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Sentire Settimo – Rileggere il passato per costruire il futuro Prefazione Rivolgiamo con questo documento un invito ai cittadini settimesi e alle formazioni politiche del centrosinistra per discutere delle questioni locali in modo franco, sincero e aperto. Crediamo infatti che il dibattito e il confronto fra opinioni diverse siano il sale della democrazia e l’aspetto saliente dei processi decisionali partecipati e condivisi. Abbiamo ritenuto necessario lavorare a un cantiere del protagonismo civico, in cui cittadini appassionati siano testimoni di riflessioni e di azioni finalizzate alla promozione del bene comune. I sottoscrittori di questo appello sono inoltre convinti che la partecipazione e la cittadinanza attiva siano valori su cui investire attraverso la sperimentazione concreta. Il documento che vi apprestate a leggere è stato redatto da un gruppo di persone che da un anno si trova per riflettere, studiare e ragionare insieme circa la storia della nostra Città e il suo futuro. Il nome di questo gruppo di lavoro, Tavolo di studio su Settimo T.se, svela il significato e le motivazioni che ci hanno spinto a costruire questa esperienza. In primo luogo abbiamo sentito il bisogno di soddisfare alcune esigenze comuni: conoscere la storia della Città che abitiamo, studiare e approfondire le questioni politico- amministrative, comprendere le decisioni assunte e le loro relative implicazioni. Riteniamo infatti che la formazione e la condivisione delle informazioni siano il presupposto fondamentale per poter fare delle considerazioni ragionevoli, consapevoli e orientate al bene comune. Formarsi e informarsi significa acquisire degli elementi per poter esprimere in piena libertà la cittadinanza attiva, senza che essa sfoci in arbitrarietà di giudizio o pensiero demagogico. In seconda battuta esprimiamo il desiderio di costruire in modo condiviso il futuro della nostra città, attraverso l'espressione di una qualità fondamentale della democrazia: la cittadinanza attiva. Essere cittadini attivi significa non subire passivamente le decisioni assunte da poche persone, ma essere corresponsabili di ciò che capita attorno. I cittadini attivi s’interrogano sulle vicende socio-politiche del territorio che abitano, dibattono in modo critico- costruttivo sull'attualità ed esprimono delle proposte e delle idee circa il futuro della loro città. Questo è lo spirito che ci anima e ci spinge a condividere con i nostri concittadini settimesi le riflessioni maturate. Sentiamo la necessità di aprire un dialogo che superi i tradizionali canali di ingresso nella politica, troppo spesso relegati esclusivamente ai partiti. Molti di noi sono iscritti ad alcuni partiti politici, altri non appartengono a precisi schieramenti: questo ci ha permesso di confrontarci sulla cosa pubblica settimese a partire da differenti punti di vista incentivando una più ampia partecipazione. Nell'attuale contesto di disillusione e di sfiducia verso la politica, è necessario inventarsi strumenti di lavoro efficaci che aiutino i cittadini a riappropriarsi responsabilmente della polis. In altri termini crediamo che il dialogo e la cooperazione, al contrario del conflitto e della competizione, siano gli ingredienti per costruire una comunità coesa e solidale. Ci pare corretto evidenziare il nostro riferimento politico-culturale per rendere ragione di chi siamo: noi sottoscrittori del documento ci riconosciamo nei valori del centrosinistra. Le persone che hanno partecipato a questo percorso sono per lo più giovani: questo

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Sentire Settimo – Rileggere il passato per costruire il futuro Prefazione

Rivolgiamo con questo documento un invito ai cittadini settimesi e alle formazioni politiche del centrosinistra per discutere delle questioni locali in modo franco, sincero e aperto. Crediamo infatti   che il dibattito e il confronto fra opinioni diverse siano il sale della democrazia e l’aspetto saliente dei processi decisionali partecipati e condivisi. Abbiamo ritenuto necessario lavorare a un cantiere del protagonismo civico, in cui cittadini appassionati siano testimoni di riflessioni e di azioni finalizzate alla promozione del bene comune. I sottoscrittori di questo appello sono inoltre convinti che la partecipazione e la cittadinanza attiva siano valori su cui investire attraverso la sperimentazione concreta. Il documento che vi apprestate a leggere è stato redatto da un gruppo di persone che da un anno si trova per riflettere, studiare e ragionare insieme circa la storia della nostra Città e il suo futuro. Il nome di questo gruppo di lavoro, Tavolo di studio su Settimo T.se, svela il significato e le motivazioni che ci hanno spinto a costruire questa esperienza. In primo luogo abbiamo sentito il bisogno di soddisfare alcune esigenze comuni: conoscere la storia della Città che abitiamo, studiare e approfondire le questioni politico-amministrative, comprendere le decisioni assunte e le loro relative implicazioni. Riteniamo

infatti che la formazione e la condivisione delle informazioni siano il presupposto fondamentale per poter fare delle considerazioni ragionevoli, consapevoli e orientate al bene comune. Formarsi e informarsi significa acquisire degli elementi per poter esprimere in piena libertà la cittadinanza attiva, senza che essa sfoci in arbitrarietà di giudizio o pensiero demagogico. In seconda battuta esprimiamo il desiderio di costruire in modo condiviso il futuro della nostra città, attraverso l'espressione di una qualità fondamentale della democrazia: la cittadinanza attiva. Essere cittadini attivi significa non subire passivamente le decisioni assunte da poche persone, ma essere corresponsabili di ciò che capita attorno. I cittadini attivi s’interrogano sulle vicende socio-politiche del territorio che abitano, dibattono in modo critico-costruttivo sull'attualità ed esprimono delle proposte e delle idee circa il futuro della loro città. Questo è lo spirito che ci anima e ci spinge a condividere con i nostri concittadini settimesi le riflessioni maturate. Sentiamo la necessità di aprire un dialogo che superi i tradizionali canali di ingresso nella politica, troppo spesso relegati esclusivamente ai partiti. Molti di noi sono iscritti ad alcuni partiti politici, altri non appartengono a precisi schieramenti: questo ci ha permesso di confrontarci sulla cosa pubblica settimese a partire da differenti punti di vista incentivando una più ampia partecipazione. Nell'attuale contesto di disillusione e di sfiducia verso la politica, è necessario inventarsi strumenti di lavoro efficaci che aiutino i cittadini a riappropriarsi responsabilmente della polis. In altri termini crediamo che il dialogo e la cooperazione, al contrario del conflitto e della competizione, siano gli ingredienti per costruire una comunità coesa e solidale. Ci pare corretto evidenziare il nostro riferimento politico-culturale per rendere ragione di chi siamo: noi sottoscrittori del documento ci riconosciamo nei valori del centrosinistra. Le persone che hanno partecipato a questo percorso sono per lo più giovani: questo

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testimonia vitalità e passione per i temi politici da parte della nostra generazione, contrariamente all'immagine spesso fornita dai media: il protagonismo giovanile è un valore positivo da incoraggiare e sostenere. Il gruppo, dopo una fase di studio generale, ha deciso di approfondire tre questioni legate al futuro della nostra città che, in seguito, troverete specificate in modo approfondito: 1. il lavoro come esigenza principale dei cittadini. Ci siamo interrogati su quali strumenti e quali politiche un ente comunale può mettere in campo per favorire la creazione di lavoro e promuovere l'occupazione; 2. il welfare e i servizi. La nostra città, fin dalla giunta Cravero (fine anni ’70) si è

contraddistinta per la capacità elaborativa ed operativa, ma anche per l'innovazione delle risposte offerte ai bisogni dei cittadini. Oggi le esigenze legate al ben-essere sono sempre più diversificate e riteniamo importante chiederci quale sia il modello di welfare, presente e futuro, perseguibile vista la crisi di quello tradizionale. 3. la programmazione territoriale come strategia di progettazione della città secondo una visione d'insieme. In questi ultimi venti anni Settimo Torinese è profondamente mutata, sia dal punto di vista urbanistico che sociale. In questo senso abbiamo provato a ragionare in prospettiva, interrogandoci sulle trasformazioni future.

Questo lavoro non è un programma elettorale, poiché non contiene azioni puntuali, bensì vuole essere uno spunto di riflessione per il dibattito pubblico. Il confronto che ne verrà si pone l’obiettivo di suggerire orientamenti, prospettive e priorità con cui la politica e le classi dirigenti potranno confrontarsi.

IL LAVORO

Nel corso di questi mesi abbiamo analizzato gli strumenti e le leve che un’amministrazione locale ha a disposizione per agire e intervenire sul tema del lavoro: quali provvedimenti si possono attuare per creare, gestire e sostenere il lavoro nel proprio territorio? Le politiche locali del lavoro possono avere diversi filoni: il supporto ai cittadini per la ricerca attiva del lavoro; la gestione del personale impiegato direttamente e indirettamente; la creazione di condizioni attrattive per investimenti per lo sviluppo del territorio; l’offerta di commesse di lavoro.

La nostra riflessione si è concentrata principalmente su due ambiti: il sostegno ai cittadini e il Comune come attore nelle relazioni dello sviluppo locale.

1. Supporto ai cittadini (servizi per il lavoro)

La legislazione nazionale prevede una competenza regionale sul tema del lavoro, che viene poi delegata alla Provincia: oggi la gestione dei servizi per il sostegno e la ricerca di lavoro viene demandata ai Centri per l’Impiego (ex uffici di collocamento).

Tuttavia il cittadino solitamente si rivolge agli enti pubblici che percepisce più vicini a sé: entrano quindi in gioco gli attori politici e le istituzioni del Comune (Sindaco, assessori, uffici tecnici adibiti). Nonostante non abbiano una competenza formale, in genere i comuni si sono attrezzati per offrire servizi e risposte ai cittadini; la nostra città, come in altri casi, si è caratterizzata per una ricerca innovativa e attenta a soddisfare le esigenze dei propri abitanti.

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Nel 1990 nacque l’Informagiovani a Settimo T.se, servizio prevalentemente rivolto ai giovani con il compito di offrire sostegno e informazioni per la ricerca attiva del lavoro. Dal 2000 al 2009 è stato attivato lo Sportello Lavoro, servizio pubblico di consulenza che offriva supporto per la preparazione ai colloqui e per la compilazione dei curriculum vitae. Visto il mordere della crisi, nel 2010 l’amministrazione comunale ha scelto di dare priorità alla ricollocazione professionale dei 40/50enni, disinvestendo sull’accompagnamento dei giovani al mondo del lavoro (servizio gestito fino ad allora da una cooperativa sociale). Si è affidata la gestione di questo servizio ad una società di ricollocazione professionale, a cui è possibile accedere su segnalazione del Centro per l’Impiego. In definitiva, si può affermare che i servizi offerti alla cittadinanza si sono evoluti man mano che cambiava il contesto di riferimento.

D’altro canto l’amministrazione comunale, guidata dal Sindaco Corgiat, ha ottenuto degli importanti risultati sotto il profilo occupazionale grazie al mantenimento di alcune significative unità produttive ubicate nell’area periferica del nostro territorio. Portiamo come esempio due casi virtuosi: Pirelli e L’Oreal. Nel primo caso, l’amministrazione comunale ha agito affinché si evitasse la delocalizzazione di un importante sito produttivo, che ha deciso di investire sul nostro territorio attraverso una produzione tecnologicamente avanzata.

Nella seconda vicenda, il governo locale ha concertato con l'azienda un piano di sviluppo lungo le direttive della green economy, ottenendo due importanti risultati: da un lato si è mantenuto sul territorio il più grande sito produttivo europeo del gruppo L'Oreal e con esso il relativo livello di occupazione; dall'altro lato si è favorito lo sviluppo di produzioni ecosostenibili, realizzando uno stabilimento a zero emissioni di CO2.

In questo caso la politica ha agito favorendo l’incontro tra il territorio e l’impresa. Questo sano attivismo della politica locale ha permesso la creazione di relazioni e reti tra impresa, territorio ed amministrazione comunale, producendo sviluppo per la nostra realtà locale e preservando in buona parte l’occupazione.

2. Il Comune come promotore di sviluppo locale

Tra le principali scelte politiche dell’amministrazione locale si pone in evidenza l’investimento su ASM. L’Azienda Servizi Municipalizzati nasce come società pubblica, amministrata attraverso incarichi di seconda nomina, in grado di gestire servizi fondamentali e accessori per conto dell’amministrazione.

Fino al 2010 gli enti locali sono stati facilitati dalle normative nazionali che hanno consentito un utilizzo, talvolta spregiudicato, di questo modello gestionale.

Il mantenimento in Settimo T.se di alcune principali aziende, di cui si è detto nel punto precedente, è anche legato all’azione del Comune attraverso lo strumento ASM.

La municipalizzata è stata infatti una leva fondamentale per rendere il territorio maggiormente attrattivo (es. la fornitura del teleriscaldamento), capace di mantenere imprese e investimenti e conseguentemente di preservare e creare lavoro.

Nel periodo tra il 1999 e il 2010 il comune di Settimo, attraverso ASM, ha potuto investire in diversi settori, spaziando da attività tradizionali per un Comune di queste dimensioni (manutenzione delle strade, gestione del cimitero, etc) ad azioni invece non consuete e considerate “orizzonti di frontiera” (produzione di idrogeno, molecole organiche, vetri fotovoltaici colorati, etc), ampliando i binari di investimento a dismisura. Un’operazione che si è alimentata grazie alla creazione di un sottobosco di società collegate ad ASM.

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Successivamente i governi Berlusconi e Monti hanno cambiato radicalmente le normative sulle partecipate, inserendo molti vincoli e limitando di fatto l’uso di questo strumento; un esempio è l’imposizione per i comuni al di sotto dei 50.000 abitanti di possedere non più di una società partecipata a maggioranza assoluta. A Settimo Torinese si è deciso dunque di investire sulla Società Patrimonio, che gestisce tutte le partecipazioni del comune.

Questa serie di vicissitudini e alcune scelte politiche discutibili hanno contribuito, a nostro avviso, al fallimento stesso dell’esperienza ASM (e portato alla procedura di Concordato conclusa recentemente).

A fronte di queste valutazioni, vorremo provare a delineare alcune priorità che la

prossima amministrazione dovrebbe prendere in considerazione: 1. occorre investire su servizi che partano dalle esigenze dei cittadini, al fine di rilanciare

l’occupazione, specialmente quella giovanile. I bisogni di chi si appresta ad entrare nel mercato del lavoro o di chi lo frequenta da tempo in forme precarie devono essere affrontanti con strumenti ad hoc. A tal proposito, oltre al tradizionale accompagnamento nella ricerca attiva del lavoro, suggeriamo di rafforzare progetti destinati all’orientamento, alla formazione professionale e che mettano in dialogo il mondo della scuola con quello del lavoro. Inoltre particolare cura deve essere dedicata all’imprenditoria giovanile, mediante la formazione di strumenti sia a livello teorico che pratico. La competenza in materia di lavoro, non essendo strettamente comunale, richiede lo sviluppo di una capacità dialettica tra le varie entità amministrative del territorio

(Comune, Provincia e Regione) improntata alla cooperazione. 2. Riteniamo che la vicenda ASM abbia messo in luce alcune scelte compiute negli anni passati i cui risultati sono stati inefficaci e da cui dobbiamo trarre esperienza perché non si ripetano. Occorrerebbe a nostro avviso:

a. stabilire in modo chiaro i criteri di selezione del personale da inserire nei ruoli strategici valutando le loro competenze. Crediamo inoltre che i piani d’investimento per lo sviluppo debbano essere frutto di una visione politica condivisa;

b. scegliere i canali d’investimento più adatti al nostro territorio, tenendo conto dell’ordine di grandezza del nostro comune;

c. impostare un dialogo costruttivo con il territorio torinese, al fine di avere una visione strategica dello sviluppo, attraverso una cooperazione generatrice di uno sviluppo economico sano e reale;

d. individuare nuove leve con cui gli amministratori futuri possano continuare a negoziare con gli istituti bancari e le imprese del territorio per favorire nuovo sviluppo.

IL WELFARE

Tra le priorità di uno Stato democratico troviamo sicuramente la ricerca della giustizia sociale, che ha come obiettivo la riduzione delle disuguaglianze. L’insieme delle misure atte a concretizzare tale finalità prende il nome di stato sociale.

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Lo stato sociale cerca di rispondere ai bisogni (primari e non) dei cittadini, offrendo loro le medesime opportunità di accesso ai servizi, garantendo un welfare universale e assicurando possibilità di riscatto ai più indigenti per vivere in modo dignitoso. Tutto ciò avviene su diversi livelli: a seconda della tipologia dei servizi, questi possono essere gestiti ed organizzati dallo Stato, dalla Regione, dalla Provincia, dal Comune o in compartecipazione con più enti.

Riteniamo che per un’amministrazione di centrosinistra il tema del welfare sia una priorità ineludibile, per cui lo stato sociale, anche quello locale, deve rispondere ad un importante interrogativo: “quali sono i bisogni da soddisfare che garantiscono uguaglianza, diritti e benessere ai cittadini?”. E ancora: “Quali sono le politiche?”

Il Comune di Settimo Torinese, a partire dagli anni ’60, si è contraddistinto per la grande attenzione rivolta alla creazione di servizi innovativi rispondenti alle esigenze del territorio. In alcuni casi a Settimo ci sono stati interventi che hanno fatto da apripista rispetto alla legislazione nazionale. Ricordiamo qui, a titolo esemplificativo, alcuni dei progetti più importanti1:

a. la prima sperimentazione del tempo pieno nella scuola del Villaggio Olimpia (1971); b. l’allargamento del campo delle attività scolastiche e delle esperienze formative per coloro che frequentavano la scuola dell’obbligo; c. l’attenzione ai soggetti con disturbi mentali per i quali furono messi in campo progetti innovativi per favorirne l’integrazione sociale e prevenire possibili forme di disadattamento, anticipando la legge Basaglia (legge 180 del 1978); d. l’inserimento dei disabili ultraquattordicenni nel mondo del lavoro o in esperienze di avvicinamento al lavoro, prima attraverso la costruzione di una struttura socio-formativa situata in via Amendola, poi con l’esperienza del progetto Ponte al Casun ; e. i diversi progetti rivolti ai minori e alle donne in situazioni di debolezza e necessità; f. le diverse esperienze di comunità alloggio per soggetti deboli; Possiamo quindi affermare che Settimo T.se ha dimostrato una peculiare attenzione al

tema dei servizi alla persona, rispondendo alle istanze dei cittadini e del contesto socio-culturale.

Riteniamo che la spesa sociale non possa essere considerata un costo senza alcun ritorno; al contrario il welfare state locale deve essere inteso come un’opportunità per la nostra città. Ogni euro speso in politiche sociali non è solo un onere finanziario, bensì un investimento che avrà ricadute benefiche sulla vita personale e comunitaria dei cittadini.

E’ innegabile che il welfare state tradizionale stia vivendo una crisi per cui si rende necessario una ripensamento del suo modello, anche a livello locale. Inoltre nel corso degli ultimi anni, complice la crisi economica, si sono intensificate le richieste di assistenza delle persone e delle famiglie.

Riteniamo pertanto che le voci di spesa del welfare locale non possano rimanere invariate nel tempo; è indispensabile mappare gli attuali bisogni dei cittadini, al fine di poter rivedere alcuni servizi e rispondere nel modo migliore alle loro reali necessità.

Troppo spesso e da troppo tempo l’assistenzialismo ha dominato la nostra cultura politica, determinando un’inversione di tendenza rispetto alle conquiste ottenute negli anni tra

                                                                                                               1  I  progetti  elencati  sono  tratti  dal  libro  di  Silvio  Bertotto  ‘La  città  solidale.  Settimo  1955  –  1999’,  Carocci  editore  (1999).  Per  ulteriori  approfondimenti  si  può  far  riferimento  al  testo  citato.    

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il 1970 e il 2000. Crediamo piuttosto che lo scopo dei servizi offerti dall’ente pubblico sia la promozione del benessere e il contrasto al disagio, nell’ottica di accompagnare i soggetti verso la propria autonomia.

Tre priorità su cui concentrarsi A. Interagire con i cittadini: quest’ultimi non possono essere considerati solo nel momento delle elezioni, ma devono essere coinvolti nelle scelte politiche decisive.

È importante la partecipazione di organizzazioni e movimenti: il solco che oggi separa la politica e i partiti dai cittadini rischia di divenire incolmabile; in quest’ottica diventa fondamentale individuare nuove forme per collaborare e per coinvolgere i settimesi nelle scelte amministrative. Riteniamo importante sviluppare forme di dialogo intermedio con i cittadini, capaci di concordare ed elaborare strategie comuni, tali da riformulare in modo innovativo la domanda di nuova partecipazione.

B. Rapporto tra volontariato e welfare Le forme di volontariato e di promozione dell’intervento del privato-sociale sono, senza

dubbio, una risorsa fondamentale per la nostra collettività. Le varie forme associative mantengono vivo il tessuto sociale della nostra città, facilitano gli incontri e le relazioni, e soprattutto danno un indispensabile contributo al benessere dei cittadini. In tempi in cui la domanda di ben-essere è aumentata ed è maggiormente differenziata, e le risorse (non solo economiche) scarseggiano, diventa prioritario non disperdere la ricchezza sociale che il nostro territorio offre.

Riteniamo però che la collaborazione tra associazioni e amministrazione locale non debba cadere in un malinteso per cui alle realtà associative vengono esclusivamente delegati i servizi, allontanandole paradossalmente dai processi decisionali. Noi riteniamo che l’ente pubblico debba censire le risorse, concertare la programmazione dei servizi e coordinare tutte le forze in campo, per evitare la sovrapposizione di alcune attività e promuovere le energie presenti nella nostra Città in linea con il principio di sussidiarietà. Questo principio, di valenza

costituzionale, si basa sul presupposto secondo cui alla cura dei bisogni collettivi e alle attività di interesse generale provvedono direttamente i privati cittadini (tanto singolarmente quanto in associazione) ed i poteri pubblici agiscono in funzione "sussidiaria" di programmazione, coordinamento e, nelle situazioni in cui l'operato dei cittadini non riesca a soddisfare le esigenze, intervento diretto. Da un lato la sussidiarietà favorisce la partecipazione creativa delle organizzazioni autonome dei cittadini, dall’altro lato esige che il pubblico intervenga ogniqualvolta esse non sono in grado di rispondere in modo efficace alle problematiche.

C. Programmazione dei servizi alla persona nel lungo periodo In questi anni la gestione del contingente e dell’emergenza ha costretto a focalizzarsi sul

presente attraverso programmazioni di breve periodo. Crediamo che la politica debba tornare ad assumere il ruolo a lei congeniale: elaborare una visione di lungo respiro della città e della società.

La gestione del welfare deve essere tesa a una progettazione dei servizi finalizzata alla soddisfazione della domanda di assistenza: non deve solo rispondere al bisogno immediato di sostegno, ma favorire un percorso di uscita dal disagio e promuovere l’autonomia degli individui.

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In un’ottica di progettualità e di coordinamento dei servizi alla persona assume un ruolo decisivo la nuova unione dei comuni (Unione Net). Chiediamo a tal proposito maggiore chiarezza sulle modalità di gestione e di progettazione, ma soprattutto sulla visione di fondo dei servizi alla persona. Il rischio che intravediamo è che si sia creata una nuova struttura con il principale compito del contenimento economico della spesa, lasciando in secondo piano l’importanza dell’investimento e della progettualità sociale.

PIANIFICAZIONE TERRITORIALE Il futuro di Settimo è smarter?

La parola-chiave per ogni Smart City, o città intelligente, è partecipazione. Il tipo di progettazione che porta alla Smart city prevede la partecipazione dei cittadini:

il lavoro delle amministrazioni deve essere oggetto di controllo costante e deve prevedere il coinvolgimento di tutti coloro che vivono e operano sul territorio comunale, per poter integrare nel programma le istanze, i suggerimenti e le esigenze dei diversi protagonisti del territorio. Alla luce di questa impostazione vogliamo proporre cinque aree d’intervento e di interesse pubblico.

La smart city deve potersi configurare come uno spazio urbano in cui si intende migliorare la qualità della vita dei cittadini. Essa deve affrontare le sfide dell'occupazione e dello sviluppo sostenibile grazie all'ausilio delle nuove tecnologie. Un'attenzione particolare deve essere rivolta alla coesione sociale, alla diffusione della conoscenza, alla libertà e alla mobilità effettivamente fruibile, alla qualità dell'ambiente naturale e culturale.

Un elemento da non dimenticare è la pianificazione. Per l’Italia si tratta di una modalità

particolarmente innovativa poiché comporta un approccio diverso rispetto all’improvvisazione e al costante far fronte alle emergenze; si tratta dunque di pianificare e programmare il futuro nel medio e lungo periodo.

1. Aumentare la partecipazione dei cittadini alla programmazione di un futuro più intelligente: l`Open Government

Con l’espressione “open government" (letteralmente "governo aperto") si intende una gestione dell’amministrazione basata su metodi, strumenti e tecnologie che consentano l’apertura e la trasparenza nei confronti dei cittadini.

a. L’apertura prevede una revisione, rispetto agli schemi burocratici tradizionali, delle modalità di relazione con i cittadini per favorire la partecipazione ai processi decisionali dell’amministrazione rispetto alla pianificazione territoriale. Ciò è attuabile anche grazie agli strumenti digitali.

b. Secondo il concetto di trasparenza, le amministrazioni sono chiamate a consentire, stimolare e facilitare i cittadini nel controllo dei processi decisionali. La trasparenza di un’amministrazione è connessa alla libertà di accesso ai dati. Auspichiamo che l’amministrazione settimese renda disponibili online i documenti di valutazione finale di programmi e piani complessi in corso (ad esempio Piano città) o già conclusi (quali URBAN, PRUSST e RETI) al fine di consentire ai cittadini di verificare, in funzione delle previsioni progettuali, le opere effettivamente realizzate e i

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relativi costi. Parallelamente riteniamo sia utile una valutazione delle opere realizzate in termini di ricadute sul territorio e di coerenza con gli obiettivi definiti a monte nei programmi. La difficoltà nel reperire queste informazioni online mal si concilia con la filosofia degli Open Data; riteniamo infatti che i documenti relativi a questi grandi progetti debbano essere disponibili sul sito del comune e facilmente accessibili e comprensibili per qualsiasi cittadino. Questo vale sia per i documenti progettuali che per i monitoraggi in corso d'opera, con particolare attenzione alla rendiconto finale che dovrebbe favorire un'agevole valutazione delle attività sviluppate in termini di coerenza, qualità ed efficienza.

2. Scenari futuri per le aree industriali ora in disuso

Nel territorio di Settimo T.se sono due le principali aree industriali in disuso: quella dell’ex Ceat e quella dell’ex Lucchini. L'area ex Ceat è lontana dal centro abitato (in direzione Milano), l'area ex Lucchini si trova nelle vicinanze di Settimo Cielo. Ciò che accomuna i due siti dismessi, oltre alla loro grande estensione e alla presenza degli imponenti fabbricati industriali in rovina, è la necessità di interventi di bonifica dell’area. L’unione di questi elementi rende probabilmente poco appetibile questi siti per nuove attività. Auspichiamo che entrambe le aree, data la loro posizione rispetto alla città, mantengano la loro vocazione industriale e possano quindi un giorno essere occupate nuovamente da attività produttive (con ricadute occupazionali per il comune). La futura amministrazione comunale dovrebbe, a nostro parere, impegnarsi a definire scenari futuri per questi siti e sottoporre agli attori interessati, e ai cittadini, le nuove proposte di utilizzo e riqualificazione.    

3. Il consumo di nuovo suolo e gestione delle aree residenziali Nella gestione urbanistica del territorio comunale è necessario evidenziare alcune priorità: è   opportuno   predisporre uno studio rispetto ai nuovi spazi abitativi, valutando l'evoluzione della domanda e degli alloggi attualmente sfitti. Per affrontare la questione riteniamo che sia necessaria almeno una stima del numero di persone interessate ad insediarsi a Settimo nei prossimi anni (come fatto per l’ipotesi del progetto Laguna Verde) e parallelamente un censimento degli alloggi non utilizzati in città. La nascita di nuovi insediamenti, e quindi l'ulteriore consumo di suolo, dovrebbe basarsi sulla

reale esigenza di nuovi spazi residenziali e sull’assenza di alternative. Non può essere quindi motivata solo dagli interessi dei proprietari e dei costruttori, ma neanche dalla necessità di incassare gli oneri di urbanizzazione da parte del Comune. Laguna Verde è il più esteso progetto di edificazione a destinazione residenziale degli ultimi anni. Ci sembra corretto che la futura amministrazione chiarisca ai cittadini quali saranno i piani per quest’area (la crisi ha modificato i progetti iniziali) e in che modo questo insediamento si integrerà con il resto della città.

4. Il tema dell’housing sociale L’housing sociale consiste nell’offerta di abitazioni a prezzi contenuti destinati ai cittadini con reddito medio basso che hanno difficoltà a pagare un affitto o un mutuo nel

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mercato privato. Attualmente il comune provvede, attraverso i contratti assistiti (accordo tra comune, inquilino e proprietario), a sostenere circa 90 famiglie che faticano a pagare l’affitto della propria abitazione. Questa ed altre forme di sussidio, oltre che molto onerose in termini di bilancio, sono insufficienti a fronteggiare la richiesta. All'interno del recente “Piano Città” vi sono interventi finalizzati anche a potenziare il social housing, coprendo una lacuna dei precedenti piani e programmi (PRUSST, RETI, URBAN), che non avevano prestato sufficiente attenzione e risorse al tema dell’abitazione. Inserire interventi di social housing nella programmazione territoriale è positivo per due motivi: i fondi con i quali vengono portati a termine i progetti non provengono solo dalle casse comunali ma anche da altri soggetti (Regione e Stato), inserire il tema del social housing in una programmazione su più larga scala permette inoltre di organizzare la distribuzione di questi interventi in modo coordinato con il territorio sovracomunale. Valutando positivamente questo approccio, riteniamo che sia indispensabile, nel fare progettazione territoriale, occuparsi di housing sociale, soprattutto nel contesto economico attuale.

5. La gestione dei progetti a tema “energia rinnovabile” Il Comune di Settimo, anche grazie all’azione di ASM, si è mostrato molto dinamico sul fronte delle energie rinnovabili, come la stessa vicenda Oreal ha dimostrato (v. paragrafo sul lavoro) Un numero significativo di progetti legati al campo energetico e presenti nei piani PRUSST, RETI e URBAN risulta irrealizzato. Sulla base di altre esperienze, emergono le seguenti riflessioni:

a. per selezionare accuratamente progetti di questo genere è necessario affidarsi alla valutazione di un comitato scientifico, composto da figure tecniche con adeguate competenze, in grado di distinguere le idee realizzabili da quelle impraticabili e promuovere quelle che possono avere una ricaduta significativa per la città.

b. in secondo luogo riteniamo che la dimensione e il numero di progetti in campo energetico di cui l’amministrazione si è interessata negli ultimi anni sia poco appropriato per le sue capacità di gestione.

Teniamo a sottolineare quanto il tema delle energie rinnovabili sia importante e strategico; sarà però necessario che in futuro si faccia un'attenta valutazione preventiva delle idee progettuali relative all'energia, in modo da saper scegliere le proposte più adeguate alle dimensioni ed alle caratteristiche del nostro territorio.

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Possibili conclusioni aperte al dibattito della Città

1. Idea d’insieme della città

Lo sviluppo urbanistico della città ricopre indubbiamente un ruolo rilevante nella gestione di un comune. Rappresenta il modo più diretto attraverso il quale i cittadini percepiscono e vivono le scelte adottate dalla propria amministrazione. Per questo motivo riteniamo che a guidare ciascuna trasformazione territoriale debba esserci una prospettiva ampia, la quale tenga conto della città nella sua totalità al fine di promuoverne un sviluppo omogeneo. In quest’ottica crediamo che la riqualificazione urbana e una particolare attenzione alle zone marginali siano elementi fondamentali per il raggiungimento di uno sviluppo territoriale armonico e funzionale.

2. Progettazione di lungo periodo

Crediamo che nell’amministrare una città sia indispensabile avere una vision che prenda in considerazione un arco temporale più lungo del mandato elettorale e che allo stesso tempo guardi anche alle generazioni future. Questo permetterebbe da un lato di far fronte ai problemi concreti dei cittadini delle diverse fasce di età, riducendo il rischio di trovarsi a gestire solo le situazioni di emergenza, dall’altro, di indirizzare le risorse anche verso progetti di sviluppo che promuovano l’autonomia degli individui.

3. Partecipazione dei cittadini

E’ necessario valorizzare e promuovere le forme associative presenti sul nostro territorio e favorire una più ampia partecipazione dei cittadini settimesi alla vita politica. Quest’ultima, troppo spesso, è prerogativa esclusiva dei partiti e al di fuori di essi diventa difficile rendersi parte attiva, se non attraverso colloqui personali con gli amministratori.

La sfida più grande sarà quella di costruire l’abitudine ad una nuova idea di coinvolgimento, individuando luoghi che favoriscano la partecipazione e investendo in risorse e persone competenti, con la consapevolezza che un percorso di questo tipo richiederà tempo ed energie.

4. Attenzione alla persona e ai cittadini

Un buon amministratore locale è attento agli accadimenti quotidiani che avvengono nella nostra Città. In tal senso è importante che la politica locale sia attenta alle istanze, esplicite ed implicite, che provengono dai cittadini, curando particolarmente la relazione. Non tutti i bisogni sono perseguibili: è quindi necessario che la futura amministrazione abbia chiarito su quali priorità lavorare. In alcuni casi si rischia di dedicare il proprio impegno a progetti che non rispecchiano neppure l’ordine di grandezza della città che si amministra, riservando poca attenzione alle persone che vivono nel territorio.

5. Attenzione particolare ai giovani

Pensiamo che la politica, soprattutto quella locale, debba tornare a occuparsi della questione giovanile. Molto spesso i giovani fanno fatica a esprimere bisogni e desideri, e non trovano un interlocutore istituzionale o politico che ne ascolti la voce; il rischio è di sottovalutare dunque le esigenze che essi esprimono.

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Un forte investimento sulle politiche giovanili dovrebbe essere orientato alla valorizzazione delle potenzialità dei giovani che abitano Settimo T.se. Molte volte le politiche giovanili sono interpretate come semplici politiche del tempo libero. Quest’accezione riduttivistica non tiene conto del fatto che in realtà tale policy comprende numerose dimensioni: la promozione della socializzazione con esperienze di impegno sociale e civico; lo sviluppo di competenze trasversali da spendere nel mercato del lavoro; l’accrescimento di occasioni di partecipazione politica. La nostra città è ricca di esperienze giovanili promosse dal pubblico e da organizzazioni del privato-sociale che vanno in questo senso, ma rischiano di vivere isolatamente e di non possedere una visione comune. Siamo convinti, a tal proposito, che sia necessario investire risorse ed energie per costruire una rete che sostenga le esperienze giovanili della nostra città.

6. Squadra di governo

La politica per definizione è un fatto collettivo. Anche se negli ultimi decenni abbiamo assistito a derive personalistiche e alla tutela di interessi di parte, siamo convinti che la politica non debba essere appannaggio di gruppi elitari, ma a disposizione di tutti i cittadini.

Anche don Milani e i ragazzi della Scuola di Barbiana ne era convinti quando affermavano che “Il mio problema è uguale a quello degli altri. Sortirne insieme è la politica, sortirne da soli è l’avarizia”. A fronte del nostro lavoro di studio, crediamo che la complessità dei problemi sollevati possa essere affrontata solo da un gruppo dirigente capace di ascoltare i bisogni dei cittadini e di individuare le priorità. Per tale motivo diventa indispensabile selezionare i futuri amministratori secondo criteri trasparenti e che garantiscano persone preparate e competenti.

Primi firmatari: Bertaggia Paolo Cesareo Daniele Di Pippo Luca Doretto Alberto Leccese Stefano Magagnin Michaela Piagneri Davide Rosso Davide Sabato Lucia Svaluto Ferro Alessandro Traso Paolo