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Stella del mattino PERIODICO BIMESTRALE CULTURALE-STORICO-SOCIALE DELLA PARROCCHIA NATIVITÀ DELLA BEATA VERGINE MARIA P.ZZA DON TONINO BELLO VESCOVO - TRICASE (LE) – TEL. 0833.544124 Anno II - N. 6 - Febbraio 2018 www.parrocchianativitatricase.it [email protected] “Ecco il Papa, l’ultimo Vescovo del corteo che sparge benedizioni, sorrisi e saluti sulla folla che sim- bolizza in questo momento, nella massima piazza dell’Urbe, l’intera umanità”. È l’11 ottobre 1962. In piazza San Pietro si apre, in forma solenne, il Concilio ecumenico Va ticano II, il Santo Padre è Gio- vanni XXIII e don Tonino è tra la folla, ha accompagnato mons. Giu- seppe Ruotolo, vescovo della dio- cesi di Ugento-Santa Maria di Leu- ca. È la prima volta che don To ni- no vede il Papa dal vivo e le im- pressioni sono annotate, con novi- zia di particolari, nel suo diario di viaggio. In quel periodo Papa Bergoglio, in Argentina, è prossimo alla laurea in filosofia nel collegio S. Giusep - pe a San Miguel. Dal Concilio Vaticano II sono pas- sati cinquantasei anni, ed ora un Papa arriva ad Alessano, per prega- re sulla sua tomba. Quest’anno sono venticinque del dies natalis di don Tonino; si spense il 20 aprile 1993 nel palazzo vesco- vile di Molfetta anche se il suo cal- vario iniziò nell’agosto 1991 quan- do una gastroscopia rivelò una gra - ve forma di cancro. Di una possibile visita del Santo Padre ad Alessano e Molfetta se ne parla dall’agosto scorso ma l’uffi- cialità è giunta il 2 febbraio con l’annuncio di mons. Vito Angiuli nella Cattedrale di Ugento, gremi- ta di autorità civili e religiose e di numerosi fedeli. “Con immensa gioia vi annuncio che il Santo Pa- dre papa Francesco, accogliendo l’in vito che gli abbiamo rivolto, verrà ad Alessano il prossimo 20 aprile 2018 per sostare in preghie- ra presso la tomba del servo di Dio don Tonino Bello”. A queste paro- le di mons. Angiuli è seguito un lungo applauso e le campane della Cattedrale hanno suonato a festa. Anche nella nostra parrocchia la notizia è stata accolta con entusia- smo. “Il libro più bello -ha sottolineato don Flavio a conclusione delle va- rie celebrazioni di domenica 4 feb- braio- don Tonino lo ha scritto nei «Buona quaresima di Comunione» DON FLAVIO FERRARO 2 QUARESIMA Tempo di misericordia 3 STORIA LOCALE La storia riemerge nei recenti scavi 4 SOCIETÀ Non abbiate vergogna di chiedere aiuto 6 ATTIVITÀ DEI GRUPPI Gruppo “Don Tonino Bello” Carissimi, la Quaresima è un richiamo ed uno stimolo alla nostra crescita umana-spirituale. Una doman- da fondamentale: stiamo cre- scendo nella Comunione? La pri ma comunità cristiana –si di- ce negli Atti degli Apostoli– vi- veva la COMUNIONE e quindi anche noi di riflesso non pos- siamo esimerci da questa prio- rità. Comunione con Dio, tra di noi sentendoci fratelli e soprat- tutto con i poveri. Il tempo di quaresima ci spro- na a guardare fuori del nostro io e quindi del nostro esaspera- to egoismo per guardare verso chi è rimasto indietro rispetto alla corsa della società. Già nel periodico “Comunità”, pubblicato nel marzo del 1982, don Tonino invitava la comuni- tà della Chiesa Madre a riflette- re proprio su questo tema: “I po- veri ci sono anche a Tricase! In una società dell’abbondanza, la povertà non si misura so lo in base al reddito di cui si di spo- ne… ma vi è pure una po vertà che si riferisce alle con dizioni di vita, al fatto di sentirsi re - spinti dall’evoluzione, dal pro - gresso, dalla cultura, dalle re- sponsabilità”. Oggi più che mai le “nuove” povertà aumentano a dismisu- ra, non solo per mancanza di de naro ma soprattutto per man - canza di cuore! Poveri perché malati, poveri perché di soccu - pati, poveri perché sfruttati dai detentori del lavoro, poveri per - ché illusi da chimere che pro- mettono posti di lavoro, po veri soprattutto perché SOLI. Segue a pag. 8 GUARDARE AL CROCIFISSO Michele Rosafio Quando il nostro sguardo si sofferma sul viso di Gesù crocifisso, vorremmo dirgli: «Salvatore dell’umanità, nella tua vita hai conosciuto l’insucces- so. Oppresso dalle difficoltà, non hai minacciato nessuno. Seguirti può voler dire prendere anche noi la nostra croce. E tu la porti insieme a noi». Frere Roger Schutz in «In te la pace del cuore» Segue a pag. 2

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Stella del mattinoPERIODICO BIMESTRALE CULTURALE-STORICO-SOCIALEDELLA PARROCCHIA NATIVITÀ DELLA BEATA VERGINEMARIA

P.ZZADONTONINO BELLO VESCOVO - TRICASE (LE) – TEL. 0833.544124

Anno II - N. 6 - Febbraio 2018www.parrocchianativitatricase.it

[email protected]

“Ecco il Papa, l’ultimo Vescovodel corteo che sparge benedizioni,sorrisi e saluti sulla folla che sim-bolizza in questo momento, nellamassima piazza dell’Urbe, l’interaumanità”. È l’11 ottobre 1962. Inpiazza San Pietro si apre, in formasolenne, il Concilio ecumenicoVa ticano II, il Santo Padre è Gio -vanni XXIII e don Tonino è tra lafolla, ha accompagnato mons. Giu -seppe Ruotolo, vescovo della dio-cesi di Ugento-Santa Maria di Leu -ca. È la prima volta che don To ni -no vede il Papa dal vivo e le im -pressioni sono annotate, con novi-zia di particolari, nel suo diario diviaggio. In quel periodo Papa Bergoglio, inArgentina, è prossimo alla laureain filosofia nel collegio S. Giusep -pe a San Miguel.Dal Concilio Vaticano II sono pas-sati cinquantasei anni, ed ora unPapa arriva ad Alessano, per prega-re sulla sua tomba. Quest’anno sono venticinque deldies natalis di don Tonino; si spenseil 20 aprile 1993 nel palazzo vesco-vile di Molfetta anche se il suo cal-vario iniziò nell’agosto 1991 quan-do una gastroscopia rivelò una gra -ve forma di cancro.Di una possibile visita del SantoPadre ad Alessano e Molfetta se ne

parla dall’agosto scorso ma l’uffi-cialità è giunta il 2 febbraio conl’annuncio di mons. Vito Angiulinella Cattedrale di Ugento, gremi-ta di autorità civili e religiose e dinumerosi fedeli. “Con immensagioia vi annuncio che il Santo Pa -dre papa Francesco, accogliendol’in vito che gli abbiamo rivolto,verrà ad Alessano il prossimo 20aprile 2018 per sostare in preghie-ra presso la tomba del servo di Diodon Tonino Bello”. A queste paro-le di mons. Angiuli è seguito unlungo applauso e le campane dellaCattedrale hanno suonato a festa.Anche nella nostra parrocchia lanotizia è stata accolta con entusia-smo. “Il libro più bello -ha sottolineatodon Flavio a conclusione delle va -rie celebrazioni di domenica 4 feb-braio- don Tonino lo ha scritto nei

«Buona quaresimadi Comunione»DON FLAVIO FERRARO

2

QUARESIMATempo di

misericordia

3

STORIA LOCALELa storia riemerge

nei recenti scavi

4

SOCIETÀNon abbiate vergogna

di chiedere aiuto

6

ATTIVITÀ DEI GRUPPIGruppo

“Don Tonino Bello”

Carissimi,la Quaresima è un richiamo eduno stimolo alla nostra crescitaumana-spirituale. Una doman-da fondamentale: stiamo cre-scendo nella Comunione? Lapri ma comunità cristiana –si di -ce negli Atti degli Apostoli– vi - veva la COMUNIONE e quin dianche noi di riflesso non pos-siamo esimerci da questa prio-rità. Comunione con Dio, tra dinoi sentendoci fratelli e soprat-tutto con i poveri. Il tempo di quaresima ci spro-na a guardare fuori del nostroio e quindi del nostro esaspera-to egoismo per guardare versochi è rimasto indietro rispettoalla corsa della società. Già nel periodico “Comunità”,pubblicato nel marzo del 1982,don Tonino invitava la comuni-tà della Chiesa Madre a riflette-re proprio su questo tema: “I po -veri ci sono anche a Tricase! Inuna società dell’abbondanza,la povertà non si misura so lo inbase al reddito di cui si di spo -ne… ma vi è pure una po vertàche si riferisce alle con dizionidi vita, al fatto di sentirsi re -spinti dall’evoluzione, dal pro -gresso, dalla cultura, dalle re -sponsabilità”.Oggi più che mai le “nuove”povertà aumentano a dismisu-ra, non solo per mancanza dide naro ma soprattutto per man -canza di cuore! Poveri perchémalati, poveri perché di soccu -pati, poveri perché sfruttati daidetentori del lavoro, poveri per -ché illusi da chimere che pro-mettono posti di lavoro, po verisoprattutto perché SOLI.

Segue a pag. 8

GUARDARE AL CROCIFISSO

Michele Rosafio

Quando il nostro sguardo si sofferma sul viso di Gesù crocifisso,vorremmo dirgli:«Salvatore dell’umanità, nella tua vita hai conosciuto l’insucces-so. Oppresso dalle difficoltà, non hai minacciato nessuno.Seguirti può voler dire prendere anche noi la nostra croce. E tula porti insieme a noi».

Frere Roger Schutzin «In te la pace del cuore»

Segue a pag. 2

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FEBBRAIO 2018 2PRIMO PIANOStella del mattino

Quaresima: tempo di misericordia

Preghiera e riconciliazione, non come precetti, ma come atti d’amore

Il tempo di Quaresima che si apreinnanzi a noi ci è offerto come pos-sibilità di riflessione, di (ri)avvici-namento a Dio. Possiamo (ri)avvi-cinarci a Lui con la preghiera. Pre -gare è parlare a Dio degli uomini,di noi stessi, di chi ci sta vicino olontano; pregare è iniziare una re -la zione d’amore con Gesù, è chie -dergli di iniziare a guardare con iSuoi occhi e amare con il Suo cuo -re. Parlare a Dio degli uomini perparlare agli uomini di Dio nellerelazioni, nella famiglia, nel lavo-

ro, nella società.Possiamo avvicinarci a Lui con iSacramenti. Il primo, il più bello,quello della Riconciliazione ciaiuta a riconoscerci deboli, biso-gnosi di aiuto, assetati d’amore edi perdono. Il cuore ferito cercaamo re e l’unico amore che puòpla care questa sede è Gesù. Rico -no scersi deboli è motivo di forza,di coraggio; San Paolo dice “quan-do sono debole è allora che sonoforte perché dimora in me la poten-za dell’Altissimo”. Nella nostra debolezza, quandonon sappiamo dove andare, cosa

fare, cosa dire, proviamo ad abbas-sare la guardia (ri torniamo umani)e chiediamo la grazia dello SpiritoSanto che entra nelle “fendituredel la roccia” e dona ristoro, luce,consapevolezza e ascoltiamolo nelsilenzio del cuore, nell’intimitàdella preghiera. Lo Spirito Santo ciconduce a Gesù, volto della Mi se -ricordia del Padre.Preghiera e Riconciliazione dun-que non come precetti cui assolve-re perché imposti, ma come attid’amore per riportare se stessiinnanzi a Dio e (ri)scoprirsi figliamati, cercati, desiderati da quel

Padre che, come nella parabola delfiglio prodigo, consuma i suoi oc -chi scrutando l’orizzonte in attesadel figlio amato. Tu sei il figlioamato, il figlio atteso, rialzati econ cuore palpitante và incontro alPadre che a braccia aperte è prontoad accoglierti. Così daremo un senso alla nostrafede, potremo viverla pienamente,non avremo reso vana la morteglo riosa di Gesù, ricambiamo ilSuo amore con il nostro amore e ci(ri)scopriremo amati, l’amore diGe sù darà un senso alla nostravita… Misericordia sia!

Giovanni Calabrese

Segue da pag. 1 Papa Francesco in preghiera sulla tomba di Don Tonino Bellotre anni e nove mesi trascorsi nel -la nostra chiesa Matrice, ed è im -presso nei vostri cuori”.La macchina organizzativa è al la -voro. Ad Alessano, presso il cimi-tero, diversi sono stati i sopralluo-ghi di mons. Angiuli, il prefettoPa lomba, le forze dell’ordine, fun -zionari della Regione Puglia edel la Soprintendenza per organiz-zare al meglio la visita del ponte-fice. Si sta elaborando il piano peraccogliere in sicurezza i fedeli, ne

sono attesi migliaia da tutto il Sa -lento. La visita di papa Bergoglio giun-ge esattamente a dieci anni didistanza da quella di BenedettoXVI a Leuca, il 14 giugno del2008.Per questo evento storico, laDiocesi si preparerà con una seriedi incontri di preghiera, che inte-resseranno anche la nostra Par -rocchia, e che saranno resi notinei pros simi giorni.

QUESTO IL PROGRAMMADELLA VISITA

Il programma della visita, diffusodalla Sala stampa vaticana: dopo lapartenza in aereo da Ciampino,arrivo alle 8,20 all’aeroporto mili-tare di Galatina, da cui Bergoglioproseguirà in elicottero per Ales -sano (arrivo previsto alle 8,30) nelparcheggio adiacente il cimitero. IlSanto Padre, accolto da mons. VitoAngiuli e dal sindaco di Alessano,Francesca Torsello, so sterà in pri-

vato sulla tomba di don Tonino edopo aver salutato i familiari delpresule, incontrerà i fedeli nelpiazzale antistante il cimitero. Cisarà quindi il saluto del vescovoVito Angiuli e il saluto del Ponte -fice ai convenuti. Il viaggio del Pontefice proseguirà(sempre in elicottero) alle 9,30 allavolta di Molfetta dove, alle 10,30,ci sarà la Concelebrazione euca -ristica e l’omelia di Papa Fra n -cesco.

Domenica 11 febbraio 2018 qua-rantotto ragazze e ragazzi della no -stra Parrocchia hanno ricevuto ilSa cramnto della Cresima in unachiesa gremita di parenti ed amicied ornata di fiori rossi e bianchi.

L’emozione era palpabile soprat-tutto al momento della crismazio-ne, quando cioè il nostro vescovo,mons. Angiuli, ha segnato il capodi ciascun cresimando con il Cri -sma.

La Messa è proseguita in un climadi commozione e di preghiera. Per i ragazzi questa esperienza se -gna una fase importante per il loro

camino di fede. A conclusione della CelebrazioneEucaristica la consegna della per-gamena ricordo e la foto di gruppo.

Celebrazione della Santa Cresima

Foto di gruppo a conclusione della Celebrazione Eucaristica- Ph. Superstudio-Tricase

ANTONUCCI ChiaraCARCAGNI’ KevinCARCAGNI’ MonicaCAZZATO DanieleCAZZATO GiorgioCAZZATO RaffaeleCITTO GiorgiaCOSI FabianaCRISOSTOMO GiadaD’AVERSA AnnaD’AVERSA LaraD’AVERSA LindaDANIELI FrancescaDEL POPOLO FabrizioESPOSITO Maria ChiaraESPOSITO SaraESPOSITO SaraFIGINI MartinaFRACASSO GiuliaFRANZA LindaLINOCI ElenaLISI AntoniettaLONGO Maria ElenaMAGGIO Gabriele

MARZO GiulioMINUTELLO MaddalenaMORCIANO GiuliaMORCIANO SimonaMUCCIO Alessandro NICOLARDI AnnamariaPANICO MiriamPASCULLI DanielePETRACCA ElisaPICCINNI AlessioPOVERO RiccardoRESTA Paolo ClementeRILLO DavideRIZZO MartinaRUBERTO ChristianRUSSO MonicaSCOLOZZI AntonelloSCUPOLA IsabellaSERRANO GiuseppeSODERO GiuliaTAVELLA AntonioTODISCO Antony DomenicoTURCO GiulioZOCCO Lorenzo

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STORIA LOCALE FEBBRAIO 2018 3Stella del mattino

La storia di Tricase riemerge nei recenti scavi archeologiciIntervista ad Andrea Chiuri, impegnato nelle attività archeologiche

Pagina a cura di Carlo Vito Morciano

Grazie ai recenti lavori di riqualificazione dipiazza don Tonino Bello, in questi ultimi giornisono emerse dal sottosuolo antiche testimo-nianze risalenti al passato della nostra comuni-tà. In accordo con gli enti ministeriali compe-tenti, si è avviato uno scavo archeologico diemergenza allo scopo di studiare e riportarealla luce diverse memorie, retaggio della vitaquotidiana dei nostri antenati. Per questo nu -mero proponiamo l’intervista al nostro concit-tadino Andrea Chiuri, impegnato in prima lineanelle attività archeologiche. Tra i primi giovani tricasini ad impegnarsi neicorsi di laurea promossi dal Dipartimento diBeni Culturali dell’Università degli Studi diLecce, attivati nell’anno accademico 1993/94,Andrea ha successivamente intrapreso la car-riera di archeologo, affinando le sue conoscen-ze presso la rinomata Scuola di specializzazio-ne “Dinu Adamesteanu” di Lecce. Lo scorsoanno è stato tra gli autori del celebre rinveni-mento della statua della dea Atena “iliaca” aCastro, scoperta che ha portato profondi bene-fici agli studi storici nazionali e alla stessa eco-nomia locale. Andrea, i primi giorni di febbraio sono statisignificativi per la riscoperta della memoriadella nostra comunità. Abbiamo visto numero-se foto del cantiere e tanta attenzione da partedei tricasini per le attività di scavo e di recupe-ro che insieme al tuo collega Luigi Colucciastate effettuando in piazza don Tonino Bello.Iniziamo dai primi rinvenimenti, mi riferiscoalle due “fosse frumentarie” recuperate a ridos-so di via Tempio. Cosa puoi dirci a riguardo? Le due fosse frumentarie rappresentano una ti -pologia di silos attestata per un lasso di tempo didiversi secoli. Erano completamente riempite damateriali di risulta moderni, per cui al momentonon possiamo azzardare datazioni certe, parten-do dai dati archeologici. Colpiscono due ele-menti: innanzitutto le dimensioni, in particolareper il silos ad ovest; in secondo luogo il pregevo-le rivestimento esterno, peraltro fortunosamenteben conservato. Dai vostri lavori sta emergendo la “Tricase sot-terranea”, un patrimonio antico che da secoli siconserva nelle profondità del sottosuolo. Si èletto sui giornali di cisterne e invasi per la rac-colta delle acque. Cosa si sta rinvenendo esat-tamente?Il sottosuolo ci può dire tanto, non soltanto perla “grande” storia, ma anche per ricostruire lavita quotidiana di un insediamento in un deter-minato periodo storico. Una storia fatta di ciclidi produzione, di conservazione di liquidi e diderrate alimentari, di liquami e di fogne. In te -ressante la grande cisterna a nord del piazzale,peraltro già conosciuta e attestata nella tradi-

zione orale: la realizzazione della stessa si av -valse di due fosse frumentarie preesistenti,poste a pochi metri di distanza tra loro, cheage volarono di molto le attività di scavo delban co di roccia. Nell’archeologia è molto importante l’intesa eil lavoro di squadra. Da chi è composto il team?Effettivamente in archeologia il lavoro d’equi-pe è tutto. Nel caso dello scavo di emergenza diPiazza Don Tonino Bello siamo io e il collegaLuigi Coluccia, come da te già ricordato. In -sie me abbiamo lavorato per un’importante cam -pagna di scavo in località Palombara, a CastroMarina, dove abbiamo portato alla luce le mu -ra di un insediamento costiero dell’età delBronzo. Successivamente abbiamo scoperto unsacello, al momento ancora inedito, nel borgoantico di Vaste e dei sacrifici taurini di fonda-zione. Insieme abbiamo poi lavorato per cartearcheologiche, sorveglianze archeologiche ericognizioni di superficie per conto di tanticomuni pugliesi. In molti di questi lavori men-zionati ci siamo avvalsi dell’ausilio di altri due

colleghi, Marco Merico e Alessandro Rizzo. Unasquadra affiatata. La disciplina archeologica negli ultimi anni èprogredita nel campo delle applicazioni tecno-logiche. Nel caso specifico dello scavo di Tri -ca se abbiamo visto l’impiego dei geo-radar. Po -tresti spiegarci il loro utilizzo?Nella zona mediana della piazza avete rinvenu-to diverse sepolture. Cosa puoi dirci in merito?E quali erano le consuetudini circa l’inumazio-ne dei defunti?Siamo in un periodo in cui le sepolture sonoormai divenute più semplici, nonché prive dielementi di segnalazione. Erano molto fre-quenti anche le sovrapposizioni delle tombe.Anche nel nostro caso risultano estremamentesemplici, poco profonde, riutilizzate più volte.Nel momento della nuova deposizione, le ossadi precedenti sepolture venivano raccolte inuna angolo, oppure riseppellite in degli ossari.I corredi erano nulli o estremamente scarsi.Infine, possiamo notare come si fosse ormaiperso l’orientamento canonico, a levante. Lo scavo di piazza don Tonino Bello è moltoimportante per ricostruire l’evoluzione dellaso cietà tricasina e della sua storia urbana. In -teressante è il rinvenimento di un basamentomurario adiacente alla Chiesa matrice di Tri -case. Quali ipotesi si possono formulare?La struttura muraria si conserva per un tratto ditre metri. In direzione nord-est, è stata interrottada uno sbancamento per servizi; in direzionesud-ovest, invece, al momento pare privata deiconci che la componevano, probabilmente perun riutilizzo degli stessi. Al momento preferisconon azzardare ipotesi sulla funzionalità. Dicerto, la larghezza della struttura si presenta re -lativamente esigua per una cinta difensiva. Sarà importante valorizzare il patrimonio cul-turale recentemente scoperto?Certamente sì. Ma non esiste valorizzazionesen za conservazione, è bene ribadirlo. Il patri-monio culturale è l’identità di un popolo, o diuna comunità. È un bene collettivo. Non Di -sneyland.Ti abbiamo visto impegnato in numerosi scaviqui in Puglia e all’estero, in particolar modo sei

Andrea Chiuri Il sopralluogo di don Flavio alloscavo archeologico

Lo scavo archeologico in piazza don Tonino Bello Segue a pag. 8

Il team archeologico rinviene la prima sepoltura:Andrea Chiuri e Luigi Coluccia (accovacciato).

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La storia del gioco d’azzardo èstret tamente legata alla storia del -l’uomo, e ha sempre occupato unposto importante in tutte le culture,le società e le classi sociali.Luigi, (nome di fantasia) un infer-miere, piaceva giocare d’azzardo.A qualunque gioco. Giocava fino a200 euro al giorno. Tutti sanno cheal gioco d’azzardo ogni tanto puoivincere, ma alla lunga perdi, nonpuoi che perdere. E quindi si con-trollano tutti, meno i giocatori pa -to logici. Luigi è arrivato al puntodi giocarsi tutto il suo stipendio.Quando quello finì, chiese prestitiad una società finanziaria. Accu -mulò un debito di oltre 200 milaeuro. Un individuo sensato avreb-be smesso da tempo. Ma un malatod’azzardo non è un individuo sen-sato. L’impulso è troppo forte e senon ci sono più i soldi che si fa? Siva oltre, ogni giorno più oltre. Luigi è un uomo di 46 anni, chevive in un piccolo paesino delCa po di Leuca. Gioca daquando è adolescente, macon il tempo è peggioratoci confessa. Luigi, in che momento tisei reso conto di avere unproblema legato al gioco?Ho iniziato per gioco, al -meno così ho sempre pen-sato ma poi alla lunga èdiventata una vera e pro-pria ossessione. Ogni gior-no incrementavo la frequen-za delle giocate, all’inizio scende-vo a prendere il caffè al bar duevolte al giorno, ma dopo un po’ ditempo mi rendevo conto che vivevopiù al bar che a casa mia, sperpe-rando così tutto il denaro che pos-sedevo nella tasca. Da quando miè andata bene, cioè dopo aver“assaggiato” la vittoria, una vin-cita di denaro importante, è statala fine, la fine di una vita serena etranquilla. È l’inizio di una vitafatta di sofferenze e menzogne,per ché uno che gioca in maniera

assidua non è più un uomo felice esincero, anzi mi azzardo a dire chenon sei più un uomo. Il gioco è uncompagno/a che ti trascina dovevuole lui. I giocatori patologici ar -rivano a rubare, a mentire, a in -gan nare. Perché l’impulso che li so -spinge è per noi giocatori compul-sivi irresistibile. Hai capito da solo che avevi biso-

gno di rivolgerti ad unacomunità per smetteredi giocare?Mi sono accorto di esse-re patologico cioè irre-cuperabile, quando ap -punto non riuscivo più adormire la notte, oltread essere perennementenervoso e arrogante,avevo praticamentesmesso di sorridere… intesta ormai avevo solo“loro” le macchinette, i

loro colori, i loro suoni, le loroimmagini e il ticchettio delle mo -nete… Mia moglie è stata decisivanel farmi capire che avevo bisognodi curarmi, anche se poi non sonostato portato con la forza ma inautonomia mi sono recato al Sertpiù vicino al mio paese e chiedereconfronto e aiuto. All’inizio hoavuto un po’ di titubanza, perchémi sono detto che lì ci andavanosolo tossicodipendenti e alcolizza-ti, poi mi sono reso conto che io daloro differenziavo poco giacchè

ero dipendente da un oggetto e nonda una sostanza da ingerire. Mi sono presentato lì e ho chiestose c’era qualcuno per poter parla-re, almeno per confrontarmi conun esperto, (psicologo, consulente)per vedere se c’era la possibilità dilottare, lo facevo soprattutto pergli altri, per chi mi era vicino, perla mia famiglia ormai devastata.Aiutando me volevo essereanche d’aiuto agli altrimiei cari. Dopo vari in -contri, sono stato indiriz-zato presso la Casa Fa mi -glia San Francesco di Ge -mini (LE) per iniziare cosìun percorso di recuperopsico-fisico nella lorostruttura… con loro e da lìsi è aperta una luce im -mensa, si è aperto un oriz-zonte che speravo da tem -po di vedere. Quali benefici hai tratto da quandofrequenti la comunità?Il centro mi ha dato un grosso sup-porto, poi condividere le proprieesperienze con altre persone chehanno il tuo stesso problema è fon-damentale, così come lo sono iconsigli degli operatori. Tutto que-sto però non basta. Dev’esserciuna presa di coscienza a livellopersonale. La comunità ti aiuta,ma se dentro di te non c’è la vogliadi cambiare è tutto inutile. Hovisto tanta gente che veniva qui e

c’è ricascata. Ci vuole tanta forzadi volontà, se riesci a tirarla fuoriallora puoi farcela.Quanto sono funzionali le struttureche curano i dipendenti dal giocod’azzardo?Sono riuscito a lasciarmi da que-sto maledetto compagno grazieall’aiuto di una graziosissima dot-toressa che mi ha preso a cuorestandomi vicino costantemente,an che di notte quando avevo incu-bi e allucinazioni. Mi sono chiestospesso, ma perché non l’ho fattoprima? Quanto è complessa lamente umana, me lo spiego soloora. Le comunità che sono presentinella provincia di Lecce sono effi-cienti oltre che efficaci, ho avutomodo di conoscere molte persone,tutte molto professionali e umane,questo è un ingrediente essenzialeper chi entra nelle mie stesse con-dizioni psicologiche. Come vede il suo futuro e quale

consiglio darebbe a chi staattraversando questotunnel?Io oggi ho un sogno. Riu -scire a recuperare, sup-portare, aiutare qualchemio compagno di sventu-ra che ancora nel miopaese è nelle stesse con-dizioni in cui mi sono tro-vato io per tanti anni, mami rendo conto che èun’im presa difficilissima.

Purtroppo quando parli conun giocatore compulsivo dice sem-pre le stesse frasi: “No io smettoquando voglio”, “Lo faccio ognitanto per divertirmi e passare iltempo”. Da vittima dell’azzardo vorrei con-cludere dando un consiglio soprat-tutto ai più giovani: “Non abbiatevergogna di chiedere aiuto, non ver-gognatevi di niente e di nessunoperché ogni uomo può commettereerrori nella propria vita, chiedereaiuto vi può solo cambiare la vita,ve lo posso garantire”.

FEBBRAIO 2018 4SOCIETÀStella del mattino

Non abbiate vergogna di chiedere aiuto

Intervista ad un ex giocatore d’azzardoIntervista a cura della dott.ssa Antonella Nicolì

“Il mio sognoè riuscire ad aiutare

qualche miocompagno

di sventura.Un’impresadifficilissima”

“Ho iniziatoper gioco

ma poi allalunga è

diventatauna vera e propria

ossessione”

Nel n. 5 di Stella del mattino, uscito nel mese di dicembre 2017, abbia-mo pubblicato un articolo sul dilagante e drammatico fenomeno socia-le della ludopatia, a cura della sociologa, Antonella Nicolì, che ci hafatto un quadro ben preciso di come il gioco d’azzardo stia dilagandoin tutto il territorio salentino. Dagli ultimi studi compiuti sull’argo-mento, Tricase risulta il comune più affetto dalla ludopatia: qui si gio-cano circa 17 milioni di euro in 954 giocate pro capite, come è statoriportato nell’articolo, a cura di mons. Salvatore Palese, apparso nel n.

67 del Notiziario diocesano “Svegliare l’Aurora”.Dobbiamo però dare anche un messaggio di speranza a quanti sonoafflitti da questa grave patologia; infatti uscire fuori dal baratro delgioco d’azzardo, da questa dipendenza, si può, come si evince da alcu-ne testimonianze di coloro che ce l’hanno fatta. Antonella Nicolì haintervistato un ex giocatore d’azzardo della nostra zona, che offre lapropria testimonianza per incoraggiare e dare segni di speranza a chiè afflitto da questa patologia e che volentieri pubblichiamo.

Ludopatia, Tricase ha il triste primato con circa 17 milioni di euro di giocate. Dal tunnel si può uscire, vi raccontiamo come.

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Erano gli anni in cui frequentavo ilcatechismo, proprio in questi loca-li, con la signora Iole Minerva –afferma Vincenzo – ed ho ricevutoda don Tonino il Sacramento dellaPrima Comunione e con lui hointerpretato la parte dell’apostolonell’ultima cena di tanti anni fa.Questi ricordi sono vivi in me enonostante abbia avuto altri con-tatti con la Chiesa, questi due epi-sodi non potrò mai cancellarli.A proposito di ricordi voglio rac-contare un aneddoto che dimostrachiaramente com’era don Tonino.Ave va già ricevuto l’ordinazioneepiscopale e si era allontanato da

Tricase per servire, come pastore, ladiocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinaz -zo-Terlizzi. Qualche tempo dopo era tornato aTricase per un incontro con ladirettrice dell’ospedale “Card.Gio vanni Panico”. Quel giorno,

men tre un gruppo di noi ragazzi, dietà compresa tra i dodici e i tredicianni, giocava a pallone nei pressidell’ospedale, si fermò una mac-china e scese proprio lui, don To -nino, il quale si unì a noi per gio-care. “Ciao ragazzi, come state?” –

esclamò – “Facciamo due tiriinsieme. Mi ha fatto piacere veder-vi, ora devo andare”.Così era lui, un uomo qualunque,che nonostante le onorificenze èrimasto sempre tale, per questo è nelcuore di tutti noi, credenti e non.

RICORDI FEBBRAIO 2018 5Stella del mattino

Don Tonino a Tricase Racconti, aneddoti e testimonianze

Il ricordo di Vincenzo Martena

“Un uomo qualunque che tale è rimasto fino alla fine”

La notizia era nell’ aria da ormaiun po’ di tempo! Il Papa verrà dadon Tonino. Ma quando? Gli entusiasmi erano in alcuni fe -deli venuti meno a dicembre scor-so dopo che si è diffusa la notiziadella presenza di Fran cesco a SanGiovanni Roto ndo: e ora, si dice-va, non potrà tornare in Puglia do -po poco tempo.Ma poi a gennaio in Perù qualco-sa di nuovo è successo. Parlando ai vescovi peruviani, indata 21 gennaio 2018 presso l’ar-civescovado di Lima, papa Fran -cesco esorta i pastori del Perù aprendere esempio da San Toribio,che fu arcivescovo di quella cittàe visse per gli ultimi, i rifugiati e idispersi.Poi a sorpresa ha raccontato didon Tonino Bello, il vescovo che“era molto paterno” e parlava di

“un ordine del grem-biule”. “Don ToninoBel lo – ricorda ancorapa pa Francesco - quan-do ordinava un vesco-vo lo ungeva moltissi-mo sulle mani perchénon rimanesse attacca-to al denaro”. Papa Francesco dun -que addita don Tonino come pa -store modello ed invita i vescovi aprendere esempio da lui. Ed è laprima volta che oltre a citare isuoi testi lo fa espressamente ri -chiamando l’autore degli stessi, efacendo riferimento alla sua te -stimonianza e alla sua profezia.È questo un evento storico per ilnostro Salento e per Alessano inparticolare: un evento che suggel-la i percorsi di tantissimi pellegri-ni che in questo quarto di secolohanno voluto rendere omaggio al -la memoria di un uomo che hatestimoniato la sua fede con la

gioia della vita, l’amo-re dell’In co ntro, la ri -cerca della pace, lapas sione per la sua ter -ra. Ma è un momentostorico anche perchéquesta visita, com-prendendo dei momen-

ti ad Alessano e dei momenti aMolfetta, continua a tenere unitoil Salento e le terre di Bari doveTonino Bello ha dato la sua vita edonato la sua morte. E ora ci viene chiesto di andareoltre l’esercizio della memoria:questo credo sia il significato piùprofondo di questo evento che èin continuità con altri a cui Fran -cesco ci sta abituando. Alle tombedei profeti (Milani, Mazzolari,Bello) non solo come gesto ripa-ratore ma soprattutto come gestodi conversione, di memoria criticae profetica da parte della chiesa.Alle tombe dei profeti perchè sia

chiaro a tutti quali sono i sentierinuovi da intraprendere. Alle tom -be dei profeti, dove spesso unabreve sosta, fa rotolare i macignidella violenza, della intolleranza edella avarizia che soffocano lenostre esistenze. Il 20 aprile anche quest’anno,soprattutto quest’anno, lasceràuna traccia indelebile nel cuoredell a Puglia. Sia per questa regione un punto disvolta per costruire un presente eun domani migliore per tutti.Avremo il tempo per meglio si -gnificare questi concetti. Go dia -moci solo per oggi la novità diquesta giornata. E ringraziamo il Santo Padre perquesto dono immenso. Il modomi gliore per farlo è pregare perlui, come lui stesso ci chiede allafine di ogni suo discorso.Grazie Francesco, grazie don To -nino.

*Presidente FondazioneDon Tonino Bello

Dott. Giancarlo Piccinni*

Mercoledì 31 gennaio, in occasione dell’incontro di preparazione al bat-tesimo, tenuto nei locali parrocchiali “De Nitto”, ho avuto l’occasionedi fare conoscenza con Vincenzo Martena, che accompagnava sua figlia,quale madrina della piccola Anna Flavia. In tale circostanza Vincenzomi ha raccontato della sua adolescenza e in particolare di come ha cono-sciuto don Tonino.Riportiamo la sua testimonianza, breve, ma ricca di significato.

Giovanni Mastria

Vincenzo Martena

“Ringraziamo il Santo Padre per questo dono immenso”

Vincenzo Martena nel giorno della Prima Comunione

Papa Francesco e don Tonino:similitudini pastorali

Il prossimo 20 aprile papa Fran -cesco verrà a pregare sulla tombadi don Tonino ad Alessano e que-sto evento ci spinge a ricercare,più che le analogie, i punti diconvergenza nell’azione pastora-le di entrambi.È indubbio che alcuni temi (Pa -ce, Servizio, Migranti, Po ve r tà,Salvaguardia del creato) sonocomuni al loro modo di intende-re e vivere il Vangelo, pur conlin guaggi e comportamenti in li -nea con la storia e il ruolo diciascuno.Così se don Tonino sottolinea chela pace nasce dalla convivialitàdelle differenze, cioè dall’accet-tare il diverso, anzi sedersi atavola con lui, chiunque esso sia,per condividere il pane e la tenda,

per Francesco pace significa ca -pacità di accogliere, ospitare eintegrare l’altro, con un riferi-mento specifico di entrambi aipoveri e ai migranti di oggi.In merito alla Salvaguardia delcreato la pace è la condizioneindispensabile non solo per evi-tare la distruzione del creato,ma il presupposto per permet-terne lo sviluppo: se l’uomo hail compito di conservare il crea-to e garantirne il divenire, solola pace, la collaborazione e l’ar-monia possono assicurare losviluppo della terra nel suo in -sieme (don Tonino). Dal cantosuo Francesco sottolinea come,rendendosi conto che in tuttociò che esiste vi è il riflesso diDio, il nostro cuore sperimenta

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Claudio Morciano

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FEBBRAIO 2018 6ATTIVITÀ DEI GRUPPI

Gruppo “Don Tonino Bello”

«Costruire tasselli di memoria per ritrovareil senso del nostro stare insieme»

Stella del mattino

In questo numero vi proponiamo l’intervista a Maria Grazia Bello, in rappresentanza del Gruppo “Don Tonino Bello”

Chiediamo a Maria Grazia di par-larci del Gruppo “Don Tonino”della nostra parrocchia: come è na -to, quanti aderenti ci sono e qualisono le finalità?Il Gruppo “Don Tonino” è natonel la primavera del 2012, pervolontà di don Flavio. Il nostroparroco, con tale iniziativa, haper messo di aprire un varco inquella damnatio memoriae cheormai era insostenibile per tantitricasini! Il gruppo ha man manopreso forma e si è riunito periodi-camente a partire dall’autunnodello stesso anno, in occasione del30° anniversario della consacra-zione a Vescovo dell’amato donTonino. Nel rispetto dello spirito di comu-nione, non abbiamo un elencoufficiale degli iscritti, il nostro èun gruppo aperto, accogliente, edognuno è libero di invitare chiun-que alle riunioni, di far partecipa-re amici e parenti alle iniziative.Indicativamente siamo circa 25,ap partenenti anche ad altre par-rocchie. Il denominatore comune èaver avuto conoscenza diretta didon Tonino: chi ha vivo il ricordodel suo messaggio e del suo cari-sma, avverte immediato lo slancioa contribuire a costruire tasselli dimemoria.Le finalità, come appena accenna-to, mantenere viva la figura e l’o-perato di don Tonino quali semiche debbano sempre germogliaretra la gente; avvicinare i più gio-vani alla figura del nostro conter-raneo, rendendoli consapevoli del -l’eredità spirituale che la presenzadi don Tonino ha impresso nellanostra comunità.Qual è la peculiarità del vostro ca -risma che vi distingue dagli altriGruppi che operano nella nostraParrocchia?

Non ci piace pensare di esseredistinti… sicuramente ci interro-ghiamo spesso su quale sia la no -stra specifica caratteristica… e fi -

nia mo per concludere che ci sen-tiamo come facenti parte di tuttigli altri gruppi… Quando ci con-frontiamo (e scontriamo) su alcuniprogetti, ci rendiamo conto chequesti possono sconfinare nell’o-perato di altri (es. gruppo “Cari -tas” o “Pastorale giovanile”) edevitiamo di portarli avanti, cer-cando di essere di supporto. DonFlavio sa di poter contare sempresulla nostra disponibilità. Lavoriamo al servizio di una co -munità complessa, che potrebbe“risucchiarci” per bisogni di ognitipo, ma poi, quando ci sentiamoconfusi, ritroviamo il senso del no -stro stare insieme, anche nei pic-coli gesti, e la determinazione apro cedere seguendo la nostra ne -cessità di crescita spirituale. Inciò siamo confortati dallo studiodei testi di don Tonino che pro-muoviamo autonomamente o neglieventi pubblici organizzati in oc -ca sione degli anniversari della con -sacrazione a Vescovo. Riteniamo che come gruppo occor-ra fare di più per approfondire gliscritti di don Tonino, ma l’attenzio-ne alla promozione della conoscen-za della sua figura tra i ragazzi haassorbito sempre tante energie.

Quest’anno ricorre il 25° anniver-sario della morte di don Tonino.Avete delle attività particolari pro-grammate per questa occasione?

Nel rispetto delle tante iniziativeche sono state organizzate da altreistituzioni, non ci è sembrato op -portuno sovrapporci o sovraccari-care gli istituti scolastici con nuo -ve richieste. Abbiamo pensato diriproporre i passaggi più signifi-cativi di quanto “raccolto” finora,a testimonianza e consapevolezzadi come la comunità si sia arric-chita e si arricchisca della presen-za di don Tonino: allestiremo unamostra in una sala nei pressi dellaChiesa. Rivedremo, tra gli altri, lefoto della consacrazione a Vesco -vo e i lavori più significativi pro-dotti dai ragazzi degli istituti com-prensivi di Tricase negli anni pas-sati. La mostra sarà aperta pertutto il mese di aprile per favorireanche ai pellegrini la conoscenzadell’operato e dell’eredità di donTonino a Tricase.Venerdì 20 aprile 2018, avremo lagioia di accogliere papa Francesconella nostra terra. Nel programma, stilato dalla SantaSede è previsto che il Santo Padresosti in privato sulla tomba diMons. Tonino Bello e, a seguire, cisarà l’incontro con i fedeli sulpiazzale antistante il cimitero diAlessano. Come vi sta te preparan-

do a questo evento così ecceziona-le? Avete già pronta qual che ideasu come accogliere, nel modo mi -gliore, il Papa?Il tempo che il Santo Padre può ri -servare all’incontro con i fedeli sa -rà limitato: ciò non permetterà direalizzare quanto ci piacerebbe, mariteniamo di essere già particolar-mente grati per quest’evento ed es -sere presenti in prima fila non puòessere tra le nostre priorità.Ovunque saremo quel giorno, pertutti noi sarà una grande gioia. Come pensate di trasmettere allenuove generazioni l’eredità spiri-tuale che don Tonino ha lasciatosul territorio di Tricase?In questi anni, l’ambito che ha mag - giormente coinvolto tutti è statoproprio trovare le modalità piùefficaci per trasmettere questaeredità tra i giovani! Abbiamolavorato tanto e continueremo afarlo, d’intesa con le scuole. Adottobre di solito promuoviamo iltema su cui riflettere e poi il con-corso in primavera vede i ragazziprodurre elaborati di ogni tipo(video, foto, canzoni, poesie) cheattestano entusiasmo verso tema-tiche quali la pace, l’ambiente, ilsenso della comunità. Pensiamo di ritornare presto suiluoghi dove don Tonino ha eserci-tato la sua missione di Vescovo: lavisita pressa la C.A.S.A. a Ruvo hasempre sortito grande riflessionetra i nostri giovani! Avete un messaggio particolareper avvicinare i giovani alla Chie -sa?Non credo che possiamo esserecosì presuntuosi da osare tanto!Quello che ci sforziamo di fare ècrescere come comunità; i tempisono lunghi, magari i bambini e iragazzi che coinvolgiamo potran-no sentire l’urgenza di continuaread incontrare don Tonino… quindila Chiesa.

Giovanni Mastria

DIRETTORE EDITORIALEDon Flavio Ferraro

IMPAGINAZIONE E GRAFICARosa De Salvatore

COLLABORATORIGiovanni Mastria, Carlo Vito Morciano,Patrizia Marra, Silvia Anselmo, Francesca Errico, Rocco Dell’Abate,Vincenzo Panico, Tommaso Pic cinni,Marco Panico, Michele Rosafio

SEDEPiazza Don Tonino Bello-Tricasewww.parrocchianativitatricase.it [email protected] Marra - Ugento

Stella del mattinoAnno II - N. 6 Febbraio 2018

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A gennaio abbiamo visto aumen-tare il costo del conto corrente eper questo, in molti, soprattuttogio vani, si rifugiano nei conti onli-ne, confrontando le offerte miglio-ri su internet. Tra i tanti vantaggi dei conti onli-ne, oltre alla possibilità di effet-tuare pagamenti di bollettini e bo -nifici, c’è anche l’accesso al tra-ding online. Si tratta di un termineinglese che gli esperti traduconoin “negoziazione telematica dititoli finanziari”.Il social trading è un modo relati-vamente nuovo di fare investi-menti online, che offre la possibi-lità di avere accesso a informazio-ni mediante le reti sociali.Contrariamente a quanto avvienenel trading online “classico”, conil social trading le informazioniven gono generate da altri utenti,permettendo così, ai neofiti delsettore, di poter effettuare delleoperazioni senza dover necessa-riamente passare attraverso la fasedi analisi.In sostanza, le decisioni di investi-mento possono essere prese sulla

base di processi realizzati da altritrader, che in molti casi possonoessere degli esperti ma si puòanche incappare in trader che han -no poca conoscenza di investimentimettendo a rischio tutto il ca pitaleinvestito in quelle operazioni. Per altro grazie alla condivisionedelle loro informazioni, si possonointerpretare i movimenti del mer -cato. Ma sono davvero dei movimentireali o si tratta di truffe? Chia riamo un concetto: il socialtrading per lo scopo che è statocreato non è una truffa! È uno strumento altamente specu-lativo e come tale altamente ri -schioso che potrebbe far perderel’intero capitale investito; si trattadi reali investimenti in borsa.Il tutto è semplificato dai socialche permettono lo scambio rapido

di informazioni. Il social trading viene offerto co -me strumento utile per ridurre lastrada dell’apprendimento per ineofiti del trading online.Altro strumento in continua espan -sione è il copy trader che derivadal social trading ma non lo sosti-tuisce. In apparenza possono sem-brare sistemi di investimento sem-plici ma non lo sono. Investire neimercati finanziari, infatti, presup-pone che si conosca bene il settoree l’asset di investimento. Prima diaprire un conto di trading sarebbebene decidere quali obiettivi sivuol raggiungere e i rischi che si èdisposti a correre. Chi vuol intra-prendere questa strada può affidar-si a broker che offrono la possibi-lità di aprire conti con solo 50euro. Con un capitale limitato siinizia a conoscere e a fare praticacon i mercati borsistici italiani edesteri.Naturalmente, tutto dipende dacome si investe. Si rischia, infatti,di perdere completamente il con-trollo del portafoglio e delle posi-zioni, quindi non bisogna maiinvestire più di quello che ci si puòpermettere.

ATTUALITÀ FEBBRAIO 2018 7Stella del mattino

Parrocchiani fuori sede

Rocco dell’Abate

Tommaso Piccinni

Social trading: cos’è e come funziona

Ingegnere informatico al servizio del web

In questo numero di Stella delMat tino, intervistiamo EmanuelePra to, giovane tricasino di 36 an -ni, che si ritrova a Modena (Emil iaRomagna) per motivi lavorativi.Di cosa ti occupi esattamente?Sono ingegnere informatico e la -voro in un’azienda privata comesviluppatore web. Ovvero, scrivoun codice in modo che, quandoclic cate su un pulsante in un sitointernet, accada qualcosa.Da quanto sei lontano da casa?Sono a Modena dal 2000: ho fre-quentato l’Università di Modenae Reggio Emilia, mi sono laureatoin Ingegneria Informatica e lavo-ro in zona dal 2005.Qual è il motivo che ti ha spintoad andare via?

Nel lontano 2000 il primo pensie-ro è stato il lavoro: penso sia og -gettivo che al nord ci siano moltepiù possibilità, nonostante cheanche a Lecce fosse già presentequalcosa nel mio campo.Premetto che avevo già vissutoesperienze più o meno lunghe lon-tano da casa, ma, dal primo gior-no, sono rimasto affascinato dalcon fronto con modi differenti dipen sare e di agire.In che modo vivi la fede nel nuo -vo paese?Vivo la fede esattamente allo stessomodo di prima: appartengo a unaparrocchia molto attiva so prattuttoin ambito giovanile. Vi sto che sitratta del giornale della chiesaMadre –i più grandi mi capiranno–

mi sembra doveroso dire: “Certoqui non c’è la signorina Iole... mafunziona tutto mol to bene!”.Riesci anche lì a sentirti parte del -la comunità? È più difficile. La città è più ano-nima rispetto al paese. Le cittàpiù grandi sono ancora più anoni-me e le cerchie di persone sonospes so chiuse. Ma polisportive eas sociazioni mi hanno aiutatomol to a integrarmi. E poi c’è tan-tissima gente del Sud, tanta dellaPuglia e parecchi di Tricase…Cosa consiglieresti ai nostri gio-vani circa le loro scelte future?Su questo è difficile farmi cambia-re idea. Non bisogna aver pauradi andar lontano. Viaggiate! Co -no scete nuove persone, culture,

confrontatevi con tutti. A volte lepersone con cui avete avuto qual-che discussione possono diventa-re i vostri migliori amici! Non tro-vate lavoro in zona? Spostatevi! Illavoro c’è, basta cercarlo e avervoglia di impegnarsi. Mai di -sprezzare i lavori più umili: ricor-date che chi ha vissuto determina-te esperienze conosce il vero valo-re delle cose. Infine bisogna perseguire a testabassa i propri obiettivi senza averpaura di sbagliare e preservare inostri valori, primo fra tutti quel-lo della famiglia. Ricordatevi che,male che vada, potrete sempre tor -nare a casa.

“Perseguire a testa bassa i propri obiettivisenza aver paura di sbagliare”

Carnevale 2018Investimenti online

Anche per l’edizione del Car -nevale 2018 la nostra Par -rocchia ha allestito un bellissi-mo carro che ha sfi lato per levie cittadine. Il tema è stato l’Egitto.Tanti i giovani che si sono im -pegnati, con entusiasmo, nellarealizzazione del carro.

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FEBBRAIO 2018ULTIMA

Fotografa il tuo presepePubblichiamo il presepe artistico di Maria Eremita

Stella del mattino 8

Segue da pag. 1 - «Buona quaresima di Comunione»

Appuntamenti in ParrocchiaMarzo 2018

2 marzo Via Crucis Rione “Piazzetta dei Mandorli”

Primo venerdì del mese -Adorazione Eucaristica

9 marzo Via Crucis Rione “Monumento dei Caduti”

10 marzo Inizio novena S. Giuseppe - Confraternita di Santa Lucia

16 marzo Via Crucis Rione “Santa Lucia”

19 marzo Festa di San Giuseppe e Festa del papà

20 marzo Triduo in onore del Sacro Cuore di Gesù

23 marzo Via Crucis Rione “Centro Storico”

28 marzo S. Messa Crismale in Cattedrale ad Ugento

25 marzo Domenica delle Palme. Ore 9,45 benedizione delle Palme presso la chiesa di Santa Lucia

29 marzo S. Messa in Coena Domini ore 18,00

30 marzo Passione del Signore ore 18,00 e processione

31 marzo Veglia Pasquale ore 23,00

Segue da pag. 4 - Papa Francesco e don Tonino: Similitudini pastoraliil desiderio di adorare e ringraziare ilSignore per tutte le creature “insieme adesse” come afferma nella bellissimaenciclica Laudato si’ (n° 87) che richia-ma il cantico delle creature di SanFrancesco.Relativamente al servizio (Chiesa delgrembiule) che deve distinguere le no -stre Chiese, tutti e due sottolineano chetale servizio è a favore di tutti indistin-tamente, perché la Chiesa è maestra diumanità (don Tonino) e riconosce cheogni uomo è nostro fratello, figlio diDio (papa Francesco).Se don Tonino ha elaborato una pastoraledei volti, e dei nomi propri, che da buoninterprete del Concilio Vaticano II lo haportato a essere prevalentemente in me -zzo alla gente, al popolo di Dio, papaFrancesco ha indicato come fondamenta-le il ruolo del pastore in mezzo alle suepecore fino ad assorbirne l’odore: perentrambi una Chiesa in uscita, capace di

andare incontro agli uomini, tutti gliuomini, per viverne le ansie, le gioie, gliaffanni e le speranze come modo perannunciare la vicinanza di Dio.Entrambi indicano la necessità di mante-nersi lontani dalle stanze imbevute dallabramosia del potere, ma ancor di più diessere attenti a non trasformare il servi-zio in potere o in merce per ottenere van-taggi e profitti. Don Tonino in particolare ci ha piùvolte ricordato che bisogna avere la ca -pacità di trasformare i segni del poterenel potere dei segni perchè questo è ilcompito della Chiesa: rendere palesequi e ora l’anticipazione di quello chesarà il Regno di Dio. Allo stesso modo papa Francesco ci hapiù volte ricordato che le nostre parole, leomelie si riveleranno sterili se non lesapremo coniugare con gesti, anche sem-plici ma concreti, per dare una dimensio-ne reale alla nostra fede.

Quest’ultima, carissimi è la vera emer-genza sociale e quindi comunitaria. C’è gente sempre più sola! Anziani la -sciati soli perché i pa renti come “avvol-toi” aspettano che vadano all’altro mon -do; famiglie che vivono la solitudinesolo perché hanno la disavventura diave re tra le loro mura un membro “di -pendente” da sostanze stupefacenti; gio-vani che soffocano la solitudine davantiad infernali slot machine e “gratta e vin -ci” che, come il gatto e la volpe, ingan-nano il povero Pinocchio; giovani-adul-ti lasciati soli ad aspettare, come uccelliin gabbia che qualcuno porti loro unmanciata di chicchi di speranza per un

posto fisso; ragazzi che vivono la solitu-dine per il macabro gioco a ping pongtra mamma e papà; ex sposi ed ex sposeche hanno sperimentato il dramma dellaseparazione e non hanno più la forza diricominciare una vita!Quante persone sole ci sono in mezzo anoi e spesso non ci accorgiamo!Ecco allora il proposito per questa qua-resima: facciamo uno sforzo, prendiamol’impegno ad aprire gli occhi sulle“nuove” povertà e non aspettiamo chegli altri ci “elemosino” un flebile: “Hobisogno di te!”.Buona quaresima di COMUNIONE!

stato tra i protagonisti dell’importante rinvenimento dellastatua della dea Atena a Castro. Oggi ti ritroviamo a Tri -case, in prima linea nella cura e nella ricerca delle testimo-nianze storiche sommerse del tuo paese natale. Come ci sisente? Personalmente amo tutta la mia Puglia, dal Gargano alleMurge, fino al Capo di Leuca. Ma consentimi una confes-sione. L’emozione di restituire una piccola porzione dellasua storia a Tricase, il mio paese natale, non ha eguali.Tricase, la sua gente, il suo porto, le sue Vallonee, sono nelmio cuore sempre. Molti ragazzi del liceo si avvicinano ai memorabili “100giorni” agli esami, poi dopo l’estate si incamminerannoverso gli studi universitari. Che consiglio puoi dare a queigiovani che hanno intenzione di intraprendere il corso distudi in archeologia?Di lasciar perdere l’immagine romantica del lavoro del-l’archeologo, come un cercatore di tesori o un avventurie-ro sulla scia di Indiana Jones. Andrea sei stato gentilissimo, come sempre. Prima di salu-tarci dovrai lasciarci con il sorriso raccontandoci un aned-doto. Nel corso delle tue attività di archeologo qual è statol’episodio o il rinvenimento più curioso o emozionante?Forse il momento più emozionante, la scoperta della statuadella dea Atena a Castro, con il collega Amedeo Galati,coordinatore di un’altra squadra con cui lavoro tanto ebene. Furono giorni indimenticabili, culminati con il tra-sporto della stessa statua in diretta televisiva Rai, dalloscavo al Castello aragonese. Momenti divertenti tanti.Nell’insediamento fortificato in località “Li Schiavoni”, aNardò, un altro scavo dalle grandissime soddisfazioni, incui lavoro con Giovanna Cera ogni anno, un giorno ci im -battemmo in delle insolite sfere. Avendo intuito la loro“ori gine naturale”, mi divertii a far finta che fossero deimanufatti in argilla, mentre i colleghi e gli studenti, confu-si, avanzavano le ipotesi più diverse. Ma erano delle palledi feci prodotte da scarabei stercorari.

Segue da pag. 3 - Scavi archeologici

Si invitano quanti ritengono di avere idee, argomenti, arti-coli, fotografie che possano rendere bello e partecipato ilnostro periodico, ad inviare i propri contributi a:

[email protected] Quando inviate un articolo allegate anche una vostra foto epossibilmente anche un’immagine che descriva il vostrocontributo. I numeri di “Stella del mattino” sono pubblicati,in formato pdf, sul sito della Parrocchia, all’indirizzowww.parrocchianativitatricase.it dove si possono consulta-re e scaricare.

Collaborazione a “Stella del mattino”