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Secondo Piano degli Interventi
Prontuario per la qualità architettonica e la mitigazione ambientale
TITOLO I – DISPOSIZIONI GENERALI 3
Art 1. Riferimenti 3Art 2. Attuazione 3Art 3. Ambito di applicazione 4
TITOLO II – ELEMENTI TIPOLOGICI, MORFOLOGICI E COSTRUTTIVI 5
CAPO 1: FABBRICATI RESIDENZIALI * 5
Art 4. Orientamento 5Art 5. Forma 5Art 6. Colori e materiali 6Art 7. Contenimenti dei consumi energetici 6Art 8. Aree a verde privato 7
CAPO 2. MITIGAZIONI 8Art 9. Mitigazioni degli insediamenti residenziali 8
CAPO 3: TERRITORIO AGRICOLO E TESSUTO RESIDENZIALE DIFFUSO 9Art 10. Collocazione degli edifici 9Art 11. Caratteristiche degli edifici 9Art 12. Murature, intonaci e colori 10Art 13. Ringhiere e muri di recinzione 10Art 14. Coperture 11Art 15. Serramenti 12Art 16. Poggioli, logge e pensiline 12Art 17. Forometrie 13
CAPO 4 - LINEE GUIDA PROGETTAZIONE DELLE OPERE DI URBANIZZAZIONE 14
Art 18. Strade 14Art 19. Elementi di traffic calming 18
CAPO 5. AREA DI SOSTA 22
Art 20. Parcheggio pubblico e/o di uso pubblico 22
CAPO 6: MARCIAPIEDI, PERCORSI PEDONALI E PISTE CICLABILI 24
Art 21. Marciapiedi e percorsi pedonali 24Art 22. Piste e percorsi ciclabili 25
CAPO 7: PASSI CARRAI E RAMPE 27
Art 23. Accessi e passi carrai 27
TITOLO III - SPAZI APERTI E ATTREZZATURE COMUNI 28
CAPO 8: VERDE PUBBLICO 28
Art 24. Spazi verdi pubblici 28
CAPO 9: ILLUMINAZIONE PUBBLICA, RETI E IMPIANTI TECNOLOGICI 29
Art 25. Illuminazione pubblica 29Art 26. Sottoservizi e impianti tecnologici 30
TITOLO IV – INDIRIZZI PER LA MITIGAZIONE AMBIENTALE E PAESAGGISTICA 32
CAPO 10: INDIRIZZI GENERALI 32
Art 27. Accorgimenti per la mitigazione 32Art 28. Tutela ambientale e del paesaggio agrario 32Art 29. Le siepi e i filari come trama ecologica del paesaggio rurale 33Art 30. La tavolozza dei colori 35
Oggetto: Prontuario PMQ_PI 201512_R00.doc
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TITOLO I – DISPOSIZIONI GENERALI
Art 1. Riferimenti
1. Il Prontuario per la Qualità Architettonica e la Mitigazione Ambientale del Piano degli Interventi, in
seguito Prontuario, è redatto ai sensi dell'art.17, co. 5 della LR n.11/2004.
2. I principi costruttivi e le buone pratiche enunciati nel Prontuario sono integrativi del regolamento
edilizio comunale, nonché delle norme operative del vigente Piano degli Interventi, e la loro
applicazione deve comunque ottemperare le specifiche disposizioni di legge o aventi valore di legge
vigenti.
3. Il Prontuario disciplina anche gli interventi previsti nel Piano d’Area dei Monti Berici; per quanto non
espressamente richiamato nel presente prontuario si rimanda ai “Sussidi operativi” allegati al
P.A.MO.B. approvato.
OBIETTIVI
4. Il Prontuario, con lo scopo di indirizzare le azioni progettuali e costruttive al raggiungimento di più
elevati livelli prestazionali rispetto agli standard minimi di legge, detta disposizioni in materia di:
− Qualità architettonica
− Mitigazione ambientale.
5. L’obiettivo del Prontuario è di promuovere l’ordinata trasformazione del territorio e delle città
attraverso la regolamentazione delle nuove costruzioni e la tutela, il rispetto e la valorizzazione del
patrimonio edilizio esistente sul territorio ed in quanto:
− parte integrante del paesaggio;
− fattore di qualificazione della vita dei cittadini;
− elemento di promozione degli spazi pubblici.
6. Il prontuario definisce gli obiettivi e contiene le indicazioni per la progettazione degli interventi
urbanistici, infrastrutturali, impiantistici, edilizi ed ambientali degli interventi di attuazione del
P.R.G./P.I. e costituisce supporto per la corretta progettazione e attuazione urbanistica ed edilizia.
Art 2. Attuazione
1. Il Prontuario si attua per mezzo di:
a) Piani Urbanistici Attuativi (PUA);
b) Interventi Edilizi Diretti e/o Convenzionati (IED);
c) Opere Pubbliche (OO.PP.);
d) Atti di Programmazione Negoziata e Accordi Pubblico Privato ai sensi dell’Art. 6 e 7 della LR
n.11/2004.
2. Il Prontuario si compone di una serie di articoli che al loro interno definiscono per ogni ambito
specifico:
− Obiettivi: ovvero gli obiettivi di qualità architettonica e mitigazione ambientale che il PI intende
perseguire;
Oggetto: Prontuario PMQ_PI 201512_R00.doc
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− Indirizzi: ovvero le disposizioni che devono preferibilmente essere osservate nella
elaborazione dei progetti di intervento sia diretti che preventivi.
− Prescrizioni: ovvero i contenuti che assumono valore prescrittivo. Nel presente Prontuario
sono precedute dalla lettera (P).
Art 3. Ambito di applicazione
1. Il Prontuario ha efficacia sull’intero territorio comunale e si applica a tutte le sue trasformazioni, sia
che riguardino le parti già costruite che i nuovi interventi.
Oggetto: Prontuario PMQ_PI 201512_R00.doc
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TITOLO II – ELEMENTI TIPOLOGICI, MORFOLOGICI E COSTRUTTIVI
CAPO 1: FABBRICATI RESIDENZIALI *
Art 4. Orientamento
OBIETTIVI
1. Per ottenere le condizioni di illuminazione e riscaldamento naturali più favorevoli è opportuno che
l’edificio abbia un determinato orientamento e che i locali siano disposti tenendo conto della
destinazione d’uso.
INDIRIZZI E PRESCRIZIONI
2. Per la disposizione dei locali interni si può suggerire indicativamente che gli ambienti, dove si svolge
la maggior parte della vita quotidiana, siano rivolti a Sud, per usufruire maggiormente di luce e calore.
3. In caso di situazioni orografiche sfavorevoli, per la disposizione degli edifici e dei locali, si dovrà tener
conto delle effettive condizioni di irraggiamento.
4. Le costruzioni adibite a residenza o ad occupazioni richiedenti tranquillità devono essere previste
lontano da vie destinate a traffico pesante.
5. Al fine di eliminare o ridurre la captazione del traffico stradale è consigliabile fornire alle costruzioni
assi ortogonali o angolati rispetto all’asse della via, al fine di evitare la prospicienza di ampie facciate;
per lo stesso motivo è bene evitare costruzioni prospicienti su crocicchi ad alta rumorosità e a
realizzare invece cortili aperti e arretramenti.
6. Nell’impossibilità di applicare gli accorgimenti suddetti, vanno presi in considerazione altri due criteri:
quello distribuitivo e quello costruttivo. Infatti, sia la distribuzione interna dei locali, tenuto conto della
loro destinazione d’uso, sia i materiali costruttivi usati, possono contribuire all’attenuazione del
“problema rumore”.
Art 5. Forma
OBIETTIVI
1. Ridurre il carico energetico degli edifici e mantenere i caratteri costruttivi e morfologici tipici della zona.
INDIRIZZI E PRESCRIZIONI
2. La forma dell’edificio influisce in modo significativo sull’intensità degli scambi termici, quindi sarà
preferibile nei nuovi edifici un impostazione planivolumetrica che abbia un basso indice di
compattezza, calcolato come rapporto tra superficie disperdente e volume interno riscaldato.
3. Sarà preferibile porre a sud gli eventuali porticati.
4. Minimizzare preferibilmente anche nelle ristrutturazioni la superficie di contatto tra vani riscaldati e non
riscaldati.
Oggetto: Prontuario PMQ_PI 201512_R00.doc
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5. Orientare e/o inclinare la copertura a sud per sfruttare in modo più efficiente gli apporti energetici
solari (fronte sud più alto del fronte nord).
6. È preferibile svincolare strutturalmente dall’involucro riscaldato (in ancoraggio) gli elementi esterni
come le balconate e terrazzi.
7. Gli edifici dovranno preferibilmente mantenere i caratteri costruttivi e morfologici tipici della zona.
Art 6. Colori e materiali
OBIETTIVI
1. Il rispetto dell’identità, della storia e della percezione del paesaggio tipico.
INDIRIZZI E PRESCRIZIONI
2. I materiali e i colori da impiegare dovranno relazionarsi alle vecchie tradizioni del costruire locale,
utilizzando altresì come campionario la presenza degli edifici esistenti significativi e caratterizzanti dal
punto di vista architettonico e culturale situati all’interno del Centro Storico.
3. In particolare le pietre, le terre, gli antichi intonaci, il cotto, i legni, la vegetazione di ciascun comune
costituiscono il “campionario” di riferimento per la definizione dei materiali e dei colori da adottare
negli interventi edilizi, di sistemazione e pavimentazione degli spazi scoperti.
4. Il Comune può, inoltre, provvedere alla redazione di un apposito “Piano del Colore” per gli edifici
ricadenti in ambiti di particolare valore storico, architettonico, paesaggistico e ambientale, al fine di
armonizzare anche dal punto di vista visivo gli immobili esistenti e futuri.
5. Si rimanda inoltre a quanto specificato all’articolo 30 del presente prontuario
Art 7. Contenimenti dei consumi energetici
OBIETTIVI
1. Favorire processi e le soluzioni per limitare i consumi energetici.
INDIRIZZI E PRESCRIZIONI
2. Favorire preferibilmente soluzioni costruttive che prevedano processi di aerazione naturali degli
ambienti così da limitare i consumi energetici per la climatizzazione estiva quali, ad esempio, pareti
ventilate per le strutture perimetrali, tetti ventilati per le coperture.
3. Porre particolare attenzione alla progettazione dell’illuminazione degli ambienti interni favorendo
l’impiego della luce naturale, riducendo il consumo di energia elettrica: adeguato assetto distributivo,l’
impiego di vetri fotosensibili per il controllo dell’entità dei flussi luminosi, la diffusione della luce negli
ambienti non raggiungibili dall’illuminazione solare diretta attraverso camini di luce.
4. Prevedere l’utilizzo di sistemi solari passivi, ossia, architetture in grado di captare l’energia radiante
solare, immagazzinarla e poi distribuirla all’interno dell’edificio tramite convenzione, conduzione o
irraggiamento, a guadagno solare.
5. (P) Favorire l’installazione di impianti solari fotovoltaici e radianti perché contribuiscono positivamente
al bilancio termico ed energetico dell’edificio.
Oggetto: Prontuario PMQ_PI 201512_R00.doc
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6. (P) Integrare già in fase di progetto tutti quelli che sono i sistemi di produzione di energia, (pannelli
fotovoltaici e radianti) precisando inclinazione e orientamento geografico, e assenza di
ombreggiamento.
7. (P) Progettare e studiare l’integrazione dei sistemi di produzione di energia quali ad esempio i pannelli
fotovoltaici e/o radianti in modo che si integrino correttamente con le preesistenze, rispettando il
contesto paesaggistico.
Art 8. Aree a verde privato
OBIETTIVI
1. Progettazione delle aree a verde privato in modo che si uniformino in coerenza con il paesaggio
circostante e che le specie vegetali siano compatibili con la pedologia dell’area specifica di
piantumazione.
INDIRIZZI E PRESCRIZIONI
2. La progettazione delle aree a verde privato deve preferibilmente tenere conto dei rapporti visuali tra gli
alberi d'alto fusto, gli arbusti, il prato, le pavimentazioni, l'architettura degli edifici, gli elementi naturali
del territorio, ecc.
3. La funzione delle alberature deve essere studiata tenendo conto della delimitazione degli spazi aperti,
schermi visuali e da riparo, zone d'ombra, giardini d’inverno, effetti prospettici, trasparenze verdi, ecc.
4. In fase di progettazione si devono considerare i caratteri delle alberature: specie a foglia persistente e
caduca, forma della massa arborea e portamento delle piante, velocità di accrescimento, colore del
fogliame e dei fiori, mutazioni stagionali, ecc.
5. Studiare e dare importanza all’apporto energetico riguardante la manutenzione, le sue esigenze e
quindi: irrigazione, soleggiamento, potatura, fertilizzanti, ecc.
6. La progettazione degli spazi adiacenti gli edifici deve fungere anche da controllo climatico e
contribuire al benessere abitativo e al confort termo-igrometrico, cercando di schermare in modo
corretto l’edificio dai venti dominanti invernali, e proteggere l'edificio dalla radiazione solare estiva.
7. Le aree verdi devono essere equipaggiate con vegetazione autoctona e/o naturalizzata arboreo-
arbustiva adatta alle caratteristiche climatiche e pedologiche del luogo, con funzione di:
− miglioramento estetico ed ecologico del paesaggio;
− mitigazione visiva dell'insediamento;
− ricomposizione di siepi e filari arborei o arbustivi.
8. Sono fatti salvi diversi indirizzi e/o prescrizioni riportate nel presente prontuario e riguardanti specifici
contesti.
Oggetto: Prontuario PMQ_PI 201512_R00.doc
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CAPO 2. MITIGAZIONI
Art 9. Mitigazioni degli insediamenti residenziali
OBIETTIVI
1. Mascheramento e riduzione dell’impatto degli insediamenti residenziali.
INDIRIZZI E PRESCRIZIONI
2. Per mascherare gli insediamenti residenziali dalla campagna circostante e in contesti
paesaggisticamente significativi vanno poste fasce opportunamente piantumate con alternanza di filari
alberati ed elementi arbustivi autoctoni e/o naturalizzati.
3. All’interno di tali fasce, compatibilmente con l’esigenza primaria di conseguire un’adeguata
schermatura mediante profili naturaliformi di profondità adeguata, possono essere consentiti
parcheggi inerbiti ed alberati adottando opportune tecnologie costruttive, soprattutto in relazione al
substrato costitutivo ed al miscuglio di Graminacee. Le alberature devono essere impalcate ad una
congrua altezza.
Oggetto: Prontuario PMQ_PI 201512_R00.doc
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CAPO 3: TERRITORIO AGRICOLO E TESSUTO RESIDENZIALE DIFFUSO
Art 10. Collocazione degli edifici
OBIETTIVI
1. Rispettare la morfologia del suolo riducendo al minimo le alterazioni della natura dei luoghi, senza
sistemazioni artificiose del terreno ma soltanto adattamenti del suolo dovuti a esigenze funzionali delle
costruzioni.
INDIRIZZI E PRESCRIZIONI
2. Devono essere limitate al minimo necessario le opere di contenimento che eventualmente dovranno
essere realizzate con tecniche tradizionali o comunque utili ad armonizzare gli interventi con il
contesto.
3. Devono essere salvaguardate le visuali di rilevanza paesaggistica e la vista di fabbricati tipici e di
valore ambientale o architettonico.
4. Tutti gli impianti tecnologici posti esternamente ai fabbricati (cisterne per il gas e per l’acqua, vasconi,
contatori, etc...) possono essere comunque adeguatamente mimetizzati e nascosti alla vista,
utilizzando nel caso vegetazione tipica della zona.
5. L’edificazione deve prioritariamente avvalersi delle strade esistenti. Nei casi in cui le strade esistenti
siano inadeguate o insufficienti sarà possibile realizzarne altre.
6. Il Comune può imporre arretramenti delle recinzioni anche per consentire il ripristino dei percorsi
abbandonati e l’apertura di nuovi passaggi pedonali e/o ciclabili.
Art 11. Caratteristiche degli edifici
OBIETTIVI
1. Rispettare caratteri tipologici e costruttivi propri del patrimonio edilizio storico e rurale esistente.
INDIRIZZI E PRESCRIZIONI
2. Le volumetrie di nuova progettazione dovranno riprendere la scala dimensionale, le forme, le modalità
di aggregazione, le collocazioni rispetto al sito proprie dell’edilizia tradizionale quali desumibili dagli
esempi presenti in zona. Le piante dovranno essere preferibilmente quadrate o rettangolari o
comunque risultanti dal semplice e chiaramente leggibile accostamento di quadrati e rettangoli
secondo assi paralleli o perpendicolari tra loro. In alzato i volumi dovranno sempre risultare leggibili
nella loro matrice planimetrica semplice a nel caso di volumetrie articolate i singoli volumi dovranno
comporsi in modo chiaro.
3. Ogni edificazione ammessa nelle zone agricole, deve essere in armonia con le tipologie
locali dell'edilizia rurale;*
4. Le tecnologie costruttive dovranno tenere conto dell'uso di materiali tradizionali (mattone,
pietra, legno, intonaco), quantomeno per la risoluzione delle parti a vista esterne (fronti, parti
Oggetto: Prontuario PMQ_PI 201512_R00.doc
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porticate, etc…); è ammessa l’applicazione delle tecnologie collegate alla bioedilizia e al
risparmio energetico.*
Art 12. Murature, intonaci e colori
OBIETTIVI
1. Mantenere un immagine tradizionale dell’edificazione in area agricola.
INDIRIZZI E PRESCRIZIONI
2. Viene ammesso qualsiasi materiale atto a soddisfare le esigenze statiche e di isolamento termico
qualora venga ricoperto e intonacato.
3. Oltre alle murature intonacate sono acconsentite le murature a vista nei seguenti materiali:
- blocchi in cls a grana minuta escludendo comunque i finti bugnati o le superfici lavorate;
- mattoni di tipo sabbiato o lavorati a mano;
- calcestruzzo;
- pietra locale in blocchi squadrati o a pezzatura irregolare;
4. Le pareti esterne dovranno preferibilmente essere tinteggiate con applicazione prodotti traspiranti e
non sintetici. Le tinteggiature vanno prioritariamente scelte tra le gamme dei colori usati
tradizionalmente in zona; tra i colori proponibili va scelto quello che meglio s'intona con gli edifici
circostanti, preferibilmente selezionato tra quelli indicati nella successiva “Tavolozza dei colori” (art.
31). Non sono ammesse le superfici graffiate.
5. Per gli edifici di valore storico - testimoniale e sui manufatti esistenti nelle aree finitime, sono altresì
vietati:
- gli intonaci non a base di calce;
- i rivestimenti plastici alle murature esterne;
6. E' sconsigliato l'uso di rivestimenti con materiali estranei all'architettura locale e di pannelli
prefabbricati, di intonaci plastici, graffiati o simili, klinker, listelli in cotto.*
7. La finitura esterna dell'edificio deve essere coerente con il carattere originario e la tipologia
dello stesso.*
Art 13. Ringhiere e muri di recinzione
OBIETTIVI
1. Ricercare soluzioni che garantiscano una corretta mitigazione visiva attraverso l’omogeneità tipologica
e cromatica.
INDIRIZZI E PRESCRIZIONI
2. Le recinzioni, fatte salve diverse specificazioni, dovranno essere preferibilmente in ferro
lavorato con disegno semplice, ad aste verticali, o su modelli tradizionali; è sempre
Oggetto: Prontuario PMQ_PI 201512_R00.doc
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consentito il recupero di ringhiere preesistenti, purché compatibili con le caratteristiche di
sicurezza fissate dai regolamenti di igiene.*
3. I muri di recinzione o di contenimento in sasso in linea di massima, devono essere
conservati. E’ comunque ammesso ricavare aperture per consentire l’accesso alle abitazioni
o ai lotti retrostanti.* 4. Sono ammesse recinzioni in rete metallica e siepe, lo zoccolino in muratura o in materiale a vista.
5. E' vietata qualsiasi tipo di tettoia o protezione su cancelli pedonali e carrai. Le eventuali ringhiere e i
cancelli di ingresso pedonali e carrai dovranno essere esclusivamente in ferro e di disegno semplice e
lineare.
6. Per gli edifici di valore storico - testimoniale e per i manufatti esistenti nelle aree finitime:
- le ringhiere dei poggioli o delle porte finestre devono essere in ferro o in pietra, con disegno
semplice e possibilmente tradizionale;
- recinzioni: per la delimitazione di aree rurali si utilizzano siepi e/o pali in legno, o reti metalliche
senza zoccolatura, con siepe di mascheramento costituita da specie autoctone.
Art 14. Coperture
OBIETTIVI
1. Privilegiare, per materiali e sagome, le tipologie tradizionali e le tecnologie costruttive locali.
INDIRIZZI E PRESCRIZIONI
2. I tetti devono essere obbligatoriamente realizzati a 2 falde quando il fabbricato in questione risulta
essere alto fino a due piani fuori terra. La pendenza delle falde sarà pari almeno al 30%, massima del
45%, nel caso di manutenzione ordinaria o straordinaria, di restauro o ampliamento in aderenza,
saranno mantenute le caratteristiche di falda esistenti. Non sono annessi tagli obliqui della falde,
interruzioni o frastagliature irregolari che ne alterino la geometria semplice. Non sono ammesse
coperture piane praticabili o non. Le falde presenteranno sporti nel senso della pendenza non
superiori a 50 cm nel caso di sporto ad intradosso secondo la pendenza di falda, e non superiori a 40
cm nel caso di sporto ad intradosso orizzontale o modanato. Gli sporti laterali non potranno superare i
25 cm. Le cornici devono essere provviste di grondaie a sagoma circolare.
3. I manti di copertura devono essere in coppi di laterizio color cotto, tegole di cemento o cotto colorate
che riprendano per forma e colore l'aspetto dei coppi. Viene consentito l'uso del rame a lastre.
4. Per gli edifici di valore storico - testimoniale e sui manufatti esistenti nelle aree finitime, sono altresì
vietati:
- le coperture, anche a sbalzo, delle aperture (ingressi e finestre);
- le falde sfalsate.
Per i suddetti edifici il manto di copertura deve essere realizzato in coppi di tipo tradizionale e le
grondaie devono essere con profilo tondo. I comignoli infine devono essere realizzati con disegno
tradizionale.
Oggetto: Prontuario PMQ_PI 201512_R00.doc
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Art 15. Serramenti
OBIETTIVI
1. Corretta mitigazione visiva attraverso l’omogeneità tipologica e cromatica.
INDIRIZZI E PRESCRIZIONI
2. I serramenti dovranno essere in legno verniciato o naturale, profilati in pvc, ferro verniciato, alluminio
verniciato o elettrocolorato ne i colori scuri , testa di moro o simili oppure bianco. Per le chiusure
esterne di finestre e portefinestre è consentito esclusivamente l'uso di balconi alla vicentina e a libro in
legno o in pvc con tinte e finiture nelle forme tradizionali, non sono acconsentite le tapparelle. I
portoncini di ingresso dovranno essere preferibilmente in legno e comunque di forme e linee semplici.
3. Per gli edifici di valore storico - testimoniale e sui manufatti esistenti nelle aree finitime, sono altresì
vietati:
- i serramenti, compresi i doppi vetri installati a filo esterno delle murature perimetrali;
- sono vietati portoncini in alluminio anodizzato;
- le tapparelle.
*E’ vietato l'uso di tapparelle indipendentemente dai materiali usati (metallo, plastica, legno).*
- Le eventuali cornici delle finestre devono essere realizzate in pietra o intonaco a rilievo dello
spessore di almeno 8 cm;*
- Le cornici dovranno avere uno sporto max frontale cm. 60 e laterale cm.30; le stesse potranno
essere realizzate in legno mattoni faccia vista o prefabbricate in cls e tinteggiate con coloriture
tinta pietra;*
- I portoncini d'ingresso possono essere in legno pieno o similari, arretrati rispetto al filo delle
facciate e tinteggiati negli stessi colori delle finestre. Sono ammessi anche portoncini in alluminio
verniciato con le stesse forme e caratteristiche prescritte per quelli in legno.*
4. (P) E’ vietato l'uso di tapparelle, indipendentemente dai materiali usati (metallo, plastica, legno).*
Art 16. Poggioli, logge e pensiline
OBIETTIVI
1. Ricercare soluzioni che garantiscano una corretta mitigazione visiva attraverso l’omogeneità tipologica
e cromatica.
INDIRIZZI E PRESCRIZIONI
2. Sono vietati poggioli aggettanti rispetto il filo facciata. Sono vietate le scale esterne non comprese
entro un volume chiuso. Sono acconsentite le logge a baIlatoio ricavate all'interno della sagoma
dell'edificio.
3. I poggioli sono ammessi se già esistenti oppure come ripristino su base documentale, oppure come
integrazione con altri poggioli nel caso di ricomposizione dell'intera facciata secondo i canoni tipici
dell'architettura locale. Il loro nuovo inserimento potrà avvenire preferibilmente sul fronte di ingresso e
sul fronte opposto.*
Oggetto: Prontuario PMQ_PI 201512_R00.doc
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4. In caso di inserimenti in contrasto con la composizione di facciata, durante la ristrutturazione
dovranno possibilmente essere demoliti. I poggioli saranno prioritariamente in pietra aggettante su
modanature dello stesso materiale o di legno o in calcestruzzo, con assoluta esclusione del
calcestruzzo a faccia vista;
5. E’ consentita la realizzazione di logge se in armonia con l’involucro dell’edificio.*
6. Ove previsto l'inserimento o la sostituzione di pensiline sopra le porte di ingresso delle abitazioni è
meglio rispettare le dimensioni per una sporgenza tra i 60 e i 90 cm. ed una larghezza che non superi
i 40 cm. lateralmente allo stipite della porta.*
7. I poggioli devono sporgere al massimo di 60 cm;*
8. Le ringhiere dei poggioli o delle porte finestra devono essere in ferro o in pietra, con disegno semplice
e possibilmente tradizionale;*
Art 17. Forometrie
OBIETTIVI
1. Corretta mitigazione visiva attraverso l’omogeneità tipologica.
INDIRIZZI E PRESCRIZIONI
2. (P) Adottare esclusivamente aperture di forma quadrata o rettangolare, o eventualmente a forma di
trapezio rettangolo con il lato obliquo secondo la pendenza del tetto. E' ammessa la profilatura in
pietra dei fori nelle forme tradizionali. Sono escluse finestre a "nastro" o "zoppe".
3. Le principali misure dei fori devono essere in rapporto con quelle delle tipologie tradizionali ed avere
rapporti tra altezza e larghezza tipici della zona.*
4. Il Responsabile del Servizio può consentire la deroga alle prescrizioni sopra riportate limitatamente al
caso in cui si rendesse necessario uniformarsi alle diverse dimensioni dei fori originali che non
abbiano subito manomissioni.* 5. Ai piani terra è ammessa la modifica della forometria per motivi di accesso (da finestra a porta) o
commerciali (da finestra a vetrina) escludendo, ove possibile, gli edifici di interesse architettonico
soggetti a restauro e risanamento conservativo per i quali possono essere previste vetrine in
arretramento dal fronte dell'edificio prevedendo uno spazio minimo tra muratura e vetrina di ml. 1,50. *
6. È vietato l’uso di tapparelle avvolgibili in plastica o di altro materiale, mentre sono preferibili i
serramenti e gli oscuri in legno, del tipo a libro o simili.*
Oggetto: Prontuario PMQ_PI 201512_R00.doc
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CAPO 4 - LINEE GUIDA PROGETTAZIONE DELLE OPERE DI URBANIZZAZIONE
Art 18. Strade
1. Si definisce "strada" l'area ad uso pubblico destinata alla circolazione dei pedoni, dei veicoli e degli
animali (Dlgs 285/1992 “Codice della strada”, art 2, c.1).
2. Le caratteristiche tecniche delle strade sono determinate in rapporto alla loro classificazione derivante
dagli appositi provvedimenti comunali adottati ai sensi del Codice della Strada: esse faranno
riferimento alle relative caratteristiche dimensionali e geometriche stabilite dal DM 05/11/2001 –
Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade.
OBIETTIVI
3. Il progetto edilizio o urbanistico deve assicurare adeguate caratteristiche prestazionali alle opere
stradali secondo i seguenti obiettivi:
− gerarchizzare correttamente la nuova viabilità rispetto alla viabilità esistente, evitando la
connessione diretta alle direttrici di attraversamento;
− dimensionare le strade destinando spazi idonei per i singoli elementi (corsie, banchine,
percorsi, etc...) ma garantendo l’uso corretto degli spazi evitando sovradimensionamenti e
sprechi di aree;
− introdurre, nella progettazione delle strade, idonei interventi di mitigazione dell’inquinamento
acustico e chimico;
− progettare le strade residenziali e di distribuzione interna secondo criteri di “traffic calming”,
con particolare attenzione alla moderazione della velocità e salvaguardia dell'incolumità di
pedoni e ciclisti;
− indurre l’utenza a riconoscere le diverse funzioni delle strade, e di conseguenza la presenza
di un contesto ambientale diverso da quello precedentemente attraversato, anche attraverso
il corretto uso della segnaletica, degli elementi di arredo e del tipo di pavimentazione.
INDIRIZZI E PRESCRIZIONI
4. Dotare la viabilità d'accesso degli opportuni raccordi e svincoli stradali, eventualmente separata
dall'insediamento mediante opportune barriere antirumore (realizzate preferibilmente mediante rilevati
con coperture vegetali, fasce filtro piantumate, muri vegetati), realizzata impiegando materiali idonei
ad eliminare inquinamento acustico (asfalto e pavimentazioni fonoassorbenti) o inquinamento chimico
(pavimentazioni fotocatalitiche);
5. Negli interventi attuati dentro i centri abitati su strade ed accessi privati che, pur non essendo
individuati e classificati, siano a servizio di un numero di unità immobiliari superiore a cinque, le
caratteristiche e le dimensioni delle strade di distribuzione residenziali dovranno fare riferimento a
quelle stabilite per le strade di categoria F in ambito urbano.
6. Nelle aree produttive la larghezza della corsia delle strade di distribuzione va, ove possibile,
dimensionata a ml 3,50.
Oggetto: Prontuario PMQ_PI 201512_R00.doc
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Nel caso di interventi urbanistici ed edilizi attuati a mezzo di IED o PUA che interessino il sistema della
viabilità (recinzioni, passi carrai, percorsi ciclabili e pedonali, strade, etc...), devono possibilmente
essere messi in atto gli interventi di ristrutturazione viaria.
7. finalizzati a ricalibrare le caratteristiche geometriche della strada esistente secondo i parametri stabiliti
dal presente Prontuario in relazione alle diverse categorie di strada.
8. Sono interventi di ristrutturazione viaria:
− allargamento del sedime stradale esistente per l’arretramento delle recinzioni e dei passi
carrai e per l’inserimento di marciapiede o piste ciclabili, alberature o siepi, bande polivalenti,
banchine, etc…
− restringimento del sedime stradale esistente per il recupero degli spazi risultanti tra le
recinzioni ed il ciglio asfaltato al fine dell’inserimento di marciapiede o piste ciclabili,
alberature o siepi, bande polivalenti, banchine, etc…
9. Nei casi di costruzione di strade a fondo cieco, al termine di dette strade deve essere previsto uno
spazio destinato all’agevole manovra di inversione di marcia degli automezzi il cui diametro
preferibilmente non deve essere inferiore a ml 12 per i tessuti residenziali e ml 25 per i tessuti delle
attività economiche.
10. Le soluzioni costruttive devono essere possibilmente coerenti con le specifiche caratteristiche
morfologiche ed ambientali del sito. Il collegamento con la sede stradale, o comunque con il percorso
a cui sono funzionali, deve essere realizzato rispettando le norme della L.13/1989 e s.m.i., dei D.M.
n° 236/89 e n°503/96 e s.m.i., in modo da non comportare ostacoli alla percorribilità per la generalità
delle persone.
11. Al fine di controllare i rapporti con l'ambiente circostante, i progetti riguarderanno anche le aree
limitrofe, per conferire loro una sistemazione adeguata e coerente anche mediante alberature, spazi di
arredo, ecc.;
12. Si deve tener conto delle visuali di interesse storico, naturalistico o paesaggistico predisponendo
soluzioni adeguate per valorizzare la percezione.
13. Le pavimentazioni delle strade vanno preferibilmente realizzate in asfalto; qualora parte della
carreggiata sia utilizzata come pista ciclabile, quest’ultima può essere differenziata con l’impiego di
asfalto pigmentato o con altro materiale concordato con l’Amministrazione Comunale.
14. Per ambiti e progettazioni specifiche possono essere utilizzati: materiale lapideo o masselli in
calcestruzzo (preferibilmente di forma e colore appositamente indicati per ambientazioni di carattere
storico). In ogni caso pavimentazioni, tipologie costruttive e utilizzo di materiali, andranno sempre
concordati con l’Amministrazione Comunale.
Di seguito si riportano immagini esemplificative estratte dal D.M. 5.11.2011
Oggetto: Prontuario PMQ_PI 201512_R00.doc
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Art 19. Elementi di traffic calming
1. Si identifica sotto questo nome la combinazione di misure fisiche tali da ridurre gli effetti negativi
dell’uso dei veicoli, modificare il comportamento del conducente e migliorare le condizioni degli utenti
della strada non motorizzati.
OBIETTIVI
2. Gli obiettivi principali sono quelli di ridurre la velocità ed i flussi di traffico, nell’interesse della sicurezza
stradale, della vivibilità e di altri pubblici interessi, ottenuti a mezzo di modifiche della geometria
stradale e/o installazione di barriere o altri ostacoli fisici.
INDIRIZZI E PRESCRIZIONI
3. La moderazione della velocità, secondo i modelli forniti dagli esempi europei, si attua attraverso una
serie di interventi che possono essere classificati in:
a. interventi puntuali - l'intervento puntuale corrisponde ad un particolare trattamento e/o
configurazione della sede stradale, realizzato in un ambito ridotto, con la funzione principale di
obbligare gli automobilisti ad un corretto comportamento. Le realizzazioni puntuali agiscono nella
direzione sia di una diminuzione della velocità veicolare, sia di una riduzione delle possibilità di
accesso in particolari aree. Tali interventi devono essere adeguatamente segnalati, per poter
essere percepiti anticipatamente dall'automobilista come elemento anomalo della circolazione,
consentendogli di adeguare il proprio comportamento di guida. L'uso diffuso degli interventi
puntuali all'interno di una determinata zona, consente di abituare il conducente ad una andatura
moderata, fornendo al contempo una percezione immediata della gerarchia stradale urbana.
b. interventi lungo l'asse - per interventi lungo l'asse si intende generalmente la trasformazione di un
tratto esteso della strada, attraverso la rottura della prospettiva lineare, ottenuta con l'inserimento
di ostacoli alla visuale e l'inserimento di "interventi puntuali". La tipologia e la qualità delle
modificazioni stradali, influiscono sui comportamenti di guida, al fine di adeguarli alle specifiche
esigenze delle aree attraversate. Gli automobilisti regolano il proprio comportamento in funzione
della percezione che ricevono dall'ambiente stradale completamente modificato dall'intervento.
L'efficacia degli interventi lungo l'asse stradale è direttamente proporzionale all'estensione
dell'intervento.
c. interventi coordinati - gli interventi coordinati rappresentano quegli interventi che si riferiscono a
situazioni complesse e, attraverso l'applicazione degli interventi puntuali e/o lungo l'asse,
realizzano percorsi protetti, come i percorsi casa-scuola e i percorsi senza barriere architettoniche.
4. Gli interventi puntuali possono essere realizzati attraverso:
a. segnaletica orizzontale e verticale (ad es. gli attraversamenti pedonali);
b. disassamenti verticali (ovvero con interventi a rilievo sulla pavimentazione stradale; ad es. dossi,
pedane rialzate, cuscini berlinesi);
c. disassamenti orizzontali (ovvero con la traslazione dell'asse della carreggiata, si ottiene una
riduzione più o meno sensibile della velocità di circolazione, dovuta alla necessità di rallentare
davanti ad una modificazione fisica della strada; ad es. l'avanzamento dei marciapiedi, i
Oggetto: Prontuario PMQ_PI 201512_R00.doc
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restringimenti puntuali della carreggiata, le “zone a porta”, le chicane, le isole spartitraffico salva-
pedoni);
d. trattamenti della superficie carrabile (ovvero con interventi che modificano con materiali a contrasto
la superficie stradale; ad es. le bande sonore ed ottiche, la corsia polivalente).
Con la dicitura interventi lungo l'asse si intende generalmente la trasformazione di un tratto esteso
della strada, ottenuta con l'inserimento e/o la fusione di più interventi puntuali, attraverso i quali è
possibile ottenere la rottura della prospettiva lineare. L'inserimento degli interventi puntuali deve avvenire
sempre secondo un disegno
5. progettuale programmato, in funzione degli obiettivi che si intende perseguire. Le modifiche stradali
influiscono sui comportamenti di guida, obbligando gli automobilisti a regolare il proprio
comportamento in funzione della percezione che ricevono dall'ambiente stradale completamente
modificato dall'intervento. Gli interventi lungo l'asse possono sviluppare:
a. strade residenziali, nel caso in cui siano effettivamente applicati ad una sola via;
b. Zone 30, nel caso in cui siano applicati ad una strada o ad un ambito, dove vige il limite dei 30
km/h.
Gli obiettivi, in entrambi i casi, non riguardano solo il miglioramento della sicurezza del traffico (sia
in termini di riduzione degli incidenti, sia diminuendo i pericoli del traffico), ma tendono
principalmente a:
− scoraggiare il traffico di transito;
− ridurre i disturbi del traffico come la congestione dei parcheggi, il rumore ed altre forme di
inquinamento;
− promuovere la mobilità di ciclisti e pedoni.
L'efficacia degli interventi lungo l'asse stradale è direttamente proporzionale all'estensione
dell'intervento.
6. Sotto la dicitura interventi coordinati si raccolgono tutte le azioni volte a prevenire le diffuse situazioni
di rischio, attraverso la progettazione attenta dei percorsi casa-scuola-gioco sia pedonali che ciclabili.
L'obiettivo principale è quello di ridurre drasticamente la possibilità di incidenti auto-bambino fino a
reintrodurre la possibilità di consentire l'accesso diretto dei bambini alle strutture scolastiche o di
svago evitando la presenza dei genitori. Le misure progettuali concernenti l'organizzazione e la
pianificazione per l'incremento della sicurezza sui percorsi casa-scuola, casa-gioco, si devono
preventivamente avvalere:
a. di una approfondita documentazione relativa ai bacini d'utenza delle scuole e dei parchi gioco o
sportivi;
b. di uno studio dei percorsi urbani che tenda a separare il traffico veicolare di transito da quello
pedonale negli ambiti di interesse;
c. di una integrazione dei percorsi pedonali 'per adulti' con quelli più specifici per i bambini;
d. di una attiva protezione programmata degli attraversamenti e dei punti di maggior afflusso dei
bambini negli orari scolastici o di svago.
È necessario inoltre prevedere in ogni edificio scolastico, complesso di gioco o sportivo per bambini,
la presenza di alcune dotazioni tecniche finalizzate alla sicurezza “passiva” quali:
Oggetto: Prontuario PMQ_PI 201512_R00.doc
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e. la segnalazione visiva e sonora, con la dissuasione fornita da eventuali dossi, della situazione di
pericolo per gli automobilisti;
f. la creazione di spazi di compensazione all'uscita degli edifici che impediscano la ressa di bambini
in punti ristretti a ridosso della strada;
g. la creazione di più punti di accesso o deflusso verso i luoghi di interesse;
h. la creazione di ampi marciapiedi in prossimità delle scuole o dei complessi che consentano ai
bambini di percorrere lunghi tratti pedonali protetti dal traffico veicolare;
i. la disponibilità, ove possibile, di aree di sosta veloce all'interno della scuola per evitare che la
salita-discesa dei bambini avvenga comunque in condizioni di pericolo o, in alternativa, la
creazione di rientri protetti nei marciapiedi per consentire la sosta veloce;
j. la previsione di aree omogenee all'interno del nucleo urbano comprendenti edifici scolastici, parchi
gioco o sportivi, con relativo accorpamento degli accessi pedonali e veicolari e degli spazi per la
sosta veloce dei veicoli.
Di seguito, immagini esemplificative
Oggetto: Prontuario PMQ_PI 201512_R00.doc
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Configurazione attraversamento pedonale Isola salvagente
Configurazione attraversamento pedonale Restringimento carreggiata con avanzamento marciapiede
Avamposto per le biciclette realizzato in prossimità di un'intersezione
Fermata autobus su una piazzola rientrata
Oggetto: Prontuario PMQ_PI 201512_R00.doc
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CAPO 5. AREA DI SOSTA
Art 20. Parcheggio pubblico e/o di uso pubblico
1. Comprendono le aree o infrastrutture poste fuori della carreggiata, destinate alla sosta regolamentata o non dei veicoli (Dlgs 285/1992 “Codice della strada”, art 3, c.1, n° 34 e smi.);
OBIETTIVI 2. Gli obiettivi da perseguire per la buona progettazione e funzionalità delle aree a parcheggio sono:
− la realizzazione di spazi scoperti con materiali che garantiscano un’adeguata permeabilità; − la riduzione del fenomeno della formazione di “isole di calore”; − l’integrazione ambientale e paesaggistica delle aree direttamente connesse al territorio aperto; − la mitigazione ambientale e il potenziamento vegetazionale, garantendo un’adeguata
ombreggiatura degli spazi; − la realizzazione di spazi di manovra e di sosta ampi e compatibili con le esigenze dei soggetti
portatori di handicap.
INDIRIZZI E PRESCRIZIONI 3. I parcheggi scoperti dovranno essere preferibilmente approntati utilizzando materiali permeabili per le
zone di sosta, qualora compatibile con le esigenza di tutela ambientale del suolo e del sottosuolo, e manto di asfalto per le corsie di manovra.
4. Gli spazi dovranno essere alberati, ponendo a dimora essenze di alto fusto appartenenti a specie autoctone o tradizionali, poste in maniera da garantire l’ombreggiamento delle aree di sosta durante la stagione estiva; si dovrà avere cura che gli alberi messi a dimora non interferiscano con gli spazi necessari per la manovra, la sosta e l’uso delle automobili.
5. Il Comune potrà indicare le soluzioni ritenute maggiormente adeguate agli obiettivi della sicurezza del traffico, del decoro urbano, del rispetto dei diversi contesti ambientali e delle esigenze ecologiche.
6. In rapporto alle specifiche caratteristiche dei luoghi, i posti auto potranno essere pavimentati, a titolo esemplificativo, anche in: materiali lapidei in lastre, masselli autobloccanti continui o “a griglia” in cemento pigmentato, grigliati di plastica a maglia stretta, altre pavimentazioni di tipo permeabile coerenti con i caratteri dei luoghi.
7. E’ consentita la pavimentazione in asfalto laddove non vengano pregiudicati l’immagine urbana e la necessaria quota di superficie permeabile, purché siano garantite – ad esempio utilizzando asfalto colorato – la chiarezza e la riconoscibilità dei posti auto.
Di seguito, immagini esemplificative
Oggetto: Prontuario PMQ_PI 201512_R00.doc
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CAPO 6: MARCIAPIEDI, PERCORSI PEDONALI E PISTE CICLABILI
Art 21. Marciapiedi e percorsi pedonali
1. Si definiscono parte della strada, esterna alla carreggiata, rialzata o altrimenti delimitata e protetta,
destinata ai pedoni.
OBIETTIVI
2. Gli obiettivi principali nella progettazione dei marciapiedi e dei percorsi pedonali sono la sicurezza
degli utenti e la garanzia dell’utilizzo incondizionato attraverso l’eliminazione delle barriere
architettoniche.
INDIRIZZI E PRESCRIZIONI
3. (P) I marciapiedi, realizzati nel rispetto delle disposizioni delle norme sul superamento delle barriere
architettoniche, devono avere una larghezza minima di ml 1,50.
4. I marciapiedi potranno comunque essere sostituiti da percorsi porticati pubblici o di uso pubblico.
5. I percorsi pedonali andranno generalmente realizzati lungo il bordo strada ad una quota più elevata di
quella veicolare, non superiore a cm 15, adeguatamente delimitati da cordoli di materiale coerente
con quello della pavimentazione; potranno invece trovarsi alla quota stradale quando siano separati
dalle sedi per la circolazione motorizzata a mezzo di separatori di traffico.
6. (P) I percorsi dovranno essere privi di rialzi, dislivelli non raccordati ed irregolarità che impediscano la
fruizione in sicurezza.
7. Le superfici potranno essere pavimentate con materiale lapideo non levigato, asfalto o masselli in
calcestruzzo: al fine di evidenziare chiaramente il percorso, le superfici possono essere differenziate
per materiale di finitura o colore rispetto alle sedi per la circolazione motorizzata, avendo cura dello
studio dell'accostamento delle diverse parti.
8. Vanno limitati interventi di tombinatura e chiusura di corsi d’acqua per la realizzazione dei marciapiedi
e, in ogni caso, rispettate le norme di tutela idraulica.
9. Deve essere prevista una idonea pendenza laterale (circa 1%) verso i canali di raccolta delle acque
meteoriche Nella progettazione e realizzazione dei percorsi pedonali vanno sempre valutate le
possibilità di collegamento ed integrazione con la rete dei percorsi già esistenti o di possibile
realizzazione, con il sistema delle aree verdi, degli spazi pubblici e dei servizi presenti nell'area.
10. Gli attraversamenti delle strade, soprattutto se ad elevato livello di traffico, vanno preferibilmente
realizzati a mezzo di fascia sopraelevata con variazione della pavimentazione stradale, raccordata
lateralmente alla sede viaria, in modo da evidenziare l'attraversamento ed avere funzione di
dissuasore della velocità oppure di “limite” all'ingresso di una zona residenziale.
11. La posa di elementi di arredo (panchine, alberature, lampioni, ecc.) non deve essere di ostacolo alla
percorrenza e, qualora sia possibile, va realizzata in appositi spazi ricavati a lato del percorso,
evitando il restringimento rispetto alle misure minime sopra indicate.
Di seguito, immagini esemplificative
Oggetto: Prontuario PMQ_PI 201512_R00.doc
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Art 22. Piste e percorsi ciclabili
1. Parte longitudinale della strada, opportunamente delimitata, riservata alla circolazione dei velocipedi.
OBIETTIVI
2. Promozione di forme di mobilità urbana eco-compatibili e non inquinanti per uno sviluppo durevole e
sostenibile degli ambiti urbanizzati.
INDIRIZZI E PRESCRIZIONI
3. (P) Le piste ciclabili, realizzate nel rispetto della normativa sul superamento delle barriere
architettoniche, dovranno avere larghezza minima pari a ml 1,50 se per un solo senso di marcia e ml
2,50 per il doppio senso di marcia. Larghezze diverse sono possibili sulla base dello stato dei luoghi e
delle effettive possibilità realizzative.
4. Nei casi in cui i percorsi siano destinati anche alla viabilità pedonale, le larghezze sopra indicate
dovranno essere aumentate in base a valutazioni legate alla sicurezza della circolazione ed ai livelli di
traffico.
5. I percorsi ciclabili e/o ciclopedonali possono essere autonomi, se separati dalla viabilità motorizzata a
mezzo di aiuole, fossati, zone verdi, separatori ecc. ovvero percorsi a bordo strada quando individuati
da apposita segnaletica sulla carreggiata stradale.
6. Nella progettazione e realizzazione delle piste ciclabili vanno valutate le possibilità di collegamento
con la rete dei percorsi già esistenti o di possibile realizzazione, con il sistema delle aree verdi, degli
spazi pubblici e dei servizi presenti nell'area.
7. Deve essere assicurata un’idonea percorribilità di tali percorsi, evitando pavimentazioni irregolari,
dislivelli non raccordati o ostacoli che impediscano la percorrenza in sicurezza.
8. La pavimentazione sarà normalmente in asfalto con manto di usura in asfalto pigmentato, tale da
facilitarne l'identificazione e la specificità nei casi in cui il percorso non sia autonomo.
9. Con le stesse finalità, le superfici potranno essere pavimentate con materiale lapideo non levigato o
masselli in calcestruzzo, avendo cura dello studio dell'accostamento delle diverse parti.
10. Sono da preferire pavimentazioni che consentono una facile pulitura ed agevoli interventi di
manutenzione, sostituzione e rifacimento.
Marciapiede rialzato Percorso pedonale nel verde
Oggetto: Prontuario PMQ_PI 201512_R00.doc
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11. I percorsi ciclabili in zona agricola dovranno mantenere le caratteristiche tipiche dei percorsi rurali. Per
ottenere soluzioni di buona integrazione paesaggistica, anche a lato di elementi naturali o in presenza
di elementi di interesse storico-architettonico, per le pavimentazioni può essere utilizzato il misto
stabilizzato cementato.
12. Deve essere prevista idonea pendenza (circa 1%) per lo sgrondo delle acque meteoriche verso i
canali di raccolta. Le caditoie dovranno essere poste in opera con gli elementi principali disposti
perpendicolarmente all’asse di percorrenza della pista ciclabile.
13. (P) Le pendenze longitudinali massime non devono essere superiori al 5%, fatti salvi gli
attraversamenti ciclabili a livelli sfalsati, o punti specifici, dove la pendenza massima può essere pari
al 10%.
14. Gli attraversamenti delle strade, soprattutto se ad elevata intensità di traffico veicolare, vanno
realizzati con una fascia sopraelevata con variazione della pavimentazione stradale, raccordata
lateralmente alla sede carrabile: in tal modo l’attraversamento assume anche funzione di dissuasore
di velocità oppure di segnalazione di ingresso ad una zona residenziale.
15. In corrispondenza delle intersezioni, va predisposta la specifica segnaletica orizzontale e verticale.
Vanno sempre limitati gli interventi di tombinatura e chiusura di corsi d’acqua per la realizzazione delle
piste ciclabili e, in ogni caso, rispettate le norme di tutela idraulica senza modifica del preesistente
regime idraulico.
16. Risulta opportuna, nella realizzazione di percorsi ciclabili, l’individuazione di spazi specifici per la
sosta delle biciclette o per la sosta in corrispondenza di luoghi ed attività con notevole frequentazione
umana.
17. La posa di elementi di arredo (panchine, alberature, lampioni, ecc.) non deve essere di ostacolo alla
percorrenza e, qualora consentito, va realizzata in appositi spazi ricavati a lato del percorso, senza
restringimento delle sezioni minime.
Oggetto: Prontuario PMQ_PI 201512_R00.doc
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CAPO 7: PASSI CARRAI E RAMPE
Art 23. Accessi e passi carrai
1. Il passo carraio è definito come un accesso ad un'area laterale idonea allo stazionamento di uno o più
veicoli (Dlgs 285/1992 “Codice della strada”, art 3, c.1, n° 37).
2. L’apertura di accessi, diramazioni ed innesti su strade, autorizzata dall’Ente proprietario della strada, è
regolamentata dall’art. 22 del Nuovo Codice della Strada e dall’art. 7 dell’allegato al DM 19 aprile
2006 per quanto riguarda la localizzazione, la configurazione e la sistemazione geometrica degli
accessi.
OBIETTIVI
3. L’obiettivo prioritario dovrà essere quello di evitare la formazione di condizioni pregiudizievoli per la
sicurezza, non arrecando alcuni pericolo od intralcio alla circolazione veicolare e pedonale,
agevolando il più possibile le manovre dei veicoli in ingresso o uscita dai passi carrabili.
INDIRIZZI E PRESCRIZIONI
4. Al fine di limitare le immissioni sulle strade e sugli spazi pubblici o di uso pubblico, è preferibile, ove
possibile, ricavare per ogni lotto un unico accesso carraio o immissione sulla strada.
5. (P) Gli accessi e le strade private dovranno essere realizzati e mantenuti in condizioni tali da non
risultare pregiudizievoli per la sicurezza, il decoro, l'incolumità e l'igiene pubblica;
6. (P) Lungo le strade il cancello carraio a delimitazione della proprietà deve essere arretrato dal confine
stradale dello spazio necessario a consentire la fermata del veicolo in ingresso al di fuori della
carreggiata. Gli spazi ricavati potranno essere utilizzati per il deposito temporaneo dei contenitori dei
rifiuti al fine di agevolare le operazioni di raccolta.
7. Nei casi di strade a fondo cieco o a traffico estremamente limitato ed in presenza di oggettiva
impossibilità tecnica a realizzare l’arretramento rispetto al confine stradale, il Responsabile del
Servizio può approvare misure diverse da quelle stabilite nel comma precedente.
8. In caso di accessi ad attività produttive, in ragioni di particolari necessità di sicurezza, il Responsabile
del Servizio potrà imporre arretramenti maggiori di m 5,00 dal ciglio stradale per la sosta dei veicoli.
9. Per la progettazione degli accessi si dovrà fare riferimento ai contenuti della normativa specifica in
materia.
Oggetto: Prontuario PMQ_PI 201512_R00.doc
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TITOLO III - SPAZI APERTI E ATTREZZATURE COMUNI
CAPO 8: VERDE PUBBLICO
Art 24. Spazi verdi pubblici
1. Comprendono gli spazi verdi pubblici in cui è possibile collocare, in base alla dimensione delle aree,
anche spazi attrezzati per il gioco, percorsi pedonali, aree di sosta e, nei casi di zone sufficientemente
ampie, aree per lo sport.
OBIETTIVI
2. Gli obiettivi da perseguire nella progettazione e realizzazione delle aree a verde sono l’accessibilità, la
fruibilità, l’economicità di gestione e la manutenzione.
3. Considerare le aree sistemate a verde come elementi di rilevante interesse, anche figurativo,
per esprimere il carattere e la individualità dell'insediamento.
INDIRIZZI E PRESCRIZIONI
4. L’arredo vegetale dovrà preferibilmente essere disposto avendo cura che le aree aperte pubbliche
possano essere utilizzate nei modi più ampi e non strettamente determinati, considerando le diverse
esigenze che potrebbero manifestarsi per il variare del tipo di utenza, periodo dell’anno e necessità
diverse.
5. (P) Devono essere utilizzate essenze arboree appartenenti a specie autoctone o naturalizzate, poste
in maniera da garantire l’ombreggiamento delle aree durante la stagione estiva.
6. Le aree e attrezzature per il gioco dovranno essere progettate, realizzate e installate ponendo
particolare attenzione ai requisiti di sicurezza, nel rispetto della normativa in materia.
7. E’ consigliabile dotare gli spazi verdi pubblici di elementi che ne facilitino la massima fruibilità
(rastrelliere per bici, cestini, panchine, fontanelle, etc.).
8. La sistemazione delle aree a verde deve valutare i seguenti indirizzi:
a) i rapporti visuali tra gli alberi d'alto fusto, gli arbusti, il prato, le pavimentazioni,
l'architettura degli edifici, gli elementi naturali del territorio, ecc.;
b) le funzione delle alberature per delimitare gli spazi aperti o per formare schermi visuali e di
riparo, zone d'ombra, effetti prospettici, trasparenze verdi, ecc.;
c) disporre le panche e i sedili in posizioni significative rispetto ai percorsi, organizzando gruppi di
elementi architettonici e vegetali per favorire gli incontri e la conversazione;
d) i caratteri delle alberature (foglia persistente o caduca, forma della massa arborea e
portamento delle piante, velocità di accrescimento, colore del fogliame e dei fiori, mutazioni
stagionali, ecc.) e le esigenze di manutenzione (irrigazione, soleggiamento, potatura, fertilizzanti,
ecc.).
E’ fatto salvo quanto previsto dall’art. 20.6 – Indirizzi e criteri per la gestione del verde pubblico e
privato delle NTO del P.A.T.I.
Oggetto: Prontuario PMQ_PI 201512_R00.doc
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CAPO 9: ILLUMINAZIONE PUBBLICA, RETI E IMPIANTI TECNOLOGICI
Art 25. Illuminazione pubblica
1. Comprendono i sottoservizi a rete che concorrono a garantire la sicurezza dei cittadini e la fruizione
degli spazi pubblici attraverso un’adeguata illuminazione.
OBIETTIVI
2. Gli impianti di pubblica illuminazione devono prioritariamente:
− concorrere a definire l’immagine urbana per creare con la luce un ambiente confortevole nelle ore
serali e notturne;
− essere conformi a quanto disposto dalla L.R 17/2009 sul contenimento dell’inquinamento
luminoso;
− ricercare i migliori standard di rendimento, affidabilità ed economia di esercizio.
− illuminare l'ambiente in modo adeguato alle funzioni e all'uso degli spazi nelle ore di luce
artificiale, considerando l'impianto distributivo e i diversi componenti dell'ambiente urbano, i
rapporti tra la luce, le forme architettoniche e naturali, i materiali, i colori, ecc.;
− distinguere con linguaggio chiaro e decifrabile la gerarchia dei percorsi, differenziare le sedi
veicolari da quelle pedonali e ciclabili, identificare le diramazioni, gli attraversamenti, i
luoghi particolari, ecc.; considerare gli effetti comunicativi, anche psicologici, della percezione
visiva (orientamento, sicurezza, benessere, continuità, ecc.) dovuti a:
- illuminazione omogenea o per contrasti tra soggetti illuminati e sfondi;
- illuminazione diretta o riflessa;
- diversità di colore della luce nelle diverse tonalità.
INDIRIZZI E PRESCRIZIONI
3. I progetti di illuminazione dovranno basarsi sui seguenti criteri:
− illuminare l'ambiente in modo adeguato alle funzioni e all'uso degli spazi nelle ore di luce
artificiale, in funzione dell’impianto distributivo e del contesto urbano;
− distinguere con linguaggio chiaro e decifrabile la gerarchia dei percorsi, differenziare le sedi
veicolari da quelle pedonali e ciclabili, identificare le diramazioni, gli attraversamenti ed i luoghi
particolari;
− assolvere la funzione di distribuire, diffondere e indirizzare il flusso messo dalla sorgente luminosa
verso la direzione utile, assicurando il miglior rendimento luminoso possibile;
− essere dotati di regolatore di flusso luminoso o comunque essere in grado di effettuare in
automatico un'accensione/spegnimento alternato dei punti luminosi in relazione all'orario o
necessità di utilizzo;
− utilizzare apparecchi illuminanti schermati verso l’alto o con fasci direzionabili;
− per l'illuminazione di impianti sportivi e grandi aree di ogni tipo devono essere impiegati
Oggetto: Prontuario PMQ_PI 201512_R00.doc
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criteri e mezzi per evitare fenomeni di dispersione di luce verso l'alto e al di fuori dei suddetti
impianti;
− e' vietata l'installazione all'aperto di apparecchi illuminanti che disperdono la loro luce verso
l'alto e di utilizzare per fini pubblicitari fasci di luce roteanti o fissi di qualsiasi tipo, anche in
maniera provvisoria .
Art 26. Sottoservizi e impianti tecnologici
1. Comprendono tubature, cavidotti, cunicoli e percorsi riservati o protetti per distribuire i servizi urbani a
rete. In genere questi comprendono:
− Adduzione dell’acqua potabile, industriale, salmastra;
− Fognatura delle acque reflue;
− Drenaggio delle acque meteoriche e bianche;
− Distribuzione dell’energia elettrica in bassa e media tensione;
− Illuminazione stradale e degli spazi pubblici;
− Distribuzione del gas in bassa e media pressione;
− Telecomunicazioni.
OBIETTIVI
2. L’obiettivo prioritario dovrà essere quello di collegare il maggior numero di utenze alla rete dei
sottoservizi, adeguando e rinnovando, ove necessario, i tratti e gli impianti obsoleti, garantendo
massima funzionalità, riduzione dei consumi ed economia di gestione dell’intera rete.
INDIRIZZI E PRESCRIZIONI
3. I progetti relativi ai sottoservizi dovranno essere finalizzati a consentire facilità di accesso a reti ed
impianti tecnologici, garantendo nel contempo semplicità di manutenzione al fine di ridurre al minimo
le operazioni di scavo e ripristino delle sedi stradali ed evitare comunque l’attraversamento delle aree
verdi e delle piazze.
4. Si privilegeranno gli interventi:
− che non comportino ricadute negative nella circolazione con lavori che interessino strade urbane;
− che migliorino dal punto di vista visivo il paesaggio urbano;
− che riducano i consumi energetici e che consentano economie gestionali.
5. Nella localizzazione e posa dei sottoservizi vanno tenute in debito conto esigenze legate ai possibili
interventi di riparazione e manutenzione. In tal senso le opere relative ai sottoservizi dovranno essere
concordate con l’Amministrazione Comunale oltre che con le aziende erogatrici.
6. Nella messa in opera di armadietti stradali, cabine, quadri di comando ecc., pur rispondendo alle
necessità operative delle aziende erogatrici, dovranno possibilmente essere scelti siti di posa che non
compromettano la fruizione completa delle aree a servizi (verde, parcheggi ecc.), che siano defilati
rispetto ai percorsi principali di accesso alle aree e non interferiscano con i percorsi ciclopedonali e
che non siano esposti a possibili danneggiamenti da parte dei veicoli in manovra.
Oggetto: Prontuario PMQ_PI 201512_R00.doc
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7. Le cabine elettriche, oltre a rispettare le prescrizioni sopra poste, dovranno preferibilmente essere
mascherate sui lati in maniera da mitigare gli impatti visivi dalle strade e dagli altri spazi pubblici.
8. La localizzazione delle infrastrutture funzionali alle reti e servizi di comunicazione elettronica ad uso
pubblico va operata nel rispetto delle esigenze di tutela dell'ambiente e dei beni storico-culturali, della
salute pubblica (soprattutto in relazione ai “siti sensibili”, come attrezzature scolastiche e aree a verde
di uso pubblico), della pubblica sicurezza e degli obiettivi di pianificazione urbana, comunque in
coerenza con le direttive vigenti, preferendo ambiti di proprietà pubblica.
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TITOLO IV – INDIRIZZI PER LA MITIGAZIONE AMBIENTALE E PAESAGGISTICA
CAPO 10: INDIRIZZI GENERALI
1. In fase attuativa gli interventi sopradescritti devono possibilmente rispettare i seguenti indirizzi per la
mitigazione ambientale.
Art 27. Accorgimenti per la mitigazione
OBIETTIVI
Mitigazione e creazione di una rete ecologica.
INDIRIZZI E PRESCRIZIONI
1. La realizzazione di interventi di ricomposizione e/o mitigazione ambientale, ove prevista nelle
planimetrie di Piano o prescritta nelle N.T.O., dovrà porre particolare attenzione anche alla mitigazione
visiva degli insediamenti e delle infrastrutture. Le eventuali fasce boscate che si realizzano potranno,
ove possibile, svolgere anche la funzione di incremento della biodiversità, supporto alla
creazione/mantenimento della rete ecologica e potranno avere funzione produttiva, in relazione alla
recente approvazione della normativa di incentivazione della produzione di energia elettrica da fondi
agroforestali (DDL “Sviluppo economico” del 9 luglio 2009 e smi) a beneficio della comunità.
Art 28. Tutela ambientale e del paesaggio agrario
OBIETTIVI
Valorizzazione del paesaggio agrario.
INDIRIZZI E PRESCRIZIONI
1. Tutti gli elementi tipici del paesaggio agrario devono essere salvaguardati e valorizzati:
− filari alberati e vegetazione ripariale: in particolare gli elementi individuati dal P.A.T., ove
possibile, vanno conservati e ripristinati; sia i filari alberati che delimitano la viabilità sia quelli
che marcano l'orditura dei campi e le scarpate riparie, in conformità con quanto indicato al
successivo articolo 29;
− fontanili, fossi e canali: è fortemente sconsigliata le tombinatura in assenza di un progetto
generale di riordino idrologico che dimostri l'impossibilità di eseguire interventi conservativi;
negli interventi di manutenzione si avrà cura di utilizzare materiali tradizionali modellati su
sezioni di scarpate con sponde inclinate per favorire la permanenza della flora e della fauna
locali;
− viabilità rurale: è favorita la conservazione di sentieri, strade campestri, capezzagne e
mulattiere che costituiscono una maglia pressoché integra per l'accesso al territorio,
sconsigliandone la chiusura e la pavimentazione con materiali impermeabili;
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− elementi minori della tradizione rurale quali capitelli, fontane, portali, archi vanno
preferibilmente conservati e ripristinati.
Art 29. Le siepi e i filari come trama ecologica del paesaggio rurale
1. Siepi e filari costituiscono elementi lineari la cui composizione può essere valutata, come nel caso dei
boschi, nei loro tre strati: erbaceo, arbustivo e arboreo. La presenza di una ricca e varia rete di siepi e
filari si è dimostrata essere un importante mezzo per incrementare la biodiversità soprattutto negli
ambiti di pianura oggi resi più banalizzati e omogenei dall’azione antropica.
OBIETTIVI
2. Le siepi e filari svolgono a favore della conservazione e dell’incremento della biodiversità un ruolo
importante come elementi di connessione ecologica in grado di consentire lo spostamento degli
organismi animali e vegetali. Al fine di una salvaguardia ed incremento della biodiversità a loro legata
è auspicabile un progressivo incremento e valorizzazione da attuare anche attraverso i seguenti
indirizzi.
INDIRIZZI E PRESCRIZIONI
3. Gli obiettivi di cui al punto precedente possono essere perseguiti attraverso i seguenti interventi, svolti
preferibilmente secondo quanto riportato nelle successive tabelle:
- Ampliamento della profondità delle siepi mediante la formazione di fasce ecotonali;
- Controllo della diffusione di specie non autoctone;
- Integrazione della vegetazione presente con specie arboree e arbustive autoctone;
- Ricostituzione di continuità ecologica tra le siepi interpoderali.
ALBERI ISOLATI
funzione Ecologica, paesaggistica, estetica
descrizione Esemplari isolati che costituiscono elementi visivi molto importanti,
segnalando punti focali, quali accessi alle proprietà, punti di sosta e di
osservazione, etc…
spazi necessari Diametro chioma compresa tra gli 8 e 6 metri.
specie consigliate Sono da impiegare prevalentemente le essenze indicate nella lista
delle specie idonee – riferimento allegato B P.A.MO.B.
FILARE ARBOREO
funzione Ecologica, paesaggistica, protettiva
descrizione Formazione di filari alberati, generalmente con unica specie ad alto
fusto, posti lungo la viabilità di accesso ai centro aziendali agricoli o
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lungo la viabilità esistente o di progetto. L’albero può essere alternato
ad arbusti compatti.
Sesti di impianto Distanza tra due piante successive ad alto fusto: da 6 a 10 m.
spazi necessari Questa formazione richiede una larghezza della fascia occupata dalle
chiome compresa tra i 4 e i 6 metri.
specie consigliate Sono da impiegare prevalentemente le essenze indicate nella lista
delle specie idonee – riferimento allegato B P.A.MO.B.
SIEPE CAMPESTRE
funzione Ecologica, paesaggistica, protettiva
descrizione Siepe monofilare di alberi ad alto fusto alternati ad arbusti,
generalmente posta a confine di appezzamenti o lungo viabilità
pubblica o poderale.
Questa sistemazione è idonea a migliorare la connettività ecologica
delle matrici ambientali.
Sesti di impianto Distanza tra due piante successive: da 1 a 2 m.
Distanza tra due piante successive ad alto fusto: da 8 a 10 m.
Distanza tra due piante successive arbustive: da 1 a 2 m.
spazi necessari Questa formazione richiede una larghezza della fascia occupata dalle
chiome compresa tra i 4 e i 6 metri.
specie consigliate Sono da impiegare prevalentemente le essenze indicate nella lista
delle specie idonee – riferimento allegato B P.A.MO.B.
SIEPE RIPARIALE
funzione Ecologica, paesaggistica, protettiva
descrizione Siepe monofilare con alberi ad alto fusto alternati ad arbusti, posta
lungo i
corsi d’acqua o i fossi.
Questa sistemazione è idonea a migliorare la connettività ecologica
delle matrici ambientali.
Sesti di impianto Distanza tra due piante successive: da 1 a 2 m.
Distanza tra due piante successive ad alto fusto: da 8 a 10 m.
Distanza tra due piante successive arbustive: da 0,5 a 1 m.
spazi necessari Questa formazione richiede una larghezza della fascia occupata dalle
chiome compresa tra i 3 e i 5 metri.
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specie consigliate Sono da impiegare prevalentemente le essenze indicate nella lista
delle specie idonee – riferimento allegato B P.A.MO.B.
SIEPE SCHERMANTE (arborea-arbustiva)
funzione Ecologica, paesaggistica, estetica e protettiva
descrizione Siepe monofilare con alberi ad alto fusto alternati ad arbusti,
generalmente posta lungo i confini o lungo viabilità poderale. Può
essere realizzata su due filari, per potenziare la funzione schermante.
Questa sistemazione è idonea a mitigare l’impatto dell’edificato verso
gli spazi aperti.
Sesti di impianto Distanza tra due piante successive ad alto fusto: da 6 a 8 m.
Distanza tra due piante successive arbustive: da 0,5 a 1 m.
spazi necessari Questa formazione richiede una larghezza della fascia occupata dalle
chiome compresa tra i 4 e i 6 metri.
specie consigliate Sono da impiegare prevalentemente le essenze indicate nella lista
delle specie idonee – riferimento allegato B P.A.MO.B., con preferenza
per le specie ad effetto schermante.
Art 30. La tavolozza dei colori
OBIETTIVI
1. Il rispetto dell’identità, della storia e della percezione del paesaggio tipico.
INDIRIZZI E PRESCRIZIONI
2. Di seguito si propone una tavolozza di colori come riferimento cromatico, all’interno del P.A.MO.B.,
da utilizzare su nuovi edifici e/o in sostituzione ai colori esistenti ritenuti non idonei in sede di
intervento edilizio; ad ogni colore è associato un numero corrispondente alla scala di colori RAL e
RGB.
3. Vi è la possibilità di utilizzare gradazioni diverse da quelle indicate, nei toni similari alla proposta
cromatica, previo preventivo parere dell’ufficio tecnico comunale.