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All’interno scopri anche Sempre tante novità sul sito! In questo numero Che bel sorriso bimbo mio Tutti i segreti per fargli amare i libri! Mamma non ho fame! Sul retro leggi Il nostro Editoriale #leggerepercrescere N. 03/2018 PERIODICO DI FORMAZIONE E DI AGGIORNAMENTO PER FAMIGLIE E OPERATORI D’INFANZIA

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In questo numero

Che bel sorrisobimbo mio

Tutti i segretiper fargli amare i libri!

Mamma non ho fame!

Sul retro leggi

Il nostro Editoriale

#leggerepercrescere

N. 0

3/20

18

PERIODICO DI FORMAZIONE E DI AGGIORNAMENTO PER FAMIGLIE E OPERATORI D’INFANZIA

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Che bel sorriso,bimbo mioQuei piccoli dentini sono importanti.Proteggerli si può e si deve.

Pulirsi i denti?Un gioco bellissimo.Anche per i più piccoli.

Normalmente i denti da latte compaiono verso i sei mesi di vita. Quasi sempre i primi a svilupparsi sono gli incisivi inferiori, poi gli incisivi laterali.Ad un anno si sviluppa il primo molare,a 18 mesi il canino e verso i due anni il secondo molare. A tre anni la formazione della dentatura decidua è completata. Una volta che tutti i denti sono cresciuti, e che quelli definitivi hanno fatto la loro comparsa, deve però cominciare ad usarli bene, sfruttandone le caratteristiche. Gli incisivi si trovano anteriormente, sono i primi ad entrare in contatto con i cibi ed hanno il compito di afferrarli e triturarli a morsi. Subito dopo, la masticazione prevede l’entrata in azione degli appuntiti canini, che strappano gli alimenti più resistenti.In seguito, quando il cibo viene spostato verso la parte posteriore della bocca, i premolari concludono la triturazione mentre gli otto grandi molari, con la loro superficie appiattita, schiacciano definitivamente i cibi. Masticare bene non solo aiuta a cogliere il meglio dagli alimenti, ma anche ad evitare fastidi alla bocca.

Mamma,ho mal di denti!Anche i dentini, nel loro piccolo, possono creare dolore. E bisogna saper cogliere i segnali che inviano, facendo attenzione ai più piccoli, sempre ricordando che ogni bambino è unico. Un fratellino oppure un amichetto possono avere una risposta agli stimoli legati alla dentizione del tutto diversa. I genitori però devono fare attenzione a quando succede e magari aiutare il piccolo a sopportare meglioi fastidi dei denti che decidono di erompere dalle gengive.In termini generali, quando si verifica questo fenomeno del tutto naturale, il piccolo tende ad aumentare la quantità di saliva, e non perché ha l’acquolina in bocca per il cibo ma proprio per lo stimolo dei denti che crescono. Bisogna sempre guardare le sue gengive, che spesso sono arrossate, tanto che per tentare di lenire il fastidio il bimbo porta spesso le mani alla bocca. In più, i capricci tendono a farsi più frequenti rispetto al solito. Come dicevano le nostre nonne, il motivo va ricercato proprio nel fatto che “mette fuori” i denti.Come aiutarlo?Magari semplicemente aiutandolo a masticare: il pediatra può consigliare gli alimenti più indicati in questo caso, che aiutano a lenireil problema facendo una sorta di “massaggio” alle gengive. E soprattutto non bisogna dimenticare di programmare, sempre insieme al pediatra, i necessari controlli per la salute della bocca. In questo modo si controllano i suoi dentini che crescono e si individuano le possibili carie, per le quali occorre giocare soprattutto sulla prevenzione. La gola eccessiva e gli alimenti molto dolci, specie se il bimbo è renitente alla regolare igiene orale, sono gli elementi che più favoriscono il problema.

Cosa accade

Rubrica PREVENZIONE

Chi ha detto che occorre aspettareche il piccolo sia in grado di pulirsii denti da solo? L’igiene della bocca deve iniziare prestissimo, quando il bimbo è ancora sdentato e il suo sorriso ci mette tanta allegria. Le gengive dei neonati, ad esempio, dovrebbero essere pulite regolarmente con una garza imbevuta d’acqua, anche prima che compaiano i dentini. Il trattamento andrebbe fatto dopo ogni poppata. Appena spuntano i denti da latte, conviene pulirli con una garza umida o un dito di gomma. Poi, quando il bimbo è un pò cresciuto, bisogna abituarlo a lavarli con uno spazzolino morbido dopo ogni pasto.

Per prendere confidenza con lo strumento, può essere utile dar loro fin da piccolissimi uno spazzolino da denti con cui giocare. Da uno a tre anni, comunque, è il genitore che deve lavare i denti al bimbo, usando uno spazzolino morbido a testina piccola e spazzolando dalla gengiva versoil dente, almeno cinque volte. Infine, quando il bimbo è più grande, la supervisione di mamma e papà non è più necessaria.Ci sono poi alcune semplici regole che non vanno dimenticate. Ad esempio, se diventa necessaria una terapia con uno sciroppo (quasi sempre con aromi che possano risultare meno “spiacevoli” per il palato del piccolo) ricordate di lavare subito i denti del bimbo. E allo stesso modo mettete da una parte l’abitudine di aggiungere qualche granello di zucchero o altre sostanze dolci al succhiotto, senza dimenticare che sia questo che il biberon andrebbero messi da parte dopo i due anni e comunque entro i tre anni, per ridurre il pericolo di malocclusioni.

Particolare attenzione va prestata poi la notte: niente biberon con bevande zuccherate se si vogliono aiutare i denti!

L’igiene orale è essenziale per prevenire la carie e le altre malattie del cavo orale. Abituarli fin da piccoli alla cura dell’igiene orale è faticoso, ma è il mezzo più efficace perché, in seguito, si spazzolino i denti da soli. Fino all’età di 6 mesi può essere mantenuta pulita la bocca con una garza umida dopo le poppate. Dai 6 ai 18 mesi quando nascono i primi denti da latte, è consigliabile pulire i denti del bambino con uno spazzolino che deve essere piccolo e con setole morbide;lo spazzolamento deve avvenire dopoogni pasto e prima di metterlo a letto.Dai 18 mesi in poi può essere utilizzata una pasta dentifricia, ma solo quando il bambino saprà sciacquarsi la bocca da solo.In tutto questo periodo è indispensabilela profilassi con il fluoro. Il fluoro è in grado di prevenire la carie attraverso diversi meccanismi: possiede un’elevata capacitàdi inibizione dell’attività batterica della placca dentale, responsabile della formazione della carie e riduce la demineralizzazione dello smalto, che è l’evento che precede immediatamente l’insorgenza della carie.

Cosa fare

Una perdita precoce dei denti da latte a causa di carie può determinaregravi malposizioni dentali nella dentatura permanente. Il pediatra nelperiodo di eruzione e consolidamento dei denti decidui è fondamentale.

RICORDA!I denti decidui

non vanno sottovalutati!

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Mamma non ho fame!Anche se può sembrare strano, le giuste letture possono aiutare i bambini che non hanno voglia di mangiare.

Il pediatra “traccia” le linee dell’alimentazione prima e dopo lo svezzamento. Poi sta alla famiglia proporre piatti colorati e gustosi, ricordando che ogni bambino è diverso dal suo coetaneo. Quindi non bisogna cadere nell’errore di paragonare la quantità di cibo con quella del suo amichetto.E non bisogna nemmeno insistere troppo quando dice “stop”: c’è il rischio di instaurare un circolo vizioso che deteriora le relazioni genitore-figlio. Importante è invece avere in mente alcune semplici regole.

Le regole per una buona tavola

“Il mio bambino non mangia”.Il pediatra fornisce tutte le indicazioni per lo svezzamento, e più avanti, per l’alimentazione completa. Ma i genitori trovano difficoltà a farein modo che il piccolo si nutra adeguatamente.E si preoccupano. Va detto che solo raramentele difficoltà del piccolo a finire quanto ha nel piatto sono legate a piccoli disturbi dell’apparato digerente, che debbono essere accertati ed eventualmente affrontati dal pediatra. Nella maggioranza dei casi, invece, il “difficile” rapporto con il cibo è frutto delle relazioni in famiglia. A volte proprio i genitori si preoccupano troppo, visto che i bambini hanno la capacità di “autoregolarsi”, alternando fasi di apparente scarsa alimentazione con momenti di abbuffate. L’importante è cercare di comprendere se effettivamente il bambino mangia poco (se cresce regolarmente, non è il caso di preoccuparsi troppo, spesso è la nostra percezione che falsa il rapporto) e poi se dietro a questi comportamenti ci sono difficoltà psicologiche da esplorare.

Cosa accade

La prima colazione, il carburante per la mattina, dovrebbe assorbire il 15% delle calorie giornaliere: quella ideale è a base di latte o yogurt parzialmente scremato, fette biscottate o pane integrale con marmellata, muesli, biscotti secchi o cereali integrali, e frutta fresca. Lo spuntino al mattino e la merenda di metà pomeriggio, che devono assicurare rispettivamente il 5% e il 10% delle calorie giornaliere, non vanno mai saltati perché servono a non lasciare un lungo intervallo tra i pasti, evitando di arrivare a pranzo o a cena affamati.

Via libera alla colazione

Nell’ambito dei cinque appuntamenti quotidiani con il cibo, il pranzo (40%delle calorie) e la cena (30% delle calorie) hanno un significato fondamentale.Debbono contenere i diversi principi nutritivi, carboidrati, proteine e lipidi, oltre alle fibre. Molto importante è un’assunzione giornaliera adeguata di acqua, pari a 1600 ml di acquaal giorno per bambini 4-6 anni e 1800 ml per i più grandicelli.

Rispettare pranzo e cena

Il piccolo si deve abituare ai gusti, anche nuovi, ma senza eccedere.Ad esempio si possono “sperimentare” per avvicinarlo alla frutta kiwi, uva, banana, ananas. Per il resto è sempre utile abituarlo ad un’elevata assunzione di verdura, legumi, frutta,noci e cerali integrali, ad un consumo di pesce medio-alto, elevata assunzione di acidi grassi insaturi (olio di oliva), basso introito di acidi saturi grassi (carni e salumi) e diprodotti caseari.

Impariamo a variare i gusti

Le nostre abitudini ci portano a pensare ai cereali, pane e pasta, quindi a grano e mais,e al riso. Ma il nostro paese è ricco di culture e tradizioni, anche in ambito alimentaree quindi i genitori dovrebbero avvicinare i bambini anche a sorgo, grano saraceno, quinoao amaranto, perchè questi cereali hanno un indice glicemico più basso e sono più ricchidi fibre, quindi sono nutrizionalmente consigliabili.

Cereali? Anche multietnici

Per cercare di risolvere il problema, se davvero esiste, occorre ricordare che il bambino ha come esperienza centrale il gioco. Ed anche a tavola si può “giocare”: questo non significa trasformare la tavola in un diseducativo campo di battaglia, ma nemmeno pretendere che i comportamenti del piccolo si adeguino alle regole di buona creanza degli adulti.

Sfruttare il tempo del pasto è quindi fondamentale. La prima regola è far sì che il bimbo sia a tavola con i genitori. La compagnia di mamma e papà assume un valore ancor più significativo degli stessi cibi che vengono proposti, perché i genitori possono far sentire ai piccoli la vicinanza affettiva e l’interesse che provano verso il bimbo. Non dimenticate mai che i piccoli hanno bisogno di stare insieme a voi e divertirsi: gustare i cibi desiderati, scambiandosi parole che uniscano i pensieri e i sentimenti di grandi e piccoli come in un abbraccio è la ricetta giusta.

Cosa fare

IL RACCONTO PER AIUTARLI A NUTRIRSI“Ecco che arriva un’astronave in fuga dallo spazio”. Per il bambino più piccolo avvicinare il cucchiaio alla bocca trasformando il pasto in una storiafantastica può essere di grande aiuto. Viaggiare nel mondo della fantasia,anche a tavola, favorisce il rapporto tra genitore e figlio e invita il piccolo a mangiare, anche quando sembra poco propenso ad alimentarsi.

Rubrica PSICO-PEDAGOGIA

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Fatevi imitareI piccoli imitano i genitori: se vi vedranno leggere spesso, faranno altrettanto. E non tediatevi se poi il bimbo per tanto tempo rivuole la stessa storia e lo stesso libro: anche se vi annoia, per lui/lei è importante.

Andiamo in libreriaLa biblioteca per ragazzi può diventare un ambiente da sogno per un bambino. Ed è importante che inizi a frequentarla fin da piccolo, anche per avere volumi in prestito, così come che partecipi a manifestazione nelle librerie per ragazzi.

L’agenda del lettoreQuando il bimbo è più grande dovrebbe imparare a ricordare cosa ha già letto e perché gli è piaciuto. Basta che si crei una piccola agenda con titolo, autore e breve riassunto del libro. Gli sarà utilissima da rileggere quando sarà grande.

Paghetta intelligenteAbituate il piccolo a spendere qualcosa dei suoi piccoli regali in libri, così imparerà a trasferire il valore del denaro sul volume. E per le feste, chiedete spesso libri e non troppi giocattolialla moda.

Consigli di lettura

TARARÌ TARARERAEmanuela Bussolati

CarthusiaPagg. 36

Età 0-2 anniEuro 14,90

PASSO DAVANTINadine Brun-Cosme

Illustrazioni di O. TALLECCoccole Books, Pagg. 32

Età 3-6 anniEuro 13

LE CALZETTEMatthieu Maudet

Illustrazioni di MAUDETBabalibri, Pagg. 32

Età 0-2 anniEuro 11,50

www.leggerepercrescere.it www.leggerepercrescere.it

È tempodi famiglia.Una fiaba,la tua voce,tu e i tuoibambini

“Come vorrei che amasse i libri quanto noi?” Se anche voi la pensate così, sappiate che non c’è nulla di meglio di una buona educazione alla lettura e al racconto per insegnargli a volare con la fantasia. Ma anche qualche stratagemma non è da buttar via, per abituarlo al meglio. Ecco i consigli di Leggere per Crescere:

Tutti i segreti per fargli amare i libri!

Create la sua libreriaPer un bambino è bellissimo poter individuare immediatamente ciò che gli interessa, quindi nulla di meglio di un armadietto in cui riporre i volumi. E non siate gelosi dei vostri spazi! Per il bimbo mettere un libro tra i vostri è un gesto importante, che attribuisce valore alla sua passione.

Il libro è mio Ogni libro deve essere vissuto. Quindi non punite il piccolo se fa qualche disegno oppure inserisce stelline e altri adesivi. Così il libro diventa davvero suo. Utile è anche un segnalibro colorato da usare con ogni volume.

A me il vocabolarioAbituatevi ad avere sempre vicino il dizionario quando raccontate. E magari consultatelo anche se sapete il significato delle parole. Lo abituerete a sapere che esiste un grande salvadanaio delle parole, che gli sarà d’aiuto.

Un bel regaloInvece che buttarli via, come purtroppo spesso avviene, i libri ormai usati dal bambino debbono essere sempre tenuti in ordine. E se proprio non stanno in casa, portateli con lui ad una biblioteca o all’oratorio: hanno sempre un grande valore!

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Ormai il tema della inclusività è diventato molto sentito e attuale, soprattutto tra gli operatori. Gli educatori sono chiamati ad aggiornarsi, ad ampliare le proprie competenze e a far sempre più fronte a casi di bambini con esigenze peculiari. L’età pre-scolare e i primi anni dell’infanzia sono quelli più preziosi per osservare nei piccoli alcuni segnali di attenzione: difficoltà di socializzazione e di apprendimento nello svolgere attività insieme ai compagni.Tutto quell’insieme di aspetti che generano un quadro di cosiddetti “Bisogni Educativi Speciali”,ormai rientrati a pieno titolo nelle buone prassi del nostro sistema scolastico.Di pari passo il tema coinvolge altre figure vicino al mondo infantile: i pediatri e i professionisti della salute. Alle loro cure infatti è affidata la crescita armoniosa e il benessere dei bambini, in una professione che sempre più si è evoluta verso un servizio che è insieme medico, pedagogico e psicologico integrato. Al pediatra di famiglia viene chiesto di occuparsi della salute del bambino a 360°, biologica e affettiva in egual misura.

Questo spiega il successo che l’e-book di Tutti Diversi Tutti Uguali ha riscontrato sul campo. Il testo infatti è stato scaricato da circa 3000 utenti e ci ha portato a formulare un percorso formativo ad hocper un gruppo di pediatri particolarmente interessati.Per scaricare l’e-book e consultarlo

Per approfondimenti su GlaxoSmithKline, consultare il sito www.gsk.it

Periodico del progetto “Leggere per Crescere” - Registrazione presso il Tribunale di Verona n. 1602 del 17/06/2004 Direttore Responsabile Massimo Ascani.Copyright GlaxoSmithKline 2013 www.leggerepercrescere.it e-mail [email protected]

Prossimi appuntamenti

Sempre nell’ottica di offrire continui aggiornamenti al progetto abbiamo stipulato un accordocon l’Università di Verona che ci permetterà di raccogliere materiali, casistiche, approfondimenti proprio sui bisogni speciali in età pre-scolare, sulle corrette diagnosi e sugli interventi proficui che, all’interno di una rete di operatori formati, si possono percorrere. Il tema è nuovo e offre molti spuntidi miglioramento, soprattutto negli interventi da offrire e nella costruzione delle best practices.

Il progetto con l’Università di Verona proseguirà per tutto il 2019.#Staytuned sui nostri canali social e sul sito web per le prossime novità!

Continuate a seguirci e a inviarci i vostri suggerimenti a [email protected] per Crescere siamo noi, ma siete soprattutto VOI.La redazione di Leggerepercrescere.it

Tutti diversi, tutti uguali: il progetto decolla

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