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Rosaria Carpinelli Consulenze Editoriali...Pagina Fisica: LASTAMPA - NAZIONALE - IV - 13/11/10 - Pag. Logica: LASTAMPA/TUTTOLIBRI/04 - Autore: SILRUF - Ora di stampa: 12/11/10 19.40

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RENATOBARILLI

Francesco Piccolo è ilfelice cultore di un genere che, ainostri giorni, gli appartiene qua-si in esclusiva, mentre per il pas-sato gli si potrebbero trovare au-torevoli padrini, come il CesareZavattini di Parliamo tanto di me.Si tratta di portare l'attenzionesulla ridda di tic, manie, idiosin-crasie, piccoli tabù, superstizioniche costellano la nostra vita, cau-sandoci angosciosi calcoli delleprobabilità, quasi impegnandociin una continuamorra cinese.

Tipico in tal senso un raccon-to con cui, a metà dei '90, Piccolosi era genialmente manifestato,raccontando di un bambino inca-ricato di portare a scuola un fra-tello minore, ma con l'ordine ditenerlo dalla parte del muro enon del traffico. Interrogativotormentoso: i genitori lo faceva-no per proteggere il più amatofratellino, o riconoscevano il ran-go superiore del primogenito?Ma, trovato il garbuglio iniziale,in seguito Piccolo si era impegna-

to per costruirvi attorno un inte-ro racconto, come è avvenutocon L'Italia spensierata, 2007,che indagava sul coacervo di ste-reotipi suscitati, poniamo, dallasosta in un autogrill. Quindi, neLa separazione del maschio, l'esa-me si è esteso a tutta la condizio-ne di lui nei confronti di lei.

Ora invece, con Momenti ditrascurabile felicità, l'autore ha ri-nunciato a un intento di costru-zione, di estensione, sembra pre-so da un'incontenibile bulimiache lo porta a infilzare nello spie-do questi momenti l'uno dopol'altro, senza dargli tempo di ma-turare, se non per lo spazio limi-tato di una pagina o due. Ne vie-

ne non più un racconto, bensì unprontuario, un dizionarietto, undiario di registrazioni rapide e in-calzanti, talvolta racchiuse in unasola riga. Ma così il lettore è coltoda un piacevole bombardamento,tra cui sarebbe imbarazzato a sce-gliere e dare la palma dell'eccellen-za.

Ci sono i guai che ci procuria-mo in auto, quando per accorreredall’amata del giorno siamo inter-rotti da una serie di passaggi a li-

vello, e così l'ardore risulta frena-to, fino a spegnersi. Oppure, la cor-sa spericolata per passare in testa,davanti ad altri veicoli, in quanto ilnostro diarista in preda a mille ne-vrosi confessa che non sopporta disostenereuna fila al semaforo. Per-fino ai supermarket, quando si pre-senta alla cassa col carrello dellemerci, se vede che ci sarebbe da at-tendere,preferisce rimetterle al lo-ro posto, con delicatezza e cura,perché in questi suoi comporta-menti immersi in un delirio freddoegli non viene mai meno al rispettodelle buone regole. Anche se, d'al-tra parte, deve pur riconoscersiuna punta di sadismo, come quan-do, in treno, si nasconde in attesadella partenza, per poi precipitarsia reclamare il posto prenotato al-lontanandone il malcapitato, illusoche fosse rimasto libero. Sadismoanche nel chinarsi, durante la pro-iezione di un film già visto, ad anti-cipare al vicino l'arrivo delle scenemigliorio più eccitanti.

Ma forse il capolavoro in que-sta serie di inciampi, contraddizio-ni, vicoliciechi, sta nella riflessionesuscitata dal martelletto che neitreni viene proposto per rompere ivetri in caso di emergenza, e intan-to se ne sta protetto dietro solidicristalli.

Come si vive, in un mondo cosìirto di ostacoli? In definitiva, nonmale, ci sonoappunto i momenti difelicità annunciati dal titolo, anchese trascurabili, ovvero esigui, con-viene però saperli accettare. L'infe-licità sta semmai in uno scrupolo-so rispettodelle norme.

EMANUELETREVI

«Ma insomma - sichiedeva il grande Henri Mi-chaux sul transatlantico di-retto dalla Francia in Ecua-dor -, dove è questo viag-gio?». Interrogazione genia-le e scoraggiante, quella delgiovane Michaux (Ecuadoruscì nel 1929). Perché se ogniluogo del mondo (almeno pernoi moderni) possiede le suecoordinate, non altrettantosi può dire di quel singolareimpasto di spazio e di tempoche è il viaggio consideratoin sé.

Il fatto è che nessun viag-giatore, nemmeno il più di-sposto al fascino dell’estra-neità, è un automa cartesia-no. Se vuole davvero cono-scere ciò che registra con losguardo, è nel pozzo oscurodella propria identità che glitocca calarsi, rinunciando al-le abitudini più rassicuranti,sollecitando poteri a lungoassopiti o latenti.

Forse per questo tutti i li-bri di viaggio decisivi dellanostra epoca, da In Patago-nia di Bruce Chatwin al Pe-sce-scorpione di Nicolas Bou-vier, fino agli Anelli di Satur-no di W.G. Sebald, sono dellesorprendenti cartografie in-teriori, capaci di rinnovarel’antico genere delle confes-sioni proprio là dove menoce lo aspettavamo.

Non facevano eccezionealla regola alcuni libri pubbli-cati da Antonio Tabucchi alprincipio degli Anni Ottantadel secolo scorso, e destinatia un meritato e duraturo suc-cesso, come Donna di PortoPim e Notturno indiano. Aquelle ormai lontane espe-rienze sono dedicate alcunedelle pagine più intense diViaggi e altri viaggi, raccoltadi scritti dispersi del Tabuc-chi on the road ben curata daPaolo Di Paolo.

Tutti i luoghi in cui ci capi-

ta di approdare, scrive Tabuc-chi in un articolo del 2006 inti-tolato Le mie Azzorre, testimo-niano di noi almeno tantoquanto noi testimoniamo di lo-ro. «Ci siamo arrivati il giornogiusto o il giorno sbagliato, maquesto non è responsabilitàdel luogo, dipende da noi».

Alla stessa maniera, quan-do raccontiamo un sogno, mol-to spesso ci rendiamo conto diriferire fatti banali, che hannoun significato solo se accantoa questi sopravvive anche il ri-cordo delle emozioni che ne ab-biamo provato. Più che una

convinzione filosofica astrat-ta, questo empirismo radicaleè un metodo narrativo al qualelo scrittore non rinuncia innessun caso.

Anche quando è costrettoalla misura breve di una rubri-ca di giornale, il viaggio di Ta-bucchi si tiene sempre in equi-librio fra la descrizione e il suocontraccolpo interiore. Comese il mondo, nell’infinita varie-tà delle sue apparenze, avessebisogno di passare di lì, per lacruna dell’ago dell’Io, per rag-giungere un accettabile gradodi credibilità.

Intendiamoci, Tabucchinon è affatto così ingenuo daignorare che anche l’Io, se lo

mettiamo alle strette, non èche un’illusione fra le altre.Ma il viaggiatore che si raccon-ta in queste pagine non è allaricerca di una solida teoria del-la realtà. Vigile, curioso, co-sciente di quei limiti nei qualigli è concesso di godersi ciòche gli tocca in sorte, ha da-vanti a sé obiettivi molto menoambiziosi. Ogni suo atto di co-noscenza è una specie di pattoprovvisorio con l’illimitato.

Nemmeno lo spettro piùterrificante per ogni scrittoredi viaggi, quello del turismo, ècapace di paralizzarlo. «Forse

siamo tutti turisti, a questomondo», riflette Tabucchi nelbel mezzo di un’esplorazionedi Creta. Ma che senso avreb-be opporsi in maniera frontalea questa immane mutazioneantropologica? Fino a qualchedecennio fa, i più raffinati siostinavano a evitare le vie piùbattute, rifugiandosi in un al-trove sempre più minacciato.Oggi non resterebbero, a que-sti ultimi romantici, che le zo-ne devastate dalla guerra e daidisastri industriali.

Il libro di Tabucchi ci mo-stra un’altra via. L’altrove piùincontaminato è sotto i nostriocchi, basta avere la pazienzadi cercarlo. E’ un interstizio,una crepa quasi invisibile nel-la monotonia del cliché e del ri-saputo. Quasi accettando unasfida impossibile, Tabucchi celo dimostra parlando di Pisa.E’ vero, le migliaia di personeche ogni giorno, vomitate da-gli autobus, riempiono la Piaz-za dei Miracoli condividono ungrado dell’esperienza prossi-mo allo zero assoluto. Il souve-nir si sovrappone alla realtà efinisce per corroderla, comese quelle persone fossero tra-sportate per magia all’internodi un posacenere, di un calen-dario, di una bolla con la nevefinta. Eppure, anche se intrap-polati in questa situazione limi-te, sarà possibile una salutareevasione: basterà abbandona-re il gruppo per qualche minu-to, imboccare via della Faggio-la, e fermarsi a contemplare lafacciata armoniosa del vec-chio Palazzo Soderini, doveuna targa ricorda che Leopar-di trascorse quasi un anno traquelle mura, scrivendo A Sil-via e Il Risorgimento.

Il viaggiatore di Tabucchi,insomma, è colui che esercitaal massimo grado possibile lasua libertà: facendo il passo inpiù necessario a riappropriar-si di quel mondo che, a primavista, gli è stato per sempresottratto.

nee che già fanno subodorare ilbunga bunga dietro l'angolo. Dal-le bische clandestine agli affaricon i boss della mala, il venditoredi donne si ritrova al centro di unimprecisato complotto nel qualepuò perdere solo la vita - il resto ègià stato asportato anni prima -ma da cui cerca di risalire conun’astuzia che lascia intuire acca-dimenti più che tenebrosi.

Carla, la bella donna delle puli-zie che accetta al volo di diventa-re una nuova accompagnatrice -le escort non erano neanche anco-ra autoveicoli - della schiera diBravo; Daytona, l'amico scom-mettitore forse non così candidocome sembra; Giorgio, l'aspiran-te cabarettista; Lucio, il vicino dicasa, musicista cieco con cui Bra-vo si diletta nella soluzione di re-bus da Settimana enigmistica; Ta-no Casale, il boss al quale il prota-gonista promette qualcosa di

troppo, tipo una schedina del To-tocalcio da mezzo miliardo di li-re… Ognuno di questi personaggiavrà un ruolo determinante nelgran casino che si crea in quellaprimavera milanese del ’78, dovele macchine erano solo numeri -500, 127, 128 - dove tirar tardi si-gnificava respirare la città deser-ta prima dell’alba, dove giovanicomici sconosciuti tentavano lasorte in una specie di cantina dal-la quale uscirono vestiti di suc-cesso non pochi personaggi delcinema e della tv.

La disinvoltura della narrazio-ne si sposa con il tentativo di rico-struire un'Italia - e una Milano -che non ci sono più. Una sorta diamarcord con morti ammazzatiche lascia galleggiare la nostramemoria verso quell’epoca tutta-via più spensierata e sincera, incui un giovane comicodagli occhiazzurri si preparava a piombaresui nostri teleschermi domenica-li chiedendo con aria pazzerella etrasognata «è qui che c’è le don-ne nude?».

TORNANOI «QUADERNI»DEDICATI A GADDA

Nel cantiere dell’Ingegnere= Sia reso un merito speciale a Luigi Brioschi di aversalvato dall'estinzione e anzi rilanciato sotto l'egida dellaFondazione Pietro Bembo i Quaderni dell'ingegnereper antonomasia, Carlo Emilio Gadda. In questi tempi dibraccini corti, non è impresa di tutti i giorni.Già fondati nel 2001 da Dante Isella (per Ricciardi, poipassati a Einaudi tre anni dopo) segnano lo sviluppo delcantiere che aveva superbamente condotto acompimento l'edizione delle Opere nei garzantiani «Libridella Spiga». Venuto a mancare Isella, e dopo di luiFranco Gavazzeni, li dirige ora Clelia Martignoni con un

team di studiosi d'alto valore, per lo più allievi e sodali delMaestro. La rivista (Guanda, pp. X-310, € 24) è bilanciatatra testi inediti (godibilissimi sempre), studi approfonditie utili strumenti di lavoro, indispensabili a nuovi scavi.Se il lavoro da fare è ancora molto, specie alla luce dinuove acquisizioni (quali i Fondi Roscioni e Citati, i dueangeli custodi del periodo romano), non può finire inmani migliori. Spiccano in questo numero La casasolitaria, un racconto noir del 1932 con venature«fantasioso - ironiche»; una prosa di viaggio (in auto conLinati a Venezia); le lettere 1963-70 a Gian Carlo Roscioniin cui l'apprenti cadavre sfoga nelle consuete pirotecnieverbali nevrosi e stanchezze («i disturbi cui mi affliggo ele cure relative fanno di me un infermo oscillante e un

buono a nulla autentico... Il caldo umido-afoso e ilpolverone del cantiere, con ululati di cani alla prima luce,sono a perfezionare il quadro... le mie condizioni dimalade pas du tout imaginaire»). E ancora, i disegni delTaccuino di Caporetto, le indagini di Claudio Vela (suipersonaggi minori del Pasticciaccio, «fugaci mamemorabili»), Andrea Silvestri (la terminologia tecnicanascosta nell'uso lessicale corrente), Ornella Selvafolta(la sede del Circolo Filologico assai cara all'ingegnere)Donata Martinelli (Gadda e la Treccani), CleliaMartignoni (lo pseudo-dialogo premesso all'edizione1963 della Cognizione). Anche ad apertura casuale dipagina, la gratitudine del lettore scatta immediata Ernesto Ferrero

Un dizionariettorapido e incalzante(talvolta in una solariga) di «Momentidi trascurabile felicità»

«Viaggi e altri viaggi»:una raccolta di scrittidispersi, in equilibriofra la descrizione e il suocontraccolpo interiore

Se on the roadappare Leopardi

Un passaggioa livelloci separa da lei

pp Antonio Tabucchip VIAGGI E ALTRI VIAGGIp Feltrinellip pp.269, € 17,50

pp Francesco Piccolop MOMENTI

DI TRASCURABILE FELICITÀp Einaudi, pp. 134, € 12,50

Piccolo Ostacoli, equivoci, inciampi,vicoli ciechi della nostra esistenza

Un drammone schietto,veloce, divertente, privodi eccessi e sbavature:tra bische e affari,tra la mala e il cabaret

Antonio Tabucchi: una raccolta di scritti per giornali e riviste

Tabucchi Dalla piazza della sua Pisa alle Azzorre,a Creta: il mondo allo specchio di un turista mai per caso

TuttolibriSABATO 13 NOVEMBRE 2010

LA STAMPA V

Gadda ritratto da CapocchiniScrittori italianiIV

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