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REGIONE PIEMONTE REGIONE PIEMONTE REGIONE PIEMONTE REGIONE PIEMONTE PROVINCIA DI CUNEO PROVINCIA DI CUNEO PROVINCIA DI CUNEO PROVINCIA DI CUNEO Comune di Comune di Comune di Comune di Fossano Fossano Fossano Fossano Trivellazione di un pozzo ad uso agricolo (irriguo) Relazione geologico Relazione geologico Relazione geologico Relazione geologico-tecnica ed idrogeologica tecnica ed idrogeologica tecnica ed idrogeologica tecnica ed idrogeologica e studio ambientale e studio ambientale e studio ambientale e studio ambientale Adempimenti L.R. 22/96 e s.m.i. D.G.R. 102-45194 del 26/04/1995 Regolamento regionale 10/R Committente Az. Agricola Lirano di Taricco Gianfranco e Aldo S.S. P.I. 00943510040 Fraz. San Martino 6 12045 Fossano (CN) Tecnico Dott. Geol. Luca FILIERI Iscr. Ordine dei Geologi del Piemonte n. 566 - Gennaio 2013 - 10024 Moncalieri (TO) Via Pastrengo, 102/6 - Tel.& Fax. 011/6056000 - 348/7792996 [email protected] – www.studioapogeo.it

Relazione geologico ---tecnica ed idrogeologicatecnica …vfs.provincia.cuneo.it/_allegati/2013/01/elazione-az.-Lirano.pdf · deposizionale, definita come una successione sedimentaria

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REGIONE PIEMONTEREGIONE PIEMONTEREGIONE PIEMONTEREGIONE PIEMONTE PROVINCIA DI CUNEOPROVINCIA DI CUNEOPROVINCIA DI CUNEOPROVINCIA DI CUNEO

Comune di Comune di Comune di Comune di FossanoFossanoFossanoFossano

Trivellazione di un pozzo ad uso agricolo (irriguo)

Relazione geologicoRelazione geologicoRelazione geologicoRelazione geologico----tecnica ed idrogeologicatecnica ed idrogeologicatecnica ed idrogeologicatecnica ed idrogeologica e studio ambientalee studio ambientalee studio ambientalee studio ambientale

Adempimenti L.R. 22/96 e s.m.i.

D.G.R. 102-45194 del 26/04/1995 Regolamento regionale 10/R

Committente Az. Agricola Lirano di Taricco Gianfranco e Aldo S.S.

P.I. 00943510040 Fraz. San Martino 6 12045 Fossano (CN)

Tecnico Dott. Geol. Luca FILIERI Iscr. Ordine dei Geologi del Piemonte n. 566

- Gennaio 2013 -

10024 Moncalieri (TO) Via Pastrengo, 102/6 - Tel.& Fax. 011/6056000 - 348/7792996 [email protected] – www.studioapogeo.it

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IndiceIndiceIndiceIndice

1 Scheda di sintesi 3 2 Premessa 3 3 Lineamenti geologici, geomorfologici e idrogeologici 4 4 Fabbisogno idrico 10 5 Indicazioni di carattere tecnico-esecutivo relative all’esecuzione dell’opera e alle caratteristiche delle apparecchiature da impiegare 12 6 Attività fatte o in previsione relative all’ottimizzazione della risorsa e al risparmio idrico 14 7 Interferenza con pozzi esistenti 16 8 Verifica della compatibilità dell’emungimento con

le caratteristiche idrogeologiche del sito di indagine 18 9 Modello di simulazione 18 10 Conclusioni 23

AllegaAllegaAllegaAllegatitititi

• Tavole di inquadramento • Schema idrogeologico • Schema costruttivo di massima del pozzo

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1111. . . . Scheda di sintesiScheda di sintesiScheda di sintesiScheda di sintesi

Trivellazione pozzo ad uso Trivellazione pozzo ad uso Trivellazione pozzo ad uso Trivellazione pozzo ad uso agricoloagricoloagricoloagricolo Istante: Az. Agricola Lirano Indirizzo richiedente: Fraz. San Martino 6 Fossano Localizzazione trivellazione: Comune di Fossano Foglio 52 mapp. 135

Quota piano campagna: 363 m s.l.m. Profondità prevista per la trivellazione: 20 m da p.c. Falda interessata: superficiale Diametro della colonna del pozzo: 500 mm Progettista: Dott. Geol. Luca Filieri Direttore lavori: Dott. Geol. Luca Filieri

2222. . . . PremessaPremessaPremessaPremessa La presente relazione riguarda la richiesta di autorizzazione alla trivellazione di un pozzo agricoloagricoloagricoloagricolo a scopo irriguoa scopo irriguoa scopo irriguoa scopo irriguo, e viene presentata ai sensi della L.R. n. 22/96, della D.G.R. 102-45194 del 26/04/1995 e del regolamento regionale 10/R “Disciplina dei procedimenti di concessione di derivazione di acqua pubblica” approvato con D.P.G.R. del 29/07/2003. La perforazione in progetto si situa sul territorio comunale di Fossano a Ovest rispetto al concentrico principale. I riferimenti catastali sono i seguenti: Foglio 52 particella 135 per quanto concerne l’ubicazione del pozzo in progetto. Il punto ritenuto adatto allo scopo è situato all’interno del terreno in questione, così come riportato sugli allegati stralci della Carta Tecnica Regionale (a scala 1:10.000) e in particolare nella sezione N°210050. Le coordinate (rif. UTM-ED-50) del punto di perforazione determinate con attrezzatura GPS portatile sono: 396262 E 4933649 N La quota è di circa 363 m s.l.m..

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L’utilizzazione per la quale si richiede l’autorizzazione al prelievo di acque sotterranee mediante la trivellazione del pozzo è per uso agricolo a scopoagricolo a scopoagricolo a scopoagricolo a scopo irriguo irriguo irriguo irriguo e prevede unicamente lo sfruttamento della falda superficiale a superficie libera conformemente a quanto prescritto dalla vigente normativa.

3333. . . . Lineamenti geologici, Lineamenti geologici, Lineamenti geologici, Lineamenti geologici, geomorfologici e geomorfologici e geomorfologici e geomorfologici e idrogeologiciidrogeologiciidrogeologiciidrogeologici L’area in esame è situata in corrispondenza di una zona pianeggiante, a W rispetto al concentrico di Fossano e si colloca in sinistra idrografica del Torrente Stura di Demonte che scorre in direzione SW-NE suddividendo così il settore della pianura cuneese in due principali aree rispettivamente denominate Area in sinistra Stura ed Area in destra Stura. L’area indagata ricade nell’area definita Area in sinistra Stura. Nell’area oggetto di studio non si segnalano, viste le pendenze molto modeste, fenomeni di dissesto in atto tali da compromettere la fattibilità dell’intervento.

Dal punto di vista geomorfologico l’area presenta i caratteri tipici della pianura cuneese centrale ed è essenzialmente pianeggiante digradante verso N-NE in corrispondenza del Torrente Stura di Demonte. Secondo la vecchia cartografia ufficiale (C.G.I. Foglio “CUNEO” alla scala 1:100.000) l’area in esame è costituita da depositi delle alluvioni sabbioso-ghiaioso-ciottolose dei piani terrazzati (a1); si tratta di una monotona sequenza di depositi continentali di origine alluvionale deposti dal Torrente e rappresentati da ghiaie in matrice sabbiosa-limosa cui si intercalano livelli discontinui di limi di colore bruno scuro.

Dal punto di vista idrogeologico al fine di fornire l’inquadramento generale ed il dettaglio idrogeologico dell’area di Fossano i lavori di riferimento sono quello pubblicato su GEAM da Civita et. al. (2000) “Le risorse idriche sotterranee del territorio cuneese (Piemonte meridionale) parte 2: il settore di pianura” ” e lo “Studio e valutazione della vulnerabilità intrinseca delle acque sotterranee” sviluppato dal DITAG (Dipartimento di Ingegneria del Territorio, dell'Ambiente e delle Geotecnologie) del Politecnico di Torino.

““““Le risorse idriche sotterranee del territorio cuneese (Piemonte meridionale) Le risorse idriche sotterranee del territorio cuneese (Piemonte meridionale) Le risorse idriche sotterranee del territorio cuneese (Piemonte meridionale) Le risorse idriche sotterranee del territorio cuneese (Piemonte meridionale) parte 2: ilparte 2: ilparte 2: ilparte 2: il settore di pianura”settore di pianura”settore di pianura”settore di pianura” In tale lavoro lo studio sedimentologico condotto, ha permesso di riconoscere differenti facies collegate a precisi ambienti deposizionali e di tracciare la geometria ed i rapporti intercorrenti tra i diversi corpi sedimentari. Sulla base dei dati disponibili (sezioni naturali, sondaggi geognostici, dati e modelli ricavati falle indagini geofisiche) è stato possibile interpolare le diverse informazioni puntuali e formulare valide ipotesi relative alla continuità spaziale delle diverse unità. Le principali unità stratigrafico-deposizionali individuate sono state associate ad altrettante unità idrogeologiche. Il primo passo di tale processo è di associare una facies (corpo sedimentario sviluppato su spessori metrici, caratterizzato da attributi fisici che lo differenziano rispetto ai sedimenti associati sia lateralmente sia verticalmente), ad un livello idrogeologico,

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caratterizzato da un ben definito valore di permeabilità. L’insieme di più associazioni di facies definiscono un ambiente deposizionale e le associazioni di più ambienti sono state a loro volta riferite ad un complesso idrogeologico, il quale è formato da più orizzonti con una comprovata unità spaziale e giaciturale ed un grado di permeabilità relativa che si mantiene in un campo di variazione piuttosto ristretto. In tal senso, così come una sequenza deposizionale, definita come una successione sedimentaria relativamente continua, delimitata alla base e al tetto da superfici di discontinuità stratigrafica è formata dall’associazione lateroverticale di più sistemi deposti in continuità di sedimentazione, allo stesso modo una sequenza idrogeologica è costituita dall’insieme di diversi complessi idrogeologici stratigraficamente giustapposti. In questo schema comparativo, tanto la facies quanto il singolo orizzonte o livello idrogeologico costituiscono un tassello fondamentale sul quale si basano le due classificazioni. Nella pianura cuneese sono state di fatto distinte tre unità principali (Unità Quaternaria, Pliocenica e Miocenica superiore) delimitate alla base ed al tetto da evidenti superfici di discontinuità. Su tale base è stato successivamente ricostruito l’assetto idrogeologico che risulta formato da tre serie idrogeologiche principali soggiacenti: la Serie Quaternaria (costituita da quattro complessi idrogeologici), la Serie Pliocenica (due complessi e tre sub-complessi) e la Serie Miocenica formata da due complessi.

La Serie Quaternaria è presente, in affioramenti molto estesi in tutta la pianura cuneese (pianura principale), su diversi ordini di terrazzi e nei fondovalle dei principali corsi d’acqua. Le caratteristiche sedimentarie e le modalità di deposito della Serie sono state pesantemente condizionate dall’intensa dinamica fluviale e da un insieme di fattori tettonici durati l’intero Quaternario. I sollevamenti sequenziali che hanno interessato il Cuneese sono responsabili del rapido approfondimento del reticolo fluviale e di importanti fenomeni di diversione, come quello che ha deviato il corso del F. Tanaro all’altezza di Bra. I risultati di questa complessa evoluzione morfologica sono una serie di evidenti superfici di erosione sviluppate in posizioni stratigrafiche diverse, che individuano unità tra loro simili per ambiente di sedimentazione, ma sempre distinguibili per la quota assoluta, per la granulometria e per il grado di alterazione dei costituenti più grossolani. In tal modo si possono individuare diverse fasi di erosione, sedimentazione ed alterazione, riconducibili a precise unità morfologiche (pianura principale, fondovalli attuali, terrazzi poco sospesi e terrazzi alti isolati). Tale divisione rispecchia a sua volta, grandi differenze idrogeologiche in termini di permeabilità relativa giustificando il riconoscimento e la suddivisione in quattro complessi idrogeologici, in ordine dal più recente al più antico:

A.A.A.A. complesso alluvionale attuale;complesso alluvionale attuale;complesso alluvionale attuale;complesso alluvionale attuale; B.B.B.B. complesso alluvionale terrazzato;complesso alluvionale terrazzato;complesso alluvionale terrazzato;complesso alluvionale terrazzato; C.C.C.C. complesso alluvionale principale;complesso alluvionale principale;complesso alluvionale principale;complesso alluvionale principale; D.D.D.D. complesso alluvionale antico.complesso alluvionale antico.complesso alluvionale antico.complesso alluvionale antico.

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Ogni complesso ospita un acquifero libero o sospeso distinguibile per geometria e posizione planoaltimetrica caratterizzato da un peculiare meccanismo di ricarica-discarica e da una precisa facies idrochimica dominante. La base di tutti i complessi (confinante inferiore) corrisponde alle diverse superfici di discontinuità che separano le unità quaternarie dalle unità plioceniche o mioceniche, le quali assumono il ruolo di impermeabile, assoluto o relativo, in funzione dei diversi litotipi prevalenti. Non mancano, però, situazioni nelle quali il substrato è esso stesso un acquifero parzialmente confinato: in tali condizioni si innescano complessi fenomeni di interflow gestiti dalle diverse geometrie, dalle condizioni piezometriche e di alimentazione dei corpi idrici sotterranei sovrapposti.

A.A.A.A. Complesso alluvionale attualeComplesso alluvionale attualeComplesso alluvionale attualeComplesso alluvionale attuale Ospita i cosiddetti sistemi acquiferi di fondovalle, originati dalle ultime fasi di sedimentazione di fiumi braided nelle strette pianure intravallive dei torrenti Stura, Gesso, Pesio, Ellero e lungo il corso meandriforme del F. Tanaro. Tali sistemi sono costituiti, sino all’altezza di Cherasco, da depositi ghiaioso-sabbiosi potenti 1-2 metri e privi di suolo, mentre dopo la confluenza dello Stura nel Tanaro lo spessore dei depositi aumenta sino ad una decina di metri e compaiono con frequenza crescente orizzonti siltoso-sabbiosi. Tutti gli acquiferi del complesso alluvionale attuale sono caratterizzati da elevata permeabilità e sono in diretta comunicazione con il corso d’acqua superficiale; la qualità delle acque sotterranee è condizionata in gran parte dal chimismo delle acque superficiali, con facies chimiche che vanno dalle bicarbonato-normali alle solfato-calciche, ma anche da fenomeni di lisciviazione di gessi dai sottostanti depositi del Bacino Terziario Piemontese (BTP) o da apporti profondi di acque cloruro-alcaline. Tali acquiferi sono scarsamente produttivi (con la sola eccezione del settore di confluenza fra il Pesio ed il Tanaro) ed estremamente vulnerabili all’inquinamento, come testimoniato dalla chiusura di numerosi pozzi ubicati in prossimità del F. Tanaro nei dintorni della città di Alba.

B.B.B.B. CCCComplesso alluvionale terrazzatoomplesso alluvionale terrazzatoomplesso alluvionale terrazzatoomplesso alluvionale terrazzato Affiora essenzialmente in prossimità delle scarpate dei corsi d’acqua più importanti, con una serie di idrostrutture allungate secondo la direzione delle vallate principali. I depositi che costituiscono questo complesso sono il risultato di una serie di intensi fenomeni di approfondimento del reticolo fluviale e successiva sedimentazione di un’esigua coltre di materiali. Lo spessore di tale coltre è di pochi metri e litologicamente risultano costituite da ghiaie fresche, con subordinate sabbie e silt. Il complesso alluvionale terrazzato ospita un gran numero di piccoli acquiferi di limitatissima estensione, alimentati esclusivamente dalle precipitazioni zenitali, separati tanto dagli acquiferi della pianura principale che da quelli dei fondovalle principali. La vulnerabilità è assai elevata in ragione di un altrettanto grande permeabilità relativa; il loro sfruttamento è limitato a pozzi di modesta profondità, scavati a mano nel secolo scorso per emungere risorse irrisorie.

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C.C.C.C. Complesso alluvionale principale Complesso alluvionale principale Complesso alluvionale principale Complesso alluvionale principale Il complesso è estesamente presente nei due settori della pianura principale tanto in destra che in sinistra Stura, fino alla confluenza con il F. Tanaro. La pianura principale risulta costituita da una serie di grandi conoidi coalescenti formate dalla migrazione di fiumi braided allo sbocco delle valli alpine dei torrenti Ellero, Pesio, Gesso, Stura, Grana, Maira e Varaita. Gli spessori dei depositi del complesso Alluvionale Principale variano dal 40 a 80 m nella zona di apice (zone di Saluzzo, Busca, Caraglio. Borgo S. Dalmazzo), sino a ridursi gradualmente a 4-5 m nelle zone più distali di pianura (Marene, Cherasco, Fossano, Magliano Alpi). La litologia del complesso è costituita da ghiaie, anche molto grossolane con clasti poco alterati ed abbondante matrice sabbioso-limosa e lenti di sabbie, corrispondenti alle unità geologiche del fluvioglaciale e fluviale Riss; un suolo parzialmente argillificato dello spessore medio di un metro è presente in tutto l’areale. Nel settore compreso fra i torrenti Stura e Maira sono frequenti dei livelli anche molto cementati. La permeabilità relativa del complesso è piuttosto elevata con valori compresi tra 1,5E-03 e 1,2E-4 m/s anche se non è infrequente incontrare orizzonti con abbondante matrice fine (pianura braidese e settori in sinistra Tanaro) con permeabilità prossima a 7E-05 m/s. La pianura principale ospita i sistemi acquiferi liberi alimentati dalle precipitazioni locali ma soprattutto dalle ingenti perdite dei corsi d’acqua provenienti dalle vallate alpine; il solo torrente Gesso nella zona a valle di Borgo S. Dalmazzo rilascia in subalveo quantità d’acqua superiori a 5 m3/s. Anche i torrenti Grana, Maira e Varaita, giunti in corrispondenza della pianura, subiscono rilevanti perdite di subalveo e, nei periodi con portate basse (estate ed inverno), presentano lunghi tratti dell’alveo totalmente asciutti. Un importante contributo all’alimentazione degli acquiferi liberi è legato anche alle perdite dei principali canali irrigui con fondo non impermeabilizzato, che solcano gran parte della pianura. Muovendosi dalle zone apicali verso la aree più distali si osserva un’inversione di tendenza e gli acquiferi liberi tendono progressivamente ad alimentare i vari corsi d’acqua attraverso una serie di sorgenti e di risorgive. Le sorgenti sono localizzate principalmente lungo le scarpate dei torrenti Stura e Pesio, in corrispondenza del limite di permeabilità con i depositi prequaternari sottostanti, mentre le risorgive risultano assai più disperse nella pianura. Altri corsi d’acqua come il T. Grana che a valle di Centallo cambia addirittura nome, il T. Maira e il T. Varaita, da un certo settore in poi presentano portate progressivamente crescenti per gli apporti dell’acquifero libero. I sistemi acquiferi liberi sono di norma più o meno interconnessi, identificabili per panneggio piezometrico e per facies geochimica o indipendenti quando l’erosione fluviale disseca l’intera sequenza quaternaria raggiungendo le unità sottostanti.

D.D.D.D. Complesso alluvionale antico Complesso alluvionale antico Complesso alluvionale antico Complesso alluvionale antico Ospita i sistemi acquiferi sospesi ed affiora in corrispondenza degli altipiani prospicienti il basamento alpino (altipiani di Villanova Mondovi, Pianfei, Peveragno e Beinette) e di quelli isolati sulla pianura principale (altipiani di

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Marene, Fossano, Trinità e Magliano Alpi). Coincide generalmente con le unità geologiche denominate Fluvioglaciale e fluviale Mindel. Litologicamente risulta costituito da sedimenti ghiaioso-argillosi, molto eterogenei con spessori piuttosto modesti, compresi fra 5 e 10 m, ricoperti da un potente e continuo paleosuolo argillificato spesso da 1 a 3 m. La permeabilità relativa dei depositi aumenta progressivamente con la profondità ma in superficie è sempre molto bassa. Ogni altopiano si raccorda con la pianura principale attraverso ripide scarpate e costituisce, in pratica, un sistema acquifero isolato, avulso dagli altri acquiferi liberi della pianura: l’acquifero, sospeso ad una quota più elevata di questi ultimi, è alimentato solamente dalle precipitazioni zenitali ed è poco produttivo. La direzione di deflusso sotterraneo è condizionata dalla geometria del substrato impermeabile inferiore, di norma la Serie Pliocenica. Le serie prequaternarie ed i sistemi acquiferi profondiLe serie prequaternarie ed i sistemi acquiferi profondiLe serie prequaternarie ed i sistemi acquiferi profondiLe serie prequaternarie ed i sistemi acquiferi profondi In diversi settori della pianura cuneese sono stati identificati sistemi acquiferi profondi di diversa natura e geometria, i quali mostrano limitate differenze di salienza (rispetto alle quote statiche degli acquiferi liberi sovrastanti) e di norma un differente chimismo. I valori di permeabilità calcolati sono piuttosto variabili e compresi tra 10E-04 e 10E-06 m/s. Molti pozzi ad uso idropotabile, in seguito al peggioramento della qualità delle acque degli acquiferi superficiali, sono stati approfonditi o sostituiti da nuove perforazioni, interconnettendo i livelli più superficiali con quelli profondi. I dati idrodinamici e geochimici ottenuti da tali pozzi risultano pertanto poco affidabili ed i modelli concettuali sui quali deve basarsi una seria politica di monitoraggio e sfruttamento delle risorse idriche sono ancora lungi da essere soddisfacentemente controllati. La serie PliocenicaLa serie PliocenicaLa serie PliocenicaLa serie Pliocenica Nella pianura cuneese le unità plioceniche affiorano solamente in corrispondenza delle profonde incisioni presenti lungo tutti i corsi d’acqua, principali e secondari, oltre che sulle scarpate dei terrazzi più importanti. Tali unità possono essere suddivise in due sotto-unità principali: la prima prevalentemente marnosa con orizzonti di sabbie risedimentate riferibile alla Formazione delle Argille di Lugagnano del Pliocene inferiore-medio: la seconda prevalentemente ghiaioso-sabbiosa, legata ad un’importante fase di progradazione che interessa l’intero BTP, riferibile alla Formazione delle Sabbie d’Asti (Pliocene medio?). Si tratta di sedimenti in facies eteropiche che passano da ambienti continentali, in prossimità dei basamenti alpini. a marino-marginali. nelle aree più distali. L’intera serie presenta una giacitura verso WNW con inclinazioni comprese fra 4°e 10°. A tali unità sono stati riferiti due complessi idrogeologici principali denominati:

A. complesso sabbioso-ghiaioso (serie medio-plio-cenica); B. complesso marnoso-sabbioso (serie pliocenica inferiore).

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A.A.A.A. Complesso sabbiosoComplesso sabbiosoComplesso sabbiosoComplesso sabbioso----ghiaioso ghiaioso ghiaioso ghiaioso La sequenza idrogeologica medio-pliocenica e costituita dal complesso sabbioso-ghiaioso, e rappresenta il riempimento di una profonda depressione orientata NNE-SSW, limitata ad W e a S dal basamento alpino e ad E dai depositi pliocenici inferiori. Il contatto con la sequenza idrogeologica sottostante avviene lungo una superficie sub-orizzontale nel settore di pianura posto in destra Stura. ad W dell’allineamento Salmour -Trinità - Morozzo, dove la successione presenta uno spessore esiguo, intorno ai 10-15 m. Ancora ad W di tale allineamento, nello spazio di pochi chilometri, tale sequenza si ispessisce fine a raggiungere una potenza di oltre 200 m in corrispondenza del Torrente Stura. Verso NW gli spessori, sulla base delle indagini geofisiche e perforazioni AGIP, sembrano ancora aumentare ulteriormente. Il limite superiore del complesso è costituito da evidenti superfici di erosione e da una blanda discordanza angolare, che mettono in contatto il complesso con la serie idrogeologica alluvionale. Nell’ambito del complesso sabbioso-ghiaioso tra gli altri è stato riconosciuto il Subcomplesso delle ghiaie alterate. A partire dalla fascia pedemontana compresa tra Saluzzo e Beinette, è presente una potente successione (talora superiore ai 200 m) di ghiaie grossolane, alterate ed argillificate, non strutturate, mud-supported, con matrice sabbioso-limosa, riferibili a sistemi deposizionali di conoide alluvionale di clima caldo umido. Le ghiaie alterate costituiscono l’ossatura dell’alta pianura cuneese ed ospitano sistemi idrogeologici ad alimentazione distale indipendente (dall’apice delle conoidi), o legata a travasi del soprastante acquifero libero, la maggior parte dei sistemi sono caratterizzati da pressioni artesiane anche significative, ma risultano scarsamente produttivi a causa della ridotta permeabilità (dell’ordine di E-05 m/s). “Studio e valutazione della vulnerabilità intrinseca delle acque sotterranee”“Studio e valutazione della vulnerabilità intrinseca delle acque sotterranee”“Studio e valutazione della vulnerabilità intrinseca delle acque sotterranee”“Studio e valutazione della vulnerabilità intrinseca delle acque sotterranee” In questo studio sono state individuate tre principali serie idrogeologiche:

� la serie Oligo-Miocenica, � la serie Plio-Pleistocenica, � la serie Quaternaria.

Ogni serie idrogeologica è caratterizzata dalle presenza di diversi acquiferi aventi differenti caratteristiche idrodinamiche e geochimiche. La trivellazione s’inserisce nella serie idrogeologica Quaternaria che si estende in tutto il settore della Pianura cuneese suddivisa ancora in tre complessi principali:

� Complesso Alluvionale delle Ghiaie antiche, � Complesso Alluvionale principale, � Complesso Alluvionale dei fondovalle e terrazzi annessi.

L’opera di trivellazione ricade all’interno del Complesso Alluvionale Principale che ricopre la quasi totalità del settore ad W del comune di Fossano. La litologia prevalente è costituita da ghiaie grossolane con matrice sabbiosa ad elevata permeabilità.

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Sulla base di quanto si può evincere dalla bibliografia ed esaminando l’assetto locale si può affermare quanto segue:

� il sito è ubicato su terreni permeabili ascrivibili al complesso alluvionale principale della serie quaternaria che, sulla verticale di Fossano, sono sovrapposti ai terreni che rappresentano l’impermeabile relativo appartenenti al Subcomplesso delle ghiaie alterate del complesso sabbioso-ghiaioso,

� i terreni quaternari, che raggiungono potenze di svariate decine di m, ospitano una falda libera che scorre (cfr. schema idrogeologico allegato) in direzione NE, concordemente con la topografia ed il reticolo idrografico superficiale. La soggiacenza della falda è di circa 2-3 m.

Al fine di verificare la rispondenza del pozzo in progetto ai requisiti stabiliti dalla L.R. 22/96 che vieta l’utilizzo di falde profonde ad usi diversi dal potabile è stata comparata la quota assoluta prevista del fondo del pozzo con i valori della Carta della base dell’acquifero superficiale, approvata con D.G.R. n. 34-11524 quale strumento per la valutazione della conformità delle opere di derivazione di acqua sotterranea ai principi di cui all’art. 2 della L.R. 22/96 (cfr. Allegati). Tale esame ha messo in evidenza i seguenti elementi: • quota testa pozzo: 363 m s.l.m. • profondità prevista per la trivellazione: 20 m da p.c. • quota assoluta base del pozzo: 343 m s.l.m. • quota base acquifero superficiale (da D.G.R. n. 34-11524): 302 m s.l.m. Pertanto il pozzo è conforme alla normativa (L.R. 22/96) in quanto non mette in comunicazione la falda superficiale con la falda profonda.

4444. Fabbisogno irriguo. Fabbisogno irriguo. Fabbisogno irriguo. Fabbisogno irriguo Il fabbisogno idrico di una coltura può essere espresso in un volume idrico annuo necessario per lo svolgimento delle funzioni fisiologiche dell’organismo vegetale e viene rappresentato dal parametro agronomico chiamato Evapotraspirazione reale (E.T.R.). Il volume totale di fabbisogno idrico annuale di una coltura media espresso in portata continua (portata continua fittizia) ammonta mediamente a 1 l/s x ha, pari a 31.536 mc/ha, anche se sono possibili valori da 0,5 a 3 l/s x ha. Ovviamente questi valori medi andranno, durante le analisi, corretti con parametri che tengono conto della coltura realmente attuata, dei coefficienti colturali, del metodo irriguo, ecc..

Per ovvi motivi legati agli andamenti climatici, i deficit idrici si manifestano, nelle nostre zone, durante il periodo estivo (semestre estivo) ed il fabbisogno irriguo viene quindi espresso in funzione di tale periodo. Proprio d’estate si verifica inoltre il maggior consumo idrico delle colture, a causa di un metabolismo che viene decisamente accelerato dagli elevati livelli termici estivi,

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con il risultato che il fabbisogno idrico del semestre estivo sarà decisamente maggiore di quello del semestre invernale. Il volume di fabbisogno idrico delle colture per il semestre estivo si può stimare, quindi, in circa il 65-70% del fabbisogno annuale, e cioè circa 20.000 mc/ha. Il volume totale di fabbisogno estivo viene in gran parte soddisfatto dagli apporti naturali meteorici e freatici, ma una quota più o meno consistente, variabile in funzione dell’andamento climatico, rimane insoddisfatta e va a costituire il deficit idrico della coltura. Il valore del deficit ammonta, nella nostra regione, a circa il 30-35% del fabbisogno estivo, pari a 5.000-8.000 mc/ha (pari a circa 0,35-0,5 l/s x ha), fatte salve alcune eccezioni dovute a situazioni particolari.

Nella normale pratica agronomica, tale deficit viene interamente soddisfatto tramite somministrazione di integrazioni idriche con l’irrigazione. Questo apporto viene detto fabbisogno integrativo irriguo della coltura o Volume specifico stagionale, e può essere calcolato con diversi metodi riportati in letteratura scientifica, che giungono a valutare il volume annuo integrativo da somministrare alla coltura tramite l’irrigazione. Si ribadisce quindi che la portata continua fittizia non è in alcun modo indicativa della portata di adacquamento, che verrà realmente somministrata. Si tratta di un parametro tecnico-agronomico che fornisce un valore di portata puramente teorico nell’ipotesi che si applichi un’irrigazione in continuo per tutta la stagione irrigua. Ovviamente in realtà gli adacquamenti avverranno con turni definiti e con portate decisamente superiori, tali che la somma dei volumi somministrati nelle adacquate (Volume specifico di adacquamento) sia pari al volume di integrazione irrigua necessario:

q x t x S = (Q x T) 1/n (a) S= superficie irrigua (ha) q= portata continua fittizia (l/sxha) t= durata della stagione irrigua (6 mesi, in s) Q= portata di esercizio (l/s) T= durata dell’adacquamento n= numero delle adacquate

Si tenga, inoltre, presente che il fabbisogno integrativo così determinato è quello che deve effettivamente giungere alla coltura (netto) e che quindi, in realtà, si dovranno prelevare volumi nettamente superiori, tali da compensare le perdite (evaporazione, percolazione, ruscellamento, fuori appezzamento ecc..). Il fabbisogno integrativo netto andrà, quindi, moltiplicato per dei coefficienti che tengano conto dell’efficienza irrigua e di trasporto e delle peculiarità particolari (maggiori o minori consumi) delle colture (coefficienti colturali). Si otterrà in questo modo il fabbisogno lordo integrativo di acqua irrigua.

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Calcolo del fabbisogno integrativo del comprensorioCalcolo del fabbisogno integrativo del comprensorioCalcolo del fabbisogno integrativo del comprensorioCalcolo del fabbisogno integrativo del comprensorio Per il calcolo del fabbisogno irriguo del comprensorio si è fatto riferimento alle Linee guida per la verifica del fabbisogno irriguo, di cui alla deliberazione della Giunta Regionale 21 luglio 2008, n.23-9242, utilizzando la metodologia Quant4 (pubblicato come allegato alla D.G.R. 14 aprile 2008, n.23-8585). Si allega il foglio di calcolo relativo al calcolo del fabbisogno irriguo utilizzando la metodologia Quant4: il valore massimo della portata prelevabile calcolata ai fini irriguifini irriguifini irriguifini irrigui risulta essere di 55 l/s (valore medio) e 66 l/s (con superamento del 20 %). Quest’ultimo dato rappresenta la portata necessaria a soddisfare il fabbisogno idrico della coltura. Disponibilità idrica attualeDisponibilità idrica attualeDisponibilità idrica attualeDisponibilità idrica attuale L’azienda agricola richiedente attualmente fa parte di un consorzio che sfrutta canali irrigui per irrigazione a scorrimento; la trivellazione in progetto consentirà di variare la metodologia irrigua, passando dall’attuale irrigazione a scorrimento ad irrigazione a pioggia a mezzo lance, con conseguente minore dispersione della risorsa idrica captata.

5. 5. 5. 5. Indicazioni di carattere tecnicoIndicazioni di carattere tecnicoIndicazioni di carattere tecnicoIndicazioni di carattere tecnico----esecutivo relative esecutivo relative esecutivo relative esecutivo relative all’esecuzione dell’opera e alle caratteristiche delle all’esecuzione dell’opera e alle caratteristiche delle all’esecuzione dell’opera e alle caratteristiche delle all’esecuzione dell’opera e alle caratteristiche delle apparecchiature da impiegareapparecchiature da impiegareapparecchiature da impiegareapparecchiature da impiegare All’inizio delle operazioni, durante la realizzazione dell’avanpozzo è possibile che si verifichino modesti cedimenti all’interno della coltre di copertura rappresentata dal terreno, a causa delle scadenti caratteristiche di coesione della stessa. Al fine di evitare tale inconveniente si potrà procedere all’inumidimento di tale coltre mediante aspersioni di acqua (aumentando la coesione) e sostenendo il terreno meccanicamente. Sarà inoltre effettuata una cementazione con boiacca cementizia per circa 2m al di sotto del piano campagna. Il pozzo avrà un diametro finale di 500 mm; per pozzi con tali caratteristiche il metodo di perforazione più utilizzato è quello a percussione. Tale metodologia viene impiegata fino a profondità di mt. 150 circa, prevede la perforazione con sonde o cucchiaie del diametro appropriato e l'impiego di tubazioni di manovra di diametro decrescente che vengono infisse nel terreno a cannocchiale a mezzo di morse idrauliche fino alla profondità prevista. Una volta effettuata la perforazione e redatta la relativa sequenza degli strati attraversati e del livello acquifero si procede ad installare nel foro realizzato la camicia di rivestimento finale che può essere in acciaio nero, acciaio inox, o pvc a secondo delle esigenze della Committente. I filtri posati in corrispondenza degli acquiferi riscontrati possono essere di varie tipologie: forati a passante, a ponte, oppure a spirale continua tipo Johnson. Si procede all'inghiaiamento dell'anulus con ghiaietti selezionati silicei quarzosi di varie granulometrie a seconda dell'impiego dei filtri adottati. Ultimata

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l'estrazione delle tubazioni di manovra si procede allo spurgo del pozzo e alla posa della pompa sommersa per le prove di portata al fine di determinare la potenzialità del pozzo. Trattandosi di un acquifero impostato in litotipi ad elevata componente ghiaioso-sabbiosa suscettibili perciò di un potenziale effetto di richiamo delle particelle indotto dal pompaggio prolungato, si consiglia, inoltre, per il miglior funzionamento della pompa emungitrice, di utilizzare idoneo filtro o meglio di una serie di filtri, opportunamente distanziati fra loro ed aventi maglie di dimensioni progressivamente minori (si consiglia un raggio di maglia in arrivo pari a 0.1-0.2 mm). Filtri a maglie di minori dimensioni non sono consigliabili in quanto, pur risultando senza dubbio più efficaci, appaiono però soggetti ad un più repentino intasamento, obbligando quindi a troppo frequenti operazioni di manutenzione e pulizia.

L’opera di captazione verrà dotata di una pompa sommersa le cui caratteristiche di prevalenza e di portata saranno adeguate alla portata calcolata (66 l/s).

Il tratto finestrato sarà lungo 18 m e sarà posizionato a partire da 2 m dal piano campagna fino al fondo del pozzo. Al termine della perforazione si dovrà eseguire una prova di pompaggio con almeno tre diversi gradini di portata, la cui interpretazione potrà fornire i dati utili alla definizione dell’equazione caratteristica del pozzo e della sua efficienza idraulica. Il pozzo sarà inoltre predisposto per le misure piezometriche e sul tubo di mandata dovrà inoltre essere installato un rubinetto per il prelievo di campioni d’acqua.

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Scheda Tecnica del PozzoScheda Tecnica del PozzoScheda Tecnica del PozzoScheda Tecnica del Pozzo

Ubicazione a catastoUbicazione a catastoUbicazione a catastoUbicazione a catasto Comune Fossano Fg. 52 Mapp. 135

PROFONDITA’ [m]PROFONDITA’ [m]PROFONDITA’ [m]PROFONDITA’ [m] 20 METODO DI PERFORAZIONEMETODO DI PERFORAZIONEMETODO DI PERFORAZIONEMETODO DI PERFORAZIONE percussione

DIAMETRO perforazione [mm]DIAMETRO perforazione [mm]DIAMETRO perforazione [mm]DIAMETRO perforazione [mm] 800 DIAMETRO rivestimento [mm]DIAMETRO rivestimento [mm]DIAMETRO rivestimento [mm]DIAMETRO rivestimento [mm] 500

LITOLITOLITOLITOLOGIA PREVALENTE DEL COMPLESSO LOGIA PREVALENTE DEL COMPLESSO LOGIA PREVALENTE DEL COMPLESSO LOGIA PREVALENTE DEL COMPLESSO SEDIMENTARIO OSPITANTE IL SISTEMA SEDIMENTARIO OSPITANTE IL SISTEMA SEDIMENTARIO OSPITANTE IL SISTEMA SEDIMENTARIO OSPITANTE IL SISTEMA

ACQUIFEROACQUIFEROACQUIFEROACQUIFERO Sabbie ghiaiose

PROFONDITA’ PRIMO LIVELLO IMPERMEABILE [m]PROFONDITA’ PRIMO LIVELLO IMPERMEABILE [m]PROFONDITA’ PRIMO LIVELLO IMPERMEABILE [m]PROFONDITA’ PRIMO LIVELLO IMPERMEABILE [m] 52m ACQUIFERO INTERESSATO ACQUIFERO INTERESSATO ACQUIFERO INTERESSATO ACQUIFERO INTERESSATO

(SUPERFICIALE/PROFONDO)(SUPERFICIALE/PROFONDO)(SUPERFICIALE/PROFONDO)(SUPERFICIALE/PROFONDO) Superficiale

SOGGIACENZA [m] SOGGIACENZA [m] SOGGIACENZA [m] SOGGIACENZA [m] < 3 (dedotta) QUOTA TERRENO s.l.m. [m]QUOTA TERRENO s.l.m. [m]QUOTA TERRENO s.l.m. [m]QUOTA TERRENO s.l.m. [m]

363 (dedotta da C.T.R. e misurata con

apparecchio GPS) COORDINATE UTMCOORDINATE UTMCOORDINATE UTMCOORDINATE UTM 396262 E

4933649 N CONDUCIBILITA’ IDRAULICA [m/s]CONDUCIBILITA’ IDRAULICA [m/s]CONDUCIBILITA’ IDRAULICA [m/s]CONDUCIBILITA’ IDRAULICA [m/s] 1,5E-03 - 1,2E-4 (stimata)

DISPOSIZIONE FILTRI DISPOSIZIONE FILTRI DISPOSIZIONE FILTRI DISPOSIZIONE FILTRI L’opera deve filtrare un solo tipo di falda ai sensi L’opera deve filtrare un solo tipo di falda ai sensi L’opera deve filtrare un solo tipo di falda ai sensi L’opera deve filtrare un solo tipo di falda ai sensi

dell’art. 2, comma 6 della L.Rdell’art. 2, comma 6 della L.Rdell’art. 2, comma 6 della L.Rdell’art. 2, comma 6 della L.R. 22/1996. 22/1996. 22/1996. 22/1996 Da 2 m a 20 m

CARATTERISTICHE POMPACARATTERISTICHE POMPACARATTERISTICHE POMPACARATTERISTICHE POMPA Q: 66 l/s Pot: 10CV PROFONDITA’ DI INSTALLAZIONE POMPA [m]PROFONDITA’ DI INSTALLAZIONE POMPA [m]PROFONDITA’ DI INSTALLAZIONE POMPA [m]PROFONDITA’ DI INSTALLAZIONE POMPA [m] 18

CATASTALI ASSERVITI AL POZZO CATASTALI ASSERVITI AL POZZO CATASTALI ASSERVITI AL POZZO CATASTALI ASSERVITI AL POZZO

Fg. 52 Mapp.24-33-100-101-103-

107-135-138 ESTENSIONE FONDI ESTENSIONE FONDI ESTENSIONE FONDI ESTENSIONE FONDI [ettari][ettari][ettari][ettari] 3,15 Ha

6. 6. 6. 6. Attività, fatte o in previsionAttività, fatte o in previsionAttività, fatte o in previsionAttività, fatte o in previsione, relative all’ottimizzazione e, relative all’ottimizzazione e, relative all’ottimizzazione e, relative all’ottimizzazione dell’uso della risorsa ed al risparmio idricodell’uso della risorsa ed al risparmio idricodell’uso della risorsa ed al risparmio idricodell’uso della risorsa ed al risparmio idrico L’irrigazione delle colture avverrà incanalando l’acqua emunta in condotte condotte condotte condotte forzateforzateforzateforzate, in buona parte già realizzate sui terreni oggetto di indagine. Dalle condotte l’acqua verrà prelevata tramite lance che serviranno con irrigazione a pioggia i terreni in esame.

Foto 1 . CFoto 1 . CFoto 1 . CFoto 1 . Condotte esistentiondotte esistentiondotte esistentiondotte esistenti

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Con questo metodo di adacquamento l'acqua scorre in condotte circolari di calcestruzzo del diametro di 0,50 m, distanziate di circa 3m (in funzione del tipo di terreno e di coltura). Questo sistema presenta alcuni vantaggi rispetto ai metodi tradizionali come la minore necessità di sistemazione degli appezzamenti e l’elevata efficienza di adacquamento.

Rispetto all’irrigazione a scorrimento attraverso canali in terra, dove la bassa efficienza rappresenta il vero aspetto negativo del metodo irriguo, determinata sia dalla mediocre uniformità di bagnatura del campo sia delle forti perdite per percolazione profonda, il sistema di irrigazione in progetto consentirebbe di migliorare l’uniformità e ottenere un’ottima efficienza irrigua non provocando perdite per percolazione profonda e evapotrapirazione. Il sistema consentirebbe quindi di migliorare l’efficienza risparmiando notevoli quantitativi d’acqua.

I calcoli riportati nel paragrafo dedicato mettono in evidenza che il fabbisogno I calcoli riportati nel paragrafo dedicato mettono in evidenza che il fabbisogno I calcoli riportati nel paragrafo dedicato mettono in evidenza che il fabbisogno I calcoli riportati nel paragrafo dedicato mettono in evidenza che il fabbisogno delle colture è in linea con l’effettivo attingimento, anzi si può dire che l’acqua delle colture è in linea con l’effettivo attingimento, anzi si può dire che l’acqua delle colture è in linea con l’effettivo attingimento, anzi si può dire che l’acqua delle colture è in linea con l’effettivo attingimento, anzi si può dire che l’acqua sarà utilizzata in quantità inferiore rispetto al fabbisogno calcolato.sarà utilizzata in quantità inferiore rispetto al fabbisogno calcolato.sarà utilizzata in quantità inferiore rispetto al fabbisogno calcolato.sarà utilizzata in quantità inferiore rispetto al fabbisogno calcolato.

Sebbene la portata di 1 l/s/ha, così come da stima del fabbisogno idrico annuale di una coltura media, possa essere considerata esatta, all’atto dell’adacquamento non sarà, e soprattutto non potrà, essere utilizzata in modo continuo e prolungato per tutto il periodo richiesto dalla coltura. Quindi le adacquate verranno eseguite con un turno e con una portata tale da fornire una quantità di acqua necessaria per tutto il turno successivo, ovvero in grado di saturare il suolo per una profondità pari alla lunghezza dell’apparato radicale delle colture. Per eseguire praticamente l’adacquamento secondo i turni è necessaria una portata rilevante che generi una lama d’acqua in grado di superare le perdite di carico causate dalla irregolarità della superficie del terreno, dalla presenza della vegetazione superficiale e dalle perdite di acqua causate dalla permeabilità del terreno.

L’intervallo di tempo (turno) è poi variabile in funzione di molti parametri: - caratteristiche del terreno irrigato (struttura e tessitura); - esposizione al sole del terreno; - temperatura esterna; - ventilazione; - esigenza della coltura in atto; - eventuali precipitazioni atmosferiche.

Tutti questi parametri possono essere noti e presi nella giusta considerazione solo dall’esperienza dell’imprenditore agricolo che conduce i terreni e nessun modello matematico per accurato che sia può sostituirsi ad esso.

I calcoli riportati, utilizzando la metodologia Quant4 in allegato, evidenziano che il fabbisogno delle colture è in linea con l’effettivo attingimento, anzi come indicato nelle annotazioni, i fabbisogni derivanti dall'impiego della suddetta metodologia sono da intendere come valori di limite superiore. Una diminuzione dei valori delle portate prelevabili che si richiedono, rispetto a

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quelli calcolati (69696969 l/sl/sl/sl/s), è adeguata al fine di tenere conto di fattori quali: gestione delle coltivazioni impostata su livelli produttivi inferiori a quello massimo ed elevati costi dell'irrigazione. Quindi le adacquate verranno eseguite con una portata tale da fornire una quantità di acqua necessaria per tutto il turno successivo, ovvero in grado di saturare il suolo per una profondità pari alla lunghezza dell’apparato radicale delle colture.

7777. . . . Interferenza con pozzi esistentiInterferenza con pozzi esistentiInterferenza con pozzi esistentiInterferenza con pozzi esistenti Il raggio di influenza di un pozzo è definito come la distanza dal punto di captazione alla quale la falda non risente più delle operazioni di pompaggio. In pratica è la distanza alla quale l’abbassamento della superficie piezometrica è pari a zero. La valutazione dell’estensione del raggio di influenza (o cono di depressione) di un pozzo ha molti risvolti applicativi importanti. Problemi di prevenzione di fenomeni di inquinamento e di previsione di fenomeni di subsidenza richiedono spesso la distanza dall’asse del pozzo in erogazione alla quale s=0. Esistono diversi metodi in letteratura per determinare l’estensione del cono di depressione; tutti questi metodi hanno però esigenza di avere dati relativi al pozzo in esame e ad uno o più punti di osservazione (piezometri). La più nota formula presente in letteratura è quella proposta da Dupuit-Thiem.

R: raggio di influenza (m) rp: raggio del pozzo (m) K: coefficiente di permeabilità (m/sec) H: spessore dell’acquifero nel in corrispondenza del pozzo (m) Hp: spessore dell’acquifero nel in corrispondenza del piezometro (m) Q: portata emunta (mc/s)

I vari metodi proposti i letteratura tuttavia necessitano di dati (ad esempio l’abbassamento misurato in pozzi di osservazione a varie portate di emungimento) che ad oggi non possono essere ricavati per il pozzo oggetto del presente elaborato non essendo ancora stato realizzato il pozzo. È comunque possibile, in prima approssimazione, utilizzare una tabella (cfr. Tabella 1) che permette di correlare al litotipo che ospita la falda acquifera, il raggio di influenza previsto per un determinato abbassamento.

Si tratta del metodo che meglio permette di approssimare il raggio di influenza del pozzo in assenza di dati e parametri significativi. Per i terreni oggetto di indagine, assimilabili alla “sabbia grossolana debolmente argillosa” proposta dalla tabella, il raggio del cono di depressione è stimato in circa 150-225 m.

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Tabella 1.Tabella 1.Tabella 1.Tabella 1. VVVVorrelazioni tra litotipo e raggio d’influenzaorrelazioni tra litotipo e raggio d’influenzaorrelazioni tra litotipo e raggio d’influenzaorrelazioni tra litotipo e raggio d’influenza

TerreniTerreniTerreniTerreni

Coefficiente Coefficiente Coefficiente Coefficiente di di di di

permeabilità permeabilità permeabilità permeabilità (m/giorno)(m/giorno)(m/giorno)(m/giorno)

Portata del pozzo per Portata del pozzo per Portata del pozzo per Portata del pozzo per osservare un osservare un osservare un osservare un

abbassaabbassaabbassaabbassamento compreso mento compreso mento compreso mento compreso tra 5 e 6 m tra 5 e 6 m tra 5 e 6 m tra 5 e 6 m

(m3/h)(m3/h)(m3/h)(m3/h)

Raggio del cono di Raggio del cono di Raggio del cono di Raggio del cono di depressione depressione depressione depressione

(m)(m)(m)(m)

LIMO SABBIOSO 0,1 0,1 0,1 0,1 ---- 0,50,50,50,5 1 1 1 1 ---- 3333 10 10 10 10 ---- 20202020

SABBIA MOLTO FINE ARGILLOSA

caratterizzata da frazione principale compresa tra

0,01-0,05 mm

0,5 0,5 0,5 0,5 ---- 1,01,01,01,0 5 5 5 5 ---- 10101010 30 30 30 30 ---- 40404040

SABBIA MOLTO FINE caratterizzata da frazione principale compresa tra

0,01-0,05 mm

1,5 1,5 1,5 1,5 ---- 5,05,05,05,0 10 10 10 10 ---- 15151515 40 40 40 40 ---- 50505050

SABBIA FINE ARGILLOSA caratterizzata da frazione

principale compresa tra 0,1-0,25 mm

5 5 5 5 ---- 10101010 15 15 15 15 ---- 20202020 50 50 50 50 ---- 60606060

SABBIA FINE caratterizzata da frazione

principale compresa tra 0,1-0,25 mm

20 20 20 20 ---- 25252525 30 30 30 30 ---- 40404040 60 60 60 60 ---- 80808080

SABBIA MEDIA ARGILLOSA caratterizzata da frazione principale compresa tra

0,25-0,5 mm

20 20 20 20 ---- 25252525 40 40 40 40 ---- 50505050 80 80 80 80 ---- 120120120120

SABBIA MEDIA caratterizzata da frazione principale pari a 0,5 mm

35 35 35 35 ---- 50505050 50 50 50 50 ---- 60606060 100 100 100 100 ---- 150150150150

SABBIA GROSSOLANA DEBOLMENTE ARGILLOSA caratterizzata da frazione

principale compresa tra 0,5-1,0 mm

35 35 35 35 ---- 40404040 60 60 60 60 ---- 75757575 150 150 150 150 ---- 225225225225

SABBIA GROSSOLANA caratterizzata da frazione

principale compresa tra 0,5-1,0 mm

60 60 60 60 ---- 75757575 75 75 75 75 ---- 100100100100 225 225 225 225 ---- 275275275275

GHIAIA 100 100 100 100 ---- 115115115115 80 80 80 80 ---- 100100100100 275 275 275 275 ---- 350350350350

ROCCE FESSURATE 60 60 60 60 ---- 70707070 60 60 60 60 ---- 65656565 150 150 150 150 ---- 200200200200

ROCCE DIFFUSAMENTE FESSURATE

115 115 115 115 ---- 125125125125 100 100 100 100 ---- 115115115115 > 500> 500> 500> 500

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8888. Verifica della compatibilità dell’emungimento con le . Verifica della compatibilità dell’emungimento con le . Verifica della compatibilità dell’emungimento con le . Verifica della compatibilità dell’emungimento con le caratteristiche idrogeologiche decaratteristiche idrogeologiche decaratteristiche idrogeologiche decaratteristiche idrogeologiche del sito di indaginel sito di indaginel sito di indaginel sito di indagine Il pozzo oggetto del presente elaborato è riconducibile ad un ambiente di pianura. L’opera di captazione intercetta, sulla verticale del punto di perforazione, la falda libera superficiale (falda freatica) soggetta a ricarica diretta dal reticolo idrografico superficiale dalle acque di precipitazione meteorica che si infiltrano nel terreno dalla superficie topografica e dall’irrigazione. L’emungimento complessivo previsto per l’opera di captazione non comporta quindi alcun pregiudizio alla risorsa idrica su scala locale e, tantomeno, generale.

Considerazioni importanti emergono dall’analisi della carta idrogeologica schematica del Piemonte a scala 1:250.000 (Civita et al., 2004), che mette in evidenza un’importante caratteristica: il complesso idrogeologico che ospiterà la trivellazione in oggetto (“Complesso alluvionale principale”) è classificato come “High permeabilityHigh permeabilityHigh permeabilityHigh permeability” e di conseguenza la ricarica, ad opera dei principali elementi alimentanti, della falda interessata dall’emungimento, sarà facilitata dall’elevato grado di permeabilità dei terreni costituenti l’acquifero superficiale.

In conclusione, è possibile affermare che l’entità dell’emungimento previsto per l’opera di captazione in progetto non presenta problematiche per quanto riguarda l’assetto idrogeologico del sito di intervento.

Da quanto sopra esposto, si evince che le caratteristiche geomorfologiche ed idrogeologiche del sito ove si colloca l’opera di captazione sono tali da impedire qualsiasi tipo di turbamento alla falda oggetto di captazione. Tuttavia, considerata la portata massima richiesta, si è ritenuto opportuno realizzare una modellizzazione del sito e una simulazione del prelievo tramite software per determinare gli effetti indotti sull’acquifero a seguito del pompaggio dall’opera di captazione.

9999. Realizzazione di un modello di simulazione. Realizzazione di un modello di simulazione. Realizzazione di un modello di simulazione. Realizzazione di un modello di simulazione I dati ricavati dalle varie indagini condotte, descritte nel presente elaborato, hanno permesso di individuare i principali parametri idrogeologici per l’acquifero interessato dalla captazione. Per la determinazione del raggio di influenza del pozzo ad uso agricolo è stato utilizzato il software a elementi finiti FEFLOW® v. 5.3 sviluppato da H.-J.G. Diersch (2005).

Il software fornisce un ambiente grafico tridimensionale avanzato per effettuare la modellizzazione di flusso complesso di: • acque sotterranee (acqua pura), • trasporto degli agenti inquinanti, • trasporto di calore.

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Il metodo a elementi finiti permette di discretizzare il mezzo continuo con un insieme di elementi di dimensioni finite tra loro interconnessi in punti predefiniti (nodi). E’ quindi possibile ridurre il problema in un sistema di equazioni algebriche con un numero finito di incognite (gli spostamenti nodali). 9999.1 .1 .1 .1 DIMENSIONE E CONFIGURAZIONE DELLA MESHDIMENSIONE E CONFIGURAZIONE DELLA MESHDIMENSIONE E CONFIGURAZIONE DELLA MESHDIMENSIONE E CONFIGURAZIONE DELLA MESH La scelta della geometria dalla mesh di calcolo viene effettuata prevalentemente sulla base di considerazioni idrogeologiche; il grado di dettaglio e le dimensioni del reticolo sono funzione di molti parametri e delle dimensioni generali considerate. All’interno della stessa possono, se necessario, essere inoltre inseriti opportuni infittimenti del reticolo, i cosiddetti “focal points”, che sono in questo caso rappresentati unicamente dal pozzo di indagine.

La mesh realizzata si compone di 15.330 elementi prismatici triangolari a 6 nodi. In corrispondenza del pozzo oggetto di analisi la mesh è stata rifinita per aumentare il grado di dettaglio della simulazione.

La geometria della mesh è stata definita sulla base delle seguenti considerazioni:

• i lati lunghi sono circa paralleli alla direzione di flusso dell’acquifero libero superficiale. In tal modo questi bordi si possono considerare piani di “zero flusso”; • la larghezza della mesh è tale da permettere di comprendere al suo interno un’areale significativo dell’area di indagine; • i limiti della mesh non intercettano i limiti geologici (si sviluppano completamente all’interno dei depositi alluvionali).

9999.2 .2 .2 .2 CONDIZIONI DI CARICO IDRAULICOCONDIZIONI DI CARICO IDRAULICOCONDIZIONI DI CARICO IDRAULICOCONDIZIONI DI CARICO IDRAULICO Le condizioni al contorno del modello relative al carico idraulico sono state ricavate dall’analisi dei dati sperimentalmente acquisiti sul terreno e dai dati bibliografici disponibili. In figura 1 sono rappresentate le isopiezometriche (linee rosse) della superficie libera (“Carta idrogeologica schematica del Piemonte Civita et al.”, 2004) e le isobate (in sezione – livello argilloso) della base dell’acquifero libero principale (D.G.R. n. 34-11524).

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Figura Figura Figura Figura 1111. Linee isopiezometriche (rosse. Linee isopiezometriche (rosse. Linee isopiezometriche (rosse. Linee isopiezometriche (rosse) del) del) del) dell’l’l’l’acquacquacquacquiferoiferoiferoifero libero superficialelibero superficialelibero superficialelibero superficiale La combinazione dei dati acquisiti in campagna e delle informazioni a disposizione ha consentito di impostare le condizioni di carico sul bordo N e sul bordo S (Dirichlet conditions) del modello mentre i lati W e E sono assimilabili a piani di zero flusso. I dati ricavati dalle indagini bibliografiche hanno consentito di ricostruire la piezometria indisturbata dell’acquifero libero superficiale (figura 2).

Figura Figura Figura Figura 2222.... Ricostruzione della piezometria dell’acquifero superficialeRicostruzione della piezometria dell’acquifero superficialeRicostruzione della piezometria dell’acquifero superficialeRicostruzione della piezometria dell’acquifero superficiale

I valori ricavati sono riportati nell’estratto di C.T.R. in allegato; si può osservare che la direzione di deflusso è circa SW-NE con un gradiente idraulicogradiente idraulicogradiente idraulicogradiente idraulico pari a 0,0,0,0,57575757%%%%. . . . Il valore ottenuto è stato confrontato con i dati disponibili in bibliografia, risultando congruente.

350 m s.l.m.

370 m s.l.m.

complesso superficiale

acquifero in pressione

Area indagata

livello argilloso

pozzo

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9999.3 CARATTERIZZAZIONE IDROGEOLOGICA E IDRODI.3 CARATTERIZZAZIONE IDROGEOLOGICA E IDRODI.3 CARATTERIZZAZIONE IDROGEOLOGICA E IDRODI.3 CARATTERIZZAZIONE IDROGEOLOGICA E IDRODINAMICANAMICANAMICANAMICA La Carta della base dell’acquifero superficiale evidenzia in corrispondenza del pozzo oggetto di esame una quota della base dell’acquifero superficiale pari a circa 302 m s.l.m., ovvero a circa -61 m dal piano campagna. In fase di modellizzazione è stato ipotizzato, come strato di separazione con l’acquifero in pressione, uno strato di argilla di 10 m di spessore.

Il modello per la simulazione è stato sviluppato considerando quindi tre strati, o layers, la cui geometria, in termini di spessori, è stata determinata utilizzando sia i dati rilevati in sito nel corso delle indagini sia i dati bibliografici a disposizione. In particolare sulla verticale del pozzo sono stati considerati i seguenti spessori: Layer 1Layer 1Layer 1Layer 1 corrispondente all’Unità 1 (depositi alluvionali): potenza 61 m

(363 m - 302 m s.l.m.); Layer 2Layer 2Layer 2Layer 2 corrispondente al livello di separazione argilloso (base acquifero

superficiale): potenza 10 m (302 m - 292 m s.l.m.); Layer 3Layer 3Layer 3Layer 3 corrispondente all’Unità 2 (acquifero in pressione): potenza 92

m - dato non influente ai fini della presente indagine (292 m – 200 m s.l.m.).

Le superfici di separazione tra i diversi layers sono state ricavate interpolando i dati ricavati dalla bibliografia relativi alla quota di base dell’acquifero libero superficiale (considerando per il livello di separazione argilloso uno spessore costante di 10 m nell’area di indagine); la topografia è stata infine ricostruita sulla base delle quote altimetriche rilevate durante le indagini e sulla base dei dati desunti da C.T.R..

Figura Figura Figura Figura 3333. Sezione schematica lungo un profilo . Sezione schematica lungo un profilo . Sezione schematica lungo un profilo . Sezione schematica lungo un profilo SSSS----NNNN dell’area di indaginedell’area di indaginedell’area di indaginedell’area di indagine

Layer 1

Layer 2

Layer 3

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9999.4 PARAMETRI IDRODINAMICI .4 PARAMETRI IDRODINAMICI .4 PARAMETRI IDRODINAMICI .4 PARAMETRI IDRODINAMICI Per ricavare i principali parametri idrodinamici si è fatto riferimento sia a dati presenti in letteratura sia a dati ricavati dallo scriventi a seguito di prove di portata effettuate su pozzi limitrofi ricadenti nel medesimo contesto idrogeologico del pozzo indagato. I principali parametri utilizzati nel modello sono i seguenti:

Layer 1Layer 1Layer 1Layer 1 – Conducibilità idraulica= 1 x 10-4 m/s Coefficiente di immagazzinamento= 0,2 Layer 2Layer 2Layer 2Layer 2 – Conducibilità idraulica= 1 x 10-7m/s Coefficiente di immagazzinamento= 1 x 10-4 m/s Layer 3Layer 3Layer 3Layer 3 – Conducibilità idraulica= 8,3 x 10-4 m/s Coefficiente di immagazzinamento= 1 x 10-4

9999.5 .5 .5 .5 RISULTATI OTTENUTIRISULTATI OTTENUTIRISULTATI OTTENUTIRISULTATI OTTENUTI La modellizzazione eseguita ha consentito di ricavare gli effetti indotti sull’acquifero libero superficiale a seguito di un pompaggio prolungato. In particolare è stata esaminata la condizione cautelativa di un pompaggio alla portata massima di 66 l/sec per 3 ore al giorno (il tempo di pompaggio necessario a soddisfare il fabbisogno irriguo è stimato in un’ora al giorno).

Come si può osservare dalle ricostruzioni piezometriche riportate in allegato, la distanza alla quale non si osserverebbero più variazioni della piezometria a seguito del pompaggio è pari a 122122122122 mmmm; tale risultato trova riscontro con quanto indicato al capitolo 7 del presente elaborato dove, sulla base del litotipo ospitante la falda acquifera in studio, è stato stimato un raggio del cono di depressione di circa 150-225 m.

Per individuare possibili interferenze con coni di depressione di pozzi esistenti, è stato riportato su un estratto di C.T.R., nell’intorno del pozzo in progetto, un cerchio di raggio pari a 122 m (cfr. allegato Raggio di influenza dell’opera in progetto). Nell’estratto sono stati inoltre riportati i pozzi esistenti presenti nell’intorno dell’ area indagata: l’esame degli elaborati permette di determinare che l’opera in progetto non interferisce con i pozzi esistenti.

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10101010. Conclusi. Conclusi. Conclusi. Conclusionionionioni Lo studio eseguito permette di esprimere le seguenti considerazioni:

• non sono state evidenziate problematiche particolari di carattere morfologico, idrogeologico tali da influenzare negativamente la fattibilità dell’intervento;

• il pozzo sarà utilizzato unicamente a scopo agricolo ad uso irriguo; • il pozzo verrà trivellato ad una distanza superiore a 2m rispetto ai

confini di proprietà; • il pozzo avrà una profondità massima di progetto pari a 20 m. Visto

l’assetto idrogeologico dell’area e le tecniche di costruzione del pozzo, tale profondità non risulta in contrasto con la L.R. 22/96. La perforazione potrà interrompersi a profondità inferiori rispetto ai 20 m di progetto nel caso venissero intercettati livelli produttivi prima del raggiungimento della suddetta quota;

• il pozzo dovrà servire una superficie complessiva di 3,15 ettari, coltivati tramite rotazione, al 100% di mais o prato. L’orario previsto per l’irrigazione è di circa 1 ora al giorno, 4 giorni su 7, nel periodo irriguo compreso tra il 15 maggio e il 15 settembre. Nel presente elaborato si è calcolato il fabbisogno irriguo di 66 l/s;

• i mappali cui asservirà l’opera di captazione in progetto sono: particelle 24, 33, 100, 101, 103, 107, 135, 138 del Foglio 52 del Catasto Terreni del Comune di Fossano;

• il metodo di irrigazione previsto è a pioggia, a mezzo lance. Non sono previsti serbatoi di accumulo;

• le caratteristiche idrogeologiche generali dell’acquifero fanno presumere che l’emungimento delle acque non produrrà effetti significativi sullo stesso, anche se un eventuale pompaggio prolungato, con ogni probabilità, indurrà una momentanea depressione del livello piezometrico nell’immediato intorno dell’opera di captazione; tuttavia, considerando le elevate caratteristiche di permeabilità dell’acquifero si suppone che tale effetto verrà in ogni caso a cessare in assenza di emungimento e che il ripristino del livello piezometrico naturale possa avvenire in brevissimo tempo;

• per la perforazione verrà utilizzata acqua; al termine dei lavori gli scarichi liquidi e solidi verranno rimossi dall’impresa esecutrice e condotti verso le opportune zone di scarico. Si specifica che i volumi di terreno estratti durante la trivellazione saranno in ogni caso inferiori al metro cubo ed anche i volumi d’acqua utilizzati saranno di modesta entità.

Pertanto sulla base dei dati ricavati dalla verifica della stratigrafia locale nonché dalle caratteristiche idrogeologiche generali, si conferma la compatibilità dell’estrazione prevista in progetto con le potenzialità dell’acquifero oggetto di captazione.

Dott. Geol. Luca FILIERI

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ALLEGATIALLEGATIALLEGATIALLEGATI

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Foto Foto Foto Foto 2222. . . . PPPPunto previsto per la trivellazione in progettounto previsto per la trivellazione in progettounto previsto per la trivellazione in progettounto previsto per la trivellazione in progetto

Foto Foto Foto Foto 3333. P. P. P. Panoramica dei terrenianoramica dei terrenianoramica dei terrenianoramica dei terreni da irrigareda irrigareda irrigareda irrigare

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Estratto P.R.G.C. Estratto P.R.G.C. Estratto P.R.G.C. Estratto P.R.G.C. ---- Carta di sintesi della pericolosità geomorfologica e dell’idoneità Carta di sintesi della pericolosità geomorfologica e dell’idoneità Carta di sintesi della pericolosità geomorfologica e dell’idoneità Carta di sintesi della pericolosità geomorfologica e dell’idoneità

all’utilizzazione urbanisticaall’utilizzazione urbanisticaall’utilizzazione urbanisticaall’utilizzazione urbanistica

Estratto Estratto Estratto Estratto CCCCaaaarta Grta Grta Grta Geoidrologicaeoidrologicaeoidrologicaeoidrologica

rete irrigua individuata catastalmenterete irrigua individuata catastalmenterete irrigua individuata catastalmenterete irrigua individuata catastalmente complessi da molto permeabili a permeabilicomplessi da molto permeabili a permeabilicomplessi da molto permeabili a permeabilicomplessi da molto permeabili a permeabili direzione di flusso della falda superficialedirezione di flusso della falda superficialedirezione di flusso della falda superficialedirezione di flusso della falda superficiale

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Estratto P.R.G.C. Estratto P.R.G.C. Estratto P.R.G.C. Estratto P.R.G.C. ---- Zonizzazione del territorio comunaleZonizzazione del territorio comunaleZonizzazione del territorio comunaleZonizzazione del territorio comunale

territorio agricoloterritorio agricoloterritorio agricoloterritorio agricolo

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Estratto Estratto Estratto Estratto deldeldeldel C.T. del comune di C.T. del comune di C.T. del comune di C.T. del comune di FFFFossano con indicazioossano con indicazioossano con indicazioossano con indicazione del punto previsto per la trivellazionene del punto previsto per la trivellazionene del punto previsto per la trivellazionene del punto previsto per la trivellazione.... Il pozzo verrà trivellato ad una distanza minima di 2 metri dal confine di proprietàIl pozzo verrà trivellato ad una distanza minima di 2 metri dal confine di proprietàIl pozzo verrà trivellato ad una distanza minima di 2 metri dal confine di proprietàIl pozzo verrà trivellato ad una distanza minima di 2 metri dal confine di proprietà

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Calcolo dei fabbisogni lordi alla fonte di approvvi gionamento

[Revisione 4 - protetta, calfab4]

1 - Caratteristiche generali

Denominazione Ente irriguo: Az.. Agricola Lirano

Sede (indirizzo): Fraz. San Martino 6

Comprensorio servito, provincia(e): Cuneo

comune(i): Fossano

Limiti comprensoriali

- Longitudine Est: valore minimo o baricentrico = 395435 val. massimo = 395693

- Latitudine Nord: valore minimo o baricentrico = 4935247 val. massimo = 4935449

Fonte di approvvigionamento: Falda freatica

Opere di captazione: pozzo agricolo

Codice della captazione: N.D.

Durata giornaliera captazione (ore): 1

Tipo di rete irrigua collettiva: N.D.

Tipo di rete irrigua aziendale:

Modalità di consegna: microirrigazione

Tessitura dei suoli: sabbiosa ghiaiosa

Scheletro (particelle > 2 mm): assente

Altri caratteri dei suoli: strato impermeabile a 52 m di profondità

Falda freatica: quota superficie libera circa 2-3 m

2 - Colture irrigate, metodi di adacquamento, stagione irigua, efficienze

Coltura Metodo Superf. ir- Stagione irrigua Efficienze irrigue

irriguo rigata (ha) inizio fine Ea Eaz Et,c Eg

1 prato aspersione 4 15 mag 15 set 0.80 0.97 0.80 0.62

2 ???? ???? 0 ???? ???? 1.00 1.00 1.00 1.00

3 ???? ???? 0 ???? ???? 1.00 1.00 1.00 1.00

4 ???? ???? 0 ???? ???? 1.00 1.00 1.00 1.00

5 ???? ???? 0 ???? ???? 1.00 1.00 1.00 1.00

6 ???? ???? 0 ???? ???? 1.00 1.00 1.00 1.00

7 ???? ???? 0 ???? ???? 1.00 1.00 1.00 1.00

8 ???? ???? 0 ???? ???? 1.00 1.00 1.00 1.00

9 ???? ???? 0 ???? ???? 1.00 1.00 1.00 1.00

10 ???? ???? 0 ???? ???? 1.00 1.00 1.00 1.00

-------------

Totale (ha) 4

3 - Fabbisogni netti parcellari di valore medio (altezze mensili)

Coltura Metodo Fabbisogni netti parcellari (mm)

irriguo apr mag giu lug ago set Somma

1 prato aspersione 0 45 68 95 63 35 306

2 ???? ???? 0 0 0 0 0 0 0

3 ???? ???? 0 0 0 0 0 0 0

4 ???? ???? 0 0 0 0 0 0 0

5 ???? ???? 0 0 0 0 0 0 0

6 ???? ???? 0 0 0 0 0 0 0

7 ???? ???? 0 0 0 0 0 0 0

8 ???? ???? 0 0 0 0 0 0 0

9 ???? ???? 0 0 0 0 0 0 0

10 ???? ???? 0 0 0 0 0 0 0

4 - Fabbisogni netti parcellari di valore medio (portate areiche continue fittizie)

Coltura Metodo Fabbisogni netti parcellari (l/s.ha)

irriguo apr mag giu lug ago set

1 prato aspersione 0.00 0.17 0.26 0.35 0.24 0.14

2 ???? ???? 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00

3 ???? ???? 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00

4 ???? ???? 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00

5 ???? ???? 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00

6 ???? ???? 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00

7 ???? ???? 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00

8 ???? ???? 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00

9 ???? ???? 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00

10 ???? ???? 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00

5 - Fabbisogni lordi comprensoriali alla fonte di valore medio

Eg

Coltura Metodo Superf. ir- (effic. Fabbisogni lordi al la fonte (l/s)

irriguo rigata (ha) globale) apr mag giu lug ago set

1 prato aspersione 4 0.62 0 1 2 2 2 1

2 ???? ???? 0 1.00 0 0 0 0 0 0

3 ???? ???? 0 1.00 0 0 0 0 0 0

4 ???? ???? 0 1.00 0 0 0 0 0 0

5 ???? ???? 0 1.00 0 0 0 0 0 0

6 ???? ???? 0 1.00 0 0 0 0 0 0

7 ???? ???? 0 1.00 0 0 0 0 0 0

8 ???? ???? 0 1.00 0 0 0 0 0 0

9 ???? ???? 0 1.00 0 0 0 0 0 0

10 ???? ???? 0 1.00 0 0 0 0 0 0

Totale (ha) 4 ---------------------------------------------------------------------------------------

Totali (l/s) 0 1 2 2 2 1

Durata giornaliera captazione alla fonte (ore) 1 1 1 1 1 1

Totali corretti secondo durata captazione (l/s) 0 26 41 55 36 21

Somma

Volumi (migliaia di metri cubi) 0 3 4 6 4 2 20

6 - Fabbisogni netti parcellari con frequenza di superamento 20% (altezze mensili)

Coltura Metodo Fabbisogni netti parcellari (mm)

irriguo apr mag giu lug ago set Somma

1 prato aspersione 0 85 105 120 95 70 475

2 ???? ???? 0 0 0 0 0 0 0

3 ???? ???? 0 0 0 0 0 0 0

4 ???? ???? 0 0 0 0 0 0 0

5 ???? ???? 0 0 0 0 0 0 0

6 ???? ???? 0 0 0 0 0 0 0

7 ???? ???? 0 0 0 0 0 0 0

8 ???? ???? 0 0 0 0 0 0 0

9 ???? ???? 0 0 0 0 0 0 0

10 ???? ???? 0 0 0 0 0 0 0

7 - Fabbisogni netti parcellari con freq. di superamento 20% (portate areiche continue fittizie)

Coltura Metodo Fabbisogni netti parcellari (l/s.ha)

irriguo apr mag giu lug ago set

1 prato aspersione 0.00 0.32 0.41 0.45 0.35 0.27

2 ???? ???? 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00

3 ???? ???? 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00

4 ???? ???? 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00

5 ???? ???? 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00

6 ???? ???? 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00

7 ???? ???? 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00

8 ???? ???? 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00

9 ???? ???? 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00

10 ???? ???? 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00

8 - Fabbisogni lordi comprensoriali alla fonte con frequenza di superamento 20%

Eg

Coltura Metodo Superf. ir- (effic. Fabbisogni lordi al la fonte (l/s)

irriguo rigata (ha) globale) apr mag giu lug ago set

1 prato aspersione 4 0.62 0 2 3 3 2 2

2 ???? ???? 0 1.00 0 0 0 0 0 0

3 ???? ???? 0 1.00 0 0 0 0 0 0

4 ???? ???? 0 1.00 0 0 0 0 0 0

5 ???? ???? 0 1.00 0 0 0 0 0 0

6 ???? ???? 0 1.00 0 0 0 0 0 0

7 ???? ???? 0 1.00 0 0 0 0 0 0

8 ???? ???? 0 1.00 0 0 0 0 0 0

9 ???? ???? 0 1.00 0 0 0 0 0 0

10 ???? ???? 0 1.00 0 0 0 0 0 0

Totale (ha) 4 ---------------------------------------------------------------------------------------

Totali (l/s) 0 2 3 3 2 2

Durata giornaliera captazione alla fonte (ore) 1 1 1 1 1 1

Totali corretti secondo durata captazione (l/s) 0 49 63 69 55 42

Somma

Volumi (migliaia di metri cubi) 0 5 7 8 6 5 31

(Fabb. freq. sup. 20%) / (Fabb. medi) 0.00 1.89 1.54 1.26 1.51 2.00 1.55

9 - SintesiCon riferimento ai fabbisogni:

di valore medio con frequenza di super. 20%

a) Valore massimo della portata alla fonte, corretta secondo durata captazione (l/s): 55 69

b) Valore annuo continuo fittizio della portata alla fonte (l/s): 1 1

10 - Valori delle portate prelevabili che si richiedono

Inizio prelievo : 15 maggioTermine prelievo: 15 settembre

apr mag giu lug ago set

Portata prelevabile richiesta (l/s) 0 49 63 66 55 42

Numero giorni di prelievo nel mese (giorni) 0 15 30 30 30 15

Durata giornaliera captazione alla fonte (ore) 0 1 1 1 1 1

Somma

Volumi prelevabili (migliaia di metri cubi) 0 3 7 7 6 2 25

a) Valore massimo della portata prelevabile richiesta (l/s): 66

b) Valore annuo continuo fittizio della portata prelevabile (l/s): 1

c) Valore stagionale continuo fittizio della portata prelevabile (l/s): 2

11 - Annotazioni

I fabbisogni derivanti dall'impiego della presente metodologia sono da intendere come valori dilimite superiore. Una diminuzione dei valori delle portate prelevabili che si richiedono, rispettoa quelli calcolati, è opportuna al fine di tenere conto di fattori quali: 1. gestione dei terreni, 2. costi.

Inoltre, il calcolo è stato eseguito tenendo conto di una superficie di irrigazione pari a 4 Ha, per esigenze legateal programma di calcolo. Nel caso specifico la superficie irrigata è solamente pari a 3,15 Ha e pertanto il valore di portata prelevabile richiesta è inferiore a quella calcolata.Un valore massimo di portata pari a 66 l/sec risulta di conseguenza pienamente accettabile.

Data: 03/01/2013

Il responsabile della compilazione:

(Nome e Cognome) Luca Filieri

(Qualifica) Geologo