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saphira news Anno I Serie II n.10 - DICEMBRE 2011 - ISSN 2240-3558 AMERICA’S CUP CAMPANIA E LAZIO, PATTO PER IL FUTURO QUANDO LA VELA DIVENTA..... DONNA UNA RETE SENZA BYTE

Saphira n°10 Dicembre 2011

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Saphira n°10 Dicembre 2011

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ISSN

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558

AMERICA’S CUP

CAMPANIA E LAZIO, PATTO PER IL FUTURO

QUANDO LA VELA DIVENTA..... DONNA

UNA RETE SENZA BYTE

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Emo le sfide e mettermi in gioco e quindi, contro ogni ragionevole con-siglio o immotivata paura confesso di aver ceduto alla tentazione di vo-ler provare questa nuova avventura.

Pubblicare una rivista vuol dire cercare di cre-are qualcosa di originale, capace di durare nel tempo. La mia filosofia professionale è da sem-pre rendere un servizio utile, creare qualcosa di cui sentirsi orgoglioso. Posso dichiarare, in tutta onestà, di non aver mai assunto iniziati-ve professionali con il puro scopo di far dena-ro; se quella fosse l’unica motivazione, sono convinto che sarebbe meglio lasciar perdere. Il business per me, deve essere coinvolgente, divertente, totalizzante: deve mettere all’opera la creatività, deve caratterizzare fortemente la persona che lo governa e lo deve rappresenta-re. E così, in continuità con l’egregio lavoro fi-nora svolto dal mio staff, quella che avete tra le mani è una rivista connotata da profondi cam-biamenti che non riguardano solo il restyling o la rivisitazione della cover. Un contenitore ar-ricchito da tematiche per incontrare i gusti e le esigenze di un target di lettori sempre più este-so, con l’obiettivo di coinvolgere, informare e dare spazio alle idee, per costruire un prodotto che si espande e va in profondità a registrare tutto quello che vediamo e pensiamo. E che vale la pena di condividere. Un vero e proprio laboratorio di idee, che, con coraggio e forza, mette in campo i protagonisti di progetti ed esperienze nuove, per crescere, conoscere e sperimentare. Vorrei comunicare un messag-gio di ottimismo e di fiducia consapevole delle difficoltà del momento, per diffondere invece una cultura del “THINK POSITIVE”. Sono certo che il lavoro di squadra contribuirà alla nostra crescita. Abbiamo mappato la città perché non ci sfuggano gli eventi che riteniamo di rilievo; non resta che chiudere dopo gli infiniti e ma-niacali ritocchi questo numero per noi speciale. Informerà e racconterà di quella Napoli che ci rende orgogliosi di vivere qui, e che, senza re-torica, ogni tanto ci fa volare in alto.

Raffaele Archivolti

l’editorialeSAPHIRA NEWS

Pubblicazione MensileRegistrazione del Tribunale di Napolin. 12 del 07.01.2011Anno I Serie II n. X

Edito a cura della Arpi Costruzioni S.r.l.Via Roberto Bracco n. 4580133 NapoliTel. 081/19363633

Direttore EditorialeRaffaele [email protected]

Direttore ResponsabileFrancesco [email protected]

RedazioneErica ArchivoltiClaudia CampagnanoAntonella PanellaPaola [email protected]

CollaboratoriGaia BozzaJole BuonfiglioFrancesco Di DomenicoRaffaele RinaldiOrfeo SoldatiFloriana Tursi

Pubblicità[email protected]

Progetto grafico ed impaginazionePablo Donadio

StampaPrinter Group Italia S.r.l.

Associato USPI

ISSN 2240-3558

I singoli autori sono gli unici responsa-bili del contenuto degli articoli e degli spazi pubblicitari pubblicati.E’ vietata la riproduzione anche par-ziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari.

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Primo pianoTI PORTO A NAPOLI

CostumeI SALOTTI DEL GOLFO

Contribuenti.itMENS SANA IN CORPORE SANO....

Economia del MareGENOVA UN SALONE CONTRO LA CRISI

Economia del MareNAVIGARE SBARCA NEI CAMPI FLEGREI

Economia del MareCAMPANIA E LAZIO, PATTO PER IL FUTURO

SportAMERICA’S CUP

SportLYSISTRATA

Nautica110 ANNI COL VENTO IN POPPA

SportTROFEO ALBANESI

NauticaSCUOLA DI VITA SUL MARE

NauticaUNA REGATA PER PERSONE SPECIALI

SportQUANDO LA VELA DIVENTA..... DONNA

SportTROFEO DEUTSCHE BANK

SportMONDIALE DI APNEA

Stile & DesignWELLNESS DOMESTICO

PortfolioORFEO SOLDATI

Eco SaphiraGREENPEACE RAINBOW WARRIOR III

Napoli Com’eraSANTA LUCIA

TradizioniMUSEO DEL MARE

TradizioniUNA RETE SENZA BYTE

Il raccontoLUCIA

SportVELA DI LEVANTE

Andar per libriIL VIAGGIO

Rotte di gustoINSALATINA DI SEPPIE E FAGIOLINI

AGENDA

SCATTA IL MARE

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l Mare non bagna Napoli: il titolo del libro di Anna Maria Ortese disegna un sentimento di estraneità tra la Città e il suo mare, “pulito, grande”.

A quasi sessant’anni dalla pubblicazione del libro, la città, come in una sorta di ne-mesi, si prepara a puntare sul suo mare, per giocare le carte del suo rilancio. E non è una mera questione economica: Napoli, le istituzioni che la rappresen-tano, la società civile, gli imprenditori, gli sportivi, i cittadini, mettono da parte personalismi per attivare una giusta si-nergia. Coccolando il fronte del porto, dando un assetto organico ad un’area che ha le sue forti valenze in termini oc-cupazionali, produttivi, di sviluppo orga-nistico.Riscriviamo il libro: Napoli riparte dal mare, e lo fa giocando le sue carte su tre grandi tavoli. Waterfront cittadino, con il ciclopico intervento della Darsena di Le-

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TIPORTO

A NAPOLI

La Darsenadi Levante

raddoppieràla capacitàmercantiledello scalonapoletano

In alto a destra:un’immaginedel Porto di Napoli

Nei riquadri in alto:

l’ammiraglioLuciano Dassatti,presidentedell’Autorità Portuale

Stefano Caldoropresidentedella Regione Campania

photo: Raffaele Rinaldi

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vante e la sistemazione del Beverello; la portualità turistica (vedi anche Economia del Mare all’interno di Saphira), con i la-vori a porto Fiorito di Vigliena; e la World Series di Coppa America.Il Porto, che in tempo di crisi segna uno sviluppo a due cifre: non può che essere soddisfatto Luciano Dassatti, l’ammira-glio trentino che, già alla guida della Ca-pitaneria di Porto dal 1995 al 1998, è dal 2009 presidente dell’Autorità portuale. “Sono i numeri a darci ragione - spiega Dassatti -: adesso dobbiamo puntare con decisione alla realizzazione dei pro-getti di sviluppo dello scalo”. Sciolti gli ultimi intoppi burocratici, sia-mo al via per i lavori della Darsena di Le-vante, destinata a raddoppiare, nell’ar-co di quattro anni, il traffico container del porto ed a modificare radicalmente la stessa fisionomia dello scalo contai-ner, rilanciandolo con un ruolo di primo

piano in una prospettiva internazionale, contrassegnata anche dall’incrocio, in Campania, dei Corridoi Transeuropei per il trasporto intermodale Berlino-Palermo e Varna-Tirreno. “Napoli e la Campania - sottolinea Stefano Caldoro, presidente della Giunta regionale - sono diventate il baricentro, anche per ragioni geoeco-nonomiche e geopolitiche, di attrazione e discussione del Mediterraneo. I grandi eventi che ospiteremo servono per una strategia che renda Napoli centro di in-contri euromediterranei”.Dagli attuali 500mila container annui, che hanno portato alla saturazione del terminal CoNaTeCo, si passa a 1 milione di teus, con una straordinaria ricaduta sul versante occupazionale: nuovi mille addetti per la struttura che vede la joint venture tra Cosco e MSC, ed altrettanti nel’indotto. Ma questo è solo un primo passo, come assicura il governatore

della Campania: “Abbiamo un problema di intermodalità, logistica e di portualità – afferma Caldoro - settori nei quali ab-biamo una economia straordinaria dove possiamo creare più di 40mila posti di lavoro”.Per il presidente della Provincia di Napo-li, Luigi Cesaro, “l’ampliamento del porto ad est, nella zona una volta occupata dalle raffinerie, darebbe la possibilità di aprire nuove aree di stoccaggio per container e merci in generale. Bisogna puntare fortemente sul Porto di Napoli – aggiunge Cesaro – che, grazie alla sua posizione centrale rispetto all’area euro mediterranea, è una risorsa fondamen-tale per la città e l’intero Mezzogiorno”.Con la Darsena, e il raddoppio del traf-fico container, sarà rivista interamente la movimentazione all’interno del porto, sia per quanto riguarda gli assi viari che su ferro. Inoltre, per rendere accessibile

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il bacino alle navi di nuova generazione, le Post-Panamax da 13mila container, bisognerà rendere i fondali idonei ad un pescaggio superiore ai 15 metri. La bo-nifica, assicura il presidente dell’Autorità Portuale, sarà attuata con un intervento a basso impatto ambientale, in quanto la vasca di colmata della Darsena sarà riempita da 1,2 milioni di metri cubi di fanghi provenienti dal dragaggio. La bo-nifica è necessaria anche per avviare a sistemazione la rete di 17 condutture che, senza filtri e trattenitori, scaricano liquami inquinanti all’interno del bacino portuale. “Anche agire su questo aspet-to - afferma Dassatti - ci offre la possibi-lità di ristabilire un corretto rapporto con la città”. Sul versante passeggeri sono stati ap-provati anche i lavori del Beverello, che nell’ambito della riqualificazione del Wa-terfront diventerà uno dei punti di mag-giore attrazione dello scalo marittimo”. L’attuale approdo dei mezzi veloci per il Golfo avrà una passeggiata pensile, col-legata alla Strip commerciale, con ne-gozi e ponti di collegamento con piazza Municipio e via Marina, che rappresenta l’elemento per collegare la città alla zona portuale, in particolare al Terminal cro-

cieristico e passeggeri, creando un flus-so anche con l’aeroporto e la stazione ferroviaria. “Il nostro obiettivo - conclude Dassatti - è quello di integrare la città con il porto”.Poche centinaia di metri separano l’area della futura Darsena di Levante a Por-to Fiorito di Vigliena: a settembre è sta-ta posata la prima pietra, ed anche qui quattro anni per il completamento del polo diportistico che contribuirà al rilan-cio della costa orientale di Napoli. “In 24 mesi saranno realizzate le prime opere - dichiara Claudio Fogliano, presidente di Porto Fiorito Spa - e saremo pronti per consegnare circa 300 posti barca e 8mila metri quadrati di strutture a terra e a mare. La seconda fase, che durerà 30 mesi, consentirà di consegnare 850 posti barca e 16mila metri quadrati di strutture”. Il progetto è realizzato da un gruppo di imprenditori che fanno capo all’Acen, Associazione costruttori edili napoletani.“Fino a poco fa da Napoli si scappava – dice, soddisfatto il sindaco di Napo-li Luigi De Magistris -, adesso, invece, assistiamo a una immigrazione di im-prenditori che vogliono venire qui per investire perché hanno interesse a farlo.

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in alto: Luigi De Magistris,Sindaco di Napoli

Luigi Cesaro, Presidentedella Provincia di Napoli

sapevate che...La Stazione Marittima di Na-poli è la più vasta del globo con i suoi 12 km quadrati di superficie e i 10 approdi per navi di grande e medio ton-nellaggio.Il porto di Napoli è il secon-do al mondo dopo quello di Hong Kong per scalo passeggeri. Negli ultimi due anni il numero di passegge-ri in transito è sempre stato in crescita, raggiungendo i 6.226.078 nel 2010.

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I lavori di Porto Fiorito sono importanti in un’area strategica della città, quale San Giovanni a Teduccio, che va adeguata-mente valorizzata”.Le aree recuperate dalla bonifica di Vigliena (l’ex fabbrica metalmeccani-ca Corradini) saranno gestite da Porto Fiorito Spa, ma rimarranno di proprietà degli Enti coinvolti e che, al termine della concessione ai privati, ne torneranno in possesso. Il progetto prevede il bacino portuale, con una fascia costiera di 800 metri area di accoglienza-servizi e zona cantieri. Un bacino è destinato alle attivi-tà di riparazione e officine meccaniche. L’intervento prevede, inoltre, il recupero degli edifici di archeologia industriali che saranno destinati prevalentemente ad aree commerciali. Per la zona cantieri sono previste superfici adibite a piaz-zali per le attività di rimessaggio. “Final-mente si parla di mare - ha dichiarato il sindaco De Magistris, in occasione della posa della prima pietra a Vigliena - e i napoletani potranno riappropriarsi di rapporto per troppo tempo negato. Possiamo finalmente disegnare la città che vogliamo”.

Francesco Bellofatto

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Pozzuoli scommette sull’Accademia della Vela

ualcosa si muove anche ad Ovest. Per il Waterfront Flegreo, la grande trasformazione dell’area industriale di Pozzuoli (affidata all’architetto ameri-cano Peter Eisenman) Banco di Na-

poli e Imi hanno concesso la prima tranche di finanziamento per 22,5 milioni di euro alla Wa-terfront Flegreo Spa, presieduta da Livio Co-senza, che ha rilevato da Finmeccanica Group Real Estate l’area ex Sofer. Il progetto prevede la realizzazione di un com-plesso moderno e funzionale, con un parco urbano fronte mare di 5 ettari, una darsena di approdo prospiciente l’ Accademia della vela,

affidata alla competenza velica del Circolo Sa-voia. “Con l’Accademia – spiega Pippo Dalla Vecchia, presidente del sodalizio di Santa Lucia – andremo a soddisfare anche le esigenze di molte nazioni straniere, che per avverse con-dizioni metereologiche d’inverno non riescono ad allenarsi. Pozzuoli e Napoli si candidano così a diventare un polo internazionale per questo sport”.Il Waterfront, che si sviluppa su 180 mila metri quadrati, avrà un impatto decisivo anche sul piano occupazionale dando lavoro a circa 1500 addetti.

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radizione sportiva, prestigio, stile: passa per i Circoli na-poletani il legame tra il mare e la città. Un rapporto antico,

ultrasecolare, come dimostra la storia di alcuni prestigiosi sodalizi quali, tra gli altri, il Circolo Italia, il Savoia, il Posillipo, la Camottieri Napoli, l’Unione, l’Artistico Politecnico e il Club Nautico.

R.Y.C.C. SAVOIAE’ uno dei salotti della città: non c’è personalità internazionale che non sia passata per gli eleganti saloni del Borgo Marinari. Un prestigio che il Reale Yacht Club Canottieri Savoia mantiene sin dal-la sua fondazione nel 1893. Presieduto dal 1991 da Pippo Dalla Vecchia, il Cir-colo, tra i primi cinque in Italia per impor-tanza, conta oggi 860 soci.Nel corso della sua storia il Savoia ha conquistato vittorie prestigiose nel ca-

nottaggio e nella vela. Campionati del Mondo, d’Europa, Olimpiadi: “Per il ca-nottaggio - spiega il presidente - vantia-mo una medaglia di bronzo, due d’ar-gento e un oro con Emanuele Liuzzi nel mondiale del 2010, espressione di un lavoro attento che parte dalle categorie giovanili, settore in cui il Savoia occupa una posizione di vertice nelle classifiche nazionali”.Per la vela, Classe Optimist si distingue Luigi Michelini: 2 Campionati mondiali in Malesia e in Slovenia, e gli Europei di quest’anno in Portogallo, dove si è clas-sificato 2°. Per non parlare delle affer-mazioni di Roberta Caputo e Benedetta Barbiero nel 420. “Abbiamo scuole di vela e canottaggio molto attive - continua Dalla Vecchia - affidate ad uno staff di altissimo livello formato da Mattia Pressich (Optimist), Francesco Torre (Laser e 420) e Andrea

Coppola (canottaggio), che ogni anno inseriscono moltissimi giovani nelle di-scipline sportive”. Nel 2003 il CONI ha conferito al Savoia la massima onorifi-cenza sportiva: il Collare d’Oro al Merito Sportivo. Inoltre il Circolo è stato titolare delle sfide lanciate dal socio Vincenzo Onorato alla Coppa America con Ma-scalzone Latino.Il Savoia, Circolo di rappresentanza del-la Regione Campania e del Comune di Napoli, organizza regate quali il Trofeo Marcello Campobasso, le Coppe Aloj e Eduardo Pepe, la regata internazionale dei Dragoni, la tappa napoletana del cir-cuito dei Dinghy classici, e il raduno delle vele d’epoca.

LEGA NAVALE ITALIANAL’amore per il mare ha una storia lunga e la Lega Navale ne è uno dei testimo-ni più fedeli, perché nasce nel 1897. La

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sezione di Napoli è presente dal 1968 ed ha attraversato in maniera costante la vita della città. “E’ un punto di riferi-mento per chi ama il mare - spiega il pre-sidente Alfredo Vaglieco - con possibilità di ormeggio a prezzi competitivi”. Negli anni, la domanda è cresciuta note-volmente e anche il pontile galleggiante per l’estate non riesce comunque a sod-disfare una passione in crescita. La Lega Navale svolge una serie di attivi-tà di avvicinamento con le scuole: attra-verso una rete di volontari vengono pre-sentate le opportunità delle professioni marinare e vengono effettuate uscite in barca. Il numero dei soci è in crescita: oggi sono 800, attirati dai corsi di vela e per la patente nautica. “Grazie alla disponibili-tà della Marina Militare - spiega Vaglieco - presto la nostra sede crescerà di 500 metri quadrati che utilizzeremo per tante

I salottidel golfo

I programmidei circoliper riallacciareil rapportotra Napolie il suo mare

Pippo Dalla Vecchiapresidente del

RYCC SAVOIA

Antonio Canalepresidente del

RARI NANTES NAPOLI

Curzio Bonaiutopresidente del

CIRCOLO CANOTTIERI NAPOLI

Adriano Gaitopresidente dell

CIRCOLO ARTISTICO POLITECNICO

Alfredo Vagliecopresidente LEGA NAVALE

Sezione di Napoli

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altre attività, anche a scopo benefico”. In collaborazione con l’ASL NA1 va avanti il progetto “VelataMente” con i pazienti del Centro d’Igiene Mentale impegna-ti nel recupero di un’imbarcazione che poi condurranno con gli psichiatri che li seguono. Il progetto “Una vela per spe-rare” coinvolge ragazzi di quartieri come la Sanità e S. Giovanni a Teduccio. Altra iniziativa è la “Regata per persone spe-ciali” con i ragazzi assistiti dall’Ass. Sin-drome di Down. “Sul fronte agonistico - afferma il presi-dente - siamo nel Comitato organizzato-re del Campionato Invernale. Quest’an-no la presidenza è stata affidata al comandante Clemente Costigliola, pre-sidente della sezione velica del Circolo della Marina”. Per la prima volta il cam-pionato vedrà più regate in un giorno e il Comitato di regata è affidato all’espe-rienza di Alfredo Ricci. Punto di forza è l’attività di avviamento alla vela: “Nelle derive siamo presenti con Optimist e Laser - commenta Va-glieco -. Inoltre, lo scorso anno abbiamo organizzato il primo Campionato di mi-nialtura. Forti del successo stiamo pre-parando la seconda edizione”. Tra i nomi della vela mondiale che han-no mosso i primi passi sul pontile del Molosiglio, c’è Paolo Cian, protagonista della ranking list internazionale di match race, che segue, ancora adesso, le atti-vità della sezione napoletana. Una lunga

tradizione, dunque, e occhi aperti sul fu-turo: Vaglieco annuncia le tappe per tra-formare il Molosiglio in un polo per sport nautici: l’ampliamento della sede per dare spazio a didattica ed attività sociali e il trasferimento del Centro studi sulle tradizioni marinare.

RARI NANTES NAPOLIIl tempio della pallanuoto è il Circolo Rari Nantes, fondato nel 1905: è qui, infatti, che è nata questa disciplina. “Abbiamo tirato fuori i più grandi campioni - spie-ga il presidente Antonio Canale - Il fa-moso Settebello derivava dal fatto che la nostra squadra era formata da sette componenti della nazionale”. Campioni come Emilio Bulgarelli, al quale è stata dedicata la piscina di Poggioreale, Gil-do Arena, Pasquale Buonocore, Carlo Pedersoli, Carolina Fusco. “Oggi siamo impegnati a rafforzare la squadra - con-tinua Canale - anche se non mancano i problemi finanziari come capita negli sport minori”. Sport e funzione sociale caratterizzano l’attività del sodalizio di Santa Lucia: la piscina gestita da Sante Marsili con i figli Mario e Elios, coinvolge 400 ragazzi di un quartiere difficile come Poggioreale. “Il nostro sogno - aggiunge il presidente - è allargare le nostre attività ai tuffi e alla canoa. Aprire il circolo alla città: questo l’obiettivo del Rari Nantes, che punta ad allargare la base sociale. Un occhio anche alla cultura: tra i pro-

getti ci sono presentazioni di libri, con-ferenze, mostre e tornei di beneficenza.

CLUB NAUTICO DELLA VELA110 anni di vita per il Club Nautico della Vela, il terzo circolo napoletano “con po-chissimi anni di distacco dall’Italia e dal Savoia - precisa il presidente Gennaro Aversano -. Inoltre, per anzianità, siamo il sesto circolo italiano: all’epoca il 50% della vela stava a Napoli. Oggi il club conta su 200 soci, di cui l’80% appassionati di vela. “Le nostre - sottolinea Aversano - sono soprattut-to barche da regata e lo scorso anno il nautico ha collaborato al progetto dell’Alcor, la barca che ha partecipato alle regate del Mediterraneo e ad una regata transoceanica, l’ARC, arrivando seconda nella sua classe. Adesso vo-gliamo portarla verso traguardi ancora più importanti”.

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Il Nautico organizza ogni anno impor-tanti appuntamenti come i Trofei dell’A-micizia, Martinelli, Chiodo e l’Oreste Al-banese. “Inoltre – prosegue il presidente - facciamo parte, con gli altri circoli na-poletani, la Lega Navale, la Marina Mi-litare e l’Accademia, del Comitato che organizza il Campionato Invernale”.Centrale, per il Club di Borgo Marina-ri, l’impegno nell’educazione al mare: il Nautico dispone di una scuola vela Op-timist e Laser per ragazzi, nonché di una flotta Meteor per l’avvicinamento all’altu-ra. Nel palmares del sodalizio spiccano i trofei olimpionici dei fratelli Cosentino, e quelli internazionali di Igor Buchberger e Antonio Braucci.Il Nautico, inoltre, ha un’intensa attività sociale curata dalla Maestra di Casa: il Solstizio d’estate, la Festa della Casta-gna e quella della Donna. Oltre a mostre e presentazioni di libri.

CIRCOLO CANOTTIERI NAPOLIQuasi un secolo di storia sportiva - ba-sta dare un’occhiata alla vetrina dei trofei che domina l’ampio salone, per rendersene conto - e la convinzione, forte, di puntare sui giovani. Il Circolo Canottieri Napoli rimane fedele alla sua prestigiosa tradizione testimoniata, nella vela, dai successi di Carlo Rolandi, at-tuale presidente onorario FIV, per arriva-re alle recenti affermazioni di Vincenzo Sorrentino, che ha vinto il titolo italia-no. “Nel nuoto - sottolinea il presiden-te Curzio Buonaiuto - nostri campioni come Massimiliano Rosolino trovano i loro eredi in giovanissimi come Stefania Pirozzi, appena sedicenne, qualificata per i mondiali. Nel canottaggio abbiamo avuto olimpionici come Davide Tizzano e Mario Palmisano e la nostra squadra di pallanuoto, guidata da Paolo Zizza e attualmente impegnata in A2, ha colle-zionato coppe europee e titoli italiani”. La Canottieri Napoli vanta una ricca tra-dizione anche nella motonautica e nel triathlon, sempre con l’obiettivo di edu-care i giovani e aiutarli nelle loro scelte.Il Circolo conta oggi mille soci e si pre-senta alla città rimodernato dopo lunghi lavori di ristrutturazione: “adesso pun-tiamo, d’intesa con la Lega Navale e la Marina Militare, a sistemare il porticciolo - spiega Buonaiuto - integrando questi interventi nel più ampio progetto di si-stemazione del waterfront cittadino. Un

importante approdo al centro della città e un deciso contributo per riallacciare il rapporto tra Napoli e il suo mare”.

ARTISTICO POLITECNICOL’arte e la cultura nel cuore della città: non è un circolo nautico, ma l’Artistico Politecnico entra a pieno titolo nei sa-lotti cittadini, punto di riferimento per la Napoli che conta. Nato nel 1888 per iniziativa di un gruppo di pittori, ha visto tra i suoi iscritti protagonisti della vita cittadina come Matilde Serao ed Edo-ardo Scarfoglio, fino ai presidenti della Repubblica Enrico De Nicola e Giovanni Leone. “Anche l’attuale Capo dello Stato Giorgio Napolitano – sottolinea Adriano Gaito, presidente del Circolo - segue la nostra attività ed è intervenuto per salva-re i nostri locali dalla vendita giudiziaria”. Oggi la sede è di proprietà della Regione e l’Artistico Politecnico è impegnato a ri-lanciare il suo ruolo nel panorama cultu-rale cittadino, attraverso interventi come la sistemazione della ricca pinacoteca, trasformata nel Museo Giuseppe Cara-vita Principe di Sirignano.Il Comitato scientifico presieduto da Ful-vio Tessitore ha predisposto iniziative come la scuola d’arte, i corsi di avvici-namento al teatro per i bambini da 10 a 13 anni, laboratori di scrittura collettiva nell’ambito del progetto Unesco “Napoli Città della Letteratura”.Francesco Bellofatto

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TENNIS CLUB VOMEROAggregazione, sport e tradizioni in uno dei posti più suggestivi della città: il Ten-nis Club Vomero, antichissimo circolo napoletano, fu fondato nel 1907 e da allora non ha smesso di appassiona-re. Oggi il suo presidente è Raffaele De Laurentiis, e può contare su oltre 150 soci ordinari e 170 allievi della scuola di tennis, tra le più qualificate e frequentate della Campania. “Seguiamo bambini e ragazzi dai 5 ai 16 anni - spiega De Lau-rentiis -. Vengono seguiti con passione e alcuni riescono anche ad arrivare all’a-gonismo”. Il Tennis Club Vomero da un anno ha stretto una partnership con la prestigiosa Accademia Tennis Napoli, che interviene nell’allenamento dei gio-vani più promettenti. Questo nonostante il momento poco in-coraggiante per questa disciplina, che in Italia ha visto tempi migliori. “In passato - continua il presidente - sono cresciu-ti qui atleti che poi hanno disputato la Coppa Davis, come Pierino Marzano e Massimo Cierro. Oggi, invece, il tennis è piuttosto sottovalutato”. Le attività del circolo sono diverse e puntano ad aggregare attraverso lo sport, ma anche con la cultura, il teatro e le iniziative benefiche.

TENNIS CLUB NAPOLIE’ datata 1905 la prima pietra del Ten-nis Club Napoli: un circolo rivoluziona-io, perché in tempi bui per la condizio-ne femminile, ad inizio Novecento, aprì le sue porte alle donne. Ancora oggi, il Tennis Club Napoli si differenzia dagli altri grandi circoli proprio per questo aspetto: la presenza di donne non solo

tra le sportive, ma tra le socie. Su 900 associati, le quote rosa toccano quota 300. “L’azione del Tennis Club - afferma il presidente Luca Serra - si è sempre posta all’interno della vita culturale e so-ciale della città, cercando di aprirsi ad essa”. E’ per questo che tra le iniziative del circolo, oltre le attività agonistiche, ci sono la didattica per i bambini, l’avvici-namento allo sport e attività benefiche. “Nel 2007, infatti, abbiamo attivato un progetto insieme alle municipalità di Na-poli e alla Federazione regionale Tennis - continua Serra -: ogni anno assegniamo delle borse di studio per questa pratica sportiva a dieci bambini provenienti dafasce disagiate”. Alcuni di essi sono già pronti per l’agonismo, con risultati sod-disfacenti. Questo per dimostrare come il tennis sia cambiato insieme alla socie-tà: “Ormai non è più una disciplina d’éli-te - spiega il presidente - ma un bellissi-mo modo di stare insieme”. Nella storica sede della Villa Comunale, il Circolo ospita ogni anno, tra marzo e aprile, la Tennis Napoli Cup, prestigioso torneo internazionale che ha visto i gran-di campioni sfidarsi a colpi di racchetta.

Gaia Bozza

maltimento della vetroresi-na delle barche in disarmo: dalla tecnologia della Torcia al plasma una risposta al

servizio di aziende, approdi turisti-ci e bacini portuali. “La vetroresina – spiega Luciano Bardari di Italplasma – è un ma-teriale obsolescente, già utilizzato da mezzo secolo nella cantieristica da diporto. Una risposta allo smal-timento delle barche, che hanno esaurito il loro ciclo di vita, può venire solo dalla termodistruzione ad altissime temperature, che non immettono in atmosfera elementi inquinanti”. La vetroresina, come tutti i prodotti che contengono car-bonio, ha una notevole capacità energetica, che può essere capta-ta, valorizzata e massimizzata solo con il procedimento della torcia al plasma. In tal modo scomparireb-bero i cimiteri di barche: grazie ad un procedimento non inquinante, sarà possibile smaltire a costi con-tenuti scafi e carene, producendo energia attraverso il syngas scatu-rito dalla termodistruzione ad alte temperature. Su questo stesso tema c’è da re-gistrare il successo di Fiart Mare, tra le prime aziende in Europa ad utilizzare la vetroresina, premiata dallo Sceicco di Dubai all’Envi-ronment World di Montecarlo, per l’innovativo progetto, ELB (End of Life Boats), sullo smaltimento delle barche alla fine del loro ciclo di vita.

Torcia al plasmaper smaltire

la vetroresina

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o sport “corre” in aiuto dei con-tribuenti. Per promuovere ed incentivare l’attività sportiva di-lettantistica, la Legge finanziaria

per il 2007 ha introdotto la possibilità di detrarre dall’Irpef, nella misura del 19%, una parte delle spese sostenute per l’i-scrizione annuale e l’abbonamento dei ragazzi e dei giovani di età compresa tra i 5 e i 18 anni ad “associazioni spor-tive, palestre, piscine e altre strutture

e impianti sportivi destinati alla pratica sportiva rispondenti alle caratteristiche individuate con decreto del presidente del Consiglio dei Ministri, o ministro de-legato, di concerto con il ministro dell’E-conomia e delle Finanze”. Ai fini del riconoscimento della detrazio-ne è necessario che la spesa sostenuta sia certificata con bollettino bancario o postale, oppure con fattura, ricevuta o quietanza di pagamento, indicando: la ditta, denominazione o ragione sociale e della sede legale o, se si tratta di persona fisica, nome, cognome e resi-denza, codice fiscale del soggetto tito-lare dell’impianto sportivo; la causale del pagamento; l’attività sportiva esercitata;

l’importo corrisposto per la prestazio-ne resa; i dati anagrafici del praticante l’attività sportiva e il codice fiscale del soggetto che effettua il pagamento. Le ricevute e le certificazioni dei paga-menti effettuati non vanno allegati alla dichiarazione ma conservati ed esibiti su richiesta dell’Agenzia delle Entrate.Viene, inoltre, concessa la possibilità di inserire tra le spese detraibili in dichiara-zione, le erogazioni liberali in denaro ef-

fettuate da persone fisiche in favore del-le associazioni sportive dilettantistiche.La detrazione spetta nella misura del 19% e va calcolata su un importo com-plessivo non superiore a 1.500 euro per ogni periodo d’imposta.Anche in questo caso per fruire dell’a-gevolazione, il versamento deve essere eseguito tramite banca, posta, carte di credito, bancomat, carte prepagate, as-segni bancari e circolari non trasferibili intestati all’associazione destinataria e la documentazione comprovante l’ef-fettuazione delle erogazioni liberali non va allegata alla dichiarazione dei redditi, ma conservata dal contribuente ed esi-bita, se richiesta, agli uffici competenti

dell’Agenzia delle Entrate.Nel caso in cui l’associazione abbia as-sunto la qualifica di Onlus si possono dedurre le liberalità in denaro o in natura erogate nel limite del 10% del reddi-to dichiarato e comunque nella misura massima di 70.000 euro annui; inoltre , è prevista una detrazione dall’Irpef nella misura del 19% da calcolare su un im-porto massimo di 2.065,83 euro per le erogazioni liberali e i contribuenti pos-

sono decidere, in sede di presentazione della dichiarazione dei redditi, di destina-re alle associazioni sportive dilettantisti-che il 5 per mille dell’Irpef dovuta.A questo punto, visto che la legge cir-coscrive eccessivamente il novero dei beneficiari della detrazione, si auspica che le agevolazioni fiscali per chi pratica sport, ad oggi limitate solo alle giovani generazioni, vengano estese anche alle altre fasce di età al fine di promuovere ed incentivare l’attività sportiva tra tutti i cittadini.

Gilda Beneventowww.contribuenti.it

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DAL 1900

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ur avendo risentito come gli altri settori della congiuntura econo-mica non favorevole, il 51° Sa-lone Internazionale di Genova

non ha lesinato in termini di contenuti ed appuntamenti interessanti offerti ai visitatori, coniugando la migliore produ-zione internazionale con le eccellenze del design, dell’artigianato e dell’impren-ditoria Made in Italy con un programma di accoglienza che ha mirato al coinvol-gimento della città, alla educazione al mare, alla ecologia, allo sport, con uno sguardo alle dinamiche sociali politiche e fiscali.

Lasciati i bambini agli istruttori federali della scuola velica, allestita per i giorni del salone, il visitatore, libero di fanta-sticare l’acquisto della barca dei propri sogni passeggiando tra le oltre 2000 esposte ha potuto scegliere tra conve-gni tecnici come Nautica e Fisco, sugli aspetti politico-fiscali, le procedure do-ganali, i leasing, le prassi amministrative, le mostre fotografiche, la sezione Liguria della Biennale di Venezia e, grande novi-tà di quest’anno, la prova in mare.Nell’ambito del Salone, alla presenza dei vertici della Unione Vela d’Altura Italiana e della Federazione Italiana Vela, è stato

assegnato all’armatore napoletano Vin-cenzo De Blasio il Trofeo Sergio Mas-serotti- Armatore dell’anno Uvai 2011. Emozionato e felice ha ringraziato il suo equipaggio, il suo tattico Paolo Cian ed il suo trimmer e velaio Alberto Grippo.Altro successo tutto partenopeo l’as-segnazione del premio Fiv armatore of-fshore 2011, vinto dai fratelli Maurizio e Gianpaolo Pavesi ed il loro Le Coq Hardy che si sono distinti nelle regate d’altura con un equipaggio formato da soli amici.

Antonella Panella

e cifre e le indicazioni che giun-gono dalla ventiquattresima edizione della manifestazio-ne nautica Navigare, l’expò in

mare della nautica in Campania, parlano da sole: quindicimila presenze in nove giorni, tre appuntamenti istituzionali di supporto all’economia del mare e se-gnali di ripresa del segmento lasciano più che soddisfatti gli organizzatori. L’Anrc, Associazione nautica regionale campana, presieduta da Marco Mon-surrò, nel tracciare il bilancio consun-tivo della propria manifestazione trova riscontri più che positivi da parte degli operatori di settore presenti ed interve-nuti a Baia: “Possiamo sicuramente rite-nerci soddisfatti per quanto presentato a Baia in questi ultimi nove giorni di espo-sizione - afferma Monsurrò - abbiamo messo le basi per realizzare una mani-festazione che rappresenti con soddi-sfazione l’intera filiera della nautica. Ora dobbiamo attuare le progettualità pre-

sentate a Navigare dalla Regione Cam-pania e dalle Camere di Commercio, per poter diventare un appuntamento di ri-lievo nazionale”.Non sono state solo le 107 imbarcazioni presenti in acqua, disponibili per le prove in mare, o i 40 espositori di accessori e servizi per la nautica presenti sul molo, a creare indotto, ma anche l’intera offerta turistica e archeologica dei Campi Fle-grei. La stima di Anrc infatti valuta in circa 300mila euro l’indotto indiretto e in altri 200mila quello diretto creati dall’evento sul territorio di Baia. Una “ricchezza” che lo stesso sindaco di Bacoli, Ermanno Schiano, definisce “una linfa per la no-stra comunità considerato il momento, lontano dalla stagione estiva”.Altro dato importante emerso a Navigare giunge proprio dalle richieste d’acquisto. Negli ultimi anni i compratori giungevano alla definizione del contratto attraverso un leasing, invece a Baia i rapporti d’in-teresse sono stati diretti a testimonianza

che nessuno più compra barche oltre le proprie capacità economiche. Il tutto eviterà, nell’immediato futuro, quanto accadeva in passato, ovvero il rientro in cantiere dell’imbarcazione per rate lea-sing non versate, intasando le aziende che dovevano gestire l’usato invece che produrre il nuovo.Insomma segnali di ripresa importanti che proiettano la nautica da diporto, e i servizi collegati, verso orizzonti meno cupi e che, già in primavera a Baia du-rante il prossimo appuntamento di Navi-gare, possono trovare riscontro: “Entro metà novembre – conclude Monsur-rò – sarà riunita l’assemblea generale dell’Anrc per la definizione delle date dell’esposizione di primavera, tenendo conto del fitto calendario eventi del pe-riodo legato al mare ed alla nautica”.

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Genova,un Salonecontro la crisi

Navigare sbarca nei Campi Flegrei

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erso un sistema integrato per la portualità turistica in Campania e Lazio: è l’obiettivo del proto-collo d’intesa, siglato a Baia in

occasione della ventiquattresima edizio-ne di “Navigare” dai vertici delle Camere di Commercio di Latina, Napoli, Roma, Caserta e Salerno, in pratica una buona fetta della fascia costiera, ben 830 chi-lometri, che va da Civitavecchia a Sapri. Con questo accordo, i responsabili degli enti camerali intendono dare slancio allo sviluppo dell’economia del mare nei loro territorio, con un sostegno a tutte le fi-liere produttive con azioni di marketing territoriale; promozione dell’internazio-nalizzazione ed eventi fieristici di settore.Per Maurizio Maddaloni, alla guida dell’ente camerale napoletano, “questo accordo costituisce la concreta volontà di fare squadra in un territorio in cui la

risorsa mare risulta centrale e fonda-mentale per lo sviluppo”. Gli fa eco il presidente della Camera di Commercio di Roma, Giancarlo Cremonesi: “è un segnale importante e, forse, in contro-tendenza rispetto alle politiche del Pae-se. Noi vogliamo semplificare la vita agli operatori, ridurre e ottimizzare i costi re-alizzando insieme servizi da fornire alle imprese e creare sinergie e alleanze per competere anche all’estero”.

LE RICADUTE SUL LAVOROSecondo i dati di Unioncamere, l’eco-nomia del mare coinvolge in Italia circa 80mila imprese, dando lavoro a 670 mila addetti. Le due ragioni hanno un ruolo di primo piano: se si prende, ad esempio, il solo settore dei trasporti marittimi, in Campania sono localizzate il 9,6% delle imprese del comparto, mentre nel Lazio

sono localizzate il 9,1% delle imprese na-zionali, per un totale delle due regioni che sfiora il 20% del dato nazionale.Questi numeri vanno letti anche in ra-gione del loro effetto moltiplicatore sul mercato del lavoro: secondo analisi del Censis, infatti, ogni 100 nuovi addetti nel-le attività legate al mare, sono in grado di generare, a livello nazionale, ben 240 posti di lavoro, ed ogni 100 euro di richie-sta di servizi o beni, producono, sempre a livello nazionale, un reddito di 224 euro.Applichiamo questi numeri ad uno dei settori portanti dell’economia del mare a supporto dell’industria turistica: il mer-cato crocieristico registra infatti 1milione e 140 mila movimenti annui (dati 2010) nello scalo di Napoli e 1 milione 950 mila tra sbarchi, imbarchi e transiti nel porto di Civitavecchia.

conomia del mareE

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NUOVI INVESTIMENTIL’intesa “Regio Prima Latium et Campa-nia” punta a stimolare nuovi processi di investimenti pubblici e privati, attraverso un’ampia progettualità nei settori del-la cantieristica navale, turismo nautico, portualità e pesca.Primo passo la promozione e la sinergia tra iniziative fieristiche, sia per quelle già consolidate, quali il “Big Blue” di Roma, lo “Yacht Med Festival” di Gaeta, “Nau-ticSud” e “Navigare”di Napoli, sia per da realizzare in provincia di Caserta e Sa-lerno.Proprio i responsabili degli enti camerali di questi due territori sottolineano l’im-portanza di rafforzare, per l’economia del mare, un sistema a rete e le sinergie a sostegno delle imprese locali: “Un pro-tocollo che coinvolge le aree che hanno sbocco sul mare – dice Tommaso De

Simone della CCIAA di Caserta e pre-sidente Unioncamere Campania ha di-chiarato – avrà un riflesso positivo anche per le zone interne, coinvolte per l’incre-dibile indotto che crea il settore nautico, compreso quello agroalimentare”. Per Antonio Ilardi, vice presidente della Camera di Commercio salernitana, “lo sviluppo della nautica e della portualità contribuisce anche alla riqualificazione urbana, come sta succedendo a Saler-no dove sono in costruzione due nuovi porti turistici”.

IL PROGETTO INTEGRATOUn’intesa importante per una regione come la Campania, che ha 60 Comu-ni costieri (25 in provincia di Napoli, 4 in Terra di Lavoro e 31 nel Salernitano. Su queste aree si articola il sistema inte-grato della portualità turistica, che com-prende una sessantina di porti, marine e approdi, per una portata economica, tra diretto e indotto, valutata nel 2008 in 723 milioni di euro.L’ampio programma di valorizzazione del sistema, avviato dalla Regione con la modalità del Progetto Integrato, pre-vede 100 milioni di euro già investiti a valere sui fondi europei 200-2006. Altri 74 sono programmati nell’ambito della programmazione 2007-2013.Il Progetto integrato prevede la realizza-zione di interventi di messa in sicurezza, consolidamento e potenziamento degli scali, nell’ambito di un programma di razionalizzazione dell’offerta di approdi costieri nei centri urbani e nelle principali località turistiche della Campania.

I NUOVI MARINAA dicembre 2010 sono stati avviati e in parte portati a termine circa 80 interventi

per una spesa di 97 milioni di euro. La previsione, entro il 2013, è di portare a termine gli interventi programmati dal Progetto integrato, con la realizzazione di ulteriori 6.100 posti barca: si va dai nuovi marina di Porto Fiorito a Vigliena (Napoli), ai porti salernitani di Pastena e Arechi (quest’ultima, progettata dall’ar-chitetto catalano Santiago Calatrava, vede la sinergia tra il Gruppo Gallozzi e Invitalia, l’Agenzia nazionale per gli inve-stimenti e lo sviluppo d’impresa). Inoltre, dovrebbe vedere la luce il primo appro-do turistico in Terra di Lavoro, il porto di Castelvolturno (project financing intera-mente privato per 85 milioni di euro). A questi si aggiunge il progetto della Wa-terfront Flegreo Spa, per la realizzazio-ne di 300 posti barca, attrezzature, al-berghi, ristoranti, parcheggi e residence nell’area industriale ex Sofer).

IL PROJECT FINANCINGAltri 1.200 posti barca saranno ricavati attraverso la riqualificazione e valorizza-zione dei porti sorrentini di Marina d’E-qua, Marina della Lobra e Puolo, non-ché dei porti di Amalfi e di Forio d’Ischia, per una spesa complessiva di 63 milioni di euro. Tra le iniziative portuali conclu-se (per le opere a mare, ma non per le opere a terra) va segnalata Marina di Stabia, realizzato con circa il 50% di ca-pitali privati, che dispone di 1.400 posti barca. Il completamento degli interventi del sistema della portualità privata, origi-nariamente previsto al 2012, dovrebbe portare ad un incremento di circa il 50% dei posti barca attualmente disponibili in Campania al dicembre 2010. Ma, mai come in questo caso, il condi-zionale è d’obbligo…Francesco Bellofatto

Sviluppo portualePatto per il futuro tra Campania e Lazio

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omeriggio 1851: siamo nel So-lent, luogo caro ai velisti di ogni epoca, il braccio di mare che se-para l’Isola di Wight dalla costa meridionale dell’Inghilterra. Sotto

gli occhi della Regina Vittoria lo schooner America esce dalla nebbia e supera il va-scello reale, tagliando il traguardo. La Regi-na si rivolse ad uno dei suoi assistenti per conoscere il secondo classificato, riceven-do una risposta che è rimasta nella storia e che sintetizza, meglio di qualunque altra, lo spirito della Coppa America e la sua ri-cerca verso l’eccellenza: “Maestà, non v’è secondo”.La regata era la Coppa delle Cento Ghinee (tanto era costata), vinta dal New York yacht Club, e la vittoria rappresentava la rivincita del nuovo mondo sulla Gran Bretagna, fino ad allora considerata la più grande potenza navale del globo. Non solo, una vittoria di una giovane democrazia su una blasonata e coloniale monarchia. Da allora, per oltre un secolo, il trofeo è rimasto ben saldo nelle mani del New York Yacht Club, diventando la Coppa America, dal nome dell’imbarca-zione che aveva vinto.L’America’s Cup è oggi il trofeo più difficile da conquistare nel mondo sportivo: fedele al motto “There is no second”, in oltre un secolo e mezzo dalla regata nel Solent, il più antico trofeo internazionale è stato vinto solo da quattro nazioni.

Nella sua storia, caratterizzata anche da battaglie legali, la Coppa America ha visto per lungo tempo la superiorità delle barche americane. Ma vanno ricordate anche le cinque sfide lanciate, tra il 1899 e il 1930, dall’imprenditore del the Sir Thomas Lipton, che pur perdendole sistematicamente, era riuscito, sul piano commerciale, ad affer-mare il proprio prodotto oltreoceano. E’ la nascita del sistema delle sponsorizzazioni, che ancora oggi assicurano il sostegno alla gestione dei singoli team e alla complessa organizzazione della Coppa.Il 1930, anno dell’ultima sfida di Lipton, vede schierati i nuovi J-Class, affascinanti velieri che hanno segnato un’epoca nella storia della vela internazionale. Nell’imme-diato dopoguerra, con una lunga sosta du-rata fino al 1958, la scelta cade sui 12 Metri S.I. Sempre con la costante affermazione degli Stati Uniti. La rivoluzione, nella formula della Coppa, avviene nel 1970 quando, per la prima volta, sono più nazioni a lanciare la sfida: è l’inizio delle “challenger series”, volte a selezionare lo sfidante del Defender. Le re-gate di selezione prendono il nome di Louis Vuitton Cup, dall’azienda che le sponso-rizza fin dal 1983. Ed è anche l’anno che sancisce la fine della supremazia america-na: scendono in campo gli australiani, con una barca, Australia II, dotata di una chiglia alata che imprimeva alla barca prestazioni

photo: Pierrick Contin

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CALENDARIO & LOCATIONS

sei eventi nel 2012: il primo sarà a Ba-gnoli a fine aprile;tre/quattro venti nel 2013: il conclusivo a Bagnoli in maggio, da dove poi parti-ranno i team alla volta di San Francisco per la Louis Vuitton Cup. Gli eventi 2012 sono st ati assegnati a:

Napoli - ITAVenezia - ITACascais - PORPlymouth - GBRS. Diego - USABrisbane - AUS

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superiori a quelle delle altre, anche in con-dizioni meteo non ottimali. Gli australiani, in finale dopo essersi aggiudicati la Louis Vuitton Cup, si aggiudicano la Coppa dopo un’entusiasmante sfida con Liberty, guidata da Dennus Conner, “Mr. Coppa America”. L’evento si impone a livello mediatico in tut-to il mondo: dopo 132 anni gli americani e il New York Yacht Club dovevano cedere l’ambito trofeo.Ma Conner non si da per vinto, e nel 1987 a Freemantle, sotto l’egida del San Diego Yacht Club, si aggiudica la Coppa umilian-do il Defender per 4 a 0. Appena un anno dopo l’avvento dei neozelandesi, con l’in-solita sfida tra due barche diverse: il 134 piedi dei kiwi e il piccolo catamarano di Dennis Conner, che detta supremazia. Bat-taglia, però, con lunghi strascichi legali, ol-tre il campo di regata.Dopo questa insolita sfida, il Comitato orga-nizzatore introduce l’America’s Cup Class, ovvero barche molto simili tra loro dal punto di vista estetico, ma profondamente diffe-renti nei dettagli.Il 1992 vede la sfida tra due team america-ni per conquistare il titolo di Defender, con Conner fu battuto dal miliardario Bill Koch. E’ anche l’anno dell’esordio italiano: tra gli sfidanti, i kiwi si arrendono al Moro di Vene-zia, team tricolore guidato da Paul Cayard. E’anche la prima imbarcazione di un paese non anglofono, nei 141 anni della Coppa,

photo: Pierrick Contin - GreenCom Racing

photo: Pierrick Contin

L’AC45 è stato progettato dal team design di Oracle Racing che lo ha svi-luppato per le gare, i test e gli allena-menti del 2011.

Questo catamarano high-tech di ulti-ma generazione è spinto da un’ala alta oltre 20 metri e ha eccellenti prestazio-ni in condizioni di vento che spaziano dai 5 ai 30 nodi.

In grado di risalire il vento ad una velo-cità prossima i 30 nodi, l’AC45 è stato progettato per restare agile durante i match race previsti dall’America’s Cup Race Management (ACRM).

AC45Lunghezza scafo - 13,45 m Larghezza massima - 6,90 mAltezza albero - 21,50 m Pescaggio - 2,70 mDislocamento - 1400 kgAla rigida - 85 mq Fiocco - 48 mqGennaker - 125 mqEquipaggio - 5 persone

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ad accedere alla finale, vinta dagli america-ni di Bill Koch.Nel 1995 la Coppa va all’emisfero Sud, con i neozelandesi di Black Magic guidati alla coppia Sir Peter Blake-Russell Coutts che sbaragliano il Defender, capitanato dalla coppia Conner-Cayard. Ancora italiani in finale con Prada Challen-ge, dopo aver conquistato la Louis Vuitton Cup al termone di una serie di entusia-smanti sfide con Paul Cayard e America One. Purtroppo il confronto con i kiwi, gra-zie all’esperienza di Coutts, si risolve in un 5-0 a favore del Royal New Zealand Yacht Squadron.Lo stesso Russell Coutts ed altri compo-nenti del team neozelandese accettarono, poco tempo dopo la vittoria, la proposta di un imprenditore farmaceutico svizzero, Er-nesto Bertarelli. Alinghi si trova al cospetto di altri sfidanti di spessore quali Luna Ros-sa, del Prada Challenge di Patrizio Bertelli e altri tre sfidanti statunitensi, tra cui Oracle di Larry Ellison. Altre sfide furono lanciate da Italia, Francia, Svezia e, per la prima volta dopo sedici anni, Gran Bretagna.La Louis Vuitton Cup 2003 va ad Alinghi con un entusiasmante 5-1 su BMW Oracle Racing. In finale il team di Roussel Coutts batte i connazionali guidati dal suo allievo Dean Barker: per la prima volta la Coppa America torna in Europa, in una nazione senza mare, la Svizzera.La Société Nautique de Genève accet-

ta una sfida presentata dal Golden Gate Yacht Club di San Francisco, introducendo novità nella formula del trofeo per la 32ma edizione, come il vincolo della nazionalità e la possibilità, per i team, di ingaggiare velisti internazionali. Un nuovo organismo, l’AC Management, si occupa di tutti gli aspetti relativi alle Challenger Selection Series. La formula ha successo e l’edizione 2007, di-sputata a Valencia, diventa un evento glo-bale con un programma di regate articolate in quattro anni e disputate in diverse nazioni europee. Cresce l’interesse del pubblico e so affacciano nuove nazioni, come la Cina e il Sud Africa.Emirates New Zeland, guidata da Grant Dalton, si aggiudica la Louis Vuitton Cup battendo Luna Rossa. In finale cedono ad Alinghi, per un solo secondo nella regata decisiva.La Société Nautique de Genève diffonde il Protocollo della 33ma America’s Cup, che vede il duello, anche legale, tra Alinghi e BMW Oracle Racing, guidato da Larry Elli-son: due multiscafi giganteschi, con gli sta-tunitensi che, ad un mese dall’inizio delle regate, sostituiscono l’albero con un’avve-niristica ala rigida. A Valencia, nel febbraio 2010, la barca di Ellison dimostra una su-periorità schiacciante: il trofeo ritorna negli Stati Uniti.

Raffaele Rinaldi

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a sala della premiazione è gre-mita di regatanti che intonano un’ emozionante colonna so-nora, l’Inno di Mameli, mentre le immagini del Campionato

scorrono alle spalle dei vincitori.Dopo grande attesa, saltate anche quest’anno le date di fine maggio a causa del maltempo, si è disputata, il 2 ottobre la 102 esima coppa Lysistrata, storica regata organizzata dal Circolo del Remo e della Vela Italia, in condizioni meteo e di movimento marino perfette. A differenza dello scorso anno che ha vi-sto la competizione svolgersi a Lago Pa-tria, quest’anno gli organizzatori hanno deciso riportarla nello specchio d’acqua di via Caracciolo, per rispettare la tra-dizione che vuole la regata disputata in

mare, per un tratto di 1000 metri, garan-tendo così lo spettacolo sul lungomare di Napoli.Nove le regate di questa edizione, più di 200 gli atleti in gara, 8 i circoli par-tecipanti, tutti campani tranne il romano Aniene, e proprio quest’ultimo ha strap-pato la Coppa al Circolo Italia, detento-re del titolo negli ultimi tre anni.Si può dire però che parte della Coppa è rimasta a casa dato che nell’equipaggio del circolo romano, insieme a Andrea Palmisano, Luca Di Francesco, Lorenzo Porzio, Guglielmo Cavicchioli, Alessan-dro Orfei, Alessandro Rocchegiani, spic-cano tre napoletani, Giuseppe de Vita, Gaetano Iannuzzi al timone, e Raffaello Leonardo, olimpionico e campione del mondo.

Subito dietro l’Aniene, secondo classifi-cato è il Circolo Posillipo, mentre al ter-zo posto il Circolo Savoia, solo quarti i detentori del titolo del Circolo del Remo e della Vela Italia La Coppa Pattison, ri-servata al 4 jole categoria ragazzi, è sta-ta vinta dal Circolo Posillipo, mentre la Coppa Romolo Galli, per le imbarcazioni 4 jole juniores è stata assegnata al Cir-colo Stabia. Il canottieri Napoli si aggiu-dica invece la Coppa Cappabianca.Visto il successo della manifestazione e le olimpiadi programmate a Londra per il mese di agosto, gli organizzatori hanno deciso di far disputare la regata del 2012 nuovamente ad ottobre.

Claudia Campagnano

Lysistratanel Golfo il fascinodel remo

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u il magnate dell’edito-ria newyorkese Gordon Bennett Jr, nel 1909, a donare la Coppa al Real Circolo Canottieri Italia,

come ringraziamento per l’ospitali-tà data al Lysistrate, il suo pirosca-fo. La coppa fu messa in palio per la prima volta quello stesso anno diventando così non solo il trofeo di canottaggio più antico d’Italia, ma anche la seconda regata più antica d’Europa, seconda solo alla Coppa del Re d’Inghilterra. Vinta quest’an-no dal Circolo Aniene, la Coppa è stata vinta ben 28 volte dal circo-lo Canottieri Napoli. Il circolo del Remo e della Vela Italia l’ha con-quistata 16 volte, mentre il Circolo Posillipo ed il Canottieri Savoia solo 10 volte.

c. cam.

Fl Club Nautico della Vela ha festeggiato i 110 anni di vita: fon-dato nel 1901, ha collezionato, nel corso degli anni, successi e grandi consensi, ma ha visto anche succedersi momenti di seria difficoltà.Proprio gli ultimi dieci anni sono stati caratterizzati da una vera

e propria “ricostruzione”, avviata e conclusa dall’energico presi-dente Gennaro Aversano, che ha rimesso in piedi il Club dopo i problemi che ne avevano seriamente minato le basi.“La lunga fase calante del Circolo - spiega il presidente - dovuta a difficoltà economiche che hanno inciso negativamente sulle at-tività sociali e sportive, è iniziata proprio nel momento di massimo splendore, durante le celebrazioni per il centenario e il Campionato Italiano Ims, trasmesso in diretta nazionale”. Uscire dal pantano della crisi è stato faticoso: “C’è voluto un grande lavoro e sforzo da parte mia, allora vicepresidente - continua Aversano - insieme ad alcuni soci realmente interessati alla vita del Club e non all’au-tocelebrazione e al rendiconto personale, per risolvere i problemi e riavviare le attività con successo. Sono stati davvero anni di dura manovalanza”.I risultati non sono mancati e hanno stupito tutti coloro che consi-deravano lo storico sodalizio ormai sconfitto. L’attività sportiva del Club è ripresa a pieno ritmo con la Regata dell’Amicizia ed i Trofei classici dedicati a personaggi che hanno segnato la storia recente della vela: Oreste Albanesi, Alessandro Chiodo, Gaetano Martinelli e Nino Cosentino. La scuola vela è stata riavviata con successo e attualmente, per i più piccoli, prevede anche un campo estivo. Sempre presenti in programma, inoltre, le attività dedicate alla cul-tura e al sociale, tra le quali visite guidate alla costa in barca a vela.

Paola Vona

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Il trofeopiù anticod’Italia

110 annicon il vento in poppa

foto: francesco Rastrelli

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n libeccio di circa 8-10 nodi ha consentito il regola-re svolgimento delle 6 prove previste e l’assegna-zione del titolo del Primo Trofeo Oreste Albanesi, istituito per ricordare la figura dell’indimenticabile apassionato di mare e maestro velista. Vince il Meteor del Club Nautico “‘a fenestella” (Ruberto,

Varelli, Noviello).Tutti allievi di Oreste. Hanno seguito “Eu-plea” di Mario Greca e “Re di Cuori” di Gianluca Albano. Ha vinto in categoria minialtura il Comet 21 “Grey Hound “ di Franco Paolo De Luca, timonato da Fabio Caldeo, seguito da “Angela” di Vincenzo Panella, per l’occasione timonata da Alberto Grippo. Terzo “Ares III” di Pasquale Scolamiero.Condizioni meteo marine meno fortunate hanno caratteriz-zato, invece, il trofeo Serapide organizzato, il 15 e 16 otto-bre, dalla LNI di Pozzuoli. Il grecale che ha soffiato nel golfo a circa 35 nodi ha reso possibile una sola prova e non ha consentito una folta partecipazione. Delle dieci imbarcazio-ni che si sono avviate alla partenza, quattro hanno dovuto ritirarsi per i danni subiti a vele ed attrezzatura. Vince “Use me”, il Fun della scuola timonato da Antonio Niccoli, con Massimo Govoni alle scotte. Comet 21 d’argento per Luca Carafa, seguito dall’altro Fun “Cavallo Pazzo”. La prova di-sputata in memoria di Rosario Colella.

Antonella Panella

UUomo di mare e di cultura, allievo ed amico di Nino Cosentino, Oreste Albanesi è stato a sua volta mae-stro di una generazione che ora naviga felice nel golfo ed oltre. “Il mondo della vela – si legge in uno dei manuali di vela scritti da Albanesi - offre un ventaglio di opportunità pressoché infinite: è vela sicuramente quella indirizzata alle competizioni olimpiche; è vela quella che conduce a fare il giro del mondo, caso mai in solitario… ma fa anche vela chi vuole farsi un gi-retto a prendere il sole, purché lo faccia secondo le buone regole della marineria, vale a dire in tutta sicu-rezza senza mettere a rischio né la propria né l’altrui incolumità”.

a.pa.

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TROFEOALBANESI

SENTITEIN BANCHINAPIPALUK ALL’ARC 2011Pipaluk, Jeanneau 54 armato da Francesco Massaro della Lega Navale di Sorrento, ha cominciato la sua avventura per la ARC 2011: La barca è partita alla volta di Gran Canaria dalla quale il 20 novembre prenderà il via la regata con arrivo all’iso-la caraibica di St. Lucia. Buon Vento!

TROFEO ACHILLE ONORATODisputato a Napoli il I Trofeo Achille Onorato, organizzato dal-la Scuola Vela Mascalzone Latino per Optimist e O’Pen Bic. Vincitrice della classe O’Pen Bic è stata Angela Russo, allieva della scuola vela; per gli Optimist, fra i cadetti, ha vinto Giu-liano Galiano (RYCCS), fra gli juniores ha conquistato il podio Luigi Michelini (RYCCS).

TROFEO DELL’AMICIZIALa XXV edizione del Trofeo dell’Amicizia, organizzato dal Club Nautico della Vela di Napoli, è stata vinta, in classe ORC, da

Sexy di Marco e Carlo Varelli; in classe Meteor, da Titina La Strega di Maria Raffaella Borriello e da Lea di Massimiliano De Martino in classe Libera.

AUDI MELGES 20 EUROPE CUPScenario fiabesco per le regate dell’Audi Melges 20 Europe Cup, che chiude il circuito Audi Sailing Series Melges 20 a Venezia. Vince Audi Fratelli Giacomel (Guido Miani, Gabriele Benussi e Nevio Sabadin), concedendosi il lusso di non dispu-tare l’ultima prova, grazie al vantaggio sul secondo, Notaro Te-am-Domenici-Fornaro. Il napoletano Legionario, di Giancarlo Capolino (tattico Francesco Ivaldi) che chiude al terzo posto.

GOLFO DI SALERNO PER 2 / PER TUTTIAlla “Golfo di Salerno per 2 / per Tutti” quest’anno solo undici le barche iscritte, nei raggruppamenti Crociera-Regata e Libe-ra, che si sono date battaglia sul percorso costiero Salerno-Agropoli-Salerno. L’unica barca a tagliare l’arrivo a 7 minuti dallo scadere del tempo limite è Stupefacente, il 36.7 di Anto-nello Stanzione (LNI Salerno).

CANOTTAGGIO: l’argento dei MondialiDopo i successi di giugno all’Italiano di Ravenna, con 4 tito-li napoletani, anche l’argento del Mondiale di Amsterdam è giunto sotto il Vesuvio. L’equipaggio italiano che ha sfiorato l’oro, conquistato dai tedeschi per 25 centesimi di secondo, era formato da Giuseppe Vicino (CRV Italia), Marco Di Costan-zo (CN Posillipo), Simone Ponti e Mario Paonessa (Fiamme Gialle).

Oreste Albanesi

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l mare è una “chiave” che consente di aprire qualsiasi porta, un mezzo per su-perare qualsiasi barriera: non ha dubbi il presidente della Sezione napoletana della Lega Navale Alfredo Vaglieco, presentan-do la nona edizione della regata di barche

a vela per i giovani con sindrome di Down, va-lida come quarta prova del campionato au-tunnale. Un evento nel quale molto conta l’en-tusiasmo dei numerosi ragazzi che ogni anno prendono parte a questa iniziativa: quest’anno erano quaranta.La manifestazione è stata organizzata dalla Lega Navale sezione di Napoli e dall’Asso-ciazione Sindrome di Down, che si occupa di sensibilizzare l’opinione pubblica per un inseri-mento attivo nella società dei ragazzi affetti da questa malattia, e con l’adesione quest’anno, in occasione della giornata nazionale Sindrome di Down, della Marina Militare, della Regione Campania e del Comune di Napoli. Il sindaco Luigi De Magistris ha preso parte alla cerimo-nia di premiazione, consegnando gli attestati di partecipazione a tutti i ragazzi.Partita dal Molosiglio, in condizioni meteo che con raffiche di 30 nodi hanno messo alla prova i regatanti, la gara si è svolta nello specchio d’acqua di via Caracciolo, consentendo ai cittadini di assistere a questa manifestazione speciale. Un momento importante che consente ai ra-gazzi di sentirsi integrati nella società, e di sen-sibilizzare i cittadini sulla Sindrome di Down.Le imbarcazioni vincitrici del Trofeo sono state: Patricia con a bordo Livia Capozza, Jonathan Livingston con a bordo Salvatore Speranza, Vagamondo con a bordo Ilaria D’Alessandro, Twist con a bordo Gregorio Farina e Barbara III con a bordo Carmen Scianguetta.Prossimo appuntamento con la solidarietà per la Lega Navale Italiana è la regata del 14° Tro-feo Telethon in programma il 17 dicembre nelle acque del Golfo di Napoli.

Claudia Campagnano

a Scuola Vela Mascalzone Latino ha da poco avviato, presso la sede del Molosiglio, i primi corsi. “Non intendiamo assolutamente stravolgere l’identità originaria della scuola - spiega il direttore Roberto De Rosa -: l’o-

biettivo principale resta, infatti, quello di portare avanti le attività dedicate ai ragazzi a rischio selezionati da associazioni e fondazioni attive sul territorio. Per il fu-turo intendiamo avviare anche un progetto di avvici-namento ai mestieri legati alla nautica da diporto, per il quale allestiremo un laboratorio”.Nel 2010 la Scuola ha accolto più di 200 ragazzi pro-venienti da ambienti disagiati di Napoli e provincia, che hanno avuto la possibilità di frequentare corsi di vela gratuiti e usufruire della mensa, della palestra e del servizio di doposcuola, seguiti da una psicologa e alcuni tutor. La Scuola organizza due Trofei, dedicati a Rita Morgera e ad Achille Onorato, entrambi inseriti nel calendario zonale FIV, durante i quali si è messa in luce, nella classe O’Pen Bic, una delle prime allie-ve della Scuola, Angela Russo, 12 anni, vincitrice del Trofeo Onorato e seconda al Morgera.

Paola Vona

MascalzoneLatino

Scuola di vita sul mare

LNIuna regata per

persone speciali

L

I

photo: Francesco Rastrelli

photo: Francesco Rastrelli

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Saphira il 50 piedi dell’armatore Raffaele Archivolti, timonato da Paolo Cian, nel Campionato In-vernale del Golfo di Napoli dopo le due prime regate guida la clas-sifica della propria categoria, en-trando così nell’albo d’oro della Coppa vinta in passato da presti-giose imbarcazioni quali Mascal-zone Latino.

Saphira si aggiudica la Coppa Pacifico

photo: Antonio Costantino

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uovo programma e partner per la VII edizione di La Re-gata delle Torri Saracene, manifestazione di vela d’al-tura che da Marina di Stabia a Sapri, unisce i due golfi ogni estate con competizioni sportive ed itinerari turistici all’insegna di bellezze ambientali, storia e tipicità enoga-

stronomiche. Il programma di quest’anno è stato anticipato in una conferenza indetta dalla Lega Navale di Sorrento al Comune sor-rentino, nuovo partner dell’evento, dove Mario Muscari, presidente dell’associazione regata delle torri saracene ha svelato le tappe più eclatanti. La partenza anche quest’anno sarà da Marina di Stabia e l’arrivo è al Golfo di Policastro. Tra i circoli partecipanti avremo da quest’anno anche la Lega navale di Sorrento e il circolo velico di Vico Equense - spiega Muscari - La kermesse si svolgerà nella prima decade di giugno e il taglio del nastro di partenza sarà in diretta sulla web tv del sito www.30nodi.com media partner della nostra regata. Lungo il viaggio ci saranno vari appuntamenti eno-gastronomici, con la gara di cucina tra i regatanti e le escursioni nel Parco Nazionale del Cilento, via mare e via terra’’. Prove inter-medie amatoriali, che non avranno però peso sulla scelta del vin-citore. Il primo premio infatti andrà a chi percorrerà in meno tempo il percorso, andata e ritorno, da Marina di Stabia al porto di Sapri. L’appuntamento è dunque dal 2 al 12 giugno. Le iscrizioni sono aperte da oggi, per info e contatti è possibile visitare il sito www.regatetorrisaracene.it. È confermata anche la presenza al Salone Nautico Big Blu di Roma, dove sarà possibile iscriversi per la par-tecipazione alla regata.

3-4 dicembre, Campionato Zonale Match Race

4 dicembre, Pozzuoli, IV prova Campionato invernale del golfo di Pozzuoli 11 dicembre, Salerno, III Prova 31° Campionato Inver-nale del Golfo di Salerno, Lega Navale Salerno

11 dicembre, Salerno, IV Prova 31° Campionato Inverna-

le del Golfo di Salerno, Comita-to Circoli Velici Salernitani

11 dicembre, Napoli, IV Pro-va 41° Campionato Invernale del Golfo di Napoli, Trofeo Marti-nelli, Club Nautico della Vela

17 dicembre, Napoli, Trofeo Telethon, Lega Navale sezione di Napoli

(www.velaincampania.it)

Quando la vela diventa.....Donna

Short news

news

UnoUnoCinque Sailing Team, asso-ciazione per la diffusione della ma-rineria velica, ha da poco costituito un team tutto al femminile che ha già riscosso i primi successi. Rober-

to Madonna, vicepresidente dell’associazione, ci ha raccontato le diverse fasi del progetto.Come è nata l’idea di “tingere di rosa” il Sailing Team UnoUnoCinque?L’idea di formare un team composto intera-mente da ragazze ci è venuta seguendo l’ul-tima edizione della Ladies Cup che ha mes-so in luce le tante brave veliste del panorama partenopeo. Abbiamo così dato in gestione una delle barche dell’associazione, il Bavaria 36 Lady Fuzikian, a Monica Di Franco e Marilù Limone, due delle organizzatrici della Ladies Cup, perché partecipassero alle competizioni zonali della stagione sportiva 2011/2012 con un nuovo equipaggio tutto femminile.C’è qualcuno che vi ha sostenuto?Il progetto è stato portato avanti e si è concre-tizzato anche grazie allo sponsor Cia Sicurezza a cui l’idea è piaciuta molto. Nel mese di luglio il “Lady Fuzikian - Cia Sailing Team” è stato quindi ufficialmente composto da Monica Di Franco, Marilù Limone, Giovanna Capone, Iaia Di Franco, Claudia Ruberto, Anna Martone, Zelda Marino, Ivana Imparato e Marina Padulano (nella foto in lato).Che tipo di organizzazione è stata seguita?Le ragazze, con anni di esperienza alle spal-le, da settembre hanno avviato gli allenamenti, seguite dal direttore sportivo dell’associazione Pietro De Vargas, per poi partecipare alla loro prima competizione, l’Ottovelante, e continua-re da sole.Quali sono stati i risultati conseguiti fino ad oggi?L’equipaggio si è dimostrato da subito affiatato ed ha ottenuto notevoli risultati conquistando la coppa Nato Yacht Club e il terzo posto Overall in Classe Libera nel Quarto Campionato delle Isole. Ora il team è impegnato nel Campionato Autunnale di Napoli, anche se con GPH pena-lizzante, e per l’immediato futuro prevediamo la partecipazione al Campionato Invernale di Na-poli o Pozzuoli.

Paola Vona

L’

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Monica Di Franco, Iaia De Marco, Marilù Limone, Ivana Imparato

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na passione profonda 61 metri quella di Ma-ria Felicia Carraturo, unica atleta italiana al Mondiale di Apnea

Aida 2011 svoltosi a Kalamata, in Grecia lo scorso Settembre.L’atleta napoletana sceglie un debutto mondiale e realizza il record italiano di “free immer-sion”, disciplina di discesa e risalita a braccia lungo il cavo.La storia di questa passione che si trasforma in una pratica sportiva nasce per puro caso: chiusa per lavori di ristruttura-zione la piscina in cui si allena-va per i master di nuoto, spinta dal fratello, Maria Felicia poco convinta si iscrive ad un corso di apnea.“La folgorazione l’ho avuta il 17 Marzo 2006, alla prima immer-sione – racconta la Carraturo - in un giorno di pioggia, a Nisida. Mi sono tuffata dopo essermi lamentata con l’istruttore per le condizioni metereologiche, il mare grigio e il freddo”.Preoccupati dalla prolungata immersione, l’istruttore è sceso a prenderla a 15 metri, mentre, incantata, godeva del mondo sommerso. “Ho scoperto le conchiglie sul fondo!”, spiega così il suo trattenersi, in assetto costante, nel mondo di Nemo.Un paio d’anni di sosta dopo l’immersione del corso di 2° grado, in cui registra 31 metri

nonostante l’influenza, e torna a toccare i 53 a Sharm el Sheik. Calzato il monopinna, Felica si tuffa a 61 metri. Il campione ita-liano Federico Mana la nota ed esclama: ”sei da mondiale”!Nel 2010 il primo allenamento agonistico finalizzato al Mon-diale; a Rodi, Enrico Lupo, suo allenatore da sempre, non può seguirla e l’affida a Giampiero Genovese. Il personale in asset-to variabile raggiunge i 74 me-tri, fa pensare che può battere il record italiano di 75metri. In quella sessione di allenamento ogni volta che, per risparmiare energie, si tuffa aiutata dal cavo, si accorge che la “free immer-sion” le è congeniale.Scopre un altro modo di tuffarsi, più maturo, un’altra concentra-zione, il piacere della lentezza, “in godimento”, come lei ama definirlo. Il tuffo deve darle pia-cere, ama ascoltare le sensa-zioni che le provoca e non esita a riemergere se le emozioni non l’accompagnano al record o alle sue quote abituali.Del mondiale dice di averlo vissuto in modo ”apneistico”, vivendo e assorbendo ogni emozione, orgogliosa di rappre-sentare l’Italia.Prossimo obiettivo di Maria Feli-cia: il record in assetto costante.

Antonella Panella

Campionato Invernale di Roma

Trofeo Deutsche BankMondialedi Apnea

La 31° edizione del Campionato Invernale di Roma, iniziata il 30 ottobre con la prima regata, prevede 10 prove che si concluderanno l’11 marzo. Il successo della scorsa edizione, svol-tasi su un unico campo di regata, con prove molto competitive ma anche equilibrate e con una classifica incerta fino all’ultimo, ha deter-minato la scelta di mantenere gli stessi rag-gruppamenti: Regata ORC e IRC, Crociera Ve-loce, Crociera, IOR e Minialtura si misureranno sullo stesso campo di regata con partenze e percorsi differenziati. Tornano inoltre le Vele bianche (minimo otto iscritti), raggruppamen-to che è stato riproposto per incentivare alcuni armatori/diportisti a diventare armatori/sporti-vi, mettendosi in gioco su un campo di regata. Per le Vele bianche sarà allestito un esclusivo percorso a triangolo.Per rendere ancora più competitivo e affasci-nante il Campionato, all’ultima regata del 2011 verrà assegnato al primo dei sette raggruppa-menti il Trofeo Campione d’Inverno - Deutsche Bank.News e Bando di regata sono consultabili sul sito www.cvfiumicino.it sezione regate.Domenica 30 ottobre, le 115 imbarcazioni iscritte al XXXI Campionato Invernale di Roma, organizzato dal Circolo velico Fiumicino, si sono ritrovate sul campo di gara per la prima giornata di prove. Le previsioni dei principali siti meteo facevano temere il peggio, dando come intensità del vento massimo 4 nodi; invece alle ore 10,30 sul campo di regata si registravano 6/7 nodi da 90° gradi, questo ha permesso al Comitato di Regata di dare il via alla prima prova. Alla seconda bolina il Comitato ha effettuato un cambio di percorso, in quanto il vento è girato passando da 090° gradi a 130 gradi. Il vento durante lo svolgimento della regata ha raggiunto gli 8 nodi, permettendo di fare una bella prova; già in partenza si sono visti equi-paggi determinati e belle manovre nonostante il poco vento. In classe Regata il primo a raggiungere la linea di arrivo è stato Asso di Fiori di Maurizio Fiori, seguito da Kalima di Franco Quadrana, e terzo Nautilus Wave di Pino Stillitano.Primo all’arrivo in classe Crociere veloce, Lam-po di Massimo Piamonti, secondo Utopia di Fabrizio Proietti, seguito da Shirly di Claudio Rosi; mentre nella classe Crociera il primo a ta-gliare la linea d’arrivo è stato Patrizia di Gianni Scarpellini, davanti a Corto Maltese di Maurizio Angelillo e Flama di Miraglia e Ceroni.Nel raggruppamento Minialtura primo in tempo reale Parabellum di Stefano Punzo - Mad Fish, secondo Esterica3 di Mad Fish e terzo Beep beep j di Vanni Venezia. La classifica Vele Bian-che vede primo in tempo reale Skorpion di En-rico Costanzo, secondo Maya di Gabriele Mo-rale, seguito da Garopera di Massimo Gallo.

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U

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Stile & Design S

a curadell’architettoRoberta Errico

ellness domesticoComfort e intimità

W

Il bagno non viene più inteso solamente sotto l’aspetto

funzionale dell’igiene personale ma diventa

un luogo di esperienze sensoriali sempre più

personalizzate

Piante e leggerefoglie cadentidiventanoparte integrantedegli elementidecorativiamplificandol’interazionecon una naturasemprepiù dentro casa

[email protected]

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SD

elle fiere di settore di otto-bre i grandi nomi dell’archi-tettura e del design italiano hanno messo sotto l‘occhio incuriosito di noi visitatori le

loro interpretazioni dei modi dell’abita-re ed hanno offerto spunti, riflessioni e nuove ispirazioni. Oggi ci occupere-mo dello spazio bagno e di come la parte più intima di una casa riesca a trasmettere energia positiva e ci predi-sponga al meglio per una buona dose energizzante a prima mattina, quando il buon umore è d’obbligo, per affron-tare a pieno regime le nostre indaffara-tissime giornate.Con la sua nuova interpretazione, il bagno non viene più inteso solamen-te sotto l’aspetto funzionale specifico dell’igiene personale ma diventa un vero e proprio centro wellness dome-stico, luogo di esperienze sensoriali sempre più personalizzate.Un posto dedicato alla cura di sé oltre che del proprio corpo che le continue elaborazioni e sperimentazioni pro-gettuali hanno reso sempre più pro-tagonista dell’abitare contemporaneo ed oggetto di notevoli attenzioni sia da parte degli utenti che dei progetti-sti. Lasceremo perdere per una volta lo stile minimal, le sofisticate cromie dei grigi e delle tinte della terra, il total white, la matericità dei legni e dei ri-vestimenti naturali per farci sedurre da

quelle soluzioni e quelle possibilità de-corative dominate dalla freschezza dei colori e la vivacità degli accostamenti. In alternativa ai pattern grafici, ai rive-stimenti dai toni sfumati e naturali delle ambientazioni metropolitane vogliamo soffermarci sulle nuove atmosfere cre-ate invece dalle tappezzerie da bagno a base floreale che riportano dentro casa la freschezza delle nuances da giardino.Le linee morbide dei motivi dei tessu-ti a parete a contrasto con le rigorose forme dei sanitari e degli arredi che proponiamo in queste pagine ci avvol-gono in una luce delicata e fantasiosa. Largo al colore: verde, fucsia, il tocco delle gradazioni del blu spesso acco-state a maxi disegni a parete creano un gioco di contrasti perfetto. Piante e leggere foglie cadenti diventano par-te integrante degli elementi decorativi amplificando l’interazione con una na-tura sempre più dentro casa. Accattivante l’energia elettrica delle forme e dei colori dei trend giovanili: perché farne a meno? Dedicati a chi non ama prendersi trop-po sul serio: una serie di oggetti gio-cattolo come il pallone da calcio o il mappamondo che, trasformati in ele-menti funzionali, rendono gli accessori bagno veri e propri elementi composi-tivi che fanno divertire.

NLa scelta della fantasia della carta da parati viene proposta sulla base delle ampiezze dei locali, così come an-che la scelta dei colori. E’consigliabile qualora gli ambienti abbiano dimen-sioni contenute rivestire magari una sola delle pareti e lasciare il resto con nuances neutre per evitare un caos cromatico privo di linee guida. Il gio-co di contrasti va fatto seguendo un unico filo conduttore di massimo due tinte base e tenendo il resto il più pos-sibile in toni neutri.Sarebbe opportuno qualora la fanta-sia del parato costituisca un elemento vivace e preponderante che i sanitari, gli accessori, asciugamani e tappeti conservino linee un po’ più rigorose e colori più uniformi ma accostate na-turalmente alle nuances delle tinte a parete. La presenza di verdi foglie anche or-ganiche poste in verticale genera una piacevole sensazione di accoglienza e vitalità non solo visivamente ma anche olfattivamente e sono uno sfondo ide-ale per contrastare gli schemi minima-listi del design stile nordico. r.e.

Dedicato a chi non ama prendersi troppo sul serio: una serie di oggettigiocattolo che,trasformati in elementifunzionali, rendonogli accessori bagnoveri e proprielementi compositiviche fanno divertire

istruzioniper l’uso

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port

folio

Orfeo Soldati, ha ricevuto numerosi riconoscimenti nazionali ed internaziona-li e pubblicato su molte riviste (in Italia, tra gli altri, “i Viaggi di Repubblica” e “Hystrio”, in Francia, “Photo”). Ha all’attivo alcune mostre personali, tra cui “Lettere da San Rafael”, con l’Alto Patrocinio dell’Ambascia-ta del Nicaragua in Italia, e “Sud&Sud”, con Francesco Bellofatto.

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Orfeo Soldati

Orfeo Soldati, napoletano, medico “sans frontières”, fotoreporter e raffinato gastronomo, ha viaggiato a lungo in Medio Oriente e in America Centrale. Come fotografo ha percorso molti sentieri: foto di scena, fotosub (istruttore PADI), ma soprattutto numerosi reportage di viaggio, che lo hanno portato ad esplorare alcuni tra i più suggestivi fondali del mondo, dal Mar Rosso ai Caraibi e all’Oceano Indiano.

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Il 14 ottobre scorso, nei cantieri navali Fassmer a Brema, Gre-enpeace ha ufficialmente varato la nuova Rainbow Warrior III. La costruzione è stata resa possibi-

le dalle donazioni di più di 100mila so-stenitori che hanno potuto acquistare varie parti della nave attraverso il sito http://anewwarrior.greenpeace.org.Progettata come veliero, l’ammiraglia della flotta ambientalista si propone come modello di imbarcazione eco-sostenibile: i suoi alberi ad arco rag-giungono i 54 metri sul livello del mare e, con una velatura di circa 1.260 me-tri quadri, permetteranno di ridurre le emissioni dei motori. La nave è inoltre provvista di un ponte portaelicotteri e di un collegamento satellitare con col-legamenti a banda larga, consentendo al mondo intero di seguire l’equipaggio durante le missioni. La costruzione della Rainbow Warrior

III è cominciata nel luglio 2010, 25 anni dopo l’affondamento, nel porto di Auc-kland, della Rainbow Warrior I, duran-te un blitz delle forze speciali francesi nel quale morì il fotografo Fernando Pereira. Nel 1987, poi, l’acquisto della Rainbow Warrior II. Molte delle vittorie di Greenpeace a difesa dell’ambiente si devono proprio a queste imbarca-zioni, “I Guerrieri dell’Arcobaleno”, bat-tezzate così in riferimento ad un’antica profezia degli indiani Cree: “Arriverà un tempo in cui la Terra si ammalerà. Quel giorno uomini di ogni razza e cultura formeranno una nuova tribù e lavo-reranno per curarla: li chiameremo i Guerrieri dell’Arcobaleno”.Sarà possibile visitare la Rainbow War-rior III il 14 e 15 Dicembre a Genova, unica tappa italiana del tour europeo inaugurale. Dopo, il Guerriero, punterà la prua verso l’Amazzonia.Paola Vona

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Foto di Oliver Tjaden

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photo: Oliver Tjaden

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Napoli com’eraa sirena prende terra qui, con coloni provenienti da Cuma che fondarono l’emporio por-tuale di Falero, a metà strada fra la spiaggia e l’isola di Me-

garide, all’ombra del colle di Pizzofalco-ne. Siano alle origini di Partenope, poi divenuta Palepoli, la “città vecchia”, che in epoca romana ospiterà l’Oppidum Lu-cullianum, ultima dimora dell’imperatore Romolo Augusto.Quel che restava del complesso fu ri-convertito in un monastero monastico e poi in fortezza. La vera trasformazione di Santa Lucia avvenne sotto il vicereame spagnolo, con l’importante intervento affidato a Domenico Fontana, che trasformò l’area in uno dei più prestigiosi siti cittadini. Nel corso del Settecento divenne meta dei viaggiatori del Grand Tour, con le celebri dimore ed i primi alberghi, come quello dell’Aquila Nera.

IL MARTIRIO DI CARACCIOLOMa il nome di Santa Lucia è indissolu-bilmente legato a Francesco Caraccio-lo, ammiraglio della Marina Borbonica

e martire della repubblica napoletana del ‘99, che, per ordine dell’ammiraglio Nelson, fu impiccato e gettato in mare proprio davanti alla spiaggia del suo rio-ne. Il suo corpo riemerse e fu recuperato dai pescatori di Santa Lucia, e fu sepolto nella chiesa di Santa Maria della Catena.

LA COLMATAIl risanamento del quartiere avvenne dopo l’Unità d’Italia, con l’allargamento e la rettifica di via Partenope, e la colmata a mare (iniziata nel 1869 e completata nel 1919) con la creazione dell’attuale Rione Orsini. Un mutamento che sollevò molte voci critiche degli intellettuali dell’epoca, secondo i quali il fascino della zona sa-rebbe stato irrimediabilmente danneggia-to: tra gli altri il poeta Ferdinando Russo e Matilde Serao, che bollò il risanamento come un’operazione di facciata. In effetti, togliere il mare a Santa Lucia suscitò all’epoca grande clamore. Era il porto del popolo, era l’approdo ove i pe-scatori tiravano a secco le loro barche, un punto di riferimento per gli emigranti che vi passavano avanti con i piroscafi diretti nelle Americhe.

GLI HOTEL DEL GRAND TOURMa con la colmata fu risanato anche il Pallonetto a Santa Lucia, il dedalo di viuzze strette e malsane che si inerpica alle pendici di monte Echia. La profonda metamorfosi di Santa Lucia accentuò, inbeve, il suo carattere turistico e resi-denziale, con l’edificazione di alcuni tra i più panoramici e prestigiosi alberghi par-tenopei: l’Excelsior, con la sua facciata liberty, il Santa Lucia, progettato da Gio-van Battista Comencini ed il Vesuvio, fat-to costruire dai finanzieri belgi Ermanno e Oscar Du Mesnil, ultima residenza del tenore Enrico Caruso.Accanto a questi, il centro congres-si dell’Università Federico II di Camillo Guerra, palazzo Galli, opera dell’archi-tetto Gino Coppedè; i due palazzi ge-melli eretti sul lungomare dall’architetto Benedetto Nervi.

(foto d’epoca delle collezioni De Felice e Gafio tratte da “Napoli in posa” Electa Napoli 1989)

Erica Archivolti

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l mare, come gli uomini, oscilla tra amore e odio, tra compassione e crudeltà, rappresenta una sfida pe-renne per i naviganti, canta con una sua voce misteriosa e possente,

racconta meraviglie lontane, ripete con il moto perenne dei flutti il monito dell’ar-dimento del romano Pompeo: “Navigare necesse”. “Vivere e conoscere” il mare, via super-ba ed aperta da tutti i lati, percorribile verso ogni terra, generatrice di ricchez-za e potenza, è da sempre un imperati-vo categorico per la nostra città che ha istituito un “Museo del Mare” di carat-tere scientifico, altamente specializzato, demo-etno-antropologico, che ha sede nelle sale dell’Istituto Tecnico Nautico di Bagnoli, che vanta una lunga e vasta tra-dizione nel settore della didattica dell’ar-te della navigazione e della conoscenza dell’ambiente marino ed è intitolato ad un esploratore eccezionale: “Luigi di Savoia, Duca degli Abruzzi.” Le prime testimonianze dell’Istituto e del Museo risalgono al 1623 da quando entrambi divennero punti di riferimento per studia-

re l’universo-mare. Questo Museo costi-tuisce una realtà che promuove una sal-vaguardia sempre maggiore dell’eredità culturale marittima e nautica di Napoli; per il suo valore scientifico e tecnico nel 1922 è stato riconosciuto Museo Navale Europeo e nel 2007 Museo di interesse regionale; nel 1997 è diventato membro dell’Associazione dei Musei del Mare Mediterraneo. Inoltre, per il suo patrimo-nio centenario di eccellenza, ha meritato due medaglie d’oro: una alla Esposizio-ne Universale di Bruxelles del 1910 e la seconda a quella di Genova del 1914. La raccolta museale è costituita da stru-menti per la navigazione come bussole, ottanti, sestanti, orologi solari, inclino-metri in perfetto stato di conservazione e funzionanti; modelli di imbarcazioni realizzati dagli allievi della specializzazio-ne “costruttori navali” di raffinata fattura; modelli di cantieri ed apparecchi didat-tici; raccolte di documenti quali atlanti, carte nautiche, testi, foto e videotape.Il Museo è abituale luogo di studio e sperimentazione per gli allievi che si prestano a guidare i visitatori fornendo

dettagliate informazioni sulla evoluzione storica della navigazione e delle scoper-te geografiche di terre lontane compiute con splendidi velieri, sulle conoscenze scientifiche dei marinai che elaborarono le carte nautiche dette portolani, le tavo-le astronomiche e quelle Amalfitane che costituirono il primo Codice delle leggi marittime. I percorsi culturali che si snodano per i visitatori sono molteplici: Storia della marineria, delle comunicazioni e della navigazione, Sala delle navi, Sala di ar-chitettura navale, Sala Macchine, Sala Marconi, Sala Navigazione.In questo luogo si può apprezzare l’im-portanza dell’esperienza degli infatica-bili nostri uomini di mare le cui anime vivevano immerse in un unico pensiero: “bisogna andare oltre il mare, lontano lontano dove l’orizzonte curva, verso l’i-gnoto e l’indefinibile, inseguire il sogno senza confini, superare i propri limiti fino a quando la potenza dello spirito riuscirà a stringere in un abbraccio immenso il mondo intero”.Jole Buonfiglio

Tradizioni, storia e cultura

nelle sale del Museo

del Mare

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e masse colorare di reti su pon-tili e banchine mi ha sempre af-fascinato per l’ordine e la capa-cità di vecchi pescatori di poter riparare, armati di pazienza e di

pochi e semplici utensili, quell’ingente massa di canapa, nodi e cordame.Basta andare a Mergellina, nel tratto di spiaggia antistante gli chalet, per trovar-li al lavoro. Una vita di mare dietro alle spalle, spesso aiutati dalle loro donne, ti sorridono e ti spiegano i segreti traman-dati di generazione in generazione.Le reti sono in filo di canapa, lavorato con la tannatura, che da il classico co-lore rosso-bruno, un’operazione che si ripete almeno una decina di volte all’an-no. I fili incrociati a quadrato, vengono fissati alle armature con nodi, piombo e sughero.Il segreto è nel rispettare la distanza del-le maglie, il “lume”, mantenendo sempre inalterato, per la stessa rete, il tratto di filo tra nodo e lato.

C’è differenza tra rete e rete: da posta fissa, da deriva, da circuizione e a stra-scico. Tra le prime, la lampara e la ce-falara, mentre tra quelle a strascico la mazzonara, la sciabica e la paranza.

RETI A STRASCICOLe reti a strascico dei pescherecci sono simili a quelle delle paranze; tra il sacco e la bocca viene inserita, per tutta la sua lunghezza, una striscia, detta Tassello, che protegge la rete dal deterioramento causato dal continuo sfregamento. Inol-tre queste reti più grandi sono spesso dotate di due tavoloni, i divergenti, che aprono i due cavi e le bande della rete.

LAMPARALa lampara, lunga 20 metri, ha un sac-co molto largo, con una bocca di circa 100 metri di circonferenza. Questo tipo di rete – spiegano i pescatori – ha molti sugheri nella parte superiore e piombi in quella inferiore. La pesca viene condot-

ta da 3 barche, delle quali una dotata di lampada a luce intensa. Le altre due barche mantengono l’estremità della corda di un’ala e del sacco. La barca con la lampada si pone al centro dello specchio d’acqua dove viene calata la rete, in modo da richiamare un gran nu-mero di pesci.

PARANZALa paranza, invece, è un sacco a for-ma di cono largo tra i 20 e i 30 metri. Le pareti, chiamate “braccia”, possono raggiungere i 120 metri e terminano con stazze di legno per tenerle aperte, e con un sistema di corde che convergono in un grosso cavo di canapa, lungo da 800 a 1000 metri, che ha la funzione di rimorchiare la rete. Il sacco draga il fon-do con la parte inferiore, mentre quella superiore è tenuta sollevata dai sugheri. La paranza è manovrata da una coppia di barche.Raffaele Archivolti

TradizionidelMare

Una retesenza byte

L

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l caldo della controra si era fatto insopportabile, le tende immobili, non c’era un filo d’aria e Lucia si alzò lenta dal letto, con un panno si asciugò il sudore dalla fronte e

dal petto e si affacciò al balconcino, che dava su un piccolo largo. A quell’o-ra in giro non c’era nessuno, sentiva solo lo zampillare della fontanella che le dava un po’ di ristoro e il frinire sinco-pato delle cicale che avvertiva il mondo della calura.Fuori acqua terra e fuoco, l’aria invece sembrava sparita. Rientrò in casa per infilare i sandali, cor-se per la scala breve e uscì in strada. Non c’era che avviarsi verso il mare, ma non in spiaggia. A luglio lì c’erano solo turisti e lei con i turisti il bagno non se lo faceva, la rena sarebbe tornata sua alla fine di settembre. Arrivata sul ponte del Castello Ara-gonese, si tolse le scarpe e scavalcò il muretto di piperno, che a quell’ora scottava e scelse gli scogli alla sua si-nistra che rimanevano all’ombra delle mura di tufo, con tre salti fu su una pie-tra bianca e piana.Infilò le gambe nell’acqua e si bagnò le faccia, la nuca e le braccia. Assaporò l’acqua salata e i suoi pensieri trova-rono una strada tranquilla. E sul mare

ricomparve anche l’aria, così le sem-brava ristabilita l’armonia.Pensava a suo padre, sapeva che sa-rebbe sbarcato il 15, ci mancavano solo 6 giorni. Lui ci aveva passato la vita sul mare, lei voleva fare lo stesso e si stava preparando. Anche quest’an-no era stata tra i primi del suo corso all’Istituto Navale di Procida. Si era svegliata alle sei tutto l’inverno per arrivarci da Ischia, ma le piaceva, anche quando il freddo tagliava la fac-cia ci andava volentieri. La mamma non era contenta “‘Na femmena adda faticà a terra, adda fa ‘e figli.” Diceva sempre. Forse nem-meno il padre era contento, ma capiva la sua voglia e poi pensava che un fo-glio di carta qualunque le sarebbe ser-vito, che con gli anni e con l’amore di un bravo giovane, avrebbe cambiato idea.Il contatto con l’acqua di mare era proprio una medicina, non sentiva più caldo, tutta la frenesia dell’estate si scioglieva in una pace profonda, cul-lata dal vento profumato di alghe. Lo sguardo si allungava verso Vivara, pas-sando sulle barche dei turisti e su quel-le dei pescatori. Poteva trascorrere ore a guardare le scintille d’oro che il sole faceva sull’acqua, e il piccolo brulicare

di

Floriana Tursi

II racconto

ILucia

L’Autore

Floriana Tursi vive e lavora a Napoli. Ha scritto numerosi racconti pubblicati da Kairos, Boopen Led e dal quotidiano “Il Roma”. E’ autore del libro umori-stico “Tamarreide, un tamarro è per sempre” edito nel 2010 da Boopen Led, nel 2011 ed ha pubblicato il racconto “Mohek” in “Antologia per il decennio”, edito da Historica Edi-zioni. Ha in fase di pubblicazione due pezzi sull’ “Enciclopedia degli scrit-tori inesistenti”, in uscita da Boopen Led. Menzione speciale al Premio Troisi, finalista al Premio Ceriale.

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animale della scogliera intorno ai suoi piedi immersi.Il sole era a un palmo dall’Epomeo, quando si decise a rimettere i piedi a terra.La strada ora rigurgitava una lava di gente che pareva si fosse risvegliata tutta nell’attimo in cui la luce abbaglian-te si era attutita nell’ombra del tramon-to. “Lucì che belli capill’ ca tien’!” era Sal-vatore, ogni volta che passava di lì, usciva dalla trattoria e diceva sempre la stessa frase, era il suo modo di sa-lutarla.“Cia’ Salvato’ va a cucinà ch’è tardi. Statt’ buon’.” Lei rispondeva sempre, sapeva che gli uomini la guardavano, ma uomini non ce ne stavano nel suo cuore

Il caldo continuava e i giorni passava-no, Lucia guardava l’isola con distacco, i forestieri la rendevano diversa, cam-biavano i panorami a terra e a mare. Poi il 15 arrivò, avevano appena appa-recchiato per la cena quando squillò il campanello, suo padre aveva le chiavi, ma suonava sempre e a lungo prima di entrare. L’uomo gettò un enorme sac-co cerato sul divano e le corse incon-tro. Si abbracciarono forte, e suo padre le accarezzava i capelli e le baciava la faccia, poi la scostò un po’ da sé e col pollice le fece una piccola croce sulla fronte. Quella benedizione la commos-se, le ricordava tutte le sere della sua infanzia: quando c’era, suo padre gliela faceva sempre prima di metterla a letto e quando non c’era, lei desiderava che tornasse, perché andare a letto senza quella croce le faceva malinconia e le ritardava il sonno. Erano passati mesi senza quella croce.La presenza di Don Carmine rassere-nava la casa, persino i lineamenti tesi di mammà si distendevano, e la nonna Zelinda dormiva più tranquilla sulla pol-trona accanto alla finestra. Lui assapo-rava il riposo a terra facendo lavoretti manuali in casa e fuori, e lunghe partite a scopa con gli amici alla gelateria della piazza. La sera, usciva in barca a pe-

scare, solo o con Tommaso Tre Denti, lo chiamavano così perché l’acqua di mare gli aveva consumato il sorriso.Un mezzogiorno infuocato suo padre le disse: “Piccerè ti voglio portare a pe-scare, vuo’ veni’?” A pescare? Una donna su una barca da pesca era una cosa rara, un privi-legio che a volte le turiste compravano col danaro, tanto per passare una not-tata diversa, ma per suo padre e per lei non era così. Lucia conosceva bene il valore di quella richiesta.“Madonna mia papà, a pisca’, certo che si.” rispose “Ce jamm’ a nuttata primm’e Sant’Anna.” E così anche la data era stata stabilita.La mattina di quel giorno speciale co-minciò di notte. Alle due il padre la sve-gliò con un tocco lieve sulla spalla, ma lei era in allerta, le bastò aprire gli occhi e tutti i sensi le furono presenti. Si vestì più presto che poteva, non dimenticò la lana: un cappello e un maglione. Non le serviva nient’altro. La barca stava alla fonda, sotto l’ombra del Castello, era un gozzo che poteva avere settant’anni o uno, li fanno sempre alla stessa ma-niera e don Carmine l’aveva voluto col timone a barra: se lo sentiva in mano, era “n’ata cosa”. Un ragazzino riccio li portò dal molo alla barca, remando mollemente. Saltarono a bordo lei, don Carmine e Tommasino.Tommaso sganciò la barca dal corpo morto e don Carmine mise in moto, Lucia cercava di rendersi invisibile, il padre prese il timone, e si avviò al lar-go seguendo la striscia d’argento che la luna lasciava sull’acqua. Il rumore del piccolo diesel non copriva quello dell’acqua sotto lo scafo. Tutto il resto era silenzio. Arrivarono sulla secca, e la barca rallen-tò. Lei e Tommaso calarono lo stascico, e poi a prua innescarono le lenza per la traina di costa, c’erano tanti ami e tante sarde che puzzavano, alle tre del mattino e a stomaco vuoto, le veniva da vomitare, ma sarebbe morta prima di darlo a vedere. Stavano fuori Sant’Angelo e andava-no a “tunnacchielle”, era un azzardo, il passo c’era, ma era ancora un po’ presto. La rete di fondo dragava la rena e in superficie saltavano le piume gialle della traina poi le esche andarono giù di un po’ e Don Carmine le disse “Man-tieni la lenza.” La luce della luna piena nascondeva le stelle e il cuore di Lucia batteva a mille.La loro era una recita muta, una danza tra le sagole, una liturgia propiziatoria. Lo stato d’animo, non è quello del cac-ciatore, non devi sparare, ti devi gioca-re la partita, e la partita è lunga e seria pure per te: sei tu e loro, i pesci. Tu col ferro, ma loro nel mare.Quand’erano in linea con la Punta del Soccorso, fuori Forio, la lenza vibrò e si tese.

Lucia

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Si tese tantissimo, lo scorrere velo-ce del nylon le ferì le segnò le mani a sangue. Tommaso voleva sollevarla dal peso e dal dolore, ma Lucia gli lanciò uno sguardo muto che voleva dire “ce la faccio”. Bastò mettere un piede sul sughero, Lucia guardò il padre e non ci fu bisogno di aggiungere altro, Don Carmine aveva già cominciato a girare la barca, descriveva cerchi concentrici sempre più piccoli e Lucia imbarcava la lenza, a bracciate lente. Il pesce fa-ceva resistenza a scatti, doveva esse-re grosso e la ragazza, a piedi larghi, stendeva le reni per mantenersi in equi-librio. Le mani le facevano male. A quattro, cinque metri dalla fiancata il pesce sembrava stremato, era immo-bile, ma nell’acqua scura non si vede-va bene, don Carmine fermò i motori e si accostò. Lo tirarono sotto bordo. Non era una tonnacchiella, era una lampuga, forse. Sarà stata poco meno di un metro. Nessuno diceva nulla, il motore era spento, solo lo sciabordio dell’acqua sulla fiancata e i suoni trat-

tenuti che Lucia faceva per lo sforzo. Nonostante facesse freddo la ragazza sudava, per la fatica e per l’emozione. Calata verso l’acqua la guardò bene, era una lampuga, aveva una testa enorme, bombata e occhi tanto picco-li da sembrare ciechi. D’improvviso la bestia ebbe uno spasimo, fortissimo, s’inarcava fuori dall’acqua, si ribellava all’amo e di nuovo la lenza stretta intor-no alla mano le fece scorrere il sangue. Tommaso si avvicinò per aiutarla ma lei fece segno di no col capo, il padre le porse l’uncino di ferro, Lucia aspettò che il pesce si fermasse di nuovo e con la sinistra l’arpionò sul fianco. La tiraro-no a bordo in tre.Sul pagliolo si muoveva ancora. Alla ra-gazza non pareva possibile. Guardava il dorso scuro della bestia che ancora muoveva le branchie. Il dolore alle mani la scosse e si accorse del sangue che le rigava le mani e goc-ciolava per terra, sul sangue del pesce. Si affacciò fuori bordo per sciacquarsi nell’acqua di mare.

Don Carmine le dette un bicchiere di rosso e una focaccia, poi riaccese il motore.Lucia si sedette nel pozzetto, con le spalle appoggiate, quel po’ di san-gue che ancora perdeva, le bagnava il pane, ma lei continuava a mangiare lenta mentre gli altri due cominciaro-no a tirare lo strascico. Piano piano la sfogliara diventò una grossa palla nel-la quale saltavano spasmodicamente i pesci, con un rumore che sembrava lo sbattere d’ali di un grosso stormo d’uc-celli. Arrivarono merluzzetti, sogliole, cuocci, un pesce bandiera che luccica-va sinuoso sotto la luna, una stella di mare, paranzella, seppie e orate, sar-de, e aguglie brillanti, e la ricciola.Tirata a bordo la rete, in ginocchio, i due uomini dividevano il pesce per pezzatura e Lucia restituiva al mare le stelle marine, i cavallucci e quei pesci che erano troppo piccoli per essere sa-crificati.Poi Don Carmine girò la prua verso casa.Seduta tra le cassette di pesce, Lucia guardava le piccole luci rosse e verdi ai lati della poppa, proprio al centro la Stella Diana con il suo alone di latte, Lucifero portava il giorno.Arrivarono al molo, immersi nella luce rosa dell’aurora. Prima di scendere a terra, suo padre la guardava negli oc-chi e in quelli vedeva il suo passato e anche il futuro che la vita le avrebbe ri-servato, gli occhi di Lucia stavano già guardando il futuro, anche se lei non lo sapeva. Poi immerse la mano nell’ac-qua, le segnò la fronte con l’acqua di mare “Chi e’ patrone do’ mare, e’ pa-trone d’a terra”disse.

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photo: Federico Radice

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Classe ORC AFirst LadyMicciarielloMimm One

Classe ORC BEccùBelleFortuna che c’è

Classe MinialturaMary PoppinsGrande ventoGreyhound

Classe Libera AMy DreamsMasanielloMonita

Classe Libera BMon SoleilThuleRefola

Veledi Levante

n campionato un pò sfortu-nato quest’autunnale di Vele di Levante che ha potuto di-sputare finora solo il Trofeo Petrella, seconda prova in

calendario, grazie all’unica giornata di condizioni meteo soddisfacenti. Re-stano dunque da recuperare la prima e la terza prova, in calendario 9 ottobre e il 6 novembre scorsi, due date in cui l’equipaggio di Vele di Levante è rima-sto a terra a causa di condizioni meteo marine poco rassicuranti; si cercherà di recuperare almeno una delle due prove entro la fine del campionato.Il 23 ottobre scorso, invece, decisa-mente meno forte il vento (nella prima giornata aveva raggiunto i 30 nodi) ma condizioni meteomarine migliori, un leg-gero grecale ha spirato per quasi tutta la mattinata, quando finalmente, quasi

al limite per il segnale di partenza, un salto di 180 gradi ha consentito la par-tenza dei 40 regatanti che con 5–7 kn di vento si sono disputati il trofeo su un percorso a bastone, ridotto all’occor-renza a soli 2 giri in luogo di 3 a causa di un ulteriore calo del vento, risoluzione che ha consentito a tutte le imbarcazio-ni di ultimare la prova. Ampia la soddisfazione degli organizza-tori della manifestazione che vedono di anno in anno crescere il numero dei loro iscritti, più di 50 per questa edizione, segno che puntare sulla promozione dello sport velico, per un modo demo-cratico di fare vela, alla portata di tutti, decisamente da i suoi frutti.La flotta si ritroverà il 20 novembre a Castellammare di Stabia con Scoglio D’Ercole.Claudia Campagnano

U

Classifica provvisoria

andarperlibri

Il libro “Il Viaggio. Quando le api van-no a vela”, scritto da Vincenzo Mor-gera e Silvia Ricciardi, e pubblicato da Guida Editori nel 2011, racconta la significativa esperienza di alcuni ragazzi “difficili” coinvolti nel progetto sperimentale di recupero sociale pro-mosso dall’Associazione Jonathan ONLUS con le sue Comunità “Jona-than”, “Colmena”, “Oliver” e “la casa di Luca”, in collaborazione con l’as-sociazione di vela solidale “Un ponte nel vento” di Ischia. Cinque minori a rischio, ospiti delle Comunità, han-no infatti affrontato un impegnativo percorso durato nove mesi che li ha portati ad essere parte di un vero e proprio equipaggio di velisti, prepara-ti e competitivi. Il progetto ha quindi puntato ad impiegare l’attività velica

come strumento pedagogico in gra-do di educare al lavoro di gruppo, alla collaborazione e, soprattutto, al rispetto delle regole per il raggiungi-mento dei propri obiettivi. Sotto for-ma di diario di bordo il libro descrive il particolare “Viaggio” intrapreso dai ragazzi, costantemente assistiti da Vincenzo Morgera e Silvia Ricciardi, sociologi di lunga esperienza, e dallo skipper Andrea Proto, alla scoper-ta del mondo del mare e della vela. Conclusione dell’esperienza la par-tecipazione all’edizione 2010 della storica Regata dei Tre Golfi a bordo dell’X-372 Istria. All’ interno del testo, pagine scritte dai ragazzi durante la traversata, fotografie e interventi di operatori del settore.Paola Vona

Il Viaggio.Quando le api vanno a vela..

di Vincenzo Morgera e Silvia Ricciardi

Guida EditoriPagine: 144 - 13 €

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genda >>Insalatina di seppie e fagiolinisu biscotto partenopeodal pomodoro

Ingredienti per 4 persone:4 freselle400 g seppie500 g fagiolini100 g pomodori maturi2 pomodori secchi sott’oliouna costa di sedanomezzo limoneOlio di oliva e.v.Sale e pepe

ProcedimentoPulire le seppie e scottarle in padella da entrambi i lati per 1’. Condire con sale olio di oliva e.v. e un pizzico di pepe. Raffred-dare e tagliarle sottilmente. Sbollentare i fagiolini in acqua e sale e raffreddare in acqua e ghiaccio e poi aprire i baccelli. Condire poi con poco olio di oliva e.v. e sale.Premere il mezzo limone e aggiungere l’olio di oliva e.v. mescolando con una frusta o con un frullatore ad immersione. In proporzione di una parte di succo di limone e 3 parti di olioFrullare i pomodori con un poco di sale e olio, passare poi in modo da ottenere un coulis di pomodori leggero. Tagliare sottilmente ed il sedano e immergerlo in acqua e ghiaccioTagliare anche i pomodori secchi a lista-relle

Assemblare il piattoBagnare le freselle con acqua e aggiun-gere poi il coulis di pomodoriSovrapporre poi in ordine prima i fagiolini, le seppie tagliate, il sedano e completare con le listarelle di pomodori secchiPrima di servire decorare il piatto con una strisciata di nero di seppia!oliva e.v. e prezzemolo

Gianluca Ferrante

ROTTE DI GUSTO

ACinema fantastico

Sulla scia del successo degli anni passati l’Istituto Francese di Napoli, insieme al Goethe Institut, al Cervantes e a Stella Film, presenta Cine-ma Fantastico.Dal 28 novembre al 3 dicembre una settimana di proiezioni cinemato-grafiche di film fantastici, nelle sedi degli istituti di lingue e del Cinema Modernissimo.Il programma completo sarà disponibile dal 15 novembre.www.france-napoli.it

Tra terra e mare con gli esperti del Centro Studi Gaiola

Il Centro Studi Gaiola, promuove interessanti iniziative alla scoperta di luoghi unici per valore naturalistico, paesaggistico e storico-archeolo-gico.Oltre ai due itinerari storico-naturalistici, tra il Parco archeologico-ambientale del Pausilypon ed il Parco Sommerso di Gaiola, il Centro propone gli appuntamenti con lo Snorkeling ed il Diving scientifico, alla scoperta di un mondo unico, tra natura e archeologia sommersa, accompagnati da biologi ed ecologi marini.Sempre attivi, inoltre i Laboratori Didattici per le scuole, dedicati alla biologia marina, all’archeologia o allo studio di flora e fauna.Per info: www.gaiola.org – 081.2403235/5754465.

Le 12 fatiche di Ercole al MAV di Ercolano.

In scena al Museo Archeologico Virtuale di Ercolano una iniziativa per scoprire la vita vissuta prima dell’eruzione vesuviana del 79 d.C. Ab-binando alla visione dello spettacolo, la visita agli scavi archeologici, lo spettatore – visitatore sarà in grado di avere una visione totale del periodo in questione. La location d’eccezione consentirà poi di appro-fondire meglio, attraverso una nuova modalità di fruizione culturale, i volti e i nomi degli antichi ercolanesi con il loro stile di vita e la storia della loro comunità e, una volta acquisiti tutti gli elementi storici per addentrarsi nella realtà del tempo, si assisterà alla rappresentazione teatrale del più grande eroe greco: Ercole.Per info e prenotazioni: www.tappetovolante.org - 081.8631581

Il Sentiero dei Misteri

L’Associazione Culturale Mani e Vulcani propone, per tutti i week-end di Novembre e Dicembre, due interessanti percorsi di visita narrati a luoghi noti e meno noti della città di Napoli.Requie, repuoso, refrische, cunzuolo…condurrà i visitatori alla scoper-ta del cimitero delle Fontanelle, il più grande e noto tra gli ipogei storici cittadini, luogo unico ed irripetibile che rivela il singolare, stravagante, strettissimo rapporto del popolo napoletano con la morte.

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[email protected]

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L’itinerario I misteri del Presepe Napoletano mira invece a far conoscere le oscure origini della rappresentazione della Natività ed i significati più nascosti e impensati che ogni singola scena e componente della scenografica e magnifica costruzione del Presepe tradizionale cela.Per info e prenotazioni: www.manievulcani.it 081.019.82.35 - 340.423.09.80

Villaggio Della Vela

Il XXIX Trofeo Accademia Navale & Città di Livorno e il Villaggio della vela, binomio ormai inscindibile del pano-rama velico italiano, sono in programma dal 21 aprile al 1 maggio 2012. Riconfermato anche il premio Italia per la Vela: i candidati saranno resi noti nel gennaio 2012.

Cassandra 2001-2011

Al PAN (Palazzo delle Arti Napoli) una Mostra sulle idee del 2001 e i fatti del decennio. Dalla guerra ai disastri am-bientali e dalle lotte sociali alla crisi economica ai grandi eventi. Tutta la cronaca, con video, prime pagine e me-morie web, vignette di Altan, Ellekappa e Vauro. E anco-ra, reportage di guerra da vari fronti, le battaglie per la difesa dell’acqua pubblica e una stanza dedicata ai fatti di Napoli 2001 con fotografie di vari artisti e una sezione documentale per raccontare i dieci anni del World Social Forum, con fotografie, fumetti, video.

Città Del Gusto

Continuano i corsi professionali e amatoriali presso la Città del Gusto, tenuti da chef selezionati da Gambero Rosso. Per tutto il mese di Novembre e Dicembre infatti andranno avanti le serate “A cena con lo chef”, con gran-di nomi del panorama nazionale, per scoprire i segreti dei loro piatti più famosi, gli appuntamenti con i consigli dei nutrizionisti e le ricette degli chef ideali per le mamme in dolce attesa e ancora i corsi della domenica mattina, destinati a tutta la famiglia, sempre nelle attrezzatissime cucine didattiche di Coroglio.Per informazioni: www.cittadelgusto.it

Il Giovane Ribera

A Capodimonte, fino all’8 gennaio 2012, una mostra dedicata al grande pittore spagnolo, considerato tra i maggiori esponenti della pittura di area naturalista e ca-ravaggesca in Italia e in Europa. 40 capolavori del gio-vane Ribera per scoprire le tele che sono state spesso

genda >>A

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oggetto di appassionato dibattito. Tra le opere in espo-sizione un gruppo di dipinti, alcuni dei quali esposti per la prima volta, che documentano con grande efficacia i momenti diversi dell’attività romana e i successivi sviluppi napoletani, prima che il pittore giungesse a quella svolta stilistica che lo avrebbe portato, dopo il 1624, alla pie-na maturità, fase alla quale appartengono alcune celebri opere.quali il Sileno ebbro, il San Girolamo con l’angelo del Giudizio e la Trinitas terrestris e santi.

Da Sud. Le radici meridionali dell’unità nazionale

Una grande esposizione a Palazzo Reale invita a riflet-tere sui sessant’anni che hanno preceduto il Plebiscito dell’ottobre del 1860. Dalla Rivoluzione del 1799, ai moti del ‘48 alla spedizione dei Mille. Quattro generazioni di meridionali che hanno vissuto e creato la Storia e l’hanno intessuta di infinite, piccole e grandi storie. Una mostra dove documenti, quadri, cimeli unici, molti mai esposti, non sono solo pezzi museali ma tornano a vivere e a tra-smettere l’emozione del momento. E, insieme, un gran-de esperimento di multimedialità per far entrare il visita-tore nel cuore vero dei fatti.

Opera ad Arte, Arte all’opera

Nel più antico teatro lirico d’Europa, è stato inaugura-to il MeMus - Museo e Archivio del Teatro San Carlo. La nuova realtà culturale è il manifesto della vita artistica del Teatro San Carlo luogo emblema della città. Come primissima mostra è stato deciso di esporne la storia raccontata attraverso l’incontro tra opera e arte contem-poranea. Studio Azzurro ha curato l’allestimento e l’ide-azione realizzando una galleria multimediale interattiva (scenografia fatta da schermi di tulle, schermi a quinta, teli scenografici e leggii) che comunica lo stretto rapporto tra arte contemporanea, artisti e scena teatrale. Quattro gli ambienti che diventano un unico spazio immersivo in cui poter approfondire la conoscenza di uno degli arti-sti tra quelli presenti (Kentridge, Paolini,Kiefer, Paladino, Marchen, Pomodoro).

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1

3catta il mareS

Menzionespeciale

LuciaDone

Secondoclassificato

PieroMiseno

Questo mese Scatta il mare ha sceltouna foto scattata a Procida da

AdeleGagliardi

Terzoclassificato

RaffaelloGranata

Questa rubrica nasce per chi ha la passione

della fotografia: tutti possono partecipare,

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