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UNIVERSITÀ E POLITECNICO DI TORINO Rendiconti del Seminario Matematico (già « Conferenze di Fisica e di Matematica ») VOLUME 20° (Anno accademico 1960-61) In vendita presso LIBRERIA LATTES GESTIONE LIBRERIE ITALIANE RIUNITE TORINO

Rendiconti del Seminario Matematico 20 (1960... · o di guarigione. Molti di voi mi hanno dato pure il gran piacere, che è stato anche un onore, di venirmi a trovare nel mio doloroso

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U N I V E R S I T À E P O L I T E C N I C O DI T O R I N O

Rendiconti

del Seminario Matematico

(già « Conferenze di Fisica e di Matematica »)

VOLUME 20°

(Anno accademico 1960-61)

In vendita presso

LIBRERIA LATTES GESTIONE LIBRERIE ITALIANE RIUNITE

TORINO

COMITATO DI REDAZIONE

C. AGOSTINELLI, Università. — P. BUZANO, Politecnico. R. EINAUDI, Università. — E. MARCHIONNA, Università. A. TERRACINI, Università. — F. TRICOMI, Università.

T, VIOLA, Università.

Segretario : T. ZEULI, Università.

Per qualsiasi comunicazione gli interessati potranno rivolgersi direttamente al Prof. A. Terracini oppure al Segretario.

U N I V E R S I T À E P O L I T E C N I C O DI T O R I N O

Rendiconti

del Seminario Matematico

(già « Conferenze di Fisica e di Matematica »)

VOLUME 20°

(Anno accademico 1960-61)

In vendita presso

LIBRERIA LATTES GESTIONE LIBRERIE ITALIANE RIUNITE

TORINO

P R O P R I E T À

R I S E R V A T A

1961 - Stab. Grafico Lorenzo RaUero - Torino - Via Modena 40

I

CONFERENZE

ATTI

DEL

CONVEGNO INTERNAZIONALE

DI GEOMETRIA ALGEBRICA

TENUTO A TORINO

NEI GIORNI 24-27 MAGGIO 1961

4*

Roma, 16 maggio 1961

INDIRIZZO DEL PROF. SEVERI PER IL CONVEGNO

INTERNAZIONALE DI GEOMETRIA ALGEBRICA

(24-27 maggio 1961)

Potrei dire che mai come stavolta mi è doluto (e ancora mi

duole) di non essere in condizioni fisiche normali, che mi permet­

tano di assistere e di partecipare al presente Convegno Internazio­

nale. Ma tutti voi sapete che da quattro anni sono costretto a letto

da dolorosa malattia, che non ha ceduto a vari interventi chirur­

gici e che soltanto ora comincia a dar qualche sintomo di arresto

o di guarigione.

Molti di voi mi hanno dato pure il gran piacere, che è stato

anche un onore, di venirmi a trovare nel mio doloroso ostello.

Con taluno di voi ho potuto avere contatti e completare qualche

volume, forse non inutile ai progressi della geometria algebrica.

Mi rappresenta a questo Convegno, e lo ringrazio di avere

accolto la mia preghiera, il mio ottimo, infaticabile e forte disce­

polo degli anni romani più lontani, Beniamino Segre, che ora è

mio Collega all'Istituto Nazionale di Alta Matematica, e che espone

quelle sue suggestive visioni della geometria algebrica, rispetto

agli insiemi finiti di punti.

Leggo, con non eliminabile nostalgia, il programma del Con­

vegno, e vi trovo i nomi di grandi creatori o maestri della Geo­

metria algebrica, vista sotto l'angolo visuale dell'Algebra astratta,

— 60 —

come Van der Waerden, Zariski, Dubreil ed altri. Trovo anche nel programma comunicazioni di amici, come il genialissimo Kàhler, che mi onoro di avere avuto discepolo a Roma, e il Collega Grbbner, amico fraterno e lavoratore indefesso. Vi sono poi i giovani creatori, come Samuel, Roth, e gli allievi diretti o indi­retti, come Gherardelli, Dantoni, Galafassi, Baldassarre, Morin, Vesentini. Insomma tutta una gamma di indirizzi e di risultati, che suscitano il desiderio di vedere, di udire e di operare.

Saluto tutti voi, o giovani delle nuove generazioni, che mante­nete alto il vessillo della geometria algebrica, che le mie stanche mani di vecchio lavoratore reggono ormai appena, pur veneran­dolo, ma senza poterlo sollevare a grandi altezze.

FRANCESCO SEVERI

PAROLE DEL PROF. ALESSANDRO TERRACINI

Con molto piacere assolvo il compito graditissimo di dare il

più cordiale benvenuto a tutti i presenti, intervenuti al nostro Con­

vegno internazionale di Geometria algebrica, che oggi si inaugura.

Il Rettore dell'Università di Torino manifesta il proprio rin­

crescimento perchè, trattenuto da altri impegni, non può essere

presente, e mi ha incaricato di trasmettere a tutti i convenuti il suo

cordiale saluto e i suoi migliori auguri.

Non a caso il Convegno è stato inserito tra le manifestazioni

del '61, con le quali quest'anno si commemora, in vari modi, il

centenario dell'unità italiana.

Nel 1860, quando esistevano già le premesse per la costitu­

zione del regno d'Italia — la cui proclamazione seguì nei primi

mesi del 1861 — Terenzio Mamiani, Ministro per l'Istruzione nel

Ministero Cavour (il penultimo Ministero Cavour), comprendendo

che alle affermazioni politiche si dovevano accompagnare quelle

dell'alta cultura, istituiva nuove cattedre universitarie: fra esse, a

Bologna quella di Geometria superiore, alla quale fu chiamato,

trentenne, Luigi Cremona.

Non si possono rileggere senza commozione le parole con le

quali, nella sua Prolusione del 1860, Cremona incitava i giovani:

«Nelle armi e nei militari esercizi rinvigorite il corpo; negli studi

« severi e costanti spogliate ogni ruggine di servitù e alla luce della

« scienza imparate ad esser degni di libertà. Se la voce della patria

— 62 —

«vi chiama al campo, e voi accorrete, pugnate, trionfate o cadete,

«certi sempre di vincere: le battaglie della nostra indipendenza

« non si perdono più. Ma se le armi posano, tornate agli studi

«perocché anche con questi servite e glorificate l'Italia. L'avvenir

« suo è nelle vostre mani; il valore de9 suoi prodi la strapperà tutta

« dalle ugne dello straniero, ma ella non durerebbe felice e signora

« di sé ove non la rendesse onoranda e temuta il senno dei suoi

«cittadini». E continua dicendo ai giovani: «i militari e li scien-

« tifici studi vi faranno aiutatori alla grandezza di questa nostra

«Italia, che sta per rientrare, al cospetto dell'attonita Europa, nel

« consorzio delle potenti e libere nazioni, con una sola capitale,

«Roma, con un solo re, Vittorio Emanuele, con un solo e massimo

« eroe, Garibaldi ».

Uascesa di Cremona alla cattedra universitaria segna un mo­

mento cruciale per gli albori della geometria algebrica. Non tanto

per lo spirito che il Cremona intendeva portare, e ha portato, nel­

l'insegnamento, col suo ideale per i metodi — per dirlo con le sue

parole — puramente geometrici, che egli aveva imparato ad ammi­

rare principalmente presso Chasles e Steiner, quanto perchè il

periodo bolognese di Cremona, protrattosi fino al 1866, è stato tra

i più fecondi per la sua operosità — fu il periodo ^e/Z'Introduzione

ad una teoria geometrica delle curve piane, e delle trasformazioni

cremoniane —, fu insomma il periodo in cui si affermò e rifuse

la sua personalità scientifica. Appunto in conseguenza di ciò,

Cremona venne assumendo per i geometri italiani di quella gene­

razione il ruolo di guida: dalla sua scuola, a Bologna, e poi a

Milano, e infine a Roma, sono usciti Eugenio Bertini, Riccardo

De Paolis, Ettore Caporali, e poi anche, in un certo senso, Giu­

seppe Veronese.

L'attività creatrice di Cremona cessa poco dopo il 1880 — gli

ultimi suoi lavori sono dell'84. Proprio in quel torno di tempo si

affaccia agli studi di geometria Corrado Segre. Nato a Saluzzo nel

1863, la vita di Corrado Segre è iiidissolubilmente legata a Torino

e a questa Università, che frequentò come studente dal 1879 all'83.

— 63 —

Qui fu assistente dapprima di Enrico D'Ovidio — alla scuola del

quale si era formato —, poi di Giuseppe Bruno, e qui tenne la

cattedra di Geometria superiore per 36 anni, dal 1888 al 1924,

anno della sua morte.

Proprio in questo edificio, allora disposto diversamente, Cor­

rado Segre ha tenuto le sue lezioni, su all'ultimo piano, in quella

cosidetta aula IH, rivestita di ampie vetrine, nelle quali Segre

venne raccogliendo un'ampia collezione di modelli, che durante

l'ultima guerra una bomba distrusse completamente, insieme con

i locali dell'ultimo piano. L'ultima lezione, Segre l'ha tenuta il

10 maggio, otto giorni prima della morte. E nel cortile dove si

affaccia questa saletta sostò per un minuto il funerale di Corrado

Segre.

Qua a Torino vi sono ancora quei portici — secondo una tradi­

zione, di via Po; secondo un'altra, di corso San Martino, vicino

alla stazione di Porta Susa — che intorno al 1890 avevano visto

sorgere (così si diceva) nuove vedute sulla Geometria algebrica:

là solevano allora passeggiare conversando Corrado Segre e Guido

Castelnuovo : abitavano entrambi nei paraggi di Porta Susa, Castel-

nuovo in piazza Statuto, e Segre, allora, in via Juvara. Poco dopo

Segre si trasferì in quell'alloggio al secondo piano di corso Vit­

torio 85, dove rimase poi sempre, lavorando in quel suo studiolo

affacciato su un giardino, che molti della mia generazione certa­

mente ricordano, con le fotografie dei matematici che ne adorna­

vano le pareti. Queste fotografie sono ora visibili nella nostra Biblio­

teca matematica, che ha anche il previlegio di conservare la bella

collezione dei quaderni nei quali Corrado Segre redigeva i suoi corsi.

Con Corrado Segre la Geometria algebrica trovò in Italia un

grande Maestro e un nuovo caposcuola. A lui si deve l'aver impor­

tato in Italia le idee che si erano venute sviluppando altrove. A lui,

dopo il suo lavoro di pioniere nella geometria proiettiva iperspa-

ziale, dopo la valorizzazione dei procedimenti di proiezione e

sezione negli iperspazi — quali erano stati immaginati e svilup­

pati anche da Giuseppe Veronese — si deve sopratutto la ricostru-

— 64 —

zione della teoria delle serie lineari su una curva mediante il me­todo iperspaziale. La sua « Introduzione alla geometria sopra un ente algebrico semplicemente infinito», pubblicata nel 1894 sugli Annali di matematica, e ora riprodotta nel l volume delle sue Opere, è stata come la magna charta che ha fatto testo per la geo­metria sulla curva secondo le idee di Segre. (?«eZZ'Introduzione è il frutto di un corso tenuto da Segre qua a Torino nell'anno acca­demico 1890-91, nel quale — Segre ci teneva a dirlo — egli aveva esposto non solo il metodo geometrico, dovuto a lui e a Castel-nuovo, ma anche quelli preesistenti: segnatamente il metodo alge­brico-geometrico di Brill e Noether e quello trascendente di Riemann. «L'argomento è tale», scrive Segre /ze//'Introduzione « che non è ben trattato se non si sviluppa sotto più aspetti. Ond'é «che l'aver io preso qui ad esporlo dal punto di vista geometrico « non va interpretato nel senso di una preferenza che a mio avviso « si debba dare a questo metodo rispetto agli altri. Tutti meritano «di essere studiati; ognuno ha i suoi pregi speciali; per ciascuno «vi sono questioni, in cui esso va più in là, od almeno riesce pia « luminoso degli altri ».

Quello stesso corso del 1890-91, insieme con altri successivi, avrebbe dovuto dare origine a un volume di Corrado Segre: Vor-lesungen iiber algebraische Geometrie, volume che non è mai uscito, il cui annuncio, riferisce Gino Loria, si trovò per parecchi anni nel catalogo della casa Teubner.

Del resto, nel campo della Geometria algebrica non mancano altre pubblicazioni di Corrado Segre che sono nate in qualche modo dai corsi da lui tenuti qua a Torino; per esempio il suo lavoro sulla molteplicità d'intersezione condotto mediante la risultante, quello delle singolarità della Hessiana e della linea parabolica di una superficie, l'invariante di Zeuthen-Segre, e verosimilmente anche l'estensione alle superficie delle idee di Noether sulla com­posizione dei punti singolari. La Nota pubblicata da Segre nel 1896 sull'invariante di Zeuthen-Segre ha la sua origine nel corso del 1893-94, nel quale era anche sua intenzione, poi non realizzata,

— 65 —

di far conoscere la dimostrazione della razionalità delle involu­

zioni piane, trovata da Castelnuovo nell'estate del '93.

Corrado Segre non ha preso parte attiva alla creazione della

teoria delle superficie, quale uscì dalla scuola geometrica italiana,

che si sintetizza nei tre grandi nomi: Castelnuovo, Enriques, Severi.

Come ha osservato Castelnuovo, mentre Segre aspira ad aprire

nuove vie all'indagine geometrica, non si preoccupa poi di per­

correre queste vie fin dove appaiono feconde: forse un desiderio di

perfezione artistica frenava la curiosità del ricercatore. Ma, se ha

posto dei limiti alla propria opera, continua Castelnuovo, Segre

ha immensamente favorito l'attività della sua scuola. Alla quale,

in misura maggiore o minore, appartennero tutti tre: Castelnuovo,

Enriques, Severi. Il primo rimase a Torino come assistente di

D'Ovidio dall'87 al 91 ; Enriques trascorse qua alcuni mesi alla

scuola di Segre, credo nel '93; Severi si laureò a Torino il 30 giugno

1900, con una tesi sulle singolarità delle curve iperspaziali, pub­

blicata nelle Memorie dell'Accademia delle Scienze di Torino pre­

sentata con una Relazione di Segre; a Torino rimase qualche

tempo come assistente, e a Torino prese la libera docenza. Severi

parla di Segre come del suo primo grande Maestro.

Ma anche se Segre non ha partecipato attivamente alla crea­

zione della teoria delle superficie da parte della scuola geometrica

italiana, egli fu a ragione considerato come il capo di questa scuola:

i discepoli spinti da lui nelle direzioni che egli aveva seguito e coi

metodi di cui si era valso (è ancora Castelnuovo che parla) hanno

potuto affrontare e risolvere ardue questioni mettendo in rilievo la

fecondità di quegli indirizzi e di quei metodi.

Se Segre ha potuto assistere a una buona parte degli sviluppi

della geometria algebrica classica per merito di Castelnuovo, Enri­

ques e Severi, non gli è stato dato di vedere la successiva profonda

trasformazione della geometria algebrica avvenuta sotto il potente

influsso dell'algebra moderna; non gli è stato dato di vederne quel-

l'aritmetizzazione che ha fornito solide basi, necessarie per l'asse­

stamento e per i successivi progressi, e che esige la sostituzione di

5

— 66 -

corpi più generali a quello classico dei numeri complessi. Ma ogni

generazione vive nel suo tempo, e possiamo solo immaginare che

Segre si sarebbe rallegrato della trasformazione avvenuta, e anche

dell'ampia cerchia di studiosi che così sarebbero entrati nel campo

della geometria algebrica. E si sarebbe anche rallegrato del fatto

che le idee geometriche che sono rimaste affiancate a quelle del­

l'algebra moderna nei successivi sviluppi della geometria algebrica

siano uscite dalla scuola da lui capeggiata, prolungandosi così oltre

la morte la sua opera dì Maestro, di grande Maestro.

INDICE

Pag. 5

» 15

» 39

» 41

» 55

CONFERENZE

F. G. TRICOMI, / matematici fuori della matematica

C. AGOSTINELLI. Nel centenario della nascita di Volterra e di Somigliana

H. BEHNKE. Le théorème de Runge et ses généralisations dans la théorie des fonctions de plusieurs variables complexes .

\J. RICHARD.. Caratterizzazione topologica del Calcolo numerico

P. DUBREIL. Demigroupe des endomorphismes d'un groupe

A T T I

Indirizzo del Prof. Severi per il Convegno Internazionale di

Geometria algebrica Pag. 59

Saluto del Prof. Alessandro Terracini » 61

B. SEGRE. Alcune questioni su insiemi finiti di punti in geometria

algebrica » 67

B. L. WAERDEN, Invariants birationnels » 87

M. BALDASSARRE Osservazioni sulla struttura dei fasci lisci . » 101

A. ANDREOTTI, E. VESENTINI. Un teorema d'annullamento della

coomologia » 109

L. GODEAUX, Costruzione di superficie algebriche irregolari . . » 115

P. SAMUEL, Le théorème de Hahn Banach en geometrie algébrique » 127

L. ROTH. Alcune applicazioni della varietà di Picard . . . » 135

G. DANTONI, Ideali e varietà algebriche » 149

— 268 —

0. ZARISKI, On the super abundance of the complete linear systems j nD | (n — large) for an arbitrary divisor D on an algebraic surface Pasr. 157

E. KAEHLER, Aritmetica infinitesimale » 1 7 5

P. DOLBEAULT, Une généralisation de la notion de diviseur . » 177

P. DUBREIL, Idéaux de polynomes et fonction de Hilbert . . » 203

W. GRÒBNER, Applicazioni delle serie di Lie nella geometria algebrica » 217

V. E. GALAFASSI, Omeomorfismi algebrici tra piani reali e que­stioni collegate » 227

P. BURNIAT, Varietà algebriche V?, con Pg — Pa— 0 e Po qua­lunque » 235

U. MORIN, Risoluzione geometrica di problemi di analisi diofantea di grado superiore » 255

Finito di stampare il !) gennaio 1962 nella tipografia L. Ballerò, via Modena 40, Torino

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