,1962; D. MAFFEI, La donazione di Costantino nei giuristi medievali, Milano, Giuffr,1964; P. GROSSI,Locatio ad longum tempus. Locazione e rapporti reali di godimento nellaproblematica del diritto comune, Napoli, Morano, 1963; E. CORTESE, Il problema dellasovranit nel pensiero giuridico medioevale, Roma, Bulzoni, 1966; M. CARAVALE,Il Regnonormanno di Sicilia, Milano, Giuffr, 1966; A. PADOASCHIOPPA,Ricerche sullappello neldiritto intermedio, Milano, Giuffr, 1966-1970; A. CAVANNA,Fara, sala, arimannia nellastoria di un vico longobardo, Milano, A. Giuffr, 1967; P. UNGARI,Let del Codice civile.Lotta per la codificazione e scuole di giurisprudenza nel Risorgimento, Napoli, Edizioniscientifiche italiane, 1967; M. BELLOMO,Problemi di diritto familiare nellet dei Comuni.

    Beni paterni e pars filii, Milano, Giuffr, 1968; M. CARAVALE, Ricerche sulle servitprediali nel Medio Evo, Milano, Giuffr, 1969; P. COSTA,Iurisdictio. Semantica del poterepolitico nella pubblicistica medievale, 1100-1433, Milano, A. Giuffr, 1969 (rist. 2002); M.SBRICCOLI,Linterpretazione dello statuto. Contributo allo studio della funzione dei giuristi

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    La riflessione sempre pi approfondita in tali direzioni si concretizzata nei lavori dei maestri e dei loro allievi che hanno fattocrescere importantissime collane di testi e di fonti e riviste facenticapo per lo pi alle singole scuole radicate nei maggiori Ateneiitaliani (17), nonch in iniziative svolte in collaborazione con centri diricerca stranieri (18).

    nellet comunale, Milano, Giuffr, 1969; U. SANTARELLI, Commodo utentis datum.Ricerche sul contratto di comodato nella dottrina del diritto comune, Milano, Giuffr,1970; M. ASCHERI, Un maestro del mos italicus: Gianfrancesco Sannazari della Ripa

    (1480 c.-1535), Milano, Giuffr, 1970; F. LIOTTA,La continenza dei chierici nel pensierocanonistico classico: da Graziano a Gregorio IX, Milano, Giuffr, 1971; M. ASCHERI,Saggisul Diplovatazio, Milano, Giuffr, 1971; A. MAZZACANE,Scienza, logica e ideologia nellagiurisprudenza tedesca del sec. XVI, Milano, Giuffr, 1971; V. PIERGIOVANNI,La punibilitdegli innocenti nel diritto canonico dellet classica, Milano, Giuffr, 1971-1974; U.PETRONIO.Il Senato di Milano. Istituzioni giuridiche ed esercizio del potere nel Ducato diMilano da Carlo V a Giuseppe II, Milano, Giuffr, 1972; G. S. PENEVIDARI,Ricerche suldiritto agli alimenti, I, Lobbligo ex lege dei familiari nei giuristi dei secc. XII-XIV,Torino, Giappichelli, 1972; V. PIANOMORTARI,Il potere sovrano nella dottrina giuridicadel secolo XVI, Napoli, Liguori, 1973; M. SBRICCOLI,Crimen lesae maiestatis, Il problemadel reato politico alle soglie della scienza penalistica moderna, Milano, Giuffr, 1974; P.UNGARI,Profilo storico del diritto delle anonime in Italia. Lezioni, Roma, Bulzoni, 1974;P. UNGARI,Storia del diritto di famiglia in Italia. 1796-1942, Bologna, Il Mulino, 1974; P.COSTA, Il progetto giuridico. Ricerche sulla giurisprudenza del liberalismo classico, I, DaHobbes a Bentham, Milano, Giuffr, 1974; G. S. PENEVIDARI,Il contratto dassicurazionenellet moderna, Milano, Giuffr, 1975; A. CAVANNA,La codificazione penale in Italia: leorigini lombarde, Milano, Giuffr, 1975; G. VILLATADIRENZO.La tutela. Indagini sullascuola dei glossatori, Milano, Giuffr, 1975; R. AJELLO,Arcana juris, Diritto e politica nelSettecento italiano, Napoli, Jovene, 1976; V. PIANOMORTARI,Dogmatica e interpretazione:

    i giuristi medievali, Napoli, Jovene, 1976; A. MAZZACANE,Savigny e la storiografia giuridicatra storia e sistema, Con unappendice di testi, Napoli, Liguori, 19762; M. SBRICCOLI,Elementi per una bibliografia del socialismo giuridico italiano, Milano, Giuffr 1976, M.FIORAVANTI,Giuristi e costituzione politica nellOttocento tedesco, Milano, Giuffr, 1979.

    (16) Il quadro degli studi di storia giuridica di et moderna era per ancora scarnoa giudizio di Adriano Cavanna quando nel 1983 ne stil un bilancio (La storia del dirittomoderno, secoli 16.-18., nella pi recente storiografia italiana, Milano, A. Giuffr, 1983).

    (17) Una ricognizione delle principali iniziative editoriali si trova in P. ALVAZZI DELFRATE,Lhistoriographie juridique en Italie, che si pu consultare on line Clio@Themisnumro 1. Basti pensare ai volumi inseriti nelle collane facenti capo alle Universit

    Italiane e a i poli della ricerca ad esse collegati (Storia e diritto: studi e testi, Ius nostrum,Quaderni di studi senesi, Seminario giuridico dellUniversit di Bologna, Biblioteca dellaRivista di storia del diritto italiano, I libri di Erice, Annali dellIstituto storico italo-germanico in Trento, Pubblicazioni dellistituto di storia del diritto italiano ora Pubbli-

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    Rafforzata lintesa tra storici del diritto medievale e moderno estorici del diritto romano con il nuovo statuto del 1987 della SocietItaliana di Storia del Diritto (19), unulteriore tappa fondamentale

    cazioni della Sezione di storia del diritto medievale e moderno, EUM, Storia. Diritto),nonch alla collana diretta da Umberto Santarelli Il diritto nella storia. Testi (ed.Giappichelli). Per il diritto penale, non si pu dimenticare lampia partecipazione distorici del diritto agli incontri di studio e alle pubblicazioni da anni curati e diretti daSergio Vinciguerra per la collana Casi, fonti e studi per il diritto penale (ed. CEDAM).

    (18) Cfr. ad es. nella collana Comparative Studies in continental and Angloamerican legal History, The courts and the development of commercial law, ed. by V.

    PIERGIOVANNI, Berlin, Duncker & Humblot, 1987;The growth of the bank as institutionand the development of money-business law, ed. by V. PIERGIOVANNI, Berlin, Duncker &Humblot, 1993;From lex mercatoria to commercial law, ed. by V. PIERGIOVANNI, Berlin,Duncker & Humblot, 2005 e inThe Origins of the Modern State in Europe,The trial juryin England, France, Germany 1700-1900, ed. by A. PADOASCHIOPPA, Berlin, Duncker &Humblot, 1987;Legislation and Justice, ed. by A. PADOA-SCHIOPPA, Oxford, ClarendonPress, 1997. Preceduta da due Convegni internazionali del 1977 e 1979 (Confluence desdroits savants et des pratiques juridiques. Actes du Colloque de Montpellier, Milano,Giuffr, 1979;Diritto comune e diritti locali nella storia dellEuropa. Atti del Convegno diVarenna, Milano, Giuffr, 1980), negli anni Novanta, una proficua serie di incontri distudio tra gli istituti storico-giuridici di Milano e Montpellier, la Robbins Collection diBerkeley (Cal) e il Max-Planck-Institut di Francoforte port alla pubblicazione deivolumi di impianto comparatistico Subjektivierung des justiziellen Beweisverfahrens.Beitrge zum Zeugenbeweis in Europa und den USA (18.-20. Jahrhundert), hrsg. A.GOURON, L . MAYALI, A . PADOA SCHIOPPA, D. SIMON, Frankfurt am Main, VittorioKlostermann, 1994;Europische und Amerikanische Richterbilder, hrsg. A. GOURON, L.MAYALI, A. PADOASCHIOPPA, D. SIMON, Frankfurt am Main, Vittorio Klostermann, 1996;Error iudicis. Juristische Wahrheit und justizieller Irrtum, hrsg. A. GOURON, L. MAYALI, A.PADOASCHIOPPA, D. SIMON, Frankfurt am Main 1998;Officium advocati, hrsg. L. MAYALI,

    A. PADOASCHIOPPA, D. SIMON, Frankfurt am Main, Vittorio Klostermann, 2000;Staatsan-waltschaft. Europische und amerikanische Geschichten, hrsg. B. DURAND, L. MAYALI, A.PADOASCHIOPPA, D. SIMON, Frankfurt Am Main, Vittorio Klostermann, 2005.

    (19) Si veda lo statuto del 1987 con le modificazioni del 2012 (www.sistordir.it).Mentre negli anni pi risalenti gli incontri di studio comuni erano stati pi sporadici (Lastoria del diritto nel quadro delle scienze storiche, Firenze, Olschki, 1966 (Atti del primoCongresso internazionale della Societ italiana di storia del diritto); La critica del testo,Firenze, L. S. Olschki, 1971 (Atti del secondo Congresso internazionale della Societitaliana di storia del diritto);La formazione storica del diritto moderno in Europa, Firenze,L.S. Olschki, 1977 (Atti del terzo Congresso internazionale della Societ italiana di storia

    del diritto); Diritto e potere nella storia europea, Quarto Congresso internazionale dellaSociet italiana di storia del diritto. Atti in onore di Bruno Paradisi, Firenze, Olschki, 1982(Atti del congresso tenuto a Napoli nel 1980);La propriet e le propriet. Pontignano, 30settembre-3 ottobre 1985, a cura di E. CORTESE, Milano, A. Giuffr, 1988, (Societ

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    della storiografia giuridica si comp, con ricorrenza, per cos dire,ciclica, di bel nuovo a Firenze nel 1992.

    Mentre erano in corso i lavori per la riforma della didattica delle

    facolt di giurisprudenza, il dibattito sullinsegnamento della storiacoinvolse, oltre ai protagonisti della storia giuridica italiana e stra-niera (20), giuristi positivi (basti pensare agli interventi di NatalinoIrti e di Gustavo Zagrebelsky) e studiosi e docenti delle scienzestoriche e umane di diverse aree degli studi universitari. La riletturadegli atti di quellincontro appare ancor oggi di primario interessesotto molti punti di vista: mi limiter ad indicarne un paio. Da unlato, trapel il perdurante sospetto di fondo dello storico, innan-

    italiana di storia del diritto); Imprenditorialit e diritto nellesperienza storica, Erice,22-25 novembre 1988, a cura di M. MARRONE, Palermo, Arti grafiche siciliane, 1992(Societ italiana di storia del diritto); Congresso internazionale sul tema I rapporticontrattuali con la pubblica amministrazione nellesperienza storico-giuridica, Torino,17-19 ottobre 1994, Napoli, Jovene, 1997 (Societ italiana di storia del diritto);Dirittogenerale e diritti particolari nellesperienza storica. Atti del Congresso internazionale dellaSociet italiana di Storia del diritto (Torino, 19-21 novembre 1998), Roma, FondazioneSergio Mochi Onory per la storia del diritto italiano, 2001; Il diritto fra scoperta ecreazione: giudici e giuristi nella storia della giustizia civile. Atti del Convegno interna-zionale della Societ italiana di storia del diritto, Napoli, 18-20 ottobre 2001, a cura diM. G.DIRENZOVILLATA, Napoli, Jovene, 2003. Dal 2004, tali iniziative si sono svolte concadenza annuale:Scopi e metodi della storia del diritto e formazione del giurista europeo .Incontro di studio, Padova 25-26 novembre 2005, a cura di L. GAROFALO, Napoli,

    Jovene, 2007; Il ragionamento analogico: profili storico-giuridici. Atti del Convegno,Como, 17-18 novembre 2006, a cura di C. STORTI, Napoli, Jovene, 2010;Agire per altri.La rappresentanza negoziale processuale amministrativa nella prospettiva storica. Conve-gno Universit di Roma Tre, 15-17 novembre 2007, a cura di A. PADOASCHIOPPA, Napoli,

    Jovene, 2010. I volumi degli Atti degli anni successivi sono di prossima pubblicazione:La responsabilit del giudice. Prospettive storiche e attuali(Foggia-Trani, 14-15 novembre2008);La funzione della pena in prospettiva storica e attuale(Brescia, 16-17 ottobre 2009);La certezza del diritto nellesperienza storica e attuale (Modena, 2-4 dicembre 2010);Lordine costituzionale come problema storico(Parma, 15-16 dicembre 2011); Persone estatus nelle prassi giuridiche(Napoli, 22-23 novembre 2012).

    (20) Linsegnamento della storia del diritto medievale e moderno. Strumenti, desti-natari, prospettive. Atti dellincontro di studio. Firenze, 6-7 novembre 1992, a cura di P.GROSSI, Milano, Giuffr, 1993 (Quaderni fiorentini, 42). Oltre naturalmente a PaoloGrossi, promotore delliniziativa, vi furono interventi di G. Vismara, M. Bellomo, A.

    Cavanna, V. Piano Mortari, E. Cortese, R. Ajello, A. Padoa Schioppa, M. Sbriccoli e,nella discussione, di G. Archi, M. Fioravanti, F. Martino, G. S. Pene Vidari, E. Spagnesie G. Santini. Gli stranieri furono P. Caroni, M. Stolleis, M. Quenet, B. Clavero, C. Petit.Le conclusioni furono affidate a L. Berlinguer.

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    zitutto dello storico delle istituzioni, nei confronti degli strumenti edel linguaggio dello storico del diritto, una barriera che, nonostanterilevantissime eccezioni, talora si ripresenta ancor oggi (21). Dallal-tro, allora come ora, si agitavano sullo sfondo profonde preoccupa-zioni per il rapporto tra societ e diritto e per la tenuta delleistituzioni e dellassetto costituzionale: inevitabilmente, il convitatodi pietra al tavolo della discussione fu il ruolo e la funzione delgiurista.

    Nella riaffermazione dellinscindibilit di didattica e ricerca, cheha connotato la scienza giuridica fin dalle origini dellistituzioneuniversitaria (ed ora potrebbe di bel nuovo essere messa a rischiodallintroduzione di curriculadi carattere meramente professiona-lizzante), tale dibattito, impostato per rispondere alla domanda diPaolo Grossi quale didatticasia necessario costruire, a vantaggio diquale giurista, affront da un punto di vista teorico e metodolo-gico il problema degli strumenti , dei destinatari e delle prospettive dellinsegnamento storico-giuridico e delle sue arti-colazioni disciplinari (22). In quelloccasione fu consacrato lorien-tamento, inaugurato da nuovi manuali, verso una storia del dirittoeuropeo quale spazio e dimensione di una civilt giuridica a vasicomunicanti pur nella straordinaria variet di manifestazioni deldiritto e del pensiero giuridico nel tempo e nello spazio (23) e si aprla via ad una sempre pi accurata considerazione del rapporto e

    (21) Si pu intravvedere un tale atteggiamento nelle riflessioni sottese allinter-vento di una storica delle istituzioni, E. Fasano Guarini, che pur ha dato gran rilievo nei

    suoi scritti alle dinamiche giuridiche (ivi, pp. 285-298), ma anche in quelli di OvidioCapitani e Raffaele Romanelli. Alcuni di noi, tra i quali, innanzitutto, Vito Piergiovanni,Gian Savino Pene Vidari e Mario Ascheri, hanno sperimentato fin dagli anni Ottanta leasperit, ma anche le grandi soddisfazioni in termini di crescita e approfondimento dellaricerca, di un dibattito a viso aperto con gli storici delle istituzioni, pi aperti al dialogocon i giuristi, tra i quali, innanzitutto, Giorgio Chittolini e Gabriella Rossetti (instanca-bile animatrice degli incontri e delle pubblicazioni di Europa mediterranea) sulleistituzioni e le fonti normative del basso medioevo.

    (22) Cos nelle parole di Mario Sbriccoli, inLinsegnamento della storia[nt. 20],pp. 117-118.

    (23) In particolare gi nel 1979 era stato pubblicato il manuale di A. CAVANNA,Storia del diritto moderno in Europa, le fonti e il pensiero giuridico 1, Milano, Giuffr,1979, ampliato nelle successive edizioni e nel 1980 quello di V. P IANOMORTARI,Gli inizidel diritto moderno in Europa, Napoli, Liguori, 1980. M. BELLOMO, dopo la prima

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    della dialettica tra teoria e prassi. La difficilissima opera di ideazionee sistemazione sottesa alla pubblicazione dei manuali, proseguitadopo il 1992, ha prodotto testi molto differenti tra loro e originalinella struttura e nelle proposte dei temi e delle prospettive ritenutedagli autori utili per coltivare e formare nei nostri studenti unamentalit analitica e critica. In alcune opere, le specificit della storiadel diritto italiano sono state rappresentate nellalveo dellesperien-za giuridica europea negli aspetti unitari o nelle peculiarit dellesingole componenti culturali o manifestazioni istituzionali (24). Inaltre, lesperienza giuridica stata rivista in tutta la sua complessite nel continuo articolarsi, concorrere ed intrecciarsi della moltepli-

    cit delle sue componenti essenziali: dottrina, consuetudine e legi-slazione, giustizia (e produzione giudiziaria del diritto), prassi (25).

    Mentre nei fatti la realizzazione di unUnione Europea, irrever-sibilmente avviata, appariva nel 1992 ancora lontana, lo storico deldiritto, non diversamente dal filosofo, era, tra i giuristi, il pisensibile alle trame del secolare confronto europeo di sperimenta-zioni istituzionali, legislative, di giustizia e culturali nellincessantemediazione tra particolarismo e diritto vivente, da un lato, e principi

    generali o europei o universali del diritto, dallaltro. La conoscenzadelle fonti dottrinali e giurisprudenziali di et medievale e moderna,ben oltre i limiti di una pur sempre proficua e necessaria prospettivacomparatistica, aveva gi sensibilizzato il giurista storico a coglieretali trame nellampia gamma delle forme e delle accezioni che questeavevano assunto nel tempo e nello spazio. Dialettica tra interse-

    edizione del 1976 di Societ e istituzioni in Italia tra Medioevo ed et moderna: lezioni,aveva appena pubblicatoEuropa del diritto comune.(24) Tra il 1992 e il 1995 furono pubblicati sul medioevo: E. CORTESE, Il

    Rinascimento giuridico medievale, Roma, Bulzoni, 1992 (rist. accr. 1995); A. PADOA-SCHIOPPA, Il diritto nella storia dEuropa, Il Medioevo parte prima, Padova, CEDAM,1994 (rist. accr. 2005); P. GROSSI,Lordine giuridico medievale, Roma, Laterza, 1995 (rist.con laggiunta diDieci anni dopo, 2006); E. CORTESEIl diritto nella storia medievale, I-II,Roma, Il Cigno Galileo Galilei, 1995.

    (25) M. ASCHERI, I diritti del Medioevo italiano. Secoli XI-XV, Roma, Carocci,2000, ID.,Introduzione storica al diritto moderno e contemporaneo. Lezioni e documenti,

    Torino, Giappichelli, 20031, ai quali hanno fatto seguito diverse edizioni accresciute. Iltesto che offre una pi ampia rappresentazione europea del fenomeno giuridico nellediverse dimensioni di legislazione, dottrina e prassi quello di A. PADOASCHIOPPA,Storiadel diritto in Europa dal medioevo allet contemporanea, Bologna, Il Mulino, 20071.

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    zioni e differenze , contaminazione, imitazione, reimpiego, eclet-tismo, trasmigrazione, trapianti, fino a fecondazioni incrociate,scambi e intrecci sono termini sapientemente utilizzati anche in studirecenti per definire la circolazione senza frontiere del diritto, men-tre, a guardar bene, la categoria delloius europaeumera naufragatasolo sulla met del XIX secolo con il fallimento della politicaegemonica del concerto tra le nazioni dominanti in Europa (26).Spettava, insomma, allo storico del diritto ritrovare, nei segni e neicaratteri della circolazione delle idee e degli uomini, le tracce delcomune linguaggio culturale e giuridico dellEuropa che, nel corsodei secoli, aveva svolto il ruolo di crocevia di esperienze e di crogioloe centro di irradiazione di sperimentazioni. I nodi dellincontro e delconfronto tra civile common law, pi evidenti e pi studiati conriguardo al Sette e Ottocento, cominciano ad appassionare e adivenire oggetto dindagine anche con riguardo al Medioevo e allaprima et moderna (27).

    Il convegno del 1992 fu il preludio al riconoscimento tena-cemente perseguito e poco pi tardi ottenuto dai nostri maestri,

    italianisti e romanisti, con la riforma del piano di studi del 1994 dellobbligatoriet delle discipline storiche nel piano di studi per ilconseguimento della laurea in giurisprudenza (28). Alcuni anni pitardi, nel 2000, la riduttiva locuzione risorgimentale di storia deldiritto italiano fu sostituita con quella di storia del diritto medievalee moderno come riconoscimento ufficiale allorientamento culturaleche essa aveva ormai imboccato e consolidato nellinsegnamento dialcune facolt giuridiche italiane. Laccoglimento delle discipline

    (26) Sul paradigma della civilt giuridica occidentale cfr. gi P. STEIN, J. SHAND,Legal values in western society, Edinburgh, Edinburgh University Press, 1974, anchenella traduzione italianaI valori giuridici della civilt occidentalea cura di A. MACCIONI,Milano, Giuffr, 1981 (Quaderni giuridici per la storia del pensiero giuridico moderno,Biblioteca, 9).

    (27) Cfr. tra i manuali, gi quello di Adriano Cavanna e successivamente quello diAntonio Padoa Schioppa sopra citati. Cfr. inoltre, Relations between the ius communeand English law, a cura di R. H. HELMHOLZ, V . PIERGIOVANNI, Soveria Mannelli,

    Rubbettino, 2009.(28) Ne diede notizia Paolo Grossi nella pagina introduttiva deiQuaderni fioren-

    tiniXXIV (1995), pp. 1-8, ora in P. GROSSI,Trentanni di pagine introduttive[nt. 3], pp.177-186.

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    storiche tra le materie fondamentali del piano di studi delle facoltgiuridiche, che corrispondeva alla profonda convinzione dellutilitdi una formazione critica e storicamente orientata dello studente didiritto, assicur in Italia ad un numero rilevante di nuovi ricercatori(in misura considerevolmente pi ampia che in ogni altro paeseeuropeo) la possibilit di svolgere a livello professionale la ricercastorico-giuridica.

    Nella ricchezza prospettica e metodologica delle scuole fioritein Italia nellultimo mezzo secolo, diversi temi sono stati affrontatiora in prospettiva diacronica ora cronologicamente definita (o me-dievale, o moderna, o postmoderna). Le ricerche sono state, inoltre,connotate in alcuni casi da una dimensione transregionale o tran-snazionale che, di recente, ha superato i confini dellEuropa perindividuare elementi di connessione o di separazione tra lesperienzagiuridica europea e quella di altri continenti (29), in altri da unadimensione precipuamente regionale o locale. Talora sono statiprivilegiati singoli elementi dellesperienza giuridica come la dottri-na e la legislazione, talaltra, invece, e, invero, sempre pi intensa-mente, tali angoli visuali sono stati integrati con quelli della prassi edella giustizia. In alcuni casi, infine, laccento delle ricerche statoposto sullopera di singole personalit.

    Le fonti dottrinali e giurisprudenziali di ogni epoca e di ogniorientamento sono state rilette, reinterpretate e approfondite, sia dalpunto di vista della storicizzazione, sia da quello delle tecniche, deiconcetti e del linguaggio giuridico, con un atteggiamento critico,suscitato da sensibilit e domande sempre nuove, che ha generatorisposte sempre pi articolate: si sono in tal modo delineati glisvariati livelli del linguaggio e del pensiero dei giuristi, da quellosemantico, a quello ideologico fino allo stretto collegamento trateoria del diritto, prassi e dinamiche sociali. Materiali darchivioancora inesplorati sono stati indagati e studiati approfonditamentenella loro consistenza e in collegamento con la teoria e la politica deldiritto e questo ha, senza dubbio, favorito anche un avvicinamentotra la storia giuridica in senso stretto e quella politica, economica e

    (29) Faccio principalmente riferimento ai lavori di colleghi che hanno intessutorapporti di studio e di ricerca e si sono applicati allo studio delle fonti del Messico e delsud America.

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    sociale. La diversit degli stili e degli oggetti di ricerca, dei quali hoappena detto, ha contribuito a svelare o a iniziare ad affrontaresingole facce del prisma dellesperienza storica nella sua esten-sione millenaria dal tardo impero alla repubblica italiana , talvoltaaccostate tra loro e messe a confronto, nella comunicazione tradiversi settori e aree territoriali, anche in occasione di convegni,incontri di studio o opere collettanee, su temi specifici (fonti, istituti,istituzioni, professioni legali, aree disciplinari, dottrina, giustizia).

    Il panorama molto ampio ma, prima di stilare una sorta dielenco delle grandi linee di ricerca della pi recente stagione dellanostra disciplina, non inutile sottolineare come molti studi siano ilfrutto delle nuove domande poste alle fonti dal giurista-storico,sensibile alla comunicazione e allinterazione tra gli ordinamentigiuridici di diversa natura e di diverso livello sui quali si articolatala pluralistica esperienza giuridica medievale e moderna. La cono-scenza di quel pluralismo e la profonda riflessione giuridica sulladiffusa e profonda articolazione della societ ha sollecitato nellostorico, con larga anticipazione rispetto al giurista positivo, unaprecoce percezione della crisi del sistema legge e della decadenzadel monopolio statuale delle fonti di produzione del diritto.

    Nel contempo, nel processo circolare tra norma, ordinamento epotere, labbandono del filtro deformante della statualit del dirittoe labito di contestualizzare, che connotano la migliore storiografiagiuridica italiana, hanno a loro volta educato a riconoscere e avalorizzare soluzioni o opinioni caratterizzate da una forte discon-tinuit: minoritarie e meno incisive al tempo della loro emersione,ma riaffiorate in forme e con effetti diversi in tempi successivi etrasfuse in adattate a contesti del tutto differenti. Basti pensareal laboratorio medievale e a quello umanistico su patto e contratto(con le relative articolazioni e conseguenze in campo pubblicistico),su cittadinanza e estraneit, supubblicoeprivato.

    Una linea di tendenza evidenziata dagli studi migliori consistenella rappresentazione del giurista nella sua dimensione non soloteorica o ideologica, ma anche precipuamente fattuale e propositiva.Le tensioni tra diritto, societ (con le sue arretratezze ovvero nellespinte verso nuovi livelli di sostenibilit della vita collettiva), econo-mia e politica emergono, ove pi ove meno marcatamente, nello-pera di giuristi che in taluni spazi hanno dovuto lottare contro la

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    tendenza a fare a meno del giurista e del pensare (giuridicamen-te) (30). La riaffermazione del ruolo del diritto (nel continuocontrappunto tra regole, principii e valori) come strumento dicomposizione dei conflitti e di equilibrio nella loro valutazione esoluzione ha consentito di reagire alla forza della politica e delle-conomia (o dei mercanti e dei pubblicisti per dirla con i giuristi delCinque e Seicento), cos come allesegesi e alla legolatria autopro-clamatasi tutrice delluguaglianza e della certezza del diritto controla giurisprudenzialit del diritto comune e contro lambizionenormativistica della giurisprudenza (31). Sulle tante figure di

    giurista professore, avvocato, notaio, legislatore e giudice, nonraramente unite nella medesima persona convergono in maniera,per cos dire, trasversale, studi impostati, grazie allautonomia deicentri di ricerca e degli studiosi, su prospettive metodologiche e suquestioni completamente eterogenee: dalle ricerche sulle figure disingoli grandi giuristi (talora fatte oggetto dindagini pluridiscipli-nari culminate in convegni) (32) a quelle sui metodi dellinterpreta-

    (30) Prendo a prestito le parole di un titolo provocatorio che cosa significapensare giuridicamente di Paolo Cappellini in Initium1996.

    (31) Sulla giurisprudenzialit del diritto comune, mi limito a citare unopera cheha avuto forte impatto sugli studi di molti di noi: L. LOMBARDIVALLAURI,Studi sul dirittogiurisprudenziale, Milano, Giuffr, 1967. Lespressione virgolettata di M. N. MILETTI,Tra equit e dottrina. Il Sacro Regio Consiglio e le Decisiones di V. de Franchis, Napoli,

    Jovene, 1995 (Storia e diritto. Studi, 37), p. 61.(32) Sacrificando gli studi dedicati ad alcune delle grandi personalit straniere

    protagoniste della storia del pensiero giuridico europeo, mi limito a ricordare soltanto

    alcune delle figure italiane pi celebri fatte oggetto di convegni o di studi monografici:Irnerio, Graziano, Rolando da Lucca, Jacopo di Balduino, Uberto da Bobbio, Martinoda Fano, Rolandino dei Passeggeri, Cino da Pistoia, Oldrado da Ponte, Alberico daRosciate, Bartolo da Sassoferrato, Riccardo da Saliceto, Baldo degli Ubaldi, AngeloGambiglioni, Niccol dei Tedeschi, Giovan Battista Caccialupi, Bartolomeo Cipolla,Lodovico Bolognini, Andrea Alciato, Gianfrancesco Sannazari della Ripa, Felino Sandei,Matteo dAfflitti, Niccol Machiavelli, Egidio Bossi, Alberico Gentili, Tiberio Deciani,Giulio Claro, Jacopo Menochio, Rolando della Valle, Carlo Ruini, Aimone Cravetta,Giovanni Nevizzano dAsti, Tommaso Diplovataccio, Gianbattista de Luca, Gian Vin-cenzo Gravina, Francesco Mantica, Pietro Giannone, Ludovico Antonio Muratori,

    Cesare Beccarla, Pietro Verri, Bernardo Tanucci, Karl Antonio Martini, GaetanoFilangieri, Francesco Rapolla, Domenico Alberto Azuni, Giuseppe Luosi, Gian Dome-nico Romagnosi, Melchiorre Gioia, Giovanni Carmignani, Pietro Mantegazza, Carlo Cat-taneo, Massimo dAzeglio, Giuseppe Pisanelli, Pasquale Stanislao Mancini, Francesco

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    zione e sui suoi timbri (interpretazione creativa, politica, consue-tudinaria, equitativa...), dagli studi sulla giustizia a quelli sulleUniversit, sul processo, sulle professioni legali e sulla deontologiaprofessionale (33).

    In ogni caso, qualunque sia il tempo, lo spazio o il tema dellaricerca, tra opere di successo e opere censurate, tra continuit ediscontinuit, tra abbattimento di miti e riemersione di idee eprincipii dal terreno carsico della riflessione su diritto e giustizia, lalinea dominante in alcuni studi di particolare efficacia consiste nellarappresentazione della centralit del giurista artefice legislatore

    ovvero supplente alle assenze e ai danni del legislatore nellediverse forme di esercizio della sua professione. Per ricorrere alleparole efficaci di Natalino Irti, il ruolo del giurista come mediatorenel rapporto tra diritto e potere (34).

    Le indagini sugli istituti, sulla semantica dei concetti e dellecategorie giuridiche e sul linguaggio del diritto (35), non meno che

    Forti, Francesco Carrara, Emanuele Gianturco, Giuseppe Zanardelli, Federico Cammeo;Angelo Sraffa, Dionisio Anzillotti, Angelo Majorana, Vittorio Emanuele Orlando, Alfredode Marsico, Piero Calamandrei, Costantino Mortati, Massimo Severo Giannini. A questosommario elenco si devono aggiungere i profili di giuristi studiati da Paolo Grossi e oraraccoltiinP.GROSSI, Nobilt del diritto. Profili di giuristi, Milano, Giuffr, 2008 (Quadernigiuridici per la storia del pensiero giuridico moderno, Biblioteca, 80), quelle dei proces-sualcivilisti studiati da F. CIPRIANI,Scritti in onore dei patres, Milano, Giuff, 2006 (Per lastoria del pensiero giuridico moderno, 68), nonch le diverse biografie di giuristi redattegi per ilDizionario biografico degli Italianie ora per le opereDizionario dei giuristieIlcontributo italiano alla storia del pensiero. Diritto, [nt. 1].

    (33

    ) Un forte impulso a tali studi venuto dagli interessi per la storia manifestatidal Consiglio nazionale forense,Commissione per la storia dellavvocatura, e dal Consiglionazionale del notariato, Commissione per gli studi storici sul notariato che hannocooptato maestri della disciplina storico-giuridica (rispettivamente A. Mazzacane, A.Padoa Schioppa, G. Sa. Pene Vidari, V. Piergiovanni; e M. Caravale, A. Padoa Schioppa,V. Piergiovanni) e offerto supporto alle ricerche sulle due professioni e alla pubblica-zione di fonti.

    (34) N. IRTI,Testimonianza. La storia del diritto e i suoi diversi destinatari. La storiadel diritto nelle Facolt di Giurisprudenza, in Linsegnamento della storia del dirittomedievale e moderno[nt. 21], pp. 171-176, in part. p. 174.

    (35) Come ricordava anni orsono Paolo Grossi, con riferimento ai tanti significatidel terminecodice Lo storico del diritto, adempiendo al primo mestier suo che quellodi comparare relativizzare differenziare, avverte il tranello costituito dal dato lessicale,preferisce abbandonare il simulacro unitario e calare nella realt storica che [invece]

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    sullo sterminato terreno delle fonti giuridiche delle tecniche dellaloro interpretazione, che in larga parte costituiscono ancora lostrumentario del giurista (36), e della giustificazione dei soggettiidonei a produrle (dalle corporazioni medievali alle contemporaneeagenzie internazionali) e delle istituzioni di governo costituisconoi ponti privilegiati tra et intermedia (comprensiva di diritto medie-vale e moderno) e et contemporanea: dal pluralismo al monismo edi nuovo al pluralismo dei centri di produzione, dal cosiddettosistema di diritto comune alla codificazione e alla decodificazione,fino alle diverse concezioni della statualit e del rapporto tra gover-

    nanti e governati. Il dibattito storiografico sulla codificazione, cheaccomuna studiosi di tanti paesi europei, e la vivacit del dibattitoitaliano sui connotati e sugli effetti del sistema codice rivelanolestrema ricchezza delle prospettive e delle conoscenze maturate inanni di ricerca da differenti personalit e temperamenti di studiosi.

    Ed eccoci allelenco:scuole e tecniche e dellinterpretazione,insegnamento giuridico, universit, centri di studio concorrenti,

    giurisprudenza consulente e giudicante, avvocatura, notariato,autonomie, pluralismo e federalismo, nello scontro e nella con-tinua contrattazione, in et moderna, con una concezione dellasovranit compiuta, ma costretta a misurarsi con il consenso,

    comuni e tirannie, ordinamenti signorili, repubblicani e monar-chici (istituzioni di governo e giudiziarie, sistemi normativi) delleregioni storiche italiane,

    diritto privato, dai temi classici statuspersonali, famiglia e

    successioni (rapporti patrimoniali tra coniugi, patria potest, tutela,testamento, fedecommesso), propriet e possesso, negozio giuridico,contratto e contratti, rappresentanza fino alle specializzazionidisciplinari pi recenti del diritto del lavoro, industriale e dautore,

    marcata nella sostanza da incolmabili discontinuit (Codici qualche conclusione tra unmillennio e laltro, inCodici. Una riflessione di fine millennio, a cura di P. CAPPELLINIeB. SORDI, Firenze, 26-28 ottobre 2000 (Per la storia del pensiero giuridico moderno, 61),

    p. 580).(36) A. PADOASCHIOPPA,Verso una storia del diritto europeo, inStudi di storia del

    diritto, III, Milano, Giuffr, 2001 (Universit degli Studi di Milano. PubblicazionidellIstituto di Storia del diritto italiano, 27), p. 20.

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    diritto del commercio e delle assicurazioni, dallalex mercatoriacome diritto della globalizzazione fino allabolizione del codicecommerciale,

    cittadini e stranieri, diversi o altri e nemici, miserabiles per-sonae, donne, emigranti e immigranti,

    giustizia e ideologie della giustizia,diritto penale, della prevenzione penale e della categoria del

    potenzialmente pericoloso,processo penale dallalto medioevo ai nostri giorni, attraverso

    lanalisi del dualismo delle procedure accusatoria e inquisitoria intutte le loro innumerevoli varianti, dal penale negoziato, a quelloegemonico, fino alla penalistica civile e alla scuola positiva; istitutiprocessuali, prove e soggetti del processo penale, dallavvocatofiscale, al pubblico ministero, dai tribunali, alle corti, alle giurie,

    diritto feudale, diritto pubblico interno (37), di guerra, di pacee delle genti (tra diritto naturale e diritto delle diplomazie) e, infine,internazionale, diritto coloniale,

    seconda scolastica e giusnaturalismo,

    illuminismo (nelle sue diverse declinazioni e anche nelle variantiregionali), rivoluzioni ed estremismi rivoluzionari,negazione e tentativi di abbattimento del particolarismo e della

    consuetudine,nascita degli apparati burocratici,storia dellamministrazione e del diritto amministrativo,storia dellidea di nazione secondo concezioni diversamente

    produttive e azionabili in diritto,

    (37) Dopo un acceso dibattito storiografico, il ricorso al sintagma diritto pubbli-co per let medievale apparso, per cos dire, giustificato dalle scelte effettuatenellimportante serie di incontri ideati e diretti da Diego Quaglioni e da Gerahrd Dilchertra il 2006 e il 2009 nellUniversit di Trento, sotto il patrocinio della Fondazione BrunoKessler, e pubblicati nella serie degli Annali dellistituto storico italo-germanico (19, 21,25):Gli inizi del diritto pubblico. Let di Federico Barbarossa: legislazione e scienza deldiritto, a cura di/hrsg. von G. DILCHER, D. QUAGLIONI, Bologna, Il Mulino; Berlin,Duncker & Humblot, 2007;Gli inizi del diritto pubblico, II,Da Federico I a Federico II,

    a cura di G. DILCHER, D. QUAGLIONI, Bologna, Il Mulino; Berlin, Duncker & Humblot,2009; Gli inizi del diritto pubblico, III, Verso la costruzione del diritto pubblico tramedioevo e modernit, a cura di/hrsg. von G. DILCHER, D. QUAGLIONI, Bologna, IlMulino; Berlin, Duncker & Humblot, 2011.

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    codice e codici,stato di diritto, legge, legolatria,leggi deccezione, dittatura, legislazione grigia e infamia della

    legge,socialismo giuridico,costituzionalismo, carte dei diritti e costituzioni, costituzione e

    sovranit costituzionale, diritto costituzionale, democrazia e, ormaianche, crisi della democrazia,

    uguaglianza di diritto divenuta disuguaglianza con la negazionedelle diversit,

    individualismo, diritti dellindividuo, dimensioni collettive delsoggetto e riconoscimento costituzionale del pluralismo di ordina-menti di livello inferiore a quello statuale,

    decadenza del monopolio statuale sulle fonti di produzione deldiritto e riconoscimento di fonti di produzione non statuale,

    cittadinanza e cittadinanze.Lelenco delle tante prospettive di ricerca, nelle quali a ciascuno

    di noi sar facile individuare il proprio contributo, certamente

    incompleto, e mi limito a rinviare agli interventi dei colleghi ItaloBirocchi e Aurelio Cernigliaro che lo completeranno da par loro. Sipu aggiungere che, mentre il diritto canonico risulta complessiva-mente meno studiato (38), il baricentro delle ricerche si spostatoverso let contemporanea, dopo che negli ultimi anni anche gli studisullet moderna stanno perdendo terreno. Eppure le fonti di etmedievale molto avrebbero ancora da svelare sia per lalto (39) che

    (38) Non si pu dimenticare, per, la partecipazione di colleghi ai prestigiosiInternational Congress of medieval Canon Law, sia nellorganizzazione, sia nelle ricerchepubblicate neiProceedings(Monumenta Iuris Canonici, Ser. C, Subsidia) giunti ora alXIII volume.

    (39) Oltre che alle ricerche di alcuni pochi colleghi, occorre far riferimento, aquesto proposito, allattivit del Centro Internazionale di studi sullAlto Medioevo inSpoleto (del cui consiglio scientifico sono membri P. Grossi e A. Padoa Schioppa) e, inparticolare, alle annuali Settimane di Studiodi carattere interdisciplinare che si susse-guono dal 1954 e che negli ultimi anni hanno avuto ad oggetto temi fondamentali come

    La giustizia nellAlto Medioevo (secoli V-VIII)del 1994,La giustizia nellAlto Medioevo(secoli IX-XI)del 1996,Ideologie e pratiche del reimpiego nellalto medioevo, del 1998,Ilfeudalesimo nellAlto Medioevodel 1999,Roma nellAlto Medioevodel 2000,Roma fraOriente e Occidente, del 2001, Lacqua nei secoli altomedievalidel 2007,Citt e campagna

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    per il basso medioevo e meriterebbero il difficilissimo (ne abbiamorecenti esempi) ulteriore impegno al recupero filologico e critico nonsolo dei manoscritti, ma anche dei testi pervenuti attraverso leedizioni antiche (40). Nelle fonti dottrinali molto ancora rimane dascoprire e da rivalutare sotto il profilo delluso raffinato e dellacircolazione dei metodi e del linguaggio dellinterpretazione utiliz-zata anche al fine di adattare regole e norme antiche per lideazionedi soluzioni congruenti con i bisogni emergenti della societ e dellaprassi e la costruzione di nuovi e pi recenti concetti e categorie. Illavoro di riscoperta e recensione dei manoscritti medievali conser-vati in archivi e biblioteche europee e statunitensi svolto da Gero

    Dolezalek, da Domenico Maffei, Ennio Cortese e dai loro allievi, daGiulio Vismara, Antonio Padoa Schioppa e dai componenti dellascuola milanese ha facilitato lindividuazione delle fonti del pensierogiuridico medievale, molte delle quali proprio nellUniversit diMilano sono consultabili grazie alla riproduzione integrale di miglia-ia di pezzi (non solo medievali) in microfilm e lo saranno tra breveanche in digitale, grazie al contributo della Biblioteca EuropeadInformazione e Cultura.

    Ciascuna delle prospettive dindagine elencate si prester, inol-tre, in futuro ad un esame critico, ad una disambiguazione e adessere affrontata sotto diverse angolazioni e con ulteriori intrecci persottoporre i risultati a prove di resistenza e ad affinamenti. Data lacomplessit e la diversa durata, nei singoli ambiti del diritto, dellefasi di snodo e di transizione, la scansione cronologica tradizionaletra le grandi epoche della storia in taluni casi potrebbe aver persinoprovocato fraintendimenti nellindividuazione di continuit e di-

    scontinuit, nella valutazione del reimpiego e delladeguamento deilasciti di unepoca alla successiva, tra tradizione e rinnovamento. Perquanto concerne lepoca contemporanea, si potrebbe segnalare, con

    nei secoli altomedievalidel 2009,Le relazioni internazionali nellAlto Medioevodel 2010,Il fuoco nellalto medioevodel 2011.

    (40) Oltre alle pi recenti edizioni di testi normativi e statutari, curati da Istitutiuniversitari di diverse regioni italiane, mi riferisco alledizione di unopera fondamentale

    per la ricostruzione dei tratti del pensiero giuridico preaccursiano e delle sue connessionicon la prassi, la politica e leconomia del tempo (La Summa trium librorum di Rolandoda Lucca (1195-1234): fisco, politica, scientia iuris, a cura di E. CONTE, S. MENZINGER,Roma, Viella, 2012).

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    riguardo ai secoli XIX e XX, lopportunit di uno studio piapprofondito e a pi largo raggio della componente giurisdizionaledel diritto (41), della giurisprudenza ordinaria e amministrativa, finoalle origini di quella costituzionale, dellapparato giudiziario, disingole figure di giudici, nonch della dimensione stragiudiziale dellacomposizione delle controversie. Vi poi unulteriore dimensionenella quale, oggi pi che mai, la storia giuridica in dialogo con lealtre scienze umane dovr confrontarsi, una dimensione che neisecoli ha avuto fortune alterne ed stata ora accantonata oraresuscitata, quella del rapporto tra il diritto e i principii, taloraclassificati come metagiuridici, della morale e delletica.

    Rispetto al progetto del 1971, dal quale hanno preso avvio leconsiderazioni che precedono, molte lacune della storiografia giuri-dica sono state colmate e il dialogo dello storico del diritto con lescienze umane e i giuristi positivi si sicuramente rafforzato. Dopoi buoni risultati raggiunti, sta ai nostri allievi non disperdere i fruttidi tanto lavoro e a noi (quantunque sempre pi costretti a conciliarei tempi della ricerca con quelli delle crescenti attivit burocratiche eorganizzative) il compito di evitare che questo avvenga in unepocain cui le scelte del legislatore sembrano privilegiare, in nome dellaconclamata produttivit, la quantit che pu divenire pura compi-lazione a scapito di una ricerca critica, rigorosa e originale. Soggia-cere a tali superficiali criteri di efficientismo significherebbe vanifi-care molti insegnamenti e risultati degli ultimi quarantanni. Per suanatura, il nostro campo di ricerca richiede tempi lunghi di riflessionesulle fonti e anche sui risultati degli studi classici (che non possonoessere liquidati con la compilazione di ampi riferimenti bibliograficiin certi casi puramente tralatizi) e sempre pi esige di esercitare quel

    (41) Laspetto giudiziario e giurisdizionale del diritto stato al centro delloperascientifica di Raffaele Ajello e di alcuni dei suoi allievi. Lillustre docente napoletano hacontinuato a richiamare la nostra attenzione su tale ambito dellesperienza storica anchein studi molto recenti e fortemente critici (ma, direi, per molti aspetti non propriogiustificatamente) della nostra disciplina (si vedano tra gli ultimi: Origini e condizionidellattualit giuridica: ideologie dei magistrati e poteri dei legali nella dialettica dellespe-

    rienza storica, Napoli, Jovene, 1998 ; ID.,Il collasso di Astrea. Ambiguit della storiografiagiuridica italiana medievale e moderna, Napoli, Jovene, 2002; ID., Eredit medievali.Paralisi giudiziaria. Profilo storico di una patologia italiana, Napoli, Arte tipograficaeditrice, 2009 (Frontiere dEuropa, 3).

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    senso critico frutto di infiniti collegamenti e intuizioni indispensabile per ottenere dalle fonti sempre pi esaurienti rispo-ste. Questa lattitudine che lo storico pu e deve, innanzi tutto,coltivare, per risultare scientificamente rilevante e didatticamenteefficace nella formazione del giurista e, forse, di un nuovo giurista.Come ebbe a rilevare Natalino Irti nellintervento sopra ricordato, il problema della storia del diritto nelle Facolt di Giurisprudenza anchesso un problema storico (42).

    Mai come nel presente, forse, il giurista, studioso e cittadino, sitrova ad affrontare le profonde trasformazioni non semprecondivisibili delluniversit, della societ, delle istituzioni e deldiritto positivo e lesigenza di individuare ambiti, strumenti e timbridi ricerca adatti a porsi in gioco nel dialogo, da intensificare ulte-riormente, con i giuristi positivi e con gli studiosi delle scienzeumane e della societ e da estendere ad un pubblico pi ampio, adiniziare dagli studenti delle scuole superiori.

    Come avvenuto al giurista vissuto in epoche del tutto diversedalla nostra, occorre prendere atto delle trasformazioni e della

    necessit di inventare un nuovo ordine.Sono caduti i tanti miti che, nel bene o nel male, la societoccidentale aveva osato coltivare dopo la fine della seconda guerramondiale stato sociale, sovranit degli Stati nazionali nel coordi-namento con lUnione Europea, principio di legalit, lavoro, dirittidelle persone (cittadini e stranieri) e affrontiamo, nel contempo,la crisi delle istituzioni statali e democratiche, le carenze dellestrutture dellUnione Europea, lindebolimento del principio di

    legalit e dei diritti individuali, gli attacchi allattualit della Costi-tuzione, le questioni poste dallimmigrazione di popoli di diversetradizioni e religioni, le tante guerre che stanno dilaniando paesivicini e lontani.

    Sar possibile, e con quali strumenti giuridici, riportare lindi-viduo come singolo e come membro delle svariate aggregazioni nellequali si articola la societ al centro delleconomia e della politica?Esiste una soluzione rassicurante nella lotta per i diritti , in

    contrasto con il potere del mercato, in un contesto nel quale, tra i

    (42) N. IRTI,Testimonianza[nt. 34], p. 175.

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    tanti buoni e cattivi effetti della globalizzazione, si perduto il puntodi riferimento tradizionalmente costituito dallo Stato? (43).

    Limpressione che, dopo lenorme accrescimento del ruolo ditutela offerto dal giudice, la stessa figura del giurista artefice, nellemolteplici dimensioni e specializzazioni delle quali si detto sopra,risulter senza dubbio modificata. In altre parole, il giurista storicopotrebbe ora porsi la domanda se e quanto egli possa contribuire,innanzitutto tramite una ricerca scientifica che offra anche strumentiper far crescere i giovani, alla titanica impresa che spetter al dirittoper la costituzione di un nuovo ordine.

    (43) S. R ODOT,Il diritto di avere diritti, Bari, Laterza, 2012.

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    MICHAEL STOLLEIS

    IL QUADRO EUROPEO

    1. A ben vedere, il fatto che cos tanti autorevoli storici del

    diritto dallEuropa, dal Sud- e dal Nordamerica e dalla Cina siincontrino, non altro che un grande omaggio a Paolo Grossi.Lui ha fondato i Quaderni, ha ininterrottamente incentivato e

    rappresentato la Storia del Diritto in Italia, in Europa e soprattuttoanche in Sudamerica.

    Noi tutti gli siamo molto riconoscenti, non ultimi io stesso ed ilMax-Planck-Institut per la Storia del Diritto europeo di Francofor-te.

    In modo molto opportuno, mi stato chiesto di dedicare al Quadro europeo queste mie brevi notazioni sullo stato dellar-te della Storia del Diritto.

    In passato il mio orizzonte sempre stato rappresentato dalla vecchia Europa . Fin dai tempi della scuola, ad affascinarmi sempre stata lEuropa dellantichit classica, del Rinascimento edella prima et moderna. Lungo il percorso della formazione giuri-dica, poi, al centro dei miei interessi ci sono sempre stati lAmmi-

    nistrazione e lo Stato, dal Medioevo in poi.Volgendo lo sguardo allindietro, si pu senzaltro affermare che

    la Storia del Diritto in Germania, con il diciannovesimo secolo enella prima met del ventesimo, stata caratterizzata da paradossi.

    Gi ai tempi dellUmanesimo aveva iniziato ad essere praticata,ma il suo decollo avviene soprattutto verso la fine del diciottesimosecolo, con la storicizzazione del diritto romano e delle fonti giuri-diche interne. La Scuola storica di Savigny e Eichhorn ha datoseguito a tutto ci nello spirito dello storicismo, ma ha accentuatoanche la funzione centrale della Storia del Diritto per lelaborazionedella dogmatica del diritto romano attuale .

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    Quando poi il diritto civile stato codificato in Italia nel1865, in Germania nel 1900 la Storia del Diritto si emanci-pata , andando a legarsi alle scienze dellantichit, alla medievisticaed alla ricerca storica sullet moderna.

    Contemporaneamente con laltra met della sua anima, percos dire ha cercato di conservare la sua funzione propedeutica epedagogica per il diritto civile vigente.

    Nel quadro della ricerca internazionale, ci ha portato adimportanti successi nel campo della Storia giuridica antica. Daltrocanto, a partire dalla met del diciannovesimo secolo la parte

    germanistica della Scuola storica precipitata prima nel nazionali-smo, per finire poi in fondo ai terribili abissi del nazionalsocialismo,pur raggiungendo allo stesso tempo importanti risultati nel campodella Storia del Diritto scandinavo ed islandese, dello Specchiosassone e nello studio dei diritti municipali di Lubecca e Magde-burgo nellEuropa centrale e orientale.

    Dopo la svolta del 1945 nella storia mondiale, iniziata allin-terno del quadro europeo una nuova epoca.

    Per la Germania occidentale lopzione-Europa era lunica pra-ticabile, ed stata una ragione di vita per la generazione di Ade-nauer, Alcide De Gasperi, Jean Monnet, Robert Schumann e WalterHallstein. Essa ha rappresentato pure limpulso pi forte per una Storia europea del Diritto , o meglio una Storia del Diritto inEuropa .

    Per Helmut Coing e molti altri, la riedificazione dello iuscommune ha rappresentato lopportunit non solo per rimoder-

    nare la Romanistica (nella direzione di una Storia del Diritto privatodellet moderna), ma anche per raccordarsi di nuovo, a livellointernazionale, con le ricerche sul Medioevo e sulla prima etmoderna. Oltre a ci, il civilista Coing ha inteso mettere in contattocon la propria storia il diritto vigente e futuro: per lui, in fin deiconti, si sempre trattato di diritto romano attualmente vigente inEuropa , ancorch nella moderna chiave dei nuovi settori deldiritto, delle codificazioni nazionali e delle evoluzioni future deldiritto privato.

    Dagli anni Sessanta e Settanta ad oggi c lo spazio di pi di unagenerazione.

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    Il mondo intero stato interessato da una metamorfosi radicale,e ci non poteva non avere ripercussioni sulla Storia del Diritto.

    Oggi il Diritto dellEuropa un enorme giacimento didiritto positivo sui generis; una marea di decisioni delle corticostituzionali dei singoli Stati nazionali, della Corte di giustiziaeuropea di Lussemburgo, della Corte europea di Strasburgo; unamateria consolidata nella formazione del giurista.

    Qui, senzaltro, relazioni di una certa importanza con la Storiadel Diritto non ce ne sono. Ancora non abbiamo neppure unacompiuta e intelligibile descrizione di come abbia avuto origine, dal

    1949 in poi, questo nuovo colosso del diritto, che oggi quotidiana-mente ci impegna.Forse una simile descrizione riusciremo ad averla soltanto al

    tramonto dellidea di Europa, se davvero solo allimbrunire che lacivetta di Minerva si libra in volo.

    Daltronde, oggi, dellottimismo intermittente dellepoca fonda-tiva europea, dai Trattati di Roma per arrivare fino a quello diLisbona, in pratica non resta quasi pi traccia.

    Dei problemi attuali, del deficit democratico, della crisi finan-ziaria, del divario fra Nord e Sud, del notorio euro-scetticismo dellapolitica britannica, degli interrogativi sullingresso della Turchia,non questa la sede per discutere: il nostro tema di oggi solo laStoria del Diritto.

    Nel quadro europeo odierno, essa mostra debolezze e puntidi forza.

    Indicher otto punti:

    1. Gli storici del diritto europei, oggi, si conoscono moltomeglio di una o due generazioni fa. Linterscambio attraverso riviste,convegni, corsi estivi vivace; dalla Norvegia fino al Baltico ed allaPolonia, dalla Spagna e la Sicilia fino alla Germania (in particolare:Francoforte) ci conosciamo tutti. E se ci, da un lato, ci fa senzaltropiacere, dallaltro ha anche un rovescio della medaglia: ciascunostorico del diritto attivo si impegna oggi in progetti, avanza propostepresso fondazioni, organizza convegni, viaggia con laereo in giro peril mondo. Noi non riflettiamo pi tutti assieme. Questa frenetica attivit ha una dinamica fine a se stessa, e chi resta a casa sua afare ricerca passa per uno stravagante eremita.

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    2. Si traduce molto di pi in modo particolare dai colleghiitaliani ma si parla anche molto pi in inglese, rispetto a prima.Daltronde tradurre faticoso, costoso e richiede conoscenze spe-cifiche. Linglese oggi recepito in tutto il mondo come linguafranca per le scienze naturali; per le scienze umane, invece, se nonsi legge pi in lingua originale, si finisce per perdere moltissimo insfumature di significato, conoscenza delle fonti e consistenza intel-lettuale.

    3. Nel frattempo, disponiamo di una gran quantit di ricostru-zioni storiche complessive del diritto in Europa . Tutte hanno laloro prospettiva soggettiva, i loro pregi e i loro difetti, comnaturale; ma per fortuna sta diventando una buona abitudine equesto limportante abbandonare il punto di vista nazionale,per procedere ad una comparazione il pi possibile europea . Cipresuppone conoscenze enciclopediche ed un metodo di lavoropaziente e scrupoloso: come si potr ritagliargli uno spazio nellam-bito della frenetica attivit dello storico di oggi?

    4. In questo senso, anche la vecchia prospettiva della Recezionedel diritto romano si trasformata in qualcosa di diverso. Lidea percui la riscoperta del diritto romano nel Medioevo partita dalla Florentina (F) verso Bologna, e da l poi come una fiaccoladella scienza giuridica stata trasportata dallItalia prima versola Francia, quindi verso i Paesi Bassi e da l in Germania, oggi nonvale pi.

    Una simile via triumphalis fino dal diciannovesimo secolonon esisteva gi pi, e a maggior ragione nei secoli ventesimo eventunesimo se ne perdono le tracce.

    Ora hanno preso vita modelli pi complessi: adattamento etraslazione; professionalizzazione e razionalizzazione piuttosto checambiamento dei contenuti. Per questa ragione anche la ricercasullantica Recezione si concentrata in modo pi intenso attornoallinterrogativo su quale diritto sia sorto a livello nazionale daimodelli originari; quale diritto sia stato applicato in concreto dinanzialle Corti e con quali conseguenze.

    5. Negli ultimi decenni, allinterno del quadro europeo cambiata pure lantica predilezione per la Storia del Diritto privato.Tutti i giuristi europei sanno bene che il moderno Stato sociale einterventista plasmato dal diritto pubblico molto pi di quanto

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    non accadesse in passato. Di conseguenza, sono diventati via viasempre pi interessanti anche i seguenti interrogativi: come cambiail diritto privato, quando lo Stato o lUnione europea si intrometto-no dallalto, ad esempio con il sistema delle sovvenzioni, disposizioniimperative di tutela del consumatore, diritto dei media e delletele