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RELAZIONE TECNICO-ILLUSTRATIVA
(calcolo sommario della spesa e coperture finanziarie)
INDICE
- Premessa;
- Approfondimento storici;
- Descrizione dell’impianto;
- Edificio A) – Asse 4 e 5 – Urban Centre + produzioni servizi sociali + riqualificazione piazza
della Resistenza;
- Edificio C) – Asse 4 – Edificio commerciale di media distribuzione;
- Edificio D) – Asse 5 – Polo sociale;
- Tempi di attuazione;
- Coerenza con la proposta già presentata a dicembre 2009;
- Precisazioni sulla rivitalizzazione socio-economica (Asse 4);
- Considerazioni Urbanistiche;
- Indirizzi per la redazione dei progetti definitivi ed esecutivi;
- Prime indicazioni per la stesura dei piani della sicurezza e coordinamento;
- Calcolo sommario della spesa e coperture economiche.
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PREMESSA
Il presente documento raccoglie la relazione tecnico-illustrativa, le prime indicazioni e disposizioni
per la stesura dei piani di sicurezza ed i calcoli sommari della spesa del Masterplan - Progetto
preliminare (con aggiornamento dell’aprile 2012) relativo alla riqualificazione generale derivante
dal Contratto di Quartiere di via Turati a Bollate di cui alla deliberazione del Consiglio Regionale
del 5 dicembre 2006, n.VIII/272, con la quale è stato approvato il Programma Regionale per
l’Edilizia Residenziale Pubblica (P.R.E.R.P.) 2007-2009.
Prima di addentrarsi in un’analisi del progetto, si ritiene importante soffermarsi su alcuni requisiti,
integrativi della seguente relazione tecnico-illustrativa, ritenuti di estrema importanza ai fini di una
globale valutazione della documentazione presentata.
In tal senso si fa presente che i documenti di cui alle lettere c), d) e i) dell’art. 17 del D.P.R.
207/2010 (studio di prefattibilità ambientale, indagini geologiche, idrogeologiche e archeologiche
preliminari e piano particellare preliminare delle aree), non sono inclusi nel presente masterplan -
progetto preliminare, in quanto sono stati ritenuti inefficaci e/o tecnicamente inopportuni rispetto
alla peculiarità dell’intervento ai sensi dell’art.15 comma 3 del medesimo decreto.
Il masterplan - progetto preliminare è quindi composto dai seguenti elaborati grafici e documenti:
Elaborati grafici:
- Tav.01 planimetria stato di fatto, rilievo fotografico, ortofoto, estratto PGT adottato;
- Tav.02 planimetria stato di progetto (aggiorn. aprile 2012);
- Tav.03 intervento A) - urban centre + produzioni servizi sociali (aggiorn. aprile 2012);
- Tav.07 intervento C) – edificio commerciale di media distribuzione (aggiorn. aprile 2012);
- Tav.08 intervento D) - polo sociale.
Documenti:
- Relazione tecnico-illustrativa (presente documento con aggiorn. aprile 2012).
Gli elaborati grafici di seguito elencati sono stati stralciati dal presente progetto preliminare:
- Tav.04 intervento B) - edifici residenziali;
- Tav.05 intervento B) - edifici residenziali / torre B1;
- Tav.06 intervento B) - edifici residenziali / torre B2;
In conformità quindi alla convenzione urbanistica stipulata con la Regione Lombardia (sottoscritta il
23/12/2009), si è redatto il presente masterplan – Progetto preliminare nel solco dell’atto di
indirizzo della giunta comunale n.175/2010, incluso degli aggiornamenti redatti in aprile 2012.
L’attuale documento progettuale si inserisce armonicamente in tutto il programma regionale
dimostrando una conformità rispetto a tutte le fasi del programma medesimo (fase esplorativa,
concorsuale, negoziale ed attuativa); del precedente lavoro svolto si precisa che rimangono vigenti
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tutti gli atti sottoscritti, le analisi dello stato dei luoghi, socio demografiche infrastrutturali e di
rivitalizzazione economico sociale.
A fronte quindi dei nuovi indirizzi espressi dall’Amministrazione Comunale, viene in questa sede
rivista la proposta urbanistica complessiva e di dettaglio al fine di ottimizzare il mix funzionale
proposto anche in relazione ad una concreta attuazione rispondente correttamente sia ad un
bilancio economico sia ad uno sociale.
Conseguentemente a quanto sopra, il presente progetto sostituisce quanto prima presentato
presso gli Enti coinvolti nel presente Contratto di Quartiere, per il quale si inserisce coerentemente
con la recente richiesta di rimodulazione presentata presso la Regione Lombardia anche per i
motivi suddetti.
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APPROFONDIMENTI STORICI
Prima di addentrarsi in una trattazione più progettualmente specifica, si ritiene importante riportare
una sintetica analisi storica di estrema importanza in relazione alle scelte filosofiche di progetto
proposte in questa sede.
Tale analisi è da ritenersi integrativa con quanto già riportato nel lavoro precedentemente svolto
nella “Relazione Generale di Analisi. Il Quartiere di Via Turati 40”.
TERRITORIO E STORIA
L'origine del nome Bollate sembra derivate dall'antico termine celtico “beola” cioè betulla, in
riferimento evidentemente ai diffusissimi boschi di betulle della zona. Secondo altri specialisti pare
invece aver avuto origine da “bola” o “bula” termine di origine latina significante “pozza d'acqua”
cioè con chiara allusione all'abbondanza di corsi di acqua e di stagni nel territorio specifico. Il
Terreno del bollatese si presenta composto da ciottoli ghiaie sabbie e argilla (derivati dallo
scioglimento dei ghiacciai), sulle quali in seguito erbe e strutture boschive hanno dato vita a un
terreno fertile e ottimale dal punto di vista agricolo.
Il rinvenimento di una fondazione romana nel 1962 ha avvalorato l'ipotesi di stanziamenti romani
sulle rive del fiume Pudiga (detto anche Liemale).
Il centro storico di Bollate era, con molta probabilità,uno degli avamposti militari fortificati di età
romana.
Il quadro degli insediamenti di epoca romana nel bollatese viene ad assumere una configurazione
topografica di una certa organicità, nell'ambito delle strutture politico amministrative che andavano
dal “vicus rusticus” (casolari o abitazioni rurali) al “pagus” (vera e propria circoscrizione del
territorio, sempre rurale, con funzioni come ad esempio quella che assicura la manutenzione delle
strade) facenti capo al Municipium mediolandense. Questo tracciato storico- archeologico porta
direttamente alla nascita , in Bollate, del centro abitato medioevale.
Bollate nel VII sec. Diventa una delle più importanti Pievi della zona , cioè un territorio
comprensivo di parrocchie rurali facente parte di una diocesi, anche se inizialmente è più
opportuno parlare di una comunità agricola cristiano primitiva in possesso di una chiesa con
battistero. La pieve di bollate faceva parte del contado della Martesana i cui confini
comprendevano un'area estesa a nord e nord est di Milano.
Nel XII sec. Bollate si trova coinvolta nelle lotte tra impero e comuni. Volta alla funzione difensiva,
Bollate si presentava cinta da mura e fortilizi tra i quali spiccavano due castelli, uno situato lungo il
fiume Pudiga che attraversava l'abitato, e uno, il più importante detto “de medio” che pare fosse
eretto in sito “Vicolo dei Romani” e che probabilmente dovette essere stato costruito sulla base
dell'antico castrum. Questi non erano certo costituiti da forti e imponenti mura e a volte si
limitavano a piccoli bastioni, almeno in superficie. Attorno al castello si estendevano verdi campi
coltivati , un paesaggio ubertoso completato da filari di viti, arnie per il miele, allevamenti di bovini,
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cavalli asini, pecore. Le terre già fertili erano rese ancor più ricche dai Fontanili, caratteristiche
sorgenti di acqua composte da una “testa” e da un “asta” (corso) che ne deriva, diffusi già nel
secolo XII in una fascia parallela dell'arco alpino che andava dalle terre intorno a Novara e Mortara
fino al Mantovano. I fontanili erano quasi tutti opera dell'uomo nel senso che sfruttavano polle di
acqua sorgente sotterranea – a temperatura costante compresa tra i 10 e 12 gradi - che si
trovavano in strati di ghiaia e sabbia a pochi metri sotto il livello della coltura. Nel territorio di
Bollate i fontanili sono andati decadendo e via via abbandonati. Nel secondo dopoguerra si è fatto
un censimento di queste ingegnose opere idrauliche che ancora davano vita alle colture; risulta
che ce ne fossero ancora 22, ancora attivi tra il 1920 e '40. Oggi di quei fontanili ci rimane una sola
testa volendo ancora attivabile, si tratta del fontanile detto Testa di Vialba, località via Nazario
Sauro, lungo la strada di collegamento Bollate – Baranzate, appena a sud dell'ospedale. I corsi
d'acqua, più assimilabili a torrenti, che attraversano il territorio del Bollatese sono: da Ospiate, vero
oriente, il Guisa, il Nirone, il Pudiga e il Garbogera. Il Pudiga è stato ricoperto nel 1962 e 1963 nel
tratto di via Piave, e integralmente in seguito.
Intorno al XIV – XV sec la Pieve di Bollate contava ben ventisei chiese comprendenti 29 altari,
infatti nel 1385 Gian Galeazzo Visconti, primo duca di Milano, ristrutturò il territorio attorno alla città
e La Pieve venne scorporata dalla martesana e inserita direttamente nel contado cittadino di
Milano poiché era compresa nella fascia di dieci miglia che circondava la città.
Nella prima metà del Cinquecento scompaiono anche le mura ed i castelli difensivi del Borgo e la
struttura medievale bollatese nel suo complesso. A distruggerlo durante le vicende belliche tra la
Lega Santa (Papato, Spagna, Venezia) e i Francesi di Luigi XII, è quasi certo siano stati i 25mila
svizzeri che nel dicembre del 1511 desistettero dall'assedio di Milano e rientrarono presso la loro
patria. Lungo la via del ritorno lasciarono devastate e arse le terre dell'alto milanese,
scompaginando il volto di decine e decine di villaggi e paesi tra cui, oltre Bollate anche Rho e
Desio portando la desolazione e la miseria in quelle terre.
Nelle campagne del XV sec. si inserisce una grande innovazione produttiva, fa il suo determinante
ingresso la coltura del Baco da Seta
Fino al 1700 il territorio bollatese vide la dominazione spagnola mentre il trapasso definitivo da
questa all'amministrazione austriaca si ebbe con la pace di Aquisgrana del 1748 e con l'insorgere
di quello che fu definito il periodo teriesiano, cioè quello che vide il lungo regno dell'imperatrice
Maria Teresa D'Austria. Lo stato disastroso dell'economia persuase Maria Teresa e i suoi
consiglieri a non ricorrere ad espedienti quali prestiti e continui aggravi fiscali, bensì a dare inizio
ad un radicale rivolgimento con un esteso programma di riforme. Tra le più importanti, i cui effetti si
manifestarono con estrema evidenza anche nel bollatese furono: l'attuazione della riforma del
catasto, l'istituzione del Supremo Consiglio dell'economia composto da tecnici, di cui farà parte
anche il famoso letterato ed economista Pietro Verri, e la realizzazione di una efficiente e moderna
rete stradale, si semplificarono le cose anche a vantaggio dell'erario, unificando le varie gabelle ed
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eliminando la catena degli appaltatori. La costruzione di moderne vie di comunicazione, come
quelle per Como e Varese, venne accompagnata dal taglio dei boschi ai margini per rendere la
viabilità più sicura dalle imboscate. Il piano stradale fu progettato dall'ingenier Francesco d'Adda e
approvato nel 1776-1778. Un'altra delle ragioni della conseguente ripresa economica fu l'ordine
imperiale di porre in vendita le brughiere con la condizione di ridurle a terreni coltivati, lasciando
libertà di scegliere quale coltura insediarvi. Circa centomila pertiche di desolata brughiera si
trasformarono così in campi e boschi di querce, pini e robinie. Numerosi proprietari per
modernizzare il lavoro dei loro coloni, innalzarono nuove abitazioni in sostituzione dei vecchi tuguri
o migliorarono antichi alloggi. Bollate e il suo territorio risentirono profondamente di questo
rinnovamento economico. La popolazione crebbe e si ampliarono chiese e camposanti in tutta la
pieve. E' di quel periodo la prima carta topografica moderna del territorio di Bollate. La ripresa
teresiana comprese anche una fioritura di ville signorili non solo come luogo di villeggiatura ma
come nuclei di aziende agricole all'avanguardia. La borghesia si venne rafforzando e andò a
sostituire il clero e il patriziato non produttivo nella gestione delle terre Esempio dominante a
Bollate l'arrivo della famiglia Radice intorno al 1780-90. L'allevamento del baco da seta si
accompagnò all'attività dei campi fino al crollo della sericoltura e delle industrie annesse, crollo
avvenuto nel 1935 con l'introduzione massiccia del rayon (fibra artificiale tessile ricavata dalla
cellulosa). Gli ultimi gelsi furono invece abbattuti a Bollate durante la II guerra mondiale, gli ultimi
bachi erano stati allevati nell'annata 1942-1943.
Nel corso dell'800 Bollate assume quel carattere industriale tipico dell'epoca; lo sviluppo delle
fabbriche tessili dovuto alla richiesta, sempre in aumento della seta, anche dai mercati esteri, le
prime fabbriche di candele, di generi farmaceutici, le prime industrie metallurgiche, quasi tutte
funzionanti con macchine a vapore, avevano innestato seppur con molta lentezza, l'inizio di una
variante socio-economica all'interno del mondo agricolo, variante che sarà destinata a cancellare
addirittura la Bollate contadina.
Liberatasi dalla dominazione austriaca dopo le 5 giornate, la Lombardia conta la presenza di
numerosi comuni aggregati, nei quali appare anche Bollate. Un accordo stipulato nel 1873 tra la
direzione delle ferrovie nord e il Comune dà il via alla costruzione della Stazione Ferroviaria di
Bollate essendo sindaco Faustino Citteri, tra il 1880 e '91 venne realizzato a nord nel territorio il
Canale Villoresi che permise il potenziamento dell'agricoltura anche verso Bollate. Gli impianti per
l'acqua potabile del nucleo centrale di Bollate vennero installati nel 1898 e si costruì la prima rete
fognaria limitatamente ai settori di via Magenta e via Roma.
Tra la fine del XIX secolo e il '900 anche a Bollate arrivarono le prime industrie con una rilevante
partecipazione del capitale straniero, tra cui la “Leon Beaux & C.”, società franco italiana per la
fabbricazione delle munizioni da caccia da tiro e articoli affini; inoltre la Ceruti Officine Meccaniche
si trasferì da Milano a Bollate nel 1896. L'industrializzazione della zona fu accompagnata da un
ulteriore sviluppo delle vie di comunicazione, venne finanziata la Società Anonima dei Tranways e
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Ferrovie Economiche , società che aveva in concessione anche la realizzazione a vapore della
linea Milano-Saronno-Tradate. Tra il 1904 e il 1908 fu costruita la tranvia Milano-Affori-Varedo che
attraversava il territorio sul versante orientale del paese. Tra il 1904 e 1914 vennero realizzate
numerose opere di ingegneria civile di estrema importanza; proseguirono le opere fognarie, gli
impianti pubblici di illuminazione delle principali strade all'interno dell'abitato.
Durante la seconda guerra mondiale bombe e mitragliamenti raggiunsero il paese che peraltro era
stato il rifugio di numerosi sfollati provenienti da Milano. Particolarmente grave fu il
bombardamento e mitragliamento all'altezza della stazione di Bollate.
La prima pratica di immigrazione a Bollate registrata nell'archivio comunale risale al 1870, ma il
fenomeno vero e proprio si manifestò a partire dal secondo dopoguerra . Furono gli anni '50 e '60
quelle che fecero registrare a Bollate immissioni massicce di emigranti provenienti
prevalentemente dal sud, senza trascurare numerosi veneti. Gli anni della ricostruzione, sessanta
e settanta, hanno portato ad una radicale trasformazione a causa dello sviluppo industriale
accelerato che oggi viene a congiungere la città con i quartieri residenziali e fabbriche alla stessa
metropoli lombarda.
IL 20° SECOLO
Il decennio che si chiude con il 1950 registra una serie di riflessi più o meno diretti dell'emergenza
bellica sull'andamento demografico che nel complesso non sono forse della rilevanza che sarebbe
stato lecito attendersi. Nel corso del conflitto la schiera dei residenti è soggetta ad una crescita
lenta ma costante. Nel decennio 1951-1961 la popolazione arriva a raddoppiare la propria
consistenza, salendo da 11mila a 24mila unità. La comparsa all'inizio degli anni '50 dei primi
segnali di quello che verrà definito “miracolo economico” scatena potenti elementi di attrazione
verso le aree industriali del nord, tra le quali Milano occupa un posto di assoluto rilievo. La
particolare collocazione geografica di Bollate - un territorio triangolare che si incunea verso la
metropoli abbracciando importanti vie di comunicazione – e la stessa esistenza in loco di possibili
attività occupazionali allettanti convergono ad offrire a quanti inseguono la sicurezza di un posto in
fabbrica due buoni ordini di motivi per insediarvisi. L'impatto con la situazione abitative esistente è
tale da sconvolgere equilibri e rapporti di forze collaudati da decenni gonfiando a dismisura alcune
frazioni ed emarginandone altre. I criteri discriminatori che spingono l'immigrazione a privilegiare
determinati nuclei piuttosto che altri sono sostanzialmente due: la presenza locale di fabbriche e di
collegamenti agevoli con Milano (è il caso di Bollate) oppure la disponibilità a condizioni ritenute
sopportabili di lotti di terreno su cui stabilire insediamenti di fortuna. La forza d'urto dell'inattesa
ondata di insediamento è di entità tale da non trovare accoglimento se non in misura assai ridotta
nella potenzialità abitativa preesistente. Le modificazioni cui va incontro il tessuto urbanistico nel
decennio in questione sono conseguentemente vistose e gravide di implicazioni negative, sia per il
disordine assoluto che presiede alle nuove costruzioni con relativa indifferenziazione completa
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delle attività economiche nei traffici, sia soprattutto perchè una parte consistente dei nuovi
residenti è costretta ai margini dei nuclei abitati dove, in condizioni di assoluto degrado sociale
quanto edilizio, spuntano dal nulla gli agglomerati di fatiscenti abitazioni unifamigliari meglio noti
come coree, sorte in aree in cui erano assenti strumenti urbanistici e programmi di sviluppo della
città, come ad esempio Cascina del Sole e Cassina Nuova. Il palesarsi di questo fenomeno è
quindi contemporaneo all'impennata del flusso immigratorio al quale il nord della metropoli offre
una certa disponibilità di terreni ancora a basso costo su cui, in base ad appezzamenti attorno ai
150-200 mq., vengono eretti edifici di norma ad un solo piano che risultano quasi generalmente
sprovviste delle dotazioni igienico sanitarie correnti. Il rapido proliferare di queste costruzioni
modifica profondamente l'aspetto degli abitati del paese, accostando alle vecchie case coloniche
una miriade di fabbricati disomogenei nella struttura e nell'aspetto, con l'unica partizione
fondamentale tra la casa a tetto degli immigrati veneti e quella invece a terrazzo di chi proviene dal
sud.
In questo periodo di tempo nacquero e si consolidarono per iniziativa di immobiliaristi, tecnici,
amministratori pubblici, le famose “impegnative unilaterali” per sopperire alla mancanza di leggi
adeguate alle nuove esigenze impellenti del Comune, che generalmente non possedeva aree per
costruire scuole, campi sportivi, parchi pubblici ecc. ed era sprovvisto anche di mezzi finanziari per
farvi fronte.
Le impegnative consistevano in accordi tra il proprietario di una vasta area di terreno ed il
Comune: il proprietario dell'area cedeva volontariamente una parte di un appezzamento di terreno
all' Amm.ne Comunale per le sue esigenze, chiedendo in cambio di poter costruire un numero di
edifici da contrattare. La necessità del Comune di avere risorse per l'accresciuta esigenza di
servizi era temperata dall'interesse dei proprietari, che vedevano i loro terreni aumentare senza
valore, senza spendere denaro.
Il primo piano regolatore Generale è stato approvato dal Consiglio Comunale nella seduta del 15
marzo 1963, voluto dalla giunta comunale di centro sinistra. Esso fissava la massima volumetria
prevista dalla normativa del progetto del PRG per Bollate per 45.000mc per ettaro. Il piano
vincolava a verde pubblico tutta l'area del Castellazzo, una delle più estese aree comunali inserite
nel parco delle Groane.
Nel 1962 fu emanata le legge 167 che dava la possibilità ai Comuni di predisporre dei piani di
edilizia popolare diretti a soddisfare le forti richieste di alloggi e servizi. La Giunta Comunale,
benchè Bollate fosse inferiore ai 50.000 abitanti e quindi non obbligata a predisporre del piano,
scelse di adottarlo e lo sottopose al Consiglio, che lo approvò nella seduta del 1964. L'estensione
del piano era pari a 600.000 mq, di cui 300.000 era destinata a servizi pubblici.
Un Contributo notevole alla soluzione del pressante problema delle abitazioni negli anni 50 è stato
dato dalle cooperative edificatrici, che hanno costruito migliaia di alloggi in affitto e a riscatto a
prezzi accessibili, ricoprendo un ruolo sia di rilevanza sociale sia fisico e tangibile nell'impianto
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urbano. Dall'Edificatrice Bollatese (1950) e la Edificatrice San Martino proviene un contributo
rilevante alla crescita del patrimonio edilizio lungo binari di validità costruttiva e di convenienza
delle condizioni di locazione.
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DESCRIZIONE DELL’IMPIANTO
Con il “2° Programma Regionale Contratti di Quartiere”, si intendono sperimentare nuovi metodi e
strumenti per la promozione e la gestione di forme di sviluppo locale integrato e sostenibile in
termini sia ambientali, sia economici, fondato sulla valorizzazione e sulla partecipazione attiva
delle comunità locali, organizzate in partenariato (principio di sussidiarietà), e sulla concentrazione
in un ambito territoriale definito di un insieme coordinato di risorse e di interventi, attuativi di
diverse politiche di settore.
Le esperienze più recenti hanno portato la pubblica amministrazione a promuovere programmi e
interventi finalizzati al recupero delle aree urbane segnate da un forte disagio abitativo e da
una carenza di servizi, che il Comune di Bollate ha già avuto modo di sperimentare con l’iniziativa
del Contratto di Quartiere per la zona di Cascina del Sole, nell’ambito della precedente tornata
rappresentata dal programma nazionale denominato “Contratti di Quartiere II”.
Prima di addentrarsi nella trattazione del progetto generale, si ritiene importante sottolineare che,
come già definito, al fine della riqualificazione efficace dei quartieri (ambiti urbani) in senso
generale sono stati individuati come strategici i seguenti 5 Assi (tra di loro vincolati e connessi) di
intervento per l’attuazione del C.di Q. per i quali si precisa in questa fase quanto segue:
Asse 1 – Edilizia Residenziale Pubblica: per gli aggiornamenti si rimanda al recente progetto
definitivo redatto dallo studio Achilli-Canella di Milano;
Asse 1.2.2 – Impianti di illuminazione pubblica: in parte ampliato in questa sede, anche se
confermato nella sua sostanza;
Asse 2 – Coesione sociale: si rimanda alla trattazione già eseguita precedentemente ed allegata
all’originario lavoro di progetto. Per tutti gli eventuali aggiornamenti, si fa riferimento al referente
specifico asse.
Asse 3 – Sicurezza: si rimanda alla trattazione già eseguita precedentemente ed allegata
all’originario lavoro di progetto. Per tutti gli eventuali aggiornamenti, si fa riferimento al referente
dello specifico asse.
Asse 4 – Rivitalizzazione economica: ridefinito in questa sede;
Asse 5 – Opere di urbanizzazione e spazi verdi: ridefinito in questa sede.
Più specificatamente in relazione alla messa a sistema dell’impianto progettuale proposto in
questa fase, si ritiene importante evidenziare come sia stato significativo lo studio di tutti i
precedenti masterplan eseguiti sullo stesso tema.
Da qui ne è conseguita la consapevolezza che per il ridisegno urbano di un’area
complessivamente pari a circa mq.100.000, gli edifici delle case Aler Milano dovessero essere
chiaramente tenuti in considerazione, senza però ritenerli il fulcro prioritario ed accentratore
dell’intero contesto.
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L’area si presta a ragionamenti eterogenei derivanti da un contesto che forse non ha assunto
ancora a pieno l’importanza della sua collocazione (pieno centro abitato di Bollate) e mostra invece
un tessuto urbano incerto e differenziato senza marcati criteri morfologici.
Gli edifici delle case Aler Milano, nella loro compattezza esemplificano quanto sopra esposto
andando a denunciare un “fuori scala” (l’edificio principale ha una lunghezza pari addirittura a circa
ml.300), a cui si reputa necessario fornire una risposta in via definitiva che tenti di raccordare le
diverse morfologie salvaguardando le aree verdi e comunque pubbliche, attualmente ritenute quali
vuoti urbani in cerca di un loro significato.
Conseguentemente a quanto sopra e nelle consapevolezze sopra riportate, si è definito un
impianto progettuale che si concentrasse a disegnare un “pezzo di città” libero da monumentalismi
ed interessato a sensibilizzarsi alla eterogenea città con i suoi mix funzionali.
A fronte dell’impianto proposto, si ritiene di favorire decisamente una rivitalizzazione economica e
sociale dell’intera città.
A livello infrastrutturale l’area è caratterizzata da una viabilità giudicata ben proporzionata anche
se migliorabile con la formazione di 2 rotatorie (una a sud-ovest del comparto e l’altra a nord-est) e
la ridefinizione dei sensi di marcia.
Le accessibilità a tutto il comparto sono ritenute ottimali soprattutto in considerazione delle funzioni
di progetto e di tutta la circolazione pedonale e viabilistica, per la quale sono state anche previste
zone di sosta e di autorimesse interrate.
Quest’ultime sono state elemento generatore di una impostazione qualitativa del progetto che
portasse a contenere i numerosi parcheggi a raso ritenuti mortificanti in senso urbano e poco
funzionali; la scelta di favorire autorimesse pubbliche interrate ha determinato la possibilità di
migliorare la qualità in soprasuolo andando a realizzare piazze e giardini attrezzati in sicurezza per
i cittadini e predisposti ad un vero utilizzo.
La realizzazione di promenade, piazze, giardini, videosorveglianza ed illuminazione pubblica
conforme al P.R.I.P.C. ha completato un disegno del comparto che permettesse in sicurezza e
funzionalità le dovute permeabilità e relazioni (come ad esempio con i giardini Martin Luther King)
con il resto della città.
Anche l’area mercato è stato motivo di vero approfondimento progettuale al seguito del quale se
ne è decisa, oltre che una sua scontata conferma nella collocazione, una riqualificazione dettata
da diversi accorgimenti.
Si ritiene auspicabile e necessaria la conferma ed il miglioramento del mercato del martedì, il quale
accoglie circa 250 operatori, mentre potrebbe forse essere ricollocato (come peraltro storicamente
è già successo) il mercato dell’antiquariato, il quale accoglie un numero nettamente inferiore di
operatori –circa una sessantina- e risulta essere attualmente un po’ in sofferenza; una sua
ricollocazione (ad esempio secondo quanto previsto nella pianificazione urbanistica generale in
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corso di adozione) potrebbe portare ad una sua rivitalizzazione auspicabile data la sua storia e
tradizione.
Il mix funzionale propone interventi pubblici e privati perseguendo fini culturali, ricreativi,
aggregativi, residenziali, commerciali e sociali ritenuti necessari per una rivitalizzazione dell’intero
comparto, tutti peraltro pensati in conformità alle disposizioni normative e legislative vigenti in
materia.
Si precisa in ultimo che le tipologie edilizie proposte, sono state pensate per fornire una risposta
definitiva che potesse quindi anche intimamente relazionare i pieni con i vuoti al fine di evitare
eventuali ripensamenti espansivi futuri ritenuti sconsigliabili data la proporzione sinergica delineata
con il presente progetto.
I nuovi interventi edilizi e le ristrutturazioni previsti nell’ambito del Contratto di Quartiere, (edificio
ALER con nuovi alloggi, Edificio Commerciale di media distribuzione food e/o no-food, Urban
Centre + Produzioni Sociali, Polo Sociale), saranno realizzati con criteri e caratteristiche
fondamentali di sostenibilità energetica ed un globale sforzo teso al contenimento energetico di
tutti gli edifici coinvolti.
Altresì l’iniziativa nella sua complessità, si estrinseca in una valorizzazione del patrimonio pubblico
sotto il primario aspetto di mettere in gioco le risorse esistenti per la buona riuscita del programma
di riqualificazione urbana, mentre dall’altro versante il corrispettivo della cessione di diritti
edificatori commerciali e residenziali costituisce un’opportunità di reperimento di risorse utilizzabili
per eminenti finalità di interesse pubblico.
Si riportano di seguito alcune sintetiche considerazioni sugli edifici di progetto.
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EDIFICIO A) - ASSE 4 e 5 – URBAN CENTRE + PRODUZIONE SERVIZI
SOCIALI + RIQUALIFICAZIONE PIAZZA DELLA RESISTENZA
In un’area ampia quale quella di piazza della Resistenza soggetta a riqualificazione complessiva,
si propone da parte dell’Amministrazione Comunale di collocare un edificio culturale, ricreativo ed
aggregativo sintetizzabile nella definizione di Urban Centre, contenente anche produzione di
servizi sociali.
Il 1° lotto funzionale riguarda la realizzazione del nuovo edificio dell’Urban Centre (auditorium) con
strutture annesse e complementari.
All’interno di questa struttura è previsto l’inserimento di numerose funzioni culturali attualmente
non presenti con risposte adeguate sul territorio; aree feste (esterne ed interne), laboratori teatrali
artistici e musicali, spazi espositivi e congressuali, caffè letterario ed auditorium con una capacità
di circa 400 posti, completano il programma funzionale di questo intervento, il quale prevede un
suo esercizio quotidiano anche in relazione ai servizi di produzione sociale.
Aspetto importante che organicamente ha sensibilizzato le scelte compositive, riguarda l’acustica
dell’auditorium.
A tal proposito si precisa quanto segue: il parametro fondante nella progettazione acustica è il
Tempo di Riverberazione, esso consiste nella permanenza del suono all’interno degli ambienti
anche dopo che la sorgente origine del fenomeno sonoro ha cessato di emettere, ed è
tecnicamente definito come il tempo necessario perché l’intensità sonora decada di un milione di
volte (- 60 dB) rispetto al massimo valore raggiunto prima del transitorio di estinzione.
Per l’ottimizzazione del tempo di riverberazione è necessario conoscere l’utilizzo principale
dell’ambiente chiuso, per una ottimale qualità acustica occorrerà trovare un compromesso tra
tempi di riverberazione brevi (che garantiscono chiarezza del suono e del parlato impedendo la
sovrapposizione di suoni e sillabe emessi in istanti molto diversi nel tempo) e tempi di
riverberazione più lunghi (che conferiscono pienezza sonorità e vivezza al suono).
Valori tipici del tempo di riverberazione sono in funzione del tipo di utilizzo:
breve (circa 1 secondo) per lezioni e conferenze, nelle quali l'esigenza primaria è quella
della intelligibilità del parlato; un riverbero eccessivo porta alla sovrapposizione di sillabe
diverse a scapito della comprensione;
medio (da 1 a 1.6 secondi) per opera e musica da camera nella quali è ancora primaria
l'esigenza dell'intelligibilità del libretto d'opera e della "tessitura" molto fine della musica
romantica e barocca; è tuttavia gradito il contributo di un certo riverbero per i soliti motivi;
lungo (da 1.8 a 2.2 secondi) per musica sinfonica per la quale è primaria l'esigenza di un
suono avvolgente in grado di amalgamare, grazie alle riflessioni multiple, il suono
proveniente dai vari strumenti dell'orchestra;
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molto lungo (3 secondi) per concerti d’organo e canti liturgici (es. canto gregoriano) per i
quali le sillabe lunghissime e gli accordi tenuti non determinano problemi di intelligibilità
anche per elevati tempi di riverberazione.
I parametri che influenzano il tempo di riverberazione sono il Volume della sala, le caratteristiche di
assorbimento delle pareti e degli arredi (incluso il pubblico), e per i grandi auditori le condizioni di
umidità.
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La forma del progetto preliminare risulta appropriata, ricalca quelle suggerite dai manuali di
acustica per la realizzazione di edifici quali appunto gli Auditorium.
Figura. Auditorium – sala conferenze: sono da privilegiarsi piante trapezoidali o rettangolari con
pareti inclinate in corrispondenza della scena
Per verificare e modificare le distanze tra la sorgente sonora e il ricettore (pubblico) nelle
successive fasi progettuali e avere la possibilità di aggiustare il Tempo di riverberazione si
suggerisce l’utilizzo di controsoffittature (fono-riflettenti o fono-assorbenti) che si dovrebbero poter
orientare.
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Figura. Auditorium – sala conferenze: utilizzo di pannelli riflettenti per indirizzare il suono.
Eventuali altri interventi per la modifica del tempo di riverberazione si possono ottenere attraverso
successivi interventi sui materiali utilizzati per la copertura delle pareti o eventualmente
sull’arredamento.
Ultimo parametro coinvolto riguarda l’isolamento da/verso l’esterno, l’isolamento acustico
standardizzato di facciata, D2m,nT , che dipende dalle scelte tecniche architettoniche delle
tipologie di pareti e degli infissi.
Questo parametro è riferito a elementi di separazione tra un ambiento abitativo e l’esterno, ad
edificio ultimato si deve infatti garantire un isolamento minimo dai rumori esterni che dipende dalla
destinazione d’uso dell’edificio, come definito dal DPCM 5/12/1997.
Il DPCM richiede il rispetto del requisito in tutte le pareti di facciata, e stabilisce che l’isolamento
acustico sia un parametro che non dipende dal livello di rumore esterno.
Tutti i parametri si possono verificare nelle successive fasi progettuali attraverso modelli di
simulazione, e eventualmente confermare a opere realizzate attraverso il collaudo acustico.
Per quel che riguarda, invece, gli aspetti compositivi, la scelta è stata quella di proporre un edificio
con un piano fuori terra principale in appoggio ad un “fragile” corpo vetrato sottostante e sempre
fuori terra, che potesse essere letto tramite una profondità di campo adeguata relazionata con una
fitta alberatura retrostante che ne delinea i profili.
I materiali quali il vetro, l’alluminio preverniciato, l’acciaio e il poco calcestruzzo a vista lisciato,
attribuiscono a questo edificio un profilo ed una leggerezza ritenute coerenti con la vocazione
pubblica a cui l’edificio stesso dovrà rispondere in un’ottica neo-organico/espressionista.
Fermo restando la rispondenza a tutte le normative vigenti in materia relative alla realizzazione
dell’Urban Centre, si evidenzia una ottima accessibilità ed un’ottima visibilità, oltre che un
adeguato sistema infrastrutturale e di parcheggi a raso direttamente prossimi all’area in questione.
L’approccio quindi di singolarità compositiva conferisce all’intervento una buona predisposizione
all’inserimento nel contesto caratterizzato nelle sue vicinanze da una edilizia residenziale semi
intensiva.
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In sintesi si immagina l’Urban Centre come spazio fisico e virtuale dove si possa fare cultura e
progettazione.
Le ipotesi di strutturazione delle attività e delle modalità gestionali sono finalizzate al simultaneo
raggiungimento di diverse tipologie di obiettivi:
- offrire alla cittadinanza spazi di aggregazione culturale al momento mancanti e da tempo richiesti
(auditorium, caffè letterario, sala prove); a questo proposito si tenga, ad esempio, presente la
richiesta avanzata da tempo di diverse compagnie teatrali bollatesi (attive a vari livelli) che
potrebbero garantire tanto occasioni formative, quanto di svago in maniera pressoché continuativa.
- creare uno spazio destinato all’aggregazione giovanile e alla logica del “fare”;
- vivacizzare il contesto cittadino, portando nell’ambito del Contratto di Quartiere la possibilità di
fruire (attivamente o passivamente) di servizi in un arco temporale molto ampio;
- portare attività serali, con il conseguente flusso di gente, in maniera quasi continuativa (quasi tutti
i giorni della settimana) contribuisce anche al raggiungimento del miglioramento degli standard di
sicurezza, come già dimostrato in diversi casi a livello nazionale ed europeo.
- creare nuove occasioni di lavoro, soprattutto per operatori economici del privato sociale.
I servizi e le attività ipotizzati dovrebbero essere in parte gratuiti (in quanto servizi pubblici garantiti
dal Comune) e in parte a pagamento (anche se a tariffe sociali) per garantire non solo un’efficacia
sociale, ma anche una sostenibilità economica.
Questo progetto permette di immaginare:
- un’opportunità economica per il territorio;
- il coinvolgimento di privati sociali nella strutturazione e gestione delle attività;
- la creazione di uno spazio pubblico destinato alla promozione e sensibilizzazione circa a
tematiche di responsabilizzazione, crescita civica e sociale.
Da questo punto di vista, l’Urban Centre può essere identificato come elemento “trasversale” al
perseguimento di obiettivi di rivitalizzazione economica da un lato, di crescita socio-culturale e di
arricchimento urbanistico.
Nello specifico, si elencano le attività ipotizzate ad oggi:
Auditorium;
Spazio di aggregazione giovanile (laboratori);
Sale prove musicale e produzione;
Spazio teatrale per le compagnie richiedenti;
Spazio espositivo/congressuale;
Caffè letterario ed internet;
Servizi di produzione sociale.
Inoltre si fanno le evidenti sinergie tra le diverse attività individuate, tanto in termini di servizi,
quanto di target finale.
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La produzione di servizi sociali, invece, come quelli relativi ad una mediateca, un internet point,
delle sale corsi, dei servizi integrati di quartiere "stabili" quali ludoteca, spazio di incontro genitori,
anziani, adolescenti, donne e comunque anche altri che le cooperative di categoria B (coinvolte
auspicabilmente nella gestione dell’intera struttura) vorranno proporre all’Amministrazione
Comunale, verrà strutturata per lavorare in una logica di Service Sharing coinvolgendo
associazioni culturali e cooperative sociali di tipo B per la gestione dei servizi sopra elencati.
Per quel che riguarda, invece, il 2° lotto funzionale riguardante la riqualificazione della piazza della
Resistenza, si ritiene importante in primo luogo evidenziare la scelta di aumentare –rispetto alla
attuale stato dei luoghi- la permeabilità e la visibilità dalla via Vittorio Veneto eliminando l’attuale
parcheggio a raso frontestante.
Le caratteristiche globali ritenute più che convincenti verranno confermate, quali la scelta di
mantenerla come una piazza/giardino, avente quindi una grande quantità di attrezzatura a verde,
piantumazione e prati ed un arredo urbano orientato anche al gioco dei bambini, oltre che
l’inclusione di uno specchio d’acqua/fontana.
Vengono confermate le aree per il mercato (da utilizzare anche come parcheggi a raso ad
esclusione di quando è presente il mercato medesimo) ed il presidio di Polizia Locale
recentemente riqualificato.
A fronte delle strutturali scelte e prerogative, si è quindi reso necessario provvedere ad una
rivisitazione della piazza della Resistenza nell’ottica di adeguarla alle nuove dinamiche previste
derivanti anche dall’inserimento del Urban Centre, oltre che dalla volontà di aprirla il più possibile
alla città di Bollate per confermarne la vocazione a piazza cittadina a tutti gli effetti aperta quindi
non solo al quartiere, ma all’intera città, sempre fermo restando la notevole estensione della
medesima che viene più che confermata.
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EDIFICIO C) – ASSE 4 – EDIFICIO COMMERCIALE DI MEDIA
DISTRIBUZIONE
L’area di via Verdi si evidenzia come area in cui inserire l’edificio commerciale di media
distribuzione per una slp pari a mq.3.000 (da sviluppare al piano terra e/o al piano primo per
un’altezza massima complessiva pari a mt.8) ed una superficie di vendita food e/o no-food non
superiore a mq.2.500.
L’estensione è idonea ad accogliere sia l’edificio, sia i parcheggi a raso ed interrati necessari al
soddisfacimento degli standard previsti dalla normativa vigente in materia. A tal proposito, si
precisa che nella stesura del successivo progetto definitivo (da recepire chiaramente poi nel
progetto esecutivo) si ritiene vincolante prevedere un parcheggio complessivo, tra posti a raso ed
interrati, pari ad almeno n.250 posti auto, a garanzia di una adeguata risposta che evita
ragionevolmente risoluzioni del problema altrove.
L’inserimento di un edificio commerciale contribuirà ad una rivitalizzazione economica e sociale
importantissima e sostenibile rispetto al contesto attuale urbano.
L’edificio in questione creerà un nuovo scenario conclusivo bidimensionale che dalla via Vittorio
Veneto verrà osservato con una corretta profondità di campo e certamente una buona visibilità in
senso commerciale.
L’edificio di progetto, disposto al massimo su due piani fuori terra ed 1 interrato (all’interno del
quale si possono rotrovare i magazzini ed i locali tecnici, oltre che un’autorimessa) accoglie quindi
una superficie totale pari a mq.3.000 disposta al piano terra e/o primo eventualmente, di cui
mq.2.500 come superficie di vendita commerciale food e/o no-food.
Il piano terra e primo eventualmente verranno utilizzati solo ed esclusivamente da una struttura
commerciale di media distribuzione la quale avrà le sue aree di deposito anche al piano interrato.
La composizione dell’edificio commerciale si crede opportuno che venga determinata
dall’operatore che sarà direttamente interessato dall’iniziativa.
Anche le accessibilità sono state opportunamente analizzate, confermando quindi la rotatoria
esistente di via Verdi da cui si accederà all’area medesima.
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EDIFICIO D) – ASSE 5 – POLO SOCIALE
L’edificio in questione è destinato ad accogliere funzioni sanitarie e socio-assistenziali di primaria
importanza per la città di Bollate: la nuova sede dell’ASL, lo spazio anziani attualmente presente in
via Garibaldi e lo Spazio famiglie (previsto dall’Asse 2 del C.di Q.). Alcune funzioni previste quali le
sedi delle numerose associazioni e cooperative presenti sul territorio (ad eccezione di quelle
culturali e cooperative di categoria B che trovano spazio nell’edificio C) nonché gli uffici
convenzionati da proporre a giovani professionisti –(avvocati, ragioneri, geometri, architetti,
ingegneri, commercialisti, bollatesi i quali potranno contare su una prima sede per poter sviluppare
la loro attività professionale), troveranno nuova sede particolarmente appropriata nel centro della
Città in adiacenza alla sede Comunale, negli spazi liberati dall’attuale sede ASL in Piazza Martiri
della Libertà (mq 600).
Morfologicamente si è creduto importante proporre un edificio basso (di 2 livelli fuori terra ed uno
interrato ma agibile) a pianta quadrata posto a margine sud del comparto proprio per non
mortificare la profondità di campo al seguito della quale apprezzare innegabilmente la prospettiva
verso l’abside della chiesa parrocchiale con il suo campanile (segno indelebile da osservare da
più punti di vista possibile). Altre tipologie edilizie, quali ad esempio quelle in linea, avrebbero a
nostro modo di vedere mortificato il concetto suddetto. Così facendo, invece, si è pensato ad un
edificio che si relazionasse al contesto e potesse essere considerato quale nuovo basamento del
complesso ecclesiale. Il parcheggio a raso antistante, la promenade e la nuova piazza
contribuiscono a ridefinire una quota parte del comparto attualmente particolarmente degradato e
poco gestito infrastrutturalmente.
Di per sé, l’edificio proposto manifesta una volumetria contenuta (su tre livelli, di cui uno interrato
seppur abitabile- si sviluppano circa mq.1.600 di slp).
Compositivamente ricerca una linearità ed una leggerezza dettata anche dalla latomia che
permette al piano interrato di poter essere utilizzato con permanenza di persone.
La distribuzione in pianta, invece, si sviluppa linearmente per permettere il più possibile un
contenimento dei costi di realizzazione ed una flessibilità di utilizzo più accentuata possibile.
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TEMPI DI ATTUAZIONE
Si rimanda al crono programma redatto per l’intero contratto di quartiere allegato alla delibera di
giunta comunale con cui verranno approvati gli atti progettuali fra cui anche il presente Masterplan
– Progetto preliminare.
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COERENZA CON LA PROPOSTA GIA’ PRESENTATA NEL DIC. 2009
In riferimento ai contenuti della proposta presentata in fase negoziale ad aprile 2009 ed alle
pattuizioni sottoscritte in data 23/12/2009 nella “Convenzione per l’attuazione del Contratto di
Quartiere via Turati 40 in Bollate” stipulata tra Comune di Bollate (ente capofila) e Regione
Lombardia, si sintetizzano di seguito le azioni, suddivise tra opere ed attività, articolate secondo gli
assi di intervento, equiparando la proposta originariamente presentata e l’attuale integrazione in
fase progettuale, a conferma della coerenza di quest’ultima con gli atti negoziali e convenzionali.
ASSE Proposta origin. C.di Q. 2009 Proposta aggiornata C.di Q.
2010
Coerenza
AZIONE/OPERE PREVISTE
UBICAZIONE INTERVENTO
AZIONE/OPERE PREVISTE
UBICAZIONE
1.1 ERP - Realizzazione di n.22 nuove unità abitative al piano di copertura tipo 1/2/3 utenti
Intervento nell’edificio n.1 in linea, di proprietà ALER di 5 piani FT + Piloties posto in via Turati 40, composto da 174 appartamenti nonché Intervento nell’edificio n.2 in linea, di 2 piani FT + Piloties posto in via Turati 40, composto da 64 alloggi di cui 48 di proprietà del Comune e 16 di proprietà ALER
- Realizzazione di n.22 nuove unità abitative di cui 16 al piano di copertura dell’edificio principale e 6 da collocare all’interno del corpo basso
Intervento nell’edificio n.1 in linea, di proprietà ALER di 5 piani FT + Piloties posto in via Turati 40, composto da 174 appartamenti nonché Intervento nell’edificio n.2 in linea, di 2 piani FT + Piloties posto in via Turati 40, composto da 64 alloggi di cui 48 di proprietà del Comune e 16 di proprietà ALER
Si ritiene che vi sia coerenza
nelle azioni
- Riqualificazione edilizia tecnico-funzionale e ristrutturazione di unità immobiliari con incremento abitativo
- Riqualificazione edilizia tecnico-funzionale e ristrutturazione di unità immobiliari con incremento abitativo
- Accorpamento n.48 alloggi sotto standard per realizzazione di n.24 unità abitative.
- Accorpamento n.48 alloggi sotto standard per realizzazione di n.24 unità abitative.
1.1.2 Illuminazione Pubblica
- Adeguamento degli impianti di illuminazione pubblica esistenti, in conformità con le prescrizioni del PRIC
In tutto l’ambito del Contratto di Quartiere
Rimangono confermati gli interventi previsti nella proposta originaria armonizzandolo al nuovo impianto progettuale
In tutto l’ambito del Contratto di Quartiere
Si ritiene che vi sia coerenza
nelle azioni
2 Coesione Sociale
- Organizzazione e
promozione di incontri informativi di scale e di caseggiato per definire l'andamento dei cantieri e raccogliere le esigenze degli abitanti.
Nel laboratorio di Quartiere in appartamento piano piloties
- Organizzazione e promozione di incontri informativi di scale e di caseggiato per definire l'andamento dei cantieri e raccogliere le esigenze degli abitanti.
Nel laboratorio di Quartiere (struttura temporanea per tutta la durata del C.di Q. prefabbricata a impatto zero sperimentale, posata e fornita a cura e spese di soggetti terzi in zona visibile e ben accessibile)
Si ritiene che vi sia coerenza in
tutte le azioni
- Allestimento di uno spazio informativo dove si avvicenderanno soggetti tecnici (con
Nel laboratorio di Quartiere in appartamento piano piloties
- Allestimento di uno spazio informativo dove si avvicenderanno soggetti tecnici (con
Presidio Polizia Locale (infopoint) in una seconda fase nel laboratorio di
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attività di sportello) e terzo settore (informazione di base e raccolta segnalazioni da parte degli abitanti).
attività di sportello) e terzo settore (informazione di base e raccolta segnalazioni da parte degli abitanti).
Quartiere sopra descritto
- Raccordo con Aler ed elaborazione informazioni da diffondere.
Sede Comunale o ALER
- Raccordo con Aler ed elaborazione informazioni da diffondere.
Nel laboratorio di Quartiere (struttura prefabbricata a impatto zero sperimentale, posata e fornita a cura e spese di soggetti terzi)
- Definizione del piano di mobilità.
Sede del Melograno
- Definizione del piano di mobilità.
Sede del Melograno
- Gestione piano mobilità.
Nel laboratorio di Quartiere in appartamento piano piloties
- Gestione piano mobilità.
Nel laboratorio di Quartiere (struttura prefabbricata a impatto zero sperimentale, posata e fornita a cura e spese di soggetti terzi)
- Accoglimento al trasferimento.
Nel laboratorio di Quartiere in appartamento piano piloties
- Accoglimento al trasferimento.
Nel laboratorio di Quartiere (struttura prefabbricata a impatto zero sperimentale, posata e fornita a cura e spese di soggetti terzi)
- Inserimento nuove famiglie.
Nei nuovi alloggi che dovranno essere costruiti
- Inserimento nuove famiglie.
Nei nuovi alloggi che dovranno essere costruiti
-Accompagnamento alla definizione di un progetto integrato di quartiere, attraverso la costruzione di una strategia di lavoro condivisa dai diversi soggetti coinvolti, a partire da obiettivi comuni.
Nel laboratorio di Quartiere in appartamento piano piloties
-Accompagnamento alla definizione di un progetto integrato di quartiere, attraverso la costruzione di una strategia di lavoro condivisa dai diversi soggetti coinvolti, a partire da obiettivi comuni.
Nel laboratorio di Quartiere (struttura prefabbricata a impatto zero sperimentale, posata e fornita a cura e spese di soggetti terzi)
- Organizzazione e promozione di feste e piccoli eventi che rendono il CdQ un'occasione di scambio e di attivazione delle risorse di cui gli abitanti sono portatori.
Nel laboratorio di Quartiere in appartamento piano piloties e nell’area del CdiQ
- Organizzazione e promozione di feste e piccoli eventi che rendono il CdQ un'occasione di scambio e di attivazione delle risorse di cui gli abitanti sono portatori.
Nel laboratorio di Quartiere (struttura prefabbricata a impatto zero sperimentale, posata e fornita a cura e spese di soggetti terzi) e nell’area del C. di Q.
- Conduzione di un laboratorio di teatro con gli abitanti, centrato sul tema dell'abitare e finalizzato ad rappresentazione collettiva.
Nel laboratorio di Quartiere in appartamento piano piloties e nell’area del CdiQ
- Conduzione di un laboratorio di teatro con gli abitanti, centrato sul tema dell'abitare e finalizzato ad rappresentazione collettiva.
Nel laboratorio di Quartiere (struttura prefabbricata a impatto zero sperimentale, posata e fornita a cura e spese di
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soggetti terzi) e nell’area del C.di Q.
- Organizzazione e conduzione di laboratori e attività strutturate in attesa della realizzazione degli spazi e in vista del consolidamento all'interno del progetto pilota "Luoghi Famiglia”.
Nel laboratorio di Quartiere in appartamento piano piloties e nell’area del CdiQ
- Organizzazione e conduzione di laboratori e attività strutturate in attesa della realizzazione degli spazi e in vista del consolidamento all'interno del progetto pilota "Luoghi Famiglia”.
Nel laboratorio di Quartiere (struttura prefabbricata a impatto zero sperimentale, posata e fornita a cura e spese di soggetto terzo) e nell’area del C. di Q.
- Start up del progetto pilota "Luoghi Famiglia" una sperimentazione di servizi integrati di quartiere "stabili": ludoteca, spazio di incontro genitori, anziani, adolescenti, donne.
Spazio specifico ubicato sotto il piloties del corpo alto edificio Canella (Diamate)
Start up del progetto pilota "Luoghi Famiglia" una sperimentazione di servizi integrati di quartiere "stabili": ludoteca, spazio di incontro genitori, adolescenti.
Parte edificio “D” Spazio famiglia parte in edificio “C” laboratori e spazi incontri giovani
3 Sicurezza - Video sorveglianza Installazione di 7 apparati di videosorveglianza con coordinamento protetto all’interno nel presidio di P.L. da riqualificare, situati In vari punti nell’ambito del Contratto di Quartiere.
- Video sorveglianza
Installazione di 8 apparati di videosorveglianza con coordinamento protetto all’interno nel presidio di P.L. da riqualificare, situati In vari punti nell’ambito del Contratto di Quartiere
Si ritiene che vi sia coerenza
nelle azioni - Riqualificazione del presidio della Polizia Locale
Riqualificazione del presidio della Polizia Locale
- Azione coordinata dall’A.C. con la partecipazione di ambiti istituzionali e del volontariato per affrontare problemi relativi al degrado sociale del quartiere.
- Azione coordinata dall’A.C. con la partecipazione di ambiti istituzionali e del volontariato per affrontare problemi relativi al degrado sociale del quartiere.
4 Rivitalizzazione
Economica
- Realizzazione di un “Polo delle produzioni sociali”
- due edifici posti nell’area tra via Verdi e via Attimo per slp pari a mq 2.000 con parcheggi e magazzini sotterranei.
- Realizzazione nuovo edificio “A “ piano terra ed interrato per la produzione di servizi sociali.
- Sito in piazza della Resistenza per slp pari a circa mq 500. La parte produttiva in senso più propriamente industriale (inclusa nella precedente versione del C. di Q.) è stata omessa per evidente incompatibilità urbanistica dei luoghi.
Si ritiene che vi sia coerenza
nelle azioni
- Realizzazione di nuovo edificio commerciale
- un edificio di mq 2.880 (2.400 + 20%) + interrato a parcheggio pertinenziale e magazzini nell'area attuale feste via Verdi.
- Realizzazione di un edificio “C” piano terra o piano primo per la media struttura di vendita
-Sito in via Verdi per slp pari a circa mq 3.000 + interrato a parcheggio pertinenziale e magazzini.
Si ritiene che vi sia coerenza
nelle azioni
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5 Altro Attivazione interventi che contribuiscono alla riqualificazione generale del quartiere finanziati autonomamente/o dal partenariato
- Realizzazione di spazi pavimentati, parcheggi infrastrutture e verde (opere di urbanizzazione)
In tutto l’ambito del Contratto di Quartiere.
- Realizzazione di spazi pavimentati, parcheggi infrastrutture e verde rispettando armonizzandolo al nuovo impianto progettuale (opere di urbanizzazione)
In tutto l’ambito del Contratto di Quartiere
Si ritiene che vi sia coerenza
nelle azioni
- Realizzazione di spazi destinati ad attività collettive e sede dell'ASL
- Chiusura Piano pilotis corpo basso edificio Canella 1000 mq ASL - Chiusura parziale piano piloties corpo alto edificio Canella, (sala polifunzionale mq 350 e spazi pubblici e/o sociali mq 420)
- Realizzazione nuovo edificio “ D” denominato “Polo Sociale, sede ASL per circa mq 1.050, Spazio Famiglia e Spazio Anziani per la restante parte
- Sito in via Turati per slp pari a circa mq 1.550 con parcheggi in adiacenza
Si ritiene che vi sia coerenza
nelle azioni
// // - Realizzazione nuovi edifici residenziali B
-Siti nell’area tra via Attimo e via Verdi per circa mc 20.000
Si ritiene che vi sia coerenza
nelle azioni
Come precisato nella tabella di cui sopra, si segnala che, per dare maggiore visibilità all’operato
che verrà svolto nell’ambito del Contratto di Quartiere, si è pensato di localizzare il “Laboratorio di
Quartiere” in un prefabbricato edificato con criteri di sostenibilità, temporaneo ad impatto zero,
posto all’interno del perimetro nel quale verrà anche localizzato l’infopoint. Ciò rende lo spazio più
adeguato a livello dimensionale e di vivibilità (circa mq.150) anche per lo svolgimento delle attività
programmate.
Alla luce di quanto sopra descritto, si conferma il conseguimento e la coerenza degli elementi
caratterizzanti il Contratto di Quartiere, anche ai fini dell’attribuzione del punteggio conseguito,
secondo il metodo contenuto nel bando.
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PRECISAZIONI SULLA RIVITALIZZAZIONE SOCIO-ECONOMICA
(ASSE 4)
Nell’integrazione progettuale, l’obiettivo di rivitalizzazione economica è stato perseguito tramite
due obiettivi contestualmente evidenziati:
1) aumentare la proposta e la gamma di servizi offerti alla cittadinanza focalizzando l’attenzione
principalmente sui servizi alla persona, la cultura e le attività ricreative, a fronte di incalzanti
richieste di spazi e strumenti appropriati per la “creazione” di cultura e culture (libreria, auditorium,
sala prove, ecc), con un particolare riferimento alla fascia giovanile;
2) mantenere una forte attenzione alle attività economiche e alle energie messe in campo dal
privato sociale creando un volano economico-sociale di forte impatto.
Quest’idea viene rimodulata rispetto allo scorso programma, puntando sulle attività insediate in 2
nuovi edifici:
- edificio “A” piano terra ed interrato inteso come spazio del FARE cultura, gestito secondo una
logica di services sharing pubblico-privata; in questo caso si ipotizza di affidare la gestione
dell’attività al privato sociale (cooperative di tipo B) per garantire il contestuale raggiungimento
dell’efficacia socio-culturale e dell’efficienza economica.
- edificio “C” media struttura di vendita commerciale (mq 3.000) posta al piano terra che segue la
stessa logica già presentata nella scorsa versione del progetto;
- edificio “D” denominato “Polo sociale” (circa mq 1.550) come spazio da destinarsi alla nuova
sede dell’ASL (con cui si stanno progettando servizi innovativi per il territorio), nonché al Terzo
settore (anziani e spazio famiglie) gestito secondo una logica della co-gestione che garantisca
un’apertura continuativa, una partnership di progetto che intersechi diversi target e una maggiore
sostenibilità dei costi). Questo elemento vuole garantire una continuità di servizi creati nel corso
del C. di Q. come attività di coesione sociale e sostegno all’abitare.
Nel contesto della progettualità è stato pianificato come citato nei paragrafi precedenti, anche
l’inserimento, nei locali da poco rinnovati (mq 600) dell’attuale sede ASL in Piazza Martiri della
Libertà, di spazi destinati alle sedi delle numerose associazioni e delle cooperative del territorio
nonché di uffici a canone moderato destinato a giovani liberi professionisti come sostegno alle
nuove iniziative economiche.
Il mix di questi elementi è finalizzato a massimizzare le sinergie attivabili dal connubio della
produzione di servizi – tangibili e intangibili - di tipo socio-culturale e con le attività commerciali
(negozi, libreria, caffè, …) se progettate in maniera unitaria.
Il coinvolgimento di diversi soggetti economici del territorio è volto a garantire:
- maggiore dinamicità economica nel territorio bollatese, contro l’attuale tendenza di uscita
verso altri comuni limitrofi o il capoluogo di provincia;
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- potenziare l’offerta di servizi di prossimità;
- creare opportunità di lavoro sul territorio e in particolare per le fasce deboli della
popolazione attraverso l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate;
- aumentare l’offerta di tipo culturale – ricreativo per tutte le fasce della popolazione;
- contribuire al miglioramento delle capacità progettuali e imprenditoriali già presenti sul
territorio (cooperative sociali e associazioni culturali) in una logica di rete.
A margine di ciò, sembra opportuno sottolineare che l’Amministrazione Comunale sta continuando
a sostenere un progetto di una nuova sede per un gruppo di cooperative sociali di tipo B intesa
come pertinenza connessa all’attività produttiva, non all’interno del perimetro ma strettamente
connessa all’intervento, ritenendo ciò più coerente rispetto alla filosofia della rigenerazione del
centro urbano e maggiormente sostenibile da un punto di vista economico per degli operatori
sociali. Il gruppo a cui si accenna è formato dalle cooperative sociali di tipo B che, in maniera
unitaria, ne hanno fatto richiesta: Grufa, Il Melograno, Il Papiro, La Tenda Matese.
PAROLE CHIAVE
Fare cultura (possibilità di parteciparne attivamente, maggiore possibilità di fruirne).
Ampliare i servizi (in termini di gamma e accessibilità).
Creare occasioni (per chi fa cultura, per l’imprenditoria giovanile e quella sociale; per re-
interpretare la declinazione di welfare).
Potenziare dinamismo e vivacizzare la città (attività garantite in diversi momenti della
giornata/serata; garanzie di accessibilità ad un’ampia gamma di offerte).
Migliorare la sicurezza in maniera indiretta, ma efficace e preventiva.
Rivitalizzazione economica (commercio, imprenditoria privata, servizi pubblici).
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CONSIDERAZIONI URBANISTICHE
PGT vigente
Rispetto allo strumento urbanistico vigente, il presente masterplan/progetto preliminare manifesta
n.2 incoerenze che dovranno essere corrette prima di ogni possibile attuazione di quanto previsto.
Più precisamente occorrerà procedere con una verifica di assoggettabilità alla VAS e variante al
PGT per uniformare al progetto le aree di via Verdi (da trasformare da area a standard ad area D3
commerciale-terziaria, con le capacità edificatorie ed i rapporti di copertura specificatamente
espressi in questa sede) e quella di piazza della Resistenza (da trasformare da area D3 ad area a
standard e conformare al presente progetto preliminare).
Rispetto alla proposta di C.di Q. (2009) originaria si precisa che:
La variazione urbanistica non rientra nelle previsioni del C. di Q. nonostante lo stesso si presti a
promuovere tali contenuti, in quanto atto di programmazione negoziata. In merito le modalità di
procedimento fissate nello specifico dalla regione stabiliscono che sia il singolo comune a
provvedere in ordine alla compatibilità urbanistica degli interventi contenuti del C. di Q. e quindi
alla predisposizioni di eventuali varianti conformative.
Rispetto alla proposta di C.di Q. (2010) integrata all’oggi si precisa che:
In ordine alla capacità edificatoria consentita nonché alle destinazioni, nel P.G.T. vigente si
evidenzia che con lo strumento urbanistico si sono conformati tutti i contenuti del Contratto di
Quartiere inserendo non solo il perimetro dello stesso, ma anche tutte le specifiche capacità
edificatorie, oltre che le specifiche destinazioni d’uso, fermo restando quanto precisato all’inizio del
presente paragrafo.
Quest’ultimo aspetto si ritiene sia particolarmente significativo e migliorativo rispetto alla originaria
condizione, posto il fatto che la convenzione regionale non può certamente comportare alcuna
variazione urbanistica e che quindi la precedente proposta non sarebbe stata attuabile con gli
strumenti urbanistici in vigore; la obbligatoria teorica variante urbanistica avrebbe comportato
ritardi sostanziali al cronoprogramma convenzionato.
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INDIRIZZI PER LA REDAZIONE DEI PROGETTI DEFINITIVI ED
ESECUTIVI
In sede di redazione delle successive fasi (definitiva ed esecutiva) e nel rispetto dei diritti d’autore
del progettista del presente Masterplan – Progetto preliminare, si dovranno redigere atti di progetto
(in approfondimento a quelli di cui al presente progetto preliminare) in assoluta coerenza e
conformità con il presente progetto medesimo sia per gli aspetti compositivi, sia per la scelta dei
materiali, delle tipologie e di ogni altro requisito. Nello sviluppo del lavoro futuro, per ogni eventuale
variazione migliorativa sostanziale e non rispetto al presente progetto preliminare, bisognerà
preventivamente ricevere il parere dal progettista arch. Marco M. Sagnelli di Milano nel rispetto
intellettuale del diritto d’autore.
A QUALITA’ DEI MATERIALI
Nella redazione dei progetti definitivi/esecutivi dovranno essere utilizzati esclusivamente materiali
e componenti della migliore qualità in commercio al momento, di primarie case produttrici, costruiti
a regola d’arte e, ove previsto, forniti di tutte le certificazioni sia a livello europeo sia italiano.
Tutti i materiali ricadenti nel campo di applicazione della direttiva 93/68 CEE, di modifica alla
direttiva BT 23/73 CEE, hanno l’obbligo di marcatura CE apposta dal costruttore, importatore o
mandatario che ne dichiarano in tal modo la conformità alle direttive CEE applicabili al prodotto.
I prodotti non soggetti a marcatura CE ricadono comunque sotto la Direttiva Sicurezza Prodotti
(92/59 CEE, in Italia D.L. 17.03.1995) e dovranno essere corredati di documentazione fornita dal
costruttore che ne attesti la conformità alla regola dell’arte, specificandone la relativa normativa di
riferimento.
A maggior garanzia di qualità si prescrive espressamente che per tutti i materiali per i quali le
norme prevedono il rilascio del Marchio di Qualità, saranno accettati solo prodotti che abbiano
ottenuto tali riconoscimenti o riconoscimenti equivalenti a livello europeo.
B CRITERI GENERALI DI REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI
La relazione e gli elaborati grafici si integreranno a vicenda. L'appaltatore sarà tenuto ad eseguire
opere anche se sono citate solo in relazione o solo sui disegni. Per le opere che non fossero
sufficientemente descritte o nella relazione o nei disegni sarà richiesta di volta in volta
delucidazione alla Direzione Lavori.
Qualora si riscontrassero difformità tra disegni in scala diversa, fra diversi elaborati di progetto, o
fra progetto da un lato e normative vigenti dall'altro resta inteso che dovrà essere adottata la
soluzione tecnicamente ed economicamente più favorevole all'Ente appaltante, nel pieno rispetto
della normativa e da realizzarsi con condizione a vista.
30
C IMPIANTI ELETTRICI E SPECIALI
Norme e Leggi
Nella redazione dei progetti definitivi ed esecutivi dovranno essere osservate tutte le prescrizioni
previste dalle normative vigenti in materia, fra cui a solo titolo esemplificativo:
DPR n.° 547 del 27/04/55 Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro
DPR n.° 689 del 26/05/59 Determinazione delle
aziende e lavorazioni soggette, ai fini della
prevenzione degli incendi, al controllo del
comando del corpo dei vigili del fuoco
DPR n.° 822 del 11/07/67 Riconoscimento della personalità giuridica del
Comitato Elettrotecnico Italiano ( C.E.I.)
Legge n.° 186 del 01/03/68 Disposizioni concernenti la produzione dei
materiali, apparecchiature e impianti elettrici ed
elettronici
Legge n.° 791 del 18/10/77 Attuazione delle direttive inerenti le garanzie di
sicurezza sugli impianti
Legge n.° 46 del 05/03/90 Norme per la sicurezza sugli impianti
DPR n.° 447 del 06/12/91 Regolamento di attuazione della Legge n.° 46 del
05/03090
D.L. n.° 626/94 Attuazione delle direttive CEE riguardanti il
miglioramento della sicurezza e della salute dei
lavoratori sul luogo di lavoro
DM 26/08/92 Norme di prevenzione incendi per l’edilizia
scolastica
Guida CEI 0-3 Legge 46/90. Guida per la compilazione della
dichiarazione di Conformità e relativi allegati
Norme CEI 11–1 Impianti di produzione, trasporto e distribuzione di
energia Norme generali.
Norme CEI 11-8 Impianti di produzione, trasmissione e
distribuzione di energia
elettrica. Impianti di terra
Norme CEI 11-17 Impianti di produzione, trasmissione e
distribuzione di energia elettrica. Linee in cavo
Norme CEI 17-13/1..4 Apparecchiature assiemate di protezione e di
manovra per bassa tensione ( quadri B.T. )
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Norme CEI 20-19/1..14 Cavi isolati con gomma con tensione nominale
non superiore 450/750 V
Norme CEI 20-20/1..13 Cavi isolati con polivinilcloruro con tensione
nominale non superiore a 450/750 V
Norme CEI 20-22/1..5 Prove su cavi non propaganti l’incendio
Norme CEI 20-38/1 Cavi isolati con gomma non propagante l’incendio
e a basso sviluppo di fumi o gas tossici e corrosivi.
Parte 1: tensione nominale non superiore a 0.6/1K
KV
Norme CEI 20–40 Guida per l’uso dei cavi a bassa tensione
Norme CEI 23-9 Apparecchi di comando non automatici per
installazione fissa per uso domestico o similare.
Prescrizioni generali
Norme CEI 23-51 Prescrizione per la realizzazione, le verifiche e le
prove dei quadri di distribuzione per installazioni
fisse per uso domestico o similare
Norme CEI 34-21 Apparecchi di illuminazione – Parte 1: prescrizioni
generali e prove
Norme CEI 34-22 Apparecchi di illuminazione – Parte 2: prescrizioni
particolari. Apparecchi di emergenza
Norme CEI 64-8/1..7 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non
superiore a 1000 V c.a
Guida CEI 64-12 Guida per l’esecuzione dell’impianto di terra negli edifici per
uso residenziale e terziario.
Guida CEI 64-14 Guida alle verifiche degli impianti elettrici utilizzatori
Guida CEI 64–50 Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti
elettrici utilizzatori, ausiliari e telefonici.
Norme CEI 81-1 Protezione delle strutture contro i fulmini
Norme CEI 81-4 Protezione delle strutture contro i fulmini. Valutazione del
rischio dovuto al fulmine
UNI 10380 Illuminazione di interni con luce artificiale
Le indicazioni contenute nei progetti definitivi/esecutivi dovranno essere sufficienti, dal punto di
vista della realizzazione degli impianti elettrici, ad ottemperare agli obblighi imposti dal DPR
547/55, alla Legge 46/90 e dal DL 626/94 e s.m.i..
L’Assuntore dei lavori dovrà rilasciare Dichiarazione di Conformità completa di tutti gli allegati
previsti dalla L.46/90, comprendendo nella stessa anche la presa in carico degli impianti esistenti
32
dopo opportuna verifica visiva e strumentale, supportata da calcoli di portata e coordinamento
delle linee.
Norme e Leggi
Nella redazione dei progetti definitivi ed esecutivi dovranno essere osservate tutte le prescrizioni
previste dalle normative vigenti in materia, fra cui a solo titolo esemplificativo:
Legge 109/94 e successive integrazioni e disposizioni
D.P.R. 554/99 Regolamento d'attuazione della legge quadro in materia di lavori
pubblici 11 febbraio 1994, n. 109, e successive modificazioni
D.P.R. 551/99 Regolamento recante modifiche al decreto Presidente della
Repubblica 26 agosto 1993 n. 412, in materia di progettazione,
installazione, esercizio e manutenzione degli impianti termici degli
edifici, ai fini del contenimento dei consumi di energia
L.415/98 Modifiche alla legge 11 febbraio 1994 n. 109, e ulteriori disposizioni
in materia di lavori pubblici.
L.25/96 Differimento dei termini previsti da disposizioni legislative nel settore
delle attività produttive ed altre disposizioni urgenti in materia
DM 3 agosto 1995 Riformulazione del DM 22 aprile 1992 concernente la formazione
degli elenchi dei soggetti abilitati alle verifiche in materia di sicurezza
degli impianti
L.109/94 Legge quadro in materia di lavori pubblici con s.m.i.
D. Lgs.626/94 Attuazione delle direttive, 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE,
89/656/CEE, 90/269CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE e 90/679/CEE
riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei
lavoratori sul luogo di lavoro.
D.P.R. 447/91 Regolamento di attuazione della L. 46/90
D. Lgs.277/91 Attuazione delle direttive 80/1107/CEE, 82/605/CEE, 83/477/CEE,
86/188/CEE e 88/642/CEE, in materia di protezione dei lavoratori
contro i rischi rilevanti da esposizione ad agenti chimici, fisici,
biologici durante il lavoro, a norma dell’art. 7 della legge 30 luglio
1990 n.212
L.46/90 Norme per la sicurezza degli impianti
D ADEGUAMENTI SERRAMENTI, SICUREZZA D. LGS. 626/94
La relazione per la realizzazione dei progetti definitivi/esecutivi, deve tenere conto delle scelte
progettuali delineate, ed è impostata seguendo quanto disponibile a livello di letteratura
specializzata.
33
In sede d’analisi e di elaborazione delle soluzioni tecniche, nella fase di progettazione preliminare
sono stati prese in considerazione e implementate scelte progettuali conformi al primo paragrafo
del D. lgs.626/94 e s.m.i. pertanto i progetti definitivi/esecutivi dovranno seguire le stesse
indicazioni e fornire tutti quegli elementi necessari per permettere la redazione dei progetti
esecutivi stessi. Restano fatte salve le eventuali deroghe e/o limitazioni imposte dalla necessità di
salvaguardare la natura dell’edificio ed i suoi caratteri storici.
Norme e Leggi
Le redazione dei progetti specifici, definitivi ed esecutivi, dovranno osservare tutte le prescrizioni
previste dalle normative vigenti in materia, fra cui:
Circolare P. 1564-4164/95, Adempimenti di protezione e prevenzione incendi,” chiarimenti”;
Circolare n° 102/95 Prime direttive per l’applicazione D.lgs. 626/94;
D.Lgs. n. 626 del 19 settembre 1994;
D.Lgs. 242 del marzo 1996;
DPR del 29 maggio 1963, n. 1497;
DPR 547/55 Prevenzione infortuni sul lavoro;
Legge 46/90 Norme per la sicurezza degli impianti;
DPR 447/91 Regolamento d’attuazione della Legge 46/90;
E ADEGUAMENTI DEGLI SCARICHI E NORME IGIENICO SANITARIE
Gli impianti in oggetto sono sottoposti alle normative vigenti in materia e saranno realizzati in
conformità alle stesse, in particolare si segnala a solo titolo esemplificativo:
Norme e Leggi
Legge Nazionale di riferimento;
Legge Regionale 27 maggio 1985, n. 62;
D.P.R. 27 aprile 1978 n. 384;
D.P.R. 236 14 giugno 1989.
D.M. 18 dicembre 1975 Ministero LLPP
Legge 11 gennaio 1996 n. 23
UNI EN 1617
UNI 9182
UNI 9182 FA 1 - 93
UNI 9183
UNI 9183 FA 1 - 93
UNI 9184
UNI 9184 FA 1 – 93
34
F SUPERAMENTO ED ELIMINAZIONE DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE
Dovrà garantire quanto riportato dalla legislazione vigente in materia di accessibilità di disabili.
I predetti accorgimenti sono volti a realizzare:
Manufatti e/o meccanismi per il superamento dei dislivelli;
Almeno un accesso in piano, rampe prive di gradini o idonei mezzi di sollevamento;
Integrazione delle misure per il superamento delle barriere architettoniche con le misure
previste per la lotta antincendio, le misure di evacuazione e gli impianti tecnologici.
sistemi integrati per l’utilizzo dei servizi pubblici.
Norme e Leggi
Le misure per favorire il superamento delle barriere architettoniche sono soggette alle normative e
disposizioni previste dalla legislazione vigente in materia, fra cui:
Legge 118/71 Nuove norme a favore dei mutilati ed invalidi civili
Legge 13/89 Disposizioni per favorire il superamento e
l’eliminazione delle barriere architettoniche
DM 236/89 Prescrizioni tecniche necessarie a garantire
l’accessibilità
Circ.Min.LL.PP. 1669UL/89 Circolare esplicativa L. 13/89
Legge 15/91 Norme intese a favorire la votazione degli elettori
non deambulanti
Legge 104/92 Legge quadro per l’assistenza, l’integrazione
sociale e i diritti delle persone handicappati
DL 626/94 Miglioramento della sicurezza e della salute dei
lavoratori (CEE)
DLgs. 242/96 Modifiche e integrazioni al DLgs. 626/94
Legge 46/90 Norme per la sicurezza degli impianti
DPR 447/91 Regolamento d’attuazione della Legge 46/90
DPR 503/96 Regolamento recante norme per l’eliminazione
delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e
servizi pubblici
DPR 459/96 Direttiva macchine
Legge 31/96 Misure urgenti per il rilancio dell’edilizia pubblica
DM 10/03/98 Criteri generali di prevenzione incendi nei luoghi di
lavoro.
35
PRIME INDICAZIONI E DISPOSIZIONI PER LA STESURA DEI PIANI
DELLA SICUREZZA E COORDINAMENTO
Le opere in oggetto, ricadono nel campo di applicazione del D. Lgs.81/08 e pertanto saranno
gestite applicando i principi di coordinamento introdotti dallo stesso D. Lgs.81/08 e dalla Direttiva
europea di riferimento CEE/92/57.
I relativi Piani di Sicurezza e Coordinamento, i quali saranno redatti in sede dei progetti definitivi,
dovranno essere conformi al D.Lgs.81/08 con successive integrazioni e modificazioni.
Nei suddetti documenti verranno definite le misure di tutela e di prevenzione in ottemperanza alle
norme di Legge e di buona tecnica.
I Piani di cui sopra dovranno, inoltre, essere integrati con i Piani Operativi di Sicurezza (P.O.S.)
redatti dagli appaltatori per quanto attiene alle proprie scelte autonome e relative responsabilità
nell’organizzazione di cantiere e nell’esecuzione dei lavori, da considerare come Piani
complementari e di dettaglio dei P.S.C.
I Piani di Igiene e di Sicurezza dovranno anche far parte integrante dei contratti di appalto e
saranno i documenti base per la prevenzione degli infortuni e l’igiene sul lavoro in cantiere.
Poiché si tratta di un’analisi preventiva dei rischi, gli stessi dovranno essere aggiornati o integrati
nel corso dei lavori, ogni qualvolta sarà necessario. Saranno inoltre completati dal Coordinatore in
fase di esecuzione nelle parti in cui, in fase di progettazione non si è stati nella possibilità di
definire.
Si precisa che ai sensi dell’art.11 del D.Lgs.81/08, è competenza del Responsabile dei Lavori o del
Committente trasmettere all’organo di vigilanza territorialmente competente, prima dell’inizio lavori,
le notifiche preliminari.
Si precisa inoltre che le imprese appaltatrici avranno a carico la messa in opera e la manutenzione
dell’insieme delle opere provvisionali di cantiere descritte nel quadro del P.S.C. per tutta la durata
del cantiere.
36
CALCOLO SOMMARIO DELLA SPESA E COPERTURE FINANZIARIE
INTERVENTO A) URBAN CENTRE/PRODUZIONI SERVIZI SOCIALI (1° lotto funzionale)
CALCOLO SOMMARIO DELLA SPESA:
Piano interrato, T., 1° mq. 1900 x €./mq. 1 050,00 = 1 995 000
Lavori complementari a.c. 1 x €./cad. 100 000,00 = 100 000
Somma 2 095 000
Arrotond. 5 000
Totale €. 2 100 000
RIEPILOGO DELLE CATEGORIE DI LAVORAZIONI
Categorie Importi €. Incid. %
Opere preliminari 8 400 0,40
Solai 252 000 12,00
Coperture 189 000 9,00
Lattonerie 42 000 2,00
Opere murarie 252 000 12,00
Intonaci e gessi 147 000 7,00
Pavimenti e rivestimenti 168 000 8,00
Tinteggiature 52 500 2,50
Opere in ferro 31 500 1,50
Opere in pietra 73 500 3,50
Serramenti 357 000 17,00
Impianto di fognatura 58 800 2,80
Impianto idrico-sanitario e antincendio 168 000 8,00
Impianto di riscaldamento e gas 84 000 4,00
Impianto elettrico e speciali 126 000 6,00
Impianto ascensore 63 000 3,00
Opere di completamento 27 300 1,30
Totale €. 2 100 000 100,00
MODALITA’ ATTUATIVA:
Opera pubblica finanziata con risorse proprie dell’Amministrazione Comunale ricavate dalla
permuta dell’area di via Verdi inclusa delle sue capacità edificatorie commerciali di cui al presente
masterplan/progetto preliminare.
Si omette il quadro tecnico economico poiché inteso completamente a carico dell’appaltatore (in
tutte le sue voci), il quale nell’offerta di gara dovrà tener conto di quanto sopra.
37
QUADRO TECNICO ECONOMICO:
a) Importo esecuzione delle lavorazioni (senza oneri sicurezza)
a corpo €. 2.016.000
b) Importo per l’attuazione dei piani della sicurezza non soggetto a ribasso
a corpo €. 84.000
c) Somme a disposizione della stazione appaltante
Lavori in economia €. 0
Rilievi accertamenti e indagini €. 1.000
Allacciamenti a pubblici servizi €. 10.000
Imprevisti €. 20.000
Acquisizione aree o immobili €. 0
Accantonamento di cui all’art.133 c.3 e 4 del codice appalti €. 0
Spese tecniche ufficio tecnico €. 25.000
Spese per progetto esecutivo integrale 100.000
Spese per attività tecnico amministrative connesse alla progettazione 0
Spese per commissioni giudicatrici 1.000
Spese per pubblicità €. 1.000
Spese per accertamenti di laboratorio e collaudi €. 2.000
Iva €. 240.000
SOMMANO €. 400.000
IMPORTO TOTALE PRESUNTO DA IMPEGNARE (a+b+c) €. 2.500.000
38
INTERVENTO A) RIQUALIFICAZIONE PIAZZA DELLA RESISTENZA (2° lotto funzionale)
CALCOLO SOMMARIO DELLA SPESA:
Lavori edili e impianti a.c. 1 x €./cad. 600 000,00 = 600 000
Somma 600 000
Arrotond. 0
Totale €. 600 000
MODALITA’ ATTUATIVA:
Opera pubblica finanziata con lo scomputo degli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria
derivanti dalla realizzazione dell’edificio commerciale di media distribuzione. Gli oneri suddetti
dovranno essere anticipati rispetto alla realizzazione dell’edificio commerciale medesimo al fine di
garantire una contemporaneità di esecuzione con l’Urban centre (1° lotto funzionale)
39
INTERVENTO D) – POLO SOCIALE
CALCOLO SOMMARIO DELLA SPESA:
Piano -1 terra +1 mq. 1 563 x €./mq. 1 100,00 = 1 719 300
Somma 1 719 300
Arrotond. -19 300
Totale €. 1 700 000
RIEPILOGO DELLE CATEGORIE DI LAVORAZIONI
Categorie Importi €. Incid. %
Opere preliminari 6 800 0,40
Solai 204 000 12,00
Coperture 153 000 9,00
Lattonerie 34 000 2,00
Opere murarie 204 000 12,00
Intonaci e gessi 119 000 7,00
Pavimenti e rivestimenti 136 000 8,00
Tinteggiature 42 500 2,50
Opere in ferro 25 500 1,50
Opere in pietra 59 500 3,50
Serramenti 289 000 17,00
Impianto di fognatura 47 600 2,80
Impianto idrico-sanitario e antincendio 136 000 8,00
Impianto di riscaldamento e gas 68 000 4,00
Impianto elettrico e speciali 102 000 6,00
Impianto ascensore 51 000 3,00
Opere di completamento 22 100 1,30
Totale €. 1 700 000 100,00
MODALITA’ ATTUATIVA:
Opera pubblica finanziata con risorse proprie dell’Amministrazione Comunale ricavate dalla quota
parte della cessione dei diritti edificatori di cui al presente Programma di Contratto di Quartiere.
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QUADRO TECNICO ECONOMICO:
a) Importo esecuzione delle lavorazioni (senza oneri sicurezza)
a corpo €. 1.630.000
b) Importo per l’attuazione dei piani della sicurezza non soggetto a ribasso
a corpo €. 70.000
c) Somme a disposizione della stazione appaltante
Lavori in economia €. 0
Rilievi accertamenti e indagini €. 0
Allacciamenti a pubblici servizi €. 10.000
Imprevisti €.
Acquisizione aree o immobili €. 0
Accantonamento di cui all’art.133 c.3 e 4 del codice appalti €. 30.000
Spese tecniche €. 200.000
Spese di consulenza €. 5.000
Spese per pubblicità €. 5.000
Spese per collaudi €. 10.000
IVA €. 240.000
SOMMANO €. 500.000
IMPORTO TOTALE PRESUNTO DA IMPEGNARE (a+b+c) €. 2.200.000
41
INTERVENTO E) – OPERE DI URBANIZZAZIONE, PROMENADE, VERDE ATTREZZATO
CALCOLO SOMMARIO DELLA SPESA:
Promenade mq. 3 969 x €./mq. 200,00 = 793 800
Parcheggio a raso mq. 2 405 x €./mq. 150,00 = 360 750
Mercato (ripristini) a corpo 1 x €./mq. 300 000,00 = 300 000
Verde attrezzato mq. 8 089 x €./mq. 25,00 = 202 225
Rotatorie n. 2 x €./cad. 180 000,00 = 360 000
Somma 2 016 775
Arrotond. -16 775
Totale €. 2 000 000
RIEPILOGO DELLE CATEGORIE DI LAVORAZIONI
Categorie Importi €. Incid. %
Demolizioni e rimozioni 100 000 5,00
Scavi, stradossamenti e rinterri 80 000 4,00
Cordoli, binderi e pavimentazioni 1 160 000 58,00
Piantumazioni 60 000 3,00
Coltivo e formazione prato 40 000 2,00
Impianti illuminazione pubblica 200 000 10,00
Impianti in sottosuolo 120 000 6,00
Arredo urbano 160 000 8,00
Opere di completamento 80 000 4,00
Totale €. 2 000 000 100,00
MODALITA’ ATTUATIVA:
Opera pubblica finanziata con risorse proprie dell’Amministrazione Comunale ricavate dalla quota
parte della cessione dei diritti edificatori di cui al presente Programma di Contratto di Quartiere.
42
QUADRO TECNICO ECONOMICO:
d) Importo esecuzione delle lavorazioni (senza oneri sicurezza)
a corpo €. 1.920.000
e) Importo per l’attuazione dei piani della sicurezza non soggetto a ribasso
a corpo €. 80.000
f) Somme a disposizione della stazione appaltante
Lavori in economia €. 0
Rilievi accertamenti e indagini €. 0
Allacciamenti a pubblici servizi €. 20.000
Imprevisti €.
Acquisizione aree o immobili €. 0
Accantonamento di cui all’art.133 c.3 e 4 del codice appalti €. 70.000
Spese tecniche €. 400.000
Spese di consulenza €. 30.000
Spese per pubblicità €. 10.000
Spese per collaudi €. 20.000
IVA €. 450.000
SOMMANO €. 1.000.000
IMPORTO TOTALE PRESUNTO DA IMPEGNARE (a+b+c) €. 2.500.000
43
RIEPILOGO IMPORTO TOTALE DA IMPEGNARE
(L’importo riguarda le opere pubbliche da finanziarie con risorse proprie)
INTERVENTO D) – POLO SOCIALE €.2.200.000
INTERVENTO E) – OPERE URBANIZZ. PROMENADE, VERDE ATTREZZ. €.2.500.000
TOTALE DA IMPEGNARE €.4.700.000
Nota: l’intervento A) non viene incluso nel riepilogo in quanto risulta già coperto con la permuta
dell’area commerciale di via Verdi
RICAVI PREVISTI DALLA CESSIONE DEI DIRITTI EDIFICATORI
(Si rimanda alle specifiche perizie tecnico-economiche)
CESSIONE DIRITTI EDIFICATORI RESIDENZIALI A BASE D’ASTA €.2.189.040
Via Zandonai
Milano, 02/05/2012
(arch. Marco M. Sagnelli)