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S S k k a a n n A A M M A A Z Z I I N N G G M M A A G G A A Z Z I I N N E E Anno 1 Numero 9 Maggio 2013 La rivista multicanale di narrativa fantastica liofilizzata istantanea Lady Blood di Luca Oleastri di Jackie de Ripper Bright Side Steampact 2013 Stefania Deflazione Prototipo Alfa Antropomorfo Minuti Contati Non è un paese per... Lacrime di sposa Una Storia al Mese Era un mondo Piccolo NASF: Le Tre Lune I sentieri degli indiani I romanzi di Franco Forte Engineman Le radici del male Aladino e le Perle di Saggezza

Skan Magazine n.9

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Il numero 9 di Skan Magazine (maggio 2013)

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  • -- 11 --

    SSkkaannAAMMAAZZIINNGGMMAAGGAAZZIINNEEAAnnnnoo 11 NNuummeerroo 99 MMaaggggiioo 22001133LLaa rriivviissttaammuullttiiccaannaallee ddiinnaarrrraattiivvaa ffaannttaassttiiccaalliiooffiilliizzzzaattaa iissttaannttaanneeaa

    LLaaddyy BBllooooddddii LLuuccaa OOlleeaassttrriiddii JJaacckkiiee ddee RRiippppeerr

    Bright SideSteampact 2013StefaniaDeflazionePrototipo AlfaAntropomorfoMinuti ContatiNon un paese per...Lacrime di sposaUna Storia al MeseEra un mondoPiccoloNASF: Le Tre LuneI sentieridegli indiani

    I romanzidi Franco ForteEnginemanLe radici del maleAladino e le Perledi Saggezza

  • NNoonn ppeerrddeetteeiill nnuummeerroo ddiiGGiiuuggnnoo 22001133NNeell mmeezzzzoo ddeellccaammmmiinn ddii nnoossttrraa vviittaa......

  • -- 33 --

    L'editoriale ............................. 5di Jackie de RipperReportageSteampact 2013 ................. 6di Giorgio SangiorgiUna voce da Malta"Stefania" .......................... 10di Roberto BommaritoBeing Piscu"Defalzione" ...................... 11di Andrea ViscusiGuest Stars"Prototipo Alfa" ............... 14di Luigi Bonaro"Antropomorfo" ................ 18di kaipirissimaOltre lo SkannatoioMinuti Contati"Lacrime di sposa"di Stefano Pastor ......... 21"Non un paese per..."di Maurizio Bertino ..... 22USAM Una Storia al Mese"Piccolo"di Stefano Pastor ......... 24"Era un mondo"di Michele Vaccaro ...... 33NASF Le Tre Lune"I sentieri degli indiani"di Nozomi ..................... 34Nella pancia del Drago"Sono Pdor! Figlio di Kmer!della trib degli Star!"di Andrea Atzori .......... 37

    Il Giudizio... Di DioI romanzi storici di Franco Fortedi Diego Di Dio ............ 39Il libro da rileggere"Engineman"di Massimo Luciani ..... 42L'eBook nell'eReader"Le radici del male"(presentazione) ............. 44Narrativa interattiva"Aladino e le Perle di Saggezza"di Leonardo Boselli ...... 45Vale pi di mille parole"Super in Paris" .................50di Giorgio SangiorgiDARK SIDE ........................... 51

    J a c k i e d e R i p p e rk a i p i r i s s imaNo z omieGio r g i o S an g i o r g iRo b e r t o Bommar i t oAndr e a V i s c u s iLu i g i Bonar oS t e f ano Pa s t o rMaur i z i o B e r t in oMi c h e l e V a c c a r oAndr e a A t z o r iMa s s imo Lu c i an iL e ona rdo Bo s e l l i

    Hanno collaborato Sommario del BBrriigghhtt SSiiddee

  • -- 44 --

    Vale pi di mille parole"Lady Blood" .................... 51di Luca OleastriSkannatoio edizione XVIILe specifiche ..................... 52di TETRACTYS"Effimero panico" ............. 53di Sol Weintraub"Cobalto estaticodializzami l'anima" ....... 58di Nozomi 2.0"La scelta" ......................... 61di Polly Russell"Grigio d'amor perduto" ..64di SmilodonSpeciale ventiquattr'ore"Tanz bambolina"di Sol Weintraub .......... 66"Non c' scoperta senza ricerca"di Polly Russell ............ 69"Materia prima"di shanda06 ................... 75"La danse de la Mort"di anark2000 ................. 78

    Il Lato Oscuro"Le viscere della mente"di TETRACTYS ............. 81Domande retoricheTETRACTYS intervistaSol Weintraub .............. 86Risultati e classifiche"Skannatoio 5 e mezzo"... 90

    TETRACTYSSo l W e in t r au bNo z omi 2 .0Po l l y Ru s s e l lSm i l odons h anda06anark2000eLu c a Ol e a s t r i

    Hanno collaboratoSommario del DDaarrkk SSiiddee

  • -- 55 --

    Stasera l'ariaE' fresca...

    SSkkaannAAMMAAZZIINNGGMMAAGGAAZZIINNEE

  • -- 66 --

    M a s c h e r a t i p e r n o n f a r s i n o t a r e :E d i z i o n i S c u d o a l l o S t e a m p a c t

    SSkkaann ReportageSStteeaammppaacctt 22001133

  • -- 77 --

  • -- 88 --

  • -- 99 --

  • -- 1010 --

    RRoobbeerrttoo BBoommmmaarriittooTerritori d'oltremareUna voce da Malta

    SSkkaannS t e f a n i a

  • -- 1111 --

    D e f l a z i o n e AAnnddrreeaa VViissccuussiiBeing PiscuSSkkaann

  • -- 1212 --

  • -- 1313 --

  • -- 1414 --

    BBoonnaarroo KKaaiippiirriissssiimmaa

    - Siamo rimaste sole, uccellino

    mio, mi vuoi bene?

    - S, mamma

    Guest Stars

    P r o t o t i p o A l f a

    SSkkaann

  • -- 1515 --

    - E questo quaderno zeppo di

    numeri che cos?

    - Non lo so, me lo dica lei. Ieri,

    ho dato alla classe il compito di

    copiare dal libro di testo e que-

    sto lelaborato di sua figlia.

    - In effetti, anche a casa

    riempie spesso fogli interi con

    tutti questi numeri senza senso.

    - Signora, sua figlia molto

    introversa, violenta con i

    compagni, non si integra con

    gli altri bimbi della classe. Sia-

    mo fortunati che i genitori di

    Enrico non abbiano sporto de-

    nuncia, il bimbo stava morendo

    carbonizzato in quell incendio

    nel ripostiglio dei giochi. Le di-

    co che per colpa di sua figlia

    abbiamo rischiato di chiudere.

    Sono stata rimproverata a

    lungo dal Direttore didattico

    Guardi signora, voglio esser

    franca, temo che si dovr ri-

    volgere a uno specialista.

    - Ho capito, vieni Lory, andia-

    mo a casa. Disse Geltrude

    guardando per terra. La bimba

    tese la piccola mano a sua ma-

    dre e si avviarono. Il sole aveva

    tinto il cielo di intensi colori,

    era pomeriggio inoltrato,

    varcato il cancello della scuola

    una pioggerellina leggerissima

    sorprese le due, Geltrude apr

    lombrello e trasse a s la

    piccola, un tramonto anomalo

    si specchiava, intervallato da

    puntini dacqua, sul lunotto

    oscurato di una Punto bianca

    parcheggiata dallaltro lato del

    marciapiede.

    - Venga si accomodi. Il

    commissario era passato a tro-

    vare Geltrude, erano sulluscio.

    - Mi dispiace non posso tratte-

    nermi, mi rincresce dirglielo

    cos ma suo marito stato

    avvelenato. Lautopsia ha mo-

    strato tracce di Digitalis purpu-

    rea, le stesse sono state trovate

    nel tessuto del divano.

    - E che cos?

    - un fiore velenoso signora,

    come quelli che ha in giardino.

    - Come? Le mie campanelle

    viola sono velenose?

    - Stiamo facendo delle indagini

    sul cibo che abbiamo preso in

    casa e stiamo verificando se

    suo marito avesse avuto dei ne-

    mici o fosse in situazioni di pe-

    ricolo.

    - Mio marito era un bravuomo,

    faceva una vita tranquilla.

    - Lo sappiamo ma non possia-

    mo trascurare nulla. La saluto,

    per adesso. Sappia che stiamo

    lavorando per far luce sulla vi-

    cenda.

    - Lospedale era appeso in cima

    a una collina, lontano dal

    centro abitato, vicino alle auto-

    strade. Una vecchia, vestita in

    modo sobrio, era seduta su di

    una panchina, nel giardino

    incolto, antistante la clinica.

    Indossava degli occhiali scuri,

    quasi fosse cieca, con le mani

    spargeva del pane, intorno a lei

    piccioni aggressivi s ingozza-

    vano con fare vorace. Tra le

    sterpaglie serpeggiavano picco-

    li animali.

    - Ecco dottore, siamo venuti.

    - Come sta? Il dottor Corbi

    tese la mano alla signora, poi

    fece una carezza sul capo di

    Lory.

    - Ciao piccolina. Disse il

    dottore sorridendo.

    - Questo il quaderno e i fogli

    che mi chiedeva. Esclam

    Geltrude in evidente stato di

    agitazione.

    - Stia tranquilla. Replic il

    dottor Corbi.

    - Ah, senta signora, posso

    parlare con Lory da solo? Lei

    vada pure a casa. Mander

    unauto a prenderla quando

    avremo finito.

    - Allora Lory, puoi chiamarmi

    Pietro. Parliamo un poco di te e

    facciamo dei test con questi

    nuovi macchinari. Ti va?

    - Cosa vuole che faccia?

    Replic la piccola.

    - Nulla, dobbiamo solo parla-

    re. . .

    - Secondo la teoria talamica, la

    sede dellemozione situata a

    livello neurofisiologico.

    Cannon attribuisce al talamo

    un ruolo essenziale. Secondo

    lui, sia le vie corticali che le vie

    sottocorticali, hanno un ruolo

    primario nella mediazione

    dellesperienza emotiva. Tala-

    mo e ipotalamo rappresentano i

    centri di controllo delle azioni

    motorie che includono, a loro

    volta, cambiamenti nel sistema

    periferico. Ecco, sembra che

    nella tua fisiologia il talamo

    non svolga nessuna di queste

    funzioni, e, in considerazione

    di quella strana membrana che

    lo avvolge, sembra essere quasi

    una sorta di ricevitore biologi-

    co che traduce informazioni a

    pi alta frequenza in un

    linguaggio riconoscibile dal si-

    stema nervoso. un ipotesi,

    non ho mai visto nulla del ge-

    nere, dovrei approfondire lo

    studio. Quel che certo che

    la tua ghiandola non percepi-

    sce, come di norma, stimoli di

    tipo emotivo. Tu sei del tutto

    incapace di provare emozione

    non vero? Quanto al fatto di

    non parlare, credo che sia

    normale per te. La maggior

    parte delle cose che gli uomini

    dicono sono irrazionali, tu non

    parli semplicemente perch non

    sapresti cosa dire, giusto? Sono

  • -- 1616 --

    sicuro che mi capisci bene. Il

    tuo libro di testo si chiama

    Impariamo a scrivere?

    - S.

    - Il tuo compito perfetto.

    solo scritto con un codice di-

    verso, non alfabetico. Lo hai

    scritto in binario vero? La

    bimba non replic.

    - incredibile. Abbiamo tro-

    vato tutti i dettagli del libro di

    testo, incluso il formato, gli

    elementi in merito alle modali-

    t di stampa offset, le spaziatu-

    re, l interlinea, la grammatura

    della carta. Insomma, con i soli

    dati presenti nel tuo quaderno

    possibile dare istruzioni

    complete a una qualsiasi

    computer per stampare comple-

    tamente il testo scolastico in

    uso nella tua classe.

    - La maestra ci aveva detto di

    copiare. Ma il compito poi non

    le piaciuto. Replic la

    bimba.

    - Dal codice assembler che ave-

    vi scritto sui fogli che ci ha

    dato tua madre invece, abbiamo

    trovato delle coordinate di ripe-

    titori governativi, delle parti di

    sequenze numeriche che corri-

    spondono a delle trasmissioni

    televisive, stavi guardando un

    documentario su dei bellissimi

    fiori viola a campana, le Scro-

    phulariaceae e, credo, tu abbia

    recepito insieme alle immagini

    anche tutte le coordinate di tra-

    smissione. Avete per caso la tv

    satellitare in casa?

    - Quei fiori alla tv mi piaceva-

    no molto e li ho disegnati.

    - Sembra che tu percepisca

    l informazione nella sua globa-

    lit e riesca anche a restituirla

    esattamente com, ma questo

    non un difetto, semmai

    unanomalia e insieme una dote

    eccezionale.

    - Il problema consiste semmai

    nel fatto che questa eccessiva

    razionalit, la completa assenza

    di emozioni, sembrerebbero

    portarsi dietro ci che viene de-

    finito disturbo delirante, una

    sorta di paranoia. Non hai nes-

    sun tipo di preconcetto morale

    o culturale vero? Per percepi-

    sci il mondo come se fosse

    contro di te?

    - La maggior parte delle perso-

    ne fa cose irrazionali, illogiche.

    - Senti Loredana, tu non sei co-

    me gli altri, ma allo stato attua-

    le non posso sostenere che tu

    abbia dei disturbi, sei solo fi-

    siologicamente diversa. Se mi

    consenti di approfondire gli

    studi, potremmo trovare una

    soluzione di compromesso che

    possa integrarti meglio. Che di-

    ci? Vuoi provare? Non ti succe-

    der nulla. Io ti protegger

    - A questora ti staranno gi

    cercando tutti. La vecchia

    punto bianca andava veloce, la

    strada lunga e veloce costeggia-

    va case dei pescatori in calce

    viva da una parte, il lago che

    era dallaltra parte finiva sui pi-

    ni di un enorme montagna, un

    sole rosso si rifletteva sullo

    specchio dacqua.

    - Allora, Beta dodici perch hai

    avvelenato tuo padre? Disse

    a un certo punto Alfa undici

    mentre era alla guida dellauto-

    vettura.

    - Voleva riportarmi da Loro, al

    Centro Sperimentale. Avrebbe-

    ro ricominciato con il Pro-

    gramma Alfa, con tutti quegli

    esperimenti dolorosi. E co-

    munque, non era mio padre, io

    non sono nata, sono stata creata

    da Loro. Dovresti saperlo, sei

    come me. Alfa undici si fa-

    ceva chiamare Carla Morlon,

    era una bellissima donna sulla

    quarantina, capelli nerissimi,

    carnagione molto chiara, pelle

    delicata, espressione arcigna,

    sopracciglia aguzze, due

    accenti, uno acuto e uno grave

    calcavano su due splendidi

    occhi cerulei. Non rideva mai,

    lei e Lory erano identiche, solo

    che Alfa undici era ormai una

    donna.

    - Perch sei venuta a cercarmi?

    Disse Lory senza espressio-

    ne.

    - Sto provando a sottrarvi al

    Loro controllo, voglio

    prendervi tutte con me. Vivre-

    mo tutte insieme come una fa-

    miglia. Qui dietro c Beta no-

    ve. Stiamo andando a prendere

    la piccola Beta sette a Milano.

    Alfa undici indic con un di-

    to i sedili posteriori, una ra-

    gazzina identica a Lory stava

    giocando con un orsacchiotto.

    - Siamo delle assassine, vero,

    ma, malgrado la nostra natura,

    vorrei provare a rieducarvi. La

    nostra genetica non pu essere

    una predestinazione. Sono circa

    dieci anni che non uccido pi.

    Fidatevi, possiamo cambiare.

    Con la volont possiamo mi-

    gliorarci. Insomma, uccidere

    la cosa pi grave di cui si possa

    macchiare un essere umano.

    - Ma noi non siamo umane.

    Replic la piccola.

    - Smettila, non dire cos. Ce la

    faremo

    - Signora, sono il dottor Corbi,

    quando mi ha detto che Lory

    stata rapita sono venuto subito

    da lei.

    - Mi aiuti dottore, sono sicura

    che lei pu riuscire a trovare la

    mia bambina. Proruppe

    Geltrude disperata.

    - Signora, devo chiederle una

    cosa che credo sia molto

    importante per poter ritrovare

  • -- 1717 --

    sua figlia.

    - Tutto, dottor Corbi, le dir

    tutto ci che vuole sapere.

    - Lory stata adottata?

    - No, dottore. Guardi, qui ci so-

    no le foto di quando ho partori-

    to. Avevamo dei problemi, sia-

    mo stati tanti anni alla ricerca

    di un bambino. Poi, un ente

    statale ha avviato un Pro-

    gramma Sperimentale di fe-

    condazione presso un Centro

    medico e ci siamo rivolti a loro.

    - Buongiorno, sono il dottor

    Corbi del Centro Universitario,

    avrei bisogno di consultare i

    vostri archivi per una ricerca

    scientifica. Mi serve il file di

    Loredana Panico.

    - Un attimo, faccio una ricerca

    Replic l impiegato.

    Ecco, mi dispiace. Tutto il

    materiale relativo alloperato

    della dottoressa Carla Moron

    non disponibile. protetto da

    password. Non ho accesso ai fi-

    le.

    - Perch mai?

    - La dottoressa che dirigeva il

    reparto stata sospesa. Dicono

    che si sia macchiata di gravi

    colpe, pare che sia impazzita.

    Un bel giorno i militari sono

    venuti qui, hanno sequestrato

    tutto e poi sono spariti

    portandosi via la dottoressa.

    - E se volessi informazioni sul

    file della famiglia Panico?

    - Dovrebbe far domanda al Mi-

    nistero della Difesa e poi torna-

    re con lautorizzazione e la pas-

    sword per consultarli.

    - E questa dottoressa Moron,

    rintracciabile in qualche modo?

    - Non lo so, per, visto che

    un dottore, la posso farla parla-

    re con il Dirigente medico

    dellospedale.

    - La punto bianca era riversa

    sulla strada, le ruote continua-

    vano a girare rivolte verso il

    tramonto. All interno, Alfa

    undici con il cranio fracassato e

    il volante nello sterno, gli occhi

    cerulei erano spalancati,

    guardavano fissi nel vuoto.

    - Poco pi in l, mentre i

    soccorsi sfrecciavano verso la

    Punto bianca, Aristide Scroto,

    camionista di Segrate diretto a

    Birmingham, accoglieva due

    piccole gemelle nel suo tir, ave-

    vano capelli nerissimi, carna-

    gione molto chiara, pelle deli-

    cata, espressione arcigna,

    sopracciglia aguzze, due

    accenti, uno acuto e uno grave

    calcavano su splendidi occhi

    cerulei.

    - Era pomeriggio inoltrato

    quando il dottor Corbi venne

    accompagnato nella cella di Al-

    fa Uno.

    - E cos mi hai trovato dottor

    Corbi

    - Come sa il mio nome, come

    faceva a sapere che la cerca-

    vo Lei devessere Carla Mo-

    ron

    - Se preferisci chiamarmi co-

    s Era una donna sulla

    quarantina, era bellissima, ave-

    va i capelli nerissimi, carna-

    gione molto chiara, pelle deli-

    cata, espressione arcigna,

    sopracciglia aguzze, due

    accenti, uno acuto e uno grave

    calcavano su splendidi occhi

    cerulei.

    - Prima slegami, poi parlia-

    mo

    - Devesserci una buona ragio-

    ne se legata

    - Ho mangiato un orecchio a un

    infermiere, era sgarbato, mi

    trattava sempre male. Ma non

    mi sembra il tuo caso, tu sei

    una persona molto buona e so-

    prattutto educata. Disse la

    donna prorompendo in una ri-

    sata folle.

    - Sei nuovo, dottorino, lo so

    che stai pensando che sono

    identica alla piccolina che co-

    nosci e ti stai chiedendo se so-

    no intelligente come lei? Sappi

    che siamo molto brillanti noi

    Alfa, una cosa di famiglia. Tu

    non lavori per Loro, non ve-

    ro?

    - Chi sono Loro?

    - Ti rispondo subito. La ra-

    gazzina non si chiama Loreda-

    na ma Beta dodici, allo stato

    attuale diretta in Inghilterra a

    bordo di un Tir in compagnia di

    Beta nove.

    - Come sa tutte queste cose?

    lei Carla Moron?

    - Non il mio nome, ma io so-

    no lei, siamo identiche, noi Alfa

    siamo tutte uguali e tutte in co-

    munione psichica.

    - Nel 92 ha lavorato al Pro-

    gramma sperimentale presso la

    Clinica per la fecondazione

    artificiale?

    - Nel 1992 ero reclusa al

    Centro Sperimentale Alfa,

    sottoposta continuamente ai te-

    st, sai qual era la mia colpa?

    - No. Non lo so.. .

    - Essere me stessa. Loro mi

    hanno prodotta. Dicono che so-

    no pericolosa, unassassina. Ma

    mi hanno creata Loro in questo

    modo. Adesso sono in questo

    posto, lunica ragione per cui

    mi tengono in vita il Loro

    progetto segreto.

    - Quale progetto segreto? Di

    che parla?

    - Parlo d ibridazione aliena. Io

    sono la prima, Alfa Uno.

    Vengono qui, mi fanno i test,

    mi studiano per vedere cosa

  • -- 1818 --

    andato storto.

    - Loro vengono? Chi vuole che

    venga qui?

    - Lo so, stai pensando che ho

    fatto io gli esperimenti sulle

    bambine Beta e che adesso mi

    sto inventando tutto.

    - Cosa andato storto?

    - Non ci sono uomini tra noi, le

    Alfa sono solo femmine. Noi

    non possiamo partorire Non

    possiamo generare quello che

    Loro chiamano il Prototipo Al-

    fa. Questo ci che andato

    storto. Inoltre, in virt dell'alte-

    razione genetica, abbiamo tutto

    in eccesso, eccessiva forza,

    eccessiva intelligenza, capacit

    extrasensoriali, capacit di

    percepire le onde cerebrali e i

    pensieri altrui, ma abbiamo

    eccessive paranoie, naturale

    inclinazione all'omicidio e non

    abbiamo emozioni. In breve,

    siamo molto pericolose. Non

    mi credi vero? Guarda quella

    foto al muro, cosa vedi?

    - Vedo bambine, tutte uguali,

    sono tutte identiche a Lory

    - Non sono Lory, siamo tutte

    noi da piccole. Lory, come la

    chiami tu, appartiene alla se-

    conda generazione di Alfa, gli

    Esemplari Beta. Loro stanno

    continuando a replicarci

    - Ma Loro chi sono

    A n t r o p o m o r f o

  • -- 1919 --

  • -- 2020 --

  • -- 2121 --

    L a c r i m e d i s p o s a

    SSkkaann OLTRE LO skannatoiOMinuti ContatINEW AGE

  • -- 2222 --

    N o n u n p a e s e p e r . . .

  • -- 2323 --

  • -- 2424 --

    OLTRE LO skannatoiOUSAM - una storia al meseSSkkaannP i c c o l o

  • -- 2525 --

  • -- 2626 --

  • -- 2727 --

  • -- 2828 --

  • -- 2929 --

  • -- 3030 --

  • -- 3131 --

  • -- 3232 --

  • -- 3333 --

    E r a u n m o n d o

  • -- 3434 --

    LLee TTrree LLuunneeSSkkaann OLTRE LO skannatoiONuovi Autori di Sfi-Fi

    I s e n t i e r id e g l i i n d i a n i

  • -- 3535 --

  • -- 3636 --

  • -- 3737 --

    Nella pancia del Dragohttp://www.sulromanzo.it/redazione/andrea-atzori

    SSoonnoo PPddoorr!! FFiigglliioo ddiiKKmmeerr!! DDeellllaa ttrriibbddeeggllii SSttaarr!!

    SSkkaann

  • -- 3838 --

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    Diego Di Diovalutai romanzi storicidi Franco Forte

    I BASTIONI DEL CORAGGIO

    Il Giudizio... Di DioSSkkaann II rroommaannzzii ssttoorriicciiddii FFrraannccoo FFoorrttee

  • -- 4040 --

    ROMA IN FIAMME

  • -- 4141 --

    IL SEGNO DELL'UNTORE

  • -- 4242 --

    Enginemandi Eric Brown

    Il Libro da rileggereEEnnggiinneemmaann

    ddii EErriicc BBrroowwnn

    SSkkaann

  • -- 4343 --

  • -- 4444 --

    Le Radici del Male di Alda TeodoraniIllustrazione di copertina di Alan M. ClarkMezzotints Ebook - Collana OmbreFormato ebook (epub, mobi)Pagine: 145 - Lingua: ItalianoISBN epub: 9788890814563ISBN mobi: 9788890814570Prezzo di copertina: 2,99Le Radici del Male contiene tre lunghi racconti: Gi, neldel irio, Specchi di sangue e Soluzione finale. Lautrice inquesta sua opera storica presenta un viaggio crudele e violentonella psiche umana, tra solitudine e delirio. Le Radici del Ma-le gi stato pubblicato in edizione cartacea, per Granata Pressnel 1993 e Addiction nel 2002. Lopera stata ampiamente edi-tata e aggiornata per questa nuova edizione digitale.I l Libro: Il velo viene squarciato, cos che noi possiamo os-servare l'abisso: non tanto per capire, quanto per conoscerela materia di cui siamo fatti. Questi tre racconti scavano l dovenessuno vorrebbe mai guardare, dentro il tessuto pi distortodella natura umana, e dissotterrano incubi scomodi, ma cosreali e vicini a noi da risultarci familiari, nella loro crudelt deva-stante. Antonio Giordani sembra aver toccato il fondo: percepi-sce il mondo percepisce l'amore attraverso la deformazioneallucinante delle droghe. Di professione fa il fotografo, le imma-gini che scatta sono il frutto di terribili torture e omicidi, atroci-t e depravazioni, lunico linguaggio che lo coinvolge a fondo quello del sesso, un sesso deviato, aggressivo, fatale. Al centrodel suo personale abisso trova un'anima affine in Grazia Greu-ter: la pittrice degli incubi, proprio come lui traduce in imma-gini le violenze umane, dipingendo tele tormentate e mostruose.

    Il loro rapporto sar benedizione e condanna, elevazione e ro-vina, perch il buio in cui Antonio si muove nasconde ben altreprofondit, e la sua discesa nel delirio non si ancora arrestata.Mac Ewan, invece, un sicario: spietato, infallibile, il coltello cheusa per uccidere unestensione del suo corpo. I suoi lavori so-no studiati nei dettagli, portati a termine con dovizia, ferocia eindifferenza. Nel succedersi delle efferatezze il suo lato oscuroemerge prepotente: vuole riscuotere il suo debito di vita e dimorte, vuole togliersi di dosso ogni inibizione, vuole mieterel'esistenza, strappare al mondo fino all'ultimo dei suoi servigiper soddisfare ogni suo pi osceno desiderio. Vuole provvedereche le sue piante acquatiche abbiano la migliore, la pi delicata ecommovente delle cure. E che nessuno osi mettersi davanti alsuo cammino insanguinato. In questa galleria implacabile tuttoritorna, i fili sbrogliati vengono a riallacciarsi al cospetto di uninvestigatore dalla mente deviata, contorta, che ha uno rapportodeformato con la madre e quindi con tutte le donne: secondolui Grazia deve per forza conoscere lautore dei feroci delitticommessi in citt, visto che i suoi dipinti ritraggono con disu-mana efficacia tali atrocit. Le indagini di Valenti proseguonocon metodica efficienza, portandolo sempre pi vicino alcollasso nervoso, mentre il suo fanatismo lo spinge a ergersi asolutore, giudice, giustiziere. Un testo ultra-violento, denso di unsesso esposto e sfrenato, la parola non fa sconti a niente e anessuno, sputa in faccia le sordide, perverse pieghe che luomocerca di mantenere sotterranee, e tenta di nascondere anche aipropri occhi. Radici che ci serrano nella loro morsa, sincuneanosempre pi a fondo, anche dentro di noi, nel nostro animo. E citrascinano gi, nel delirio.Lautore: Alda Teodorani ha spaziato tra vari generi letterari tracui l'horror, il giallo, l'erotico. All'attivit di scrittrice affiancaquella di traduttrice. Ha pubblicato racconti in antologie, quoti-diani e riviste. Ha esordito pubblicando il racconto Non haicapito in Nero Ital iano, 27 racconti metropolitani (OscarMondadori). Con Carlo Lucarelli, Loriano Macchiavelli eMarcello Fois ha fondato il Gruppo 13. Insegna scrittura allaScuola Internazionale di Comics di Roma. Gli altri suoi romanzi:Gi, nel del irio (Granata Press, 1991), Belve (Addictions,2003), La Signora delle torture (Addictions, 2004), Incubi(Halley Edizioni, 2005), BloodyRainbow (Hacca, 2006), I sacramenti del male (Il GialloMondadori, 2008). Suoi racconti sono pubblicati in diverseantologie da Stampa Alternativa, Einaudi, Giallo Mondadori.

    L' Book nell' ReaderLLee RR aaddiiccii ddeell MM aallee

    ddii AAllddaa TTeeooddoorraannii

    SSkkaann

  • -- 4545 --

    Narrativa InterattivaAAllaaddiinnoo EE lleePPeerrllee ddii SSaaggggeezzzzaaddii LLeeoonnaarrddoo BBoosseellllii

    SSkkaann

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    Aladino e le Perle di SaggezzaUn'avventura testuale surrealedi Leonardo Boselli

  • -- 4747 --

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  • -- 5050 --

    VALE PIU' di mille paroleSuper in Par is

    SSkkaann

  • -- 5151 --

    VALE PIU' di mille paroleLady Blood

    SSkkaann

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    &&SSkkaannAAMMAAZZIINNGGMMAAGGAAZZIINNEE

    SSkkaannnnaattooiioo ssppeecciiaallee XXVVIIIIVVeennttiiqquuaattttrr''oorreenneell ttuunnnneell sseennzzaa ffiinneeSSkkaannnnaattooiioo eeddiizziioonnee XXVVIIIISSttaasseerraa ll''aarriiaa ffrreessccaa......

  • -- 5353 --

    "La Terra sollev il capo

    dall'oscurit cupa e minaccio-

    sa.

    La luce scomparve: atroce

    terrore! E i suoi capelli coperti

    di disperazione grigia"

    (William Blake, "I canti

    dell'esperienza)

    Caro Oswald,

    scrivo con la morte, la gelida

    morte nel cuore. Anzi, dal pi

    profondo di me, dal cuore stes-

    so, mi pare che qualcosa mi

    trafigga con acuminati

    ghiaccioli i nervi percorsi da

    una corrente di fuoco.

    Rubo le parole dello scrittore

    tedesco a te tanto caro perch

    io stesso non potrei descrivere

    meglio il mio stato d'animo

    mentre, a malapena rassicurato

    dal chiarore del lume, mi

    appresto a lasciarti queste ri-

    ghe, memoria e monito dei

    miei errori.

    L'orrore un tarlo che si annida

    tra le pieghe del quotidiano e

    lentamente rode, fino a lasciare

    scoperte le nervature dell'ina-

    spettato.

    Ma affinch tu comprenda con

    chiarezza necessario tornare

    indietro, quando tutto ha avuto

    inizio.

    Come tu ben sai la divulgazio-

    ne delle mie teorie scientifiche,

    che ora riconosco avventata, e

    l'accesa controversia con lo

    strutturalismo di Wundt aveva-

    no causato la perdita della mia

    cattedra a Lipsia e l'allontana-

    mento dagli ambienti accade-

    mici.

    Trovandomi quindi in ri-

    strettezze economiche accettai

    di buon grado l'invito dell'ami-

    co Theo, figlio di quel Wolfart

    4

    gi allievo di Mesmer, a trasfe-

    rirmi presso di lui a Berlino per

    continuare i miei studi.

    Prima di continuare permettimi

    di spendere alcune parole ri-

    guardo il mio singolare mece-

    nate. Rubizzo e gioviale, Theo

    Wolfart assomigliava pi

    all'oste di una taverna che non a

    un uomo di cultura. Istrione

    apprezzato e ricercato, era co-

    nosciuto nei salotti per le feste

    straordinarie organizzate nella

    grande casa sul

    Kurfrstendamm. Le male-

    lingue degli esclusi volevano

    questi ricevimenti come crapu-

    le ai limiti della lascivia, dove

    il padrone di casa in abiti da

    dandy, il pince-nez ben calato

    sul naso, si aggirava irretendo

    le nobildonne come Priapo

    nella favola milesia.

    Se mi dilungo in questi dettagli,

    all'apparenza privi di interesse,

    per farti comprendere la mia

    cecit. Chi meglio di me, da

    sempre esploratore attento della

    mente umana, avrebbe dovuto

    leggere in quelle pulsioni,

    neppure troppo celate, il seme

    degli eventi che sarebbero se-

    guiti? Devo dire a mia discolpa

    che mai una volta egli aveva te-

    nuto in mia presenza atteggia-

    menti sconvenienti, portandomi

    a liquidare le voci sul suo conto

    come dicerie prive di fonda-

    mento.

    Nel corso della nostra amicizia,

    nata ai tempi dell'universit, si

    era anzi rivelato uomo di

    grande ingegno e di ampie ve-

    dute. Al di fuori dell'ambiente

    mondano il suo temperamento

    subiva una profonda trasforma-

    zione, rendendolo esasperante

    agli occhi dei pi: non si

    stancava mai infatti di sminuire

    l'interesse per le scienze esatte,

    contrapponendolo alla dedizio-

    ne verso l'empirico e il tra-

    scendente. I suoi delatori lo de-

    finivano un illuso, ma gli

    ammiratori, di fronte al suo

    ardente zelo, quasi si vergogna-

    vano di avere aspirazioni estra-

    nee alla sfera della conoscenza

    pura.

    Giunsi nella capitale pochi

    giorni prima di Natale, accolto

    dallo scampanio festoso del

    rorate coeli. Attraverso i fi-

    nestrini della vettura vedevo

    soavi volti di angeli sorridermi

    dalle bancarelle illuminate,

    mentre il fumo acre delle casta-

    gne arrosto si mescolava ai

    profumi della festa.

    Theo mi accolse con gioia

    fraterna, come se gli anni di

    lontananza, appena stemperati

    dalla saltuaria corrispondenza,

    avessero rinsaldato la nostra

    amicizia anzich quietarla.

    La casa, un sontuoso edificio

    barocco nel centro di Gru-

    newald, era se possibile ancora

    pi bella di quanto mi aspettas-

    si: l'opulenza architettonica era

    infatti messa in ombra, una

    volta varcato l'ingresso, dalle

    opere straordinarie custodite

    nelle sale. Statue greche dalle

    forme aggraziate facevano

    bella mostra tra quadri del ma-

    E f f i m e r o p a n i c oSSkkaann

  • -- 5454 --

    nierismo italiano in un bisticcio

    di forme e colori. Nei corridoi

    dalle volte affrescate, bronzi

    mediterranei accompagnavano

    arazzi di Leyda dalle trame

    perfette.

    Ma ci che pi colpiva

    l'attenzione erano gli scuri idoli

    lignei che Theo aveva portato

    con se dai suoi viaggi in

    oriente, esseri mostruosi e

    malsani dei quali mi guardavo

    bene del chiedere il nome.

    Altrettanto sinistra ai miei

    occhi appariva la servit: figure

    scure e minute, dagli occhi a

    mandorla, provenienti, seppi,

    da quelle remote regioni

    dell'Asia dove si dice il pensie-

    ro permetta di volare e gli uo-

    mini conoscano ancora la

    lingua degli dei.

    Nonostante le mie insistenze

    Theo non volle parlarmi subito

    dei suoi progetti, preferendo

    posticiparli dopo le feste. Anzi,

    versatomi un congruo anticipo

    per quelle che lui defin future

    consulenze, mi invit ad assa-

    porare la gioiosa vita berlinese,

    imbarazzandomi non poco.

    Il giorno di Natale, dopo la

    messa solenne alla quale il mio

    ospite prefer non accompa-

    gnarmi, pranzammo in compa-

    gnia di alcuni cittadini notabili,

    tra i quali lo stesso consigliere

    di giustizia, invitati per l'occa-

    sione. Fu una giornata di sana e

    piacevole allegria, impreziosita

    dall'oratoria brillante del padro-

    ne di casa, e questo non fece

    che allontanare gli ultimi dubbi

    riguardo i pettegolezzi sul

    conto del mio amico.

    Ma sto divagando.

    Conobbi Elizabeta il giorno pri-

    ma di San Silvestro.

    Quella mattina mi ero alzato

    presto per studiare alcune carte

    che Theo aveva messo a mia

    disposizione. Si trattava della

    corrispondenza del padre con

    Mesmer, risalente agli ultimi

    anni di vita del maestro. Le

    lettere erano un ricettacolo di

    considerazioni, maturate nello

    scienziato durante il suo esilio

    di Meersburg e mai condivise

    con altri, se non l'amato disce-

    polo. Mi ero persuaso che tra

    quegli appunti avrei trovato

    prove inconfutabili delle teorie,

    riguardo l'origine dei sogni e il

    loro legame con alcune patolo-

    gie, che mi avevano trascinato

    in disgrazia e provocato la deri-

    sione dei colleghi.

    Assorto nella lettura non udii

    l'arrivo della carrozza n mi

    accorsi di Theo finch, giunto

    alle mie spalle, non mi chiam

    per nome.

    Mi voltai per rispondere ma le

    parole morirono in gola.

    La giovane che mi trovai da-

    vanti era di una bellezza tale da

    indurmi ad abbassare lo

    sguardo, come se il fissarla pi

    del dovuto avesse potuto farmi

    perdere il senno. Il volto,

    incorniciato dai capelli ramati,

    sembrava uscito da un pennello

    fiammingo; non doveva avere

    pi di quattordici anni, ma la

    pienezza delle forme faceva gi

    presagire la donna che, di l a

    poco, sarebbe sbocciata.

    Mi vergogno a lasciarmi andare

    a certe confidenze, ma ammetto

    di essere rimasto immobile, co-

    me colpito all'improvviso da un

    sortilegio, finch Theo,

    afferratomi il braccio, mi scos-

    se con delicatezza.

    - Georg, - disse, riavuta la mia

    imbarazzata attenzione - lascia

    che ti presenti mia figlia Eliza-

    beta.

    Balbettai qualcosa, ricevendo

    in cambio un compito inchino.

    A dire il vero ero piuttosto

    interdetto: Theo non aveva mai

    accennato a una moglie, tanto

    meno a una figlia.

    Lui continu tuttavia a parlare,

    incurante della mia perplessit.

    - Normalmente frequenta un

    collegio a Knigsberg, ma ho

    ritenuto opportuno farla tornare

    a casa affinch potessi cono-

    scerla. per lei infatti che ho

    richiesto la tua consulenza,

    nella speranza che la tua

    scienza prevalga l dove la mia

    ha fallito.

    Eravamo seduti in uno dei

    grandi salotti del pianterreno,

    dominato da Venere, Amore, la

    Follia e il Tempo del Bronzino

    che avrei detto autentico. Nella

    luce del mattino i capelli di Eli-

    zabeta sembravano avvampare

    e non potei fare a meno di assi-

    milare la sua figura a quella

    della dea del dipinto. Per un

    istante immaginai me stesso, in

    luogo di Eros, baciare quelle

    labbra e saggiare la morbidezza

    del corpo e fu con grande

    sforzo che mi strappai a quelle

    visioni, aggrappandomi alle

    parole di Theo come un naufra-

    go a uno scoglio tra i marosi.

    - Da sempre mia figlia soffre di

    disturbi del sonno - continu il

    mio amico, dopo aver servito

    da bere a entrambi. - Incubi

    terribili che le impediscono da

    anni di riposare senza l'ausilio

  • -- 5555 --

    di medicine e misture, minando

    la sua salute gi cagionevole.

    inoltre spesso preda di attacchi

    di sonnambulismo. Ho cercato

    in tutti i modi di venire a capo

    della causa di tali fenomeni,

    inutilmente. Ho piena fiducia

    nel tuo lavoro Georg e poco mi

    importa dell'opinione altrui.

    Elizabeta era rimasta fino ad

    allora in silenzio, giocando

    nervosamente con l'orlo del ve-

    stito.

    Solo alla fine sollev lo

    sguardo, cercandomi.

    Quando incrociai quegli occhi,

    Oswald, capii di essere perdu-

    to.

    Ricordare importante, ma lo

    altrettanto dimenticare. Tra

    questi due estremi si muoveva-

    no le mie teorie tanto

    osteggiate.

    Ho sempre ritenuto la malattia

    originata da un dolore che, a

    sua volta, scaturisce dalla co-

    scienza. Se la patologia esterna

    sintomo di una causa interna,

    curare il disturbo del corpo

    equivale ad arginare, non a eli-

    minare il problema. Come la

    chiocciola, se minacciata, si ri-

    trae nel suo guscio cos i traumi

    della mente si annidano nel

    profondo della coscienza, sva-

    nendo nei recessi della memo-

    ria laddove non possono essere

    trovati e quindi combattuti.

    Elizabeta non ricordava nulla

    dei suoi incubi, se non il senso

    di angoscia che la perseguitava,

    ma era certamente in loro a es-

    sere celata la chiave per la sua

    guarigione.

    Theo mi disse di aver gi pro-

    vato pi volte ad accedere alla

    mente della figlia tramite il

    sonno mesmerico, inutilmente.

    Nei miei studi avevo pi volte

    postulato, partendo dalle teorie

    di Mesmer, la possibilit di uti-

    lizzare il fluido universale co-

    me veicolo per la coscienza

    senza tuttavia supportare la mia

    intuizione con prove effettive.

    Con mio grande stupore appresi

    come Theo fosse riuscito a tra-

    sporre il tutto nella pratica.

    Durante i suoi viaggi in oriente

    era entrato in contatto con alcu-

    ne pratiche mediche, come

    l'agopuntura e la moxibustione,

    molto simili nei principi a

    quelle del medico viennese. Da

    questi presupposti aveva de-

    dotto la possibilit di utilizzare

    alcuni punti del corpo come

    porte attraverso le quali pe-

    netrare in quella regione extra-

    mondana che non faceva miste-

    ro di definire anima.

    Se mi fossi soffermato a ragio-

    nare sull'entusiasmo con il qua-

    le mi esponeva le sue scoperte

    forse avrei agito in maniera

    meno avventata, ma troppo era

    il desiderio di rivalsa verso i

    miei delatori.

    Fissammo l'esperimento di l a

    due giorni.

    La sera di Capodanno Theo

    organizz una grande festa alla

    quale furono invitati il fior fio-

    re della societ berlinese. Era

    presente, tra gli altri, quel gio-

    vane Ries

    5

    famoso per le sue

    suite per violino e pianoforte.

    Avrei preferito rimanere nelle

    mie stanze ma l'insistenza del

    mio ospite mi fece desistere.

    Al termine della cena la

    compagnia si spost nel salone

    inferiore a sorseggiare punch; il

    virtuoso compositore si era se-

    duto al pianoforte, calamitando

    l'attenzione, e io ne approfitti

    per tornare al piano di sopra in

    cerca di solitudine.

    Uscii sulla terrazza per fumare,

    potevo sentire la musica festosa

    degli organetti provenire dalle

    strade. Sui tetti delle case le

    banderuole stridevano, come se

    i meccanismi del tempo si fos-

    sero messi in moto per scalzare

    il vecchio anno dalla sua sede,

    scagliandolo nell'oblio.

    Una brezza gelida aveva ini-

    ziato a soffiare, increspando le

    acque della Sprea e

    frammentando il riflesso della

    luna; sembrava che l'astro fosse

    esploso, spargendosi nel cielo.

    Il freddo e l'inquietudine mi

    spinsero a rientrare alla ricerca

    di un cappotto. Il primo piano

    era vuoto e silenzioso, le luci

    erano state smorzate lasciando

    il tutto in penombra.

    Giunto a met del corridoio mi

    fermai, attirato dal chiarore

    proveniente da una porta

    socchiusa.

    Accostai l'occhio, vergo-

    gnandomi per quel gesto

    sconveniente, e ci che vidi mi

    fece gelare il sangue.

    Seduta sul sof del salotto, Eli-

    zabeta si era slacciata il

    corsetto per rivelare i seni

    candidi che il commissario di

    giustizia succhiava avidamente,

    emettendo grugniti sommessi.

    Ero impietrito, incapace di

    muovermi, eppure sentivo una

    rabbia bruciante ardermi

    dentro, avvampandomi il volto.

    Lei alz gli occhi e guard

    nella mia direzione, o almeno

  • -- 5656 --

    ne ebbi l'illusione, poi sollev

    la veste e dischiuse le gambe.

    So di darti un dolore, mio buon

    amico, ma necessario che tu

    conosca ogni dettaglio,

    affinch possa comprendere

    l'orrore e venga preservato da-

    gli errori ai quali la follia mi ha

    condotto.

    Irruppi nella stanza urlando e

    afferrato un bastone da pas-

    seggio da un'ombrelliera lo

    brand minacciosamente. Al

    mio ingresso il commissario

    era trasalito, pallido in volto

    balbettava scuse, coprendosi il

    viso con le mani.

    - Se ne vada! - intimai in un

    soffio. L'uomo non se lo fece

    ripetere e corse via, senza

    neppure ricomporsi.

    Elizabeta era rimasta immobile,

    lo sguardo vacuo perso tra le

    fiamme del camino. Provai a

    toccarle il braccio senza ottene-

    re reazione. Avevo abbastanza

    dimestichezza con gli episodi

    di sonnambulismo da escludere

    una simile possibilit; lo stato

    della giovane era ascrivibile

    alla catatonia lucida, effetto del

    sonno mesmerico.

    All'improvviso mi afferr il

    polso, guardandomi con occhi

    ora vivi e presenti.

    - Un amant qui craint les vo-

    leurs, - sussurr, guidando la

    mia mano tra le rotondit del

    suo petto - n'est point digne

    d'amour.

    Sotto le dita la pelle era calda e

    morbida. Dimentico di me stes-

    so mi ritrovai a stringerle con

    forza il seno, cercando le sue

    labbra come la fonte un asse-

    tato.

    Oswald, fossi stato in grado di

    fermarmi sa Dio se lo avrei

    fatto, ma in quell'istante non

    potevo, non volevo.

    Mentre le strappavo i vestiti di

    dosso e la voltavo, per posse-

    derla come fanno le bestie, ve-

    devo la realt cambiare: sentivo

    le ginocchia sprofondare nella

    terra umida, mentre attorno a

    noi alberi secolari prendevano

    il posto delle pareti; nell'aria ri-

    suonava una musica assordante

    e canti, simili a grida disperate,

    si innalzavano da figure

    danzanti perse nell'oscurit.

    Sentivo Elizabeta dibattersi

    sotto di me mentre le mie mani

    le cingevano i lombi e a ogni

    mio affondo la vedevo mutare:

    fu un leone e poi una tigre, un

    caprone scalpitante, una lince e

    un delfino; infine fu di nuovo

    donna e io mi persi in lei, gri-

    dando, per poi crollare. Edera e

    tralci di vite erano cresciuti

    attorno a noi, avviluppandoci.

    Una figura emerse allora dal

    buio, le corna arcuate si

    confondevano con l'argentea

    falce di Luna.

    Parl, e pur non avendole

    comprese ricordo le sue parole.

    - pi '

    pi, pi

    6

    .

    Non fu un sogno, anche se cos

    pu sembrare.

    Quando riapr gli occhi mi tro-

    vai sul pavimento del salotto,

    ancora avvinto al corpo di lei, i

    vestiti a brandelli. Attorno a noi

    i servitori dalla pelle scura ci

    osservavano, continuando a

    cantare.

    Cercai d'istinto di coprirmi con

    quello che restava del cappotto.

    Poi Iddio ebbe misericordia, e

    svenni.

    Quando mi svegliai Theo era al

    mio fianco.

    Riconobbi la mia stanza. Il sole

    del tramonto gi allungava le

    ombre.

    - Amico mio, credo che tu desi-

    deri della spiegazioni disse,

    nel porgermi un bicchiere di

    cordiale che bevvi d'un fiato.

    Annuii senza parlare.

    Mi raccont di come avesse

    trovato la giovane pi di

    vent'anni prima, durante un

    viaggio nelle profonde regioni

    dell'India. Gli anziani di quel

    popolo raccontavano leggende

    su di lei, su come fosse giunta

    da occidente cavalcando la luce

    della Luna.

    Avevano parlato a lungo, del

    mondo e di come fosse

    cambiato nel corso dei secoli.

    Theo le aveva raccontato dei

    progressi della scienza e della

    tecnica, delle innovazioni della

    medicina e delle grandi conqui-

    ste dell'uomo. Infine le aveva

    proposto di seguirlo e lei aveva

    accettato.

    Alcuni dei khasi li avevano se-

    guiti, rifiutandosi di abbando-

    nare la loro divinit.

    - Per anni ho appreso da lei se-

    greti cos profondi da temerne

    il solo ricordo, - la voce di

    Theo era poco pi che un sus-

    surro, mentre le ombre della

    sera ci avvolgevano - eppure

    non sono che granello sul

    fondo di un oceano di sapienza.

    Non mi basterebbe una vita,

    molte vite, per apprenderlo

    tutto. Ma ora noi abbiamo la

    possibilit di farlo Georg, tu e

    io. Abbiamo la possibilit di

  • -- 5757 --

    entrare in diretto contatto con la

    sua mente, di condividerne l'inte-

    ra esistenza. So di averti mentito,

    ma ora non pi necessario. Aiu-

    tami, e saremo grandi insieme.

    Dalla finestra la falce lunare ri-

    versava su di me la sua luce.

    - Cosa ti fa pensare che accetter

    di farlo? - chiesi infine.

    Theo mi strinse le mani, lo senti-

    vo tremare. - Lo ha gi fatto.

    Quando raggiungemmo il labo-

    ratorio lei era gi l. Contornata

    dai suoi oscuri servitori, attende-

    va.

    Nessuno di noi parl mentre pre-

    paravamo le vasche di rame,

    riempiendole di acqua magne-

    tizzata. Elizabeta si spogli, per

    permettere a Theo di segnarle

    sulla pelle i punti esatti in cui

    avrei inserito gli aghi polarizzati

    e io tremai nel rivedere quella

    carne che tanto barbaramente

    avevo posseduto.

    Poi il mio amico le prese le mani,

    baciandone i palmi. - gi da

    molto che ti cammino a fianco.

    Ora lascia che continui da solo

    per questa strada.

    Sentivo dentro di me un'inquietu-

    dine crescente mentre, terminate

    le operazioni, mi sedevo alla

    glassarmonica

    7

    e iniziavo a suo-

    nare.

    Da principio non accadde nulla,

    immersi nell'acqua Theo ed Eli-

    zabeta rimanevano immobili

    mentre le note dello strumento

    armonizzavano i loro fluidi, spro-

    fondandoli nel sonno magnetico.

    Poi all'improvviso una nota

    esplose nell'aria, e poi un'altra e

    un'altra ancora, sempre pi forti.

    Theo apr gli occhi e spalanc la

    bocca come per urlare, ma al po-

    sto del grido fuoriusc la voce del

    mio sogno. - '

    .

    8

    .

    Il suo corpo cominci a dibattersi

    mentre la carne di sfaldava, come

    divorata dall'interno, scoprendo

    le ossa.

    Urla e canti provenivano ora da

    ogni direzione mentre vedevo i

    muri distorcersi e scomparire.

    Oltre quel velo di sogno uomini e

    donne danzavano e si dibattevano

    in un'orgia ancestrale: lo spirito

    primordiale della pulsione umana

    prostrato al cospetto del Dio che,

    reggendo il Tiaso, guida la mente

    nelle regioni ctonie del del delirio

    e della trascendenza.

    Dio mi perdoni per ci che ho

    fatto!

    Ricordo a malapena la fuga

    disperata dalla casa. Fui ritrovato

    la mattina dopo, febbricitante e in

    stato confusionale, o almeno cos

    mi dissero, lungo la riva dell'Ha-

    vel.

    Ovviamente avvert le autorit,

    ma non trovarono nulla: la resi-

    denza dei Wolfart era in ordine e i

    servitori riferirono che il padrone

    era nuovamente partito per segui-

    re gli affari, senza lasciare nessu-

    na consegna.

    Ho pensato a lungo di aver

    immaginato tutto, di essere stato

    io stesso vittima di quei deliri che

    per anni ho cercato di

    comprendere e combattere. Eppu-

    re ogni volta che chiudo gli

    occhi, odo ancora il suono grotte-

    sco dei baccanali e sento dentro

    di me un richiamo che a stento

    riesco a dominare.

    Ti lascio queste mie memorie per

    metterti in guardia, affinch la tua

    ricerca non si spinga troppo a

    fondo negli abissi insondabili

    della mente umana.

    L'uomo ha creato in se delle pri-

    gioni per trattenere le forze che,

    dalla notte dei tempi, ancora

    albergano, sopite ma non defunte,

    dentro di noi.

    A queste influenze, giunte a noi

    sotto spoglie mitologiche e

    cultuali provenienti da un tempo

    immemore, per grazia di Dio la

    storia ha posto un veto.

    Note:

    1: Si tratta di Oswald Kulpe

    (1862-1915), psicologo e filosofo

    tedesco della scuola di Wurzburg.

    considerato il precursore del

    moderno metodo introspettivo.

    2: La frase tratta da Le

    avventure della notte di San

    Silvestro di E.T.A. Hoffmann.

    3: Willhelm Wundt (1 832-1920),

    psicologi e fisiologo tedesco,

    considerato tra i padri fondatori

    del metodo sperimentale.

    4: Hans Wolfart, allievo di Me-

    smer e suo esecutore testamenta-

    rio. Dal 1 811 detentore Berlino

    della Cattedra di Magnetismo

    Animale.

    5: Franz Ries (1 846-1932), violi-

    nista e compositore tedesco.

    6: Dopo che Bacco, avendo gri-

    dato euoi, colpito, sangue, fuo-

    co e polvere si mischieranno,

    inno sacrificale ascritto alla co-

    munit dionisiaca di Perinto.

    7: strumento musicale utilizzato

    da Mesmer nelle sue pratiche.

    8: Ritiratevi, fate posto al dio!

    Perch egli vuole, eretto e turgi-

    do, procedere in mezzo a voi,

    canto dei fallofori del poeta Se-

    mos di Delo.

  • -- 5858 --

    C o b a l t oe s t a t i c od i a l i z z a m il ' a n i m a

    SSkkaann

  • -- 5959 --

  • -- 6060 --

  • -- 6161 --

    L a s c e l t aSSkkaann

  • -- 6262 --

  • -- 6363 --

  • -- 6464 --

    G r i g i o d ' a m o rp e r d u t o

    SSkkaann

  • -- 6565 --

  • -- 6666 --

    I see faces staring.

    Other faces staring.

    Don't talk, don't tell.

    [Theatre ofTragedy, Starlit]

    Apro gli occhi sul

    soffitto del cubo.

    Il gelo del cromo

    accoglie il mio ri-

    sveglio.

    Vorrei l'azzurro e

    nuvole tra cui

    abbandonare

    l'anima.

    Il cortex rileva i

    miei pensieri e

    per un istante vo-

    lo tra i gabbiani.

    Com' misterioso il cielo, esi-

    ste da sempre, lass, tra-

    scendendo il tempo. L'eternit,

    forse, il cielo stesso.

    La voce mi accompagna

    mentre mi alzo verso il sole.

    Tutto scompare e sono di nuo-

    vo tra le pareti d'acciaio.

    Spalanca le tue ali e goditi la

    libert. Compra il tuo cielo.

    SkyUp, dalla Gibson-Mayanet

    direttamente sul tuo cortex.

    Il prezzo lampeggia sulla retina

    come una sentenza. Lo scaccio

    in un battito di ciglia.

    Mentre bevo latte al

    marshmallow gioco con

    Pantouffle. Mi chiedo come sa-

    rebbe essere l, oltre lo

    schermo, a inseguire farfalle tra

    i papaveri. Gli compro carote

    azzurre e un nuovo pelo, rosso

    come i fiori del prato.

    La mia eidolon ammicca

    mentre scorre il guardaroba. Le

    scelgo un tubino lavanda e

    scarpette d'argento. Vorrei farle

    i capelli dello stesso colore, co-

    me quelli di Ale dell'interlink,

    ma il prezzo mi blocca. La la-

    scio uscire nella ity, sola. Non

    posso permettermi di acqui-

    starle degli amici.

    Il segnale del cortex mi scuote

    con un brivido neurale. l'ora

    del mio turno.

    Esco dal cubo, nuda, e mi

    incammino nella galleria.

    Il corpo offerta sacrificale.

    Dagli altoparlanti la voce mi

    accompagna.

    Il corpo implora il ritorno

    all'inorganico, nel frattempo

    non si nega nulla.

    Entro nella campana e il vetro

    nero diventa trasparente, sco-

    prendomi.

    Il corpo non importa, ci che

    conta la mente.

    Nel grande tunnel la gente

    cammina e mi osserva.

    Qualcuno si ferma

    al terminale, scorre

    i prezzi delle varie

    prestazioni.

    Immagina le possi-

    bilit.

    Richiamo nel

    cortex Pantouffle e

    lo guardo saltare

    tra i fiori.

    un giorno come

    tanti, a OZ.

    - - -

    OZ, il Tunnel di Smeraldo. Do-

    ve i sogni diventano realt.

    Sei stanco delle stimolazioni

    sensoriali indotte?

    Nei nostri due chilometri di

    esposizione potrai trovare il

    meglio dell'intrattenimento,

    completamente personalizzabi-

    le, per dare corpo alle tue

    fantasie segrete.

    Dalle industrie genetiche Bio-

    nomos, la nuova frontiera del

    Ventiquattr'ore nelttuunnnneell sseennzzaa ffiinneeT a n zb a m b o l i n aSSkkaann

  • -- 6767 --

    divertimento estremo.

    OZ. Dove tutto possibile.

    - - -

    L'uomo mi guarda a lungo. Stu-

    dia il mio corpo.

    giovane. Troppo per il

    completo severo da corporativo

    in carriera.

    Le luci verdi del tunnel si ri-

    flettono sul biondo cenere dei

    suoi capelli.

    Ha gli occhi dolci. Tristi,

    sconfitti.

    Chino sull'interfaccia evita il

    mio volto mentre inserisce i

    dati.

    Il vetro della campana si oscura

    e io chiudo gli occhi.

    Gli aghi penetrano nella carne,

    le lame la incidono. Laser

    azzurri suturano e cancellano le

    cicatrici.

    solo un istante prima che il

    cortex rilasci le droghe, ma in

    quell'attimo c' tutto il dolore

    del mondo.

    La stanza grande e luminosa,

    dalla finestra posso vedere il

    mare.

    Allungo una mano per aprirla

    ma incontro il freddo della

    parete del tunnel. L'ologramma

    sfarfalla appena.

    Un grande specchio dalla

    cornice dorata riflette la mia

    immagine. Capelli scuri, lunghi

    fino alle spalle.

    Mi accarezzo il collo, la morbi-

    da curva del seno. Sotto la pelle

    sento il profilo delle costole.

    Ho un neo, proprio a fianco

    dell'ombelico, che mi fa sorri-

    dere, senza ragione.

    Sento la porta aprirsi. Lui l

    davanti a me. I suoi occhi si

    riempiono di lacrime.

    - Emma - dice, con voce

    strozzata. Poi si getta tra le mie

    braccia.

    Schiudo le labbra e cerco la sua

    lingua. Le mani mi sfiorano

    appena, come fossi di vetro.

    Sussurra domande delle quali

    non conosco risposta, il

    cortex a parlare, leggendogli la

    mente.

    Tra le lenzuola di raso faccia-

    mo l'amore con dolcezza. Al

    culmine della passione lo tengo

    in me e lui si adagia sul mio

    petto.

    Mentre gli accarezzo i capelli

    dico di amarlo; che lo amer

    per sempre.

    Oltre le palpebre chiuse vedo i

    NeoYen aumentare.

    - - -

    I due uomini sono cos simili

    da poter essere gemelli.

    Sotto le t-shirt in latex i musco-

    li tesi sembrano esplodere.

    Arrivano dal tunnel e si ferma-

    no al terminale. Iniziano a digi-

    tare senza neppure guardarmi.

    Non gli importa chi sono, ma

    chi potr essere.

    Uno di loro ha un pugno chiu-

    so, rosso, tatuato sul collo.

    Gocce di sudore scivolano sul

    cranio rasato.

    Si guardano l'un l'altro un

    istante e sorridono.

    Poi il vetro si oscura.

    Lo schiaffo mi colpisce in pie-

    no volto. Cado a terra e sento

    in bocca il sapore del sangue.

    Provo a sfiorarmi le labbra

    spaccate ma un calcio mi

    raggiunge allo stomaco, to-

    gliendomi il fiato.

    Attorno a me nessuna immagi-

    ne, solo le verdi pareti del

    tunnel.

    Uno degli uomini mi afferra

    per i capelli e mi volta.

    Si slaccia i pantaloni, mi

    stringe le guance cercando di

    aprirmi la bocca. Vorrei farlo

    per evitare il dolore ma il

    cortex me lo impedisce,

    leggendo in lui il desiderio di

    reticenza.

    Alla fine cedo e lui mi infila il

    cazzo fino in gola, soffocando-

    mi.

    Sento i conati stringermi lo sto-

    maco mentre le lacrime

    inondano il viso.

    - Succhia, negra di merda! -

    urla, spingendo pi a fondo.

    Tossisco mentre lotto per respi-

    rare.

    L'altro intanto mi ha alzato la

    gonna, penetra con le dita nella

    fica e nel culo.

    - Senti com' stretta la troia -

    scoppia a ridere. - Togliti, vo-

    glio sentirla gridare.

    Come mi lascia andare crollo a

    terra, sbavando. L'aria riempie i

    polmoni.

    un attimo, poi il dolore mi

    pervade mentre, a turno, mi

    scopano da dietro.

    Piango e urlo. La loro eccita-

    zione riversa denaro sul mio

    credito.

  • -- 6868 --

    - - -

    La mia eidolon passeggia per le

    strade della ity, vestita come

    una diva del passato.

    Pantouffle scappa felice dalle

    onde della sua nuova spiaggia.

    Mi costata il guadagno di

    tutta la giornata ma bello ve-

    derlo felice, anche se non esi-

    ste.

    La mia pelle di nuovo bianca,

    le ferite sono scomparse. Sedu-

    ta al terminale mangio orsetti

    gommosi e angurie di marzapa-

    ne.

    Presto arriver il sonno e il

    cortex canceller i brutti ri-

    cordi, lasciando il dolce tepore

    del vuoto.

    Da qualche parte oltre l'arco-

    baleno, lass in alto, c' un po-

    sto di cui, una volta ho sentito

    parlare in una ninnananna.

    Da qualche parte oltre l'arcoba-

    leno il cielo azzurro e i sogni

    impossibili diventano realt.

    Da qualche parte oltre l'arcoba-

    leno volano uccelli azzurri, vo-

    lano oltre l'arcobaleno, non

    posso farlo anch'io?

    Se ci volano felici gli uccellini,

    oltre l'arcobaleno, non posso

    volarci anch'io?

    L'uomo attende nel tunnel

    principale.

    Il suo viso perfetto, scolpito

    della bellezza dei sogni. Sotto

    le luci smeraldo sembra irreale

    come un principe da fiaba.

    Mi vergogno della mia divisa

    informe, l'unica che ci

    concessa portare fuori servizio.

    Mentre camminiamo mi prende

    per mano. Ride, scherza. Ogni

    tanto si ferma e gioca con i

    miei capelli. A un distributore

    automatico mi compra un ge-

    lato a forma di unicorno.

    stata la Corporazione a

    mandarlo, dice, per propormi

    un lavoro speciale. Il cliente

    che lo ha richiesto molto

    importante e facoltoso. Uno di

    quegli uomini a cui non pos-

    sibile dire di no.

    Ovviamente la decisione finale

    spetta a me, ma la Compagnia

    mi chiede di ponderare bene un

    eventuale rifiuto.

    Annuisco appena mentre il ge-

    lato si scioglie, sporcandomi le

    dita.

    Lui continua, senza smettere di

    sorridere. Mi rassicura sul fatto

    che la Bionomos si occuper di

    me a lavoro terminato. Sar co-

    me se non fosse successo nulla.

    E verr pagata pi di quanto

    possa immaginare.

    - - -

    Mi guardo. Sono bellissima.

    Capelli rossi, ricci, scendono

    sulla schiena nuda. I miei occhi

    verdi sembrano splendere.

    Mi specchio nel laghetto dove

    le nuvole si riflettono mentre

    corrono veloci, sospinte dal

    vento.

    Le pareti del tunnel sono

    scomparse, lasciando alti alberi

    a circondarmi.

    Lui cammina verso di me,

    canticchiando.

    grassoccio e bonario. Gli

    occhiali tondi lo fanno assomi-

    gliare a un impiegato o a un

    buffo professore.

    - Ciao Stella - mi sorride.

    Estrae la pistola e preme il

    grilletto.

    - - -

    Mangio granita all'anice da un

    bicchiere turchese e rido,

    succhiando rumorosamente il

    fondo con la cannuccia.

    Pantouffle corre sulla neve ro-

    sa, tra orsetti, foche e pinguini.

    La mia eidolon scuote i capelli

    d'argento mentre passeggia per

    le strade di ity con Amber e

    Dary, le sue amiche del cuore.

    Mi sdraio sul letto, chiudo gli

    occhi e sono nel cielo, a volare

    tra i gabbiani.

    Guardo l'azzurro e le nuvole.

    Vorrei avere ancora un'anima

    da lasciare andare.

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    N o n c ' s c o p e r t as e n z a r i c e r c a

    SSkkaann

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    M a t e r i a p r i m aSSkkaann

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    L a d a n s ed e l a M o r t

    SSkkaann

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    KKaarrll VVooggeellddii TTEETTRRAACCTTYYSSJl Lato Oscuro

    L e v i s c e r ed e l l a m e n t e

    SSkkaann

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  • -- 8383 --

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  • -- 8585 --

  • -- 8686 --

    TetractysintervistaSol Weintraub(stasera si replica a soggetto)

    Domande retoricheSSkkaann

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  • -- 8888 --

  • -- 8989 --

  • -- 9090 --

    risultati e classificheSSkkaann

  • NNoonn ppeerrddeetteeiill nnuummeerroo ddiiGGiiuuggnnoo 22001133NNeell mmeezzzzoo ddeellccaammmmiinn ddii nnoossttrraa vviittaa......

  • SSkkaannAAMMAAZZIINNGGMMAAGGAAZZIINNEEMMaaggggiioo 22001133 AAnnnnoo 11 NNuummeerroo 99LLaa rriivviissttaammuullttiiccaannaallee ddiinnaarrrraattiivvaa ffaannttaassttiiccaalliiooffiilliizzzzaattaa iissttaannttaanneeaa

    ddii TTEETTRRAACCTTYYSSSSuuppeerr iinn PPaarriissddii GGiioorrggiioo SSaannggiioorrggii

    Dark Side

    SSttaasseerraa ll''aarriiaa ffrreessccaa......EEffffiimmeerroo ppaanniiccooddii SSooll WWeeiinnttrraauubbCCoobbaallttoo eessttaattiiccooddiiaalliizzzzaammii ll''aanniimmaaddii NNoozzoommii 22..00LLaa sscceellttaaddii PPoollllyy RRuusssseellllGGrriiggiioo dd''aammoorr ppeerrdduuttooddii SSmmiillooddoonnVVeennttiiqquuaattttrr''oorree nneellTTuunnnneell sseennzzaa ffiinneeTTaannzz bbaammbboolliinnaaddii SSooll WWeeiinnttrraauubbNNoonn cc'' ssccooppeerrttaa sseennzzaarriicceerrccaa ddii PPoollllyy RRuusssseellllMMaatteerriiaa pprriimmaaddii sshhaannddaa0066LLaa ddaannssee ddee llaa MMoorrttddii aannaarrkk22000000

    KKaarrll VVooggeellddii TTEETTRRAACCTTYYSSIInntteerrvviissttaa aa SSooll WWeeiinnttrraauubb