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Sono pesi queste mie poesie - Nika Turbina

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Prefazione in "Sono pesi queste mie poesie" di Nika Turbina (Via del Vento, 2008)

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  • LATEX Literature Project

    email: [email protected]: http://federicofederici.netblog: http://leserpent.wordpress.comcover: The dark side of the room, F. Federici Im wunderschnen Monat Mai, Robert Schumann

    Prefazione in Sono pesi queste mie poesie di Nika Turbina (Via del Vento, 2008)

  • Sono pesi queste mie poesieFederico Federici

  • 41I testi qui raccolti, proposti in nuova traduzione, sono stati scritti daNika Turbina fra i sette e i nove anni di et, salvo gli ultimi quattro (del1985 Pesciolino doro, gli altri tre dopo il 1990). Questa scelta avvalo-rata dalle parole di una pagina del suo diario: Tutto quello che dovevo,lho detto da bambina, nelle mie poesie. Non cera bisogno che divenissidonna.

    un arco ristretto di tempo quello in cui sapre e chiude linteropercorso e la Turbina sembra saperlo dallinfanzia. Se, come sottolineaEvtuenko nellintroduzione a Quaderno di appunti (1984), nei bambini vivo un acuto senso di verit, questi versi assumono lespressione nonretorica di quel sentimento, lo risvegliano in chi legge, lo rivendicano pro-prio quando massimo lo scarto tra poesia e vita.

    Lesperienza di una condizione individuale e di unaltra condivisa conlumanit, a volte contrapposte, in et matura serba i tratti di uninfanziasconsolata e persa, alla quale la parola giunge come segno ultimo di graziae di speranza.

    Latto della creazione chiamato spesso a trasfigurare un dolore chelo trascende Non lasciatevi pi scrivere,/ versi, o imprimetevi nel cielo./Di sangue rosso/ il foglio che ho davanti e che non solo fisico, ha ra-dice nella natura, in unarmonia sconfitta Rime tagliate,/ frasi tagliate,/alberi tagliati:/ hanno abbattuto il bosco, in un legame reciso Cerco gliamici,/ io li ho lasciati andare.

    La crisi del verso coincide con quella dellindividuo, la parola novitdi vita: Quando scrivo, ho limpressione che una persona possa fare tuttoci che vuole. Ci sono cos tante parole dentro da smarrirsi.

    La scrittura gioco, ma nel modo serio di un bambino, che manipolaincantato quella cosa che lo ispira, la provoca: Ho iniziato componendoversi ad alta voce quando avevo tre anni. Picchiavo i pugni sul pianofortee componevo. Le poesie venivano come qualcosa di incredibile, che ti rag-

    1Prefazione in Sono pesi queste mie poesie di Nika Turbina (Via del Vento, 2008)e punto critico (gennaio, 2011).

  • 5giunge, poi ti lascia. In questo meccanismo, la scrittura si fa immagine-luogo della vita, Tutte le lettere di questo appunto/ preso in fretta che la mia vita/ sono stelle sparse attraverso cui si d non solo corso allamemoria, ma sinventano le cose, il mondo, Lamarezza di quel giorno/tutta trasmuter in parola, il guizzo musicale crea limmagine, si svolgee si frantuma sino allepigramma.

    Non ripaga del dolore il compromesso, n invocare la piet vale lattovolontario dellamore Far scudo con la spalla/ al peso del giorno, vilascer un usignolo: la protezione offerta prima della grazia.

    Lo sguardo fisso alla ferita quello del bambino che, caduto, scopre ilsangue, pi rapito dalla novit che osserva che aitto dalla pena. Propriola coscienza del dolore aggiunge conoscenza: Una persona deve capireche la vita non lunga. E se d valore alla propria vita, allora questa vitasar lunga e, se davvero lo merita, sar eterna, persino dopo la morte.Nei dialoghi gli interlocutori sono spesso assenti, o quasi allontanati dauna volont pi forte, che a volte coincide con quella di chi parla, comese imponesse solitudine parlare.

    Resta viva la tensione di ogni creatura di fronte al destino, lansia diprovocarlo, metterlo alla prova in un sussulto cosmico In piedi sui confini/ solo un passo ancora,/ avanti!, verso limmortalit, altre volte solo unvarco in cui la libert goduta un attimo non d scampo Non tenete inpugno la farfalla/ che la fiamma tenta.

    La perenne indecisione sul confine, lambizione di sfuggirlo, sono spes-so in relazione a un ambiente circoscritto, in cui la normalit esclude ilmondo In quella casa, invece,/ comincio la mattina spolverando,/ ser-rando le finestre/ per il vento. Questo luogo una dimora carica daffettie dansia, una figura del tempo accanto a un fiume, il corpo vuoto,abbandonato, di una bambola. Liberarsi costa un gesto, un abbraccio cherestituisce il cuore, o un gioco a nascondino misterioso con uninvisibilefigura A volte buono/ il mio padrone/ e per la notte/ apre lo sportel-lo,/ ma oltre il vetro sporco/ mette a guardia/ il buio. Il bisogno dessereprotetti a prezzo della libert: La gabbia/ graziosa,/ non manca/ lac-qua e il cibo.

    Linfanzia un giardino recintato, in fiore, dove un piede nudo ha la-sciato lorma ancora tiepida di sole. Oltre quella soglia saprono sentieri,strade cariche di vento, le foglie coprono direzioni gi tracciate, il sali-scendi un capogiro.

    Tutto questo presentito in anticipo sul tempo come fosse gi di fron-te agli occhi di bambina: stabilito con certezza lavvenire, fosse chiara lasconfitta, non restasse che accoglierla o strapparla, come un foglio scritto.

  • 6Dura sino a quel domani incerto la nostra sorte, sino a un altro mondodove tutti siamo destinati allincontro con il sosia, con limmagine riflessa:non sussiste a lungo, ricacciata nei frantumi dello specchio. Ma non basta. limmagine di s che si conserva dentro, dura, senza cancellarsi, e nonserve consegnarle il cuore per dividere con lei la sorte.

    Federico Federici