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Proletari di tutti i paesi, unitevi! per la ricostruzione del partito comunista Il ca pitalismo è alla bancar otta continua a pag. 2 Supplemento a Teoria & Prassi rivista m-l ottobre 2007 1 euro Scintilla Scintilla Poste italiane S.p.A. - Spedizione in a.p. - 70% - D.C.B. - Sicilia 2003 8 Scintilla ottobre 2007 Internazionale C ome faremo a sopportarlo per cinque anni? Vi sono poi i suoi ministri, i suoi portavoce e i suoi consiglieri (ma quanti sono!) che ripetono venti- quattr’ore su ventiquattro: «Nikolas Sarkozy ha detto». Questa iperpersonalizzazione della politica, questo ruolo quasi messianico che egli intende svol- gere, la sua volontà di «mettere insieme tutti i francesi» corrom- pendo a tutta forza alcuni dirigen- ti che pretendevano di combatter- lo e che «vanno alla greppia» per- ché l’hanno già assaporata e temo- no di esserne esclusi per un certo tempo, mirano a riempire tutto lo spazio politico e mediatico. I due spazi si confondono, a immagine dell’interpenetrazione di interessi fra l’Eliseo e i padroni dei mono- poli che fabbricano l’opinione pubblica. Guai a coloro che appartenevano al suo «campo» e hanno tardato a fare atto di vassallaggio! L’affare Clearstream serve oggi a schiac- ciarli e ad emarginarli. Certo, non saremo noi a lamentarcene,, ma questa volontà di fare tabula rasa di tutto ciò che gli può attraversa- re la strada ci ricorda che, prima di diventare presidente, Sarkozy si aggrappò fino all’ultimo istante al suo posto di ministro dell’Interno, «per proteggersi dai suoi amici». La confusione fra il suo ruolo di capo di partito, che non vuole cedere a nessuno (ed è per questo che ha imposto una direzione bicefala, Devedjin-Raffarin, alla testa dell’UMP) e il suo ruolo di ministro dell’Interno, gli aveva permesso di imporsi a tutta la destra. L’OPA che è riuscito a lan- ciare sull’elettorato di Le Pen, a prezzo del rilancio e dell’attuazio- ne dei punti essenziali del pro- gramma lepenista sull’immigra- zione e sulla mancanza di sicurez- za, gli garantisce praticamente l’appoggio di tutte le correnti di destra. Ma bisogna andare al di là della personalizzazione della politica per individuare quali sono gli inte- ressi da lui difesi, a profitto di chi e a danno di chi. I beneficiari sono le grandi famiglie, i grandi patri- moni che fanno appello ai fondi di investimento, e ne creano essi stessi, al fine di ristrutturare l’in- sieme del capitalismo francese e di arricchirsi ogni giorno di più. Il neoliberismo d’assalto di Sarkozy offre loro dei miliardi sotto forma di sgravi fiscali, apre ad essi le porte delle imprese nelle quali lo Stato conserva ancora degli inte- ressi, e vuol provvederli di con- tratti di lavoro individualizzati, flessibili, di contratti «usa e getta», etichettati col nome di «flessisicurezza». Nulla dunque può fare ostacolo a questo rullo compressore? È pro- prio quello che vogliono martel- larci in testa e imporci come veri- tà assoluta. In realtà, la strategia di Sarkozy che consiste nel metter mano immediatamente, su tutti i fronti, contemporaneamente, a delle riforme di regresso sociale, crea delle resistenze che hanno già cominciato a manifestarsi. Noi non le confondiamo con l’«oppo- sizione costruttiva» di un Partito Socialista che confluisce, insieme a lui, nel «campo del sì» alla Costituzione europea «alleggeri- ta». Le resistenze di cui parliamo sono quelle che si sono manifesta- te prima, durante e dopo la lunga sequenza delle elezioni. La com- battività del movimento popolare contro le leggi Hortefeux-Sarkozy che attaccano gli immigrati e i sans-papiers, la rapida risposta degli studenti, molti dei quali sono ex militanti del movimento contro il CPE, gli scioperi operai sulle questioni dei salari, degli straordi- nari imposti dall’azienda, come a Kronenbourg il mese scorso, la collera degli avvocati contro la «carta giudiziaria», ne sono alcu- ne espressioni. Esortiamo i nostri lettori a riesa- minare tutto il periodo appena tra- scorso alla luce delle riflessioni che abbiamo aperto pubblicando «Il neoliberismo, dal suo rifiuto alla costruzione di un’alternati- va». È un modo di mettersi alla giusta distanza per misurare il cammino percorso e fare i bilanci necessari. (Da «La Forge», n. 476, organo centrale del Partito Comunista degli Operai di Francia). I l Comitato Centrale del Partito Comunista della Germania (KPD) durante la sua ultima riunione ha discusso in profondità la questione dell’unità dei marxi- sti-leninisti in un in solo partito in Germania. Tutti possono vedere che le forze marxiste-leniniste in Germania non solamente sono deboli ma anche considerevolmente disunite e divise in una varietà di organiz- zazioni differenti. Ma in Germania noi abbiamo bisogno di un forte partito comunista, profondamente radicato nella classe operaia. Tale partito oggi non esiste ancora in Germania. La sua creazione è una necessità urgente. Per creare e costruire un tale parti- to è necessario compiere ogni sforzo per superare la disunità e la divisione delle forze marxiste- leniniste in Germania. Noi ritenia- mo che al di fuori del nostro parti- to KPD non ci siano solo individui ma anche organizzazioni che lavo- rano su una base marxista-lenini- sta. Siamo consapevoli che il fraziona- mento delle forze marxiste-lenini- ste in Germania ha una causa nelle scissioni del KPD. Nella misura in cui abbiamo responsabilità in ciò, noi analizzeremo il nostro lavoro e faremo onestamente ed aperta- mente un’autocritica per i nostri errori. Ci aspettiamo che altri fac- ciano lo stesso. L’unità dei marxisti-leninisti può essere creata soltanto per mezzo di azioni comuni, di una pratica comune ed una discussione solida- le sul nostro programma comune. Il lavoro comune delle forze mar- xiste-leniniste nell’ “Alleanza Antifascista ed Antimperialista” è un primo passo in questa direzio- ne. Sappiamo che la realizzazione del- l’unità delle forze marxiste-lenini- ste in un solo partito non sarà faci- le. Perciò in questo processo è necessario avere solidarietà, pazienza, accuratezza ed alto senso di responsabilità. Nondimeno crediamo che i tempi siano maturi per fare i primi passi pratici per la realizzazione dell’u- nità dei marxisti-leninisti in Germania. Il C.C. del KPD (Partito Comunista di Germania) è urgente la mobilitazione rivoluzionaria del proletariato I tonfi a ripetizione delle borse mondiali innescati dalla crisi dei mutui ad alto rischio dimostrano una volta di più che il capitale finan- ziario cozza periodicamente contro i suoi stessi limiti. A nulla sono servite le immissioni sul mercato di centinaia di miliardi di dollari, bruciati per evi- tare il panico e salvare i gioielli di famiglia. Le bronzee leggi dell’eco- nomia si sono prese una rivincita sul- l’economia senza leggi. Seppure il grande crollo appare rin- viato, le conseguenze immediate sono pronosticabili: contrazione nel credi- to e caduta della produzione indu- striale, già iniziata negli USA (una superpotenza rapidamente declinante ed altamente vulnerabile) ed in altri paesi imperialisti, come l’Italia. Ciò si tradurrà in nuove dichiarazioni di guerra al proletariato ed alle masse lavoratrici: licenziamenti a raffica, assalti al salario ed ai diritti, tagli alle pensioni, smantellamento della sanità e dell’istruzione pubblica, aumento dei prezzi, rovina dei piccoli proprietari, incremento della miseria ad un polo della società e dell’opu- lenza dall’altro. Contemporaneamente si inaspriran- no gli squilibri all’interno del sistema capitalistico ed il conflitto di interes- si fra briganti per decidere come ripartire le perdite. Vale a dire: ulte- riore spinta all’economia bellica ed alle sanguinose aggressioni militari contro i popoli. L’unità dei marxisti-leninisti è necessaria! Contro l’offensiva neoliberista e le manovre reazionarie della borghesia

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le. Perciò in questo processo è rano su una base marxista-lenini- ma anche organizzazioni che lavo- un primo passo in questa direzio- comune ed una discussione solida- Il lavoro comune delle forze mar- cammino percorso e fare i bilanci contro le leggi Hortefeux-Sarkozy Ma bisogna andare al di là della il CPE, gli scioperi operai sulle tempo, mirano a riempire tutto lo battività del movimento popolare ex militanti del movimento contro te prima, durante e dopo la lunga Scintilla 8 pubblica.

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Proletari di tutti i paesi, unitevi!

per la ricostruzione del partito comunista

Il capitalismo

è alla

bancarotta

La classe

operaia deve

avanzare

la sua

alternativa di

continua a pag. 2

Supplemento a

Teoria & Prassi

rivista m-l

ottobre2007

1 euro

Scintilla ScintillaPoste italiane S.p.A. - Spedizione in a.p. - 70% - D.C.B. - Sicilia 2003

8Scintilla

ottobre 2007Internazionale

Come faremo a sopportarloper cinque anni? Vi sonopoi i suoi ministri, i suoi

portavoce e i suoi consiglieri (maquanti sono!) che ripetono venti-quattr’ore su ventiquattro:«Nikolas Sarkozy ha detto».Questa iperpersonalizzazionedella politica, questo ruolo quasimessianico che egli intende svol-gere, la sua volontà di «mettereinsieme tutti i francesi» corrom-pendo a tutta forza alcuni dirigen-ti che pretendevano di combatter-lo e che «vanno alla greppia» per-ché l’hanno già assaporata e temo-no di esserne esclusi per un certotempo, mirano a riempire tutto lospazio politico e mediatico. I duespazi si confondono, a immaginedell’interpenetrazione di interessifra l’Eliseo e i padroni dei mono-poli che fabbricano l’opinionepubblica.Guai a coloro che appartenevanoal suo «campo» e hanno tardato afare atto di vassallaggio! L’affareClearstream serve oggi a schiac-ciarli e ad emarginarli. Certo, nonsaremo noi a lamentarcene,, maquesta volontà di fare tabula rasadi tutto ciò che gli può attraversa-re la strada ci ricorda che, prima didiventare presidente, Sarkozy siaggrappò fino all’ultimo istante alsuo posto di ministro dell’Interno,«per proteggersi dai suoi amici».La confusione fra il suo ruolo dicapo di partito, che non vuolecedere a nessuno (ed è per questo

che ha imposto una direzionebicefala, Devedjin-Raffarin, allatesta dell’UMP) e il suo ruolo diministro dell’Interno, gli avevapermesso di imporsi a tutta ladestra. L’OPAche è riuscito a lan-ciare sull’elettorato di Le Pen, aprezzo del rilancio e dell’attuazio-ne dei punti essenziali del pro-gramma lepenista sull’immigra-zione e sulla mancanza di sicurez-za, gli garantisce praticamentel’appoggio di tutte le correnti didestra.Ma bisogna andare al di là dellapersonalizzazione della politicaper individuare quali sono gli inte-ressi da lui difesi, a profitto di chie a danno di chi. I beneficiari sonole grandi famiglie, i grandi patri-moni che fanno appello ai fondi diinvestimento, e ne creano essi

stessi, al fine di ristrutturare l’in-sieme del capitalismo francese edi arricchirsi ogni giorno di più. Ilneoliberismo d’assalto di Sarkozyoffre loro dei miliardi sotto formadi sgravi fiscali, apre ad essi leporte delle imprese nelle quali loStato conserva ancora degli inte-ressi, e vuol provvederli di con-tratti di lavoro individualizzati,flessibili, di contratti «usa egetta», etichettati col nome di«flessisicurezza».Nulla dunque può fare ostacolo aquesto rullo compressore? È pro-prio quello che vogliono martel-larci in testa e imporci come veri-tà assoluta. In realtà, la strategia diSarkozy che consiste nel mettermano immediatamente, su tutti ifronti, contemporaneamente, adelle riforme di regresso sociale,

crea delle resistenze che hanno giàcominciato a manifestarsi. Noinon le confondiamo con l’«oppo-sizione costruttiva» di un PartitoSocialista che confluisce, insiemea lui, nel «campo del sì» allaCostituzione europea «alleggeri-ta». Le resistenze di cui parliamosono quelle che si sono manifesta-te prima, durante e dopo la lungasequenza delle elezioni. La com-battività del movimento popolarecontro le leggi Hortefeux-Sarkozyche attaccano gli immigrati e isans-papiers, la rapida rispostadegli studenti, molti dei quali sonoex militanti del movimento controil CPE, gli scioperi operai sullequestioni dei salari, degli straordi-nari imposti dall’azienda, come aKronenbourg il mese scorso, lacollera degli avvocati contro la«carta giudiziaria», ne sono alcu-ne espressioni. Esortiamo i nostri lettori a riesa-minare tutto il periodo appena tra-scorso alla luce delle riflessioniche abbiamo aperto pubblicando«Il neoliberismo, dal suo rifiutoalla costruzione di un’alternati-va». È un modo di mettersi allagiusta distanza per misurare ilcammino percorso e fare i bilancinecessari.

(Da «La Forge», n. 476, organocentrale del Partito Comunistadegli Operai di Francia).

Gli attacchi in tutte le direzioni

suscitano delle resistenze

Il Comitato Centrale del PartitoComunista della Germania(KPD) durante la sua ultima

riunione ha discusso in profonditàla questione dell’unità dei marxi-sti-leninisti in un in solo partito inGermania. Tutti possono vedere che le forzemarxiste-leniniste in Germanianon solamente sono deboli maanche considerevolmente disunitee divise in una varietà di organiz-zazioni differenti. Ma in Germanianoi abbiamo bisogno di un fortepartito comunista, profondamenteradicato nella classe operaia. Talepartito oggi non esiste ancora in

Germania. La sua creazione è unanecessità urgente. Per creare e costruire un tale parti-to è necessario compiere ognisforzo per superare la disunità e ladivisione delle forze marxiste-leniniste in Germania. Noi ritenia-mo che al di fuori del nostro parti-to KPD non ci siano solo individuima anche organizzazioni che lavo-rano su una base marxista-lenini-sta. Siamo consapevoli che il fraziona-mento delle forze marxiste-lenini-ste in Germania ha una causa nelle

scissioni del KPD. Nella misura incui abbiamo responsabilità in ciò,noi analizzeremo il nostro lavoro efaremo onestamente ed aperta-mente un’autocritica per i nostrierrori. Ci aspettiamo che altri fac-ciano lo stesso. L’unità dei marxisti-leninisti puòessere creata soltanto per mezzo diazioni comuni, di una praticacomune ed una discussione solida-le sul nostro programma comune.Il lavoro comune delle forze mar-xiste-leniniste nell’“AlleanzaAntifascista ed Antimperialista” è

un primo passo in questa direzio-ne. Sappiamo che la realizzazione del-l’unità delle forze marxiste-lenini-ste in un solo partito non sarà faci-le. Perciò in questo processo ènecessario avere solidarietà,pazienza, accuratezza ed altosenso di responsabilità. Nondimeno crediamo che i tempisiano maturi per fare i primi passipratici per la realizzazione dell’u-nità dei marxisti-leninisti inGermania.

Il C.C. del KPD (Partito

Comunista di Germania)

è urgente la mobilitazionerivoluzionaria

del proletariato

Itonfi a ripetizione delle borsemondiali innescati dalla crisi deimutui ad alto rischio dimostrano

una volta di più che il capitale finan-ziario cozza periodicamente contro isuoi stessi limiti. Anulla sono servitele immissioni sul mercato di centinaiadi miliardi di dollari, bruciati per evi-tare il panico e salvare i gioielli difamiglia. Le bronzee leggi dell’eco-nomia si sono prese una rivincita sul-l’economia senza leggi.Seppure il grande crollo appare rin-viato, le conseguenze immediate sonopronosticabili: contrazione nel credi-to e caduta della produzione indu-striale, già iniziata negli USA(unasuperpotenza rapidamente declinanteed altamente vulnerabile) ed in altripaesi imperialisti, come l’Italia. Ciòsi tradurrà in nuove dichiarazioni diguerra al proletariato ed alle masselavoratrici: licenziamenti a raffica,assalti al salario ed ai diritti, taglialle pensioni, smantellamento dellasanità e dell’istruzione pubblica,aumento dei prezzi, rovina dei piccoliproprietari, incremento della miseriaad un polo della società e dell’opu-lenza dall’altro. Contemporaneamente si inaspriran-no gli squilibri all’interno del sistemacapitalistico ed il conflitto di interes-si fra briganti per decidere comeripartire le perdite. Vale a dire: ulte-riore spinta all’economia bellica edalle sanguinose aggressioni militaricontro i popoli.

L’unità dei marxisti-leninisti

è necessaria!

Contro

l’offensivaneoliberista

elemanovrereazionarie

dellaborghesia

Per comprendere i possibili svi-luppi di una crisi che ha scossoil casinò globale, dobbiamotener conto che con la “globaliz-zazione” l’effetto domino è piùdifficile da contenere, data l’in-terdipendenza dei mercati finan-ziari. Dunque l’intero sistema èpiù instabile ed esposto. Le illusioni piccolo-borghesisulle “regole contro la specula-zione” – regole smantellate innome della liberalizzazione deimovimenti di capitale dagli stes-si governi che ora le invocano -si infrangono contro l’azione deivandali dell’alta finanza, espres-sione dei gruppi capitalisticidominanti. Costoro guardanosolo ai profitti più elevati nelminor tempo possibile, mentre leagenzie di rating chiudono tuttee due gli occhi sull’usura deimonopoli, impegnate come sonoa sparare ad alzo zero su pensio-ni e spese sociali. Va inoltre ricordato che le attivi-tà speculative sulla fiumanasovrabbondante e vagante dicapitale monetario sono unrimedio per supplire all’insuffi-ciente capacità di valorizzazionedel capitale nella sfera dellaproduzione. Non si tratta di“irregolarità e degenerazionidel mercato”, ma del suo ordi-nario funzionamento in epocaimperialista. Quella che si sta manifestando èla punta dell’iceberg. Il capitaleincontra sempre più limiti allasua remunerazione e le crisicicliche che si susseguono comemanifestazioni delle sue insupe-rabili contraddizioni sono solo ilpreludio di altre e ben più vio-lente svalorizzazioni. Altro che “atterraggio morbi-do”! La verità è che la crisigenerale del capitalismo si acui-sce sotto ogni aspetto: economi-co, sociale, ambientale, cultura-le, militare, morale; è che ilcapitalismo e le sue istituzionistanno con un piede nella fossa esono degni di essere seppelliti,sebbene la classe dominante nedecanti l’immortalità.La crisi chiaramente si staaggravando anche sul pianopolitico. Guardiamo a quelloche succede sullo squallido tea-trino italiano. La classe politicain piena crisi di legittimità sirivela agli occhi delle massecome un’aristocrazia di parassi-ti distanti anni luce dai problemi

reali. Il regime parlamentare èin dissoluzione. Il consensoverso i partiti borghesi calavistosamente. In questo contesto l’Italia si diri-ge inevitabilmente verso unclima di effervescenza politica.Di ciò sono artefici le contraddi-zioni del capitalismo e, sul pianosoggettivo, la crescente opposi-zione delle masse lavoratrici,estenuate per il carico di sfrutta-mento e di oppressione cui sonosottomesse giornalmente.Mentre sosteniamo le lotte incorso per rigettare sulle spalledei padroni e dei ricchi le conse-guenze della crisi, apportandovila coscienza di classe, è necessa-rio dare impulso alla separazio-ne più netta e risoluta degli ope-rai avanzati e combattivi dallapiccola borghesia, dall’aristo-crazia operaia e dalle loro rap-presentanze politiche.Dobbiamo approfittare dellacrisi profonda della socialdemo-crazia (Rifondazione, PdCI, cor-renti di sinistra dei DS) per favo-rire il distacco degli elementi disinistra, ben sapendo che se nonavanzerà l’alternativa rivoluzio-naria, se non si rafforzerà ilmovimento comunista – ed alsuo interno la componente mar-xista-leninista - si verificheràun’ascesa delle forze reaziona-rie e fasciste. Ciò dal momentoche i circoli più aggressivi delcapitale finanziario voglionomantenere il loro dominio ed iloro privilegi sbarazzandosi delparlamentarismo e della demo-crazia borghese.Quello che deve essere chiaro èche l’imperialismo non si puòriformare. Il tunnel egli orroridel capitalismo ha una sola viadi uscita, che si chiama sociali-smo, ed una sola forza sociale ingrado di spingere fino in fondoin quella direzione trascinandotutti gli oppressi: la classe ope-raia. La lotta deve quindi essere unalotta rivoluzionaria che si pongacome scopo l’abolizione dellaproprietà privata dei mezzi diproduzione e di scambio, perfarla finita con lo sfruttamentodell’uomo sull’uomo e sull’am-biente. E le armi devono esserequelle di sempre: la teoria rivo-luzionaria, una valida direzionepolitica, la solidarietà di classe,l’unità degli sfruttati e deglioppressi.

Scintilla

ottobre 20072

Quali soluzioni per

la “crisi della politica”?

Politica interna

Il capitalismo è alla bancarotta

continua da pag. 1

7Scintilla

ottobre 2007Lotta per il partito

Novanta anni fa la Rivoluzione Socialista d’Ottobre aprì unanuova pagina nella storia del genere umano. Da quei giorni che“sconvolsero il mondo” e spezzarono il fronte mondiale del-

l’imperialismo, nulla è rimasto come prima.L’importanza dell’Ottobre, il suo carattere internazionale, sta nel fattoche esso ha segnato per la prima volta il passaggio dal vecchio mondocapitalista al nuovo mondo socialista, in cui è abolito lo sfruttamentodell’uomo sull’uomo. L’Ottobre ha dimostrato che è possibile e necessario abbattere la bor-ghesia imperialista, che il proletariato può prendere il potere e governa-re con successo senza e contro la borghesia, può edificare il socialismo,nonostante l’accerchiamento capitalistico.L’Ottobre ha aperto una nuova epoca: l’epoca della rivoluzione prole-taria nei paesi capitalisti ed imperialisti, delle rivoluzioni nazionali ecoloniali che si compiono sotto la direzione del proletariato e sotto lebandiere dell’internazionalismo nei paesi dipendenti. Le vicende del secolo scorso hanno dimostrato, contro tutte le menzo-gne del revisionismo e dell’opportunismo, il significato storico-mon-diale della Rivoluzione Socialista d’Ottobre. Quell’evento ha segnato e continua a segnare una svolta epocale neimezzi di lotta e nelle forme di organizzazione, nella mentalità, nellacultura, nei costumi, nelle tradizioni delle classi sfruttate ed oppresse ditutto il mondo.Grazie all’Ottobre sovietico si è realizzato - nella lotta per la liberazio-ne della classe operaia e dei popoli dallo sfruttamento e dall’oppressio-ne imperialista - un salto decisivo, che oggi mantiene tutto il suo valo-re.

Perquesto noi comunisti che riconosciamo:

lla lotta di classe quale motore della storia;lla rivoluzione proletaria quale forma necessaria per sopprimere i vec-chi rapporti di produzione capitalisti ed aprire la strada alla nuovasocietà socialista;lla classe operaia quale forza dirigente della rivoluzione socialista;lla giustezza delle parole di F. Engels, secondo cui la violenza rivolu-zionaria delle masse “è lo strumento con cui si compie il movimentodella società e che infrange forme politiche irrigidite e morte”; lche il proletariato nel corso della sua rivoluzione deve abbattere ildominio della borghesia, privarla del suo potere politico ed economico,spezzare la sua macchina statale e creare lo stato proletario basato suiConsigli operai e popolari; lche per realizzare i compiti della rivoluzione, costruire il socialismoe dirigersi verso il comunismo, la società senza classi, è necessaria ladittatura del proletariato, cioè il potere della classe più rivoluzionariafra tutte le classi;lche è impossibile farla finita col capitalismo senza farla finita con ilriformismo, la socialdemocrazia ed il revisionismo;l la necessità del Partito comunista, strumento indispensabile per guida-re le masse nella lotta per il potere e vincere;lla necessità della lotta contro il proprio imperialismo come primodovere di ogni internazionalista;

noi che siamo convinti che il mondo attuale è gravido di rivoluzio-

ne, che l’unica via di uscita dalla barbarie imperialista è la rivolu-

zione socialista, che il XXI secolo sarà il secolo delle rivoluzioni pro-

letarie e popolari, che la rivoluzione proletaria è un problema posto

e da risolvere anche nel nostro paese,

vogliamo ricordare in modo combattivo ed unitario il 90° anniver-

sario della rivoluzione socialista d’ottobre, rilanciandone le ragioni

e mettendone in risalto tutta l’attualità.

Il 90° anniversario dell’Ottobre giunge in un periodo di sfrenata offen-siva anticomunista, di denigrazione del patrimonio storico del movi-mento comunista ed operaio, di demonizzazione della rivoluzione e delsocialismo, di riscrittura della storia.Le ragioni di fondo di questa campagna stanno nell’acutizzazione dellacrisi generale del capitalismo, nell’impossibilità della classe dominantedi dare una risposta alle esigenze materiali e culturali delle ampiemasse, nel tentativo di disarmare ideologicamente e politicamente laclasse operaia e le masse popolari, nel timore che le loro energie in viadi risveglio si rivolgano di nuovo verso il socialismo proletario.E’dunque necessario caratterizzare in modo particolare questo anniver-sario, attualizzandolo e legandolo alla situazione concreta, al fine di:

ldare una risposta all’offensiva anticomunista della borghesia, che èalla base di ogni movimento reazionario e fascista; ldenunciare la legislazione autoritaria volta ad ostacolare e proibirel’attività di partiti ed organizzazioni che si proclamano comuniste, lacriminalizzazione e la repressione politica dei comunisti, dei rivoluzio-nari, degli antifascisti, col pretesto delle misure “antiterrorismo”; ldifendere le agibilità politiche ed il diritto all’esistenza ed all’attivitàlegale dei comunisti; lresistere attivamente alla liquidazione delle conquiste e delle libertàpolitiche, economiche, sociali e di benessere conquistate dalla classeoperaia e dalle masse popolari nella loro lotta per l’emancipazione;llottare contro la guerra imperialista e le aggressioni ai popoli, schie-randoci a fianco della loro resistenza; llottare contro il governo borghese in carica e contro tutti i provvedi-menti antioperai ed antipopolari che vengono presi; llottare contro la frantumazione e l’antipartitismo borghese e piccolo-borghese, dando impulso al processo dell’unità dei comunisti.

Per questo intendiamo promuovere una serie di attività che compren-dono:

la realizzazione di un manifesto di propaganda;

la promozione di attività culturali, concerti, cineforum;

una serie di incontri e dibattiti a livello locale;

che si concluderanno conun’assemblea-dibattito sul tema “Un

altro mondo è possibile e necessario: il socialismo!” che si svolgerà

a Roma, sabato 10 novembre 2007, h. 16.30, presso il “Villaggio

Globale” (Via Monte Testaccio, 1); alle h. 21.30, spettacolo teatra-

le e concerto.

Su tali basi invitiamo tutti i comunisti, gli operai avanzati, i giovanirivoluzionari, gli antimperialisti, gli antifascisti, i sinceri progressisti edemocratici ad aderire a questo appello ed a unirsi alla nostra attività,per costruire insieme le varie iniziative in vista del 90° anniversariodella Rivoluzione Socialista d’Ottobre.Settembre 2007

Promotori: Circolo Lenin (CT), Iniziativa Comunista, Partito dei Carc, ProletariComunisti, Teoria & Prassi

Prime adesioni: Sindacato Lavoratori in Lotta, La Linea RossaGenova/per il Partito, Associazione Solidarietà Proletaria, BollettinoOperai Auto-organizzati Mira-Marghera, Edizioni Lavoro Liberato,compagni per il Soccorso Rosso proletario Venezia-Veneto, CpoExperia, Cpa FI Sud, nuova unità, Marco Sacchi, Adriana Chiaia, MircoPanizzi, Paolo Dorigo, Massimiliano Scandurra, Patrizia Cassinera

“La rivoluzione è la festa degli oppressi e degli sfruttati”

L’agenda politica ci proponetre possibili “soluzioni” peruscire dal tunnel maleodo-

rante della “crisi della politica”: ilreferendum elettorale, la nascitadel Partito Democratico e la nebu-losa “cosa rossa”. Tre fattori checontribuiranno, secondo gli espo-nenti ed i variegati sostenitoridella borghesia a sconfiggere ilmalcostume politico, stabilizzareil sistema politico-istituzionale ed,ovviamente, agganciare la ripresaeconomica che non c’è.Al di là delle frasi “ecumeniche” edi circostanza, quali saranno leconseguenze per gli operai e lemasse popolari?Il referendum elettorale per “stabi-lizzare il sistema politico-istituzio-nale” è senza dubbio un espedien-te per garantire il mantenimentoed il potenziamento del sistema disfruttamento capitalista; la “cosarossa” (semmai partirà) sarà, adetta dei suoi capi, una forza poli-tica che intende allearsi con il par-tito democratico e rafforzare cosìda “sinistra” l’attuale compaginedi governo (quella che ha tagliatoulteriormente le pensioni e si èrimangiate tutte le promesse elet-torali). Quanto al PartitoDemocratico basta leggere ildiscorso di investitura di Veltroni:ne è stato fiero il Presidente diConfindustria!Dunque, nessuna di queste presun-te “novità” risolveranno i veri pro-blemi degli operai e delle massepopolari. Al contrario serviranno astabilizzare il sistema di sfrutta-mento ed a dare risposte ai maisopiti appetiti imperialisti. Siamoalle solite. Le misure per combat-tere la “crisi della politica” si tra-mutano sistematicamente in unrafforzato dominio sulla classeoperaia, il cui animo viene avvele-nato con la demagogia e le falsesoluzioni che la borghesia escogitaper evitare di essere travolta daun’altra Tangentopoli, ben più dif-ficile da governare vista la perditadi consenso della classe dominan-te. In realtà non ci troviamo di frontesolo alla “crisi della politica”, maalla ben più vasta crisi del capitali-smo, ad un esercito di sfruttatori esanguisughe che, incapace di risol-vere le contraddizioni ed i proble-mi da essi stessi creati, cercanocon questi mezzucci di mantenersia galla, continuando ad ingozzarsicome e più di prima.

Perché mai questa aristocrazia diciarlatani dovrebbe mettere arepentaglio le proprie rendite diposizione? Abene vedere il mes-saggio che ci viene lanciato, sem-pre uguale fin dagli albori delcapitalismo: cari operai, la politicaè sporca, non occupatevene lascia-tela fare a noi.La “ricetta” giusta per risolvere glienormi problemi del proletariato edelle masse popolari, per ottenereun vero cambiamento, è antiteticaa quella che ci ammannisconocerti “amici del popolo”.La classe operaia non deve “schi-fare” la politica, nè continuare aesserne dipendente, o peggioancora accettare quella della bor-ghesia. Al contrario, deve ricon-quistare la propria indipendenzapolitica, ideologica ed organizzati-va, deve ricostruire il proprio par-tito politico comunista, strumentoessenziale per abolire il sistema disfruttamento ed edificare unasocietà pulita e giusta, oggi piùche mai necessaria: la societàsocialista!

Scintilla Scintilla

Supplemento al n. 17 della

rivista “Teoria & Prassi”

Reg. Trib. CTn.14/2003;

Finito di stampare il 22-9-2007,

presso la tipografia Essedi di S.

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3Scintilla

ottobre 2007Politica interna

Con i recenti provvedimentigovernativi (Tfr, pensioni,liberalizzazioni, ecc.) si è

rafforzato il dominio del grandecapitale, delle banche, dellaConfindustria, del Vaticano, sul-l’intera società.Questo è il frutto della politicaneoliberista e guerrafondaia, fattapropria dal governo Berlusconie proseguita da quello Prodi.Contemporaneamente si sonomoltiplicate le spinte volte acorazzare il Parlamento ed adotare la borghesia di un siste-ma decisionale più autoritario erapido, svincolato dalle pressio-ni di altre classi e strati sociali,per cercare di rilanciare l’impe-rialismo italiano e far pagare alproletariato ed alle masse popo-lari il prezzo della crisi struttu-rale del capitalismo.In questo scenario il governoProdi-D’Alema sta facendodella sua debolezza un elementodi forza e di ricatto verso ilmovimento sindacale ed ope-raio, agitando lo spauracchio delritorno di Berlusconi. Sappiamobene che questo è un ricatto edun trucco perché Berlusconi nonè più un’alternativa valida per le“grandi famiglie” capitalistiche.Tanto più che le politiche neolibe-riste vanno avanti a spron battutoed i partiti berlusconizzati del cen-trosinistra si sottomettono semprepiù alla linea populista ed autori-taria delle destre.Eppure c’è ancora chi vorrebbe“spostare a sinistra” l’asse delgoverno Prodi-D’Alema! Magariper fargli rispettare promesse elet-torali morte e seppellite, stenden-do un velo pietoso su tutte le schi-fezze che questo governo ha giàfatto. In realtà, il governo Prodi-D’Alema non potrà mai dare nullaagli sfruttati perché è un governoborghese, espressione dei mono-poli capitalistici. Non potrà anda-re a sinistra perché fa gli affaridella borghesia imperialista, deipossidenti e dei ricchi liberalbenrappresentati dal PartitoDemocratico dell’amerikanoVeltroni, votato alla centralità delprofitto ed al centrismo politico. Questo ormai è compreso da ampisettori delle masse che sonoampiamente disilluse. Tanti diquelli che hanno votato il centro-

sinistra hanno perso qualsiasifiducia nei confronti dei socialde-mocratici e dei riformisti. Sono inmolti a capire che restando alcarro dei Bertinotti, dei Diliberto,dei Mussi, dei Fassino, degliEpifani, alle sconfitte seguirannoaltre sconfitte, che continuando suquesta strada si avvantaggeranno i

peggiori reazionari. Nel campo del movimento comu-nista ed operaio, nel campo dellemasse popolari bisogna saper trar-re tutte le lezioni dalle esperienzecompiute e dall’avvio della nuovafase politica determinata dallanascita del P.D. Solo così potremoaffrontare e risolvere i problemiche abbiamo di fronte, per primoquello della direzione delle lotteche continuano a svilupparsi comeconseguenza cella crisi capitalisti-ca. Si continuerà ad arretrare o sicambierà rotta e si avanzerà sullabase della difesa intransigentedegli interessi della classe, per unfuturo socialista? Questo è il nododa sciogliere e dunque la scelta fracomunismo e tutte le altre corren-ti revisioniste, riformiste, liberalisi farà sempre più chiara.La soluzione non si trova nel cer-care di modificare in qualchepunto l’accordo sul Welfare, tantomeno nel chiedere “il rispetto delprogramma”. Muoversi in questalogica (che è la logica dell’accet-tazione del neoliberismo in formepiù o meno dogmatiche) significa

restare subalterni alla borghesia,significa continuare ad illudere iproletari gestendo la protestaentro confini concordati con l’av-versario di classe, significa dareuna mano a realizzare i propositiantioperai del governo. Ciòsarebbe un gravissimo errore.L’obiettivo non può e non deve

essere quello di rafforzare la col-laborazione di classe, come vor-rebbero Rifondazione e PdCI chesi preparano a nuovi cedimenti. Alcontrario il nostro compito è quel-lo di spingere gli operai a non cre-dere più alle promesse dei politi-canti borghesi di centrodestra ecentrosinistra, quello di insegnarlia contare sulle proprie forze, sullapropria organizzazione, sulla pro-pria unità, per dar vita ad un’azio-ne politica indipendente, ad unpartito politico indipendente delproletariato. Ed allora gli interessi da rimettereal centro sono gli intessi dellemasse sfruttate ed oppresse, nonquelli delle segreterie di asfitticipartiti borghesi. Ciò che va rifiuta-to è l’infernale meccanismo del“libero mercato” e della “competi-tività” capitalista in tutte le versio-ni, compresa quella social-liberi-sta. Chi deve tornare ad essereprotagonista è la classe operaia, isuoi strati più profondi, i giovaniproletari, non i loro affossatori! Una cosa è certa: la mobilitazionedelle masse sfruttate, oppresse,malcontente è la chiave per spez-

zare i piani borghesi ed impedireal governo Prodi di continuare ilsuo assalto antioperaio in combut-ta con Montezemolo. Perciò mobilitiamoci ed organiz-ziamoci nelle fabbriche, negli altriposti di lavoro, nelle scuole, neiquartieri, nei paesi nel modo piùampio ed unitario, senza distinzio-

ni di sigla sindacale, su unachiara piattaforma di classe,favorendo le iniziative incomune e la convergenza dellelotte e per dire: no all’ennesi-ma controriforma delle pen-sioni, contro l’aumento dell’e-tà pensionabile, contro ilribasso dei salari, contro laprecarietà, contro gli omicidisul lavoro, contro laFinanziaria 2008 fatta di tagliantipopolari e nuove sovven-zioni ai padroni, contro l’invioe il rifinanziamento delle trup-pe all’estero, contro le discri-minazioni, le espulsioni e perla regolarizzazione di tutti gliimmigrati, veri e propri capriespiatori dell’insicurezzasociale creata dal capitalismo“globalizzato”.Dobbiamo essere consapevoli

che l’opposizione frontale algoverno Prodi, per impedire cheporti avanti il suo programma alservizio dei monopoli e dei ricchi,farà avanzare un’alternativa dirottura completa con il neoliberi-smo, legata ad un progetto di tra-sformazione radicale della socie-tà, basata sulla socializzazionedelle industrie, delle banche, dellegrandi imprese commerciali, deiprincipali mezzi di trasporto e dicomunicazione, della terra, delsottosuolo, delle acque.Un grande progetto la cui necessi-tà è sempre più avvertita, ma cheper avverarsi deve vedere gli ele-menti più avanzati, energici edeterminati della classe operaiacompiere passi in avanti sia sulterreno dell’organizzazione politi-ca comunista, sia in quello del-l’organizzazione di classe. Dueterreni inscindibili, poiché lacostruzione del partito comunistanon è avulsa dallo svolgimentodella lotta del proletariato e que-st’ultima non potrà progrediresenza l’organizzazione politicadel proletariato.

Operai, lavoratori italiani ed immigrati,

disoccupati, studenti: tutti insieme contro il

governo neoliberista di Prodi!

Scintilla

ottobre 2007Lotta per il partito

Necessità dell’organizzazione politica

6

Per la lotta per i propri interessi leclassi sociali utilizzano diverse

forme di organizzazione. Per la lottarivendicativa, economica, ad es. c’èil sindacato; per la soddisfazionedelle necessità culturali, ricreative,c’è l’associazione culturale, quellasportiva, il centro sociale, ecc. La lotta per gli interessi delle distin-te classe sociali, per i loro obiettivistrategici, si esprime nella suaforma più alta attraverso la lotta perla conquista del potere politico,come strumento per trasformare lasocietà. Questa lotta esige unaforma di organizzazione superiore,dotata di un’impostazione ideologi-ca, politica, programmatica, ingrado di unificare, organizzare, diri-gere l’attività delle masse: il partitopolitico, vale a dire l’organizzazio-ne politica di una determinata clas-se sociale.Il sindacato, l’associazione, lacooperativa, il centro sociale, il cir-colo culturale hanno infatti unavalidità limitata e parziale, servonofino ad un certo punto. Non posso-no realizzare una vera unità d’azio-ne e di pensiero perché non hannouna visione del mondo scientifica,né una composizione ed una dire-zione omogenea; non sorgono suuna precisa piattaforma teorico-politica; hanno un campo d’azione

ristretto dato che gli interessi deiloro aderenti sono specifici, circo-scritti al campo su cui sorgono. Sotto un certo punto di vista possia-mo dire che questi organismi, non-ostante svolgano un’importantefunzione agglutinante e possanoservire a dotare le masse di un certolivello di coscienza, servono appun-to per dimostrare l’indispensabilitàdell’organizzazione politica. Senza questa organizzazione laclasse operaia – nonostante i suoisforzi e la generosità che esprimenelle lotte - non sarebbe in grado diuscire dai limiti del sindacalismo edella democrazia borghese e rimar-rebbe pur sempre dipendente daaltre classi sociali sotto ogni puntodi vista. Se l’obiettivo essenziale della clas-se operaia è la propria emancipazio-ne, e con essa quella dell’interaumanità, se la forma più efficaceper raggiungere questa meta è l’or-ganizzazione politica, è altrettantochiaro che l’esistenza del partitopolitico della classe operaia è unanecessità che non può essere elusa.E difatti questa necessità, a frontedel passaggio conclamato nelcampo borghese di tutte le tradizio-nali formazioni politiche “di sini-stra”, viene oggi avvertita in modopiù acuto da una minoranza di pro-

letari avanzati e coscienti che vor-rebbero lavorare e militare in unpartito politico comunista. Essi sirendono conto che senza partito nonsolo è impossibile organizzare larivoluzione, ma non è nemmenopossibile condurre efficacemente lelotte sugli interessi più immediati,legandole ad una prospettiva dicambiamento. Questa consapevolezza si scontracon la situazione esistente e con ilfatto che la classe operaia non espri-me il partito tutto in una volta, inmaniera meccanica e idealistica-mente corrispondente alle sue aspi-razioni e interessi. Le cose stanno inmaniera più complessa. Si tratta diun processo di lotta, ci sono pas-saggi e sviluppi che durano anni,che bisogna attraversare se non sivuole dar vita a caricature del parti-to.Ad esempio, oggi dobbiamo fare iconti con la situazione di frammen-tazione esistente, provocata dalrevisionismo; con il permanere diconcezioni economiste, spontanei-ste, opportuniste fra gli stessi ele-menti avanzati del proletariato, conle deviazioni di ultrasinistra.In questa situazione il compito con-creto che abbiamo davanti, per pre-parare ed avvicinare la formazionedi un forte partito comunista è crea-

re un primo embrione di organizza-zione politica indipendente del pro-letariato. Non il solito “coordina-mento” senza principi e senza disci-plina (utili solo per riciclare revisio-nisti e trotzkisti), ma un’effettivaunione di lotta che si proponga ilcompito di raccogliere – su basi eprogramma marxisti-leninisti - glioperai ed i lavoratori avanzati, cheunisca gruppi, circoli e singoli ele-menti che si trovano sul terreno delcomunismo, che si colleghi piùstrettamente, grazie allo sviluppo diun’iniziativa politica sulle questionipiù scottanti, al movimento operaioe popolare. Su queste basi sarà pos-sibile determinare spostamenti efare ulteriori passi avanti verso l’e-dificazione del partito comunistadel proletariato.Nella tappa attuale del processorivoluzionario in Italia, i comunisti,i rivoluzionari, i lavoratori coscien-ti devono dedicare tutti i loro sforzi,le loro energie e capacità alla con-cretizzazione di questo passaggiofondamentale, per realizzare quellostrumento che garantisca lo svilup-po del processo ed assicuri, più pre-sto che tardi, la possibilità che laclasse operaia possa di nuovo avereil suo partito di avanguardia, tor-nando a fare politica, prendendodecisioni a vantaggio del suo futuro.

L’assenza di una propria, deli-neata, identità politica porta aricorrere alle determinazioni

concepite dalla parte avversa, for-mulandole in negativo.Esemplare è, in questo senso, il per-corso dei tanti che, ancor oggi, siostinano a riproporre, come se fosseun obiettivo efficace per cui lottare,l’anticapitalismo.Questa categoria, presentata daisuoi sostenitori come fornita di unapatente d’irriducibile radicalità, sicaratterizza, in realtà, per la suainternità a qualcosa di interamentedefinito cioè il capitalismo.Nel concetto di anticapitalismo lanegazione si presenta come l’oriz-zonte dell’azione politica, si ponecome autosufficiente e paralizzaogni ricerca critica del superamen-to. Di fronte ai drammatici problemiche pone ogni giorno il sistema

capitalistico, gli anticapitalisti siesonerano dalla fatica di analizzarescientificamente le contraddizioniche il capitale esprime; la loro pigri-zia teoretica non gli consente dicapire che negli stessi rapporti diproduzione e di vita si trovanooccultate le forme nuove dellasocietà libera dal dominio del capi-tale. Affrontiamo qui un nodo centraleche s’innesta nella lotta teorica e inquella pratica e che richiede il supe-ramento dell’anticapitalismo, astrat-tamente negativo, per passare alconcretamente positivo, che è rap-presentato dalla lotta per il comuni-smo. L’anticapitalismo è, nei fatti,la rinuncia alla concretezza del mar-xismo per fare un salto indietro nelpassato, nell’epoca in cui ancoranon si era formato il socialismoscientifico che ha rappresentato laconcreta coscienza dialettica dellacritica al capitale; solo il marxismoè coscienza di classe, è il fondamen-

to della consapevolezza del proleta-riato di essere classe e di poter lotta-re per emancipare se stesso e, nellosviluppo del processo rivoluziona-rio, l’intera umanità. La retorica della ribellione anticapi-talista rende un servizio formidabileai tanti dottori che vogliono curareil sistema capitalistico. Rinunciandoalla concretezza rivoluzionaria delsuperamento del capitalismo i fau-tori dell’anticapitalismo creano lecondizioni per legittimare, come sefossero davvero credibili, le varie-gate “ricette” riformistiche che sipropongono di curare i mali delsistema. Un’ultima considerazione: talvoltagli aggregati “anticapitalisti” ven-gono promossi da compagni chepure dicono di voler arrivare allaformazione del partito comunista;questi compagni non si accorgonodell’insolubile antinomia della lorocollocazione organizzativa rispettoall’obiettivo che dicono di voler

raggiungere; ad essi sfugge la deter-minatezza del soggetto rivoluziona-rio a cui dicono di aspirare. Il parti-to comunista non è un ideale astrat-to che appartiene a un futuro lonta-no, è lo strumento indispensabile,concreto, irrinunciabile per l’eman-cipazione dallo sfruttamento, perl’inversione della prassi, percostruire un nuovo umanesimo,aperto e costruttivo, in una societànon più divisa in classi. La forma organizzativa per cui bat-tersi non è questione per specialistidella teoria, è la chiave di volta chepuò rendere efficace (o meno) l’a-zione di lotta, riguarda la vita e ilfuturo del proletariato: ecco perchéva posta all’ordine del giorno, senzaesitazioni, la questione di costruireun partito autenticamente comunistain Italia, evitando di disperdere pre-ziose energie in strade prive di sboc-co e funzionali a garantire stabilitàal sistema di comando capitalista.

Anticapitalismo

o comunismo?

5 4Scintilla

ottobre 2007

Scintilla

ottobre 2007Movimento operaio e popolare Movimento operaio e popolare

Come da tradizione, laborghesia imperialistaed il suo comitato d’af-

fari di palazzo Chigi hannoapprofittato dell’estate per sfer-rare un doppio attacco alle con-dizioni di lavoro e di vita dellemasse popolari.Nello scorsoluglio, infatti, ilgoverno Prodi (unacongrega che asso-miglia sempre piùai “ladri di Pisa”che di giorno liti-gano e di notte simettono d’accordoper fregare i lavo-ratori) ha varato ilnuovo “maxi-accordo” fra leparti sociali – in realtà la“parte” è una sola, quella bor-ghese - che comprende previ-denza, mercato del lavoro econtrattazione, e welfare.Questo accordo è l’ennesimafregatura per operai e pensiona-ti in quanto comprende:a) da un lato la finta abolizionedello scalone, delle finestre edell’esenzione per i lavori usu-ranti, dall’altro il vero innalza-mento dell’età pensionistica e ilribasso dei coefficienti ogni treanni, peggiorando di fatto lastessa legge Maroni;

b) il mantenimento (ed anzi ilrafforzamento nelle sue partiessenziali) della Legge 30,dello “staff leasing” (in praticadel caporalato), del lavorostraordinario. Il tutto in cambiodi qualche briciola sul fronte

“assistenziale”. Questo duplice attacco è partedi una più vasta offensiva cheserve a scaricare la crisi delsistema capitalista sulle spalledelle masse operaie e popolari,per cercare di risollevare i pro-fitti.Allo stesso tempo però eviden-zia anche una contraddizionesociale ormai insostenibile. Piùil proletariato produce ricchez-za, più esso è condannato alavorare più a lungo ed a vederepeggiorate le sue condizioni divita; più le masse lavoratrici

creano le basi materiali perpoter godere di un maggiorbenessere, più questo benessereè accaparrato da una minoranzadi parassiti.Di fronte a questa nuova duraoffensiva – che ha costretto per-

sino il vertice rifor-mista della FIOMad opporsi per nonperdere il legamecon le tute blu - larisposta chiaramen-te non può staresolo nell’esprimereil sacrosanto NOall’accordo nellaconsultazione. Devestare soprattuttonella lotta diretta edimmediata nelle

piazze, negli scioperi di massa,nello Sciopero generale chedobbiamo costruire dal basso,senza accordare nessuna fiduciaalle manovre parlamentari. Abbandoniamo le illusioni:qualsiasi miglioramento si potràverificare solo come conse-guenza della lotta dura ed indi-pendente della classe operaia.Facciamo carta straccia di que-sto accordo vergognoso!Costruiamo una vera piattafor-ma di lotta imperniata suigenuini interessi della classeoperaia.

Respingiamo con la lotta

l’accordo su pensioni e welfare!

Ottobre è arrivato e conesso balzano all’ordinedel giorno tutti i proble-

mi irrisolti della classe operaia.La continua mattanza nelle fab-briche e nei cantieri, la sempremaggiore difficoltà ad arrivarealla fine del mese, l’aumentomassiccio dello sfruttamento, laprecarietà dilagante. Le ragionidella protesta si moltiplicano. Prodi fiuta l’aria e si spertica indichiarazioni concilianti e fidu-ciose. Afferma che non ci sarà l’“autunno caldo” ventilato aparole da certi esponenti dellasinistra “radical-borghese” checon una mano aiutano industrialie banchieri a fare i loro sporchicomodi, e con l’altra minaccianofuoco e fiamme “in parlamento enel paese” se non verranno can-cellate leggi approvate anchecon i loro voti.

La coperta è però sempre piùcorta. Sta alla classe operaiadimostrare che costoro si sba-gliano di grosso e che certi “gio-chetti” ormai non riescono più. Una cartina di tornasole in que-sto senso è il rinnovo del contrat-to dei metalmeccanici. Gli ope-rai hanno tutte le potenzialità perdare ai padroni ed ai loro rappre-sentanti politici una risposta ade-guata e capace di conquistarerapporti di forza più favorevoli. Ma questi rapporti di forza equeste conquiste, più o menoconsistenti, necessitano di undeciso cambio di marcia, quanti-tativo e qualitativo. Non è suffi-ciente sostenere unitariamenteuna piattaforma con delle richie-ste (in verità assai modeste) perbattere un nemico agguerritocome Federmeccanica, con isuoi mezzi, la sua stampa, le sue

quinte colonne, ecc. L’esperienza di questi ultimianni hanno dimostrato che ele-mento fondamentale è il percor-so di lotta messo in campo dallaclasse operaia per sostenere lesue rivendicazioni. Dobbiamofarla finita con ogni passività,ogni cedimento e rompere defi-nitivamente la tregua assieme atutte le varianti della linea dimoderazione e “responsabilità”.All’ordine del giorno va messauna nuova, vigorosa, ondata dilotte che rompa gli atteggiamen-ti attendisti o di fiducia verso isedicenti “rappresentanti” deinostri interessi. Un’ondata dilotta che ponga al centro dellasua azione gli esclusivi interessidella classe operaia e che si doti,finalmente, di una direzione chesia in mano agli operai piùcoscienti ed energici.

Segnaliamo ai nostri lettori che èpossibile richiedere i seguenti opu-scoli:

- "Tesi sulla struttura organizzativa dei par-

titi comunisti, sui metodi ed i contenuti del

loro lavoro", della III Internazionale

Comunista (2,50 euro)

- "Cinque conversazioni con economisti

sovietici e Discorso sul Breve corso di sto-

ria del P.C. dell'URSS", di G. Stalin (2,50

euro)

- "Un altro mondo è possibile, si chiama

socialismo!", progetto di programma gene-

rale elaborato dalla redazione di Teoria &

Prassi (0,50 euro) - seconda edizione.

- "Questioni del lavoro nel movimento sin-

dacale ed operaio" (1 euro).

- “Contributo al dibattito sulla ricostrzuione

del partito” (in preparazione, prenotabile al

costo di 1 euro)

E' inoltre disponibile il poster con i maestri

del socialismo proletario al prezzo di � 3.

Si susseguono i casi di lavo-ratori e delegati sindacalicombattivi che, dietro i

pretesti più infami vengonolicenziati in tronco dalle aziende. Si tratta del tentativo di liberarsidi compagni impegnati a difen-dere gli interessi e i diritti deilavoratori, che sono una spinanel fianco dei padroni, poichésviluppano un’efficace resisten-za di massa contro i piani diristrutturazione e di aumentodello sfruttamento.Licenziamenti pretestuosi che siaccompagnano a un’ondata diprovvedimenti disciplinari,multe, sospensioni, trasferimen-ti, reparti-confino, per mettere inriga chiunque osa “alzare latesta” contro i ritmi infernali egli infortuni sul lavoro, chiunque

reclama diritti e dignità per laclasse operaia.Come il solito, questi provvedi-menti riservati a chi ostacola la“normale estrazione di plusvalo-re” si accompagnano a benefitecarriera assicurata per i dober-

mannche agevolano e difendonogli interessi padronali, in testa isindacalisti compromessi e ven-duti.Di fronte alle provocazioni edall’arroganza padronale dobbia-mo certamente denunciare gliattacchi ed esprimere la solida-rietà di classe (organizzandoassemblee pubbliche, racco-gliendo fondi, sostenendo il rein-tegro nel posto di lavoro) neiconfronti di chi viene colpitodalla repressione padronale. Questo però non basta: la miglio-

re controffensiva sta nel molti-plicare per cento e per mille leproteste, le fermate, gli scioperi,le lotte, senza lasciarci intimidi-re.Sono in tanti che vorrebberomettere a cuccia gli operai, perproseguire indisturbati nelleaggressioni ed negli accordidisastrosi che ci fanno perdereconquiste e posizioni. Ma si sba-gliano: la classe operaia non pie-gherà mai la testa!L’unità, la solidarietà e la lottadei lavoratori: questa la rispostada dare alla repressione ed allemille altre schifezze che subiamoquotidianamente. Una ripostavolta a costruire un mondomigliore e diverso, in cui sia abo-lita la maledetta legge del profit-to.

NO AI LICENZIAMENTI POLITICI!

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E’disponibile il Quaderno n. 3 di

Teoria & Prassidedicato al tema:

“Religione e comunismo: dall’alie-

nazione all’emancipazione dell’u-

manità”.

Questo nostro scritto contiene la

serie completa di articoli sulla reli-

gione, pubblicati negli ultimi

numeri della nostra rivista, ed un

commento all’enciclica Deus caritas

estintitolato “Verso il buio del

Medioevo: la

caritas/agape

cristiana”.

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Quaderno di

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prospettive rivoluzionarie e politica

di unità nazionale (1943-1948)”, di

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della storia del Partito comunista

italiano viene effettuata fuori dagli

schemi della storiografia dominan-

te, attraverso un costante riferi-

mento a fonti inedite ed, in primo

luogo, a documenti d’archivio che

danno voce e dignità storica e poli-

tica ai militanti del partito che

hanno resistito

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Una nuova stagione di lotte

Dove tace la sinistra istitu-zionale parla un banchieredi primo piano, Felix

Rohatyn, già numero uno dellaBanca Lazard Freres di NewYork. Ecco cosa ha detto al“NewYork Times” del 31 agosto:“L’Italia, come la Germania, ilGiappone, la Francia è uno dei

Paesi più pessimisti. Un sondag-gio recente rivela che l’80 % deicittadini di quei Paesi si aspetta unfuturo peggiore. Sembra evidenteche il problema sociale più gravecon cui si misurano questi Paesi èla combinazione del capitalismodi mercato con la globalizzazione.Ciò rende la ricchezza di alcuni

sempre più grande mentre la granparte dei cittadini vive in un maredi ansia”.Il banchiere in questione, certa-mente più corretto di tanti grilliparlanti dell’odierna sinistra digoverno, per le funzioni che rico-pre non ci può indicare l’unica viad’uscita alla situazione che lui

stesso denuncia: la lotta per ilsocialismo, per farla finita con ilregime democratico del capitali-smo globalizzato che priva dellasperanza di una vita dignitosa “lagran parte dei cittadini” o peressere più precisi, diciamo noi,dei proletari che vivono nei paesicapitalisti.

Nuove pubblicazioni

l Il Partito comunista:argomenti e proposte per lasua ricostruzione-

Quaderno n. 4 (1 euro)

l La prima Costituzionedel potere proletarioCostituzione della Repubblica

Socialista Federativa

Sovietica Russa approvata dal

V Congresso panrusso dei

Soviet il 10 luglio 1918 -

Quaderno n. 5 (1 euro) Nel capitalismo non c’è futuro

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