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1 © 2013 RCS Libri S.p.A. – Tutti i diritti sono riservati ••• APPROFONDIMENTI ••••• SICUREZZA A SCUOLA LA SCUOLA COME AMBIENTE DI LAVORO di Alessandra PAPA L’articolo presenta le linee generali della normativa sul- la sicurezza (d.lgs. n. 81/2008) intesa a promuovere e sviluppare la cultura della prevenzione riguardo ai ri- schi infortunistici nell’ambiente scolastico e lavorativo. Il tema della sicurezza a scuola coinvolge molteplici aspetti: quello della sicurezza delle strutture edilizie, delle norme tecniche per la costruzione degli edifici, dell’utilizzo di impianti, attrezzature, aule e laboratori, dell’eliminazione delle barriere architettoniche e anche quello che riguarda i percorsi didattici che sensibilizzino gli alunni riguardo la necessità di osservare le disposizioni previste dalla legge a tutela della propria e altrui sicurezza. L’obiettivo di una corretta informazione sulla sicurezza è quello di saper riconoscere in situazioni reali i rischi relativi all’utilizzo delle attrezzature professionali a scuola e nell’ambiente lavorativo e promuovere un’attenzione alla “cultura della sicurezza”, che deve essere garantita sia nelle situazioni ordinarie sia in quelle impreviste e imprevedibili come incendi, scosse sismiche e alluvioni. EDILIZIA SCOLASTICA Circa la metà degli edifici scolastici italiani non risulta a norma e il loro stato è caratterizzato da carenze strutturali e scarsa manutenzione. Sulla base dei dati aggiornati dell’anagrafe ministeriale degli edifici scolastici – prevista dalla legge 23/1996 – si stima che le strutture scolastiche situate nelle aree di rischio sismico siano 24.073, mentre 6.251 si trovino in aree a elevata criticità idrogeologica. Ma è rispetto alla manutenzione delle strutture che la situazione appare emergenziale. Come riportano i dati resi noti dal Miur nel settembre 2013 (Audizione VII Commissione Camera dei deputati), il 44% degli edifici scolastici è stato costruito tra gli anni 1960 e 1980 mentre il 4% è stato edificato prima del 1900 e a oggi non risultano a norma. Circa il 15% delle scuole italiane nasce con una destinazione d’uso non pertinente ma risulta adattata ad accogliere gli studenti per sopperire alla cronica mancanza di aule, soprattutto nel Mezzogiorno d’Italia. L’11% delle scuole non è in possesso di un certificato di prevenzione incendi e tra queste il 33,5% non ha un impianto idrico antincendio, il 38,5% non possiede la dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico, l’1,7% non ha gli estintori portatili, il 4,9% non è dotato di un sistema di segnalazione di sicurezza. Anche per fare fronte a questa situazione emergenziale, l’anno scolastico 2012- 2013 è stato caratterizzato da un’attenzione particolare del Miur ai temi dell’edilizia scolastica, che si è concretizzata attraverso lo stanziamento di 38 milioni di euro da destinare agli enti locali per la costruzione di nuove scuole che siano funzionali alle mutate esigenze didattiche e organizzative (Direttiva Miur 26 marzo 2013, n. 217). Con il d.l. 69/2013, cosiddetto “ Decreto del fare”, è stato introdotto un

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SICUREZZA A SCUOLA LA SCUOLA COME AMBIENTE DI LAVORO di Alessandra PAPA

”L’articolo presenta le linee generali della normativa sul-la sicurezza (d.lgs. n. 81/2008) intesa a promuovere e sviluppare la cultura della prevenzione riguardo ai ri-schi infortunistici nell’ambiente scolastico e lavorativo.

Il tema della sicurezza a scuola coinvolge molteplici aspetti: quello della sicurezza delle strutture edilizie, delle norme tecniche per la costruzione degli edifici, dell’utilizzo di impianti, attrezzature, aule e laboratori, dell’eliminazione delle barriere architettoniche e anche quello che riguarda i percorsi didattici che sensibilizzino gli alunni riguardo la necessità di osservare le disposizioni previste dalla legge a tutela della propria e altrui sicurezza. L’obiettivo di una corretta informazione sulla sicurezza è quello di saper riconoscere in situazioni reali i rischi relativi all’utilizzo delle attrezzature professionali a scuola e nell’ambiente lavorativo e promuovere un’attenzione alla “cultura della sicurezza”, che deve essere garantita sia nelle situazioni ordinarie sia in quelle impreviste e imprevedibili come incendi, scosse sismiche e alluvioni.

EDILIZIA SCOLASTICA

Circa la metà degli edifici scolastici italiani non risulta a norma e il loro stato è caratterizzato da carenze strutturali e scarsa manutenzione. Sulla base dei dati aggiornati dell’anagrafe ministeriale degli edifici scolastici – prevista dalla legge 23/1996 – si stima che le strutture scolastiche situate nelle aree di rischio sismico siano 24.073, mentre 6.251 si trovino in aree a elevata criticità idrogeologica. Ma è rispetto alla manutenzione delle strutture che la situazione appare emergenziale.Come riportano i dati resi noti dal Miur nel settembre 2013 (Audizione VII Commissione Camera dei deputati), il 44% degli edifici scolastici è stato costruito tra gli anni 1960 e 1980 mentre il 4% è stato edificato prima del 1900 e a oggi non risultano a norma. Circa il 15% delle scuole italiane nasce con una destinazione d’uso non pertinente ma risulta adattata ad accogliere gli studenti per sopperire alla cronica mancanza di aule, soprattutto nel Mezzogiorno

d’Italia. L’11% delle scuole non è in possesso di un certificato di prevenzione incendi e tra queste il 33,5% non ha un impianto idrico antincendio, il 38,5% non possiede la dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico, l’1,7% non ha gli estintori portatili, il 4,9% non è dotato di un sistema di segnalazione di sicurezza. Anche per fare fronte a questa situazione emergenziale, l’anno scolastico 2012-2013 è stato caratterizzato da un’attenzione particolare del Miur ai temi dell’edilizia scolastica, che si è concretizzata attraverso lo stanziamento di 38 milioni di euro da destinare agli enti locali per la costruzione di nuove scuole che siano funzionali alle mutate esigenze didattiche e organizzative (Direttiva Miur 26 marzo 2013, n. 217). Con il d.l. 69/2013, cosiddetto “ Decreto del fare”, è stato introdotto un

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finanziamento straordinario di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2014 al 2016 destinato alla messa in sicurezza degli edifici scolastici. Tuttavia, a oggi, la situazione di insicurezza e le condizioni di invivibilità interna di quasi la metà delle scuole italiane rappresentano una priorità di intervento rispetto alla quale governo ed enti locali non riescono a dare risposte soddisfacenti.

TUTELA DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA A SCUOLA

Nel nostro Paese è ancora troppo rilevante il verificarsi di infortuni sul lavoro e di malattie professionali, con gravi costi umani e sociali. Risulta urgente promuovere, anche in linea con le più recenti normative in materia, un’efficace azione di prevenzione per favorire il radicarsi, nelle giovani generazioni, di una cultura della sicurezza che investa tutti gli aspetti del contesto sociale.La strategia dell’Unione europea per la sicurezza e la salute sul lavoro pone l’istruzione e la cultura della prevenzione tra i fattori chiave, tali da migliorare la qualità stessa del lavoro. Nel contempo promuove esempi di buone pratiche di formazione scolastica e professionale caratterizzati dall’integrazione del tema della sicurezza nei percorsi didattici.La cultura della sicurezza prevede l’acquisizione di conoscenze (formali e informali), competenze e abilità, che investono tutte le discipline e che si innestano nella costruzione di un curricolo inteso come sintesi tra saperi disciplinari e competenze essenziali verso le quali tutti gli studenti devono tendere. Questo presuppone una progettazione integrata dove l’individuazione di saperi “forti” e l’interdisciplinarità in continuità verticale, unitamente all’atteggiamento culturale dei docenti e alla capacità di condividere la progettualità, diventano elementi centrali di un’offerta formativa di qualità. Il legislatore ha conferito al d.lgs. 81/2008 un’applicazione generalizzata nelle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado e ha promosso l’inserimento “in ogni attività scolastica […] e nei percorsi di istruzione e formazione professionale, di specifici percorsi formativi interdisciplinari alle diverse materie scolastiche volti a favorire la conoscenza delle tematiche della salute e della sicurezza” (art. 11, comma 1, lett. c).Ogni tipologia di intervento educativo non potrà essere focalizzata su un solo ambito disciplinare ma dovrà essere affrontata in un’ottica di interdisciplinarità e toccare

temi e situazioni più familiari ai ragazzi, come quelli della sicurezza negli ambienti domestici, nella strada, nello sport così da favorire una riflessione su un più ampio ventaglio di esperienze e permettere di rafforzare l’acquisizione di competenze e comportamenti volti alla tutela della propria e altrui salute e sicurezza.Negli Istituti a indirizzo tecnico e professionale, dove gli studenti sono equiparati ai lavoratori nell’uso di laboratori e attrezzature, occorre che anche gli studenti vengano coinvolti nella gestione della sicurezza. È proprio in questi Istituti, che preparano i futuri lavoratori, ma anche preposti, dirigenti, datori di lavoro, figure che devono avere competenze gestionali, organizzative e relazionali, che diventa importante creare un contesto formativo dove gli alunni possano sperimentare la realtà di un ambiente di lavoro organizzato, con logiche aziendali, con proprie gerarchie e ruoli. Quindi “scuola” come ambiente di lavoro vero, laboratorio dove imparare sul campo, in situazioni di rischio controllato e dove si possano sviluppare la capacità di analisi, diagnosi, valutazione ed elaborazione di soluzioni.

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DIDATTICA DELLA SICUREZZA

I temi della cittadinanza e dell’educazione alla legalità, oltre che le otto competenze chiave europee (8 CK), costituiscono i nuclei fondativi sui quali affrontare un percorso curricolare, che introduca i giovani a un efficace approccio alla cultura della sicurezza a scuola e nei luoghi di lavoro.Così pure una metodologia didattica basata sull’insegnamento per competenze, svincolata dalla lezione frontale e legata ai compiti di realtà, va considerata come uno strumento efficace e pertinente per rispondere alle indicazioni del d.lgs. 81/2008 per sviluppare la cultura della sicurezza e applicarla in ambito scolastico.Per gli Istituti professionali nel Regolamento di riordino (d.p.r. 88 del 15 marzo 2000) il profilo dell’indirizzo “Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera” prevede che l’alunno acquisti specifiche competenze tecniche, economiche e normative nella filiera di riferimento e in particolare riguardo all’applicazione delle norme attinenti alla conduzione dell’esercizio, alla certificazione di qualità, alla sicurezza dei luoghi di lavoro.L’Unità di Competenze (Scheda A) e le esercitazioni strutturate, che si propongono per gli studenti del secondo anno del primo biennio, mirano alla flessibilità e multidisciplinarità e prevedono l’utilizzo di materiali e metodologie didattiche che non sollecitano solo la lettura, la memorizzazione, l’esercitazione ma anche modalità operative: i cosiddetti compiti di realtà.L’organizzazione del percorso fondato sulla didattica per competenze risulta maggiormente funzionale agli obiettivi dell’intervento formativo proposto:

contribuire alla formazione di un cittadino-lavoratore consapevole del valore della salute e della sicurezza sul lavoro;

promuovere e sviluppare la cultura della prevenzione riguardo ai rischi infortunistici nell’ambiente scolastico e lavorativo;

favorire la partecipazione attiva e consapevole in merito alla prevenzione degli infortuni di tipo professionale;

consentire la costruzione di un atteggiamento responsabile, propositivo e rispettoso dell’ambiente scolastico ed extrascolastico;

stimolare lo spirito di osservazione e di attenzione critica riguardo ai temi della sicurezza e della salute propria e altrui.

I docenti potranno collaborare alla realizzazione di un lavoro integrato che prevede l’utilizzo di supporti cartacei e non, strumenti e attività che sostengono lo sviluppo di tale prospettiva, in modo da stimolare la creatività e il superamento dei tradizionali steccati che ancora esistono tra le discipline, tra saperi teorici e saperi pratici. Il tema della sicurezza potrà essere quindi affrontato con una scelta rigorosa e coerente dei contenuti riguardo alla legislazione di settore (diritti e doveri dei lavoratori, figure della sicurezza, normativa antinfortunistica) ma anche nell’aspetto pratico-operativo attraverso la programmazione di lezioni co-partecipate con i docenti tecnico-pratici dei laboratori di servizi enogastronomici e di servizi di ospitalità.Le scelte metodologiche che meglio rispondono agli obiettivi formativi proposti sono la didattica laboratoriale del problem solving, che permette agli allievi di risolvere situazioni problematiche attraverso il corretto impiego delle conoscenze che possiedono e l’apprendimento cooperativo, che prevede la costituzione di gruppi che procedono alla risoluzione di compiti/problemi comuni attraverso la partecipazione tra pari. Le due metodologie mirano alla scoperta di relazioni e di interconnessioni, valorizzano il protagonismo degli studenti e potenziano la loro capacità di rielaborazione personale.

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SCHEDA A Unità di Competenze

Sicurezza a scuola e sul lavoro Classe di riferimento Classe II – Primo biennio

Disciplina Diritto ed economia Laboratorio di Servizi enogastronomici Settore cucina, Settore sala e vendita

Contenuti Preparazione di una presentazione in PowerPoint che illustra i rischi infortunistici del comparto ristorativo del Settore cucina e sala

Prerequisiti Conoscere le fonti del diritto Conoscere i concetti di diritto e di dovere

Conoscere l’utilizzo delle attrezzature Conoscere la normativa igienico-sanitaria

Durata 8 ore

Attività /fasi del lavoro – Analisi della normativa di settore: 2 ore– Individuazione dei parametri di sicurezza dei luoghi di lavoro: 2 ore– Sopralluogo nei laboratori cucina e sala: 1 ora– Riflessione sulla sistemazione dei dati raccolti: 2 ore– Realizzazione della presentazione in PowerPoint: 1 ora

Metodologia adottata Lezione frontale Cooperative learning

Problem solving

Valutazione degli obiettivi di apprendimento

Questionario

Valutazione delle competenze

Compiti di realtà Presentazione del lavoro in PowerPoint

Competenze da promuovere

Competenze di basea conclusione dell’obbligo scolastico

Assi culturali 2 - Asse storico-sociale Collocare l’esperienza personale in un sistema di regole fondato sul reciproco riconoscimento dei diritti garantiti dalla Costituzione, a tutela della persona, della collettività e dell’ambiente

Competenze Asse storico-sociale n. 2

Indicatori Abilità Conoscenze

Riconoscere l’esistenza di un insieme di regole nel contesto sociale e il loro significato rispetto a sé e agli altri

Individuare le caratteristiche essenziali della norma giuridica e comprenderle a partire dalle proprie esperienze e dal contesto scolastico

Legislazione sulla sicurezza Figure della sicurezzaDiritti-doveri dei lavoratori Tipologia e utilizzo dei Dpi

Competenze chiave di cittadinanza

Competenze di cittadinanzaImparare a imparare Progettare Comunicare

Competenze di cittadinanza Imparare a imparare Risolvere problemi

Imparare a imparare Organizzare il proprio apprendimento, individuando, scegliendo e utilizzando varie fonti e varie modalità di informazione

Progettare Elaborare e realizzare progetti riguardanti lo sviluppo delle proprie attività di studio e di lavoro, utilizzando le conoscenze apprese per stabilire obiettivi significativi

Comunicare Rappresentare eventi, fenomeni, principi, concetti, norme, procedure, atteggiamenti, stati d’animo, emozioni utilizzando linguaggi diversi e mediante diversi supporti (cartacei, informatici, multimediali)

Risolvere problemi Affrontare situazioni problematiche costruendo e verificando ipotesi, individuando le fonti e le risorse adeguate

Competenze disciplinari – Conoscere le norme di prevenzione e sicurezza sul lavoro

– Conoscere le figure della sicurezza – Conoscere la funzione e l’utilizzo dei Dpi – Conoscere i diritti dei lavoratori

– Conoscere le norme antinfortunistiche – Provvedere alle corrette operazioni di

utilizzo ordinario delle attrezzature – Conoscere tipologia e funzioni di

utilizzo dei Dpi

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SICUREZZA E PREVENZIONEINFORTUNISTICA

1. LA SICUREZZA NEL SETTORE RISTORATIVO

L’attività ristorativa non è classificata come un’attività lavorativa ad alto rischio infortunistico, ma pone comunque serie problematiche. Le misure di salvaguardia e di tutela devono essere indirizzate non solo ai lavoratori ma anche agli utenti delle strutture ristorative e ai clienti dei servizi alberghieri, che devono essere informati in materia di sicurezza.Negli esercizi ristorativi e turistici la maggior parte degli incidenti avviene nei locali di servizio. Le cadute, soprattutto nei locali delle cucine, rappresentano la causa più frequente di infortunio nel settore alberghiero e ristorativo e sono spesso provocate da superfici rese scivolose dall’acqua, dai residui di cibo o dall’olio. Gli incidenti di questo tipo possono essere prevenuti con una seria valutazione del rischio, una corretta pulizia degli ambienti di lavoro, l’utilizzo di calzature

antiscivolo e di una idonea illuminazione dei locali.Una fonte di incidenti è rappresentata dal frequente utilizzo di coltelli e utensili taglienti come affettatrici, tritacarne, frullatori. Anche in questo caso la prevenzione è possibile mantenendo gli utensili e le attrezzature in buone condizioni di funzionamento, lavandoli a parte e conservandoli in luoghi idonei e utilizzando la coltelleria con un tagliere saldamente fissato al piano di lavoro e antiscivolo. Nelle cucine si assiste spesso a incidenti che hanno come conseguenza ustioni e bruciature: a questa particolare tipologia di rischi devono prestare attenzione soprattutto gli addetti alle friggitrici.

SETTORE ALBERGHIEROE RISTORATIVO

Infortuni PrevenzioneConoscenza delle norme

e delle procedure di sicurezza

• Cadute• Ferite dovute

a un utilizzo inappropriato di coltelli, affettatrici, frullatori ecc.

• Ustioni

• Pulizia degli ambienti, utilizzo di calzature antiscivolo, idonea illuminazione dei locali

• Adeguato funzionamento delle attrezzature e loro conservazione in luoghi idonei, uso di taglieri fissati al piano di lavoro

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L’esposizione ai rischi del personale di cucina e di sala dipende anche da problematiche psico-sociali, che riguardano la stagionalità del lavoro, gli orari irregolari, i turni di lavoro serali e notturni, l’elevato livello di stress e di tensione che si accumulano nel lungo periodo o dalla ripetizione di attività che richiedono carichi di lavoro pesanti e l’assunzione di posture scorrette.La mancanza di esperienza, la scarsa conoscenza delle norme di sicurezza e la sottovalutazione dei pericoli aggravano e moltiplicano i rischi di infortuni in particolar modo tra i giovani lavoratori.

Cause di esposizione ai rischi di infortunio nel settore alberghiero

Fattori psico-sociali Stagionalità del lavoroOrari irregolariTurni di lavoro serali e notturniElevato livello di stress Ripetizione di attività faticoseAssunzione di posture scorrette

Fattori attinenti l’organizzazione del lavoro

Mancanza di esperienzaSottovalutazione dei rischiInadeguata conoscenza delle norme di sicurezzaScarso senso di responsabilità nello svolgimento del lavoroFretta nella esecuzione delle mansioni

2. LA NORMATIVA SULLA SICUREZZA

Il d.lgs. 81/2008 costituisce la normativa di maggiore importanza in tema di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro. La sfera di applicazione di questa legge riguarda tutti i settori di attività, privati e pubblici, e tutte le tipologie di rischio (art. 3, d.lgs. 81/2008). Il decreto introduce nel sistema legislativo vigente il principio della “prevenzione totale”: la prevenzione intesa come un sistema tecnico e organizzativo che coinvolge, nel ruolo di soggetti attivi, tutte le figure presenti nei luoghi di lavoro. L’ampia e articolata normativa prevede la creazione, all’interno dell’azienda, di un sistema integrato di gestione del rischio lavorativo attraverso l’individuazione e la riduzione dei fattori di rischio per la salute e l’integrità fisica dei lavoratori presenti nel luogo di lavoro, prevedendo la programmazione delle attività di prevenzione, l’organizzazione del servizio di prevenzione, l’attività di formazione e informazione dei lavoratori e la partecipazione degli stessi all’individuazione dei rischi. Inoltre la norma prescrive l’obbligatorietà di organizzare all’interno del luogo di lavoro un servizio di prevenzione e protezione dei rischi, costituito da una pluralità di persone interne o esterne all’azienda, finalizzato all’attività di prevenzione e protezione dai rischi professionali per i lavoratori (art. 2, comma 1, d.lgs. 81/2008) e il coinvolgimento di tutti gli addetti alle attività lavorative che, tramite il proprio Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (Rls), partecipano alla valutazione dei rischi e all’individuazione delle misure da applicare.

Le figure della sicurezza

Sono molteplici le figure individuate dalla legge come soggetti che, a vario titolo, sono direttamente coinvolti nell’attività di tutela e protezione dai rischi nel luogo di lavoro e a ognuna di esse vengono attribuite dettagliate competenze e specifiche responsabilità.I lavoratori sono tenuti a contribuire e a collaborare alla salvaguardia della propria integrità fisica e di quella delle persone che sono presenti sul luogo di lavoro.

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Il d.lgs. 81/2008 definisce il lavoratore come “la persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge una attività lavorativa nell’ambito dell’organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, anche solo ai fini di apprendere un mestiere, un’arte o una professione” (art. 2, comma 1, d.lgs. 81/2008).Sono equiparati ai lavoratori gli allievi degli istituti di istruzione e i soggetti che partecipano ai corsi di formazione professionale nei quali si fa uso di laboratori, macchine, apparecchi, attrezzature di lavoro e agenti chimici, fisici e biologici.

In particolare i lavoratori sono tenuti a (art. 20, comma 1, d.lgs. 81/2008):

contribuire, insieme al datore di lavoro e ai dirigenti, all’adempimento di tutti gli obblighi imposti dalla normativa a tutela della sicurezza durante l’attività lavorativa;

osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro e dai dirigenti ai fini della protezione collettiva e individuale;

utilizzare correttamente i macchinari, le apparecchiature, gli utensili, le sostanze pericolose, i mezzi di trasporto e le altre attrezzature di lavoro, nonché i dispositivi di protezione individuale;

segnalare immediatamente al datore di lavoro le condizioni di pericolo riscontrate;

non rimuovere o modificare senza autorizzazione i dispositivi di sicurezza o di segnalazione o di controllo;

non compiere di propria iniziativa operazioni o manovre che non siano di loro competenza o che possano compromettere la sicurezza propria o altrui;

partecipare ai programmi di formazione e di addestramento organizzati dal datore di lavoro.

Ciascun datore di lavoro ha la responsabilità di provvedere affinché tutti i lavoratori ricevano un’adeguata informazione circa i rischi per la sicurezza e la salute connessi all’attività dell’impresa, le procedere che riguardano il primo soccorso, la lotta antincendio, l’evacuazione dei lavoratori in caso di pericolo, i nominativi dei lavoratori incaricati di applicare le misure prescritte e quelli dei responsabili e degli addetti alla sicurezza, i rischi specifici a cui sono esposti e le misure di sicurezza da adottare. La formazione, che deve essere effettuata senza oneri a carico dei lavoratori e nell’orario di lavoro, dovrà essere periodicamente ripetuta in relazione ai rischi e all’evoluzione dei rischi o qualora vengano introdotte nuove tecnologie che modificano il processo di lavoro.

Il datore di lavoro è il titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o colui che, secondo l’assetto dell’organizzazione dell’impresa, ha la responsabilità dell’organizzazione del lavoro in quanto titolare dei poteri decisionali e di spesa (art. 2, comma 1, lett. b, d.lgs. 81/2008). Nelle istituzioni scolastiche il datore di lavoro è il Dirigente scolastico. Il d.lgs. 81/2008 individua nel datore di lavoro la figura più importante per l’attuazione della normativa in materia di salute e sicurezza dei lavoratori. Questo riveste, infatti, un ruolo strategico nelle politiche volte a diffondere la cultura della sicurezza nell’azienda.

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Il complesso dei poteri del datore di lavoro consiste nell’esercizio del potere strettamente direttivo, di vigilanza, di controllo sui lavoratori e nel potere disciplinare di irrogare sanzioni.

Egli ha l’obbligo di:

effettuare la valutazione dei rischi presenti nell’azienda; tale valutazione deve essere aggiornata in caso di cambiamenti nell’ambiente di lavoro;

individuare le misure di prevenzione per ridurre i rischi presenti;

organizzare il Servizio di prevenzione e protezione aziendale, designandone il Responsabile (Rspp) e gli Addetti;

definire il programma di attuazione delle misure individuate;

fornire ai lavoratori idonei Dispositivi di protezione individuale (Dpi);

organizzare il primo soccorso, l’informazione e la formazione dei lavoratori sui rischi presenti e sulle misure di prevenzione;

designare il responsabile del servizio di prevenzione e protezione e il Medico competente (Mc) nei casi in cui la legge preveda la sorveglianza sanitaria obbligatoria per i lavoratori a rischio;

redigere il Documento di valutazione dei rischi (Dvr) in collaborazione con il responsabile del servizio di prevenzione e protezione e il medico competente.

Il Servizio di prevenzione e protezione (Spp) è organizzato dal datore di lavoro in relazione alla dimensione e alla natura dei rischi presenti sul luogo di lavoro. Il Spp è formato da più persone, interne o esterne all’azienda, che possiedono capacità e requisiti professionali per svolgere i compiti di individuazione dei fattori di rischio, di valutazione dei rischi, di elaborazione di sistemi e misure di protezione e prevenzione funzionali alla situazione dell’azienda, di informazione ai lavoratori sui rischi specifici ai quali vengono esposti e sul modo di affrontare le situazioni di emergenza.

Il Responsabile del servizio di prevenzione e protezione (Rspp) svolge funzioni e compiti di supporto funzionale e organizzativo per il datore di lavoro dal quale viene designato. Ha il compito di coordinare il Servizio di prevenzione e protezione (Spp) dei rischi aziendali. Deve essere in possesso di capacità e requisiti professionali specifici e risponde della propria attività direttamente al datore di lavoro (art. 2, comma 1, lett. f, d.lgs. 81/2008).

Il Medico competente (Mc) è incaricato di sovrintendere alla sorveglianza sanitaria all’interno del luogo di lavoro, al fine di salvaguardare lo stato psico-fisico del lavoratore con visite preventive e periodiche. La sua presenza è obbligatoria per le attività lavorative ritenute a rischio.

Il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (Rls) viene nominato dai lavoratori per rappresentarli per ciò che concerne gli aspetti della salute e della sicurezza durante il lavoro (art. 2, comma 1, lett. i, d.lgs. 81/2008). Le sue attribuzioni prevedono la libertà di accesso ai luoghi di lavoro dove viene svolta l’attività di produzione, al fine di verificare la validità delle misure di prevenzione messe in atto, la possibilità di ricevere informazioni e tutta la documentazione sulla valutazione dei rischi, la possibilità di promuovere iniziative atte a tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori e di fare osservazioni e segnalazioni, in caso di violazione delle norme antinfortunistiche, alle autorità competenti.

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3. I FATTORI DI RISCHIO

Una corretta valutazione dei rischi presuppone la preliminare definizione di alcuni concetti di base e l’analisi e l’individuazione dei rischi presenti nel luogo di lavoro. Nel settore della sicurezza il rischio viene definito come “la probabilità che si verifichi un evento sfavorevole e la gravità delle conseguenze sulla persona esposta”. Altra cosa è il pericolo che viene definito come una proprietà o una qualità di una materia, di un metodo di lavoro, di un materiale che può provocare danno alla persona o alle cose.

Rischio Probabilità che, durante l’impiego o l’esposizione a un determinato fattore, si verifichi un evento che provochi un danno

Pericolo Proprietà o qualità di un determinato fattore che ha la capacita di causare danni

I rischi per la sicurezza e l’incolumità dei lavoratori sono quelli responsabili del potenziale verificarsi di incidenti o infortuni, che determinano danni o menomazioni fisiche più o meno importanti alle persone addette alle attività lavorative.Le cause dei rischi presenti nell’ambiente di lavoro dipendono da molteplici fattori: una inidonea organizzazione del lavoro, una scorretta utilizzazione delle macchine

I soggetti responsabili della protezione dai rischi

Datore di lavoro È il principale responsabile della sicurezzaValuta i rischi presenti in azienda Individua le misure di prevenzione e protezioneOrganizza il Servizio di prevenzione e protezione (Spp) e assegna l’incarico al Responsabile (Rspp) e agli AddettiFornisce ai lavoratori i Dispositivi di protezione individuale (Dpi)Organizza la formazione del personale in materia di sicurezzaRedige il Documento di valutazione dei rischi (Dvr)

Servizio di prevenzione e protezione (Spp)

Individua i fattori di rischio presenti sul luogo di lavoroPredispone sistemi di protezione e prevenzioneInforma i lavoratori sui rischi ai quali sono esposti

Responsabile del servizio di prevenzione e protezione (Rspp)

Collabora con il datore di lavoro nell’attività di prevenzioneCoordina il Spp

Medico competente È il responsabile della sorveglianza sanitaria nel luogo di lavoroEsegue visite periodiche ai lavoratori

Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (Rls)

Viene nominato dai lavoratori e li rappresenta per tutto ciò che riguarda la sicurezzaVerifica l’adeguatezza delle misure di prevenzione presenti in aziendaPuò consultare la documentazione relativa alla valutazione dei rischiPredispone forme di tutela della saluteSegnala alle autorità competenti eventuali violazioni delle norme antinfortunistiche

Lavoratori Sono tenuti a:

– osservare gli obblighi previsti dalla normativa per la tutela della sicurezza

– applicare le disposizioni stabilite dal datore di lavoro e dai responsabili in materia di tutela e protezione della salute

– utilizzare in modo corretto le apparecchiature e i macchinari

– segnalare eventuali situazioni di pericolo

– non rimuovere i dispositivi di sicurezza

– partecipare ai programmi di formazione del personale

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e delle apparecchiature, una scarsa o inefficace manutenzione delle stesse, una mancata attività di formazione degli addetti.

Esempi di rischi per la sicurezza sono riportati nella tabella seguente.

Tipi di rischi presenti nell’ambiente di lavoro

Rischi per la sicurezza

Rischi infortunistici

Macchinari StruttureImpianti elettrici Incendio/esplosioni Sostanze tossiche/pericolose

Rischi per la salute

Rischi igienico-ambientali

Agenti chimici Agenti biologici Agenti fisici

Rischi per la sicurezza e la salute

Rischi psico-sociali

Organizzazione del lavoro Fattori ergonomici Fattori psicologici Fattori di stress

4. L’INFORMAZIONE, LA FORMAZIONE E L’ADDESTRAMENTO DEI LAVORATORI

Il datore di lavoro ha la responsabilità di provvedere a che ciascun lavoratore riceva un’adeguata informazione riguardo (art. 36, d.lgs. 81/2008):

i rischi per la sicurezza e la salute connessi all’attività dell’impresa;

le procedure che riguardano il primo soccorso, la lotta antincendio, l’evacuazione dei lavoratori;

i nominativi dei lavoratori incaricati di realizzare le misure prescritte;

i nominativi del responsabile e degli addetti al servizio di prevenzione e protezione e del medico competente;

i rischi specifici a cui è esposto ognuno in relazione all’attività svolta;

i pericoli connessi all’uso di preparati o sostanze pericolosi;

le misure e le attività di protezione e di prevenzione adottate.

La formazione deve essere adeguata ai rischi presenti nel luogo di lavoro e alle spe-cifiche mansioni svolte dal lavoratore.

L’adempimento di tale obbligo è previsto al momento dell’assunzione e in caso di trasferimento del lavoratore o di cambio di mansioni o qualora vengano introdotte nuove tecnologie che modificano il processo lavorativo (art. 37, comma 4, d.lgs. 81/2008).

L’addestramento del personale deve essere effettuato da una persona esperta e sul luogo di lavoro: la formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti dovrà essere periodicamente ripetuta e aggiornata in relazione all’evoluzione dei rischi o all’in-sorgenza di nuovi.

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5. I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)

Per Dispositivi di protezione individuale (Dpi) si intendono tutte le attrezzature destinate a essere indossate o tenute dal lavoratore con lo scopo di proteggerlo dai rischi per la sua salute o la sicurezza durante il lavoro (art. 74, d.lgs. 81/2008). Tali dispositivi devono essere adeguati ai rischi da prevenire e non devono comportare, con il loro uso, un rischio maggiore per l’utilizzatore.È il datore di lavoro che deve individuare la tipologia e le modalità di impiego dei Dpi mentre i lavoratori devono usarli seguendo le modalità indicate nei programmi di formazione e di addestramento a loro rivolti. Gli addetti alla cucina e alla sala sono tenuti a indossare alcuni dispositivi di protezione individuale per proteggersi dai rischi ambientali e dagli infortuni.

6. GLI OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO E DEI LAVORATORI

Il datore di lavoro deve mettere a disposizione attrezzature da lavoro adeguate a svolgere le mansioni alle quali sono preposti i suoi dipendenti. Le attrezzature devono essere conformi alle disposizioni legislative e regolamentari nazionali ed europee (art. 70, comma 3, d.lgs. 81/2008). Dal momento in cui il datore di lavoro sceglie le attrezzature da utilizzare nel processo lavorativo è tenuto a prendere le necessarie misure affinché esse:

siano adeguate alle condizioni e alle caratteristiche specifiche del lavoro da svolgere;

non presentino rischi per l’ambiente di lavoro;

siano istallate in conformità alle istruzioni d’uso;

siano utilizzate correttamente dai lavoratori e oggetto di idonea manutenzione.

Inoltre i lavoratori devono essere adeguatamente informati sul loro utilizzo. Il datore di lavoro è tenuto a prendere le necessarie misure affinché il posto di lavoro e la postazione di lavoro presentino tutti i requisiti di sicurezza e rispondano ai principi di ergonomia. I lavoratori devono ricevere una formazione adeguata e specifica riguardo l’utilizzo delle attrezzature di lavoro. Inoltre essi:

devono utilizzare con cura le attrezzature messe loro a disposizione;

non devono apportarvi alcun tipo di modifica;

sono tenuti a segnalare immediatamente al datore di lavoro o al dirigente qualsiasi inconveniente o difetto rilevato durante l’utilizzo.

Dispositivi di protezione individuale – Dpi

Operatore Dpi Utilizzo

Personale di cucina Grembiule e guanto a maglia metallica Guanti in latticeMascherina antipolvere Calzature antiscivolo

Tagli di grosse pezzature di carne o pesce Manipolazione di cibi Manipolazione delle farine Servizio in cucina

Personale di sala Guanti in lattice Calzature antiscivolo

Allestimento tavoli Servizio in sala

Personale addetto alle pulizie

Guanti in gomma Mascherina antipolvere

Utilizzo di detergenti chimici Movimentazione polveri

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SCHEDA DI VERIFICA

Cognome e nome ................................................................................................................................................ Classe .......................................................................................

Data ................................................................................................................................................................................ Valutazione ...........................................................................

A. Rispondi alle seguenti domande

1. Che cosa significa lavorare in sicurezza? ...........................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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2. Quali sono le principali novità introdotte dal d.lgs. 81/2008?...........................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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3. Quali sono gli obblighi dei lavoratori in materia di sicurezza sul lavoro?...........................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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4. Quali possono essere le cause di un incidente sul luogo di lavoro? ...........................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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5. Perché il datore di lavoro svolge un ruolo centrale nella tutela della salute e della sicurezza dei suoi dipendenti? ...........................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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6. Quali sono le figure professionali previste dal d.lgs. 81/2008 a tutela della sicurezza sul lavoro?...........................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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7. Quali sono i fattori di rischio nel comparto ristorativo?...........................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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8. Quali sono le misure di prevenzione che devono essere adottate nei luoghi di lavoro? ...........................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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9. Quali dispositivi di protezione individuale devono essere utilizzati nel settore ristorativo? ...........................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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10. Quali sono gli obblighi del datore di lavoro in merito all’utilizzo delle attrezzature da lavoro? ...........................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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B. Completa lo schema

Inserisci nel seguente schema i soggetti della sicurezza e individuane i compiti.

Lavoratori

Dirigente

Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza

Servizio di prevenzione e protezione

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Medico competente

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Datore di lavoro

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SOLUZIONI

A. Rispondi alle seguenti domande

1. Che cosa significa lavorare in sicurezza? Lavorare in sicurezza significa operare in condizioni di rischio residuo, cioè lavorare adottando misure di prevenzione e protezione tali da ridurre la probabilità di accadimento dell’incidente o l’entità delle conseguenze del pericolo.

2. Quali sono le principali novità introdotte dal d.lgs. 81/2008? Le misure innovative introdotte dall’applicazione del d.lgs. 81/2008 riguardano l’ampliamento del campo di applicazione della normativa sulla sicurezza a tutti i settori di attività sia pubblici sia privati e a tutte le tipologie di rischio, il rafforzamento delle prerogative del rappresentante dei lavoratori, l’inserimento nei programmi scolastici e universitari delle tematiche della salute e della sicurezza.

3. Quali sono gli obblighi dei lavoratori in materia di sicurezza sul lavoro?I lavoratori sono tenuti a contribuire, insieme al datore di lavoro e ai dirigenti, all’adempimento di tutti gli obblighi imposti dalla normativa a tutela della sicurezza durante l’attività lavorativa; a osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro e dai dirigenti; a utilizzare correttamente i macchinari, le apparecchiature, gli utensili, le sostanze pericolose, i mezzi di trasporto e le altre attrezzature di lavoro e i dispositivi di protezione individuale; a segnalare immediatamente al datore di lavoro le condizioni di pericolo riscontrate; a non rimuovere o modificare senza autorizzazione i dispositivi di sicurezza, di segnalazione o di controllo; a non compiere di propria iniziativa operazioni o manovre che non siano di loro competenza; a partecipare ai programmi di formazione e di addestramento organizzati dal datore di lavoro.

4. Quali possono essere le cause di un incidente sul luogo di lavoro? Le circostanze possono essere molteplici: le condizioni di pericolo che si riscontrano sul posto di lavoro e/o gli atti pericolosi compiuti dal lavoratore. Alla prima ipotesi concorrono l’esistenza di carenze nella progettazione, nella manutenzione, nella fase di acquisto e immagazzinaggio delle merci o dei prodotti. Alla seconda ipotesi si possono ricondurre l’inidoneità del lavoratore, il suo scarso addestramento, l’inadeguata o inesistente formazione riguardo ai rischi dell’attività lavorativa.

5. Perché il datore di lavoro svolge un ruolo centrale nella tutela della salute e della sicurezza dei suoi dipendenti?Il datore di lavoro ha un ruolo strategico nelle politiche volte a diffondere la cultura della sicurezza nell’azienda, poiché a lui spettano poteri di nomina delle figure della sicurezza, di controllo e di coordinamento del sistema di sicurezza della propria azienda. 6. Quali sono le figure professionali previste dal d.lgs. 81/2008 a tutela della sicurezza sul lavoro? I soggetti che collaborano all’interno dell’azienda, pubblica o privata, alla gestione della sicurezza sono: il datore di lavoro, il Servizio di prevenzione e protezione (Spp), il Responsabile del servizio di prevenzione e protezione (Rspp), il Medico competente (Mc), ove previsto, il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (Rls).

7. Quali sono i fattori di rischio nel comparto ristorativo?L’esposizione ai rischi del personale di cucina e di sala può dipendere da vari fattori: l’inadeguatezza delle strutture, l’utilizzo dei macchinari e dell’attrezzatura, l’organizzazione e la tempistica del lavoro. Tuttavia hanno un ruolo importante anche le problematiche psico-sociali che riguardano la stagionalità del lavoro, i turni di lavoro serali e notturni, l’elevato livello di stress e di tensione, l’assunzione di posture scorrette. La mancanza di esperienza, la scarsa conoscenza delle norme di sicurezza e la sottovalutazione dei pericoli aggravano e moltiplicano i rischi di infortuni in particolar modo tra i lavoratori più giovani.

8. Quali sono le misure di prevenzione che devono essere adottate nei luoghi di lavoro? Prevenire significa intervenire per ridurre la probabilità dell’accadimento di un incidente. L’intervento di prevenzione può interessare un macchinario, un impianto, una procedura di lavoro o una norma di comportamento. Misure di prevenzione possono essere: segnalare un pericolo; eliminare un pericolo o sostituirlo con uno minore; adottare appropriate misure di lavoro e di manutenzione delle attrezzature e dei macchinari; indossare i dispositivi individuali di protezione; informare e formare gli addetti esposti al rischio.

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9. Quali dispositivi di protezione individuale devono essere utilizzati nel settore ristorativo? I dispositivi di protezione individuale sono tutte le attrezzature destinate a essere indossate o tenute dal lavoratore con lo scopo di proteggerlo dai rischi per la sua salute e sicurezza durante il lavoro (art. 74, d.lgs. 81/2008). Tali dispositivi devono essere adeguati ai rischi da prevenire e non devono comportare con il loro uso un rischio maggiore per l’utilizzatore. I Dpi prescritti nel settore ristorativo sono: calzature antiscivolo, grembiule a maglia metallica, mascherina antipolveri, guanti in lattice o in maglia metallica. Non sono Dpi le divise da lavoro. 10. Quali sono gli obblighi del datore di lavoro in merito all’utilizzo delle attrezzature da lavoro? Il d.lgs. 81/2008 prevede che il datore di lavoro garantisca la sicurezza degli ambienti di lavoro. Egli è tenuto ad attivare all’interno dell’azienda tutte le figure preposte alla tutela della salute e della sicurezza, e a mettere a disposizione attrezzature da lavoro adatte alle mansioni alle quali sono preposti i suoi dipendenti. Le attrezzature devono essere conformi alle disposizioni legislative e regolamentari nazionali ed europee (art. 70, comma 3, d.lgs. 81/2008) e devono essere adeguate alle condizioni e alle caratteristiche specifiche del lavoro da svolgere, non devono creare rischi per l’ambiente di lavoro, vanno installate in conformità alle istruzioni d’uso, vanno utilizzate correttamente dai lavoratori e devono essere sottoposte a una corretta manutenzione. Inoltre i lavoratori devono essere informati sul loro utilizzo attraverso una formazione specifica.

B. Completa lo schema

Rappresentante dei lavoratori per

la sicurezza Medico competente

Dirigente

Lavoratori

Datore di lavoro

Servizio di prevenzione e protezione