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7/30/2019 Sopravvivere Al Co http://slidepdf.com/reader/full/sopravvivere-al-co 1/20 AMARE IL COLTELLO... di Graziano Galvani ____________________________ © 2003 Nova Scrimia - Scrimia Scuola d’armi PREMESSA Noi amiamo la scherma e l’Arte e la Scienza della spada corta.  Amiamo la tradizione popolare e la scuola classica italiana di scherma di coltello e daga, la nostra ricca e meravigliosa produzione storica e moderna di spade, lame, coltelli, daghe, pugnal, i realizzati da valenti Maestri forgiatori nei secoli passati e ancora oggi. E proprio perché desideriamo che tutto questo ritorni ad essere Arte, Scienza, Cultura e che gli appassionati, i collezionisti, i marzialisti possano liberamente discutere, confrontare, mostrare quanto di bello il nostro paese ha da far vedere abbiamo creato questo spazio dove il coltello diventa protagonista negativo. Ma si badi bene questo avviene per colpa di pochi che di questo silenzioso servitore si servono per delinquere come dicevano gli antichi senza arte, ne parte. Noi crediamo che questa non è la vita e la via del coltello. Il posto del ferro corto è nell’Arte della forgia, nella tradizione e nella cultura marziale del gesto tecnico dell’azione elegante e raffinata della Scherma. Questa è la vita che pensiamo per storia, tradizione e valori, possa e debba riprendersi. Per l’Arte di Daga vi rimandiamo al libro: Arte di Daga – Non ti fidar di me se il cuor ti manca Ed. Grafiche Fabula, 2002 - © Nova Scrima Vedi sezione Libri e Video sul sito ...E SOPRAVVIVERE AL COLTELLO INTRODUZIONE Preferiamo stare con i piedi per terra. E per stare con i piedi per terra parlando di coltelli e lame in genere, bisogna essere onesti il che equivale ad essere crudi. Qui non si ricercano ne troverai indicazioni sempre valide, non abbiamo bisogno di verità assolute ma si cose che possibilmente funzionano. E non possiamo nemmeno permetterci di dire “questo funziona sempre”. Possiamo proporre e dire “ecco questo è quanto!” Se vuoi provalo, adattalo, riprovalo e mettilo severamente alla prova tra mura e con persone amiche.

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AMARE IL COLTELLO...

di Graziano Galvani

____________________________© 2003 Nova Scrimia - Scrimia Scuola d’armi

PREMESSA

Noi amiamo la scherma e l’Arte e la Scienza della spada corta. Amiamo la tradizione popolare e la scuola classica italiana di scherma di coltello e daga, lanostra ricca e meravigliosa produzione storica e moderna di spade, lame, coltelli, daghe,pugnal, i realizzati da valenti Maestri forgiatori nei secoli passati e ancora oggi.

E proprio perché desideriamo che tutto questo ritorni ad essere Arte, Scienza, Cultura e chegli appassionati, i collezionisti, i marzialisti possano liberamente discutere, confrontare,mostrare quanto di bello il nostro paese ha da far vedere abbiamo creato questo spazio doveil coltello diventa protagonista negativo.Ma si badi bene questo avviene per colpa di pochi che di questo silenzioso servitore siservono per delinquere come dicevano gli antichi senza arte, ne parte.Noi crediamo che questa non è la vita e la via del coltello.Il posto del ferro corto è nell’Arte della forgia, nella tradizione e nella cultura marziale delgesto tecnico dell’azione elegante e raffinata della Scherma.Questa è la vita che pensiamo per storia, tradizione e valori, possa e debba riprendersi.

Per l’Arte di Daga vi rimandiamo al libro:Arte di Daga – Non ti fidar di me se il cuor ti manca

Ed. Grafiche Fabula, 2002 - © Nova ScrimaVedi sezione Libri e Video sul sito

...E SOPRAVVIVERE AL COLTELLO

INTRODUZIONEPreferiamo stare con i piedi per terra.E per stare con i piedi per terra parlando di coltelli e lame in genere, bisogna essere onesti ilche equivale ad essere crudi.Qui non si ricercano ne troverai indicazioni sempre valide, non abbiamo bisogno di veritàassolute ma si cose che possibilmente funzionano.E non possiamo nemmeno permetterci di dire “questo funziona sempre”.

Possiamo proporre e dire “ecco questo è quanto!”Se vuoi provalo, adattalo, riprovalo e mettilo severamente alla prova tra mura e con personeamiche.

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Sii coscienzioso: se ti risulta ostico o non riesci ad applicarlo o anche non lo senti a pelle,passa ad altro.Perché per quanto possano dire gli esperti, non esiste programma al mondo sempre valido,esisti Tu e la Tua soggettività, in barba a tutte le scienze oggettiviste ed ai training ad altaintensità.

E quando sei davanti al pericolo, Tu non sei più una tecnica, sei solo Tu e Tu da solo.Con le gambe che tremano e il cuore a cento all’ora.“Ho mio Dio ma cosa stà succedendo?! Ma proprio a me? Morirò ne sono certo e devo 

ancora sposarmi!” E siccome non ti hanno lobotomizzato, potresti provare proprio una grande paura esensazioni sgradevoli e potrebbero succedere cosucce che in palestra non succedono mai.

AVVERTENZE

Ti avvertiamo:se in queste pagine cerchi certezze, rassicurazioni, formule magiche o tecnichesegrete, cambia subito sezione!Non stiamo scherzando, come non scherza chi ti estrae un coltello davanti perpiantarlo in qualche punto del corpo.

 Ancora un avvertimento:

Non troverai foto di colli sgozzati, o lame conficcate nello sterno, questa non è la sezionededicata ai reperti da obitorio, ma non aspettarti comunque poesia.

Questo è uno spazio sulla difesa personale vitale, molto terra terra; nel caso le cosescritte urtino in qualche modo la Tua sensibilità abbandona senza indugio la lettura.

Troverai alcune considerazioni e valutazioni desunte in anni di studi e sperimentazioni:queste informazioni arrivano da fonti esterne, alcune dai nostri gruppi di ricerca, altre leabbiamo provate direttamente sulla nostra pelle, altre ancora verranno aggiunte in futuro.Le informazioni esterne possono pervenire oltre che dai ricercatori NOVA SCRIMIA(psicologi, biologi, appartenenti alle Forze dell’Ordine, esperti di sicurezza, marzialisti,praticanti, ecc...) anche dal Tuo personale contributo.

Quello che leggerai può farti scoprire che è tremendamente difficile proteggersidall’attacco portato con un’arma bianca, ma anche che Tu hai tutte le capacità latentie le Attitudini Autoprotettive necessarie a respingere questo attacco; e che non soloè possibile renderle sempre più efficienti, ma anche che si può farlo acquisendo nelcontempo più energia e benessere.

Se l’argomento coltello e Difesa Personale Vitale ti interessa sappi cheprossimamente potrai trovare molto di più sul nuovo libro dedicato a questiargomenti (vedi nello spazio LIBRI per maggiori informazioni)

INCOMINCIAMO

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Parafrasando Seneca e ribaltando il suo famoso “non vitae sed scholae discimus”   = non 

impariamo per la vita, ma per la scuola, possiamo dire Non scholae, sed vitae discimus = 

impariamo non per la scuola  ma per la vita .Così quanto impariamo utilizziamolo non per accademie tra esperti da palestra ma per 

preservare veramente la nostra vita.Per questo quanto andiamo ad esporre è volutamente presentato perché si presti dove e per quanto possibile a studio, analisi e sperimentazione da parte di chiunque lo ritengaopportuno.In questo campo dove la vita è la posta in gioco, è necessario superare gli ostacoli spessorisibili di stili, Arti, discipline o i limiti posti da vuote esercitazioni di estetica marziale, opeggio ancora prestarsi a palcoscenico per grandi esperti, primedonne del combattimento 

da strada  (combattimento da strada!?) che si atteggiano in aggressive ed inutilidimostrazioni di forza suprema.

Chi si trova a sopravvivere non ha bisogno di essere incoraggiato o intimidito: habisogno di conoscere, di sperimentare, di acquisire competenze e di sviluppareattitudini, che gli possano in qualche modo servire a tornare a casa se incontra ilpericolo sulla sua strada.

 A questo punto una considerazione è doverosa: ritornando alle verità, se nella difesapersonale supponiamo non ne esistono di assolute, tantomeno quelle di seguito espressepossono essere considerate tali; tuttavia quanto andrai a leggere rappresenta uno sforzolegato alla comunicazione non promozionale, ed è quindi inteso come un tentativo concreto difornire indicazioni per quanto possibile precise ed utili, senza nascondere nulla che possa

servire veramente a tutelare il valore insostituibile di una vita umana.

Non risparmiarci consigli e critiche: questo spazio vuole essere un puntoinformativo e di studio su una delle tematiche più pericolose e purtroppodrammaticamente attuali cui le Arti Marziali si trovano a rispondere.

Ti esortiamo quindi a collaborare per rendere questo spazio sempre più utile.Tutti i suggerimenti, i chiarimenti, i racconti di fatti successi, le indicazioni, i testi, le tesi, lericerche, gli spunti, che vorrete comunicarci tramite e mail [email protected] sononon solo bene accetti ma graditissimi.C’impegniamo a rendere di pubblico dominio in questo spazio qualsiasi cosa inerentel’argomento possa a giudizio del gruppo di ricerca NOVA SCRIMIA essere di pubblica utilità.Contiamo sul Tuo prezioso contributo.Grazie dell’attenzione

LEGGENDE E REALTÀDalle lontane giungle tropicali alle vicine giungle metropolitane

Scenario 1Nel bar fino ad un attimo prima tutto era filato tranquillo; improvvisamente i due avventori infondo al locale iniziano ad insultarsi e in un attimo dalle parole si passa ai fatti: il più piccolo

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dei due forse anche il più alterato si lancia verso l’altro colpendolo con un pugno dritto infaccia.Non c’è il tempo di dividerli che i due rotolano furiosamente avvinghiati a terra.Il più grosso prende il sopravvento: seduto sopra all’altro lo tempesta di colpi, il più piccolotuttavia non si arrende, sbraccia, scalcia e tenta disperatamente di divincolarsi e sfuggire.

Fortunatamente non passa molto che altri clienti superato lo stupore iniziale si precipitano suicontendenti e riescono a dividerli.Solo allora nel rialzarsi il più grosso nota la macchia scura sul suo fianco destro e fatti pochipassi si accascia; colpito da un coltello che non ha sentito e non ha visto, supererà dopo ilricovero in ospedale e diversi giorni di cure la brutta avventura.

Scenario 2I tre lo hanno costretto spalle al muro minacciandolo con le lame, esibite con l’intento diottenere il bottino desiderato un taccuino ben fornito di dollari che è stato notato durante gliacquisti. fatti poco prima nel bazar all’angolo.

Il più deciso dei tre forse il capo, si fa avanti e allunga il braccio armato di una lamaleggermente curva verso il viso della vittima per intimare la consegna del prezioso taccuino.Improvvisamente l’aggressore come scottato dal fuoco ritrae il braccio e con un balzo indietrosi allontana da quello che fino ad un attimo prima era la vittima predestinata; la stessa cheora invece del taccuino ha nella mano destra un lucente balisong aperto, con il quale ha giàcolpito all’altezza del polso l’incredulo malvivente recidendo di netto i flessori della manonemica.Non lascia il tempo agli altri di superare lo sbandamento della sorpresa; con due passi rapidisi porta verso l’uomo alla sua sinistra e con un movimento in laterale discendente lo feriscecon un taglio secco e penetrante dietro al ginocchio, facendolo stramazzare al suolo.Quando si volta per fronteggiare l’attacco nemico, del terzo aggressore non c’è traccia: è

fuggito a gambe levate nello stesso momento in cui il secondo cadeva colpito.

Scenario 3Il giovane chiacchera con una coetanea nella discoteca circondato da altre persone cheattorno a loro ballano e si divertono.Improvvisamente tra la folla si fa largo un tizio che gli si avvicina con fare esuberante, ma tuttosommato tranquillo.Ma giunto a due passi dal ragazzo cambia atteggiamento; indicandolo con una mano eapostrofandolo pesantemente come un possibile rivale in amore, con l’altra estrae un coltelloe colpisce il ragazzo alla gamba e alla natica, fuggendo subito dopo tra la calca della folla.

Il ragazzo colto di sorpresa e completamente bloccato dal panico viene trasportato al prontosoccorso dagli amici.Le ferite fortunatamente non hanno prodotto un danno permanente e il ragazzo serberà duepiccole cicatrici e un brutto ricordo della vicenda occorsagli.

Scenario 4Si trovano uno di fronte all’altro, camicia bianca a tesa larga, le maniche arrotolate sugliavambracci maschera sotto il braccio quale unica protezione concessa, portano nella manodestra il segnatore (pezzo di legno sagomato a daga dal quale sporge di pochi millimetri unapunta acuminata in metallo che serve per segnare il punto in cui tocca); con studiata lentezza

come impugnando una spada lo portano in verticale vicino alle labbra nel saluto che precedel’assalto, poi fatto un passo indietro distendono il braccio armato e scendono in guardia.

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Non sono due nemici; avversari nel confronto che li oppone, sono membri della stessaFratellanza e si battono al primo sangue, con spirito di cavalleria e gagliardia per mantenerele competenze e pulire la punta .Lo studio è lungo quasi monotono, passi, guardie, provocazioni, inviti tutto è fatto con laprudenza che è d’obbligo quando ogni botta può essere l’ultima e anche se solo

metaforicamente può significare la fine per uno dei due avversari.

Scenario 5La Birreria paninoteca il venerdì sera è luogo di incontro per mangiare qualcosa, bersi unabirra e ascoltare musica chiacchierando con gli amici.Il tizio entra spavaldo quando il locale è già affollato, si appoggia al bancone chiede da bere;dopo aver trangugiato una media ne chiede subito un’altra. Al rifiuto del barman che intuisce lo stato alcolico del nervoso cliente, inizia ad inveire edurlare in una lingua che potrebbe essere arabo nei confronti di chi doveva servirlo.Poi come un lampo spazza con un braccio i bicchieri dal bancone, afferra l’ultimo rimasto, un

calice da birra e con un movimento secco ne rompe il bordo sullo spigolo, lanciandosi subitodopo all’inseguimento del barista.Questi con prontezza d’animo si chiude nel retrobottega sprangando la porta. Allora l’energumeno ormai completamente partito prende il primo ragazzo che gli capita a tiroe gli pianta il bicchiere rotto alla base del collo, minacciando di sgozzarlo.Seguono attimi di terrore, interrotti dall’arrivo dei carabinieri, alla vista dei quali il delinquentesi libera del ragazzo, ma continua a minacciare i militari con il tagliente bicchiere in mano.Solo dopo una trattativa ben condotta, i due carabinieri riescono a condurlo via “senza colpoferire”.Il ragazzo se la cava con un grosso spavento e qualche graffio.

KNIFE E LIFE“non ho sentito subito il dolore solo i colpi e qualcosa che entrava nella gamba (…)

qualche attimo dopo con i pantaloni inzuppati di sangue stavo barcollando alla ricerca di 

aiuto (...)” (Storie metropolitane)

Una lama non è fredda solo al tatto.È fredda anche quando te la vedi davanti e capisci che può colpirti e penetrare dentro di te.Si fa un gran parlare di lame curve, dritte, corte, seghettate, a doppio filo, a un filo e mezzo; dicoltelli a lama fissa, a scatto, clip ad apertura singola, di daghe e pugnali combat, ma trapersone normali , quelle per intenderci che hanno una vita divisa tra casa, lavoro, amici,famiglia, interessi e la palestra, ci si può fermare molto prima, diciamo al coltello da cucinaanche piccolo. A questo gruppo appartiene il 95% della popolazione; escludiamo il rimanente 4,0 % (Forzedell’Ordine nei vari contesti operativi) e lo 1 % di coloro (e supponiamo sia già unapercentuale ampiamente in eccesso) che un coltello in combattimento lo sanno maneggiaredavvero. Per combattimento intendiamo non una coltellata alla schiena, ma un ipoteticoduello alla pari tra due armati svolto secondo regole stabilite.Ritorniamo quindi al nostro coltello da cucina.

Sai cosa può fare realmente questo banalissimo coltello destinato ad usi alimentari?

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Esattamente quello che può fare una daga da combattimento ultimo modello: tagliare ovverorecidere tendini, vene, arterie, muscoli, parete addominale, carotide, oppure perforare ilbusto o la schiena nella quasi totalità dei casi arrivando a ledere organi vitali.Sei mai stato colpito da un oggetto tagliente, appuntito, o hai subito una ferita da punta, un taglio? 

Sai cos’è un pneumotorace, una ferita asciutta, quanto sangue esce da una vena recisa? Sai che un uomo senza il minimo addestramento, senza l’ombra della minima attività fisica, senza nessuna conoscenza specifica, può impugnare un coltello e colpire in corpo a corpo fino a 10 volte in cinque secondi? Sai quanto tempo ci impiega un aggressore armato a chiudere una distanza di 2, 4 6 metri? Conosci lo stato d’animo nel quale ti troveresti se di fronte a Te chi ti minaccia brandisse veramente questo comune coltello da cucina? Sai come ti attaccherebbe, con quale forza può arrivare a colpire, con quale energia 

stringerebbe l’arma? Sai che resistenza è in grado di opporre l’aggressore una volta che hai (eventualmente) preso il suo braccio armato? Riusciresti a fare quello che fai quando ti alleni in palestra con qualcuno fermamente intenzionato a tagliarti e a bucarti con un coltello? 

Mentre rispondi alle domande, ricordiamoci che la figura alla quale facciamo riferimento nonè quella di un esperto; stiamo parlando di una qualsiasi persona che in preda ad un raptusviolento impugna l’arma in questione (un coltello da cucina diventa arma nel momento in cui èbrandito per arrecare danno fisico), con la ferma intenzione di provocare lesioni nei confrontidi chi si trova davanti.

Se questo fosse il caso sappi che hai davanti uno tra i nemici peggiori: l’uomo cheperso ogni freno inibitore, si tramuta grazie al potere moltiplicatore della lama, in unessere 10 volte più forte di prima; una tigre in grado di mordere, di lacerare, in gradodi...

CARNE AL SANGUE

“(...) Cingia spicca allora un salto indietro; e trovandosi in misura va a fondo con uno sbasso e colpisce si tremendamente il fianco dell’avvocato, che la punta,traversandolo, gli uscì per un palmo dalle reni...il Nardi pallido come la morte, coi denti serrati dal convulso, pieno la bocca di bava sanguigna, gli occhi stravolti viene portato via.” (DUELLI MORTALI)

Impressionati?Se si siamo sulla buona strada per valutare serenamente l’argomento.Per la cronaca questa non è una storia inventata, ma stralci del resoconto stilato sul terreno diun duello, svoltosi tra due italiani: il tenente di cavalleria Pietro Cingia emiliano e l’avvocato

 Andreolo Nardi siciliano, il giorno 7 novembre del 1891 alle ore 9.00 del mattino pressoun’osteria nelle vicinanze di Chiasso.

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Ora la questione non è il duello in sé stante, atto riprovevole e giustamente condannato dallalegge, ma il fatto che le armi fanno male.Le armi bianche delle quali ci occupiamo hanno la singolare capacità di forare e tagliare conuna facilità stupefacente la materia di cui siamo composti.Una volta che la carne è stata forata o tagliata è necessario riavvicinarne i lembi e cucirli

(tramite sutura) o procedere a interventi operatori più seri per ripristinare la funzionalità diviscere e organi, sempre che questo sia possibile.Impressionati?Bene, superata questa parte e ben consapevoli che il nostro corpo resiste invero ben poco aqualsiasi lama lo accarezzi o lo baci , ci lanciamo nella sommaria descrizione di lame varie(non cose da professionisti però, restiamo terra terra) e di modi di impugnarle con relativoutilizzo (idem).

LAME

Come annunciato qui non trattiamo ne discutiamo di “roba da commandos”.Hai voglia: si può essere ridotti ad una fontana di spruzzi deambulante da un taglierino,figuriamoci dover affrontare daghe seghettate con guardia a croce angolata in ottone, lama inacciao 440C e manico in gomma zigrinata antiscivolo.Il nostro motto in questo campo è piedi per terra, quindi via alla mini rassegna dei coltelliqualunque, buoni per tutti gli usi e di qualche attrezzo da lavoro

COLTELLI DA CUCINA E SIMILAREColtello a lama fissa (quindi non ripiegabile o retraibile) ad un filo, la cui lunghezza può

variare dai 20/25 centimetri con 10/15 cm. di lama, fino ai coltelli più grossi e robusti da 30/40 centimetri e lame da 18/25 cm.Questi coltelli si trovano normalmente in tutte le case, locali pubblici (bar, ristoranti, ecc...)

COLTELLI MULTIUSO/SERRAMANICO PER HOBBISTICA E SIMILAREColtello apribile con le due mani (talvolta con una mano sola) agendo sulla lama fino alloscatto di fissaggio in posizione aperta della stessa.Le lunghezze variano in ragione del modello e sono comprese circa tra i 15 ai 25 centimetriaperti. Attrezzo presente nelle case, cassette per hobbistica, ecc...

TAGLIERINO/CUTTER Attrezzo da lavoro e hobby che presenta in genere una lama molto affilata, spesso estraibilea scorrimento e segnata in più punti per permetterne l’asportazione graduale quando lastessa non taglia più.Lunghezza variabile secondo il modello dai 10 ai 20 centimetri completamente aperti. Anche questo è un attrezzo presente in molte case, cassette per gli attrezzi, macchine dalavoro, ecc...

CACCIAVITE - PUNTERUOLO -TAGLIACARTE - SCALPELLO

 Attrezzi da lavoro di varia lunghezza in genere dotati di testa piana o a croce, nel caso degliscalpelli anche affilata e di punta più o meno acuminata per punteruoli e tagliacarte.

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Si trovano sui luoghi di lavoro alcuni portano cacciaviti stranamente infilati (occhi aperti) nelleprese d’aria dei cruscotti delle auto.

UTILIZZO

Escludendo gli utilizzi per i quali questi attrezzi sono naturalmente destinati, vediamobrevemente il modo di impugnarli e le principali azioni che possono essere compiute per mettere in essere atti delinquenziali.Particolare legato al contesto è che la presa se non origina da un’estrazione d’arma sisviluppa in relazione alla posizione originaria dello strumento. Ad esempio un coltello da cucina è impugnato con la lama in basso (presa sopramano) se sitrova nel ceppo portacoltelli, un cacciavite è impugnato sottomano se è adagiato su unpianale da lavoro.

PRESA /IMPUGNATURA/ AZIONISi distinguono due prese, adottate da chiunque usi le mani come le utilizza un essere umano(giova ancora ricordare che non stiamo parlando d’esperti).Useremo per definirle la terminologia in uso nella scuola italiana, anche se ovviamente ilmodo di portare  l’arma dell’esperto è ben diverso e terribilmente più efficiente (anche se aocchi innocenti non risulterebbero differenze rilevabili).

PRESA SOPRAMANOIn questo tipo di presa l’attrezzo è impugnato con la lama in basso rispetto alla mano che loimpugna.

In alcune  Arti Marziali questo modo di impugnare viene definitoa rompighiaccio .Con questo tipo di presa i colpi sono inferti dall’alto in basso e necessitano di una distanzache possiamo definire corta o di corpo a corpo.In genere questo modo di impugnare alla Psycho origina una contrazione neuromuscolare alivello della muscolatura del braccio e della mano cui si aggiunge una capacità di retrazione ecaricamento dei colpi che coinvolge la muscolatura della spalla/pettorale/gran dorsale, dandoorigine ad una sinergia di forze molto potente.I colpi se in stasi dei soggetti (mancanza di movimento) sono di natura sequenziale continua(5/10 colpi ogni 5 sec.) spesso diretti ad una zona circoscritta dettata dall’istinto ed in partedalla vista.

SOTTOMANOLa presa sottomano (presa a martello) consente all’aggressore di tenere l’arma vicino alcorpo e di lanciare colpi in direzione lineare o semicircolare interna, cioè colpire il latosinistro della vittima rivolta frontalmente verso l’attaccante.Il caricamento all’indietro di solito non è iperaccentuato; inoltre il particolare angolod’ingaggio della punta non è di tipo lineare parallelo al pavimento (stoccata), ma registra unacurva ascendente che rende la punta potente e assai penetrante (punta bastarda o infalsata ). Altro fattore determinante in questo tipo di colpi è il naturale passo avanti della gamba cheaccompagna il braccio armato.Registrazioni video di simulazioni con soggetti non allenati né praticanti di Arti Marziali,

hanno evidenziato come istintivamente il passo accompagni il colpo e come in realtà ilbraccio armato anche nell’attacco lanciato non si estenda mai troppo oltre un naturale angoloavambraccio/braccio.

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Questo vuol dire che non si tratta tanto di dover fermare l’impatto di un braccio armato,quanto quello di un corpo intero che spinge sull’arma.

PORTATORI DI COLTELLO “nascono casi inopinati & tanto subbiti, che non si ha tempo di ricorrere all’armi longhe, pare che sia bene ricordare & avvertire come possa l’huom valersi di pugnale contra pugnale.” Magistro Salvatore Fabris 1601

Se al tempo del Magistro Fabris poteva essere facile dover metter mano al ferro, diciamogrosso modo con la stessa frequenza con la quale a noi può capitare di restare imbottigliatinel traffico con la macchina, oggi per fortuna la convivenza civile e le leggi dello Stato tutelanosufficientemente il cittadino e gli consentono di vivere senza spada e pugnale al fianco.Purtroppo oltre ad una fisiologica delinquenza nostrana negli ultimi anni si è costituita unanuova struttura criminale con connotazioni extracomunitarie (cioè composta da persone chegiungono da fuori i confini europei) e che ha nella clandestinità, nel totale disinteresse delleleggi italiane e anche nella determinazione ad affermarsi in modo violento, fattori che lapongono al centro di quella che è definita microcriminalità, ma che di micro per chi la subisceha ben poco.Non ci compete l’analisi dei fattori contingenti ne intendiamo giudicare o esprimere opinionial riguardo; questo dato di fatto c’interessa per gli aspetti legati al porto e all’utilizzo di armibianche che sembra essere predominante in questa nuova realtà.In questa struttura si è affermato per motivi diversi il coltello per varie ragioni che possiamo

identificare in un costo minore rispetto ad altre armi, retaggio storico, occultabilità e facilità didisfacimento, praticità d’uso e da non sottovalutare in caso di fermo per controlli, minore oquasi nullo indice di punibilità rispetto alle armi da fuoco.Per quanto riguarda le figure di potenziali aggressori sono raccontate nei brevi raccontiiniziali; due sole di queste storie vedono coinvolti per motivi ben diversi esperti dicombattimento.Negli altri casi si tratta di delinquenti che definiamo portatori di coltello , individui che portanol’arma e che la utilizzano contro persone disarmate per vari scopi (aggressione, violenza,rapina, ecc...).Oggi è il portatore di coltello a fare la triste storia del ferro corto.

Storia misera naturalmente di chi senza arte ne parte, si serve dell’arma per colpire l’inerme,magari alle spalle.Il portatore di coltello è l’ultimo stadio al quale pensiamo di poter opporre una difesa vitale econservativa nell’eventualità del pericolo; egli ha l’arma con se quindi la conosce e premeditae sebbene non sia un combattente di coltello o un esperto, è determinato nell’utilizzarla e neconosce le applicazioni pratiche.Vediamo ora questa scaletta di possibili aggressori armati.

RAFFORZATOREIl Rafforzatore prende dall’ambiente (strada, macchina, bar, ecc...) qualunque strumento passi

ai suoi occhi come un potenziamento della sua azione offensiva.Cacciaviti, martelli, coltelli da cucina, sono ai suoi occhi armi con le quali colpire spesso inmaniera disordinata e ripetitiva la vittima.

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I colpi possono essere diretti all’addome, schiena alta, torace e finiscono spesso quandoportati con presa sopramano sugli avambracci della vittima che si protegge per ripararsiistintivamente dagli attacchi.

RACCATTATORE

Il raccattatore è colui che in preda a raptus si serve di oggetti del luogo trasformandoli inarmi.Pur alterato seleziona in maniera analitica/istintiva armi occasionali (bicchieri e bottiglieframmentati, coltelli da banco, cacciaviti, punteruoli, ecc...) che gli consentano azionioffensive incisive.Colpisce di taglio e di punta sia con presa sottomano che sopramano e i bersagli sonouguali a quelli del rafforzatore.

PORTATOREIl portatore conduce l’arma con sé.

La tiene nascosta nei pantaloni, semplicemente in tasca o nella giacca, infilata nei calzini ese con clip la aggancia sovente anche agli slip o alla cintura sul davanti o su di dietro.Si sono osservati casi di lame ricavate o inastate su fibbie di cintuta o fibbie affilate,portachiavi affilati, chiavi di casa, macchina ecc...affilate o appuntite.Nel caso di un coltello vero e proprio si tratta spesso di serramanico con lama dritta conapertura a scatto (molletta) o apribile a due mani, oppure ancora quei pericolosi apribili aduna mano sola sul modello spyderco, con lama dritta o semicurva, spesso seghettata edestremamente tagliente.Il portatore, che ripetiamo non è un combattente di coltello, conosce comunque la sua arma ene ha quindi una buona manualità; spesso è in grado di estrarla e di aprirla moltovelocemente e non si fa scrupoli ad utilizzarla per colpire frontalmente di fianco o da dietro.I colpi sono diretti al corpo, alle gambe e ai glutei come azione di marcatura e in tal caso nonsono dati con l’intento di uccidere, oppure sono diretti di taglio al volto per segnare la vittima,anche in questo caso non sono colpi mortali, oppure diretti a zone specifiche come adesempio il cosiddetto sorriso di “Allah” (bersaglio = gola, colpo di matrice araba) per uccidere come quelli diretti ai naturali bersagli vitali compresi nel busto dalla gola all’addome.Il portatore tuttavia può differire dalle due precedenti tipologie perché talvolta utilizza l’armaper minacciare e non sempre per colpire.Mentre i primi due gruppi impugnano l’arma nel momento dell’ira (quando i freni inibitori per diverse ragioni sono venuti meno) e quindi spesso la utilizzano per colpire subito dopo, ilportatore è consapevole dell’arma e la utilizza in contesti anche diversi (minaccia,

intimidazione, avvertimento, colpi segnatori e per ultimo azioni letali) e con modalità diversedai primi. Ad esempio può estrarre l’arma e minacciare un attacco senza per questo arrivare a farlo,come per all’opposto estrarlo durante una colluttazione e colpire senza preavviso.Queste considerazioni ci portano a valutare attentamente il contesto comparsa di un’arma,perché pur nel grande pericolo al quale ci sottopone quest’eventuale situazione, la stessa sipresenta con caratteristiche diverse che vanno analizzate e studiate per conoscerne imeccanismi.Dobbiamo quindi essere in grado almeno da un primo punto di vista teorico/pratico diriconoscere non solo le armi, ma il contesto, le circostanze e le possibili variabili.Per sfuggire il pericolo dobbiamo captarne prima i possibili segnali ed essere pronti adagire.

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SI VIS PACEM PARABELLUM

Se vuoi la pace preparati alla guerra è un celebre motto latino che ricalca perfettamente la

filosofia di chi studia la difesa personale vitale; se vuoi non dover combattere, meglioconoscere il combattimento e secondo la scuola italiana meglio conoscere di quanti ingannifrodi e provocazioni può servirsi un nemico per poterlo meglio contrastare o anticipare.Se vuoi la pace devi essere pronto: a riconoscere i segnali, a fuggire, a utilizzare l’ambiente,a servirti d’oggetti disponibili e infine a muovere il tuo corpo e la tua mente per contrastarel’attacco.Vediamo insieme le strategie possibili sulle quali è possibile lavorare.

ACQUISIRE INFORMAZIONI Acquisire informazioni è necessario, qualunque sia l’ambiente nel quale ci troviamo amuoverci.Lo facciamo a nostra insaputa costantemente e si può imparare a farlo in maniera selettivaquando ci troviamo in contesti o situazioni che “a naso ci puzzano un pò ”. Allora i migliori in questo caso sono gli addetti alla sicurezza professionisti e i reparti specialioperativi di polizia e militari che operano in contesti red zone ; da questi possiamo ricavarealcuni utili consigli e suggerimenti, che dobbiamo comunque adattare alla nostra vita.Per cominciare impariamo a guardare le cose e gli oggetti in maniera definita edesercitiamo il nostro sistema sensoriale per percepire, vedere, sentire in maniera selettiva.Il trucco è quello di fare le cose come un gioco, si evita così il pericolo di diventare paranoicie di ritrovarsi a strisciare con il passo del leopardo verso casa.

EVENTO - CONTESTO - CIRCOSTANZEOgni situazione che da origine ad un evento, si realizza in un contesto e attraverso diversecircostanze.La valutazione che possiamo dare di questi tre fattori influisce notevolmente sulle risposteche a nostra volta forniremo e nel modo in cui ci relazioneremo con l’evento.Una situazione potenzialmente pericolosa che si svolge di giorno in mezzo alla gentepresenta più opportunità difensive da una che si realizza in un luogo poco illuminato e lontanodal via vai di persone? A prima vista sembra scontata la risposta e banale il quesito, ma pensaci bene e vedrai chein entrambe troverai punti di forza e debolezze alle quali potresti ricorrere per sopravvivere.

Tutto, ritorniamo a dire è legato ai tre fattori precedenti e al modo nel quale percepiamo eriusciamo a ricavare informazioni da questi fattori.Prossimamente proporremo delle situazioni realmente avvenute e un forum didiscussione per proporre le soluzioni possibili, ricavando dove possibile degliesercizi, insomma un vero e proprio terreno di lavoro e sperimentazione.

ARMI- ARMATO - REAZIONIDevi sapere in anticipo quali sono le reazioni del tuo corpo: non vogliamo tediarti con ladescrizione delle diverse sostanze chimiche prodotte dal corpo in questi frangenti.E’ il loro risultato o meglio quello che senti che può essere utile conoscere. Aumento del battito cardiaco, restrizione del campo visivo, parziale sordità, frammentazionedel movimento avverso (si vede come al rallentatore), accaloramento (vampate di calore al

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viso) o sudorazione fredda, salivazione bloccata, tremolio nella voce, e tremito alle gambe(ginocchia), alle mani ecc...Con questa situazione in atto è ben difficile orchestrare una difesa; verrebbe da pensare“eliminiamo la paura e quindi le reazioni di cui sopra”.Questo è l’errore più grave e più pericoloso in assoluto, quello che veramente può farci

perdere la vita; perché non è possibile bloccare il lavoro del guardiano arcaico (vediPaleoencefalo nel capitolo NOSCE TE IPSUM - pag. 20).

Questo vorrebbe forse dire che qualunque cosa tu faccia, indipendentemente dallatua preparazione fisica, dallo stile, scuola, metodo, sistema, da chi è il tuo Maestro,Guro, Sifu, Istruttore, ecc... nel momento del pericolo proverai paura?Ebbene si caro amico proverai paura, paura, paura.Te lo diciamo perché essere sinceri non costa niente e così nel frattempo loricordiamo anche a noi.

Rallegrati comunque, se provi paura vuol dire che sei umano.Perché la paura la provano tutti i sani di mente ed è l’alleato più prezioso che possiamoavere, a patto di imparare piano piano a cavalcarla, è come un’onda non puoi domarla acollaborare con lei e ad utilizzare le risorse che ti mette a disposizione.Ci sono molti modi di agire e collaborare con la paura addosso.Questo agire tremando lo abbiamo chiamato la salvazione .

LA SALVAZIONE

La salvazione non è il combattimento.La salvazione è un corpo che vuole fortemente sopravvivere, fattore pensandoci bene,naturale, intrinseco nella natura di ogni essere vivente.La salvazione ha lo scopo di farci uscire fuori, il più possibile simili a quando siamo entratinel vortice di un evento pericoloso per il nostro vivere.Corrisponde al riuscire a tornare a casa a leccarsi le ferite, lasciando se necessarioqualcosa di noi indietro, portando  fuori il necessario del nostro corpo per continuare a vivere.Ecco in ordine d’importanza da cosa è costituita  la salvazione 

FUGGIREFuggire è la mirabile capacità guerriera di lasciare l’aggressore ad urlare la frase pre/attaccoo intento a far volteggiare il coltello, mentre noi siamo ormai lanciati in una corsa dacentometristi, irraggiungibili anche per il Mennea dei tempi migliori.La sorpresa è l’elemento determinante, la velocità di reazione di scatto e la progressione (aliai piedi) sono necessarie.Prova a voltarti ed a correre con un compagno che tenta di prenderti partendo da 2,3,4,6,8metri di distanza, se riesce a toccarti anche solo di poco alla schiena sei fatto.

Prova a partire da seduto su una sedia, rialzarti da schiena a terra e scattare, ecc...Prova a correre salendo e scendendo le scale, scansando oggetti, persone, saltandoostacoli, ecc...

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Puoi farlo diventare tra le altre cose anche un ottimo allenamento aerobico e di forzaesplosiva.

FRAPPORRE OSTACOLI A meno che non ci troviamo nel deserto del Sahara o in qualche situazione limite dovremmo

poter contare su ostacoli naturali, costruiti o posati che possiamo utilizzare per farci da scudoall’attacco.Mirabile intuizione, un aggredito si lanciò sotto un furgoncino parcheggiato e iniziò ad urlareda sotto il mezzo facendo fuggire l’aggressore. Anche un cassonetto rappresenta una barriera, un albero, se siete buoni arrampicatori, ilcarrello della spesa, ecc....Prova a valutare l’ambiente come alleato.Se hai un’auto vecchia o la possiede un tuo amico, prova a rotolare sul cofano a salirci sultetto, a girarci intorno con qualcuno che tenta di prenderti.Quanto tempo c’impieghi ad uscire dal tavolo fisso di un locale pubblico.

Quanto da una macchina ferma magari all’opposto del posto dove ti trovi?

- UTILIZZARE OGGETTI DEL LUOGO- STRATEGIE DENT DE ZENCHIAR- UTILIZZARE OGGETTI PROPRI

Utilizzare oggetti del luogo e gli oggetti propri è un insieme di tattiche e strategie cheabbiamo definito Dent de Zenchiar (zanne del cinghiale).Breve spiegazione: questo è il nome di un’antica guardia di spada della Scuola Italiana, in cuilo schermidore simula un’apertura pronto a colpire come il cinghiale, che ruotando la grossatesta colpisce con le zanne l’incauto nemico che lo attacca al fianco.Utilizziamo questo termine per indicare le azioni che possiamo compiere aiutandoci con lezanne  disponibili per sorprendere chi ci attacca.Lanci di cappello, camuffi con il giubbotto, fruste di giacca e di cintura, bicchieri, posate,bottiglie, tappeti (qualcuno ancora sorride alla vista di un energumeno mandato a gambeall’aria grazie ad un provvidenziale tappeto tirato da sotto i suoi piedi) scopini del wc(oltretutto fanno anche schifo) sputi, sabbia, monete, macchina fotografica, cellulare,attaccapanni, portatovaglioli, ecc....Il limite è nel vedere ed individuare l’alleato nel contesto e nel saperlo utilizzare, nondobbiamo comunque diventare dei funamboli del già citato scopino.

Dent de zenchiar è questo: acquisire abilità sui materiali, una giacca ha un potere e strategiediverse da una cintura anche se sono entrambe flessibili e costruire la capacità di vedere glioggetti nell’ambiente.Qualcuno ben conosciuto e famoso in ambito marziale una volta si difese da un aggressorecon il cappello ed i guanti che portava, un modo senza dubbio elegante e raffinato di uscirefuori da una sgradevole situazione.Prova a vedere quanto tempo ci metti a sfilarti la cintura, prova a lanciare il cappello contro unbersaglio variando la distanza e muovendoti, prova a vedere quanto ci vuole a impugnaresaldamente il marsupio e fino dove riesci a colpire.Prova a sfilarti il giubbotto, basta una manica, la sinistra lasciala pure infilata, usalo come

insegna da sempre la Scuola Italiana imbracciato  avvolto al braccio come uno scudo, o abaffo trattenendolo per un lembo ed usato per colpire.

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Lo sai che in entrambi i casi si può svolgere e utilizzare per  legare   e strappare  l’armacatturata o per fare delle soffocate con stramazzo , metodi per portare a terra l’aggressoreoscurando grazie all’indumento la visuale e rendendogli anche difficile respirare.Riesci a centrare un bersaglio con una moneta e a che distanza? 

UTILIZZARE IL CORPO

Supponiamo che non si possa fuggire.Supponiamo che l’ambiente non abbia ostacoli che possiamo frapporre tra noi e chi vuolefarci del male.Supponiamo di non avere a portata di mano o nelle immediate vicinanze niente che possaassomigliare ad uno strumento di difesa, nemmeno un chiodo.Supponiamo che non abbiamo con noi nessun oggetto da utilizzare per rafforzare la nostraazione difensiva, nemmeno le chiavi di casa.

Possiamo ben supporre di essere all’ultima spiaggia.Non ci resta che utilizzare noi stessi; purtroppo a questo punto è necessario utilizzare partidel nostro amato corpo per tamponare l’attacco nemico.L’errore imperdonabile sarebbe farlo come prima opzione.Siamo al point of not return (suona bene, ma vuol dire che tira una bruttissima aria) stiamoconoscendo le efferate le situazioni in cui, o noi o il nemico e non in senso metaforico.Ricordiamo, per puro spirito di precisione, che stiamo parlando di una situazione in cuiqualcuno ha in mano un’arma da taglio o da punta ed è fermamente intenzionato ad usarlacontro di noi.

PROBLEMI E FORSE POSSIBILI SOLUZIONI...

Qual è il problema n° 1?Fermare l’attacco!

Qual è il problema n° 2?Finire il lavoro!(termine da duri, forse è meglio dire riuscire a cavarsela , ma non rende molto e un pò ciscoraggia).

E allora vediamo di soddisfare il bisogno principale che sentiamo impellente, cioè nonprendere il colpo.Ci proviamo aiutati da geometrie difensive o in extremis per  rinuncia, la parata di rinunciasecondo la Scuola Italiana attua un meccanismo per il quale il colpo è assorbito in parte ocompletamente da una zona del corpo che può sopravvivere per vari motivi più di un’altra.È ormai patrimonio comune che il braccio è nella sua parte esterna naturalmente piùresistente; una semplice prova consiste nel pizzicarlo sul lato interno, vale anche per lagamba e sentire la differenza, questa autosperimentazione ci potrebbe condurre inoltre atutta una serie di considerazioni sui pizzicotti, le strizzate  secondo la scuola italiana e suldove e come darli.

Ovviamente la resistenza del braccio ha limiti fisiologici: un colpo di punta portato fendentesopramano (dall’alto in basso) trapassa anche l’avambraccio più muscoloso.

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Una botta di taglio data con forza con un grosso coltello da cucina può arrivare fino alle ossadell’avambraccio e se si tratta di un coltellaccio tipo machete anche a tranciarle di netto.Resta in ogni caso il valore insostituibile degli scudi naturali ed istintivi, non sottovalutare maiil potere e la forza decisionale dell’istinto, che si possono attuare con gli avambracci esoprattutto delle geometrie protettive che originano dal lavoro spalla/gomito/polso.

Vediamo quindi sequenze specifiche d’attacchi lanciati specificando che si tratta didimostrazioni puramente indicative e che la foto ferma la necessaria dinamica dell’azione.Per queste sequenze abbiamo attinto al patrimonio della tradizione guerriera italiana.

NOSCE TE IPSUM

Spesso si sente dire “il 5% è tecnica, ma il 95% è nella mente, la differenza la fa l’individuo, èl’uomo e non lo stile”.Passa qualche secondo e si torna a discutere di un colpo di questo metodo, dell’altra scuolache è più aggressiva e chiude la distanza, di quelli che si addestrano con i coltelli veri e via diquesto passo.E il famoso 95%?E la differenza la fa la persona e non lo stile?Perché se tutti percepiamo che queste affermazioni sono vere risulta poi comunque difficilelavorarci sopra.“Almeno se provo a fare una tecnica qualcosa faccio e un pò di pace con me stesso  laritrovo...”

CONOSCI TE STESSO è il motto che potrebbe accompagnare chi si dedica sinceramenteallo studio della difesa personale e ancor di più chi ricerca e sperimenta metodi protettivivitali per la tutela della vita contro attacchi d’arma da botta o bianca.Conoscere se stessi non è un’impresa da poco.Un approccio potrebbe essere quello di salutare l’immagine che vedi riflessa nello specchioquando ti trucchi (se sei una donna) o quando ti fai la barba (in questo caso dovresti essereun uomo).Non è una perdita di tempo ed è un inizio di presa di contatto visivo con il tuo esterno; inoltreesiste la possibilità che ti osservi con occhi nuovo e forse potresti anche piacerti.In ogni caso quello che vedi nello specchio al mattino è la stessa cosa che porterai in giro per 

il resto della giornata e siccome stiamo parlando di difesa personale vitale, è proprioquella persona lì che tu desideri proteggere.Sei in altre parole la guardia del corpo di un personaggio molto importante al quale tienimolto e a cui non fai mancare niente: Tu.Quindi vale la pena spendere un pò di tempo per conoscerti meglio; ti proponiamo alcunisentieri d’autoconoscenza da percorrere in totale libertà.

COGITA RENS COGITA EXTENSAPraticare con la mente praticare con il corpo significa vivere la pratica anche fuoridall’allenamento, significa mantenere l’unità tra il centro direzionale di controllo ed i distretti 

operativi e farlo ricavandone benessere.

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Sperimentare modi nuovi di camminare e spostarsi: sai farlo in modo silenzioso, deciso, suuna gamba sola ecc., utilizzare quello che ci circonda per calibrare le nostre capacità,osservare i movimenti e le posture delle altre persone, un gioco senza fine ti attende, ungioco nel quale puoi utilizzare mente e corpo in modo diverso dal solito.

RISORSE DEL RETTILEPer conoscerci davvero non possiamo escludere la parte arcaica con la quale pocoriusciamo a dialogare.E questa parte è anche lei disposta a giocare, ma da sempre occupata a tempo pieno neldifficile compito di farci sopravvivere è più difficile da interessare.Si chiama paleoencefalo  (cervello antico), per distinguersi dal neoencefalo  (cortecciacelebrale la parte del cervello più recente), e per completezza d’informazione va citato ancheun certo sistema limbico che è una sorta di collegamento tra i due cervelli.

(Vedi anche articoli: “Mettere la Maschera” e “Dolore”)

Ora il fatto molto interessante in tutta la vicenda, a noi interessano gli aspetti marziali ladifesa personale vitale, è che il nostro beneamato cervello pensante (neoencefalo puòfunzionare solo una volta che siano stati soddisfatti i bisogni di base del rettile (paleoencefalo+ sitema limbico). Adesso anche se non siamo scienziati ne medici proviamo ad avventurarci in una specie dispiegazione scientifica per capire meglio (speriamo) l’assunto.Ora il nostro organismo è mosso da una rete composta da due sistemi nervosi: il sistemaparasimpatico che governa il riposo, la digestione ed altri processi autonomi.Il sistema simpatico che subentra nei casi d’allarme e blocca tutti i processi in corso del 

parasimpatico finché il pericolo non è passato.

Quindi in caso di immediato e vero pericolo se la minaccia e l’azione fosserocontemporanee (esempio girato l’angolo mi attaccano) la mia prima risposta sarebbe dettatadal rettile.Un altro curioso aneddoto: alcuni anni fa un indiano nativo d’America (pellerossa per quelliche guardano i film di cow boy) condusse un seminario in mezzo ai boschi degli Appennini edurante uno degli esercizi condusse i partecipanti nel fitto degli alberi e li fece urlare.Si proprio urlare e con quanto fiato ed energia avevano in corpo.Perché vedi quando urli davvero è il rettile che urla e si sente un ruggito, ma quel giorno gliurli sembravano belati o tentativi di prendere il do di petto .Ci volle un pò perché i partecipanti imparassero ad urlare di nuovo come mamma natura

aveva disposto per loro.Se vuoi scoprire il potere arcaico del tuo corpo devi aprire dei canali e concederti dellepossibilità: una possibilità te la offre la deambulazione in quadrupedia con movimentiaggiuntivi come raccogliere oggetti, bastoni e colpire il suolo o lanciarli, oppure trovati unbosco, il greto di un fiume e verificare il tuo urlo vitale. Se pensi di provare fallo in ambientesicuro per non essere portato via con la camicia di forza.

 STATI D’ANIMO Altra strada da percorrere è quella degli stati d’animo.In realtà tutto quello che percepiamo dal mondo, anche quello che stai provando adesso

mentre leggi queste righe, dipende dallo stato d’animo nel quale ti trovi, il che vuol dire daquello che i tuoi sensi ti inviano e dalle manipolazioni che Tu operi sulle informazioni.

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I sensi sono cinque vista/uditi/tatto/gusto/olfatto e sono le nostre guide perennemente inazione, antenne protese nell’ambiente che ci circonda per captare e decodificare segnali,suoni, odori, consistenze e ogni altra cosa si trovi nello spazio nel quale ci muoviamo.La cosa notevole. quella importante per noi è che sono questi i primi strumenti che ci mettonoin relazione con l’evento, in particolare vista tatto udito.

Quello che vedi, quello che senti, quello che tocchi o che tocca il tuo corpo (cinestesi) t’inviainformazioni, ma è quello che tu elabori di queste informazioni a fare la differenza.Un tipo che parla tra sé, dallo sguardo in tralice, tatuato e sudato che incroci per strada,potrebbe farti pensare che potrebbe trattarsi di un tossico, psicopatico: hai visto che tipo è,senti che parla da solo, passando ti ha urtato e hai percepito l’odore del suo corpo e suquesto hai elaborato un identikit. Invece è un medico dentista che giornalmente fa jogging eche ascolta la radio con l’auricolare.La cosa ancora più importante è che sulla base di quello che noi percepiamo, si badi benenon del fatto in se stante, quindi concreto, si innescheranno opportune reazioni biochimichenel nostro corpo.

Per quanto ne sappiamo non esiste una vera realtà, o meglio esiste quello che ognuno di noi percepisce di questa realtà.Guardare e vedere sono due aspetti legati alla percezione visiva che non necessariamenteconvivono, avete mai cercato qualcosa che avevate sotto gli occhi magari dicendovi “proprio 

non riesco a vederla” .Prova a guardare qualcosa che vi preoccupa sfocando l’immagine, agite sulla messa a fuocodell’immagine, si può fare anche con i film dell’orrore sembrando assolutamente impavidi difronte alle scene più crude.Prova a farlo con un compagno d’allenamento che funge da aggressore, sfocate l’immaginee agite in quello stato.Guardare senza giudicare o secondo le scuole orientali creare il vuoto nella visione è proprioquesto: agire sui sensi per ottimizzare lo stato d’animo, non giudicare l’evento ma muoversinell’evento, lasciando all’istinto marziale la capacità piena di interagire (non reagire gradonaturale di risposta originata dal rettile) con l’avverso.Riuscire a fare questo è una delle piccole conquiste sulla strada del Graal, pietra filosofale epercorso d’ogni scuola marziale.Un viaggio che punta all’unione delle tre forze attraverso un cosciente alterato addestramento  dei sensi e degli stati d’animo  fino a raggiungere l’unione, l’equilibrio el’interazione tra interno ed esterno.Omne Trinum Est Perfectum  per gli antichi ogni Triade è perfetta, Tre cerchi per comprendere uno in alto, uno in basso, uno al centro.

Non è detto che ci si arrivi, ma è certo che alcune strade si conoscono e si possonopercorrere.Il lavoro è possibile e gratificante.FISIOLOGIA & ATTITUDINI RINFORZATESulla fisiologia del Tuo corpo puoi agire in molti modi.Prova ad abbassare le spalle e prendere un’espressione avvilita; ora prova a farloraddrizzando le spalle, sollevando gli occhi e guardandoti attorno, vedrai come cambia lapercezione del mondo che ti circonda.Nella situazione di pericolo lo sconforto, l’abbattimento nasce anche dalla postura che èatteggiamento fisico espressione di uno stato mentale.

Una strategia semplice ed economica come abbiamo già detto è imparare a respirare; nonsolo è importantissimo per la difesa personale vitale è anche un investimento in salute.Prova in allenamento a difenderti trattenendo il fiato per alcuni secondi.

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Difficile vero?Questa è la situazione nelle quale ti potresti trovare in una vera aggressione; si va in apnea ela mancanza anche parziale di ossigeno tra le altre cose taglie le gambe (movimento) edingessa le braccia (scudi protettivi).Chi è salito sul ring sa bene che il nemico peggiore, prima dei colpi dell’avversario è il fatto di

trovarsi senza fiato.Quindi imparare a respirare, ci sono ottimi metodi per farlo come i metodi insegnati nelloYoga e in altre discipline, in un libro che stiamo preparando ne abbiamo selezionati e illustratialcuni che sono validi e adatti al lavoro di cui stiamo parlando e sperimentandoli anche al difuori dell’allenamento (tutta salute). Ma anche allenare i tendini (isometrica) sensibilità ecompetenza manuale nelle dita, la scioltezza articolare, la capacità di muoversi al buio(occhio agli spigoli), ecc...Ogni pratica che promuove l’utilizzo, equilibrato e non forzato, del corpo aggiunge potere alletue naturali capacità e costruisce nuove attitudini o meglio rafforza le esistenti.

DUE ESERCIZI PER COLLEGARE MENTE/CORPO

LE DOMANDE STRATEGICHE

Chi impugna l’arma e che cosa tiene in mano?Come la tiene?A quanta distanza si trova da noi/me?E’ solo? Si muove o è fermo e come?Qual’è il suo stato (alterato dall’ira, ubriaco, drogato, lucido/paranoico, ecc... )

Sta attaccando, minaccia, si avvicina cauto?Ho lo spazio per schizzare via dandogli la schiena ?È in grado di raggiungermi?Ci sono ostacoli?Quale cosa si trova più vicina a me?Quanto ci metto a raggiungerla? (porta, sedia, bicchiere, auto, tavolo, portacenere,ecc...cavalletti lavori in corso, sassi, materiale vario, ecc... )Cosa ho con me?Quanto tempo ci impiego a prenderlo/a?( giubbotto, cintura, marsupio, chiavi dellamacchina, berretto, borsa, ecc...)Ho lo spazio per usarla, posso adattarla?Queste sono alcune domande che possiamo porci: servono a mantenereinnanzitutto la mente ed il corpo in movimento, allertato e cancellano  le domandeinutili del tipo: quanto ci metterò a morire?Perché proprio a me? ecc...

Non è una cosa facile, ma è una strada da percorrere per tentare di tamponare la pressionepsicologica e darsi la possibilità di muovere il corpo ed arginare il possibile attaccodell’aggressore.Diciamo che in questo caso le domande strategiche servono a creare il coraggio della paura

o la paurosa azione necessaria quella scintilla che fa muovere il corpo e non lo bloccalegandolo all’evento.

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VIVERE È UN COMANDAMENTO...Le Arti Marziali sono per la vita.La Difesa Personale Vitale è per la vita.

Tutto quello di cui abbiamo parlato è vita.Non ci piace fare troppo affidamento sulle percentuali, ma in questo caso le percentuali cidicono che ci sono scarse possibilità che Tu venga aggredito da un delinquente armato dicoltello.E questo ci rallegra perché le Tue stesse probabilità le abbiamo anche noi.Quindi alleniamoci, facciamolo con scrupolo e attenzione, mettiamo severamente alla provaquanto ci viene suggerito, consigliato, insegnato.Addestriamoci  nelle più diverse situazioni, cerchiamo stimoli, compagni d’esercizio, masoprattutto cerchiamo che quanto facciamo ci procuri benessere.Divertimento, soddisfazione, entusiasmo, piacere, non dobbiamo passare la vita adaspettare il cattivo che magari non verrà mai.

E se per  sfiga ad ennesima potenza  verrà, solo allora, in quel preciso momento, saremopronti, con ogni millimetro del corpo, con ogni grammo di cervello, con tutto il cuore cheabbiamo.Audaces Fortuna Iuvat 

Tanti auguri.