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SOMMARIO 1996–2017 INDICI NUOVA EDIZIONEINDICES 632–881 NEW EDITION
IN CONSULTAZIONE ESCLUSIVA SU :AVAILABLE FOR REFERENCE ONLY AT:CASABELLAWEB.EU
SOMMARIO2
884 — APRILE 2018
3—45INDUSTRIA IN ITALIA
4MARCO ZANUSOFABBRICA BRIONVEGA, CASELLA D’ASOLO, TREVISO 1963–1967
5UNA FABBRICA “DOMESTICA” DI MARCO ZANUSOChiara Baglione
16STUDIO VALLEFABBRICATO PLAXIL 8, CAMPUS FANTONI, OSOPPO, UDINE
17GINO E PIETRO VALLE PER FANTONI, INDUSTRIALI FRIULANIDavide Tommaso Ferrando
34NORMAN FOSTERSISTEMA NOMOS, TECNO
35NOMOS. UN TAVOLO CHE RACCONTA PIÙ DELLA SUA STORIAFrancesco Dal Co
46—99MILANO
48MILANO 2.0Camillo Magni
50CITYLIFE 2004–2018Francesca Serrazanett i
58MAURO GALANTINOGALLERIA COMMERCIALE
60ZAHA HADID ARCHITECTSTORRE GENERALI
61OLTRE L’ICONAMarco Biagi
69ELEMENTI STRUTTURALIMarco Biagi
73IL CURTAIN-WALLMarco Biagi
77I RIVESTIMENTI IN BAMBÙ DELLA MALLMarco Biagi
80OMAFONDAZIONE PRADA
81UNITÀ ED ETEROGENEITÀCamillo Magni
100—121BIENNALE ARCHITETTURA 2018
100IL PADIGLIONE DELLA SANTA SEDE, 16 MOSTRA INTERNAZIONALE DI ARCHITETTURA, LA BIENNALE DI VENEZIA, 25 MAGGIO–25 NOVEMBRE 2018Presentazione di Gianfranco Ravasi
103VATICAN CHAPELS: IL PROGETTO Francesco Dal Co
111FRANCESCO MAGNANI, TRAUDY PELZEL
112ANDREW BERMAN
113FRANCESCO CELLINI
114JAVIER CORVALÁN
115RICARDO FLORES, EVA PRATS
116NORMAN FOSTER
117TERUNOBU FUJIMORI
118SEAN GODSELL
119CARLA JUAÇABA
120SMILJAN RADIC
121EDUARDO SOUTO DE MOURA
124—129ENGLISH TEXTS
124ENGLISH TEXTS
ErrataNel servizio dedicato al progetto di Tobia Scarpa per la Chiesa di San Teonisto a Treviso apparso su «Casabella» n. 881, gennaio 2018, pagg. 62-71, è stato omesso il nome del progettista tecnico delle tribune reclinabili, lo Studio Tecnico Mandetta.
Ci scusiamo con i progettisti e con i nostri lettori.
100 Biennale Architettura 2018
Il Padiglione della Santa Sede, 16 Mostra Internazionale di Architettura, la Biennale di Venezia,
25 maggio-25 novembre 2018
Presentazione di Gianfranco Ravasi
Per la prima volta la Santa Sede, che rappresenta la Chiesa cattolica nella sua universalità, entra
nello spazio della Biennale di Architettura di Venezia. E lo fa approdando su un’isola affascinante
della Laguna, quella di San Giorgio, e penetrando nell’oasi di un bosco non attraverso rappresen-
tazioni grafiche o modelli ma con una vera e propria sequenza di cappelle. Nel culto cristiano esse
sono veri e propri templi, sia pure in forma minore rispetto alle cattedrali, alle basiliche e alle chiese.
Il numero delle cappelle è simbolico perché esprime quasi un decalogo di presenze incastonate
all’interno dello spazio: sono simili a voci fatte architettura che risuonano con la loro armonia spiri-
tuale nella trama della vita quotidiana. Per questo la visita alle dieci Vatican Chapels è una sorta di
pellegrinaggio non solo religioso ma anche laico, condotto da tutti coloro che desiderano riscoprire
la bellezza, il silenzio, la voce interiore e trascendente, la fraternità umana dello stare insieme
nell’assemblea di un popolo, ma anche la solitudine del bosco ove si può cogliere il fremito della
natura che è come un tempio cosmico.
A precedere questa sfilata c’è un emblema: è il Padiglione Asplund, dove saranno esposti i disegni
per la «Cappella nel bosco» di Gunnar Asplund che, attraverso i suoi disegni progettuali, a distanza
di quasi un secolo e da una regione diversa, rievoca la costante ricerca dell’umanità nei confronti
del sacro all’interno dell’orizzonte spaziale della natura in cui si vive.
Dalla Presentazione di Gianfranco Ravasi nel libro Vatican Chapels,
che verrà presentato al pubblico in occasione dell’inaugurazione del Padiglione della Santa Sede.
101CASABELLA 884
1
102 Biennale Architettura 2018
2
103CASABELLA 884
Vatican Chapels: il progetto
di Francesco Dal Co
Il progetto per Vatican Chapels, il
Padiglione della Santa Sede alla 16
Mostra Internazionale di Architettura
de La Biennale, deriva da un
precedente preciso, la Skogskapellet,
la “cappella nel bosco”, costruita nel
1920 da Gunnar Asplund nel Cimitero
di Stoccolma.
Per realizzare il Padiglione
si è individuata un’area non molto
frequentata e conosciuta nell’Isola
di San Giorgio Maggiore a Venezia.
Insula Memmia in epoca romana, poi
ridenominata “isola dei cipressi”
quando nel IX secolo vi venne
costruita la prima chiesetta intitolata
a San Giorgio Maggiore, dal 1560
radicalmente modificata da Palladio
e da quanti ne proseguirono l’opera,
l’isola ha subito numerose
trasformazioni con il passare dei
secoli. Dal 1951, essendo stata
concessa dal Demanio dello Stato
alla Fondazione Giorgio Cini, l’isola
ha subito una serie di profondi restauri
e ha accolto nuove edificazioni,
portate a termine per favorire lo
svolgimento delle attività culturali
e di formazione promosse dalla
Fondazione e ricondurre le porzioni
monumentali del complesso a un
omogeneo aspetto palladiano.
I materiali di risulta accumulati nel
corso delle demolizioni che di questo
progetto furono conseguenza,
vennero scaricati nella laguna e l’isola
aumentò in maniera assai significativa
la sua estensione. Sul versante a sud,
proteso nella laguna, si venne così
a formare, dal 1962 circa, un vasto
parco che ospita anche il “teatro
verde”, un teatro all’aperto con
1.345 posti, inaugurato nel 1954.
Avendo come riferimento la
Skogskapellet di Asplund, il bosco,
cresciuto con il passare degli anni
in questa estremità dell’isola, è stato
individuato come il luogo più
appropriato per costruire Vatican
Chapels. Una volta ottenutane
l’approvazione da parte del Demanio
dello Stato e instaurati i primi rapporti
con la Fondazione Cini, destinati
a trovare successivamente formale
definizione, il progetto, elaborato
con il Pontificio Consiglio della Cultura,
è stato esposto ad alcuni architetti
provenienti da ogni parte del mondo
e il sito è stato da loro visitato.
Ottenuto il loro impegno a elaborare
i progetti per dieci cappelle immerse
nel verde, si è proceduto
all’ottenimento di tutti i permessi
necessari rilasciati dagli organi
di tutela. Una volta pervenuti i primi
elaborati progettuali, sono state
contattate diverse imprese,
proponendo loro di operare come
diretti costruttori delle cappelle.
Una volta acquisite le loro adesioni,
si è proceduto alla ingegnerizzazione
dei progetti e alla individuazione
di un referente unico incaricato
di gestire l’intero cantiere, la logistica
e le assistenze alle diverse imprese
costruttrici, specializzate nella
lavorazione dei materiali più diversi
scelti dagli architetti.
Le dieci cappelle sono state
posizionate all’interno del bosco sia
tenendo conto della specificità dei
progetti sia delle opzioni formulate
dagli architetti.
Allo scopo di rendere il pubblico
partecipe delle ragioni all’origine di
Vatican Chapels, si è deciso di allestire
uno spazio espositivo autonomo,
destinato a essere il primo episodio
che il pubblico incontrerà all’ingresso
del Padiglione della Santa Sede,
per la presentazione dei disegni
e del plastico della “cappella nel
bosco” di Asplund, concessi dal
Canadian Centre for Architecture
di Montreal e dello Swedish Centre
for Architecture and Design di
Stoccolma. Con la Skogskapellet,
un piccolo capolavoro, Asplund definì
la cappella come un luogo di
orientamento, incontro, meditazione
casualmente o naturalmente formatosi
all’interno di un vasto terreno alberato,
inteso quale fisica evocazione del
labirintico percorso della vita e del
peregrinare dell’uomo in attesa
dell’incontro.
Questo è il tema che è stato
proposto ai dieci architetti invitati
a costruire altrettante cappelle
nel bosco che si trova nell’isola
1—fotopiano della città di Venezia
—photomap of the city of Venice
2—foto aerea dell’isola di San
Giorgio Maggiore con evidenziata
l’area di progetto
—aerial photograph of the island
of San Giorgio Maggiore showing
the project area
104 Biennale Architettura 2018
Gunnar Asplund,Cappella nel bosco,cimitero di Stoccolma1918–21
3—prospettiva del fronte principale
—perspective view of the main
facade
4—prospettiva dell’arco d'ingresso
—perspective view of the
entrance arch
5, 7—viste della cappella con la figura
dorata dell’Angelo della Morte
di Carl Milles sopra il portico
—views of the chapel with the
gilded figure fo the Angel of
Death by Carl Milles above the
portico
6—studio del fronte con il portico
e il cancello
—study of the front with the
portico and the gate
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106 Biennale Architettura 2018
di San Giorgio Maggiore.
Per la nostra cultura è usuale
identificare la cappella con un
ambiente ricavato per ragioni e finalità
diverse all’interno di spazi religiosi
più ampi e per lo più preesistenti.
La pratica all’origine di questa
percezione ha prodotto numerosi
modelli che hanno in comune il fatto
di essersi formati per lo più in ambienti
circoscritti e di appartenere sempre
a uno spazio altro, ovvero a un luogo
di culto, a una cattedrale, a una chiesa
o più semplicemente a un sito
individuato per avere accolto un
accadimento inusuale, oppure per
essere stato individuato come meta
riconosciuta. In epoca moderna
questi modelli hanno dato luogo
al consolidarsi di un canone.
La richiesta rivolta agli architetti
invitati a costruire il Padiglione della
Santa Sede ha implicato, quindi, una
sfida inusuale, poiché ai progettisti
è stato chiesto di confrontarsi con
un tipo edilizio che non ha precedenti
né modelli facilmente individuabili.
Le cappelle che gli architetti hanno
progettato, infatti, sono isolate e
accolte da un ambiente naturale del
tutto astratto, connotato unicamente
dal suo emergere dalla laguna e dal
suo aprirsi sull’acqua. Nel bosco dove
il “Padiglione Asplund” e le cappelle
sono collocati non vi sono mete
e l’ambiente è soltanto una metafora
del peregrinare della vita. Questa
metafora, nel caso di Vatican Chapels,
è ancora più radicale di quella
configurata da Asplund, che costruì
la sua cappella tra gli alberi, ma
all’interno di un cimitero. Per queste
ragioni gli architetti del Padiglione
della Santa Sede hanno lavorato senza
alcun riferimento ai canoni
comunemente riconosciuti e senza
poter contare su alcun modello
dal punto di vista tipologico, come
dimostra la varietà, solo in apparenza
sorprendente, dei progetti da loro
elaborati.
Anche per quest’ultima ragione,
il contributo dato dalle imprese che
hanno realizzato le undici costruzioni
che formano Vatican Chapels è stato
essenziale. Per questo motivo accanto
ai nomi degli architetti che hanno
progettato Vatican Chapels è
opportuno riportare qui quelli di quanti
li hanno realizzati: Andrew Berman
(USA) con Moretti; Francesco Cellini
(Italia) con Panariagroup; Javier
Corvalán (Paraguay) con Simeon;
Ricardo Flores ed Eva Prats (Spagna)
con Saint-Gobain Italia; Norman
Foster (UK) con Tecno e Maeg;
Terunobu Fujimori (Giappone) con
LignoAlp e Barth Interni; Sean Godsell
(Australia) con Zintek e Maeg; Carla
Juaçaba (Brasile) con Secco Sistemi;
Smiljan Radic (Cile) con Moretti;
Eduardo Souto de Moura (Portogallo)
con Laboratorio Morseletto;
Francesco Magnani e Traudy Pelzel
(Italia), Padiglione Asplund, con Alpi.
Alla costruzione di Vatican Chapels
hanno garantito il loro contributo:
Fondazione Cariplo, Fondazione
di Venezia, Fondazione Giorgio Cini,
Sociedade Francisco Manuel dos
Santos, Terna, Università Iuav
di Venezia.
L’impresa Sacaim ha svolto il ruolo
di general contractor; il Gruppo Fallani
ha realizzato l’intero apparato di
comunicazione e gli allestimenti,
mentre Tassinari/Vetta ha progettato
la grafica; Piaggio Group ha fornito
il bookshop e i mezzi di trasporto
all’interno del Padiglione; Francesco
Magnani, Traudy Pelzel, Luigi Cocco
e Antonio Girello hanno diretto
e coordinato i lavori.
107CASABELLA 884
8 9—la Fondazione Cini: il chiostro
della Chiesa di San Giorgio
Maggiore e uno scorcio del
Labirinto Borges
—Fondazione Cini: the cloister
of the church of San Giorgio
Maggiore and view of the Borges
Labyrinth
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108 Biennale Architettura 2018
10—19—il Padiglione della Santa Sede
si sviluppa nell'area verde che
circonda la Fondazione Cini, il più
grande parco privato della città di
Venezia che ospita anche il Teatro
Verde
—the Pavilion of the Holy See is
located in the green area around
Fondazione Cini, the largest
private park in the city of Venice,
which also contains the Teatro
Verde
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Vatican ChapelsIl Padiglione della Santa Sede,
16 Mostra Internazionale di Architettura,
la Biennale di Venezia,
25 maggio-25 novembre 2018
scheda del progettocommissarioGianfranco Ravasi
progettoFrancesco Dal Co
curatoriFrancesco Dal Co, Micol Forti
Legenda:
1 Francesco Magnani e Traudy Pelzel
(Padiglione Asplund)
2 Eduardo Souto de Moura
3 Carla Juaçaba
4 Sean Godsell
5 Smiljan Radic
6 Ricardo Flores ed Eva Prats
7 Francesco Cellini
8 Javier Corvalán
9 Andrew Berman
10 Norman Foster
11 Terunobu Fujimori
0 20m
111CASABELLA 884
Francesco Magnani, Traudy Pelzel
112 Biennale Architettura 2018
Andrew Berman
113CASABELLA 884
Francesco Cellini
114 Biennale Architettura 2018
Javier Corvalán
115CASABELLA 884
Ricardo Flores, Eva Prats
116 Biennale Architettura 2018
Norman Foster
117CASABELLA 884
Terunobu Fujimori
118 Biennale Architettura 2018
Sean Godsell
119CASABELLA 884
Carla Juaçaba
120 Biennale Architettura 2018
Smiljan Radic
121CASABELLA 884
Eduardo Souto de Moura