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8 Lunedì 8 maggio 2017 www.cronachesalerno.it SPAZIO AUTOGESTITO La voce delle scuole LA NOTA di Nicola Castorino LICEO SCIENTIFICO "A. GENOINO" / Via Ernesto Di Marino, 12 - Cava de' Tirreni (SA) Tel. e Fax 089 46 44 59 / www.agenoinoliceoscientifico.gov.it / E-mail: [email protected] Ultimamente è salito alla ribalta internazionale il lea- der nord coreano Kim Jong Un che, con i suoi “fanto- matici” test nucleari nel Pacifico, sta attirando su di sé l’attenzione tutt’altro che amichevole di potenti capi di stato quali Trump e Putin. Il leader comunista dello stato asiatico appare refrattario al confronto; anzi, alle richieste di un ragionato dialogo, risponde con mi- nacce sempre più gonfie di quell’egocentrismo proprio dell’amministrazione dittatoriale della Corea del Nord. Parate di missili balistici (da molti considerati pura sce- nografia) e video raffiguranti bombardamenti del suolo americano hanno accompagnato il “Giorno del Sole”, la festa nazionale nordcoreana in onore del nonno di Kim Jong Un, fondatore della dinastia, che cade il 15 aprile. In questa situazione di tensione pe- renne, il leader americano Trump corre ai ripari (in- stallando antimissili in Corea del Sud e inviando un sottomarino in ricognizione), ma non prima di aver alzato la voce. Si, perché il tanto criticato presidente americano è stato il primo a ribellarsi concretamente al capo coreano che, nonostante l’accerchiamento di Cina e Russia, nonché della stessa America, ha conti- nuato e continua tutt’ora ad ordinare questi test nu- cleari, forse per intimorire, o forse per pura vanità, come un bambino che mostra i suoi giocattoli al suo gruppetto di amici. Ma, dunque, il conflitto mondiale è potenzialmente incombente oppure è semplice- mente un fuoco di paglia alimentato dai media che arde sull’opinione pubblica? Gli stati protagonisti hanno opinioni piuttosto univoche; la Cina avverte:” il conflitto in Corea può esplodere in qualsiasi mo- mento , il dialogo è la sola via", ha dichiarato il capo della diplomazia cinese. Dalla Russia: "Molto preoc- cupati, serve moderazione". Contemporaneamente, le due potenze protagoniste si addossano colpe di cir- costanza: il governo nordcoreano sbotta “Trump ha costruito un circolo vizioso di tensioni nella penisola coreana, con una politica aggressiva. Per questo Pyon- gyang è pronta ad andare alla guerra e a usare il suo arsenale nucleare contro gli Usa se necessario”. Invece, così recita un monito americano inviato da Trump “La Corea del Nord è un problema. Un problema di cui ci occuperemo”. La risposta al quesito di prima è, quindi, inconcludente: una situazione del genere deve ( e non può essere altrimenti) essere analizzata e gestita con le pinze, perché l’equilibrio è quanto mai precario. È però davvero difficile pensare che il fanatico Kim Jong Un voglia realmente la guerra, essendo questa persa in partenza dallo stato asiatico, stando così le cose. Ma è pur vero che una guerra è quella che dichiara ormai regolarmente; e c’è da considerare anche la guerra in Siria, che non accenna a dar segni di pausa. Situazioni ingarbugliate che soltanto nervi saldi e mosse non az- zardate possono accompagnare ad una fine (si augura) più vicina possibile Alfonso Iannone III C Nuovo conflitto mondiale o egocentrica commedia? Dal 29 Marzo al 1 Aprile si sono svolte a Cesenatico, in Emilia Romagna, le gare a livello nazionale di corsa campestre, manifestazione alle quali hanno partecipato alcuni ragazzi di Cava de' Tirreni, iscritti al centro sportivo cittadino. E’ stata un’esperienza unica, non tanto per la gara in sé, ma semplicemente per la sana aria di amicizia e divertimento che si re- spirava, a cui va aggiunto molto agonismo per creare quel mix incredibile, quel mix che è l’essenza stessa dello sport. E' risaputo da tutti che lo sport è molto importante nella vita, perché, oltre a plasmare un bel fisico e risultare atletico esteriormente, uno spor- tivo impara soprattutto a relazionarsi con gli altri, capisce che dietro la vittoria ci sono molti sacrifici e che la sconfitta non è altro che un ponte verso i pro- pri limiti: ti permette di vederli, e perfino di supe- rarli. Questo, almeno, è quello che accade di solito. Le gare nazionali sono state solo la punta dell’ice- berg, il resto è molto più profondo: gli allenamenti che si devono fare per arrivare a un livello mediocre, tutte le gare regionali a cui si partecipa nelle fasi eli- minatorie per provare ad andare a Cesenatico, gli impegni che ho necessariamente si devono trascu- rare per riuscire a migliorarsi sempre di più. Sarebbe consigliabile per tutti non di fare atletica, ma di col- tivare una passione per uno sport, perché la sensa- zione di libertà in quegli 8 minuti dalla partenza al traguardo è simile a quella che deve provare un cal- ciatore quando vede la rete che si gonfia dopo il suo tiro o quando la palla che rimbalza a terra…sem- plicemente entusiasmante. Francesco Maria Masullo I C Correre,correre,correre La mediateca “Marte” di Cava de’ Tirreni ospita dal 19 febbraio al 18 giugno 2017 la mostra intitolata “Pi- casso e altri viaggiatori”. Il percorso, suddiviso in aree tematiche e animato dalla guida turistica Michela La Rocca, mira alla valorizzazione dell’arte e della cultura del territorio cavese e, in generale, salernitano. La mo- stra non contiene dipinti realizzati con la tecnica cu- bista dal noto pittore spagnolo, ma numerose litografie e incisioni, tra cui quelle realizzate attraverso l’acquatinta allo zucchero. All’ingresso sono mostrate cinque litografie di Picasso: il noto “Arlecchino”, realiz- zato nel febbraio 1917 quando l’artista compie il suo primo viaggio in Italia, il "Ritratto di Benedetta Canals” (1905) testimonianza del “periodo rosa”, “Madre Con Bambino Malato” che fa parte del cosiddetto “periodo blu”, "La nana” (1901) ed, infine, “L’Attente” (1966). I disegni e le ceramiche fungono da cornice al percorso picassiano. Esposte insieme ai dipinti realizzati dal noto pittore, vi sono anche altre quaranta opere pit- toriche, grafiche e ceramiche di altri artisti internazio- nali che, per un periodo della loro vita, hanno soggiornato nella splendida costiera amalfitana. E’ im- portante sottolineare che gran parte delle opere espo- ste, non realizzate da Picasso, proviene dai depositi provinciali e regionali e che molte di esse non erano mai state mostrate al pubblico. La mostra è, inoltre, accompagnata da numerose fo- tografie, che mostrano Picasso al lavoro, accompa- gnate da frasi davvero suggestive. La mediateca “Marte” fornisce alle scuole la possibilità di partecipare alle attività di laboratorio, che permet- tono ad ogni studente di reinterpretare alcune delle opere osservate, stimolando la creatività e la fantasia anche dei più timidi e diffidenti. Inoltre, particolar- mente coinvolgenti sono gli interventi recitati dell’at- trice Carolina Damiani, che rendono la mostra viva e fanno sì che si possa interagire, in maniera davvero in- solita e trascinante, con i diversi pittori e con le loro creazioni. “Picasso e altri viaggiatori”, nella sua semplicità, è, dunque, una grande opportunità che tutti dovrebbero cogliere e per cui è d’obbligo ringraziare la direzione e lo staff organizzatore. Antonia Pecoraro e Claudia Sessa VC “Picasso e altri viaggiatori” alla Mediateca di Cava fino al 18 giugno Pagine e pagine di quotidiani, riviste, magazine, e centinaia di ore tra telegiornali, programmi radiofonici e persino sul web sono state impiegate per trattare l’ar- gomento “violenza video ludica”. È opinione comune tra le persone che ormai gran parte degli episodi di violenza che accadono nel mondo siano il risultato della pessima influenza che i videogame hanno sugli individui, specialmente sui più giovani ed ingenui. Quasi si prospetta un futuro caratterizzato da guerre com- battute da ex adolescenti, la cui infanzia è stata impiegata davanti ai loro tele- visori all’insegna di questi “giochi brucia – neuroni”. Ma nel ragionamento sillogistico protratto dai convinti sostenitori della tesi secondo la quale gli assidui videogiocatori, che con le loro armi virtuali hanno terminato l’esistenza di cen- tinaia di ipotetiche vittime computerizzate, saranno destinati ad un futuro con- stante di violenza e rabbia vi è una minuscola falla, tanto piccola quanto significativa, che può essere riassunta con usa sola domanda: <Ma se i video- giochi nei quali si uccide istigano alla violenza, quelli in cui vi sono gare auto- mobilistiche, miglioreranno la guida del giocatore?>. Quella che può sembrare una insensata digressione,,racchiude in realtà un importante messaggio di fondo, quasi invisibile, ma la cui presenza è fortemente percettibile, ovvero che in si- tuazioni standard , l’esposizione ad un videogioco non cambia in maniera so- stanziale le azioni future di un individuo. Ovviamente in casi limite, quasi di assuefazione, il videogame , come ogni altra cosa, può avere delle conseguenze sul fruitore. Ciò detto, non si è ancora completamente spiegato il motivo di tanti tentativi dei media di demonizzare, soprattutto negli ultimi anni, questo passa- tempo che oramai è una innegabile realtà. Non vi è risposta certa , ma si possono ipotizzare sicuramente risposte plausibili. I mass media sono gestiti da adulti , persone mature, cresciute senza l’influenza dei videogiochi, approdati sul mercato, soprattutto quello italiano, solo succes- sivamente. Questo potrebbe aver provocato una sorta di repulsione verso queste “entità” estranee, utilizzate troppo spesso come capro espiatorio per spiegare gli episodi di violenza quotidiana. È quindi una sorta di paura del diverso che causa un odio represso verso sconosciute macchine, che, a detta di alcuni, non possono portare a nulla se non al “decadimento”. Giovanni Siani III C Violenza videoludica o influenza mediatica? Il corso C al Liceo Genoino di Cava de’ Tirreni è “full house”. Si, ri- spondono con grande entusiasmo i giovani liceali cavesi, che si cimentano in testi giornalistici di grande interesse, a conferma della buona predisposizione che dimostrano di avere verso il nostro progetto ”formativo”. Le tematiche continuano a spaziare, senza ripetersi. Il gruppo dei musicologi si cimenta verso la critica ad un rapper italiano, reduce di un rapporto conflittuale con la famiglia; o ci racconta di un cantante, partecipante al festival di San Remo, la cui infanzia viene definita “difficile e tormentata”. Ma ci sono anche i videofili. Un cadetto liceale rappresenta i rischi dei video caricati sul canale “youtube”, per l’assenza di filtri che ne bloccano la visione. Una giovane studentessa , rammaricata per la conclusione di una serie televisiva che ha visto protago- nisti due fratelli, innamorati della stessa ragazza. Ma anche della preoccupata dipendenza verso i videogames o, più semplice- mente, dello schermo di uno smartphone. Ritornano anche sui banchi di scuola, per parlarci del rinascimento e dell’uomo che “attraverso l’artificio della pazzia ritorna alle origini di se stesso”. Ci ha colpito l’analisi sociologica di un neo-liceale, con le idee chiare; benché giovanissimo, apre il suo testo con “fin da piccolo”, raccontandoci, con ferma determinazione e certezza, quale sarà il suo futuro professionale. Concludiamo la nostra analisi rilas- sandoci con la “corsa campestre” riportante la cronaca di un evento nazionale che ha coinvolto anche sportivi locali. Ebbene : i giovani si avvicinano al mondo del “lavoro” in modo naturale e senza costrizioni. Sono i protagonisti di una scuola che di fatto esercita il “diritto” all’Alternanza Scuola-Lavoro” senza averne gli obblighi legislativi e istituzionali, senza ricevere aggettivi “va- lutativi”. E’ la scuola che tutti vogliamo, sempre più vicina al con- testo sociale. progetto a cura di NICOLA CASTORINO La follia è un tema molto discusso in età rinascimen- tale dai vari scrittori e filosofi: essa può essere para- gonata alla doppia faccia della moneta, dal momento che in essa risiede una duplice natura. Leggendo ed analizzando l'opera encomiastica di Ludovico Ariosto, "L'Orlando furioso", si evince l'ottica e il pensiero dello scrittore sul tema "follia" che lui stesso sperimenta sul proprio corpo, conseguenza di un amore che lo ha con- sumato nell'animo. Come per il protagonista della sua opera, la pazzia è il mezzo di alienazione ed abbruti- mento nell'uomo, ma non è tangibile all'esterno, per- ché vi è la ragione a dominare la sensibilità umana. In antitesi alla concezione distruttiva della follia, è l'ideo- logia di Erasmo da Rotterdam, che ci viene esposta nell'opera satirica "Elogio della follia", in cui l'autore olandese descrive la follia come l'unico strumento per conoscere fino in fondo l'uomo; essa è tipica del sag- gio, individuo che si pone delle “questiones” ed è per- petuamente alla ricerca del senso ultimo dell'esistenza. L'uomo, dunque, attraverso l'artificio della pazzia ritorna alle origini di se stesso, però risul- terà inadatto ad una convivenza civile all'interno di una società eterogenea. Giovanna Ferrara IV C Follia: percorso per l'alienazione o mezzo per la piena conoscenza di se stessi? Fin da piccolo,mi ponevo dei traguardi molto alti:a soli tre anni volevo diventare un avvocato, al punto che chiesi al padre del mio migliore amico (che era avvocato) di avere una targa come quella che aveva lui davanti allo studio,ma con scritto: ‘’Luigi Salsano, futuro avvocato’’.Crescendo,anche se all’inizio era molto forte,questo desiderio si affievolì . Gli anni passavano e arrivò il giorno di decidere cosa avrei voluto fare nella vita, durante tutto il terzo anno delle scuole medie i professori mi consiglia- vano di andare al Liceo Classico o al Liceo Scientifico, ma il mio desiderio era di diventare un cuoco, anche se avevo qualche dubbio. Quando lo dissi ai miei pro- fessori ebbi solo dissensi: dicevano che ero‘’sprecato’’ per un istituto professionale, di fatto, era il pensiero di tutti i miei conoscenti. Devo ammettere,però,che anch’io la pensavo un po’ come loro. Ma nonostante questo mi iscrissi comunque all’Istituto Alberghiero. Il tempo passava e i miei dubbi erano sempre più forti fin quando,non mi fu detto:’’ SEI INTELLIGENTE E SAI INFLUENZARE LE PERSONE CON LA TUA PAR- LANTINA,DOVRESTI FARE IL POLITICO’’. Queste parole furono per me come la luce per chi si ostina a vivere al buio…non le dimenticherò mai. Non ci pensai su due volte, chiesi ai miei genitori di cambiare istituto e in una settimana il nulla osta per passare dall’Alberghiero al Liceo Scientifico era pronto. Oggi non mi pento della mia scelta,anzi, ne sono più che orgoglioso,la rifarei 10,100,1000 volte. Il mio sogno è quello di diventare un politico onesto e comprensivo nei confronti di chi non può arrivare a fine mese, di rappresentare le fasce sociali più de- boli e combattere per loro, a differenza di tutti quei politici che dovrebbero rappresentare il popolo e chi li ha votati, ma invece si fanno abbindolare solo dal ‘’dio denaro’’, anche perché,se questo spirito di riven- dicazione sociale e di rivoluzione non viene da noi giovani,il mondo andrà in malora, ne sono certo. Luigi Salsano I C Politica: la mia passione

SPAZIO AUTOGESTITO La voce delle scuole Lunedì 8 maggio 201 … cronache... · 2017. 7. 22. · 8 Lunedì 8 maggio 201 7 SPAZIO AUTOGESTITO La voce delle scuole LA NOTA di Nicola

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Page 1: SPAZIO AUTOGESTITO La voce delle scuole Lunedì 8 maggio 201 … cronache... · 2017. 7. 22. · 8 Lunedì 8 maggio 201 7 SPAZIO AUTOGESTITO La voce delle scuole LA NOTA di Nicola

8 Lunedì 8 maggio 2017www.cronachesalerno.itSPAZIO AUTOGESTITO La voce delle scuole

LA NOTA

di Nicola Castorino

LICEO SCIENTIFICO "A. GENOINO" / Via Ernesto Di Marino, 12 - Cava de' Tirreni (SA)Tel. e Fax 089 46 44 59 / www.agenoinoliceoscientifico.gov.it / E-mail: [email protected]

Ultimamente è salito alla ribalta internazionale il lea-der nord coreano Kim Jong Un che, con i suoi “fanto-matici” test nucleari nel Pacifico, sta attirando su di sél’attenzione tutt’altro che amichevole di potenti capidi stato quali Trump e Putin. Il leader comunista dellostato asiatico appare refrattario al confronto; anzi, allerichieste di un ragionato dialogo, risponde con mi-nacce sempre più gonfie di quell’egocentrismo propriodell’amministrazione dittatoriale della Corea del Nord.Parate di missili balistici (da molti considerati pura sce-nografia) e video raffiguranti bombardamenti delsuolo americano hanno accompagnato il “Giorno delSole”, la festa nazionale nordcoreana in onore delnonno di Kim Jong Un, fondatore della dinastia, checade il 15 aprile. In questa situazione di tensione pe-renne, il leader americano Trump corre ai ripari (in-stallando antimissili in Corea del Sud e inviando unsottomarino in ricognizione), ma non prima di averalzato la voce. Si, perché il tanto criticato presidenteamericano è stato il primo a ribellarsi concretamenteal capo coreano che, nonostante l’accerchiamento diCina e Russia, nonché della stessa America, ha conti-nuato e continua tutt’ora ad ordinare questi test nu-cleari, forse per intimorire, o forse per pura vanità,come un bambino che mostra i suoi giocattoli al suogruppetto di amici. Ma, dunque, il conflitto mondialeè potenzialmente incombente oppure è semplice-mente un fuoco di paglia alimentato dai media che

arde sull’opinione pubblica? Gli stati protagonistihanno opinioni piuttosto univoche; la Cina avverte:”il conflitto in Corea può esplodere in qualsiasi mo-mento , il dialogo è la sola via", ha dichiarato il capodella diplomazia cinese. Dalla Russia: "Molto preoc-cupati, serve moderazione". Contemporaneamente,le due potenze protagoniste si addossano colpe di cir-costanza: il governo nordcoreano sbotta “Trump hacostruito un circolo vizioso di tensioni nella penisolacoreana, con una politica aggressiva. Per questo Pyon-gyang è pronta ad andare alla guerra e a usare il suoarsenale nucleare contro gli Usa se necessario”. Invece,così recita un monito americano inviato da Trump “LaCorea del Nord è un problema. Un problema di cui cioccuperemo”. La risposta al quesito di prima è, quindi,inconcludente: una situazione del genere deve ( e nonpuò essere altrimenti) essere analizzata e gestita conle pinze, perché l’equilibrio è quanto mai precario. Èperò davvero difficile pensare che il fanatico Kim JongUn voglia realmente la guerra, essendo questa persain partenza dallo stato asiatico, stando così le cose. Maè pur vero che una guerra è quella che dichiara ormairegolarmente; e c’è da considerare anche la guerra inSiria, che non accenna a dar segni di pausa. Situazioniingarbugliate che soltanto nervi saldi e mosse non az-zardate possono accompagnare ad una fine (si augura)più vicina possibile

Alfonso Iannone III C

Nuovo conflitto mondialeo egocentrica commedia?

Dal 29 Marzo al 1 Aprile si sono svolte a Cesenatico,in Emilia Romagna, le gare a livello nazionale dicorsa campestre, manifestazione alle quali hannopartecipato alcuni ragazzi di Cava de' Tirreni, iscrittial centro sportivo cittadino. E’ stata un’esperienzaunica, non tanto per la gara in sé, ma semplicementeper la sana aria di amicizia e divertimento che si re-spirava, a cui va aggiunto molto agonismo per crearequel mix incredibile, quel mix che è l’essenza stessadello sport. E' risaputo da tutti che lo sport è moltoimportante nella vita, perché, oltre a plasmare unbel fisico e risultare atletico esteriormente, uno spor-tivo impara soprattutto a relazionarsi con gli altri,capisce che dietro la vittoria ci sono molti sacrifici eche la sconfitta non è altro che un ponte verso i pro-pri limiti: ti permette di vederli, e perfino di supe-

rarli. Questo, almeno, è quello che accade di solito.Le gare nazionali sono state solo la punta dell’ice-berg, il resto è molto più profondo: gli allenamentiche si devono fare per arrivare a un livello mediocre,tutte le gare regionali a cui si partecipa nelle fasi eli-minatorie per provare ad andare a Cesenatico, gliimpegni che ho necessariamente si devono trascu-rare per riuscire a migliorarsi sempre di più. Sarebbeconsigliabile per tutti non di fare atletica, ma di col-tivare una passione per uno sport, perché la sensa-zione di libertà in quegli 8 minuti dalla partenza altraguardo è simile a quella che deve provare un cal-ciatore quando vede la rete che si gonfia dopo il suotiro o quando la palla che rimbalza a terra…sem-plicemente entusiasmante.

Francesco Maria Masullo I C

Correre,correre,correre

La mediateca “Marte” di Cava de’ Tirreni ospita dal 19febbraio al 18 giugno 2017 la mostra intitolata “Pi-casso e altri viaggiatori”. Il percorso, suddiviso in areetematiche e animato dalla guida turistica Michela LaRocca, mira alla valorizzazione dell’arte e della culturadel territorio cavese e, in generale, salernitano. La mo-stra non contiene dipinti realizzati con la tecnica cu-bista dal noto pittore spagnolo, ma numeroselitografie e incisioni, tra cui quelle realizzate attraversol’acquatinta allo zucchero. All’ingresso sono mostratecinque litografie di Picasso: il noto “Arlecchino”, realiz-zato nel febbraio 1917 quando l’artista compie il suoprimo viaggio in Italia, il "Ritratto di Benedetta Canals”(1905) testimonianza del “periodo rosa”, “Madre ConBambino Malato” che fa parte del cosiddetto “periodo

blu”, "La nana” (1901) ed, infine, “L’Attente” (1966). Idisegni e le ceramiche fungono da cornice al percorsopicassiano. Esposte insieme ai dipinti realizzati dalnoto pittore, vi sono anche altre quaranta opere pit-toriche, grafiche e ceramiche di altri artisti internazio-nali che, per un periodo della loro vita, hannosoggiornato nella splendida costiera amalfitana. E’ im-portante sottolineare che gran parte delle opere espo-ste, non realizzate da Picasso, proviene dai depositiprovinciali e regionali e che molte di esse non eranomai state mostrate al pubblico. La mostra è, inoltre, accompagnata da numerose fo-tografie, che mostrano Picasso al lavoro, accompa-gnate da frasi davvero suggestive. La mediateca “Marte” fornisce alle scuole la possibilità

di partecipare alle attività di laboratorio, che permet-tono ad ogni studente di reinterpretare alcune delleopere osservate, stimolando la creatività e la fantasiaanche dei più timidi e diffidenti. Inoltre, particolar-mente coinvolgenti sono gli interventi recitati dell’at-trice Carolina Damiani, che rendono la mostra viva efanno sì che si possa interagire, in maniera davvero in-solita e trascinante, con i diversi pittori e con le lorocreazioni. “Picasso e altri viaggiatori”, nella sua semplicità, è,dunque, una grande opportunità che tutti dovrebberocogliere e per cui è d’obbligo ringraziare la direzionee lo staff organizzatore.

Antonia Pecoraroe Claudia Sessa VC

“Picasso e altri viaggiatori”alla Mediateca di Cava fino al 18 giugno

Pagine e pagine di quotidiani, riviste, magazine, e centinaia di ore tra telegiornali,programmi radiofonici e persino sul web sono state impiegate per trattare l’ar-gomento “violenza video ludica”. È opinione comune tra le persone che ormaigran parte degli episodi di violenza che accadono nel mondo siano il risultatodella pessima influenza che i videogame hanno sugli individui, specialmente suipiù giovani ed ingenui. Quasi si prospetta un futuro caratterizzato da guerre com-battute da ex adolescenti, la cui infanzia è stata impiegata davanti ai loro tele-visori all’insegna di questi “giochi brucia – neuroni”. Ma nel ragionamentosillogistico protratto dai convinti sostenitori della tesi secondo la quale gli assiduivideogiocatori, che con le loro armi virtuali hanno terminato l’esistenza di cen-tinaia di ipotetiche vittime computerizzate, saranno destinati ad un futuro con-stante di violenza e rabbia vi è una minuscola falla, tanto piccola quantosignificativa, che può essere riassunta con usa sola domanda: <Ma se i video-giochi nei quali si uccide istigano alla violenza, quelli in cui vi sono gare auto-mobilistiche, miglioreranno la guida del giocatore?>. Quella che può sembrareuna insensata digressione,,racchiude in realtà un importante messaggio di fondo,

quasi invisibile, ma la cui presenza è fortemente percettibile, ovvero che in si-tuazioni standard , l’esposizione ad un videogioco non cambia in maniera so-stanziale le azioni future di un individuo. Ovviamente in casi limite, quasi diassuefazione, il videogame , come ogni altra cosa, può avere delle conseguenzesul fruitore. Ciò detto, non si è ancora completamente spiegato il motivo di tantitentativi dei media di demonizzare, soprattutto negli ultimi anni, questo passa-tempo che oramai è una innegabile realtà. Non vi è risposta certa , ma si possono ipotizzare sicuramente risposte plausibili.I mass media sono gestiti da adulti , persone mature, cresciute senza l’influenzadei videogiochi, approdati sul mercato, soprattutto quello italiano, solo succes-sivamente. Questo potrebbe aver provocato una sorta di repulsione verso queste“entità” estranee, utilizzate troppo spesso come capro espiatorio per spiegare gliepisodi di violenza quotidiana. È quindi una sorta di paura del diverso che causaun odio represso verso sconosciute macchine, che, a detta di alcuni, non possonoportare a nulla se non al “decadimento”.

Giovanni Siani III C

Violenza videoludica o influenza mediatica?

Il corso C al Liceo Genoino di Cava de’ Tirreni è “full house”. Si, ri-spondono con grande entusiasmo i giovani liceali cavesi, che sicimentano in testi giornalistici di grande interesse, a confermadella buona predisposizione che dimostrano di avere verso ilnostro progetto ”formativo”. Le tematiche continuano a spaziare,senza ripetersi. Il gruppo dei musicologi si cimenta verso la criticaad un rapper italiano, reduce di un rapporto conflittuale con lafamiglia; o ci racconta di un cantante, partecipante al festivaldi San Remo, la cui infanzia viene definita “difficile e tormentata”.Ma ci sono anche i videofili. Un cadetto liceale rappresenta i rischi

dei video caricati sul canale “youtube”, per l’assenza di filtri chene bloccano la visione. Una giovane studentessa , rammaricataper la conclusione di una serie televisiva che ha visto protago-nisti due fratelli, innamorati della stessa ragazza. Ma anche dellapreoccupata dipendenza verso i videogames o, più semplice-mente, dello schermo di uno smartphone. Ritornano anche suibanchi di scuola, per parlarci del rinascimento e dell’uomo che“attraverso l’artificio della pazzia ritorna alle origini di se stesso”.Ci ha colpito l’analisi sociologica di un neo-liceale, con le ideechiare; benché giovanissimo, apre il suo testo con “fin da piccolo”,

raccontandoci, con ferma determinazione e certezza, quale saràil suo futuro professionale. Concludiamo la nostra analisi rilas-sandoci con la “corsa campestre” riportante la cronaca di unevento nazionale che ha coinvolto anche sportivi locali. Ebbene: i giovani si avvicinano al mondo del “lavoro” in modo naturalee senza costrizioni. Sono i protagonisti di una scuola che di fattoesercita il “diritto” all’Alternanza Scuola-Lavoro” senza averne gliobblighi legislativi e istituzionali, senza ricevere aggettivi “va-lutativi”. E’ la scuola che tutti vogliamo, sempre più vicina al con-testo sociale.

progetto a cura di NICOLA CASTORINO

La follia è un tema molto discusso in età rinascimen-tale dai vari scrittori e filosofi: essa può essere para-gonata alla doppia faccia della moneta, dal momentoche in essa risiede una duplice natura. Leggendo edanalizzando l'opera encomiastica di Ludovico Ariosto,"L'Orlando furioso", si evince l'ottica e il pensiero delloscrittore sul tema "follia" che lui stesso sperimenta sulproprio corpo, conseguenza di un amore che lo ha con-sumato nell'animo. Come per il protagonista della suaopera, la pazzia è il mezzo di alienazione ed abbruti-mento nell'uomo, ma non è tangibile all'esterno, per-ché vi è la ragione a dominare la sensibilità umana. In

antitesi alla concezione distruttiva della follia, è l'ideo-logia di Erasmo da Rotterdam, che ci viene espostanell'opera satirica "Elogio della follia", in cui l'autoreolandese descrive la follia come l'unico strumento perconoscere fino in fondo l'uomo; essa è tipica del sag-gio, individuo che si pone delle “questiones” ed è per-petuamente alla ricerca del senso ultimodell'esistenza. L'uomo, dunque, attraverso l'artificiodella pazzia ritorna alle origini di se stesso, però risul-terà inadatto ad una convivenza civile all'interno diuna società eterogenea.

Giovanna Ferrara IV C

Follia: percorso perl'alienazione o mezzoper la piena conoscenzadi se stessi?

Fin da piccolo,mi ponevo dei traguardi molto alti:asoli tre anni volevo diventare un avvocato, al puntoche chiesi al padre del mio migliore amico (che eraavvocato) di avere una targa come quella che avevalui davanti allo studio,ma con scritto: ‘’Luigi Salsano,futuro avvocato’’.Crescendo,anche se all’inizio eramolto forte,questo desiderio si affievolì .Gli anni passavano e arrivò il giorno di decidere cosaavrei voluto fare nella vita, durante tutto il terzoanno delle scuole medie i professori mi consiglia-vano di andare al Liceo Classico o al Liceo Scientifico,ma il mio desiderio era di diventare un cuoco, anchese avevo qualche dubbio. Quando lo dissi ai miei pro-

fessori ebbi solo dissensi: dicevano che ero‘’sprecato’’per un istituto professionale, di fatto, era il pensierodi tutti i miei conoscenti. Devo ammettere,però,cheanch’io la pensavo un po’ come loro. Ma nonostantequesto mi iscrissi comunque all’Istituto Alberghiero.Il tempo passava e i miei dubbi erano sempre piùforti fin quando,non mi fu detto:’’ SEI INTELLIGENTEE SAI INFLUENZARE LE PERSONE CON LA TUA PAR-LANTINA,DOVRESTI FARE IL POLITICO’’. Queste parolefurono per me come la luce per chi si ostina a vivereal buio…non le dimenticherò mai.Non ci pensai su due volte, chiesi ai miei genitori dicambiare istituto e in una settimana il nulla osta per

passare dall’Alberghiero al Liceo Scientifico erapronto. Oggi non mi pento della mia scelta,anzi, nesono più che orgoglioso,la rifarei 10,100,1000 volte.Il mio sogno è quello di diventare un politico onestoe comprensivo nei confronti di chi non può arrivarea fine mese, di rappresentare le fasce sociali più de-boli e combattere per loro, a differenza di tutti queipolitici che dovrebbero rappresentare il popolo e chili ha votati, ma invece si fanno abbindolare solo dal‘’dio denaro’’, anche perché,se questo spirito di riven-dicazione sociale e di rivoluzione non viene da noigiovani,il mondo andrà in malora, ne sono certo.

Luigi Salsano I C

Politica: la mia passione