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Comune di Lamporecchio Provincia di Pistoia VARIANTE N.1 AL PIANO STRUTTUREALE E SECONDO REGOLAMENTO URBANISTICO Arch. Giovanni Parlanti Capogruppo Progettista MATE Soc. Coop./Veneto Progetti Arch. Valentina Luisa Batacchi Collaborazione al progetto Pian. Jr. Emanuele Bechelli Elaborazione grafica e GIS D.R.E.Am. Italia Soc. Coop. Dott. Geol. Leonardo Moretti Dott. Geol. Roberto Giannini Studi geologici e VAS Dott. Francesco Scaglione Sistema informativo geologico Dott. Pian. Cinzia Chinni Responsabile del Procedimento Geom. Valentina Cipollini Garante del Procedimento Alessio Torrigiani Sindaco Relazione Geologica di fattibilità Luglio 2015

Secondo Regolamento Urbanistico del Comune di … · Title: Secondo Regolamento Urbanistico del Comune di Lamporecchio Author: Leonardo Moretti D.R.E.Am. Italia Subject: Relazione

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Comune di Lamporecchio

Provincia di Pistoia

VARIANTE N.1 AL PIANO STRUTTUREALE E SECONDO REGOLAMENTO URBANISTICO

Arch. Giovanni Parlanti Capogruppo Progettista

MATE Soc. Coop./Veneto Progetti Arch. Valentina Luisa Batacchi

Collaborazione al progetto

Pian. Jr. Emanuele Bechelli Elaborazione grafica e GIS

D.R.E.Am. Italia Soc. Coop.

Dott. Geol. Leonardo Moretti Dott. Geol. Roberto Giannini

Studi geologici e VAS

Dott. Francesco Scaglione Sistema informativo geologico

Dott. Pian. Cinzia Chinni Responsabile del Procedimento

Geom. Valentina Cipollini Garante del Procedimento

Alessio Torrigiani Sindaco

Relazione Geologica di fattibilità

Luglio 2015

ut07
Formato
STRUTTURALE

Secondo Regolamento Urbanistico del comune di Lamporecchio RELAZIONE GEOLOGICA DI FATTIBILITÀ

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SOMMARIO

PREMESSA ............................................................................................................................... 1

1. INQUADRAMENTO NORMATIVO ......................................................................................... 1

2. DATI DI PIANIFICAZIONE ..................................................................................................... 2

3. GLI ELABORATI GEOLOGICI DEL SECONDO REGOLAMENTO URBANISTICO ............. 4

4. METODOLOGIA DI STUDIO ................................................................................................. 7

Criteri per la definizione delle pericolosità ..................................................................... 7 4.1 Criteri per la definizione delle fattibilità .......................................................................... 8 4.2 Tipologia delle opere di messa in sicurezza ................................................................... 9 4.3

5. INQUADRAMENTO GEOGRAFICO .................................................................................... 10 6. INQUADRAMENTO GEOLOGICO E GEOMORFOLOGICO ............................................... 10

Inquadramento geologico .............................................................................................. 10 6.1 Stratigrafia e tipi litotecnici ............................................................................................ 11 6.2 Inquadramento geomorfologico .................................................................................... 12 6.3

6.3.1 Unità morfologica collinare ........................................................................................ 12 6.3.2 Unità morfologica di raccordo fra collina a pianura .................................................... 13

7. RISCHIO IDRAULICO .......................................................................................................... 15 PREMESSA ............................................................................................................................. 15

Studio Idrologico e Idraulico.......................................................................................... 15 7.1 Bacini idrografici ............................................................................................................ 15 7.2 Metodologia di studio ..................................................................................................... 16 7.3 D.P.C.M. 06/05/2005 - PAI ............................................................................................... 17 7.4

8. LA ZONAZIONE SISMICA DEL TERRITORIO COMUNALE DI PRIMO LIVELLO .............. 18 9. INDAGINI GEOFISICHE ...................................................................................................... 19 10. VALUTAZIONE DELLE PERICOLOSITÀ .......................................................................... 30

Pericolosità geologica ................................................................................................ 30 10.1 Pericolosità sismica locale ........................................................................................ 30 10.2 Pericolosità idraulica .................................................................................................. 31 10.3

11. CONDIZIONI GENERALI DI FATTIBILITÀ ........................................................................ 32

Fattibilità per fattori geomorfologici .......................................................................... 32 11.1 Fattibilità per fattori sismici ....................................................................................... 34 11.2 Fattibilità per fattori idraulici ...................................................................................... 35 11.3

12. LIMITAZIONI IMPOSTE DAL PAI ...................................................................................... 38 13. LIMITAZIONI IMPOSTE DALLA L.R.T. 21/05/2012 N.21 .................................................. 38 14. LIMITI E CONDIZIONAMENTI ALLE PREVISIONI URBANISTICHE E INFRASTRUTTURALI ............................................................................................................. 38 CONCLUSIONI ........................................................................................................................ 47

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ALLEGATI:

Allegato in testo: Disposizioni per la redazione della Relazione Geologica e sulla programmazione ed esecuzione delle indagini geologiche e delle prospezioni geognostiche Allegato G.1: Repertorio dei dati geologici – Pozzi da archivio ISPRA Allegato G.2: Relazione sulle indagini geofisiche Cartografie in aggiornamento del Quadro Conoscitivo del Piano Strutturale GQc 01 – Carta litotecnica e dei dati geologici GQc 02 – Carta delle Microzone Omogenee in Prospettiva Sismica (MOPS) GQc 03 – Carta delle aree a pericolosità geologica GQc 04 – Carta delle aree a pericolosità sismica locale Cartografie di progetto GPr 1.1 – Carta di fattibilità per fattori geologici e sismici Zona Est GPr 1.2 – Carta di fattibilità per fattori geologici e sismici Zona Ovest GPr 2.1 – Carta di fattibilità per fattori idraulici Zona Est GPr 2.2 – Carta di fattibilità per fattori idraulici Zona Ovest

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PREMESSA

La presente relazione, definisce le condizioni di fattibilità per fattori geomorfologici, sismici e idraulici delle previsioni urbanistiche e infrastrutturali del secondo Regolamento Urbanistico del Comune di Lamporecchio. I contenuti della relazione geologica prendono considerano gli studi geologici e idraulici redatti a supporto dei precedenti atti pianificatori: 1. il Piano Strutturale approvato nel febbraio 2007, 2. il primo Regolamento Urbanistico approvato nell’aprile 2009. 1. INQUADRAMENTO NORMATIVO Viene fatto riferimento al seguente quadro normativo:

D.P.C.M. 6 maggio 2005: PAI - "Approvazione del Piano di Bacino del Fiume Arno, Stralcio Assetto Idrogeologico" (GU n. 230 del 3 ottobre 2005).

Legge Regionale n. 1 del 03/01/2005 (Norme per il Governo del Territorio), con riferimento ai regolamenti ancora vigenti.

Legge Regionale n. 65 del 10/11/2014 (Norme per il Governo del Territorio); con riferimenti all’Art. 104 (Pericolosità idrogeologica e sismica e misure di mitigazione dei rischi. Regolamento) e all’Art. 245 (Regolamenti emanati in attuazione della L.R.T. 1/2005).

D.P.G.R. n. 53/R del 25 ottobre 2011 – Regolamento di Attuazione dell’Art. 62 della Legge Regionale 03/01/2005 (Norme per il Governo del Territorio) in materia di indagini geologiche.

L.R.T. N. 39 21/02/2000 – Legge Forestale della Toscana, s.m. e integrazioni.

D.G.R.T. n. 878 del 08/10/2012 - Riclassificazione sismica del territorio regionale: con cui il territorio comunale di Lamporecchio è inserito in zona sismica 3.

PIT - D.P.R.T. n.45 04/04/2007 Piano di Indirizzo Territoriale, approvato con Delibera 72/07 del 24/07/07.

Decreto del Presidente della Giunta Regionale 9 luglio 2009, n. 36/R. Regolamento di attuazione dell’articolo 117, commi 1 e 2 della legge regionale 3 gennaio 2005 n. 1 (Norme per il governo del territorio). Disciplina sulle modalità di svolgimento delle attività di vigilanza e verifica delle opere e delle costruzioni in zone soggette a rischio sismico.

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2. DATI DI PIANIFICAZIONE

L’atto di pianificazione in oggetto riguarda tutto il territorio, i sistemi insediativi e l’extraurbano, già normati nei precedenti strumenti urbanistici. Le previsioni di maggiore rilevanza e incidenza sul suolo si trovano nella porzione collinare di sud ovest del territorio collinare. Sono modesti gli interventi previsti nel territorio extraurbano, mentre gli interventi principali nella porzione collinare di nord est interessano San Baronto ma con una previsione già in gran parte già attuata. Si elencano di seguito le previsioni di maggiore rilevanza valutate in termini di entità delle trasformazioni. Per le maggiori specifiche si rimanda alla schede di fattibilità strutturate sulla base delle relative schede urbanistiche: Allegato B alle NTA Schede norma di attuazione.

Sigla Sistema Insediativo Superficie trasformata

mq.

PUC 10 Borgano 4.899,121

PUC 12 Borgano 3.512,875

CA 3 Borgano 11.344,642

PUC 9 Borgano 2.972,018

R 3 Borgano 2.668,570

RQ 8 Capoluogo 5.099,071

LC Del. CC.78/04 Capoluogo 8.031,376

RQ 7 Capoluogo 3.119,867

D1 1 Capoluogo 5.530,935

D1 2B Capoluogo 42.468,508

D1 2A Capoluogo 22.312,405

PA 1 Capoluogo 7.720,144

CA 1 Capoluogo 17.276,731

CA 2 Capoluogo 8.348,608

D2 1 Capoluogo 4.136,550

PUC 13 Cerbaia 4.592,031

PUC 16 Cerbaia 2.656,858

IDP 1 Cerbaia 19.576,289

IDP 2 Cerbaia 9.416,643

IDP 3 Cerbaia 4.920,848

PUC 15a Cerbaia 3.087,542

PA 3 Cerbaia 9.819,293

PUC 14 Cerbaia 3.206,068

PA 2 Cerbaia 8.398,034

PA 4 Mastromarco 65.123,319

PUC 20 Mastromarco 2.270,872

IDP 8 Mastromarco 2.792,478

IDP 7 Mastromarco 2.246,519

R 5 Mastromarco 2.877,895

PUC 21 Mastromarco 2.890,898

PUC 18 Mastromarco 4.805,284

RQ 21 Mastromarco 10.721,134

PUC 4 Papone 5.905,527

PA Del. CC.36/01 Variante al PA Del.CC.8/14

San Baronto 91.069,157

Ars 1 San Baronto 4.897,229

PUC 1 San Baronto 2.364,764

PUC 2 San Baronto 2.906,339

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Gli elaborati di progetto del secondo Regolamento Urbanistico sono i seguenti: - Tavola Stato di attuazione del R.U. – Territorio aperto scala 1:10.000 - Tavola Stato di attuazione del R.U. – Sistemi urbani I scala 1:5.000 - Tavola Stato di attuazione del R.U. – Sistemi urbani II scala 1:5.000 - Relazione di monitoraggio - Tavola 01 Disciplina del Territorio Rurale scala 1:10.000 - Tavola 02 Disciplina dei suoli - San Baronto scala 1:2.000 - Tavola 03 Disciplina dei suoli - Porciano e Fornello-Orbignano scala 1:2.000 - Tavola 04 Disciplina dei suoli - Capoluogo Nord scala 1:2.000 - Tavola 05 Disciplina dei suoli – Capoluogo Sud, Borgano e Papone scala 1:2.000 - Tavola 06 Disciplina dei suoli - Cerbaia – Poggio alla Cavalla scala 1:2.000 - Tavola 07 Disciplina dei suoli - Mastromarco – Massaini scala 1:2.000 - Relazione Generale - Norme Tecniche di Attuazione, con relativi allegati che ne costituiscono parte integrante: A - Elenco Patrimonio Edilizio, B - Normativa Urbanistica Specifica, C Previsioni confrontate con il 1° Regolamento Urbanistico, D - Dimensionamento e verifica standards, E - Individuazione dei beni sottoposti a vincolo ai fini espropriativi, F Reiterazione del vincolo a fini espropriativi; - Relazione Geologica di Fattibilità con relativi allegati. Documenti della Valutazione Ambientale Strategica composta da: Rapporto Ambientale con relativi allegati e Relazione di Sintesi non tecnica.

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3. GLI ELABORATI GEOLOGICI DEL SECONDO REGOLAMENTO URBANISTICO

Per la definizione delle fattibilità per fattori geologici, sismici e idraulici, si sono dovuti aggiornare e integrare gli elaborati di pericolosità del Piano Strutturale in quanto redatti secondo criteri facenti riferimento a normative non più vigenti. Con riferimento alla L.R.T. 65/2014 l’Art. 104 (Pericolosità idrogeologica e sismica e misure di mitigazione dei rischi. Regolamento) e l’Art. 245 (Regolamenti emanati in attuazione della L.R.T. 1/2005) consentono, allo stato attuale, di pianificare secondo quanto prescritto D.P.G.R. n. 53/R del 25 ottobre 2011 – Regolamento di Attuazione dell’Art. 62 della Legge Regionale 03/01/2005. Considerato che in occasione della redazione del primo Regolamento Urbanistico del 2009 si sono aggiornati e integrati i principali documenti del Piano Strutturale e che negli ultimi anni non si sono verificate modifiche significative all’assetto idrogeologico e alla condizioni ambientali della zona, si sono ritenuti validi alcuni elaborati di base del R.U. 2009 la cui modifica è rimandata ad una eventuale variante generale al Piano Strutturale. In sintesi si sono redatti i seguenti documenti cartografici, siglati in modo da distinguerli da quell i di progetto, G sta per elaborati geologici, Qc elaborati in aggiornamento del Quadro Conoscitivo del P.S. in scala 1:10.000, Pr elaborati geologici di progetto, carte di fattibilità per i tre fattori in scala

1.4.000.

Le condizioni di pericolosità sono descritte nei seguenti elaborati cartografici redatti in aggiornamento del Quadro Conoscitivo del Piano Strutturale in scala 1:10.000: GQc 01 – Carta litotecnica e dei dati geologici GQc 02 – Carta delle Microzone Omogenee in Prospettiva Sismica (MOPS) GQc 03 – Carta delle aree a pericolosità geologica GQc 04 – Carta delle aree a pericolosità sismica locale Le condizioni di fattibilità delle previsioni urbanistiche e infrastrutturali sono descritte nei seguenti elaborati cartografici in scala 1.4.000: GPr 1.1 – Carta di Fattibilità per fattori Geologici e Sismici Zona Est scala 1:4.000. GPr 1.2 – Carta di Fattibilità per fattori Geologici e Sismici Zona Ovest scala 1:4.000. GPr 2.1 – Carta di Fattibilità per fattori Idraulici Zona Est scala 1:4.000. GPr 2.2 – Carta di Fattibilità per fattori Idraulici Zona Ovest scala 1:4.000. Le condizioni di pericolosità e fattibilità vengono descritte in questa relazione e nei suoi allegati:

- Relazione Geologica di Fattibilità. (Allegato 1 in testo: Disposizioni per la redazione della Relazione Geologica e Geotecnica e sulla programmazione ed esecuzione delle indagini geologiche e delle prospezioni geognostiche).

- Tabella Generale di Fattibilità.

- Allegato G1: Repertorio dei dati geologici - Pozzi da archivio ISPRA

- Allegato G2: Relazione sulle indagini geofisiche. In relazione alla Carta litotecnica e dei dati geologici Tavola GQc 01, si sono modificati i temi della Carta geologica del Piano Strutturale, considerando il CARG come richiesto dalla normativa regionale. In relazione alla pericolosità geologica, descritta nella Tavola GQc 03 - Carta delle Aree a Pericolosità Geologica, gli adeguamenti hanno riguardato l’inserimento in classe di pericolosità 3 porzioni di territorio in condizioni di acclività maggiori del 25%. Non si sono apportate modifiche significative rispetto alle pericolosità da frana del Piano Strutturale del 2006 se non quanto di relativo: - a un più accurato ridisegno delle aree e nuova informatizzazione su GIS più evoluto,

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- alla interpretazione dei nuovi temi derivanti dalla zonazione sismica di primo livello, MOPS, non perdendo comunque il livello informativo delle precedenti ZMPSL; - al riferimento ai tipi litologici del CARG, che ha comportato una modifica alle aree di affioramento delle diverse formazioni geologiche e dei depositi continentali, di conseguenza un diverso ridisegno delle classi 2 e 1. In relazione alla pericolosità sismica la relativa carta, GQc 04 - Carta delle Aree a Pericolosità Sismica Locale, sintetizza i risultati della zonazione sismica di primo livello, inserendo in classe 3 aree stabili suscettibili di amplificazioni locali e mantenendo le relazioni lineari con le pericolosità da frana. In relazione alla pericolosità idraulica non si sono apportate modifiche agli studi idrologici e idraulici e alla Carta di pericolosità idraulica, Tavole 2.1 e 2.2 del Quadro Conoscitivo del R.U. 2009. Costituiscono elaborati di riferimento per gli altri aspetti geologici e idrogeologici i seguenti elaborati redatti in occasione del Piano Strutturale e del primo Regolamento Urbanistico (R.U. 2009): Tavola QC 15.1 Carta dei vincoli sovraordinati del Piano Strutturale. Tavola QC 06 Carta della vulnerabilità della falda del Piano Strutturale.

Studio Idrologico e Idraulico - Allegato A) del Quadro Conoscitivo del R.U. 2009.

Carta delle Zone a Maggiore Pericolosità Sismica Locale – Tavole 1.1 e 1.2 del Quadro Conoscitivo del R.U. 2009.

Carta di Pericolosità per fattori idraulici – Tavole 2.1 e 2.2 del Quadro Conoscitivo del R.U. 2009.

Carta delle Prescrizioni - Tavole 5.1 e 5.2 del Progetto del R.U. 2009. Costituiscono elaborati di riferimento per le fattibilità le carte descriventi le aree a pericolosità geomorfologica e idraulica del PAI; rappresentate mediante stralci cartografici in formato A3 disponibili presso il sito web della stessa Autorità. In particolare: In relazione alla pericolosità geomorfologica: - stralci 37, 49, 50 per la cartografia di sintesi in scala 1:25.000; - stralci 194, 195, 225, 226, 227, 258, 259, 260 per la cartografia di dettaglio in scala 1:10.000. In relazione alla pericolosità idraulica: - stralci 37, 49, 50 per la cartografia di sintesi in scala 1:25.000; - stralci 258, 259, 260 per la cartografia di dettaglio in scala 1:10.000. Questi documenti sono attualmente in fase di revisione nell’ambito del Piano di Gestione Rischio Alluvioni che sarà approvato entro 2015. Costituiscono elaborati di riferimento vincolistico per gli aspetti idrogeologici le zonizzazioni del territorio in base agli articoli del progetto di Piano di Bacino Stralcio “Bilancio Idrico" redatto dall'Autorità di Bacino del Fiume Arno”. Oltre alle Carte di Fattibilità, la fattibilità geologica, sismica e idraulica delle previsioni è descritta dalla Tabella generale di fattibilità per gli interventi in aree extraurbane e dalle schede di fattibilità per le previsioni di maggiore importanza, i perimetri delle quali sono evidenziati nelle

carte di fattibilità (interventi). La Relazione geologica di fattibilità descrive la metodologia di studio adottata, i contenuti delle cartografie prodotte, sintetizza gli elementi che possono determinare limitazioni alle utilizzazioni previste, e dai quali possono discendere soluzioni alternative o contromisure da adottare.

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Tav. GQc 01 Carta litotecnica e dei dati geologici: contiene informazioni sulle caratteristiche litotecniche dei terreni nei primi metri di profondità dal piano campagna, riscontrate ed analizzate per mezzo soprattutto delle indagini geologiche e prospezioni geognostiche effettuate sul territorio comunale che si sono potute reperire. Tav. GQc 02 – Carta delle Microzone Omogenee in Prospettiva Sismica: suddivide il territorio sulla base di studi di microzonazione sismica di livello 1, relativamente ai principali centri abitati secondo i criteri indicati dal D.P.G.R. 53/R/2011, le specifiche tecniche definite negli ICMS nonché sulla base delle specifiche tecniche di cui al O.D.P.C.M. 3907/2010. In questa carta sono riportate anche le misure delle frequenze fondamentali dei depositi e le colonne stratigrafiche tipo per le varie situazioni che caratterizzano il territorio comunale. CARTE DI PERICOLOSITÀ: Tav. GQc 03 – Carta delle aree a pericolosità geologica: descrive la zonizzazione in quattro classi di pericolosità per fattori geologici e geomorfologici nella quale sono distinte le varie porzioni del territorio comunale secondo i criteri indicati dal D.P.G.R. 53/R/2011, e dal Piano di Assetto Idrogeologico dell'Autorità di Bacino del Fiume Arno. Tav. GQc 04 – Carta delle aree a pericolosità sismica locale: descrive la zonizzazione di pericolosità per fattori sismici nella quale sono distinte le varie porzioni del territorio comunale, relativamente ai principali centri abitati, secondo i criteri indicati dal D.P.G.R. 53/R/2011. La carta deriva da una elaborazione e semplificazione dei temi della carta delle MOPS. Le pericolosità per fattori idraulici sono state definite sulla base degli studi idrologici e idraulici redatti a supporto del primo Regolamento Urbanistico: Studio Idrologico e Idraulico – Allegato A del Quadro Conoscitivo del R.U. 2009.

CARTE DI FATTIBILITÀ: Tav. GPr 1 – Carta di fattibilità per fattori geologici e sismici (Est e Ovest) Tav. GPr 2 – Carta di fattibilità per fattori idraulici (Est e Ovest) Derivano dalla sovrapposizione delle previsioni urbanistiche e infrastrutturali, sulle pericolosità. Tramite GIS e operazioni ai geoprocessing i poligono descriventi gli interventi, vengono suddivisi in funzione della vulnerabilità loro attribuita e grado di pericolosità riscontrato.

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4. METODOLOGIA DI STUDIO

Criteri per la definizione delle pericolosità 4.1 Per la definizione della fattibilità per fattori geomorfologici, geotecnici, sismici, idrogeologici e idraulici si sono utilizzati criteri già sperimentati in altre occasioni confrontandoli con quanto redatto nell’ambito degli studi geologici e idraulici a corredo delle precedenti varianti; il quadro conoscitivo di base del Piano Strutturale del 2007 e del primo Regolamento Urbanistico del 2009 è stato adeguato alle disposizioni del “53/R”, con riferimento alle tre principali problematiche di rischio geologico, idraulico e sismico. In sintesi: 1. Elementi geologici di base: per il substrato geologico si è fatto riferimento alle zonazioni del

CARG, come suggerito dalla disposizioni regionali; la “nuova” geologia del territorio è a zone diversa da quella descritta negli elaborati geologici del Piano Strutturale.

2. Depositi alluvionali attuali, recenti e terrazzati: sono stati modificati in quanto sia quelli descritti

negli elaborati del 2007 che quelli riportati nel CARG riportavano condizioni non riscontrate sul campo e per fotointerpretazione.

3. Elementi geomorfologici: è stato riverificato rilievo geomorfologico eseguito in occasione del

P.S. e del primo R.U. senza apportarvi significative modifiche. Gli elementi geologici e geomorfologici di cui ai punti precedenti sono stati riportati nella Carta litotecnica e dei dati geologici. 4. Caratteristiche litotecniche: nella Carta litotecnica e dati geologici in scala 1:10.000 si sono

definiti i seguenti accorpamenti (dei litotipi secondo CARG): Depositi alluvionali attuali e recenti (Depositi alluvionali attuali, Depositi alluvionali recenti, terrazzati e non terrazzati), Limi argilloso-sabbiosi ed argille sabbiose, Conglomerati e ciottolami ad elementi arenacei, Arenaria (Macigno).

5. Dati di base geologici: sono state integrate nella relativa cartografia le indagini di cui al repertorio

del primo Regolamento Urbanistico con un aggiornamento del mirato alla ricerca di prospezioni nelle zone di maggiore interesse per la redazione delle MOPS. In sintesi:

- 19 saggi con escavatore meccanico significativi,

- 158 prove penetrometriche statiche CPT,

- 36 prove penetrometriche dinamiche “leggere” DIM,

- 32 prove penetrometriche “pesanti” DPSH,

- 16 sondaggi geognostici a carotaggio continuo,

- 1 sondaggio geognostico con prova Down Hole,

- 45 indagini geofisiche tipo MASW. 6. Acclività dei versanti: sono state elaborate zonazioni di acclività con i seguenti intervalli 0 – 5%,

5 – 10%, 10 – 15%, 15 – 25%, 25 – 35%, >35%. Non è stata prodotta la relativa cartografia, ma le diverse classi sono state utilizzate per la definizione dei limiti fra le classi di pericolosità geologica 1 e 2 (classe 1< 15%) e la individuazione dei depositi detritici con pendenze maggiori del 25%.

7. Pericolosità geologica: La carta delle aree a pericolosità geologica in scala 1:10.000 è stata

redatta rielaborando gli elementi geomorfologici derivanti dalla loro revisione e adeguamento, tenendo anche conto delle elaborazioni sui depositi detritici di varia origine contenuti nel CARG. Non essendo stata redatta una nuova Carta geomorfologica in legenda si descrivono le pericolosità correlandole al processo che le ha originate, in modo da non perdere informazioni.

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Per quanto riguarda le frane quiescenti e quelle attive o non stabilizzate si sono considerate le relative aree di influenza, applicando un buffer di 8 m. per le prime e di 12 m. per le seconde, procedura che era stata seguita in occasione dei precedenti studi per ottenere la coerenza con le pericolosità geomorfologiche del PAI.

8. Pericolosità idraulica: le pericolosità per fattori idraulici sono state definite sulla base degli studi

idrologici e idraulici redatti a supporto del primo Regolamento Urbanistico: Studio Idrologico e Idraulico – Allegato A del Quadro Conoscitivo del R.U. 2009.

Lo Studio Idrologico e Idraulico è composto dai seguenti elaborati cartografici descriventi i battenti idraulici determinati dagli eventi di piena con tempi di ritorno di 20, 30, 100 e 200 anni, come derivanti dall’applicazione di modelli idraulici in moto vario:

- Sezioni trasversali

- Carta dei battenti idraulici per eventi di piena con Tr di 20 anni

- Carta dei battenti idraulici per eventi di piena con Tr di 30 anni

- Carta dei battenti idraulici per eventi di piena con Tr di 100 anni

- Carta dei battenti idraulici per eventi di piena con Tr di 200 anni

A questi elaborati, in fase di progetto, si deve fare riferimento per:

- la definizione delle caratteristiche morfologiche e topografiche dell’area oggetto di intervento, da verificarsi, eventualmente, in sede di approfondimento delle indagini.

- la definizione delle opere di messa in sicurezza idraulica da verificarsi rigorosamente, eventualmente, in sede di approfondimento delle indagini;

- La definizione delle eventuali opere di messa in sicurezza idraulica di tipo strutturale, dovrà essere supportata da Studi Idrologici e Idraulici a livello di sottobacino e di progetto definitivo.

9. MOPS e pericolosità sismica: le MOPS sono state definite in sostanza su tutto il territorio

comunale, in quanto considerando un intorno significativo dei centri abitati si otteneva una saldatura fra i vari territori che rendeva inutili il considerarli singolarmente. Sono stati incrociati i dati litotecnici, con quelli geomorfologici, con i dati delle prospezioni e dei pozzi ISPRA, con i risultati delle indagini geofisiche appositamente eseguite. La definizione delle ZONE è stata supportata dalla sezione litostratigrafica A – A’ - B riportata oltre in questo testo. Le colonne litostratigrafiche riportate a margine della legenda delle MOPS sono relative a tutte le situazioni che possono riscontrarsi nel territorio comunale. I temi geomorfologici, strutturali e stratigrafici riportati in carta considerano anche l’impostazione delle ZMPSL. La Carta delle aree a pericolosità sismica locale è una diretta emanazione, semplificata delle MOPS.

Criteri per la definizione delle fattibilità 4.2 Per la definizione della fattibilità per fattori geomorfologici, geotecnici, sismici, idrogeologici e idraulici come descritto di seguito. Fattibilità per fattori geologici, idraulici e sismici: la relativa cartografia è stata redatta alla scala 1:4.000 e descrive le sei aree principali in cui è stato suddiviso il territorio pianificato dai progettisti alla scala 1:2.000. Le classi di fattibilità sono state definite secondo i criteri del “53R” più completamente descritti oltre nel testo. Nella carta di fattibilità per fattori geologici e sismici le campiture sono associate ai primi, in colore le fattibilità sismiche. Con tecniche di geoprocessing si sono incrociati tipologie di previsione con pericolosità. Per quanto riguarda le pericolosità idrauliche il metodo è stato applicato sistematicamente, per cui sono numerose le aree di previsione che riportano al loro interno diversi gradi di fattibilità, in questo caso è da intendersi che i relativi progetti definitivi o piani attuativi ne dovranno tenere conto possibilmente destinando le aree in fattibilità condizionata a tipologie edificatorie o utilizzo compatibili. I poligoni delle fattibilità

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geologiche sono meno frammentati, in quanto si è preferito attribuire alla classe superiore quelle porzioni di previsione con superfici minori del 10% della totale. In genere la fattibilità 1 (quella con assenza di condizionamenti) è stata attribuita a tutte le previsioni che non comportano edificazioni o modifiche morfologiche, quali le aree a verde e arredo stradale. Le altre previsioni ricadenti rispettivamente in pericolosità 1 e 2 mantengono una relazione lineare di fattibilità. Per quanto riguarda le fattibilità per fattori geologici e sismici è stata attribuita la fattibilità 3 agli interventi sul PEE (Patrimonio Edilizio Esistente) ricadenti in pericolosità 3 e 4 che non comportino aumento della vulnerabilità del territorio (in sostanza manutenzioni, adeguamenti ristrutturazioni). Le nuove previsioni o interventi sul PEE di ampliamento mantengono una relazione lineare di fattibilità. Per quanto riguarda la fattibilità per fattori idraulici la relazione lineare è mantenuta per gli interventi in pericolosità 1 e 2, anche per quelli classificati FI1 comunque sono richieste opere di tutela del reticolo idrografico superficiale. La fattibilità idraulica FI3 è attribuita agli interventi sul PEE che non prevedano un incremento della vulnerabiltà del territorio anche se ricadenti in pericolosità I.4 e ad alcune previsioni a bassa vulnerabilità. La fattibilità FI4a, condizionata alla realizzazione, preventiva o contestuale, di opere di messa in sicurezza idraulica anche non strutturali, ai nuovi interventi in I.3 e a significativi interventi sul PEE al di fuori delle aree edificate. La fattibilità FI4b, non compare in questo studio, si inserisce in legenda in ordine a un criterio di sistematicità, descrive interventi la cui attuazione è subordinata alla realizzazione, preventiva o contestuale, di opere di messa in sicurezza idraulica strutturali.

Tipologia delle opere di messa in sicurezza 4.3

Interventi per la messa in sicurezza geologica, geotecnica e sismica sui terreni di fondazione, versanti, rilevati sbancamenti e scavi: - Opere strutturali: opere di contenimento (muri e opere similari), briglie, fondazioni speciali

(palificazioni), terre armate, consolidamenti (tiranti, micropali), palificate (anche di Ingegneria Naturalistica).

- Opere non strutturali: drenaggi, inerbimenti, altre opere di rivegetazione, rimboschimenti, altre opere di Ingegneria Naturalistica (vedi Principi e linee guida per l’Ingegneria Naturalistica – Sviluppi e applicazioni in Toscana, Regione Toscana, AA. VV. 2001).

Interventi e opere di messa in sicurezza idraulica strutturali: casse di espansione o laminazione; aree a laminazione controllata; adeguamenti della sezione idraulica dei corsi d’acqua (alvei, argini fluviali e ponti, pennelli, briglie e altre opere trasversali); arginature. Interventi e opere di messa in sicurezza idraulica strutturali a carattere locale: si tratta di opere

anche non direttamente connesse con i corsi d’acqua, quali aree a laminazione controllata di battenti idraulici anche di transito, adiacenti agli interventi, arginate e con manufatti di sfioro, destinate ad accogliere anche i volumi sottratti all’infiltrazione per le nuove impermeabilizzazioni, con recapito controllato nel sistema fognario o nel reticolo idrografico superficiale, argini di protezione. Interventi e opere di messa in sicurezza idraulica non strutturali: aree di laminazione naturali e

golene, con relazioni dirette con l’intervento, chiaramente definite e confinate; rialzamenti dei terreni oggetto di edificazione a quote superiori al battente idraulico atteso e franco di sicurezza); vasche di accumulo dei volumi riferiti ai battenti idraulici con recapito controllato nel sistema fognario o nel reticolo idrografico superficiale. Sistemi di autosicurezza: per interventi sul Patrimonio Edilizio Esistente, in pericolosità idraulica elevata e molto elevata, in aree edificate, da definirsi e dimensionarsi sulla base degli approfondimenti di indagine di supporto ai progetti definitivi senza incremento delle pericolosità in

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altre aree (rialzamento dei solai e dei piani terra degli edifici, valutati sull’entità del battente idraulico atteso e franco di sicurezza, soglie, paratie stagne, infissi speciali locali accessori e/o vani tecnici isolati idraulicamente, accessi a locali in sottosuolo con soglia a quote superiori al battente idraulico atteso e franco di sicurezza). 5. INQUADRAMENTO GEOGRAFICO Il territorio di Lamporecchio si colloca presso il margine sud orientale della provincia di Pistoia, al confine con la provincia di Firenze, si estende per 22,17 kmq dalle pendici occidentali del Monte Albano al Padule di Fucecchio. Per la gran parte della sua estensione è collinare e va ad occupare una significativa porzione del versante volto a sud ovest della dorsale del Monte Albano, sistemi di rilievi collinari con caratteristiche morfologiche e paesaggistiche di particola rilevanza non solo nel contesto toscano, che separa la valle di Firenze – Prato – Pistoia dalla Valle della Nievole. Il territorio non è solcato da corsi d’acqua di particolare rilevanza, in termini di portata, il principale è il Torrente Vincio, a confine con il comune di Vinci (Firenze), tutti i corsi d’acqua fanno parte del bacino dell’Arno. Essi scorrono in direzione nord est – sud ovest, originando caratteristiche incisioni vallive sul cui fondo si sono deposti sedimenti di natura alluvionale. Le quote variano da 530 metri sul livello del mare del crinale di Monte Fiore ai 15 della stretta striscia di pianura marginale al Padule di Fucecchio. 6. INQUADRAMENTO GEOLOGICO E GEOMORFOLOGICO

Inquadramento geologico 6.1 Per la caratterizzazione geologica del territorio si fa riferimento agli studi di Piano Strutturale rielaborati per quanto riguarda l’assetto litostratigrafico secondo la terminologia del CARG. Il territorio di Lamporecchio interessa l’ambito geografico della Valdinievole e in particolare i corsi d’acqua che afferiscono direttamente al cratere del Padule di Fucecchio Le formazioni geologiche che affiorano nell’area interessata dal rilevamento effettuato, sono riferibili alla Successione Toscana (“Falda Toscana” Aucct.”) rappresentata solo dal “Macigno” (sigla CARG MAC). Nella porzione collinare di sud ovest affiorano terreni do origine lacustre e depositi alluvionali recenti, attuali e di colmata. Successione Toscana MAC (Mg) - Il “Macigno” è presente in facies di Flysch, cioè con alternanza di arenarie quarzoso-

feldspatiche con argilliti e siltiti. Nell'area di Lamporecchio questa formazione affiora estesamente, costituendo una dorsale ad anticlinale stretta, con strati spesso anche verticali verso Est. In gran parte la formazione appare tettonizzata, e interessata da una fitta rete di fratture che rende difficoltoso il riconoscimento della giacitura reale degli strati. Lo spessore degli strati arenacei è generalmente potente, con spessori medi superiori al metro, mentre i livelli siltosi risultano molto più ridotti con spessori medi dell'ordine del decimetro. L'età è l'Oligocene Superiore. Terreni di copertura (di origine continentale) VILg (Qc) - Conglomerati e ciottoli di macigno e sabbie (Villafranchiano): si identificano in una

fascia a contatto diretto con le arenarie e sono caratteristici di un deposito continentale (fluvio-

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lacustre) costituito da ciottoli e blocchi arrotondati di arenaria in matrice sabbiosa, debolmente ce-mentati. I ciottoli sono spesso alterati. VILh (Ql) - Argille grigie, argille sabbiose e sabbie di ambiente lacustre (Villafranchiano): argille grigie di origine continentale, ricche spesso di resti vegetali, argille torbose scure, argille sabbiose e sabbie. Al contatto con la formazione inferiore del Qc, i terreni sabbiosi prevalgono sulle argille; sono presenti livelli di ciottoli ed elementi di macigno e di calcari provenienti dalle formazioni di tipo toscano. L'età è il Villafranchiano. Al tetto delle formazioni sopra elencate vi sono, in forma di coltri superficiali di spessore variabile, quei depositi la cui origine può essere attribuita al Quaternario e così suddivisibili: bnb (at) – Depositi fluvio lacustri terrazzati (Quaternario): si tratta di depositi alluvionali, dovuti

ad una successione alterna di erosione e sedimentazione ad opera dei corsi d'acqua principali; si trovano generalmente sui fianchi delle valli o sui deboli crinali al tetto delle formazioni villafranchiane, in posizione elevata rispetto al letto attuale dei corsi d'acqua. bna (Con) – Depositi di conoide (Quaternario - attuale): depositi di ciottoli, ghiaie e sabbie, si

rilevano generalmente nei fondovalle allo sbocco dei corsi d’acqua secondari nei principali. b – bna (all) - Depositi alluvionali recenti ed attuali (Quaternario - attuale): si tratta di alternanze

di depositi ghiaiosi, sabbiosi, limosi e argillosi, ad andamento lenticolare, con frequenti eteropie laterali, talora con stratificazione incrociata, costituenti i sedimenti più recenti dei corsi d’acqua della Val di Nievole. Interessano strette fasce lungo le valli principali ed hanno generalmente esiguo spessore. Nella zona limitrofa al Padule di Fucecchio si hanno depositi fini di colmata. dt - Detriti e terreni di copertura (Quaternario): sono coltri di materiale incoerente prodotto dalla degradazione delle rocce sottostanti (eluvium), o dal lento accumulo di materiale di disfacimento dilavato dagli agenti atmosferici (colluvium), oppure si tratta di accumuli di frana o frana relitta.

Stratigrafia e tipi litotecnici 6.2 Nella Carta litotecnica e dei dati geologici si riportano le aree di affioramento dei diversi litotipi, nelle sezioni geologiche le loro relazioni stratigrafiche; si utilizza la seguente legenda ottenuta rielaborando i criteri ICMS non ritenuti validi a descrive le condizioni riscontrate sul territorio. Terreni di copertura (spessore minimo considerato 3 m.) GMdtf - detriti eterogenei in matrice argilloso - sabbiosa, ghiaie limose, miscela di ghiaia, sabbia e limo, dei detriti di versante e di frana. Caratteristiche: Da scarsamente a moderatamente addensati, da scarsamente a moderatamente consistenti. GWal - ghiaie, sabbie e limi dei depositi alluvionali attuali, recenti e di conoide. Caratteristiche: da scarsamente a moderatamente addensati, da scarsamente a moderatamente consistenti. VGCat - Ghiaie argillose, miscela di ghiaia, limi, sabbia e argilla dei depositi alluvionali recenti e terrazzati (Vilb). Caratteristiche: Da moderatamente addensati ad addensati, da moderatamente consistenti a molto consistenti. MLat - limi argilloso sabbiosi, sabbie limose, sabbie argillose e argille sabbiose (Vilh). Caratteristiche: Da moderatamente addensati ad addensati, da moderatamente consistenti a molto consistenti. GCc - conglomerati, ciottolami e ghiaie in matrice argillosa, miscela di ghiaia, limi, sabbia e argilla dei depositi terrazzati (Vilg). Da moderatamente addensati ad addensati, da moderatamente consistenti a molto consistenti. RI - Aree modificate, terreni di riporto, terreni contenenti resti di attività antropiche, discarica. Substrato geologico

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LPSmac - Substrato geologico stratificato (MAC - Arenaria Macigno).

Inquadramento geomorfologico 6.3 Il territorio in esame può essere distinto in due unità morfologiche principali: - Unità morfologica collinare, - Unità morfologica di raccordo fra collina e aperta pianura. Tale suddivisione è determinata dalle diverse litologie presenti nella zona, essendo dirette, in questo territorio come in altri, le relazioni fra morfologia, struttura geologica e tipo di rocce.

6.3.1 Unità morfologica collinare All'interno di questa unità di paesaggio, i caratteri morfologici principali sono rappresentati dai rilievi montuosi della catena del Monte Albano con asse orientato NW-SE e quote che vanno dai 350 agli oltre 500 metri sul livello del mare, e versanti degradanti verso SW, con forme più dolci, sino ad una quota di circa 70 m. s.l.m. Questa unità, dal punto di vista litologico, è caratterizzata dall'affioramento della formazione arenacea del Macigno, con prevalenza di soprassuolo boschivo (in genere ceduo di latifoglie varie) alle quote più elevate, sostituito alle quote inferiori da oliveti e subordinatamente vigneti con il tipico modellamento dei versanti a terrazzi. La notevole fratturazione della roccia e la forte acclività dei versanti, creano situazioni di instabilità piuttosto marcate, riguardanti prevalentemente i terreni coltivati, nelle porzioni mediane dei versanti e nei fondovalle. Questa porzione di territorio è caratterizzata dalle evidenze morfologiche delle frane relitte, testimoni di eventi gravitativi originatisi ed evolutisi in condizioni climatiche bene diverse dalle attuali. Le morfologie relitte si individuano chiaramente presso i versanti di San Baronto, determinando a tratti aree di instabilità o situazioni al limite dell’equilibrio. I rilievi in campo comunque hanno evidenziato spessori detritici piuttosto esigui. Oltre alle cause sopra elencate, a luoghi la stabilità dei versanti è complicata dalla giacitura sfavorevole degli strati arenacei (immersione prevalente a Nord-Nord Est, in accordo con l'andamento strutturale generale del Monte Albano), a franapoggio rispetto al pendio. Presso il versante Sud della dorsale, quello che guarda verso Lamporecchio e a quote più basse, la situazione, dal punto di vista della stabilità, appare più tranquilla; queste non mostrano evidenti segni di ripresa del movimento primitivo, ma si tratta pur sempre di masse detritiche, fortemente ri-modellate, potenzialmente instabili; in esse si rilevano concavità e piccoli crolli soprattutto in prossimità di vecchi terrazzamenti antropici in abbandono. Non si sono rilevati nelle indagini situazioni di dissesto in atto presso i nuclei edificati della collina, essi infatti si trovano prevalentemente localizzati in posizione di crinale e fondati su roccia affiorante, quindi in posizione di buona stabilità. Sono rari i casi in cui edifici sparsi occupano le concavità delle vallecole. Uno dei più significativi fenomeni di instabilità si trova presso la località Fornello, sulla strada che collega San Baronto a Vinci, a monte della strada, presso gli edifici, si sono realizzate negli anni passati opere di consolidamento. In particolare a Nord di S. Baronto, presso il versante al di sotto del cimitero, vi è un'area instabile, ora quiescente, che scendendo verso Nord a quote inferiori interessa la sottostante Strada

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Provinciale. Qui, oltre alle cause sopra elencate, la situazione è resa sensibile dalla giacitura sfavorevole degli strati arenacei (immersione prevalente a Nord-Nord Est, in accordo con l'andamento strutturale generale del Monte Albano), a franapoggio rispetto al pendio. Risalendo lungo la Strada Provinciale, verso S. Baronto, si segnala una serie di altri movimenti franosi che interessano la coltre detritica superficiale e che hanno provocato, negli anni passati, danni alla sede stradale. Sul versante Sud della dorsale, quello che guarda verso Lamporecchio, la situazione, dal punto di vista della stabilità, appare più tranquilla, anche se le frane relite e frane quiescenti, come mostrato nella carta del P.S., sono piuttosto frequenti; queste non mostrano evidenti segni di ripresa del movimento primitivo, ma si tratta pur sempre di masse detritiche, fortemente rimodellate, potenzialmente instabili; in esse si rilevano concavità e piccoli crolli soprattutto in prossimità di vecchi terrazzamenti antropici in abbandono. Da sottolineare gli accumuli tra S. Baronto e Giugnano nei pressi del quale, a valle di Via di Giugnano, sono riscontrabili modesti movimenti attivi che interessano le colture arboree ed aree soggette a erosione laterale di sponda da parte della Forra di Beboli. Presso Alberghi, a valle della Strada Provinciale, si rilevano gli accumuli di due frane relitte, potenzialmente instabili, data anche la forte acclività del versante. Un'area soggetta a diffusi dissesti si riscontra nella vallecola del Rio Pozzarello, a SUD-EST di San Baronto, e a SUD dell'abitato di Varazzano. A Spicchio si rileva una frana relitta, fortemente rimodellata e stabilizzata. Ad Est di questo nucleo abitato, sui due versanti della Forra Mulinsegni, altri piccoli movimenti attivi interessano la coltre detritica superficiale; sono anche da segnalare le aree soggette a scalzamento per l'azione erosiva del torrente nei detriti accumulati nel fondovalle. Un'altra frana relitta che attualmente non mostra instabilità, si segnala a Papiano. Nella zona di Porciano si segnala un sistema di frane relitte a Sud e a Sud Ovest del paese, attualmente non attive ma di scarsa stabilità, come confermato da alcuni segni di ripresa all'interno e ai margini di esse. La situazione sopra descritta individua una modesta relazione diretta fra strutture edificate e movimenti gravitativi in atto; i nuclei abitati infatti si trovano prevalentemente localizzati in posizione di crinale e fondati su roccia affiorante, quindi in posizione di buona stabilità. Le aree di espansione edificatoria passata, e anche l'attuale in progetto, seguono le stesse direttrici; i dissesti maggiori, come già accennato in precedenza si rilevano presso i versanti ad utilizzazione agricola, spesso corrispondono a impluvi e a superfici invase da vegetazione infestante, ben individuabili da fotointerpretazione, meno evidenti sul posto e non riconosciuti come tali dagli utilizzatori locali, che, comunque di rado vanno a coltivare in quelle zone. Situazioni di questo genere, anche estese, sono state classificate come "frane quiescenti" risultano evidenziate nella cartografia, zone di: I Pianali, Bufignano, Giugnano Sud, il Poderino, Papiano Sud-Ovest, Lampaggio Sud, Baghera, Al Ronco Nord-Est e altre zone. L'importanza di tali aree è dovuta principalmente alla limitroficità con le aree edificate rurali e con la viabilità di accesso ai vari poderi; la loro presenza con l'acclività contribuisce a conferire all'intero versante che le ospita un certo grado di pericolosità, del quale si dovrà tenere conto in sede di realizzazione di opere viarie, di bonifica, reti trasporto energia, pratiche agricole.

6.3.2 Unità morfologica di raccordo fra collina a pianura Questa unità è rappresentativa di un'area di transizione fra l'ambiente montano collinare e quello di pianura, e va dai 70 m. di quota, ove affiora ancora il macigno in giacitura generalmente favorevole a traverpoggio o a reggipoggio, fino ai 20 m. s.l.m ai limiti sud ovest del territorio comunale.

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I caratteri morfologici principali sono i crinali di modesta altitudine, molto allungati verso la pianura, costituiti dalle formazioni Villafranchiane, separati dalle incisioni dovute all'attività erosiva delle aste fluviali, esauritasi nel Quaternario recente (circa 2.000 anni fa). La zona risulta scarsamente interessata da fenomeni di dissesto in quanto i tratti delle aste fluviali che vi si trovano sono in generale in equilibrio o in deposizione. Si riscontrano alcune limitate forme di erosione superficiale nei pressi di Maestro Marco e nei terreni del Parco di Svagher (o Parco Rospigliosi). Sono frequenti invece le scarpate, in lieve arre-tramento, costituenti per lo più i bordi dei terrazzi o limiti di unità litologiche. In questa zona sussistono invece modesti e localizzati problemi di ristagno d'acqua; l'indagine eseguita ha permesso di individuare aree morfologicamente depresse e di attribuire ognuna di esse ad una classe di pericolosità secondo i criteri illustrati precedentemente. Tali aree caratterizzano generalmente il fondo pianeggiante delle vallecole alluvionali, nella maggior parte dei casi il ristagno è dovuto all'inefficienza del drenaggio superficiale, per fossi non puliti da erba e rifiuti (fossi principali o interpoderali che limitano o impediscono lo smaltimento delle acque); così è per le zone vicino a Casuccia, presso Beboli, a Nord di Fabbrichelle, a Cerbaia, vicino a Poggio alla Cavalla e lungo il Rio Mozzo (Fosso di Mezzo). Talvolta ai bordi delle zone suddette esistono zone a limitato rischio perchè più elevate topograficamente rispetto alle precedenti o per locali cambi di litologia, o per attività antropica, con passaggio a situazioni di maggiore permeabilità e migliore drenaggio.

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7. RISCHIO IDRAULICO

Premessa Il secondo Regolamento Urbanistico è supportato da uno studio idrologico e idraulico redatto da D.R.E.AM. Italia nel 2009 a firma degli ingegneri Silvia Cipriani e Simone Galardini e facente parte del quadro conoscitivo del primo R.U. Allegato A.

Studio Idrologico e Idraulico 7.1 Lo Studio Idrologico e Idraulico è composto dai seguenti elaborati cartografici descriventi i battenti idraulici e di transito determinati dagli eventi di piena con i diversi tempi di ritorno (Tr) come derivanti dall’applicazione di modelli idraulici in moto vario:

1. Sezioni trasversali 2. Carta dei battenti idraulici per eventi di piena con Tr di 20 anni 3. Carta dei battenti idraulici per eventi di piena con Tr di 30 anni 4. Carta dei battenti idraulici per eventi di piena con Tr di 100 anni 5. Carta dei battenti idraulici per eventi di piena con Tr di 200 anni

Lo studio ha analizzato i principali corsi d’acqua individuando le condizioni di rischio idraulico e determinando eventuali battenti di ristagno e di transito con riferimento a degli scenari aventi delle ricorrenze caratteristiche (20, 30, 100 e 200 anni). La geometria delle sezioni trasversali e la quotatura del piano campagna è il risultato di un rilievo topografico alla scala 1:2.000 mirato che è stato integrato, previa validazione e controllo di congruenza, con altri rilievi topografici eseguiti dalla stesso esperto topografo effettuati nella zona. L’analisi svolta in questo studio ipotizza che i fenomeni esondativi si manifestino esclusivamente per tracimazione delle portate di piena attraverso le strutture di contenimento del corso d’acqua considerato e la loro successiva diffusione nel territorio adiacente. Risultano pertanto esclusi fenomeni esondativi indotti da: - collassi di strutture di contenimento (argini), - ostruzioni temporanee delle sezioni fluviali dovute a fenomeni di dinamica d’alveo o al trasporto

di materiale flottante. Le simulazioni idrauliche sono state ripetute con riferimento al tempo di ritorno di 20, 30, 100 e 200 anni; per quest’ultima ricorrenza le verifiche sono state condotte per varie durate dell’evento di pioggia, in modo da coprire le varie condizioni critiche, sia in termini di picco di portata che di volumi sottesi dall’idrogramma di piena.

Bacini idrografici 7.2 L'area oggetto di verifiche idrauliche riguarda tre sistemi idrografici, costituiti da più corsi d’acqua (fatta eccezione per il Fosso di Mezzo, che nel tratto esaminato non presenta affluenti significativi), posti al limite Sud-Est della Provincia di Pistoia; tutti i bacini presentano la tipica forma allungata dei bacini appenninici ed hanno una morfologia a prevalente carattere collinare. Il bacino idrografico del Fosso di Mezzo presenta un andamento Nord-Est Sud-Ovest ed è delimitato a Nord dalla catena appenninica del Montalbano, ad Est dal bacino del Fosso di Greppiano, ad Ovest dagli abitati di Larciano Castello e San Rocco, ed è stato chiuso, per il presente studio, a Sud in corrispondenza della confluenza fra il Fosso di Mezzo con il Fosso di Varignano, affluente secondario di destra a carattere campestre.

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Il bacino del Fosso di Greppiano, di cui il Rio Lamporecchio è un importante affluente di sinistra, è delimitato ad Est ed a Ovest rispettivamente dai bacini del Fosso di Borgano e del Fosso di Mezzo, a Nord dalle propaggini della catena del Montalbano ed è chiuso a Sud in località il Quercione. Infine il bacino idrografico del Fosso di Borgano, congiuntamente a quelli dei suoi sottobacini di sinistra formati dal Fosso di Gorgonesco e dal Rio della Lecceta, è delimitato a Nord ed a Ovest dal bacino limitrofo del Fosso di Greppiano, ed è stato chiuso, per l’analisi d’interesse, a Sud in località Casa Laghetto II, in corrispondenza della confluenza fra il Rio Borgano ed il Fosso della Lecceta. Da un punto di vista geografico i tre bacini sono delimitati nella zona Sud dalla frazione di Mastromarco, ad Est da Cerbaia ed a Nord-Ovest dalla zona collinare del Montalbano.

Metodologia di studio 7.3 Lo studio è stato condotto sviluppando le seguenti fasi di lavoro: 1. Rilievo topografico dettagliato delle sezioni idrauliche significative ai fini della verifica dei corsi

d’acqua analizzati, delle opere presenti e del piano campagna circostante, con maggior dettaglio nelle aree con previsioni urbanistiche;

2. Integrazione e validazione dei rilievi topografici preesistenti per renderli congrui e coerenti fra di loro;

3. Sviluppo di modelli tridimensionali della zona in studio in ambiente ArcView – ArcGis (TIN, DEM e GRID), utilizzando le curve di livello ogni due metri ed i punti quotati (entrambi ricavati dalla C.T.R. in scala 1:2.000), ed infittendo il dettaglio con i punti quotati restituiti dai rilievi topografici in corrispondenza dei corsi d’acqua esaminati e del piano di campagna battuto dal rilievo;

4. Studio idrologico e determinazione degli idrogrammi di piena, con i quali sono state impostate le verifiche;

5. Verifica idraulica in moto vario con schema di tipo quasi bidimensionale realizzata sviluppando un modello congiunto HecRas – HecGeoRas che ha permesso la determinazione delle aree di esondazione e la determinazione della carta dei battenti nello scenario di stato attuale;

6. Controllo, validazione e traduzione, mediante digitalizzazione, della carta dei battenti ottenuta dal modello idraulico (sotto forma di grid) in formato shape file ArcView, in modo da renderlo fruibile per la consultazione da parte dell’amministrazione comunale.

I risultati del modello idraulico sono descritti nell’Allegato A ai documenti di RU e fanno parte integrante anche delle norme; gran parte delle aree di fondovalle sono interessate da battenti idraulici di accumulo che per quanto riguarda la Tr 200 hanno come limite i fianchi dei versanti che li delimitano. La Tr 100 e Tr 200 in diversi tratti coincidono, la Tr 20 e Tr 30 coincidono per la quasi totalità dell’era di fondovalle. Le aree determinate dai diversi tempi di ritorno sono state rielaborate e hanno originato la Carta di pericolosità per fattori idraulici dei RU come da disposizioni della Delib. 26/R 2007 (massima estensione del verificarsi del battente di accumulo); sulla base degli stessi risultati è stata rielaborata la carta di pericolosità idraulica secondo i criteri del PAI e considerando i limiti fra le varie classi determinati dall’altezza dei battenti e incrocio fra battenti e tempi di ritorno. Le aree di questa ultima elaborazione sono indicate nella Carta delle Prescrizioni (limite della Tr 100 con

battente h 30 cm. = P.I.3): gli interventi ricadenti in esse dovranno essere autorizzati dall’Autorità di Bacino del Fiume Arno.

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D.P.C.M. 06/05/2005 - PAI 7.4 Il Piano Strutturale del 2006 è stato approvato con la conformità agli elaborati del PAI, in sede del primo Regolamento Urbanistico non si sono operate correzioni alle zonazioni di pericolosità per fattori geomorfologici, i cui perimetri sono rimasti quindi invariati, non essendosi verificate modifiche alla condizioni di stabilità del territorio collinare. A seguito delle condizioni di rischio idraulico rigorosamente riscontrate in occasione del primo Regolamento Urbanistico sono state adeguate le cartografie del PAI secondo i criteri dell’Art. 32 del D.P.C.M. 6 maggio 2005: "Approvazione del Piano di Bacino del Fiume Arno, Stralcio Assetto Idrogeologico" (GU n. 230 del 3 ottobre 2005).

Rispetto alle condizioni di rischio riscontrate sulla base degli eventi storico inventariali la gran parte delle aree di fondovalle è interessato dalle condizioni di rischio determinate dagli eventi di piena con tempo di ritorno di 200 anni, all’interno di questa classe è molto estesa la classe riferita al tempo di ritorno di 100 anni e lo sono anche quelle per i 30 anni e 20 anni, queste due praticamente coincidenti. Questa situazione si determina per le particolari condizioni morfologiche dei fondovalle di larghezza variabile dai 400 ai 100 m. e delimitati molto nettamente dai fianchi dei versanti dei depositi continentali.

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8. LA ZONAZIONE SISMICA DEL TERRITORIO COMUNALE DI PRIMO LIVELLO

La Classificazione Sismica della Toscana del 2012 , realizzata a partire dagli studi di sismicità dell'INGV inserisce il comune di Lamporecchio in zona sismica 3, riconducibile a tutti quei comuni che presentano accelerazioni inferiori a 0,15g con un tempo di ritorno pari a 475 anni. La Giunta Regionale Toscana ha inoltre redatto una normativa per definire la metodologia da mettere in atto in sede di pianificazione urbanistica per la valutazione degli effetti locali e di sito in relazione all'obiettivo della riduzione del rischio sismico. In tale normativa viene richiesto di realizzare la carta delle Microzone Omogenee in Prospettiva Sismica (MOPS) secondo le specifiche tecniche definite negli ICMS (Indirizzi e Criteri per la

Microzonazione Sismica) redatte dal dipartimento della Protezione civile e nelle specifiche tecniche di cui all'O.D.P.C.M. 3907/2010 (allegato A). Gli studi di microzonazione sismica devono individuare le zone in cui le condizioni locali possono modificare le caratteristiche del moto sismico atteso o possono produrre deformazioni permanenti rilevanti per le costruzioni e le infrastrutture. In relazione ai diversi contesti geologico-tecnici, alla pericolosità sismica di base ed in funzione dei diversi obiettivi degli studi di MS, sono individuati tre livelli di approfondimento con complessità ed impegno crescente. In sede di pianificazione territoriale viene richiesto di eseguire almeno gli studi di livello 1, che sono propedeutici ai successivi, che consistono in una raccolta organica e ragionata dei dati di natura geologica, geofisica e geotecnica al fine di suddividere il territorio in microzone qualitativamente omogenee dal punto di vista del comportamento sismico. Tale livello è finalizzato alla realizzazione della carta delle MOPS. Questo elaborato individua le microzone dove, sulla base di osservazioni geologiche, geomorfologiche e dei dati derivati da indagini sismiche, è prevedibile l'occorrenza di diverse tipologie di effetti prodotti dall'azione sismica. Nello specifico la normativa richiede, a supporto della stesura della carta di primo livello, di individuare le:

- zone nelle quali non sono previste significative modifiche dello scuotimento che l’evento sismico causerebbe su terreni rigidi e pianeggianti;

- zone nelle quali lo scuotimento è amplificato per stratigrafia, topografia e per morfologie sepolte;

- zone suscettibili di frane in terreni e in roccia;

- zone potenzialmente suscettibili di liquefazioni e/o addensamento;

- zone interessate da faglie attive e capaci e/o strutture tettoniche;

- zone interessate da cedimenti diffusi e differenziali;

- zone di contatto tra litotipi a caratteristiche fisico-meccaniche significativamente diverse.

Seguendo le direttive degli ICMS le varie microzone, più o meno suscettibili di amplificazione, sono

state definite sia arealmente, tenendo conto anche delle caratteristiche geomorfologiche locali (frane, discontinuità, zone acclivi etc.), sia in profondità, identificando una serie di “stratigrafie tipo” rappresentative delle caratteristiche stratigrafiche di ogni zona. A partire dalla carta MOPS è stata poi realizzata la Carta della pericolosità sismica locale.

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9. INDAGINI GEOFISICHE

In questo capitolo si esprimono considerazioni in merito ai risultati delle indagini geofisiche eseguite di supporto alla redazione delle carta delle MOPS. Le elaborazioni permettono di completare il quadro geologico stratigrafico del territorio, essendo stati ritenuti insufficienti i dati di sottosuolo derivante dal repertorio delle prospezioni geognostiche eseguite a supporto dei progetti edilizi negli anni passati e depositati presso gli uffici comunali in quanto raramente sondaggi geognostici hanno raggiunto il substrato geologico o sono risultati utili (perché poco profondi o eseguiti su spessori esigui di copertura su roccia). Le indagini sono state indirizzate principalmente sull’area dei rilievi collinari ovest e nelle zone di contatto fra macigno e depositi lacustri. In questo studio non si presenta alcun repertorio cartaceo delle prospezioni geognostiche, che rimangono quindi solo distinte e localizzate sulla Carta litotecnica e dei dati geologici; nel relativa tabella del file SHP è invece riportato il codice per la loro identificazione nell’archivio comunale; non si è quindi realizzato un vero geodatabase ma se sono posti i presupposti. L’Allegato 1 contiene una selezione dei pozzi dell’archivio ISPRA, in particolare quelli dotati di certificazione da parte di un professionista e localizzati in prossimità del contatto fra i terreni di copertura fluvio-lacustri e gli affioramenti litoidi collinari, in modo da definire lo spessore dei primi; non si sono considerati i pozzi perforati nelle zone collinari su substrato lapideo affiorante e quelli in aperta pianura che non hanno raggiunto il substrato. Nella Carta dei dati di base sono descritti con diversa simbologia i pozzi che intercettano il substrato geologico negli intervalli 0 – 10, 10 – 20, 20 – 30 ecc. Le indagini geofisiche di approfondimento sono state localizzate in modo da caratterizzare le principali situazioni morfologiche. In Allegato 3 si riportano le relazioni descrittive di cui si fornisce una sintesi in questo capitolo; sono state eseguite n. 17 prove H/V e n. 2 prove sismiche a rifrazione. Tabella 1 - Misure HVSR.

N. Località Frequenza di picco

F0 (Hz)

Ampiezza A

1 La Carraia 2,28 3,51

2 La Casuccia 1,13 3,62

3 Agriturismo La Casina 1,88 2,64

4 Massaini 0,00 0,00

5 Via del Quercione 16,94 2,52

6 Fardello 16,31 2,84

7 Via Poggio di Bobi 23,81 2,11

8 Mattonaie (Neri sottoli) 32,47 1,81

9 Via di Cerbaia 24,97 1,98

10 Via Orbignanese 4,34 3,64

11 SP 123 - Via Casato Ginanni 2,34 2,60

12 Greppiano 3,03 3,01

13 Centocampi 1,75 3,72

14 Molino - Via Giuseppe Giusti 1,28 3,03

15 Giugnano 29,06 2,83

16 Molino del Rio 4,38 4,23

17 Porciano 3,25 3,84

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Il territorio di pianura è costituito da depositi fluviolacustri con spessori crescenti verso sud ovest, cioè verso la parte centrale del bacino. Questi depositi, indagati con i due profili sismici a rifrazione, presentano un buon grado di addensamento e sono caratterizzati da velocità medio alte delle onde SH, comprese tra 350 e 400 m/s. Al di sotto dei depositi alluvionali è presente un substrato roccioso costituito in parte da arenarie Macigno ed in parte dalle argilliti del Complesso di Base. In corrispondenza del profilo ST1 (Loc. Greppiano) le arenarie Macigno sono state intercettate alla profondità di 7-9 metri, e risultano caratterizzate da Vs di 730 m/s. La modesta velocità registrata in questa formazione risulta un

dato anomalo rispetto alle numerose indagini simiche eseguite in questa porzione di Appennino in cui il Macigno ha, nella quasi totalità dei casi, un comportamento da bedrock sismico a tutti gli effetti. Tabella 2 - Velocità nei livelli indagati nei profili sismici.

Le argilliti del Complesso di base non affiorano all’interno del territorio comunale, ma dall’assetto strutturale di questa porzione del Montalbano è ragionevole supporre che costituiscano il substrato dei deposti fluviolacustri nella parte sud occidentale del territorio di pianura. La presenza di arenarie a bassa velocità e di formazioni argillitiche riferibili al Complesso di Base sono in accordo con i modesti valori di ampiezza delle misure H/V; in altre parole le basse velocità del substrato roccioso comportano modesti valori in termini di contrasto di impedenza sismica; a conferma di questo dato risulta che solo 5 valori su 17 misure H/V eseguite, presentano picchi con A>3,5 e solo 1 con A>4. Le indagini sismiche condotte per l’esecuzione delle attività edilizie nel territorio comunale fanno emergere un quadro significativamente discordante rispetto alle prove sismiche condotte per il presente studio, infatti come emerge dallo schema successivo io valori di Vs sono generalmente

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più alti sia per le formazione fluvio-lacustri che per lo stesso macigno. Occorre notare comunque che in alcuni casi anche queste prove hanno individuato basse velocità delle onde Vs all’interno della formazione del Macigno. Tabella 3 - Sintesi delle velocità nei livelli indagati.

All QC QL superf QL profondo MG alt/fratturato

MG

200 749 290 700 904 1180

200-250 500-620 330 470 450 990-1350

105-220 250 348 300 1200

200 450-550 551 1382

337 350 645-775 1017

320 500 688-955 796

280 580 600 975-1250

274 484 585-894 1280

240 597 1100

220 611 826

250 330 1200

237 320

230-340 461

145 430

359

411

Tramite l’elaborazione delle prospezioni geofisiche, l’analisi delle aree di affioramento dei vari litotipi, la realizzazione delle sezioni geologiche e dei log stratigrafici, hanno permesso la definizione delle Microzone Omogenee in Prospettiva Sismica (MOPS) descritte nella relativa cartografia. In definitiva si sono elaborate le seguenti zone: Zone instabili Scarpata morfologica Scarpata di frana Frana attiva Frana quiescente Aree interessate da franosità diffusa Erosione di sponda fluvio torrentizia Zone suscettibili di instabilità

Frana inattiva Frana inattiva relitta Zona di contatto fra litotipi con caratteristiche fisico – meccaniche significativamente diverse Zona 2A Accumuli detritici di versante su substrato geologico Zone stabili suscettibili di amplificazioni locali

Zona di bordo valle Zona di crinale Zona 2B

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Zone con probabile alto contrasto di impedenza sismica atteso tra copertura e substrato rigido situato entro 30/50 metri di profondità dal piano campagna (limite zona di amplificazione campitura nella carta delle MOPS) Zona 5Aa (conglomerati e sabbie dei terrazzi), Zona 5Ab (depositi alluvionali terrazzati) Zone con probabile medio - alto contrasto di impedenza sismica atteso tra copertura e substrato rigido situato entro 100 metri di profondità dal piano campagna (limite zona amplificazione 5 perimetro evidenziato nella Carta delle MOPS) Zona 3A Zona 3B Zona 5B Zone con basso contrasto di impedenza sismica atteso tra copertura e substrato rigido situato oltre i 100 metri di profondità dal piano campagna Zona 4A Zona 4B Zona 6 Zona 7 Area modificata morfologicamente (Ex Discarica Le Cerbaie) Zona 8A Area modificata morfologicamente (Area industriale 1) Zona 8B Area modificata morfologicamente (Area industriale 2) Zona 9 Area modificata morfologicamente (Ex Cava Mastromarco) Zona 10 Area modificata morfologicamente (Campeggio) Zone stabili

Zona 1 (1A Arenaria Macigno affiorante, – 1B detriti e depositi alluvionali in spessori minori di 3 m.) In definitiva per l’identificazione delle zone a maggior rischio sono risultati di particolare utilità i dati provenienti dalle prospezioni certificate, di zone stabili che mostrano una probabile maggiore possibilità amplificazione sono risultate la 2B, 5Aa e 5Ab, per le quali si ipotizza una profondità del substrato geologico entro un profondità di 50 m. dal piano campagna.

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Figura 1. Sezione A – A’.

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Figura 2. Sezione A’ – B.

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Figura 3. Zone. Situazioni riscontrate sul territorio.

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10. VALUTAZIONE DELLE PERICOLOSITÀ In questo capitolo si descrivono le classi di pericolosità in adeguamento alle disposizioni determinate dal D.P.G.R. n.53/R 25/10/2011, ritenute valide in attesa che vengano emanati i regolamenti di cui all’Art. 104 della L.R.T. 65/2014 come indicato all’art. 245 della stessa legge.

Pericolosità geologica 10.1 G.1 - Pericolosità geologica bassa. Aree in cui i processi geomorfologici e le caratteristiche litologiche, giaciturali non costituiscono fattori predisponenti al verificarsi di processi morfoevolutivi. G.2 - Pericolosità geologica media. Aree in cui sono presenti fenomeni franosi inattivi e stabilizzati (naturalmente o artificialmente); aree con elementi geomorfologici, litologici e giaciturali dalla cui valutazione risulta una bassa propensione al dissesto; corpi detritici su versanti con pendenze inferiori al 25%. G.3 - Pericolosità geomorfologica elevata. Aree in cui sono presenti fenomeni quiescenti; aree

con potenziale instabilità connessa alla giacitura, all'acclività, alla litologia, alla presenza di acque superficiali e sotterranee, nonché a processi di degrado di carattere antropico; aree interessate da intensi fenomeni erosivi e da subsidenza; aree caratterizzate da terreni con scadenti caratteristiche geotecniche; corpi detritici su versanti con pendenze superiori al 25%. G.4 - Pericolosità geologica molto elevata. Aree in cui sono presenti fenomeni attivi e relative aree di influenza, aree interessate da soliflussi.

Pericolosità sismica locale 10.2 S.1 - Pericolosità sismica locale bassa. Zone stabili caratterizzate dalla presenza di litotipi assimilabili al substrato rigido in affioramento con morfologia pianeggiante o poco inclinata e dove non si ritengono probabili fenomeni di amplificazione o instabilità indotta dalla sollecitazione sismica. S.2 - Pericolosità sismica locale media. Zone suscettibili di instabilità di versante inattiva e che

pertanto potrebbero subire una riattivazione dovuta ad effetti dinamici quali possono verificarsi in occasione di eventi sismici; zone stabili suscettibili di amplificazioni locali (che non rientrano tra quelli previsti per la classe di pericolosità sismica S.3). S.3 - Pericolosità sismica locale elevata. Zone suscettibili di instabilità di versante quiescente che pertanto potrebbero subire una riattivazione dovuta ad effetti dinamici quali possono verificarsi in occasione di eventi sismici; zone con terreni di fondazione particolarmente scadenti che possono dar luogo a cedimenti diffusi; terreni suscettibili di liquefazione dinamica (per tutti i comuni tranne quelli classificati in zona sismica 2); zone di contatto tra litotipi con caratteristiche fisico-meccaniche significativamente diverse; aree interessate da deformazioni legate alla presenza di faglie attive e faglie capaci (faglie che potenzialmente possono creare deformazione in superficie); zone stabili suscettibili di amplificazioni locali caratterizzati da un alto contrasto di impedenza sismica atteso tra copertura e substrato rigido entro alcune decine di metri. S.4 - Pericolosità sismica locale molto elevata. Zone suscettibili di instabilità di versante attiva che pertanto potrebbero subire una accentuazione dovuta ad effetti dinamici quali possono verificarsi in occasione di eventi sismici; terreni suscettibili di liquefazione dinamica in comuni classificati in zona sismica 2.

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Pericolosità idraulica 10.3 La definizione delle classi di pericolosità per fattori idraulici derivano dagli studi idrologici e idraulici resi disponibili. I.1 - Pericolosità idraulica bassa. Aree collinari o montane prossime ai corsi d'acqua per le quali

ricorrono le seguenti condizioni: a) non vi sono notizie storiche di inondazioni; b) sono in situazioni favorevoli di alto morfologico, di norma a quote altimetriche superiori a metri 2 rispetto al piede esterno dell'argine o, in mancanza, al ciglio di sponda. I.2 - Pericolosità idraulica media. Aree interessate da allagamenti per eventi compresi tra

200≤TR≤ 500 anni. Al di fuori delle UTOE interessate da previsioni insediative e infrastrutturali, nelle aree non interessate dagli studi idrologici e idraulici, rientrano in classe di pericolosità media le aree di fondovalle per le quali ricorrano le seguenti condizioni: a) non vi sono notizie storiche di inondazioni; b) sono in situazione di alto morfologico rispetto alla piana alluvionale adiacente, di norma a quote altimetriche superiori a metri 2 rispetto al Piede esterno dell'argine o, in mancanza, al ciglio di sponda. I.3 - Pericolosità idraulica elevata. Aree interessate da allagamenti per eventi compresi tra

30≤TR≤ 200 anni. Fuori dalle UTOE potenzialmente interessate da previsioni insediative e infrastrutturali, in presenza di aree non riconducibili agli ambiti di applicazione degli atti di pianificazione di bacino e in assenza di studi idrologici e idraulici, rientrano in classe di pericolosità elevata le aree di fondovalle per le quali ricorra almeno una delle seguenti condizioni: a) vi sono notizie storiche di inondazioni; b) sono morfologicamente in condizione sfavorevole di norma a quote altimetriche inferiori rispetto alla quota posta a metri 2 sopra il piede esterno dell'argine o, in mancanza, sopra il ciglio di sponda. I.4 - Pericolosità idraulica molto elevata. Aree interessate da allagamenti per eventi con TR≤30

anni. Fuori dalle UTOE potenzialmente interessate da previsioni insediative e infrastrutturali, in presenza di aree non riconducibili agli ambiti di applicazione degli atti di pianificazione di bacino e in assenza di studi idrologici e idraulici, rientrano in classe di pericolosità molto elevata le aree di fondovalle non protette da opere idrauliche per le quali ricorrano contestualmente le seguenti condizioni: a) vi sono notizie storiche di inondazioni; b) sono morfologicamente in situazione sfavorevole di norma a quote altimetriche inferiori rispetto alla quota posta a metri 2 sopra il Piede esterno dell'argine o, in mancanza, sopra il ciglio di sponda.

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11. CONDIZIONI GENERALI DI FATTIBILITÀ Le condizioni di attuazione delle previsioni urbanistiche ed infrastrutturali, sia in territorio urbano che in territorio extraurbano, sono differenziate secondo le seguenti categorie di fattibilità. Fattibilità senza particolari limitazioni (F1)

Le previsioni urbanistiche ed infrastrutturali ricadenti in questa classe, ai fini della valida formazione del titolo abilitativo all’attività edilizia, non sono soggette a prescrizioni specifiche e condizioni di fattibilità. La validità delle soluzioni progettuali adottate deve comunque essere motivata nell’ambito della Relazione Geologica. Fattibilità con normali vincoli da precisare a livello di progetto (F2) Le previsioni urbanistiche ed infrastrutturali ricadenti in questa classe, ai fini della valida formazione del titolo abilitativo all’attività edilizia, devono essere supportate da indagini e/o specifiche prescrizioni che definiscano le condizioni di fattibilità. Fattibilità condizionata (F3)

Si riferisce alle previsioni urbanistiche ed infrastrutturali per le quali, ai fini della individuazione delle condizioni di compatibilità degli interventi con le situazioni di pericolosità riscontrate, è necessario definire la tipologia degli approfondimenti di indagine da svolgersi in sede di predisposizione dei piani complessi di intervento o dei piani attuativi o, in loro assenza, in sede di predisposizione dei progetti edilizi. Gli elaborati descriventi le opere per la messa in sicurezza idraulica, idrogeologica, sismica, geologica e geotecnica fanno parte integrante degli elaborati progettuali. Fattibilità limitata (F4)

Si riferisce alle previsioni urbanistiche ed infrastrutturali la cui attuazione è subordinata alla realizzazione di interventi di messa in sicurezza che vanno individuati e definiti in sede di redazione del medesimo Regolamento Urbanistico, sulla base di studi e verifiche atti a determinare gli elementi di base utili per la predisposizione della relativa progettazione. Elaborati di fattibilità La fattibilità per fattori geologici, geotecnici, sismici, idrogeologici e idraulici degli interventi riguardanti sia le nuove previsioni urbanistiche e infrastrutturali che gli interventi sul patrimonio edilizio esistente, viene definita, oltre che dalle presenti norme, mediante l’analisi integrata: a. della Carta di fattibilità in scala 1:4.000, riferita ai vari fattori per le aree oggetto di pianificazione, b. delle schede di fattibilità geologica inserite nelle Schede norma di attuazione, Allegato B alle NTA e riferite alle principali aree di trasformazione. Per gli interventi nel territorio extraurbano è da considerarsi la Tabella Generale di Fattibilità, comparata con le Carte di pericolosità in scala 1:10.000.

Il grado di approfondimento delle indagini, degli studi idrologici e idraulici e delle prospezioni geognostiche di supporto alla redazione della relazione geologico tecnica, viene quindi definito in funzione della classe di fattibilità in cui l'intervento si colloca.

Fattibilità per fattori geomorfologici 11.1 Le condizioni di attuazione delle previsioni urbanistiche ed infrastrutturali, sia nelle aree edificate che al di fuori di esse, sono differenziate secondo le seguenti categorie di fattibilità per fattori geomorfologici. FG1 - Fattibilità senza particolari limitazioni. Interventi in pericolosità bassa. Interventi a bassa vulnerabilità in pericolosità media.

Le previsioni urbanistiche ed infrastrutturali ricadenti in questa classe, per le condizioni geomorfologiche apparentemente stabili, la loro scarsa incidenza sul suolo e il basso grado di vulnerabilità, non sono soggette a prescrizioni specifiche e condizioni di fattibilità dovute a limitazioni di carattere geomorfologico, idrogeologico e geotecnico. FG2 - Fattibilità con normali vincoli da precisare a livello di progetto. Interventi in pericolosità media. Interventi ad alta vulnerabilità in pericolosità bassa. Interventi a bassa vulnerabilità in pericolosità elevata e molto elevata.

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Le condizioni di attuazione delle previsioni urbanistiche, infrastrutturali e gli interventi sul patrimonio edilizio esistente ricadenti in questa classe sono attuabili sulla base dei risultati di specifiche indagini da eseguirsi a livello di intervento edificatorio al fine di non modificare negativamente le condizioni idrogeologiche, geotecniche ed i processi geomorfologici presenti nell’area. FG3 – Fattibilità condizionata. Interventi in pericolosità elevata. Riguarda aree che si ritiene si trovino in condizioni al limite dell’equilibrio, quindi ad un livello di rischio medio - alto anche per interventi di modesta incidenza sul suolo. In queste aree: a) la realizzazione di interventi di nuova edificazione o nuove infrastrutture è subordinata all'esito di idonei studi geologici, idrogeologici e geotecnici finalizzati alla verifica delle effettive condizioni di stabilità ed alla preventiva o contestuale realizzazione degli eventuali interventi di messa in sicurezza; b) gli eventuali interventi di messa in sicurezza, definiti sulla base di studi geologici, idrogeologici e geotecnici, devono comunque essere tali da: - non pregiudicare le condizioni di stabilità nelle aree adiacenti; - non limitare la possibilità di realizzare interventi definitivi di stabilizzazione e prevenzione dei fenomeni; - consentire la manutenzione delle opere di messa in sicurezza. c) in presenza di interventi di messa in sicurezza sono predisposti ed attivati gli opportuni sistemi di monitoraggio in relazione alla tipologia del dissesto; d) l'avvenuta messa in sicurezza conseguente la realizzazione ed il collaudo delle opere di consolidamento, gli esiti positivi del sistema di monitoraggio attivato e la delimitazione delle aree risultanti in sicurezza, sono certificati; e) possono essere realizzati quegli interventi per i quali venga dimostrato che non determinano condizioni di instabilità e che non modificano negativamente i processi geomorfologici presenti nell'area; della sussistenza di tali condizioni deve essere dato atto nel titolo abilitativo all'attività edilizia. FG4 – Fattibilità limitata. Interventi in pericolosità molto elevata. Riguarda aree a rischio elevato per la presenza di fenomeni di dissesto attivi, riscontrato ipotiz-zando qualsiasi utilizzazione, tranne che non sia puramente conservativa o di ripristino. In queste aree: a) non sono da prevedersi interventi di nuova edificazione o nuove infrastrutture che non siano subordinati alla preventiva esecuzione di interventi di consolidamento, bonifica, protezione e sistemazione; b) gli interventi di messa in sicurezza, definiti sulla base di studi geologici, idrogeologici e geotecnici, devono essere comunque tali da: - non pregiudicare le condizioni di stabilità nelle aree adiacenti; - non limitare la possibilità di realizzare interventi definitivi di stabilizzazione dei fenomeni franosi; - consentire la manutenzione delle opere di messa in sicurezza; c) in presenza di interventi di messa in sicurezza devono essere predisposti ed attivati gli opportuni sistemi di monitoraggio in relazione alla tipologia del dissesto; d) l'avvenuta messa in sicurezza conseguente la realizzazione ed il collaudo delle opere di consolidamento, gli esiti positivi del sistema di monitoraggio attivato e la delimitazione delle aree risultanti in sicurezza sono da certificare; e) relativamente agli interventi per i quali sia dimostrato il non aggravio delle condizioni di instabilità dell'area, nel titolo abilitativo all'attività edilizia è dato atto della sussistenza dei seguenti criteri: - previsione, ove necessario, di interventi mirati a tutelare la pubblica incolumità, a ridurre la vulnerabilità delle opere esposte mediante consolidamento o misure di protezione delle strutture per ridurre l'entità di danneggiamento; - installazione di sistemi di monitoraggio per tenere sotto controllo l'evoluzione del fenomeno. In questo Regolamento Urbanistico non vi sono previsioni ricadenti in classe di pericolosità geomorfologica molto elevata.

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Fattibilità per fattori sismici 11.2 Nella porzione di territorio comunale interessata dagli studi di microzonazione sismica di primo livello, l’attuazione delle previsioni urbanistiche deve rispettare le seguenti disposizioni. FS1 - Fattibilità senza particolari limitazioni. Interventi in pericolosità bassa.

Riguarda aree per le quali non si rilevano evidenti elementi di rischio. Le previsioni urbanistiche ed infrastrutturali, ricadenti in questa classe, non sono soggette a prescrizioni specifiche e condizioni di fattibilità dovute a limitazioni di carattere sismico. La validità delle soluzioni progettuali adottate deve comunque essere motivata nell’ambito della Relazione Geologica e Geotecnica. FS2 - Fattibilità con normali vincoli da precisare a livello di progetto. Interventi in pericolosità media.

Riguarda aree per le quali la presenza di situazioni caratterizzate da movimenti franosi inattivi, scarpate con pareti sub verticali, bordi di cava, orli di terrazzo e/o scarpate di erosione, nicchie di distacco non costituiscono evidenti elementi di rischio. Le previsioni urbanistiche ed infrastrutturali, ricadenti in questa classe, non sono soggette a prescrizioni specifiche e condizioni di fattibilità dovute a limitazioni di carattere sismico. La validità delle soluzioni progettuali adottate deve comunque essere motivata nell’ambito della Relazione Geologica e Geotecnica che dovrà contenere considerazioni in merito alla fattibilità delle opere. FS3 – Fattibilità condizionata. Interventi in pericolosità elevata.

Nelle aree caratterizzate da pericolosità per fattori sismici locale elevata (S3), in sede di predisposizione dei piani complessi di intervento o dei piani attuativi o, in loro assenza, in sede di predisposizione dei progetti edilizi, interventi nel territorio extraurbano valgono i seguenti criteri di fattibilità: - nel caso di aree caratterizzate da movimenti franosi quiescenti e da zone potenzialmente

franose, oltre a rispettare le prescrizioni riportate nelle condizioni di fattibilità per fattori geomorfologici, devono essere realizzate opportune indagini geofisiche e geotecniche per la corretta definizione dell’azione sismica;

- nel caso di terreni di fondazione particolarmente scadenti, devono essere prescritte adeguate indagini geognostiche e geotecniche finalizzate al calcolo del coefficiente di sicurezza relativo alla liquefazione dei terreni;

- nelle zone con possibile amplificazione sismica connesse al bordo della valle e/o aree di raccordo con il versante, deve essere prescritta una campagna di indagini geofisiche, opportunamente estesa ad un intorno significativo, che definisca in termini di geometrie la morfologia sepolta del bedrock sismico ed i contrasti di rigidità sismica (rapporti tra velocità sismiche in termini di Vsh delle coperture e del substrato);

- nelle zone con possibile amplificazione stratigrafica, deve essere prescritta una campagna di indagini geofisica e geotecnica che definisca spessori, geometrie e velocità sismiche dei litotipi sepolti al fine di valutare l’entità del contrasto di rigidità sismica dei terreni tra alluvioni e bedrock sismico;

- in presenza di zone di contatto tra litotipi con caratteristiche fisico-meccaniche significativamente diverse e in presenza di faglie e/o contatti tettonici, tali situazioni devono essere opportunamente chiarite e definite attraverso una campagna di indagini geofisiche che definiscano la variazione di velocità delle Vsh relative ai litotipi presenti e la presenza di strutture tettoniche anche sepolte.

I progetti per nuovi interventi classificati in S3, in definitiva, dovranno essere supportati anche da prospezioni dirette (sondaggi geognostici a carotaggio continuo) e dovranno chiarire la stratigrafia dei terreni almeno sino alla profondità di 30 m. dal p.c. FS4 – Fattibilità limitata. Interventi in pericolosità molto elevata.

A livello generale, nelle aree caratterizzate da pericolosità per fattori sismici locale molto elevata (S4) e nel caso di aree caratterizzate da movimenti franosi attivi, in sede di predisposizione dei piani complessi di intervento o dei piani attuativi o, in loro assenza, in sede di predisposizione dei

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progetti edilizi; interventi nel territorio extraurbano e per tutti gli altri interventi considerati nella Tabella Generale di Fattibilità, oltre a rispettare le prescrizioni riportate nelle condizioni di fattibilità per fattori geomorfologici, devono essere realizzate opportune indagini geofisiche e geotecniche per la corretta definizione dell’azione sismica. È necessario che tali indagini siano tarate mediante prove geognostiche dirette con prelievo di campioni su cui effettuare la determinazione dei parametri di rottura anche in condizioni dinamiche e cicliche. Tali indagini sono tuttavia da rapportare al tipo di verifica (analisi pseudostatica o analisi dinamica), all’importanza dell’opera e al meccanismo del movimento del corpo franoso. In questo Regolamento Urbanistico non vi sono previsioni ricadenti in pericolosità geologica molto elevata.

Fattibilità per fattori idraulici 11.3 FI1- Fattibilità senza particolari limitazioni. Previsioni in pericolosità bassa. Previsioni a bassa vulnerabilità che non comportino modifiche morfologiche in pericolosità media, elevata e molto elevata (Aree a verde privato e pubblico privo di attrezzature, infrastrutture ed edifici)

Le previsioni urbanistiche ed infrastrutturali, ricadenti in questa classe, non sono soggette a prescrizioni specifiche e condizioni di fattibilità dovute a limitazioni di carattere idraulico ad eccezione delle opere a tutela del reticolo idrografico superficiale. Per previsioni a bassa vulnerabilità si intendono le aree di progetto a verde privato, verde pubblico privo di attrezzature, infrastrutture ed edifici, corredo stradale, percorsi pedonali e ciclabili, arredo urbano. La validità delle soluzioni progettuali adottate deve comunque essere motivata nell’ambito della Relazione Geologica e Geotecnica che dovrà contenere considerazioni in merito alla fattibilità delle opere. FI2- Fattibilità con normali vincoli da precisare a livello di progetto. Previsioni in pericolosità media (200<TR≤500). Previsioni a bassa vulnerabilità in pericolosità elevata (30<TR≤200)

Le previsioni urbanistiche ed infrastrutturali ricadenti in pericolosità media sono attuabili garantendo che sia assicurata la trasparenza idraulica, il non aggravio del rischio nei territori contermini e la tutela del reticolo idrografico superficiale. Per ampliamenti di superficie coperta per volumi tecnici di estensione inferiore a 50 mq. per edificio non sono necessari interventi di messa in sicurezza. Per le infrastrutture a rete di bassa vulnerabilità in pericolosità elevata (quali sedi viarie, fognature e sotto servizi in genere), all’interno dei perimetri dei centri abitati, non sono necessarie opere di messa in sicurezza purchè sia assicurata la trasparenza idraulica e il non incremento del rischio nelle aree contermini. La validità delle soluzioni progettuali adottate deve essere motivata nell’ambito della Relazione Geologica e Geotecnica. FI3- Fattibilità condizionata. Previsioni in pericolosità elevata (30≤TR≤200 ) e molto elevata (TR≤30) riguardanti interventi sul patrimonio edilizio esistente e le infrastrutture esistenti in aree edificate. Previsioni a bassa vulnerabilità in pericolosità elevata al di fuori delle aree edificate L’attuazione delle previsioni urbanistiche situate all’interno delle aree edificate, in pericolosità elevata e molto elevata, riguardanti il patrimonio edilizio esistente, gli interventi di Ristrutturazione Urbanistica, sostituzione edilizia e addizione volumetrica, viabilità e parcheggi a raso a servizio di insediamenti esistenti, è condizionata alla messa in sicurezza idraulica per eventi con tempi di ritorno di 200 anni, da conseguirsi anche con la realizzazione di sistemi di autosicurezza. Interventi in pericolosità elevata e molto elevata riguardanti: - brevi tratti viari di collegamento tra viabilità esistenti, con sviluppo non superiore a 200 m., sono

consentiti assicurandone comunque la trasparenza idraulica ed il non aumento del rischio nelle aree contermini;

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- incrementi di superficie coperta inferiori a 50 metri quadri per edificio, situati al di fuori delle aree edificate, sono consentiti previa messa in sicurezza rispetto ad eventi con tempo di ritorno di 200 anni, conseguita anche tramite sistemi di autosicurezza.

L’attuazione delle previsioni urbanistiche situate al di fuori delle aree edificate in pericolosità elevata, riguardanti le attività agricole e le attività connesse e/o compatibili a quelle agricole, gli interventi riguardanti le infrastrutture di mobilità esistenti autostradali e ferroviarie, gli impianti tecnologici, è condizionata alla messa in sicurezza idraulica per eventi con tempi di ritorno di 200 anni, da conseguirsi anche con la realizzazione di sistemi di autosicurezza. Per sistemi di autosicurezza si intendono: interventi di rialzamento dei solai e dei piani terra degli edifici, valutati sull’entità del battente idraulico atteso con franco di sicurezza, soglie, paratie stagne, infissi speciali locali accessori e/o vani tecnici isolati idraulicamente, accessi a locali in sottosuolo con soglia a quote superiori al battente idraulico atteso e franco di sicurezza, da definirsi e dimensionarsi sulla base degli approfondimenti di indagine di supporto ai progetti definitivi senza incremento delle pericolosità in altre aree. Il progetto delle opere di messa in sicurezza idraulica deve essere supportato, oltre che dalla Relazione Geologica e Geotecnica, da uno Studio Idrologico e Idraulico di dettaglio che garantisca la messa in sicurezza sul battente idraulico atteso con franco di sicurezza di 30 cm. L’approvazione dei progetti di messa in sicurezza idraulica da parte degli enti competenti costituisce un vincolo specifico per il rilascio della concessione edilizia o permesso a costruire. Il rilascio della dichiarazione di abitabilità e agibilità è subordinato all’avvenuta messa in sicurezza conseguente la realizzazione delle opere idrauliche, corredata dalla delimitazione delle aree risultanti in sicurezza. FI4a - Fattibilità limitata (a). Previsioni in pericolosità elevata (30≤TR≤200). Previsioni a bassa vulnerabilità in pericolosità molto elevata (TR≤30) I4a* - Non attuabile ai sensi della L.R.T. n. 21/2012

Le previsioni urbanistiche riguardanti interventi di nuova edificazione in pericolosità idraulica elevata, possono essere attuate a condizione che sia garantita la messa in sicurezza rispetto ad eventi con tempo di ritorno di 200 anni, conseguita tramite la realizzazione di opere anche non strutturali, nel rispetto delle seguenti condizioni: - sia dimostrata l’assenza o l’eliminazione di pericolo per le persone e i beni, - sia dimostrato che gli interventi non determinano aumento delle pericolosità in altre aree. Per le previsioni in aree edificate, ricadenti in pericolosità idraulica molto elevata, valgono le seguenti disposizioni: - parcheggi a raso con dimensioni inferiori a 500 mq. e non in fregio ai corsi d’acqua, compresi quelli collocati nelle aree di pertinenza degli edifici privati, sono consentiti purché sia assicurata la contestuale messa in sicurezza rispetto ad eventi con tempo di ritorno di 30 anni, assicurando comunque che non si determini aumento della pericolosità in altre aree; - parcheggi a raso con dimensioni superiori a 500 mq. e/o a raso in fregio ai corsi d’acqua, sono consentiti purché sia assicurata la contestuale messa in sicurezza rispetto ad eventi con tempo di ritorno di 200 anni, assicurando comunque che non si determini aumento della pericolosità in altre aree. Gli interventi dovranno prevedere il contenimento degli effetti dovuti all’impermeabilizzazione dei suoli, la messa in sicurezza sul battente idraulico atteso con franco di 30 cm., il recupero e il successivo smaltimento dei volumi sottratti alla libera espansione delle acque, la tutela del reticolo idrografico superficiale e garantire il non aggravio del rischio idraulico nei territori contermini. La fattibilità I4a è stata attribuita anche a diverse aree di completamento e saturazione in pericolosità elevata. FI4b - Fattibilità limitata (b). Previsioni in pericolosità molto elevata (TR≤30). Previsioni di grande estensione in pericolosità elevata (30<TR≤200). FI4b* - Non attuabile ai sensi della L.R.T. n. 21/2012

In questa classe di fattibilità ricadono le previsioni per le quali la messa in sicurezza idraulica deve essere conseguita tramite la realizzazione di opere strutturali.

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L’attuazione delle previsioni urbanistiche e infrastrutturali ricadenti in pericolosità idraulica molto elevata è condizionata alla preventiva o contestuale realizzazione di opere strutturali per la riduzione del rischio sui corsi d'acqua o sulle cause dell'insufficiente drenaggio, finalizzati alla messa in sicurezza idraulica per eventi con tempi di ritorno di 200 anni. Questa condizione si applica anche a quelle nuove previsioni, comunque localizzate, che singolarmente o complessivamente comportino la sottrazione di estese aree alla dinamica delle acque di esondazione o ristagno e per le quali non possono essere realizzati interventi di semplice compensazione volumetrica. In queste aree non sono consentiti: - i tombamenti dei corsi d’acqua, fatta esclusione per la realizzazione di attraversamenti per ragioni di tutela igienico-sanitaria e comunque a seguito di parere favorevole dell’autorità idraulica competente; - locali in sottosuolo (interrati e seminterrati), compresi garage e cantine, adibiti alla frequenza di esseri viventi. Il progetto delle opere di messa in sicurezza idraulica deve essere supportato, oltre che dalla Relazione Geologica e Geotecnica, da uno Studio Idrologico e Idraulico di dettaglio. L’approvazione dei progetti di messa in sicurezza idraulica da parte degli enti competenti costituisce un vincolo specifico per il rilascio della concessione edilizia o permesso a costruire. Per tutte le previsioni ricadenti i pericolosità idraulica molto elevata, aree I.4 della Carta delle aree a pericolosità idraulica e le aree PI.4 della cartografia del PAI si applicano le norme di cui alla L.R.T. n.21/2012 “Disposizioni urgenti in materia di difesa dal rischio idraulico e tutela dei corsi d'acqua” che limita gli interventi ammissibili e le relative modalità di attuazione”.

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12. LIMITAZIONI IMPOSTE DAL PAI Il Piano Assetto Idrogeologico dell'Autorità di Bacino del fiume Arno, sovraordinato rispetto alla disciplina regionale, individua quattro classi di pericolosità idraulica e geomorfologica all’interno delle quali si applicano le disposizioni di cui agli articoli 6, 7 e 8 (rispettivamente per le aree PI.4, PI.3, PI.2 e PI.1) ed agli artt.10, 11 e 12 (rispettivamente per le aree PF.4, PF.3, PF.2 e PF.1) delle norme di attuazione. Queste disposizioni integrano quelle riportate nelle presenti norme. Le perimetrazioni di pericolosità del territorio di Lamporecchio sono rappresentate mediante stralci cartografici in formato A3 disponibili presso il sito web della stessa Autorità: http://www.adbarno.it/pagine_sito_adb/WPpai_ricerca_stralci_DB_new.php In particolare, in relazione alla pericolosità geomorfologica: - stralci 37, 49, 50 per la cartografia di sintesi in scala 1:25.000; - stralci 194, 195, 225, 226, 227, 258, 259, 260 per la cartografia di dettaglio in scala 1:10.000. In relazione alla pericolosità idraulica: - stralci 37, 49, 50 per la cartografia di sintesi in scala 1:25.000; - stralci 258, 259, 260 per la cartografia di dettaglio in scala 1:10.000. 13. LIMITAZIONI IMPOSTE DALLA L.R.T. 21/05/2012 N.21

Per tutte le aree indicate a pericolosità idraulica molto elevata e cioè le aree I.4 della carta della pericolosità idraulica e le aree PI.4 della cartografia del PAI si applicano le norme di cui alla LR.n.21/12 “Disposizioni urgenti in materia di difesa dal rischio idraulico e tutela dei corsi d'acqua” che limita gli interventi ammissibili e le relative modalità di attuazione. 14. LIMITI E CONDIZIONAMENTI ALLE PREVISIONI URBANISTICHE E INFRASTRUTTURALI

Il Regolamento Urbanistico non prevede nuovi insediamenti e nuove infrastrutture nelle aree ricadenti in pericolosità molto elevata. In relazione agli aspetti geologici, geomorfologici e sismici presso la porzione collinare del comune, sono presenti fenomeni di instabilità che interessano insediamenti e tratti stradali e che potrebbero essere interessati da interventi consentiti nel territorio rurale. In relazione agli aspetti idraulici, presso i fondovalle, ampie porzioni di territorio edificato ricadono in pericolosità elevata e molto elevata. Gli interventi ricadenti in pericolosità elevata e molto elevata sono quindi rispettivamente condizionati e limitati secondo i criteri esposti ai capitoli precedenti.

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Tabella 4 - Tabella generale di fattibilità geomorfologica, sismica e idraulica.

CLASSI DI PERICOLOSITÀ

SIGLA FATTIBILITÀ DELLE PREVISIONI

URBANISTICHE E INFRASTRUTTURALI

G.1 G.2 G.3 G.4 S.1/2 S.3 S.4 I.1 I.2 I.3 I.4

CRITERI GENERALI

Modesti manufatti, porticati, box, pergolati, gazebi, ricovero animali da cortile, serre stagionali

FG1 FG1 FG3 FG4 - FS3 FS4 FI1 FI1 FI3 FI3

Percorsi pedonali e ciclabili, aree a verde, aree di corredo stradale, arredi urbani

FG1 FG1 FG2 FG2 - FS1 FS1 FI1 FI1 FI1 FI1

Modesti interventi, ampliamenti < 50 mq., garage, volumi tecnici, modifiche scavi, sbancamenti e riporti con h ≤ 2 m.

FG1 FG2 FG3 FG4 - FS3 FS4 FI1 FI1 FI3 FI3

Infrastrutture a rete di bassa vulnerabilità, esclusi viabilità e parcheggi (OOUU rete gas, elettrica, acquedotto, fognature, telecomunicazioni)

FG1 FG2 FG3 FG3 - FS3 FS3 FI1 FI1 FI1 FI1

Interventi non edificatori in zone agricole che non comportino modifiche morfologiche apprezzabili alla scala 1:1.000

FG1 FG1 FG2 FG3 - S2 S2 FI1 FI1 FI1 FI1

Interventi non edificatori in zone agricole che comportino modifiche morfologiche apprezzabili alla scala 1:1.000

FG1 FG2 FG3 FG4 - FS3 FS4 FI1 FI2 FI3 FI3

Manutenzione ordinaria FG1 FG1 FG1 FG1 - FS1 FS1 FI1 FI1 FI1 FI1

Manutenzione straordinaria FG1 FG1 FG3 FG3 - FS3 FS3 FI1 FI1 FI1 FI1

Demolizione senza ricostruzione FG1 FG1 FG2 FG3 - FS1 FS1 FI1 FI1 FI1 FI1

Restauro e Risanamento Conservativo FG1 FG1 FG2 FG3 - S2 S2 FI1 FI2 FI3 FI3

Ristrutturazione Urbanistica all’interno delle aree edificate

FG1 FG2 FG3 FG4 - FS3 FS4 FI1 FI2 FI4a FI4a*

Ristrutturazione Edilizia all’interno delle aree edificate

FG1 FG2 FG3 FG4 - FS3 FS4 FI1 FI2 FI4a FI4a*

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CLASSI DI PERICOLOSITÀ

SIGLA FATTIBILITÀ DELLE PREVISIONI

URBANISTICHE E INFRASTRUTTURALI

G.1 G.2 G.3 G.4 S.1/2 S.3 S.4 I.1 I.2 I.3 I.4

Ampliamenti degli edifici esistenti con superficie > 50 mq.

FG1 FG2 FG3 FG4 - FS3 FS4 FI1 FI2 FI4a FI4a*

Addizione volumetrica in aree edificate FG1 FG2 FG3 FG4 - FS3 FS4 FI1 FI2 FI3 FI4a*

Nuovi interventi in aree edificate FG1 FG2 FG3 FG4 - FS3 FS4 FI1 FI2 FI4a FI4a*

Parcheggi a raso di dimensioni inferiori a 500 mq. e non in fregio ai corsi d’acqua Tr30 NS

FG1 FG2 FG3 FG4 - FS3 FS3 FI1 FI2 FI3 FI4a*

Parcheggi a raso di dimensioni superiori a 500 mq. e/o a raso in fregio ai corsi d’acqua Tr 200 NS

FG1 FG2 FG3 FG4 - FS3 FS3 FI1 FI2 FI4a FI4a*

Nuovi interventi al di fuori delle aree edificate FG1 FG2 FG3 FG4 - FS3 FS4 FI1 FI2 FI4a FI4b*

Ristrutturazione Urbanistica al di fuori delle aree edificate

FG1 FG2 FG3 FG4 - FS3 FS4 FI1 FI2 FI4a FI4a*

Ristrutturazione Edilizia al di fuori delle aree edificate

FG1 FG2 FG3 FG4 - FS3 FS4 FI1 FI2 FI4a FI4a*

Piscine, invasi, serre permanenti FG1 FG2 FG3 FG4 - FS3 FS4 FI1 FI2 FI3 FI4a*

Viabilità esistente (manutenzione straordinaria) FG1 FG2 FG3 FG3 FS3 FS3 FI1 FI2 FI2 FI2

Nuova viabilità a raso di collegamento con sviluppo non superiore a 200 m.

FG1 FG2 - - - S2 S2 FI1 FI2 FI2 FI2

Viabilità di progetto FG1 FG2 FG3 FG4 - FS3 FS4 FI1 FI2 FI4a FI4a

Aree a verde pubblico e parchi di progetto con attrezzature, infrastrutture ed edifici

FG1 FG2 FG3 FG4 - FS3 FS4 FI1 FI2 FI4a FI4a*

Aree a verde pubblico e parchi di progetto privi di attrezzature, infrastrutture ed edifici

FG1 FG1 FG2 FG2 - FS1 FS1 FI1 FI1 FI1 FI1

Infrastrutture di primaria importanza non diversamente localizzabili

FG1 FG2 FG3 FG4 - FS3 FS4 FI1 FI2 FI4a FI4a

FATTIBILITÀ DELLE PREVISIONI DEL

SECONDO R.U. G.1 G.2 G.3 G.4 S.1/2 S.3 S.4 I.1 I.2 I.3 I.4

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CLASSI DI PERICOLOSITÀ

SIGLA FATTIBILITÀ DELLE PREVISIONI

URBANISTICHE E INFRASTRUTTURALI

G.1 G.2 G.3 G.4 S.1/2 S.3 S.4 I.1 I.2 I.3 I.4

ID 1 Intervento diretto FG2 FG3 - FS3 FI1

ID 2 Intervento diretto FG2 FG3 FS3 FI1

ID 3 Intervento diretto FG2 FG3 FS3 FI1

ID 4 Intervento diretto FG1 FG2 FG3 FS3a FI1

ID 5 Intervento diretto FG1 FS3a FI1 FI2

ID 6 Intervento diretto FG1 FS3a FI2

ID 7 Intervento diretto FG1 - FI1

ID 8 Intervento diretto FG1 FG2 - FI1

ID 9 Intervento diretto FG1 FG2 - FI1

ID 10 Intervento diretto FG1 - FI1

ID 11 Intervento diretto FG1 - FI1

ID 12 Intervento diretto FG1 - FI1

ID 13 Intervento diretto FG1 - FI1

PA 1 Piani Attuativi FG1 FG2 - FI1

PA 2 Piani Attuativi FG1 - FI1

PA 3 Piani Attuativi FG1 - FI1

PA 4 Zone per l'istruzione prescolastica e dell'obbligo di progetto

FG1 FG3 FS3 FI1

PA 4 Viabilità pubblica di progetto FG1 FG2 FG3 FS3 FI1

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CLASSI DI PERICOLOSITÀ

SIGLA FATTIBILITÀ DELLE PREVISIONI

URBANISTICHE E INFRASTRUTTURALI

G.1 G.2 G.3 G.4 S.1/2 S.3 S.4 I.1 I.2 I.3 I.4

PA Del. CC.36/01 8/14

Piani Attuativi FG2 FG3 FS3 FI1

PA LC Del. CC.78/04

Aree di riqualificazione urbanistica (PA) FG3 FS3 FI2 FI3

PUC 1 Parcheggio pubblico di progetto FG2 - FI1

PUC 1 Progetto Unitario Convenzionato FG2 - FI1

PUC 2 Progetto Unitario Convenzionato FG2 FG3 FS3 FI1

PUC 2 Viabilità pubblica di progetto FG2 - FI1

PUC 3 Progetto Unitario Convenzionato FG2 FG3 - FS3 FI1

PUC 4 Progetto Unitario Convenzionato FG1 - FS3a FI1

PUC 5 Progetto Unitario Convenzionato FG1 FG2 FS3a FI1

PUC 6 Progetto Unitario Convenzionato FG1 FS3a FI1

PUC 7 Progetto Unitario Convenzionato FG1 FS3a FI1

PUC 8 Progetto Unitario Convenzionato FG1 - FI1

PUC 9 Progetto Unitario Convenzionato FG1 - FI1

PUC 10 Progetto Unitario Convenzionato FG1 - FI1

PUC 10 Viabilità pubblica di progetto FG1 - FI1

PUC 11 Progetto Unitario Convenzionato FG1 FS3a FI1

PUC 12 Progetto Unitario Convenzionato FG1 FS3a FI1

PUC 13 Progetto Unitario Convenzionato FG1 FG2 - FI1

PUC 14 Progetto Unitario Convenzionato FG1 - FI1

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CLASSI DI PERICOLOSITÀ

SIGLA FATTIBILITÀ DELLE PREVISIONI

URBANISTICHE E INFRASTRUTTURALI

G.1 G.2 G.3 G.4 S.1/2 S.3 S.4 I.1 I.2 I.3 I.4

PUC 15a Progetto Unitario Convenzionato FG1 FG2 - FI1

PUC 15b Progetto Unitario Convenzionato FG1 - FI1

PUC 16 Progetto Unitario Convenzionato FG1 - FI1

PUC 17 Progetto Unitario Convenzionato FG1 - FI1

PUC 18 Progetto Unitario Convenzionato FG1 - FI1

PUC 19 Progetto Unitario Convenzionato FG1 - FI1

PUC 20 Progetto Unitario Convenzionato FG1 - FI1

PUC 21 Progetto Unitario Convenzionato FG1 FG2 - FI1

D1 1 Complessi produttivi FG2 FG3 FS3 FI1

D1 2A Complessi produttivi FG1 FG3 - FS3 FI1 FI2 FI4a

D1 2B Complessi produttivi FG1 FG3 FS3 FI1 FI2 FI4a

D1 2B Complessi produttivi FG3 FS3 FI1 FI2 FI4a

D1 3A Complessi produttivi FG1 FS3a FI2 FI4a

D1 3B Viabilità pubblica di progetto FG1 FS3a FI2 FI4a

D2 1 Zone per attività commerciali e/o direzionali FG1 FS3a FI1 FI2 FI4a

R 1 Aree di riqualificazione urbanistica FG2 - FI1

R 2 Aree di riqualificazione urbanistica FG1 FS3a FI1 FI2

R 3 Aree di riqualificazione urbanistica FG1 - FI1

R 4 Aree di riqualificazione urbanistica FG1 - FI1

R 5 Aree di riqualificazione urbanistica FG1 - FI1

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CLASSI DI PERICOLOSITÀ

SIGLA FATTIBILITÀ DELLE PREVISIONI

URBANISTICHE E INFRASTRUTTURALI

G.1 G.2 G.3 G.4 S.1/2 S.3 S.4 I.1 I.2 I.3 I.4

R 6 Aree di riqualificazione urbanistica FG1 FG2 - FI1

RQ 1 Aree di riqualificazione urbanistica FG2 - FI1

RQ 2 Aree di riqualificazione urbanistica FG3 - FS3 FI1

RQ 3 Aree di riqualificazione urbanistica FG2 FG3 FS3 FI1

RQ 4 Aree di riqualificazione urbanistica FG2 FG3 - FS3 FI1

RQ 5 Aree di riqualificazione urbanistica FG2 - FI1

RQ 6 Aree di riqualificazione urbanistica FG2 - FI1

RQ 7 Aree di riqualificazione urbanistica FG1 FG3 FS3a FI1 FI2

RQ 8 Aree di riqualificazione urbanistica FG2 - FI1

RQ 9 Aree di riqualificazione urbanistica FG1 FS3a FI2

RQ 10 Aree di riqualificazione urbanistica FG1 FS3a FI2 FI4a

RQ 11 Aree di riqualificazione urbanistica FG1 FS3a FI1 FI2

RQ 12 Aree di riqualificazione urbanistica FG1 - FI1

RQ 13 Aree di riqualificazione urbanistica FG1 FS3a FI1

RQ 14 Aree di riqualificazione urbanistica FG1 FG2 - FS3a FI1

RQ 15 Aree di riqualificazione urbanistica FG1 FG2 - FI1

RQ 16 Aree di riqualificazione urbanistica FG1 - FI1

RQ 17 Aree di riqualificazione urbanistica FG1 - FI1

RQ 18 Aree di riqualificazione urbanistica FG1 - FI1

RQ 19 Aree di riqualificazione urbanistica FG1 - FI1

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CLASSI DI PERICOLOSITÀ

SIGLA FATTIBILITÀ DELLE PREVISIONI

URBANISTICHE E INFRASTRUTTURALI

G.1 G.2 G.3 G.4 S.1/2 S.3 S.4 I.1 I.2 I.3 I.4

RQ 20 Aree di riqualificazione urbanistica FG1 - FI1

RQ 21 Aree di riqualificazione urbanistica FG1 - FI1

RQ 22 Aree di riqualificazione urbanistica FG1 FG2 - FI1

RQ 23 Aree di riqualificazione urbanistica FG1 - FI1

RQ 24 Aree di riqualificazione urbanistica FG1 FG2 FG3 - FS3 FI1

RQ 25 Aree di riqualificazione urbanistica FG1 - FI1

Ars 1 Aree per attrezzature ricettive e di servizio FG2 - FI1

IDP 1 Interventi diretti di completamento in zona produttiva

FG1 FG3 FS3 FI1 FI2 FI4a

IDP 2 Interventi diretti di completamento in zona produttiva

FG1 FG3 FS3 FI1 FI2 FI4a

IDP 3 Interventi diretti di completamento in zona produttiva

FG1 FG3 FS3 FI1 FI2 FI4a

IDP 4a Interventi diretti di completamento in zona produttiva

FG1 FG2 - FI1

IDP 4b Interventi diretti di completamento in zona produttiva

FG1 - FI1

IDP 5a Interventi diretti di completamento in zona produttiva

FG1 - FI1

IDP 5b Interventi diretti di completamento in zona produttiva

FG1 - FI1

IDP 6 Interventi diretti di completamento in zona produttiva

FG1 - FI1

IDP 7 Interventi diretti di completamento in zona produttiva

FG1 FG2 - FI1

IDP 8 Interventi diretti di completamento in zona produttiva

FG1 FG2 - FI1

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CLASSI DI PERICOLOSITÀ

SIGLA FATTIBILITÀ DELLE PREVISIONI

URBANISTICHE E INFRASTRUTTURALI

G.1 G.2 G.3 G.4 S.1/2 S.3 S.4 I.1 I.2 I.3 I.4

IDP 8 Interventi diretti di completamento in zona produttiva

FG2 - FI1

CA 1 Comparto di Atterraggio FG2 FG3 - FS3 FI1

CA 2 Comparto di Atterraggio FG1 FG2 - FI1

CA3 Comparto di Atterraggio FG1 - FI1

DX1 Allevamento FG2 - FI1

DX2 Serre FG1 - FI1

NOTA: Attrezzature, reti e infrastrutture di progetto: F2.2, F3.2, F4.2, al di fuori delle aree edificate, ricadenti in I.4, per le quali sia dimostrato che la loro natura è tale da non determinare pericolo per persone e beni, che non contribuiscano ad aumentare la pericolosità in altre aree, sono attuabili con la realizzazione di opere di messa in sicurezza anche non strutturali. CONDIZIONAMENTI

1. FI4a = previsione subordinata alla realizzazione, anche contestuale, di opere di messa in sicurezza idraulica anche non strutturali (NS). 2. FI4b = previsione subordinata alla realizzazione, anche contestuale, di opere di messa in sicurezza idraulica strutturali (S). 3. FI4a/b* = Previsione, o parte di essa, non attuabile in questo Regolamento Urbanistico ai sensi della LRT 21/2012. 4. FG4* = previsione condizionata alla preventiva realizzazione delle opere di messa in sicurezza.

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CONCLUSIONI

Questa relazione descrive le condizioni di fattibilità geologica, sismica e idraulica delle previsioni urbanistiche e infrastrutturali del secondo Regolamento Urbanistico del comune di Lamporecchio, definendo il grado di approfondimento delle indagini geologiche e delle prospezioni geognostiche da eseguirsi a supporto della attuazione delle previsioni e progettazione esecutiva degli interventi. La Relazione Geologica (RG) e la Relazione Geotecnica (delle quali si stabiliscono i contenuti nel documento “Disposizioni generali sulla programmazione ed esecuzione delle indagini geologiche e delle prospezioni geognostiche”, allegato a questo testo, fa parte di un complesso di elaborati da redigersi a corredo del progetto in modo da soddisfare le disposizioni della L.R.T n.65 del 2014. “Il progetto”, in funzione delle sue dimensioni, dovrà quindi essere composto da:

a) La Relazione di Progetto. b) Gli elaborati grafici di progetto. c) La Relazione Geologica (RG) e la Relazione Geotecnica. d) Lo Studio Idrologico e Idraulico di progetto esecutivo se necessario.

La fattibilità geologica delle previsioni urbanistiche e infrastrutturali è definita di massima e allo stato delle conoscenze del territorio attraverso la consultazione integrata dei seguenti elaborati:

1. le Carte delle aree a pericolosità geomorfologica, sismica e idraulica, 2. le Carte di fattibilità per fattori geomorfologici, sismici e idraulici, 3. le Norme di Attuazione del Regolamento Urbanistico, 4. la Tabella Generale di Fattibilità delle previsioni insediative e infrastrutturali, 5. Schede norma di fattibilità geologica.

Pistoia 30 luglio 2015

Dott. Geologo Leonardo Moretti Iscritto all’Ordine dei Geologi della Toscana n. 312