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SCHEDA REGIONALE DEI NUOVI SCHEDA REGIONALE DEI NUOVI INSEDIAMENTI PRODUTTIVI (NIP) INSEDIAMENTI PRODUTTIVI (NIP) PRESENTAZIONE ANALISI DEI CONTENUTI GUIDA ALLA COMPILAZIONE A cura di Fabrizio De Pasquale

SCHEDA REGIONALE DEI NUOVI INSEDIAMENTI PRODUTTIVI (NIP) PRESENTAZIONE ANALISI DEI CONTENUTI GUIDA ALLA COMPILAZIONE A cura di Fabrizio De Pasquale

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SCHEDA REGIONALE DEI NUOVI SCHEDA REGIONALE DEI NUOVI INSEDIAMENTI PRODUTTIVI (NIP)INSEDIAMENTI PRODUTTIVI (NIP)

•PRESENTAZIONE

•ANALISI DEI CONTENUTI

•GUIDA ALLA COMPILAZIONE

A cura di Fabrizio De Pasquale

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Principali fonti normative di riferimento:Principali fonti normative di riferimento:

• DPR 303/’56 (Norme di Igiene del lavoro) e DPR 547/’55 (Norme contro gli infortuni e per la sicurezza del lavoro);

• D.Lgs 626/’94 e succ. modif. (Norme per il miglioramento della sicurezza e della salute durante il lavoro);

• D. Lgs 195/06 (Norme per la tutela da esposizione a rumore)

• Delibera R.E.R. n° 268/’00 (Requisiti cogenti in materia edilizia), e Del. R.E.R. n° 21/’01 (Requisiti raccomandati);

• R.U.E comunale (Regolamento edilizio e norme igienico-sanitarie locali);

• “Norme di buona tecnica” (es. UNI, CEI, ISO etc.);

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SCHEDA INFORMATIVA PER RICHIESTE DI PERMESSI DI COSTRUIRE/DIA

E PER NOTIFICA* DI LUOGHI DI LAVORO

Modena Dicembre 2005

*ART. 48 DPR 303/56:

“Chi intende costruire, ampliare o adattare un edificio o un locale per adibirlo a lavorazioni ……….è tenuto a darne notizia” all’organo di vigilanza. La notifica deve contenere una descrizione dell’oggetto delle lavorazioni, delle principali modalità delle stesse e delle caratteristiche dei locali e degli impianti, corredata da disegni.Qualora l’organo di vigilanza non faccia prescrizioni entro 30 gg, gli interessati possono eseguire i lavori, fermo restando le loro responsabilità relativamente alle disposizioni di legge in materia di igiene e sicurezza sul lavoro.

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Obblighi dei progettistiObblighi dei progettisti

Fatti salvi i casi di errore od omissione materiale suscettibili di correzioni o integrazioni, la falsità nelle dichiarazioni comporta l’applicazione dell’art. 483 del C.P.

“Falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico”.

L’art. 6, comma 1, del DLgs 626/94 prescrive:

“I progettisti dei luoghi o posti di lavoro e degli impianti rispettano i principi generali di prevenzione in materia di sicurezza e di salute al momento delle scelte progettuali e tecniche e scelgono macchine nonché dispositivi di protezione rispondenti ai requisiti essenziali di sicurezza previsti da disposizioni legislative e regolamentari vigenti.”.

• La violazione di quest’articolo è punita con l’arresto fino ad un mese o con l’ammenda da Euro 1236 a Euro 4128.

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NB: nei progetti relativi a Comuni che hanno adottato il RUE la dimostrazione del rispetto dei requisiti cogenti va effettuata con le modalità previste nel RUE stesso secondo lo schema del Punto 1. La compilazione delle successive voci ripetitive dei requisiti cogenti può essere omessa.

Anche nei Comuni che non hanno adottato il RUE è possibile utilizzare questa modalità di compilazione facendo riferimento alla Delibera G.R. n. 268 del 22/02/2000 (BU-RER n. 47, del 21 marzo 2000, parte seconda n. 30)

1 - ASPETTI PRESTAZIONALI

UNITÀ IMMOBILIARE:

CAMPO D’APPLICAZIONE: A B C D E

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Codice del requisito

Requisiti cogentiPertinenza

all’interventoAllegato di riferimento

rc 1.1resistenza meccanica alle sollecitazioni statiche e dinamiche d’esercizio, alle sollecitazioni accidentali e alle vibrazioni

SI NO

rc 2.1

resistenza al fuoco; reazione al fuoco e assenza di emissioni nocive in caso di incendio; limitazioni dei rischi di generazione e propagazione di incendio; evacuazione in caso di emergenza ed accessibilità ai mezzi di soccorso

SI NO

rc 3.1 controllo delle emissioni dannose SI NOrc 3.2 smaltimento degli aeriformi SI NOrc 3.3 approvvigionamento idrico SI NOrc 3.4 smaltimento delle acque reflue SI NOrc 3.5 tenuta all’acqua SI NOrc 3.6 illuminamento naturale SI NOrc 3.7 oscurabilita’ SI NOrc 3.8 temperatura dell’aria interna SI NOrc 3.9 temperatura superficiale SI NO

rc 3.10 ventilazione SI NOrc 3.11 protezione dalle intrusioni di animali nocivi SI NO

rc 4.1sicurezza contro le cadute e resistenza meccanica ad urti e sfondamento

SI NO

rc 4.2 sicurezza degli impianti SI NOrc 5.1 isolamento acustico ai rumori aerei SI NOrc 5.2 isolamento acustico ai rumori impattivi SI NOrc 6.1 contenimento dei consumi energetici SI NOrc 7.1 assenza di barriere architettoniche SI NOrc 7.2 disponibilità di spazi minimi SI NOrc 7.3 dotazioni impiantistiche minime SI NO

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2 – INFORMAZIONI GENERALI

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2 – INFORMAZIONI GENERALI

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3 – ADDETTI

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4 – STRUTTURA DEL FABBRICATO

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5 – BARRIERE ARCHITETTONICHE

6 – ILLUMINAZIONE NATURALE

Devono essere riportati anche i RI di locali esistenti e adiacenti ad ampliamenti.

R.I. = Rapporto Illuminante: esprime, in frazione, il rapporto fra la superficie illuminante prospiciente spazi liberi esterni e la superficie pavimentata di un locale;

Fdm = fattore medio di luce diurna: esprime, in %, il rapporto fra l’illuminamento medio di un locale e l’illuminamento esterno senza irraggiamento diretto del sole.

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Illuminazione naturaleIlluminazione naturale

((Requisito R.C. 3.6 Regolamento edilizio tipo).

• Si vedano i Regolamenti comunali che prescrivono i valori minimi dell’ampiezza delle superfici trasparenti prospicienti spazi liberi esterni in rapporto alla superficie ed all’uso del locale oppure il livello del fattore di luce diurna medio.

• Generalmente i Regolamenti comunali prevedono anche fattori correttivi da applicare in presenza di elementi costruttivi particolari (cortili interni, tettoie, coefficiente di trasparenza delle vetrature, profondità dei locali, ecc.).

• La superficie vetrata può essere collocata in parte a soffitto, fermo restando che va garantita la visione di elementi del paesaggio dai punti fissi di lavoro.

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Illuminamento naturale (R.C. 3.6) Del. RER 268/00

• esigenze da soddisfare• Il controllo dell’illuminamento naturale è uno dei requisiti che

concorrono al mantenimento dell’equilibrio omeostatico dell’uomo ed in particolare al soddisfacimento dell’esigenza di benessere visivo.

• livelli di prestazione • I livelli di prestazione sono quantificati dal fattore di luce diurna

medio (FLDm), definito come rapporto [%], fra l’illuminamento medio dello spazio chiuso e l’illuminamento esterno ricevuto, nelle identiche condizioni di tempo e di luogo, dall’intera volta celeste su una superficie orizzontale esposta all’aperto, senza irraggiamento diretto del sole.

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Campo d’applicazione

• Per le destinazioni produttive è sufficiente garantire il livello di illuminamento del 2% (FLDm 2%) nei punti fissi di lavoro, dai quali è richiesta anche la visione di elementi di paesaggio,

• mentre nei restanti spazi principali lavorativi è accettato un livello inferiore (FLDm 0,7%).

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8 – AERAZIONE NATURALE DISCONTINUA

Dal calcolo devono essere escluse le superfici di porte e portoni.

R.A. = Rapporto Aerante: esprime, in frazione, il rapporto fra la superficie finestrata apribile prospiciente spazi liberi esterni e la superficie pavimentata di un locale.

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Ventilazione (R.C. 3.10) Del. RER 268/00

• Il controllo della ventilazione degli spazi chiusi è uno dei requisiti che concorrono al mantenimento dell’equilibrio omeostatico dell’uomo ed in particolare al soddisfacimento dell’esigenza del benessere termoigrometrico e del benessere respiratorio-olfattivo.

• La ventilazione negli spazi chiusi è finalizzata a:

• controllare il grado di umidità relativa, per garantire adeguati livelli di benessere igrotermico invernale, contenere gli effetti della condensa del vapore ed evitare la formazione di colonie microbiche;

• contribuire al raggiungimento di un sufficiente benessere igrotermico estivo;

• assicurare le condizioni di benessere respiratorio olfattivo;

• assicurare un adeguato ricambio d’aria, per evitare la

• presenza di impurità dell’aria e di gas nocivi.

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esigenze da soddisfare

• n > 2,5 m3/hm3 (salvo maggiori livelli richiesti in rapporto alla specifica destinazione);

• se la ventilazione è assicurata da superfici apribili, almeno il 50% della superficie apribile deve essere a parete e le finestre situate in copertura devono avere meccanismi di apertura fissi facilmente azionabili dal basso.

• Per quanto concerne impianti di condizionamento o climatizzazione si rimanda alle specifiche normative vigenti che fanno riferimento a norme UNI, ASHRAE, ecc.

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VENTILAZIONE GENERALE VENTILAZIONE GENERALE PER DILUIZIONE PER DILUIZIONE

VENTILAZIONE NATURALE

ESTRAZIONE IMMISSIONE

ESTRAZIONE ED IMMISSIONE

VENTILAZIONE FORZATA

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VENTILAZIONE NATURALE VENTILAZIONE NATURALE

L’ingresso e l’uscita dell’aria sono dovuti all’azione concomitante del vento (Diff. Pressione) e delle forze connesse alla variazione di temperatura esistente tra interno ed esterno

VENTO

-velocità media del vento

-direzione prevalente

-orientamento del locale

STIMA DELLA PORTATA

D’ARIA

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PORTATA D’ARIA IN INGRESSO

NELL’AMBIENTE ATTRAVERSO UNA APERTURA

Q = 3600 ∙ E ∙ S ∙ v

Dove:

Q: portata d’aria in ingresso (m³/ h)

E: coefficiente di ingresso

S: area libera dell’apertura di ingresso (m²) pari all’area libera della apertura di uscita situata sul lato opposto del locale rispetto a quella di ingresso

v: velocità aria (m/s)

(m³/ h)

0,5 - 0,6 con direzione predominante del vento perpendicolare al piano di apertura

0,25 - 0,35 con incidenza del vento obliqua rispetto al piano di apertura

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V = 20 V = 20 ⋅ 12 12 ⋅ 6 = 1440 m 6 = 1440 m³³

2012

6

1,0

1,5

Superf. Finestrata = 240 = 30 m²

8

Superf. Finestrata Apribile = 240 = 15 m²

16

Spianta = 20 ⋅ 12 = 240 m²

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Q = 3600 ⋅ E ⋅ S ⋅ v

= 3600 ⋅ 0,6 ⋅ 7,5 ⋅ 0,4 = 6480 m³/h

20

12

N. ric/h = Q/V = 6480/1440 = 4,5 h-1

Q = 3600 ⋅ 0,3 ⋅ 7,5 ⋅ 0,4 = 3240 m³/h

N. ric/h = Q/V = 3240/1440 = 2,3 h2,3 h-1-1

V=0,4 m/s

V=0,4 m

/s

45°

Vento perpendicolare

Vento obliquo a 45°

S = 15 = 7,5 m²

2

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9 – IMPIANTI PER IL RINNOVO DELL’ARIA (VENTILAZIONE FORZATA)

10 – IMPIANTI PER IL CONTROLLO TERMOIGROMETRICO

( RISCALDAMENTO – RAFFRESCAMENTO - CONDIZIONAMENTO)

La norma prevede che i lavoratori “dispongano di aria salubre in quantità sufficiente anche ottenuta con impianti di aerazione”.

Tale espressione non va intesa come l’avallo di sistemi di aerazione meccanica in sostituzione della aerazione naturale (che verrebbe così ad essere non necessaria!), bensì come possibilità di integrazione della aerazione naturale, con quella meccanica.

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11 – SERVIZI IGIENICI E LOCALI ACCESSORI

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12 – ATTIVITA’, MACCHINE, SOSTANZE

allegare le schede di sicurezza per ogni sostanza pericolosa o preparato che contenga sostanze pericolose

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13 – RISCHI E LORO PREVENZIONE

allegare:

Valutazione del rischio rumore nel caso di azienda già esistente

Modulo per gli interventi di controllo del rumore previsto per le aziende con più di 85 dB(A) o 137dB(C) picco

Valutazione previsionale del rischio chimico;

Disegni del progetto di massima di impianto/i di aspirazione localizzata e relazione illustrativa delle caratteristiche tecniche quali: velocità di cattura e organi di captazione.

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14 – IMPIANTI E APPARECCHIATURE

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14 – IMPIANTI E APPARECCHIATURE

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14 – IMPIANTI E APPARECCHIATURE

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15 – PREVENZIONE INCENDI

Compilare solo se l’attività non è compresa nell’elenco allegato al DM 16.2.82 e/o nelle tabelle A e B allegate al DPR 689/59.

Elementi costruttivi, aperture, distanziamenti, sistema di vie di uscita, mezzi di spegnimento e sistemi di segnalazione devono essere riportati in pianta adottando i simboli grafici di prevenzione incendi del DM 30.11.83.

Se l’attività è regolata da specifiche disposizioni tecniche di prevenzione incendi, la compilazione può limitarsi a dimostrare l’osservanza di tali disposizionI

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16 – SCARICHI IDRICI

17 – EMISSIONI IN ATMOSFERA

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18 – SMALTIMENTO O RECUPERO RIFIUTI

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18 – SMALTIMENTO O RECUPERO RIFIUTI

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TIMBRI E FIRME