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Speciale Del carcere “Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura...»” (Marco 16:15) “Poiché in te è la fonte della vita e per la tua luce noi vediamo la luce” (Salmo 36:9) SPECIALE CARCERE A cura del gruppo giovanile della chiesa cristiana evangelica ADI di Santa Maria Capua Vetere (CE) - uso interno - copia gratuita.

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Speciale Del carcere

“Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura...»” (Marco 16:15)

“Poiché in te è la fonte della vita e per

la tua luce noi vediamo la luce”

(Salmo 36:9)

SPECIALE

CARCERE

A cura del gruppo giovanile della chiesa cristiana evangelica ADI di Santa Maria Capua Vetere (CE)

- uso interno - copia gratuita.

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Sia lodato il Signore per come la Sua potenza si sta manifestando nelle opere di evangelizzazioni. Grazie sia

resa a Dio che, in questi ultimi anni, la Sua Parola si sta espandendo in maniera rilevante nelle carceri della

Campania e ciò anche per mezzo di leggi e decreti istituzionali, che ci consentono non solo di avere colloqui

individuali con i detenuti, ma anche riunioni di culto collettive con tutto il cerimoniale ortodosso dovuto.

Pastori, fratelli e sorelle di associazioni evangeliche, in quest’ultimo decennio, hanno e stanno lavorando

arduamente, testimoniando e predicando il Messaggio dell’Evangelo non solo ai detenuti, ma anche al

personale operativo dell’istituto penitenziario che li ospita. Alcuni di questi, come molti agenti di custodia,

hanno accettato Cristo come loro personale Salvatore. Il lavoro dei nostri fratelli non si limita solo agli istituti

di pena, ma, attraverso la collaborazione di assistenti sociali ed educatori, si arriva a contattare anche le

famiglie dei detenuti, sostenendoli moralmente, spiritualmente e materialmente, e molte di queste hanno

sperimentato nei loro cuori l’opera salvifica del Redentore e stanno frequentando riunioni di culto nelle nostre

comunità.

Considerando che il carcere è un luogo di permanenza temporanea, ci viene difficile dare un numero preciso di

quanti, finora, hanno ricevuto il Messaggio dell’Evangelo. Attualmente, solo nelle carceri della Campania, da

un sondaggio fatto di recente, ci risulta che siano circa 550 i detenuti che ogni settimana ricevono la Parola di

Dio tramite colloqui e riunioni di culto. Di questi 550, più di 100 sono scesi nelle acque battesimali,

confessando Cristo Gesù come loro personale Salvatore. Di questi 100, più di 70 hanno ricevuto il battesimo

nello Spirito Santo.

Considerando la fame della Parola di Dio che risiede in alcuni detenuti in questi ultimi tempi, sembra che,

ancora una volta, si stia realizzando la parabola del gran convito scritta in Luca 14:15-24. Questo racconto ci

rivela i disegni di Dio per gli uomini. Nelle parole “...tutto è già pronto” vediamo la completezza della

Sua opera. Dio ha fatto tutto quello che occorreva per salvarci e sappiamo a quale prezzo... Ha preparato quel

“banchetto”, sacrificando quanto aveva di più caro: la persona del Suo unigenito Figlio. I primi invitati erano i

Giudei, il popolo terreno di Dio, ed il loro rifiuto dimostra il disinteresse dell’uomo verso le cose di Dio.

Allora Dio invita coloro i quali non hanno nulla da aspettarsi, i carcerati, le prostitute, gli emarginati, quelli

che si riconoscono peccatori e immeritevoli, rappresentati, nella parabola, dagli infermi, dagli zoppi, dai

ciechi, dai poveri. L’uomo ha difficoltà ad afferrare il carattere di Dio ed è sempre pronto, come Adamo,

a nascondersi quando ode la Sua voce; Dio, invece, è felice di ricevere i peccatori e ciò è confermato dalle

parole “...affinché la mia casa sia piena” (v. 23). L’ordine dato al servitore “...costringili ad entrare...”

ci rivela il Suo grande desiderio. Egli non si stanca di supplicare gli uomini ad andare a Lui, anzi li spinge ad

entrare, poiché vuole riempire la Sua casa. Si, proprio cosi! Quelli che sono considerati abominevoli dai

cosiddetti “moralisti”, proprio quelli saranno i primi ad entrare nel regno di Cristo Gesù, nostro Signore (il

ladrone sulla croce Luca 23:43 ). “...Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi

passano avanti nel regno di Dio...»” (Matteo 21,31).

Sicuri e certi che il Signore benedirà i Suoi servitori nell’opera evangelistica nelle carceri, vogliamo sostenere

con la potenza della preghiera questa meravigliosa opera che il Signore ha permesso si realizzasse.

Fr. Past. CESARE TURCO

... INTERVISTA AL FRATELLO PAST. C. TURCO...

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“Gruppo Missionario Carcerario” è il nome dell’associazione onlus, con sede legale in Viale degli Artisti

presso la comunità evangelica A.D.I di S. Maria C.V. (Ce), istituita al fine di mirare alla solidarietà sociale e

sostenere moralmente, materialmente e spiritualmente detenuti, operando nelle carceri, e rispettive famiglie. Essa

si occupa di organizzare nel carcere attività socio-culturali, cerca di creare condizioni che facilitino l’incontro dei

detenuti con i loro familiari per il recupero e il mantenimento dei legami affettivi, promuove nel territorio

iniziative di formazione e di sensibilizzazione sui problemi connessi al carcere e alla devianza. Un gruppo di

fratelli ha sentito l’esigenza di unirsi, per collaborare alla realizzazione di quest’opera, finalizzata, oltre che a

scopi sociali, anche e soprattutto alla gloria del nostro Signore. In I Coninzi 15:58 è scritto: “Perciò, fratelli miei

carissimi, state saldi, incrollabili, sempre abbondanti nell'opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non

è vana nel Signore”. E’ un dovere lavorare nel campo del Signore, per portare nuove anime al ravvedimento e

per essere gratificati e benedetti, convinti che la nostra opera non sarà vana nel Signore. Spinti dallo Spirito

Santo, i facenti parte a tale associazione si adoperano, entrando nelle carceri e avendo colloqui personali con

detenuti, nell‘annunciare la Santa Parola di Dio e nel sostenerli nella preghiera. Il Signore stesso ce lo ordina...

Infatti, è scritto in Atti 13:47: “«...Così infatti ci ha ordinato il Signore, dicendo: "Io ti ho posto come luce dei

popoli, perché tu porti la salvezza fino all'estremità della terra"»”. Bisogna, necerrariamente, annunciare la

Parola di Dio ad ogni creatura, “Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni

creatura...»” (Marco 16:15), e, senza lasciarci coinvolgere da alcun pregiudizio, tutti, incluso coloro che hanno

commesso reati, possono ascoltare la buona novella ed essere salvati “Chiunque invocherà il nome del Signore

sarà salvato” (Gioele 2:32). Nello stesso tempo, vengono sostenute spiritualmente le famiglie dei carcerati,

perchè possano essere confortati nel loro momento di difficoltà e perchè possano ascoltare e ritenere, nel loro

cuore, la Parola annunciata e insieme edificarci, stando in comunione col Signore e pregando il nostro Salvatore,

affinchè compia un’opera di redenzione in loro e nei loro cari tenuti in detenzione. Preghiamo, dunque, il Signore

per quest’opera, perchè possa progredire e portare nuove anime a Lui.

Sor. Pres. GMC Onlus MARIA GAROFALO

... GRUPPO MISSIONARIO CARCERARIO ONLUS...

... MEDITAZIONE INTORNO ALLA PAROLA DI DIO...

“Io sono il buon pastore; il buon pastore da la sua vita per le pecore” (Giovanni 10:11)

Considerando l’andamento del mondo, lo potremmo paragonare ad una nave condotta malamente che tende ad

affondare e, similmente, la vita di ciascuno di noi può essere definita un’imbarcazione che solca le acque.

Ognuno pensa che le ricchezze, l’onore, la conoscenza, l’esperienza, il rispetto acquisito durante tutta la vita

servono ad evitare la morte. Secondo la Parola di Dio, ciò non è veritiero, ma l’unica soluzione per sfuggire dalla

morte eterna è fare di Cristo il nostro compagno di viaggio. Solo in questo modo la fine del nostro tragitto sarà

profondamente differente da questo mondo. Caro lettore, Dio si sta rivolgendo proprio a te e ti dice che tutti gli

uomini vengono meno e possono fallire, ma Egli è colui che porta a compimento i suoi progetti per ciascuno di

noi. Il versetto in Giovanni 10:11 è contraddistinto da un vibrante sentimento d’amore: il Divino Pastore che

scende personalmente fra il Suo Gregge, cercando scrupolosamente ogni pecora e, ritrovatele, tutte vengono

curate e ricondotte al sicuro. Oggi il Signore ti ribadisce che vuole salvare chi vive nel peccato, vuole condurre

altre anime al gregge che Egli pasce. Caro lettore, qual è la tua condizione spirituale? Vivi ancora nel peccato?

Anche io vivevo sotto il dominio del peccato, ero lontano da Lui, ma ho riconosciuto Cristo come Signore e

Salvatore della mia vita. Posso affermare con gioia che Egli è l’unico a cui vale la pena affidare completamente

la propria vita, perché Gesù, l’unigenito Figlio di Dio, è venuto a morire sulla croce e, con la Sua morte e con la

Sua resurrezione, Dio ha avviato il piano della redenzione, affinchè all’uomo sia restituita la possibilità di vivere

in comunione con Lui e la possibilità di accedere alla vita eterna, desiderando che nessuno perisca ma tutti

abbiano la vita eterna (Giovanni 3:16). Abbiamo avuto un grande privilegio… La Sua resurrezione era parte del

piano di Dio: (I Corinzi 15:17-22). Cristo è colui che ha riportato la vittoria sulla morte e che ha provveduto alla

realizzazione del perdono dei peccati. Quell’annuncio di salvezza è, oggi, per noi una magnifica realtà. Verrà

l’ora il cui il Signore prenderà in mano il timone, facendosi carico in prima persona delle sorti del Suo popolo

così travagliato. Un unico Pastore tornerà per regnare. Il mondo conoscerà un giorno eterno di pace. Caro lettore,

solo l’intervento di Dio è risolutivo, pertanto ti invito a dare la tua vita nelle mani del Buon Pastore, che ti nutrirà

e ti guiderà. Ora è il tempo accettevole, oggi è il giorno della salvezza, accetta Cristo nella tua vita prima che la

morte chiuderà per sempre le porte della speranza. Il Signore non si stanca di perdonare e sta attendendo che tu

risponda alla Sua chiamata, perché Egli è desideroso di divenire il tuo Pastore.

Fr. ANTONIO ONDA, ex detenuto salvato per grazia nel luogo di detenzione

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...DAL CARCERE DI POGGIOREALE...

a cura dei fr. Past. Francesco Lugubre e Giuseppe Di Iorio

Sia lodato Gesù Cristo. Gentilissimo fratello Francesco, siamo due

fratelli detenuti: Francesco Vallefuoco e Pasquale Gallo. Per prima

cosa vogliamo ringraziarla per la posta che ci avete spedito, ci ha fatto

un piacere enorme sapere che persone come lei hanno dei momenti in

una giornata per pensare anche a noi. Non sappiamo chi le ha dato

l'indirizzo o chi l'ha contattato, ma, dal profondo del cuore, la

ringraziamo. Le chiediamo, se è possibile, avere qualche incontro

anche all'interno dell'istituto con qualche vostro referente, con

qualche pastore, per avere una mano ad interpretare la Parola del

Signore. Pertanto la vogliamo ringraziare per tutto. Che Dio la

benedica e sia lodato sempre il nostro Signore Gesù Cristo.

Lettera di FRANCESCO VALLEFUOCO e PASQUALE GALLO

Ai fratelli evangelici. Chi vi scrive è

un detenuto dalla casa circondariale

di Poggioreale. Mi chiamo Nesi

Carmine, vorrei avere una Parola del

Signore e, così, cambiare vita e

vorrei portare anche io la Parola del

Signore. Purtroppo ho sbagliato e

sono stato punito e allo stesso tempo

soffrono anche i miei figli e mia

moglie. Ora so che ho sbagliato... Ho

scritto a voi per essere ascoltato e

per avere da voi una Parola di Dio

che io possa seguire, perché io

voglio cambiare vita e dare una

nuova vita alla mia famiglia e a me

stesso. Se potessi avere una lettera

da voi o magari un breve colloquio,

ne sarei felicissimo. Confido tanto in

un vostro accoglimento di questa

mia missiva e aspetto con amore una

vostra risposta. Adesso vi saluto con

affetto, il vostro fratello.

Lettera di CARMINE NESI

Mi chiamo Antonio Mauro, detenuto al carcere di Poggioreale. La

mia vita quotidiana era un inferno. Da quando ho preso la Bibbia in

mano è cambiata la mia vita. Ora mi sento sempre sereno e felice,

nonostante la sofferenza carceraria. Con Gesù nel cuore, le giornate

sono sempre illuminate e le strade vanno sempre per il giusto

percorso. Oramai mi sento protetto tutti i momenti e niente e nessuno

mi fa paura! Da quando prego, anche la mia famiglia fuori è più

serena e mi vede cambiato. Mi è doveroso ringraziare il mio pastore

che mi segue e mi da sempre buoni consigli. Dio esiste! Che Egli ci

benedica unitamente alle nostre famiglie!

ANTONIO MAURO

Mi chiamo Raffaele Scippa, ho 34 anni e mi trovo in carcere per essermi

cresciuto alcune piantine di marijuana. Non essendoci mai stato, per me

è un mondo nuovo, con le sue regole, dove si ha molto tempo per

pensare… Un giorno decisi di leggere una Bibbia che era gettata là, ma

che nessuno leggeva. Ritengo che sia la cosa più importante che abbia

mai fatto, in quanto vi ho trovato le risposte a tutte quelle domande sul

senso della vita che mi sono sempre posto. Ho letto il Vangelo ed è così

nato per il nostro Signore Gesù un profondo amore, che, vi assicuro,

Egli corrisponde giorno dopo giorno. Bisogna essere capaci di aprire il

cuore con sincerità, senza paura, così Egli prenderà il posto che è Suo di

diritto e porterà le grazie necessarie che vi renderanno felici e degni di

un posto in paradiso, perché Egli è la Via, la Verità e la Vita.

RAFFAELE SCIPPA

Le continue visite dei pastori in

questi periodi che sto trascorrendo

qui, dentro a queste mura, mi

trasmettono tanto amore, che Gesù

ha donato ai loro cuori e vuole

donare anche a noi. Lo dobbiamo

accogliere come il nostro

Salvatore per l’eternità. Che Dio

benedica abbondantemente i Suoi

servitori per tutte le opere che

fanno per noi. Preghiamo per loro

affinchè il Signore gli dia tanta

forza per continuare a trasmettere

la Sua Parola a tutti gli uomini.

PASQUALE GALLO

Riflessione del Fr. Past DANIELE DI IORIO

Attraversare le diverse porte e i tanti corridori di un carcere, per giungere a quell'anima che mai avresti

incontrato se non per questa libertà che, grazie a Dio, lo Stato, da diversi anni, ci ha accordato. Ecco allora che

capisci, “predicare ad ogni creatura” e tu sei lì per predicare. Predicare questo Evangelo della pace, predicare

Cristo ed esso crocifisso, predicare la croce, predicare il sepolcro vuoto. Uomini che vivono senza libertà

ricevono un messaggio di libertà, la libertà dal peccato che li ha resi schiavi, la libertà dell'anima. Dio ha creato

queste opportunità, devono essere raggiunti, devono ricevere la loro occasione. Tanti aprono il loro cuore e

Gesu' opera in modo glorioso e inatteso nelle loro esistenze. In un penitenziario trovi ogni forma di peccato e di

trasgressione, ma proprio lì ti accorgi che la Croce vince sempre, che il Sangue di Gesu' purifica da ogni

peccato. Concludo ricordando che il campo è grande e gli operai sono pochi, ma grazie a Dio per quei pochi,

che, con costanza e diligenza, lavorano portando il seme della vita anche dove la morte impera. Preghiamo per

questi operai che vanno dove altri non possono andare. Dio rinnovi le loro forze.

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Fr. Past. GAETANO MAGLIONE

Abbiamo avuto quest’anno la meravigliosa occasione di collaborare con un progetto, “il vero senso della vita”,

che va avanti nei vari istituti della provincia di Napoli. Lo scopo è quello di portare un messaggio di speranza e

del vero senso della vita. Io, Maglione Gaetano, pastore della comunità di Moschiano, mi sono visto impegnato

ad avere con i detenuti riunioni di gruppo, ma anche colloqui individuali, riscontrando il grande bisogno che c’è

in questi ragazzi di avere una nuova possibilità, di voler confessare i loro peccati e permettendo a Dio di

rinnovarli nello Spirito. Ricordo, in una di queste nostre riunioni di culto, che Dio mi metteva nel cuore di

parlare loro di Nicodemo. Giovanni 3:4: “…«Come può un uomo nascere quando è già vecchio? Può egli

entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e nascere?». Gesù aveva detto ad un uomo religioso che

per vedere ed entrare nel regno di Dio bisognava nascere di nuovo. Questo mise in crisi Nicodemo, smontò tutta

la sua super struttura di uomo religioso. Gesù gli fece intendere che la religione non salva. La chiesa non ti può

salvare e le buone opere neanche. Facendo che cosa, allora, posso essere veramente salvato? Questo è il

dilemma di tante persone che hanno il rimorso del passato, quando ormai quel che è fatto è fatto e quando si

pensa che ormai non c’è più niente da fare. Tornare indietro è impossibile… La domanda è: “c’è speranza

ancora per me?”, “Posso io mai rimediare ai miei errori del passato?”, “Posso avere un’altra possibilità?”. La

Bibbia dice, anzi Gesù ti dice che tu devi nascere di nuovo. Il Signore salvò e perdonò un giovane chiamato

Saulo. Aveva fatto uccidere Stefano e metteva in prigione i cristiani. Il Signore salvò e perdonò Zaccheo che era

un ladro, un truffatore, un imbroglione. Il Signore salvò e perdonò una donna adultera, una prostituta. La

domanda è: “C’è speranza per un peccatore nonostante il suo passato?”. “«Poi venite, e discutiamo», dice il

Signore: «Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come la neve; anche se

fossero rossi come porpora, diventeranno come la lana…»”. Ho visto tanti di loro piangere, toccati dalla

benedetta Parola di Dio, rispondere ad appelli per la salvezza. Molti di loro non vedono l’ora di uscire per

continuare a frequentare le nostre riunioni di culto nelle nostre chiese locali. Quest’anno, tramite il progetto “il

vero senso della vita”, abbiamo avuto la possibilità di proiettare un dvd (il miracolo della salvezza), che

racconta di oltre 4000 detenuti del carcere di massima sicurezza di Angola e di quello che Dio sta facendo per i

carcerati. A Lauro si sono alternati vari gruppi, presentando canti, testimonianze di edificazioni e, in una di

queste serate, abbiamo avuto anche la gradita visita del fratello Frank Catania, ex detenuto che, raccontando la

sua storia, ha dato a tutti i detenuti e a noi una meravigliosa lezione di vita. Desidero che questo lavoro continui

in ogni istituto sia ordinario che di massima sicurezza. Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla

conoscenza della salvezza. Questo vale per tutti, anche per i carcerati, anche per noi, perchè siamo tutti

peccatori e abbiamo bisogno del Salvatore.

...DAL CARCERE DI LAURO...

a cura deL fr. Past. Gaetano Maglione

O Signore Gesù, ascolta queste mie parole. Tu

che sei stato figlio dell'uomo e sei morto e risorto

per lavare i nostri peccati. Ancora oggi ti chiedo

di perdonare me per i peccati commessi, più

quelli che ho nel cuore che solo tu li puoi leggere

e cancellare. Fai che io mi svegli come un uomo

nuovo con la Tua Parola nel cuore, accogli la mia

umile preghiera, e donami l'intelligenza per

capirla e spiegarla, ma prima di tutto di mettere in

atto quelle che, per nostro Padre Dio, sono le

leggi per l'uomo, cioè osservare i comandamenti

con umiltà e amore. Ti prego Signore Gesù

Cristo, abbi sempre pietà di noi e accompagnaci

nella vita, in questa terrena e in quella eterna.

Cammina sempre al nostro fianco. Che la Tua

volontà sia fatta nei secoli nei secoli. Amen.

Leggi queste mie parole, le scrivo con la mano,

ma… escono dal cuore.

GIOVANNI NAPOLITANO

Mi chiamo Raffaele Buonandi e sono di Castel

Volturno, ma mi trovo presso il carcere di Poggioreale

dal 29-06-2013. Dal 26-06-2008 al 29-06-2013 mi

trovavo nel carcere di S. Maria C.V., dove con

immensa gioia ho iniziato ad ascoltare la Parola di

Dio, tramite la Bibbia e i culti che facevo con il

pastore Cesare Turco. Sono in carcere da 5 anni e 8

mesi. Sono tossico-dipendente, anzi… ex tossico-

dipendente, ed ora sto in cura di metadone. Ero affetto

da due patologie molto delicate, l’HIV e l’HCV.

Pregando il nostro Redentore mattina e sera e

rispettando la Sua Parola e ciò che quotidianamente mi

diceva, Dio, nostro Signore, ora ha sconfitto l’HCV ed

ora sono solo affetto dall’ HIV, di cui prendo regolare

terapia, prescrittami dall’ospedale di Napoli. Ho

intenzione, quando uscirò, di fittare una casa e di

riprendermi mia madre. Ho tanta voglia di vivere come

Dio ci insegna…

RAFFAELE BUONANDI

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...DAL CARCERE MILITARE DI SANTA MARIA CAPUA VETERE...

a cura del fr. Past. Cesare Turco

...DAL CARCERE CIVILE DI SANTA MARIA CAPUA VETERE...

a cura del fr. Past. Cesare Turco

Pace del Signore a tutti, voglio ringraziare l’Eterno Iddio

che mi sostiene in tutte le tempeste che si sono abbattute

nella mia vita. Non mi aspetta un futuro facile, ma in Lui

acquisto nuove forze. A Dio sia la gloria e la potenza.

DAVIDE GRANATA

Sono attualmente detenuto nel carcere di S.Maria C.V. ed è in questo

luogo di sofferenza che ho avuto la grande gioia di conoscere il

Signore ed è grazie a Lui che ho trovato la pace nel cuore e la forza

di affrontare tutte le avversità. Sto imparando ad amare il mio

prossimo come me stesso, ma soprattutto sto imparando a perdonare

e tutto questo grazie al nostro Signore Gesù, perché Lui è amore e

fortezza, è giusto e ci perdona dai nostri peccati, lavandoci con il

Suo sangue, che ha versato per noi. Dio è pace sulla terra ed è vita

eterna. Ringraziamo il nostro Padre Celeste, nel nome del nostro

Signore Gesù Cristo.

ALESSANDRO CECERE

Vorrei trasmettere a tutti quello che

sto sperimentando nella mia vita: ho

scoperto la libertà interiore, anche se

vivo dietro le sbarre di ferro. Quando

scendo al culto che si tiene nel mio

reparto, ogni lunedi, posso cantare

insieme ai miei fratelli “c’è grande

gioia nel mio cuore”, lo posso fare

perchè c’è veramente la gioia. Per

questo ed altre cose simili, vorrei

poter condividere con gli altri la gioia

di aver accolto Cristo Gesù e offrire la

testimonianza di un uomo che,

malgrado le esperienze negative che lo

hanno portato in carcere, oggi si sente

colmo di ricchezze.

GIUSEPPE SARZILLO

Fr. Past. CESARE TURCO

Il Carcere militare SMCV è ultima struttura detentiva per uomini in divisa rimasta in Italia. In questa struttura

sono ormai due anni che, per grazia di Dio, si predica l’Evangelo. La struttura ospita 280 militari sorveglianti e

56 detenuti divisi in: 22 carabinieri, 18 poliziotti, 3 finanzieri, 4 soldati di esercito e aeronautica e 9 agenti di

polizia penitenziaria. Quasi tutti hanno ricevuto il Messaggio dell’Evangelo ed ogni mercoledì si è potuta

stabilire una riunione evangelica all’interno della sala cinema messa a disposizione dal Comandante del carcere.

In questo penitenziario, un detenuto da qualche anno ha dato il cuore al Signore. Il fratello, in attesa di alcune

chiarificazioni giudiziarie, non smette, nel frattempo, di annunciare quotidianamente il Messaggio della Santa

Parola di Dio e, sotto la guida della Spirito Santo, parla e predica Cristo Crocifisso a tutti coloro che

manifestano interesse relativo alla Parola di Dio. La sua predicazione è fondata soprattutto sulla buona

testimonianza che rende nota all’interno del carcere. La nostra preghiera è che il Signore continui a raccogliere i

Suoi.

Grazie al Culto Evangelico che il pastore C.Turco tiene nel

reparto dove sto, sto realizzando ogni giorno la benedizione di

Gesù Cristo.

SALVATORE RUSSO

Da quando frequento i culti nel mio

reparto, questo carcere per me è diventato

un paradiso. Questo è possibile solo perchè

Dio ha fatto un grande miracolo in me e in

quanti, come me, sono diventati cristiani.

Dobbiamo adorare Dio in Spirito e Verità,

perché Gesù Cristo ci comprò con alto

prezzo. Morì per noi, affinché i nostri

peccati potessero essere cancellati e

affinché potessimo avere vita eterna.

MOSES MOHAMMED IGE

Le riunioni di Culto Evangelico che si tengono in questo

carcere, sono importantissime per me e credo per tutti quelli

che partecipano, la Parola che viene predicata ha prodotto la

fede divina nel mio cuore al punto che le promesse che cristo

ha fatto nella Sua Parola le sto progressivamente realizzando.

SERGIO FATTORUSSO

Mi chiamo Michele e voglio ringraziare il Signore perché da quando

frequento le riunioni mi sento sereno e sono tranquillo con me stesso.

Ringrazio Dio per tutto questo!.

MICHELE DELLA VENTURA

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Mi chiamo Sharm Shiamar Manaar, ho 35 anni, sono un egiziano. Mi trovo da 4 anni in carcere. Ero

mussulmano e dico “ero” perché ora sono cristiano. Nel reparto di alta sicurezza dove mi trovo ogni lunedì,

viene il pastore, servo di Gesù Cristo, che tiene il culto evangelico. Sono molti quelli che frequentano il culto,

anche diversi miei connazionali. Nella mia cella sono tutti evangelici e spesse volte mi hanno invitato a

partecipare ed ho sempre rifiutato. Posso dire che, ogni volta che i miei compagni di cella andavano al culto,

tornavano sempre sereni e pieni di forza. Qui in cella si prega ogni mattina, mezzogiorno e sera, si legge la

Bibbia come il pastore insegna. Un giorno mentre si faceva il culto, sentii il pastore che leggeva la Bibbia, sentii

in me il desiderio di ascoltare dalla finestra della mia cella che si trova vicino alla sala dove si tiene il culto

evangelico, ascoltaii tutto. Sapevo che non dovevo, ma c’era qualcosa che mi tratteneva. Il pastore diceva: “Dio

non è arrabbiato con nessuno, il Suo desiderio è perdonare e salvare tutti”, parole del tutto estranee alle mie

orecchie. Mi attraevano i cantici che cantavano in preghiera. Decisi di frequentare solo per curiosità. Vedevo

nella persona del pastore la presenza di Dio che mi cercava. Dopo alcune settimane, in una preghiera conclusiva

di un culto, il pastore chiese chi volesse accettare Gesù e dissi al pastore di pregare per me prima che salivamo

in cella. Eravamo un bel numero di partecipanti, il pastore mi fece andare avanti, tutti i fratelli presenti si

accostarono a me, sentii le mani del servo di Dio sulla mia testa, in quel momento lo Spirito Santo invase il mio

cuore, Gesù mi battezzo nel Suo Santo Spirito e da allora sono tre anni che servo il Signore. Ho testimoniato ai

mie genitori e a mia moglie di quanto Gesù ha fatto nella mia vita. Sono un uomo nuovo, fra qualche anno

tornerò a Naama Bay e vorrei trovare una chiesa cristiana, perchè io e la mia famiglia, che dice di vedere in me

un’altra persona, desideriamo testimoniare di Gesù il Signore.

SHARM SHIAMAR MANAAR

Pace a tutti, mi chiamo Domenico, sono un ragazzo di 23 anni. Da quasi 4 anni mi trovo in carcere e voglio

parlarvi del mio incontro con Dio. Nella mia vita ho avuto più volte l’occasione di incontrare i figli di Dio, i

servi del Signore ed ho più volte ascoltato cantici. Tuttavia, non ho mai voluto sapere niente di Dio, perché nella

mia testa avevo altri obiettivi. Le mie prime chiamate dal Signore sono avvenute per mezzo di mio padre, perché

anche lui, oggi, ha accettato Dio. Io rifiutavo di ascoltarlo, anzi lo minacciavo, dicendo che se continuava a

parlarmi del suo Dio poteva finire molto male. Mio padre, però, nonostante tutto, non ha mai smesso di parlarmi

di Gesù. Quando sono entrato in carcere, dopo un bel pò di detenzione, si fece avanti un fratello di colore che

frequentava regolarmente il culto, con altri suoi connazionali e italiani, ogni lunedì nel reparto di alta sicurezza,

dove il pastore C. Turco da anni presiede i culti. Questo fratello mi disse: “accetta Dio nella tua vita, perché Lui

ti ama e ti vuole salvare”. Io, però, come sempre, non lo ascoltavo, perché nella mia mente c’era sempre lo

stesso pensiero. Un giorno, mentre mi trovavo in cella, mi venne in mente quel fratello di colore che mi aveva

detto: “il Signore ti ama e ti vuole salvare” e così dissi: “Signore aiutami”, mi fermai, dopodiché mi dimenticai

di Dio. Egli, però, non si dimenticò di me, ma cominciò ad operare nella mia vita. Infatti, il 17 ottobre 2012,

rientrato dalla causa, mi accorsi che mi avevano cambiato sezione, dalla seconda mi avevano fatto passare alla

quarta sezione. Dal momento che mi portarono alla quarta sezione, capii che Dio si era ricordato di me e delle

mie parole, perché dopo due giorni che mi trovavo lì, si fece avanti un fratello a me tanto caro, Davide Ganata,

che mi parlò subito del Signore. Quando lo sentivo parlare di Dio mi sembrava strano, perché Davide è un

ergastolano e dicevo tra me e me: “come è possibile che proprio uno come lui mi parla sempre di Dio”. Ad un

tratto, però, sentii una pace interiore che non avevo mai provato e che non dimenticherò e dissi a Davide:

“Davide mi sembra di volare”, perché mi sentivo leggero, e Davide rideva dicendomi: “Mimmo non ti

preoccupare, è Dio che ti vuole aiutare, alleluia!”. Man mano che parlavo con Davide Granata mi piaceva

ascoltare la Parola di Dio e questo giovane, allora, mi regalò il nuovo testamento che cominciai a leggere con

tanto piacere e, quando non capivo qualcosa, correvo da lui a farmi spiegare. Quando uscivamo in socialità

(luogo di incontro dentro il carcere), ci riunivamo per parlare del Signore e pregare ed ho capito l’amore di Dio e

quello che voleva fare nella mia esistenza. Pian piano ho accettato Gesù nella mia vita come mio personale

Salvatore ed oggi posso dirvi che non provo più vergogna di Dio, anzi… sono felice di averLo accettato, perché

solo Lui può ogni cosa. Dopo aver accettato Cristo nella mia vita, sono sceso nelle acque battesimali il 2

dicembre 2013 e il Signore mi ha anche donato il battesimo nello Spirito Santo.

DOMENICO PUGLIESE

Mi chiamo Delbert Baker, sto in carcere da 6 anni, ma mi sento libero, perché Gesù mi ha liberato dalla prigione

del peccato. Quando scendo ai culti dal pastore Turco non posso non abbracciarlo e ringraziare Dio per lui.

Quando ascolto il vangelo, mi sento già in paradiso, come quell’uomo che stava appeso alla croce vicino a Gesù.

DELBERT BAKER

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La mia vita ora appartiene a Cristo. Ogni settimana al

culto che teniamo in questo reparto, Gesù mi parla e

rinforza la mia anima. Lo ringrazio per la Sua divina

bontà, per avermi donato la salvezza e per il sangue di

Cristo Gesù. Mi ha fatto venire a conoscenza del reale

significato di essere cristiano, una persona nata di

nuovo e che vive come Cristo. Non è una setta

religiosa, ma è l’essere trasformati, mediante il

rinnovamento della mente, dalle Parole di Dio. Io sono

realmente felice, vivendo secondo le Sue Parole e la

Sua grazia, e sono uno dei Suoi figli in Cristo Gesù.

Amen (Giov.1:12-13; Efes.2:8-9). A Dio sia la gloria

IJDEOMA BONIFACE

“Io sono venuto nel nome del Padre Mio e voi non mi ricevete; se

un altro verrà nel suo proprio nome, quello lo ricevete” (Giovanni

5:43). Caro lettore, quante volte abbiamo confidato su amici, parenti

o conoscenti e magari questi hanno saputo solo dire “non ti

preoccupare” e con una stretta di mano ci hanno lasciato. Cosa, però,

hanno fatto di concreto per noi? Lascio a te la risposta… Oggi più di

ieri anche la politica, con i suoi vaghi ragionamenti per cercare di

risolvere i problemi di questo nostro Paese, fa tante promesse che noi

accogliamo, dando poi il nostro voto. Cosa, però, è cambiato? Anche

in questo caso lascio a te la risposta… Ma grazie a Dio che “… la

parola è diventata carne ed ha abitato per un tempo fra di noi,

piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua

gloria…” (Giovanni 1:14). Caro amico il concetto è che ogni persona

in un modo o nell’altro vuole trarre un beneficio per se stesso dalle

sue azioni, mentre Gesù Cristo è morto a causa dei nostri peccati ed,

infatti, l’apostolo Paolo dice: “Colui che non ha conosciuto peccato,

Egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo

giustizia di Dio in Lui” (2 Corinzi 5:21). Invito tutti i lettori a

sperimentare Cristo Gesù come personale Salvatore, perché “nessuna

tentazione vi ha colti che non sia stata umana; però Dio è fedele e

non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la

tentazione vi darà anche la via d’uscirne, affinché la possiate

sopportare” (1 Corinzi 10:13) e “Così parla il Signore: «Maledetto

l’uomo che confida nell’uomo… Benedetto l’uomo che confida nel

Signore e la cui fiducia è il Signore»” (Geremia 17:5,7).

COSTANZO SECONDINO

La Parola che ha cambiato la mia vita: “...«Ecco

l’Agnello di Dio, che toglie i peccati dal

mondo!...»” (Giovanni 1:29). Io sono felice, perché

sono passato dal giudizio alla vita. Anche se sto in

un carcere, sono comunque libero. Nel Signore ho

imparato ad utilizzare i problemi, passo il mio

tempo in prigione, evangelizzando tutti quelli che

Dio mi mette davanti. Non lascio che i sensi di

colpa e indegnità mi privino del potere del sangue

di Gesù. Una cosa so, che non trascorrerò più la mia

vita sotto l’ombra del peccato. A Dio sia la gloria,

nel nome di Gesù.

EVERGREEN NIWOKOCHA

Sono Orefice Michele, ho 34 anni, e

voglio farvi sapere come ho

trascorso la mia vecchia vita: piena

di peccati e di cose indescrivibili,

chi mi conosce lo sa. Grazie a Dio,

un giorno sentivo di parlare con

Gesù che cambia le persone e, senza

vergognarmi, mi sono inginocchiato

e Gli ho chiesto: "voglio conoscerTi

anche io perché sono stufo di

soffrire e voglio che entri nel mio

cuore". Il mio Padre Celeste è subito

entrato in me, l'ho sentito subito,

sono scoppiato a piangere, Gli ho

detto tutti i miei problemi e il mio

Papà Celeste, senza esitare, ha tolto i

pesi che io portavo. Poi ho avuto un

incontro diretto con Gesù quando mi

sono battezzato ed oggi vivo una

vita nuova. Non provo più odio, non

so fare più del male, ho solo un

cuore con un'immensa fede per

donarla al prossimo, perché Dio ha

fatto di me un uomo libero ed ora “il

Signore è il mio Pastore: nulla mi

manca”. (Salmo 23:1).

MICHELE OREFICE

Fr. Past. GIUSEPPE DI IORIO

Ogni venerdì pomeriggio, un gruppo di detenute del carcere di Pozzuoli si riunisce per ascoltare la Parola di

Dio. Alcune di esse sono straniere, ma partecipano volentieri agli incontri e pongono domande intorno alla fede

cristiana. Una giovane donna, al termine di un incontro, ha pregato così: “Signore grazie, perché pur essendo

ristretta in questo carcere, quando incontro il pastore e ascolto la Tua Parola, mi sento libera”. C’è tanto da fare

ancora e la nostra preghiera al Signore è che Egli continui ad aprirci le porte di ogni istituto di pena, affinché la

Sua preziosa Parola possa essere annunciata con franchezza ed efficacia. Siamo certi che l’evangelo di Gesù

Cristo continua ad essere “potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede” e, quindi, anche per quelli che

sono in carcere. A Lui sia la Gloria

...DAL CARCERE DI POZZUOLI...

a cura del fr. Past. Giuseppe Di Iorio

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...DAL CARCERE DI BENEVENTO...

a cura del fr. Past. Raffaele Paglia e delle sor. Carmela Micco e Carmela Palumbo

Fr. Past. RAFFAELE PAGLIA, assistente spirituale GMC onlus

Ringraziamo il Signore per l'opportunità che ci concede di portare il Messaggio dell'Evangelo nel carcere di

Benevento. Alcuni detenuti stanno ascoltando la Parola di Dio con molto interesse ed ogni settimana

partecipano all'incontro evangelistico che abbiamo. Le loro domande, le loro riflessioni e considerazioni

lasciano trasparire il bisogno profondo che hanno di conoscere Cristo, nostro amato Redentore. La Bibbia ci

dice di "ricordarci dei carcerati, come se fossimo in carcere con loro". Non solo ci ricordiamo di loro portando

l'Evangelo, ma pregando anche per loro, perché mediante la preghiera possano trovare quell'incoraggiamento

spirituale di cui le loro anime hanno bisogno. Il Signore, nella Sua infinita bontà, sta concedendo loro

l'opportunità di convertirsi a Lui. Invitiamo, quindi, tutti i fedeli a pregare il Signore per questo lavoro che

stiamo facendo alla Sua gloria, affinché tanti di loro possano ascoltare la Parola della Vita per essere salvati.

Preghiamo anche per il Gruppo Missionario Carcerario e per i responsabili, perché possano ricevere da Dio la

saggezza necessaria per compiere questa importante attività spirituale alla gloria di Dio e per la salvezza delle

anime. Dio ci benedica.

...DAL CARCERE DI SECONDIGLIANO...

a cura del fr. Past. Giuseppe Perrella

Fr. Past. GIUSEPPE PERRELLA, assistente spirituale GMC onlus

Ringrazio il Signore per l’opportunità che mi ha concesso dal mese di luglio del 2013 di entrare nel carcere di

Secondigliano, per visitare dei detenuti. Ho iniziato quest’opera allo scopo di poter visitare i parenti di alcuni

credenti e simpatizzanti che frequentavano la comunità da me curata, ubicata nel quartiere di Secondigliano,

visto che, purtroppo, nella zona dove ci troviamo con la chiesa è frequente per le famiglie avere dei familiari in

carcere. In questi pochi mesi ho potuto considerare, tra le tante opportunità che Dio ci concede nei vari ambiti

della società, il carcere come uno dei luoghi più proficui per evangelizzare e dove si trova una maggiore

disponibilità delle persone ad ascoltare il Messaggio dell'Evangelo. Sono all'incirca quindici i detenuti che visito

tre volte al mese, tra credenti che sono in carcere per debiti relativi alla loro vecchia vita, persone convertite in

carcere e simpatizzanti, più le varie opportunità o richieste di visite sporadiche ad altri detenuti, un numero

limitato per riuscire a fare un discorso continuativo con queste persone, ma il bisogno sarebbe molto più

ampio. Si può ben dire, riguardo all’opera nel carcere, che la messe è grande e gli operai sono pochi, poiché non

si riescono a coprire le richieste di visite. Da qualche settimana stiamo avendo in alcuni reparti anche la

possibilità di raccogliere più detenuti insieme ed avere dei momenti di preghiera e di lettura della Bibbia

collettivi. Sono grato al Signore per questa esperienza e prego il Signore che mi possa concedere maggior tempo

e sempre più entusiasmo per poter continuare a servirlo anche in quest’ambito con tutto il cuore.

Mi chiamo Gallo Francesco e mi trovo nel carcere di secondigliano, a Napoli. Prima di tutto voglio perdonare e

ringraziare la persona che mi ha mandato qui, nel carcere, dove il Signore mi ha trovato dopo quasi

cinquant’anni, di cui la maggior parte regalati a Satana. Tutto è iniziato quasi due anni fa nel carcere di

Lanciano, quando un mio amico mi invitò ad una riunione con un pastore nel teatro del carcere. Inizialmente

non volevo partecipare, poi però fui spronato dal mio amico che mi convinse dicendomi che avrei incontrato

molti amici che non vedevo da tempo, nonostante ci dividesse solo qualche parete. Nel pomeriggio ero in fila

fuori al teatro, era una giornata fredda e piovosa, ma io ero contento, non vedevo l’ora di incontrare i miei

vecchi amici, ma appena varcai la soglia, dimenticai tutto il resto e mi sentii avvolto in un calore come di una

coperta, mi sedetti e rimasi così affascinato dalle parole che ascoltavo che mi dimenticai delle persone che

volevo incontrare, mi interessava solo udire, la Parola di Dio stava lavorando il mio cuore ed oggi capisco che

quel calore che sentivo era la presenza di Dio, la cosa più bella che si può provare. Chi mi conosce sa la

persona che ero ed ora prego il Signore che mi dia la forza e il tempo per testimoniare dell’opera di Dio e della

persona che in Lui sono diventato. Oggi mi sento una persona nuova, ho trovato la serenità, quella vera non

quella che per tanti anni ho creduto di avere, vivo nell’amore di Cristo e ho perdonato chi mi ha fatto tanto

male, come Gesù ha perdonato noi pagando al nostro posto. Oggi veramente non saprei vivere senza il Signore,

ne ho bisogno come dell’aria che respiro e il mio desiderio più grande è quello di servirlo.

FRANCESCO GALLO

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Sor. CARMELA PALUMBO, assistente spirituale GMC onlus

Pace del Signore, sono la sorella Palumbo Carmela. Ringrazio il Signore perché con altri fratelli e sorelle stiamo

facendo visita ai detenuti. Sono già diversi incontri che abbiamo potuto realizzare e preghiamo che il Signore

possa continuare ad operare. Ho potuto notare che in alcuni detenuti c’è un desiderio forte di conoscere Gesù e

alcuni di loro hanno fatto richiesta per avere Bibbie ed innari. Un detenuto, in particolare, sta facendo

un’esperienza personale con il Signore ed infatti raccontava di come Gesù stava operando in lui, raccontava di

essere sempre stato irruento, facilmente suscettibile e rissoso tanto da essere definito, fra gli altri detenuti, “il

diavolo”! I carcerati si tenevano a debita distanza da lui, evitando di avere problemi nei suoi confronti, ma da

quando un fratello che ha operato in passato nel carcere di Benevento ha iniziato a parlargli di Gesù, egli piano

piano ha potuto realizzare la pace, la serenità e il profondo amore del Signore, al punto che è iniziato un

cambiamento in lui visibile anche ad altri detenuti presenti nella sua stessa cella, i quali si sono fatti meraviglia di

come fosse diventato comprensivo, amorevole. In più ha iniziato a parlare di Gesù ad altri carcerati e, grazie a

Dio, a sua volta hanno fatto domanda per incontrarci ai colloqui. Abbiamo avuto la possibilità di incontrare più di

un detenuto nello stesso colloquio ed è stato possibile meditare un passo della Parola di Dio e pregare insieme a

loro. Siamo fiduciosi nel Signore che come fino ad ora ci ha guidati e sostenuti lo continuera’a fare. Prima di

iniziare questo servizio al Signore, una notte ho fatto un sogno: mi trovavo in un luogo che era senza una via di

uscita. Ad un certo punto iniziai a scendere delle scale e scendevo, scendevo… fino a ritrovarmi in un’immensa

stanza buia e dentro c’erano delle persone che lavoravano. Allora chiesi ad uno di loro: “come posso uscire di

qui?”. Egli mi disse: “da qui non si esce! Vedi quella grande porta laggiù… non possiamo varcarla”. Allora io

dissi: “No! C’è una via di uscita!”. In quel momento vidi quella porta aprirsi un pò e da un’oggetto luminoso si

sprigionò un fuoco lucente che ruppe quella porta, portando luce in quel luogo buio, e io, a quel punto, iniziai

davanti a tutta quella gente a glorificare il nome del Signore. Ringrazio il Signore per questa opportunità che mi

sta dando di evangelizzare e portare la Parola del Signore nel carcere di Benevento, continuo a pregare che

sempre di più la Sua volontà sia fatta e che Egli possa continuare ad operare in queste persone che hanno perso

ogni speranza e che la luce meravigliosa di Gesù possa risplendere nei loro cuori.

Fr. Past. ANIELLO CIRILLO

“Ricordatevi dei carcerati, come se foste in carcere con loro; e di quelli che sono maltrattati, come se anche

voi lo foste!” ( Ebrei 13:3). E’ dall’estate scorsa che anch’io svolgo, insieme al fratello Francesco Lugubre,

visite ai carcerati che ne fanno richiesta. Ogni venerdì partiamo da Boscoreale per il carcere di Fuorni, in

provincia di Salerno, percorrendo circa 100 chilometri, andata e ritorno. E’ stata per me un’esperienza nuova ma

edificante. Quando sei lì, in un contesto di sofferenza, davanti a persone che pregano insieme a te e che nella

preghiera che elevano a Dio ammettono di accettare la pena per le loro malefatte, chiedendo perdono nel nome di

Gesù, non puoi fare a meno di simpatizzare con loro, sperando che un giorno possano essere reinseriti nella

società, liberi spiritualmente e fisicamente. Persone avide di sapere e conoscere di più della volontà di Dio.

Quando vedi che, in quelle condizioni, esse si avvicinano al Signore con tutto il cuore, vedendo in noi guide

spirituali, chiedendoci quale deve essere il loro comportamento in diverse situazioni in cui si vengono a trovare,

confesso che mi sento coinvolto e responsabilizzato nel rivolgere loro parole di speranza, consigliando di

rivolgere le loro preghiere al Signore, che tutto può e tutto sa della loro condizione. Oggi comprendo di più le

parole: “dove il peccato è abbondato, la grazia è sovrabbondata” (Rom. 5:20). E’ un servizio che bisogna

sentire e si può fare solo se si ha amore per i perduti. Il Signore ci ha rivolto una santa chiamata, dicendo:

“…«Andate… predicate l’Evangelo ad ogni creatura…»” (Marco 16:15). Oggi stiamo vivendo un momento di

relativa libertà, concedendoci di poter entrare in luoghi in cui fino a poco tempo fa non era possibile accedervi.

Bisogna approfittare delle opportunità, perché non sappiamo quando tutto questo durerà ancora. Il Signore voglia

continuare a benedire quest’opera e tutti coloro che sentono il peso di mettersi al Suo servizio.

Prima di aprire la porta del mio cuore al nostro Padre misericordioso, ero un ragazzo pieno di perversioni

mentali. Nell'arco della mia vita sono andato alla ricerca di ricchezze materiali per soddisfare i miei desideri

peccaminosi, trascurando l'essenza della vita e la mia meravigliosa famiglia. Oggi ringrazio Dio, ogni attimo, per

avermi concesso di percorrere la retta via e di dimorare nel mio cuore! "Io sono la luce del mondo; chi Mi

segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita" (Giovanni 8:12).

BRUNO FIANDRA

...DAL CARCERE DI FUORNI...

a cura dei fr. Past. Aniello Cirillo e Francesco Lugubre

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...DAL CARCERE DI SANT’ANGELO DEI LOMBARDI...

a cura dei fr. Past. Angelo Tassa e Giuliano Quarnieri

Fr. Past. ANGELO TASSA

“Pregando… affinché Dio ci apra una porta per la Parola, onde possiamo annunziare il mistero di Cristo, a

cagion del quale io mi trovo anche in prigione” (Col 4:3). Con questo passo della scrittura desidero testimoniare

della mia esperienza nel carcere di S. Angelo dei Lombardi, dove, da alcuni mesi, mi è stato dato l’onore e il

privilegio di poter portare l’Evangelo di Cristo. Al di là dell’emozione iniziale, considero questo come una porta

aperta nel Signore per un lavoro efficace, nonostante gli avversari. Cogliendo l’opportunità di proclamare e di

testimoniare con franchezza il mistero di Cristo, non resta che far nostra l’esortazione di Paolo: Pregando…

Mi chiamo Cimmino Antonio e voglio raccontarvi in breve la mia vita e l’esperienza che sto vivendo in carcere.

Avevo appena 15 anni e già facevo uso di spinelli e cocaina e commettevo vari reati per droga. Nel 1993 mi sono

fidanzato con l’attuale mia moglie e ho avuto da lei tre figli, che considero un dono di Dio. Mia moglie, con tanta

pazienza e amore, mi ha aiutato ad uscire fuori dalla droga, ma, non trovando lavoro, ho di nuovo iniziato a

delinquere, pensando di dare alla mia famiglia un avvenire sicuro. Nel 2008 mi hanno arrestato e ho dovuto

lasciare sola mia moglie con i figli. Qui nel carcere la mia mente è presa da tanti pensieri che mi rendono

inquieto, triste ed ho capito che quello che ho fatto è stato un male per me e la mia famiglia. Nel carcere, però, mi

hanno parlato di Gesù vivente che trasforma il cuore, perdona il peccato e da vita eterna. E’ quasi un anno che

frequento le riunioni evangeliche e, ogni giovedì, ci viene a visitare il pastore Giuliano e da pochi mesi anche il

pastore Angelo. Per noi che siamo rinchiusi qui è una benedizione di Dio, leggiamo e meditiamo la Parola di Dio,

ci incoraggiano a non venir meno nei momenti di sconforto, pregano per noi e le nostre famiglie. Ringrazio il

Signore di questa bella opportunità che mi concede di trascorrere momenti di benedizione. Non ho ancora fatto

una reale esperienza con Gesù, ma io credo nel Suo sacrificio e chiedo che mi salvi, perdonandomi tutti i miei

peccati, affinchè anch’io possa diventare un Suo figliuolo. Ho realizzato che Gesù è la Via, la Verità e la Vita e

solo in Lui c’è salvezza. ANTONIO CIMMINO

Fr. Past. GIULIANO QUARNIERI

Pace nel Signore. Ringrazio il Signore che da qualche anno, sistematicamente ogni giovedì, insieme ad altri fr.

pastori, ci da grazia di visitare i detenuti della Casa di Reclusione di Sant’Angelo dei Lombardi (Av). La suddetta

è un carcere di detenuti comuni e conta una popolazione carceraria di circa 200 uomini. In essa si svolgono molte

attività, infatti esiste una scuola, una tipografia, si coltiva la terra e si produce vino e miele. Con l’aiuto di un

fratello che lavora nel penitenziario, abbiamo avuto il permesso del direttore del carcere di effettuare cinque

evangelizzazioni nella sala delle conferenze. In queste occasioni abbiamo avuto la collaborazione di corali delle

nostre Chiese Cristiane Evangeliche ADI e quasi tutta la popolazione dei detenuti ha potuto ascoltare il potente

messaggio dell’Evangelo che salva, libera dal peccato, trasforma e dona vita eterna. Alle nostre riunioni

partecipano dagli 8 ai 16 detenuti per volta e alcuni hanno fatto una reale esperienza di salvezza. Continuiamo a

pregare per loro e che la Parola predicata sia annunciata con potenza affinchè “Cristo sia formato in loro”.

"…«… l'uomo guarda all'apparenza, ma il Signore guarda al cuore»" (I Samuele 16:7). Sono il detenuto

Antonio Giugliano. In tutta la mia vita guardavo all'apparenza, vivevo nel peccato ed in me c'era odio. Oggi ho

aperto il mio cuore a Gesù. Nella mia vecchia vita continuavo a fissare lo sguardo sulle manifestazioni esteriori,

sulle cose inutili della vita e giudicavo secondo quanto vedevo (o credevo di vedere), i miei desideri provenivano

da un'attrazione che colpiva i miei occhi, mentre mi era ignoto l'inganno che vi si celava dietro. Oggi ho capito

che certi desideri del passato non coincidono con le mie vere necessità. Ho capito che non mi devo affidare solo a

me stesso, ma devo guardare a Gesù ed Egli mi mostrerà e mi dirà quello di cui il mio cuore ha realmente

bisogno. Le scelte di Dio, di Gesù, avvolte ci lasciano perplessi, ma io adesso ho capito che non devo contestare o

resistere, devo, piuttosto, lasciare operare, perché Lui conosce bene quello che noi non siamo in grado né di

vedere e né di immaginare. Oggi ho capito che non devo fondarmi sulle mie impressioni o sul mio istinto, ma

devo avere totalmente fiducia in Lui e aspettare con fiducia Dio, perché Egli chiarirà ogni dubbio e ogni enigma

dentro di me e intorno a me. Ogni giorno prego e la Parola di Dio è diventata il mio pane quotidiano. Tutte le

mattine, alle ore 5:00, quando prego parlo con Dio, mio Padre, e con Gesù, il Suo Figliuolo, ed è un'emozione

mai provata prima nella mia vita, perché mi rasserena, mi dona la pace e tutte le cose di cui ho bisogno, perchè

Dio sa tutto di noi (Salmo 139:1 e Matteo 10:29-31). Da quando ho aperto il mio cuore a Gesù, sto provando solo

emozioni bellissime: amore, gioia di vivere, mansuetudine, pazienza, pace, ecc... e tutto grazie a Lui.

ANTONIO GIUGLIANO.

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Riflessione biblica del Fr. Past. RENATO MOTTOLA: “fissando lo sguardo su Gesù”

Ebrei 12:1-2 “…corriamo con perseveranza la gara che c’è proposta, fissando lo sguardo su Gesù, colui che

crea la fede e la rende perfetta…”. L’epistola da cui traiamo questa mirabile esortazione è stata scritta per

incoraggiare e ammonire i lettori a non tornare indietro, non smarrirsi, non arrendersi ma a fidarsi ciecamente di

Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta. Le argomentazioni della lettera erano indirizzate soprattutto ai

cristiani provenienti dal giudaismo. Il pericolo che correvano i destinatari della lettera agli Ebrei è identico a

quello che corriamo noi oggi, quello di smarrirci e trascurare una così grande salvezza (Ebrei 2:3). Vi sono nella

vita di quest’apostolo tre interessanti episodi nei quali Pietro smette di fissare lo sguardo su Gesù, per rivolgere

gli occhi altrove. Percorriamo insieme queste fasi, esaminiamole, per evidenziare ed evitare gli errori commessi

da Pietro, imparando nel contempo a fidarci solo di Cristo Gesù l’Immutabile.

1) GUARDARE LE CIRCOSTANZE. Il primo episodio è quello descritto in Matteo 14:28-31. Se lo sguardo è

fissato su Gesù anche le circostanze più avverse risulteranno positive, per il nostro bene. (Romani 8:28). Quando

infuria la tempesta, fidati di Gesù e della Sua immutabile Parola; non sarai mai in balia delle onde, ma ben saldo

sulla Roccia eterna. La tempesta di Pietro richiama alla memoria un analogo episodio che vede protagonista

Paolo. Ci troviamo nel mar Mediterraneo presso le coste dell’isola di Creta (Atti 27). Paolo, prigioniero romano,

passeggero di una nave mercantile che lo avrebbe condotto a Roma, essendosi appellato al giudizio

dell’imperatore, avverte solennemente: «Uomini, vedo che la navigazione si farà pericolosa con grave danno, non

solo del carico e della nave, ma anche delle nostre persone». Un parlare al vento per il centurione, responsabile

delle persone e del viaggio, e il motivo è semplice: “…ripone più fiducia nel pilota e nel padrone della nave che

non nelle parole di Paolo” (v.11). Paolo si fida di Gesù, il centurione di coloro che apparentemente hanno il

controllo della nave. La burrasca infuria, la nave è in balia delle onde, i passeggeri spaventati, eppure Paolo,

saldamente, ancorato alla fede nel suo Dio, non si perde d’animo, esorta tutti a stare di buon animo, perché il suo

Dio gli ha indicato la via d’uscita. Tu di chi ti fidi? Il vero “Pilota” e “Padrone” in cui riporre la più completa

fiducia è Gesù, fissa lo sguardo su di Lui e non sulle circostanze, non rimarrai deluso.

2) GUARDARE GLI ALTRI. Un altro motivo di facile smarrimento è guardare ad altri piuttosto che a Gesù.

Pietro stava commettendo anche questo errore. L’episodio è descritto in Giovanni 21:20-21. Pietro imparò presto

a guardare Gesù, l’applicò durante il corso della sua vita. Giorno dopo giorno, e non senza difficoltà, imparò a

confidare in Gesù e non solo il suo nome subì un mutamento (da Cefa o Simone a Pietro), ma l’intero suo essere,

perfino le sue peculiarità caratteriali furono ammansite dalla fiducia in Gesù, tanto che, oggi, Pietro è un esempio

di fede, di zelo, di progresso ed umiltà cristiana. Non è consigliabile fidarsi dell’uomo (Geremia 17:5-7).

3) GUARDARE SE STESSI. Tra i tre motivi di smarrimento, questo è il più subdolo e pericoloso: smettere di

fissare lo sguardo su Gesù e guardare a se stessi. “Simon Pietro, veduto ciò, si gettò ai piedi di Gesù, dicendo:

«Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore»” (Lc 5:8). Non vi è preghiera più folle di questa:

“Allontanati da me perché sono un peccatore”. Grazie a Dio che tante nostre preghiere rimangono senza risposta,

diversamente sarebbero la nostra rovina. Considerare in questa maniera se stessi può originare un duplice rischio:

orgoglio e depressione. Ci si può sopravvalutare o sottovalutare ed è molto improbabile rimanere sobri. Avere un

concetto sobrio di noi stessi è possibile se fissiamo lo sguardo su Gesù, continuando a fidarci di Lui. Questa è la

vera dimostrazione di maturità, qualcuno ebbe a dire: “Sfiduciare noi stessi avendo piena fiducia in Dio”. Il

servizio guidato da Cristo è fruttuoso e rivela l’inadeguatezza dell’uomo, contrapponendola alla totale sufficienza

del sacrificio di Gesù. Se rimiri te stesso, cosa vedi? Ora peccati che ti deprimono, ora meriti (inesistenti) che

t’inorgogliscono. La conseguenza? Smarrimento, deriva. Fidati di Colui che crea la fede e la rende perfetta

(matura), fissa lo sguardo su di Lui e le circostanze della vita, piacevoli e spiacevoli, gli altri e te stesso, saranno

osservati con i Suoi occhi e non con i tuoi. Perciò, ricevendo un regno che non può essere scosso, considera Colui

che ha sopportato una simile ostilità e grandi umiliazioni personali da parte di peccatori immeritevoli di ogni

bene, affinché nessuno si stanchi perdendosi d’animo.

Hanno collaborato alla realizzazione di “Messaggeri della Parola - Speciale Carcere” il gruppo giovanile della Comunità Cristiana

Evangelica ADI di Santa Maria Capua Vetere (adoperandosi nella correzione degli articoli), alcuni fratelli e sorelle detenuti nelle

carceri di Poggioreale (Na), Lauro (Av), Santa Maria Capua Vetere (Ce), Pozzuoli (Na), Benevento (Bn) Secondigliano (Na), Fuorni (Sa), Sant’Angelo

dei Lombardi (Av) (scrivendo brevi medidazioni e testimoniando dell’opera salvifica avvenuta nella loro vita). Voglia Dio benedire tutti i fratelli pastori

che si adoperano nell’opera delle carceri (Mottola Renato, Tassa Angelo, Lugubre Francesco, Quarnieri Giuliano, Paglia Raffele, Pirrera Salvarore, Cirillo

Aniello, Maglione Gaetano, Perrella Giuseppe , Frezza Raffele, Di Iorio Giuseppe, Turco Cesare), sostenendo moralmente e spiritualmente i detenuti e le

rispettive famiglie e annunciando la Santa Parola di Dio nei luoghi di detenzione. Voglia il Signore benedire tutti i fratelli e sorelle che fanno parte della

nascente e già fruttuosa associazione “Gruppo Missionario Carcerario Onlus” che si affaticano nel sostenere moralmente, materialmente e spiritualmente

detenuti nelle carceri e rispettive famiglie, e tutti coloro che, attraverso preghiere, sostengono l’opera meravigliosa delle carceri. Per ulteriori informazioni

è possibile inviare un’ e-mail all’indirizzo [email protected]. Puoi visitare il sito messaggeridellaparola.wordpress.com in cui sono

riproposti online gli articoli presentati sul periodico e sugli speciali. Preghiamo tutti insieme, affinché questa iniziativa possa continuare e prosperare…

Direttore: TURCO DOMENICO

MessaggeridellaParola

Speciale Carceri

Pubblicazione gratuita Uso interno Cell. Past. Turco Cesare 3394069703

GMC onlus sito web: gmconlus.altervista.org e-mail: [email protected].

Puoi sostenere anche tu l’opera del giornalino “MessaggeridellaParola-Speciale Carceri” inviando una tua offerta volontaria al

IBAN: IT 35 P 01030 74791 000000443239 CODICE BIC: PASCITMMXXX