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Maggio 2000 - Mensile d’informazione e cultura - Anno VI Numero 52 I risultati delle prove effettuate - rilasciati dal Laboratorio Ufficiale Prove Materiali e Strutture del Dipartimento di Struttura dell’Università della Calabria - hanno fornito esito negativo, dichiarando che le strutture in cemento armato normale e acciaio dell’edificio destinato a stabilimento termale non sono collaudabili, e la stessa struttura non è rispondente alle norme sismiche in vigore per cui non è stabile ed è pericolosa per l’incolumità pubblica. Venerdi 5 maggio l’Amministrazione Comunale - dopo quasi sette anni dalla stipula del contratto con il Consorzio Emiliano Romagnolo - pone i sigilli all’intera area dello stabilimento termale. Giovedi 11 maggio la stessa Amministrazione Comunale indice un incontro con i cittadini per l’esposizione della situazione attuale in ordine ai problemi della realizzazione della struttura termale di Cotronei, con l’Ing. Apa e l’Avv.Torchia, rispettivamente consulente tecnico e legale del Comune. Da questo punto in poi sarà la magistratura ad occuparsi dell’intera vicenda. L’impatto emotivo per la collettività è così grande che soffoca le parole. Le conseguenze sono rilevanti e nello stesso tempo incerte, per prevedere nel futuro la costruzione di un’ipotesi alternativa a quella esistente. Dal versante istituzione provengono messaggi di speranza e la volontà di andare avanti, nel pensare ad un’altro stabilimento termale, perchè di quello esistente gli esiti di collaudo propongono la soluzione dell’abbattimento. La costruzione di questa struttura sembrava nel passato un’utopia. Divenne poi una magnifica realtà, una concreta speranza di sviluppo e prosperità. Oggi rappresenta soltanto un simbolo di vergogna e di umiliazio- ne per un’intera popolazione. SI CHIUDE IL SIPARIO 52

SI CHIUDE IL SIPARIO - Cotroneinformacotroneinforma.org/wp-content/uploads/2015/03/52.pdf · 2015. 5. 11. · I percorsi della storia, della nostra sto-ria, assumono degli aspetti

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  • Maggio 2000 - Mensile d’informazione e cultura - Anno VI Numero 52

    I risultati delle prove effettuate - rilasciati dal Laboratorio Ufficiale Prove Materiali e Strutture delDipartimento di Struttura dell’Università della Calabria - hanno fornito esito negativo, dichiarando che lestrutture in cemento armato normale e acciaio dell’edificio destinato a stabilimento termale non sonocollaudabili, e la stessa struttura non è rispondente alle norme sismiche in vigore per cui non è stabile edè pericolosa per l’incolumità pubblica.

    Venerdi 5 maggio l’Amministrazione Comunale - dopo quasi sette anni dalla stipula del contratto con ilConsorzio Emiliano Romagnolo - pone i sigilli all’intera area dello stabilimento termale.

    Giovedi 11 maggio la stessa Amministrazione Comunale indice un incontro con i cittadini per l’esposizionedella situazione attuale in ordine ai problemi della realizzazione della struttura termale di Cotronei, conl’Ing. Apa e l’Avv.Torchia, rispettivamente consulente tecnico e legale del Comune.Da questo punto in poi sarà la magistratura ad occuparsi dell’intera vicenda.

    L’impatto emotivo per la collettività è così grande che soffoca le parole. Le conseguenze sono rilevanti enello stesso tempo incerte, per prevedere nel futuro la costruzione di un’ipotesi alternativa a quellaesistente. Dal versante istituzione provengono messaggi di speranza e la volontà di andare avanti, nelpensare ad un’altro stabilimento termale, perchè di quello esistente gli esiti di collaudo propongono lasoluzione dell’abbattimento.La costruzione di questa struttura sembrava nel passato un’utopia. Divenne poi una magnifica realtà, unaconcreta speranza di sviluppo e prosperità. Oggi rappresenta soltanto un simbolo di vergogna e di umiliazio-ne per un’intera popolazione.

    SI CHIUDE IL SIPARIO

    52

  • Maggio 20002LA FRONTIERA SCOMPARSA

    “Il maestro Pasquale Tallarico, un gio-vane pianista e musicista di NewYork, che è apparso come solista dipiano, è indubbiamente un genio, ese manterrà questo attuale livello dievoluzione diventerà un gran virtuo-so.” - La Cadenza, New York febbra-io 1903

    Molte altre pubblicazioni di stampae testimonianze che riguardano que-sti due meravigliosi ragazzi non sonostate pubblicate per ragioni di spa-zio, ma sarà un piacere mostrarli achiunque si rivolgerà al Prof. Giovan-ni Tallarico.323 West 17 th St, New York City

    Notizie di stampaConcernenti i meriti del Prof. Giovan-ni Tallarico, che dedicò il suo tempolibero insegnando il mandolino, lachitarra e il banjo.“Il Prof. Giovanni Tallarico, uno stu-dente dell’illustre Prof. NicolaD’Arienzo del regale Conservatoriodi Musica, San Pietro in Majella aNapoli, un eccellente compositore,la cui fama è sicuramente un segnodel successo, ha appena pubblica-to, tramite l’editore Venturini di Firen-ze, un album di danze con assolo dimandolino. Contiene sei brani, chesi consigliano da sole per la lorochiarezza, la fruidità melodica eun’eleganza inusuale nell’esecuzio-ne. Il Prof. Tallarico, tramite le suecomposizioni, nelle quali l’originalitàè notevole e caratteristica per lo sti-le, è arrivato nelle classifiche dei pri-mi compositori.”Tradotto da “Lo Staffilo”, 14 aprile1897 (un giornale pubblicato a Firen-ze, Italia, e dedicato all’arte ed allamusica)

    “Un’altra importante annessione allafacoltà della Scuola di Musica,Kimball, è il signor Giovanni Tallarico,un insegnante di mandolino,mandola, banjo e di chitarra. Il signorGiovanni Tallarico ha studiato pres-so alcuni dei migliori maestri d’Eu-ropa ed è senza dubbio uno dei piùcompleti insegnanti di strumenti acorda in questo paese. Egli non hasolo raggiunto la fama come inse-gnante, ma anche come autore dinote composizioni musicali per que-sti strumenti, e la scuola può esse-re felice di essersi assicurata un’an-nessione così preziosa al suo vigo-roso insegnamento”.Waterbury Republican il 2 settem-bre 1900

    Il 19° Recital della Scuola Kimball -“Il lavoro del signor Giovanni Tallaricocon il suo strumento preferito, ilmandolino, fu di una raffinatezza ec-cezionale e gli furono richiesti nume-rosi bis, che si vide costretto a con-cedere. La sua prima esecuzione

    Catherine, sua composizione, era un concerto divaltzer di un merito inusuale, come una composizio-ne di mandolino”.- Waterbury American, il 20 otto-bre 1900

    Recital in Gem Opera House, Naugatuck, Conn -“Le selezioni di mandolino del signor GiovanniTallarico erano eseguite deliziosamente e dimostra-vano che lui era un’artista di rara abilità. La delica-tezza del tocco, la bella espressione e la correttainterpretazione, e la qualità di spirito e la grazia concui lui suonava, tutto dimostrava che egli possiedele qualità artistiche di un musicista completo.”

    Naugatuck Daily News, il 1° dicembre 1900 - Il si-gnor Giovanni Tallarico dimostrò anche di essere unartista popolare. Le sue selezioni erano di un gradoinusuale di superiorità per il mandolino, la musicapiù classica, che caratterizzò le sue esecuzioni, ave-vano acquistato un nuovo significato sotto sue ditaesperte.

    I fratelli TallaricoFondato 1902

    Signor Francesco Tallarico (Violi-nista di concerto) Signor GiovanniTallarico (Violoncellista)Signor Pasquale Tallarico (Piani-sta di concerto)Disponibili per concerti, recitals eintrattenimenti socialiL’orchestra dei Tallarico compo-sta solo da musicisti di grandi me-riti. Ogni numero è combinazionedi strumenti. La migliore orchestrache ci sia. Cantanti napoletani esuonatori supportati anche daun’orchestra di donne.Completa soddisfazione. Le piùalte referenze.Città di New York, 323

    Termini di insegnamento

    1 lezione (45 minuti) allaresidenza di Pupil $ 2.0010 lezioni $ 17.5020 lezioni $ 30.00

    I percorsi della storia, della nostra sto-ria, assumono degli aspetti misterio-si, affascinanti ed un livello diemotività che supera ogni aspettativa.Le schede dei fratelli Tallarico, pub-blicate nel numero 51 diCotroneinforma, hanno catalizzato l’in-teresse e la curiosità di non pochi let-tori. Lo stesso invito della redazionerivolto a chi avrebbe trovato il tempoed il piacere di tradurre i testi dall’in-glese non è caduto nel vuoto. AnastasiaLopez, Laura Agata Bevilacqua e Ste-fania Farruggia hanno accolto l’invitodel giornale facendoci pervenire le tra-duzioni che pubblichiamo in questapagina.Ma non è tutto. Lo spartito musicaleche pubblichiamo è riprodotto dall’ori-ginale, datato con dedica 21 aprile 1896,di proprietà del Prof. Gerardo Vaccaro,che ha messo a disposizione del gior-nale il prezioso cimelio storico. E’ pro-prio il caso di dire che galeotto fu lo

    IL GRANDE MOSAICODELLA MEMORIA

    spartito, nel senso che ci ha permessodi conoscere il Prof. Vaccaro, personadisponibile, gentile e di una profondasensibilità, che è ritornato a Cotroneidopo un quarantennio vissuto nelvibonese. Inoltre il Prof. Vaccaro, gra-zie alle sue doti poetiche (oltrechè na-turalmente musicali), ci accompagne-rà per diverso tempo con i suoi scrittisulle pagine dei Percorsi Culturali.

    Riteniamo importante proseguire lericerche archivistiche sui trascorsi deifratelli Tallarico. Infatti da subito inol-treremo una richiesta di informazioniall’USIS del consolato americano aRoma (già precedentemente contatta-to per i brevetti di Domenico Cortesenegli Stati Uniti all’inizio del XX se-colo). Un ulteriore contributo di infor-mazioni potrebbe venire da parte di

    Nicola Cortese dall’Argentina, che gra-zie alla sua preziosa corrispondenza haconsentito questa affascinanterivisitazione del passato, sulle orme ditre grandi nostri musicisti emigrati inAmerica. Ma anche Anastasia Lopez(che studia a Firenze) potrebbe con-tribuire in questa opera di ricerca (seriuscisse a sottrarre del tempo ai rit-mi dello studio universitario), attivan-dosi negli archivi fiorentini dove sonocustoditi alcuni documenti dei musici-sti Tallarico.Gli elementi a disposizione preludonosuccessivi ritorni del giornale sulla sto-ria dei fratelli Tallarico, dopo questiultimi due numeri che sono serviti adaggiungere alcuni importanti tassellial grande mosaico della nostra memo-ria. Per tutto questo vogliamo ringra-ziare calorosamente Nicola Cortesedalla lontana Argentina, il Prof.Gerando Vaccaro, Anastasia, LauraAgata e Stefania.

  • Maggio 2000

    3

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    SOCIETA'

    Sarà finalmente operativo il VIP CLUB “PICCOLA SVIZZERA”.Gli operatori turistici della Sila, sostengono l’iniziativa del promoter calabrese Giu-seppe Pipicelli, di creare un club rivolto (per alcuni periodi dell’anno) agli operatoridello spettacolo, della televisione, dell’informazione, contribuendo nello stessotempo alla valorizzazione del territorio.Il progetto in cantiere già da un paio di anni ,è stato ufficializzato e concretizzatosolo in questi giorni dallo stesso Pipicelli.Il VIP CLUB con tutte le sue strutture sarà promosso e pubblicizzato negli ambientidel turismo e dello spettacolo già a partire dal prossimo mese di giugno ;“Con il VIP CLUB “ ha detto Pipicelli “ sarà molto più facile organizzare epromuovere iniziative di grosso rilievo turistico e culturale, su tutte naturalmen-te il campionato di Bob riservato ai Vip, sperimentato nel 96 e prossimo alla suaseconda edizione ; proprio con questo campionato avremo la possibilità di pro-muovere il territorio e il neo club”“Sono tantissime le persone dell’ambiente” continua Pipicelli , “che voglionocollaborare con noi , aspettano solo un segnale positivo e convinto, quello delvip club è senza dubbio un piccolo passo verso un nuovo modo di operare in unsettore dove è necessario essere competitivi e professionali”.Tra gli operatori del turismo e dello spettacolo che sostengono l’iniziativa , citiamo:IL VILLAGGIO PALUMBO ; IL VILLAGGIO BAFFA; L’HOTEL RESIDENCE DELLAGO ; L’ASSOCIAZIONE DI SPETTACOLO E TURISMO L’ANGOLO 12 ; ILTEATRO TENDA AMPOLLINO ;L’ASSOCIAZIONE SPORTIVA SPORTING CLUB .Naturalmente un ruolo primario sarà quello degli enti istituzionali locali, qualiREGIONE, PROVINCIA DI CROTONE ,COMUNE DI COTRONEI , APT eCOMUNITA’ MONTANA.Per ulteriori informazioni : tel.fax 0962.491488 - port.0328.8330010

    Ufficio Stampa VIP CLUB PICCOLA SVIZZERA

    La Turismo S.c.P.A., di concerto con l’Amministrazione comunale di Cotronei, ha avviato un’ini-ziativa per utilizzare al meglio le risorse naturali di un territorio ancora incontaminato come quellodel comprensorio di Trepidò e della Riserva Marina di Capo Rizzuto.A tal proposito si è svolto, giorno 27 aprile, presso l’Hotel del Lago Ampollino, un incontro tra ilpresidente della Turismo S.c.P.A., dott. Lino Fazio, l’amministratore delegato Maria Rosa Prandelli,il sindaco del comune di Cotronei dott. Pietro Secreti, l’assessore al turismo Vittorio Nisticò, glioperatori turistici ed i responsabili di Take C.A.R.E., Centro per l’Armonizzazione e l’EquilibrioEnergetico di Roma, da anni operante nel settore del benessere.L’obiettivo che ci si propone, in stretta sintonia con le linee programmatiche del piano di sviluppoturistico compatibile con l’ambiente della Provincia di Crotone, è quello di creare un’oasi delbenessere all’interno di un territorio, per sua natura predisposto alla salute ed al recupero di unostile di vita naturale e profondamente umano.Tale obiettivo si traduce nel risvegliare la capacità di utilizzare le naturali risorse di un luogo,ancora magicamente incontaminato, come quello del vasto territorio appartenente sia al ParcoNaturale della Sila sia alla Riserva Marina di Capo Rizzuto, che per millenni ha offerto ai suoiabitanti spontanei rimedi di cura e guarigione.La Turismo S.c.P.A., in collaborazione con Take C.A.R.E., invita, sia gli abitanti del luogo che ituristi, alla riscoperta delle capacità naturali, proprie di ogni individuo, di trasformare la vita di tuttii giorni ed anche la vacanza in un’occasione di recupero del proprio equilibrio psicofisico, instrutture che offrono servizi dì qualità e trattamenti specializzati ad una vasta terra ancora partico-larmente salubre e ricca di cultura all’interno di uno splendido ed invitante binomio mare-monti.L’innovativo approccio al benessere di Take C.A.R.E. viene realizzato attraverso specifiche tecni-che ed accurati programmi di disintossicazione e rieducazione alimentare, di riscoperta dellepotenzialità insite in una corretta respirazione, di massaggi e trattamenti corporei curativi e rilas-santi, di conoscenza ed esplorazione degli stati di meditazione, di tecniche di riequilibrio energeticoed ancora di sensibilizzazione all’utilizzo dei rimedi naturali che l’ambiente, nello specifico la Siladella provincia di Crotone, ci offre nell’ambito della medicina naturale ed olistica.

    Turismo S.c.P.A. Dott. Lino Fazio

    Al via il VIP CLUB“PICCOLA SVIZZERA”

    COMUNICATO STAMPA TURISMO S.c.P.A.“Sila: benessere naturalmente!”

    FESTA DELLA COMUNITA’ E INCORONAZIONE MADONNA DI FATIMA.UN SUCCESSO OLTRE LE ATTESE

    Una grossa partecipazione po-polare ha caratterizzato l’edizio-ne 2000 della festa della Comu-nità, promossa dalla parrocchiadi San Nicola Vescovo, incollaborazione con l’ammi-nistrazione comunale e laProvincia di Crotone, ed inprogramma per gli scorsisabato 6 e domenica 7maggio. Una folla di perso-ne, provenienti anche daicentri del comprensorio, siè riversata in strada, peraccogliere e portare in pro-cessione la statua della Ma-donna di Fatima. La repli-ca il giorno dopo, quandola chiesa di San Nicola el’antistante piazza si sonoriempite di fedeli e di curio-si, venuti ad assistere allamessa solenne presiedutadal vescovo, mons. AndreaMugione, e alla cerimoniad’incoronazione della sta-tua della Madonna, con un’ope-ra realizzata dal maestro orafoGiovanni Battista Spadafora. Siè trattato di un’edizione specia-le della Festa, coincidente la ri-correnza giubilare, sull’anda-mento della quale sia il sinda-

    co, Pietro Secreti, sia il parro-co, Don Serafino Parisi, non na-scondono la propria soddisfazio-ne. “Da cinque anni come par-

    rocchia- ci ha dichiarato DonSerafino- stiamo promuovendoqueste occasioni d’incontro, le-gandole a ricorrenze particolari.D a l l ’ i n a u g u r a z i o n edell’auditorium parrocchiale allacostituzione del gruppo degli

    scout, solo per citarne due. Que-st’anno- aggiunge il parroco- laricorrenza è rappresentata dal-l’arrivo della statua della Madon-

    na di Fatima, la cui mater-na benedizione abbiamo in-vocato perché la nostra cit-tadina potesse scoprire evivere le profonde motivazio-ni della festa. Vivere la fe-sta- per Don Serafino- signi-fica scoprirne il significatocristiano, valorizzandone leautentiche implicazioni :l’incontro, il ringraziamentoal Signore per la sua bene-volenza, l’unicità della fede,la solidarietà, la gioia di sen-tirsi parte di un’unica fami-glia. Tutto questo- conclu-de il parroco- ha ispirato ilnostro operare nell’allesti-mento della Festa della Co-munità. Ed il riscontro con-fortante della larga parteci-pazione, segno della voglia

    E’ uscito il bando ufficiale della II edizio-ne Talenti Italiani anno 2000, prodotta daEventi & Talenti - L’Angolo 12 in colla-borazione con Saint Louis Music Center.Le schede di partecipazione devono es-sere inviate in busta chiusa raccomanda-ta entro il 20/11/2000 a: L’Angolo 12 - As-sociazione di spettacolo - c.p. 3 - 88836Cotronei (KR).Per maggiori informazioni: tel.03288330010 -telefax 02.700414182/06.233201480e-mail: [email protected] web: www.talentiitaliani.com

    TALENTI ITALIANI 2000

    di stare insieme presente nellanostra comunità, non può chegratificarci, oltre che stimolarci,a proporre nuovi momenti d’in-contro”.

    Francesco Timpano

  • Maggio 20004

    RESIDENZAPROTETTA

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    di Antonio RizzaTrasporti Nazionali e Internazionali

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    E ‘bbiva sempri la “Repubbrica”di l’alligra gestiunichi ‘ngrassau pettu e gula a sciancati ‘e a garzum. Sta gentucula spiducchjata da la truffa pensiom, vò parlari l’italianu ca grammatica forcajola.‘Nc’è per asempiu, nu forgiaru’ca si senti letteratu,ma quannu parra ‘cu la figghja, ridi tuttu ‘o vicinatu:“Digli ‘a mamma che partirò ... e agli novi ritornerò... Daccussì ‘nu babbalocco ‘sta cull’aria e generali,ma chi in trentanne ‘e militari, nun fu mancu capurali…Mò pì lodi ‘nci dunamu la cuccarda di Murate di supa ‘nci scrivimu “Stoccafissu ‘e baccalà”.Rigna assaie la menzogna nell’alligra socità:chi la spara com’ ‘u tronu, dici la megghja verità... La sentimu ‘mparlameritu, ‘ntra la scola, ‘ncapusantu:sta seduta ‘ntribunali supa lu bilicu da vilanzasupa ‘a tomba e mastru Pinu delinquente e lestufanti,‘nci scrivimu c’arruganza ch’ in vita fu ‘nu santu.E lu vanta menzognaru, la virgogna cancillau.Dint’ ‘o vico da funtana, ‘nci spassia ‘nu signoruni.chi mangiava prima crusca ‘ccu lu ‘gnerru du padruni.stu garzuni ‘nfatuatu, chi la fami pigghjau ‘a palati, vò mustrari’ca furtuna, cangia razza e cangia nume.E. pi chistu si cumprau, daj sorti d’occhialuni.scind’u mercuri a Militu, pì mu spandi attenziuni. Gira tuttu lu mercatu, smiccia l’occhju sutt’ ‘a lenti, vot’ ‘a faccia ver’ ‘a genti pì mu scupri riverenzi. Quannu puti li lavori, pè mò spari professuri, port’appressu deci serre pè mu taglia ‘nu jettuni. Sta capruni ‘nfuriatu da la menti squilibrata,voli ‘mpisu lu blasuni, supa l’arcu du purtuni.‘Nc è nu capitan Fracassa ‘ntra cuntrada castagnara.chi li gnerri ‘mpirunava’n’anzi la terra da Petrara.‘Ccu l’Italia suprassutta, nu si fa scrupolo ‘e zumpari lu fossu e, ‘cu ‘mbrogghj arrampicati, chianu chianu, s’ ‘e ‘mpizzatu.

    Fortunato Seminara, conosciuto per lopiù come autore di romanzi, ha esami-nato della Calabria le condizioni socia-li e morali nonché l’atavica miseria deipaesi. Testimonianza di ciò sono 82articoli pubblicati, dal 1952 al 1980,ne “Il Mondo”, “Il Tempo”, “La Gaz-zetta del Mezzogiorno”, “Tuttitalia”,“Calabria oggi”, “Il Messaggero”, “Lafiera letteraria” e “Il Giornale diCalabria” (1). Nati in occasioni diver-se, questi interventi assumono un tonoprotestatario e di opposizione. Negliarticoli sull’emigrazione non c’è unasemplice registrazione, ma un’indagi-ne sulle cause e sugli effetti del feno-meno. Dice Seminara: “I nostri lavora-tori non trovano ancora in Calabria ilpane per i loro figli e sono costretti aportare altrove la loro forza di lavoro.Dalla Calabria fuggono tutti, poveri ericchi. Fuggono come da una terra ma-ledetta” (2). L’impatto di un calabreseche emigra in città, spesso lontana ediversa per mentalità e perimpostazione del modo di vivere, sipresenta quasi sempre difficile se pen-siamo alla lingua straniera, al miseroalloggio, al parco salario e alla mancan-za di servizi di assistenza. Aggiungel’autore: “Abbiamo visto tornare [...]uomini storpiati [...] intossicati [...]senza un’indennità d’infortunio” (3).

    FORTUNATO SEMINARA E LA SOCIETA’ DEL SUO TEMPO - di Loredana ZurzoloLe condizioni sociali e morali della Calabria, e l’atavica miseria, come appaiono in una serie di articoli pubblicati dal 52 all’80

    Gli abitanti della città guardano gli im-migrati col malanimo di chi vede arri-vare dei concorrenti, pronti ad accetta-re qualsiasi salario pur di sottrarsi allafame (4). Nessuno degli emigrati ac-cetta la “vergogna” di ritornare al pro-prio paese, forse per non ammettere ilfallimento del suo sogno di ricchezza(5). Perché qualcosa cambi al Sud, bi-sognerebbe preparare le condizioniadatte al sorgere di un’attività econo-mica complessa; favorire le colture red-ditizie (per esempio agrumeti ed olive-ti al posto di cereali), lameccanicizzazione, la cooperazione ele bonifiche (6). Oggi, infatti, le pro-prietà sono lasciate incolte dai giovaniche vanno alla ricerca di alti e rapidiguadagni. Le terre abbandonate, diceSeminara, fanno “la stessa impressio-ne che [...] farebbe la vista d’un uomocivile ridotto allo stato selvatico” (7).Aspro, a volte, è il tono con cui il gior-nalista parla dello Stato il cui interven-to è lento ed inefficace in situazioniparticolarmente calamitose per la gen-te calabra quali un terremoto, un’allu-vione, un delitto. Della delinquenza, laclasse dirigente non considera, secon-do il Maropatese, le cause profonde enon cerca di eliminarle; d’altra parte ilmuro di paura e omertà ostacola l’ac-cesso alla verità (8). Un tema a cui lo

    scrittore dà largo spazio è poi quellodella condizione della donna nelle zonepiù arretrate del Sud contadino. A qual-siasi classe sociale appartenga, la don-na è oppressa ed emarginata (9); suodestino naturale è il matrimonio conun uomo scelto dai genitori. Nella rico-struzione di pezzi di vita vissuta, han-no un certo rilievo quegli individui noncollocabili in un ceto stabile, quali ilcambiacapelli, il lampionario, lavenditrice di fichi d’India: sono figureumili che non subiscono alcunatrasfigurazione mitica (10). Nel raccon-tare delle raccoglitrici di olive, c’è daparte di Seminara non solo la constata-zione delle misere condizioni delle la-voratrici, ma pure la fiducia nelle pos-sibilità di rinnovamento dei metodi dilavoro (11). A volte, probabilmentesotto l’influenza del folklorista R.Lombardi Satriani, il Maropatese esa-mina, in senso antropologico, la cultu-ra della società calabrese. Riporta leantiche leggende di Scilla e Cariddi edelle cicale mute della zona reggina. Cipresenta vecchie usanze difficili da sra-dicare, quali l’abitudine dei calabresi atesaurizzare e nascondere il denaro(12), lo strisciare con la lingua sul pa-vimento della Chiesa dall’entrata finoai piedi del Santo per impetrare unagrazia (13), il porre un sasso davanti

    alla porta della donna amata per averlacome fidanzata (14). Sono ricordati, in-fine, i prodigi della Madonna del Ro-sario che lacrima sangue a Maropati(15) e Natuzza di Paravati che parlacon i morti. Seminara, da ragazzo, ave-va ricevuto una formazione religiosanel seminario di Mileto, ma non si ca-pisce, tuttavia, quale sia il suo atteg-

    NOTE (1) Gli articoli si trovano presso la Fondazione F. Seminara diMaropati. (2) M. Sergio, Incontro con Fortunato Seminara, in “La Gazzettadel Sud”, 10.6.1971. (3) F. Seminara, Sul cammino dell’emigrazione, in“Calabria oggi”, 27.12.1972. (4) F. Seminara, Emigranti, in “La Gazzettadel Mezzogiorno”, 18.1.1972. (5) F. Seminara, Calabria: miti di ieri e dioggi, in “La Gazzetta del Mezzogiorno”, 13.1.1971. (6) F. Seminara, Spe-ranze di Calabria, in “La Gazzetta del Mezzogiorno”, 27.11.1963. (7) [s.n.a.],Caro scrittore ci spieghi il suo libro..., in “Quotidiano Scuola”, 16.4.1981.(8) F. Seminara, Il processo, in “La Gazzetta del Mezzogiorno”, 15.1.1978.(9) F. Seminara, La donna nella società calabrese, in “Il Giornale diCalabria”, 21.10.1976. (10)F.Seminara, Personaggi, in “La Gazzetta delMezzogiorno”, 6.10.1964. (11)F.Seminara, Oliveti, in “Il Tempo”, 8.6.1959.(12)F.Seminara, Calabria antica e nuova, in “Il Giornale di Calabria”,9.3.1975. (13)F.Seminara, Antiche usanze, in “La Gazzetta del Mezzogior-no”, 12.11.1977. (14)F.Seminara, Il sasso davanti alla porta, in “La Gazzet-ta del Mezzogiorno”, 2.2.1969. (15)F.Seminara, Il prodigio, in “La Gazzettadel Mezzogiorno”, 12.11.1977. (16)F.Seminara, Pellegrinaggio, in “La Gaz-zetta del Mezzogiorno”, 7.10.1963. (17)L.Lombardi Satriani-M.Meligrana,Un villaggio nella memoria, Gangemi Ed., 1987,p.31.

    da: La Città del Sole anno III ottobre/’96 www.sosed.it

    giamento nei confronti delle manifesta-zioni terrene del soprannaturale. Cer-to è, comunque, che queste dovevanoincuriosirlo. Partecipò, infatti, al pel-legrinaggio a Polsi (16), che nella co-munità paesana svolgeva “una funzio-ne di liberazione simbolica e di ricercadi una rassicurazione esistenziale e sto-rica” (17).

    Accussi ‘a menzu nenti, diventau ‘unniputenti’e da quannu vitti ‘u suli, ncriccau la nasca ‘e irgiu la cuda.

    “Memorandum

    “Quann’ ‘a panza nun’ è stirpa pò apriri la marmitta”Not’ ‘a tutti è Donchisciotte, chi pì fari lu baruni, galuppia ‘cu nu runzmu, chmu di brigghje e di spiruni.Pure chistu rodomonte, ‘nfarinatu da furtuna,com’i primi mentugati, pì lu nasu tira fumi. Lu paisi è urmai divisu in dai ranghi campiuni:chill’ e supa e di Patrizi, chill’ e sutta e di signuriStu gentame millantatu, da lu grossu petturali,quanta prima fà la fini di li botti di Natali.

    “Doetrina de Mori bus”

    Quand’ u povera cazzuni tocca e ala ‘a la cicala;chista canta cu caluri, e ‘nci rumpi la cortara

    Gerardo Vaccaro

    Gerando Vaccaro è nato a Cotronei il 18/11/1928, ove tutt'ora risiede, dopo avere trascorso unlungo periodo di tempo in provincia di Vibo Valentia per motivi prevalentemente didattici.Ultimati gli studi classici e, conseguita, poi la laurea in Scienze Agrarie presso l'Università di Napolinel lontano 1961, veniva, fin da quell'anno, impegnato, con particolare passione, nell'insegnamentodi materie agrarie, tecniche e scientifiche negli istituti superiori di Limbadi, Crotone e Vibo Valentia,ultimando, infine, la sua carriera di educatore nella scuola media statale di Mileto nell'anno 1993.Collaborò, in quell'arco di tempo, con professionalità e diligenza, al periodico "Il Normanno" in cuisovente, apparvero apprezzabili sue composizioni in lingua ed in vernacolo che rivelano la trasfor-mazione dei suoi sentimenti in versi e canto.

  • Maggio 2000

    5PERCORSI CULTURALI

    L'UOMOE IL SUOTEMPO

    Andar potrai lontano,tra prati verdi e fiori,se affidi la tua mano,bambino, ai genitori.Il dire che ti giunge,il fare che tu vedi,al tuo saper s’aggiunge,se pure non lo credi.Bambino, dammi retta!svegliati, non dormire,la vita ti dà frettae non la puoi tradire.Tu toccherai con ditai segni che han lasciatoin altri, in questa vita,il vizio ed il peccato.Se scopri piano pianodel mondo la ferita,ti prego, vai lontano,è in gioco la tua vita.Bambino dammi retta,svegliati non dormire,la vita ti dà frettae non la puoi tradire.Se lungo il tuo camminola strada è dissestata,potrai aver bambino,la mamma come fata.Raduna le tue forze,il vivere l’impone,perché la vita è corsadi fatti e di persone.Bambino, dammi retta,svegliati, non dormire,la vita il dà frettae non la puoi tradire.

    Antonietta Emma Pascuzzi

    S’elevano vagitiin modo chiaro e netto,dal vecchio cassonettostracolmo di detriti,

    rifiuti d’ogni sortabuttati alla rinfusa,con roba che non si usa,considerata morta.

    Portatami vicinavi scorgo infagottato,deposto ed abbandonato,nel mezzo un bel bambino.

    Che appena al mondo è nato,pietate avendo alcuna,la mamma bionda o bruna,

    SVEGLIATINON DORMIRE

    VITEIN TEMPESTA

    l’ha certo ripudiato.

    Lo tocco con la mano,lo prendo con affettoe me lo stringo al pettocon gran calore umano.

    Il tempo passa e volae “Quel” da me salvato,un prete è diventatocon saggia la parola.

    Che un giorno in confessione,il sangue ribollireavverte nel sentire

    in pianti una persona

    che dice, ormai pentita,d’avere abbandonatoil figlio appena natoper colpa della vita.

    Sussulta al prete il cuorecontento e confortato,d’avere ritrovatola mamma ed il suo amore.

    E senza battere cigliorisponde in quell’istante:“Colui che hai davantiio credo sia tuo figlio”.

    Antonietta Emma Pascuzzi

    CONSIGLI PER LA MENTEIl libro del mese suggerito da Cotroneinforma

    L’operaio conosce 300 paroleil padrone 1000

    per questo lui è il padrone.(Don Lorenzo Milani)

    "Un libro unico, che è una vita nel suofarsi, da ogni parte aperta, immediata-mente diventata parola".dalla Prefazione di Carlo Levi

    L'uva puttanella è il romanzo autobio-grafico al quale Scotellaro lavorò dal1950 alla morte, nel 1953. Contadini delSud è il primo risultato di un vasto pro-gramma di esplorazione del comporta-mento culturale, religioso, sociale deicontadini meridionali, dei quali Scotellarofornisce un'immagine non deformatadall'uso di astratte tecniche di ricerca.

    Dall'edizione Laterza 1986

    Istruirsi,istruirsi

    e ancoraistruirsi.

    (Antonio Gramsci)

    L’istruzione è obbligatorial’ignoranza è facoltativa.(Celeste Negarville)

  • Maggio 20006PERCORSI CULTURALI

    Quando uno studioso sceglie di fareuna ricerca nell’àmbito geo-antropicoin cui vive, corre un rischio e gode diun vantaggio. Il rischio è quello di esal-tare, per amore, la sua gente e la cultu-ra della sua gente, e denigrare ciò che alui sembra spurio, venuto da lontano,e insediatosi quasi clandestinamente ainsidiare la schiettezza della tradizio-ne locale. Da qui il bisogno d’indagar-ne origini e provenienza, nel tentativodi restituire l’antica purezza agli origi-nali prodotti del fiero popolo a cui eglifelicemente appartiene. Il vantaggio èquello di studiare una comunità e unacultura a cui è naturalmente organico,di cui condivide orizzonti e valori, temie schemi, pensieri e comportamenti, enel cui essere, fare e avere egli è, fa eha.Stumpo, a léggere i risultati del suodiuturno lavoro di ricercatore e di stu-dioso, non corre il rischio e gode delvantaggio. Egli, infatti, si pone in ascol-to dell’universo sonoro della sua co-munità non con orecchio esterno adesso, ma come compartecipe del farsidelle sonorità come dei fatti ad essecontestuali. I fatti culturali di Mesoracalo riguardano innanzitutto perché gliappartengono. Egli scientificamente liindaga ed emozionalmente li vive, ri-conoscendo ad essi una duplice fun-zione: quella loro propria, storicamen-te determinata, e quella pedagogica. Eciò perché non dimentica neppure perun istante di essere docente, educatoredi giovani vite, che vuole condurre permano (e-duco) sulla strada della cono-scenza del sé attraverso la conoscenzadel sapere comune oralmente tràdito eancora vitale e funzionale, quindi, aibisogni collettivi presenti.La cultura orale è cultura dell’ascolto.E porsi in ascolto è tentativo di sape-re, come il dire è tentativo di far sape-re. La cultura di tradizione orale si pone,quindi, in funzione eminentemente pe-dagogica, costituendo la sua trasmis-sione ogni volta un’occasione unica eirrepetibile, per l’emittente e il rice-vente, di tendere con la bocca, conl’orecchio, con la mente e con tutto ilcorpo l’uno verso l’altro in una perfet-ta condivisione dell’azione concreatricedella trasmissione orale hic et nunc at-tuata e sancita.Da tutto quanto l’autore ci riferisce lacultura dell’ascolto pare che sia ancorapredominante a Mesoraca. Dal rappor-to bocca-orecchio pare che scaturiscala realtà, e si vivifichi e continuamentericrei la cultura che segna l’identità e lavita della comunità. Da qui l’impor-tanza dei suoni, o , come ribadisce l’au-tore, del paesaggio sonoro, tramite lacomprensione del quale “ si riconoscel’indole umana e l’identità sociale dellapopolazione mesorachese” (p.12).Il paesaggio sonoro, quindi, come unodei repertorî della cultura di tradizioneorale a cui attingere per individuare ifili sottili che intramano l’identità d’unacomunità, di cui appropriarsi per ac-quisire consapevolezza di sé, di comeporsi nel mondo e di come proporsiagli altri senza inutili e vieti orgogliosietnocentrismi, ma in piena coscienzadi ciò che si è, si fa, si ha.L’autore si pone, perciò, in ascolto deisuoni e della voce che canta, della pa-rola melodizzata, che segna econtrappunta il vissuto quotidiano efestivo dei Mesorachesi, privilegiandola lettura stilistica e musicologica diquell’uno inscindibile che è il canto, eproponendo e incoraggiando forme disperimentazioni musicali che sianoincardinate nella musica tradizionale eda essa innervate nel tentativo di con-seguire, attraverso un processo equili-brato e mirato di contaminazione distilemi musicali di diversa natura e didiversa provenienza, sonorità nuove

    che arricchiscano e rendano sempre piùviva e feconda la tradizione musicaledel luogo. Il canto acquista, così, insie-me alle altre, anche la funzione di materprima, di lievito fecondante per larigenerazione, il rinsanguamento e laconseguente perpetuazione del patri-monio musicale, concorrendo alla defi-nizione della cultura ditradizione orale diMesoraca.Una perenne colonnasonora segna, integra ecommenta la vita diMesoraca. Durante igrandi riti collettivi, chetoccano il loro acme, percomplessità, tensionespirituale ecoinvolgimento sociale,con la processione delVenerdì Santo, come du-rante lo svolgimento deifatti quotidiani, ilMesorachese s’immergenella musica, l’ascolta, laproduce, la riproduce,sicché il canto di tradi-zione orale e la nuovacreazione artistica digiovani autorimesorachesi si con-fon-dono in una particolari-tà sonora, che non è unibrido, ma solo la sapien-te e ben temprata e na-turale contaminazione aperfetto incastro diradicate sonorità(radicate nella memoriae impregnate nell’aria culturale dellacomunità) e di tentare sperimentazioni.Oggi, più che parlare, insomma, di can-to di tradizione orale e di canto d’auto-re a Mesoraca, penso sia più correttoparlare di canto dialettale proprio perquella dialettalità, che, comunque, at-traversa, connota e segna il canto, qua-lunque origine esso abbia, che rendecomprensibili e commenta i riti quoti-diani e festivi, e che esprime estoricizza i contenuti interiori di ognu-no, che si fanno, in tal modo, di tutti,contribuendo alla delineazione del-l’identità, per la quale il Mesorachesesi riconosce tale, e al consolidamentodella solidarietà.Da codesta coscienza della propriacultura e, quindi, dalla propria identi-tà si apre il varco verso la possibilità diriconoscere culture altre, di “ascoltar-le”, di arricchirsene per giungere a nuo-vi orizzonti culturali, che non tradi-scono quello tradizionale, ma lo am-pliano, lo rinnovano e, così, lo perpe-tuano. E’ il punto, questo, su cui battespesso Francesco Domenico Stumpo,il quale si rivela non solo musicologoattento e colto, ma anche operatoreculturale, che tende sì ai risultati, mache privilegia i processi, quella neces-saria reimmissione, cioè, nelle arteriedella comune cultura di quelle cono-scenze che il tempo, le “tentazioni”esterne, le fughe verso l’altrove tendo-no a logorare e a disfare. A Stumpointeressano, insomma, i risultati dellaricerca unicamente per attivare dina-miche culturali tali da permettere allegiovani generazioni di acquisire cono-scenze e abilità, che li radichino a unacultura (quella del luogo in cui sonochiamati a vivere e ad operare in untempo di furente globalizzazioneazzeratrice di identità sconfitte), di cuisi apprestano ad essere gli innovatorie, al contempo, i perpetuatori con spi-rito creativo nella coscienza del noi.

    Il nostro studioso riconosce la diversaprovenienza di alcuni canti, i quali, tut-tavia, appartengono, proprio perché daessa adottati, a tutti gli effetti alla cul-tura orale mesorachese, e ne riconosce

    l’aspetto fenomenico e la diversa fun-zione che essi assumono nel tempo enello spazio per quel loro adeguarsi aimutevoli bisogni dell’uomo. Il canto,insomma, è di chi lo esegue ( vogliodire di chi lo interpreta e di chi lo ascol-ta). Di chi da esso si fa prendere e coin-volgere, e lo fa proprio, lo coltiva den-

    tro di sé, lo adegua al proprio orizzon-te e, infine, di nuovo lo interpreta pergridare al mondo la sua presenza, perannunciare il suo bisogno di comunica-re agli altri i suoi sentimenti, per di-chiarare i suoi pensieri, che, altrimenti,resterebbero sepolti nelle sue viscere enella sua mente, poiché con il canto èconcesso di esprimere ciò che in sedeordinaria non può essere detto. E seegli canta, ricorrendo a quello stileformulaico che connota i canti di tradi-zione orale, e utilizzando, talora, pa-role e melodie già note, tanto meglio.Otterrà, così, che la sua “azione” ca-nora sia più immediatamente sancitadalla comunità, perché riconosciuta sìnuova, ma all’interno del noto e condi-viso. L’atto canoro si fa, pertanto, cre-ativo e innovativo all’interno di un oriz-zonte che concorre a rinnovare pur nelrispetto del sistema di riferimento. E’il rapporto langue-parole studiato dade Saussure, applicato al Folk-Lore daJakobson e Bogatirëv e opportunamen-te rammentato da Francesco Domenico

    Stumpo. Il quale, in verità, pone la suaattenzione non solo ai significati poe-tico-musicali dei canti, ma anche a quellirituali, perché è anche nella ritualitàquotidiana e festiva che risiede il parti-colare atteggiarsi d’una comunità difronte ai bisogni e ai misteri dell’esi-stenza; è con la complessa ritualità fe-

    stiva e con la micro, eapparentemente elemen-tare, ritualità quotidianache essa tenta di affron-tare l’ignoto e di supera-re le insidie della vita, inispecie quando il doloree il terrore mettono incrisi la presenza dei sin-goli e dei gruppi, e sulpiano storico sembra chetutto sia perduto. Nelmomento della crisi ilcanto si fa liberatorio,c o m p e n s a t o r i o ,apotropaico; scaturiscedalla voce del singolo e sifa improvvisamente col-lettivo: il canto funebre,il canto di nozze, il cantodi invocazione al santo,il canto per sostenere lafatica si fanno medicinaper ritemprare il corpo etonificare lo spirito. Lafunzione terapeutica sirivela, pertanto, fra le piùimportanti riconosciuteal canto.

    Tra i canti studiati daStumpo nei contenuti,

    nella funzione e nella struttura (talvol-ta con rigorosa acribia, ma con grandeprofitto per chi legge per la chiarezzadel dettato) emergono lezioni di note-vole importanza per la testimonianzache offrono in favore dell’ulteriore di-latazione delle aree in cui i canti sonostati documentati. Un esempio:Figghja mia pecchì nu balli? Canzonea ballo in forma iterativa-cumulativadiffusa soprattutto nell’Italia centro-meridionale fino alla Sicilia (documen-tata da Pitrè), essa trova rispondenzanella canzone Ballerai tu, villanellascoperta da Severino Ferrari il 1882nel seicentesco codice PalatinoE.5.9.27, e pare che tragga origine, nel-la versione a noi giunta, da una villottanapoletana. Con la lezione di Mesoracasi arricchisce la scarna documentazio-ne calabrese. E l’ancor più scarna at-tuale documentazione calabreseimpingua la lezione mesorachese diquell’importante canto narrativo che èIl cavaliere e la morte documentatoper la prima volta in Calabria a

    Polistena e a Nicotera (1932), e poi aPalmi (1962), a S. Martino diTaurianova (1984), a Cassano Ionio(1986 e 1990) e oggi, grazie alla ricercadi Stumpo, anche a Mesoraca, facendosalire a dieci le lezioni al momentodocumentate.Quanto siano tortuose e misteriose levie dei canti, e delle stesse formule cheli compongono e li connotano, c’è con-fermato dal canto Vaju me ‘nzuru, i cuiprimi sei endecasillabi si ritrovanonell’incipit d’un canto lirico mono-strofico dell’ Alto Ionio cosentino(Montegiordano).Una particolare importanza bisognaassegnare anche a quei canti che, natida un fatto di cronaca e destinati a spa-rire, quindi, con la memoria di esso, aMesoraca resistono e sono ancora ese-guiti, se Stumpo riesce a registrarli e astudiarli. Queste storie ci danno la mi-sura delle capacità creative, pur nel fi-lone conosciuto e riconosciuto dellatradizione, individuali e dell’attenzio-ne collettiva ad avvenimenti, di cui ilcanto si fa notizia melodizzata, che,facilmente memorizzabile accresce ilcomune patrimonio canoro.E gli esempi (specialmente quelli chetestimoniano le correnti culturali chehanno attraversato la comunità e vihanno lasciato segni nel dire e nel faretradizionale), tratti dal complesso estratificato paesaggio sonoro diMesoraca, potrebbero continuare, ci-tando canti satirici e lirico-monostroficidi sdegno e di lode, ninne nanne (com-plesso repertorio che meriterebbe diessere studiato a parte) e canti di car-cere. Ma ciò che qui conta è l’urgenzadi richiamare l’attenzione sulla neces-sità di continuare a ricercare e a docu-mentare col più assoluto rigore scien-tifico la presenza del canto in Calabria,così come già alcuni stanno tentandodi fare tra tante difficoltà (la Calabriaè, probabilmente, l’unica regione chenon abbia ancora un centro regionale didocumentazione demo-antropologica),come sta oggi facendo lo studioso Fran-cesco Domenico Stumpo, di cui biso-gna accogliere l’esempio e il messag-gio: ricercare e studiare per sapere, maanche, e soprattutto, per maturare unapiù completa e funzionale consapevo-lezza del noi attraverso lariappropriazione e larifunzionalizzazione di quell’immen-sa risorsa culturale ( vera finestra spa-lancata sul nostro mondo) qual è, ap-punto, la parola cantata.

    dalla prefazione del librodi Leonardo R. Alario

    Francesco Domenico Stumpo è insegnante di Scuola Media dal 1979.Da molti anni si dedica alla ricerca didattica, musicologica ed etnomusicale ed èautore di diverse pubblicazioni (Fare musica a scuola, Milano Editore, Bologna; Facilibrani per chitarra su temi popolari calabresi e La melodia creativa, Edizioni Carrara,Bergamo; In forma di rondò, Edizioni Periferia, Cosenza, Strumenti e suoni della Calabrianella tradizione musicale di Mesoraca, Edizioni Onus, Mesoraca).Ha svolto attività di pubblicista su riviste specializzate come “Musica Domani” (Ri-cordi, Milano) e “Musicascuola” (Bologna).Ha svolto per conto dell’IRRSAE Calabria intensa attività di formazione e aggiorna-mento per docenti della scuola elementare e media.Già presidente della sezione di Crotone della Società Italiana di Educazione Musi-cale, ha tenuto relazioni nelle Conferenze Mondiali dell’ISME (organismo dell’UNE-SCO) di Helsinki (1990), Seoul (1992) e ai Convegni Internazionali di Analisi Musicaledi Trento (1990) e di Psicologia della Musica di Trieste (1990).E’ autore di canzoni e si è specializzato nella composizione di testi presso il CET conMogol. Attualmente insegna nella Scuola Media Statale “don Matteo Lamanna” diMesoraca.

    Il costo del libro è di £. 20.000. Chi è interessato all'acquisto può rivolgersi ancheall'Associazione Culturale Cotroneinforma c/o il Centro di Aggregazione Sociale op-pure utilizzando il nostro conto corrente postale n° 17500885, specificando nella cau-sale "acquisto libro Domenico Stumpo."

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    di FABIANO MICHELELocalità TORRE - 88836 COTRONEI

    Tel. Uff. 0962 44204 - Ab. 44420Fax 0962 491481 Cell. 0336/287952

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    USI CIVICI

    I tabulati dei Quotisti sono allegati nella delibera di Con-siglio Comunale n° 15 del 18.03.2000.Per chi è interessato alla delibera può leggersi la n° 14(pubblicata nel precedente numero del giornale a pag.13) sostituendo alla voce Terrageristi con Quotisti.Nel prossimo numero pubblicheremo i tabulati dei Le-gittimati.

    Come per lo scorso numero, sui tabulati sono riportati inominativi dei possessori, i nominativi e gli indirizzi de-gli eredi e/o successori e, tra parentesi, la località inte-ressata.Consigliamo agli interessati da tale istruttoria di recar-si c/o l'Ufficio Tecnico del Comune per chiedere ulte-riori ragguagli in tal senso, poichè gli stessi tabulatipotrebbere non essere completi ed in parte non risul-tanti corrispondenti agli attuali possessori dei terreni.

    (Nota della Redazione)

    ELENCO QUOTISTI DEL COMUNE DI COTRONEI1. Aceto Pasquale di Nicola - c/o Aceto Salvatore nato aCotronei il 14.01.1916 - Vico IIIG. Di Vittorio,3 (Chianette)2. Aceto Salvatore di Nicola natoa Cotronei il 14.01.1916 - viaG.d.Vittorio, vico III, 3 (Chianette)3. Albi Antonio di Raffaele - c/oStumpo Concetta Cotronei15.12.1919- Via Elena, 51(Chianette)4. Ammirati Antonio di France-sco - c/o Ammirati Francescofù Antonio nato a Cotronei il16.01.1948 - Via Amedeo ( Mac-chia della Castagna e Spuntone)5. Anania Raffaele di Luigi - c/oAnania Pasquale nato aCotronei il 04.10.1916 - ViaAmedeo Vico I (Chianette)6. Belcastro Salvatore fù Fran-cesco - c/o Colao Antoniettanata a Cotronei il 02/06/1928-Via G. di Vittorio Vico VII (Cugnale Longo).7. Berardi Giovanni fù Antonio -c/o Berardi Antonio nato aCotronei il 20.01.1938 via SanRocco, 7 (Macchia della Casta-gna e Spuntone).8. Buffone Giuseppe di Gennaro- (Macchia della Castagna).9. Cavallo Salvatore di France-sco - c/o Cavallo Salvatore fùFrancesco nato a P.Policastroil 02.06.’21 (Macchia della Ca-stagna e Spuntone).10. Cardamone Francesco diGiuseppe nato a Cotronei il09.07.’15 via Gramsci,11(Cugnale Longo).11. Caria Giuseppe fù Sarafino -c/o Caria Mario nato a Cotroneiil 27.10.’35 vico II Sardegna, 3(Macchia della Castagna eSpuntone).12. Ciurriero Gaetano di Fran-cesco - c/o Ciurriero Francesconato a Cotronei il 19.09.’32 viaTaranto,3. (Macchia della Casta-gna e Spuntone).13. Costantino Santo di Pietro -c/o Costantino Giuseppina nataa Cotronei il 08.03.’21 via I° Mag-gio,17 (Macchia della Castagnae Spuntone).14. Costantino Domenica di Ni-cola - c/o Costantino Domenicafù Nicola nata a Cotronei il15.02.’19 via I° Maggio(Chianette).15. Costantino Antonio di Sal-vatore - c/o Costantino Rosarionato a Cotronei il 18.02.’17 viaV. Emanuele II°, 144 (CugnaleLongo).16. Costantino Carmine fuMatteo - c/o Costantino Grazia-no via Borgo Pettipiatti, 23Moncalieri (TO), (Macchia della

    Castagna e Spuntone).17. Colao Nicola di Francesconato a Cotronei il 07.07.’39 viaLaghi Silani Trav.III°, 7(Chianette).18. Combariati Gaetano diAlfonso - c/o Combariati Alfonsonato a Cotronei il 08.09.’49 viaV. Emanuele II, 32 (CugnaleLongo).19. Cortese Giuseppe di Paolo- c/o Cortese Umberto nato aCotronei il 22.09.’50 via Roma22 (Chianette).20. Curcio Francesco di Santo -c/o Curcio Francesca nata aCotronei il 17.01.’20 via Lazio, 1(Chianette).21. Curcio Francesca di Santo -c/o Fragale Salvatore nato aCotronei il 03.03.’32 vico VIII°Fragalà, 5 (Chianette).22. Di Falco Carlo fù Domenico- c/o Di Falco Domenico,Crotone (Chianette).23. Fabiano Salvatore fù Gabriele- c/o Fabiano Giuseppe nato aCotronei il 25.08.’26 via V. Ema-nuele II (Cugnale Longo).24. Ferrarelli Giuseppe fù Andrea- c/o Pittipaldi Rosina viaFontanellata,49 Roma (Macchiadella Castagna e Spuntone).25. Fragale Salvatore fù Antonionato a Cotronei il 03.03.32 viaFragalà vico VIII°,5 (Chianette).26. Garofalo Giovanni di France-sco - c/o Garofalo Antonio natoa Cotronei il 29.01.’25 viaAmedeo vico II° (Macchia dellaCastagna e Spuntone).27. Gatto Francesco fù Giusep-pe nato a Cotronei il 01.09.’14via V. Emanuele III°, 55(Chianette).28. Gentile Florio di Giovanni -c/o Gentile Giovanni nato aCotronei il 31.01.’37 via Marghe-rita vico V° (Chianette).29. Greco Giuseppe diDomenico - c/o Greco MariaConcetta nata a Cotronei il04.12.’28 c/so Garibaldi(Chianette).30. Locante Giovanni fù Luigi -c/o Locante Maria Rosa nata aCotronei il 24.04.’30 via V. Ema-nuele II° ( Macchia della Casta-gna e Spuntone).31. Lopez Domenico fù France-sco nato a Cotronei il 27.07. ’39via Garibaldi 115 (Chianette). 32. Loria Giuseppe di Antonio- c/o Scavelli Anna M. nata aCotronei il 03.12.’28 via V. Ema-nuele II°, 180 (Chianette).33. Macrì Battista fù Carmine -c/o Fabiano Maria Antonia nataa Cotronei il 26.03.’29 via

    Amedeo, 30 (Macchia della Ca-stagna e Spuntone).34. Madia Gaetano di Giovanninato a Cotronei il 18.11.’36 trav,I°Roma,7 (Chianette).35. Madia Giuseppe di Giovanninato a Cotronei il 09.11.’12 viaV. Emanuele II°, 246 (Chianette).36. e 37. Incomplete.38. Mirabelli Domenico di Luigi- c/o Esposito Caterina nata aCotronei il 23.12.’26 (Chianette).39. Musacchio Gennaro di Ro-sario - c/o Musacchio Rosariofù Gennaro nato a Cotronei il13.01.’48 via G.di Vittorio,11(Macchia della Castagna eSpuntone).40. Musacchio Giuseppe fùGennaro nato a Cotronei il27.09.’09 via Margherita,8(Chianette).41. Papaleo Giuseppe di Alfonso- c/o Papaleo Salvatore nato aCotronei il 26.05.’30 via Emilia(Chianette).42. Pascuzzi Fedele di Lucrezia- c/o Pascuzzi Francesco natoa Cotronei il 02.06.’43 via SanFrancesco (Macchia della Ca-stagna e Spuntone).43. Pellegrini Enrico fù Antonio- c/o Pellegrini Francesco natoa Cotronei il 14.09.’38 viaGramsci (Chianette).44. Pugliese Salvatore G. di Pie-tro - c/o Pugliese Teresina Lui-sa nata a Cotronei il 18.11.’27via Jolanda (Chianette). 45. Pugliese Vincenzo fù Luigi- c/o Pugliese Maria nata aCotronei il 15.04.’39 viaZanchi,10 (Macchia della Casta-gna e Spuntone).46. Rizza Francesco di Antonio- c/o Rizza Domenico nato aCotronei il 30.03.‘42 via Galluppivico III° (Macchia della CastagnaSpuntone).47. Rizzuti Pietro di Giuseppe -c/o Rizzuti Pietro A. nato aCotronei il 30.04.’58 Loc.Difisella (Macchia della Casta-gna e Spuntone).48. Sacco Luigi fù Domenico -c/o Pariano Angelina via CorradoAlvaro Crotone (Cugnale Longo).49. Sacco Salvatore fùDomenico nato a Cotronei02.01.’20 via Marconi,7 (CugnaleLongo).50. Scarcelli Gaspare diGennaro - c/o Audia Carolinanata a Cotronei il 16.11.’21 vicoIII° Amedeo,8 (Chianette).51. Scavelli Gennaro di Rosarionato a Cotroeni il 04.01.’20 viaV. Emanuele III°,62 (CugnaleLongo).

    52. Scavelli Giuseppe di Salva-tore nato a Cotronei il 21.03.’17via V.Emanuele III° (CugnaleLongo).53. Scavelli Giuseppe di A. - c/o Scavelli Antonio nato aCotronei il 05.06.’24 via V. Ema-nuele II° (Chianette).54. Schiavelli Nicola fù Giusep-pe - c/o Schiavelli Giuseppe natoa Cotronei il 08.07.’25 via LaghiSilani (Chianette).55. Scavelli Nicola di Raffaele -c/o Scavelli Agatina nata aCotronei il 06.08.’47 via SalitaStadio (Chianette).56. Scavelli Vincenzo di Vincen-zo nato a Cotronei il 05.01.’22via 25° Aprile, 23 (Macchia del-la Castagna e Spuntone).57. Segreto Raffaele di Giusep-pe - c/o Segreto Giuseppinanata a Cotronei il 09.01.’50 viaAmedeo vico III°,6 (Macchia del-la Castagna e Spuntone).58. Stumpo Rosario di Giusep-pe - c/o Stumpo Vittoria nata aCotronei il 21.03.’39 viaGaribaldi,66 (Macchia della Ca-stagna Spuntone).59. Tallarico Antonio fu France-sco - c/o Tilli Emilia nata aCotronei il 06.08.’43 via LaghiSilani, Trav.II° (Macchia dellaCastagna e Spuntone).60. Tallarico Giuseppe fù Fran-cesco - c/o Tallarico Nicola natoa Cotronei il 06.03.’20 via Bolo-gna,12 (Macchia della Castagnae Spuntone).61. Tallarico Raffaele fù Santo -c/o Tallarico Nicola nato aCotronei il 01.01.’32 via Roma,37(Macchia della Castagna e

    Spuntone).62. Taruscio Domenico di Nico-la - c/o Taruscia Rosina nata aCotronei il 29.11.’42 viaGaribaldi, 143 (Chianette).63. Taruscio Domenico di Sal-vatore - c/o MusacchioAnastasia nata a Cotronei il08.07.’09 via Calabria vico V°, 2(Cugnale Longo).64. Taruscio Luigi fù Costantino- c/o Meta Giuseppe nato aCotronei il 03.03.’63 via Amedeovico I°,13 (Cugnale Longo).65. Tiano Carmine fù Domenico- c/o Capilluto Franceschina nataa Cotronei il 08.06.’11 - c/oGaribaldi vico III°, 14 (Macchiadella Castagna e Spuntone).66. Ubriaco Domenico di Fran-cesco - c/o Scavelli Rosina nataa Cotronei il 25.09.’26 viaGalluppi vico II°, 10 (Macchiadella Castagna e Spuntone).67. Urso Gaetano di Giuseppe -c/o Urso Mario nato a Cotroneiil 04.04.’50 via Firenze (Macchiadella Castagna e Spuntone).68, Vaccaro Gaetano di Antonio- c/o Vaccaro Bernardo nato aCotronei il 23.01.’38 via Elena,1(Chianette).69. Vaccaro Giuseppe di Salva-tore nato a Cotronei il 22.03.’22vico 4 Novembre,14 (Macchiadella Castagna e Spuntone).70. Vaccaro Nicola di Antonio -c/o Vaccaro Bernardo nato aCotronei il 23.01.’38 via Elenavico I° , (Chianette).71. Vona Francesco di Giusep-pe - c/o Gentile Giovanna nataa Cotronei il 24.02.’34 via Mar-gherita,14 (Macchia della Casta-gna e Spuntone).

  • Maggio 20008

    Prodotto e confezionato da: Apicoltura Deca di Guarascio T.Loc. Deca - 88836 Cotronei Tel. 0962/44363 - 0962/491523

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