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Shishōsetsu o watakushi shōsetsu 私小説
- Termine nato negli anni ‘20 in riferimento all’Ich Roman
- Shōsetsu realistico, come strumento di indagine e rivelazione sulla realtà dell’animo umano
• Si può parlare di shishōsetsu come di autobiografia?
- Riproduzione tendenzialmente fedele della vita dell’autore
- Intento autobiografico non dichiarato
CARATTERISTICHE DELLO SHISHŌSETSU
- Natura allusiva del testo
- Coincidenza fra autore, narratore e protagonista
• La narrazione non è sempre in prima persona
• La focalizzazione è fissata sul protagonista
Irmela Hijiya-Kirschnereit
“Rituals of Self-Revelation“, 1992
Lo shishōsetsu è un genere, identificabile e caratterizzato da due elementi:
• “Factuality”: il lettore assume che l’opera riproduca la realtà sperimentata dall’autore, sulla base di “segnali” lasciati dall’autore nel testo
• “Focus figure”: focalizzazione, sempre sul protagonista, l’unico la cui interiorità è rivelata; narrazione a “single consciousness”
Tomi Suzuki
“Narrating the Self“, 1996
Lo shishōsetsu più che un genere è un paradigma di lettura ideologico/letterario basato sul principio di makoto (sincerità)
Dibattito critico
Anni ‘20
- Detrattori: shishōsetsu come genere inferiore perché incapace di trascendere l’esperienza personale dell’autore
Es. Nakamura Murao
- Sostenitori: shishōsetsu come forma narrativa più pura perché permette all’autore di esprimersi con naturalezza
Es. Uno Kōji, Kume Masao
• Nakamura Murao: honkaku shōsetsu VS shinkyō shōsetsu
What I call the authentic novel [honkaku shōsetsu] is, in form, a third person novel as opposed to a first-person novel. This authentic novel is written in a strictly objective manner as opposed to a subjective manner. This sort of novel does not directly express the author’s state of mind or feelings but instead represents his attitude toward life through the depiction of certain characters and their lives… It is a novel in which the “author” is completely hidden behind “what is being presented or depicted”. Honkaku shōsetsu to shinkyō shosetsu, 1924
• Uno Kōji: honkaku shōsetsu e shinkyō shōsetsu hanno pari valore
• Kume Masao: superiorità dello shinkyō shōsetsu sullo honkaku shōsetsu
In the final analysis, the basis of all art lies in the self [watakushi]. It follows that the form that expresses this “self” directly and frankly, without pretense and disguise, that is to say, the I-novel, should become the main path, the basis and the essence of the art of prose. To use others as a means of expressing the self is, after all, to reduce art to the commonplace [tsūzoku].
Anni ‘30
- Il dibattito si sovrappone a quello sulla contrapposizione fra jun bungaku e taishū bungaku
1935: due premi letterari distinti, uno per la letteratura alta (Akutagawa) e uno per la popolare (Naoki)
Shishōsetsu come forma di letteratura alta per eccellenza
Dopo gli anni ‘30
- Fra i critici che si oppongono al genere:
• Yokomitsu Riichi: elogio del romanzo europeo e ritorno all’idea di honkaku shōsetsu
• Kobayashi Hideo: necessità di un vero “romanzo dell’io”, su modello europeo
Shiga Naoya (1883-1971)
- Considerato l’interprete più significativo dello shishōsetsu
- Gruppo Shirakaba (betulla bianca), 1910
- Produzione teorica: Sōsaku yodan (1928), Rizumu (1931)
• Romanzo centrato sull’individuo
• Nello shōsetsui lo scrittore riversa la propria energia spirituale, il “ritmo della mente” o “ritmo spirituale”
“Although people talk about the content and form of art, the effect of the work of art on us is not that gentle. I
believe that it is rhythm… If the rhythm is weak, then even when the work is skillfully constructed or is superb
in content, that work is not genuine and is thus worthless. In the case of the shōsetsu, the impression left after
reading the work is obvious. The strength or weakness of the artist’s spiritual rhythm that moves the artist while he
is creating – this is all that matters”
Rizumu, 1931 (trad. Tomi Suzuki)
“TRILOGIA AUTOBIOGRAFICA”
- Ōtsu Junkichi (1912) Wakai (1917) Aru otoko sono ane no shi (1920)
(presentati insieme nel volume unico Shiga Naoya shū, 1928)
- Protagonisti si collegano allo stesso modello di personaggio, specchio dell’esperienza dell’autore
Joryūbungaku 女流文学
- Termine che si diffonde negli anni ‘20 per indicare le opere scritte da donne fra il XIX e il XX secolo
NB: Joryūsakka
• Ryōsai kenbo
• Seito: atarashii onna
Natsume Sōseki (1867-1916)
- Rappresentante della crisi dell’uomo moderno
- Critica alla modernizzazione come occidentalizzazione
- Tema centrale: ricerca dell’identità
- 1900-1903: a Londra
• Solitudine, povertà, malinconia
• Nuova coscienza di sé
• Inizia a sviluppare la sua teoria dell’individualismo
“Ho studiato per tre anni e alla fine ancora non sapevo cosa fosse la letteratura. Questo, posso ben dire, era la fonte delle
mie angustie. In un simile stato d’animo uscii dalla scuola per prendere il mio posto nel mondo e diventai – o meglio, fui
costretto a diventare – insegnante. Per quanto la mia preparazione linguistica fosse incerta, ne sapevo abbastanza per tirare avanti, ma nel profondo del cuore conoscevo solo il vuoto. […] Non provavo il minimo interesse per il mio lavoro.
Sapevo fin dall’inizio di non avere le qualità per essere un buon maestro. […] Ero sempre all’erta, pronto a balzare verso
la mia vocazione, verso un terreno su cui potermi misurare non appena uno spiraglio si fosse aperto. […] Non potevo far
altro che trascorrere giorno dopo giorno immerso in una malinconia che tentavo di nascondere agli altri, chiedendo di
continuo a me stesso: cosa sarà di me?”
Da Watakushi no kojinshughi, trad. Maria Teresa Orsi
Saggistica
- Bungei no tetsugakuteki kiso (Le basi filosofiche dell’arte letteraria, 1907)
- Bungakuron (Teoria della letteratura, 1907)
- Bungaku hyōron (Critica letteraria, 1908)
- Gendai nihon no haika (La civilizzazione del Giappone moderno, 1910)
- Watakushi no kojinshugi (Il mio individualismo, 1914)
“Da quel momento, per rafforzare – o meglio per costruire – le basi sulle quali poggiarmi per i miei studi di
letteratura, cominciai a leggere libri che non avevano nulla a che fare con la letteratura. In breve, avendo infine
elaborato le parole “a modo mio” [jiko hon’i], per rafforzare questa posizione mi dedicai a studi scientifici e a speculazioni filosofiche. Una volta impadronitomi del
concetto “a modo mio”, esso divenne per me fonte di enorme energia. All’improvviso trovai il coraggio di
mettere in discussione gli altri. Se fino a quel momento ero stato incerto e come perduto, ora il concetto “a modo
mio” mi indicava la strada che dovevo percorrere”
Da Watakushi no kojinshughi, trad. Maria Teresa Orsi
“Se fra di voi c’è qualcuno che già si è aperto una via con le proprie forze, rappresenta probabilmente un’eccezione;
non voglio sostenere che sia un male seguire gli altri e percorrere la vecchia strada già tracciata in precedenza, a
patto che ciò porti con sé serenità e fiducia in se stessi. Voglio dire soltanto che, se questo non si verifica, allora, a
tutti i costi, occorre procedere da soli; per così dire, è necessario scavarsi la via con un piccone fino a giungere
al giacimento d’oro. Dico che è necessario perché, altrimenti, si rischia di rimanere infelici per tutta la vita,
vagando smarriti per il mondo.”
Da Watakushi no kojinshughi, trad. Maria Teresa Orsi
Opere narrative principali
- 1904-1906: Wagahai wa neko de aru
- 1906: Bocchan (realismo non naturalista)
- 1906: Kusamakura (riflessione su arte e vita)
- Trilogie, ritratto degli intellettuali del tempo: • 1908-1910: Sanshirō, Sore kara e Mon • 1912-1914: Higan sugi made, Kojin, Kokoro
- 1915-1916: • Michikusa, autobiografico • Meian, incompiuto
Wagahai wa neko de aru (Io sono un gatto, 1904-1906)
- Narratore-gatto, maschera dell’autore
- Intento satirico e stile ironico
- Satira/critica sociale a intellettuali Meiji e nuovi ricchi
- Anticipazione di vari temi: individualismo, contrasto onestà e rigore intellettuale / denaro e opportunismo
Sanshirō (1908)
- Sanshirō: personaggio simbolo dell’era Meiji e delle sue contraddizioni
- Tre mondi: • mondo del passato • mondo dell’università • mondo dei desideri, moderno
- Personaggi: Sanshirō, Hirota, Nonomiya, Jojirō, Yoshiko e Mineko
- Poche indicazioni temporali, costruzione artificiosa
- Parziale richiamo al “romanzo di formazione” (Bildungsroman) europeo
• Gioventù simbolo della modernità • Esito finale
Nel modello di Sōseki:
• associazione gioventù-modernità • Visione meno ottimista, la crescita si sviluppa in un
conflitto interiore irrisolto
- Effetti visivi pensati per generare un impatto psicologico nel lettore
Kokoro (1914)
“La solitudine è il prezzo che dobbiamo pagare per essere nati in quest’epoca moderna, cosi piena di libertà, di indipendenza e di egoistica affermazione individuale”
- Due sezioni con cambio di narratore: • parte I e II: narrata da un giovane studente • parte III: lettera d’addio del sensei
- Chiave di volta: suicidio del sensei, che conclude entrambe le sezioni ed è il punto di avvio della scrittura
- Temi:
• ripresa di molti temi di Sanshirō: rapporto maestro-allievo, tema dell’individualismo
• solitudine come costante dell’uomo moderno
• motivo del junshi