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Segnala il razzismo online, la Guida Pratica del progetto LIGHT ON, si propone di aiutare e incoraggiare tutti gli utenti di internet e dei social media ad opporsi ai contenuti di incitano all’odio online, fornendo informazioni e suggerimenti su come agire in modo facile e sicuro. E' stata redatta dal Forum delle Comunità immigrate e rifugiate di Londra (The Forum) con il contributo dei partner del progetto LIGHT ON, e tradotta ed adattata al contesto italiano dal National Watching Point creato dalla Regione Abruzzo nell’ambito del progetto. La guida è stata prodotta con il supporto finanziario del Programma Diritti Fondamentali e Cittadinanza della Commissione europea. I contenuti di questo documento sono di esclusiva responsabilità del consorzio LIGHT ON ed in nessun modo si può ritenere che riflettano le opinioni della Commissione Europea.
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SEGNALA IL RAZZISMO
ONLINE Guida pratica del progetto LIGHT ON
With financial support of the
Fundamental Rights and Citizenship program
of the European Union
Segnala il razzismo online - Una guida pratica è stata prodotta con il supporto finanziario del Programma Diritti Fondamentali e Cittadinanza della Commissione europea. I contenuti di questo documento sono di esclusiva responsabilità del consorzio LIGHT ON ed in nessun modo si può ritenere che riflettano le opinioni della Commissione Europea.
Segnala il razzismo online - Una guida pratica è stata redatta dal Forum delle Comunità immigrate e rifugiate di Londra (The Forum) con il contributo dei partner del progetto LIGHT ON, e tradotta ed adattata al contesto italiano dal National Watching Point creato dalla Regione Abruzzo nell’ambito del progetto.
Segnala il razzismo online - Una guida pratica è disponibile anche online all'indirizzo www.lighton-project.eu, in inglese, italiano e nelle altre lingue del progetto, insieme ad ulteriori informazioni inerenti il progetto LIGHT ON.
Per richiedere una versione pdf della guida Segnala il razzismo online - Una guida pratica,
contattare via e-mail The Forum [email protected] o [email protected].
Il Progetto LIGHT ON
LIGHT ON è un’iniziativa di nove organizzazioni europee per combattere la normalizzazione del
razzismo e le sue manifestazioni, come i contenuti che incitano all’odio online. Questa breve
guida pratica spiega cosa si può fare su Internet per contrastare contenuti che istigano all’odio
(identificati internazionalmente con l’espressione inglese hate speech) e come usare al meglio
gli strumenti creati nell’ambito di LIGHT ON e altre risorse per combattere questo tipo di
manifestazioni di odio.
A livello globale, l'umanità si sforza di creare società migliori, che rispettino i diritti umani, così
come è affermato in numerose convenzioni internazionali e recepito nelle varie legislazioni
nazionali. I media di tutto il mondo hanno implementato oltre 400 codici etici, quasi tutti vietano i
contenuti che incitano all’odio. Di solito, si tratta di codici basati sull’adesione volontaria, volti ad
informare sulle condizioni di utilizzo per l'uso delle risorse online, e possono essere trovati in
fondo ad ogni sito web o nella sezione “Regole/standard della comunità” di ogni social media.
In molti Paesi europei, associazioni di giornalisti hanno firmato per codici specifici quali la Carta
di Roma, un codice di condotta per i giornalisti in materia di rifugiati, persone richiedenti asilo
politico, vittime della tratta di esseri umani ed immigrati.
Tuttavia, per quanto questi codici di autoregolamentazione siano ampi, il discorso di incitamento
all’odio online è in crescita in ogni paese.
Segnala il razzismo online, la Guida Pratica del progetto LIGHT ON, si propone di aiutare e
incoraggiare tutti gli utenti di internet e dei social media ad opporsi ai contenuti di
incitano all’odio online, fornendo informazioni e suggerimenti su come agire in modo facile e
sicuro.
Il progetto LIGHT ON ha prodotto risorse ed esempi di discorsi di odio, tra cui immagini, video, simboli e linguaggio, che mostrano una relazione tra espressioni di odio con il razzismo e la discriminazione. Quest'ultimi sono disponibili sul sito web di LIGHT ON.
Perché dovremmo preoccuparci dell’incitamento all’odio online?
Internet, i social media e gli strumenti di comunicazione digitali interessano molti momenti della
nostra vita quotidiana, rendendo più sfumate le linee di confine tra il pubblico, il personale ed il
privato. L'immediatezza e la portata globale di Internet hanno rivoluzionato il modo in cui
scambiamo informazioni, conoscenze ed idee su chi siamo. Noi acquistiamo, impariamo,
lavoriamo, scriviamo blog, condividiamo foto personali, twittiamo, viviamo online. E’ quello che
fanno anche i razzisti e gli estremisti. La natura globale di Internet, in combinazione con un facile
accesso alla tecnologia e, più importante, con l'anonimato, ne fanno una piattaforma ideale per
promuovere l'odio.
"Il primo sito estremista, Stormfront, è stato lanciato nel 1995 da un ex membro del Ku Klux Klan.
Nel mese di aprile 2014, il Southern Poverty Law Center (organizzazione legale americana
senza fini di lucro, impegnata nella tutela dei diritti umani), ha segnalato che gli utenti iscritti a
Stormfront erano collegati agli omicidi di quasi 100 persone in crimini causati da odio razziale".
Sebbene questi tipi di gruppi dediti all’incitamento all’odio e le loro attività siano contrastate dalle
forze dell'ordine, da quando i social media son diventati sempre più popolari, la proliferazione
delle loro manifestazioni ha dato vita ad una “sottocultura razzista globale”.
I tentativi di “bonificare” il web non sono nuovi, ma sono stati limitati a particolari gruppi di
interesse, governi ed imprese. Sempre più spesso, gli utenti di Internet sono anche alla ricerca di
modi per impegnarsi in un'azione individuale e collettiva contro il discorso di incitamento all’odio
online.
Discorsi di odio online - Qual è la cosa giusta da fare? Quando incontriamo espressioni di odio, soprattutto quando ci offendono personalmente, qual è la cosa giusta da fare? Una serie di domande e dilemmi sorgono quando si tratta di agire contro l'odio online, tra cui: Questo è illegale? Che dire della libertà di parola? È solo uno scherzo? Segnalarlo farà qualche differenza? Dove posso segnalarlo e come? Dove posso ottenere supporto nella segnalazione di un discorso di odio online?
Che cosa significa incitamento all’odio?
Non esiste una definizione universale d’incitamento all'odio, tuttavia, la maggior parte di noi lo
riconosce quando lo incontra. Varie risorse online forniscono informazioni dettagliate su come in
ogni giurisdizione nazionale lo definisca dal punto di vista giuridico e tra queste Wikipedia è una
delle risorse degna di nota. Pur riconoscendo che la valutazione giuridica e sociale
dell’incitamento all’odio non è una questione semplice, il progetto LIGHT ON adotta la
Raccomandazione 97 (20) del Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa, che definisce le
espressioni di odio come:
"comprendenti tutte le forme di espressione che diffondono, incitano, promuovono o giustificano
l'odio razziale, la xenofobia, l'antisemitismo o altre forme di odio basate sull'intolleranza, tra cui:
l'intolleranza espressa dal nazionalismo aggressivo e l'etnocentrismo, la discriminazione e
l'ostilità nei confronti delle minoranze, degli immigrati e delle persone di origine immigrata".
[Testo integrale].
Alla preoccupazione per il rischio di uso improprio o abuso dei sistemi informatici per diffondere
la propaganda razzista e xenofoba ha fatto seguito la creazione, da parte degli Stati membri del
Consiglio d'Europa, del Protocollo Addizionale alla Convenzione sulla criminalità informatica,
relativo all'incriminazione per atti di natura razzista e xenofobica commessi a mezzo di sistemi
informatici.
Social media, siti web dei media tradizionali, Provider di Servizi Internet (ISP) (termine mutuato
dall’ inglese che tradotto letteralmente in italiano significa "fornitore di servizi Internet") e blog
hanno ognuno le proprie regole e le proprie definizioni di ciò che è vietato sulla propria
piattaforma perché forma di incitamento all'odio.
Quale genere di discorsi è considerato da Facebook "discorso di odio"?
“Sono vietati i contenuti che si configurano come attacchi, sia reali che percepiti, indirizzati a una
persona o un gruppo di persone in base a razza, etnia, nazionalità di origine, religione, sesso,
orientamento sessuale, disabilità o malattia. Accettiamo, tuttavia, chiari messaggi umoristici o
satirici che potrebbero essere altrimenti considerati possibili minacce o attacchi. Tra questi
includiamo contenuti che potrebbero essere ritenuti di cattivo gusto da alcune persone (es.:
barzellette, spettacoli di cabaret, testi di canzoni famose, ecc.)”
(Fonte: Standard della comunità di Facebook)
Le norme della community del Guardian e le linee guida di partecipazione sono le seguenti:
"Non tollereremo il razzismo, sessismo, omofobia o altre forme di istigazione all'odio, o contributi
che potrebbe essere interpretati come tale. Riconosciamo la differenza tra criticare un
particolare governo, organizzazione, comunità o credenze e attaccare persone sulla base della
loro razza, religione, sesso, genere, orientamento sessuale, disabilità o età."
Analoghe norme sono in vigore anche nelle community di alcuni giornali italiani. Ad esempio, nei
Termini e condizioni di utilizzo, “Il Fatto Quotidiano” si esprime a riguardo “Il lettore si impegna a
non utilizzare termini violenti o che discriminino sulla base della razza, religione, genere,
inclinazioni sessuali, disabilità fisiche o mentali e altro. L’uso di linguaggio violento sarà motivo
per la sospensione immediata e per l’espulsione definita a tutti o a parte dei servizi del sito
www.ilfattoquotidiano.it”
Istigare all’odio è illegale?
Sì e no. Numerosi strumenti giuridici internazionali e nazionali definiscono chiaramente come
illegali i discorsi che incitano all'odio e i crimini d'odio. Tuttavia, la struttura di Internet complica le
questioni di competenza giuridica e rende più difficile per la polizia eliminare i discorsi che
istigano all’odio, poiché le diverse leggi nazionali si differenziano per livello e strumenti di
controllo.
I fomentatori d'odio approfittano anche della tradizione di libertà di parola degli Stati Uniti
d’America e della protezione offerta dal Primo Emendamento alla Costituzione, utilizzando
piattaforme e Provider di Servizi Internet (ISP) con sede negli Stati Uniti, la cui giurisdizione li
pone al sicuro da azioni giudiziarie.
Ma questo non significa che non ci sia nulla che possiamo fare per fermare i discorsi che
incitano all’odio. Molti Paesi, così come l'Unione Europea, hanno assunto una posizione
giuridica molto precisa sulla questione. Anche se le leggi sono diverse in ogni Paese, vi è un
consenso unanime sulla necessità di intraprendere specifiche azioni contro i contenuti che
istigano all’odio. Inoltre, molti provider prevedono specifiche disposizioni a riguardo nelle proprie
condizioni di utilizzo, nei codici di condotta e nelle linee guida riguardanti le forme di espressione
accettabili sulle loro piattaforme.
Il documento Commissione Europea contro il Razzismo e l'Intolleranza (ECRI) – Misure legali
per combattere il razzismo e l'intolleranza in 47 Stati membri del Consiglio d'Europa è
disponibile sul sito web www.coe.int
Infine, in tutto il mondo, le persone disapprovano l'odio e vogliono intraprendere azioni positive
contro i discorsi che lo istigano e - anche quando l'azione legale non è una possibilità
perseguibile – utilizzano i social media e Internet per manifestare il proprio dissenso.
Che dire della libertà di espressione?
La libertà di espressione è una delle condizioni e conquiste fondamentali della democrazia,
mentre Internet è la sua più avanzata espressione tecnologica. La libertà di espressione è inoltre
definita e protetta da numerose convenzioni internazionali e dalle legislazioni nazionali.
L'articolo 10 della Convenzione Europea sui Diritti Umani afferma che "ogni individuo ha diritto
alla libertà di espressione", tra cui la "libertà di opinione e di ricevere o di comunicare
informazioni o idee senza ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera".
Tuttavia, la Convenzione stabilisce inoltre che l'esercizio di tali libertà comporti doveri e
responsabilità, stabilendo delle restrizioni a tale diritto, come il diritto a non essere discriminati.
Esiste un vivace dibattito su come affrontare le sfide poste dall’incitamento all’odio online e dalla
libertà di parola. Le diverse argomentazioni seguono un continuum in cui ad una delle estremità
vi è il concetto di Internet come “mercato delle idee” in cui non c’è bisogno di legiferare contro
l’incitamento all’odio, ma ci si affida agli utenti per eliminare sistematicamente i contenuti che
istigano all’odio e contrastarli con idee migliori.
All'estremità opposta vi è invece l'opinione per la quale i contenuti che incitano all’odio non
scompariranno da soli e vanno pertanto affrontati e disciplinati su Internet nello stesso modo in
cui i reati d'incitamento all’odio sono regolati nella vita reale.
Incitare all’odio non è un semplice scambio di idee o una forma di dissenso democratico.
Conduce alla discriminazione e alla violenza, con conseguenze concrete nella vita di tutti i giorni.
Istigare all’odio su Internet può potenzialmente causare danni ancora più gravi, perché i
contenuti pubblicati spesso diventano permanenti e le persone alle quali sono indirizzati possono
essere offese ripetutamente e da diversi molestatori, in momenti diversi. È pertanto essenziale
che le vittime dei discorsi che incitano all’odio si sentano al sicuro ed abbiano la possibilità di far
sentire la propria voce.
Rendere i contenuti che incitano all’odio illegali non sarà sufficiente. Ecco perché questi devono
essere monitorati, denunciati e condannati dalla società in generale, e non solo dalle vittime o
dalle forze dell'ordine.
Se si tratta di un’espressione di un particolare gruppo sociale o di uno scherzo?
Tra le sfide del lavoro di analisi dei contenuti di incitamento all’odio non c’è solo l'identificazione
di chi sta dicendo cosa e dove, e decidere come comportarsi nei suoi confronti, ma anche
l'identificazione del contesto in cui questa affermazione discriminatoria viene espressa.
A volte i gruppi sociali usano un linguaggio distintivo, compreso l'uso di termini apparentemente
razzisti per definire se stessi. Il dibattito sulla contestazione delle frasi “offensive”, sul contesto, e
sul linguaggio usato all'interno del gruppo può essere fonte di confusione. Perciò, chi decide se
qualcosa è divertente o offensivo?
L’istigazione all’odio di solito è diretta e facilmente identificabile e non è affatto divertente. Anche
quando chi usa queste espressioni lo fa in maniera consapevole, o pensa di comunicare un
contenuto in un gruppo privato, essi stanno in realtà operando e pubblicando in uno spazio
pubblico e ciò che viene detto potrebbe avere conseguenze imprevedibili.
Se ti senti attaccato, vittima di bullismo, offeso e discriminato a causa della tua nazionalità,
razza, religione, sesso, genere, orientamento sessuale, disabilità o età, online o nella vita reale,
non è uno scherzo e hai diritto a chiedere atti di compensazione e sostegno concreto, nei modi
previsti dalle leggi del tuo Paese.
L'artista britannico Dean Atta affronta la questione delle offese all'interno di gruppi nella sua
poesia “I Am Nobody’s N****” www.deanatta.co.uk
Il progetto LIGHT ON ha prodotto una serie di risorse, come ad esempio un manuale sull’hate speech, che può essere utile per identificare discorsi di odio online. Questo materiale si trova sul sito web del progetto LIGHT ON.
Segnalare un contenuto online che istiga all’ odio farà qualche differenza?
In breve, Sì!
L'azione più efficace contro i contenuti di incitamento all’odio origina dallo sforzo di
collaborazione tra la società civile e Provider di Servizi Internet (ISP) o piattaforme di social
media. Nel 2013 Women, Action and The Media (Associazione no-profit del Nord America
impegnata nella difesa dei diritti di genere) e il Progetto "Everyday Sexism" (che esiste per
catalogare eventi di sessismo giornalmente subiti da donne) hanno condotto una campagna di
successo per cambiare le norme della community di Facebook in materia di discorso di
incitamento all’odio contro le donne:
"Per molto tempo Facebook ha tollerato contenuti che incitavano la violenza contro le donne,
sostenendo che queste pagine rientrrassero nella sezione "umorismo" delle loro linee guida, o
che fossero espressione di "libertà di parola." Tuttavia Facebook si é dimostrato disposto a
reprimere altre forme di incitamento all’odio, come espressioni di antisemitismo, islamofobia e
omofobia, senza chiamare in causa alcuna deroga."
Il quadro normativo, la ricerca e l'istruzione, in combinazione con una comunità organizzata di
utenti di Internet che segnalano e si oppongono ai contenuti che incitano all’odio online, ha
prodotto risultati nella creazione di una nuova sottocultura di cittadini del cyberspazio, uniti
contro ogni forma di incitamento all'odio.
Google ha prodotto strumenti che permettono agli utenti di segnalare i messaggi che violano le
norme e le condizioni d'uso di Google per quanto riguarda i contenuti che incitano all’odio:
"Dall’ omofobia e dal razzismo, fino all’ estremismo politico e religioso, i contenuti che istigano al
razzismo su Internet sono sempre più preoccupanti. YouTube e altri prodotti Google come G+
hanno severe Norme della community ed offrono strumenti efficaci per segnalare i contenuti
inappropriati ".
Un altro esempio è il Manuale di provvedimenti per la cyber-sicurezza della Lega Anti-
Diffamazione (ADL), che aiuta gli utenti di Internet ad utilizzare al meglio i vari meccanismi
disponibili per segnalare i discorso di incitamento all’odio.
Il progetto LIGHT ON ha prodotto una serie di risorse, come ad esempio un manuale sull’hate speech, che può essere utile per identificare discorsi di odio online. Questo materiale si trova sul sito web del progetto LIGHT ON.
Dove e come posso segnalare i discorsi di odio online? Quando incontri un contenuto che istiga all’odio online, cosa fare in gran parte dalla piattaforma in cui è pubblicato il contenuto. In linea di principio, al fine di intraprendere azioni sicure ed efficaci per segnalare, rimuovere e marcare come discorso di odio, dovresti portare a termine le seguenti operazioni:
Fase 1:
Documentare il caso specifico di incitamento all’odio online
Questo passo è fondamentale, perché i contenuti dei social media
vengono facilmente rimossi e le pagine web vanno perse.
Immediatamente copia l'URL e fai uno screenshot dello schermo
(screen grab su mac).
Fallo per tutti i casi che trovi, a prescindere dal mezzo in cui si trova il contenuto che istiga all’odio. Ad esempio, se ricevi una
email contenente espressioni di odio, salvala nella casella di posta elettronica, ma fai anche uno screenshot della email sul tuo schermo: può essere un modo più efficace di condividerla e conservarla ai fini della segnalazione.
Fase 2: Cercare le Condizioni di utilizzo o le Linee guida della community della piattaforma in questione
Questo passaggio non dovrebbe richiedere più di qualche minuto del tuo tempo e dovrebbe fornirti tutte le indicazioni necessarie per segnalare un contenuto di incitamento all’odio, compresa la definizione del termine da parte del provider. Le Condizioni di utilizzo o le Linee guida della Community dovrebbero anche indicare dove e come puoi segnalare il contenuto e quali misure il Provider intenda adottare per risolvere la contestazione. Ecco i link per alcuni popolari social media e siti web, con le loro regole e il modo per segnalare un caso direttamente a loro: Mass Media principali Se un contenuto che istiga all'odio compare sulle pagine web dei mass media tradizionali (giornali, televisioni, emittenti radiofoniche), o sul sito di un quotidiano o di un’emittente televisiva, leggi le Condizioni di utilizzo e le norme di moderazione, che di solito si trovano nel parte più bassa della homepage (come le condizioni di utilizzo del New York Times). The Guardian ha delle Norme della community per la moderazione dei commenti nei forum, in aggiunta alle Condizioni di utilizzo, che regolano i contenuti prodotti dagli utenti. In Italia i siti web dei maggiori quotidiani riportano le norme legate alle Privacy nella parte bassa della homepage, mentre solo alcuni riportano regole più ampie, come i Termini e condizioni di utilizzo accessibili dalla homepage del sito internet de Il Fatto Quotidiano.
Fase 3: Scrivere la contestazione o la segnalazione
Hai raccolto le prove e letto e compreso ciò che puoi segnalare. Ecco
alcuni consigli utili su come scrivere la tua contestazione:
Sii concreto - esponi i fatti del caso - osserva la regola inglese delle
5W: cosa è successo, dove e quando, chi l’ha fatto e perché lo trovi
offensivo. Allega le tue prove (screenshot dello schermo e
collegamento URL).
Sii specifico - non dare per scontato che le persone che leggono la tua segnalazione
comprenderanno perché qualcosa é offensivo per te. Può darsi che essi vivano e lavorino in
un'altra parte del mondo e parlino anche una lingua diversa. Spiega le ragioni per cui ritieni che
il contenuto che stai segnalando sia sgradevole e offensivo, facendo riferimento alle sezioni
specifiche delle loro condizioni di utilizzo e/o linee guida della Community.
Sii chiaro - non entrare nel merito delle tue emozioni. Immagina la persona che legge la tua
contestazione, ha bisogno di fatti e probabilmente ha poco tempo per leggere la tua
segnalazione. Quindi fornisci loro i fatti e sii chiaro su ciò che vuoi che venga fatto riguardo al
contenuto offensivo che stai segnalando.
Sii realistico - assicurati di chiedere loro di fare qualcosa che sono effettivamente in grado e
autorizzati a fare secondo le loro regole o secondo la legge.
Sii sicuro - chiedi il parere dei gruppi di sostegno che potrebbero aver già avuto a che fare con
segnalazioni di problemi simili. Puoi metterli in copia nella tua email quando fai la segnalazione.
Non è consigliabile comunicare direttamente con chi pubblica materiale offensivo, soprattutto se
il contenuto é nella pagina o nel sito web di un gruppo di incitamento all’odio o se invece lo hai
ricevuto con una email diretta, potrebbe esporti ad essere preso di mira e ad altri atti di bullismo.
Se decidi di comunicare direttamente con chi ha incitato all’ odio, assicurati che le tue
informazioni personali siano protette e considera l’opportunità di utilizzare un account email
differente da quello usato abitualmente.
Siti web e ISP
Se il caso di incitamento all’odio è su un sito web di un'organizzazione o di un gruppo, è
possibile contattare prima il provider ISP, tenuto conto che molti di loro hanno le proprie
'Condizioni di utilizzo'. Per identificare il Provider che ospita un certo sito, o l’intestatario della
registrazione di un dominio del sito web è possibile utilizzare uno dei tanti motori di ricerca dei
domini di registrazione, come http://who.is oppure http://www.betterwhois.com. Per l’Italia si può
anche far riferimento al Registro della Naming Authority Italiana, il NIC, l’unico soggetto presso
cui si può chiedere, modificare o cancellare uno o più domini*.it. www.nic.it/web-whois.
Standard della comunità
Segnalazione
Informazioni utili
Le regole di Twitter
Segnalazione
Informazioni utili
Condizioni di utilizzo
Segnalazione
Informazioni utili
Linee guida della
community
Segnalazione
Informazioni utili
Google +
Norme e principi
Segnalazione
Informazioni utili
YouTube Incitamento all'odio Segnalazione
Centro norme e
sicurezza
Vimeo Linee guida Segnalazione Informazioni utili
Yahoo
Condizioni
Segnalazione
Informazioni utili
Blogger
Norme per i contenuti
Segnalazione
Informazioni utili
Reddit Condizioni Segnalazione Informazioni utili
Tumblr Linee Guida della
community Segnalazione Informazioni utili
My Space Condizioni di utilizzo Segnalazione Informazioni utili
Norme sui contenuti Segnalazione Informazioni utili
Fase 4:
Segnalazione dei discorsi d'odio online alle forze dell'ordine
Puoi segnalare un caso d’incitamento all’odio alla polizia e chiedere loro
di avviare un’indagine sul caso nella misura in cui questo tipo di
comportamento è soggetto alle leggi nazionali che riguardano
l’incitazione all’odio razziale o etnico.
Il Toolkit del Progetto LIGHT ON ti dà un'idea di cosa ci si può aspettare
dalle forze dell'ordine nel segnalare un discorso d’incitamento all’odio ed
un crimine d'incitamento all’odio. Dai un'occhiata al nostro sito web:
www.lighton-project.eu
In alcuni Paesi, l'applicazione della legge prevede particolari modalità e strumenti predisposti
per la segnalazione un discorso d’incitamento all’odio o di un crimine d'odio online, come ad
esempio il sito True Vision nel Regno Unito. Puoi anche chiamare il commissariato di polizia o la
stazione dei carabinieri più vicini a te e segnalare il caso direttamente a loro.
Infine, puoi contattare un'organizzazione nel tuo Paese che ti possa aiutare a segnalare un
discorso d’incitamento all’odio alla polizia. In Italia, ad esempio, puoi contattare l’UNAR
(www.unar.it) o per i casi che hanno più immediata rilevanza penale l’OSCAD,
Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori ([email protected] o via-
fax: 06 46542406 e 0646542407).
Fase 5: Condividi, mobilita ed organizza
È’ importante ricordare, soprattutto se sei personalmente
attaccato da un contenuto web che incita all’odio, che stai
segnalando, che non sei solo e che non devi affrontarlo
da solo.
Prima di tutto, parlane con la tua famiglia e gli amici, i tuoi genitori e gli insegnanti se sei
minorenne, o con i tuoi colleghi di lavoro, e condividi la tua esperienza e le preoccupazioni con
loro, dal momento che possono darti supporto, informazioni e consigli su come procedere.
In secondo luogo, cerca il sostegno degli esperti che lavorano nelle organizzazioni attive su
questi temi. È’ molto probabile che essi abbiano già affrontato casi simili e che sappiano cosa
fare, cosa ci si può aspettare e come fare le cose al meglio.
In terzo luogo, i tuoi amici e familiari, e le organizzazioni attive su questi temi possono aiutarti a
mobilitare altre persone per segnalare i contenuti che incitano all’odio ed organizzare un'azione
pubblica e una campagna, per farli rimuovere dal sito web ed apportare dei cambiamenti nelle
condizioni generali di utilizzo (come abbiamo visto in precedenza nell'esempio di Facebook e
dei post di sessismo subiti dalle donne). È’ fondamentale non sopportare in silenzio ed é
altrettanto importante spendere la propria voce per affermare l'inaccettabilità dei discorsi d'odio
online, sensibilizzare, agire, chiedere di agire e creare una nuova sottocultura online che
promuova la “tolleranza zero” nei confronti di qualsiasi forma di incitamento all'odio.
Dove trovare informazioni e supporto
Le organizzazioni che possono fornire informazioni e supporto nel segnalare discorsi di odio
online:
Progetto LIGHT ON: www.lighton-project.eu
No Hate Speech Movement
(Campagna del Consiglio d’Europa sulla lotta all’intolleranza e alla discriminazione sul web) :
www.nohatespeechmovement.org
Commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza (ECRI), misure legali per combattere il
razzismo e l'intolleranza negli Stati membri del Consiglio d'Europa:
www.coe.int/t/dghl/monitoring/ecri/legal_research/national_legal_measures/
Progetto ICUD, cofinanziato dal programma Diritti Fondamentali e Cittadinanza, per
sensibilizzare l’opinione pubblica ed esplorare modalità innovative e creative per combattere la
discriminazione online.
Stop Racism and Hate Collective (Stop al razzismo e all'odio collettivo) in Canada:
www.stopracism.ca
The Online Hate Prevention Institute (Istituto per prevenzione dell’odio online) in Australia:
www.ohpi.org.au
Lega anti-diffamazione negli Stati Uniti: www.adl.org
Siti web per le segnalazioni di odio online
Associazione internazionale di hotline Internet - INHOPE: www.inhope.org
Network Internazionale contro l'odio cibernetico - INACH: www.inach.net
Organizzazioni di supporto in Italia:
UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali: www.unar.it e 800.90.10.10
OSCAD - Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori: [email protected] - 06
46542406 e 0646542407
Associazione Carta di Roma: www.cartadiroma.org
Associazione 21 Luglio: www.osservatorio21luglio.org/segnala
ASGI - Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione: www.asgi.it
SOS razzismo: www.sosrazzismo.it
CESTIM: www.cestim.org
COSPE: www.cospe.it
Lunaria: www.lunaria.org e il suo sito “Cronache di ordinario razzismo”