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S ul complesso del San Salvatore, basi- lica compresa, sulla sua storia ultra- centenaria, per molti versi ancora in- compiuta, potremmo scrivere dei libri. Interessante comunque cercare di fis- sarne alcuni punti chiave, non a tutti no- ti. Per questo prendiamo spunto dal se- minario didattico svoltosi recentemente al Collegio Ghislieri, titolo: “La Fabbri- ca rinascimentale del San Salvatore di Pavia” a cura di Claudia Maccabruni e Maria Teresa Mazzilli. Riassumiamo in sintesi estrema alcui dati significativi. La rifabbrica rinascimentale è stata fat- ta su fondazione altomedievale: san Sal- vatore è fondazione longobarda, nasce come mausoleo regio di cui non sappia- mo nulla dal punto di vista formale per- ché non è stata fatta alcuna ricognizione archeologica in uno spazio che merite- rebbe perché si trova su di un rilievo, certamente di origine naturale ma che potrebbe nascondere – come ritiene la professoressa Mazzilli – muri di fonda- zione o parti significative della struttura altomedievale. Fra la fondazione alto- medievale e la rifondazione rinascimen- tale è stata fatta una rifondazione otto- niana. Il seminario ha esposto gli esiti di ricerca di uno studio iniziato nel 2000, e ancora in fieri, inizia- to su impulso del par- roco di allora don Giuseppe Torchio che aveva ricordato alla Società di Con- servazione dei monu- menti dell’arte cri- stiana di cui la pro- fessoressa Mazzilli era presidente, che scadeva il centenario della riapertura al culto della Chiesa. “Molto lavoro è stato compiuto, ma moltissimo rimane anco- ra da fare – dice la prof. Mazzilli –. C’è comunque un vincolo di restauro per il chiosco”. Dopo la soppressione del 1798, anno in cui i Benedettini che stavano nel com- plesso monastico di san Salvatore hanno dovuto lasciarlo, la chiesa è stata officia- ta fino al 1820 e per qualche decennio c’è stato un collegio nella struttura mo- nastica. Dopo l’unità d’Italia il comples- so è passato ai militari che hanno tenuto chiesa e convento fino al 1900, quando per iniziativa del Comune e della Socie- tà per la conservazione si è riusciti a strappare l’uso della chiesa, ma non la proprietà, e riaprirla al culto. Nel 1992 i militari hanno dismesso la caserma e già allora la Società e il vesco- vo monsignor Volta cercarono di vedere come trasferire lì oratorio e casa par- rocchiale. Per ora la Chiesa compare scorporata da quella che era la sua de- stinazione, chiesa monastica che era completata dagli edifici claustrali. Nel 2000 la Società è riuscita a ottenere i permessi e fare aprire le strutture ai pubblico: la città non conosceva e anco- ra non conosce queste grandi strutture del monastero. “Ora san Salvatore è nella veste rinasci- mentale e – precisa ancora la prof. Maz- zilli – apparentemente non si vedono a occhio nudo parti reimpiegate delle strutture esistenti, salvo una porzione di strada romana che è stata inglobata al- l’interno del complesso, in una sua can- tina. Da notare, infatti, che il livello pa- vimentale è mutato nei secoli”. Proba- bilmente questa strada era la via per Ab- biategrasso, la via che usciva da Pavia e portava verso ovest. “La considerazione sulla valutazione del degrado è quella che ha mosso tut- to” spiega la professoressa Mazzilli. “L’edificio che resta vuoto è in progres- sione geometrica soggetto al degrado. E’ una situazione che non si può impu- tare alla responsabilità immediata di qualcuno ma che è implicita nell’edifi- cio vuoto. Da questo punto di vista dob- biamo essere molto grati ai militari che hanno usato il complesso e hanno salva- guardato una unità d’uso e poi – dal 1992 al 2002 – hanno comunque fatto manutenzione. Dal 2002 ho l’impressio- ne che i guai stiano aumentando vera- mente. Ci sono affreschi che stanno an- dando in briciole: abbiamo già perso tanto in questi anni, perderemo ancora di più se non si fa qualcosa”. S.O.S. per la nostra Basilica Salvatore Santissimo 5 Un tesoro a rischio Ss. Salvatore: gli esperti confermano Ampie infiltrazioni d’acqua minacciano di com- promettere irreparabilmente gli affreschi della volta di una delle principali cappelle, quella di San Martino di Tours, e non soltanto. Nonc’è più tempo da perdere, occorre intervenire d’urgenza S appiamo tutti che la basili- ca del Ss. Salvatore, che noi parrocchiani amiamo più tradizionalmente definire “chiesa di San Mauro”, è uno dei monumenti cittadini di maggior pregio. E che in essa sono custoditi o meglio inglo- bati nelle sue stesse strutture veri tesori d’arte, irripetibili affreschi. Non tutti sanno, invece, che più d’uno di questi “tesori” sono ormai a rischio di so- pravvivenza, qualcuno di più qualcuno di meno. Le cause, in vario grado: insulti del tempo, incuria degli uomini, mancanza di mezzi, girando- la di “gestioni” registratesi nella lunga, lunghissima sto- ria di questa struttura, inglo- bata nel più grande comples- so che i pavesi sbrigativa- mente definiscono “ex caser- ma Rossani”. Ora, il maggiormente a ri- schio di questi tesori sta nel- la volta (anzi nelle due volte) della cappella di San Marti- no di Tours e nei suoi affre- schi. Affreschi pesantemente aggrediti da ampie infiltra- zioni di acqua piovana. Sia- mo al punto di dover già re- gistrare la perdita di parte dei dipinti murali, con di- stacco di porzioni di intona- co, poi altri sollevamenti in atto, oltre che alterazione dei colori e vari ulteriori feno- meni di degrado. E’ chiaro: non c’è più tempo da perdere, anzi, il tempo è già scaduto. O si interviene o addio agli affreschi. Altre al- ternative non ci sono. E, allora, che cosa si aspetta? Qui non è il caso di avviare polemiche, cercando colpe nel passato antico o recente. Ma il fatto è che tutto il com- plesso dell’ex caserma, quin- di anche la basilica, è tuttora di proprietà demaniale. Riba- diamo: la basilica è concessa solamente in uso. Al dunque: chi decide? chi provvede? chi mette i soldi? Ci siamo già capiti. Tutta- via... non siamo ancora alla disperazione! Qualcuno si è mosso. Sono stati chiamati gli esperti, sono avvenuti gli indispensabili sopralluoghi. Sono pronti due differenti progetti di intervento, ov- viamente d’urgenza. E già sulla carta la... lista detta- gliata dei costi, non certo leggeri... Detto questo, che cosa ci pos- siamo attendere se non di ap- prendere la... buona novella? Chissà che il Natale non ce la porti come regalo. g.b. Nella foto grande una pa- noramica della Cappella di San Martino di Tours. In alto un particolare della volta. In basso la posizione della Cappella nella Basilica (il tutto dai rilievi effettuati dallo Studio Servabo Colella di Pioltello - Milano) L’interno della Basilica del Santissimo Salvatore Sul complesso monastico San Salvatore un seminario al Collegio Ghislieri Nelle sue cantine perfino una strada romana di Antonello Sacchi Una storia con molti aspetti ancora “misterio- si”. Dalle incerte origini, alla estromissione dei Be- nedettini (1798), alla oc- cupazione dei militari... Solo nel 1901 la riapertura della chiesa al culto. E an- cora oggi tutto il comples- so, Basilica compresa, è proprietà del demanio... Professoressa M.T. Mazzilli

SalvatoSantrisseimo · cito nei confronti miei e della mamma . Continuan - do con il carissimo don Nando,conlasuafraterna e schietta amicizia, e con l’esuberante don Luca, conilsuocontagiosoamo

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Page 1: SalvatoSantrisseimo · cito nei confronti miei e della mamma . Continuan - do con il carissimo don Nando,conlasuafraterna e schietta amicizia, e con l’esuberante don Luca, conilsuocontagiosoamo

Sul complesso del San Salvatore, basi-lica compresa, sulla sua storia ultra-

centenaria, per molti versi ancora in-compiuta, potremmo scrivere dei libri.Interessante comunque cercare di fis-sarne alcuni punti chiave, non a tutti no-ti. Per questo prendiamo spunto dal se-minario didattico svoltosi recentementeal Collegio Ghislieri, titolo: “La Fabbri-ca rinascimentale del San Salvatore diPavia” a cura di Claudia Maccabruni e

Maria Teresa Mazzilli. Riassumiamo insintesi estrema alcui dati significativi.La rifabbrica rinascimentale è stata fat-ta su fondazione altomedievale: san Sal-vatore è fondazione longobarda, nascecome mausoleo regio di cui non sappia-mo nulla dal punto di vista formale per-ché non è stata fatta alcuna ricognizionearcheologica in uno spazio che merite-rebbe perché si trova su di un rilievo,certamente di origine naturale ma chepotrebbe nascondere – come ritiene laprofessoressa Mazzilli – muri di fonda-zione o parti significative della strutturaaltomedievale. Fra la fondazione alto-medievale e la rifondazione rinascimen-tale è stata fatta una rifondazione otto-niana. Il seminario ha esposto gli esiti di

ricerca di uno studioiniziato nel 2000, eancora in fieri, inizia-to su impulso del par-roco di allora donGiuseppe Torchioche aveva ricordatoalla Società di Con-servazione dei monu-menti dell’arte cri-stiana di cui la pro-fessoressa Mazzilliera presidente, chescadeva il centenariodella riapertura alculto della Chiesa.“Molto lavoro è stato

compiuto, ma moltissimo rimane anco-ra da fare – dice la prof. Mazzilli –. C’ècomunque un vincolo di restauro per ilchiosco”.Dopo la soppressione del 1798, anno incui i Benedettini che stavano nel com-plesso monastico di san Salvatore hannodovuto lasciarlo, la chiesa è stata officia-ta fino al 1820 e per qualche decennioc’è stato un collegio nella struttura mo-nastica. Dopo l’unità d’Italia il comples-so è passato ai militari che hanno tenutochiesa e convento fino al 1900, quando

per iniziativa del Comune e della Socie-tà per la conservazione si è riusciti astrappare l’uso della chiesa, ma non laproprietà, e riaprirla al culto.Nel 1992 i militari hanno dismesso lacaserma e già allora la Società e il vesco-vo monsignor Volta cercarono di vederecome trasferire lì oratorio e casa par-rocchiale. Per ora la Chiesa comparescorporata da quella che era la sua de-stinazione, chiesa monastica che eracompletata dagli edifici claustrali. Nel2000 la Società è riuscita a ottenere ipermessi e fare aprire le strutture aipubblico: la città non conosceva e anco-ra non conosce queste grandi strutturedel monastero.“Ora san Salvatore è nella veste rinasci-mentale e – precisa ancora la prof. Maz-zilli – apparentemente non si vedono aocchio nudo parti reimpiegate dellestrutture esistenti, salvo una porzione distrada romana che è stata inglobata al-l’interno del complesso, in una sua can-tina. Da notare, infatti, che il livello pa-vimentale è mutato nei secoli”. Proba-bilmente questa strada era la via per Ab-biategrasso, la via che usciva da Pavia eportava verso ovest.“La considerazione sulla valutazionedel degrado è quella che ha mosso tut-to” spiega la professoressa Mazzilli.“L’edificio che resta vuoto è in progres-sione geometrica soggetto al degrado.E’ una situazione che non si può impu-tare alla responsabilità immediata diqualcuno ma che è implicita nell’edifi-cio vuoto. Da questo punto di vista dob-biamo essere molto grati ai militari chehanno usato il complesso e hanno salva-guardato una unità d’uso e poi – dal1992 al 2002 – hanno comunque fattomanutenzione. Dal 2002 ho l’impressio-ne che i guai stiano aumentando vera-mente. Ci sono affreschi che stanno an-dando in briciole: abbiamo già persotanto in questi anni, perderemo ancoradi più se non si fa qualcosa”.

S.O.S. per la nostra Basilica

SalvatoreSantissimo

5

Un tesoroa rischio

Ss. Salvatore: gli esperti confermano

Ampie infiltrazioni d’acqua minacciano di com-promettere irreparabilmente gli affreschi dellavolta di una delle principali cappelle, quella diSan Martino di Tours, e non soltanto. Nonc’è piùtempo da perdere, occorre intervenire d’urgenza

Sappiamo tutti che la basili-ca del Ss. Salvatore, che

noi parrocchiani amiamo piùtradizionalmente definire“chiesa di San Mauro”, è unodei monumenti cittadini dimaggior pregio. E che in essasono custoditi o meglio inglo-bati nelle sue stesse struttureveri tesori d’arte, irripetibiliaffreschi.Non tutti sanno, invece, chepiù d’uno di questi “tesori”sono ormai a rischio di so-pravvivenza, qualcuno di piùqualcuno di meno. Le cause,in vario grado: insulti deltempo, incuria degli uomini,mancanza di mezzi, girando-la di “gestioni” registratesinella lunga, lunghissima sto-ria di questa struttura, inglo-bata nel più grande comples-so che i pavesi sbrigativa-mente definiscono “ex caser-ma Rossani”.Ora, il maggiormente a ri-schio di questi tesori sta nel-la volta (anzi nelle due volte)della cappella di San Marti-no di Tours e nei suoi affre-schi. Affreschi pesantementeaggrediti da ampie infiltra-zioni di acqua piovana. Sia-mo al punto di dover già re-gistrare la perdita di partedei dipinti murali, con di-stacco di porzioni di intona-co, poi altri sollevamenti inatto, oltre che alterazione deicolori e vari ulteriori feno-meni di degrado.E’ chiaro: non c’è più tempoda perdere, anzi, il tempo ègià scaduto. O si interviene oaddio agli affreschi. Altre al-ternative non ci sono.E, allora, che cosa si aspetta?Qui non è il caso di avviarepolemiche, cercando colpenel passato antico o recente.Ma il fatto è che tutto il com-plesso dell’ex caserma, quin-di anche la basilica, è tuttoradi proprietà demaniale. Riba-diamo: la basilica è concessasolamente in uso.Al dunque: chi decide? chiprovvede? chi mette i soldi?Ci siamo già capiti. Tutta-via... non siamo ancora alladisperazione! Qualcuno si è

mosso. Sono stati chiamatigli esperti, sono avvenuti gliindispensabili sopralluoghi.Sono pronti due differentiprogetti di intervento, ov-viamente d’urgenza. E giàsulla carta la... lista detta-gliata dei costi, non certoleggeri...Detto questo, che cosa ci pos-siamo attendere se non di ap-prendere la... buona novella?Chissà che il Natale non ce laporti come regalo. g.b.

Nella foto grande una pa-noramica della Cappelladi San Martino di Tours.In alto un particolaredella volta.In basso la posizionedella Cappella nellaBasilica (il tutto dai rilievieffettuati dalloStudio Servabo Colelladi Pioltello - Milano)

L’interno della Basilica del Santissimo Salvatore

Sul complesso monastico San Salvatore un seminario al Collegio Ghislieri

Nelle sue cantine perfinouna strada romanadi Antonello Sacchi

Una storia con moltiaspetti ancora “misterio-si”. Dalle incerte origini,alla estromissione dei Be-nedettini (1798), alla oc-cupazione dei militari...Solo nel 1901 la riaperturadella chiesa al culto. E an-cora oggi tutto il comples-so, Basilica compresa, èproprietà del demanio...

ProfessoressaM.T. Mazzilli

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Presso il salone del terzo millen-nio alla Casa del Giovane, luogoscelto perchè segno e presenza disignificativo servizio educativo inPavia, domenica 16 novembreabbiamo partecipato all’assem-blea dei capi scout della regioneLombardia.Ci siamo ritrovati in 150 adulticon la vocazione di laici che “gio-cano” l’avventura dell’educazio-ne. Consapevoli che nel termine“gioco” ci sta l’agire di squadra,il valore della lealtà, l’aspetto del-la gioia e della passione, l’ambiread un risultato e comunque il sa-per sempre ripartire con rinnova-to vigore, abbiamo tracciato lemete per questo nuovo annoscout.Ribadito il valore dell’impegnopolitico ed il peso politico del-l’educazione, abbiamo riafferma-to la centralità del buon cittadino,elaborato, discusso e condiviso ilprogramma di lavoro per l’anno2008/2009, ci siamo impegnatiad agire e camminare per supera-re quelli che abbiamo definitoscogli educativi; siamo infatticonvinti che, solo se conosciamo inodi nella vita dei nostri ragazzi, ipunti di luce e quelli d’ombra delloro essere, possiamo sfruttarlicome opportunità di crescita enon lasciarli degenerare inciden-do segni indelebili nel singolo enella società.Ci siamo fermati, quindi, a ri-flettere su quali siano i percorsiper educare ad una scelta di fedesu quale possa essere la strategiaper far vacillare l’indifferenza re-ligiosa che spesso abita nei gio-vani d’oggi, certo puntare sulmessaggio evangelico originalema soprattutto è importante ca-pire che i nostri ragazzi non han-no bisogno di tante parole, han-no bisogno di testimoni credibi-li, di adulti coerenti che sappia-no confrontarsi con loro, chenella vita di tutti i giorni rendanoattuale quel messaggio di amore,di pace e di solidarietà che ci èstato affidato perchè lo facessi-mo nostro e ne contagiassimo ilmondo.Riteniamo importante e strategi-co in un percorso educativo co-noscere e dare risposte a quelleche abbiamo definito nuove di-pendenze; vogliamo agire controla prepotenza della tecnologia,spiegare ai giovani che telefoni-no, computer televisione sono alservizio dell’uomo e non vicever-sa, che è importante saperli usareconsci dei rischi e delle opportu-nità che ci offrono, anche allamoda che tanto attrae i ragazzid’oggi, vogliamo contrapporre labellezza dell’originalità, la creati-vità e l’operatività del realizzare

Alla spicciolata si arriva nelpiazzale della basilica di

S.Mauro dove è fissato il ritrovoper la gita. Freddo (7° gradi) matanta voglia di partire.Don Franco,dopo la recita delle lo-di, ci raggiunge sul piazzale e si in-trattiene con noi augurandoci unapiacevole gita e si propone di am-pliare una personale nostra cono-scenza in occasione della prossimariunione in oratorio per la festivi-tà del S. Natale.Partenza da Pavia con nebbiolinapersistente dal Ticino in avanti esosta all’autogrill dove all’uscitatroviamo un altro pullman di Mi-gliavacca. Lo conduce l’autista cheha portato molti di noi in gita aRoma ed in Vaticano.Il viaggio procede tranquillo. Iltempo è bello: cielo sereno, sole equalche piccolo banco di nebbia re-siduo sui pendii delle colline delMonferrato.Usciamo ad Isolad’Asti e ci inoltriamo verso Costi-gliole D’Asti (Gran premio dellamontagna 250 m.) dominata dalsuo grande castello. Indi discesaverso S. Stefano Belbo (170 m) inun bellissimo panorama autunnalepieno di colori – i gialli i rossi ed i

bruciati dei vigneti -– e di sole.Alla cantina Capetta siamo ricevu-ti con estrema cortesia da uno deiproprietari ed accompagnati dal-l’enologo ci addentriamo nella pri-ma cantina dedicata alla vinifica-zione dei vini e ci viene spiegato inmodo semplice ma efficace edesauriente il cammino dell’uva edel suo derivato (mosto e vino).La cantina non ha nulla da invi-diare quanto a pulizia e tecnologiaa ben altri ambienti. Visitiamo an-che il secondo stabilimento dedi-cato alla produzione degli spu-manti. Ormai non siamo più me-

ravigliati dall’ordine che vi regnasovrano.Lasciamo la cantina dopo averedegustato con l’accompagnatorealcune bottiglie come aperitivo.Al ristorante prosegue la giornatatra la cortesia del proprietario, delpersonale di servizio e con la gene-rale soddisfazione in merito aipiatti serviti ed alle bottiglie con-sumate.Il ritorno ci porta sempre col solead Asti dove alcuni approfittanoper passeggiare sotto i portici diPiazza Vittorio Alfieri, altri si ad-dentrano nelle vie circostanti dove

sono dislocate le bancarelle dellafiera regionale del Tartufo, altripasseggiano soffermandosi su al-cuni monumenti come la Collegia-le di San Secondo, bella chiesa cheperò al momento non si può visi-tare in quanto si sta recitando il S.Rosario ( meritevole di una visitapiù approfondita), la torre Co-mentina in piazza Roma, ma or-mai si è fatto buio.Ritrovo in piazza del Palio e parten-za per Pavia ove si giunge nell’ora-rio prefissato e con piena soddisfa-zione di tutti gli intervenuti.

Giordano Scarabelli

Testimonianze

SalvatoreSantissimo

2 Scout in assemblea6

Al timone in mare aperto...I capi della Lombardia riuniti alla Ca-sa del Giovane: guardare alla societàcon ottimismo e guidare il “timone”con competenza. Tracciate le mete perquesto nuovo anno nello spirito e neivalori di sempre dello scoutismo

Un bel gruppo dell’Associazione“Amici Oratorio San Mauro”

Onlus

La gita degli “Amici” a Santo Stefano BelboCronaca di una bellae serena giornata

con le proprie mani e secondo lapropria fantasia.Vogliamo proporre ai giovanil’attenzione al corpo: ci sembraimportante far capire loro che c’èdiscrepanza e illogicità tra la ri-cerca massima dell’esteriorità(abbigliamento, trucco...) el’abuso di sostanze che tanto de-bilitano e imbruttiscono ancheun corpo giovane e sano. Offria-mo e chiediamo loro autenticità,la rinuncia al bluff, all’apparirefine a se stesso, al protagonismosmodato.Abbiamo riflettuto sull’uso deltempo e del denaro. Nelle manidei nostri ragazzi c’è sempretroppo, vogliamo allora insegnarloro ad aborrire lo spreco a ren-dersi conto del superfluo a pren-dere posizione affinchè tutti ab-biano l’indispensabile e ad agireper un’economia mondiale co-scienti che tante gocce formano ilmare. Ribadiamo quanto sia im-portante saper discernere, saperpensare, usare la propria testa,essere consapevoli e non indiffe-renti di fronte alle sofferenze delmondo.Con l’aiuto di Edo Patriarca cheè stato presidente della nostra as-sociazione abbiamo riflettuto su

cosa sta accadendo a noi comeeducatori, ai nostri ragazzi e allasocietà intera per capire comeorientare la nostra personale for-mazione, l’educazione dei nostriragazzi, e la sinergia con altrieducatori sul territorio. Ci siamodetti certi che solo creando unarete virtuosa tra famiglia, scuola,parrocchia, scout, gruppi sporti-

vi avremo dei giovani che nellaloro crescita, se lo vorranno, sa-pranno dove cercare degli adultidi riferimento cui dare fiducia.Questo è il nostro compito e lanostra sfida:”meritare la fiduciadei giovani” e in questo “ponia-mo tutto il nostro onore”Se, come educatori guardiamoalla società con occhio critico ca-

piamo che siamo in un mareaperto e come dice il nostro fon-datore Baden Powell “nel mareaperto o ci si sta, lasciando che ilvento decida dove si debba anda-re, o si tiene in mano il timone”è compito, quindi, di tutti glieducatori guardare alla societàcon ottimismo e guidare il timo-ne con competenza.

di Paola Gatti

Una suggestiva immagine di scout in circolo attenti alle parole del capo

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Testimonianze

SalvatoreSantissimo

2

Don Franco, il nostronuovo parroco, mi ha

chiesto un breve articoloper il periodico della par-rocchia. Ma, quando chie-dono di parlare di me cer-co sempre di scansare lacosa, non per falsa mode-stia, ma per paura di nondare il giusto risalto a ciòche ha operato la grazia delSignore nella mia vita.Dovendolo fare per gliamici della comunità delSantissimo Salvatore, cheormai da sette anni mihanno come loro parroc-chiano, mi confortano edincoraggiano le parole delServo di Dio don EnzoBoschetti che inizia unasua autobiografia con leseguenti parole:“Sono sempre stato aller-gico a sfogliare il povero li-bro della mia vita, ricco dimistero e di contraddizio-ni. Mistero perché non èfacile capire la mia miseriae nello stesso tempo l’im-mensa misericordia diDio: se lo faccio è solo per-ché anch’io voglio pregaredicendo in eterno, o Si-gnore, canterò le tue mise-ricordie”.Così inizio dicendo chesono nato a Milano nel1956 e fin dalla nascita hodelle difficoltà fisiche, es-sendo affetto da tetra-pa-resi spastica, mentre solodal 1997 sono sacerdote.Dopo parecchie vicissitu-dini, dietro proposta didon Franco, è ormai dalnovembre 2001 che vivo aPavia e ne sono sincera-mente contento, anche se,fino ad allora, non avevomai pensato alla Casa delGiovane, come ambito nelquale vivere ed operarecome sacerdote.Re-inserendomi nelle or-mai multiformi realtà dellaComunità, conosciuta ne-gli anni ‘70, oltre al piace-re di ritrovare molti vecchiamici come i confratelli sa-cerdoti, le sorelle e le fami-glie, tutti volti a me già no-

ti della CdG; sono statocolpito dall’accoglienza ri-cevuta della comunità par-rocchiale.Iniziando da don Giusep-pe, sempre paterno e solle-cito nei confronti miei edella mamma. Continuan-do con il carissimo donNando, con la sua fraternae schietta amicizia, e conl’esuberante don Luca,con il suo contagioso amo-re per la liturgia. Ora la fa-miglia sacerdotale dellaparrocchia si è arricchitaulteriormente con la venu-ta di don Luigi[no], con ilsuo richiamo ad amare lapreghiera e l’eucaristia.Ma voglio ringraziare il Si-gnore per la semplice ecalda accoglienza dei laici,che grazie a Dio essendopiù dei preti non possonominare uno ad uno. In-fatti con semplicità e calo-re hanno imparato a vede-re ed ascoltare un preteche si muove e parla inmodo strano, quasi volen-

do evidenziare ulterior-mente il suo essere “diver-samente abile”.Colgo volentieri l’occasio-ne per ringraziare l’intera

comunità ed i singoli ditutto questo e per direnuovamente la mia dispo-nibilità ad essere tra voi unservo inutile con il quale

andare verso il Signore,condividendo le gioie ed idolori che la vita ogni gior-no ci riserva.

Don Roberto

Protagonisti

Don Roberto Briolotti sempre disponibile e sorridente nonostante le sue difficoltà fisiche

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Don Roberto a cuore aperto“Eccomi col povero libro della mia vita”

Una voglia di fare che non tramonta

Una delle cose belle dell’ora-torio è che ci trovi personeche sono qui da ieri, e perso-ne che invece ci sono da de-cenni, e che hanno ancora lavoglia di fare di quando era-no ragazzi, con e per i ragazzidi adesso.Antonio Bottazzi ci raccontache frequenta l’oratorio ed èimpegnato nelle varie attivitàda quando aveva 14-15 anni,e che quindi ormai "ha matu-

rato una quarantina d’anni dicontributi". Il suo impegno èquello di cercare, sempremettendocela tutta, anchequando si presenta qualchepiccola difficoltà, o viene amancare un po’ di collabora-zione, di mantenere vivo unambiente che può essere diutilità comune. Ciò all’attopratico si traduce nella puli-zia dei locali, nei lavori di ma-nutenzione ordinaria dellestrutture dell’oratorio, nellevarie attività necessarie a ren-dere accoglienti i vari am-bienti, e nello svolgere il ser-vizio da barista, quando il la-voro lo permette, cioè preva-lentemente in orario serale.

Allo stesso modo, il sabatosera, in cui è più libero dal la-voro, è il giorno del suo turnosettimanale presso la Mensadel fratello. Ciò che lo spingea svolgere questo tipo di vo-lontariato è soprattutto il de-siderio di cercare di dare unamano a quelli che stanno peg-gio, pur con le difficoltà chevengono a crearsi in certe si-tuazioni. In particolare sotto-linea che spesso ci sarebbe bi-sogno, oltre che di servire unpasto caldo a queste persone,di parlare con loro, per me-glio aiutarli, e per migliorarel’ambiente della Mensa nellasua globalità, nel rapportoche hanno le persone biso-

gnose tra loro e con i volonta-ri, ma che difficilmente que-sto può essere fatto dagli stes-si volontari della Mensa, e oc-correrebbero altre personeincaricare e preparate per of-frire questo tipo di servizio.Dal dialogo con Antonioemerge quindi una valutazio-ne positiva del presente, maanche una possibilità di mi-glioramento, dando impor-tanza al fatto che nelle varieattività, anche e soprattuttoquelle dell’oratorio, ognunopossa occuparsi di ciò per cuisi sente più predisposto ed hamaggiori capacità.Questo atteggiamento pro-positivo torna utile anche al-l’interno delle riunioni delConsiglio dell’Oratorio, dicui Antonio fa parte, e inse-gna a tutti, anche ai giovani, anon dire frasi del tipo:"si èsempre fatto così", ma a pen-sare sempre che qualcosa chesi può migliorare c’è.

Silvia Losi

Il “nostro” Antoniocon noi da quandoaveva quindici anni

Antonio Bottazzi

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Prima di tuttovorrei fare dei

ringraziamenti allaparrocchia e all’oratorio che, nellapersona di donGiuseppe prima,don Franco e donLuca ora,ci hannosempre ospitatonelle loro strutturesportive dimostran-do accoglienza egrande sensibilità verso i ra-gazzi, gli adulti e lo sport ingenerale.Hanno assecondato le nostrerichieste per quanto riguardal’ampliamento della sede,l’installazione degli asciugacapelli e tante altre cose cheora non sto qua ad elencarema comunque numerose....egrazie di cuore di tutto!Per quanto riguarda la situa-zione sportiva esaminiamo lapallacanestro, che ha avuto inquesti tre anni risultati direibuoni con la prima squadra:una volta è arrivata in finaledel campionato di promozio-ne, nel campionato successi-vo è stata eliminata alle semi-finali e al terzo tentativo havinto il campionato ed è statapromossa in serie D anche seripescata. Le squadre giova-nili si sono ben comportate intutti i vari campionati a cuihanno partecipato, in parti-colare in questi ultimi due an-ni partecipando a campionatid’Eccellenza e Open con di-screti risultati facendo risalta-re l’ottimo lavoro loro e degliallenatori. Le annate ’91-’92hanno vinto per due anniconsecutivi il titolo provin-ciale, rimanendo imbattutiper 50 partite consecutive; leannate ’85-’86-’87-’88 si sonoaggiudicati il titolo di cam-pione provinciale Under 21.Nota dolente della pallacane-stro è il minibasket dove si famolta fatica a raccogliereiscrizioni dei bambini per di-verse cause e soprattutto a se-guire le famiglie, gli allena-menti e le partite.

Per la pallavolo sipuò dire che le cosenon vanno male: laprima squadra èstata promossa que-st’anno in secondadivisione cercandodi fare quel salto diqualità necessarioper riuscire a man-tenere questa posi-zione e magari cer-care di proseguire

nel cammino; in questo trien-nio è partito anche il minivol-ley con una discreta adesionedi bambini.In questi tre anni abbiamoavuto l’entrata nella famigliadella Sanmaurense anche delcalcio colmando un vuotoche era stato lasciato. Hannoottenuto risultati sempre increscendo e speriamo che siconfermino a livelli sempremigliori.Cosa bella e importante neltriennio appena concluso èstato l’inizio, con l’aiuto an-che del Panathlon, dell’An-nabella Special Team, cosache ci ha fatto onore e dato lapossibilità di mettere in prati-ca i concetti di accoglienza esolidarietà propri della San-maurense e dell’oratorio.Questa esperienza ci ha por-tati anche alla ribalta cittadi-na e oserei dire anche di piùvisto che siamo stati citati sudiversi quotidiani nazionali eci ha portato a contatto conpersonaggi di primo pianodella pallacanestro italiana.Grazie a questa iniziativa èstato possibile fare richiestadel pullmino a disposizionedella società e dell’oratorio.Fin qui le cose positive, maquante cose potrebbero es-sere fatte meglio...un obietti-vo principale che mi ero po-sto all’inizio della mia presi-denza oltre che cercar di am-pliare il minibasket, linfa vi-tale di tutte le nostre squa-dre, ecco perché ho insistitoper iniziare il minivolley, eral’integrazione della nostraU.S. Sanmaurense nell’ora-

torio e nella parrocchia e quicominciano le dolenti note.Quanto lavoro c’è da fare,perché mi sembra che ciònon sia avvenuto come dove-va avvenire; sarà compito delnuovo consiglio proseguirein questo intento che mi stamolto a cuore. Altra cosa im-portante è cercare una mag-gior coesione e comunicazio-

ne fra le varie sezioni dellapolisportiva; anche qui il la-voro non manca. Di tutto ciòche è stato fatto il merito èda ascrivere a tutti i consi-glieri, i collaboratori del-l’oratorio, che ci hanno sem-pre risolto innumerevoliproblemi e prestato la loroopera nei campi più dispara-ti, e ai simpatizzanti che non

hanno mai fatto mancare laloro presenza.Alla fine permettetemi un rin-graziamento a tutti i consiglie-ri uscenti che hanno fatto delloro meglio per far funzionarela nostra società e che mi han-no sopportato e assecondatoin tutte le mie richieste.Grazie di cuore a tutti.

Claudio Bonizzoni

Inizia da qui la nostra “avven-tura” alla conquista della nevedel Sestriere. Da quasi 13 annipuntualmente ogni anno allaprima settimana di gennaio –questa volta da venerdì 1 a mer-coledì 6 – si ripete per i ragazzi ele famiglie della nostra Parroc-chia questa entusiasmante espe-rienza di vita comunitaria pressola Casa Alpina Don Barra di Pra-gelato. In questi giorni si alter-nano al divertimento sulle pisteda sci momenti di preghiera e digioco condiviso nelle piacevoliserate di inizio anno, il tutto inun’atmosfera familiare in cui sicerca di trasmettere ai più giova-ni la consapevolezza che lo stareinsieme e l’accettare l’altro, vuoldire anche avere la pazienza e ilrispetto dei tempi di ognuno, equesto risulta sicuramente piùfacile da apprendere quando ci sitrova a contatto per diverse oredurante la giornata, e si condivi-dono momenti particolari.

Inizialmente ciò che spingevaognuno di noi a intraprenderequesta esperienza era semplice-mente la voglia di andare in va-canza; ora la richiesta che ogni an-no viene fatta dagli “affezionati”(c’è chi vanta la presenza tredicen-nale!) e dalle “reclute” ci spinge apensare che ora più che mai, ci siala necessità e il desiderio di viveremomenti comunitari, anche congli adulti, che ci arricchiscano e ciaiutino nella nostra crescita perso-nale, rendendoci più consapevoli

del vero significato di amicizia erispetto, e perché no, ci insegninoalcune basilari regole di conviven-za che la vita quotidiana spesso ciporta a dimenticare.Personalmente, ringrazio tutticoloro che in questi anni mi han-no sempre sostenuto e aiutatonell’organizzare questa vacanza“speciale”, rendendola unica ediversa, come unici e diversi so-no i partecipanti a questa “magi-ca avventura” di inizio anno.

Silvia Losi

SalvatoreSantissimo

Sport

Basket, formazione serie D. In piedi, da sinistra: Paolo Colucci, Francesco Bogliani, Andrea Landini, Al-berto Ragni, Giacomo Benazzo, Fabio Poggi, Luca Lanzarotti, Giacomo Bonizzoni. In basso, da sinistra:Ivano Caldera dirigente accompagnatore, Andrea Malinverni, Giacomo Calvi, Edoardo Pagetti, Federi-co Pagetti, Gianluca Carnevale, Andrea Benazzo. Assenti: Marco Uggè, Matteo Bordogna capitano.

Il presidenteClaudio Bonizzoni

Tanti buonirisultati

ma aspettiamopiù bambini

Claudio Bonizzoni riconfermato presidente della Sanmaurense, la nostra Unione Sportiva

Il bilancio delle ultime stagioni e i programmi fu-turi. “Possiamo essere contenti, ma non ci dobbia-mo fermare”. Un appello per nuove giovani leve

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Pronti? Via! Ancora una voltaci aspetta la neve del Sestriere

Un gruppo di nostri ragazzi in vacanza, felici sulla neve

Ormai da 13 anni vacanzaspeciale presso la CasaAlpi-na don Barra di Pregolato.Giochi, preghiere e amicizia