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articolo dell'Avvenire del 29.10.2011
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SABATO29 OTTOBRE 2011 3
LE PATOLOGIE
Ansia, depressione, dolori cronici. E a scuola...e conseguenze dell’assenza dei geni-tori emigrati sulla personalità e sullasalute dei bambini rimasti soli in pa-
tria sono devastanti. Gli psicologici rome-ni parlano di "sindrome Italia" e i sintomi,
nel bambino rimasto solo, sono facilmen-te riconoscibili, a cominciare da un per-manente stato di insoddisfazione, ansia,depressione. Secondo gli specialisti, le lo-ro malattie sono favorite dalla nostalgiadei genitori. Compaiono dolori cronici fi-sici, gastrite, diabete o gastroduodenite.La comunità non offre adeguato supporto,non avendo con chi comunicare, e anchele conversazioni via telefono o internetcon i genitori non sostituiscono la presen-za fisica. La prolungata tristezza si trasfor-ma in depressione, i bambini si isolano earrivano anche a desiderare la morte; inalcuni casi si tolgono la vita. Possono an-che subire violenze da parte delle personea cui i genitori li hanno affidati. Quasi lametà dei bambini con i genitori all’esteropresentano risultati scolastici sempre piùscarsi. In alcuni casi fuggono da casa ecommettono reati. (M.Ior.)
L
I NUMERI
126MILA PICCOLI SENZA FAMIGLIAOltre tre milioni di romeni sono emigratiall’estero negli ultimi anni. Anche per l’origi-ne latina della lingua romena, le mete princi-pali sono Italia e Spagna, dove rappresenta-no la prima comunità straniera con circa unmilione di persone in entrambi i Paesi. I datirilasciati dal ministero del lavoro romenoindicano oltre 85 mila bambini che hanno igenitori all’estero; di questi, 60mila vivonocon un genitore mentre 25mila sono rimasticompletamente soli. Secondo l’Unicef, inve-ce, il fenomeno è ancora più imponente: cir-ca 350mila bambini avrebbero uno dei geni-tori e 126mila entrambi i genitori all’estero.Il 16% di questi non vede i genitori da alme-no un anno il 3% da più di quattro anni. Il fe-nomeno colpisce almeno otto bambini ro-meni su cento e la maggior parte di loro sitrova nella Moldova romena, nell’Est delPaese, la regione più povera. Metà di loro hameno di dieci anni. La Romania conta lametà degli "orfani bianchi" della migrazioneeuropea. (M.Ior.)
il fattoLa chiamano «sindrome Italia» e colpiscemigliaia di bambini lasciati in patria da padrie madri emigranti, affidati a parenti o viciniLa tragedia di Monica, 10 anni, vittimadell’anoressia nervosa: le mancava la mamma
Romania, la vita spentadegli «orfani bianchi»I genitori vanno a lavorare all’estero. I figli restano soli, s’ammalano, a volte muoionoDA BUCAREST MIHAELA IORDACHE
ono gli orfani bianchi, il loro numero su-pera le centinaia di migliaia. Ognuno diloro ha un nome ma i loro genitori non
sono lì a chiamarli o abbracciarli forte quan-do hanno bisogno, quando si interrogano suiproblemi della vita, quando non capisconoperché alcune cose devono accadere proprioa loro. E loro, i bambini rimasti soli in Roma-nia perché i genitori sono andati all’estero alavorare, si addormentano con le lacrime a-gli occhi, sperando di sognare la mamma edil papà. Spesso i coetanei li considerano for-tunati perché possiedono cose più belle, ve-stiti, cellulari. Eppure non sono felici. Hannomolto, ma non i loro genitori.Sarebbe già un bel regalo poterli incontrare al-meno nei sogni. Diana, che è rimasta a casacon i nonni quando i genitori sono emigratiin Spagna, dice che, se sognerà la mamma, la
terrà stretta per la mano e forse la mattina sisveglierà con lei vicino. Poterla portare dal so-gno a casa la farebbe immensamente felice,rinuncerebbe anche al cellulare, ai giocatto-li, pure alla cioccolata. Una carezza data dal-la mamma non ha prezzo, dice. Anche Moni-ca, una bambina di dieci anni, ha aspettato alungo la sua mamma. Troppo a lungo. Lemancava così tanto che il suo piccolo uni-verso è crollato. Senza padre sin dalla nasci-ta e con la nonna che la picchiava, Monica siè chiusa in se stessa. Non ha più voluto némangiare né parlare. Per mesi, dal suo letto diospedale ad Arad (ovest della Romania), guar-dava con i suoi grandissimi occhi marronisempre verso la porta, sperando che da lì sa-rebbe entrata la sua amata mamma. Ma lamamma, emigrata in Italia, è venuta a visi-tarla solo poche volte e sempre minaccian-dola che se non si fosse ripresa l’avrebbe ab-bandonata. Nonostante le minacce il viso del-la bambina si illuminava quando vedeva lamamma, e secondo i medici quelli erano gliunici momenti in cui la piccola stava un po’meglio. Del resto, i suoi occhi tristi guardava-no invano la porta da dove ogni tanto entra-vano persone che avevano sentito della suagrande sofferenza. Ma nulla è servito, né lecarezze della gente, né le parole della psico-loga o gli sforzi dei medici. A dieci anni Mo-nica si è spenta a causa di un’anoressia ner-vosa dopo un’agonia durata mesi e nella pe-sante mancanza della mamma. Ed è tragica-mente lunga la lista dei bambini che scelgo-no di togliersi la vita per il dolore di essere ri-masti soli.La Romania, il paese più povero dell’UnioneEuropea, è anche il paese con la più forte e-migrazione. Milioni di romeni sono partiti incerca di una vita migliore, soprattutto per as-sicurare un futuro ai figli. Sono andati all’e-stero ad accudire altri bambini e anziani,mentre i loro figli soffrono della "sindrome I-talia", termine con il quale psicologici e me-dici romeni indicano disfunzionalità e ma-lattie dei bambini rimasti in patria senza ge-nitori.Per anni nella società romena si è sempre par-lato dei benefici materiali dell’emigrazione,dei soldi che i romeni inviano in patria, del lo-ro contributo all’economia. Il fenomeno del-la massiccia emigrazione è cominciato dopola caduta del comunismo nell’89 e si è inten-
Ssificato con la libera circolazione e l’adesio-ne all’Unione Europea quattro anni fa. Alcu-ni sono riusciti a portare i bambini all’esterocon loro. Moltissimi no. Soprattutto le badantiche devono vivere nella casa degli anziani cheaccudiscono. Non riescono a tornare spessoin patria a visitare e abbracciare i propri figliperché non possono lasciare soli gli anziani
in Italia o Spagna e, anche per rientrare unavolta all’anno, devono trovare una sostituta.C’è così un’intera generazione cresciuta al-l’ombra dell’emigrazione. Secondo l’Unicef,oltre 300 mila minori hanno uno o entrambii genitori all’estero. I bambini vengono affidatisenza alcuna delega o documento ufficiale ainonni, ai parenti o addirittura ai vicini. E non
tutti vivono in condizioni materiali adegua-te, perché spesso i genitori non riescono adinviare a casa somme di denaro sufficienti.Si parla spesso del sacrificio dei genitori, co-stretti a stare lontano dai propri figli; rara-mente si affronta invece il tema delle priva-zioni affettive dei bambini che, per la dispe-razione, provano ad attirare l’attenzione dei
genitori, rifiutando dimangiare, di parlare e al-la fine di vivere. Questa èla faccia nascosta dell’e-migrazione – spiegano isociologi – vite spezzate,famiglie rovinate e in ge-nere una società più po-vera in valori cui rap-portarsi, dove i giovanirespingono l’idea di vi-vere in Romania e so-
gnano a loro volta di emigrare. Lo Stato os-serva il fenomeno, impotente, senza forniresoluzioni per mitigare la situazione.Nemmeno l’Unione Europea sembra averemolte iniziative in merito. Già nel 2009 l’eu-roparlamentare romena Corina Cretu criti-cava, in una seduta plenaria del ParlamentoEuropeo, le autorità nazionali ed europee perl’inadeguata importanza data al fenomenodei bambini lasciati soli in patria, conside-randola una prova di mancanza di responsa-bilità rispetto al presente e una incoscienza ri-spetto alle conseguenze future del fenome-no. L’anno scorso la Commissione europeaha dato vita a uno studio sull’impatto socia-le dell’emigrazione, in particolare nell’Euro-pa Centrale e dell’Est, documento che po-trebbe essere concluso nel 2012, secondo l’eu-roparlamentare romena Rovana Plumb, im-pegnata a studiare il fenomeno.
Gli amici li invidiano perchéhanno bei vestiti e giocattoli, ma loro sono infelici. Una lungalista di piccoli che soffrono, finoal punto di togliersi la vita peril dolore di essere rimasti soli
Il deputato Calian«Questi ragazzi vanno tutelatisanzioni per chi li trascura»DA BUCAREST
l caso di Monica, la bambina didieci anni scomparsa per la no-stalgia della mamma in seguito
ad un’anoressia nervosa, ha spintoil deputato Petru Calian del Pdl, par-tito democratico liberale, al gover-no, a promuovere un disegno di leg-ge che offra più protezione ai bam-bini.Quali sono le principali propostedel suo disegno dilegge?In sostanza, i geni-tori che hanno figliminorenni e deside-rano andare a lavo-rare all’estero han-no l’obbligo di infor-mare le autorità contrenta giorni di anti-cipo. Nella notifica,che dev’essere au-tentificata dal no-taio pubblico, i ge-nitori devono no-minare la personache prenderà in af-fido il bambino.Nell’affidare i bam-bini, i genitori de-vono prendere inconsiderazione perprimi i parenti delprimo e secondogrado. Solo se nontrovano nessunapersona di questacategoria, possono optare per altrepersone. Inoltre, le persone che siprenderanno cura del bambino de-vono sottoporsi a un test psicologi-co elaborato da specialisti apparte-nenti alle autorità locali. Ci sonostate situazioni in cui delle babysit-ter hanno maltrattato i bambini onon li hanno accuditi corretta-mente, persone con problemi di na-tura psicologica.Che tipo di sanzioni ci sono per igenitori?Le sanzioni vanno da 2.500 a 10 mi-la lei (600-2.380 euro). Non è possi-
Ibile che i genitori trascurino i bam-bini. Sono costretti ad andare a la-vorare all’estero, ma i bambini de-vono comunque rappresentare laloro principale priorità. La com-missione giuridica della Camera deiDeputati potrà aumentare questesanzioni e anche completarle consanzioni di natura penale.Tre anni fa, un suo disegno di leg-ge simile a questo era stato bloc-cato in seguito all’avviso negativo
emesso dal Gover-no. Perché il Parla-mento non riesce amobilitarsi nel pro-muovere anche leg-gi che proteggano dipiù i bambini?I governanti di allo-ra, ma devo dire i go-vernanti in genere,non seguono conmolta attenzionequeste iniziative le-gislative, preferendolasciare la materiaalla discrezione difunzionari che, a uncerto momento, siannoiano ad analiz-zare tutti questi di-segni e li guardanocon indifferenza.Sto pensando di in-viare una lettera alGoverno, chieden-do il regime d’ur-genza per non bloc-
care le procedure parlamentari.Sta cercando appoggio per un pro-getto di legge che vuole responsa-bilizzare maggiormente i genitorie proteggere i bambini?Certamente. Ho bisogno dell’ap-poggio dei miei colleghi del Gover-no. Se il riscontro fosse positivo, il75% del problema sarebbe risolto,in quanto c’è una maggioranza par-lamentare che appoggia il Gover-no. Sì, devo "fare lobby" per pro-muovere il disegno nell’ordine delgiorno.
Mihaela Iordache
Petru Calian
Informare le autorità enominare un affidatarioche abbia superatoun test attitudinale:un disegno di leggecerca di scuotereil torpore del governo