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al presente s p a g i n e Periodico culturale dell’Associazione Fondo Verri Un omaggio alla scrittura infinita di F.S. Dòdaro e A.Verri Lecce, dicembre 2013 - anno I Spagine n°0 - al presente 16 Venerdì 13 dicembre, si è svolto a Monteroni, negli spazi del Palazzo Baronale il convegno a cura dell’associazione Alegria in collaborazione con il Gal Valle della Cupa ANTICHI MESTIERI E ARTIGIANATO TIPICO TRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE. “Me n’è arrivata la eco. E anche traccia dell’interven- to di un artista della terracotta che stimo e amo, Tonio Bisconti . Qui di seguito quanto ha detto, coinvolgen- do e emozionando tutti i presenti” Lo scultore della terracotta di Vito Antonio Conte con Tonio Bisconti Il particolare di un’opera di Tonio Bisconti

Spagine al presente 16 lo scultore della terracotta di v a conte

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L'arte della terracotta di Tonio Bisconti

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Page 1: Spagine al presente 16 lo scultore della terracotta di v a conte

al presentespagine Periodico

culturaledell’AssociazioneFondo Verri

Un omaggioalla scritturainfinitadi F.S. Dòdaroe A.Verri

Lecce, dicembre 2013 - anno I Spagine n°0 - al presente 16

Venerdì 13 dicembre, si è svolto a Monteroni,

negli spazi del Palazzo Baronale il convegno a cura dell’associazione

Alegria in collaborazione con il Gal Valle della Cupa ANTICHI MESTIERI E ARTIGIANATO TIPICO

TRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE. “Me n’è arrivata la eco. E anche traccia dell’interven-

to di un artista della terracotta che stimo e amo, TonioBisconti. Qui di seguito quanto ha detto, coinvolgen-

do e emozionando tutti i presenti”

Lo scultoredella terracotta

di Vito Antonio Conte con Tonio Bisconti Il particolare di un’opera di Tonio Bisconti

Page 2: Spagine al presente 16 lo scultore della terracotta di v a conte

spagine

Vorrei parlarvi del miosentire, del dono, dellaricchezza, di quel chesento nell’anima e sul-la pelle quando - attra-verso il mio fare - rie-

sco a esternare quel che mi scorre den-tro (o lì, comunque, sta).

Il mio sentirmi vivo e partecipe diquesto immenso creato. Terra – Aria –Acqua – Fuoco. Quattro elementi. Ilprimordio. L’origine della vita. Nonmanca niente. Anzi… sì! Mani e cuore.

Le mani sono il mezzo, fanno da tra-mite per poter trasformare la materia,cercando di realizzare ciò che il cuoredesidera. Quando mani e cuore colla-borano quel che ne scaturisce è qualco-sa di meraviglioso. Perché il cuore,ch’è la residenza dell’anima, è moltoesigente… non fa sconti. “Dhra cosa èfatta cullu core” è espressione dialetta-le che sta a indicare il modo in cuiquella cosa è stata creata: al meglio.Con tutto l’essere del suo creatore.Sicché osservandola sembra che nonsia un oggetto inanimato, ma contengae sprigioni un suo respiro.

Ecco: riuscire a impastare materia espirito, per me, è il massimo del-

dirvi del mio legame affettivo con que-sto Paese, mio padre era figlio di que-sta Comunità, ma sentivo che primadovevamo presentarci in qualche mo-do, conoscerci, stabilire un contattoautentico, come ogni cosa che abbia insé quella qualità straordinaria (e ormaiquasi rara) che si chiama umanità. Es-sere qui, per me, questa sera, in questocontesto, è un piacere e un onore. Maè, soprattutto, un’occasione per faremergere un po’ d’umanità. Così pos-siamo parlare d’antichi mestieri. Quel-li dove se non c’era il fattore umano, ilsapere tramandato di voce in voce, digesto in gesto, di rigore e abnegazione,di stento e d’allegria, non c’era mestie-re, non c’era manufatto, non c’era ope-ra... Antichi mestieri: tutti bellissimi.Quando, da piccolo, tornavi a casa “tela putea te lu mesciu” ti sentivi dire:“sta’ ’nderi te fatìa”: che bello! Profu-mi di lavoro. Oggi gli antichi mestierisono stati ridotti da questa società - fat-ta di spreco e consumi esagerati, diglobalizzazione che serve a pochi a de-trimento di tanti - a cosa rara, da pro-teggere come un animale in viad’estinzione. Gli artigiani, costretti aresistere in tale triste contesto, sono

l’espressione artistica.La poesia, la scrittura, la pittura, la

scultura, l’arte tutta deve suscitareemozione. Quando qualcosa nasce dalprofondo porta con sé tanto, come unfiume in piena…

Quando si riesce (se ci si riesce) aottenere questo non ci sono leggi dimercato che possano sancirne il valo-re, perché siffatta creazione non è de-stinata a qualcuno, ma è per tutti. A de-ciderlo è (oltre tutto, anche) il Tempo,con le sue dinamiche, spesso scono-sciute.

Questo, per me, è il concetto di farearte. Su questo terreno libero ci si puòconfrontare, aiutare, scambiare cono-scenze, collaborare…

Si può tutto, ma anche il poco ri-chiede un prezzo esistenziale altissi-mo, che non tutti sono disposti a paga-re, perché per fare arte bisogna con-servare la purezza dei bambini, chespesso negli adulti e dagli adulti vieneconfusa con la follia… Non è facilefare arte, ma è bellissimo. Occorrecrederci. Poi, tanto impegno. Un durolavoro. Un’incrollabile fede verso lavita. E, su tutto, un’infinita passione.Vedete, avrei potuto incominciare col

Creare è dare, donare, il tutto il proprio essere all’opera

Le mani, il cuore e...

Spagine n°0 - al presente 16

destinati a scomparire o (come accade,con qualche equivoco, in questi gior-ni…) a scendere per le strade al gridodi “rivoluzione”. La vera rivoluzione èinteriore. È l’uomo che deve crescere,non il P.I.L.- Le arti, i mestieri non de-vono essere qualcosa da far emergeredalle nebbie del passato e da usare inoccasioni come quelle che ricordano inativi americani, i quali (dopo esserestati depredati della loro terra, del loromodo libero di vivere) son diventatiesemplari da circo senza intrinseco va-lore. La vita umana, ogni vita umananon può valere il costo d’un bigliettoper l’esibizione a godimento di ricchi eignoranti turisti… Queste occasioninon restituiscono la dignità che un sa-pere, una conoscenza, un lavoro… me-ritano. Dobbiamo uscire dall’illusioneche progresso significhi comodità epossesso materiale. Il progresso è ele-varsi, essere disposti a accogliere, riu-scire a abbracciare, donarsi… Questo èprogresso, questa è civiltà, altrimentiquesta vita non ha senso. È necessariostabilire un rapporto col Tempo che vasvanendo. Quel rapporto che gli anti-chi artigiani conoscevano bene. Unrapporto che richiede per ogni cosa il

di Vito Antonio Conte con Tonio Bisconti

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tempo di quella cosa. Un tempo lento.Di quella lentezza che non significaindolenza, ma s’accorda con pazien-za. Bisogna ridare dignità all’essere el’artista, l’artigiano, lo sanno perchéogni giorno lavorano la materia chetrasformandosi tra le loro mani… litrasforma. L’argilla mi ha cambiato.Mi ha reso migliore. Mi ha insegnatoche i risultati non sono immediati e,soprattutto, non sempre son quelli de-siderati. Mi ha insegnato il tempo del-l’attesa, la cura della meticolosità,l’ingegno dell’alterità… mi ha inse-gnato a conoscere la materia, la suaorigine, la sua provenienza… mi hainsegnato a amarla, la materia, e, nelcontempo, a fuggire da qualsiasi mor-bosità con la stessa, a non attaccarmialla materia… mi ha insegnato aascoltare e che per imparare bisognaconservare curiosità e umiltà “ca ’nusse spiccia mai te ’mparare”. No, nonsi finisce mai di apprendere. La cono-scenza ignora la parola fine. Ma con-tiene tanti piccoli traguardi. Comequello che si raggiunge ogni volta chesi è fatto il proprio dovere: ci si sentein pace, qualunque cosa accada. Percui, il mio, non è solo un lavoro, maun viaggio. Un viaggio che dura l’in-tera vita. A volte succede, un po’ comesto facendo questa sera con voi, diraccontarlo, il viaggio. Fermando im-magini, suoni, odori, colori, sensazio-ni, emozioni… E ci si accorge che an-che il racconto è un viaggio, un altroviaggio… Poi, si prosegue e lo si faogni volta con occhi diversi. Perchéquello che realmente cambia è il no-stro modo di vedere le cose.

Lecce, dicembre 2013 - anno I

Tonio Bisconti