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SALUTE & FAMIGLIA Editore: Pixel - Reg. Trib. Ancona n. 12 del 27/06/2003 • POSTE ITALIANE SPA Sped.in abb. postale D.L. 353/2003 Conv. in L: 27/02/2004 n. 46 Art. 1, Comma 1, DCB Ancona n. 45 Maggio Giugno 2011 Euro 2,00 CREPET “E SE MIO FIGLIO FOSSE OMOSESSUALE?” PARLA IL DIRETTORE SERGIO VENTURI LAVORATORI PRECARI REGOLE E NOVITA’ LA CRISI CHE NON CONCEDE... RESPIRO DOSSIER ASMA S.ORSOLA BOLOGNA SCUOLA PER GENITORI ADOZIONI Il figlio più difficile Lo speciale a pagina 21-35

SENZAETA' N. 45

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La rivista della Salute e della Famiglia n. 45/2011

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SALUTE & FAMIGLIA

Editore: Pixel - Reg. Trib. Ancona n. 12 del 27/06/2003 • POSTE ITALIANE SPA Sped.in abb. postale D.L. 353/2003 Conv. in L: 27/02/2004 n. 46 Art. 1, Comma 1, DCB Ancona

n. 45MaggioGiugno 2011 Euro 2,00

CREPET“E SE MIO FIGLIOFOSSE OMOSESSUALE?”

PARLA IL DIRETTORE

SERGIO VENTURI

LAVORATORI PRECARIREGOLE E NOVITA’

LA CRISICHE NONCONCEDE...RESPIRO

DOSSIER ASMA

S.ORSOLA BOLOGNA

SCUOLA PER GENITORI

ADOZIONIIl figlio piùdifficileLo speciale a pagina 21-35

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L’adozione: un gesto di solidarietà e altruismo, ma...

L’adozione è un tema che si presta a considerazioni molto contrastanti fra loro. Nascecertamente da un impeto di generosità e altruismo, ma risponde anche a richieste per-sonali, a volte perfino intime e come tali suscettibili di una visione egocentrica. Se per

molte coppie l’adozione è un sogno, rappresenta il desiderio di poter dare a chi non ha, per altrecoppie l’adozione rappresenta la soluzione ad un’esigenza interna alla coppia stessa.Non voglio soffermarmi sui tanti lati positivi dell’adozione, ma vorrei porre l’attenzione su unodei punti più controversi. Esso riguarda una premessa sulla quale l’adozione oggi si poggia.Quando eravamo poveri l’adozione era una decisione rara e occasionale, oggi il benessere hapermesso a molte coppie di pensare anche oltre i nostri limiti biologici. Il problema nasce dalfatto che la crescita di un figlio non dipende solo dalle condizioni economiche in cui viene a vive-re. Nella mia esperienza clinica ha dovuto assistere a molte crisi dovute semplicemente dal pas-saggio dell’adottato dall’infanzia all’adolescenza e ciò non accadeva certo per questioni econo-miche, anzi in molti casi queste crisi sono dovute all’eccesso di mezzi finanziari della coppia adot-tiva. Molti genitori adottivi, per diverse e complesse ragioni, tendono infatti a “viziare” i lorofigli adottivi convinti che essi abbiano già sofferto troppo e debbano essere “risarciti”. Il proble-ma è che, educativamente parlando, una buona crescita non è garantita da mezzi economici,ma da serenità, empatia, amore. L’eccesso di offerta materiale produce, con la crescita, un sen-timento di “tutto dovuto” che nella mia esperienza è alla base di molti casi di disagi psichici regi-strati tra gli adottati. Spesso poi le loro stesse origini tendono a incrementare una corposa disi-stima che poi si trasforma in una indisponibilità a qualsiasi progetto esistenziale che comportiuno sforzo individuale, ovvero la messa in pratica della frase “il destino non mi ha regalato nul-la, ora mi prendo tutto quello che posso”.Ciò su cui vorrei che il lettore riflettesse è la complessità dell’atto adottivo. Esso infatti riflettela necessità di una doppia riparazione del danno: quello dovuto ad una maternità non voluta oaggravata da problemi economici e sociali e quello dovuto alla migrazione, allo sradicamentodel bambino dal suo ambiente, dalla sua cultura, dalla sua lingua.Si tratta di elementi che, per quanto compensati dalla miglior situazione cui si approda, rischia-no di rimanere nell’anima segreta del bambino adottato e di “esplodere” nell’età più difficile perlui: l’adolescenza, ovvero l’epoca della costruzione dell’identità (quale delle due?) e dei primi vericonfronti con i coetanei (dunque possibili episodi di razzismo e di discriminazione).Tutto ciò non certo per scoraggiare chi intende avvicinarsi a un’azione di grande valore mora-le e civile né per aggravare i pensieri di chi ha già adottato, ma soltanto per restituire a quelgesto la complessità e il suo giusto significato.

SPECIALE ADOZIONE PAGG. 21-35Cosa dice la legge, enti e tribunali, testimonianze

di Paolo Crepet

EDITORIALELo speciale

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5 | senzaetà

RUBRICA DI PAOLO CREPET“Ho scoperto che mio figlio è omosessuale, che faccio?” 6

MINISTERO DELLA SALUTEC’è la Piattaforma Nazionale per “guadagnare salute” 8Emergenza umanitaria: le sfide per i sistemi sanitari 9Formazione Continua: boom richiesta dei corsi a distanza 10

INRCA“Per noi continuità e innovazione” 12-13Il prof. Bernabei è il presidente del Network Italia Longeva 13La telemedicina, come curare a distanza 14-15

SANITA’ MARCHEAvanza la tecnologia per l’autonomia dell’anziano 16Dipartimento Salute e Servizi Sociali: la riorganizzazione 17

SANITA’ LAZIONasce nel Lazio la banca del tessuto ovarico 18Nuovi fondi per la lotta al Papilloma Virus 19

SPECIALE ADOZIONIIl figlio più difficile 21Meno costi, più sostegno 22Tutto comincia dal Tribunale dei Minori 23Alcuni aspetti legali 24-25Adozioni: l’evoluzione e i dati in Italia 26-28Le nostre testimonianze 30-34Le regioni a confronto 34-35

TURISMO SOCIALEQuando il Turismo è donna 36-37

OSPEDALIVenturi alla direzione del Sant’Orsola di Bologna 38

MEDICINAMal di shciena: instruzioni per l’uso 40-41

DOSSIER ASMAL’asma, la crisi che non concede respiro 42-43Il dott. Ugolini cpiega le maggiori cause dell’asma 44-45

ORDINE DEI MEDICIFalconi: “Tecnologie, una sfida da vincere” 46

MEDICINE ALTERNATIVEAlcuni cenni sulla medicina omeopatica 47

ALIMENTAZIONEIl sale (iodato) della vita: perché fa bene 48-49

UNIVERSITA’ DI CAMERINOVeterinaria e l’accreditamento EAEVE 50

COOPERATIVE SOCIALI“Abitare il Tempo” a Loreto ha compiuto dieci anni 51

MARCHE - Zone TerritorialiZ.T. 1 Pesaro - Si riscopre l’acqua 52Z.T. 13 Ascoli - Prima donazione di cellule staminali... 54Z.T. 8 Civitanova - Inaugurata la nuova camera sterile 55

FEDERFARMAProfessioni nelle Marche al servizio del cittadino 56

LAVORO“Over45: quali le opportunità?” 58-59

RUBRICA DALLA PARTE DEL CITTADINOPermessi per disabilità, come cambia la ex 104 60Lavoratori precari, regole e novità, anche nella scuolaintervista ad Annamaria Nardiello 61

sommario

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Ho un figlio di 13 anni,educato e bravissimoa scuola. Sono molto

fiero di Lui. Temo che possaessere omosessuale. Horecentemente scoperto che sicollega qualche volta su sitiper omosessuali in internet.Lui non lo sa di questa miascoperta. Non so cosa fare, semetterlo a conoscenza di ciòche ho scoperto oppure no.Può fargli bene a parlarglie-ne? Penso che gli creerebbe ungrande imbarazzo. Personal-mente, non ho pregiudizi, semio figlio fosse omosessualelo accetterei e cercherei diaiutarlo, perché penso chedovrà affrontare situazionimolto complesse e inusualinella sua vita soprattutto neiprossimi anni. Tuttavia, vor-rei sapere se può in qualchemodo essere correttaquesta deviazione,magari è solo una fasedella sua crescita e seaiutato può esseresuperata. Che consi-gli mi può dare?Spero possa rispon-dermi, perché le dicola verità, sono solo inquesta situazione, hodeciso di non parlarnenemmeno a mia moglie.La ringrazio anticipata-mente e la saluto con piace-re.

Caro signore, parto dalfinale della sua lettera.Perché non parlarne a

sua moglie? Siete una coppia,spero affiatata, e questo è unodei problemi che possono ren-dere la vostra unione più for-te. D’altra parte, non credoche sua moglie sarebbe moltocontenta di sapere che lei samentre lei no. Veniamo alpunto. Mi fa molto piacereconstatare che un padre dioggi non vede più l’omoses-sualità come un problema o,ancor peggio, qualcosa di cuischernirsi. A 13 anni

ancora non si può sapere: puòtrattarsi di una curiosità o diuna natura svelata, soltanto lacrescita della sua identitàpotrà dirci qualcosa di piùdefinitivo. Per ora non virimane che aspettare concuriosità e senza giudicare.

RUBRICA | SCUOLA PER GENITORI

La rubrica del prof. Paolo Crepet per la rivista Senzaetà affronterà il tema delicato del cambia-mento della società, della famiglia e dei complicati rapporti genitori-figli, con le devianze che neseguono.Per scrivere al prof. Crepet e alla sua Scuola per Genitori:ssccuuoollaaggeenniittoorrii@@vvii..aarrttiiggiiaanniinneett..ccoommccrreeppeett..ppaaoolloo@@ggmmaaiill..ccoommwwwwww..ssccuuoollaaggeenniittoorrii..iitt wwwwww..iimmpprreessaaffaammiigglliiaa..iitt

“Ho scoperto che miofiglio è omosessuale,che faccio?”

6 | senzaetà

A 13 anni non si può saperese un figlio siaomosessuale o no: può trattarsi di una curiosità o di una natura svelata, soltanto la crescita dell’identità potrà dirci qualcosa di più definitivo

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Un nuovo capitolo sulla bioe-tica sta per essere scritto inFrancia. E’ in corso un avve-

nimento che, se fosse accaduto inItalia, avrebbe fatto insorgeremilioni di persone. Nella liberistaFrancia pare sia possibile: unbambino è stato dato alla luce per

curare i suoi fratellini. I figli di unafamiglia turca sono affetti dabeta-talassemia, una forma dianemia che obbliga chi ne è affet-to a continue trasfusioni. E così,in assenza di tanta “abbondanza”di sangue, è stato dato alla luce ilpiccolo Umut-Talha, che in linguaturca significa “nostra speranza”,fecondato in vitro con una tecni-ca di eugenetica che consistevanell’eliminare il gene della talas-semia in modo da farlo nasceresano. Diventa così possibile per ilneonato donare il midollo osseo ele cellule staminali del cordoneombelicale perfettamente compa-tibili con quelle dei fratelli.

Ogni mamma si preoccupa dellasalute dei suoi bambini. Tuttociò ovviamente trova espres-

sione nella paura che hanno le mam-me che i loro figli possano subireinfortuni mentre sono fuori casa ogiocano con gli altri minori. La stati-stica insegna però che, la maggiorparte degli incidenti, avvengonoquando i bambini si trovano in casa.A raccontarcelo sono i dati prelevatiannualmente dagli Ospedali italiani.Questo accade perché i bambini increscita hanno una naturale voglia diesplorare il mondo che li circonda,toccare oggetti ed in alcuni casi,quando sono molto piccoli, portarlialla bocca o inserirli negli orifizi delloro corpo che trovano a portata dimano.

Ancora gli energy drink... peri quali si è parlato spesso diallarmismo ingiustificato.

Gli interrogativi intorno a questogenere di bevande e soprattuttoalle sostanze eccitanti che con-tengono, come la taurina e la caf-feina, sono tanti e le risposte del-la ricerca spesso contrastanti.Fanno bene, fanno male o sonoinnocui? E in quali dosi sarebbe-ro nocivi, e inoltre a quale etànuocciono maggiormente? La

saga continua con la pubblicazio-ne di un editoriale piuttosto allar-mista sulla prestigiosa rivista didivulgazione scientifica Journalof the American Medical Associa-tion (JAMA).?Gli esperti avverto-no dei rischi degli energy drink,ritenuti bevande che mettono inpericolo la salute e che proprioper questo andrebbero regola-mentate maggiormente dalleautorità per scongiurare i danni. Igiovani ne fanno uso soprattutto

in discoteca miscelandoli abevande alcoliche.

PILLOLE |

Eugenetica: nasceil bimbo in provettaper curare i fratelli

Bambini, più incidenti a casa

che fuori Gli antiossidanti piùcomuni sono le vita-mine C ed E che elimi-

nano le molecole chiamateradicali liberi prodotte natu-ralmente dal nostro corpo.Lo stress può aumentare laproduzione di radicali liberie danneggiare le cellule indi-scriminatamente. Neutraliz-zando le sostanze nocive, gliantiossidanti possonomigliorare la salute e rallen-tare il processo di invec-chiamento.

Antiossidanti.Un rischio?

Idisturbi del sonno? L’ennesi-mo effetto collaterale negativodell’uso ed abuso di alcol. Bere

in maniera smodata, sballa e por-ta a un’eccessiva sonnolenza. In effetti, per qualcuno, il “bic-chierino” è anche visto come unmodo per addormentarsi meglio

e prima. Purtroppo quello chenon si prende in considerazione èl’effetto di tale sostanza nellaseconda parte del sonno, quelladopo che ci si addormenta, faseprofonda, che dovrebbe riposare,dare un ristoro alla mente e alcorpo.

Disturbi del sonno: causa dell’alcol

Scarpe scomode che sfavori-scono una corretta postura eborse grandi erano già stati

additati come fattori di rischio peril mal di schiena che colpisce gliuomini, dalla Società Italiana Orto-pedia e Traumatologia. E’ trascor-so appena qualche mese dal moni-to degli esperti e già arriva un nuo-vo allarme per il sesso maschile,sempre per i dolori che colpisconola colonna vertebrale a causa di

comportamenti e abitudini scorret-te e insane quanto reiterate. Stavolta a mettere in guardia gliuomini dal rischio carico eccessi-vo di tecnologia sulla schiena è laBritish Chiropratic Association chepunta il dito, nello specifico, con-tro il borsello utilizzato dagli uomi-ni per portarsi sempre dietro gliormai irrinunciabili accessori tec-nologici: tablet, netbook, smar-tphone ecc.

Mal di schiena,uomini vittimedel borsello

Gli energy drink, pericolosi soprattuttoinsieme agli alcolici

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Si è insediata la “Piattafor-ma nazionale sull’alimen-tazione, l’attività fisica e il

tabagismo”, presieduta dalMinistro della Salute FerruccioFazio, ricostituita con D.M. 5marzo 2010 in attuazione delProgramma “Guadagnare salu-te: rendere facili le scelte saluta-ri”. Il Programma è finalizzato acontrastare fumo, abuso di alcol,scorretta alimentazione e inatti-vità fisica, fattori di rischio delleprincipali patologie croniche,attraverso un approccio allasalute ed alla prevenzione basa-to su strategie intersettoriali emultifattoriali, supportate dal-l’impegno istituzionale a diversilivelli. Obiettivo dell’incontro èstata la discussione di nuove ini-ziative per consolidare l’approc-cio innovativo alla “salute” qua-le responsabilità non solo delsistema sanitario, ma di tutto ilPaese, a livello di governo cen-trale e periferico, per facilitarescelte e comportamenti più sani.“L’adozione di stili di vita corret-ti - ha detto il Ministro dellaSalute prof. Ferruccio Fazio -consente di ridurre i fattori dirischio nei confronti di moltemalattie e costituisce un deter-minante fondamentale per la

tutela, la promozione e il recupe-ro della salute. La Piattaformarenderà organiche le iniziativeche abbiamo già assunto attra-verso accordi con l’industria ali-mentare per la riduzione delsale, degli acidi grassi e deglizuccheri negli alimenti. Essarappresenta, la sede d’incontrofra tutte le istituzioni, le associa-zioni e gli organismi interessati,

dove concertare e proporreinterventi a favore del benesseree della salute di tutti i cittadini”.La Piattaforma è composta darappresentanti delle Ammini-strazioni centrali interessate,delle Regioni e Province Autono-me di Trento e Bolzano, delleAssociazioni di categoria dellafiliera alimentare, delle Associa-zioni dei consumatori e delle

Organizzazioni sindacali chehanno sottoscritto con il Mini-stero della Salute Protocolli d’in-tesa.Grazie alla funzione di con-certazione svolta dalla “Piatta-forma” sono già state realizzate,o sono tuttora in corso, numero-se attività per il conseguimentodegli obiettivi di “Guadagnaresalute”.In particolare, sono stati attivatisistemi nazionali di sorveglianzasulla popolazione adulta e suibambini per la conoscenza delladiffusione degli stili di vita nonsalutari e delle patologie ad essicorrelate; sono state condivise esviluppate con la “scuola” attivi-tà di sensibilizzazione degli ope-ratori, di sperimentazione diinterventi educativi su alimenta-zione e attività fisica, fumo,dipendenze e igiene orale, conproduzione di materiali didatticispecifici; sono state realizzatecon il Dipartimento della Gio-ventù azioni per la prevenzionedei Disturbi del ComportamentoAlimentare e per la promozionedel movimento in tutte le età del-la vita, mentre con il Ministerodelle Politiche Agricole si è con-diviso l’impegno a sostenere ladieta mediterranea, la tradizioneagro-alimentare italiana e unmaggiore consumo di frutta everdura.

C’è la PiattaformaNazionale per“guadagnare salute”

RICERCA | MINISTERO DELLA SALUTE

Il Ministro della Salute prof. Ferruccio Fazio

8 | senzaetà

La Direzione Generale per la Sicurezza degli Ali-menti e della Nutrizione ha predisposto unmodello di riferimento per migliorare il rappor-

to con il cibo dei pazienti ricoverati. Lo stato nutri-zionale contribuisce alla qualità della vita di ogniindividuo e l'alimentazione costituisce un importan-te fattore di rischio per numerose patologie.Alla lucedelle stime di incidenza e prevalenza di alcune pato-logie cronico-degenerative per le quali l'alimenta-zione è un fattore determinante, l'OMS e l'UE hannopianificato una politica internazionale finalizzataall'adozione di abitudini di vita salutari. La malnutri-zione, problema spesso sottovalutato e presente giàall'inizio del ricovero, aumenta durante la degenza,

particolarmente negli anziani e nei lungodegenti, ecomporta elevati costi, sia diretti (correlati alla pato-logia), sia indiretti (aumentata vulnerabilità allamalattia, ricoveri ripetuti, ecc.). La attuale situazioneitaliana vede una disomogeneità particolarmentemarcata tra le Regioni e, spesso, nell'ambito dellastessa Regione, tra le diverse strutture. Per fronteg-giare queste problematiche, il Ministero della Saluteha istituito presso la Direzione Generale per la Sicu-rezza degli Alimenti e della Nutrizione,un tavolo tec-nico che ha predisposto, come per la ristorazionescolastica, linee di indirizzo nazionale, cioè unmodello da proporre a livello nazionale,al fine di ren-dere omogenee le attività.

Linee guida per la ristorazione ospedaliera

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La guerra in Libia iniziatanel gennaio 2011 è incostante evoluzione. Ciò

comporta un’emergenza uma-nitaria nei territori delMaghreb, in particolare in Libiae nelle zone confinanti con laTunisia e l'Egitto. Ha anche unpotenziale impatto nei viciniPaesi europei, che sono chiama-ti ad assicurare adeguate condi-zioni sanitarie alle popolazioniin fuga dal Nord Africa, cosìcome a quelle dei Paesi ospitan-ti. Dal gennaio 2011, decine dimigliaia di persone hanno rag-giunto le coste mediterraneed’Europa. Ciò ha spinto i Paesieuropei particolarmente inte-ressati da questi movimenti a

riunirsi in un Incontro ad altolivello dal titolo “Circolazionedelle popolazioni migranti neiPaesi mediterranei della UE: lefuture sfide per i sistemi sanita-ri”, tenutosi ad aprile a Roma.Organizzato dal Ministero dellaSalute italiano, in collaborazio-ne con la Commissione EuropeaDirezione Generale Salute eProtezione dei Consumatori econ il sostegno dell’Organizza-zione Mondiale della SanitàUfficio Regionale per l’Europa,l’evento ha riunito i delegati dialto livello provenienti da Cipro,Francia, Grecia, Malta e Spa-gna, insieme ai rappresentantidelle principali agenzie delleNazioni Unite e dell'UnioneEuropea coinvolte. “Sin dall’ini-zio della crisi in Nord Africa –ha dichiarato il Ministro dellaSalute, prof. Ferruccio Fazio –abbiamo avviato iniziativeimmediate per rafforzare la sor-veglianza epidemiologica e l’as-sistenza sanitaria sia ai profughiche sbarcano sulle coste euro-pee, sia nei Paesi africani al cen-tro della crisi. In collaborazionecon le Regioni abbiamo inviatotask force mediche e un teammultidisciplinare dell’Istitutonazionale per la promozionedella salute dei migranti. Oradobbiamo estendere la sorve-

glianza epidemiologica e l’assi-stenza sanitaria anche nei centridi accoglienza dei profughi dif-fusi in Italia e negli altri Paesi diarrivo. Nell’incontro di domania Roma concorderemo conl’Oms, la Commissione euro-pea, i Paesi europei più coinvol-ti negli sbarchi e con le altreorganizzazioni internazionalicoinvolte, una serie di misureper rafforzare i controlli sanita-ri a tutela della salute deimigranti e dei cittadini euro-pei”. “E' di fondamentaleimportanza – ha sottolineato ilCommissario europeo alla Salu-

te John Dalli - che le sfide postedall'attuale massiccio flussomigratorio proveniente dai Pae-si Nordafricani siano gestite inmodo coordinato. La Commis-sione Europea con il CentroEuropeo per la Prevenzione e ilControllo delle Malattie (ECDC)monitora regolarmente gli svi-luppi della situazione conl'obiettivo di identificare rapi-damente ogni potenziale minac-cia alla salute pubblica, e in par-ticolare i potenziali rischi dovu-ti alle malattie infettive ed epi-demiche”.

Emergenza umanitaria: le sfide per i sistemi sanitari

SANITA’ | MINISTERO DELLA SALUTE

Icittadini dell’Unione Europeapotranno scegliere in qualepaese europeo curarsi. E’ sta-

ta approvata una nuova norma-tiva che regola il diritto di cia-scuno alle cure mediche in unpaese dell’UE diverso dal pro-prio. Approvando la direttiva, ilParlamento Europeo sancisce ildiritto ai cittadini dei 27 Statidell’UE di curarsi all’estero e haregolamentato sia le modalitàdi rimborso dal Servizio sanita-rio nazionale, sia i casi cherichiedono un’autorizzazionepreventiva. I pazienti non saran-

no più lasciati soli quando cer-cheranno cure sanitarie all’este-ro e l’ottenimento del loro rim-borso. Questa direttiva faràfinalmente luce sui diritti deipazienti, fino a ora molto aleato-ri. Con queste nuove norme ci sipotrà curare in un altro Paesedell’Unione sapendo, però, chesi potrà essere rimborsati a con-dizione che il trattamento e icosti siano normalmente coper-ti nel Paese d’origine. Se il citta-dino sceglie di curarsi in un Pae-se dove i costi sono più elevati,sarà rimborsato ugualmente,

ma in base alle tariffe previsteper quella prestazione nel pro-prio Paese.Da questa normativapotrebbe derivare un fatto posi-tivo: che le “sanità”dei paesi del-l’UE comunichino sempre di piùtra di loro e aiutino a ridurresempre di più le disuguaglianzein campo sanitario esistenti, raf-forzando la cooperazione per lacura delle malattie, soprattuttoquelle rare. Attualmente, solol’1% dei bilanci sanitari naziona-li viene impiegato per il rimbor-so delle cure effettuate all’este-ro.

Sanità senza frontiere, più facile curarsi nell’UE

senzaetà |9

Pubblicato il Rapportoannuale, la più approfondi-ta e dettagliata analisi del-

le principali caratteristiche del-l’assistenza ospedaliera erogatain Italia,“fotografata” nel 2009.L’attività ospedaliera nel 2009 ècaratterizzata da una netta dimi-nuzione del volume di ricoveri edi giornate erogate rispettoall’anno precedente, con circa500 mila ricoveri e 2 milioni digiornate in meno.La riduzione più consistente,quasi il 9% in meno, si osservanell’attività per Acuti in DayHospital, coerentemente con laforte spinta al trasferimento ver-so il regime ambulatoriale;anche il Day Hospital riabilitati-vo si riduce (-3,6%), mentreaumenta leggermente l’attivitàdi riabilitazione in regime ordi-nario; l’attività per Acuti in regi-me ordinario mantiene il suotrend decrescente, mentre l’atti-vità di lungodegenza si assestasu valori sostanzialmente analo-ghi all’anno precedente.http://www.newslettersalute.it/new.php?id=217443

Il punto sulla situazione dei

ricoveri ospedalieri

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Anche per il Sistema Sani-tà occorre manutenzionee assistenza continua:

attraverso la formazione. Sisono conclusi i lavori della IIConferenza nazionale sulla For-mazione continua svolta a Cer-nobbio per fare il punto sullostato dell’arte e sulle prospetti-ve del sistema ECM (Educazio-ne Continua in Medicina).“La formazione continua – hadetto il Ministro della saluteFerruccio Fazio – è uno stru-mento fondamentale non soloper la qualificazione professio-nale degli operatori sanitari, maanche per la crescita del Servi-zio Sanitario Nazionale. Si trat-

ta di un processo dinamico cheriguarda tutte le regioni, anchequelle cosiddette “virtuose”perché chi ha una buona orga-nizzazione se non fa “manuten-zione”, rischia di tornare indie-tro. Detto questo dobbiamolavorare per migliorare l’effi-cienza del sistema e arrivare arendere omogenee le metodolo-gie di Ecm delle varie Regioni”.Alla Conferenza nazionale han-no partecipato oltre 1300addetti ai lavori che hannorisposto all’invito della Com-missione nazionale formulandoproposte e partecipando attiva-mente ai lavori e nel contempoacquisendo gli elementi neces-

sari per procedere alla correttaimpostazione delle attività con-nesse alla Formazione continuain qualità di Provider. Le richie-ste di accreditamento in qualitàdi Provider nazionale, sono sta-te oltre 1.600. L’analisi delletipologie formative ha consenti-to di verificare che 125 corsi perl’anno 2011 saranno erogatiattraverso la Formazione aDistanza.Iin considerazione del fatto chequesta tipologia formativa rap-presenta una delle più impor-tanti novità del Nuovo Sistemadi formazione continua, ci siaspetta una risposta significati-va da parte dei professionistisanitari sia per la partecipazio-ne a corsi che non impegnanospostamenti e che possonoessere seguiti nei tempi e neimodi che ogni professionistadecide di scegliere, sia per l’ab-battimento dei costi che un’of-ferta formativa ampia producenel sistema dell’offerta e delladomanda formativa.L’aspettativa è, dunque, unariduzione dei costi dei corsi acarico dei partecipanti.La Commissione, in collabora-zione con la Federazione nazio-nale degli ordini dei medici econ gli altri ordini e collegi, stastudiando un’offerta formativaper sostenere le professioni più“povere”, per le quali è statoregistrato un maggiore “biso-

gno” di corsi, anche attraversol’offerta diretta di corsi gratuiticon formazione a distanza.I Provider anche se hanno otte-nuto l’accreditamento, sarannoulteriormente oggetto di valuta-zione da parte della Commissio-ne attraverso i suoi organi: l’Os-servatorio nazionale della qua-lità e il Comitato di Garanzia perl’indipendenza della formazio-ne continua.I lavori di Cernobbio si sonoconclusi con l’auspicio che i pia-ni di lavoro definiti portino pre-sto soluzioni utili al SistemaECM per garantire la correttaapplicazione di regole condivisesotto il profilo applicativo, deicontrolli e soprattutto dellaqualità dei contenuti formativi.

Chi sono iprofessionisti interessati? Quali opportunitàper i provider chevogliono lavorarecon il Ministero?I risultati dell’incontro di Cernobbiosull’ECM

La professionalità di un operatore della Sanità può essere"valutata" sulla base di tre caratteristiche fondamentali cheelenchiamo di seguito:

• Il possesso di conoscenze teoriche aggiornate (il sapere);• Il possesso di abilità tecniche o manuali (il fare);• ll possesso di capacità comunicative e relazionali (l'essere).Il continuo sviluppo della Medicina e, in generale, delle cono-scenze biomediche, e delle innovazioni sia tecnologiche che orga-nizzative, rendono sempre più difficile per il singolo operatoredella sanità mantenere queste tre caratteristiche al massimolivello, ovvero "aggiornato e competente".Per questo motivo, in numerosi Paesi del mondo, sono nati i pro-grammi di Educazione Continua in Medicina (E.C.M.). Il sistemaECM comprende l'insieme organizzato e controllato di tutte quel-le attività formative, sia teoriche che pratiche, promosse dachiunque lo desideri (Società Scientifica, Società professionale,Azienda Ospedaliera), con lo scopo di mantenere elevata ed alpasso con i tempi la professionalità degli operatori della Sanità.

Che cos’è l’ECM

FormazioneContinua: boom dellarichiesta per i corsi a distanza

CORSI ECM | MINISTERO DELLA SALUTE

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Il sonno dei bambini è sem-pre più difficoltoso, breve edifficile. I nostri bimbi

dovrebbero dormire almeno 8ore per notte, ma spesso ne dor-mono 6 o 7, questo perché van-no a letto sempre più tardi.Situazione che si complica conl’adolescenza, quando tra disco-teche e passione per il compu-ter, si finisce per andare a lettomolto tardi alterando i cicli disonno-veglia, con ripercussionicomportamentali che possonotramutarsi in disturbi psichici.A lanciare l’allarme è Maria PiaVilla, direttore del centro delsonno dell’ospedale Sant’An-drea di Roma e coordinatricedel gruppo di studio di medici-na del sonno della Società italia-na di pediatria. “Quando si dor-me male, si va a letto tardi e sista troppo tempo davanti al pcsi crea una situazione di iperec-citabilità ed eccessivo lavoromentale che non fa bene. Conl’andare in discoteca, da cui sitorna alle 3-4 di notte, i cicli di

sonno-veglia si alterano, congravi problemi che possonodiventare psichiatrici”. Ma ledifficoltà nel sonno iniziano giàprima dell’adolescenza. “Nellefamiglie, infatti - continua laVilla - l’orario del sonno vienesempre più spesso ritardato enon si preparano i bambini al

sonno. Al contrario, magari glisi fanno vedere film paurosi, o lisi fa assistere a discussioni acce-se. C’è molta disattenzione suquesto”. Troppo spesso non si tengonoin considerazione i problemiche possono rendere difficolto-so il sonno dei più piccoli, come

l’insonnia, le parasonnie e idisturbi respiratori. Nei primidue anni di vita l’insonnia colpi-sce il 20-30% dei bambini, il 10-15% fino a 3 anni, mentre i pro-blemi di russamento e apneenotturne interessano dal 3 al27% dei piccoli in età prescola-re. Ci sono poi le parasonnie,come il sonnambulismo, parla-re di notte, svegliarsi con tre-more, legate a situazioni di ecci-tabilità dei neuroni che colpi-scono con frequenza il 2-3% deibambini, anche se il 20-30%almeno una volta nella vita haavuto uno di questi episodi. Mail vero problema, sottovalutato,sono i disturbi respiratori delsonno, che se non curati, posso-no provocare disturbi di atten-zione, irritabilità fino a proble-mi cardiocircolatori e neurolo-gici in età adulta. Sono causatigeneralmente da adenoidi etonsille ingrossate, o anche dauna particolare conformazionedella testa, con palato ogivalemolto alto, naso piccolo e man-dibola stretta, che portano aun’ostruzione respiratoria nelsonno. “Quando il bambino rus-sa - continua la dott.ssa Villa -dopo fa delle pause respiratorie,che provocano una scarsa ossi-genazione, con danni neurolo-gici e cardiovascolari a lungoandare”. Perché i bambiniabbiano un buon sonno, è beneche i genitori li facciano man-giare a un orario prefissato, nongli diano troppi liquidi e gli fac-ciano il bagno prima di cena,evitando alimenti piccanti ebevande eccitanti. (fonte ansa)

Un terzo dei bambini italianidorme male e poco

SALUTE | BAMBINI E RAGAZZI

Il sonno dei piccolidovrebbe durarealmeno otto ore,ma non è così: vanno a letto sempre più tardi

Aria in classe, più inquinata che in strada

L'aria nelle aule italiane è più inquinata diquella che si respira per strada. L'inquietan-te e curiosa fotografia viene da un ricerca

dell'Istituto Superiore di Protezione e RicercaAmbientale (Ispra): dei mille bambini intervistati(13 scuole in sei regioni), il 10% soffre di asma e il20% di allergie varie.I sopralluoghi nelle scuole, in Lombardia, Lazio, Pie-monte, Sardegna, Sicilia ed Emilia Romagna, hannomostrato le interazioni tra inquinamento esterno einterno. Traffico, fermate di autobus e altre fontifanno salire i valori delle polveri sottili (Pm10) che,entrando nelle aule, raggiungono concentrazionianche superiori agli 80 microgrammi/metro cubo.Un ulteriore contributo interno alle polveri arrivadal gesso per la lavagna. Inoltre la qualità dell'ariadipende anche dalle sostanze rilasciate da mobili,vernici e prodotti per la pulizia. E non basta: umidi-tà, cattiva ventilazione e caldo fanno aumentarealtri allergeni come acari, muffe e pollini, oltre aprovocare l'aumento della concentrazione di alcu-ni inquinanti chimici volatili. Negli edifici scolasticile concentrazioni di formaldeide sono di quattrovolte superiori rispetto all'esterno e più elevate

rispetto alla media delle altre scuole europee,anche se rimangono lontane dai livelli di pericolo-sità indicati dall'OMS.Tutto questo porta anche deiproblemi pratici:polveri,allergeni e sostanze chimi-che in aria, possono scatenare crisi allergiche easmatiche nei bambini sensibili e aumentare i gior-ni di assenza a scuola.Tra i consigli, praticabili immediatamente e conrisorse minime, tutti gli accorgimenti per evitarel'aria viziata, l'accumulo di polveri e di sostanze chi-miche.Come l'uso di piante "mangia veleni" (in gra-do di assorbire gli inquinanti): la felce di Boston o ilficus benjamin.

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Sono molte le novità chel’Istituto Irccs INRCA diAncona ha messo in piedi

in questo periodo, a partire dal-la nuova direzione generale escientifica e il progetto dellanuova sede ad Ancona sud. Neabbiamo parlato con ClaudioMaffei, direttore sanitario del-l’Istituto.Il rilancio dell’Inrca è ini-ziato qualche anno fa, ma isegnali di cambiamentosono evidenti, a partire dal-la nuova direzione...“La nuova direzione agisce conalcune novità nei diversi ruoli,ma in grande continuità con laprecedente direzione. La dire-zione generale è affidata a Giu-seppe Zuccatelli che ha già rive-stito ruoli importanti nelle Mar-che, sia a livello regionale cheaziendale, oltre che un ruolofondamentale a livello centralea supporto del piano di rientrodella Regione Campania. Ladirezione amministrativa è affi-

data a Luigi Leonarduzzi, conreferenze dirigenziali nel setto-re Sanità regionale Marche,mentre la direzione sanitaria èstata affidata a me che ho colla-borato per diversi anni, dal2002 al 2006 con Zuccatelli ealtri dirigenti alla direzione tec-nica dell’assessorato Salute del-la Regione Marche. La dott.ssaLattanzio, direttore scientifico,è quel segno di continuità con ilprecedente assetto direzionale.Una continuità che si adattabene al taglio che si intendedare alla gestione delle sceltefuture: l’Inrca costituisce lasede ideale per sperimentareapprocci innovativi alla gestio-ne dell’assistenza non solo sani-taria e ospedaliera alla popola-zione anziana. Da questo puntodi vista l’Inrca dovrebbe confi-gurarsi come una sorta di labo-ratorio continuo di analisi,riflessione e sperimentazione.Gli elementi di continuità sonomolti altri ancora: una forteproiezione a livello nazionaleanche attraverso il Network Ita-

lia Longeva, l’evoluzione del-l’organizzazione verso il territo-rio in modo da sperimentare leinnovazioni non solo nella faseospedaliera, ma in tutta la filie-ra, dall’ospedale al domiciliopassando per la residenzialità.L’Inrca in sostanza aspira a uncoinvolgimento diretto nellagestione di tutta questa filieraattraverso strutture proprie ocomunque con un forte coinvol-gimento nei processi territorialia gestione Asur. Un ulterioreelemento di continuità è la for-te attenzione al rapporto con leUniversità (Università Politec-nica delle Marche in primo luo-go, ma non solo) alle quali sivuole offrire un terreno idealeper la formazione e la ricercanell’area dell’assistenza all’an-ziano”.L’Inrca cambierà sede...“Il nuovo Ospedale al polo suddi Ancona sarà la sede appro-priata per sperimentare queimodelli innovativi di assistenzain cui l’Inrca vuole concretizza-re la propria vocazione. La sfida

è quella di coniugare le attivitàdi un ospedale di rete con quel-le di un ospedale a vocazionegeriatrica, attento quindi, sianei modelli strutturali che orga-nizzativi e assistenziali, ai biso-gni dell’anziano così detto “fra-gile” con pluripatologie e signi-ficative problematiche socialicorrelate”.Ha accennato al NetworkItalia Longeva, novità ariguardo?“Di recente è stato nominatopresidente il prof. Bernabei,nomina che qualifica l’iniziati-va. La scelta da parte del Mini-stero della Salute, della RegioneMarche quale ente capofila edell’Inrca quale struttura tecni-ca di riferimento, costituisceuna formidabile opportunità. IlNetwork può costituire il puntodi confluenza delle molte inizia-tive che in Italia si muovono permigliorare la condizione dellapopolazione anziana. Un esem-pio tra i tanti è rappresentatodallo sviluppo di rapporti conl’industria italiana per la messaa punto e diffusione di biotecno-logie e sistemi telematici, infor-matici e domotici in grado diaiutare l’anziano e i suoi fami-liari. Con questi strumenti siconta di mantenere quanto piùpossibile e quanto meglio possi-

“Per noi continuitàe innovazione”

INTERVISTA | INRCA

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DI RICCARDO MILANI

Intervista al direttore sanitario dell’Inrca, Claudio Maffei

Il direttore Sanitario Maffei

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“Si conferma vincente – spie-ga il presidente della RegioneMarche Gian Mario Spacca –

la scelta condivisa dalla Regionecon il Ministero della Salute perconcentrare le risorse e le poten-zialità culturali e professionali esi-stenti attraverso l’opera di “rete”attribuita all’Inrca con l’organiz-zazione del Network Nazionalesull’Invecchiamento e la Longevi-tà Attiva. La scelta è caduta sullaRegione Marche perchè risultaessere tra quelle aree con il piùalto tasso di longevità su scalanazionale e soprattutto perchéda tempo siamo impegnati inuna politica progettuale attenta

alla realtà dell’anziano per tute-larne le fragilità e promuoverne

le potenzialità a favore dellacomunità”. Ed adesso c’è anche ilpresidente.L’accordo fra la Regione Marche eil Ministero della Salute è cadutosulla nomina del prof. RobertoBernabei alla presidenza del net-work Italia Longeva,rete naziona-le di ricerca sull'invecchiamentoe la longevità attiva che avrà sedeproprio nel nuovo Inrca ad Anco-na sud.Il prof.Bernabei è docente all’Uni-versità Cattolica del Sacro Cuore,direttore del Dipartimento diScienze Gerontologiche, Geriatri-

che e Fisiatriche del PoliclinicoGemelli di Roma e da molti anniuno dei più esperti in materia diinvecchiamento. Tra le attivitàche andrà a svolgere ci saranno lapromozione e la tutela dellapopolazione anziana con parti-colare riguardo al sostegno di sti-li di vita protettivi, lo studio degliscenari epidemiologici, l’integra-zione socio-sanitaria e l’incre-mento dei servizi territoriali, laformazione di specifiche compe-tenze di base e avanzate, lo svi-luppo di relazioni internazionaliper collaborazione su progetticomuni, l’impiego di biotecnolo-gie e sistemi telematici nonché lacomunicazione con i cittadiniattraverso portali dedicati allaconoscenza del fenomeno del-l’invecchiamento.“Il network – precisa Roberto Ber-mabei – avrà il compito di stabili-re delle relazioni internazionali diricerca per dei progetti comuni einterscambio di esperti oltre checreare rapporti con l’industria e leUniversità per lo sviluppo di pro-cessi produttivi innovativi.Realizzerà, inoltre, studi epide-miologici e darà delle indicazionidi riferimento per un sano e buo-no invecchiamento”.

Il prof. Roberto Bernabei è il presidente del Network Italia Longeva

ITALIA LONGEVA | INRCA

DI RICCARDO MILANI

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bile l’anziano al proprio domici-lio che è la sede in cui si debbo-no creare le condizioni più adat-te possibili per vivere meglio,per dirla con uno slogan, “peraggiungere vita agli anni e nonsolo anni alla vita”. Il terminestesso di longevità attiva ha ache vedere con questo concet-to”.Quali sono i progetti immi-nenti e futuri dell’Inrca?“I progetti a breve termine sonoquelli resi necessari dalla stret-ta economico-finanziaria chetutte le regioni hanno dovutopromuovere per garantire ilrispetto dei vincoli di spesaposti a livello centrale. In tuttele regioni in cui opera l’Istituto(Marche, Lombardia, Lazio,Calabria e Sardegna) le parole

chiave sono razionalizzazione equalificazione. L’obiettivo èquello di superare questa fasesenza rinunciare alla vocazionedi sperimentazione e ricerca checostituisce la filosofia portantedell’Istituto. Dopo questa fase leparole chiave saranno sviluppoe innovazione in tutte le sedi ein tutti i processi assistenzialipiù significativi di assistenzaall’anziano dentro e fuori l’ospe-dale. Solo per fare qualcheesempio i nostri progetti riguar-deranno la continuità ospedale-territorio attraverso formeavanzate di dimissione protetta,la sperimentazione di assistentisociali a supporto dei familiarinella gestione del paziente conAlzheimer, la sperimentazionedi strumenti innovativi per la

pianificazione e valutazione del-l’assistenza domiciliare dell’an-ziano”.Uno degli obiettivi dell’Isti-tuto sembra essere l’aper-tura verso il territorio...“Questa apertura era già pre-sente nelle strategie dell’Istitu-to. Adesso la si vuole ulterior-mente rafforzare attraverso unrapporto diretto con l’Asur e lezone territoriali in cui insistonole sedi marchigiane Inrca (ZT7di Ancona e ZT11 di Fermo),attraverso programmi condivisiche coinvolgono in primo luogoi distretti e anche, in modosignificativo, i medici di medici-na generale. Vorremmo arriva-re a una situazione in cui si pos-sa dire “l’assistenza all’anzianoeffettivamente con l’Inrca si fa

meglio” perchè si fa con un’at-tenzione specifica e una menta-lità aperta. Tale apertura deveriguardare sia l’attenzione versosoluzioni innovative che attra-verso un rapporto diretto trapari con le istituzioni e gli ope-ratori del territorio”.

Il presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca con il presidente del Network Italia Longeva, Roberto Bernabei

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Si fa sempre più pressantein diversi settori dellamedicina la necessità di

poter monitorare e assistere unpaziente in maniera regolare econtinua nel tempo senza perquesto prevedere un ricoveroospedaliero. Anzi, date le cre-scenti difficoltà nel garantire atutti una copertura assicurativanazionale per l’assistenza sani-taria, cresce in parallelo l’esi-genza di contenere i costi del-l’assistenza, senza tuttavia com-prometterne la qualità. Ciò puòessere facilitato dalla riduzionedella frequenza dei ricoveriospedalieri, la principale causadi aumento della spesa sanita-ria. Tale riduzione non può chepassare attraverso una miglioregestione del paziente che negarantisca quanto più possibilela stabilità clinica.È in questo contesto che si sonosviluppate negli ultimi anni tec-nologie per il telecontrollo e latelegestione a distanza delpaziente. Grazie ai nuovi e piùmoderni strumenti di archivio etrasmissione di dati e immagini,è possibile instaurare un piùproficuo rapporto a distanza tra

i medici e tra medici e pazienti.Una soluzione ottima per ridur-re la necessità che il paziente sirechi in ospedale per esserecurato, fornendo al propriodomicilio lo stesso livello diassistenza sanitaria, se nonaddirittura uno migliore.Agli operatori amministrativi ea quelli sanitari, la telemedicinapuò offrire soluzioni innovativea problemi gestionali altrimentidifficili da affrontare. Tra que-sti, la possibilità di migliorare

l’accesso a prestazioni speciali-stiche a volte difficilmente ero-gabili per inadeguatezze strut-turali e organizzative. La telemedicina può inoltreoffrire un supporto a distanza aimedici, con l’obiettivo di miglio-rare l’efficacia e la precisionediagnostica e l’elaborazione didecisioni terapeutiche megliocalibrate sui reali bisogno delpaziente. I singoli pazientiarruolati negli studi e sottopostia trattamenti sperimentali pos-

sono essere seguiti in ogni istan-te riducendo i costi logistici eorganizzativi e concentrandoinvece le risorse economichesugli obiettivi clinici e di ricerca.Un’altra applicazione disponi-bile e di particolare utilità con-siste nel poter fornire un’educa-zione continua a distanza con lapossibilità di divulgare l’infor-mazione scientifica in tempirapidissimi e nei luoghi piùremoti del pianeta.

L’innovazione tecnologica in medicinaL’innovazione tecnologica puòfornire un contributo semprepiù significativo all’aumentodell’efficacia, dell’efficienza edell’equità di accesso alle pre-stazioni sanitarie; si pensi adesempio alla raccolta di dati cli-nici provenienti da più sistemidiagnostici separati tra di loro,al monitoraggio remoto di para-metri, alla distribuzione capilla-re delle informazioni mediche:si tratta evidentemente di appli-cazioni “trasversali”. La teleme-dicina metodologicamente etecnologicamente offre nuove

La telemedicina, come curare in modoottimale... e a distanza

RICERCA | TELEMEDICINA

DI LORIS GALANDRINI

L’applicazione di sistemi informatici e ditelecomunicazionialle scienze medicheha reso concreteprospettive inimmaginabilisino a poco tempo fa

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Il termine TELEMEDICINA si presta a svariatedefinizioni, non sempre univoche in letteratu-ra, che spesso focalizzano l’attenzione solo su

alcuni aspetti della materia. Si tratta sostanzial-mente della trasmissione in tempo reale di infor-mazioni a carattere scientifico tra medico e citta-dino o tra addetti ai lavori, attraverso sistemi dicomunicazione di tipo telematico e informatico.Secondo la Commissione Europea, la telemedici-na è “l’integrazione, monitoraggio e gestione deipazienti, nonché l’educazione degli stessi e delpersonale, usando sistemi che consentano unpronto accesso alla consulenza di esperti ed alle

informazioni del paziente, indipendentementeda dove i soggetti o le informazioni risiedano”.I campi di applicazione della telemedicina sononumerosissimi e in continua evoluzione, dallacardiologia (trasmissione di tracciati elettrocar-diografici) alla radiologia (immagini radiografi-che e computerizzate), dalla dermatologia (fotodigitali di lesioni cutanee) all’anatomia patologi-ca, dalla ginecologia (monitoraggio in gravidan-za) all’odontoiatria e via dicendo; praticamenteogni branca della medicina può avvalersi di que-sto strumento per migliorare l’esercizio delleattività cliniche, assistenziali e didattiche.

Cos’è la telemedicina

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opportunità di collegamentosecondo “assi geografici”(comunicazione tra punti dicura diversi sul territorio); dalpunto di vista organizzativo,essa offre un valido ed efficacestrumento di collegamento tra idiversi livelli di cura.L’intersezione virtuale di questedue connessioni può rappresen-tare la base del moderno concet-to di “continuità della cura”. Sene deduce che la telemedicina,al pari della telematica sanita-ria, non è solo un problema tec-nico e di tecnologia da calaredirettamente nei sistemi sanita-ri, ma neanche un problemapuramente sanitario o medico.È necessario prevedere una fasedi riorganizzazione e razionaliz-zazione delle strutture sanitarieche intendono sfruttare piena-mente le opportunità offerte datali tecnologie, al fine di impo-stare in modo innovativo la

tematica e orientarla alla solu-zione del problema. Infatti, leattuali moderne vedute delTechnology Assessment, pren-dono in considerazione non sologli aspetti economici, ma anchequelli riguardanti i benefici, l’ef-ficienza, l’efficacia, l’utilità,ovvero un insieme di raffrontitendenti ad innalzare e miglio-rare la qualità di cura e di servi-zio.Applicare la telematica in ambi-to medico significa: risponderecon tempestività alle esigenzediagnostiche (telediagnosi) eterapeutiche (teleassistenza) dicittadini distanti dalle strutturesanitarie o comunque impossi-bilitati a muoversi da casa; for-nire una risposta valida ed effi-cace in caso di malati cronici oanziani ed un supporto indi-spensabile nelle urgenze (tele-soccorso); favorire l’aggiorna-

mento scientifico (teledidattica)ed il collegamento interattivotra medici (videoteleconsulto)con condivisione dinamica diinformazioni, cartelle clinichedigitali, tracciati diagnostici,immagini biomediche, che si“muovono” in tempo reale e conla massima definizione.

Obiettivi eriorganizzazioneOltre ad avere utilità in campostrettamente clinico e didattico,la telemedicina può contribuireall’ottimizzazione della gestionedel sistema sanitario, mediantevaste applicazioni di tipo ammi-nistrativo. Attraverso la creazio-ne di una rete telematica distrutture sanitarie è possibile,infatti, ottenere informazionisulla disponibilità dei posti let-to, sull’accesso alle liste di pre-notazione troppo spesso carat-terizzate da ritardi esagerati,sulla gestione delle cartelle cli-niche con gli adeguati accorgi-menti per la tutela della privacy,dei referti medici etc. Questo sitraduce in un sensibile miglio-ramento sia della qualità deiservizi per il cittadino, che sisente più garantito, sia dellecondizioni di lavoro del perso-nale, che dall’accesso alle infor-mazioni. Non ultimo, nell’otticadi una congrua riorganizzazionedel sistema sanitario, l’utilizzodelle tecnologie informatiche,snellendo le procedure e miglio-rando i servizi offerti, contribui-

sce a garantire anche un conte-nimento della spesa sanitaria.Quindi, riassumendo la teleme-dicina permette di:- fornire al paziente un servizio

migliore ed anche maggioriinformazioni sullo stato dellapropria salute;

- incrementare l’efficienza eproduttività del servizio sani-tario riducendo il lavoroamministrativo superfluo,quale ad esempio la ribattitu-ra di informazioni già presen-ti in forma elettronica, edistribuendo in modo organi-co i compiti tra le istituzionied il personale sanitario;

- curare il rispetto del pro-gramma terapeutico e rileva-re assiduamente ogni varia-zione di ordine fisico e clinicoche possa richiedere unamodifica nella terapia delpaziente;

- indurre nel paziente un atteg-giamento positivo ed indipen-dente;

- garantire sicurezza e privacynello scambio di informazionimediche di ogni singolopaziente;

- garantire una più efficace etempestiva assistenza dia-gnostica e terapeutica soprat-tutto nei casi di urgenza;

- ridurre i tempi di ricovero deipazienti e del pendolarismocasa-medico-ospedale;

- adattare l’assistenza sanitariaalle variazioni temporanee dipopolazione.

RICERCA | TELEMEDICINA

Utilità in campo clinico e didattico,

un contributo per ottimizzare la gestione del

Sistema Sanitario ecreare una rete

telematica di strutture

sanitarie

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Una significativa parte dei pazienti curatidall’Inrca sono anziani con problemi dimobilità urbana e con oggettiva paura

ad effettuare esercizio fisico senza un adeguatocontrollo sanitario. All’IRCCS di Ancona, con lasupervisione di Roberto Antonicelli, è stato rea-lizzato un sistema di monitoraggio elettrocar-diografico da utilizzare durante la riabilitazionecardiologica a domicilio.L’utente, fornito dell’apposita apparecchiatura,esegue la riabilitazione al proprio domicilio sen-za doversi recare in ospedale: l’elettrocardio-gramma da sforzo viene registrato e contempo-raneamente inviato in tempo reale al centro ditelemedicina dove il medico remoto può visio-narlo e comunicare col paziente attraversoapposita messaggistica prevista dallo strumen-to. Questo campo di applicazione della telecar-

diologia è nato dalla constatazione che in Italiai pazienti con scompenso cardiaco sono stimatiintorno al milione con un incidenza di 100.000-150.000 nuovi casi all’anno. Inoltre, è da consi-derare il fatto che attualmente l’offerta di strut-ture riabilitative è piuttosto limitata e di conse-guenza, i periodi di riabilitazione per il singolopaziente sono necessariamente limitati nel tem-po. Il dispositivo remoto svolge il compito diacquisire direttamente i dati relativi all'esameECG e di trasmetterli, tramite canale di comuni-cazione GPRS, al centro ospedaliero dove deveessere presente un PC con installato il softwaredi gestione delle cartelle dei pazienti.Tale dispo-sitivo deve avere nella facilità di utilizzo la suaprincipale caratteristica e deve quindi essere ingrado di guidare il paziente durante tutte le fasidell'esame.

La telecardiologia all’Inrca di Ancona

I locali della telemedicina all’Inrca di Ancona

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Un workshop e un even-to che rappresentanol’inizio delle attività

del distretto marchigiano perla longevità attiva. Questo ilprogramma ad Ancona(Hotel La Fonte di Portono-vo), nell’ambito della “cinquegiorni” dedicata al ProgettoJADE, cofinanziato dal-l’Unione Europea e con lapartecipazione di Inghilterra,Francia, Finlandia e Turchiaper sviluppare, nelle Marche,un distretto tecnologico alservizio dell’anziano, unagrande occasione per miglio-rarne la vita in tutti i campi.L’obiettivo è promuovere lacompetitività delle impresemarchigiane nell’ambito del-le tecnologie in grado dimigliorare la qualità di vita,facilitando la messa in retecon piattaforme europeeinnovative. “Il 2012 – ha det-to il presidente Spacca – saràl’anno europeo della longevi-tà attiva, tema prioritarioanche nell’agenda delleNazioni Unite. In questo qua-dro la nostra regione si èdistinta per il suo ruolo digrande attività, visto che leMarche hanno la più altaaspettativa di vita in Europa,sono la sede dell’Inrca e sonostate scelte dal Ministero del-la Salute quale sede del net-work nazionale per la longe-vità attiva. Network che sioccuperà non solo degliaspetti sanitari legati alla ter-za e quarta età, ma anche dialimentazione, tempo libero,telecomunicazioni, informa-tica, architettura, tutto ciò,insomma, che sia in grado direndere più semplice la vitadell’anziano. Verso questoobiettivo, accanto alla Regio-ne che alle tecnologie del-l’abitare ha dedicato un capi-tolo di bilancio, sono impe-gnati il sistema produttivo ele Università: una spinta con-

vergente di tutta la comunitàregionale verso il tema strate-gico dell’active ageing”. “L’in-contro è organizzato dallaRegione Marche, con la colla-borazione dell’Agenzia di Svi-luppo Svim – precisa FabrizioCosta, amministratore dellaSvim – Ad Ancona si sonodate appuntamento le istitu-zioni, gli enti di ricerca, lestrutture sociosanitarie spe-cializzate, i centri di trasferi-mento tecnologico, i partnerinternazionali e le imprese

marchigiane. Nel corso delworkshop di cinque giorni,verranno programmate visitealle realtà emergenti che ope-rano nel settore sanitario e adaziende specializzate del set-tore. Il programma prevede anchemomenti specifici con istitu-zioni, imprese ed enti di ricer-ca, oltre a 120 incontri opera-tivi che vedranno la parteci-pazione di 35 imprese (16marchigiane) e 18 enti diricerca (7 marchigiani)”. Mol-

te, quindi, le istituzioni e leimprese marchigiane fra lequali ricordiamo l’Inrca, ilSanto Stefano, l’UniversitàPolitecnica delle Marche e laLoccioni. “L’importanza del-l’IRCCS Inrca sta proprio nel-la sua esclusività europea perquanto riguarda la ricerca e lostudio del paziente anziano –sottolinea Fabrizia Lattanzio,direttore scientifico dell’Isti-tuto – Il progetto Jade si met-te sulla stessa linea di altriprogetti europei che l’Inrcasta portando avanti da qual-che tempo come Smiling eHappy Ageing, in cui la ricer-ca e la tecnologia vengonomessi al servizio della pienaautonomia dell’anziano”. Il progetto JADE si inseriscenelle linee guida europee sul-l’innovazione delle reti diimpresa per tracciare nuovevie di sviluppo dell’economiamarchigiana: I-Live (il nomedell’emergente distrettoregionale) è un innovativostrumento di aggregazioneper lo sviluppo dell’economiamarchigiana verso specializ-zazioni intelligenti dei tradi-zionali distretti produttivi,ormai maturi.

ISTITUZIONI | REGIONE MARCHE

Ecco uno stralcio dell’intervista rilasciata dal-la dott.ssa Fabrizia Lattanzio alle tv locali ilgiorno d’apertura dei lavori del Progetto

JADE. “La partecipazione dell’INRCA al ProgettoJADE e l’inserimento nell’emergente distrettotecnologico marchigiano i-LIVE trova una strettarelazione con gli obiettivi scientifici e le linee diricerca del nostro Istituto. Voglio fare riferimentoall’esperienza ed alle ricerche in atto per lo stu-dio della longevità attiva attraverso l’utilizzo del-la tecnologia. L’obiettivo è quello di favorire glo-balmente l’autonomia della popolazione anzianae di proporre anche nuovi modelli per la gestio-ne e l’assistenza all’anziano fragile o non più incondizioni di autonomia. Si tratta quindi di stu-

diare ed offrire alla popolazione opportunità estrumenti per vivere meglio e più a lungo inmodo indipendente ma anche essere in grado dipartecipare attivamente alla vita sociale ed eco-nomica. Nell’ambito della prevenzione e dell’as-sistenza all’anziano – e di chi se ne prende cura –continuiamo a lavorare nella proposizione, nel-l’applicazione e nella valutazione dell’accettabi-lità di modelli assistenziali e tecnologie dedicate.Nei nostri laboratori e centri di ricerca diamogrande importanza alla valutazione di tecnologieinnovative, alla promozione delle telemedicina,allo sviluppo di progetti speciali nel settore del-l’ambient assisted living e della domotica socia-le”.

Nuove opportunità da ricerca e tecnologia

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Avanza la tecnologia per l’autonomia dell’anziano

Il presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca e Fabrizio Costa, amministratore della Svim

L'opinione del Direttore Scientifico dell’INRCA, dott.ssa Fabrizia Lattanzio

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Valorizzazione della pro-grammazione, rafforza-mento delle funzioni di

indirizzo della Regione, sempli-ficazione dell’attività ammini-strativa, razionalizzazione dellastruttura burocratica per garan-tire servizi efficienti e un’effica-ce gestione delle risorse dispo-nibili. Sono gli obiettivi che laGiunta regionale intende conse-guire attraverso la nuova orga-nizzazione del dipartimentoSalute e Servizi sociali e del-l’Agenzia regionale sanitaria(Ars). L’esecutivo ha approvatole deliberazioni che istituiscono– nell’ambito del Dipartimentoe dell’Ars – i nuovi settori ope-rativi e i dirigenti responsabili,alle dipendenze del direttoreCarmine Ruta.La riorganizzazione rafforza ilcontrollo della gestione, le poli-tiche di bilancio, il supportogiuridico e amministrativo peraccompagnare il processo diriforma sociosanitaria avviatonelle Marche e gli investimentiinfrastrutturali conseguenti. IlDipartimento accorpa funzioni,

in precedenza, di competenzadei servizi Sociali e Salute.“La nuova organizzazionerisponde all’esigenza di assicu-rare un raccordo forte tra la pro-grammazione e la gestione deiservizi sociosanitari – commen-ta il presidente Gian MarioSpacca – Definisce gli ambitispecifici di competenza delDipartimento e dell’Agenziasanitaria a seguito dell’emana-zione della legge regionale17/2010 che ha istituito ilDipartimento, il cui direttore

assume anche la direzione del-l’Ars per assicurare il collega-mento con gli enti del serviziosanitario, con particolare riferi-mento all’assistenza sanitariaterritoriale, ospedaliera, farma-ceutica, la promozione dellasalute, l’integrazione sociosani-taria, gli investimenti e la vete-rinaria. Scelte necessarie perconsolidare la sanità marchigia-na e continuare quel percorsovirtuoso che ci ha posizionato aivertici nazionali per la qualitàdei servizi e delle prestazioni”.Secondo l’assessore alla Salute,Almerino Mezzolani, “la Giuntaregionale ha compiuto un altropasso per riqualificare il sistemasanitario, garantire le protezio-ni sociali, rispondere alle esi-genze dei territori. Una nuovaorganizzazione non rivesteun’importanza solo interna, mariversa i suoi effetti sulla pro-grammazione dei servizi chevanno assicurati alla popolazio-ne, specie in una situazione,come l’attuale, contraddistintada pesanti tagli nazionali cheminano le sicurezza acquisite”.Il dipartimento per la Salute e iServizi sociali svolge i compitidella programmazione econo-mica e finanziaria, il controllostrategico di gestione, l’organiz-zazione delle risorse umane, gli

accreditamenti e l’attività ispet-tiva, il coordinamento dellepolitiche sociali, la programma-zione sociale, i finanziamenti inambito sociale, i servizi all’in-fanzia, alla famiglia, pubblicheassistenze e albi sociali. Vengo-no anche assicurati il governoclinico, l’assistenza ospedalierae territoriale, l’integrazionesociosanitaria, la ricerca sanita-ria e la formazione, l’assistenzafarmaceutica, l’edilizia sanitariee ospedaliera, gli investimentitecnologici, la prevenzione e lapromozione della salute, la sicu-rezza alimentare, ecc.

ISTITUZIONI |

Dipartimento Salute e Servizi Sociali, ecco la nuova organizzazione

L’assessore regionale alla Sanità Almerino Mezzolani con il presidente Gian Mario Spacca e Carmine Ruta

Mezzolani: “Un passo avanti nella riqualificazione della Sanità”La riorganizzazionerafforza il controllodella gestione, le politiche di bilancio, il supporto giuridico e amministrativo

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E’nata nel Lazio la Bancadel tessuto ovarico perla preservazione della

fertilità per le donne sottopostea trattamenti oncologici.La Bio-Banca è stata realizzatapresso l’Ifo Regina Elena-SanGallicano all’interno della giàesistente Banca del tessutomuscolo scheletrico ed è giàattiva e definitivamente autoriz-zata dalla Giunta Polverini, gra-zie a un finanziamento dal mini-stero della Salute. Obiettivo del-la struttura è la preservazionedella fertilità per le bambine e legiovani donne che sono sotto-poste a trattamenti oncologiciattraverso la conservazione diframmenti di tessuto ovarico,contenenti gli ovociti, per poipoterli reinnestare al terminedelle cure. La presidente Rena-ta Polverini, che è intervenutaalla presentazione insieme alMinistro della Salute FerruccioFazio, ha sottolineato come “la

Banca del tessuto ovarico, l’uni-ca in una struttura pubblica,pone il Lazio come punto di rife-rimento per tutto il centro sud”spiegando inoltre che si faràcarico di parlare con gli altrigovernatori “per proporre delle

convenzioni, dan-do così un’ oppor-

tunità importante anche alledonne che non vivono nellaregione”.Per il ministro Fazio il ReginaElena “è un fiore all’ occhiellonon solo della sanità romana,ma direi da Cassino in giù”auspicando una sempre mag-giore collaborazione con le uni-

versità in materia di ricerca,augurandosi quindi “che ancheil Regina Elena percorra questastrada, in modo anche graduale,in modo da offrire una migliorericerca e innovazione”.

Nasce nel Laziola banca del tessuto ovarico

ISTITUZIONI | REGIONE LAZIO

Si è svolto presso l’assessorato alla Salute dellaRegione Lazio un incontro tra gli uffici regio-nali, l’amministrazione della Fondazione San-

ta Lucia, le organizzazioni sindacali e una rappre-sentanza dell’utenza, per una prima riunione voltaalla soluzione condivisa dei problemi inerentil’Irccs.In particolare, la Regione si è impegnata ad interve-nire immediatamente su alcune criticità a partiredall’erogazione, già nei prossimi giorni, di oltre 4

milioni di euro relativi all’attività 2010. La Regioneprovvederà a costituire un organo tecnico di verifi-ca per procedere alla valorizzazione delle prestazio-ni di alta complessità riabilitativa per gli anni 2006-2009, così da consentire la relativa liquidazioneentro 45 giorni dall’inizio delle operazioni di verifi-ca.Le parti si sono impegnate a concordare un nuo-vo incontro entro la fine del mese per affrontare latematica del finanziamento strutturale della Fonda-zione.

Santa Lucia e Regione Lazio: si lavora alla soluzione strutturale

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La presidente Renata Polverini e il Ministro prof. Ferruccio Fazio alla presentazione della BioBanca all’Ifo Regina Elena San Gallicano

Obiettivo dellastruttura è la preservazionedella fertilità per le giovani donne che sono sottoposte a trattamenti oncologici attraverso la conservazione di frammenti di tessuto ovarico

Nel 2010 tutti gli entilocali della RegioneLazio hanno rispetta-

to per la prima volta il pro-prio patto di stabilità, evitan-do il rischio di incorrere nellesanzioni. “Siamo orgogliosidei risultati ottenuti - hadichiarato Polverini - il 100%dei comuni coinvolti, 122 su378 comuni, tutti con più di5.000 abitanti,non ha sforatoil patto. I comuni più piccoli,sebbene non siano staticoinvolti, hanno avutocomunque l'appoggio dellaRegione che ha messo a lorodisposizione dei piccolifinanziamenti nonostante ledifficoltà economiche diquesto periodo”.

Polverini: "Bene ilpatto regionalizzato"

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ISTITUZIONI | REGIONE LAZIO

Finanziamenti sbloccatiper la vaccinazione con-tro il papilloma virus e

fondi per la lotta contro lamicrocitemia e la celiachia:sono questi due importantiprovvedimenti approvati dallaGiunta Polverini. In particola-re, per quanto riguarda la vac-cinazione contro il papillomavirus (HPV), la Regione Lazioha provveduto a sbloccare oltre3 milioni di euro di fondi mini-steriali, fermi dal 2008, il cuistop aveva contribuito a provo-care ritardi nel completamentodel ciclo vaccinale di alcuneragazze e un livello di copertu-ra al di sotto dei livelli deside-rati. La campagna vaccinale

riprende così regolarmente conl’obiettivo di raggiungere la piùampia copertura possibile nellapopolazione delle dodicenni,alle quali è offerta gratuitamen-te, prevedendo l’ultimo richia-mo entro il 14° anno di età.Inoltre, la giunta Polverini hastanziato oltre 1 milione e 700mila euro a favore del progettodell'Associazione Nazionaleper la Lotta contro la Microci-temia Onlus. Con questo finan-ziamento, oltre alla realizzazio-ne dell'annuale campagna diprevenzione dell'anemia medi-terranea che coinvolgerà tuttigli studenti di terza media del-la Regione Lazio, verrà realiz-zata per la prima volta anche

una specifica indagine epide-miologica della malattia celia-ca. A partire dal prossimo annoscolastico infatti, grazie ad unacollaborazione tra Anmi e ilCentro di Ricerca e studio dellaMalattia celiaca dell'UniversitàLa Sapienza di Roma, nellescuole di tutta la regione ver-ranno effettuati contestual-mente ai prelievi per la micro-citemia anche quelli per la dia-gnosi precoce della malattiaceliaca, consentendo quindi diintervenire tempestivamentesulla popolazione di studentiche presentano sintomi ed esitidi intolleranza al glutine anco-ra gli esordi.

Nuovi fondi per la lottaal papilloma virus

Si chiama “Dipende da te”ed è la nuova campagna diprevenzione contro l'abu-

so di droghe, alcol, farmaci enuove tecnologie, promossa efinanziata con 900 mila dall'as-sessorato regionale a Politichesociali e famiglia. La campagnacomprende cinque progetti checorrispondono ad altrettantefasce d'età.I progetti prevedono due fasi,una di formazione e l'altra diinformazione. 'Le Olimpiadi delbenessere' è rivolto agli studen-ti delle scuole medie, ed è unprogetto che intende prevenire ifenomeni di dipendenza dalletecnologie, dal gioco compulsi-vo e dal tabacco, sostituendoquesti potenziali virus con glianticorpi dello sport e del fit-ness. La campagna si conclude-rà con una 'Maratona del benes-sere' e coinvolgerà oltre 25 milastudenti e rispettive famiglie.'Vota la vita' si rivolge inveceagli studenti delle scuole supe-riori e vuole contrastare le

dipendenze tra gli adolescenti(gioco d'azzardo, internet, alcole droghe) con il supporto di 30'fratelli maggiori' dai 18 ai 20anni, formati per parlare ai loropari età, sfruttando il canaledella creatività. I ragazzi coin-volti nel progetto saranno chia-mati a realizzare video autopro-dotti sul tema del benessere, chesaranno votati attraverso unportale internet dedicato al pro-getto. Infine, 'I love me', rivoltoagli studenti universitari, checoinvolge sei atenei e oltre 50discoteche del Lazio, 'Giochi,gocce e goccetti' per la fasciad'età dai 30 ai 60 anni, contro ledipendenze 'legali' e 'Protagoni-sta di te stesso' rivolto agli over60 e realizzato con la collabora-zione di oltre 60 centri anzianidella regione."La campagna dura un anno -spiega l'assessore a Politichesociali e famiglia Aldo Forte - esi concluderà con un eventochiamato 'Indipendence day'. Iprogetti di sensibilizzazione si

avvalgono di un supporto medi-co-scientifico specializzato esfruttano la strategia dellacomunicazione da pari a pari edell'entertainment education.Le dipendenze infatti - concludeForte - rappresentano un pro-blema trasversale".I progetti vedono il coinvolgi-mento diretto del Mist (centro

universitario di psicologia dellosport), dell'ambulatorio Inter-net addiction disorder del Poli-clinico Agostino Gemelli, del-l'Agenzia nazionale per la pre-venzione, dell'Unitab (Unitàuniversitaria di tabaccologia) edel dipartimento di Sanità pub-blica dell'Università La Sapien-za di Roma.

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'Dipende da te', la campagna del Laziocontro le dipendenze dei giovani

Ripartonoi fondi perla vaccinazione contro il papillomavirus e per la lotta contro la microcitemia e la celiachia...Sbloccati oltre 3 milioni di euro

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SPECIALE | ADOZIONI

Il figlio più difficile...

Speciale ADOZIONI:dove rivolgersi, a chi,

quali sono i paesi, quanto costa,

cosa dice la legge

Siete proprio sicuri e convinti di voler adottare un figlio? Magari siha anche l’intenzione di fare un’opera buona o di salvare un bambi-no con un sorriso smagliante e gli occhi grandi... ma adottare unbambino italiano o straniero non è un gioco. Non potete avere figlibiologici? Gli altri li chiamano figli naturali, ma i genitori adottivisono ipersensibili verso il termine 'figlio naturale' perché sottinten-derebbe che il figlio adottivo non faccia parte della categoria perce-pendo una sorta di discriminazione... Avete già figli e avete un fortedesiderio di adottare un bambino? Magari un bambino somatica-mente diverso da voi? Fatevi subito una serie di domande: siamodeterminati ad arrivare fino in fondo? Saremo capaci di lottare con-tro tutto e tutti per giungere al traguardo di accogliere un figlio adot-tivo? Faremo parte di quel quarto di aspiranti genitori adottivi chearriva alla meta o rimarremo nei rimanenti tre quarti che si perdo-no strada facendo? L'adozione assomiglia a una di quelle corse adostacoli da film dove chi vince non è chi arriva primo, ma chi riescea sopravvivere a mille imprevisti, ostacoli e trabocchetti.

di Riccardo Milani

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Lo scopo di questo nostro“viaggio” intorno all’Ado-zione è di capire perché la

legge ancora non semplificacosti e velocità burocratica. Nonè giusto pensare che l’adozionenon è per tutti ma solo per pochiche se la possono permettere….Inoltre, a vigilare sulle adozionici sono fin troppi enti. Invecesul tema dell’integrazione socia-le del bimbo nel post adozionec’è davvero ancora troppopoco… impegno e ancor menoapprofondimento. Ciò è quantorisulta dalle nostre ricerche,dall’inchiesta che segue e dalletestimonianze che abbiamo rac-colto. I genitori anzitutto, devonoessere consapevoli e preparati,certo. Però non basta: tutti chie-dono maggiore velocità neldisbrigo delle pratiche, deidocumenti e dei colloqui… Chilavora per questo? Poi, c’è ilproblema del costo. Alto e qua-si mai certo, mai esaustivo. Igenitori da noi intervistati han-no detto

c h es i

parla di una cifra base che puòaumentare e con le altre spesenecessarie di soggiorno, costi-tuiscono alla fine una “sorpre-sa” non molto gradita… tantoche è opinione comune chel’Adozione non tutti se la posso-no permettere…. E questo non ègiusto, a nostro modo di vedere.Ma ci sono sostegni per le fami-glie? L’unico ente che dovrebbee potrebbe erogarli è la Regione,ma queste hanno competenzeindirette e prevedono solo for-mazione… Infatti i servizi di“sostegno alla genitorialità” cheforniscono le Regioni come entisono accessibili a tutti i "genito-ri" ma distinguono per “peculia-rità” le famiglie adottive. Sicu-ramente nelle Regioni cheabbiamo sentito, tenuto contosoprattutto del numero delleadozioni fallite, si è lavorato dipiù nella formazione delle cop-pie aspiranti alla adozione: ilfine è stato far radicare la cultu-ra del "superiore interesse delminore ad avere una famiglia"prima del naturale "bisogno diavere un figlio” dei genitori.

Per quanto riguarda i

problemi relativi al post-adozio-ne, le famiglie adottive usufrui-scono dei servizi di sostegno aiquali possono accedere noncome "categoria" ma comefamiglia portatrice di specificheproblematiche. Non c’è però unmonitoraggio del post-adozionein termini di benessere o di dif-ficoltà d’integrazione.Quindi, le scuole: il tema ado-zione potrebbe essere affronta-to a livello di Uffici scolasticiregionali e insieme a Intercultu-ra. Dati, osservatori, monito-raggi, ricerche, statistiche e con-vegni possono essere messi inrete e studiati in modo unifor-me. Il problema non secondariodi uniformare i dati in tal sensopotrebbe essere così risolto atutti i livelli. Da ultimo, contanomolto di più le testimonianzedelle famiglie e le esperienze

fatte che qualsiasi consiglio. Ilpassaparola funziona. Restaperò valida soprattutto questariflessione: adottare non signifi-ca aiutare, ma amare.

Una delle prime evidenze storiche dell’ado-zione risale al II millennio a.C.: il Codice diHammurabi, una tra le più antiche raccolte

di leggi conosciute, normava i diritti e doveri degliadottandi e degli adottati. Nella legislazione dellaRoma antica la finalità prioritaria dell’adozione eraquella di assicurare, a chi non aveva figli legittimi onaturali, un successore nel culto religioso degli ante-nati. Il Codice Napoleonico, normava l’adozione, matranne, casi specifici, non prevedeva l’adozione diminori. Il primo Codice Civile italiano (1865) prevedel’adozione di maggiorenni,specialmente per motivi dimerito, mentre per i minorenni regolamenta l’istitu-to della tutela, grazie al quale individui caritatevolipossono curarsi di bambini abbandonati e meritevo-

li.Un notevole cambiamento legislativo in materia si hanel 1967 quando l’aspetto caritatevole della tutela vie-ne trasferito direttamente all’adozione, che diventaspecialmente uno strumento per soccorrere l’interesse

del bambino in stato di abbandono, trascurando laquestione del merito a vantaggio di un generico dirit-to ad avere una famiglia ritenuta idonea e stabile. IlConcilio Vaticano II (18 novembre 1965), nel decretoApostolicam Actuositatem, cita “fra le varie opere diapostolato familiare ci sia concesso enumerare: adot-tare come figli propri i bambini abbandonati” valoriz-zando l’adozione anche all’interno della dottrina cat-tolica.Il 29 maggio 1993, viene redatta la Convenzione per latutela dei minori e la cooperazione in materia di ado-zione internazionale nota come Convenzione dell’Aja,ratificata dal Parlamento italiano il 31 dicembre 1998con la Legge 476. L’adozione internazionale viene cosìnormata a livello sovranazionale, riconoscendola comeun’“opportunità di dare una famiglia permanente aquei minori per i quali non può essere trovata una fami-glia idonea nel loro Stato di origine” e viene resa piùtrasparente e controllata.

La storia dell’adozione

Brutto pensare che non tutti possono permettersi un’adozione. Tanti controlli.Ruoli e competenzeindirette. Si lavora su integrazione e formazione dei genitori. Ma la burocraziaimpera.

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SPECIALE | ADOZIONI

Meno costi, più sostegno

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“Assicurare ad ogni bambinouna famiglia” è lo scopo del-l’Adozione come istituto che

la legge tutela e sostiene. Fermorestando tale punto, quindi, gliadulti non hanno un dirittoacquisito in tal senso. Devonoperciò per adottare un bimbo,dimostrare di essere regolar-mente sposati e avere tutti irequisiti che vuole la legge stes-sa n. 184 del 1983, come vedre-mo più tardi nel dettaglio. Inoltre, come stabilito con sen-tenza della Cassazione “Chiadotta un bambino non può farediscriminazioni in base all’et-nia”, ed è, questo un altro pun-to fondamentale. D’altra parteinvece, il bimbo per essere adot-tato, dev’essere dichiarato“adottabile”, ossia deve essereaccertato il suo stato di abban-dono. In effetti se la famigliaoriginaria può avere ancora rap-porti o desidera averne, è benepoterlo sapere prima onde evi-tare successivi problemi diinterrelazioni postadozione. Intal caso mentre è possibile ricor-rere all’istituto dell’affido fami-liare, è invece impossibile arri-vare ad una adozione vera e pro-pria. Ma andiamo con ordine.L’iter per un’adozione in Italiainizia da 4 azioni:

• Domanda di adozione pre-sentata al Tribunale deiminorenni

• Accertamento della capacitàdi coppia

• Affidamento preadottivo• Dichiarazione di adozione

La prima cosa da fare è rivolger-si perciò al Tribunale dei mino-

ri della propria città.In Italia abbiamo sedi in Anco-

na, Bari, Bologna, Bolzano, Bre-scia, Cagliari, Caltanissetta,Campobasso, Catania, Catanza-ro, Genova, Firenze, L’Aquila,Lecce, Messina, Milano, Napoli,Palermo, Perugia, Potenza,Reggio Calabria, Roma, Saler-no, Sassari, Taranto, Torino,

Trento, Trieste.Si presenta una domanda incarta semplice valida per treanni e rinnovabile. Vi sarà con-tenuto il certificato di nascitadei richiedenti, lo stato di fami-glia, la dichiarazione di assensodei genitori dei coniugi (i nonni)o il loro certificato di morte, cer-tificato del medico di base, ilmodello 101 o 740 o le bustepaga; il certificato del casellariogiudiziale dei richiedenti e ladichiarazione che attesti lo sta-to di non separazione dei coniu-gi. Nella domanda si può indicarese si vuole adottare uno o piùfigli. Sarà comunque bene informar-si sempre su precedenti espe-rienze non solo attraverso rac-conti di altre famiglie, sul loropercorso e sulla base di costi etempi affrontati, ma soprattuttopresso gli enti e le società chefanno da intermediari per leadozioni, riconosciute per com-petenze e professionalità daiTribunali stessi.

Tutto comincia dal Tribunale dei minori…

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L’Istituto dell’Adozione è un capitolo complesso e deli-cato, non solo del diritto italiano, ma soprattutto del-la vita familiare della coppia che si appresta ad adot-tare un minore.Chi volesse approfondire alcuni aspet-ti legati all’adozione, può trovare in commercio alcu-ne pubblicazioni interessanti. Alcuni testi parlano del-le motivazioni che conducono all’adozione, altri degliaspetti psicologici implicati,altri ancora di aspetti pra-tici o di esperienze di vita di altri genitori.Di seguito deitesti che consigliamo di leggere:• “Il figlio del desiderio”, di Marina Farri Monaco e Pie-rangela Peila Castellani, Ed. Universale Bollati Borin-ghieri, 2008.• “Portato da una cometa: il viaggio dell’adozione”, diS. Lucariello, Ed. Guida, 2008.• “Adottare un figlio”, di Monica Toselli, Ed. Giunti, 2008.

• “Come figlio. Come padre. Come madre. Adozione eaffido”, di Vittoria Maioli Senese, Ed. Marietti, 2008.• “Primi passi nell’adozione”, di Cinzia Fabrocini, MariaTeresa Niro, Irene Pavese, Ed. Erickson, 2008.• “Genitori si diventa: riflessioni, esperienze, percorsiper il cammino adottivo”, di Antonio Fatigati e FrancoAngeli, Ed. Le Comete, 2005.• “Desiderare un figlio, adottare un bambino”, di Simo-netta Cavalli e maria Cristina Aglietti, Ed. ArmandoEditore, 2004.• “Mamma di pancia, mamma di cuore”, di AnnaGenniMiliotti e Cinzia Ghigliano, Ed. Editoriale Scienza, 2003• “L’adozione”, di Luigi Fadiga, Ed. Il Mulino, 2003.• “I percorsi delle adozioni”, di J.M. Del Bo, Ed. Il Sole 24Ore, 2002.

Approfondimenti utili...

SPECIALE | ADOZIONI

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Alcuni aspetti legali...L’

adozione è il rapporto difiliazione nel qualemanca il vincolo di san-

gue: si diviene figli non perriproduzione biologica, ma invirtù di un provvedimento del-l’Autorità Giudiziaria. Le finali-tà di questo istituto giuridicosono radicalmente mutate neltempo: originariamente l’ado-zione rispondeva all’esigenzadell’adottante di procurarsi undiscendente, dunque le leggiguardavano al suo interesse,non a quello dell’adottato. Con ilcodice civile del 1942 l’attenzio-ne del legislatore si è ribaltata el’adottato è passato al centrodella tutela della famiglia nelsuo complesso, con una progres-siva riduzione delle differenzetra i figli legittimi (cioè quellinati nel matrimonio) ed i figliadottivi e naturali.

ADOZIONE NAZIONALEMaggiorenni e minorenni,l’adozione per tuttiLe adozioni possono riguardaremaggiorenni o minorenni.Per i primi l’adozione è regolatadal Codice Civile e ha la funzio-ne di consentire la continuità delnome, del titolo

e del patrimonio di chi sia privodi discendenti. E’evidente chel’adottato deve prestare il pro-prio consenso. Per i secondiprovvede la Legge n.184/1983modificata dalla Legge n.149/2001 che ha stabilito ildiritto del minore ad una fami-glia. Ne deriva che la proceduragiudiziaria di adozione guardaessenzialmente al minore e aisuoi interessi. Questa è la cosid-detta ”adozione piena o legitti-mante” che attribuisce all’adot-tato lo status di figlio legittimo.Naturalmente devono ricorreredeterminati requisiti: gli adot-tanti devono essere uniti inmatrimonio da almeno tre annisenza che sia intervenuta sepa-razione personale. Ma non ènecessario attendere tre anni sesi è già stati conviventi nel trien-nio precedente. Poi deve esserciuno scarto di età con il minore dialmeno diciotto anni e non piùdi quarantacinque (salvo dero-ghe adottabili dal Tribunale incasi particolarmente delicati).L’adozione è pure consentita seuno solo dei coniugi supera illimite suddetto di non oltre idieci anni. Va da sé che i coniu-gi devono essere idonei e capacidi mantenere, educare ed istrui-

re il minore inmodo da farlo

cresce-

re sano di mente e di corpo.Qualunque minorenne è adotta-bile, ma se ha compiuto dodicianni deve essere sentito dal Giu-dice, e se ne ha quattordicioccorre il suo consenso. Anche iminori di dodici anni vannoascoltati con delicatezza e pru-denza, sempre che siano in gra-do di capire. Però l’adottabilitànon è una mera situazione di fat-to ma va dichiarata espressa-mente con Sentenza del Tribu-nale per i minorenni.

Il procedimento in tre fasiIl procedimento di adozione siarticola in tre fasi: prima di tut-ti il Tribunale valuta rigorosa-mente la situazione di abbando-no del minore quale presuppo-sto dell’adottabilità, cioè quan-do mancano le cure materiali emorali dei genitori e degli stret-ti congiunti in misura tale dapregiudicare il sano sviluppopsico-fisico del minore stesso. Sitratta di una valutazione fonda-ta su fatti estremamente concre-ti, non su presunzioni astratte.Chiunque può segnalare all’Au-torità Giudiziaria casi di abban-dono, e nella causa interviene ilPubblico Ministero.In un secondo momento, la cop-pia che aspira ad adottare ilminore presenta la domanda alTribunale. I minorenni sopra i

cinque anni o i diversa-m e n t e

abili hanno precedenza ad esse-re adottati.Nella terza fase il bambino è affi-dato alla coppia per un anno e,se tutto procede bene, il Tribu-nale emette la Sentenza di ado-zione, con due effetti importan-tissimi: il primo è quello ”legit-timante”, cioè il minore acquisi-sce lo status di figlio legittimo eassume il cognome dei genitori(per opportuna chiarezza, i figliadottivi hanno gli stessi dirittidei figli legittimi, anche aglieffetti della successione eredita-ria). Il secondo effetto è ”riso-lutivo”: si interrompe ogni rap-porto con la famiglia d’origine,ma l’adottato ha diritto di aver-ne notizie dal Tribunale deiminorenni al compimento delventicinquesimo anno o ancheal compimento della maggioreetà quando vi sono rischi,ampiamente intesi, per la suasalute. La Legge 149/2001 ha esteso idiritti del minore: assistenzalegale nel corso della proceduradi adozione, maggiore celerità,allontanamento del genitore delminore o del suo convivente dal-la casa familiare, diritto all’in-formazione. Se l’adottato ha piùdi dodici anni o è diversamenteabile, lo Stato, la Regione e gliEnti locali possono intervenireper sostenerne economicamen-te la formazione e l’inserimento,fino all’età di diciotto anni.

A CURA DI GIOVANNI CONTI - AVVOCATO IN ROMA

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Con il codice civilel’attenzione del legislatore si èrivolta all’adottatoa alla tutela dellafamiglia nel suocomplesso, con unaprogressiva riduzione delle differenze tra i figli

SPECIALE | ADOZIONI

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L’adozione “particolare”Da questa adozione si distinguequella cosiddetta “particolare”prevista dagli articoli da 44 a 57della Legge 184/1993. Si trattasempre di bambini disagiati, mala loro adozione è ”non legitti-mante”, cioè il vincolo di filiazio-ne giuridica non recide quellocon la famiglia di origine ma visi sovrappone. Sono casi specifi-ci: quando il minore è orfano dimadre e di padre e l’adottante èparente fino al 6°grado o hainstaurato col minore un rap-porto affettivo già prima dellamorte dei genitori; quandol’adottante è coniuge del genito-re del minore; quando vi è laconstatata impossibilità di affi-damento preadottivo.

ADOZIONE INTERNAZIONALE..e per i minorenni stranie-ri?Parliamo ora dell’adozione diminorenni stranieri, la cosiddet-ta ”adozione internazionale”.La materia è regolata dalla Con-venzione dell’Aja del 1993 resaesecutiva in Italia con Leggen.476/1998. Se ne occupa alivello centrale la Commissioneper le adozioni internazionalipresso la Presidenza del Consi-glio ( www.commissioneadozio-ni.it), riordinata recentementecon Decreto del Presidente dellaRepubblica n.108/2007. E’ pre-visto un Fondo di sostegno perle adozioni internazionali checonsente il rimborso delle spesesostenute dai genitori per l’ado-zione: il Decreto del Presidentedel Consiglio dei Ministri del 30novembre 2010 ha confermatodetti rimborsi, previa domandada effettuare con i modelli alle-gati al decreto stesso.

L’Aja e i suoi principiLa Convenzione dell’Aja haposto diversi principi: • l’adozione internazionale è

possibile solo quando non visiano soluzioni alternativenello Stato di origine (princi-pio di sussidiarietà);

• è vietato trarre arricchimentidi qualsiasi natura dall’ado-zione internazionale;

• le procedure devono esseremantenute trasparenti trami-

te controlli degli Enti autoriz-zati di mediazione tra gli Statidi origine e quelli di acco-glienza, scambi di informazio-ni, preparazione dei genitoriadottivi e assistenza successi-va all’adozione da parte deiServizi socio-assistenziali del-l’Ente locale, banca dati deiminori dichiarati adottabili.

L’iter dell’adozione inter-nazionaleVediamo in estrema sintesi l’iterdell’adozione internazionale:1 Chi aspira all’adozione deve

rivolgersi ad uno degli Entiautorizzati che svolgono lepratiche all’estero. Essi infor-mano gli aspiranti genitorisulla procedura e le possibili-tà di successo; li assistono nelPaese dell’adottando; concor-dano con l’autorità stranieral’opportunità dell’adozione.

2 Gli Enti autorizzati informanoil Tribunale per i minorenni ela Commissione per le adozio-ni internazionali e si occupa-no del trasferimento, da e perl’Italia, dei genitori e delminore. Questa fase terminacon la pronuncia di adozioneda parte dello Stato di origine.

3 Procedono ora le autorità ita-liane: la Commissione dichia-ra che l’adozione risponde alsuperiore interesse del mino-re di cui si autorizza l’ingres-so e la residenza in Italia. Tut-tavia, se l’adozione non pro-

duce nello Stato d’origine glieffetti ”legittimanti” la Com-missione non può dichiararela convenienza per il minoread essere adottato, salvo che igenitori naturali non consen-tano a sciogliere il vincolo diparentela.

4 Se l’adozione risponde alsuperiore interesse del mino-re, il Consolato italiano rila-scia il visto di ingresso e il Tri-bunale per i minorenni ordinala trascrizione nei registri distato civile del provvedimentostraniero di adozione. Questafase non implica un automati-co riconoscimento del provve-dimento straniero, perchél’Autorità Giudiziaria italianadeve comunque verificare lanon contrarietà dell’adozioneai princìpi fondamentali cheregolano il nostro diritto difamiglia e dei minori.

5 Se, invece, l’adozione deveperfezionarsi dopo l’arrivo delminore in Italia, il provvedi-mento dell’autorità stranieravale come affidamento prea-dottivo. Dopo la medesimaverifica da parte del Tribuna-le dei minorenni, l’adottandodeve vivere un anno nellanuova famiglia e, se l’esito èpositivo, il Tribunale dichiaral’adozione e ne ordina la tra-scrizione.

Procedure complesse elunghe, ma...

Si tratta di procedure complessee lunghe, talvolta sfibranti. Inqualche caso gli ostacoli paionoirragionevolmente insuperabili,in qualche caso lo sono proprio.Ma di regola tutti questi control-li e verifiche servono ad evitare,da una parte, che gente senzascrupoli si intrometta nell’ado-zione internazionale, dall’altramirano a verificare la compati-bilità tra il bambino e i genitoriadottivi.Giova ricordare il particolareimpegno di riservatezza chedeve presiedere le procedura diadozione. Non solo gli operatoriistituzionali e i genitori adottividevono assicurare al minorenneun futuro sereno anche con rife-rimento alle notizie delle sueorigini e condizioni, ma anchegli organi di stampa sono tenutia rispettare gli impegni dellaCarta di Treviso, aggiornata nel2006, con la quale si è introdot-to un rigoroso codice deontolo-gico per tutto ciò che riguarda iminori esposti all’informazionepubblica.Va anche segnalato che ai geni-tori adottivi compete una seriedi benefici lavorativi (congedoper la permanenza all’estero,congedo parentale, permessigiornalieri per maternità), inquanto la legge e la Corte Costi-tuzionale li considerano in tuttoe per tutto uguali ai genitori bio-logici.

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Le procedure sono complesse e lunghe, talvolta sfibranti.

Spesso gli ostacoli paiono insuperabili.Ma questi controlli servono a evitare che

gente senza scrupoli si intrometta emirano a verificare la compatibilità tra

bambino e nuovi genitori

SPECIALE | ADOZIONI

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E’opportuno svolgereuna riflessione sull’evo-luzione determinata

dalla nuova normativa e, in par-ticolare, sui diversi rapporti chesi sono istituiti tra adozioneinternazionale e adozione inter-nazionale. Le due riforme han-no finora camminato in modoseparato: occorre quindi chie-dersi se la logica della separa-tezza debba continuare o se nonsi debba prospettare un diverso

modo di attuarle, secondo unaprospettiva unitaria. Tra le cau-se che hanno determinato laseparatezza tra le due adozioni,può essere indicata innanzitut-to la scelta di effettuare duedistinte riforme con la legge476/1998 e 149/2001. Inoltre,mentre la disciplina dell’adozio-ne internazionale è ora total-mente definita, quella dell’ado-zione nazionale è invece ancoraincompleta, poiché la parte

relativa all’introduzione dellegaranzie di difesa per la famigliabiologica del bambino dichiara-to adottabile non è ancoraentrata in vigore. Si rilevano,inoltre, significative diversitàoperative tra le due adozioni, siaper quanto riguarda i compitisocio-assistenziali, sia perquanto riguarda quelli attribui-ti alle regioni. Dati e prospettivenelle adozioni internazionalisono state pubblicate sul “rap-

porto della Commissione per leadozioni internazionali” nelperiodo 1 gennaio – 31 dicembre2010, nel quale sono raccolte leinformazioni di carattere quan-titativo e qualitativo, vienedescritto il profilo dei bambinistranieri adottati e delle coppieadottanti.“C’è un crescente andamentopositivo delle adozioni interna-zionali in Italia – ha affermatoCarlo Giovanardi, presidentedella Commissione – In partico-lare, nel corso del 2010, sonostati adottati in Italia 4.120minori, con un incremento di166 bambini rispetto all’annoprecedente. I maggiori Paesi diorigine dei minori rimangonosostanzialmente invariati:Federazione Russa, Colombia,Ucraina, Brasile ed Etiopia.Questa continuità conferma ilgenerale consolidamento dellerelazioni con le autorità dei pae-si d’origine dei bambini. Si con-ferma anche un generale trenddi crescita dell’età media deiminori adottati che, nel corsodel 2010, raggiunge i 6 annirispetto ai 5,9 del 2009. L’innal-zamento dell’età media deibambini entrati in Italia rendeessenziale l’ormai costanteattenzione dalla Commissioneagli aspetti legati all’inserimen-to scolastico dei minori”. Ilnostro Paese si conferma parti-colarmente attento alle esigenzeespresse dai bambini e operanella direzione di non separare igruppi di fratelli, al fine di noninterrompere i legami affettiviimportanti già consolidati. “Atestimonianza di questo – con-tinua Giovanardi – nel corso del2010, ben 746 coppie ha adotta-to gruppi di fratelli, per unnumero complessivo di 1635minori su 4000”. Dai dati esa-minati si rileva che ben 639minori, pari al 15,5 del totale deibambini adottati, risultanoessere segnalati come bambinicon bisogni speciali o particola-

Adozioni: l’evoluzione e i dati in Italia

Coppie che hanno richiesto l’autorizzazione all’ingresso di minori stranieri per regione di residenza anno 2010

Piemonte 183 5,6

Valle d’Aosta 4 0,1

Lombardia 614 18,9

Trentino 64 2,0

Veneto 303 9,3

Friuli V. Giulia 57 1,8

Liguria 124 3,8

Emilia-Romagna 191 5,9

Toscana 304 9,4

Umbria 63 1,9

Marche 100 3,1

Lazio 335 10,3

Abruzzo 46 1,4

Molise 21 0,6

Campania 240 7,4

Puglia 224 6,9

Basilicata 28 0,9

Calabria 107 3,3

Sicilia 175 5,4

Sardegna 56 1,7

Regionevalori

assolutivalori

percentualiRegione

valori assoluti

valori percentuali

Motivazioni dell’adozione - Anno 2010

Infertilità 1.952

119

113

110

2.294

85,1

5,2

4,9

4,8

100

Conoscenza del minore

Desiderio adottivo

Motivazione non specificata

TOTALE

Motivazionivalori

assolutivalori

percentuali

26 | senzaetà

Nel 2010 sono stati autorizzati

all’ingresso in Italia 4.130

minori stranieri a fronte dei 3.964

dell’anno precedente,

con un incrementodel 4,2%

SPECIALE | ADOZIONI

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ri. “Un risultato importante nel-l’attività della Commissione perle adozioni internazionali –conclude Giovanardi – che hatra i propri obiettivi la ricerca diuna famiglia di accoglienzaanche e soprattutto per queibambini che, in ragione delleloro condizioni psico-fisiche,risultano essere più difficili daaccogliere”.

Motivazioni dell’adozioneLa motivazione più frequente-mente registrata è legata all’in-fertilità della coppia (85,1%). Laseconda motivazione riguardala conoscenza del minore con il5,2%, coppie che hanno speri-mentato una positiva esperien-za di accoglienza di un bambinostrnaiero. Una terza motivazio-

ne rilevata è proprio il desiderioadottivo in quanto tale (4,9%).

Coppie adottiveDal 2000 al 2010 le coppie ido-nee ad adottare minori stranie-ri sono state 25.906 con unacrescita costante nel corso deglianni, fino al massimo del 2010con 3.241 coppie. La Lombardiaè la regione con il maggiornumero di coppie adottanti(5.278), seguita dal Veneto(2.762) coppie e Toscana(2.369). I valori del 2010 com-fermano la modificazione dellacomposizione territoriale conun riiequilibrio a favore delleregioni meridionali.Poiché l’età media al matrimo-nio in Italia è superiore ai 31anni per gli uomini e ai 30 per ledonne, risulta evidente che lecoppie adottive italiane iniziano

i lpercor-so chele porteràad adot-tare unmino-r es t r a -n i e r odopo circasette od ottoanni.Nel 2010 qua-si nove coppie sudieci (85,6%) nonhanno figli, mentrele altre coppie ne hanno uno(12,4) o più di uno (2%). Perquanto riguarda il titolo di stu-dio degli adottandi la prevalen-za ha un’istruzione di scuolamedia superiore, poi con unalaurea.

Bambini adottatiDal 2000 al 2010 i bambiniadottati sono stati 32.095 conuna media di 1,23 bambini per

c o p -pia. Nel 2010, il pae-

se di origine con il maggiornumero di adottati è la Federa-zione Russa con 707 minori(17,1%). Seconda la Colombia(14,3%), Ucraina (10,3%), Bra-sile (7,7%), Etiopia (6,6%), Viet-nam (6%) e Polonia (4,7%). Siriscontra un incremento consi-stente dei minori provenientidall’Asia arrivati al 18,2%, Ame-rica 27,3%, Africa 10,7%. Il56,7% dei bambini adottati è

Padri adottivi secondo la professione svolta - anno 2010

impiegati22%

altro2%

professioni intellettuali

20%artigiani e operai12%

dirigenti e imprenditori

11%

professioniqualificate

10%

professionitecniche

12%

operai semiqualificati

7%

forze armate4%

Coppie che hanno chiesto l’autorizzazioneall’ingresso in italia di minori - Anni 2001-2010

0

500

1000

1500

2000

2500

3000

3500

2001

1570

1900

2319

2812

2286

25342684

3165 30823241

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

Madri adottive secondo la professione svolta - anno 2010

impiegati28%

professioni intellettuali25,7%

casalinga12%

professionitecniche

12,2%

professioni qualificate

10%

dirigenti e impreditori

3,4%

artigiani eoperai2,6%

lavori semiqualificati

2%

altro 1%

senzaetà |27

SPECIALE | ADOZIONI

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maschio contro il 43,3% dellefemmine. la media dell’età diquesti bambini è di 6 anni, conun massimo registrat dai bam-bini della Bielorussia (14,7 anni)a un minimo del Vietnam (1,3anni).

Gli Enti autorizzatiGli enti autorizzati nel 2010 che

hanno supportato le coppie ita-liane per l’adozione sono stati66 con 256 sedi operative lamaggior parte nel Lazio e inLombardia.

I motivi dell’abbandonoPer esempio i bambini prove-nienti dalla Federazione Russasono stati posti sotto tutela del-

lo Stato dopo che i genitori bio-logici sono stati riconosciuti ini-donei alla loro cura. La mediadel tempo che i ragazzi russihanno passato in un istituto è di2 anni. In Colombia una dellecause è l’abbandono. Anche inUcraina e Brasile la motivazio-ne principale è la perdità dellapotestà genitoriale, soprattuttoin Brasile dove i bambini sono

spesso vittime di maltrattamen-ti e abusi gravi. In Etiopia, inve-ce, primo paese africano peradozione in Italia, la motivazio-ne prevalente è l’abbandonomateriale e la rinuncia da partedei genitori biologici.

r.m.

Dal greco orfanos e trofeion(il verbo trefo significanutrire) l’Orfanotrofio

nasce come istituzione che allevae cura i bimbi senza genitori. Lostesso significato per brefotrofio(ospizio dove si allevano i bambi-ni esposti) dal greco brefos (neo-nato). Secondo la legge 149 del2001 tutti gli orfanotrofi doveva-no chiudere entro il 31 dicembre2006, in realtà nel 2007 ne risul-tavano aperti ancora 20. L'ultimaricognizione svolta al 31 marzo2009 ha confermato che il pro-cesso di destituzionalizzazioneprevisto dalla legge 149/2001può dirsi, almeno formalmente,concluso. I minori accolti in isti-tuto a questa data sono appena15, distribuiti in solo 3 strutture.Di fatto, però, molti istituti han-no semplicemente cambiatonome e riorganizzato la struttura,senza veri e propri cambiamenti.

Lo spirito della legge era quello didare una famiglia ad ogni bambi-no, mentre a tutt’oggi i bambiniaccolti in Case famiglia o in pic-cole comunità sono alcunemigliaia. Ma l’obbiettivo dellalegge era quello di trovare fami-glie adottive o il rientro gradualenella famiglia d’origine. Quindigli ex orfanotrofi si sono trasfor-mati i qualcosa di abbastanzasimile, come comunità, case-famiglia, villaggi e altre forme dimicro-istituti, arrivando circa a2.800 in tutta Italia (secondo idati dell’Associazione Aibi). Ibambini che attualmente vivonoin tali istituzioni sono per la mag-gior parte bambini non adottabi-li in quanto hanno una famigliaalla quale sono però stati "tempo-raneamente" tolti. Queste solu-zioni sono previste dalla legge,ma solo come situazioni tempo-ranee, mentre di fatto i bambini

vi sono ospitati per anni. Oltre-tutto questi istituti hanno uncosto per lo Stato molto più alto

che non l’affido familiare. La leg-ge 149 del 2001 è rimasta letteramorta?

Ma gli orfanotrofi resistono...

28 | senzaetà

Lo storico “Buon Pastore” di Ancona.Il valore dell’insegnamento,l’istituzione come famiglia

La storia dell’orfanotrofriodi Ancona ha origini anti-che e si divide in due espe-

rienze importanti.Si ha traccia diun brefotrofio fondato dallaSocietà dei Conciapelli nel sec.XIV, come testimonia PalermoGiangiacomi nella sua Storia diAncona. Dal 1622 l’istituzioneviene ad essere ampliata e istitu-zionalizzata entrando di dirittonelle Opere cittadine benemeri-te. Nel 1843 nella sede di via Tor-rioni, l’organizzazione appareben avviata e solida. In seguitoalla Legge Casati (1859), l’operaviene affidata ai Fratelli delleScuole Cristiane e si mantienecon lasciti e donazioni pubbli-che. Ma con L’Unità, nel 1861, iFratelli lasciano l’istituzione el’orfanotrofio dovette via viaavviare i bimbi alla scuola pub-blica, dismettere la scuola inter-na e chiudere in seguito ancheai bombardamenti della I guerramondiale. I pochi orfani rimastivennero accorpati dall’IstitutoBuon Pastore.Grazie al canonicomons. Giuseppe Birarelli esiste-va dal 1854 in Ancona un rifugioper fanciulle ripudiate al quale siaffianca dal 1858 il Buon Pasto-re, che assumeva in carico l’edu-cazione di quindici minorennitogliendoli dal carcere di SantaPalazia. Ma da istituto simile al

riformatorio, subito il BuonPastore diventa istituto educati-vo per orfani con il 1861 allorchèprende anche gli orfani rimastidell’altra opera pia avviandonuovi corsi di istruzione. Conscarsissime risorse e qualcheatto di beneficenza, grazieall’aiuto del primo Pio IX chenon si ricordò sempre della suaterra natale ma munificò giustoin tempo per evitare la chiusura,il Buon Pastore tirò avanti conoltre 20 fanciulli fino al 1865cambiando diverse sedi, primanel palazzo Armeni, poi a Palaz-zo Bonanni fino all’ultima defini-tiva sede all’ex convento di S.Giuseppe: nel 1881 con regiodecreto ufficiale l’opera del Bira-relli viene riconosciuta e acqui-stata dalll’amministrazione pro-vinciale che ne manterrà così glioneri integrandola nelle politi-che dell’Istruzione pubblica. Frai lasciti benemeriti da ricordarela generosità di famiglie come iNembrini Gonzaga, Rocchicamerata, Mancinforte Serafini.Fra gli illuminati istitutori eamministratori del Buon Pasto-re,Pietro Mauri e Pietro Pomaresy de Morant, oltre a Benni, Bale-stra,Batosti e Terruzzi che ne res-sero alternativamente le sortisia sotto i bombardamenti checon le scosse del terremoto.

L’antica sede dell’Istituto Buon Pastore di Ancona

SPECIALE | ADOZIONI

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FranciaNell’ordinamento francese ladisciplina generale in materia diadozioni è contenuta principal-mente nel Codice civile e nelCodice dell’azione sociale e del-le famiglie. Riforme legislativesono state adottate di recente aifini dell’adeguamento delle pro-cedure alla Convenzione del-l’Aja.L’ordinamento francese cono-sce tre tipi di adozione: l’adop-tion plénière (nella quale i lega-mi tra il bambino e la famigliad’origine vengono definitiva-mente interrotti), l’adoptionsimple (non rompe i legami difiliazione con la famiglia d’origi-ne ma trasferisce l’autoritàparentale alla famiglia adottiva)e l’adoption internationale (peri bambini adottati dall’estero econ la quale bisogna armonizza-re le norme sull’adozione fran-cesi con quelle del paese origi-nario del bambino adottato).Dal 2002 le persone fisiche nonpossono più servire da interme-diari per l’adozione, attività chepuò essere svolta solo da perso-ne giuridiche di diritto privatoautorizzate dai presidenti deiConsigli generali dipartimenta-li. La legislazione francese, infi-ne, estende alle famiglie cheadottano un bambino i sussidifamiliari e i congedi previsti incaso di nascita di un figlio.

GermaniaLa normativa che disciplinal’adozione è contenuta princi-palmente nel Codice civile (Bür-gerliches Gesetzbuch - BGB).Per poter adottare un minore èrichiesta la piena capacità giuri-dica e un’età minima di 25 anni.Alle persone non coniugate èconsentito adottare un bambinoindividualmente, mentre le cop-pie sposate possono adottaresolo congiuntamente. Con lapronuncia dell’adozione, il

bambino acquista lo status giu-ridico di figlio biologico deigenitori adottivi, mentre siestinguono i legami di parente-la con la sua famiglia di origine.Il bambino mantiene il dirittofondamentale, costituzional-mente rilevante, a conoscere lesue origini, ma non può avvaler-si di questo diritto se la suarichiesta rischia di mettere inpericolo l’unità della famigliaadottiva o quella di un’altra cop-pia.Se il procedimento di adozionenon viene completato nello Sta-to di origine del bambino, l’ado-zione è pronunciata da una cor-te tedesca in base al dirittonazionale al termine del periododi prova.Se invece l’adozione è stataeffettuata nello Stato di originedel bambino e tale Stato è con-traente della Convenzione del-l’Aja, non è necessaria una pro-nuncia del giudice tutelare tede-sco. Le procedure per l’adozioneinternazionale vengono affidateanche ad intermediari privati,soggetti ad una abilitazione e aduna vigilanza da parte delloStato.

Regno UnitoLa disciplina dell’adozionevigente nel Regno Unito,ha subito recenti modifi-che a seguito del-l ’approvazione,nel 2002, del-l’Adoption andChildren Act.Il generaleimpianto organizza-tivo si fonda sull’istituzione,presso i singoli enti territoriali,di adoption agencies, compo-nenti che: valutano,mediante proprigruppi di esperti laidoneità degli adot-tanti; svolgono com-piti di natura ammi-nistrativa ed assi-stenziale; assicura-

no il sostegno ai minori e agliadottanti durante il procedi-mento di adozione; assistono iminori ed i genitori adottivi.Nell’ordinamento inglese figu-rano, poi, le «registered adop-tion societies», organizzazioniprivate, su base volontaristica oa carattere d’impresa e soggettealla previa autorizzazione mini-steriale, le quali, se in possessodei requisiti prescritti, sono abi-litate alla prestazione di servizicorrelati alla procedura di ado-zione. Possono adottare unbambino sia singoli sia coppie,sposate che non.

SpagnaL’istituto dell’adozione è regola-to in Spagna dal codice civile.Possono procedere all’adozionesia coppie, sia persone singole.È, comunque, necessario chel’adottante abbia compiuto ven-ticinque anni e, nel caso di ado-zione effettuata da ambedue iconiugi, è sufficiente che l’etàprescritta sia posseduta da unodei due; in ogni caso l’adottantedovrà possedere almeno

quattordici anni piùd e l -

l’adottato. L’adozione si costi-tuisce attraverso una decisionedel giudice, previa dichiarazio-ne di idoneità dell’adottanterilasciata dall’autorità compe-tente; detta autorità proponequindi il soggetto in questioneper l’adozione. L’adozionerichiede il consenso dell’adot-tante (o dei coniugi adottanti) edell’adottando maggiore didodici anni. La domanda di ado-zione può essere inviata ancheattraverso gli enti accreditati(Entidades Colaboradoras deAdopción Internacional -ECAIs). Tali enti devono essereautorizzati dall’autorità compe-tente della Comunità autonomae dall’organo competente delpaese straniero in cui operanoattraverso un rappresentanteautorizzato.

A CURA DI RICCARDO MILANI

E cosa succede negli altri paesi europei?

senzaetà |29

SPECIALE | ADOZIONI

Page 30: SENZAETA' N. 45

Chiameremo i due protago-nisti Paolo e Maria. Sonomarchigiani. Dopo tre

anni di matrimonio fannodomanda di adozione nel 2007.Dopo un periodo lunghissimo(quasi un anno) vengono chia-mati ad Ancona, in Piazza Salvod’Acquisto, dalla CommissioneAdozioni. Quel giorno ci sonodiverse altre coppie. Viene spie-gato loro tutto il necessario, leregole, il funzionamento, irequisiti. Poi iniziano i colloquisingoli con assistenti sociali epsicologi. “Sono 4 o 5 incontri –ci racconta Paolo – dove l’assi-stente mostra grande insistenzae curiosità mentre lo psicologoindaga a fondo, a volte anche inmodo provocatorio, sulla vita dicoppia”. Alla fine è un vero eproprio esame ai raggi X doveconta come si parla, quello chesi dice, le reazioni alle domande,addirittura come ci si presenta:per esempio se uno non si togliegli occhiali da sole o è spettina-to… viene subito scartato e puòsolo fare ricorso (spese legali3000 euro). A noi è andata così,ma volevamo fortemente anda-re avanti. Dopo circa nove mesiarriva l’idoneità. Ci rivolgiamoallora a un’Agenzia che ha sedea Torino e filiale a Falconara.Passano altri mesi e veniamoconvocati a due giornate di for-

mazione, insieme a una dozzinadi coppie. Un venerdi e un saba-to, dove ci spiegano l’Adozionecome istituto, poi gli aspettisociali, psicologi e ambientali.Ci danno anche la “mappa” deiPaesi: Cambogia, Vietnam,Colombia, Brasile, Russia,Kazakistan, Etiopia… Un filmmostra anche i luoghi di prove-nienza. Si mangia in sede peruna full immersion. Il responsolo abbiamo domenica mattina:ci dicono che per noi andrebbebene il Brasile! Non siamo mol-to contenti e lo diciamo. Primadi tutto perché i bambini lì ven-gono dalla strada, hanno avutitraumi come il contatto condelinquenza o droga, quasi nes-sun aiuto da strutture inesisten-ti sul posto. Invece, la nostrapreferenza sarebbe la Russia,anche perché avevamo visitatoSan Pietroburgo, città bellissi-ma, dove ci sono strutture effi-cienti, orfanotrofi ben organiz-zati e i bambini là sono orfani,non vengono proprio dalla stra-da. Passa un altro mese. Ci dico-no che finalmente c’era unadisponibilità nella fascia d’etàassegnataci: 7-11 anni. La noti-zia ci riempie di gioia: ci aveva-no accordato la provenienzadalla Confederazione Russa. Manon sapevamo ancora nulla:età, maschio o femmina, città….

Alla fine, passa un altro mese ditrepidazione e sappiamo: è unabambina di 9 anni di San Pietro-burgo. Proprio di San Pietro-burgo, la nostra città preferita!Siamo felici! Ci organizzano cosìil primo viaggio con l’interprete.Doveva durare una settimana,in realtà diventano due. In Rus-sia l’esame da passare è durissi-mo: ci chiedono una sfilza inter-minabile di documenti, dalladichiarazione dei redditi allostato di salute, familiare, prece-denti di tutti i tipi, etc etc. Arri-viamo alla fine al colloquio conla direttrice dell’orfanotrofio diSan Pietroburgo. In divisa

austera, severa e brusca neimodi, vuole ricontrollarci dacapo a piedi, ci squadra e riguar-da tutti i documenti. Notiamodappertutto le telecamere, lasorveglianza, la sicurezza. Sem-bra un posto militare. Poi ci pre-sentano un’insegnante, respon-sabile della classe della bambi-na. Infine, sempre con a fiancol’interprete che ci aiuta, andia-mo a prendere i nostri regalini,dei giochi, carta per disegnare ematite e colori… Eccola! Final-mente ce la mostrano. Pensava-mo di commuoverci tanto – rac-contano Paolo e Maria – invecesiamo subito presi dall’inse-gnante che minimizza, ci fadisegnare insieme, familiarizza-re in modo più leggero… Laconoscenza dev’essere il primoimpatto. Il comportamento èbuono. Una mezz’oretta passaveloce come il vento. Alla fine ladirettrice la porta in un’altrastanza vicina e chiede alla bim-ba: Sei contenta? Vuoi rivederequeste persone domani? Quellarisposta, sulle labbra dell’inter-prete, non la dimenticheremopiù: Sì, è molto contenta, torna-te domani! Abbiamo passatoaltri 4 pomeriggi insieme. Sia-mo stati al parco, al museo, daMcDonald… La piccola era sere-

Le nostre testimonianze... partiamo da San Pietroburgo

30 | senzaetà

“E’ una bimba splendida, brillante,ambiziosa: le piacemolto abbinarevestiti e colori hasolo un po’ di difficoltà col cibo.Ama le patatine egli hamburger epochissimo gli spaghetti!”

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na, tranquilla. Stava in orfano-trofio da poco tempo, aveva per-duto la mamma, era sola. Tor-nammo dopo un mese a S. Pie-troburgo, rifacendo tutti gli esa-mi sanitari per dimostrare dinon aver contratto alcunamalattia nel frattempo. Il gover-no russo intanto dà il via libera.Al secondo incontro proviamo aparlare di più con la bimba. Maci consigliano di non chiedere“Vuoi venire via?” oppure“Come stai qui?” o domande delgenere. L’interprete ci aiuta:ogni tanto fa qualche domandaper noi, ma del passato vienefuori molto poco. Si affeziona anoi, mostra simpatia. La cosa ciincoraggia… Poi però ci fa dire:“Guardate che io non riuscirò a

parlare italiano…”. Non saràcosì. Adesso, dopo un anno, va ascuola qui in Italia, si trovabene, è brava in matematica,parla sempre meglio… addirit-tura mantenendo i contatti viaskype con le altre bimbe dellasua ex classe, si dimentica il rus-so…. E dice alla sua amichetta adistanza: “Tu devi andare ascuola d’Italiano!”. E’ un bimbasplendida, brillante, ambiziosa:le piace molto abbinare vestiti ecolori, vuole usare subito tuttele cose… ha solo un po’ di diffi-coltà col cibo. Ama sempre esolo le patatine e gli hamburgere pochissimo gli spaghetti!Chiediamo un parere finale aigenitori per i loro tre anni di itere una spesa totale di circa

30mila euro: “Non credevamofosse così lunga: occorre una

volontà di ferro e una tenaciaincredibile”.

senzaetà |31

...passiamo per La Paz...A

lessandro e Lucia hannoinvece indicato subitoun’opzione che segnerà

molto la loro storia: la casella diadozione per “uno o più figli”…Ma sentiamo tutto dalla loroviva voce. “Quando abbiamosaputo che Lucia non potevaportare avanti gravidanze,abbiamo deciso per l’adozione.Addirittura continuando anchele cure per la fertilità, ormaivolevamo un’adozione anche sepoi lei fosse rimasta incintaall’ultimo momento.. (nonsapevamo ancora che la leggenon lo permette). Avevamo giàsentito parlare molto bene sia dialtre esperienze adottive dinostri amici sia delle associazio-ni che seguono queste pratiche.Dopo aver contattato diversienti decidemmo di rivolgercianche noi a questo: era il 2004.Esprimemmo da subito lanostra preferenza per un Paeselatino americano. E natural-mente, barrammo la casellaindicante le nostre intenzioniper “uno o più figli”. Ci è semprepiaciuta l’idea della famiglianumerosa… Le procedure furo-no lunghe e complesse per oltreun anno compilammo test,facemmo esami e analisi di tut-ti i tipi, parlammo con un saccodi gente, consegnammo unapratica dietro l’altra, un monte

così di documenti. Infine, cichiamarono e ci dissero il Pae-se: poteva essere la Bolivia! Erapassato un anno e mezzo. Inpochi giorni fu tutto chiaro: lacittà era La Paz, e il bimbo eraun maschio di 4,5 mesi. Miricordo ancora quella telefonataalle 6,30 del mattino! Un’emo-zione grandissima, accettammo

subito entusiasti. Avevamo solo15 giorni per la partenza: il pro-blema era più per me, dovevochiedere il permesso dal lavoro.Sarei mancato dall’Italia per 45giorni. Arrivammo a La Paz edopo mezz’ora, scesi all’aero-porto, accompagnati dalle suo-re, ci recammo subito all’orfa-notrofio per uno stage di affian-

camento di una settimana. Ciaccolse in una stanzetta l“mamita”, un’orfanella anch’es-sa di 16 anni che funge da ange-lo custode per molti bambini.Mi porta il piccolo e me lo hadato a me come padre nellemani: e, incredibile, subito ilbimbo mi guarda e mi fa un gransorriso! Mia moglie lo abbraccia

SPECIALE | ADOZIONI

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e lo vuole stringere e si addor-menta sfinita dal viaggio con luiin braccio, tutti e due su undivanetto. Una scena indimen-ticabile che mi resterà impressasempre… Nei giorni seguenti,alloggiammo in un albergo conuso cucina. Vedevamo il bimbodue ore la mattina e due ilpomeriggio. Il giorno dopo tor-nammo a trovarlo per iniziare lafrequenza… quando lo chia-mammo da lontano ci accolsesubito con un altro gran sorrisoe alzando le braccia… venne connoi in albergo, dalla secondasettimana… alla fine, il Tribuna-le di La Paz ha emesso la senten-za. Una relazione stupenda sulrapporto familiare che era nato,con particolari che non poteva-no sapere… La grande sorpresafu che ci avevano controllatotutti i giorni molto da vicino, anostra insaputa. Una giudicedonna ci aveva fatto sorvegliare!Non la ringrazierò mai abba-stanza per quanto è stata genti-le… e per i complimenti conte-nuti nella relazione.Oggi nostro figlio ha 7 anni, gliabbiamo raccontato tutto, dettodi La Paz e di sua mamma, chenon aveva potuto tenerlo…All’asilo e a scuola si è trovatobenone: ha un carattere forte,una personalità spiccata. E’schietto e orgoglioso. Non sop-porta la sculacciata, si offendese non gli diamo sempre spiega-zioni… Per me e miamoglie… non trovole parole giu-s t e .

Un’emozione che ci ha stregati.Due anni dopo, infatti…. Faccia-mo il bis. Avevamo fatto tutti iconti: avevamo speso in tuttocirca 16 mila euro per l’adozio-ne, più il soggiorno estero. Così,ripercorriamo tutto l’iter neces-sario, ormai esperti e veloci nel-le pratiche. Stavolta però ci con-sigliano la Colombia! Sapevamoche c’era affinità con questopaese, abbiamo accettato. Lasituazione era diversa: una bim-ba di 6,5 mesi, ospite in una casafamiglia. Questa cosa significa-va però un quadro più delicatoda affrontare: la bambina avevagià una famiglia adottiva e unacasa. Ci permisero di portarlasubito in albergo con noi. Maqui… trovammo la reale primadifficoltà che non ci aspettava-mo: nostro figlio stava riviven-do la sua storia… e non la presebene. Soffriva all’idea di fondodi togliere quella piccola alla suafamiglia di ora, anche se poi nonera proprio la sua. Con miamoglie, pazientemente, giornodopo giorno, mentre avevamocon noi la bambina, spiegavamoa nostro figlio che non volevamocerto portarla via dai suoi fratel-li e dalla mamma di adesso!Mentre il più grande stava malee soffriva di questa situazione,con diarrea e vomito dovuti astress… la bambina iniziò amanifestare intolleranza al lat-tosio, non mangiava, iniziava a

indebolirsi… E’ stato unmomento intenso, terribile.Ricordo che risolvemmo tuttocon tanto amore e una piccolamia.. trovata! Alla bimba chenon deglutiva quasi più diedi damangiare con una siringa com-prata in farmacia! Passò quelbrutto periodo e tutto tornòsereno. Grazie ai medici delposto curammo la bambina cheguarì e ancora oggi cresce benis-simo, sana e felice. Ha un carat-tere dolce e… proprio oggi (23aprile) è il suo compleanno,

adesso dovetescusar-

mi devo proprio andare! Ultimacosa: se dovessi dare qualcheconsiglio… fate come noi (a pro-posito per lei abbiamo speso unpo’ di più, 18mila che, con lespese di soggiorno, da 45 giornidiventati quasi il doppio perquei problemi che ho detto,sono lievitati alla fine a 25milasenza contare l’assenza prolun-gata dal lavoro…). Dicevo, noiabbiamo sempre guardato allasalute del bimbo prima di tutto,non basta che te lo presentinocome un bel confetto! Per ilresto, l’amore risolve semprequalunque problema…”.

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Abbiamo sempre guardatoalla salute del bimbo prima di tutto, non basta che te lo presentinocome un bel confetto! Per il resto, l’amore risolve sempre qualunqueproblema…

SPECIALE | ADOZIONI

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Abbiamo incontrato Carloe Alberta, sposati da 10anni, che non si sono per-

si d'animo quando gli è statocomunicato che anche in assen-za di motivi validi la possibilitàdi avere un figlio naturalesarebbe stata un’utopia. Unagrande fede li ha sostenuti adintraprendere il lungo e fatico-so cammino dell'adozione. Unprogetto bellissimo, ma ostaco-lato da una serie di tappe buro-cratiche che solo un grandeamore per la vita ha permessoloro di realizzare. Ci sono riusci-ti, hanno un bellissimo bambi-no di circa due anni adottato inAsia.Come matura l’idea diadottare un bambino?“La famiglia è completa se com-posta da genitori e figli, benin-teso che un figlio naturale oadottato non deve colmare unvuoto altrimenti è solo unoggetto. Questo può essere unrischio quando si desidera a tut-

ti i costi un bambino se prima lacoppia non ha fatto un intensolavoro di analisi su se stessa.Noi abbiamo deciso di fare que-sta scelta dopo otto anni dimatrimonio”. Chi di voi ha manifestatoper primo l’idea? “Mia moglie, risponde Carlo,quando mi ha proposto l’ado-zione non ero molto convinto.Non mi sono precipitato a dar-gli una risposta. Lei ha attesosenza chiedermi nulla per circadue anni. In questo arco di tem-po ho maturato l’idea parlando-ne anche con alcuni amici e conqualche sacerdote”.Per lei Alberta che cosasignifica adottare?“Dare amore ed una secondapossibilità di vita a chi il desti-no aveva programmato tutt’al-tro. Adottare però non vuol direaprire solo lo spazio fisico dellacasa a qualcuno con una storiadiversa dalla nostra, ma soprat-tutto fargli sentire che ci siamoe ci saremo sempre. Ecco per-

ché occorre essere maturi nelladecisione”.Quale è stato il primo pas-so che avete fatto?“Risponde Carlo - Prima di tut-to bisogna chiedersi che tipo diadozione si è disposti a fare.Nazionale? Si intende quella diun bambino figlio di italiani e/ostranieri residenti nel nostroPaese. O Internazionale? Disolito si fa riferimento a Paesipoveri e lontani. Molti consigliano l’adozionenazionale perché dovrebbe ave-re dei tempi piuttosto brevi.Cosa assolutamente non vera,almeno per la nostra esperien-za. Da circa un anno abbiamouno stupendo bambino conadozione Internazionale, ma inquesto tempo non abbiamoricevuto nessuna chiamata dalTribunale dei Minori per l’ado-zione Nazionale. L’AdozioneInternazionale è l’adozione diun bambino straniero fatta nelsuo Paese, davanti alle autoritàe alle leggi che vi operano. Que-sto tipo di adozione è più impe-gnativa da tutti i punti di vista,anche economico”. Bisogna far richiesta al Tri-bunale dei Minori?“Il primo passo è quello direcarsi nella Cancelleria del Tri-bunale dei Minori di competen-za territoriale. I documentirichiesti possono essere diversida tribunale a tribunale. Leprincipali condizioni sono quel-le di una coppia regolarmente

coniugata da almeno tre anni.Dopo la presentazione delladomanda completa occorreaspettare i colloqui con i servizisociali”.Voi quanto tempo aveteatteso?“Il tempo è un qualcosa che nonva pesato se si vuole arrivarealla meta. Noi abbiamo attesocirca sei mesi prima di ave unprimo contatto. Per non parlaredel tempo che intercorre tra uncolloquio e un altro”. Questi colloqui che impor-tanza hanno al fine del-l’adozione?“Per noi sono stati come un esa-me da superare. E’ un’indagineper conoscere la coppia e valu-tarne le potenzialità genitoriali.Raccolgono informazioni sullastoria personale, familiare esociale. Approfondiscono lemotivazioni e ne valutano lecapacità educative e di gestionedelle difficoltà. Al termine i responsabili redi-gono una relazione che invianoal Tribunale. Documento chefornirà al giudice gli elementi divalutazione della coppia chedeciderà l’idoneità o menoall’adozione”.Qual è stato il passo succes-sivo?“Dopo che ci è stato notificato ildecreto di idoneità ci siamo pre-sentati nella sede di una dell’As-sociazioni che si occupano diadozioni, sono tante e radicatesu tutto il territorio. A monte

...e arriviamo in Asia!

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DI NICOLETTA DI BENEDETTO

SPECIALE | ADOZIONI

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avevamo fatto una selezioneanche in base al Paese stranieroscelto per la provenienza delbambino. La domanda va pre-sentata entro un anno dal decre-to di idoneità. Noi abbiamoatteso quasi lo stesso periodoprima che l’Associazione cicomunicasse che le autoritàstraniere avevano acconsentitoall’adozione del bambino”.Queste associazioni posso-no operare liberamente?“No, sono strutture - Associa-zioni, Enti, Onlus, - che devonoessere riconosciute dalla Com-missione Adozioni Internazio-nali oltre ad essere autorizzatead operare nei vari Paesi doveavvengono le adozioni. Sonoloro che portano a compimentola procedura di adozione secon-do le normative previste dallasuddetta Commissione”. Il personale di queste asso-ciazioni deve conoscere

bene i Paesi che permetto-no le adozioni? “Si, queste strutture hanno delpersonale in loco che accoglie lacoppia appena arriva in aero-porto. Sono degli angeli custodiper tutto il periodo del soggior-no. Inoltre preparano in Italiatutti i documenti e organizzanoil viaggio e il soggiorno. Sonoloro che ci hanno accompagna-to all’Istituto quando ci è statoconsegnato il bambino e ci han-no assistito durante i 15 giornidi permanenza. Ma soprattuttohanno preparato la documenta-zione con l’Ambasciata perpoter far entrare il bambino inItalia. Consideri, noi siamo arri-vati fino in Asia, i maggiori pro-blemi nelle adozioni internazio-nali sono legati alla lingua,anche se l’inglese è la parlatapiù comune”.Quali sono i costi che avetesostenuto?

“Per i costi il discorso è moltovario. Dipende dal Paese dove siadotta. Ogni Paese ha le suerichieste specifiche legate allespese per la documentazione, alviaggio e al soggiorno. AlcuniPaesi richiedono più incontriprima di affidarti il bambino. Ilcosto del viaggio dipende dalladistanza. Per quanto riguarda lanostra esperienza tutta l’opera-zione, spese burocratiche, diviaggio e di soggiorno, ha avutoun costo di circa ventimilaeuro”. Che cosa consigliate ad unacoppia che vuole adottare enon ha idee chiare sull’ar-gomento?“Prima di tutto di acquisireanche tramite i siti web il piùpossibile le notizie, dopodichédi affidarsi ad una delle tanteorganizzazioni. Dal punto divista economico i siti dei varienti autorizzati danno anche i

costi in dettaglio, che si riferi-scono soprattutto alle speseburocratiche, però, a onor delvero, non rispecchiano mail’esborso che una coppia poi ètenuta a sostenere”.

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La Regione Lazio come affronta il problema adozioni?

La regione Lazio è una tra lepoche istituzioni che si stadando da fare per snellire

il complesso cammino e accor-ciare i tempi per le domande diadozione. In primis si è munita del porta-le www.lazioadozioni.it, un sitoche ha come obbiettivo il rispet-to dei requisiti previsti dallanormativa nazionale in materiadi accessibilità e usabilità deisiti web. Il sito si presenta inuna forma molto semplice pro-prio per interagire nel modo piùesplicito con gli utenti che viaccedono e che devono trovarerisposte e non ulteriori compli-cazioni su un tema così difficilee delicato come quello delleadozioni. Ma non è tutto. La RegioneLazio, da pochissimi giorni(29.04.2011), ha presentatopresso il Tribunale per i Mino-renni di Roma, in materia diadozioni nazionali e internazio-nali, un nuovo protocollo opera-tivo per la collaborazione tra

servizi territoriali, enti autoriz-zati e tribunale per i minorenni.Il nuovo documento è statoesposto alla presenza dell’asses-sore Aldo Forte e del presidentedel tribunale per i minorenniMelita Cavallo. L’attuale proto-collo che sostituisce quelloregionale del 1999 - per la pre-sidente Cavallo - “era atteso daanni ed è un importante passoper snellire la procedura delleadozioni”.Tra le novità previste nel docu-mento si ha: la costituzione diun tavolo tecnico per monitora-re le difficoltà incontrate dallecoppie adottive e dai bambiniadottati; la costituzione di unabanca dati regionale con tutte leinformazioni relative all’anda-mento di tutte le adozioni nazio-nali e internazionali presenti sulterritorio regionale, ma soprat-tutto le notizie riguardanti ibambini adottabili; la completainformatizzazione relativa ai 21gruppi integrati di lavoro diadozioni presenti nel Lazio(assistenti sociali e psicologi

degli enti locali e delle ASL);uniformare a livello regionale leprocedure dei percorsi di ado-zione, oltre alla possibilità diuna formazione specifica per glioperatori del settore e corsiinformativi e orientativi obbli-gatori per i genitori che voglio-no adottare.In base agli ultimi dati - ha spie-gato l’assessore Forte – “nelLazio ci sono più famiglie chevogliono adottare rispetto aibambini che vengono adottati.

L’obiettivo di questo protocolloè fare in modo che i minori nonrestino nei centri di accoglienza,ma trovino una famiglia. Le dif-ficoltà nell’adozione dei minorisono un problema italiano, per-ché nelle politiche sociali sonosempre state considerate un set-tore di serie B”.Per la regione Lazio questo pro-tocollo si inserisce nel sistemasociosanitario integrato che stacercando di creare.

DI NICOLETTA DI BENEDETTO

“Una grande fede ci ha sostenuti in questo faticosocammino.Un progetto bellissimo, ma ostacolato dalla burocraziache solo un grandeamore per la vita ci ha permesso di realizzare”

SPECIALE | ADOZIONI

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Per le adozioni la RegioneMarche ha tre linee di azio-ne che si basano su: “Una

metodologia omogenea d’inter-vento, standard qualitativi deiservizi, criteri di documentazio-ne comparabili”. Vediamo che cosa significa inpratica: in accordo con il Tribu-nale per i minorenni e con iDirettori generali delle AziendeUsl è stato costituito un gruppodi lavoro formato da rappresen-tanti dei servizi socio sanitari ter-ritoriali, giudici onorari del Tri-bunale per i minorenni delleMarche e funzionari regionali. Dopo la legge 476/98, vieneavviata l’attività di formazione einformazione per gli operatoridelle “equipe adozioni” e dei giu-dici onorari del Tribunale deiminori attraverso la realizzazio-ne di due corsi di formazioneaggiornamento: “Consulenza esupervisione in materia di ado-zione internazionale” dove ven-gono approfonditi aspetti cultu-rali ed emotivi che coinvolgonooperatori e coppie durante il pro-cesso di valutazione dell’idoneitàall’adozione. E “Valuta-zione della genitorialitànella richiesta di ado-zione” pergarantireprepa-

razione e sostegno alle coppiedurante la fase valutativa inizia-le. In tutta la regione sono statedefinite 24 “equipe integrated’ambito per le adozioni”, di cuifanno parte operatori di ASL eComuni, con funzioni di raccor-do e collegamento con gli EntiAutorizzati e il Tribunale per iMinorenni... Lo stesso atto pre-vede la costituzione di una Ban-ca Dati Regionale per le adozio-ni. Questa è affidata al Centroregionale di documentazione edanalisi per l’infanzia e l’adole-scenza che sta provvedendoall’appalto della realizzazione delsistema informatico al fine di svi-luppare la conoscenza dal puntodi vista qualitativo e quantitativodell’adozione e il necessario col-legamento tra equipe integrateadozioni, gli Enti autorizzati, leAutorità giudiziarie.E’ stata poi aperta una paginaweb dedicata all’adozione inter-nazionale nel sito www.infanzia-adolescenza.marche.it. In segui-to alla legge 476/98 si è registra-to un significativo aumento delle

disponibilità all’adozione inter-nazionale e nazionale che però,negli anni, sembra essersi stabi-lizzato. Le coppie risultano oggipiù informate, consapevoli, pre-parate e sembrano in diminuzio-ne le inidoneità. I dati evidenzia-no un picco di inidoneità nel2005 a fronte però di un altret-tanto aumento delle disponibili-tà pervenute. La formazione peròserve: nei periodi in cui si è inve-stito di più in informazione-for-mazione delle coppie e risorseprofessionali c’è stata una dimi-nuzione dei ricorsi e maggiorecapacità delle coppie ad autova-lutarsi. Le richieste di trascrizio-ne sono prevalentemente rivoltea sentenze di Adozioni dei paesia convenzione Aja anche se dal2006 si registra un progressivoaumento di affidi verso i paesi anon convenzione Aja (Cambogia,Vietnam, estremo est asiatico).Nell'anno 2009 è stata rilasciatal'autorizzazione all'ingresso inItalia di 126 minori adottati daconiugi residenti nelle Marche. Alcune criticità: lunghi tempi di

attesa; aumento di bambini piùgrandi che presentano proble-matiche psicologiche; carenza dipersonale destinato alle adozio-ni.

Nelle Marche tanta formazione

E’stata predisposta e diffu-sa sul territorio marchi-giano una guida per le

famiglie aspiranti all’adozionecon particolare riguardo allanormativa nazionale, le linee diindirizzo regionali e informazio-ni utili sull’attività svolta dal-l’equipe integrate d’ambito,dagli enti autorizzati e dal Tribu-nale per i Minorenni. Con parti-colare riguardo alla attivitàpost-adottiva che sembra costi-tuire il nodo problematico,soprattutto riguardo alle defini-zione dei contesti collaborativifra Enti autorizzati e equipe ado-zioni, è in programma una gior-nata di lavoro con la RegioneUmbria e Regione Toscana.

La guida interregionale

“In Emilia Romagna si lavoraper rimuovere gli ostacoli”

Alla Regione competono compitiorganizzativi e di coordinamentoper rendere possibile la qualifi-

cazione dei servizi in materia di ado-zione, per garantire standard minimidi qualità anche attraverso l’individua-zione e formazione di personale speci-ficatamente dedicato. Dalla legge476/98 deriva la competenza di tutte leRegioni italiane nello sviluppo di una

rete di servizi pubblici locali cheattraverso una stretta integrazione

socio-sanitaria e con le autorità dellagiustizia minorile (Tribunale per i

minorenni) sono impegnate nel “vigilaresul funzionamento delle strutture e dei ser-

vizi che operano nel territorio per l’adozioneinternazionale, al fine di garantire livelli

adeguati di intervento e nel promuove-re la definizione di protocolli operati-vi e convenzioni tra enti autorizzatie servizi, nonché forme stabili dicollegamento tra gli stessi e gli

organi giudiziari minorili”. La Regione per quali-ficare i Servizi rivolti all'adozione ha approvato nel2003 una cornice legislativa: Delibera della Giun-ta Regionale, 28 luglio 2003, n.1495 “Approvazio-ne linee di indirizzo per le adozioni nazionali einternazionali in Emilia-Romagna in attuazionedel Protocollo d'Intesa di cui alla deliberazone delC.R. N. 331/2002. Modifica della deliberazionedella G.R. N. 3080 del 28/12/20012”.Rispetto all’adozione nazionale il compito dellaRegione consiste nel coordinare e promuovereattività finalizzate alla qualificazione dei servizipubblici che si occupano di infanzia e adolescen-za, cercando di realizzare il principio "del superio-re interesse del minore" e il suo diritto ad unafamiglia in cui crescere, prevenendo l’abbandonodei minori e tutelando il diritto dei bambini di cre-scere in un ambiente sociale idoneo. La prospetti-va è quella di rimuovere con ogni mezzo, grazie adinterventi che appartengono all’area educativa,psicologica sociale ed anche economica, gli osta-coli che si frappongono alla realizzazione di que-sto diritto.

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SPECIALE | ADOZIONI

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Il settore turistico diventasempre più non solo un lavo-ro e una professione, ma

un’attività che incide tantissimonello sviluppo socioeconomicodella comunità in cui viviamo.Per questo occorre una passionea tutto tondo e solo chi dimostratalento ed entusiasmo può otte-nere importanti successi… insie-me al raggiungimento di un tra-guardo ancora più grande, divalore sociale: la crescita dell’in-tero territorio in cui opera. Ulti-mamente tali successi vengonosì ottenuti da chi sa esprimeretutto questo facendo marciare dipari passo idee, progetti, impe-gno e tanta dedizione. Ma quan-do le qualità richieste in tale set-tore sono anche tenacia, impren-ditorialità (e quindi capacità dirischio) e competitività, insiemea una non comune visione lungi-mirante delle cose, allora si vie-ne a scoprire che ad emergeresono sempre più spesso leimprenditrici donne!Abbiamo assistito proprio ilmese scorso ad un esempio diquesto tipo. Insignita del premio

PRIMADONNA delle Marcheper meriti nell’imprenditoriaturistica, nell’accoglienza, nellapromozione e valorizzazione delterritorio, la dott.ssa PaolaMichelacci titolare dell’omoni-mo gruppo di alberghi di livellonazionale, si è vista consegnare ilprestigioso riconoscimento nelcorso della cerimonia avvenuta aMontecassiano alla presenza diautorità locali, come il sindacoMario Capparucci e regionalicome la vicepresidente del Con-siglio regionale Marche PaolaGiorgi... Nella storica sede delpremio, ormai una tradizionepiù che decennale essendo giun-ta alla 12° edizione si sono ritro-vate alcune fra le più meritevolidonne marchigiane che hannocontribuito a far crescere la loroterra attraverso impegno e pro-fessionalità. Come è stato ricor-dato, la Michelacci, che è anchela prima donna diventata Cava-liere del Lavoro delle Marche, faparte dell’Associazione AIDDA,donne imprenditrici e dirigentid’azienda, per cui ha ricopertoanche l’incarico di presidente.

Il suo intervento durante la ceri-monia è stato significativo. Mabisogna fare un passo indietro

per capirne la portata.Ebbene, la battaglia per valoriz-zare il turismo marchigiano ha

FOCUS | TURISMO SOCIALE

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Quando il Turismoè donna

DI JULIAN BURNETT

Il momento della premiazione della cerimonia “Primadonna”. A consegnare il riconoscimento a Paola Michelacci è la vicepresidente del Consiglio regionale Marche, Paola Giorgi

Tutto al femminileil premio:“Primadonna”delle Marcheassegnato anchea Paola Michelacciprotagonistadel rilancioe valorizzazionedella Quality Valley

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fatto notevoli passi avanti pro-prio grazie all’impegno e agliinvestimenti di persone che alTurismo hanno dedicato tutto,dal proprio tempo alla costantecreatività e talento imprendito-riale, molto di più una grandepassione ed entusiasmo!“Alla base di tutto c’è sempreuna grande passione, altrimentinon si va in alcun posto e non siraggiunge alcun traguardo –ama ripetere la Michelacci nellesue interviste – Bisogna affian-care alla propria dedizioneanche una specifica competenza,cui si arriva per formazione edesperienza. Non basta ancora:oggi occorre anche saper coin-volgere in sinergia istituzioni,enti e associazioni, per condivi-dere i propri successi. Solo cosìtutto il territorio ne trae vantag-gio. E la crescita alla fine è di tut-ti”. Nella “Quality Valley”, quella

striscia di terra fortunata cheabbraccia Romagna e Marche acavallo di Gabicce, vera perladell’Adriatico, non sarebbe talese contasse solamente sulle suebellezze naturali e sul paesaggio.In realtà qui vengono gruppi dipersone che trovano ospitalità,organizzazione, vivacità, oltre atanti tipi di turismi…. Da quellobalneare a quello culturale, daquello sportivo e del benessere aquello escursionistico, etc etc.come da tempo descriviamo inquesta rubrica dedicata al Turi-smo Sociale. Oggi però appro-fondiamo anche la particolare“spinta” che viene dalla capacitàdi rinnovarsi e investire conti-nuamente, del Gruppo Miche-lacci. La novità dell’ennesimoprestigioso investimento vienead arricchire l’intera “ProvinciaBella”e a renderla ancora più…attraente.

FOCUS | TURISMO SOCIALE

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Pasqua ebraica al GHM

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La celebrazione della Pasqua ebraica assume quest’anno unsignificato altissimo ed emozionante al Grand Hotel Miche-lacci con cerimonie e celebrazioni di livello nazionale alla

presenza delle più alte autorità internazionali ebraiche e delrabbino capo di Milano. La Pasqua ebraica anche quest’annovede, infatti, nella consueta ospitalità e serenità dell’accoglien-za di Gabicce, il più grande rispetto della religione e delle abitu-dini del popolo ebreo. L’organizzazione Michelacci ha chiama-to, come sempre, uno chef israeliano esperto per la cucinaKosher per le ricette molto particolari richieste e obligatorieanche per l’occasione più importante, quella del giorno dellabenedizione dell’Osso di Agnello. Il giorno della Pasqua, infatti,sono state presenti, nelle Marche, anche le Tavole della Legge inprvenienza da Milano con una speciale cerimonia tenutasi nel-la nuova splendida Sala Tritone del Grand Hotel Michelacci. Talicelebrazioni arricchiscono il patrimonio culturale e spiritualedelle Marche e ne fanno apprezzare a livello internazionale l’al-ta qualità turistica di un’accoglienza di livello ed aperta a tuttele culture.

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Il Sant’Orsola? E’ la punta didiamante, assieme all’Uni-versità, della Regione Emilia

Romagna e non solo. Ricerca esalute possono, quindi, essere lacarta vincente per riscattare laBologna dipinta dalle cronachepiù recenti come una città “indeclino”. Come? Con investi-menti adeguati, ma occorre farpresto, altrimenti si scende dalpodio. Ne è sicuro Sergio Ventu-ri, neo direttore generale dellaprima azienda ospedaliero-uni-versitaria dell’Emilia-Romagna,il policlinico tra i più conosciutie apprezzati. Cinquantasette anni, bolognese(di Vergato), medico, esperto inamministrazione e gestione deiservizi sanitari, è approdato ottomesi fa al Sant’Orsola-Malpighidopo otto anni di guida del-l’azienda ospedaliero-universi-taria di Parma, e prima ancoradirettore generale dell’aziendaUsl di Imola. Allora, Venturi, com’è tor-nare a Bologna dopo tantotempo? Alcune vicende, ilcommissariamento delComune in primis, hannoportato la città ai grigi ono-ri delle cronache con l’ap-pellativo di “città in decli-no”. Lei come l’ha trovata?Teme che questa crisi possariflettersi anche nel suo set-tore?“Beh, uno torna dopo 15 anni e…si vede che siamo fermi, ma nondobbiamo farci risucchiare daldeclino. Però, per riuscirci, biso-gna anche mettere via l’autorefe-renzialità”.Cioè?“Cioè dobbiamo stare al passocoi tempi, nessuno ci garantiscedi continuare a stare sul podio se

non si fanno scelte politichemirate non a mantenere, ma amigliorare sempre più ciò che datanti anni ci invidiano in tuttaItalia: l’assistenza sanitaria e laricerca. Qui la presenza dell’Uni-versità garantisce livelli di granlunga superiori a qualsiasi altroospedale della regione e, secon-do alcune statistiche, ci porta adessere i primi in Italia. I maestridel Sant’Orsola di 50 anni fa ciconsentono di avere professio-nalità in grado di affrontare illivello di complessità odiernocon prerogative eccezionali.Basti pensare che oggi, per i tra-pianti d’organo, siamo il puntodi riferimento a livello naziona-le. Insomma, bisogna compren-dere che sono l’Università e lasalute le eccellenze di questaregione e di questa città, il trainoper un vero sviluppo. E’ da quiche dobbiamo ripartire sevogliamo continuare ad essere iprimi”.Come?“Il modello emiliano-romagnoloè noto anche per le sue eccellen-ze. Ebbene, le punte vanno rico-nosciute, mantenute e potenzia-te con investimenti mirati, fuori

dalla politica “della pioggia”,altrimenti succede che Parmacon due ospedali ha la metà deifinanziamenti di Bologna che neha otto nella provincia, conun’azienda ospedaliero–univer-sitaria, il Maggiore e dueIRCCS”.E allora, quali dovrebberoessere i criteri di ripartizio-ne?“Mi piacerebbe che si tenesseconto dell’attività dell’ospedale,che s’introducessero valutazionidi merito. Negli anni si è perso ilbisogno di rivendicare un ruolodella città: chiedo che la Regioneci misuri”.Scusi, lei è appena arrivato.E’ presto per “misurare” labontà dei progetti piùrecenti come il Polo chirur-gico e il nuovo Pronto Soc-corso…“Quelli rappresentano già ungrande miglioramento per quan-to riguarda la qualità della strut-tura e dell’accoglienza e farannoda volano allo sviluppo: ma lì ilmerito va a chi li ha voluti e rea-lizzati”. Appunto, quali sono le sueproposte, quali i progetti

che potrebbero essere“meritevoli”?“Ci sono alcune situazioni chevanno ripensate. Bisognamodernizzare il modo in cui fac-ciamo assistenza: più DayHospital, più Day Service, menoricoveri”.Insomma, l’obiettivo èrisparmiare, ma non è unanovità...“Più esattamente l’obiettivo èripianare il deficit. L’Aziendaaveva predisposto un piano dirientro di circa 20 milioni dieuro in 10 anni. Io dico che sonotroppi e propongo di rientraredella metà in 24 mesi. Non sitratta di fare i fenomeni, ma dinon essere sempre in affanno inchiusura di bilancio. Bisognadare alle persone che lavoranoqui, entusiasmo e soddisfazione,con un bilancio che consenta diportare avanti una politica disviluppo sia in termini di risorseumane, sia di strutture. Ci sonoancora stanze con 5 letti e ilbagno in corridoio. Se la miaproposta di rientro andrà in por-to, anche considerando che il“rosso” dell’azienda Usl è già oradi più lieve entità, e se la Regio-ne si presenterà fra quattro annicon Bologna in pareggio... behnon mi sembra niente male!”.

Arriva Venturi alla direzione:“Un bel pari a Bologna possibile in quattro anni”

OSPEDALI | SANT’ORSOLA

38 | senzaetà

DI DANIELA UTILI

Si può ripianare il deficit ospedaliero con investimenti mirati

Sergio Venturi

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PROGETTI |

Ascoltare problematiche eproposte direttamentedalla voce di dirigenti e

personale può essere una buonastrategia per mettere mano allariorganizzazione di un servizio.Specialmente di uno sportello alpubblico che eroga servizi al cit-tadino. Ma oggi tutti sanno checon la crisi di lavoro che abbia-mo, i servizi per l’occupazionesono quanto di più delicato l’en-te pubblico possa offrire! Ebbe-ne nelle Marche la rete dei Cen-tri per l’Impiego e la Formazionepuò essere sicuramente conside-rata l’avamposto di servizio esmistamento di chi è in cerca dioccupazione. Tale sistema disportelli funziona da molti anninello stesso modo. Oggi occorreeffettuare alcune modifiche emiglioramenti, voluti dallaRegione anche per un doverosoaggiornamento di pari passo con

l’evoluzione della crisi occupa-zionale e il mutamento degli sce-nari territoriali. Diverse le situa-zioni e le problematiche incon-trate nei Centri per l’ImpiegoOrientamento e Formazione(Ciof) della provincia di Pesaro-Urbino (Pesaro, Urbino, Fano)rispetto ai Centri di Ancona eSenigallia, Jesi e Fabriano.Ancora molteplici gli aspetti daaffrontare nelle altre province diFermo, Macerata e Ascoli Pice-no. Dal confronto e dibattito coni dirigenti e responsabili, è emer-so che occorre intervenire sulfunzionamento del percorso chel’utenza deve effettuare, su even-tuali ritardi, criticità e sul poten-ziamento dei finanziamenti adisposizione dei lavoratori. Cer-tamente, se il servizio funziona,è perché la preparazione dei fun-zionari che vi lavorano è alta,insieme alla loro disponibilità.C’è però bisogno di fare ancora

molto: tutto il lavoro svolto vatestato periodicamente per regi-strare tempi e metodi e far mar-ciare di pari passo domanda eofferta di lavoro. Occorre inizia-re dal monitoraggio e dalla ban-ca dati di chi cerca occupazione,incrociati con l’offerta delleaziende sul territorio, un raf-fronto delicatissimo cui i CIOFdevono porre massima attenzio-ne. Un potenziamento delle atti-vità ha visto raddoppiare le atti-vità formative tese al disoccupa-to, sia esso extracomunitario osvantaggiato, oppure in attesa diriqualificazione sul mercato dellavoro. La definizione di ognipratica a livello individualesegue un iter procedurale preci-so, dall’accoglienza inizialeall’intervista, alla selezione dicurricula e qualifiche… Sensibilisono gli aumenti degli immigra-ti con permesso di soggiorno cherichiedono anche formazionemirata e necessitano di sostegnoorientativo prima e assistenzaper l’integrazione dopo l’otteni-mento di un posto. Da sottoli-neare il ruolo delicato e vitale diogni impiegato nei Ciof, la pas-sione e la dedizione con cui svol-

ge il proprio compito: adessoquello che serve è arrivare prestoalla riorganizzazione generaledei centri stessi per potenziare eaggiornare un servizio semprepiù prezioso.

Lavoro, la risposta dei CentriImpiego e Formazione

L'UE ha appena messo albando diverse erbemedicinali, e alcuni

rimedi tradizionali già nonsono più a nostra disposizione.La nuova direttiva europeaentrata in vigore questa setti-mana impone barriere altissi-me a qualunque rimedio abase di erbe che non sia pre-sente sul mercato da almeno30 anni, incluse in teoria tuttele medicine tradizionali cinesi,ayurvediche e africane.Persinola Commissione europea hadovuto riconoscere che talimisure sono eccessive e cherestringeranno inevitabilmen-te la libertà di scelta dei consu-

matori, tuttavia non ha fattoniente per modificarla.L’associazione Avaaz(www.avaaz.org) sta lavoran-do, raccogliendo firme e sensi-bilizzando i cittadini su questotema.E' difficile da credersi,mase un bambino si ammala edesiste un rimedio sicuro e fattodi erbe naturali contro quellamalattia, potrebbe diventareimpossibile trovare quel rime-dio. Le aziende farmaceutichehanno le risorse necessarie persuperare tutti i passaggi, ma lecentinaia di piccole e medieditte di erbe medicinali, inEuropa e nel mondo, sarannoin seria difficoltà.

Salvate le erbe medicinali!

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La questione degli Ossè molto sentita dallaFederazione Sindaca-

ti Indipendenti. La Sanitàitaliana ha sempre più biso-gno di professionalità eaddetti ai lavori specializ-zati. Ma non sempre le Leg-gi e le Aziende Sanitariequalificano questi lavorato-ri a dovere. La FSI ha orga-nizzato tre giornate perdiscutere le normative, lenovità del settore e moltis-simi altri argomenti comeper esempio la formazioneprofessionale degli Oss nel-le diverse regioni, leresponsabilità di questi

professionisti della sanitànell’attività assistenziale,delle analisi sulle proble-matiche tra L’operatoreSocio Sanitario pubblico eprivato. Una sezioneimportante riguarderà lastrategia della FSI per ilriconoscimento della pro-fessione e la soddisfazionedelle aspettative della cate-goria. Gli appuntamenti sono:- 12 maggio Trieste- 19 maggio Siena- 9 giugno ParmaPer maggiori informazioniconsultare il sito:www.fsinazionale.it

La FSI sempre più vicina agli OSS

DI MARCO LUCHETTI In vista della riorganizzazionedei servizi, accertamento delle funzionalità e monitoraggiocostante

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Tutti, almeno una voltanella vita, hanno avuto ache fare con il mal di

schiena. Circa quindici milionidi italiani ne soffrono in modo

più o meno grave e, statistica-mente, questa è la prima causadi assenteismo dal lavoro.Nell’80 per cento dei casi ègenerato da posture e abitudini

scorrette assunte incon-sapevolmente

nella vitaquot i -

diana. Chi ne è colpito, purtrop-po, molte volte affronta un iti-nerario diagnostico e terapeuti-co estremamente variegato elungo, in una sorta di “ping-pong” specialistico che va dal-l’ortopedico al fisiatra, al neuro-logo. Tutto ciò avviene perchéquesta struttura meravigliosa (ecomplicata) che è la schienaumana può presentare numero-si disagi indagabili e curabili davari punti di vista a secondo del

“settore” che si considera.Ecco allora nascere equazio-

ni quali osso-ortopedico,nervi-neurologo, stress-

psichiatria, muscoli-fisioterapista, posi-zioni del corpo e ria-bilitazione-fisiatra,ernia del disco-chi-rurgo, malocclusio-

ni dentali-dentista,“sblocchi”-chiropra-

tico. In genere, infatti,si parla di mal di schie-

na come di una patolo-gia multifattoriale per sot-

tolineare che l’origine del dolo-re è legata a numerosi fattoriinterdipendenti che interessa-no la sfera fisica, psicologica esociale.Qualunque sia l’entità e la fre-quenza del disturbo, il mal dischiena deve essere considera-

to come un segnale che il corpoinvia per indicare che qualcosaa livello della colonna vertebra-le non funziona correttamente.

Cosa sappiamo del maldi schienaIl mal di schiena è un segnaleche la colonna vertebrale non è“in forma”. Il mal di schienanon è quasi mai dovuto alleossa: quasi sempre dipende dauna difficoltà di funzionamentodi una sua minuscola compo-nente (muscoli, legamenti,disco). La schiena è come unorologio di alta precisione in cuianche un piccolissimo granelli-no di sabbia (una piccola lesio-ne) può causare notevoli diffi-coltà (forte dolore). C’è peròanche una grossa differenza: laschiena è enormemente piùsolida di un orologio. La colon-na vertebrale, infatti, è una del-le strutture più forti del nostrocorpo, che deve assolvere anumerosi ed importanti compi-ti come stabilità: sostiene iltronco, gli arti superiori e ilcapo; mobilità: consente tuttigli spostamenti del tronco e del-la testa; contenimento: proteg-gere il midollo spinale. Questefunzioni sono in contraddizionetra di loro (stabilità-star fermi èil contrario di mobilità-muover-si). Così questa struttura è fortema anche estremamente com-plessa, con un sistema di con-trollo molto sofisticato. Il suofunzionamento dipende dalsolo ed unico “computer di bor-do”: il cervello che gestisce ilcorretto equilibrio delle forzeche si scaricano su di essa. Laperdita di quest’equilibrioimplica la comparsa del dolore,che segnala che la schiena è“fuori controllo”, “fuori forma”.Da quando abbiamo perso laposizione a quattro zampe, laparte bassa della colonna hadovuto subire una serie di adat-

Mal di schiena... istruzioni per l’uso!

MEDICINA | MAL DI SCHIENA

1 Usa il dolore: ti dice cosa non fare.2 Quando i dolori sono molto forti riposati un po’, ma sappi che questo può dare la sensa-

zione di diminuire il dolore ma non permette una guarigione anticipata.3 Evita per quanto possibile di metterti a letto durante il giorno.4 Evita le posizioni ferme mantenute a lungo: il movimento aiuta.5 Quando stai fermo o ti riposi, adotta sempre le posizioni meno dolorose.6 Appena puoi, riprendi a muoverti.7 Spesso la posizione seduta peggiora il dolore: se è così, evitala.8 Se è possibile continua a lavorare.9 Non scoraggiarti per il dolore, anche se è forte e dura tanto: questo non significa che la

colonna si sta rovinando sempre di più.10 Ricorda che ci possono essere delle ricadute: rimetti la schiena in forma.

Le dieci regole di vita con il mal di schiena

Colpo della strega e infiammazioni palmari sono disturbi dell’eramoderna...

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tamenti per cui non era statainizialmente progettata: questoprobabilmente ha comportatola comparsa del mal di schiena,un dolore tipico della razzaumana.

Fare dell’attività fisicaMantenersi in forma con del-l’attività fisica regolare è fonda-mentale per tutti. Anche se si faun’attività professionale che virichiede molti sforzi fisici, inrealtà non si allena il fisico malo si usura, perché le attivitàlavorative sono ripetitive: l’atti-vità fisica ricreativa, più variaed allenante, è comunquenecessaria. Essere in forma,muoversi aumentando gradual-mente le proprie capacità dicompiere degli sforzi, evitarenella vita quotidiana di sedersisempre e comunque, fare qual-

che volta in più le scale, andarea lavorare in bicicletta o a piedise possibile. Quando c’è il dolo-re: provare a camminare, nuo-tare o andare in bicicletta pertratti anche lunghi; quando sista bene: qualunque tipo di atti-vità fisica purché ci si esercitiprogressivamente e costante-mente.L’attività fisica migliora le con-dizioni dei muscoli che gover-nano i movimenti della colonna,rendendoli più forti, elastici epronti a reagire. Rinforza leossa, ci mantiene elastici, ci fasentire bene e sani, ci rimette informa. Stimola la produzionedelle endorfine, agenti chimicicorporei simili alla morfina: deiveri e propri antidolorifici estre-mamente efficaci. E’ uno deimodi più utili per scaricare letensioni.

MEDICINA | MAL DI SCHIENA

Il riposo favorisce la guarigione dal mal di schiena?FALSO Quando all’origine del mal di schiena non ci sono impor-tanti lesioni alla colonna vertebrale, un riposo eccessivo risultaaddirittura dannoso. L’immobilità prolungata indebolisce le ossae la muscolatura.

I farmaci antinfiammatori aiutano?FALSO I medicinali sono utili soltanto nella fase acuta per alle-viare il dolore ma non agiscono sulle cause che hanno dato ori-gine al mal di schiena.

La scelta di un materasso rigido è fondamentale?FALSO Il mal di schiena che accompagna il risveglio di milionidi persone è dovuto principalmente alla posizione assuntadurante il riposo. Minore importanza viene invece attribuita almaterasso che comunque dev’essere compatto (ne troppo rigidone troppo molle) e di buona qualità.

Gli esami diagnostici possono ingannare?VERO A volte gli esami diagnostici evidenziano lesioni del tut-to asintomatiche senza riuscire ad individuare la vera causa diorigine del mal di schiena.

Lo stress può essere causa del mal di schiena?VERO Le tensioni emotive contribuiscono a contrarre la musco-latura paravertebrale diminuendone l’elasticità. In una situazio-ne simile i muscoli perdono efficacia nel stabilizzare il bustodurante i movimenti.

Il nuoto è lo sport migliore da praticare?FALSO Non esiste l’attività fisica ideale, così come non esistequella dannosa per la schiena.

L’impiegato

Incurvato otto ore al giornosulla scrivania è incurantedelle semplici norme per

rendere ergonomica la pro-pria postazione di lavoro,come evitare che le spalle e iltronco siano sempre contrattie protesi in avanti. Importan-te è anche scaricare il peso sul-lo schienale e poggiareentrambi i piedi a terra.

L’autista

Chi passa lunghi periodialla guida acquisiscespesso comportamenti

viziati che, complice il traffico,possono portarea spiacevoliripercussioni sull’apparatomuscolo-scheletrico. Mantene-re una distanza dai pedali checonsenta di poggiare il bacinoallo schienale con anche eginocchia leggermente flesse.Il sedile eretto.

La donna fashion

Con tacchi altissimi orasoterra, le scarpe allamoda mettono a rischio

la funzionalità del piede... edella schiena. Chi sceglie le cal-zature tenendo in considera-zione solo l’estetici, rischia diincorrere in patologie comeborsite dell’alluce, dolore per-sistente alle ossa del metatarsoe forme di affaticamento deimuscoli della gamba e schiena.

La tuttofare

Che siano lavoratrici ocasalinghe, le donnehanno una comprovata

tendenza a eseguire più di unamansione nello stesso momen-to. Capita, quindi, di vederlecol telefonino stretto tra lespalle e l’orecchio mentrerispondono a un’email o spin-gono il carrello della spesa... atutto danno dei muscoli del col-lo.

Vero o Falso?

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L’asma è una delle malat-tie respiratorie cronichepiù diffuse nel mondo,

presente in tutti i paesi anche secon livelli molto variabili. Rap-presenta quindi un consistenteproblema di sanità pubblica,anche perché la sua prevalenzaè in aumento a causa della con-vergenza di diversi fattori. Si sti-ma che più di 100 milioni di per-sone nel mondo siano affette daAsma Bronchiale e numerosistudi suggeriscono che talemalattia sia in aumento. La pre-valenza della malattia nellapopolazione mondiale si aggiratra il 4% e il 34% della NuovaZelanda.L’asma è una malattia infiam-matoria cronica delle vie aeree,dei bronchi, nella quale giocanoun ruolo importante numerosecellule, in particolare i mastoci-ti, gli eosinofili e i linfociti T. Neisoggetti predisposti questainfiammazione provoca episodiricorrenti di respiro sibilante efischiante, difficoltà respirato-ria, senso di costrizione toracicae tosse. Tali episodi si presenta-no generalmente “a crisi”lasciando periodi di relativobenessere fra una crisi e l’altra.I sintomi appena elencati sonodi solito associati con diffusa mavariabile broncoostruzione

reversibile dopo terapia conbroncodilatatori o spontanea-mente. L’infiammazione provo-ca anche un aumento dellarisposta delle vie aeree a nume-rosi stimoli più o meno specifi-ci.I sintomi infine non sono suffi-cienti da soli per diagnosticarel’asma, perché potrebbero esse-re indotti da altre patologie qua-li bronchiti, enfisema o scom-penso cardiaco. Capita spesso,peraltro, che nel linguaggiocomune la parola “asma” vengautilizzata come sinonimo di“dispnea” o “mancanza di respi-ro”, anche se di origine comple-tamente diversa dal vero asmabronchiale

CauseI fattori scatenanti l’attaccoasmatico possono essere molte-plici e sono in prevalenza rap-presentati da:• Fattori meccanici. Situazioni

di forte stress fisico “sistemi-co” (attività sportiva, risateeccessive) possono causarebroncocostrizione.

• Fattori chimici. L’inalazionedi irritanti (candeggianti,ammoniaca, acido muriaticoe solforico, xilene) nei sogget-ti non asmatici porta a una

L’asma, la crisiche non concede respiro

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Omero utilizzò per primo il termine asma(ásthma: respiro breve) per indicare l’atrocesoffocamento che affliggeva Ettore disteso in

una pianura. Il termine viene poi ripreso con il sensodi “respiro corto” da Eschilo ne I Persiani e da Platonene La Repubblica. In senso medico il termine asmavenne poi usato da Ippocrate negli Aforismi. Il termi-ne Asma è entrato nel vocabolario Medico nelmedioevo come termine di falconeria. Veniva defini-to “Falco Asmatico” il predatore che non poteva respi-rare a causa dei bruschi cambiamenti climatici.Anche Lucio Anneo Seneca, ne soffriva, così comeriportato nelle Epistolae ad Lucilium: “La malattia,che mi aveva concesso un lungo congedo, mi ha di

nuovo assalito. «Che genere di malattia?» chiederai.Hai ragione di fare questa domanda: infatti io leconosco tutte, le malattie. Tuttavia ce n’è una allaquale sono quasi votato; non so perché si debba chia-marla con un nome greco, mentre posso ben definir-la difficoltà di respiro. L’assalto del male è di brevedurata; simile ad un temporale, passa, di solito, dopoun’ora. Chi infatti potrebbe sopportare a lungo que-st’agonia? Ormai ho provato tutti i malanni e tutti ipericoli,ma nessuno per me è più penoso.In ogni altrocaso si è ammalati; in questo ci si sente morire. Perciòi medici chiamano questo male «meditazione dellamorte»: infatti talvolta tale mancanza di respiro pro-voca la soffocazione”.

Asma nell’antichità

L'asma è in aumento:particolarmentediffusa tra la popolazione, colpisce in media circa il 5% degli Italiani e quasi il 10% dei bambini

DOSSIER | ASMA

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sintomatologia assai modestamentre negli asmatici evocaun’infiammazione moltovivace e quindi una crisi diasma.

• Fattori patologici. Infezioniindotte da virus e batteri(influenza, bronchite, morbil-lo, pertosse) sono in grado diprovocare l’infiammazionedelle vie aeree, portando allacrisi i soggetti asmatici.

• Fattori allergici ambientali ealimentari. L’inalazione diaero-allergeni come Acari,pollini micofiti (in particolarel’Alternaria tenuis), muffe oaltro materiale aerotrasporta-to è in grado di provocare unareazione infiammatoria aller-gica nei soggetti predisposti.Anche l’allergia alimentare (ein special modo in età pedia-trica l’allergia a latte, uovo ealtri) possono causare l’insor-gere di una sintomatologiaasmatica ma si tratta comun-que di manifestazioni allergi-che estremamente ecceziona-li; fra gli alimenti che possoscatenare l’asma vi sono uova,pesce e derivati, fragole e fari-na (“asma del panettiere”).Può quindi accadere di scam-biare un asma da rigurgitocon una allergia alimentareche è molto più rara e conmeccanismo completamentediverso.

• Fattori atmosferici. Il freddoin genere, o il clima secco o

umido, se uniti a smog o aero-allergeni possono potenziarela portata di un crisi asmatica.

DiagnosiLa diagnosi dell’asma bronchia-le non presenta difficoltà qualo-ra si presenti nella sua formapiù caratteristica di broncospa-smo + dispnea espiratoria. Nelcaso non si presenti con questaforma caratteristica ma con tos-se stizzosa o dispnea dopo sfor-zo è necessario andare a cercarel’asma anche se le prove funzio-nali respiratorie basali sononormali. L’esame fondamentaleper lo studio dell’asma è la spi-rometria, che consiste nel sof-fiare in uno strumento (spiro-metro) che misura sia la quanti-tà di aria emessa sia la velocitàcon cui viene emessa, e fornisceinformazioni sullo stato diostruzione delle vie aeree. Untest semplice quanto importan-te è il cosiddetto “test di rever-sibilità” eseguibile nei pazientiin cui la spirometria abbia evi-denziato la presenza di ostru-zione bronchiale. Nei soggetticon spirometria nella norma (lamaggior parte degli asmatici inperiodo intercritico) la diagnosipuò essere posta identificandol’iperreattività bronchialemediante test alla metacolina.L’esame consiste nell’esecuzio-ne di una spirometria basale esuccessivamente varie altre spi-rometria dopo inalazione di

concentrazioni crescenti dimetacolina (sostanza broncoco-strittrice). Nei soggetti asmaticiil test è in grado di determinareuna broncostenosi che invecenon si verifica nei soggetti nor-mali. Il monitoraggio giornalie-ro della malattia può essere ese-guito mediante misurazione delpicco di flusso (misurazioneapprossimativa ma praticabiledal paziente stesso, munito diun semplice strumento).

TerapiaNon esistono cure capaci di gua-rire definitivamente l’asma, matrattamenti continuativi (vitanatural durante) che permetto-no di tenerla sotto controllo egarantire una vita del tutto nor-male.Attualmente si ottengono ottimirisultati facendo assumere alpaziente con regolarità dei far-maci in via aerosolica spray o informa di polvere inalatoria inmodo da arginare l’infiamma-zione cronica per evitare chenon degeneri, ed arginare ilbroncospasmo, “allargando” ibronchi quando questi tende-rebbero a respingersi. In ognicaso è lo specialista a deciderecaso per caso quali farmaci pre-diligere, mentre l’asmatico deveessere sempre cosciente dei far-maci che assume e, secondo leindicazione del medico, saperecome e quando variarne ildosaggio.

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SENECASeneca, il celebre filosofo lati-no (4-65 d.C.) descrive lamalattia di cui soffriva nel suofamoso "Discorso sulla mor-te" come "un attacco brevissi-mo e simile a una tempesta”.

SALADINO IIIl sultano Saladino II, figlio delGrande Saladino che avevaconquistato buona parte delMediterraneo,si faceva curarel'asma da Maimonide,uno deipiù importanti medici del-l'epoca.Questi notò che il gio-vane soffriva ad Alessandria estava molto meglio al Cairo,dove il clima è più secco.

PLINIO IL VECCHIONel 79 d.C., quale comandan-te della flotta romana gli fuaffidata la missione di salvarele popolazioni che fuggivanodall'eruzione del Vesuvio.Però i suoi bronchi, che soffri-vano d'asma, non sopporta-rono l'inalazione delle polverie dei gas prodotti dal vulcanoche gli furono fatali.

ETTORE DI TROIACirca 850 anni prima dellanascita di Cristo fu Omero adusare per al prima volta il ter-mine asma (in Greco: astma),descrivendo la sensazione disoffocamento provocate dal-l'ostruzione delle vie respira-torie che affligeva Ettore.

CHARLES BLACKLEYCharles H. Blackley, medicoinglese nato nel 1820 e mor-to nel 1900, fu il primo adimostrare la natura allergicadella rinocongiuntivite. Eglistesso era un soggetto mala-to di Hay-Fever, la rinocon-giuntivite primaverile, ed ese-guì su se stesso le prime pro-ve allergiche che la storiaricordi, mediante scratch test,un metodo usato fino a pochianni fa.

Personaggi famosi

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L’asma è un malattiaconosciuta da moltissi-mi anni, già Omero nel-

l’Iliade descriveva Ettore in pre-da ad una crisi di soffocamento;asma significa senza respiro,soffocamento. L’asma bron-chiale a patogenesi sia allergicache non allergica costituisceuna patologia respiratoriaostruttiva molto comune sia nelbambino che nell’adulto con laquale ogni medico deve con-frontarsi quotidianamente.Negli ultimi anni questa patolo-gia ha assunto un carattere didiffusione sia in termini di mor-bilità che di gravità sempre piùpreoccupanti e tale da rappre-sentare un problema di interes-se non solo sanitarioma anche sociale edeconomico. L’insorgenzadelle manifestazioni clini-che dell’asma rappresentail risultato di interazionifra fattori costituzionaliindividuali e l’am-biente, specie nellesue componentiquali allerge-

ni, inquinamento industriale ,stili di vita, infezioni, alimenta-zione. Non è semplice risponde-re alla domanda “che cosa èl’asma?”. Spesso il medico parladi asma quando è di fronte adun soggetto con “sibili espirato-ri”, tuttavia non sempre ciò che“fischia” è asma. Importantiistituti europei e mondiali qualiil NHLBI e il NAEPP hanno pro-posto questa definizione diasma “disturbo infiammatoriocronico delle vie aeree con inter-vento di particolari cellule qua-li gli eosinofili e linfociti”. Taleinfiammazione causa ricorrentiepisodi di sibili, brevità di respi-ro, sensazione di costrizionetoracica e tosse specie alla notte

e al mattino; tali disturbi sonocausati da un’ostruzione al flus-so aereo che regredisce comple-tamente e spontaneamentedopo la terapia. In altre paroleparliamo di asma quando unsoggetto presenta costrizionetoracica, affanno, “fischi espira-tori”, oppure affanno dopo unacorsa, dopo una risata, oppurese ci si sveglia di notte con lasensazione di mancanza d’aria.Tutto ciò dovrà poi essere con-fermato con l’esame obiettivo,una spiromtria o un test di pro-vocazione con metacolina. Neabbiamo parlato con MarcelloUgolini, primario di Pneumolo-gia del San Salvatore di Pesaro.Ci sono persone più colpitedi altre o comunque piùsoggette?“L’infiammazione che è allabase della sintomatologia asma-tica, è causa di iperreattivitàbronchiale a una serie di stimo-li ambientali. In altre parole,soggetti con familiarità positivaper malattie allergiche, soggettiche hanno presentato nei primimesi di vita la crosta lattea, tipi-co eczema da allergia alle pro-

teine del latte; oppure l’esposi-zione ad allergeni in età preco-ce, l’esposizione al fumo passi-vo, l’obesità specie nelle donne,la rinite allergica in età giovani-le, ebbene questi soggetti hannouna maggiore probabilità dipresentare la malattia asmati-ca”.Sono disponibili dati che cipermettono di capire senegli ultimi anni in Italia opiù localmente nella pro-vincia di Pesaro e Urbino,si sia registrato un aumen-to o una diminuzione delnumero dei soggetti asma-tici?“Dati statistici locali non neabbiamo, anche se la sensazioneè quella di un aumento dei casidi asma e delle forme allergichein particolare. Penso che siamoallineati ai dati nazionali e cioèsu una percentuale del 3-4% selo studio è basato su questiona-ri, mentre è del 8-10% su datifunzionali e allergologici. Datireali non esistono perché neivari paesi diverse sono le defini-zioni di asma e diversi sono i cri-teri utilizzati per gli studi.

Fattori individuali e ambientele maggiori cause dell’asma

DI VALENTINA PIERUCCI

Intervista a Marcello Ugolini, primario di Pneumologia a Pesaro

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Secondo dati americani, l’asmacolpisce circa 20 milioni di per-sone negli Stati Uniti; ha contri-buito a 14,7 milioni di giorniscolastici persi, a 11,8 milioni digiornate lavorative perse, a 1,9milioni di visite al pronto soc-corso, a 484.000 ricoveri e 4261decessi. L’impatto economicodell’asma è stato stimato in 12,5miliardi all’anno nel 1998. E’certo comunque che l’asmabronchiale è in aumento neipaesi industrializzati. La piùbassa percentuale si registra inIndonesia, mentre la più alta in

Inghilterra”. Perché questo aumento?“Si passa più tempo in ambien-ti chiusi ed è più facile e persi-stente l’ esposizione all’acarodomestico della polvere. Si èassistito alla riduzione delleinfezioni specie parassitarie neibambini e ciò ha comportato undiverso atteggiamento delnostro sistema immunitario chesi è sviluppato a produrre linfo-citi TH1 tipici delle reazioniallergiche piuttosto che i TH2tipici delle reazioni immuno-protettive. Da non dimenticare

poi il particolato degli autovei-coli diesel che facilitano il tra-sferimento degli allergeni nellevie aeree rendendoli più assor-bibili”.C’è una correlazione traasma e allergie che, soprat-tutto in questo periodo del-l’anno, colpiscono moltepersone?“I pazienti asmatici-allergicipossono sapere quando rischia-no la comparsa di una crisid’asma perché sono diffusi, on-line, i calendari pollinici in cuisono rappresentate le concen-trazioni dei vari pollini a cui èallergico, ogni giorno nei varimesi dell’anno. Ad esempio, nelnostro territorio in febbraio vi èuna maggior concentrazione dicupressacee , mentre in aprile emaggio prevalgono prima le ole-acce poi le graminacee e laparietaria”.

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...e le precauzioniper i bambini

L’asma nel bambino può comparire ad ogni età, ma di solito ini-zia durante i primi anni di vita. La malattia varia notevolmenteda un bambino all’altro, per quanto riguarda i sintomi, la fre-

quenza e la gravità delle crisi. Inoltre, la malattia può presentarsi inmodo assai diverso nello stessa bambino durante le varie fasi della cre-scita. Le vie aeree di un bambino con asma sono cronicamente infiam-mate e molto più reattive del normale e, pertanto, tendono a restrin-gersi facilmente in seguito all’azione di svariati stimoli (soprattuttoinfezioni ed allergeni). I bambini piccoli che soffrono d’asma di solitopresentano respiro sibilante e una tosse fastidiosa. Si deve sottolinea-re il fatto che i bambini sani non tossiscono. Se il vostro bambino tos-sisce in modo fastidioso, soprattutto di notte, o dopo uno sforzo,dovreste sospettare: "E se fosse asma?".Non è normale che il bambino si svegli durante la notte con tosse erespiro sibilante. Questo è un segnale che la sua malattia non è bencontrollata. Esiste spesso una predisposizione ereditaria alla compar-sa dell’asma, ma ci sono altri fattori che possono favorire la comparsadell’asma nel bambino.Ad esempio,il fumo della madre durante la gra-

vidanza aumenta la probabilità che il bambino diventi asmatico.I bam-bini asmatici di genitori che fumano spesso hanno sintomi più gravi. Ifamiliari non dovrebbero quindi mai fumare nei luoghi dove vive ilbambino. Attualmente, nella maggior parte dei casi, con le cure attua-li l’asma non può essere guarito, ma può essere ben controllato. Gra-zie alla ricerca le cose potranno cambiare nel futuro. I ricercatori stan-no studiando la malattia su diversi fronti, in particolare, negli ultimianni,si stanno cominciando a conoscere i geni che predispongono allacomparsa dell’asma.Non solo si sta cercando un modo per guarire dal-la malattia, ma anche di migliorare il trattamento e la qualità della vitadei bambini asmatici.E’ bene sapere che... I segnali che l’asma del bambino piccolo non è ben controllato e stapeggiorando sono:- Si sveglia di notte o alla mattina con respiro sibilante e tosse;- I suoi sintomi peggiorano dopo uno sforzo fisico;- Dovete dargli il broncodilatatore a rapida azione più spesso del soli-to.

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Sempre più il medico deveconfrontarsi con le moder-ne tecnologie, internet e i

sistemi di rete. Abbiamo inervi-stato il presidente dell’Ordinedei Medici di Roma, Mario Fal-coni.Presidente, l’annunciata“rivoluzione” delle ricetteon line come cambieràl’operato dei medici e il“metodo” di visita deipazienti? “Le ricette online ancora nonsono in uso e pertanto si trattadi una rivoluzione burocraticaper ora solo annunciata e spera-ta. E’ invece entrato in vigorel’obbligo di effettuare on line icertificati di malattia, così comeprevisto dal cosiddetto “DecretoBrunetta”, obbligo che continuaa suscitare le critiche dei medi-ci per l’inefficienza del sistemacon cui devono operare. Pre-messo ciò, è indubitabile che seben organizzata e utilizzata l’in-formatica rappresenta un indi-spensabile strumento per ren-dere la vita più semplice a tutti,quindi anche ai medici e ai loropazienti”.Quali sono i pro e contro ditale novità, dal punto divista della operatività pro-fessionale?“Purtroppo attualmente siamoin una fase in cui, per evidenticarenze organizzative dell’am-ministrazione pubblica, i medi-ci trovano grandi difficoltà nel-la trasmissione dei certificati,con notevoli perdite di tempo, atutto danno dell’assistenza aipazienti. Si tratta quindi di unafase critica ma ci si augura cheda parte governativa venganorecepite le osservazioni dellanostra categoria e si operi diconcerto per superare tutti gliattuali ostacoli tecnici e buro-cratici. Se sarà così, quando l’in-formatizzazione sarà completa-ta anche con le ricette online, sidovrebbero avere prevalente-

mente solo vantaggi, sia per imedici che per i cittadini”.Un’altra novità della pro-fessione medica è che perobbligo di accesso e traspa-renza, fra poco tutti i medi-ci dovranno mettere in retele schede dei pazienti, dalleanalisi ai dati clinici, etc.Cosa cambierà? Ci sarà unlungo periodo in cui carta-ceo e scheda computerizza-ta andranno di pari passo?“La realtà in questo caso è piùpositiva e più avanzata del pro-getto. Sono già moltissimi imedici, in particolare quelli difamiglia, che lavorano in asso-ciazione e che hanno già in retele schede dei loro pazienti. Nel-l’assistenza territoriale ilmodello cartaceo non esistepraticamente quasi più a parti-re dal 2000, da quando io stes-so, allora in qualità di Segreta-rio Nazionale della Fimmg, sot-toscrissi un accordo collettivonazionale con la parte pubblicain cui fu prevista un’appositaindennità economica mensileper i medici che compilavano invia informatica la cartella clini-ca e le ricette”.

E a livello istituzionale?Alcune Aziende Sanitarie,Zone Territoriali, Asur eRegioni, già hanno predi-sposto la rete delle cartellecliniche e degli esami con-sultabili on line, mentre inaltre zone e territori questotipo di informazione stentaad essere condiviso: per-ché?“A livello istituzionale, come alsolito, ci troviamo in una situa-zione a macchia di leopardo acausa di ritardi culturali edincapacità gestionali. Sono anni

che come medici, in particolarecome Ordine di Roma e provin-cia, ci battiamo per la realizza-zione di un fascicolo sanitarioelettronico con dati aggiornabi-li in tempo reale, cui poter acce-dere da ogni parte d’Italia e delmondo in caso di necessità. Pur-troppo nel nostro Paese i tempidi ammodernamento della pub-blica amministrazione sonocome sempre biblici, soprattut-to per una carenza congenita diprogettualità e programmazio-ne strategica ma anche di resi-stenze nei vari strati – e sonotanti – della burocrazia. Non faeccezione la Sanità”.

“Il medico e la tecnologia,una sfida da vincere”

ORDINE DEI MEDICI | TECNOLOGIE

Intervista a Mario Falconi, presidente dell’Ordine dei Medici di Roma

Se ben organizzatae utilizzata l’informatica èun indispensabilestrumento per rendere la vita più semplice e più sicura per tutti

Mario Falconi

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Da 200 anni l’omeopatiasuscita speranze per lacura di molte malattie,

suscita polemiche nella comu-nità scientifica, appassiona,divide ma si diffonde semprepiù e coloro che l’apprezzanoper i risultati ottenuti cresconosempre di più in tutti i paesi delmodo. Solo in Italia circa ottomilioni di persone si curano piùo meno costantemente con far-maci omeopatici ed il numerodei medici omeopati regolar-mente specializzati ed iscrittinell’apposito registro ha supe-rato il numero di 7000. Tenia-mo conto che in Italia ed in altripaesi mediterranei non esisteuna legislazione specifica sul-l’omeopatia. In altri paesi euro-pei, asiatici e americani, l’omeo-patia è stata riconosciuta comeun sistema medico o specialitàmedica ed integrata nel SistemaSanitario Nazionale. L’omeopa-tia presenta un carattere decisa-mente alternativo rispetto allamedicina ufficiale, viene prati-cata da medici specializzati inapposite scuole, medici partico-larmente motivati ad unapproccio globale alla persona...non cura la malattia ma il mala-to. L’omeopatia segue unametodologia medica che per lacura impiega il principio disimilitudine. Ovvero tratta unamalattia con il rimedio chegenera in una persona in salutesintomi simili a quelli rilevabilinella persona ammalata. I far-maci omeopatici chiamati rime-di, prescritti esclusivamente dalmedico omeopata, aiutano ilpaziente a riguadagnare la suasalute stimolando le risorsefisiologiche di guarigione pro-prie del paziente.Non hanno il potere di soppri-mere i sintomi ma possonoinfluire sulle cause di fondo cheli genera. L’omeopatia ritieneche nell’uomo sia presente unaforza vitale che pervade l’interoorganismo, corpo e mente,capace di armonizzare tra diloro tutte le funzioni fisiologi-che e i sensi. Questa energiavitale quando è in equilibrio hacapacità di proteggere contro ifattori patogeni esterni. I medi-ci omeopati più tradizionalihanno un approccio unicistaprescrivendo un solo rimedioalla volta mirato a coprire l’in-

sieme dei sintomi identificati,altri omeopati hanno unapproccio pluralista e prescri-vono contemporaneamente piùrimedi. A scanso di equivoci,spesso creati dai detrattori diquesto metodo clinico e tera-peutico, va precisato che lamedicina omeopatica è unascienza medica galileiana cheopera nell’ambito della tradizio-ne clinica neoippocratica e basai suoi presupposti scientifici,dottrinari e pratici sul principiosperimentale e clinico-medicodella individualizzazione, nelladiagnosi e nella terapia, di ognisingolo malato studiato nellasua personale realtà fisiopatolo-gica ed organica quale personaumana irripetibile. Le recentiscoperte in campo immunologi-co potrebbero dare peso all’ipo-tesi che la reazione di autogua-rigione indotta nell’organismomalato dal medicinale omeopa-tico possa sorgere da un’intera-zione tra il medicinale ed il

sistema immunitario delpaziente. Dietro i rimedi omeo-patici non ci sono le potenti casefarmaceutiche ma solo aziendee laboratori di grande affidabili-tà di piccole dimensioni non ingrado di sostenere finanziaria-mente importanti ed approfon-dite ricerche scientifiche perscoprire i meccanismi di funzio-namento dei rimedi omeopaticiche a giudizio dei critici di ieri edi oggi sono considerati “acquafresca”.I rimedi omeopatici, infatti,sono prodotti partendo da dilui-zioni molto spinte tanto da nonconsentire di rintracciare lemolecole originarie del princi-pio attivo originario. Altri autorevoli critici obiettanoinvece che l’unico effetto cheproducono i rimedi omeopaticiè il cosiddetto “effetto placebo”che sta ad indicare una guari-gione o un miglioramentodeterminato da un condiziona-mento psicologico del paziente.

A costoro si potrebbe obiettareche tale effetto è ugualmentepresente anche nella medicinaufficiale. Se è vero che ancoranon sono chiari i meccanismi difunzionamento dei rimediomeopatici è altrettanto veroche milioni di persone che liusano stanno meglio e addirit-tura guariscono da molte pato-logie.Se tutto dipendesse dall’effettoplacebo non si comprende per-ché le terapie omeopaticherisultano efficaci nei lattanti chesono difficilmente condiziona-bili o addirittura in medicinaveterinaria. Nel lontano 1835 al Ministrodell’Istruzione francese, fu chie-sto di interdire l’omeopatia per-ché non scientifica. Risposecosì: “Se l’omeopatia è una chi-mera o una metodica priva divalore cadrà da sola, se invece èprogresso si espanderà malgra-do ogni interdizione”. Così è sta-to.

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Otto milioni di italiani si curano con farmaci omeopaticie il numero dei medici iscritti nel registrosono 7000

Alcuni cenni sulla medicinaomeopatica...

DI MAURO RAGAINI

MEDICINA | OMEOPATIA

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Da quando il Ministerodella Sanità ha iniziato apromuoverlo, il sale

iodato si è nuovamente impostoall'attenzione dell'opinionepubblica. Certo, di quella piùattenta. Molti di noi, infatti, nonfanno molto caso al tipo di saleche comprano quando vanno afare la spesa al supermercato. Ilsale iodato è un tipo di sale a cuiè stata aggiunta una quantitàsensibile di ioduro di potassio,al fine di ristabilire il tasso diiodio che il sale aveva prima diessere lavato. Le quantità aggiunte vengonoscelte e standardizzate in baseallo stato nutrizionale dellapopolazione; in Italia, peresempio, ogni chilogrammo di

sale iodato contiene 30 mg diiodio (con tolleranza + 40%, -20%). Tale quantitativo, appa-

rentemente infinitesimale, è inrealtà molto importante, poichéil fabbisogno iodico per l'adultoè di soli 150 microgrammi algiorno.Ma come mai ci servirebbe tan-to questo iodio? Sarà utile sape-re, a questo proposito, che nellaregione anteriore del collo sitrova la ghiandola tiroidea (latiroide), le cui funzioni sonofondamentali per la vita dell'or-ganismo. Essa produce ormoni

che cooperano allo sviluppo delsistema nervoso centrale, allacrescita, alla maturazione ses-suale e al metabolismo. Per fareciò, la tiroide si serve appunto diiodio, che rappresenta infatti unelemento costitutivo di quegliormoni. È bene che lo iodio nonmanchi dalla nostra dieta. L'or-ganismo ne ha bisogno. L'idea-

Il sale (iodato) della vita: cos’è e perché fa bene...

ALIMENTAZIONE | SALE IODATO

Fondamentalmente perché da una regio-ne all'altra varia la concentrazione diiodio nel terreno, di conseguenza nei

suoi frutti e nelle carni degli animali che daessi traggono nutrimento. Ovviamente,anche le abitudini alimentari influenzanopesantemente l'apporto iodico; in Giappone,dov'è piuttosto comune il consumo di alghe(alimento ricco di iodio per eccellenza), il pro-blema è molto sfumato e spesso è necessarioadottare misure per prevenire eventualieccessi. Sebbene l'organismo sia perfetta-mente in grado di eliminare il surplus di iodiocon le urine, dosaggi particolarmente elevati

(ad esempioper il marca-to ricorso adintegratori abase dialghe mari-ne) possono

comunque rivelarsi nocivi. Anche se le dosisopportabili sono superiori, si raccomanda dinon superare i l 500 Ìg/die. Nel mondo, circa 2miliardi di persone (30% della popolazionetotale) rischiano di sviluppare malattie dacarenza iodica, che rappresenta la prima cau-sa prevenibile di ritardo mentale. In Italia cir-ca 6 milioni di abitanti sono esposti a caren-za iodica ambientale ed in alcune aree il goz-zo è ancora una patologia endemica (si mani-festa, cioè, in più del 5% della popolazione).L'elevatissimo impatto economico e le gros-se possibilità di prevenzione hanno spinto ilministero della sanità a promuovere campa-

gne informative sull'importanza del saleiodato nell'alimentazione umana.

A volte lo prescrivono i medici. I nutrizionisti amano consigliarlo. Fabene, è salutare, è forse il salemigliore in circolazione. E costa di più. Ma cos'è, di preciso, il saleiodato?

Il fabbisogno di iodio nell'adulto è stimato in 150Ìg/giorno, mentre la quantità presente nell'organi-smo si aggira intorno a 15-20 mg. Le donne in gravi-danza e in allattamento ne devono assumere circa 50-100 Ìg/die in più, per assicurare un normale svilup-po del bambino. Un vegetariano stretto, per il man-cato consumo di pesce ed alimenti animali da un latoe per la presumibilmente aumentata assunzione dialimenti gozzigeni dall'altro, è più soggetto a carenzaiodica rispetto ad un onnivoro.

A CURA DI RICCARDO MILANI

Dove lo iodio manca,si rischiamo più malattie

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le sarebbe sostituire il normalesale da cucina con sale arricchi-to di iodio. È vero: costa un po'di più. Ma non si tratta di unacquisto quotidiano: dura neltempo e i suoi benefici, a lungoandare, non hanno prezzo. Ma èpossibile assumere iodio ancheattraverso alcuni tipi di alimen-ti, che lo contengono per pro-pria natura: tra questi spiccasenz'altro il pesce. Anche i vege-tali e gli alimenti derivati daanimali possono contenereiodio, ma questo dipende essen-zialmente dalla quantità di

iodio che ha il terreno su cui sitrovano.“Il sale iodato è benzina per unatiroide iperfunzionante - ci con-ferma il medico - Andrebbepertanto evitato perchè potreb-be aggravare l'ipertiroidismo.Questo nel lungo periodo, per-chè nel breve un eccesso di iodioviene anche somministrato perpreparare il paziente ipertiroi-deo all'intervento chirurgico, inquanto, per un periodo di circaun mese, un eccesso di iodioriduce sia la produzione diormoni tiroidei che la vascola-rizzazione della ghiandola tiroi-de, consentendo quindi unintervento chirurgico più pulitoe meno traumatico.Il paziente ipotiroideo non hainvece bisogno di iodio alimen-tare poichè deriva il suo ormo-ne dalla compressa mattutina ditiroxina. Vi sono tuttavia datiche dimostrano come un ecces-so di iodio alimentare possapredisporre allo sviluppo oall'aggravamento della tiroiditecronica autoimmune, la causa

principale di ipotiroidismo. Maparliamo di larghi eccessi, 3-4volte superiori alla dose giorna-liera raccomandata di iodio(che è pari a circa 150 micro-grammi/die).Ma la supplementazione diiodio con la dieta mediante ilsale iodato rappresenta la for-ma più efficace di prevenzionedel gozzo e dei noduli tiroidei.Tali benefici sono cosi ampi, siasotto il profilo della salute dellapopolazione che sotto quelloeconomico-sanitario, che valela pena pagare il prezzo di qual-che ipertitroidismo che siaggrava per eccessiva ingestio-ne di iodio”.Attenzione! Se manca iodio, latiroide si può ingrossare. Pareche questo problema riguardiben il 10% della popolazioneitaliana, con picchi fino al 20%relativamente all'età scolare. Lezone maggiormente colpite dalfenomeno sono quelle che per-corrono l'arco alpino e gliappennini. Insomma, nondimenticatevi dello iodio!

E'molto importante ricor-dare, però, che il saleiodato è pur sempre sale

ed è quindi necessario non abu-sarne. Infatti, un elevato apportodi sodio con la dieta può favorireipertensione arteriosa e aumen-tare il rischio di malattie cardio-vascolari e renali.Numerosi studihanno, inoltre, evidenziato cheun elevato consumo di sodio èassociato ad un rischio più ele-vato di tumori dello stomaco, amaggiori perdite urinarie di cal-cio e quindi, probabilmente, adun maggiore rischio di osteopo-rosi. Di conseguenza, ridurre gliapporti di sale può essere un'im-portante misura sia preventivache curativa per molte persone.Studi recenti hanno confermatoche un consumo medio di sale aldi sotto di 6 g al giorno è la quan-tità giusta per prevenire i rischilegati al sodio.

Ma attenzione

La supplementazionedi iodio con la dieta

attraverso il saleiodato rappresenta

la forma più efficace di

prevenzione del gozzo e

dei noduli tiroidei

ALIMENTAZIONE | SALE IODATO

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Eccellente risultato per laScuola di Scienze Medi-che Veterinarie di UNI-

CAM. Venerdì 8 aprile la Com-missione di esperti nominatadall’EAEVE (European Asso-ciation of Establishments forVeterinary Education) haemesso un giudizio estrema-mente positivo, anche se èancora preliminare e dovràessere confermato da una ulte-riore Commissione.Una platea trepidante compo-sta dal Rettore Fulvio Esposito,dal Direttore della Scuola Gia-como Renzoni, da tutti i docen-ti, dal personale tecnico eamministrativo e dagli studen-ti della Scuola di Scienze Medi-che Veterinarie, dalle autoritàlocali, ha ascoltato con atten-zione il giudizio e la valutazio-ne della Commissione, per poilasciarsi andare ad un lungoapplauso di gioia al momentodella comunicazione dell’esitopositivo della valutazione.Nei mesi scorsi tutte le compo-nenti della Scuola, coordinateda una apposita Commissioneinterna nominata dal Consigliodella Scuola stessa, si sono for-temente impegnate a metterein atto tutti gli sforzi possibiliper raggiungere con successo il

traguardo dell’accreditamentodelle attività didattiche da par-te dell’EAEVE.“Lo spirito di squadra ed il sen-so di appartenenza all’Istituzio-ne mostrato da tutti (studenti,personale amministrativo etecnico, ricercatori-docenti) –ha affermato il Rettore UnicamProf. Fulvio Esposito – hannoavuto un peso decisivo nellavalutazione. E’ un risultatostraordinario, che dà forzaall’intero Ateneo. Grazie dicuore per questo splendidoregalo di fine mandato”.“Siamo tutti naturalmenteestremamente soddisfatti – hasottolineato il prof. Giacomo

Renzoni, direttore della Scuola– per questo eccellente risulta-to. Questo accreditamento rap-presenterà senza dubbio latestimonianza del raggiungi-mento di una elevata e qualifi-cata formazione a livello euro-peo. Il primo ringraziamentova ai nostri studenti, oltrechè alpersonale della Scuola e al Con-siglio di amministrazione del-l’Ateneo, ma senza il fonda-mentale ruolo svolto dal Comu-ne di Matelica, il raggiungi-mento di questo obiettivosarebbe stato impossibile. Va altresì sottolineato e ricono-sciuto il ruolo svolto dallaRegione Marche, che ha

mostrato, nella persona delPresidente Spacca, una parti-colare sensibilità alle proble-matiche ed al ruolo della Scuo-la di Scienze Mediche Veterina-rie, assegnando un finanzia-mento biennale di 100.000euro per borse di studio desti-nate a Medici Veterinari daimpiegare nella struttura ospe-daliera didattica allo scopo dipoter attivare il servizio perma-nente 24 ore su 24, parametroindispensabile per l’accredita-mento europeo. Un grazie sentito va anche agliEnti Locali (Provincia di Mace-rata e Comunità Montana AltaValle del Potenza ed Esino) edagli Istituti di Credito (Bancadelle Marche, Fondazione Cari-ma, Banca di Credito Coopera-tivo di Recanati e Colmurano,Carifermo, Monte dei Paschi diSiena) per i significativi contri-buti. L’accreditamento rappre-senterà dunque un’occasioneper aumentare il prestigio, nonsolo della Scuola, ma dell’inte-ro Ateneo. E’ la didattica infat-ti l’elemento caratterizzante delmondo accademico, con l’im-prescindibile supporto diun’attività di ricerca all’avan-guardia, che rappresenta essastessa un elemento adeguata-mente considerato nella valu-tazione del contesto delle atti-vità formative da parte del-l’EAEVE.

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Veterinaria a Camerinovede il primo traguardo: l’accreditamento EAEVE

Ricerca e impresa, il binomio possibile

Il connubio tra l’Università diCamerino e le imprese conti-nua a produrre eccellenti

risultati. Sono infatti numerosi icorsi di dottorato della School ofAdvanced Studies di Unicam chevengono co-finanziati da impre-se sensibili alle sfide che il pro-cesso di innovazione scientificae tecnologica impone. E’ proprioper sottolineare l’importanza diquesta sinergia l’azienda Euro-suole SpA di Civitanova Marche,

ha ospitato la discussione di 5tesi di Dottorato di Ricerca inScienze Chimiche di Unicam.“Sono convinto - ha sottolineatoil Rettore Esposito - che questoevento rappresenti una impor-tante occasione per dimostrarecome si possa con successo tra-sferire l’innovazione tecnologicadai laboratori di ricerca universi-tari alle aziende, che poi realizza-no il prodotto industriale. Credoinfatti che sia proprio questo il

percorso di valorizzazione dellaricerca universitaria, e ringrazioper questo le aziende che hannocreduto nelle potenzialità dellaricerca scientifica universitaria”.

La platea composta dal Rettore Esposito e dal direttore Renzoni ascolta ilgiudizio positivo della Commissione

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La ricorrenza è stata cele-brata il 31 Marzo scorsoalla presenza delle autorità

civili e religiose della città, dellaProvincia di Ancona e dellaRegione Marche con un incontronel corso del quale è stato riper-corso il decennio appena tra-scorso, l’attività della struttura ele prospettive. La struttura “Abi-tare il Tempo” è una ResidenzaSanitaria Riabilitativa ed Assi-stenziale costituita da due gran-di e significative realtà operantinelle Regione Marche nel setto-re della riabilitazione: il GruppoS. Stefano e la COOSS MarcheOnlus. Per l’occasione abbiamorivolto alcune domande al Diret-tore Sanitario della strutturadott.ssa Monica Pennesi.Dott.ssa Pennesi, a distanzadi dieci anni dalla inaugura-zione, Abitare il Tempo rap-presenta per l’intera Regio-ne uno dei principali puntidi riferimento nel panora-ma delle residenze sanitarieassistenziali ad alta com-plessità; quali sono le carat-teristiche della struttura equali servizi svolge?“La R.S.A. è dotata di 132 postiletto ed ospita patologie com-plesse alle quali viene fornito uneccellente livello di assistenzasanitaria e sociale.Le attività sanitarie offerte sonosuddivise in quatto nuclei didegenza:• Nucleo RSA Disabili e Riabili-

tazione EstensivaOrganizzato come unità didegenza extra-ospedaliera perl’accoglienza di persone condisabilità fisiche che necessi-tano di assistenza infermieri-stica continuativa nelle 24 orenonché di cure riabilitative ditipo estensivo oltre ad un ele-vato livello di nursing e socia-lizzazione.

• Nucleo RSA per Disabili Psi-

chiciOrganizzato come nucleo resi-denziale che provvede all’ac-coglienza con livelli di prote-zione medico e psico-socialedifferenziati, dei cosiddettinuovi cronici e di pazienti infase di stabilizzazione.

• Nuclei per Anziani non Auto-sufficienti, Dementi Senili edAlzheimerOrganizzati e strutturati per ilricovero a ciclo continuo dianziani, anche affetti dademenze, non gestibili a domi-cilio per la gravità dei disturbicomportamentali e per lo sca-dimento delle condizioni clini-che generali.

• Nuclei Unità Comi Persistentie Gravi Insufficienze Respira-torieOrganizzati per l’assistenza dipazienti che presentano unquadro clinico compatibilecon la suddetta definizione,anche con la possibilità diospitare pazienti con necessitàdi ventilazione meccanicaassistita”.

Come sono organizzate leattività di assistenza e curadegli ospiti della struttura?“L’assistenza sanitaria è garanti-ta dal personale medico ed infer-mieristico della struttura pre-sente nelle 24 ore, oltre al Medi-co di Medicina Generale.L’intervento assistenziale ècaratterizzato da un elevato gra-

do di tutela e cura della personain ambiente con notevole livellodi confort alberghiero, dalla pro-mozione della socializzazione edall’impegno nel favorire il man-tenimento dei rapporti familiarie sociali”.Oltre al ruolo primario cheAbitare il Tempo svolge nel-l’ambito della rete dei servi-zi socio assistenziali e sani-tari residenziali accreditatidal Servizio SanitarioRegionale va ricordataanche l’opportunità chequesta struttura ha offertoal territorio in termini di

lavoro e di nuova occupa-zione.“E’ vero. Presso Abitare il Tem-po lavorano oltre cento operato-ri in possesso di qualifiche pro-fessionali diverse tra medici,caposala, infermieri professio-nali, terapisti della riabilitazio-ne, animatori, operatori socioassistenziali, ausiliari, addetti aiservizi alberghieri e personaleamministrativo. Anche per que-sto motivo la struttura residen-ziale rappresenta una risorsaimportante non solo per ilComune di Loreto ma anche pertutto il territorio circostante”.

“Abitare il Tempo” a Loreto ha compiuto dieci anni

COOPERATIVE SOCIALI | COOSS MARCHE

A CURA DI NICOLO’ SCOCCHERA

Intervista al Direttore Sanitario della RSA dott.ssa Monica Pennesi

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PESARO - Quanto ne sappia-mo dell’acqua che esce dal rubi-netto di casa? L’acquedotto diPesaro serve i Comuni di Pesa-ro, Gradara, Tavullia, Sant’An-gelo in Lizzola Colbordolo,Montelabbate, Mombaroccio,Monteciccardo. L’acqua delrubinetto è sottoposta ad unduplice controllo: interno, effet-tuato direttamente dal gestoredell’acquedotto Marche Multi-servizi ed esterno, eseguito dal-l’ASUR/ ARPAM competenteper territorio con una cadenzache varia a seconda della quali-tà dell’acqua, dei rischi da con-taminazioni,dalla popolazioneservita. I controlli vengonoeffettuati con cadenza settima-nale sull’intera rete di distribu-zione per l’area di Pesaro e men-sile per i rimanenti Comuni.Inoltre l’ASUR e ARPAM ognianno eseguono controlli e veri-fiche della qualità delle acquenei pozzi e sorgenti non in retedistributiva, e nei depositi diaccumulo. Sulla scorta di annidi analisi e controlli fatti, la qua-lità dell’acqua erogata alla citta-

dinanza è sicura e regolarmentecontrollata sotto il profilo igie-nico-sanitario, quindi non sus-sistono fondati motivi per rite-nere un’acqua minerale piùsicura rispetto a quella erogata;consumare una o l’altra è unascelta soprattutto di gusto, lega-ta al sapore o alle “bollicine”. Lapubblicità incalza e invoglia,presentandoci l’acqua mineralecome una fonte di salute e bel-lezza; non essendoci invecepressoché alcuna informazionesulla qualità dell’acqua che escedal rubinetto di casa, la si guar-da con sospetto per il suo sapo-re, colore o odore. Come si pos-sono migliorare odore e sapore?Lasciandola decantare in reci-piente aperto per permetterel’evaporazione del cloro; permigliorare il gusto è utile man-tenerla in frigorifero in una bot-tiglia chiusa, mentre se si utiliz-zano bottiglie di plastica ènecessario tenerle pulite e sosti-tuirle spesso. Perché l’acquaesce torbida? E’ un fenomenolegato alla pressione con cui ilgetto esce dal rubinetto; lascia-

ta decantare in un bicchiere, lemicrobollicine scompaiono el’acqua torna limpida. Cosa farese l’acqua ha un colore rossa-stro? Dipende dalla presenza diferro; rivolgetevi all’ASUR, soloperò se siete sicuri che la colo-razione non dipende dalle con-dutture dell’edificio.

“L’acqua del rubinetto è buona!”Pesaro riscopre un suopatrimonio... naturale

OSPEDALI | ZONE TERRITORIALI

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SENIGALLIA - L’Asur ZT4 di Senigallia, accor-dandosi con le Associazioni locali ANDI (Associazio-ne Nazionale Dentisti Italiani) e OCI (OdontoiatriCattolici Italiani), ha dato il via all’Accordo Naziona-le per l’Odontoiatria Sociale. Scopo dell’iniziativa èquello di far accedere agli studi odontoiatrici priva-ti quelle fasce di popolazione con reddito ridotto,che spesso,per motivi economici,non possono per-mettersi le cure necessarie. Il progetto per la pro-mozione della salute di bocca e denti risale addirit-tura al 2008. Molto spesso chi va dal dentista lo fasolo in casi di emergenza, quando cioè c’è un pro-blema immediato e non per la semplice prevenzio-ne. E questo anche a causa degli alti costi delle pre-stazioni, nella maggior parte dei casi dovuti ad unospropositato costo dei materiali. Con questo accor-do alcune fasce di popolazione tra cui le donne instato di gravidanza, i titolari di "social card" e chi

non supera gli 8.000 euro di ISEE, potranno usufrui-re a prezzi ribassati di alcune prestazioni:• Visita odontoiatrica, ablazione del tartaro e inse-

gnamento igiene orale: max euro 80,00.• Sigillatura dei solchi dei molari e premolari: max

euro 25,00 per dente.• Estrazione di elemento

dentario compromes-so: max euro 60,00 perdente.

“Un accordo - afferma ildirettore dell’Asur4Franco Pesaresi - chenon ha precedentinelle Marche e chesperiamo di poterestendere alle altreAsur”.

Odontoiatria sociale, accordo fra Asur4 e i dentisti

DI ELISA MASSARINI

FABRIANO - La Fondazio-ne Carifac ha donato un’incu-batrice di ultima generazione,della serie “Giraffe Incubator”alla Neonatologia della U.O.C.Pediatria dell’Ospedale“Engles Profili” di Fabriano.L’incubatrice ha un ottimoisolamento acustico, è dotatadi controlli per regolare l’in-tensità della luce, il rumoredegli allarmi, la temperatura,l’umidità e la concentrazionedi ossigeno. La calotta con-sente un facile controllo eaccesso al neonato da partedegli operatori e la messa inatto delle procedure radiolo-giche. Questa ulteriore dona-zione va a completare lamodernizzazione della strut-tura della Neonatologiaavvianta un anno fa.

Una nuovaincubatrice a Fabriano

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Sarà sicuramente una rivo-luzione. Un piccolo mainnovativo congegno elet-

tronico “salvavita”, studiato perevitare incidenti stradali dovutiai colpi di sonno o alla stanchez-za, è stato presentato ad AscoliPiceno, presso la sede della Pro-vincia, dal suo inventore, l’im-prenditore di Ripatransone,Giancarlo Piermartiri. Denomi-nato “L’angelo custode”, ildispositivo, unico al mondo efrutto di anni di studio, proget-tazione e test con esperti, siapplica facilmente sopra l’orec-chio destro e dopo esser statoregolato, alla minima reclina-zione pericolosa della testa daparte dell’automobilista emetteun suono (o una vibrazione inalternativa), in grado di risve-gliarlo e farlo tornare subito alcontrollo della vettura. Appenabrevettato, il congegno è com-mercializzato a prezzo ridottoper favorirne la diffusione a finisociali. “E’ sul mercato solo daalcuni mesi – spiega Diego Gia-coboni, responsabile marketingdel prodotto - ed ha già ottenu-to una risposta molto positiva ,con 150 mila pezzi venduti inUsa, 15 mila in Australia e 50mila in Italia”. Secondo il suoinventore, già 33 Paesi in Euro-pa e altri 4 nel mondo lo stannorichiedendo. E accordi di distri-buzione sono stati già siglati con

Conad, e Gruppo Gabrielli(Ascoli), un altro in arrivo conCoop, mentre in relazione allasua importanza ai fini della pre-venzione degli incidenti strada-li – il 36% di quelli che avven-gono Italia, su un totale di 400mila l’anno, sono dovuti a colpidi sonno o stanchezza – alcuniparlamentari hanno già deposi-tato una proposta di legge perrenderlo obbligatorio. “Ho avu-to proposte di acquisto anche daparte di multinazionali estere –ha detto Piermartiri durante lapresentazione – ma non hoaccettato per motivi sia di orgo-glio territoriale sia per motivisociali.Sono convinto che que-

sto congegno deve avere la piùlarga diffusione pubblica, e nonpuò essere oggetto di specula-zioni finanziarie di alcun tipo”.Nel caso la produzione dell’An-gelo custode si sviluppassesecondo le attese e le potenzia-lità – solo in Italia ci sono oltre40 milioni di patentati – il pro-getto industriale potrebbe darelavoro nel Piceno a molte centi-naia di persone. Anche per que-sto, oltre che motivi di sicurez-za stradale, l’originalità e la rile-vanza sociale dell’innovativoprodotto è stata sottolineata nelcorso dell’incontro tenutosi adAscoli dal Prefetto PasqualeMinunni, dall’assessore provin-

ciale Filippo Olivieri, dal diri-gente della Polstrada MaurizioCollina, dal capitano FelicePagliara per i carabinieri, dalladirigente Patrizia Carosi per laQuestura, dal rappresentantedell’Associazione europea dellevittime della strada GiuseppeAngellotti, e da delegati dell’Aci,della Motorizzazione civile, del-le Federazione autotrasportato-ri, dell’Unasca e Fiap.Tutti sisono detti disponibili a sostene-re la diffusione del dispositivo,nei più diversi ambiti sociali eprofessionali.

L’angelo custode, il congegno salvavita contro colpi alla guida

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DI MARCO TRAINI

Un dispositivo, unico al mondo che si applica sopra l’orecchio e, alla minima reclinazione pericolosa dellatesta da parte dell’automobilista,emette un suono

Giancarlo Piermartiri alla presentazione del dispositivo “Angelo Custode” nella sede della Provincia di Ascoli Piceno

L’intelligente congegno mostrato da Diego Giacoboni

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ASCOLI PICENO - La Regio-ne Marche non rimane indietro,anzi. L’Ospedale Mazzoni diAScoli Piceno è uno dei noco-moci più all’avanguardia delnostro territorio. In data 19aprile, presso il Servizio Immu-notrasfusionale dell’Ospedalediretto dalla dott.ssa Nardi èstata eseguita la prima donazio-ne di cellule staminali da sangueperiferico da donatore “nonfamiliare”, proveniente dallaProvincia di Ascoli Piceno,iscritto al registro nazionale didonatori di midollo osseo(IBMDR).Il ricevente è un giovanissimopaziente di 4 anni, affetto dapatologia oncoematologica , diNewcastle Upon Tyne (GranBretagna).Tutti gli esami di tipizzazioneHLA per verificare la compati-bilità paziente – donatore sono

stati eseguiti dalla dott.ssa Pacie dal dott. Massi e dal persona-le tecnico presso il laboratoriod’Immunogenetica del ServizioImmunotrasfusionale.La procedura di raccolta dellecellule staminali è stata effet-tuata mediante tecnica afereticadal Dott. Zucca e dalla Dott. ssaTarulli in collaborazione con ilpersonale infermieristico spe-cializzato.E’ stato possibile seguire com-pletamente tutto il percorsofino alla donazione, poiché illaboratorio del Servizio Immu-notrasfusionale è in possessodella certificazione Internazio-nale EFI.La donazione è avvenuta graziealla completa disponibilità delDonatore, attraverso un attovolontario e gratuito ispirato dasolidarietà e umanità, ed anchegrazie all’alto livello di profes-

sionalità, competenza e motiva-zioni etico-professionali delpersonale coinvolto nel lungo e

assai complesso processo didonazione di midollo osseo.

Al Mazzoni prima donazione di cellule staminali da un “non familiare”

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PESARO - Il trattamento di coppia o familiare è spesso ilmiglior modo per affrontare i problemi psicologici di uno o piùcomponenti della famiglia, perché mobilita le risorse emotivedisponibili di tutti per comprendere e superare il disagio ed evi-tarne la cronicizzazione.Allargare il campo di osservazione all’in-tera famiglia consente di cogliere relazioni e significati altrimen-ti incomprensibili. Perseguendo questo obiettivo, il SERVIZIO DITERAPIA FAMILIARE della ZT1 di Pesaro si configura come uncentro orientato alla tutela del benessere relazionale all'internodella famiglia. Ma di cosa si occupa il servizio? Di alcune patolo-gie che si sono dimostrate elettivamente affrontabili con uncoinvolgimento familiare (disturbo d'ansia con ansia da separa-zione,rifiuto scolastico); Situazione di trauma evolutivo per lequali la giovane età del paziente e la sua dipendenza dalla fami-glia rendono consigliabile il coinvolgimento familiare; Situazio-ni di difficoltà che coinvolgono più membri della stessa famigliaGravi difficoltà di coppia; Famiglie ricostituite in difficoltà; Fami-glie inviate dal T.O oppure dal T.M. con richiesta di intervento asostegno della famiglia; Interventi di supporto alle funzionigenitoriali. E cosa offre il servizio? Consultazioni e terapie fami-liari a cui possono seguire trattamenti di coppia individuali e digruppo; Consulenze ad operatori di altri servizi ancora.

Pesaro e la terapia della famiglia

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ASCOLI PICENO - Sarà una grande festa riservata alle famiglie,ma anche a mamme, anziani, stranieri, disabili e bambini. Stiamo par-lando della “Settimana della famiglia”, promossa dall'Arengo dal 14 al22 maggio. Per mettere in piedi il programma, costituito da oltre 20appuntamenti e la partecipazione di decine di associazioni, il Comu-ne di Ascoli Piceno ha investito molto e ci sarà un’attiva collaborazio-ne della Regione che, sabato 21, darà vita alla prima conferenza del-la famiglia, con il presidente Gian Mario Spacca e l’assessore regiona-le ai servizi sociali Luca Marconi.Sabato 14, la “Settimana della famiglia”si aprirà con un incontro volu-to dalla Uil Pensionati alla Casa Ferrucci. Domenica 15, il programmaprevede in mattinata a Carpineto la partita di calcio tra famiglienumerose e, nel pomeriggio il premiodi poesia “Cento Torri”. Il 16 al ForteMalatesta nonni e bambini si incontre-ranno parlando di poesia. Nutrite legiornate di 17 e 18: martedì è dedica-to alla premiazione degli alunni dellaMedia “Luciani” in tema di raccolta dif-ferenziata e al workshop sul bullismoalla sala “Scatasta”. Giovedì 19 c’è il“Mamma Day”. Chiusura il 22 maggiocon la cena multietnica, sempre alchiostro di San Francesco, curata daCaritas, Azione Cattolica, Zarepta,Impronta, Minimo Teatro e Amolamia-città.

Ad Ascoli Piceno la prima“Settimana della Famiglia”

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BOLOGNA - La Medicina digenere nasce negli USA neglianni ’90 come evoluzione del-l’impegno sulla salute delle don-ne. Come negli studi sulle donnesi è passati dalla teoria dell’ugua-glianza a quella delle pari oppor-tunità e della differenza comerisorsa, così da una richiesta diimpegno specifico sulla salutedelle donne si è fatto un salto diqualità verso la medicina di gene-re, cioè verso la ricerca delle dif-ferenze biologiche a livello di tut-ti gli organi, delle differenze nelmodo di manifestarsi e di evolve-re delle malattie e di conseguen-za delle differenze negli iter dia-gnostici e nelle terapie tra uomoe donna.“Negli ultimi 20 anni – spiegaDaria Minucci, professore asso-ciato di Ginecologia ed Ostetricia

dell’Università di Padova - quel-lo che era un concetto, si è venu-to concretizzando sempre di piùgrazie sia alle grandi agenzie del-la salute statunitensi, riferimen-to per tutto il mondo (NIH, FDA,CDC), sia l’Organizzazione Mon-diale della Sanità, l’ONU, laComunità Europea, lo stessonostro Ministero della Salute. Ilnumero sempre crescente di stu-diosi e di medici hanno dato vitaa centri specifici, ad insegnamen-ti universitari, a ricerche e pub-blicazioni, a congressi nazionali emondiali, a riviste specifiche eassociazioni scientifiche cercan-do di costruire una grande rete.Il tema investe sia le politiche el’organizzazione sanitaria che lagestione della salute e dellamalattia, dalla prevenzione allaterapia riabilitativa e richiedeche tutti si impegnino a ‘rivedere’la medicina in ottica di genere.Per l’OMS è la strada maestra perportare ulteriori grandi vantaggidi salute per donne e uomini”.

Il dottor Sergio Semeraro e ilgiornalista Stefano Semerarohanno pubblicato un libro “Don-ne e dottori, donne di medicina emedicina per le donne”. Unsegno tangibile che quella dellamedicina di genere è una que-

stione di indubbia importanza.“Lo sapevate che a Bologna, sededella più antica Università delmondo, nel 1912 c’erano due soledonne iscritte all’Ordine deiMedici? E che nel 1990 questedue dottoresse erano diventate1800, numero che in seguito,negli ultimi vent’anni, è più cheraddoppiato? E lo sapevateche oggi alla facoltà di Medi-cina e Chirurgia dello stessoateneo il numero di studen-tesse supera quello degli stu-denti maschi in un rapportoda 3 a 2?”. Queste sono ledomande che si leggono nel-la prefazione dellibro. Il libro ciracconta comeè cambiato,nel corso dellastoria esoprattuttonel corso delXX secolo, ilruolo delled o n n eall’internodell’univer-so dellamedicina e glispazi che si sonoconquistate nella pro-f e s s i o n ecara ad

Ippocrate. Vengono inoltre ana-lizzate le pecularietà del generefemminile di fronte a malattiedell’invecchiamento. Una letturaappassionante che attraversa gli

ambiti dellamedicina, del-la sociobiolo-gia, della filo-sofia e... del-la grafologia.

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CIVITANOVA MARCHE - Una nuovastruttura, la quarta a disposizione per la curadelle leucemie. Così cambia, migliora e cre-sce un ospedale, anche con la solidarietà deicittadini. Questo è il caso dell’Ospedale diCivitanova Marche dove è stata inauguratala quarta camera sterile per la cura delle leu-cemie, una stanza dove un complesso siste-ma di aerazione consente ai pazienti di limi-tare il rischio di infezioni.Un ambiente realizzato grazie all’Ail (Asso-ciazione Italiana contro le Leucemie) che,con molte iniziative sul territorio, ha contri-buito a raccogliere fondi. La nuova camerasterile (a bassa carica microbica) si aggiunge

alle tre già esistenti nel nosocomio civitano-vese. Qui i pazienti vengono tenuti per 4 o 5settimane durante complesse terapie ema-tologiche come il trapianto del midolloosseo o la cura di leucemie acute.Un amplia-mento necessario dell’offerta sanitariaospedaliera, dato che queste patologie col-piscono sempre più persone. “Adesso pos-siamo rispondere a una precisa esigenza –sottolinea Riccardo Centurioni, primario dimedicina interna e responsabile del repartodi onco-ematologia dell’Ospedale – Purtop-po i costi per attrezzature mediche e farma-ci sono sempre più alti, per questo l’aiutodelle associazioni e le donazioni dei singoli

cittadini sono indi-spensabili”. “Vorreianche io porre l’ac-cento sull’impor-tanza di unad o n a z i o n ecome questa –conclude il diret-tore della ZT8Marini – Dei gestidi solidarietà comequesti fanno miglio-rare i servizi sanitarigrazie alla sensibili-tà dei cittadini”.

A Civitanova inaugurata la nuova camera sterile

Uomo e donna vanno curati in modo diverso?

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Federfarma è la Federazio-ne nazionale che rappre-senta le oltre 16.000 far-

macie private convenzionate conil Servizio Sanitario Nazionale.E' nata nel 1969. In questi ultimianni la Federfarma nazionale eregionale Marche si è data mol-to da fare per rimanere al passocoi tempi utilizzando le tecnolo-gie per rimanere ancor di più astrettissimo contatto con il terri-torio e con i cittadini.Abbiamo intervistato il presi-dente Federfarma Marche, ildott. Pasquale D’Avella e i presi-denti delle sezioni provincialiRoberto Bartoli AN, StefanoGolinelli PU, Paolo SacripantiFM e Francesco Panatta MC, sul-le iniziative e sulla situazionedelle farmacie marchigiane... enon solo.Tecnologia e farmacia, unbinomio sempre più stret-to...“L’obiettivo di Federfarma èquello di seguire il cittadino, sta-re sempre più vicino agli utenti,per questo l’uso delle nuove tec-nologie è un obbligo per noi.Abbiamo implementato e stiamolavorando per implementarequeste tecnologie in tutte le cin-que province marchigiane peresempio con l’utilizzo massicciodella banda larga per internetper consentire a tutte le farmacie

di formare una rete non solo fraloro, ma anche con le altre strut-ture e istituzioni del ServizioSanitario. Si sta vedendo uncambiamento e una trasforma-zione delle farmacie in Italia esiamo contenti che le farmaciemarchigiane si confermano unterminale intelligente per il Ser-vizio Sanitario Regionale”.Come si può restare vicini aicittadini? Quali sono i pro-getti di Federfarma?“Gli obiettivi fondamentali perFederfarma sono l’erogazionedei servizi e creare una uniformi-tà su tutto il territorio regionale.Le farmacie nelle Marche sono596 e la maggioranza sono inzone rurali e nei piccoli comunidell’entroterra. La grande sfida è

di rendere tutte le farmacie‘uguali’ per quanto riguardal’erogazione dei servizi, creareuna sorta di piccola concorrenzae rendere queste farmacie piùpiccole e rurali ancor più tecno-logiche e vicine alle persone. Giàle farmacie di San Benedetto delTronto stanno sperimentando ilCUP, un lavoro importante svol-to con serietà e impegno che stadando grandi risultati”.La farmacia potrebbediventare, così, una sorta dipresidio...“Una grande rivoluzione cheabbiamo in mente è proprioquella di trasformare le farmaciein piccoli presidi per rispondereancor di più e in modo miglioreai quesiti dei cittadini. Volevamoricordare che già alcune farma-cie del territorio marchigianostanno erogando servizi ‘da pre-sidio’ come la misurazione dellapressione, la vendita delle sac-che e altri strumenti con unnotevole abbattimento dei costie delle code negli ospedali.Quando tutte le farmaciepotranno offrire questi servizicon un accordo trasparente, siarriverà alla farmacia-presidio.Pensate, inoltre, al servizio diguardia farmaceutica gratuitaper 24 ore. Al farmacista che gliviene richiesta una tachipirina dinotte, quanto vale questo servi-

zio? Nelle Marche ogni notteoltre 100 farmacie sono aperte edi turno per servire al meglio icittadini”.La farmacia è il primo con-tatto che ha il cittadino conil Sistema Sanitario...“Esatto. Per questo noi presi-denti delle sedi provinciali diFederfarma vorremmo ribadirel’importanza di queste strutturee il grande lavoro che i farmaci-sti stanno facendo sul e per il ter-ritorio. Come detto prima la far-macia è un terminale intelligen-te, e con le nuove tecnologie èpossibile registrare dati in tem-po reale, monitorare la spesa far-maceutica, analizzare le tenden-ze sulle malattie più comuni equelle ‘nuove’ che affliggono lapopolazione. Questa funzione diprimo contatto con la popolazio-ne si è sempre avuta, ma con larete che si sta creando, si posso-no fornire dati sia alla Regioneper orientare i fondi stanziati indeterminate aree e addiritturafornire dati al Ministero dellaSalute per orientare degli studisulle nuove patologie da curare”.Come sono i dati della spesafarmaceutica nelle Marche?“Per quanto riguarda la spesafarmaceutica sul territorio rien-triamo nei parametri, anzi siamodi poco sotto i parametri nazio-nali... questo è un bene. La spe-sa ospedaliera invece è fuori con-trollo. Federfarma è favorevoleai farmaci generici, proprio perabbassare la spesa, ma il proble-ma sono i parametri diversi sulterritorio europeo. In alcuni pae-si europei, i farmaci di classe Adiminuiscono di prezzo e vengo-no esportati in alti paesi, crean-do problemi di approvvigiona-mento, di costi, ecc. La differen-za di costo fra il generico e il nongenerico la paga il cittadino,quindi l’utilizzo del non genericonon fa aumentare la spesa pub-blica, ma la spesa per il comunecittadino”.

Tecnologia e professioneal servizio del cittadino

FEDERFARMA | MARCHE

A colloquio con il direttivo della Federfarma Marche

I vertici di Federfarma Marche: Roberto Bartoli AN, Paolo Sacripanti FM,Stefano Golinelli PU e Pasquale D’Avella AP e presidente regionale

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Osservatorio Sociale

Prof. Marieli RuiniUniversità La Sapienza, Roma

Viviamo in questo periodol’anniversario dell’Unitàd’Italia come un grande

rito collettivo che ci accomunanella difficile e pervasiva crisisociale della quale tutti noi sia-mo partecipi e osservatori enon riusciamo ad essere prota-gonisti come vorremmo. Cirifugiamo allora nella memoriae nella speranza. E’ su questidue temi che fermo l’attenzio-ne: generalmente la memoria èdegli anziani, la speranza è deigiovani. Oggi si dice che i gio-vani vivono il loro transito allavita con grande sforzo, che nonhanno progetti, che la delusio-ne di vita li condiziona a sceltesostitutive non sempre sane,non felici. E accanto a questa,

gli anziani, lo abbiamo detto,spesso invertono i loro ruoli erischiano di perdere la loro piùimportante ricchezza, l’espe-rienza che è non solo maestradi vita ma guida umana ed eti-ca in un mondo che necessita diognuno di loro, nuovo Virgilio,per traghettare soprattutto igiovani nel difficile passaggio,transito fra un’età ed un’altra.La vita stessa appare come unsusseguirsi di riti; e i riti di pas-saggio, individuati dall’antro-pologo Van Gennep, segnano imutamenti di status degli indi-vidui. Il periodo definito limi-nare o marginale rappresentala fase intermedia fra il distac-co e l’aggregazione, tradizio-nalmente legato a riti collettivi

iniziatici – incisioni del corpo,privazioni, prove di coraggio –risolve una transitoria fase del-la vita. Oggi i giovani cercano innuovi riti iniziatici, con remini-scenze tribali e auto lesive, nonsempre collettivamente ricono-sciuti, ma individuali o legati agruppi ristretti, una loro iden-tità e una appartenenza sociale,che tarda a pervenire. La fasedefinita marginale appare allo-ra come un lungo tunnel daattraversare nel quale, solo inalcuni casi si intravede la luce.Il lungo passaggio che non libe-ra da situazioni acquisite i gio-vani, rendendoli sempre piùvittime della loro età interme-dia perché il mercato del lavo-ro non li sdogana completa-mente dal ruolo di figli, perlungo tempo, diventa così undifficile percorso costellato dirituali e simboli, di una ricercaidentitaria di se stessi, estre-mamente complessa. Ma lacapacità innata dell’uomo che,millenni orsono, agli albori del-la storia, lo rese capace diaccendere il primo fuoco, oggi,di fronte ad una luce solo intra-vista e appena percepita accen-de la mente e la illumina nellaricerca del proprio divenire.Una recente ricerca da me con-

dotta su appartenenze e simbo-li dei giovani d’oggi mi porta adintravedere un barlume di luceche può aiutare l’uscita dal tun-nel del disagio sociale. Questapercezione deriva da una valu-tazione attenta di alcune rispo-ste ottenute durante la ricercae se Risorgimento nella quasitotalità dei casi si lega nelledefinizioni richieste e ottenutea “nuovo”, “rinascita”, “futuro”,“progetto”, “rinnovamento”,allora troviamo la conferma aquanto sopra esposto. Questaconferma mostra che, pure sefreschi di conoscenza storica, igiovani non rispondono condefinizioni scontate o mnemo-niche. Il modo migliore percelebrare il nostro passato èquello di guardare al futuro.Usiamo una bella frase delnostro Presidente della Repub-blica: “Non lasciamoci paraliz-zare dall’orrore della retorica”e riconosciamo alla storia unvalore maggiore di quello chegeneralmente le si affida. Ilgrande compito che il nostroRisorgimento svolge è quello diessere non solo memoria stori-ca, ma pensiero volto al futuro,speranza per le giovani genera-zioni, progetto collettivo delnostro Paese.

Pubblico e privato insieme per andareincontro ai bisogni e alle esigenze deglianziani. È questo il nuovo progetto di

housing sociale... un’evoluzione di un sistemache può migliorare la qualità dell’esistenzadelle persone più anziane. Un progetto chevede insieme gli enti pubblici come i comuni egli assessorati ai servizi sociali e delle aziendedi costruzione per una nuova formula, perun’evoluzione dell’housing sociale dalla casaalbergo ai mini appartamenti per anziani. Lapresentazione di questo innovativo progetto èstata fatta a Loreto alla presenza del consiglie-re regionale Dino Latini, dell’On. Tabacci e delcostruttore Marco Mengarelli. “L’invecchia-mento non è uno stato di malattia né un disa-

gio sociale - spiega il consigliere regionaleDino Latini - l’anziano ha diritto ad un pienoriconoscimento del suo ruolo all’interno dellasocietà e della sua dignità affinché possa man-tenere alta la propria autostima e migliorarnela qualità della propria vita. Il domicilio è unarisorsa fondamentale per l’anziano, perchèrende possibile che egli continui a vivere auto-nomamente nella propria casa, lo aiuta a vive-re in un ambiente a lui più caro,supportato ovenecessiti di assistenza domiciliare integrata dicarattere sociosanitario”. Solo l’ambito territo-riale XIII ha 699 posti di residenzialità, ma nes-suna casa alloggio, da qui il bisogno, la neces-sità e la lungimiranza di creare una struttura(Villino Verde a Osimo) con funzionalità pro-

pria e servizi scanditi dagli enti pubblici. “Lacentralità della persona e il diritto al benesse-re sono capisaldi di questo progetto – conclu-de l’On. Tabacci – proprio per creare un anzia-no sereno per una società migliore”.

“Questa casa non è un albergo”... l’evoluzione dell’Housing Sociale

Il Risorgimento futuro

la memoria è degli anziani,

la speranza è dei giovani

L’Onorevole Bruno Tabacci, il consigliere regionale Dino Latini e il costruttore MarcoMengarelli alla presentazione del progetto “Questa casa non è un albergo”

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Gli attuali scenari di crisieconomica, che interes-sano in maniera spesso

allarmante i contesti imprendi-toriali tanto di grandi dimensio-ni, quanto di dimensioni medio-piccole, acuiscono in manierasignificativa le difficoltà occu-pazionali dei lavoratori appar-tenenti alle fasce di età piùavanzate. Tale condizione è insostanza riconducibile all’as-senza di forme sistematiche diagevolazione contributive eretributive, di cui l’imprendito-re possa fruire per l’assunzionedi forza lavoro fuoriuscita dalmercato del lavoro stesso, con-trariamente a quanto, ormai datempo, accade per i soggetti incerca di prima occupazione. Tuttavia, proprio in considera-zione di questa difficoltà, ilnostro ordinamento ha previstola possibilità di ricorrere adalcuni schemi contrattuali, cheincrementino le opportunitàoccupazionali anche delle risor-se appartenenti a tali fasce dietà, unitamente ai benefici di

tipo economico e contributivoad essi correlati: il contratto diinserimento, il lavoro “accesso-rio”(c.d. “voucher”), il contrattodi lavoro intermittente (c.d. “jobon call”.)

Il contratto di inserimentoQuesto contratto costituisce unrapporto di lavoro subordinatoed è disciplinato dagli art. 54 ess. del D.Lgs. n. 276/2003. La

finalità di tale schema contrat-tuale è quella di agevolare l’in-serimento nel mercato del lavo-ro di determinate categorie dilavoratori, mediante il progettoindividuale di adattamento del-le competenze professionalidegli stessi. Il legislatore indivi-dua le categorie di soggetti cui èpossibile applicare tale tipologiecontrattuale e, tra queste, ècompresa la categoria dei lavo-

ratori con più di 50 anni di età,privi di un posto di lavoro.Il contratto di inserimento puòessere stipulato per qualsiasiattività lavorativa, ad esclusionedelle attività rese nell’ambitodella Pubblica Amministrazio-ne. Tuttavia, perché un datoredi lavoro possa ricorrervi, ènecessario che, nei 18 mesi pre-cedenti, abbia mantenuto inservizio il 60% del lavoratoriassunti con la stessa tipologiacontrattuale.Il progetto individuale di inseri-mento, definito con il consensodel lavoratore, è la condizioneessenziale di stipula del contrat-to stesso. Esso è finalizzatoall’adeguamento professionaledel lavoratore al contesto pro-fessionale in cui è prossimo adinserirsi. Il progetto di inseri-mento, ai sensi dell’AccordoInterconfederale del febbraio2004, deve contenere: la quali-ficazione al cui conseguimento èpreordinato il progetto, la dura-ta e le modalità della formazio-ne. Il datore di lavoro che assu-ma con contratto di inserimen-to può godere di incentivi di tiponormativo e di tipo economico.

Lavoro “over 45”: quali sono le opportunità

del nostro ordinamento?

LAVORO | OPPORTUNITA’

58 | senzaetà

Un’attenzione particolare meritano le ini-ziative che, a livello territoriale, affiancanogli strumenti normativi con interventi vol-

ti ad incentivare l’occupazione anche dei lavora-tori appartenenti a determinate fasce di età.In primo luogo, tramite il progetto “Welfare toWork”, il cui programma verrà gestito dalle Pro-vince, la Regione Marche ha previsto l’erogazio-ne a favore dei lavoratori partecipanti al proget-to, di un sostegno al reddito (1.500 Euro per tremesi di tirocinio formativo) e di un bonus all’as-sunzione per le imprese che assumano lavorato-ri c.d. “svantaggiati”, iscritti presso i Centri per l’impiego della Regione Marche.Tra questi rientra-no: le donne che non lavorano da più di due anniche desiderano intraprendere o riprendere

un’attività lavorativa, i giovani disoccupati oinoccupati con più di 25 anni (29 se laureati), gliultracinquantenni in stato di disoccupazione.Perogni Provincia è in corso di emanazione un appo-sito Avviso pubblico per attivarne le procedure.Altra importante iniziativa promossa dalla Regio-ne è la possibilità di accesso ai finanziamenti perla creazione di nuove imprese, mediante il “pre-stito d’onore regionale”.Fino al 31/12/2011 donne e uomini di età com-presa tra i 18 ed i 60 anni, appartenenti alle cate-gorie specificata sul bando, possono presentaredomanda di finanziamento agevolato da parte diBanca Marche, per l’avvio di nuove imprese,potendo altresì usufruire di servizi gratuiti di assi-stenza tecnica.

Le opportunità a livello territoriale

In questo periododi crisi c’è bisognodi agevolazioni per permettere agli imprenditori di assumere forzalavoro uscita dalmercato, anchedipendentiin età avanzata

DI STEFANO CAROTTI

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Il lavoratore assunto con con-tratto di inserimento, infatti,può essere inquadrato a duelivelli inferiori rispetto ad unlavoratore qualificato. Il datore di lavoro, inoltre, puògodere degli incentivi previstiper quello che una volta era ilcontratto di formazione e lavo-ro, vale a dire degli sgravi con-tributivi, in funzione del settoredi appartenenza e dell’ubicazio-ne territoriale del datore dilavoro stesso.

Il lavoro occasionale ditipo accessorioIl lavoro occasionale di tipoaccessorio (artt. 70 e ss. del D.Lgs. n. 276/2003), è riconduci-bile a rapporti di natura occa-sionale, svolti anche a favore dipiù soggetti.Caratteristica di tale “contratto”è il non superamento, per cia-scuna prestazione resa in favoredi un singolo committente, di5.000 Euro annui di compensonetto (3.000 Euro nel caso incui il prestatore percepisca for-me di sostegno al reddito, qualicassa integrazione ordinaria estraordinaria, mobilità, disoc-cupazione, ecc…).Le prestazioni occasionali ditipo accessorio si possono ren-dere nell’ambito di : a) lavoridomestici; b) di lavori di giardi-naggio, pulizia e manutenzionedi edifici, strade, parchi emonumenti, anche nel caso incui il committente sia un entelocale; c) dell'insegnamento pri-vato supplementare; d) di mani-festazioni sportive, culturali,fieristiche o caritatevoli e dilavori di emergenza o di solida-rietà anche in caso di commit-

tente pubblico; e) di qualsiasisettore produttivo, compresi glienti locali, le scuole e le univer-sità, il sabato e la domenica edurante i periodi di vacanza, daparte di giovani con meno di 25anni di età, regolarmente iscrit-ti a un ciclo di studi presso unistituto scolastico di qualsiasiordine e grado, compatibilmen-te con gli impegni scolastici,ovvero in qualunque periododell'anno se regolarmenteiscritti a un ciclo di studi pressol'università; f) di attività agrico-le di carattere stagionale, effet-tuate da pensionati, da casalin-ghe e da giovani studenti conmeno di 25 anni di età ovverodelle attività agricole svolte afavore dei soggetti di cui all'art.34, c. 6, D.P.R. n. 633/1972; g)della impresa familiare di cuiall'articolo 230-bis, cod. civ.; h)della consegna porta a porta edella vendita ambulante distampa quotidiana e periodica;h-bis) di qualsiasi settore pro-duttivo, compresi gli enti locali,da parte di pensionati; h-ter) diattività di lavoro svolte neimaneggi e nelle scuderie.Il pagamento della prestazioneavviene mediante i c.d. “vou-cher”, comprensivi della sommaa titolo di retribuzione e dicopertura previdenziale pressol’INPS ed assicurativa pressol’INAIL.Il buono lavoro è acquistato daldatore di lavoro presso le riven-dite autorizzate; il suo valorenominale attuale è pari ad Euro10.00. Per riscuoterlo, il lavora-tore deve recarsi presso il con-cessionario autorizzato, il qualeprovvede al versamento deicontributi alla Gestione Separa-ta INPS (per un valore pari al13%) ed all’INAIL (per un valo-re pari al 7%), registra i datianagrafici e fiscali del lavorato-re e trattiene una quota pari al5% per la gestione del servizio.Il compenso è esente da imposi-zione fiscale e non incide sullostato di disoccupzione o inoccu-pazione del lavoratore.

Il contratto di lavoro inter-mittente (o “a chiamata”)Il contratto di lavoro intermit-tente (artt. 33 e ss. Del D. Lgs. n.276/2003) definito “Job oncall”, costituisce una forma di

lavoro subordinato, secondo cuiun lavoratore si pone a disposi-zione di un datore di lavoro chepuò utilizzarne la prestazione,nei limiti previsti dalla contrat-tazione collettiva o dalla legge.Il contratto di lavoro a chiama-ta può essere: 1) con obbligo didisponibilità; 2) senza obbligodi disponibilità. Nel primo caso,il lavoratore si obbliga a restarea disposizione del datore dilavoro, a tempo indeterminato oa termine, per effettuare presta-zioni di lavoro in base allanecessità del datore di lavorostesso. Nel secondo caso, inve-ce, il lavoratore non si obbliga a“rispondere alla chiamata”: a luinon è pertanto dovuta l’inden-nità di disponibilità, bensì lasola retribuzione per il lavoroeventualmente prestato. Tra le fattispecie previste dallalegge per il ricorso al contratto achiamata, rientrano le presta-zioni rese da soggetti con più di45 anni di età, anche pensiona-ti, indipendentemente dal tipodi attività svolta (art. 34, c. 2 D.Lgs. n. 276/2003). Oltre a taliipotesi, il contratto di lavorointermittente può essere con-cluso per lo svolgimento di pre-stazioni: 1) di carattere discon-

tinuo o intermittente secondo leesigenze individuate dai con-tratti collettivi stipulati da asso-ciazioni dei datori e prestatori dilavoro comparativamente piùrappresentative sul pianonazionale o territoriale; 2) reseda soggetti con meno di 25 annidi età indipendentemente daltipo di attività svolta; 3) da ren-dersi il fine settimana (ovverodopo le ore 13 del venerdì, finoalle ore 6 del lunedì mattina),nonché nei periodi delle ferieestive (dal 1º giugno al 30 set-tembre) o delle vacanze natali-zie e pasquali.Con D.M. 23 ottobre 2004 ilMinistero del Lavoro ha indica-to le ipotesi oggettive per le qua-li, in via provvisoriamente sosti-tutiva delle previsioni dei con-tratti collettivi nazionali dellavoro, è possibile stipulare con-tratti di lavoro intermittente.Il trattamento economico, nor-mativo e previdenziale del lavo-ratore intermittente è ripropor-zionato in base alla entità dellavoro effettivamente prestato.Da un punto di vista fiscale, laretribuzione corrisposta al lavo-ratore e l’ indennità di disponi-bilità erogata, costituisconoreddito imponibile.

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LAVORO | OPPORTUNITA’

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L’ex legge 104 è statamodificata dalla legge183 del 4 novembre del

2010 che ha il titolo “modifichealla disciplina di permessi aportatori di handicap in situa-zione di gravità”. Continuandonelle novità che ha investito l’exlegge 104, in questo numerotratterò l’argomento del “refe-rente unico”. Infatti ai genitori,anche adottivi, di figli con disa-bilità grave, viene riconosciutala possibilità di fruire dei per-messi in argomento alternativa-mente, sempre nel limite dei 3giorni per soggetto disabile. Intali casi, pur essendo necessarioun intervento permanente, con-tinuativo e globale nella sferaindividuale e di relazione delsoggetto con disabilità grave,tali oneri possono essere soste-nuti alternativamente dall’unoo dall’altro genitore. Tenutosempre conto del diverso ruoloche essi esercitano sul bambino,rispetto agli altri familiari.

Genitori che assistono figli in situazione di disabilità graveLa nuova legge ha dato rilievoalla particolarità del rapportogenitoriale dettando specifichenorme per i genitori che assisto-no un figlio in situazione di

disabilità grave. In base allanuova disciplina, in particolare,i tre giorni di permesso possonoessere fruiti anche dai genitoridi un minore di 3anni in situazionedi disabilitàg r a v e .Questasitua-z i o -

ne consegue alla lettura delcambiamento disposto dairiformulati art. 33, comma 3della legge 104/1992 e art. 42,

comma 2 delD e c r e t o

Legislati-v o

151/2001 (ora articolo 24 dellalegge 182/2010). Come si è det-to prima, infatti, è stato elimi-nato dal testo la dicitura “suc-cessivamente al compimentodel terzo anno di età del disabi-le”.Va sottolineato che i genitori diun bambino di età inferiore a 3anni sono comunque compresinella categoria dei parenti legit-timi. Possono usufruire anchedei 3 giorni di permesso mensi-li quale alternativa alle altreprerogative previste dal D.Lgs151/2001. Pertanto, fermorestando che i 3 giorni di per-messo sono previsti dalla leggenel limite di 3 per soggetto disa-bile, tali giornate dovrannoessere fruite esclusivamente daun solo lavoratore, non potendoessere goduta da più beneficia-ri.

Permessi per disabilità,come cambia la ex 104

RUBRICA | DALLA PARTE DEL CITTADINO

Potete fare domande riguardanti le pensioniall’esperto Lino Rignaneseinviando unaemail a [email protected] esclusivamentedi informazione

DI LINO RIGNANESE

Art. 24. Modifiche alla disciplina in materia di per-messi per l'assistenza a portatori di handicap insituazione di gravità

1. All'articolo 33 della legge 5 febbraio 1992, n.104, e successive modificazioni, sono apportatele seguenti modificazioni:a) il comma 3 è sostituito dal seguente:«3. A condizione che la persona handicappata nonsia ricoverata a tempo pieno, il lavoratore dipenden-te, pubblico o privato, che assiste persona con han-dicap in situazione di gravità, coniuge, parente o affi-ne entro il secondo grado, ovvero entro il terzo gra-do qualora i genitori o il coniuge della persona conhandicap in situazione di gravità abbiano compiutoi sessantacinque anni di età oppure siano anche essiaffetti da patologie invalidanti o siano deceduti omancanti, ha diritto a fruire di tre giorni di permessomensile retribuito coperto da contribuzione figura-tiva, anche in maniera continuativa. Il predetto dirit-to non può essere riconosciuto a più di un lavorato-re dipendente per l'assistenza alla stessa personacon handicap in situazione di gravità. Per l'assisten-za allo stesso figlio con handicap in situazione di gra-vità, il diritto è riconosciuto ad entrambi i genitori,anche adottivi, che possono fruirne alternativamen-te»;b) al comma 5, le parole da: «Il genitore» fino a: «han-dicappato» sono sostituite dalle seguenti: «Il lavora-

tore di cui al comma 3» e le parole: «al proprio domi-cilio» sono sostituite dalle seguenti:«al domicilio del-la persona da assistere»;c) è aggiunto, in fine, il seguente comma:«7-bis.Ferma restando la verifica dei presupposti perl'accertamento della responsabilità disciplinare, illavoratore di cui al comma 3 decade dai diritti di cuial presente articolo, qualora il datore di lavoro ol'INPS accerti l'insussistenza o il venir meno dellecondizioni richieste per la legittima fruizione deimedesimi diritti. Dall'attuazione delle disposizioni dicui al presente comma non devono derivare nuovi omaggiori oneri a carico della finanza pubblica».

2. All'articolo 42 del testo unico delle disposizio-ni legislative in materia di tutela e sostegno del-la maternità e della paternità, di cui al decretolegislativo 26 marzo 2001, n. 151, sono apporta-te le seguenti modificazioni:a) il comma 2 è sostituito dal seguente:«2. Successivamente al compimento del terzo annodi età del bambino con handicap in situazione di gra-vità, il diritto a fruire dei permessi di cui all'articolo33, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, esuccessive modificazioni, è riconosciuto ad entram-bi i genitori, anche adottivi, che possono fruirnealternativamente, anche in maniera continuativanell'ambito del mese»;b) il comma 3 è abrogato.

I permessi per l’assistenza: art. 24

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In questo numero ci occupere-mo anche dei lavoratori preca-ri. Un campo molto vasto e

antico, ma sempre attuale. Già nel1982 si parlava di precariato ediverse sono state le interpreta-zioni date alle varie leggi fino adarrivare ai giorni nostri. Vedremo,strada facendo, quali sono i con-tratti più diffusi, gli obblighi e idiritti previsti. Va anche detto chediversi sono i contratti e possonoavere profili professionali semprepiù diffusi. Va inoltre sottolineatoche anche l’ultima finanziaria si èoccupata della categoria senza unlavoro fisso introducendo nuoveregole. I contratti più diffusi sono:

• Contratto a progetto oco.co.pro. e co.co.co.I contratti co.co.pro e co.co.coprevedono un rapporto di lavoroche dura nel tempo in cui vi è unostretto coordinamento tra il dato-re di lavoro e il collaboratore. Ladifferenza fra i due tipi di contrat-to dipende dall’inquadramentodel lavoratore. Chi è iscritto a unalbo professionale o ha raggiuntola pensione di vecchiaia firma uncontratto co.co.co., per gli altri c’èun contratto a progetto. Prevedono che la collaborazioneduri più di 30 giorni e il compen-so sia superiore a 5.000 euroall’anno. Da sottolineare che perlegge (D.L. 276/2003) ci deveessere un contratto che ne indichila tipologia, la durata della colla-borazione e le modalità in cui ildatore di lavoro coordinerà l’atti-vità.

• Collaborazione occasiona-leSi tratta di una prestazione svoltasenza coordinamento né continui-tà. Infatti dura meno di 30 giornie ha una retribuzione inferiore a5.000 euro all’anno. Non è neces-sario un contratto scritto e il dato-re di lavoro non deve versare icontributi Inps. Da ricordare chese il lavoratore svolge più collabo-razioni di questo tipo e, in un

anno, il suo reddito complessivosupera i 5.000 euro, si devonoversare i contributi Inps.

• Collaborazione con parti-ta IVAE’ la formula di chi svolge un ruo-lo abituale di attività di collabora-zione da libero professinista. Illavoratore è tenuto ad aprire lapartita iva necessaria per emette-re la fattura a ogni compenso per-cepito. Inoltre deve versare i con-tributi Inps e gestire il regime del-le spese e delle dichiarazioni fisca-li. Non è la soluzione adatta perchi ha solo uno o due committen-ti.

• Associazione in partecipa-zioneQuesto rapporto di lavoro prevedeun associante e un associato checollaborano insieme ad un proget-to e dividono, salvo accordi diffe-renti, guadagni e perdite. L’asso-ciante è colui che gestisce l’orga-nizzazione dell’attività, mentrel’associato collabora alla realizza-zione dell’incarico di lavoro.Anche in questo tipo di contratto icontributi Inps vanno versati.

Qesti non sono che alcuni dei tan-ti contratti con cui ci si può imbat-tere nel mondo del precariato! Nelprossimo numero affrontremoaltre tipologie di contratti atipici.

Lavoratori precari: regole enovità, anche nella scuola

Su proposta dell’assessore alla Salute AlmerinoMezzolani la Giunta regionale Marche ha deli-berato l’istituzione del Centro regionale

amianto, presso il Dipartimento provinciale dell’Ar-pam di Pesaro.Con l’adozione del Piano di protezio-ne dell’ambiente, di decontaminazione, di smalti-mento e di bonifica della difesa dai pericoli derivan-ti dall’amianto, la Regione Marche, grazie al Grupporegionale amianto, approvò i piani operativi. “Latutela della salute dei cittadini e la salvaguardia del-l’ambiente - ha sottolineato Mezzolani - rappresen-tano un impegno fondamentale della Regione Mar-che, un impegno al quale dedichiamo da sempre

attenzione adeguata. La nascita di questo Centro siinserisce all’interno dei programmi del serviziosanitario regionale che con l’ausilio di sofisticateattrezzature elettroniche è in grado di offrire, attra-verso l’elaborazione di dati, un censimento degliedifici con presenza di amianto la cui pericolositàper la salute è accertata da tempo”. Il Centro possie-de la strumentazione necessaria per lo svolgimen-to dell’attività di controllo ed ha acquisto un micro-scopio elettronico a scansione che effettua misurefisiche con microanalisi e un diffrattometro a Rx. Ladiffrattometria a raggi X è uno strumento molto uti-le per determinare la composizione dell’amianto.

Istituito a Pesaro il Centro regionale amianto

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Da qualche anno la questione dei precari nella scuola e nelmondo dell’istruzione è sulla bocca di tutti. Manifestazioni,scioperi, proteste contro i Governi e i Ministri dell’Istruzione,

di qualsiasi colore. Ma la questione è complicata. “La scuola è unastruttura particolare – ci spiega Annamaria Nardiello, dirigente del-l’Ufficio scolastico ad Ancona – La normativa del lavoro è diversa e idipendenti della scuola sono soggetti a una legislazione leggermen-te differente.Il nodo principale consiste nelle graduatorie e nelle sup-plenze, liste che vengono aggiornate ogni due anni. Nel mondo sco-lastico ci sono le graduatorie permanenti per assicurare una conti-nuità di insegnamento; in modo da non lasciare mai i ragazzi e bam-bini senza il maestro o il professore neanche per un giorno. Questasituazione fa si che quello della scuola è un settore atipico e neces-sità di queste liste e graduatorie che ‘rendono’ gli insegnanti precari,o almeno senza un posto fisso per anni. Molti insegnanti di ruolo,quindi con una cattedra fissa, svolgono altri incarichi come dottora-ti, incarichi pubblici o malattie, per questo alcuni dei ‘precari’ nellegraduatorie si trovano a svolgere un lavoro di insegnamento per anninello stesso istituto e perfino nella stessa classe. È questo l’esempiodi un precariato che si prolunga nel tempo.Lo stesso sistema vale peril personale non docente (personale ATA)”.Le normative, naturalmen-te,sono dettate dal governo centrale che regola il fabbisogno di inse-gnanti e non per l’anno scolastico, le direzioni regionali creano que-ste graduatorie insieme alle direzioni provinciali sia per le supplen-ze che per le nomine di ruolo. Nello stesso momento in cui non ven-gono richiamati dalle graduatorie, il personale della scuola, percepi-sce un’indennità particolare sotto forma di assegno di disoccupazio-ne o un sostegno dalla Regione. Un settore complicato che, speria-mo, veda una soluzione e una semplificazione a breve, soprattuttoper il personale della scuola che ha bisogno di chiarezza per il pro-prio futuro. Certo, il mondo della scuola ha bisogno di queste liste egraduatorie,ma forse ci chiediamo se questo sistema,fin troppo abu-sato, non abbia creato delle aspettative false e non abbia creato uncircolo vizioso per cui i giovani e meritevoli si trovano sempre unaporta chiusa davanti.

RUBRICA | DALLA PARTE DEL CITTADINO

“La scuola e i suoi lavoratori”Parla Annamaria Nardiello, dirigente Ufficio scolastico

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“Vogliamo essere la Bancadelle risposte e recitare unruolo importante per

agganciare la ripresa economi-ca, cui tutte le componentiinteressate - enti, associazionidi categoria, aziende, mana-ger, commercialisti e consu-lenti d’impresa - debbono par-tecipare, non pensando chequesto compito possa esseredelegato ad altri”. Questa ladichiarazione d’intenti diLuciano Goffi, Direttore Gene-rale della UBI >< Banca Popo-lare di Ancona.E che l’istituto bancario mar-chigiano sia pronto anche aconcretizzarli lo dimostrano lerecenti iniziative intraprese infavore dell’economia: 100milioni di euro di finanzia-menti agevolati sono residisponibili per progetti dellePMI marchigiane, fino aldicembre 2011. Si tratta deiFondi B.E.I. che la BancaPopolare di Ancona gestisce,essendosi aggiudicata la garaistituita dalla Regione Marche.Un’ulteriore iniziativa è stataattuata in situazione d’emer-genza territoriale e riguarda gliinterventi in favore delle popo-lazioni e delle attività colpitedall’alluvione del marzo scor-so. La Banca Popolare di Anco-na è stata la prima ad attivarsia sostegno delle attività econo-miche che hanno subìto danni.

Nel frattempo, la Banca haaperto una nuova filiale aFilottrano (An), rafforzando lasua presenza sul territorio emettendosi al servizio delle3.000 famiglie di questacomunità, proprio nell’anno incui festeggia i 120 anni di vita.La Banca Popolare di Anconanasce infatti nel 1891 comeBanca Cooperativa di Jesi,società anonima a capitale illi-mitato. L’attività di espansio-ne si avvia negli anni Quaran-ta, inizialmente nelle zonelimitrofe e, in seguito, oltre iconfini regionali. Nel 1995 sitrasforma in Società per Azio-ni ed entra a far parte delGruppo Banca Popolare diBergamo, riuscendo a disporredelle risorse necessarie perperseguire la sua politica disviluppo nel Centro – Sud:acquisisce partecipazioni dicontrollo nella Banca Popolaredi Napoli, nella Banca Popola-re di Todi e nella Cassa diRisparmio di Fano (ceduta nel2005).Negli anni UBI >< BancaPopolare di Ancona consolidaimportanti quote di mercatonelle Regioni di proprio inse-diamento, con una presenza diassoluto rilievo dalle Marche,fino in Campania. Ad oggi, larete territoriale, con un orga-nico di 1.795 dipendenti, ècomposta da 243 sportelli, così

distribuiti: 99 nelle Marche; 13in Emilia Romagna; 23 nelLazio; 65 in Campania; 15 inAbruzzo; 22 in Umbria e 6 nelMolise.“Ma dopo tanta strada percor-sa, tanti uomini che ne hannoattraversato la storia – com-menta il Direttore Generale,Luciano Goffi - la Popolare diAncona è ancora qui, pronta afare squadra con chi – tra leFamiglie, le Istituzioni, leAssociazioni, i Confidi, i Pro-fessionisti – lavora in questitempi complessi, con impegnoe responsabilità, per sconfig-gere i virus della recessione,per portare le nostre impreseverso i mercati lontani esoprattutto per aprire nuovesperanze ai nostri giovani”.“Conoscere intimamente unTerritorio – prosegue Goffi -dà consapevolezza dei suoilimiti, delle debolezze da cor-reggere; ma anche dei valori daesaltare, delle eccellenze da

promuovere. E la Banca c’èsempre, al fianco di chi vuoleancora competere nella mani-fattura sfidando con la qualitài mercati che crescono; di chifa rete per arrivare più lonta-no. Al fianco di chi comprendequanto belle sono le nostre col-line, il nostro mare, le nostremontagne; quanto ricche d’ar-te e di cultura sono le nostrecittà; quanto eccellenti le pro-duzioni della nostra terra edelle nostre fabbriche; e comequeste “Marche d’eccellenza”possono diventare un’offertaaccattivante per il turista, peril visitatore, affinché abbiavoglia di fermarsi, di gustare,di condividere, di scoprire. Chilavora avendo in mente questoobiettivo sa che noi della Ban-ca Popolare di Ancona sappia-mo dargli la nostra fiducia e,quando serve, il nostro consi-glio per programmare, le risor-se per investire, il sostegno perpromuovere, la nostra facciaper essere insieme”.

Rafforzata da 120 anni di presenza sul territoriola Banca Popolare di Anconasostiene la ripresa

RIPRESA ECONOMICA | BANCA POPOLARE DI ANCONA

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Intervento del DG,Luciano Goffi, sulle iniziative

varate in favore di imprese e

famiglie“Vogliamo essere

la banca dellerisposte

e rilanciare laripresa

economica”

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SCAFFALE | LIBRI

Le malattie del fegato,come la steatosi, l'epatitecronica e la cirrosi, sono

purtroppo molto diffuse ecomunque il nostro attuale stiledi vita è potenzialmente all'ori-gine di diversi altri problemi. Èquindi importante che ciascunoimpari a conoscere e a protegge-re un organo tanto essenziale. Afar questo ci aiuta Salvatore Ric-ca Rosellini, che ne descrive inmaniera semplice ma completala struttura e le più importantifunzioni, insegnandoci a preve-nirne e a curarne le principalipatologie (spesso dovute allavita sedentaria, all'alcol, allesostanze tossiche e ai virus del-l'epatite). Un ruolo chiave èsvolto dall'alimentazione: cisono cibi da evitare e altri inve-ce da valorizzare; inoltre alcunialimenti, vitamine, minerali,erbe o bevande sono fondamen-tali per il benessere del fegato equindi dell'intero organismo.

Fegato sano.Il segreto per una

vita in ottima salute

Autore: Salvatore RosselliEditore: L’Età dell’AcquarioData di Pubblicazione: 2010Pagine: 145Prezzo: 16.00 euro

Un manuale in grado difugare ogni dubbio sucibo, salute ed ecologia e

che poggia su due pilastri: con-sapevolezza alimentare ed evo-luzione delle coscienze. Con unostile scientifico-educativo ed unlinguaggio semplice, MicheleRiefoli indica una percorso diconsapevolezza alimentarecapace di migliorare il nostrostato di salute e di benessere e,al contempo, di diminuire lanostra impronta ecologica."Mangiar sano e naturale" è unaguida di educazione alimentarericca di utilissime informazioni,per arrivare ad ascoltare il cor-po e migliorare le prestazionifisiche e mentali in modo natu-rale scegliendo un'alimentazio-ne consapevole. Il programmadefinito Veganic (Alimentazio-ne Naturale Integrale Consape-vole a base vegetale), si basa sul-la felice unione di dieta mediter-ranea e vegetariana e si concen-tra in particolar modo su cerea-li, legumi e germogli. In chiusu-ra del libro, un intero capitolodedicato a più di 40 ricette periniziare ad avere energia ebenessere e per conquistare emantenere il peso forma.

Il disagio psichico è fonte diforte sofferenza e colpisceun numero crescente di per-

sone, con sintomi che nonnecessariamente riguardano lasola sfera mentale. Non si trattaperò né di una tegola che ci ècaduta in testa, né di un "maleoscuro", ma piuttosto di unosquilibrio che può essere invali-dante o addirittura minacciosoper l'integrità della persona, cherichiede quindi una terapiacomplessa e indica la necessitàdi un cambiamento. Il libro sisofferma sull'analisi e sulladescrizione delle ricerche chedimostrano l'efficacia delle tera-pie integrate, della psicoterapiae delle tecniche di meditazionenella cura del disagio mentale.Questa seconda edizione pre-senta gli aggiornamenti dovutiagli studi e alle ricerche che inquesto lasso di tempo si sonomoltiplicati, ma ha anche unanovità: gli esercizi di meditazio-ne proposti nella seconda partedel libro.

Il manuale è diviso in quattroparti. La prima, "I fonda-menti scientifici della cono-

scenza di se stessi", si concentrasulla definizione del carattere edella personalità, secondo unapproccio teorico di base. Nellaseconda parte, "La personalità",vengono elencati più analitica-mente i diversi tipi di personali-tà e i rapporti che il soggettoinstaura con gli elementi fonda-mentali del suo ambiente; nellaterza parte, "Come migliorare sestessi e la relazione con gli altri",vengono trattati gli elementirelazionali umani nell'ambitodella vita di coppia e della vitasociale. Infine, nell'ultima par-te, "Oltre le terapie dell'emozio-ne", si affronta un argomentopiuttosto nuovo e delicato rela-tivo alla psicologia transperso-nale e alla parapsicologia, ovve-ro tentativi di incontro trascienza e spiritualità.

Mangiare sano enaturale con alimenti

vegetali integrali

Mente inquieta.Ansia e depressione

Lo psicologo nel cassetto.

Conoscere te stessoe gli altri

Autore: Michele RiefoliEditore: Macro Edizioni GoldData di Pubblicazione: 2011Pagine: 559Prezzo: 24.00 euro

Autori: Bottaccioli e CarosellaEditore: Tecniche NuoveData di Pubblicazione: 2011Pagine: 142Prezzo: 8.90 euro

Autori: Musso e GadoniEditore: Giunti DemetraData di Pubblicazione: 2011Pagine: 640Prezzo: 19.90 euro

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