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FOGLIE

TUTTE

BASALI

FOGLIE DISPOSTE

LUNGO IL FUSTO

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FIORI ROSA O VIOLA

FIORI NON ROSA O VIOLA

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PIANTA CON SPINE

PIANTA SENZA SPINE

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FOGLIE A NERVATURE

QUASI PARALLELE

FOGLIE A NERVATURA RAMIFICATA

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FIORI BIANCHI O GIALLI

FIORI ROSSI

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FOGLIE OPPOSTE O

VERTICILLATEA GRUPPI DI DUE O Più OGNI

NODO

FOGLIE ALTERNE

DISPOSTE ISOLATE LUNGO IL FUSTO

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FOGLIE

VERTICILLATE

Più DI DUE PER OGNI NODO

FOGLIE OPPOSTE

A DUE A DUE LUNGO IL FUSTO

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FOGLIE

LARGHE

CUORIFORMI

FOGLIE STRETTE,

ALLUNGATE

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FOGLIE LANCEOLATE ED

APPUNTITE

FOGLIE NON APPUNTITE, OBOVATE

LA PARTE Più STRETTA è VICINO AL PICCIOLO

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FIORI GIALLI

FIORI DI COLORE DIVERSO DAL

GIALLO

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FOGLIE SEMPLICI CON

LAMINA INTERA

FOGLIE PENNATE

LAMINA DIVISA, CON UN ASSE CENTRALE

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FOGLIE STRETTE

FOGLIE LARGHE

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FIORI PICCOLISSIMI

RIUNITI IN CAPOLINI

FIORI Più GRANDI NON

RIUNITI IN CAPOLINO

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PIANTA CON BULBI

PIANTA SENZA BULBI

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FIORI AZZURRI

FIORI NON

AZZURRI

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FIORI ARANCIONE

FIORI NON ARANCIONE

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FIORI

VIOLA

FIORI NON

VIOLA

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PETALI BIANCO PURO

PETALI BIANCHI MACCHIATI DI

ROSSO

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Achillea millefolium

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Aneto

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Questa varietà è stata ottenuta tra A. hippocastanum e A. Pavia; viene utilizzato come albero da ombra nei viali e nei parchi.Raggiunge una altezza che varia da 15 a 25 metri. I fiori sono rossi e sbocciano a maggio, i frutti maturano in ottobre lasciando 2-3 frutti di colore marrone. Resistente all'antracnosi.

Aesculus hippicastanum carnea

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DESCRIZIONE: Questa piccola pianta, originaria della Cina e della

zona Himalayana, si caratterizza per la sua rusticità e la vivacità della

fioritura. I suoi rami ricadenti formano un tappeto verde che si ricopre di fiori di un bel turchino intenso, a

partire da Agosto fino all'inverno. DIFFUSIONE: -Vive bene in climi

siccitosi-ambienti a clima caldo

submediterraneo.ESPOSIZIONE: -esposto in pieno

sole.

CERATO

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CICORIALa radice di cicoria è conosciuta per le sue funzioni amaro toniche, lassative, ipoglicemizzanti e diuretiche.La sostanza amara contenuta in essa, a cui si ascrivono la maggior parte degli effetti terapeutici, è verosimilmente composta da levulosio, inulina e aldeide protocatechica. Già nel 1939 alcuni autori misero in evidenza le proprietà ipoglicemizzanti della radice ed è stato osservato che essa è capace di contenere entro certi limiti la iperglicemia, determinata dagli amidi e dagli zuccheri nella dieta. La cicoria è dotata inoltre di una chiara e spiccata attività antitiroidea

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Pianta rampicante, decidua, alta fino a 10-15m, con forti radici pollonifere e fusto a sezione stellata lignificato a maturità; corteccia giallo-bruna e sfilacciata longitudinalmente. Foglie opposte, pennate a 5-7 foglioline con lungo picciolo anche volubile. Le foglioline , picciolate, sono glabre, acuminate e cordate, da triangolari ad ovali e margine da intero a crenato-ondulato fino a lobato. Fiori in rada ombrella composta; con calice di quattro sepali lunghi 6-10 mm e pelosi sulle due facce, bianchi all'interno e verde-glauchi all'esterno. I frutti sono piccoli acheni ovali e pelosi raggruppati fino a 25.

Clematis vitalba

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Lonicera caprifolium L. Nomi volgari: Caprifoglio, Madreselva, Abbracciabosco, Erba manina. Fiorisce in aprile-maggio. I fiori  contengono acido salicilico. Si impiega come anticatarrale, diuretico, depurativo, diaforetico nell'idropisia, la renella, l'anemia e le congestioni del fegato e della milza. I fiori in infuso si impiegano contro la tosse, il raffreddore, i catarri polmonari, l'asma nervosa, il singulto, le convulsioni ed all'esterno come bagni per gli occhi. Le bacche sono diuretiche. Lonicera caprifolium

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Fritillaria Tubaeformis

La Fritillaria è una liliacea erbacea bulbosa, molto rara,

alta 20-30 cm., caratterizzata da un fiore campanulato, piuttosto

grande, di colore bruno-rossastro, reclinato e

punteggiato di macchie vinoso-porporine.

È specie tipica dei pascoli montani dell'Appennino centro-

meridionale e fiorisce a fine maggio, primi di giugno.

Questo endemismo è presente in Umbria in stazioni pascolive,

adiacenti i boschi di faggio, come sui Monti Coscerno,

Maggio e La Pelosa

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Fritillaria Fritillaria

tubiformistubiformis

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Tanacetum Tanacetum

vulgarevulgare

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AquilegiaAquilegia

alpinaalpinaVoglio saperne di più

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Aquilegia Alpina

  

Fiorisce in giugno-luglio producendo da uno a tre fiori di circa 5 cm. di diametro. E'specie la cui distribuzione mondiale e' limitata alle Alpi occidentali e all'Appennino emiliano, su pascoli sassosi e rupi, in esposizione prevalentemente settentrionale e oltre il limite della vegetazione arborea. Altrettanto rara e' Aquilegia bertolonii Schott, limitata alle Alpi francesi, alle Alpi marittime, all'Appennino settentrionale e alle Alpi apuane. L'habitat e' costituito da rupi e ghiaioni oltre il limite della vegetazione forestale. Aquilegia vulgaris. L. e' invece diffusa nei boschi di rovere, cerro e faggio e si ritrova quindi dalla pianura sino al piano montano. E'alta dai 3O ai 9O cm. e produce da maggio ad agosto, a seconda della quota, molti fiori azzurri o violetti, a sepali e petali non piu' lunghi di 2,5 cm. Tutte le specie del genere Aquilegia sono protette dalla legge. Famiglia: Ranunculaceae.

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Papaver sendtneriPapaver sendtneri

Papaver rhaeticumPapaver rhaeticum

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Papaver raeticumLa Rezia, antica regione corrispondente alla Svizzera attuale, a parte della Valtellina e alla Val Venosta, è ricordata nel nome di questo papavero dei ghiaioni calcarei e dolomitici, uno dei più belli tra i fiori alpini. La sua presenza è molto discontinua, ad altitudini comprese tra i 1800 e i 2600 metri, nell'area delle Alpi centro-orientali, dalle Grigne alle Giulie a Sud, dai Grigioni alla Stiria a Nord.

E' una pianta esigente per quanto riguarda l'umidità del suolo; il colore bianco dei ghiaioni dolomitici è per essa vantaggioso in quanto riflette la maggior parte delle radiazioni solari.Il fiore è di color giallo dorato, con petali finemente increspati.   Le foglie sono pelose e pennate in modo asimmetrico con segmenti debolmente divisi.     La capsula matura è lunga circa 1.50 cm. Si apre alla sommità e presenta evidenti nervature e il residuo dello stimma.

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Ruta graveolensRuta graveolens

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Ruta graveolens Fam. Rutaceae

E’ una pianta inselvatichita in Piemonte. Subspontanea negli incolti aridi, per di più argillosi, nei dirupi calcarei e sassosi, soleggiati, e si trova dal mare ai colli, anche se prevalentemente lungo la fascia costiera, negli orti e nei giardini.E’ un’erba perenne cespugliosa sempreverde e lucente, con radice legnosa fascicolata, fusto cilindrico eretto da circa 40 cm. Ad un metro; i rami sono erbacei; le foglie inferiori sparse tripennatosette, le superiori composte di segmenti cuneati ovali, spesse e carnose, punteggiate di ghiandolette bipennate; le terminali semplici.I fiori sono regolari composti di 4-5 pezzi giallo verdognoli in corimbo apicale (da maggio ad agosto); la capsula è subtondeggiante e si apre superiormente per 4 fessurazioni; i semi sono numerosi, reniformi, angolosi e neri.In fitoterapia si usano le parti aeree della pianta quasi fiorita e si raccolgono da maggio a tutta l’estate: si taglia un poco avanti la fioritura, escludendo le parti dure semi legnose; si essicca all’ombra e si creano dei mazzi legati; si stagiona per 8-10 giorni, si rimuove e si imballa in tele. La droga che ne risulta ha un odore forte ed un sapore acre amaro. La resa è del 23-26%.I componenti principali sono la rutina, glucoside dei flavoni (eccita l’utero). Ricordiamo che la rutina impedisce che le pareti dei capillari diventino troppo permeabili e ne riconduce la resistenza al valore normale); gomme, furocumarine, resina, tannino, un olio essenziale giallognolo fluorescente( contenente metilnonilchetone irritante, etere acetico e valerianico, limonene, pinene, cineolo e acidi organici.Le sue proprietà sono: è antinervosa, spasmolitica, antiisterica, antiepilettica, calmante, amaro-stimolante gastrica e carminativa, vermifuga, emmenagoga energica, eccitante uterina.Si preparano polveri, tisane, macerati alcolici, infusi, tinture e cataplasmi per uso esterno con la pianta verde, in quanto è rubefacente irritante locale.L’essenza ricavata dalla distillazione serve per aromatizzare vivande, grappa, acquavite ecc.N.B.: è controindicata alle gestanti.E’ usata in farmacia, medicina e liquoreria , ma è pericolosa e da maneggiare con cautela, specialmente se è fresca. Infatti ,da luglio a settembre (nel periodo di maggiore luce) , se ci si strofina la pelle con la pianta, ci si può ustionare, causandosi una dermatite bollosa.Alcuni usano le foglie nelle minestre o come condimento o mettono due o tre foglie triturate nelle insalate, al fine di conferire all’insalata un odore d’arancio.La pianta ,infine , allontana i topi.Una specie affine comune in Piemonte è la Ruta sfrangiata (Ruta chalepensis L.), emmenagoga, eccitante l’utero , antiemorragica.Essendo il Senecio capitatus (Senecione capitato) piuttosto raro in Piemonte, vi parleremo di una specie simile molto più comune , e cioè il Senecio vulgaris.

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Senecio vulgaris L. – Calderugia o Solleciola o Erba verzellinaFam. Compositae

E’ una pianta comune nei luoghi erbosi, sui pendii ed incolti freschi, sui muri vecchi;infesta campi, orti, giardini, ecc., dal mare ai monti d’Italia.E’ un’erba annua succosa a radice orizzontale, con il fusto molle eretto di 20-60 cm., ramificato; con foglie alterne spatolate, bislunghe, pennato- lobate, dentellate. Possiede fiori gialli in capolini disposti in gruppi corimbosi, pendenti prima della schiusura che avviene da febbraio a novembre; ha acheni cilindrici verde-grigi pubescenti, con pappo lungo candido.La coltivazione avviene per seme ed è praticamente riproducibile tutto l’anno.In fitoterapia si usa la pianta intera fiorita. L’epoca di raccolta va da febbraio a novembre e principalmente a maggio. Si raccoglie prima dell’antesi; la pianta secca male a causa di eccedenza d’acqua. Il suo odore è erbaceo ,il suo sapore piccante.Contiene senecionina alcaloide che agisce come il Curaro e senecina resinosa ,emmenagoga, e acido senecico, inulina, gomma, tannino: nonostante questi componenti, il fitocomplesso risulta innocuo. Le sue proprietà sono : sedative, emmenagoghe, vasocostrittive emostatiche; popolarmente è conosciuta come espettorante e diuretica.Si possono preparare polveri, infusi o decotti, estratti fluidi, tinture, sciroppi, o si usa il succo fresco.La pianta è molto appetita dai conigli, lepri, maiali, anche se è di sapore amaro. Tuttavia alcuni ritengono che questa pianta sia velenosa per alcuni animali, anzi addirittura il latte prodotto dalle femmine che se ne cibarono, risulta tossico a chi le mangia.Ci sono varie specie di Senecio: Senecio silvaticus, Senecio Jacobaea L. (l’Erba di S. Giacomo), Senecio viscosus L., Senecio uniflorus All., Senecio abrotanifolius L., Senecio Doria (l’Erba Doria), Senecio alpinus Scop., e naturalmente Senecio capitatus Wahlemb.(il Senecione capitato della foto).

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Silene vallesia L. subsp.vallesia- Silene del ValleseFam. Cariophillaceae

Essendo una specie rara , esclusiva delle Alpi vi parleremo di una specie simile che è facile trovate lungo il nostro sentiero botanico,

e cioè il Bubbolino .Silene inflata L. - Bubbolino od Erba del cucco

Fam. CariophillaceaeSi trova comunemente attorno ai prati e pascoli, ai margini delle strade, nelle rupi, dal mare all’alta montagna d’Italia. E’ un’erba

perenne dal fusto eretto o sdraiato con foglie ovali cenerine e fiori bianchi o rosei da aprile ad agosto; la cassula è ovoidea.

I suoi germogli giovani, teneri, vengono mangiati crudi, nel mese di maggio, come gli spinaci: sono squisiti se lessati e conditi con

olio o burro, o in minestre e frittate.E’ anche un mediocre foraggio per gli erbivori.

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Plantago mediaPlantago media

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Silene vallesia ssp. Silene vallesia ssp. vallesiavallesia

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Gentiana Gentiana pneumonanthepneumonanthe

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Physalis alkekengiPhysalis alkekengiIl calice a maturità diventa arancione e

avvolge interamente il frutto

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Caltha palustrisCaltha palustris

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Lilium bulbiferumLilium bulbiferumLa sottospecie croceum produce

bulbilli all’ascella delle foglie

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DictamnusDictamnus

albusalbus

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Dictamnus albus L. – Dittamo, Frassinella, LimonellaFam. Rutaceae

E’ un’altra pianta rara in Piemonte, ma particolarmente bella.E’ avventizia nei cespugli e luoghi selvatici sassosi ben esposti, secchi, collinari e nei giardini della cerchia alpina e dell’Appennino, specialmente a NordE’ un suffrutice o pianta erbacea perenne, coperta di peli, con radice cilindrica diramata e bianchiccia; il fusto è eretto di 50- 120 cm., liscio ghiandoloso; le foglie sono alterne imparipennate, composte di 9-13 foglioline ovali, seghettate e punteggiate. I fiori sono irregolari di 5 petali bianchi venati di roseo, in grappolo terminale (da maggio a luglio). Il frutto è composto di 5 follicoli cartilaginei rostrati, disposti a stella, bruno-violacei, contenenti 2-3 semi globosi neri. L’intera pianta emana un acuto odore di limone. La coltivazione può avvenire per seme e per divisione.In fitoterapia si usano: a) le sommità fiorite, che si raccolgono da giugno ad agosto, perché il Dittamo è utile per le sue proprietà antispasmodiche e diuretiche.La sua essenza è molto aromatica e contiene fitofina, cera, gomma, clorofilla, ecc.b) la corteccia della radice, che si raccoglie a fine estate, si pulisce e si stacca e si essicca, stagionandola per 3-5 giorni e poi si imballa in sacchi compressi. La corteccia contiene un olio essenziale (0,5-0,8%), resina, un alcaloide amaro, saponina, cera, colina , zuccheri ed ha proprietà amaro-toniche stimolanti e stomachiche, diaforetiche balsamiche, diuretiche ed emmenagoghe . Si possono preparare polveri, infusi, tinture, tisane, vino. N.B. : è una pianta controindicata alle gestanti.Ulteriori studi hanno messo in rilievo che la radice, preparata in infuso in certe dosi(chiedere sempre ad esperti!) è emolitica, emmenagoga e serve per provocare la portata lattea.Nei tempi passati era un componente di rinomate composizioni, come il Balsamo di Fioravanti e l’Orvietano.Con una tisana delle foglie all’1-2% si prepara un Thè che può sostituire quello d’importazione. Con il distillato dei fiori si prepara un’acqua odorosa impiegata in profumeria.Una curiosità: le infiorescenze, nelle calde sere d’estate, emettono un olio volatile che può incendiarsi, producendo un piccolo, ma curioso effetto pirotecnico.

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Senecio capitatusSenecio capitatus

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Vinca majorVinca major

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Cortusa matthioliCortusa matthioli

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Cortusa Matthioli

È considerata un relitto del periodo terziario, con una distribuzione alpina frammentata in piccole aree Elegante primulacea, staziona in luoghi freschi, innevati e ricchi di sostanza organica, nei canaloni o al riparo delle rocce. Vive in anfratti umidi. Fiorisce fra maggio e giugno.

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Rosa gallicaRosa gallica

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Cortusa Matthioli L.- CortusaFam. Primulaceae

E’ una delle piante protette in Piemonte; benché rara, è bene conoscerla per salvaguardarla ed eventualmente aiutarla nella riproduzione (abbiamo studiato i vari modi in cui le piante si riproducono e anche le possibilità di riproduzione tramite intervento umano).La possiamo trovare in luoghi umidi, in vicinanza di sorgenti di montagna e nelle nostre meravigliose Alpi in terreni alcalini o neutri.E’ un’erba perenne alta 15-40 cm.; le foglie radicali sono a forma di cuore, palmate con 11-13 lobi, dentate, molli e pelose. I fiori sono reseo-porporini o carnicini, odorosi; sono circa 3-12 per racemo (da maggio a settembre); la cassula è quasi cilindrica.In fitoterapia si usa l’erba fiorita e quindi si raccoglie nel periodo della fioritura, da maggio a settembre. Le sue proprietà sono di essere pettorale ed antispasmodica.Si prepara un infuso al 3-4% e se ne bevono 2-3 tazzine al giorno :

N.B. : ricordiamo però sempre che non possiamo fare da soli con le erbe! Chiediamo sempre al medico e ad esperti prima di usare le erbe per curarsi. Abbiamo studiato che ci sono erbe molto pericolose o addirittura mortali!Le erbe possono esserci grandi amiche , ma solo se le conosciamo a fondo.

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Gentiana purpurea L. – Genziana violaceaFam. Gentianaceae

Comunissima nei prati, pascoli rupestri e fra i rododendri , in luoghi umidi edecalcificati, delle zone subalpine, alpine piemontesi e lombarde e dell’Appennino tosco-emiliano.E’ una pianticella erbacea perenne a radice cilindrica fittonante, quasi sempre biforcata, di colore grigio-bruno fuori e gialla dentro, di un amaro superlativo; fusto di sezione rotonda, eretto cavo; foglie ellittiche a rosetta le radicali, opposte lanceolate le caulinari. I fiori sono sessili tubulosi campanulati, rosso-porporini macchiati di scuro, dal profumo rosato, per lo più in due verticilli a luglio-agosto; la capsula racchiude semi lenticolari areolati.Si può coltivare per seme (ma solo se si semina subito dopo la raccolta), oppure per divisione di radici in autunno in terreni profondi e umidi, mediocremente soleggiati.Si possono poi utilizzare le radici di almeno due anni, che si raccolgono da agosto ad ottobre, tramite un vanghetto a manico corto: si pulisce, si toglie l’intaccato, si secca al sole o in forno a 50-60°; si stagiona per 5-7 giorni, si imballa in sacchi e si conserva in ambiente asciutto riparato. Il colore risulterà marrone, con un odore aromatico pronunciato, caratteristico ed inconfondibile e con un sapore amarissimo.(la resa della droga ricavata è circa del 35%).I componenti principali sono picrosidi amari, zuccheri, coloranti, enzimi, acidi, pectina, sali ecc. Si possono preparare polveri da impastare al miele, macerati, infusi, estratti acquosi, vini, estratti fluidi ecc. , con le seguenti proprietà: aperitive, tonico-amare scialagoghe stomachiche, stimolanti della digestione, antifermentative, febbrifughe, leucocitogene, vermifughe.Attenzione alle sofisticazioni: a volte si sostituisce con Rumex alpinus L. radice.

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Physalis alkekengi L. – Chichingero, AlkekengiFam. Solanaceae

Si può trovare nei boschi cedui, lungo siepi e ripe ombreggianti, incolti, presso macerie, ai lati delle strade, in terreni calcarei dal mare ai colli della penisola ed in Sicilia. E’ un’erba perenne a radice cilindrica strisciante con radichette sottili bianchicce, fusto eretto angoloso di 25-80 cm., ramificato, con foglie alterne ovato-lanceolate acute e sinuose. I fiori sono rotati bianco-verdastri, con grandi solitari ascellari, da maggio a luglio; le bacche sono globose gialle o rosso-scarlatte, polpose e succose, racchiuse nel calice accresciuto, rigonfio, in forma di membrana reticolata paglierina, con semi a rene giallini.Può essere seminato a letto caldo a febbraio-marzo, si trapianta a maggio per due volte in posto erboso, ben lavorato e concimato; si moltiplica anche per divisione di cespi che danno stoloni. Le parti usate sono le foglie e gli steli , che si raccolgono in estate, ed hanno proprietà deostruenti. Si preparano polveri, infusi, lozioni, cataplasmi..Con i frutti, da usarsi a completa maturazione e mantenuti nella pellicola involucrante (si raccolgono ad agosto-settembre), si ottengono risultati diuretici (bastano 10-15 frutti) antiurici antiossalurici, febbrifughi, antigottosi, amari rinfrescanti; lassativi (con 20-30 frutti).Fra i componenti fondamentali figurano: fisalina, zucchero, tannino, olio grasso, sostanze pectiche e resinose, acidi citrico e malico, vitamina C.Si preparano infusi, estratti fluidi, tinture, sciroppi, vivi di bacche( 20 bacche per litro a macero per una settimana e filtrare : 15-30 gr. sono diuretici, 60-100 gr. febbrifughi).Dobbiamo però ancora ricordare che le bacche sono buone da mangiare per il loro squisito sapore agrodolce; si preparano marmellate, canditi.N.B.: fidatevi solo dei frutti; il resto della pianta può essere pericoloso.

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Aquilegia alpina L. - Aquilegia delle Alpi o Aquilegia maggiore.Fam. Ranunculaceae

Si trova presso le rupi e luoghi erbosi, pietrosi, ombreggiati, montani dell’Emilia , Toscana e Piemonte (dove è rara e protetta). E’ un’erba perenne con le foglie a tre lobi molto divisi; il fiore è azzurro-violaceo, grande e solitario e fiorisce in luglio-agosto.Sia questa specie sia l’Aquilegia comune, cioè Aquilegia vulgaris L.sono da considerarsi pericolose. Tuttavia le persone esperte ricavano dalla pianta intera fresca principi con proprietà antiscorbutiche, depurative, diuretiche e sedative, facendo infusi, tinture o macerati per uso esterno (come antiflogistici astringenti), mentre ricavano dai semi raccolti da giugno ad ottobre degli infusi o decotti con proprietà diaforetiche, diuretiche uricolitiche e deostruenti biliari.

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Lilium bulbiferum L.var. croceum Giglio rosso o Giglio di S.Giovanni

Fam. Liliaceae

E’ un fiore divenuto ormai raro in Piemonte, per cui compare fra le specie protette.Si può trovare sia sui colli sia sui monti italiani. E’ una pianta perenne con fiori giallo –aranciati ed inodori, da giugno a luglio, da cui il nome popolare di Giglio di S.Giovanni d’estate; la capsula contiene molti semini.In fitoterapia si usa comunemente il Giglio bianco, cioè Lilium candidum L.,originario dall’oriente e coltivato nei giardini, e comunemente conosciuto per i suoi fiori bianchi campanulati odorosissimi; con i suoi bulbi si ricavano polveri od infusi con proprietà espettoranti, diuretiche ed emmenagoghe, mentre dai tepali dei fiori , raccolti a maggio-giugno , infusi od oli balsamici con proprietà astringenti, antieczematosi e detergenti.

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Plantago media L. – Piantaggine pelosa- Petacciola o Piantaggine mezzana

Fam. Plantaginaceae

Si trova negli erbosi magri aridi e nei boschi, sui pendii soleggiati di collina e montagna d’Italia. E’ comune in Piemonte, ed è considerata pianta medicinale ed alimentare. È’ perenne con radice carnosa fibrosa, con foglie più piccole della Plantago major L.(Piantaggine maggiore), grigiastre e pelosette, con fiori bianco- argentei viola, disposti in corta spiga oblunga da maggio a luglio –agosto. La capsula è a pisside con 4-6 semi ovoidi angolosi. Le foglie d’estate hanno le stesse proprietà della Lanciuola, cioè Plantago lanceolata L., in quanto contengono mucillagini, gomma, pectina, sostanze amare, saponina, acido citrico ossalico e silicico, sali di cloro. Potassio e magnesio, eucubina glucoside e silicio ossido cicatrizzante, oltreché fitocidi, antibiotici vegetali e antibatterici.Le sue proprietà sono: antidissenteriche, diuretiche blande, ematopoietiche emocoagulanti.Si preparano succhi ed unguenti.Le foglie verdi sono mangiate dal bestiame, ma da secche sono rifiutate perché pessime. Oltre alle foraggiere nobili, come le Graminacee e le Leguminose, la Piantaggine contribuisce all’apporto di elementi per la costituzione del corpo animale e le virtù terapeutiche dei principi attivi giovano al bestiame e sono di aiuto all’uomo che consuma il latte ed i suoi derivati e la carne.

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Fritillaria tubiformis et var. moddridgei - Meleagride delle Alpi

Sono specie rare e protette in Piemonte, ma non solo, infatti i fiori purpurei o gialli o purpurei a scacchi per la Fritillaria tenella sono presenze molto rare nei prati rocciosi delle alpi ed Appennini. Una particolare sottospecie, la Fritillaria pollinensis, è esclusiva del Monte Pollino, nell’Appennino calabro-lucano. Queste piante possono raggiungere l’altezza di 20-50 cm. E fioriscono da aprile a giugno.

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Caltha palustris – Calta- FarferugineFam. Ranunculaceae

E’ diffusa in terreni umidi, accanto a ruscelli, acquitrini e stagni della media ed alta montagna.E’ una pianta glabra con fusti di solito eretti. Ha foglie grandi, verde scuro e lucide nella pagina superiore, e piuttosto carnose; quelle superiori sono prive di picciolo e abbracciano il fusto, quelle basali sono cuoriformi con lungo picciolo. Può essere alta 30-60 cm. e fiorisce da marzo a luglio, con fiori di 5 cm. giallo-oro brillante (da uno a tre fiori su ogni peduncolo) con molti stami, circa 100. I frutti, o follicoli, a maturità si fendono longitudinalmente verso il basso liberando i semi.Già alla fine dell’inverno, quando ancora c’è neve, questa pianta ravviva con i suoi fiori oro lucente e le foglie verde lucido, gli acquitrini battuti dal vento e gli umidi boschi. Le piante continuano a fiorire sino ad estate inoltrata, soprattutto nella mezz’ombra e numerosi insetti, comprese molte specie di mosche ne ricercano il nettare. L’insetto, sfregandosi sugli stami, si copre di polline, che porta poi su altri fiori della stessa specie. Le foglie essiccate servono per fare cataplasmi ad azione antireumatica locale; i boccioli dei fiori sono talvolta conservati sotto aceto. L’uso alimentare è da evitarsi perché tutta la pianta contiene principi tossici.Una curiosità: forse Shakespeare si riferiva a questa pianta quando nel suo dramma “Cimbelino”, scrisse :“Occhieggianti i fiori di Maria cominciano a schiudersi dorati”.

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Papaver sendtneri et Papaver rhaeticum – Papavero retico , Papavero delle AlpiFam. Papaveraceae

Nella prima foto del Cd-rom abbiamo il papavero bianco e quello giallo (Papavero retico). Sono specie rare delle alte vette alpine (fra i 1800 ed i 2.600 m.). Vi parleremo del secondo, Papaver rhaeticum E’ una pianta con foglie tutte basali, dalle quali si alzano sottili steli fiorali finemente pelosi, lunghi 5-15 cm., che fiorisce in luglio –agosto, con fiori di colore giallo dorato, con petali finemente increspati. Le foglie sono pelose e pennate in modo asimmetrico, con segmenti debolmente divisi. La capsula matura è lunga circa 1,5 cm., si apre sulla sommità e presenta evidenti nervature ed il residuo dello stimma.Vive sui ghiaioni calcarei e dolomitici, nelle Alpi centro-orientali e nell’Appennino centrale ed è uno dei più bei fiori alpini. Un tempo era considerata una sottospecie del linneano Papaver alpinum , oggi smembrato in varie specie che corrispondono ad altrettante antiche sottospecie, fra cui : Papaver sendtneri (Kerner ex Mayek), o Papaver kerneri (la cui presenza nelle Alpi italiane è rarissima), Papaver julicum (che si distingue per i fiori bianchi ed è presente nelle Alpi orientali e nell’Appennino centrale, oltre il limite degli alberi)La Rezia (Raetia), antica regione corrispondente alla Svizzera ed a parte della Valtellina e della Val Venosta, è ricordata nel nome di questo papavero.Questi papaveri e le specie affini delle alte vette himalaiane sono coltivati nei giardini botanici alpini, tra cui il Giardino Rea a Trana (To), da cui abbiamo tratto i disegni dei fiori ed i tracciati per la realizzazione della prima parte del Cd-rom sulle chiavi dicotomiche ed attirano sempre l’ammirazione dei visitatori per la loro bellezza vivace, ma effimera. Sono piante esigenti per quanto riguarda l’umidità del suolo; il bianco dei ghiaioni dolomitici è per esse vantaggioso, in quanto riflette la maggior parte delle radiazioni solari.

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Vinca major – Pervinca maggioreFam. Apocinaceae

E’ una pianta perenne a fusto sdraiato radicante, con le stesse proprietà della Vinca minor con foglie opposte ovate e con fiori azzurri da maggio a giugno; il frutto è incurvato in fuori ed in basso.

Si può trovare nelle siepi e boschi dal mare ai subcolli del Mediterraneo ed è poco comune in Piemonte; è molto più comune invece la Pervinca minore, Vinca minor L.

che si trova facilmente nei luoghi selvatici e nelle siepi, fra i cespugli freschi dal mare ai monti della Penisola ed in Sicilia. E’ un’erba perenne con cespetto di 15-30 cm. di altezza, radici esili fibrose, fusti sterili prostrati, i fioriferi eretti flessuosi sarmentosi sottile; le foglie sono opposte ellittico-lanceolate, crenato-dentate, verde scuro, durette, lucide persistenti. I fiori sono stellari di 5 petali tronchi azzurro-celestini, solitari all’ascella delle foglie, e fioriscono da febbraio a giugno; i frutti sono formati da due follicoli cilindrici striati, mentre i semi sono medi, granulosi e numerosi. Queste piante sono dotate di vasi laticiferi e polline polverulente.

Si può coltivare per seme in marzo ed aprile, quindi si mette in vaso per trapiantare in aiuola o bordure. In fitoterapia si utilizzano le radici e le foglie. In floriterapia i fiori.

Le radici si raccolgono in primavera ed autunno e contengono vincamina e vincamarina ed hanno proprietà diuretiche ed ipotensive. Si possono usare in decotto o tintura. Le foglie si raccolgono da maggio a luglio-agosto; raccolte senza picciolo denotano un odore erbaceo; si seccano all’aria, si stagionano per due o tre giorni e si imballano in sacchi. L’odore della droga risulterà quasi nullo, il sapore amaro-astringente. Contengono vincina glucoside giallo amaro, vincoside, tre alcaloidi, saponina, gomma, pectina, tannino, carotene. Hanno proprietà tonico-amare stomachiche digestive, decongestionanti, antigalattogoghe leggere. Con le foglie si preparano polveri, infusi, vino, decotti. Per uso esterno, tramite lozioni, irrigazioni, impacchi sono astringenti e detergenti. Le foglie fresche pestate sono vulnerarie.

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Rosa gallica L. - Rosa rossa o comune o Rosa degli speziali Fam. Rosaceae

Si trova in qualche siepe, nei giardini ed in riviera ligureE’ un arbustino cespuglioso di bassa statura, 60-130 cm., con radici legnose e profonde, fibrose e che emette polloni alla base; i fusti sono di sezione arrotondata, eretti ad aculei piccoli e gracili e grandi uncinati misti a setole ghiandolose; le foglie sparse sono sessili composte di 5-7 foglioline ovali seghettate, con le stipole aderenti al picciolo. I fiori sono rosso vivo o roseo porporini, doppi o solitari, di aspetto vellutato, portati alla sommità in maggio-giugno. Il frutto è globoso rosso-scarlatto peloso, con acheni avvolti in setole rade.La coltivazione avviene per separazione di polloni interrati e per margotta.In fitoterapia si usano i petali ovati dei fiori e si raccolgono da maggio a luglio.La droga si prepara con i fiori in bottoni o poco avanti lo sbocciamento, quando il terreno è asciutto verso le 17, ora in cui hanno più succhi e riserve. Si levano i calici e gli stami e si secca rapidamente ma con attenta cautela, all’ombra o con l’aria calda; si stagiona brevemente e si inscatola. La droga assume un colore roso tenue con odore fragrante piacevole e sapore amarognolo-stiptico. La resa è di circa il 22%.I componenti principali sono l’olio essenziale (0,03%) contenente alcoli terpenici, geraniolo, citronellolo, citrale, nerolo, aldeide nonilica, alcole feniletilico; quercitrina glucoside, tannino (10-21%), acido gallico, acido quercitannico, colorante rosso antocianico, resina, vitamina C. Hanno proprietà aromatizzanti, tonico-amare astringenti stittici, antisettici. Si preparano polveri, infusi, aceto di rose (con 5-30 gr. di fiori, in diluizione 1 a 10); conserve ( si triturano i petali freschi in mortaio con il triplo di zucchero).Conserva di rose classica: rose rosse polverizzate: parti 1; idrolato di rose: parti 2; zucchero in polvere: parti 3; ne risulta una conserva eupeptica e nutriente; se aggiungiamo nella conserva anche il ricettacolo carnoso dei fiori , questa acquisterà proprietà rinfrescanti e lassative. Miele rosato: miele bianco depurato, gr.20; petali di rose, gr. 5; acqua bollente quanto basta: ne risulta un preparato utile nelle affezioni della bocca. ( continua )

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Acqua di rose: si macerano petali di fiori freschi in acqua da distillare: è rinfrescante e lievemente astringente, tonica della pelle, per la pulizia dal latte detergente e da creme e per ridare elasticità ai tessuti cutanei rilassati.Aqua rosarum: aromatizzante dei preparati magistrali ed in profumeria classica; gli antichi ritenevano che il soave profumo ristorasse , rincuorasse e rammemorasse.Curiosità: per conservare il profumo dei fiori si può stratificare petali e sale da cucina in vaso a collo stretto, chiudibile ermeticamente.Si possono fare i petali canditi o si possono mettere dei petali fra le coltri per tenere lontane le pulci, o macinare i petali ed aggiungerli in ciprie per il viso. Ancora si possono essiccare e conciare le foglie della Rosa gallica ed usarle al posto del deleterio tabacco.Altri tipi di Rosa: naturalmente la rosa più comune, la Rosa di macchia o Rosa selvatica, Rosa canina L., di cui vogliamo ricordare le proprietà dei frutti interi (ricettacoli) o cinorroidi, che si usano in fitoterapia senza però i semi, raccogliendoli ad agosto-settembre, con proprietà correttive, rinfrescanti, vitaminiche di spiccata entità per la vitamina C, antiinfiammanti dell’apparato genito-urinario e diuretici, e astringenti.Ricordiamo i suoi semi, antinervosi, vermifughi contro gli ascaridi; si raccolgono in agosto-settembre, adoperando gli stessi tolti dai cinorroidi, seccati e ventilati e preparando poi un decotto al 5% e bevendone una tazza al giorno.Le foglie sono un surrogato del Thè d’importazione.Rosa sempervirens L. - Rosa di S. Giovanni.Rosa rubrifolia Vill. Rosa rubiginosa L.Rosa pendulina var. alpina L. - Rosa delle Alpi veraRosa centifolia L. -Rosa pallida o di maggio, da cui si estrae l’essenza e acqua di rose come veicolo aromatico in grado di correggere inoltre l’odore di sostanze maleolezzanti: la resa dell’olio essenziale è tra i più bassi: 30-40 q. di petali freschi per un Kg. e quindi il prezzo è elevato.Rosa damascena Mill., probabile ibrido di Rosa gallica e Rosa canina, coltivata in diversi Paesi. Famosa la Rosa damascena bulgara, per la produzione della famosa essenza, finissimo ingrediente di tonalità calmante per la profumeria, dal prezzo elevato, purtroppo spesso adulterata con altre essenze, ad es. olio essenziale di palmarosa.Rosa muschiata, da cui si ricava un’essenza per doppia distillazione delle cellule epidermiche della pagina superiore, con le stesse proprietà della Rosa pallida.

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Achillea millefoglio ACHILLEA MILLEFOGLIUM

“Coglierò l’ Achillea, perché il mio corpo sia più snello, le mia labbra più calde, la mia voce più gaia. Sia dunque la mia voce un raggio di sole, le mie labbra il succo delle fragole. E sia io un ‘isola nel mare, una collina sulla terra; al tramonto della luna una stella:Sostegno del più debole potrò ferire ogni uomo, ma nessuno potrà ferire me.”Già l’Achillea era conosciuta in passato come erba medicinale, ma soprattutto di operare magie. Il suo nome viene da Achille, eroe dell’ Iliade.Egli la usava per guarire i suoi guerrieri così gli diede importanza.Infatti secondo la leggenda, Achille, consigliato dal centauro Chirone e ne fece uso per curare un re ferito, Telefo, ed ottenne un grande successo.L’ achillea è una pianta che ci protegge come una pianta nell’orto,protegge le altre dal nemico e aiuta a disperdere la malinconia .Inoltre le diedero molti nomi popolari come “erba del diavolo” perché allontanava il nemico.“Sanguinella” perché da una parte stagnava la ferite dall’ altra una foglia arrotolata nelle narici provoca un epitassi alleviando i dolori al capo.“old man’s pepper” perché con il suo pizzichino faceva starnutire come il tabacco, mentre in Castiglia era chiamata “meoma” perché faceva urinare.L’ Achillea è delle piante più comuni e cresce ovunque perfino sulle rotaie del treno e nelle macerie.È poco rozza alta, ma non è inelegante, vivace, alta 40-50cm tutta coperta di peli setosi, fortemente aromatica, ha uno stelo angoloso che abbraccia le foglie bipennate fiore di colore verde brillante più o meno tormentose.I fiori sono riuniti in capolini piccoli e raccolti in cairimbi a forma di ovoidale, circondati da un involucro di brattee pelose.Fiorisce a giugno, e a settembre, piatte e minuscole, le margherite sono a volte bianche e a volte rosate.Le cime fiorite si raccolgono in agosto; i principi attivi sono contenuti soprattutto nei fiori .LA TRADIZIONE Nell’ antichità era chiamata “herba militaris” e infatti serviva per curare di guerra, infette o noE vide passare l’affermazione delle virtù nei secoli. ( continua )

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È in grado anticipare le mestruazioni che ritardano e di ritardare quelle che le anticipano di renderle meno dolorose, meno irregolari e meno lunghe.Inoltre la pianta è un astringente e un sedativo.Il succo fresco della pianta viene utilizzato come tonico o stimolante delle secrezioni, gastriche e biliari.È capace di stroncare un raffreddore e liberare il naso otturato è da prendere sempre quando è necessario rendere il sangue più reattivo .Giova alle malattie della pelle e combatte anche le calvizie.È un buon tonico contro la seborrea .Con l’ Achillea si prende un infuso gradevole e piccante.È da bere quattro volte al giorno. L’ ELISIR Questo è uno dei nuovi elisir indicato per le persone eccessivamente reattive.Utile per le persone che vivono in ambienti inquinati o che per il loro lavoro sono costretti a far uso di elaboratorio apparecchiature elettroniche.Valido anche per le persone che siedono lungo tempo davanti al televisore.L’ achillea è altresì indicata per chi esercita la professione di psicoterapeuta. I BENEFICI L’ elisir serve da protettore a tutti i livelli e rinforza le difese rendendole meno sensibili .

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L’ANETO

L’aneto è una pianta aromatica annuale che cresce nel bacino del Mediterraneo e ha un profumo di anice. Il nome scientifico deriva dal greco anitho, cioè bruciare, in quanto veniva usato come profumo da bruciare. Il nome inglese dilla , può derivare invece dalla parola sassone a dilla che significa “sonnecchiare” a causa del suo potere di indurre il sonno nei bambini .L’aneto era un

ingrediente classico nei filtri d’amore medievali e veniva appeso alle porte e alle finestre per tenere lontano il malocchio.

RIMEDIO ERBORISTICO L’olio volatile contenuto nei semi e nelle foglie dell’aneto nell’apparato digerente calma le

coliche e l’indigestione attenuando la nausea e il vomito .Sull’ apparato respiratorio agisce come antispasmodico ed espettorante e giova in caso di tosse e di asma . Le foglie dell’aneto venivano

cucinate spesso insieme al pesce per insaporirlo.

AROMATERAPIAL’olio essenziale ha proprietà rilassanti e digerenti.

Gli oli sono ingredienti essenziali dei linimenti per riscaldare i muscoli e per i massaggi.

L’ESSENZA FLOREALE L’aneto è un rimedio ottimo per chi è stressato.

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Abbarbicare ‑ Atto di mettere le radici che si appigliano al terreno.Aborigene ‑ Piante originarie o supposte originarie dei paesi che abitano.Abortito ‑ Organo dallo sviluppo limitato od arrestato.Acaule ‑ Che pare sprovvisto di fusto.Acclimatazione ‑ Azione per cui una pianta si propaga e sviluppa in clima diverso dall'originario consueto.Accrescente ‑ Qualsiasi organo del fiore, o no, che dopo la fecondazione aumenta il volume assieme al frutto.Accrescimento ‑ Aumento in volume e di nuovi elementi.Achenio ‑ Frutto secco che non si apre naturalmente a maturazione e con seme non aderente al guscio sottile o pericarpo e quindi facilmente separabile.Aciculare ‑ A forma di ago.Aclamide ‑ Fiore nudo privo di perianzio.Aetinomorfo ‑ Fiore regolare.Aculeato ‑ Che possiede spine o .pungiglioni rigidi acuti e staccabili senza recar danno ai tessuti immediati. Gli aculei sono organi di difesa.Acuminato ‑ Parte che si restringe o termina in punta fine.Afillo ‑ Che sembra mancare di foglie.Agamica ‑ Riproduzione asessuale ,per scissione, gemmazione ed endogenia. Moltiplicazione agamica per propaguli, talea, margotta, ecc.Agglomerato ‑ Riunito in ammasso.

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Aggregato ‑ Frutto che proviene da numerosi ovarii contenuti in altrettanti fiori avvicinati.Aghiforme ‑ Sottile, cilindrico ed allungato.Ala ‑ Organo che diverge lateralmente.Alato ‑ Caule o fusto guarnito longitudi0nalmente da espansioni fogliacee.Albero ‑ Pianta di oltre metri cinque, distinta da un tronco inferiore e da una chioma legnosa ramificata in alto.Albume ‑ Parenchima ricco di sostanze alimentari ed adatto a nutrire l'embrione. Consta di endosperma internamente al sacco embrionale e per; sperma esternamente allo stesso sacco.Alburno ‑ Fascio di fibre legnose giovani attive, più deboli ed esterno del tronco.Ali ‑ Petali laterali che divergono dalle altre parti del fiore.Alterno ‑ Che cresce successivamente da una parte e dall'altra (rami, foglie).Alveolo ‑ Piccola cavità nella quale sono collocati i frutti di certe .piante.Amento ‑ Infiorescenza dai componenti unisessuali e per lo più maschi, a forma di spiga pendente.Amplessicaule ‑ Picciuolo a guaina che abbraccia il fusto.Androceo ‑ Insieme degli organi maschili del fiore.Antela ‑ Infiorescenza che sotto al fiore terminale porta più di tre rami di lunghezza diversa.Antera ‑ Parte superiore dello stame che contiene il polline o polvere fecondante.Antesi ‑ ‑Fioritura o schiusura del fiore.Antofilli ‑ Foglioline speciali che costituiscono il fiore.Apetalo ‑ Fiore senza petali, con il solo calice.Apice ‑ Porzione od organo opposto alla base.Apiculato ‑ Che termina con breve punta.

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Apoteei ‑ Concettacoli o bottonì scuri dei Licheni atti alla riproduzione.Arboscello ‑ Piccolo albero.Arbusto ‑ Pianta legnosa di mediocri dimensioni, per lo più avente fusti legnosi partenti da una stessa radice.Arillo ‑ Coppa carnosa dentro la quale gli ovuli nudi di certe piante si trasformano in semi.Aristato ‑ Provvisto di reste.Articolato ‑ Formato di articoli o pezzi separabili spontaneamente.Ascella ‑ Angolo d'inserzione di un peduncolo o di un ramo sopra il fusto.Ascellare ‑ Situato all'ascella di foglia o brattea.Ascendente ‑ Fusto orizzontale alla base e quindi incurvantesi per rivolgersi verso l'alto e diventare eretto.Astata, Saettiforme ‑ Foglia a punta di lancia ed estremità inferiore con due appendici divergenti ed

acute (alabarda Atrofico ‑ Sviluppato imperfettamente od arresto dell'accrescimento e funzionamento.Attenuato ‑ Insensibile o modesta diminuzione dì larghezza o spessore dalla base all'apice.Austori ‑ Radici trasformate in succhielli delle piante parassite.Avventizio ‑ Sviluppo 'su un punto non abituale.

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Bacca ‑ Frutto con parte esterna membranosa, parte media carnosa ed interna generalmente contenente molti o diversi semi immersi nella polpa.Baccello ‑ Legume.Balausto ‑ Frutto indeiscente con epicarpo e mesacarpo fusi e divenuti coriaceí, endocarpo rivestente diverse cavità contenenti numerosi semi a tegumento succulento e dolce.Barbe ‑ Estreme ramificazioni delle radici, organi assorbenti delle piante.Base ‑ Punto dove comincia a crescere. Nelle foglie è la parte vicina al fusto o ramo.Basilare ‑ Che spunta o trovasi alla base.Bienne o Biennale ‑ Pianta che vive, dura o per fruttificare impiega due anni.Bifido ‑ Organo divìso longitudinalmente in due parti.Bilabiata ‑ Fiore con corolla di due labbra.Biloculare ‑ Diviso da tramezzo in due logge.Bipennata ‑ Foglia composta il cui asse principale porta i picciuoli secondari delle foglioline.Boccio ‑ Bottone o gemma fiorale.Bottoni ‑ Gemme.Brattea ‑ Foglia modificata ad accompagnare il fiore e l'infiorescenza.Bulbillo ‑ Piccolo bulbo di alcuni fiori o foglie che distaccato dalla pianta madre ed interrato riproduce la specie.Bulbo ‑ Fusto sotterraneo corto costituito da scaglie o tuniche e con una gemma all'estremità superiore e radichette alla base.

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Caduco ‑ Che si distacca e cade precocemente disarticolandosi alla base.Caduco deciduo ‑ Se cade dopo la fecondazione.Calamo ‑ Fusto delle Ciperacee e delle Giuncacee che si differenzia dal culmo per gl'internodi molto corti e fusto fiorifero allungato ed a contenuto spugnoso.Calatide ‑ Capolino, Antodio.Calice ‑ Involucro esterno e verde del fiore formato da foglioline dette sepali.Calicetto ‑ Calice,piccolo accessorio.Calìcifloro ‑ Stami apparentemente inseriti sul calice.Calicino ‑ Che appartiene al calice.Capillare ‑ Fine e delicato come un capello.Capolino o Capitolo ‑ Antodio, infiorescenza a cima di fiori sessili compatti disposti all'estremità di un asse allargato comune chiamato ricettacolo. Simula un fiore solo.Capsula o Cassula ‑ Frutto composto secco che si apre naturalmente di~ idendosi per fenditure longitudinali in valve, alle quali sono attaccati i semi.Carena ‑ Linea sporgente dal dorso di un organo. Porzione inferiore del fiore delle Leguminose.Caruncola ‑ Ispessimento carnoso e poco esteso di certi semi.Carnoso ‑ A strato polposo o di massa sugosa.Cariosside ‑ Frutto secco che non si apre naturalmente e contenente un solo seme saldato con il pericarpo indurito.Carpello ‑ Gineceo. Frutto rudimentaìe o parte di un frutto multiplo, costituito da una fogliolina primitiva :rasformata in pistillo.Casella o Loggia ‑ Dell'antera e dell'ovario.Caule ‑ Corrispondente a fusto o stelo. organo aereo, intermedio fra radici e parte superiore, che porta rami, foglie, fiori, frutti e semi.Caulicolo ‑ Cilindretto o fusticino che unisce la radichetta alla piumetta dell'embrione.Caulinare ‑ Organo inserito sul fusto.Ceduo ‑ Albero che si taglia a periodi fissi.

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Ceruleo ‑ Azzurro celestrino.Cespitosa ‑ Pianta con molti fusti provenienti da radice comune e che sortono dal piano del suolo.Chioma ‑ Rami e foglie di un albero.Ciclo ‑ Porzione di spirale compresa tra una foglia ed un'altra che le sta esattamente sovrapposta.Ciglia ‑ Peli sottilissimi.Cima ‑ Tipica infiorescenza definita. Grappolo di fiori su peduncoli ramosi che .partono da uno stesso punto ed arrivano ad una medesima altezza.Cima dicotoma ‑ Infiorescenza formata di peduncoli che si biforcano alla terminazione.Circoncissa ‑ Deiscenza di frutto sferoidale o cilindrico che si apre trasversalmente a mo' di coperchio.Cirro o Viticcio ‑ Trasformazione di rami (Vite) o di foglie (Pisello).Cladodi ‑ Rami trasformati, appiattiti e fattisi verdi.Clorofilla ‑ Sostanza verde delle cellule di vegetali esposti alla luce solare.Cocco ‑ Porzione della scissione di un frutto dirompente policocco.Coccola ‑ Frutto sferico fatto da poche squame a scudo.Colletto ‑ Separazione tra radice fusto a fior di terra.Colorato ‑ Di colore diverso dal verdj.Composta ‑ Foglia divisa in foglioline secondàrie.Composto ‑ Organo diviso in scgrerti distinti.Concolore ‑ Dello stesso colore.Conduplicato ‑ Raddoppiato.Confluenti ‑ Uniti alla base cosi c. sembrare un solo organo.Connate ‑ Foglie opposte saldate p‑. la base.

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Conniventi ‑ Organi che si avvicinane per la sommità senza saldarsi.Cono o Strobilo ‑ Infiorescenza unisessuale di forma cilindrica ovale cur. brattee larghe e talora legnose.

Cordato ‑ In forma di cuore a sma;rginatura in basso. Coriaceo ‑ Di consistenza tenace flessibile, affine al cuoio.Corimbo ‑ Infiorescenza con fiori da: peduncoli di lunghezza varia, inseriti a diverse altezze sul graspo e trovantisi portati press'a poco allo stesso livello superiore.Cormo ‑ Corpo vegetativo delle piante superiori, differenziato in radice, fusto e foglie.Corolla ‑ Secondo verticillo od involucro fiorale, formata da foglie trasformate, colorate e dotate di odore più o meno aromatico dette petali.Corolliflora ‑ Stami inseriti sulla corolla.Corona midollare ‑ Circolo od astuccio formato di trachee che indica i limiti del midollo.Coranula ‑ Corona piccola di appendici libere o saldate di certe corolle.Corteccia ‑ Parte superficiale che riveste tronco, rami e radici, con i seguenti strati: esterno, medio, interno.Cotiledoni ‑ Foglie del seme che circondano il fusticino sormontato dalla piumetta o primordio fogliare.Crenato ‑ Organo o foglie con il margine a denti ottusi arrotondati, separati da incavi poco profondi.Crenulato ‑ Dal margine di crenature ossia a denti ottusi ed arrotondati.Crespo ‑ Arricciato od ondulato.Crittogame ‑ Pianta a nozze occulte o meglio organi di riproduzione non visibili.Culmo ‑ Caute cilindrico vuoto, nodoso ed indurito alla superficie.Cuneiforme ‑ A forma di triangolo rovesciato (base slargata ed apice ristretto).Cupola ‑ Involucro a scodellino formato dall'unione di numerose brattee di fiore.Cuscinetto ‑ Rigonfiamento del picciuolo al punto d'inserzione sul fusto.Cuticola ‑ Strato superficiale sottile dell'epidermide delle erbe.

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Deciduo ‑ Organo che cade poco dopo la sua apparizione.Decombente ‑ Che non si sostiene e cade in basso.Decorrente ‑ Foglia con la base della lamina che si prolunga in basso sul fusto o ramo in un'ala.Decrescenti ‑ Foglie che diminuiscono di grandezza dal basso verso l'alto del fusto.Decussate ‑ Foglie opposte che si incrociano ad angolo retto con il paio superiore ed inferiore.Definita ‑ O terminale se la ramificazione ultima con una gemma od un fiore.Deiscente ‑ Frutto secco che a maturazione si apre per la rottura delle pareti e lascia sfuggire i semi o granelli.Dentato ‑ Corredato d'intaccature al margine poco profonde, ovvero di denti triangolari acuti.Dentellato ‑ Provvisto di dentini superficiali o dentellature.Depresso ‑ Compresso verticalmente.Derma ‑Parte sottostante all'epidermide.Destrorso ‑ Fusto volubile che si avvolge al sostegno con spire che da sinistra vanno a destra.Dialipetalo ‑ Fiore con corolla a petali separati e liberi cioè non saldati fra di loro.Dicasio ‑ Cima bipara nella quale sotto al fiore che termina il peduncolo nascono due rami opposti ciascuno terminato da un fiore che produce due rami e così via.Diclamide ‑ Fiore che possiede calice e corolla.Dicline ‑ Piante con fiore di un sesso maschile o femminile.Dicogamo ‑ Fiore ermafrodito che matura stami e ,pistilli in tempi differenti.

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Dicotiledoni ‑ Piante con embrione del seme di due cotiledoni.Dicotomo ‑ Biforcato.Didimo ‑ Formato di due parti globose, saldate fra loro e sporgenti.Digitato ‑ Disposto come le dita di una mano allargata.Dimorfismo ‑ Piante con fiori a fecondazione ordinaria e tardiva. Per questi ultimi interviene il polline di altre piante della specie.Dioica ‑ Specie con due individui diversi, uno portante i fiori maschili (stami), l'altro i fiori femminili (pistilli).Dirompenti ‑ Frutti pluriloculari che si rompono in pezzi che corrispondono a ciascuna casella.Discoide ‑ Di forma rotonda.Discolore ‑ Di colore differente su due superfici o pagine.Distico ‑ Organi disposti in due serie opposte, sopra un asse comune.Divaricato ‑ Che si allontana dando un angolo.Drupa ‑ Frutto succoso che non si apre naturalmente, con parte esterna sottile e membranosa, parte mediana carnosa ed interna legnosa. Contiene un nocciolo entro cui sta il seme.Durame ‑ Parte più interna compatta, dura, scura e vecchia del corpo legnoso di molti

alberi.

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Edule ‑ Mangereccio o commestibile. Elicoide ‑Infiorescenza a cima con fiori ravvolti a spirale attorno al falso rachide.Ellittico ‑ Foglia arrotondata alla base ed al vertice e la cui lunghezza supera la larghezza.Embriciato ‑ Organi ravvicinati talché uno copre metà dell'altro.Embrione ‑ Parte del seme che serve alla riproduzione della specie. È formato dall'episperma od involucro e dalla mandorla interna. Diverrà germoglio alla uscita del seme.Endocarpo ‑ Parete o strato interno del pericarpo che è in contatto del seme.Endopleura ‑ Parte interna dell'episperma.Endosperma ‑ Cellule che si riproducono entro lo strato del protoplasma parietale del sacco embrionale e che avvolge l'embrione fornendo a questo nutrimento durante la germinazione.Ensiforme ‑ A forma di spada (appiattita, allungata, terminata a punta e margini taglienti).Epicarpo ‑ Buccia o parte esterna del frutto o strato superficiale del pericarpo.Epidermide ‑ Involucro esterno della corteccia dei giovani fusti e di altri organi.Epigeo ‑ Fuori dalla superficie del suolo.Episperma ‑ O guscio, membranetta che involge all'esterno il seme.

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Erba ‑ Pianta con fusti di consistenza molle e di colore generalmente verde.Erbaceo ‑ Di colore verde e consistenza tenera.Erborista ‑ Persona che raccoglie e conosce le piante medicinali, o le ~prende con scopo terapeutico.Erboristeria ‑ Magazzino, deposito all'ingrosso o negozio al minuto di piante medicinali aromatiche.Erborizzatore ‑ Botanico ricercatore di esemplari per studio indagine e collezioni.Eretto ‑ Verticale o quasi.Ermafrodito ‑ Fiore che possiede organi maschili (stami) e femminili (pistilli).Escrezioni ‑ Secrezioni espulse dalle piante quali resine, gomme, balsami, ecc.Esperidio ‑ Frutto indeiscente con epi‑ e mesocarpo formanti la buccia ghiandolosa e l'endocarpo di spicchi.Estrascellare ‑ Collocato sopra o fuori dell'ascella fogliare.Eteracanto ‑ Fusto o ramo irto di aculei differenti.Eterofillo ‑ Che ha foglie diverse.

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Falcato ‑ Ricurvo a forma di falce. Falso ‑ Che non è vero.Fanerogame ‑ Piante con fiori ed a nozze palesi. Si suddividono in Angiosperme e Gimnosperme.Fascicolato ‑ Portato in fascetti od a gruppi.Fastigiato ‑ Rami ravvicinati e diritti.Fauce o Gola ‑ Apertura della parte tubulosa di un calice gamosepalo o di una corolla gamopetala, ovvero il punto di congiunzione del tubo con il lembo.Fecondazione ‑ Unione del polline maschile con gli ovuli femminili contenuti nell'ovario e che acquistano la facoltà di trasformarsi in seme.Fellogeno ‑ Tessuto meristematico in continuo rinnovamento che riveste la parte legnosa del fusto e che rimane tra questa e la corteccia.Fertile ‑ Atto alla riproduzione.Fesso ‑ Organo le cui intaccature giungono quasi alla nervatura mediana.Fetida ‑ Puzzolente.Fibra ‑ Cellula allungata con parete spessa ed estremità sottili e tagliate obliquamente.Fibrille ‑ Ultime ed esilissime ramificazioni della radice.Fibrosa ‑ Radice affastellata.Ficodio ‑ Picciuolo allargato in modo da simulare un lembo.Filamento ‑ Sostegno sottile dell'antera.Fillotassi ‑ Studio della disposizione delle foglie sui fusti e rami.Filodio ‑ Picciuolo allargato in modo da simulare un lembo.Fimbriato ‑ Dal margine diviso come una frangia.Fioccoso ‑ Dotato di ciuffi di peli.Fiorale ‑ Organo che nasce su steli fiorali.

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Fiore ‑ Organo effimero per mezzo del quale avviene la fecondazoine e la riproduzione della specie. Generalmente è composto, partendo dall'esterno, di: Calice, costituito da foglie denominate sepali; Corolla, formata di foglie chiamate petali; organi: maschile (androceo) e femminile (gineceo).Fistoloso ‑ Fusto cilindrico e cavo di dentro.Fitografia ‑ Studio e descrizione delle specie di .piante.Fittone ‑ Radice con asse principale assai più sviluppato delle radici secondarie ed affondantesi verticalmente nel terreno.Flabelloso ‑ Forma di ventaglio.Flessuoso ‑ Piegato od inclinato più volte ad angolo, come se fosse spezzato e spostato.Floema ‑ Vasi cribrosi di un fascio fibro‑vascolare, detto anche libro, collocati verso l'esterno del fusto.Flora ‑ Insieme delle piante che nascono, crescono e vivono in una regione .più o meno vasta.Foglie ‑ Lamine od espansioni verdi nascenti sul fusto o sui rami.Foglioline ‑ Piccole foglie che costituiscono le foglie composte.Follicolo ‑ Frutto secco a capsula che si apre per una sutura dorso longinale, che reca i semi.Fondamentale ‑ Tessuto parenchimatico che forma la quasi totalità degli organi delle piante.Fovilla ‑ Contenuto liquido e denso dei granuli pollinici.Fronda ‑ Foglia fertile delle Felci.Frutice od Arbusto ‑ Pianta alta da metri uno a cinque con fusto interamente legnoso e ramificato fin dalla base.Fruttescenza ‑ Frutto composto da un complesso di frutti, tale da sembrare un solo frutto e derivante da infiorescenza.Frutto ‑ Ovario o parte inferiore dell'organo femminile del fiore cresciuto e maturato dopo la fecondazione.Funicolo ‑ O cordone ombelicale, pendutolo mediante il quale l'ovulo rimane attaccato alla parete interna dell’ovario o placenta.Fusto o Caule ‑ Membro assile del corpo vegetativo.

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Galbulo ‑ Coccola.Galla ‑ Escrescenza globosa che nasce sui rami o sulle foglie in seguito a puntura di un insetto.Guntunetulo ‑ Con i petali più o meno saldati fra loro.Grurtutepalo ‑ Perigonio a tepali riunitiGeminato ‑ Disposto due a due.Gemina ‑ Germoglio vegetale allo stato dl vita latente e destinato ad evolvevo nella stagione propizia.Genere ‑ L'insieme di più specie con caratteri comuni.Germe ‑ Embrione.Ghianda ‑ Achenio che si sviluppa in una coppetta o cupola.Ghiandoloso‑ Munito di ghiandole vescicose elaboranti olii essenziali, colori, odori, resine, ecc.Gibboso ‑ Provvisto di una o più gobbe.Gibbosità ‑ Gobba.Glmnosperme ‑ Fanerogame ad ovuli con semi non chiusi in pericarpoGlmnostemio ‑ Ginostemio.Glnecco- Quarto verticillo femminile del fiore , formato da foglioline carpellari dette pistilli.Glnocchiato - Piegato bruscamente. Glonostemio ‑ Colonnetta risultante dall’accrescimento dell’androceo e del gineceo insieme.Glabrescente ‑ Quasi glabro.Glabro- Senza peli.Glauco- Verde pallido che ha dell'azzurrognolo o del cenerino.

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Glomerulo- Gruppo di fiori subsessili riuniti in capolini compatti. Infiorescenza di forma sferica ed a un peduncolo cortissimo.Gluma - Brattea scariosa o fogliolina trasformata che circonda la base delle spighette delle Graminacee con ufficio del perianzio.Glumella o Glumetta ‑ Brattea inferiore ed esterna inviluppante e ridotta di ciascun fiore della spighetta delle Graminacee.Granuloso ‑ Provvisto di tubercoli a piccoli granelli.Grappolo ‑ Infiorescenza di solito pendula, con asse primario o graspo assai allungato, al quale sono inseriti fiori peduncolati da assi secondari corti e pressa poco uguali.Guaina ‑ Base del picciuolo di certe foglie, prolungata, espansa ad abbracciare il fusto od il ramo.Guscio ‑ Endosperma od involucro del seme originato dal tegumento interno dell'ovulo.

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Ibrido ‑ Risultato dalla fecondazione tra due piante di varietà o specie differente ma affine.Ifa ‑ Filamento che compone il micelio vegetativo dei Funghi.Ilo ‑ Ombelico o punto dell'ovulo dove termina il filamento che parte dalla placenta. Punto di attacco del funicolo all'ovulo.Imparipennata ‑ Foglia composta terminata ad una sola fogliolina.Inciso ‑ Margine con intagliature profonde e disuguali.Incombente ‑ Applicato contro un altro organo.Indefinita od Ascellare ‑ Infiorescenza il cui asse principale si prolunga e gemme e fiori si trovano ai lati.Indefinito ‑ Dicesi di fiore con più di dieci stami.Indeiscente ‑ Che non si apre spontaneamente a maturazione, per lasciare fuoriuscire i semi.Inerme ‑ Sprovvisto di spine od aculei.Infiorescenza ‑ Disposizione assunta dai fiori sullo stesso gambo o peduncolo.

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Inflessi ‑ Organi che si piegano in dentro.Infundiboliforme ‑ A forma di imbuto.Inguainante ‑ Che contorna un altro organo formando una guaina.Internodo ‑ Tratto compreso tra due nodi consecutivi.Intero ‑ Margine sprovvisto di intaccature.Involucro ‑ Assieme delle brattee ubicate alla base di un'infiorescenza, segnatamente ad ombrella o capolino.Ipogeo ‑ Di sviluppo sotterraneo.Irsuto o Ispido ‑ Dotato di peli retti rigidi e più o meno radi.Isomero ‑ Verticillo fiorale con numero di pezzi o foglioline pari ad un altro del medesimo fiore.Isostemone ‑ Fiore con il numero dei petali uguali a quello degli stami.

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Labello ‑ Petalo della corolla dialipetala anomala, differente per grandezza e forma e spesso lobato o frangiato.Lacero ‑ Margine con intaccature poco profonde e disuguali.Laciniato ‑ Diviso in lacinie strette e disuguali.Lacinie ‑ Incisioni profonde e formazione di strisce lunghe e ristrette, irregolari ed a punta acuta.Lamina ‑ O lembo espanso ed appiattito delle foglie.Lanceolato ‑ Di forma allungata stretta ed acuminata.Lanoso ‑ Organo coperto di peluria lunga e molle.Lasso ‑ Spaziante, non serrato.Latice ‑ Succo di solito lattiginoso elaborato e discendente di alcune piante; è costituito da acqua e sostanze solide organiche allo stato di emulsione e deriva dalla linfa giunta agli organi verdi per la preparazione.Laticifero ‑ Vaso reticolato che porta l'umore latice, specialmente nelle nervature delle foglie e nella corteccia.Legno ‑ Tessuto principale del tronco e dei rami delle piante legnose.Legume ‑ Frutto secco che si apre naturalmente lungo la sutura dorsale e ventrale in due pezzi o valve per lasciare uscire i semi inseriti sul margine.Lembo ‑ Lamina.Lenticelle ‑ Rilievi della corteccia del fusto e dei rami, costituite da tessuto spugnoso molle e da spazi intercellulari. Permettono lo scambio di gas funzionano da stomi. Da giovani lenticolari, invecchiando assumono forma lineare.

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Liana ‑ Fusto legnoso lungo e debole, ossia sarmentoso, appoggiato ad altre piante.Ligula ‑ Piccola prominenza membranacea a forma di cresta situata sul limite superiore delle foglie a guaina delle Graminacee, nel punto dove finisce il picciuolo ed inizia la lamina.Lineare ‑ Allungato e sottile e bordi laterali circa paralleli.Linfa ‑ Succo vitale, ascendente o grezza e discendente od elaborata, delle piante, costituito da acqua avente in soluzione varie sostanze.Lirata ‑ Dicesi di foglia obovata ed inferiormente divisa fino alla nervatura mediana in lobi laterali .più piccoli del lobo terminale.Lobato ‑ Diviso in lobi o porzioni arrotondate più o meno grandi, separate da incisioni più o meno profonde.Lobo ‑ Porzione di lamina delle foglie incise da forme tondeggianti.Loculicida ‑ Deiscenza delle capsule, con le logge che si aprono longitudinalmente, oppure che avviene lungo la sutura dorsale.Loggia ‑ Cavità interna dell'ovario, d'un frutto o di una antera.Lomento ‑ Frutto secco allungato simile al legume ma che si rompe per strozzature trasversali. Forma tanti articoli ognuno dei quali contiene un seme.Lunato ‑ A mezza luna.

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Maculato ‑ Dotato di chiazze irregolari.Mandorla ‑ Corpo del seme costituito dall'embrione e dall'albume.Marcescente ‑ Persistente e che dissecca in posto.Marenchima ‑ Tessuto con cellule molto distanziate fra di esse.Meati ‑ Spazi vuoti tra le cellule di un tessuto.Meristema ‑ Tessuto giovane primitivo dalle cellule ricche di protoplasma ed in continua riproduzione.Meritallo od Internodo ‑ Intervallo fra l'inserzione di due verticilli fogliari o nodi.Mesocarpo ‑ Strato tra l'epicarpo e l'endocarpo del pericarpo.Mesofillo ‑ Tessuto parenchimatoso intensamente merde.Metamorfismo ‑ Fenomeno per cui un organo prende forma differente dall'abituale.Metamorfosi ‑ Trasformazione di un organo in un altro.Midollo ‑ Parte più interna della pianta: fusto, rami e radici che consta di tessuto spugnoso a cellule blandamente connesse.Midolloso ‑ Caule o fusto pieno e polposo.Moniliforme ‑ Composto di articoli rigonfi alternati da restringimenti; analogo a corona.Monocotiledone ‑ Pianta con l'embrione di un cotiledone.Monoico ‑ Individuo portante fiori maschi (stami) e femminili (pistilli) separati, ma sullo stesso soggetto.Monopodio ‑ Stipite primario che allunga il fusto in linea retta e dalle gemme laterali forma rami.Monospermo ‑ Ovario contenente un seme.Mucronato ‑ Terminato in punta poco sporgente.Mucronulato ‑ Che finisce bruscamente in punta breve e rigida.Multifida ‑ Foglia incisa ripetutamente in segmenti piccoli da divisioni che occupano quasi la metà della lunghezza.Multiplo ‑ Dicesi di frutto che risulta da diversi ovari del medesimo fiore.Muricato ‑ Coperto di punte brevi e robuste.Mutico ‑ Privo di resta o punta.

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Nastriforme ‑ Lamina ristretta ed allungata, caratteristica delle piante Monocotiledoni sommerse.Natante ‑ Galleggiante nell'acqua.Naturalizzato ‑ Vegetale che si è propagato da sé e vive come le piante indigene.Neoformazione ‑ Corpo od‑ organo che .produce del nuovo di natura morfologica diversa della sua.Nervatura ‑ Disposizione dei nervi o cordoni nella lamina fogliare. Possono essere: semplici, curve o ramificate.Nettario ‑ Organo ghiandoloso di molti fiori od altri organi secernenti il nettare o liquido aromatico zuccherino.Neutri ‑ Prendono questa denominazione i fiori senza sesso quali gli stradoppi.Nòcciolo ‑ Endocarpo indurito dei frutti drupacei.Nocella ‑ Parte centrale dell'ovulo, ammasso di cellule avviluppate da una o due membrane: interna o primina cresciuta per prima, esterna o secondina.Nodo vitale ‑ Ubicato tra il fusto e la radice e con forze direttive contrarie: ascendente e discendente.Notturne ‑ Piante e fioritura nella notte.Nudo ‑ Caule o fusto senza foglie. Fiore che manca di calice e di corolla.Nutrizione ‑ Scambio materiale tra il vegetale ed il mondo esteriore. Si compone dei seguenti atti: assorbimento, circolazione, respirazione, trasformazione, assimilazione ed escrezione.

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Ob ‑ Particella prefissa che definisce l'organo indicato in posizione rovesciata.Oblungo ‑ Più lungo che largo od ovale‑allungato.Obovato ‑ A forma d'uovo, ma con la parte .più larga sopra.Occhio ‑ Punto centrale di una gemma. Gemma dormiente od a riposo che a tempo opportuno germoglia.Ocrea ‑ Stipola vaginiforme od espansione ad anello delle foglie intorno al caule delle Poligonacee.Ombelicato ‑ Munito di una depressione ad ombelico.Ombelico ‑ Punto dove termina il filamento che partendo dalla placenta tiene sospesi gli ovuli.Ombrella ‑ Infiorescenza a cuna con graspo cortissimo portante i fiori alla stessa altezza, da peduncoli inseriti al medesimo livello.Oosfera ‑ Cellula o cellule contenute nell'ovulo, che dopo la fecondazione si trasformeranno in embrioni.Oospora ‑ Ossifera dopo la fecondazione e quindi 1'oospora è atta alla riproduzione.Opposto ‑ Disposto in coppia, uno di fronte all'altro.Orbicolare ‑ Quasi rotondo.Orciolo ‑ A forma di vaso panciuto.Orecchietta ‑ Appendice fogliacea alla base di certi picciuoli.Organo ‑ Parte risultante dall'intreccio dei tessuti e destinato a compiere funzioni speciali nell'economia della pianta.Ottuso ‑ Con apice arrotondato, spuntato.Ovario ‑ Porzione inferiore ed allargata del pistillo che contiene gli ovuli. Tale cavità si chiama loggia o loculo.Ovuli ‑ Corpuscoli ovali sospesi nella cavità dell'ovario mediante un cordoncino o podosperma e generatore delle piante Fanerogame. Risultano di nocella e tegumento e questo di primina od involucro interno e secondina esterno.

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Pagina ‑ Superficie della foglia distinta in superiore rivolta in alto ed inferiore in basso, di colore più pallido e meno liscia della superiore.Paglietta ‑ Laminetta scariosa del ricettacolo di molte Composte. Piccole brattee dure, secche e senza clorofilla delle infiorescenze delle Poacee.Palmata ‑ Foglia composta o radice divisa in diversi lobi disposti a )semicerchio divergente, a somiglianza delle dita allargate di una mano.Palmatifida ‑ Foglia palmata con divisioni che raggiungono la metà della lamina.Palmatinervia ‑ Foglia con nervature digitate appariscenti. Palmatolobata ‑ Foglia con divisioni assai profonde ma non arrivanti alla nervatura centrale o metà del lembo e lobi disposti come le stecche di un ventaglio.Palmatopartita ‑ Foglia‑con lobi sorpassanti la metà del lembo.Palmatosetta ‑ Foglia palmata profondamente divisa e segmenti solo saldati alla base e distinti.Pannocchia ‑ Infiorescenza a grappolo composto con rami inferiori più grandi e più diramati dei superiori e quindi formanti una piramide conica.Papilionaceo ‑ A forma di farfalla.Papilla ‑ Protuberanza epiteliale conica di cellule costituenti peli corti di organi delicati. Pappi ‑ Lembi dentati del calice gamosepalo dagli esili filamenti.

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Pappo ‑ Appendice a ciuffo di peli minuti e piumosi che sormonta certi frutti o semi.Parassita ‑ Pianta che vive nutrendosi del succo di un'altra pianta vivente che la ospita.Parenchima ‑ Tessuto con le cellule molto avvicinate e ricche di protoplasma.Partita ‑ Incisioni profonde sino alla nervatura centrale, nonostante non risulta composta.Patente ‑ Organo che si sviluppa allontanandosi dall'asse con posizione orizzontale o quasi.Peduncolo o Pedicello ‑ Gambo che sostiene il fiore ed il frutto.Peli ‑ Prolungamenti delle cellule epidermiche.Peloso ‑ Corredato di peli morbidi, lunghi e radi.Peltato ‑ Di forma circolare e fissato per il centro.Pennata ‑ Foglia composta di foglioline ai lati del rachide.Pennatifida ‑ Foglia divisa presso a poco fin verso la metà del tratto fra il margine e la nervatura centrale e segmenti disposti come le barbe di una penna. Pennatilobata ‑ Idem per i lobi.Pennatipartita ‑ Idem per le divisioni.Pennatosetta ‑ Foglia suddivisa fino alla nervatura centrale e pertanto composta di foglioline ai lati del rachide.Peponio o Peponide ‑ Frutto indeiscente carnoso con pericarpo duro al l'esterno che va rammollendosi verso l'interno.Perenne ‑ Pianta a radice persistente e cauli erbacei che vive .più di due anni.Perfogliata ‑ Foglia avvolgente completamente il fusto.Perianzio ‑ Calice e corolla o primi due verticilli involucranti del fiore, tra loro ben distinti. Pericarpo ‑ Strato esterno del frutto che racchiude i semi, parete dell'ovario trasformata. Costituito da lieve spessore o da: epicarpo superficiale esterno, mesocarpo medio ed endocarpo interno a contatto del seme. Può essere carnoso molle o secco coriaceo.

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Perigini ‑ Stami che circondano il pistillo che sta nel mezzo.Perigonio ‑ Fusione assieme del calice e della corolla e foglioline dette tepali.Perisperma od Albume ‑ Materia alimentare della nocella fuori del sacco embrionale e destinata alla nutrizione dell'embrione.Persistente ‑ Organo che dura a lungo, che non cade.Perule ‑ Squamette dure disposte ad embrice e capaci di proteggere la gemma nell'inverno.Petaloideo ‑ Calice con i sepali del colore dei petali.Pianta ‑ Si denomina così ogni genere di vegetale; può essere annuale, biennale e perenne.Picciuolo ‑ Gambo a sostegno della foglia.Pisside ‑ Capsula o frutto secco che si apre trasversalmente per la caduta di un coperchio superiore lche lascia sortire i semi.Pistillo ‑ Verticillo femminile del fiore formato da foglioline dette carpelli.Placenta ‑ Protuberanza della superficie interna dell'ovario a cui stanno attaccati gli ovuli.Placentazione ‑ Disposizione ovuli sulla placenta: centrale se libera isolata in mezzo all'ovario, assile se attaccati al margine dell'ovario semplice o composto, .parietale se aderiscono ai punti della parete riunione di due carpelli vicini.Plastiche ‑ Sostanze che costituiscono le cellule.Podosperma ‑ Filamento che dalla placenta termina all'ilo od ombelico e tiene sospesi gli ovuli.Poliachenio ‑ Frutto costituito da più acheni.Policocco ‑ Frutto a cocchi indeiscenti.

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Poligamo ‑ A fiori maschili, femminili ed ermafroditi sullo stesso individuo o capolino.Polline ‑ Materia granulare‑fecondante maschile delle Fanerogame, accumulata nei sacchi pollinici dell'antera.Pollone ‑ Radice che spunta fuori terra assumendo la forma di fusto. Moltiplica le piante.Pomo ‑ Frutto indeiscente con epicarpo membranoso, mesocarpo cornoso ed endocarpo cartilaginoso.Prefogliazione ‑ Disposizione delle foglioline rudimentali entro la gemma, piegate ed addossate tra di esse in modo differente.Prolifero ‑ Organo che ne produce un altro simile a sé.Prosenchima ‑ Tessuto permanente formato di cellule prevalentemente allungate e sottili alle estremità o fibredel libro, del legno e cambio.Prostrato ‑ Fusto disteso al suolo e privo di radici avventizie.Protallo ‑ Corpicciuolo laminare piccolo delle Felci. Generato dalle spore, porta sulla pagina inferiore gli organi della riproduzione: anteridi ed archegoni.Protofiti ‑ Vegetali primordiali rappresentati da una cellula o da una _masserella di cellule nude.Protoplasma ‑ Massa cellulare fondamentale costituita da citoplasma e nucleo. Ha le caratteristiche vitali di crescere, riprodursi e morire.Pruina ‑ Strato ceroso.Pseudocaule ‑ Forma delle foglie accartocciate fra esse che .poi si svilupperamno.Puberulo ‑ Debolmente pubescente.Pubescente ‑ Ricoperto di peli minutissimi corti, morbidi e poco compatt;.Punteggiata ‑ Foglia che per trasparenza lascia scorgere puntini corrispondenti alle ghinndolette,Punto vegetativo ‑ Dove sviluppano le gemme.

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Racemo ‑ Infiorescenza portata da un solo asse piuttosto diritto.Rachide ‑ Asse primario dei grappoli ed anche delle spighe delle Graminacee. Picciuolo delle foglie composte delle Felci.Radiate ‑ Infiorescenza con fiori esterni che si sviluppano di più dei centrali.Radicale ‑ Nascente dalla radice o dal rizoma.Radice ‑ Parte della pianta sviluppantesi nel terreno, in direzione opposta al fusto. Semplice quando è unica, ramosa se dotata di ramificazioni, fascicolata se le diramazioni provengono dallo stesso asse, avventizia se nasce nella porzione aerea.Radichetta ‑ Radice rudimentale dell'embrione del seme e che si sviluppa in direzione opposta del fusticino.Rafide ‑ Cristallo aghiforme di ossalato di calcio.Raggi ‑ Peduncoli dell'infiorescenza ad ombrella.Raggi midollari ‑ Strati che divergono dal midollo alla corteccia attraverso il legno.Ramificazione ‑ Disposizione dei rami di seconda importanza che portano ramoscelli e foglie.Ramo ‑ Appendice del fusto.Ramoso ‑ Che nasce sui rami.Rampicante ‑ Pianta che per innalzarsi deve attaccarsi ad un sostengo.Reflesso ‑ Organo ripiegato all'infuori ed in basso.Reniforme ‑ A forma di fagiuolo o di rene.

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Resta ‑ Setola che spesso accompagna le glume e le glumelle delle GraRetuso ‑ Troncato con leggera depressione.Revoluto ‑ Arrotolato in dentro od in fuori e verso il basso.Riccio ‑ Frutto dovuto al concrescimento di brattee a forma di cupola chiusa.Ricettacolo o Talamo ‑ Estremità libera allargata del peduncolo inserzione dei 4 verticilli fiorali.Rifiorente ‑ Pianta con fiori che sviluppano in diverse epoche dell'anno.Riproduzione ‑ Funzione atta a mantenere la specie: agama e sessuale. La vegetativa avviene per membri di propagazione della pianta.Rizoma ‑ Fusto sotterraneo allungato, orizzontale od obliquo, con la parte anteriore attiva, la posteriore in via di mortificazione e provvisto di gemme.Roncinata ‑ Foglia pennatifida foggiata a ronca profondamente divisa o lobata :.i segmenti acuti rivolti vero la base ad uncino.Roncinato ‑ Margine a lobi acuti piegati in basso.Rosetta ‑ Insieme di foglie radicali disposte in circoli attorno al fusto.Rostrato ‑ Corredato di prolungamento a forma di becco.Rotata ‑ Corolla regolare gamopetala priva di tubo o con tubo corto e lembo largo e spianato.Rotondato ‑ A contorno smussato circolare od angoli insensibili.Rugoso ‑ Dotato di asperità a guisa di solchi.Rustico ‑ Manta che soffre poco le differenze di temperatura, umidità dell'ambiente, ecc,Ruttile ‑ Frutto verde che si apre e che per speciali condizioni di igroscopicità lancia i semi a distanza.

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Sagittato ‑ A forma di ferro di lancia con lamina triangolare a punta e base con lobo assai incavato.Sàmara ‑ Frutto secco achenio di un salo seme e che non si apre naturalmente. Il pericarpo o parete pergamenacea si ,prolunga ed allarga in una o due espansioni alari membranose che favoriscono la disseminazione.Sarmento ‑ Ramo o fusto sottile legnoso provvisto di lunghi internodi che sviluppano gemme e foglie.Sarmentosa ‑ Pianta rampicante o strisciante munita di parecchi steli aventi direzione varia.Scabra ‑ Superficie ruvida al tatto.Scapo ‑ Stelo od asse portante fiore o fiori e sprovvisto di faglie, che sorge da rosetta basale.Scarioso ‑ Squama di consistenza membranosa non rigida e trasparente, mai verde.Sclerenchima ‑ Tessuto meccanico a cellule morte e membrane ispessite ed indurite.Scorpioide ‑ Infiorescenza a cima ravvolta su se stessa e fiori unilaterali.Secco ‑ A strato duro legnoso.Secrezioni ‑ Prodotti di depurazione dei principii delle ,piante, impropri alla maturazione ed emessi sotto combinazioni differenti.Segetale ‑ Che vive nelle messi.Seghettato ‑ A denti acuti rivolti da un solo lato.Seme ‑ Organo destinato alla propagazione della specie, rappresentato dall'ovulo fecondato ed accresciuto. Composto da guscio od epispenma formato da due involucri: testa esterno e tegmine interno. Albume masse di riserva. Embrione costituito dalla pianticella rudimentale ed aderente ad una o due 'escrescenze fogliacee carnose o cotiledoni.Semplice ‑ Di un organo unico.Sempreverdi ‑ Piante con le foglie persistenti in inverno ossia che ne sono sempre provviste.

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Sepali ‑ Foglie verdi del calice.Sericeo ‑ Dell'aspetto della seta.Serotino ‑ Frutto che matura più tardi dell'ordinario.Sessile ‑ Privo di picciuolo, peduncolo o sostegno, filamento, stilo.Setaceo ‑ Lungo, fine, stretto e rigido come una setola. Setole ‑ Appendici rigide delle cellule epidermiche.Setticidio ‑ Aprentesi per lasciare uscire i semi.Setto ‑ Intaglio che raggiunge la linea mediana della foglia. Tramezzi tra logge o cavità in cui è diviso l'ovario.Sicono ‑ Falso frutto o ricettacolo dell'infiorescenza carnoso e scavato a contenere gli achenietti.Signatura ‑ Secondo Paracelso riteneva che la natura avesse contrassegnato le piante per indicarne le virtù nelle malattie dei singoli organi umani.Siliqua ‑ Frutto secco, molto più lungo che largo, che si apre naturalmente in due pezzi, lasciando al posto un diaframma o tramezzo membranoso portante i semi.Sinuato ‑ A margine flessuoso e divisioni o lobi o seni paco profondi, larghi ed arrotondati.Smarginato ‑ Con apice che ha un intaglio più o meno profondo.Smerlato ‑ Che presenta dentature ottuse a forma di ricamo.Solcato ‑ Percorso da linee incastrate longitudinali.Soredi ‑ Organi del tallo dei Licheni capaci di moltiplicazione.Soro ‑ Agglomerato rotondo lineare o semilunare di sporangi o sacchetti di spore bruni, generalmente ubicati sotto le fronde delle Felci.

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Sorosio ‑ Infruttescenza formata dall'aggruppamento di piccole bacche o drupe.Spadice ‑ Infiorescenza dall'asse semplice allungato, grosso e polposo portante fiori di solito unisessuali ‑ maschili e femminili ‑ ma anche ermafroditi ed avvolti e fasciati da una brattea chiamata spata.Spatolata ‑ Faglia oblunga, attenuata o ristretta alla base ed apice slargato arrotondato.Spatolato ‑ Stretto alla base ed apice semicircolare.Specie ‑ Complesso d'individui con caratteri comuni che lo fanno rassomigliare. Le modificazioni lievi originano le Varietà.Sperone ‑ Prolungamento a cornetto di alcuni petali del fiore.Spiciforme ‑ Infiorescenza con fiori portati da peduncoli di prim'ordine.Spiga ‑ Infiorescenza con graspo allungato e fiori sessili inseriti direttamente sull'asse principale. Composta se assi secondari portano spighe semplici.Spighetta ‑ Infiorescenza a spiga piccola accompagnata da brattee, glume e pagliette.Spina ‑ Prominenza acuta e dura dell'epidermide, modificazione di foglie o trasformazione di rami.Spinescente ‑ A forma di spina o che termina in spina.Spinuloso ‑ Coperto di piccole spine.Spora ‑ Cellula generatrice o corpo riproduttivo ovale o rotondo e piccolissima dei vegetali inferiori o Crittogame capace di dare un nuovo individuo od essere.Sporangio ‑ Organo o concettacolo rinchiudente le spore, della pagina inferiore di una fronda di Felce.

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Squamosa ‑ Infiorescenza con i fiori il cui perianzio è formato da brattee o squame.Squamoso ‑ Caule o fusto coperto dalla base persistente delle foglie caduche.Stame ‑ Organo maschile costituito da filamento ed antera, dentro la quale si produce il polline fecondatore.Stelo ‑ Fusto delle piante erbacee.Stilo ‑ Tubo tra l'ovario e lo stimma.Stimma ‑ Corpo ghiandolare che sormonta lo stilo e l'avario, terminale se all'apice, laterale se ai lati.Stipitato ‑ Portato da un piccolo sostegno.Stoma ‑ Apertura piccolissima della pagina fogliare atta alla traspirazione ed alla respirazione.Striato ‑ Caule o fusto che presenta solchi longitudinali.Strisciante ‑Fusto poco consistente, adagiato sul terreno e talvolta emettente radici avventizie.Strofiolo ‑Caruncola.Sub ‑ Prefisso che indica quasi o sotto, diminuendo il valore del termine che precede.Subulato ‑ Che finisce insensibilmente in punta sottilissima.Succo ‑ Liquido di riempimento dei vacuoli della massa protoplasmatica, costituito .per lo più di acqua metabolica che discioglie riserve nutritizie.Suffrutice ‑ Pianta perenne con fusto ramoso e rami vecchi legnosi alla base e rami giovani erbacei all'apice.Sughero ‑ Tessuto di cellule a parete suberizzata e quindi impermeabili ed elastiche.Sutura ‑ Saldatura dei margini delle foglie carpellari o valve dei frutti deiscenti.

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Talamo ‑ Ricettacolo.Tallo ‑ Corpo vegetativo uniforme omogeneo delle piante inferiori.Tepali ‑ Foglioline del perigonio.Ternato ‑ Disposto per tre.Ternatosetta ‑Foglia composta di 3 foglioline sullo stesso picciuolo.Tessuto ‑ Aggregato di cellule specializzate :ma anche di fibre evasi.Tetragono ‑ Quadrangolare od a 4 angoli.Tirso ‑ Pannocchia ovata ad a fuso e diritta, con rami mediani del graspo più lunghi dei superiori ed inferiori.Tomentoso ‑ Munito di peli cotonosi morbidi, lunghi, molli, folti e coricati.Toruloso ‑ Organo che presenta una serie di rigonfiamenti intervallati da restringimenti.Trachee ‑ Vasi cilindrici che all'interno contengono filamenti anulari, spirali, ecc.Traspirazione ‑ Esalazione di ragguardevoli quantità di vapore acqueo. Treto ‑ Frutto secco a forma di capsula e che si apre per fori.Tricorno ‑ Emergenza dell'epidermide costituita da cellule a :parete cutinizzata.Tricotomo ‑ Diviso in tre sezioni di cui ciascuna si suddivide in tre e così di seguito.Trifida ‑ Faglia divisa in tre lobi verso la metà della lamina.Trigono ‑ A tre spigoli.Tripennatasetta ‑ Foglia bipennatosetta a divisioni di secondo ordine pennatosette.Triquetro ‑ A tre angoli sporgenti.Troncato ‑ Mozzato all'apice od alla base.Tronco ‑ Fusto legnoso degli alberi.

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Tubercolare ‑ Che presenta tubercoli.Tubercolo ‑ Prominenza carnosa.Tubero ‑ Fusto sotterraneo corto ,più o meno glaboso, con foglie ridotte a piccole squame. Contiene materiale nutritizio per le gemme che porta.Tubuloso ‑ Caule vuoto all'interno.Tuniche ‑ Squame larghe e carnose che rivestono i bulbi ed i bulbo‑tuberi.Turbinato ‑ A forma di pera rovesciata.Turione ‑ Gemma sotterranea cilindrica e carnosa che spunta dalle radici con asse polposo che emette foglie.Tutore ‑ Sostegno delle piante.

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Unghia ‑ Punta stretta del sepalo 0 petalo con il quale questo si attacca al ricettacolo.Unguicolato ‑ Provvisto di unghia o parte ‑bassa e stretta del petalo.Unisessuale ‑ Fiore solo maschile o solo femminile.Urceolato ‑ Tubuloso sopra e rîgonfiato verso la base.

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Vacuoli ‑ Piccoli spazi della massa protoplasmatica ripieni di liquida detto succo cellulare.Valva ‑ Pezzi esterni delle pareti di una loggia divisione del pericarpo di certi frutti secchi che si aprono naturalmente per lasciare cadere i semi. Vasi ‑ Cellule cilindriche e sovrapposte in senso lineare a costituire tubuli.Vellutato ‑ Coperto di peli lunghi, fini, molli e ravvicinati.Venato ‑ Piccole manifeste nervature ramificate.Vernazzone ‑ Disposizione delle foglie nelle gemme.Verruca ‑ Piccola protuberanza.Verrucoso ‑ Irto di asperità o di tubercoli simili a piccole verruche.Versatile ‑ Antera inserita per un punto solo della sua superficie al filamento, perciò oscilla.Verticillo ‑ Serie di foglie, fiori, rami e radici inseriti ad uno stesso livello del medesimo asse.Vescìcola embrionale ‑ Corpuscolo sferoidale od ovoidale del sacco embrionale.Villoso ‑ Coperto di peluria morbida, fine e lunga.Vimine ‑ Ramo cilindrico, esile, diritto, lungo e molto pieghevole.Virgato ‑ Ramo lungo e sottile simile al manico di un frustino.Viroso ‑ Fetido e puzzolente.Viticcio ‑ Filamento lungo e sottile che si contorce a spirale attorno a corpi estranei e sostegni per appoggiarsi e sospendersi. È la modificazione di rami o di foglie.Vivace ‑ Pianta con parte ipogea perenne ed aerea, erbacea.Volubile ‑ Fusto al più lungo od organo debole, capace di attorcigliarsi a spirale attorno ad un sostegno.

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Xerofite ‑ Piante dei luoghi aridi.Xilema ‑ Fascio fibrovascolare formato da fibre legnose e cellule legnose e da vasi anulari e spiralati, della parte interna del fusto.

Zigomorfo ‑ A simmetria bilaterale.Zigrinata ‑ Superficie ruvida per granulazioni o scagliette, del tipo dello zigrino.

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