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Rassegna Stampa di martedì 25 febbraio 2014 SNALS / CONFSAL Italia Oggi 25/02/2014 SOSTEGNO, ECCO LA PRIMA GRANA l'Eco di Bergamo 25/02/2014 STOP OFFERTA FORMATIVA SCIOPERO CGIL Italia Oggi 25/02/2014 UN BILANCIO PER OGNI RETE il Messaggero 25/02/2014 L'OPERA A RISCHIO CHIUSURA Avvenire 25/02/2014 OPERA DI ROMA NEL CAOS: A RISCHIO "MANON" E TEATRO Gazzetta del Sud 25/02/2014 MOBILITAZIONE ALL'OPERA DI ROMA A RISCHIO LA PRIMA DI RICCARDO MUTI il Mattino 25/02/2014 OPERA, ARIA DI SCIOPERO PER LA "MANON" DI MUTI-NETREBKO Il Mattino - Napoli Sud Costiera 25/02/2014 TERME, SUI TETTI LA PROTESTA DEI LAVORATORI Il Messaggero - Cronaca di Roma 25/02/2014 Int. a C.Fuortes: FUORTES: "DOBBIAMO SALVARE L'OPERA" Il Quotidiano della Calabria - Ed. Reggio Calabria 25/02/2014 IN AGITAZIONE IL PERSONALE GIUDIZIARIO DEL TRIBUNALE Il Sannio 25/02/2014 CMR, OGGI LAVORATORI IN SIT IN la Gazzetta del Mezzogiorno 25/02/2014 "SE DOVESSE SALTARE MANON LIQUIDIAMO L'OPERA..." Roma 25/02/2014 "RIAPRITE LE TERME", ESPLODE LA PROTESTA Virgilio.it 25/02/2014 SPETTACOLO | OPERA ROMA: SINDACATI VERSO BLOCCO DI TUTTE LE PROSSIME RECITE+++ Scuola, Formazione, Università, Ricerca il Sole 24 Ore 25/02/2014 SUBITO CUNEO, PAGAMENTI PA E PIANO SCUOLE il Sole 24 Ore 25/02/2014 PER IL "PIANO SCUOLE" MODIFICA IMMEDIATA AL PATTO DI STABILITA' Corriere della Sera 25/02/2014 BENE L'EMERGENZA EDILIZIA ORA VIA IL TABU' DEL MERITO NEL MONDO DEI DOCENTI Corriere della Sera 25/02/2014 TORNA IL BONUS MATURITA' IL NEOMINISTRO: E' PIU' GIUSTO la Repubblica 25/02/2014 LA SFIDA DI RENZI ALLA VECCHIA POLITICA "NON VOGLIO RECITARE IN UN TRUMAN SHOW" TAGLIO A DOPPIA CIFR la Repubblica 25/02/2014 SCUOLA, PRIMO NO DEI PROF ALLA GIANNINI "GLI SCATTI DI ANZIANITA' NON SI TOCCANO" la Stampa 25/02/2014 SCUOLA E FISCO, LE SFIDE DI RENZI MF - Milano Finanza 25/02/2014 RENZI: SE FALLISCO E' COLPA MIA Italia Oggi 25/02/2014 RENZI FA VEDERE CHE LI MALTRATTA Italia Oggi 25/02/2014 Int. a V.Feltri: PER IL MOMENTO SONO SOLO PAROLE Italia Oggi 25/02/2014 SALONE DELLO STUDENTE CAMPUS ORIENTA, PRENDE IL VIA OGGI L'EDIZIONE DI MONZA Italia Oggi 25/02/2014 GRADUATORIE A ESAURIMENTO, SI LAVORA PER AGGIORNARLE INTANTO UTILI ANCHE LE ABILITAZIONI UE... Italia Oggi 25/02/2014 LA VALUTAZIONE NON SI FA SENZA IL CONSENSO DEGLI INSEGNANTI Italia Oggi 25/02/2014 VALUTARE SI', MA NON PER PUNIRE

Rassegna Stampa di martedì 25 febbraio 2014 · Campania e Calabria. Contro meno del 50% della Lombardia e del Molise, giusto per fare un esempio. Se l'obiettivo è stabi ... scuola

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Rassegna Stampa di martedì 25 febbraio 2014

SNALS / CONFSAL Italia Oggi 25/02/2014 SOSTEGNO, ECCO LA PRIMA GRANA l'Eco di Bergamo 25/02/2014 STOP OFFERTA FORMATIVA SCIOPERO CGIL Italia Oggi 25/02/2014 UN BILANCIO PER OGNI RETE il Messaggero 25/02/2014 L'OPERA A RISCHIO CHIUSURA Avvenire 25/02/2014 OPERA DI ROMA NEL CAOS: A RISCHIO "MANON" E TEATRO Gazzetta del Sud 25/02/2014 MOBILITAZIONE ALL'OPERA DI ROMA A RISCHIO LA PRIMA DI

RICCARDO MUTI il Mattino 25/02/2014 OPERA, ARIA DI SCIOPERO PER LA "MANON" DI MUTI-NETREBKO Il Mattino - Napoli Sud Costiera

25/02/2014 TERME, SUI TETTI LA PROTESTA DEI LAVORATORI

Il Messaggero - Cronaca di Roma

25/02/2014 Int. a C.Fuortes: FUORTES: "DOBBIAMO SALVARE L'OPERA"

Il Quotidiano della Calabria - Ed. Reggio Calabria

25/02/2014 IN AGITAZIONE IL PERSONALE GIUDIZIARIO DEL TRIBUNALE

Il Sannio 25/02/2014 CMR, OGGI LAVORATORI IN SIT IN la Gazzetta del Mezzogiorno

25/02/2014 "SE DOVESSE SALTARE MANON LIQUIDIAMO L'OPERA..."

Roma 25/02/2014 "RIAPRITE LE TERME", ESPLODE LA PROTESTA Virgilio.it 25/02/2014 SPETTACOLO | OPERA ROMA: SINDACATI VERSO BLOCCO DI TUTTE LE

PROSSIME RECITE+++ Scuola, Formazione, Università, Ricerca il Sole 24 Ore 25/02/2014 SUBITO CUNEO, PAGAMENTI PA E PIANO SCUOLE il Sole 24 Ore 25/02/2014 PER IL "PIANO SCUOLE" MODIFICA IMMEDIATA AL PATTO DI STABILITA' Corriere della Sera 25/02/2014 BENE L'EMERGENZA EDILIZIA ORA VIA IL TABU' DEL MERITO NEL MONDO

DEI DOCENTI Corriere della Sera 25/02/2014 TORNA IL BONUS MATURITA' IL NEOMINISTRO: E' PIU' GIUSTO la Repubblica 25/02/2014 LA SFIDA DI RENZI ALLA VECCHIA POLITICA "NON VOGLIO RECITARE IN

UN TRUMAN SHOW" TAGLIO A DOPPIA CIFR la Repubblica 25/02/2014 SCUOLA, PRIMO NO DEI PROF ALLA GIANNINI "GLI SCATTI DI

ANZIANITA' NON SI TOCCANO" la Stampa 25/02/2014 SCUOLA E FISCO, LE SFIDE DI RENZI MF - Milano Finanza 25/02/2014 RENZI: SE FALLISCO E' COLPA MIA Italia Oggi 25/02/2014 RENZI FA VEDERE CHE LI MALTRATTA Italia Oggi 25/02/2014 Int. a V.Feltri: PER IL MOMENTO SONO SOLO PAROLE Italia Oggi 25/02/2014 SALONE DELLO STUDENTE CAMPUS ORIENTA, PRENDE IL VIA OGGI

L'EDIZIONE DI MONZA Italia Oggi 25/02/2014 GRADUATORIE A ESAURIMENTO, SI LAVORA PER AGGIORNARLE

INTANTO UTILI ANCHE LE ABILITAZIONI UE... Italia Oggi 25/02/2014 LA VALUTAZIONE NON SI FA SENZA IL CONSENSO DEGLI INSEGNANTI Italia Oggi 25/02/2014 VALUTARE SI', MA NON PER PUNIRE

Italia Oggi 25/02/2014 IL PASTICCIO DELLA REITERAZIONE DELLE SUPPLENZE, UNA VERA BOMBA AD OROLOGERIA PER VIALE TRASTEVERE

Italia Oggi 25/02/2014 SALVASCATTI ALL'ESAME DEL SENATO Italia Oggi 25/02/2014 SOSTEGNO, ANNO UTILE ALL'ASSUNZIONE Italia Oggi 25/02/2014 DIRIGENTI, SCATTA L'INCOMPATIBILITA' Italia Oggi 25/02/2014 LSU, IL NODO MAI SCIOLTO Italia Oggi 25/02/2014 TUTOR, SILENZIO SUI COMPENSI Italia Oggi 25/02/2014 IMMATRICOLAZIONI IN CALO, STUDENTI IN CAMPO Italia Oggi 25/02/2014 L'APPRENDISTATO SI FA SEMPLICE Italia Oggi 25/02/2014 MEET E NON NEET, LA SFIDA DELL'INNOVAZIONE Italia Oggi 25/02/2014 STRANIERI, NUOVE LINEE il Messaggero 25/02/2014 SCUOLA PER LA SICUREZZA UN PIANO STRAORDINARIO Avvenire 25/02/2014 ISTRUZIONE AL PRIMO POSTO MATTEO COME TONY BLAIR il Manifesto 25/02/2014 RENZI: INVESTIRO' SULL'EDILIZIA E GIANNINI TAGLIA GLI "SCATTI" Il Secolo XIX 25/02/2014 DAI FUTURI PROGETTISTI UN'IDEA PER MARINA GRANDE Moda (Corriere della Sera)

25/02/2014 LA (MIA) CLASSE DEL MADE IN ITALY

la Repubblica 25/02/2014 I DUBBI DEL TESORO SULLA TASSAZIONE DEI BOT "FINIREBBE PER COLPIRE SOLO LE FAMIGLIE"

Libero Quotidiano 25/02/2014 CARA MINISTRA GIANNINI RIFORMI LA RIFORMA DEI CONSERVATO'RI Giorno/Resto/Nazione 25/02/2014 II EDIZIONE - E RENZI INCASSA LA PRIMA FIDUCIA I SI' FERMI A QUOTA

169 +++ Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore 25/02/2014 CUNEO, OBIETTIVO TAGLIO DA 10 MILIARDO il Sole 24 Ore 25/02/2014 AL VIA IL TAVOLO DELLE BCC Italia Oggi 25/02/2014 ISPETTORI DEL LAVORO PIU' LIBERI Italia Oggi 25/02/2014 STUDI, MOBILITA' SENZA INCENTIVI Italia Oggi 25/02/2014 DIMISSIONI IN BIANCO, UNA NON-SOLUZIONE il Messaggero 25/02/2014 DIRIGENTI A TEMPO UN PASSO AVANTI il Messaggero 25/02/2014 LA SPENDING REVIEW SUL TAVOLO DI PADOAN L'Unita' 25/02/2014 IL CETO MEDIO ARRETRA, L'ITALIA SI SENTE PIU' POVERA Corriere della Sera 25/02/2014 LE MAGGIORANZE VARIABILI DEL LEADER MA LA VERA INSIDIA OGGI E'

NEL SUO PD Corriere della Sera 25/02/2014 BERLUSCONI E ALFANO SI GIOCANO TUTTO SULLA NORMA "SALVA

LEGISLATURA" la Repubblica 25/02/2014 MPS, TRUFFA DA 90 MILIONI PER LA "BANDA DEL 5%"

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Data 25-02-2014

ItaliaOggi Pagina 33 Foglio 1

Il Sud dovrebbe restare quasi a secco di nuove as:;unzioni. Il Miur: scelta politica

Sostegno~ ecco la prima grana Renzi punta sull'edilizia e conquista il consenso sindacale

DI ALESSANDRA RICCIARDI

l1tto sospeso. Perché la

questione è politica, di­cono ai piani alti di via­le Trastevere, e tocca al

nuovo ministro occuparsene. Il dossier sulle 22 mila assun­zioni da fare nella scuola per il sostegno degli alunni con disabilità campeggia tra i fal­doni dei nodi irrisolti con cui il neoministro dell'istruzione, università e ricerca, Stefania Giannini, dovrà confrontar­si. Secondo le stime fatte dai tecnici del dicastero, a voler essere rigorosi, 1'80% delle as­sunzioni da farsi dal prossimo anno dovrebbero andare nelle regioni del Nord. Il Sud dovreb­be rimanere a bocca asciutta o quasi, avendo un rapporto tra organico di diritto e di fatto molto alto: si va dall'85% del­la Basilicata al 75% e passa di Campania e Calabria. Contro meno del 50% della Lombardia e del Molise, giusto per fare un esempio. Se l'obiettivo è stabi­lizzare i docenti di sostegno sui posti in organico di diritto, va detto a tante regioni meridio­nali che di nuove assunzioni

a tempo indeterminato, alme­no per i prossimi due anni, non se ne fanno. Salvo alcuni correttivi, a cui il precedente ministro, Maria Chiara Car­rozza, stava lavorando prima del cambio di governo. Ora si dovrà vedere qual è l'orienta­mento della Giannini. Che ha mostrato nelle sue prime uscite di voler prendere di petto molte questioni da tempo rinviate, da quella degli aumenti di meri­to per i docenti a quella della durata del percorso scolastico. Innescando il fuoco di sbarra­mento di tutti i sindacati di set­tori: gli scatti nella scuola non si toccano, se si vuole parlare di carriera, hanno detto all'uni­sono Flc-Cgil, Cisl e ViI scuola, mm e Gilda, lo si faccia con risorse nuove. Più cauto ieri il premier, Matteo Renzi, che nel discorso programmatico per il voto di fiducia al senato ha sottolineato l'importanza della scuola per la ripresa, la necessità di ridare prestigio s0-

ciale ai docenti e di rimettere in sesto gli edifici scolastici. E per non dimenticare le buoni abitu­dini da sindaco, ha annuncia­to che visiterà ogni settimana una scuola, si parte da Treviso.

«Scriverò una lettera ai colleghi sindaci, 8 mila, e ai presidenti delle province sopravvissuti» per fare «un punto sulla situa­zione dell'edilizia scolastica seguendo il ragionamento del senatore Renzo Piano che qualche giorno fa ha proposto di rammendare le periferie», ha spiegato Renzi. Rammendare, meglio che rifare, chissà se co­sterà meno. Per rendere sicuri tutti i 57 mila edifici scolastici, la Protezione civile aveva sti­mato un investimento di 13 miliardi di euro. «Apprezzabili le affermazioni del presidente del consiglio Renzi, che indica­no la scuola come tema addirit­tura essenziale per definire la qualità di un'azione politica», dice Francesco Scrima, se­gretario Cisl scuola, «ora però seguano scelte coerenti, a parti­re dalla positiva risoluzione dei tanti dossier aperti». Aggiunge Massimo Di Menna, numero uno della Vil scuola: <Servono soluzioni ai problemi che vivo­no tutti coloro che con il loro impegno e il loro lavoro fanno funzionare ogni giorno la scuola pubblica». Declina gli interven­ti il segretario della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo: «Bisogna

prioritariamente aumentare e riorganizzare il finanziamento pubblico alle istituzioni della conoscenza, prevedere un si­stema di valutazione volto al miglioramento del sistema, rinnovare i contratti nazionali in tutti i settori pubblici». An­che dal Pd, oltre all'apprezza­mento, è arrivato l'invito alla concretezza: «Chiediamo al go­verno di dare il via libera alla proposta di legge Ghizzoni per risanare l'errore compiuto dalla rifurma Fornero sui cosiddetti 'Quota 96' della scuola, il che consentirebbe di avere nuovi pensionamenti e dunque anche immediati nuovi ingressi tra gli insegnanti. La commissione bilancio ha più volte proposto coperture al provvedimento senza mai trovare adeguato riscontro»». A dirlo il renziano Andrea Marcucci, presiden­te della commissione istruzione del senato. Dalle parole ai fatti il passaggio non sarà facile, ep­pure dovrà essere rapido.

Intanto, già domani dovreb­be completarsi la squadra dell'Istruzione, con la nomina (o conferma) dei sottosegretari e forse di un viceministro. Poi, a stretto giro, toccherà al verti­ce amministrativo. Il premier vuole rotazione, si vedrà.

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C ECO DI BERGAMO

Stop offerta formativa Sciopero Cgil

LaFlc-Cgilhaproclamatounosciope­rodelleattivitàaggiuntivedel perso­nale docente, educativo, ammini­strativo, tecnico e ausiliario della scuola fino al 22 marzo prossimo. Si tratta di incrociare le braccia in occa­sionedi tutte Jeattività retribuite con il Fondo per il miglioramentodell'of­ferta formativa (il cosiddetto Mot). La protesta si svolge per chiedere il recupero degli scatti 2012 e 2013 e

Data 25-02-2014 Pagina 26 Foglio 1

contro la riduzione del Mof. «La si­tuazione nelle scuole pubblicheèdi­ventata insostenibile» affermaTo­bia Sertori,segretario generale pro­vinciale del sindacato scuola della egli. «Le scuole quest'anno avranno una forte decurtazione del salario accessorio, sono a rischio progetti, recuperi, attività di assistenza agli studenti disabili,commissioni didat­tiche, sostituzioni dei colleghi assen­ti,attività di responsabilità edi colla­borazionecon il dirigente scolastico, gli incarichi specifici al personale amministrativo, tecnico e ausllia­rio». Danno piùtempoalgovemoeisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda che per le stesse ragioni hanno invece proclamato lo stato di agitazione.

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Data 25-02-2014

ItaliaOggi Pagina 32 Foglio 1 /2

La disciplina dei diversi accordi tra imprese (di contratto o soggetto)

Un bilancio per ogni rete Co.nta la modalità di organizzazione scelta

DI Cmo CHICHIERCHIA * E SILVIA MEZZETI'I**

Il comma 4-ter dell'art. 3 del dI lO febbraio 2009, n. 5, convertito, con modifica­zioni, dalla legge 9 aprile

2009, n. 33, e successivamente modificato da vari provvedi­menti normativi, ha introdot­to nel nostro ordinamento la figura delle «reti di imprese», nuove forme di aggregazioni tra imprenditori, finalizzate al rilancio del nostro sistema economico. Per questo le «reti» sono state oggetto per un trien­nio di un'agevolazione fiscale, che era usufruibile sulle impo­ste sui redditi dovute a saldo per ciascuno degli anni com­presi nel triennio 2010-2012, e, attualmente, sono destinatarie di finanziamenti agevolati ero­gati da alcune regioni e rivolti a determinati settori economi­ci così come sono stati previsti anche dall'articolo 1, comma 48, legge 27 dicembre 2013 n. 147 c.d. legge di Stabilità.

Secondo il disposto del comma appena citato, «con il contratto di rete più impren­ditori perseguono lo scopo di accrescere, individualmente e collettivamente, la propria ca­pacità innovativa e la propria competitività sul mercato e a tal fine si obbligano, sulla base di un programma comune di rete, a collaborare in forme e in ambiti predeterminati atti­nenti all'esercizio delle proprie imprese ovvero a scambiarsi informazioni o prestazioni di natura industriale, commercia­le, tecnica o tecnologica ovvero ancora a esercitare in comune una o più attività rientranti nell'oggetto della propria im­presa».

Il contratto di rete può pre­vedere l'istituzione di un fon­do patrimoniale comune e la nomina di un organo comune incaricato di gestire, in nome e per conto dei partecipanti,

l'esecuzione del contratto o di un soggetto distinto cui com­singole parti o fasi dello stes- pete l'effettiva realizzazione so. Anche se il contratto di degli investimenti previsti dal rete prevede l'organo comune programma di rete» (circolare e il fondo patrimoniale, non è n. 201E del 2013). dotato normalmente di sogget- Invece, nella rete priva di tività giuridica, salva la facoltà soggettività giuridica, o <<l'ete di acquisirla mediante richie- contratto», il fondo comune, sta di iscrizione nella sezione se esistente, costituisce un ordinaria del Registro delle complesso di beni e diritti de­imprese nella C1,ri circoscrizione stinato alla realizzazione del ha la propria sede. progr~a coID:U?e di ret;e e

Nel nostro ordinamento l rapportI tra gh Imprendito­esistono due possibili tipi di ri partecipanti al contratto di «reti»: la «l'ete contratto», pri- rete.e l'organ~ comun.e ~~e lo va di personalità giuridica, e gestisce sono nconduCIbili alla la «rete soggetto», dotata di figura del mandato c~m rappre­personalità giuridica, con la sentanza. ~ualor~, 1Ov~, nel conseguenza che il contratto di contratto di rete SIa preVISta la rete può oggi configurarsi non figura dell'impresa «capofila», più soltanto come un sempli- questa agisce su mandato sen-ce contratto tra imprese, ma za rappresentanza. ,

piuttosto quale organizzazio- il CItato comma 4-ter dell art. ne, dotata di autonoma sog- 3 del d15l2~09 p;evede, che «~ gettività giuridica, rispetto fond? pa~oruale comune ~I alle imprese aderenti. Con la applican?, 10 9':lan~ ~ID:pati~ circolare n. 201E del 18 giugno bilI! le .dISpoSIZIOru dI cm agh 2013 l'Agenzia delle entrate ha artIcoli 2614 e 2~n5, ~e.con?o fornito importanti chiarimenti c0ID:ma, del codIce c~VIle? I~ sia relativi alla «rete soggetto» ogm caso, pe~ le obbhgazIOru che alla «rete contratto», ricor- ~ontratt;e dalI organo comun~ dando tra l'altro che la misura 10 re~azlO~e al programma dI fiscale agevolativa era fruibile ~ete, l tE:r~I ~ssono ~ar valere solo nel presupposto che la rete l lor.o dmttI esclUSIvamente non fosse considerata un'entità sul ~ondo co~une. Entr? due distinta dalle imprese aderen- n:t~SI dalla chI~sura dell eser­ti e fosse priva di personalità CIZI? annuale .1 org8?o comun~ giuridica. Elemento su cui ci si redI~e una sItuazIOIl:e patn­vuole qui soffermare è il fondo momale, o~~:vand?, 10 9~an~ patrimoniale che assume una to cOJ;npatibI~I, le ~IS~OSIZIO~I connotazione diversa a secon- r~latIve al b~la~lClo dI ~se~cI­da che sia relativo a un tipo o ZIO della. SOCIeta pe; aZI?ru, e all'altro di «rete». la ~eposlta p~sso l uffiCIO del

Infatti, la circolare ha chia- regIstro delle Imp~ese d~llu?­rito che con il conferimento al go ove ha sede~ S.I apphc~, m fondo patrimoniale della «rete quant~ compatibIle, l artIcolo soggetto», l'impresa aderente 2?15-~I~, terzo comma, del co-assume lo status di parteci- dIce CIVIle.» . .. pante, con la conseguenza che Il 28 f~b~ralO dI ~Ia~~un la contribuzione al fondo pa- anno, qu.mdI, le «reti dI Im­trimoniale deve essere tratta- prese», SIano esse <;soggetto~ ta quale «partecipazione» alla o «contratto», ~urch~ dotate dI rete-soggetto, al pari dei confe- un fond~ patnmoru~e, d~vo­rimenti in società, sia contabil- no d~posI~e una <<s~tuazI?ne mente che fiscalmente. patnmorual.e», c~e ~spett~ ~e

«Le imprese che costituisco- norme s~ bilanCIO ~h e.sercIZlo no una rete-soggetto non si delle SOCIetà per ~oru. . ali diret Se per le «retI soggetto» Impegnano a re zzare - . bI' ta tamente gli investimenti pre- n?~ eSlSt:ono p;o . emI ~on -visti dal programma comune, bIlI partlcolan, gIacche esse mediante la destinazione idea- rappres~~tano u~ auto.Il:0mo le al fondo patrimoniale di una cent;o di Imp~~Zl~n~ ~ mte~ quota di utili, ma, sottoscriven- reSSI e n;tpporti gIUrIdiCI aven~ do il contratto, si impegIlano a a~che ~leva~za dal I?unto. dI effettuare dei conferimenti in VIsta tnbutano. Esse, Infatti, o

rientrano tra gli enti commer­ciali (art. 73, comma 1, lettera b), del Tuir) o tra quelli non commerciali (art. 73, comma 1, lettera c), del Tuir), diversi dalle società, a seconda che svolgano o meno attività com­merciale in via principale o esclusiva.

Per le reti contratto, invece, prive di autonoma soggettività giuridica e conseguentemente fiscale possono presentarsi problemi di natura contabile, dipendenti sia dall'organizza­zione che ciascuna si è data (con organo comune o con im­presa capofila) sia dal numero delle imprese aderenti.

In sostanza, come detto, se la rete si dota di un organo comu­ne, questo agisce su mandato con rappresentanza, quindi agisce per conto ed in nome delle imprese contraenti sulla base del potere di gestione e di rappresentanza conferiti nel contratto con la conseguenza che gli effetti giuridici e tribu­tari delle attività da esso poste in essere si riflettono automa­ticamente nella sfera giuridica delle singole imprese.

Se invece la rete contratto si dota di un'impresa capofi­la, questa agisce su mandato senza rappresentanza, quindi agisce per conto, ma non in nome, delle imprese contraenti sulla base del potere di gestio­ne conferito nel contratto, con la conseguenza che gli effetti giuridici e tributari delle atti­vità da essa poste in essere non si riflettono automaticamente nella sfera giuridica delle sin­gole imprese.

Un esempio servirà a chiari­re quanto appena esposto.

Caso A) Organo comune che agisce con mandato con rap­presentanza:

Gli atti posti in essere dall'or­gano comune producono effetti direttamente nelle sfere indi­viduali dei singoli rappresen­tati, i quali devono fatturare ai clienti della rete o ricevono fattura dai fornitori della rete per la quota parte di corrispet­tivo a esse riferibili.

In sostanza, i fornitori della rete emettono tante fatture intestate alle imprese retiste (mandanti), per importi pro-

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porzionati alle quote di parteci­pazione di ciascuna al contrat­to; del pari i clienti della rete ricevono tante fatture quante sono le imprese retiste.

Caso B) Esistenza di un'im­presa capofila che agisce con mandato senza rappresen­tanza. Gli atti posti in essere dall'impresa capofila produ­cono effetti direttamente su di essa, che deve, pertanto, successivamente «ribaltare» i costi e i ricavi ai partecipanti, per conto dei quali ha agito, emettendo o ricevendo fattura per la quota parte del prezzo riferibile alle altre imprese. In sostanza, i fornitori della rete emettono una sola fattura intestata all'impresa capofila (mandatario), «he poi emette fatture a ciascuna impresa aderente al contratto di rete, al fine di attribuire loro il costo sostenuto. Parimenti i clienti della rete ricevono fattura dall'impresa capofila, che poi riceve tante fatture pro-quota prezzo da ciascuna impresa aderente. Come si evince dal­le scritture riportate i bilanci dei contratti di rete saranno alquanto diversi tra loro in funzione della modalità di or­ganizzazione scelta.

* dottore commercialista a Napoli

**funzionario Agenzia delle entrate

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Un esempio ' - - -~-

" " v v '"

Scritture contabili Caso A) Rete contratto dotata di organo comune con mandato con rappresentanza a) Apporto al fondo patrimoniale di 1.000

Banca c/c a Debiti v/imprese retiste 1.000

b) Acquisto di un bene necessario al contratto di rete con addebito c/c bancario per 50 Crediti vlimprese retiste a Banca c/c 50

c) Giroconto per addebito retiste per l'acquisto effettuato Debiti vlimprese retiste a Crediti vlimprese retiste 50

Caso B) Rete contratto con impresa capofila che opera su mandato senza rappresentan­za a) Apporto al fondo patrimonlale di 1.000 Banca c/c a Debiti vlimprese retiste 1.000

b) Acquisto di un bene necessario al contratto di rete con addebito c/c bancario per 50 Diversi a Banca c/c 61 Costo merci 50 Iva credito 11 c) Recupero costo merci acquistate (tante fatture quante le imprese aderenti) Crediti vlimprese retiste a Diversi 61

Fismic via delle Case Rosse 23

00131 ROMA

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Recupero costo merci Iva debito

50 11

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Scuola: testate nazionali

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Data 25-02-2014 n Sole9]{l mmrn Pagina 2

Foglio 1 14

SUllE PROPOSTE DEL PREMIER

Dal lavoro alla cultura: conver~nze e distanze con il decalogo del Sole

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Marzio Bartoloni, Andrea Marini. Marta Paris ~ pagina:2

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Subito cuneo, pagamenti Pa e piano scuole Nel discorso punti in comune con il decalogo del Sole, ma troppa vaghezza su coperture, debito e sostegno alla disoccupazione

ROMA

Molti punti in comune fra il discorso programmatico pronun­ciato ieri dal neo premier Matteo Renzi al Senato e il decalogo del Sole-24 Ore, pubblicato domeni­ca scorsa. Dal taglio del cuneo fi­scale - «a due cifre» - al pagamen­to di tutto l'arretrato dei debiti Pa alle imprese, dalle semplificazio­ni alla revisione del Titolo V. Con­vergenze evidenti che però ten­dono a sfumare sul terreno della loro fattibilità pratica perché per ora Renzi non ha ancora indicato coperture precise. Un program­ma di governo nel quale emerge anche qualche distanza sostan-

ziale rispetto al decalogo del So­le: come l'idea di adottare un asse­gno universale per la disoccupa­zione che stona, viste le copertu­re di cui avrebbe bisogno (alme­no 7-9 miliardi, si veda l'articolo a pagina 5) con il resto delle ambi­ziose misure.

Tra le sorprese c'è senz'altro l'idea di partire dalla scuola. Una lezione che R'enzi sembraàver im­parato dal suo "maestro" Tony Blair che, come il neo premier ita-

I liano, partì da lì nella sua cavalca­ta che lo portò per lO anni a Dow­ning Street. Renzi - che vuole en­trare nelle aule di una scuola ogni mercoledì - punta sullo sblocco degli investimenti nell' edilizia scolastica fermati da un Patto di stabilità interno che il Governo, almeno su questa parte, intende cambiare subito. Una proposta che converge con il punto 8 del de-

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calogo del Sole-24 Ore, dove si parla di un piano di piccole opere da7miliardiincui proprio le scuo-

le hanno un ruolo centrale. Subito bisogna puntare anche

allo sblocco totale dei debiti della pubblica amministrazione attra­verso un diverso utilizzo della

I Cassa depositi e prestiti. Che do­vrà avere - secondo Renzi - un

; ruolo fondamentale anche nel po­I tenziamento dei fondi di garanzia

a sostegno del credito delle Pmi. Le dichiarazioni del premier rical­cano in pieno le richieste del So­le-24 Ore. L'idea di ricorrere a un maggior impegno di Cdp, peral­tro già in parte previsto, è però tut­ta da verificare nelle modalità. Al­tro punto che sarà affrontato nel­le prossime settimane è, come det­to' una riduzione a doppia cifra del cuneo fiscale, attraverso misu­re serie e irreversibili, legate alla revisione della spesa, che porterà nel corso dei primi mesi del pri­mo semestre del 2014 a vedere dei risultati concreti. Ma di numeri, ieri al Senato, non si è parlato.

SCHEDE A CURA DI Marzio Bartoloni, Andrea Marini, Mar­ta Paris

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Cuneo fiscale

Data 25-02-2014 Pagina 2 Foglio 2/4

Robusta riduzione del prelievo fIScale e contributivo sul lavoro, magna pars di un piano complessivo di taglio immediato della pressione fiscale per 8/10 miliard~ da realizzare con più interventi, dalla deducibilità del costo del lavaro sull'imponibile lrap a un intervento, diretto su lrap e lres. Coperture: 516 miliardi dalla spending review; 3 miliardi dalla minore spesa per interessi

,Impresa, ricerca, energia Allargamento del credito d'imposta alla ricercaeaWinnovazione per favorire gli investimenti privati. Sel1le un bonus strutturale sulla spesa totale e non limitato agli incrementi ili investimenti. Sostegni all'export per i settori di punta della manifattura. Compl&tar:e il mercato interno dell'energia per abbatterne i costi

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Calo a doppia cifra delle tasse sul lavoro LA PROPOSTA DI RENZI Il premier Renzi ha parlato di riduzione «a doppia cifra del cuneo fiscale attraverso misure legate alla revisione della spesa che porterà nel corso del primo semestre del2014 a vedere risultati immediati e concreti». L'intervento sarebbe di circa 10 miliardi. Con la delega fiscale, si punta a inviare «a tutti i dipendenti pubblici eai pensionati direttamente a casa la dichiarazione dei redditi precompilata».

CONVERGENZA CON IL DECALOGO DEL SOLE Il Sole 24 Ore ha messo al primo punto del decalogo peril nuovo governo un taglio del cuneo fiscale da 8-10 miliardi, da coprire per 5-6 miliardi con la revisione della spesa pubblica e per3 miliardi ricorrendo alla minore spesa per interessi (già indicata dal Governo Letta). Il premier Renzi, a proposito delle coperture, si è mantenuto sul generico nel suo discorso programmatico al Senato

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Start up e attrazione dei capitali esteri LA PROPOSTA DI RENZI «Un Paese vivo, ricco, aperto e curioso non ha paura di attrarre investimenti: li va a cercareefa di tutto per agevolarlÌ». Per il premier Renzi è cruciale che l'Italia sia più attrattiva, anche per start up e aziende innovative. Da qui lo stop a «freni burocratici» e ai «tempi biblici» come nel caso dell'apertura di un capannone. Renzi parla anchedi un piano industriale su energie alternative, chimica verde, innovazione, ecc.

CONVERGENZA CON IL DECALOGO DEL SOLE Gli impegni del neo-premierevocano alcune delle indicazioni del decalogo del Sole 24 Ore (punti 2 e 3): in particolare sul fronte delle semplificazioni per chi vuole fare impresa in Italia. Le ricette indicate da Renzi sono però ancora troppo vaghe. Come nel caso dell'idea di un pianoindustrif cheilpremierha appena tratteggiato. :

EFFICACIA

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Il GIUSTIZIA

«Pacchetto» organico di revisione a giugno LA PROPOSTA DI RENZI Il premier ha annunciato per giugno «un pacchetto organico di revisione della giustizia, che non lasci fuori niente». A partire da quella amministrativa perchéin Italia «lavorano più, negli appalti pubblici, gli awocati che i muratorÌ», iTar discettano di tutto, per i prowedimenti è una corsa a ostacoli «impressionante». Focus anche sulla giustizia civile, dove la lunghezza e le difficoltà del processo sono ormai tali che «se nevanno gliinvestimentÌ».

CONVERGENZA CON IL DECALOGO DEL SOLE Pur non indicando una ri'cètta precisa, le proposte di Renzi peril sistema giustizia sembrano andare nella direzione indicata dal terzo punto deldecalolgo di domenica che chiede di snellire la normativa sugli appalti pubblici, di introdurre un sistema di filtri sui ricorsi al Tar, di\emplificare subito la geografia giudiziaria., •

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I crediti delle aziende vanno sbloccati tutti LA PROPOSTA DI RENZI Renzi su questo punto è netto: «Sblocco totale­non parziale - dei debiti della pubblica amministrazione attraverso un diverso utilizzo della Cassa depositi e prestiti». Mentre peri! credito alle Pmi - definita «l'unica reale, importante e fondamentale questione che abbiamo sul tappeto» -i! pemier punta sui «fondi di garanzia» da potenziare «anche attraverso un rinnovato utilizzo della Cassa depositi e prestiti».

CONVERGENZA CON IL DECALOGO DEL SOLE Le dichiarazioni del premier ricalcano in pieno le richieste del decalogo del Sole 24 ore: nel quarto punto si chiede infatti i! pagamento di tutto l'arretrato della Pa e i! potenzia mento dell'azione del Fondo di garanzia. L'idea di ricorrere a un maggior impegno di Cdp, peraltro già in parte prevista, è però tutta da verificare nelle modalità.

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Data 25-02-2014 Pagina 2 Foglio 3/4

«~trumento ~n~versale» . Serieta ma nessuna misura dI sostegno ili dISOCcupatI per ridurre il debito LA PROPOSTA DI RENZI Renzi ha annunciato, entro il mese di marzo, un «Piano perillavoro» che prevede anche uno. strumento universale di tutela per la disoccupazione L'ipotesi è un'estensione generalizzata dell'attuale Aspi ma non è chiaro se il valore e la durata dell'assegno restano gli attuali. Per Renzi prioritario è «creare nuove assunzioni», attraverso un piano «industriale per singoli settori».

CONVERGENZA CON IL DECALOGO DEL SOLE Il decalogo del Sole240re sul lavoro chiedeva al governo di favorire la ricollocazione dei disoccupati puntando sulle politiche attive per legare i sussidi alla partecipazione a corsi di formazione e all'accettazione di un postodi lavoro. Renzi, invece, ieri si è limitato ad accennare all'estensione delle attuali tutele (uno «strumento universale»), senza indicare, peraltro, coperture.

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LA PROPOSTA DI RENZI Il nuovo premier nel suo discorso ha fatto solo un cenno al problema del debito pubblico monstre dell'Italia: «Mettere a posto le cose di casa nostra non deriva da un obbligo europeo: non è la signora Merkel o i! governatore Draghi a chiedere di essere seri con i! nostro debito pubblico: è i! rispetto che dobbiamo ai nostri figli, alle generazioni che verranno». Nessuna misura concreta, però, per ora.

CONVERGENZA CON IL DECALOGO DEL SOLE Sulle strategie per abbatterei! debito pubblico, nessun dettaglio. Il Sole240re, nel suo decalogo per i! governo, ha proposto interventi su più fronti, tra cui: avanzo primario; crescita superiore all'l%; privatizzazioni e liberalizzazioni di oltre 24.000 società partecipate dalle Pa locali; dismissioni di patrimonio immobiliare della Pa centrale e locale; privatizzazioni di società partecipate dal Tesoro .

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Cultura dei risultati per i dirigenti pubblici LA PROPOSTA DI RENZI «Occorre un Paese semplice che non abbia paura ad affrontare in modo diverso il rapporto con la pubblica amministrazione». Renzi ha stigmatizzato i paletti della burocrazia e la scarsa attrattività dell'Italia per gli investimenti. E nel mirino finiscono i dirigenti che non devono avere un ruolo a "tempo indeterminato" e peri quali non esiste una responsabilità «di mancato raggiungimento degli obiettivi». Una sfida da vincere «in quattro anni». Ma deve subito emergere in modo netto, chiaro ed evidente «che ogni centesimo speso dalla Pa debba essere visibile on line da parte di tutti».

CONVERGENZA CON IL DECALOGO DEL SOLE La proposta di Renzi sui dirigenti pubblici e la responsabilità per il raggiungimento degli obiettivi coincide con il punto 7 del decalogo che chiede di favorire il «ricambio e la cultura dei risultati».

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Sì a investitori privati . per creare occupazzone LA PROPOSTA DI RENZI Per Renzi non ci sono dubbi :«Con la cultura si mangia». Per questo bisogna avere «il coraggio di aprirsi agli investimenti privati nella cultura». Un coinvolgimento che può «creare posti di lavoro)) a esempio unendo <lÌ distretti tecnologici coni beni culturalh). Per Renzi i «valori della cultura fanno di noi una superpotenza mondiale)) e la «bellezza» salva l'export delleaziende.

CONVERGENZA CON IL DECALOGO DEL SOLE Le parole del premier sembrano rispecchiare la filosofia di fondo delle proposte avanzate nel decalogo (decimo punto) ed emerse sia dagli Stati generali che dal Manifesto della cultura del Sole 24 Ore. Resta ora da vedere se questa filosofia diventerà realtà: il primo banco di prova saranno i decreti attuativi della legge Valore cultura approvata in autunno.

Il INFRASTRUTTURE

Data 25-02-2014 Pagina 2 Foglio 4/4

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Piano edilizia scolastica, Stato-Regioni, riordino entro giugno i cantieri dei poteri con «clausola» LA PROPOSTA DI RENZI Il premier ha lanciato un piano straordinario di edilizia scolastica «che dovrebbe valere qualche miliardo e non qualche decina di milionh) e che si attuerà tutto fra il 15 giugno e il 15 settembre. Per renderlo fattibile in tempi così stretti, si dovrà «cambiare subitm) il patto di stabilità. Renzi ha detto di voler scrivere già oggi una lettera agli 8mila sindaci per avanzare le proposte. Anche un piano sul dissesto idrogeologico è necessa rio.

CONVERGENZA CON IL DECALOGO DEL SOLE La proposta Renzi converge con il punto 8 del decalogo lanciato dal Sole 24 Ore domenica scorsa dove si parla di un piano di piccole opere da 7 miliardi di cui scuole e difesa del suolo dovrebbero essere i capitoli più importanti. Convergenza sulla sterilizzazione del patto di stabilità che rende fattibile il piano subito.

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LA PROPOSTA RENZI Legge elettorale, riforma del Senato e del Titolo V «sono tre parti della stessa faccia», è il «nesso netto» individuato ieri dal premier. Quindi Italicum e «modello tedesco» per la ca mera alta. Da rivedere, nel Titolo V, <<le competenze esclusive di Stato e Regionh) le quali potranno legiferare in ogni materia non specificamente assegnata. Clausola di intervento della legge statale sulle materie esclusive regionali per esigenze di «unità economica e giuridica)). Ridìscutereil ruolo delle Province, dopo aver superato l'assetto attuale con il ddl Delrio

CONVERGENZA CON IL DECALOGO DEL SOLE Convergenza sostanziale tra programma Renzi e punto 9 del decalogo, anche se il Sole indica puntualmente le materie chiave da riportare sotto l'egida statale: infrastrutture, energia, trasporti. E chiede una vera eliminazione delle province

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Editirla. Al via anche il dissesto idrogeologico

Per il «piano scuole» modifica immediata al patto di stabilità

Giorgio Santi Ili ROMA.

Matteo Renzi confenna di voler puntare sulla centralità del­la scuola (<<coinvolgere gli inse­gnanti dal basso per ogni proces­so di rifonna») e sulle scuole an­che per far ripartire l'edilizia, ga­rantendo al tempo stesso la sicu­rezza dei nostri figli. TI premier ha dato ieri cinque indicazioni preci­se e operative sul piano che èpron­to a lanciare. La prima novità -la più importante anche sotto il pro­mo politico generale e di rappor­

. to con l'Unione europea - è che per far funzionare il piano di edili­zia scolastica (<va cambiato subi­to il patto di stabilità interno».

Dopo anni di rimpalli e caute­le, l'assalto esplicito al patto che in altre occasioni aveva definito, da sindaco, «scioccQ», segna una svoltanetta. «Come si può pensa­re -ha detto Renzi -che il Comu­ne, la Provincia abbiano compe­tenza sull' edilizia scolastica sen­za però avere la possibilità di spendere soldi che sono li blocca-

ti perché esistono norme che si preoccupano della stabilità buro­cratica ma non si rendono conto della stabilità delle aule in cui van­noa studiare i nostri figli?».

Le altre novità non sono dame­no, quanto a decisionismo opera­tivo (sempre che, ovviamente, agli impegni seguano le decisio­ni). La seconda è che si tratta di un «programma straordinario» e questo significa probabilmente che le procedure saranno fuori dell'ordinario per aggiraresoprat­tutto sovrapposizioni burocrati­che e mancanza di coordinamen­to che in passato si sono verifica­te anche all'interno dell'Esecuti­vo, prima ancora che conRegioni ed enti locali. Non a caso anche il Governo Letta aveva stabilito un coordinamento sull' edilizia sco­lastica a Palazzo Chigi senza che per altro questo abbia portato al­lo sblocco delle opere.

La terza novità riguarda l'enti­tà del piano: sarà un piano di «qualche miliardo di euro e non di qualche decina di milioni», espressione non priva di ironia

Data 25-02-2014 Pagina 5 Foglio 1

che certamente ha per bersaglio anche l'ultimo stanziamento da 150 milioni previsto dalla legge di stabilità (per cui sono già arrivati progetti per oltre unmiliardo).

TI quarto dettaglio operativo -un paletto temporale che è forse l'impegno concreto più netto e più sfidante in termini direalizza­zione-èche le opere del program­ma saranno realizzate tutte fra il 15 giugno e il 15 settembre, perio­do in cui le scuole sono chiuse ed è più agevole svolge ilavori.

TI quinto dettaglio si potrebbe dire di ordine procedurale, ma dà anche il senso temporale dell'ur­genza «Domani -ha detto il pre­mier a palazzo Madama - scrive­rò una lettera ai miei colleghi sin-

daci, 01tre8rnila, per chieder a tut­ti loro e ai presidenti di provincia sopravvissuti di fare il punto del­la situazione sull' edilizia scolasti­ca». Renzi ha citato, per riferi­mento culturale, l'àrticolo del se­natore Renzo-Piano sul Domeni­cale del Sole 24 Ore (del 26 genna­io scorso). Piano invitava a «ram-

mendare le nostre periferie», un'espressione «molto bella - ha detto Renzi -che dà il senso di ciò di cui abbiamo bisogno».

Ea proposito dimanutenzione del territorio, Renzi si è spinto a immaginare che una cura analo­ga a quella per l'edilizia scolastica debba essere avviata anche per il dissesto idrogeologico. Qualcosa che avvicina le idee di Renzi a quel piano delle piccole opere lan­ciato nelle settimane scorse an­che dai costruttori dell'Ance. E proprio dall'Ance è arrivata una prima valutazione positiva delle proposte del premier. «Se i punti elencati dal premier saranno tra­sformati rapidamente in provve­dimenti - ha detto il presidente dell'associazione, Paolo Buzzetti -saremo sulla buonastrada».TIri­ferimento di Buzzettinon va solo al programma di edilizia scolasti­ca,maancheallavolontàdisbloc­care il pagamento di tutti i debiti della Pa, alle politiche di semplifi­cazione e alle misure contro la stretta creditizia.

©RIPRODUZIONERISERVATA

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COBBIEBE DELLA SEBA Data 25-02-2014 Pagina 8 Foglio 1

BENE L'El\1ERGENZA EDILIZIA

ORA VIA IL TABÙ DEL MERITO NEL MONDO DEI DOCENTI

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T ictor Rugo diceva che chi apre una scuola chiude una pri­/ gione. Dunque ben venga un presidente del Consiglio che ! nel suo discorso programmatico riafferma il ruolo centrale

della scuola. E ben venga !'idea di mettere mano prima di tutto ai muri e al tetto con un piano straordinario per l'edilizia scolastica «dell' ordine di qualche miliardo di euro in deroga al patto di Stabi­lità interno»: il 37,6% degli istituti necessita di interventi di manu­tenzione urgente, il 40% è privo del certificato di agibilità, il 38,4% si trova in aree a rischio sismico, il 60% non ha il certificato di pre­venzione incendi ... In una situazione del genere è assurdo che quando comuni e province hanno soldi in cassa non li possano usare o che ci siano dei fondi europei che restano inutilizzati (an­che se, ma è «solo»una nota di stile, Renzi avrebbe potuto ricono­scere al suo predecessore di aver dato un primo importante impul­so anche economico in questo senso). E ben venga anche l'idea di dedicare un giorno alla settimana della fitta agenda da premiei a visitare una scuola invece che a partecipare all'ennesimo conve­gno. «Ogni mercoledi mattina mi recherò in una scuola Comince­rò da Treviso, la settimana successiva andrò in una scuola del Sud». Un viaggio attraverso il Paese tanto più necessario dal mo­mento che, a 150 anni dall'Unità d'Italia, la scuola italiana sempli­cemente non esiste: troppe disparità fra Nord e Sud, fra centro e periferia, con i ragazzi della provincia di Trento che se la battono con i finlandesi, mentre i quindicenni calabresi vanno anche peg­gio di quelli del Kazakhstan! E come non applaudire quando Renzi ha affermato la necessità di <<restituire valore sociale agli insegnan­ti»? Sono tutti malpagati, disprezzati dagli alunni e dai genitori, salvo poi rovesciare su di loro responsabilità educative che dovreb­bero essere di sistema. E qui, sicuramente, ci voleva molto più coraggio. Perché per ridare dignità alla professione bisognerebbe smetterla di pensare agli insegnanti come a un monolite, uscire dall'ipocrisia di un sistema in cui tutti i professori sono uguali e i volonterosi sono pagati come i lavativi. Ma questo significherebbe passare dagli slogan ai fatti, dalla analisi dei problemi al tentativo di trovare delle soluzioni. Ed è là che tutti aspettiamo Renzi.

OrsolaRiva © RIPRODUZIONE' RISERVATA

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Data 25-02-2014

COBBIEBE DELLA SEBA Pagina 23 Foglio 1 /2

istruzione I programmi della responsabile del gòverno Renzi

Torna il bonus maturità TI neoministro: è più giusto Giannini: ogni scuola selezioni i suoi professori

Sì al bonus maturità e alla ri­forma della scuola media, ni alla tecnologia e al ciclo b~eve di stu­di, no ai concorsoni. E arrivata a viale Trastevere da qualche ora, ma il ministro all'Istruzione, Ste­fania Giannini, ha già un'idea precisa della scuola che verrà, Anche sfidando a viso aperto gli errori del passato, come il fami­gerato bonus maturità, introdot­to dal ministro Francesco Profu­mo sotto il governo Monti e poi cancellato dal nuovo titolare del dicastero, Maria Chiara Carrozza, il giorno stesso in cui circa 100 mila studenti partecipavano ai test di accesso per 10 mila posti nella facoltà di Medicina: <<Non era il bonus maturità in sé, ma il fatto di aver cambiato le regole in corso, ad aver scatenato il putife­rio. Che la carriera scolastica con­ti per me è importante, lo studen­te non deve andare all'università vergine, ignorando tutto quello che ha fatto prima: il voto di ma­turità non è altro che la sintesi che uno ha fatto nei precedenti anni di carriera scolastica, quindi deve esserci, bisogna valutarIo insieme a tutte le altre cose che gli vengono richieste nell'esame di selezione». Per quest'anno, diffi-

CIdobreve «Non credo che eliminare un anno alle scuole superiori sia la carta vincente»

cilmente rivedremo il bonus in azione, visto che il bando per i test di accesso alle facoltà a nu­mero chiuso, previsti per aprile, è ormai già stato pubblicato. Ma qualcosa potrebbe can'lbiare dal­l'anno prossimo, governo per­mettendo.

Cambio di corsa, quindi? Sem­bra proprio di sì. Anche la speri­mentazione del ciclo breve (4 an­ni anziché cinque) che la Carroz­za aveva lanciato in cinque licei e che contava di estendere a tutte le scuole superiori, lascia piuttosto tiepidina il nuovo ministro. <<Non sono contraria a continuare la sperimentazione ma non sono un'entusiasta sostenitrice del­l'idea che eliminare un anno alle scuole superiori sia la carta vin­cente. Piuttosto, penso che abbia­mo tre cicli di scuola, due funzio­nano molto bene, uno, quello in­termedio, molto meno. La scuola media inferiore è quella che ha bisogno di maggiore attenzione», sottolinea Giannini. Prefiguran­do così una riforma del ciclo in­termedio, pardon, una rivisita­zione, visto che la parola «rifor­ma» le evoca «grandi e lunghi processi» che si attirano critiche e polemiche.

I concorlOnl «Così come sono stati fatti hanno creato più problemi che soluzioni»

Ma questo non significa che i progetti non siano ambiziosi: da bravariforrnista, l'ex segretario di Scelta civica boccia anche i con­corsoni alla Profumo: «Così come sono stati fatti hanno creato più problemi che soluzioni - sostie­ne - tra ricorsi, procedure sba­gliate, riformulaziol1Ì». E come si reclutano allora, gli insegnanti? «Le scuole, come strutture pub­bliche che devono rendere conto delle scelte che fanno, possono prendere delle decisioni e assu­mere chi credono, e poi in base a queste scelte essere valutate: dob­biamo trovare gli strumenti giusti per attuarlo». E i 120 mila precari che pure la Commissi(~me europea ci ha rimproverato? «E una situa­zione drammatica - dice Gian­nini -. La conosco bene perché ho amici cinquantenni ancora in attesa di supplenze. Ma si può cu­rare il male antico introducendo sistemi per non rigenerarlo».

Una vera rivoluzione, dunque, quella che immagina il nuovo mi­nistro' in cui gli istituti scolastici hanno sempre più autonomia, la valutazione acquisisce un valore importantissimo - <J'Invalsi ha pregi e difetti ma va sviluppato e migliorato» - e la. tecnologia in-

vece sbiadisce: «E una priorità non sostitutiva», spiega e, a costo di sembrare datata, ammette: <<Ho !'idea che se spariscono i libri non va bene, deve esserci anche un contatto con la dimensione cartacea della cultura».

Che le gatte da pelare che la aspettano al varco siano tante lo sa bene: è ancora fresco il ricordo del prelievo dei 150 euro in busta paga degli insegnanti, scongiura­to in zona Cesarini da Carrozza e Saccomanni, che non si erano parlati sull'argomento. «Chiame­rò spesso Padoan e parleremo di tutto in Consiglio dei ministri, che sarà il luogo dell'integrazio­ne: bisogna evitare che i ministri restino nel loro isolamento», as­sicura. Con la speranza che la nuova tegola in arrivo non faccia male: a marzo dovrebbe partire il prelievo sullo stipendio degli Ata (i collaboratori scolastici) per compensi dati erroneamente, se­condo il ministero dell'Econo­mia. «Sono appena arrivata, so del problema e lo affronterò. Da­temi tempo, ho tante idee e buona volontà, ma non tutte le soluzio­l1Ì».

Valentina Santarpia © RIPRODUZIONE RISERVATA •

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COBBIEBE DELLA SEBA

Professoressa A sinistra, il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini che dal 2004 al 2013 è stata rettrice dell'Universi­tà per stranieri di Perugia (Ansa)

Data 25-02-2014 Pagina 23 Foglio 2/2

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Data 25-02-2014

la Repubblica Pagina 2/3 Foglio 1 /4

La sfida di Renzi alla vecchia politica ''Non voglio recitare in un Truman show' , Taglio a doppia cifra al cuneo fiscale Scuola e sblocco deidebitidellaPa. Nellanottevotodifiducia

FRANCESCO BEI

ROMA-«Noiabbiamounasolaoc­casione: è questa. Se perderemo questa sfida, la colpa sarà soltanto mia». Un' ora e dieci minuti a brac­cio, lasciando sul tavolo gli appunti. Piglio sciolto (peralcunianchetrop­po), quattordici applausi contro i quaranta di Letta e nessun timore reverenziale nell' affrontare il suo primo discorso da presidente del Consiglio nell'aula di palazzo Ma­dama. È lo stile Renzi. «Nessun Tru­man show», molta concretezza da primo cittadino.

II.. GKlVANE E II.. saMTO «lo nonho l'età per sedere nel Se­

nato. Nonvorreiiniziareconunaci­tazione di Gigliola Cinquetti, ma è così: non ho l'età». Renzi, nel gelo iniziale dell' aula, ricorda il progetto di abolizione del Senato elettivo: «Siamo qui per parlarvi un linguag­gio di franchezza, al limite della bru­talità. Vorrei essere l'ultimo presi­dente del Consiglio a chiedere la fi­ducia a quest' aula».

senTE RAmCAU La parola chiave è «coraggio».

Quello di «operare delle scelte radi­cali», altrimenti «perderemo il rap­porto con chi da casa continua a pensare che la politica sia ciò che di più grande ha un Paese». Proprio la politica ~ «quella straordinaria esperienza per la quale siamo, adif­ferenza di qualche leader, orgoglio­si di essere democratici». Il premier rivendica quindi di essere a capo di un «governo politico», dove «sono rappresentati i segretari dei mag­giori partiti. Perché noi pensiamo c~e "politica" non sia una parolac-

Cla».

I MERCATI RIDWW La gente e il palazzo. Il doppio re­

gistroÈ'pIPspntp in tuttoj] discorso. «Se in questi anni avessimo presta­to ai mercati rionalilo stesso ascol­to che abbiamo prestato ai mercati finanziari, ci saremmo accorti che la prima richiesta è di una tregua della politica rispetto ai cittadinÌ». L'Italia non segue più i politici per­ché «è avanti a noi. siamo noi a do­verla rincorrere».

ITAUCI.IM E RI"M. Messaggirassicurantisia per For­

za Italia che per Angelino Alfano. A Berlusconi garantisce che «gli ac­cordilirispetteremo nei tempie nel­le modalità prestabilite». Mentre al Nuovo centrodestra assicura che la legge elettorale aspetterà la riforma del bicameralismo: «Comprendia­mo l'esigenza che una legge eletto­rale che consenta il ballottaggio sia

ovviamenteimpostatasullapresen­za di una sola Camera».

LA STAFfETTA Poche parole vengono spese per

giustificare la defenestrazione di Enrico Letta. Renzi ricordail «bivio» tra andare a elezioni con il "Consul­tellum" oppure dare vita a«unalegi­slatura della svolta». A denti stretti ammette: <<Avrei preferito che que­sto passaggio fosse stato preceduto da un chiaro mandato elettorale». L'omaggio al predecessore è rapido eindolore: «Questo cambio non può in alcun modo oscurare i risultati che ha ottenuto il governo prece­dente».

IRONIE SUI GRIWIIII Sono ripetuti i botta e risposta

con il Movimento 5 Stelle. Lo accu-

sano di aver paura del voto e lui ri- ~arte. ~i~lior~ dell:Itàiia» .. ~che batte: <<Vi segnalo che, nelle quattro I eq.uilibno deI CO?ti pubbliCI <mon elezioni regionali che si sono svolte ~em:a da un obblIgo.europeo: non - Sardegna, Basilicata, Trento e elaslg~ora!Vlerkel?ilgovern~tore Bolzano - il Pd ha sempre vinto. ~raghiachle~eredless~res~~co? Non posso dire la stessa cosa per Ii nostro debito pubblI~o: e il. n­vOÌ».Quandopoiigrilliniironizzano s~etto che dobbiamo aI nostri fi­sulla parte dedicata agli insegnanti, gli». Renzi insiste: «Mi piacerebbe che . chi ha la presunzione di avere la ve- LA C~NTRAUW:A DEU:A. SCUOLA rità in tasca avesse la possibilità di L ~ducazlOne «e Ii ~oto~e. del,­confrontarsi con le insegnanti e le lo s~Jiuppo». D,a premIervlSltera farniglie,perchél'ideachedaquesta ogm mercoledl un~ scu~la, «per parte ci sia la casta e dall'altra ci sia- d~re un segnale sll1!b?lIco, per noicittadinisièunpo'rovesciata». dimostrare che da II npart~ ~n E infine l'ultima stoccata a Grillo, Pae~e». O~corr~ sbJ?c.care glI 1I~­che lo aveva aggredito in streaming: vesUmentl ~ell edlhzl~ sc?lastl~ «Noi svolgiamo unafunzionesocia- ca - un l?~ano «~ell ordme di le per recuperare le difficoltà dei se- qualche ~Jil~rdo. di euro» .- se­natori 5 Stelle. Non è facile stare in guendo I mVlto di Re~o.Plano a un partito in cui c'è un capo che di- «rammendare» le penfene. ce: "lo non sono democratico". Quindi, vogliamogli bene anche se loro non ne vogliono a nOÌ».

BASTA PIAGNISTEI «Nei talk show, sembra che fuori

dall'Italia tutto vada bene e da noi tuttovamale: nonècosì. Usciamo dal coro della lamentazione;>. TI futuro dell'Italia <monèstare a plangeredal­la mattina alla sera» ma risiede «nella qualità,nelgeniodiciascunodinoÌ».

GENERAZIDrtE ERASMU! Il trentottenne premier iscrive

se stesso e gran parte dei suoi mini­stri a quella «generazione Era­smus» che «ha conosciuto il sogno degli Stati Uniti d'Europa, che ha conosciuto l'euro come unicamo­neta o quasi». L'Europa è l'anco­raggio della politica del governo e del Pd: «C'è la facile tendenza a considerare l'Europa la madre dei nostri pro blemi. Per me non è così: nella tradizione europeista sta la

LE TRE PROMESSE Primo: sblocco totale dei debiti

della pubblica amministrazione. Secondo: costituzione di fondi di garanzia per risolvere il problema dell'accesso al credito delle Pmi. Terzo: riduzione a doppia cifra del cuneo fiscale.

FISCO E GIUSTIZIA Per un fisco amico l'obiettivo è

<<Ìnviarea tuttiidipendenti-pubbli­ci e ai pensionati direttamente a casa la dichiarazione dei redditi precompilata». Sulla giustizia Renzi invita ad abbandonare il «derbyidelogico»,meglio ripartire dalle cose concrete. Entro giugno arriverà «un pacchetto organico di revisionedellagiustiziachenonla­sci fuori niente».

mRIffiCMI..! Il premier accenna a uno ius

soli temperato. Quanto alle unio­ni civili «si farà lo sforzo di trova-

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Pag. 28

la Repubblica re un compromesso anche quan­do questo compromesso non ci soddisfa del tutto».

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quelli più convinti sono stati riservati a Letta e ai marò

applauso è scattato quando Renzi ha accusato i grillini di aver paura del voto

PAPA Durante il suo discorso, Renzi ha definito Internet "dono di Dio", rievocando le parole di Papa Francesco

CINQUEm PIANO "lo non ho l'età PerRenzi,è per sedere in necessario il Senato" è stato recupero delle l'esordio di Renzi periferie: "Vanno in aula, citando rammendate", la canzone di ha detto, citando Gigliola Cinquetti Renzo Piano

Sappiamo perfettamente che viviamo l;1ll tempo di grande difficoltà e struggenti responsabilità. Dobbiamo recuperare il coraggio di fare sogni

Dopo vent' anni di derby ideologici, è arrivato il momento di mettere all' attenzione del Parlamento una riforma organica della giustizia

Data 25-02-2014 Pagina 2/3 Foglio 2/4

PERTINI LEnA Renzi ha anche Renziha citato Pertini: ringraziato il "I giovani non predecessore hanno bisogno Letta: "I suoi di prediche, ma risultati non sono di esempi, stati oscurati dai onestà, altruismo fatti recenti"

Il1!dtiftTha fiducia ai lelilllato

Vorrei essere l'ultimo premier a chiedere la fiducia a quest' aula. Sono consapevole del rischio ma non lo chiede ungovemo, lo chiede un paese

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Data 25-02-2014

la Repubblica Pagina 12 Foglio 1 /2

Scuola, primo no dei prof alla Giannini "Gli scatti di anzianità non sitoccano" I sindacati contro il ministro :prima pensi ad alzare gli stipendi

CORRADO ZUNINO

ROMA-C'èMatteoRenzi,alSe­nato, che mette la scuola al cen­

e tro del paese e chiede la fiducia. Il neopremier, spiega, entrerà neI­le aule d'Italia ogni ·mercoledì perché «l'educazione che si dà nelle scuole è motore dello svi­luppo, di fronte alla crisi econo­;mica non puoi non partire dalle scuole». Poi c'è il suo ministro di riferimento che alla terza intervi­sta è già in urto con il mondo del­la scuola tutto, e pure con l'uni­versità. A Repubblica Stefania Giannini, 53 anni, neo ministro dell'Istruzione per nove stagioni e fmo al 2013 rettore dell'Univer­sità per straniert di Perugia, ave­va detto: <<I soldi sono necessari per la scuola pubblica e quella paritetica, ma il modello scatti d'anzianità va rivisitato con co­raggio. Premi a chi si impegna, chi si aggiorna, chi studia. Tutti i mestieri che si rispettino preve-

dono premi». Altrove aveva riba­dito il concetto. Ottenendo una risposta corale da un fronte sin­dacale compatto: «Nessuna can­cellazione degli scatth>.

Reduce dall'errore di Natale del governo Saccornarmi-Car­rozza (la sottrazione in busta pa­ga dell'ultimo scatto d'anzianità nonostante accordi firmati lo avessero mantenuto), Rino Di Meglio del sindacato Gilda ha at­taccato: «Con le prime esterna-­zioniilministroGianninicihage­lato dimostrando di non sapere che l'anzianità di servizio è rico­nosciuta agli insegnanti in tutti i paesi europei e in Italia è la più bassa in termini assoluti». La Cgil (FIe) con Domenico Pantaleo dettaglialo stipendio medio di un docente italiano: 1.200-L300 eu­ro al mese, penultimi in Europa. «Queste vecchie impostazioni di stampo gelminiano non tengono conto che il contratto nazionale della scuola è bloccato dal 2006».

Pil"emU a ~i :!l:fterita.

TI modello scatti deve essere rivisitato con coraggio. Premi a chi si impegna, a chi si aggiorna, a chi studia

La CgiI: ''Lo stop è6lori daDanaltà, g6~ti guadapa:no 1.200 e'8U'O al Diese"

Francesco Scrima, segretario della Cisl, ricordale ultime emer­genze contratto: <<Al personale anuninistrativo stanno scippan­do la retribuzione dopo un lavo­ro regolarmente fatto e i presidi oggi si vedono decurtare lo sti­pendio». Marcello Pacifico del­l'Anief: «Macché blocco degli scatti, alla scuola servono risorse aggiuntive. Il riUnistro Giannini prima di tutto ha l'obbligo di alli­neare le buste paga all'inflazio­ne». I Cobas vedono nelle propo­ste del Pd renziano «<il supera­mento di alcune rigidità del con­tratto nazionale») e in quelle del ministro di Scelta civica «<sì ai li­cei in quattro anni») un disegno comune e annunciano <<un rafforzamento delle mobilitazio­ni in corso»,

Gli universitari a loro volta si sono irretlti di fronte alla ripro­posizione - a proposito delle borse di studio-del prestito d' o­nore, questione di memoria gel­minianaetradizioneanglosasso-

L'INTERVISTA Lo stop agli scatti e l'introduzione di premi di merito è stata anticipata dal ministro Giannini (foto) domenica su Repubblica

ne (negli Usa molti laureati non riescono a restituire i soldi pre­stati e in Italial'istituto non è mai decollato). Venerdì prossimo gli studenti della Link saranno sotto le finestre del Miur per la prima contestazione al neoministro.

Ecco,quellediRenzisono«pa­role belle eimportanth>, come di­ce il segretario Scrima. Ma sulla scuola belle parole le pronunciò all'insediamento l'enettore Ma­rio Monti, che poi costrinse Pro­fumo a tagliare ancora, epureEn­rico Letta «<di fronte a nuovi tagli mi dimetterò»), che poilasciò di­verse partite in deficit. Già oggi il neo ministro Giannini dovrà de­cidere sui 24 mila addetti alle pu­lizie a rischio licenziamento (pronta una proroga di un mese), l'abrogazione della quota 96 sul pensionamento dei prof (pronta la proposta di legge Ghizzoni) e, appunto, gli scatti d'anzianità. Le ipotesi pre-Giannini parlavano di un reintegro di quelli congela­ti, non della loro cancellazione.

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Data 25-02-2014

LA STAMPA Pagina 1 Foglio 1 /2

Il premier alla prova della fiducia in Senato: se perdo, sarà colpa mia. Sfida a tutto campo con i grillini. Telefonata con Obama

Scuola e fisco, le sfide di Renzi "Un piano per ristrutturare le aule. Taglio del cupeo a doppia cifra" Le tasse di tutto l'anno comunicate per lettera e pagate via mali

CARLO BER'I')NJ

Come tutte le grandi scom­messe richiede una gran dosè di coraggio. Ce ne

vuole infatti per provare a rea­lizzare il sogno di tutti gli italia­ni: pagare le tasse con un click dal proprio tablet, dopo aver let­to una mail del fisco che presen­ta il conto. E se poi si arriva ad immaginare che quel conto pos­sa comprendere tutti i tributi, dall'lrpef alla Tasi, dall'Imu alle multe, si capisce che la rivoluzio­ne stavolta forse è davvero die­tro l'angolo.

CONTINUAA PAGINA 5

Matteo Renzi in due momenti del discorso programmatico che ha tenuto ieri al Senato I SERVIZI DA PAG. 2 A PAG. 9

La rivoluzione fiscale Solo un click per pagare Chi sbaglia e non ricorre avrà uno sconto. Mano pesante coni furbi

G·\IU,o BEInT\! ROMA SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

Tra le suggestioni lan­ciate nel discorso del premier, una più di tutte to?ca infat!i un nervo IpersenSI­

bile per milioni di italiani, quel­la sintetizzata con lo slogan «la dichiarazione dei redditi a ca­sa». Traducibile in un concetto già sentito: il fisco amico, che

oggi amico non è, anzi obbliga a dossier in fase avanzata di ela­fare i salti mortali con rischi borazione a Palazzo Chigi, annessi e connessi, per stare in pronti per essere tradotti in regola con norme che cambia- norme, appena possibile e sen­no e tempistica di pagamenti za eccessivi indugi. La scom­incerta. Renzi lo sa bene e sa messa è altissima, per arrivare anche che solo semplificare la a tanto vanno scardinati mec­vita ai contribuenti sarebbe un canismi ossidati e rivoluziona­salto in avanti con enormi be- to l'approccio mentale delle nefici per le casse dello Stato. strutture, ma la volontà c'è. Ed è da Il che vuole partire, cre-ando un meccanismo che pO-. Fisco amico trebbe essere definito il bonus- A parole ci hanno provato in tan­malus del contribuente. Ma ti, quanti discorsi programmati­dietro i suoi annunci ci sono già ci di premier appena insediati

hanno lanciato la suggestione di un fisco adeguato ai tempi come contraltare di una feroce lotta all'evasione? È il punto più spi­noso, perché riguarda la buona salute delle casse dello Stato e dunque la capacità di spesa di un governo, ma anche la sorte -buona o cattiva - di ogni leader che su questo misurerà il suo fu­turo consenso. Per dirne una, giorni fa, ad un convegno guarda caso in quel di Firenze, Romano Prodi ha ricordato che nel 2006 lui perse il 5% di voti nell'ultima

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LA STAMPA

settimana di campagna eletto­rale contro il Cavaliere. Insom­ma, una patata bollente che può sancire il successo o la sfortuna di ogni politico.

Renzi, in tandem con Delrio, dovrà confrontarsi con il titola­re dell'Economia per mettere a punto le norme. Ma ha già chia­ro il suo intento; rovesciare l'approccio, passando dal siste­ma dei condoni a quello degli sconti ai più virtuosi. Come? Un esempio: chi accetta di pa­gare le multe on line senza fare mai ricorso pagherà il '10% in meno. E poi distinguendo tra errore e malafede. Per le centi-

naia di migliaia di errori forma­li verranno aboliti i carichi di sanzioni e interessi, mentre con i comportamenti dolosi e ancor più con i recidivi verran­no inaspriti.

Pagare con il Rid Ma la parte più innovativa è co­sì impostata: il 3 gennaio di ogni anno decine di milioni di contribuenti riceveranno una comunicazione con tutte le sin­gole posizioni aperte per ogni tributo: quanto bisogna versa­re al fisco per Irpef, Tasi, Imu, Tarsu, cartelle Equitalia per multe. Il cittadino potrà sce-

Basterà un ok

~ Se saranno pagate online senza mai fare ricorso. Niente inte­ressi per gli errori formali

Miim1l Le tasse iscrit­te a ruolo che non si riesce a incassare secondo le stime delle Entrate

~ A gennaio arriverà il totale da pagare. Chi verserà subito il 75% avrà uno sconto

In~ Quanto può recuperare realmente dello stock di 545 miliardi

al prelievo sul conto corrente per chiudere la pratica delle tasse

gliere se rateizzare o pagare subito il 75%, in quel caso bene­ficerà di uno sconto. Un van­taggio per lo Stato in termini di liquidità, di abbattimento del contenzioso fiscale e della spe­sa per accertamenti. Una cifra; dei 545 miliardi di euro accer­tati, secondo stime dell'Agen­zia delle Entrate, anche se già sono emessi i ruoli, cioè tecni­camente figurano in bilancio, solo il 5-6% sono recuperabili. Così facendo il nuovo governo conta invece di moltiplicare questa cifra a tutto beneficio dell'erario. Ma il vero punto di arrivo che sarebbe una pana-

Data 25-02-2014 Pagina 1 Foglio 2/2

cea per milioni di italiani, è se davvero si arriverà a pagare con un clic. Nelle intenzioni, c'è una rivoluzione in arrivo: lo Stato stringerà convenzioni con banche, poste, gestori di carte di credito, per poter asso­ciare un «Rid», cioè un'autoriz­zazione bancaria, al conto fi­scale di ognuno.

In sostanza, alla mail del 3 gennaio del fisco si potrebbe ri­spondere con un ok al prelievo dal proprio conto corrente e la pratica tasse finirebbe lì. Un film a lieto fine che per poter essere proiettato nelle case de­gli italiani ha forse. bisogno di mesi e mesi di lavorazione.

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MF Data 25-02-2014 Pagina 2 Foglio 1

IL PREMIER IN SENATO PRESENTA UNA LISTA DI IMPEGNI E PARLA DIRETTAMENTE AI CITTADINI

Renzi: se fallisco è colpa mia Scuota, lavoro, fisco, pubblica ammJnistrazione e giustizia le priorità del nuovo governo. Botta e risposta con 15 Stelle e battute sul futuro d1 Palazzo Madama: spero di essere l'ultimo a chiedere qui la fiducia

DI ANTONIO SATTA testo alla Camera, come è pras- re i nostri figli». E ancora, oltre al governo, pernusclre a inVIare si, si è dovuto aspettare che gli alla riduzione a doppia cifra del almeno ai dipendenti pubblici e

Non è stato il primo a fare un discorso d'insedia­mento tenendo la mano in tasca, prima di lui nel

1994 Carlo Scognamiglio uti­lizzò lo stcsso stile da neo pre­sidente del Senato. Però ieri a Palazzo Madama Matteo Renzi di strappi alle consuetudini ne ha fatti ben altri, a cominciare dal poco diplomatico riferimento alla sua età anagrafica, che gli impedirebbe di fare parte di quella stessa aula (<<non vorrei iniziare con una citazione colta e straordinaria della pur bravissi­ma Gigliola Cinquetti, ma è cosÌ: non ho l'età»). Ma ancora meno diplomatico è stato il riferimen­to all'obiettivo di superare il bicameralismo perfetto e quindi trasformare il Senato in una Ca­mera delle autonomie (<<vorrei essere l'ultimo Presidente del Consiglio a chiedere la fiducia a quest' Aula»).

Renzi, però, più che parlare ai senatori presenti, ha parlato ai cittadini che, fuori dall'aula, ascoltavano il suo discorso tra­mite le dirette tv o via internet. Non a caso ha parlato a braccio (creando un piccolo incidente tecnico, perché per trasferire il

stenografi finissero di trascri- cuneo fiscale sul lavoro (vedere ai pensionati, una dichiarazione verne le parole). E l'obiettivo di articolo nella pagina a fianco), dei redditi precompilata, perché parlare direttamente ai cittadini Renzi ha promesso «lo sblocco «se il fisco smette di essere il ne­ed elettori fa capire anche l'uso totale - non parziale - dei debiti mico e di essere ostile, se smette abbondante di artifici retorici e della pubblica amministrazione di essere un fisco che fa paura immagini d effetto (come l'opi- attraverso un diverso utilizzo e diventa uno spauracchio, ma nione dei mercati finanziari te- della Ca~sa Depositi e Prestiti», assume i connotati di una sorta nuta in non cale rispetto a quella di consulenza che fa al cittadino dei mercati rionali), o il lipetuto ma anche «la costituzione e il è meglio». E non basta, Renzi ha ping pong polemico con i sena- sostegno di fondi di garanzia, preso pure l'impegno di far por­tori 5 Stelle (<<non è facile stare anche attraverso un rinnovato tare entro giugno in Parlamento in un partito in cui c'è un capo utilizzo della stessa Cassa, per al nuovo ministro Andrea Or­che dice: lo non sono democra- lisolvere l'unica reale, importan- lando «un pacchetto organico di lico. Quindi, vogliamogli bene te c fondamentale questione che revisione della giustizia che non anche se loro non ne vogliono abbiamo sul tappeto, che è quel- lasci fuori niente», superando le a noi»). la delle piccole e medie imprese contrapposizioni ideologiche del Detto questo, Renzi non ha tirato che non riescono ad accedere al passato. fuori i numeri della propria poli- credito». L'ultimo impegno, infine, è an­tica economica, né è entrato nel Confennata la battaglia alle che il più pesante: «Se dovessi­dettaglio, maa1cuni e importanti incrostazioni della pubblica mo perdere, non cercheremmo

amministrazione, a cominciare alibi. Se perderemo questa sfida, dalla convinzione che «i governi la colpa sarà soltanto mia Deve passano, i dirigenti restano». La finire infatti il tempo in cui chi convinzione del nuovo premier va nei palazzi del potere, poi, tut­è che «una politica forte è quel- te le volte trova una scusa. Non la che affida a tempi certi anche ci sono più alibi per nessuno e al ruolo dei dirigenti e che non primo per me che se dovessimo può esistere, femlÌ saldi i dirit- perdere, non cercheremmo ali­ti acquisiti, la possibilità di un bi. Se perderemo questa sfida, dirigente che rimane a tempo la colpa sarà soltanto mia. Deve indeterminato, che fa il bello e finire infatti il tempo in cui chi

impegni li ha pur presi, a comin­ciare da un programma straor­dinario di edilizia scolastica «dell'ordine di qualche miliar­do di euro», da attuare durante la prossima chiusura estiva degli istituti, cambiando quelle norme del patto di stabilità che impedi­scono agli enti locali di spendere i soldi che pure hanno, norme, ha detto «che si preoccupano del­la stabilità burocratica ma non si rendono conto della stabilità delle aule in cui vanno a studia-

il cattivo tempo e che ne è il de­positario». Un altro impegno è utilizzare gli spazi che ladele~a fi.scal~ la~cia

va nei palazzi del potere, poi, tut­te le volte trova una scusa. Non ci sono più alibi per nessuno e primo per me». (riproduzione riservata)

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25-02-2014 3 1 /2

Il premier chiede la fiducia sparando su parlamento e pubblica amministrazione

Renzi fa vedere che li maltratta Subito edilizia scolastica, debiti Pa e cuneo fiscale

DI FRANco ADRIANO

Il neo ministro della Difesa Roberta Pinotti arriva di corsal lievemente in ri­tardo e allora ci si accorge

che va aggiunta la sedicesima poltrona da ministro al banco del governo nell'Aula di palaz­zo Madama che si appresta a votare la fiducia al governo di Matteo Renzi. Lo sguardo del presidente del consiglio al suo ingresso è subito andato al. palchi della prima fila dove la moglie Agnese siede aa;anto al fidato consigliere Marco Car­rai: i due stemperano la tensio­ne osservando dall'alto l'assise e parlottando vicendevolmen­te all'orecchio: circostanza che li induce ad un certo punto a muoversi in sincrono e a urtar­si leggermente con la fronte. n presidente del Senato richiama l'attenzione di tutti sull'avvio del discorso del presidente, ma Renzi sembra non rivolgersi agli abitanti del Palazw ma al­trove al di là dell'obiettivo. Con gesti studiati, incomprensibili alla gran parte dei senatori e agli osservatori che colgono in senso negativo la differenza con la correttezza formale e istitu­zionale di Enrico Letta. Frasi ad effetto che colpiranno meglio nel segno su internet e in tv. La citazione d'apertura è tratta da GigliolaCinquetti: «"Non ho l'età" per sedere in Senato». Parla di palazw Madama su­blimandolo «a un simbolo - cioè qualcosa che tiene insieme - ma anche un elemento di unità profondo». Significa che vuole rottamarlo e portarlo a non con­tare più nulla Ai senatori ha chiesto apertamente di fare la parte dei tacchini che prepara­no il pranw di Natale: «Noi oggi non immaginiamo di essere gli ultimi a chiedervi la fiducia per­ché abbiamo un pregiudizio su di voi, ma perché abbiamo un giudizio organico sull'Italia ... » Non passa sopra i commenti del senatore Roberto Calde­roli che ha invitato i colleghi ad un gesto scaramantico col­lettivo: «Toccatevi». <<Apprezw che questa dichiarazione abbia suscitato l'entusiasmo del sena­tore Calderoli, ma alla peren­torietà di questa affermazione corrisponde la consapevolezza

che quello che stiamo vivendo è un momento in cui o si ha il coraggio di operare delle scelte radicali e decisive, oppure non perderemo soltanto la relazione tra di noi, ma anche il rappor­to con chi da casa continua a pensare che la politica sia una cosa seria». Renzi non risulta molto credibile neppure quando parla della ragione per cui è li: chiedere la fiducia. Sullo sfondo compaiono sempre più nitidi i contorni della cacciata di Let­ta: «Si fa fatica a dare fiducia nel rapporto quotidiano con le persone, con i colleghi di lavoro; le persone che stanno fuori da quest'Aula sanno che chiedere la fiducia oggi è sempre più difficile» .

TI confronto con M5S In aula il confronto poltiico

più interessante è con gli espo­nenti di ,M5s. È evidente che sono gli uni per l'altro e vice­versa una spina nel fianco. I grillini lo prendono in giro sula sua presunat volontà di anda­re alle elezioni se ci fosse stata una legge compiuta. E lui li ca­stiga: <&no il segretario di un partito politico che non ha mai paura di candidarsi alle elezio­ni: anche dove i sondaggi dicono il contrario, come in Sardegna, anche dove c'è difficoltà, noi non abbiamo paura di andare alle elezioni, e in questo primo anno di vita parlamentare, in cui abbiamo ricevuto da voi presunte lezioni di democrazia, vi segnalo, gentili senatrici ed egregi senatori, che nelle quat­tro elezioni regionali che si sono svol.te - quelle della Sardegna, della Basilicata e delle Province di Trento e Bolzano - il Pd si è sempre presentato e ha sempre vinto. Non posso dire la stessa cosa per voi». In un'altra occa­sione in cui i senatori grillini manifestano insofferenza,lui si rivolge alla parte dell'emiciclo occupata dal gruppo Pd: «Ricor­diamoci sempre che svolgiamo una funzione sociale, tesa

continua a pago 4 ( ... ) a recuperare le difficoltà che stan­

no incontrando in questo momento i senatori e le senatrici del Gruppo del Movimento 5 Stelle nei confronti della propria base e dell'opinione pubblica che li sostiene. Non è facile stare in un partito», ha concluso Renzi, «in cui c'è

un capo che dice: <<lo non sono democra­tico». Quindi, vogliamogli bene anche se loro non ne vogliono a noi». Altra sca­ramuccia: «Dicevano che al Senato non vi divertivate: invece, vi vedo sereni. Vi garantisco che vi divertirete sempre di più!», ha rintuzzato il gruppo M5s che non mollava la presa. Alla fine, però, c'è cascato il premier con uan gaffe proprio sul tema con cui vuole lanciare il suo ,esecutivo: «Noi immagi-niamo, con questo gover-no e con il vostro aiuto, di trovare dei punti di sinte-si reali, che permettano a quella bambina che ha do-dici anni, che frequenta la quinta elementare ... », ha declamato l'ex sindaco. «Sì, semmai la seconda media ... », lo ha colto in fallo la senatrice Laura Bignami, di professione insegnante.

La sfida economica

Il timingprevisto da Renzi è serrato: si vuole giocare la faccia davvero. Vuole arrivare allo luglio avendo affrontato "i temi costituzionali, istituzionali, elettorali, di lavoro, di fisco, di pubblico impiego, di giustizia e impostato un diverso at­teggiamento verso la scuola». E allora: come primo ,atto si tratta di sbloccare il Patto di stabilità sugli investimenti nell'edilizia scolastica. n premier citan­do Renzo Piano ha invitato a «ram­mendare le periferie». n piano per l'edi­lizia scolastica sarà dal 15 giugno al 15 settembre, con un progranuna straordi­nario <<dell'ordine di qualche miliardo di euro». Contro la disoccupazione femmi­nile più alta d'Europa, poi, Renzi lancia un piano sugli asili nido. Gli piace l'idea di prendere due piccioni con una fava (assume le donne e sistema i bimbi del­le done che vanno a lavòrare). Lo ripete sempre. Gli asili nido stanno a Renzi come l'Ici stava a Silvio Berlusconi. Ma gli argomenti più corposi sono: «Lo sblocco totale - non parziale: ripeto, to­tale - dei debiti della p.a. attraverso un diverso utilizw della Cassa depositi TI secondo elemento della sua azione eco­nomica sarà il rifinanziamento dei fon­di di garanzia per le pmi (ancora con la Cdp guidata da Franco Bassanini) Infine, <<una riduzione a doppia cifra del cuneo fiscale, attraverso misure serie e irreversibili, legate alla revisione della spesa, ma non soltanto, che porterà nel corso dei primi mesi del primo semestre del 2014 a vedere dei risultati imme-

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ItaliaOggi

diati e concreti». Intanto, a marzo il parlamento affronta il Piano per il la­voro: «Se non riusciamo a creare nuove assunzio­ni, il problema delle ga­ranzie dei nuovi assunti neanche si pone». Renzi non vuole più vedere quei miseri 12 miliardi: non è una cifra defini­bile come attrazione di investimenti. il premier ha voluto dimostrare, sia nel discorso che in repli­ca, di saper maltrattare i parlamentari «lontani dai cittadini» ed anche i dirigenti della pubblica amministrazione che de­vono stare accorti: il po­sto fisso sparirà. «Credo sia arnvato il momento di dire con forza che una politica forte è quella che affida dei tempi certi anche al ruolo dei dirigenti e che non può esistere, fermi e salvi i diritti acquisiti, la possibilità di un dirigente che ~ane a tempo in­determinato e che fa il bello e il cattivo tempo». «Noi non siamo per sottrarre responsabilità ai dirigenti: siamo per dargliele tutte; noi vorremmo che la pa­rola accountability trovasse una tradu­zione in italiano», ha aggiunto, «perché vi sono le responsabilità erariali, quel­le penali e quelle civili, però non ce n'è una da maneato raggiungimento degli obiettivi, se non a livello teorico: questa, però, è una sfida di buonsen­so, che nell'arco di quattro anni può essere vinta e affrontata se partiamo subito e se abbiamo anche il coraggio - lasciatemelo dire - di far emergere in modo netto, chiaro ed evidente che ogni centesimo speso dalla pubblica amministrazione debba essere visi­bile on line da parte di tutti». Infine, fisco e giustizia. Renzi userà la delega fiscale per inviare a tutti i dipendenti pubblici e ai pensionati direttamen­te a casa la dichiarazione dei redditi. Sulla giustizia molte frasi ad effetto: «Lavorano più, negli appalti pubblici, gli avvocati che i muratori». Insidiosa, ma all'apparenza molto incisiva, l'ini­ziativa sulle Regioni per 'introdurre una clausola di intervento della legge statale anche in materie fin qui asse­gnate esclusivamente assegnate alle Regioni. Molti i segni di trattativa con Forza Italia. Sul ddl Delrio «per impedire che il 25 maggio si voti per le Province», «Poi ne riparliamo nel Titolo V» e sullo jus soli che scattereb­be alla fine della quinta elementare a rlipei anni rI'età,

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RENZI PER FELTRI Un imbonitore corne il Cav Pisle/li a pag. 5

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DI GOFFREDO PISTELLI

Vittorio Feltri registra la novità di stile di Renzi ma non se la sente di dargli un voto

Per il momento sono solo parole Il pericolo più grosso viene dal suo stesso partito

Eccoci al Renzi I. Arriva il governo che suscita grandi speranze e al­trettanto grandi livori.

Un premier e un esecutivo at­tesi à molte rotture. 10 schema che potrebbe andare in fran­tumi è quello destra-sinistra: sembra il primo governo della storia che appare in grado di avere un consenso nel Pae­se fuori dai recinti ideologici soliti. Guidato da un leader di centrosinistra, financo un segretario di partito, potrebbe infatti piacere anche agli elet­tori di centrodestra.

Sarà così? Vittorio Feltri, che a lungo è stato un campio­ne dell'Italia moderata, dando­le voce, a volte strillandola, coi giornali che ha diretto, può es" sere un test affidabile. Quando ci risponde al telefono, Renzi parla ancora all'emiciclo di Palazzo Madama.

Domanda. Direttore, sia­mo dunque arrivati a Ren­zi al governo. Che gliene pare?

Risposta. Questo signore ha molto successo perché usa un linguaggio nuovo rispetto agli stilemi, ai canoni del po­litico tradizionale. Ignora il politichese classico. Usa un altro lessico, diverso, alla por­tata, e questo è già motivo di attenzione da parte del pub­blico. Induce nelle persone un senso di confidenza maggiore rispetto ai predecessori.

D. Un ribaltamento della comunicazione politica, in effetti.

R. È questa è una grande nota di merito. Però è evidente che non bastano le parole: ser­vono, e sono importanti, a cat­turare consenso, a far capire gente quel che vuoi fare. Dopo di ché rimane il problema di sempre ...

D. Vale a dire? R. Sarà capace, Renzi, di

essere coerente con quello che ha detto? Se no. si ritrova ra-

pidamente nellà palude di cui lui stesso ha parlato.

D. Ché le difficoltà non mancano ...

R. Certo. Non basta avere un programma, un'idea, per­ché devi sottostare comunque ai regolamenti, ai riti e alle liturgie di una politica mai svecchiata nella sostanza, dalla fondazione, dall'Unità di Italia.

D. Scontiamo vizi antichi cioè ...

R. Massì, se andiamo a ri­leggere ciò che accadeva prima del fascismo, nell'Italia giolit­tiana, rimaniamo stupiti di do­ver trovare le stesse parole, le stesse difficoltà. Perché siamo, da sempre, un Paese di legulei, di adoratori della norma. Non è vero che prima si fa la legge e poi si trova l'inganno: è vero il contrario! Spesso l'inganno è insito nella legge. Mai nessuna riforma, fatta in questo Paese, è stata all'altezza: di solito è stata peggiore del buco da rat­toppare.

D. Renzi parrebbe averlo capito, visto che una delle riforme che ha messo in agenda e della quale parla spesso, anche oggi al Sena· to (ieri per chi legge, ndr), è quello delle burocrazie ...

R. Resto convinto che Renzi debba fare i conti innanzitutto col proprio partito, col Pd, che mi pare lo stia osservando. Poi si dovrà misurare con tutti gli altri partiti e col potere ostati­vo tipico delle coalizioni, dove i veti incrociati sono all'ordi­ne del giorno. Quindi ci sarà la fase esecutiva delle riforme, dove appunto il sistema della dirigenza pubblica sarà deci­sivo, perché sono i burocrati che scrivono materialmente le leggi e spesso le fanno non applicabili ma interpretabili. Persino Benito Mussolini ha introdotto il sistema dittato­riale per superare le pastoie

che frapponevano alla sua vo­lontà riformatrice.

D. Non mi pareva avere una vocazione democrati· ca, peraltro. Un altro ca· valiere, Silvio Berlusconi, s'è sempre lamentato del potere dei burocrati. Fa· mosa l'espressione della macchina che «gli ,re~ava contro» ...

R. Guardi B. aveva un'ag­gravante ...

D.E cioè? R. Che mentre cercava di

fare, delegava. Pensi che dele­gò a Giulio Tremonti la re­alizzazione della Rivoluzione liberale. Affidare una cosa del genere a un socialista è una contraddizione in termini.

D. Beh, certo Tremonti fu un dei Reviglio boys (da Franco Reviglio, ministro socialista delle Finanze, ndr)

R. Appunto. No, B. è stato bravissimo nel catturare il consenso, nei discorsi, nella vendita. Un gran venditore. Peccato che non avesse il pro­dotto. Insomma non ha mai avuto la vocazione del gover­nante e non ha mai governato. Qualche legge ad personam e, nemmeno andata a buon fine ... ,D. A guardare dai risul·

tati, dice? R. Dico. No, B. non sapeva

manco farsi i cazzÌ propri, mi scusi, figurarsi se sapeva fare i nostri.

D. Ma torniamo a Renzi, direttore.

R. Torniamoci. Sul punto delle burocrazia sono curioso di vedere come farà. Così come vorrei vedere dove andrà a prendere le risorse per le cose che ha promesso ...

D. Oggi ha parlato di un piano straordinario sul· la scuola, anche edilizio, da realizzare da giugno a s~ttembre,.~ per il quale

rimuovere 11 Patto di sta· bilità. "Par· tiamo dalla scuola", ha detto ...

R. Sì, sulla scuola ci han provato tutti: maè dal 1960 che non si fa altro che peg­giorare. Da quando iIitro­ducemmo la scuola media unica. Lo ricor­do bene perché allora, facevo parte della commissione che studiò la cosa per il Partito socialista. Eravamo convinti che fosse una riforma neces­saria ma è stata una boiata che ha abbassato il livello del sistema. Così ora abbiamo un sistema scolastico gentiliano ma peggiorato. Uguale ma in peggio.

D. Renzi ne ha parlato spesso, in passato. Un tema da Leopolda ...

R. È una scuola diventata ricettacolo di gente poco capa­ce, anche perché mal pagata, per cui i migliori fanno altro. Tutta l'istruzione registra uno scollamento con la vita reale e produttiva; col mondo del

lavoro. D. Anche l'università? R. Beh, èerto.' Schifata

dall'industria perché convinta che l'accademia sia superiore alle banalità della produzione. 10 vediamo dai riostri laure­ati ...

D. Feltri, ma quali sono i nemici veri di Renzi, oggi?

R. Sono quelli che vogliono mantenere lo status quo, che non hanno nessuna voglia di 'sperimentare e sono tutti im­pauriti da questo giovanotto che, è vero, si presenta con una punta di bullismo, o che è avvertito come tale, e susci-

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ta diffidenza perSino nei suoi stessi compagni di partito.

D. Gli diamo un voto? R. Purtroppo non possono

giudicarlo che dalle parole. Almeno il primo trimestre, lo valuteremo solo dalle inten­zioni, più che dagli atti, quindi sospendo il voto.

scritto che questo incarico «è un impegno che farebbe tremare i polsi anche a un governo di sta~is!i e fuo­riclasse». Come dire che l'ese-cutivo è di

R. Stella ha ragione, per carità. Però sarebbe stato meglio fare gli esem­pio, doveva dire: ha scel­to Tizio per

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programma, non basta dire non va.

D. B. annuncia un'oppo­sizione ragionevole ...

R. Posizione di buon senso.

D. Nemmeno sui. mini­stri? Gian Antonio Stella ha

tutt"altra pasta. .. questo ministero e invece an­

dava meglio Caio. E così del

Quasi banale, però. Se uno mi propone di guadagnare un milioni di euro, anche se è di sinistra prima di dire no, sto a vedere.

~Riprodu.ziom riseroaia-II

. Sifra presto a dire che si v,uoi rifo1'lfu:Lre

la scuola. Etial1960

che non si fa altro' che peggiorarla,

d'it qaando si varò , .. lff riforma della ;sc.uola media unica

In Un certo senso as­somiglia a B;erlusconi che flstato brallissimo

nel catturare il consenso, ,

un grtmde venditore. Peccato che poi

. non avesse il prodotto

Se non riuscifa a produrre '.

dei latti cQncreti'(e presto); Renzi

si troverà. neUa stessa paluàe

che aveva invischiitto il suoprt3decesso·re

a Palàzzò Chig; •

B. non a~elllt" la vocazione del gover­nante ed i7ifatti non ha. mai governatfi1

;SttJv(J qu,alçbe legge .ad lter~o~m che

p;oi:n(lft:f'1f,emmeno andtita'1monfine

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.' 'che prima si li! la l~gge e IQ; sìttòvft

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è lPP dentl'6leleglfe

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Data 25-02-2014 Pagina 18 Foglio 1

ItaliaOggi

Salone dello Studente Campus Orienta, prende il via oggi l'edizione di Monza

Prende il via questa mattina l'edizione di Monza del Salone dello Studente Campus Orienta (www.salonedellostudente.it).la più importante manifestazione italiana de­dicata all'orientamento post-scolastico e universitario, che si svolgerà oggi e domani presso l'Autodromo Nazionale (Palazzina Ospitalità - Via Vedano 5), dalle ore 9.30 alle ore 13. n Salone dello Studente, a Monza per l'ot­tava volta, si tiene in nove città italiane, da Catania a Thrino, passando per Lamezia Ter­me, Bari, Roma, Pescara, Firenze e Milano, coinvolgendo un centi­naio tra atenei e scuole e circa 200.000 studen­ti. A Monza sono attesi oltre 5.000 ragazzi. A Monza sono presenti circa 40 espositori, tra cui alcune delle uni­versità e degli istituti italiani più prestigiosi. Inoltre, a disposizione degli studenti ci sono 6 simulazioni al giorno dei test d'ammissione all'università; 9 sale orientamento di cui 3 dedicate alla formazio­ne classica, 3 alla professione, 1 ai colloqui di orientamento personalizzati con gli psico­logi dell'Associazione italiana psicologi. Fra le novità dell'edizione monzese, la pre­senza degli istituti tecnici e di formazione superiore e degli istituti con corsi serali. <<Anche gli istituti superiori serali hanno un ruolo importante, sia nel raccordo tra mondo del lavoro e formazione degli adulti, che nel­la promozione della cultura. E' interessante dire che ai già ottimi istituti presenti in città si affiancherà, dal prossimo anno, il primo liceo artistico serale della Lombardia», ha commentato Rosario Montalbano, assessore all'istruzione del Comune di Monza. <<Anche Monza e.la Brianza sono toccate da

una seria crisi economica, che si manifesta anche con la disoccupazione giovanile: è ancora più necessario, dunque, organizzare attività che avvicinino il mondo della scuola e il mondo del lavoro, perché un buon pel"­corso formativo deve essere caratterizza­to anche dalla sua spendibilità lavorativa. Sono convinto che Il Salone dello Studente Camp\lS Orienta! costituirà anche quest'an­no una tappa importante di un percorso che contribuirà a costruire prospettive formati­ve e professionali attive e consapevoli», ha continuato Montalbano. '

«Puntiamo ad un 2014 scop:idettante, con la partecipazione di più studenti, più scuole ed università e con una presenza ancora mag­giore delle istituzioni», ha dichiarato Domeni­cò Ioppolo, a.d. di MF Conference, la società di Class Editori che organizza il Salone. «Sono diverse le novità

che presenteremo quest'anno, a cominciare dall'edizione che si terrà li Thrino, dall'am­pliamento dei temi alla creazione di un'area internazionale, dove accogliere istituti pro­venienti da tutto il mondo. Inauguriamo l'edizione di Monza guardando con fiducia al prosieguo dell'anno, consci dell'importan­za che ha la manifestazione, unica in Italia li consentire un punto di contatto cosÌ coin­volgente con la comunità degli studenti», ha concluso Ioppolo. Il Salone dellò Studente, organizzato con il patrocinio I!pUa Commissione europea e in collaborazione con ActI Stage Sportello Stage, è promosso dal Comune di Monza in­sieme alla Provincia Monza Brianza e all'Uf­ficio Scolastico per la Lombardia- Monza Brianza.

Ullalia punti sul Fattore Mrica

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Data 25-02-2014

ItaliaOggi Pagina 33 Foglio 1

E PER SMAI..TlRE Il.. PRECARIATO, I..'IPOTESI DI DESTINARE SOl..O Il.. 25% DEI POSTI A NI!JO~I CONCORSI

Graduatorie a esaurimento, si lavora per aggiornarle Intanto utili anche le abilitazioni Ue: valgono 30 punti

DI CARLO FORTE

Ititoli di abilitazione conseguiti nell'Unione europea potranno essere fatti valere 30 punti, già dal prossimo anno, ai fini del­

le graduatorie a esaurimento. Così come avviene per i titoli rilasciati dalle scuole di specializzazione all'in­segnamento secondario. A patto che i relativi percorsi formativi siano in tutto analoghi a quelli italiani. E cioè, due anni di corso dopo la laurea, fre­quenza obbligatoria e inconciliabilità dell'eventuale servizio contemporaneo alla frequenza, natura teorico-pratica del corso abilitante. E questa la novità più importante contenuta nella bozza di regolamento per la riapertura delle graduatorie a esaurimento sulla quale stanno lavorando i tecnici del ministe­ro dell'istruzione.

Nulla di fatto, invece, per l'iscrizio­ne dei neoabilitati, salvo che per quelli che erano stati iscritti con riserva. Che potranno scioglier la o potranno mante­nere l'iscrizione con riserva a seconda della propria situazione particolare. Si pensi, per esempio, agli ammessi con riserva per effetto di provvedi­menti dell'autorità giudiziaria per i quali non sia stata ancora emessa la sentenza definitiva. Una cosa è certa, però: la produzione continua di norme speciali che, nel corso del tempo, han­no impedito alle graduatorie a esau­rimento di rimanere chiuse a chiave,

sembrerebbe essersi interrotta. Ad oggi, l'aggiornamento delle graduato­rie è a normativa vigente, ma secondo quanto risulta a ItaliaOggi, a viale Trastevere si starebbe lavorando ad un'ipotesi legislativa che dovrebbe por­tare ad un'accelerazione del processo di assorbimento dei docenti precari, attualmente inclusi nelle graduatorie a esaurimento, che attendono da anni l'immissione in ruolo. Secondo tale ipotesi, il criterio dell'alternanza delle immissioni in ruolo tra graduatorie dei concorsi e graduatorie a esaurimento dovrebbe essere modificato in favore delle graduatorie a esaurimento. Così da favorire l'esaurimento delle stesse in tempi più rapidi. Attualmente, le immissioni in ruolo vengono tratte al 50% individuando gli aventi diritto scorrendo la graduatoria dei concorsi e il rimanente 50% scorrendo le gra­duatorie a esaurimento.

Secondo l'ipotesi al vaglio di viale Trastevere, la percentuale da desti­nare alle graduatorie a esaurimento dovrebbe salire al 75% e quella dei concorsi al 25%. Ma per fare questo sarebbe necessario un intervento legi­slativo ad hoc. E siccome i tempi sono strettissimi, l'unica strada percorribi­le, resta, come sempre, quella della de­cretazione d'urgenza. Una strada tutta in salita. Specie se si pensa alla mole impressionante di contenzioso che ha caratterizzato la materia delle assun­zioni negli ultimi anni. Resta il fatto, però, che l'intenzione del legislatore va

nel senso di cancellare gradualmente quello che una volta si chiamava dop­pio canale, per riportare totalmente il reclutamento dei docenti nell'alveo dei concorsi ordinari.

Con una differenza di non poco con­to rispetto al passato. Mentre prima della riforma ai concorsi si accedeva con il mero titolo di studio di acces­so al posto o alla classe di concorso di interesse, adesso, per essere ammessi al concorso, è necessario possedere già l'abilitazione. Quanto alle altre novità della bozza di regolamento sulle gra­duatorie, da segnalare il riconoscimen­to del servizio prestato dai precari non inseriti negli elenchi salvaprecari tra­mite i contratti regionali. Ma solo per i giorni effettivi di servizio. In più, a partire da quest'anno, la fascia aggiun­tiva nella quale erano stati collocati i neoabilitati grazie a norme speciali prende il nome di N fascia e va a re­gime definitivamente.

Nessuna novità, invece, per il soste­gno alle superiori i cui elenchi rimar­ranno suddivisi rigidamente per aree (ADO l, AD02, AD03 e AD04) a fronte dell'unificazione delle aree che dovreb­be andare a regime già da quest'anno per i docenti di ruolo. Rimane anche quest'anno la situazione di incertezza nella delicata materia dell'accesso alle assunzioni riservate agli invalidi e agli orfani per lavoro. IJamministrazione, infatti, intende confermare il requisi­to della previa disoccupazione all'atto della presentazione della domanda di riconoscimento della riserva.

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ItaliaOggi

m ANnRÉAG.bOS,()*

dovrà~gserè. unaptiorità Ua .valu.ta~?~ ... e ...... nena sc,UOlll ..

ell'agenda dm nuovo mini~ , strtrStefania Giannini? Cre­

diamo al'Sì. Certo, à pnma'mta si pUÒ ritenere - con: qualche fondamefito -chè altre criticità dèlnòstto sistema d'istrilZionè. siano.àriOOti.\.piÙ: urgen­ti: taSsi di abbandoIìl.i, divari territoriali degli apprendimenti, crisi delhl sc~ola medi'a., edilizia sColastica. E'; soprattutto, il. reéluta-· mento, la formaziane· e le camere degli ìì1~ segnanti, il vero nodo cruciale della Ilcuola, su· cui il nuovo mini~ stro ha: già Cònùrtcl8to a· dare indicatiortì i'tl- o

teress-a:nti. Se, tutta-via, .nei prossimimMi il governo non riUsci-rà il fate npartireiil processo che eOnduèe aI Sistema nazionale cji valutazione, arenatosi da un ann'6;'11talia si prl~ verà - fbl'lSedefWtiVlmìente-'- di \Jno strumentO poten~ di diagnòsi delle d. ebolezzè ·.della Pf6.·)pna. scuòla.; .una tisorsasenzaia .qutllè'gli stessi pro­hlemielencati nonrÌcevono un'à(te..

'guaw;méSsa ~·ÌÌJ()$ e,~lì;lliqu~,non possono eSsere aBrontatì con llucçessO. Aq,~s,~c{mcl~~oné.ariiv~ . . ,por­t() 'ilèllà l'ondàZ1one AgnèU'alu­tazione della scuola, A che cosa serve epercké è'necessari:a'al,l'Italia,appena pùbblicato dà LaterZa. . ..

Non s.l;U'à faèil~;D8. ùn lata, infatti, oceorrerebbe-cambiaté pàSSa e tenere ben dritto il tìnione iri direZione dì una attuazione - sia pure con

numerosi correzioni ;;. del Regolartlento del SiStema nazionale di valùta:zione approvato nel 2013 dal governo Monti. Dopo 15 anni di false: -partenze e ondeggiàmenti, un ulte­riore prolungato stallo eqmvarrebbeal fullimen~ to.· Dall'altto,: tuttavia, senirebbe arrtlarsi di pazte~ e dare vita à un runpiodibàttitonazionale ·per eosti'ù.lre ciò °me:":al di là delle soluzIoni a:rehitet­toniche.:.:.anooradawerò m~ca: il <ìòMenso degli

ìimeghanti,troppidei quà!i vedono la valutazione ancoraeon:llospettO,ri­tenendòlopiù' Una n;p.nàèciaclieuno str\lìi1ento dimigliòtanlèItto.

. La stOria . ~!>ntà; Nel cor-so'déglianni, gli . gj<sono conviriti che la val. .eun ~DePienw per gil~iì:tt tètion. ~li ~erisorse ~ la s~o a,con: rl-

~4~tr:~:e~f(~~fTV:: Su questi aspetti, in effetti, non c'è stata.'chi.ar$zaPoIiti'cil:6liè bi. fOsse al gt!vemo questa. (I quella'1XYàliZiòne, oppure un esecutivòtecnii», àiaOéenti Ilon è Iriaistato spiégataellieèhecosà si voglia.davVero vaIu~ioon'qualì strumenti e snlla base di quale idea di scuola: L~ re$ìsténZj1ide'9lògioo: e corporativa dinna bùbna,parlièdei sindacati ha fa.tto pOi il. restO.' , ..

Un percorso dicliiarlm~ntq e di costruzione del COhsèi$O nel1ascùom dòVrebbepattiI'ed*alcÙIle lezlòniap­prese, che il Regòlamento sold1rlparte ha fatto propnè. QUi lè èi;\prlmiamo Ìn modo apOOittjco; nel RappOrto siàtric~ ehiscono diargomentfedevidetlze;

In prhno luogo; urt Sistema nazio·

Data 25-02-2014 Pagina 34 Foglio 1

nale di. vàhlt~one de\1~ QPel'ate SO:. pratttitto 'a dw livelli,: (i)q'QeU() della va1ùtazionédel sistemad'istrllZiOìlè· nelstlo ~omplésSo~ qùfilèon-senso e'è; (ii) que1l6della va1utàZione della. quàlità 'délléscUo'lé(ntlridèi~;ngoli ittsegn~ti) per fQmire\ . o •. '.

ti di di~òlli Il'écéSsa,rl . . . proCè$sidi :tdèittsiènl~' per o~. .., 1m llifJnn~òiJ àffidabni -éu'tlli a cO):l.'l.Piélle ~t\&:plil, avvertite/.· .,r:' r: i: .. In~doJUpgUi la~~t(iZi9l1edeho

lésevwle:dè\re i1Wi~gIi strumenti dellà oosiddetta vruutazi.Q~ «esterna» ( . . Jnv:allll e vi~' . . ole de-gU. .'. ti); senza~dei quali q . forma di autovalutazÌ9ne .è inevita iIroente autoreferenziale. Ma questi stru!:l\.entr nonvanno'associati a premi .. eoonomici(o 8:. s~oni): .sia YespenènZa ittternaziori.alé sia gli e~ti deUe spèrln:tentamorueandatte inqu~ stianni dal Miur conferm-àr\.o chetale ~ppÌ'occio èhaeffétti rontroproduceil­ti;'c!mle la .tentazÌIJne de'i dOcenti di manipOlare lè proVèo indirizzare l'in­segnamentO al :rtìerosupéramento dei test. .

Sé una scuola ya bene e la valuta­zio~e lo rivela, il suO «premio» dovrà essere una cre;cita: Ulterioredèlla IlUà autonomia; a ogni nvellQ,còìiipreso qUélladeUagesti-one delle· risorse .. umàJie. E peri docenti?l\rOilbìsogna f'o-i<se prEthllarne iltn;èritÒ"?Certo, pro- .

. ri.i <li ca:rti.era ediretribuZione 'conoscère chi meg:liò fàepHi

S'rmpegna1!Otio dovetQse. Ma'seWòn6: gl~ strtunenti tldattiiqùèlli dénaYl:ilu~ taziollé esterna .... in ptimis.1e Invalsi~aqueStOIlCòpO!.n()ti ConcorSi dia" . potetidigiuilizloai . se:rnbtanO:solliiiom •

, *dirrittorè dè.llil.1!ondtr~ . ·Gib'vf.tJt1if;~fì

AZlr,.'dn :,Cl,OI il I r a """",, d_Il" ro",I"L,~~:-,-;;:;7;::;;;;:-;;;:;;;-;;;;;::;;:', ,h H" ,,,t,·,,,,,!,,,,,,,,,,I, Yalutarc sì, Ina non per punire :r:.~ .. : ~::=:~. ::~,.;;.,,;;;. ,1':"",,.,,,,,,,, "Ì: '"1*''''''';''' ::i:-lii,;;="",.,,,,::,,,,,,.

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Data 25-02-2014

ItaliaOggi Pagina 34 Foglio 1

La ricerca della Fondazione Agnelli sugli effetti distorsivi di un sistema premiale

Valutare sÌ, ma non per punire Tra i punti deboli, l'assenza di riforma della governance

DI GIOVANNI SCANCARELLO

Il valutazione usata

per premiare o punire i docenti non funziona.

ivide anziché unire il mondo della scuola e non ne restituisce una fotografia at­tendibile. Tra l'altro, la valuta­zione non è utilizzata per dare aumenti ai docenti neanche negli altri paesi europei. E lì dove, come in Usa, si sono fat­te sperimentazioni in tal senso, ora si sta tornando indietro. Il valore aggiunto della scuola nell'apprendimento dei singo­li studenti, infatti, è sempre il frutto di un lavoro di squadra: le scuole andranno pertanto valutate su come lo organizza­no e progettano. Se n'è parlato lo scorso 20 febbraio a Roma, durante la presentazione della ricerca dal titolo «La valutazio­ne della scuola. A cosa serve e perché è necessaria» della Fon­dazione Giovanni Agnelli.

Tra i punti deboli del rego­lamento del sistema nazionale di valutazione (Snv), varato a marzo 2013 dall'allora uscen­te governo Monti, soprattuto fassenza di investimenti sulla formazione dei docenti. Tra i punti forti, quello di aver tracciato nuove coordinate di lavoro e unificato le tre gambe (Invalsi, Indire e corpo ispet­tivo) rimaste slegate. Fino ad oggi, spiega la Fga, ce la siamo cavata di fronte all'Europa con le sperimentazioni sulla valu-

tazione delle scuole. È soprattutto con l'allora ministro dell'istruzio-ne Mariastella Gelmi-ni che, tra richiami al merito e tentativi di

introdurre la valutazio­ne della perfurmance di Brunetta, si assiste ad una stagione di progetti sperimentali. Vqs, Va­lorizza, il Vales, ne sono la testimonianza. Espe­rienze che consentono comunque l'emersione dei punti deboli e degli errori da evitare però in futuro. Alla luce dei risultati conseguiti ad esempio dal progetto Valutazio­ne per lo sviluppo della qualità delle scuole (Vqs), spiegano i ri­cercatori coordinati da Andrea Gavosto, direttore della Fga, i docenti non hanno ancora capi­to il valore aggiunto procurato dalla valutazione esterna, re­sta il dubbio sulla correttezza della conduzione delle sommi­nistrazioni da parte di alcune scuole nei confronti di altre (cheating), il modello teorico e metodologico di progetti, che prevedevano premi in denaro per i migliori, è stato giudicato oscuro. Un sistema condiviso e generatore di trasparenza, se­condo la fondazione, vedrebbe invece ricollocati i soggetti del Snv e le loro gambe all'interno di una strategia nazionale di innalzamento degli standard di istruzione. Con l'Invalsi preso a verificare le politiche di svi­luppo dell'apprendimento e a sostenere le scuole attraver­so la valutazione esterna per certificare competenze alla fine dell'obbligo, con gli ispet­tori a valutare l'operato delle scuole, anche visitandole pe­riodicamente, con una griglia in stile Ofsted alla mano, e con le scuole e l'Indire impegnati nella formazione e nei piani di miglioramento previsti dal

regolamento. Resta poi il nodo della col­

legialità. Senza riforma degli organi di governo della scuola dell'autonomia, la valutazione potrebbe restare al palo. Ma senza valutazione delle scuole, anche la collegialità rischia la paralisi. Nel nostro Paese si è iniziato a parlare di autonomia scolastica e poi di valutazione, senza affrontare prima, però, la riforma degli organi collegiali. Un passaggio a vuoto che forse non ha aiutato nemmeno a far scattare l'imprinting tra scuola e valutazione ester-na. Tra i dati rileva-ti dalla Fondazione Agnelli colpisce che «in alcune scuole, sono stati i genitori eletti nei consigli di istituto a guidare la fronda contro la spe­rimentazione». Nella collegialità, quindi, è sorta la barricata. Valore costitutivo del nostro sistema scolastico, frutto di conquiste democratiche degli anni settanta, la collegialità risulta talmente radicata nel dna della sèuola, da rintrac­ciarsene i segni sin dai tempi dei regi decreti. Che la collegia­lità vada considerata di priori­taria importanza è confermato dagli stessi ricercatori della Fga, quando dicono che la que­stione della governance della scuola diventa «endogena e quindi è corretto considerar­la rilevante per la valutazione della scuola, attraverso una misura di valore aggiunto, attraverso prove standardiz­zate». Ma se di riforma degli

organi collegiali si parla sin dai tempi della legge Bassa­nini e fino ad oggi non se n'è ancora fatto niente, un motivo ci sarà. Una cosa è certa: biso­gnerà pensarci bene, prima di chiedere cessioni di quote di sovranità degli organi colle­giali democraticamente eletti. Se da una parte, di tutto c'è bisogno, meno che di altri ele­fanti nella cristalleria, dall'al­tra c'è da scommettere che il confronto della scuola con la valutazione, se rivolto vera­mente a innalzare i livelli di apprendimento dei nostri stu­denti, si giocherà soprattutto sul piano della collegialità. Un confronto che però richie­derà competenze per essere adeguatamente impostato. «La valutazione delle scuole sembra adeguata a integrare due dimensioni», si legge nella ricerca della FGA, «a prima è quella di rendere i singoli isti­tuti responsabili (accountable) per i loro risultati; la seconda è quella di usare i risultati di apprendimento degli studenti per valutare l'efficacia dei pro­cessi didattici e organizzativi di ciascun istituto». È proprio grazie alla valutazione che si innescherebbe, secondo FGA, quella riflessività della comu­nità professionale e collegiale che è decisiva per creare con­senso e migliorare. È infatti solo grazie alla valutazione, spiegano i ricercatori, che sarà possibile diagnosticare «le lacune ed eventualmente proporre azioni di migliora­mento, attraverso la pratica di fornire alle scuole i risultati aggregati dei test standardiz­zati, integrata eventualmente da visite ispettive, grazie alla riflessione interna alla scuola stessa».

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! PER DISINNESCARLA, IL MINISTRO GIANNINI DEVE INTERVENIRE SUBITO

I Il pasticcio della reiterazione delle supplenze, I una vera bomba ad orologeria per viale Trastevere I

DI MAx BRUSCHI*

Nell'austero palazzo di viale Trastevere, sede del ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, c'è una bomba a

orologeria. Che fa tic tac, tic tac, nell'at­tesa di chi vorrebbe disinnescarla e non può, di chi prega che svapori all'alba, come se fosse un brutto sogno, o aspetta con fa­talismo che esploda, sperando in danni limitati, o che faccia cilecca. n detonatore potrebbe sCattare il 27 marzo, quando la Corte EUropea (CEDU) sarà chiamata a rispondere (tra le altre, ma è la questione principale e dirimente) alla seguente do­manda postale dalla Corte Costituzionale con l'ordinanza 207/2013: è lecito o non è lecito ai sensi del diritto comunitario, che vieta, per direttiva e giurisprudenza, l'abuso di contratti a termine, coprire p0-sti <<vacanti e disponibili» con contratto a tempo determinato «senza indicare tempi certi per l'espletamento dei concorsi»?

Domanda cui ha già risposto la Com­missione europea, depositando osserva­zioni che metterebbero in allarme anche il più distratto dei lettori. Se la CEDU dovesse sancire l'incompatibilità delle norme italiane sul comparto scuola con la legislazione comunitaria, in verità, non si determinerebbe l'assunzione in massa dei ricorrenti, come qualcuno pro­paganda. La palla tornerebbe alla Corte Costituzionale e poi ai tribunali del lavo-

ro, che potrebbero «andare alla groSSll», senza distinguere tra le varie tipologie di contratti e di situazioni, comminare sala­tissimi risarcimenti e solo al limite, e forse in maniera spericolata, perché in deroga alla Costituzione, imporre assunzioni. TI danno al pubblico erario sarebbe enor­me. La soluzione forse c'è, ma il tempo a disposizione è davvero poco. TI ministro avrà giusto il tempo di giurare e agire, o affidarsi all'italico stellone.

Occorrerebbe procedere per decreto legge, e subito. Fatta la revisione dei cicli scolastici (era comprensibile che ci fossero remore ad assumere a tempo indetermi­nato su posti dovuti a una sperimen­tazione che tutti i ministri, da Luigi Berlinguer in poi, avevano intenzione di «sbaraccare»), l'organico di diritto è fissato per legge.

Con un poco di coraggio, si potrebbe anche varare il regolamento sull'or­ganico di rete, rimasto lettera morta. Ma va superata la logica dei «piani straordinari», che rischiano di rap­presentare, agli occhi della CEDU, un'aggravante e va battuta la strada aperta dal decreto legge 104/2013 sui posti di sostegno, destinati ad essere progressivamente coperti con contratti a tempo indeterminato: basta estende­re la stessa disposizione al personale docente e Ata. Con chiarezza, tempi certi, senza furbizie e cadenzando con precisione le procedure concorsuali, per evitare ulteriori guai dovuti.alla

mancata spendibilità dei titoli di abi­litazione da parte degli esclusi dalle GAE: «In esito a una specifica sessio­ne negoziale concernente interventi in materia contrattuale per il personale della scuola, che assicuri l'invarianza finanziaria il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca è autoriz­zato, a deéorrere dall'anno scolastico 2014/2015, ad assumere a tempo inde­terminato personale docente, educativo e ATA per la copertura di tutti i posti vacanti e disponibili nell'organico di diritto di cui alle dotazioni organiche del personale, individuate ai sensi dell'articolo 19, comma 7, del Decreto Legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111. Alle assunzioni si proce­de attingendo per il 50% attraverso lo scorrimento delle graduatorie perma­nenti di cui all'articolo 401 del Testo unico delle leggi sulla scuola, per il 50% attraverso l'indizione di concorsi per titoli ed esami con cadenza biennale, riservati a docenti abilitati ai sensi della normativa vigente. Ai candidati inseriti nelle graduatorie di merito di concorsi antecedenti alla data di ema­nazione del presente decreto legge, è riconosciuto il titolo di abilitazione». Al Minosse comunitario, forse potreb­be bastare. Dum Ramae consulitur, o vogliamo intervenire?

*dirigente tecnico del Miur ----©Riproduzione riseroata~

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Per rendere operativo il recupero serve l'accordo all'Arano Intanto le stoccate del neoministro

Salvascatti all'esame del senato Emendamento Marcucci per lo stop sugli stipendi Ata

DI ANrIMO DI GERONIMO

Il decreto salvascatti ver­so l'aula. Entro oggi la commissione istruzio­ne dovrebbe completare

l'esame degli emendamenti al disegno di legge 1254 di conversione del decreto-legge 3/2014, in materia di automa­tismi stipendiali del personale della scuola. Il testo è slittato di qualche giorno, per dare tempo al nuovo governo di insediarsi. E proprio dal neo ministro dell'istruzione, Stefa­nia Giannini, sono arrivate le prime stoccate agli scatti, che fanno pensare a una modifica ulteriore delle progressioni di carriera. Dopo il sì dell'aula al dI, che va convertito entro fine marzo pena la decaden­za, il provvedimento andrà alla camera per il via libera definitivo. Il dispositivo ser­virà a cristallizzare gli au­menti corrisposti nel 2013 ai circa 80mila lavoratori della scuola che hanno maturato il gradone grazie alla valuta­zione del 2013. Che manter­ranno sia gli aumenti che la classe stipendiale successiva così maturata. Ma non servi­rà a recuperare il ritardo nella maturazione dei gradoni per tutti gli altri lavoratori. Anzi,

se il governo non darà il via libera definitivo all'avvio della contrattazione in tempi brevi, il rischio che si corre è quello di perdere definitivamente questa possibilità. Il decreto legge, infatti, prevede che se le parti non si metteranno d'ac­cordo per chiudere il contratto entro giugno, pattuendo il re­cupero del 2012, i 120 milioni di risparmi derivanti dai tagli operati dall'articolo 64 del de­creto l{lgge 11212008 saranno risucchiati dall'erario. Resta il fatto, pero, che i 120 milioni non bastano. E quindi biso­gnerà attingere dalle risorse contrattuali destinate allo straordinario. Che, peraltro, viene ordinariamente finan­ziato con una decurtazione della busta paga a monte di circa 900 euro l'anno a testa. Di qui la· neéessità di un con­tratto ad hoc. Uaumento di stipendio che consegue alla maturazione del gradone suc­cessivo consiste, mediamente, in 100 euro netti al mese.

Tra gli emendamenti all'esa­me della commissione, quello del presidente della VII com­missione, Andrea Marcucci, che prevede che non saranno «soggette a recupero le somme già corrisposte al personale amministrativo, tecnico e au-

siliario della scuola per le po­sizioni economiche orizzontali attribuite per gli anni 2011, 2012 e 2013 in virtù della sequenza contrattuale del 25 luglio 2008». Alle conseguenti minori entrate per lo Stato, pari ad euro 17 milioni per l'esercizio finanziario 2014, si dà copertura mediante cor­rispondente riduzione, per l'esercizio finanziario 2014, del fondo di istituto.

Per comprendere appieno la questione del blocco dei gradoni è necessario fare un salto indietro fino al 2010: l'anno in cui è stato emanato il decreto legge 78 dall'allora governo Berlusconi. Il decreto 78, infatti, è il provvedimento con il quale è stata disposta la cancellazione dell'utilità di 3 anni ai fini della progressio­ne di carriera: il 2010, il 2011 e il 2012. Ciò ha comportato il differimento di 3 anni del termine di compimento dei cosiddetti· gradoni. E cioè dei periodi di servizio al compi­mento dei quali si ha diritto ad un aumento di stipendio. Facciamo un esempio. Il con­tratto prevede incrementi sti­pendi ali legati all'anzianità di servizio al compimento dei seguenti periodi: 8, 15, 21, 28 e 35 anni di ·servizio. Uentra-

ta in vigore del decreto legge 78/2010 ha comportato uno slittamento in avanti di tre anni di tutti i relativi termini di compimento dei gradoni. Il primo è passato da 8 a 11 anni di servizio, il seCondo da 15 a 18, il terzo da 21 a 24, il quarto da 28 a 31 e l'ultimo, da 35 a 38 anni di servizio. Con l'entrata in rigore del decreto interministeriale 14 gennaio 2011, però, è stata ripristinata l'utilità del 2010. E quindi, il ritardo nella progressione di carriera si è ridotto da 3 a 2 anni, deterÌninando i seguen­ti termini di compimento dei gradoni: 10, 17, 23, 30 e 37 anni di servizio. Il 13 marzo 2013, poi, è stato sottoscritto un contratto ad hoc che, utiliz­zando parte delle risorse desti­nate allo straordinario (i fondi del cosiddetto miglioramento dell'offerta formativa) ha ri­pristinato l'utilità del 201l. E per effetto di tale accordo, i termini di compimento dei gradoni sono passati a 9, 16, 22, 29 e 36 anni di servizio. TI 25 ottobre scorso, però, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficia­le il dpr 122/2013, che cancella anche l'utilità del 2013, di fat­to, ponendo nel nulla gli effetti del recupero del 2011.

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Sostegno, anno utile

all'assunzione DI CARLO FORTE

I docenti che saranno im­messi in ruolo sul soste­gno, nell'anno in corso, con retrodatazione giuridicaal IO settembre, pomumofar valere il20I3J20I4 come anno di prova. Sempre che stiano presia.ndo servizio come supplenti nello stes­so insegnamento o classe di concorso o nell'inse­gnamento di materie af­fini. Lo ha fatto sapere il ministero dell'istruzione con una nota emanata il 20 febbraio scorso (Prot. n. AOODGPER. 1(41). L'amministrazione scola­stica ha spiegato che, ai fini della validità del pe­riodo, è necessario che gli interessati, entro la fine dell'anno, abbiano matu­rato almeno ISO giorni di servizio. Il dicastero di viale 'Irastevere ha spie­gato, inoltre, che la rinun­cia alla nomina in ruolo su posto di sostegno non comporta, esclusivamen­te per l'anno in corso, il depennamento dalla gra­duatoria ad esaurimento di posto c~mùne.

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FALLIMENTARE L'ESTERNALIZZAZIONE DELLE PULIZIE

Lsu, il nodo mai sciolto DI FRANco BASTIANINI

Si inasprisce la protesta degli ex lavoratori socialmente utili (Lsu) addetti alle pulizie in oltre quat­tromila scuole statali. Centro della protesta sembra essere, al momen­to, la provincia di Napoli. In set­tanta scuole di quella provincia si sono infatti registrate, nei giorni scorsi, addirittura occupazioni del­le scuole da parte di quei lavoratori che temono di perdere il posto di lavoro a causa del mancato rinno­vo delle convenzioni tra le imprese di pulizia per le quali lavorano e le scuole che li utilizzano. A causare il mancato rinnovo delle convenzioni sarebbero, secondo le organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltraspor­ti Uil, e anche secondo l'Usb,le riduzioni delle risorse previste per l'anno scolastico 2014/2014( da 545 mln a 284 mln - 48 per cento), riduzioni che comporteran­no inevitabilmente una ulteriore riduzione di personale rispetto a quella già registrata per il cor­rente anno scolastico, oltre ad un ulteriore taglio dell'orario di lavoro e conseguentemente del­lo stipendio mensile. Inoltre, ad avviso delle associazioni che rap­

'presentano le imprese del settore pulizie (Lorenzo Mattioli-Anip­Fise/Confindustria, Fabrizio Bol­zoni- Legacoop Servizi, Massimo Stronati -Federlavoro/Confcoope­rative), alla riduzione delle risorse va sommato una ripartizione delle stesse da parte del Miur che non

sempre corrisponde alle reaij esi­genze delle scuole. Non meno pesanti sono anche le denunce da parte della senatrice Francesca Puglisi, capogruppo Pd in commissione istruzione al Se­nato e del presidente della stessa commissione Andrea Marcucci ri­volte in particolare al presidente del Senato che ha bocciato l'emen­damento sugli Lsu. Il perdurare della protesta è l'enne­

'sima conferma che il futuro lavora­tivo degli ex lavoratori socialmente utili utilizzati nelle istituzioni sco­Ìastiche soprattutto nella pulizia dei locali, non si risolve ricorrendo a provvedimenti tampone o tem­Iloranei. E ormai tempo di prendere atto che il parziale tentativo di terziarizza­re i servizi di pulizia nelle scuole pubbliche, con le modalità con le quali è f;>tato posto in essere, si è rivelato impraticabile se non addi­rittura dannoso per le stesse scuole oltre che per il personale statale che in esse opera. Le strade da imboccare erano e restano pertanto due: disporre per legge che le pulizie dei locali scola­stici vanno affidate a ditte esterne alla pubblica amministrazione, unitamente ad una revisione degli organici dei collaboratori scolastici e delle loro mansionario, oppure di­sporre l'assunzione degli ex Lsu in pianta stabile negli organici dell~ scuole a copertura dei posti resi per tale scopo indisponibili. Ter­tium non datur.

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ItaliaOggi Pagina 36 Foglio 1

Ultimo atto dell'ex ministro Carrozza, la direttiva sull'orie.ntamento degli studenti

Tufor, silenzio sui compensi Poco chiare anche le indicazioni sulla scelta dei candidati

DI GIORGIO CANDELORO

A Ila fine venne il tu­tor. Due giorni pri­ma di fare le v.aligie ed essere sostituita

a viale Trastevere dalla montiana Stefania Gianni­ni, Maria Chiara Carrozza ha firmato il testo delle «Linee guida per l'orien­tamento permanente», le indicazioni operative per le scuole di ogni ordine e grado. La novità rispet­to al percorso avviato con il decreto istruzione dello scorso autunno, che aveva stanziato poco più di sei milioni e mezzo di euro per il settore, riguarda l'indivi­duazione, obbligatoria per ogni scuola, della specifica figura di sistema del tutor per l'orientamento. Dopo mesi di scarsa chiarezza dunque, la figura del tutor inizia ad uscire dalla nebbia nella quale era stato avvol­ta fin qui. Innanzi tutto se

ne individuano i compiti specifici: il tutor sarà il di­rigente del team di orienta­mento di ogni istitutI?, con compiti di coordinamento e di guida dei i docenti de­dicati della scuola. Inoltre sarà incaricato di program­mare l'orientamento sia per gli alunni in difficoltà che per le cosiddette eccellenze e dovrà interf,acciarsi con continuità con il territorio.

Molto più nebulose le indi­cazioni per la scelta e la sele­zione dei candidati -dovrebbe comunque trattarsi di perso­nale che farà richiesta indivi­duale di accesso alla funzione in base a un curriculum- e silenzio assoluto sulla loro retribuzione: si sottolinea che il tutor dovrebbe essere scelto tra i docenti interni della scuola dell'autonomia e configurarsi come middle manager, quadro dirigente intermedio collocato tra il corpo docente e il preside.

Se così fosse quella del tutor diverrebbe una delle figure

chiave della differenziazione di carriera tra gli insegnanti, oltre che la prima e per ora unica alternativa dirigenziale al capo di istituto, per quan­to ad esso subordinata. Ma le stesse note dicono che non sarà così. vista l'assenza di un'adeguata formazione degli insegnan:ti - comunque obbli­gatoria dal prossimo anno- e di un bacino interno alla scuola di professionalità certificate. Sussistono inoltre numero­sissime questioni di natura contrattuale e organizzativa che rendono assai complesso reclutare i tutor tra i docenti delle ~uole, anche nell'ipotesi che si possano reperire. pro­fessionalità interne. E allora? Se davvero dal prossimo anno scolastico ogni istituto dovrà avere il suo tutor, chi lo reclu­terà? Pescando in quale bacino di competenze? E soprattutto, se sarà un esterno, sarà re­tribuito con gli striminziti fondi di istituto, già decUrtati quest'anno di oltre il 50%, o con risorse dedicate? Sembra

in effetti estremamente impro­babile che i sei milioni e mezzo circa già stanziati per l'intera partita dell'orientamento pos­sano bastare a pagare i costi dell'istituzione di una nuova figura dirigenziale dotata di notevoli funzioni e di un ruolo che si prevede centrale.

A leggere con attenzione le note, infatti, sembra che l'orientamento sarà il cardi­ne di una scuola rinnovata: si spazià dal diritto del cittadino alla formazione per tutta la vita, alla costante alternanza scuola lavoro, all'inclusione so­ciale, all'educazione all'uso dèl­le nuove tecnologie, al rapporto continuo con le risorse del ter­ritorio e con l'impresa, al po­tenziamento dena conoscenza delle lingue straniere. Un libro dei sogni? Un documento a fu­tura memoria dell'ex ministro? Sono in molti a pensarlo, anche perché le priorità del nuovo governo sulla scuola sembra­no decisamente essere altre, su tutte superamento del pre­cariato e l'avvio delle laurée abilitanti.

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Immatricala;ioni in calo, studenti in campo niEMANUELA MICUCCI condo: l'accesso.al sistema universitario,:

«per molti precluso a causa degli eccessivi costi relativi alle tasse», illustra Vitale, ri­co.rdand() atenei co.n una tassa di iscrizio.ne iITegolare,al di sopra del tettoprevistodana legge. Terzo: il sisteIn;;t del numero chiuso.. <4'lisçrlminatorio e incapace di rispondere alle· . esigenze atJ;uali - prosegue ", Come. Fog chic­diamo da tempo che sia mesSo mw.scussÌooe questo sistema di sbarramento all'accesso universitario, che è un mooo ~r coprire 00-- .

Due dati da brivido: circa 3.000 im­matricolati in meno in un solo. trien­nio, oltre '78.000 in meno in lO anni.

. Colpal spiegano al MiUlj della crisi . economica e della sfiduciìt dei giovaniita~ liani nei eonfrontidegli istituti accademici. Fuga da1l'umverSitàe dal pezzo di èatta che nasconde un diritti> allo studio negato per il Forum nazionale dei giovani (Fng). «I nostri laureati non sono troppi, trop . sono i no­stri giovani disoccupati. ea Stefano Vitale, corisigliere Fng con delega a scuola:, università e ricerca. Sul banco degli imputati anche le risorse stanziate dal d1 Illtruzione per il diritto allo studio; «compless1varoente ammontano a 400 mìlioni di euro - sottolinea

'< tenzestrUmentalì deglìatenElt».Ad esemplo, ... propone Vìtale; valutando e selezionand6gli· studenti durante il peI'«lrSo l#IiVet$l"tarioneì

. primi anni. Quà:tt(l: IainOhìlità nazionale ed internazionale, «,spesso ostacolata da un di;. somogerieo i>istemadi riconoscimento dei'

Giuseppe Failla, portavoce del i?orum -, as­solutamente insufficienti e non aumentate a seguito del varo della legge dì Stabilità». Una misura positiva, ma in linea con il primo degli ostacoli al diritto allo studio nell'università e nella scuola: le politiche di definanziàmento dell'istruzione, che allontano dagli obiettivi di Europa 2020. «Negli ultimi.3 anni - prose­gue Failla - il fondo nazionale per finanziare le borse di·studio è stato drasticamente ri­dotto. Ne12009 i fondi nazionali coprivano 1'84% degli studenti aventi diritto, nel 2011 il 75%. QUèSt'anno, come già nel 2012, sono stati esclusÌ dalle liìovvenzioni quasi 60 mila studenti a fronte dei 35 mila di.5 anni fa. Si verifica frequentemente che moìtÌ giovani italiani capaci e meritevoli, purrisultando idonei alla perceziòJl,e di una: horsadi studio nelle graduatorie; non possano usufruire .di tale opportunità:IJidoneo non beneficiarlo . è l'emblema di un'emergenza socialé»,Be-

crediti universitari. . .. In molti casi ancheYesperienza El;'asmùs .

viene equiparata alle normali attività acca­demiche, vanificandone il valo.te fo.rmativo». Cinque,. allora, lè proposte per sCuola e uni­versità lanciate dal Fng: oltre a' diritto allo studio, edilizia scolastica; partecipazione e protagonismo studentesco; valorizzazio­ne dell'istruzione professionale, attraverso faumento delle ore laooratoriali e un ìnve~ stimento nel miglioramento della qualità didattica deì percorsj; forme di sostegno all'occupazione giovanile edi incontro tra

. domanda-offertadi lavoro, come la Youth Guarat.ltee; riorganizzaziooe degli strumell~ ti di alternanza tra istruzione e lavorollia nelle scuole che negli atenei, comelo s1;age; ne~ità'che:le scuole si interfàccino con il proprio wssQ.toùnp:renditoriale territoriale per pOter garantìre una rormazione èheva-lichi gliinsegnamenti teorici. "

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Data 25-02-2014

ItaliaOggi Pagina 37 Foglio 1

Accordo fatto tra stato e regioni, ora sei mesi di tempo per partire. Salvo novità da Poletti

I1apprendistato si fa . semplice Tre cicli.formativi,nei percorsi anche le competenze di base

DI GIORGIO CANDELORO

Procedura semplifica­ta, tracciabilità e tra­sparenza delle risorse disponibili, valorizza­

zione delle competenze acqui­site durante il percorso sco­lastico. Queste le principali novità contenute nelle linee guida per la disciplina del contratto di apprendistato approvate nei giorni scorsi dalla Conferenza Stato Re­gioni. Ora le Regioni hanno sei mesi di tempo per rece­pire l'accordo e renderlo ope­rativo. Intanto, con il nuovo governo, potrebbero giunge­re ulteriori semplificazioni in particolare su spinta del" ministro del lavoro, Giuliano Poletti.

Sarà più semplice e con­veniente per le aziende con­ttattualizzare gli apprendisti poiché, in caso di esaurimen­to delle risorse pubbliche dedicate,le amministrazioni regionali e le pubbliche am­ministrazioni dovranno ga­rantire tracciabilità e comu­nicazione anche alle direzioni territoriali del lavoro, solle­vando così le imprese dall'ob­bligo della formazione di base e trasversale, ma potranno mantenere il tirocinante in

azienda; vi sàranno tre ci­cli formativi legati al titolo di studio già conseguito, le competenze acquisite dall'ap­prendista verranno classifica­te e unificate, infine l'offerta formativa dell'apprendistato professionalizzante sarà resa obbligatoria e disciplinata da un'apposita regolamentazio­ne regionale. Nel dettaglio le linee guida fissano una durata minima della forma­zione che dipende dal titolo di studio: gli apprendisti privi di titolo in possesso di licenza media o elementare dovranno sostenere 120 ore di formazione, quelli con di­ploma di scuola superiore o

di qualifica professionale 80 ore, mentre per i laureati o possessori di titolo equiva­lente alla laurea, il percorso formativo durerà soltanto 40 ore. Inoltre se l'apprendista avrà concluso in contratti precedenti uno o più moduli formativi potrà ottenere, su richiesta, una riduzione del percorso orario. Per la prima volta vengono specificate nel dettaglio e in modo puntua­le le competenze trasversali da acquisire che saranno oggetto di apprendistato: si va dall'adozione di compor­tamenti sicuri sul luogo di lavoro, all'organizzazione e alla qualità aziendale, alla relazione e comunicazione in ambito lavorativo. E ancora, diritti e doveri dell'impresa e del lavoratore, legislazione del lavoro e contrattazione collettiva. Inoltre potranno essere oggetto di formazione anche le cosiddette compe­tenze di base e trasversali, come le attitudini al lavoro di gruppo, le capacità di gestio­ne dei tempi, la flessibilità o la visione d'insieme dei pro­blemi, oltre alle competenze digitali, a quelle sociali e civi­che, allo spirito di iniziativa e di imprenditorialità e,ovvia­mente agli elementi di base

del mestiere o della profes­sione oggetto di. formazione. Le imprese potranno sceglie­re di avvalersi dell'offerta formativa pubblica oppure organizzarla in proprio. In questo caso dovranno rispet­tare alcuni standard minimi: disporre di luoghi idonei alla formazione, diversi da quelli destinati alla produzione di beni e servizi, e di personale formatore dotato di capaci­tà e competenze adeguate e certifi&ate. La formazione effettuata dovrà essere regi­strata sul libretto formativo del cittadino, con la quali­fica professionale acquisi­ta dall'apprendista ai fini contrattuali. Nel comples­so questa nuova disciplina dell'apprendistato sembra un passo in avanti nella mo­dernizzazione di un istituto che per molti giovani rappre­senta la prima esperienza di lavoro continuativa. Inoltre il peso concreto attribuito alla formazione scolastica e universitaria pregressa segna finalmente un vero punto a favore di quell'al­t.ernanza scuola lavoro fin qui molto sbandierata come obiettivo ma poco praticata nella realtà.

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Meet e non Neet, la sfida dell'innovazione n punteggio più alto a «Ripuliamo portando innovazione» dell'Itis Ferraris di Scampia, ad aggiudicarsi l'appoggio di enti privati e pubblici e pubblici è il progetto dello scientifi­co Cavalleri di Parabiago nel milanese, mentre «Bottle» del liceo Argan di Roma fondendo tecnologia e arte per realizzare progetti di desing ha destato più curiosità. Ma per tutti i 20 progetti premiati nei giorni scorsi nella finale di «Meet no Neep> è partita la campagna di raccolta fondi su pharyrtual.org con cui gli studenti potranno finanziare e realizzare coflCretamente le proprie idee Tecnologia, innovazione sociale, crowdfunding e nuove professioni gli ingredienti della ricetta del programma «Meet to Neet», promosso da Fondazione Mondo Digitale in collaborazione con Microsoft e Roma Capitale, per sconfiggere il fenomeno dei neet, le persone che né studiano né lavorano, che secondo l'Istat in Italia sono quasi 4 milioni, il 27% della popolazione nazionale. «Grazie a questo progetto possiamo aiutare concretamente i giovani ad avvicinarsi al mondo del lavoro», spiega Roberta Cocco di Microsoft Italia. Seimi­la i giovani raggiunti in 9 regioni, 4.500 quelli che hanno sviluppato idee imprenditoriali innovative, 20 tra scuole e università le istituzioni raggiunte. «Per la nuova edizione abbiamo previsto novità strategiche - illustra Mirta Michilli di Fondazione Mondo Digitale -: formazione sulla

. ricerca attiva del lavoro, fiera dei talenti per far incontrare i giovani con il mondo del lavoro e associativo, crowdfun­ding per finanziare le migliori idee».

lnfo:www.mondodigitale.org Emanuela Micucci

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ItaliaOggi

Stranieri, ;Duove linee

$.egregazione scolastica in Itana per gli swdenti d'origine immigrata. 10 s.crive il Miur nelle nuo­ve hee guida per l'acca­gJie:nza e l'integrazione degli alunni stranieri, che aggiornanole precedenti del 2006. Un fenomeno che Ìiguarda l'iscrizione di massa degli alunni imo

. lIligl'atiall'~ione pro • . ~~tecnica.Mat­ti, motto anni, cioè dalle precedenti Jinee guida, si è passati da 43Onìilastn­denti stra.niclriagli attua­li SSOmila,di eui 200mila iscritti alle superiori. Di questi 1'~1)6 frequenta tecnici e professiona­li. Per lU'gÌItare questa p&iarizz.azione 11 Miur punta ~'orientamento: opuscoli e materiàU.mul­timedi8Ji~sìai mematorieulturali e h· guistici nei rapporti con le famiglie •.

Ema.mtelaMicueei .

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Per la sicurezza un piano straordinario

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~.n ?rim~ punto d~ll'agenda-Renzi: lettera ~Esenzione delle spese dal patto di stabilità aI sIndacI per fare Il punto sulle necessità interventi immediati da giugno a settembre

Il FOCUS ROMA Esenzione dal patto di sta­bilità per l'edilizia scolastica. Matteo Renzi, nel suo discorso al Senato da premier incaricato, ha subito indicato la scuola come priorità, e come procedere per sbloccare delle risorse. «Ci sono fior di studi che dicono che un territorio che investe sull'educa­zione cresce in maniera propor­zionale», ha ricordato. E il primo passo per ridare credibilità alla scuola è quello di investire negli edifici. Investimenti che, ha det­to Renzi, «sono bloccati dal patto di stabilità interno che su questo punto va cambiato subito». Non ci possono essere, ha insistito «delle norme che si occupano della stabilità burocratica e non della stabilità delle nostre scuo­le».

Investimenti erano già stati approvati dal governo guidato da Enrico Letta, prima con il DI Fare e poi con il decreto Istruzio­ne. Ma Renzi promette un'azio­ne più robusta. «Dal 15 giugno al 15 settembre - ha preannunciato - dovremo fare un piano per in­tervenire in modo concreto e puntuale sull'edilizia scolastica,· un programma nell'ordine dei miliardi di euro». Sulla scuola, e

CIVILE NE SERVONO ALMENO 13

lo hanno notato tutti (Nichi Ven­dola, leader di SeI, ha detto cne è l'unica cosa che ha apprezzato del suo discorso) Renzi si è sof­fermato più che sugli altri temi, parlando anche di «restituire il valore sociale agli insegnanti», per il loro «compito struggente» e per il rispetto che si deve «a chi va quotidianamente nelle nostre classi». Ha parlato anche di asili nido, collegandone i problemi al primato italiano nella disoccupa­zione femminile. Ma sull'edilizia ha voluto dare il segnale di mas­sima urgenza, promettendo di scrivere già oggi una lettera «ai colleghi sindaci, 8 mila, e ai pre­sidenti delle province sopravvis-

suti» per fare un punto sulla si­tuazione.

EMERGENZA NAZIONALE La sicurezza degli edifici scola­stici è ormai considerata un'emergenza nazionale (la defi­nizione è del sç>stituto procurato­re di Torino Raffaele Guariniel­lo). L'ultima fotografia è firmata Legambiente: più di un istituto su 3 ha necessità di interventi ur­genti, il 40% sono privi del certifi­cato di agibilità, il 60% non ha il certificato di prevenzione an­ti-incendio. Il rapporto di Legam­biente (Ecosistema scuola 2013) ha preso in esame 5.301 edifici

l'ANAGRAFE ISTITUTi

ISTITUITA NEllP96 NON E STATA ANCORA

scolastici di competenza dei co­muni capoluoghi di provincia. Il 62% ha almeno quarant'anni. E solo in una scuola su 5 è stato ef­fettuato il test di vulnerabilità a rischio sismico. Anche i dati mi­nisteriali (che però sono di due anni fa) parlano di scuole vec­

·chie: il 4% sono state costruite prima del 1900, il 44% in un peri­odo che va dal 1961 al 1980. Citta­dinanzattiva ha già denunciato che ci sono lesioni strutturali su una scuola su lO, muffe e infiltra­zioni su l su 4.

Quella delle risorse per la mes­sa in sicurezza delle scuole è un'affannosa ricerca. Il governo Letta ha previsto uno stanzia­mento complessivo di oltre un miliardo. Un primo passo. Dopo il crollo del liceo Rivoli (vicino Torino, nel 2008, morì un ragaz­zo di 17 anni), l'allora responsabi­le della Protezione civile, Guido Bertolaso, stimò che ne sarebbe­ro serviti circa l3 di miliardi di euro. Ma una stima effettiva non c'è. Manca l'Anagrafe. Istituita nel 1996 dopo 17 anni non è anco­ra terminata. Nelle scorse setti­mane è però stato siglato tra Sta­to e Regioni il Sistema nazionale delle anagrafi dell'edilizia scola­stica. Tanta fatica solo per co­minciare.

Alessia Campione <Cl RIPRODUZIONE RISERVATA

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~ fot~!~~fia I Rapporto~CoSjSlema SC~~~~13 di Legambiente

.- EDIFICI SCOLASTICI CENSITI 5.301 ANNO DI REALIZZAZIONE 9t5 ~~,,:~~~,,~-"""~~ .. tra il 1991 e il 2011

29,2 trai! 1975 e il 1990

~:~!!"I tra il 1941 e il 1974

SCUOLE IN POSSESSO DI CERTIFICAZIONI dati in %

Collaudo statico

Idoneità statica

Certificato di agibilità

Certificazione sanitaria

Prevenzione incendi

Scale di sicurezza

Porte antipanico

Prove di evacuazione

Impianti elettrici a norma

Requisiti accessibilità

Criteri antisismici

Matteo Renzi ha citato Renzo Piano che ha parlato di «rammendare le periferie"

37,6 necessitano di manutenzione urgente

13,5 utilizzano

"fonti " rinnovabìli

ANSA ~ntime.rr;

Data 25-02-2014 Pagina 8 Foglio 2/2

Visitc ogni l'ncrcolcdì

Domani il premier tra gli scolari a Treviso «L'educazione che si da nelle scuole è motore dello sviluppo, ho in mente di entrare ogni mercoledì nelle scuole da premier se otterrò la fiducia: comincerò da Treviso, dal Nord Est, la prossima settimana si sarà il Sud. È fondamentale che il governo non stia solo a Roma)'. Lo ha detto il premier Matteo Renzi a palazzo Madama chiedendo la fiducia al Senato, nel discorso con cui ha messo al primo posto della sua agenda proprio le scuole. «Bisogna restituire valore sociale agli insegnanti,), ha sottolineato Renzi, annunciando appunto il suo primo viaggio da presidente del Consiglio a Treviso, per visitare un istituto scolastico.

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25-02-2014 5 1

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il manifesto Data 25-02-2014 Pagina 4 Foglio 1

SCUOU • Emergono le prime incongruenze nel governo

Renzi: investirò sull' edilizia E Giannini taglia gli «scatti»

Un mix di keynesismo e di neoliberi­smo. Questa la sintesi delle politi­che sulla scuola del nuovo gover­

no. Ieri al Senato Matteo Renzi ha promes­so «un programma nell'ordine dei miliar­di di euro» per salvare l'edilizia scolastica più fatiscente d'Europa. Domenica scor­sa, però, il neo-ministro dell'Istruzione, la montiana Stefania Giarmini, ha promesso di portare i licei a quattro anni; abolire gli scatti di anzianità per i docenti. Si parla inoltre di riesumare il DdlAprea respinto dagli studenti due anni fa; di aumentare l'orario di servizio dei docenti delle scuole secondarie a 24 ore a parità di salario; si te­me il ta~io non solo del fondo d'istituto. Ieri Renzi ha detto di volere consultare i docenti, visitando ogni mercoledì un isti­tuto. Domenica Giannini si era detta «scet­tiCID' sulla consultazione, piuttosto impro­babile, lanciata dall'ex ministro Carrozza. Se non è una contrad-

presidenti delle moribonde province per conoscere le condizioni dell' edilizia scola­stica nelle loro città e territori. Al termine di questo imponente scambio epistolare, tra il 15 giugno e il 15 settembre (ha speci­ficato Renzi) il governo elaborerà il pro­gramma. La lettera ai sindaci è una scelta singolare. Dal 1996, infatti, esiste il proget­to di un'ànagrafe ministeriale con il com­pito di censire il patrimonio e il suo stato di conservazione. Un'impresa mai conclu­sa. E che Renzi non ha citato, forse perchè la ritiene inutile o troppo «burocraticID'. Sarebbe tutravia la via più razionale per ot­tenere un piano di interventi urgenti in un paese dove la manutenzione ordinaria è inadeguata per il 39% degli istituti (dati cit­tadinanzattiva) e dove sono oltre 24 mila le sèuole costruite su aree a elevato ri­schio sismico e circa 6250 gli istituti che sorgono in aree a forte rischio idrogeolo­

dizione, forse, l'intesa è da affinare. Studenti e sindacati harmo ri­sposto a carmonate. La Rete della conoscenza haconvocato una ma­nifestazione nazionale il 28 febbraio contro \'istituzione di un fon­do nazionale per le bor­se di studio erogato nel­le fonne del prestito d'onore. Il progetto di Giannini è fare come negli Usa dove sulla te­sta di milioni di studen­ti grava il peso di un de­bito di mi~iaia di euro. I sindacati sostengono che il neo-ministro è «fuori dalla realtà». Ta­gliare oggi gli scatti d'anzianità significa

Gli studenti in piazza il 28 febbraio contro

gic (dati Ance-Cresme). Poi si tratterà di trovare i miliardi promessi. L'impresa non è facile. Renzi lo sa e ha lancia­to la sfida fatale alle re­gole dell'austerità euro­pea: vuole sfondare il tetto del patto di stabili­tà interno che strozza ~ientilocali,impeden­do l'investimento di ri­sorse già esistenti. In re­altà, l'allentamento al patro di stabilità inter­no è già avvenuto. 1114 febbraio scorso, la Ra­gioneria generale dello stato ha diffuso la lista dei 6.087 comuni che potrarmo sforare il tet­to nel 2014. Lo spazio concesso dalla legge di stabilità è pari a 850 mi­

il prestito d'onore. I sindacati: non toccate gli stipendi dei docenti

cancellare l'UIÙco modo per recuperare il potere d'acquisto dei salari più bassi d'Eu­ropa, visto che il contratto di categoria è bloccato dal 2006. Il governo deve ancora entrare in carica e ha superato ogni re­cord. In poche ore si è messo contro tutta la scuola Sull'UIÙversità e sulla ricerca né Renzi né Giannini si sono ancora espressi compiutamente. A Viale Trastevere harmo già i brividi. Le incognite abbondano an­che sul lodevole armuncio di rifinanziare l'edilizia scolastica. Renzi non si è sbilan­ciato su quanti miliardi servirebbero al suo piano. Forse gli 8 promessi un'era ~a­ciale fa da Bersani in campagna elettora­le? In compenso, ha fornito un'indicazio­ne sul metodo per quantificarli. Già oggi invierà una lettera a 8 mila tra sindaci e

lioni di euro. Salvo alcune eccezioni, i co­muni alluvionati in Sardegna ad esempio, a ciascuno andrà in media 140 mila euro. Letta ha fatto uno sforzo colossale per strappare questa cifra alla morsa dell'au­sterità. I miliardi vagheggiati ieri rischiano di restare lettera morta. Anche in questo caso Renzi punta tutto sull'abbattimento del 3% sul deficit/PiI, ma è troppo ottimi­sta L'ex ministro all' economia Saccoman­ni si era già messo a parte civile: la Com­missione europea oggi potrebbe comUIÙ­care stime più negative sulla recessione italiana nel 20 14. L'Italia potrebbe supera­re questo tetto. E rischia di pagarne le con­seguenze con una nuova procedura d'in­frazione. Altro che sanatoria sulle spese per investimenti nei lavori pubblici. IO. ci.

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COBBIEBE DELLA SEBA Moda

LA TESTIMONIANZA

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25-02-2014 29 1 /3

La (mia) classe del made in Italy Un corso «trasversale» per studiare i mutamenti del settore con le sue icone

di Gianluca Lo Vetro

«Mi sa dire, quale stilista usava il cuore e il tricolo­

re nella sua etichetta?». «Missoni», risponde di

getto, la candidata. «Signorina, forse si sta confon­

dendo con Moschino». «Ah! Mi scusi prof, ho sba­

gliato la pronuncia del nome». Tipica furbata da

studente agli esami e al tempo stesso, segno della confusione che regna tra i giovani, quando si parla di moda con­temporanea. Non c'è da stupirsi, quindi, se questi allievi una volta laureati e assunti in un ufficio stampa, spediscono un invi­to a l'Unità in viale Fabio Testi (l'atto­re) anziché Fulvio (il poeta, diplomati­co). E in ogni caso, chi ha 20 anni og­gi, è nato nel '94. Quindi, è opportuno rinfrescare la memoria sul ruolo socia­le, oltre che stilistico, di Giorgio Arma­ni: il designer che ha vestito la donna in carriera negli Anni 80. Così, quando mi è stato offerto di inse­gnare giornalismo all'università, ho pensato piuttosto a un corso sul pre­sente/recente del made in Italy: un'in­farinatura generale propedeutica a un colloquio di lavoro. Più che le fogge delle crinoline, penso sia utile sapere che Beppe Modenese ha inventato le sfilate di Milano. Da qui l'idea del corso di laurea magistra­le in Attualità della Moda (Scuola di Lettere e Beni Culturali dell'Universi­tà di Bologna. Campus di Rimini), do­ve insegno dal 2004. Le lezioni partono da dove in genere finiscono i libri: la seconda metà degli Anni 70. Quando, insieme agli stilisti, si affermò il pret-à porter. Un fenome­no sempre più di massa da analizzare in rapporto a tutte le espressioni della società. Il nostro libro di testo? Una tavola sinottica autoprodotta sul­la quale compariamo l'evoluzione del­la moda e dei settori con cui si è conta­minata: dal cinema al web, attraverso il food. L'excursus finisce con l'anno

tal modo diventano dispense. Il corso è integrato da incontri con gli operatori del settore spesso in luoghi legati alloro mestiere, non sempre or­todossi. Per spiegare la tecnica con cui Dolce e Gabbana traggono ispira­zione osservando i look di strada, sia­mo finiti persino nelle vetrine dei due stilisti a Riccione, in viale Ceccarini. Tema dell' esercitazione: fashion wa­tching, avvistamento degli stili sponta­nei sui marciapiedi. Non è tutto. Poco accademici, possono essere an­che gli ospiti. Simona Ventura, per esempio, ha tenuto una lezione come icona di moda. Piaccia o non piaccia, qualche tempo fa in piena telecrazia, i modelli di rife­rimento erano i personaggi del picco­lo schermo: più degli stessi stilisti. Ma quale manuale lo spiega? I libri af­frontano ancora la moda iiI termini verticali. Le mie lezioni invece si basano sulla trasversalità a immagine e somiglian­za della nostra società sempre più me­ticcia. Ennio Capasa non è venuto a parlare della sua linea Costume Natio­nal ma si è confrontato in un testa a testa con Fabio Novembre, su Mo-da/design-design/moda. (Per l'occa­sione Novembre produsse un video che terminava con un suo nudo inte­grale. Fu la lezione più «calda» della mia carriera). E ancora: Elio Fiorucci è arrivato (in treno) con il film Down Town '81 che aveva prodotto insieme a Rizzoli America nel 1980. Interpreta­to da Jean Michel Basquiat, l'eccezio­nale documento fu smarrito e ritrova­to nel 200Q. Lezione di cinema fuori te-

in corso, analizzato sui giornali che in ma?

Nient'affatto. Perché, la pellicola -oggi diremmo il «reality» - documen­ta il passaggio dalla discomania in paillettes dello Studio 54 alla New Wa­ve di nero vestita: l'anticamera del to­tal black nell'emergente quartiere newyorchese di Soho. Protagonista del fenomeno, Basquiat, per l'appunto: ancora sconosciuto co­me la sua fidanzata dell'epoca, Ma­donna. Insomma, ogni lezione è l'affresco in­terdisciplinare di un anno come un servizio di costume: senza barriere ac­cademiche che rischiano di ritagliare l'università in una dottrina aurea ma slegata dalla quotidianità. In tal modo si scopre chi ha inventato cosa. Se Versace è stato il primo a lega­re la moda al rock, il food è diventato cool su MTV con la trasmissione di Andrea Pezzi, Kitchen, del 1999: pri­ma che gli stilisti aprissero i loro risto­ranti. A volte, svincolati da quegli schemi che criticano tanto, gli studenti si sen­tono un po' smarriti. Ma tant'è: loro stessi possono diventa­re materia di Attualità della moda. Rappresentativo, uno dei tanti allievi cinesi peraltro in costante aumento. Arrivato all'esame con una tesina sul punk, dunque interrogato su Vivien­ne Westwood, il giovanotto non spiccicò una parola. «Ma come? Questo non doveva esse­re il suo argomento forte?». <<Veramen­te - replicò candidamente, il ragazzo - questa ricerca l'ho copiata». Lezio­ne per il prof (ma non solo): gli orien­tali non hanno il tabù delle copie. Fac­ciamocene tutti una ragione.

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Data 25-02-2014 Pagina 29 Foglio 2/3

«Cerco imprenditori più coraggiosi per puntare sul talento dei giovani»

di Flavia Fiorentino

Contaminazioni, sovrap­posùdoni, spedrnentazio­ni non solo tra tessuti,

forme, colori. La versatilità e l'eclettismo di Francesca libe­ratore attraversa Paesi e Conti­nenti, awicina e unisce mestie­ri diversi, attinge con originali­tà al mondo globalizzato. Nata a Roma con studi alla Sto Mar­tin di Londra, collaborazioni con Viktor&Rolf, Jean Pau! Gaultier e Brioni, Francesca, 31 anni, è stilista, manager, in­segnante, esperta internazio­nale del settore moda per le Nazioni Unite e infaticabile esploratrice di nuove frontiere stilistiche, geografiche e artisti­che. Da quando disegna la «sua» donna, (la pdrna colle­zione nel 2009 vincitrice del premio Next Generation della Cnrni) avvolta da colori brillan­ti come pennellate di luce, ha in mente una femminilità for­te, contemporanea, attenta al-

le novità. «Per ogni sfilata devo essere at­tratta e colpita da un evento, 'un artista che mi entusiasmi - racconta Francesca - e pos­so trovarlo sfogliando il Natio­nal Geographic o visitando una mostra, come per la prossi- . ma collezione: a Genova ho vi­sto le foto di McCuny, una con­tinua composizione di contra­sti e armonia. Cosi ho usato tessuti volutamente pdrnari co­me il cotone o la spugna, ma opulenti nella loro leggera semplicità». Altra ispirazione importante per Francesca, figlia del cele­bre scultore abruzzese Sergio, l'artista surrealista francese Claude Cahun «una donna ebrea degli anni Trenta che ha vissuto in ristrettezze ma si è dedicata alla sua passione, al­l'arte, al bello e io l'ho interpre­tata come una metafora di ciò che vivono i giovani oggi. Han-no poco ma devono reagire e fare comunque qualcosa di bello. È una sfida che mi ha

spinto a realizzare capi con il tessuto delle fodere, il più po­vero, ma il risultato è stato co­munque prezioso». Consulen­te e collaboratrice del Moulin Rouge, chiamata a Parigi dallo scenografo Gaetano Castelli, storica firma di Sanremo, Fran­cesca per ora si occupa soltan­to del merchandising «dise­gno foulard, t-shirt, spille -precisa la stilista - ma il tea­tro di Pigalle con i suoi colori gioiosi, in parte mi rappresen­ta. E lo scorso anno ho portato in passerella Nora Magalle e Amanda Chapman, due balle­rine dello spettacolo». Dal palcoscenico alla cattedra, liberatore dal 2009 insegna al­l'Accademia di Brera e al Naba di Milano, all' Accademia di Costume e Moda e all' Accade­mia di B~lle Arti di Roma. Im­pegnata in molti progetti di co­operazione per l'Onu, France­sca è stata in Vìetnam, Arme­nia, Perù, Giordania «per stu­diare quel tessuto aziendale e fare formazione». La sua vita è

un viaggio: <<ho girato per la Ci­na alla ricerca di materie, abbi­namenti e fantasie insolite: jac­quard in seta di nylon, colori che sprizzanò vita, bianco con rosa fucsia e velluto a coste sal­monato, spugna arancio con bolle bianche. In Italia ormai c'è troppo minimal, non si osa più, c'è un pallore esasperan­te. E mancano anche gli im­prenditori che capiscano il ta­lento di un giovane su cui pun­tare. L'inarrestabile creatività di Francesca quest'anno ha an­che prodotto la collezione bambino «No-La-Mi-Su» per l'imprenditore libanese Tony Halab e la pdrna linea di borse e accessori. Le sue originali col­laborazioni si intersecano con armonia e semplicità, senza pregiudizi «perché ognuno di noi - è convinta - può trova­re il bello ovunque. L'abilità del creativo . è proprio riuscire a catturare e trasformare ciò che il mondo globalizzato gli offre».

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Parlare del presente per

far conoscere ai . . gIovanI cosa sono

Dal 2009 in cattedra alle Accademie di Brera e Roma

stati gli Anni 70

Tra i tanti allievi italiani,

molti stranieri e i cinesi .che sono in costante aumento

Uno dei manifesti con i quali gli studenti dell'ateneo bolognese danno notizia della lezione: nei corsi Infatti viene affrontato anche il tema della comunicazione nella moda

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Maria Chiara Carrozza

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Data 25-02-2014

la Repubblica Pagina 1 0/11 Foglio 1 /2

I dubbi del Tesoro sulla tassazione dei Bot "Finirebbe per colpire solo le famiglie" Fuoco difila contro la proposta. Renzifrena e Delno smentisce VALENTINA CONTE

ROMA-Iltemac'è,mailrinca­rodelletassesuiBotètuttodava­lutare. Il premier Renzi, nel gior­no della fiducia al Senato, frena vistosamente sull'ipotesilancia­ta domenica dal suo braccio de­stro, Graziano Delrio, di ritocca­re anche il prelievo sui titoli di Stato perfinanziareil taglio al cu­neo fiscale. Renzi non ne parla nell' aula di Palazzo Madama. Ma poi a margine, rimprovera i giornalisti che ne chiedono con­to: <<Ieri il sottosegretario DeIrio ha detto una cosa semplice, che il tema delle transazioni sulle rendite finanziarie e il tema dei denari sulla riforma del lavoro saranno oggetto di una valuta­zione. Avete subito titolato nel modo più pesante e forte: vi pre­go di stare ai fatti». Dunque una valutazione, nulla più. Ma la bu-

fera politica e istituzionale è già partita.

Il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, stempera: «Mi è sembrata solo una battuta, pe­raltro già smentita». Mentrelasi­gnora delle aste, Maria Cannata, colei che colloca ogni mese sul mercato i titoli da direttore gene­rale dell'Economia con delega al debito pubblico, avverte: «Avreb be un impatto per il retail (piccoli risparmiatori, ndr) che è una componente modesta dello stock dei titoli di Stato e quindi gli effetti sarebbero modesti sul fronte del gettito». E comunque «forse un po' di cautela non sa­reb be male», anche perché «è già stata aumentata la tassa sul dos­sier titoli» e il retail italiano è «sensibile su questi aspetti». In altre parole, la domanda di Bot delle "nonnine" potrebbe calare.

Il sottosegretario' alla presi-

g~ .ODI~DI.ai

d~~ a,~1a ~~1I11

denzadel Consiglio DeIrio ieri ha negato di aver mai dichiarato che il governo intende fare un mini prelievo sui titoli di Stato. «Non l'ho mai detto, andate a risentir­vi la registrazione». In effetti è co­sì. Ma alla domanda di Lucia An -nunziata, durante la trasmissio­ne "In 1/2 ora", sulle intenzioni del governo, Delrio ha risposto: «C'è una parte delle rendite fi­nanziarie che non è in linea con la tassazione in Europa. Per por­tare più soldi alle fasce deboli, forse va valutato anche questo». E poi l'esempio: «Una signora anziana che ha 100 mila euro di Bot che gli rendono un tot di sol­dieacuisitoglie25-30-50euroin più, non credo che abbia un pro­blema di salute».

Eppure da ieri DeIrio è sotto attacco. Per il neo ministro all'I­struzione Stefania Giannini il te­ma «va discusso, ma nei termini riportati dai giornali non credo

sia fattibile». li senatore pd (ren­ziano) Salvatore Margiotta bolla l'uscita di DeIrio come «mfortu­nio politico». Il segretario della Cisl Raffaele Bonanni si affida a twitter per dire la sua: «Ma quali Bot! Tassare le rendite finanzia­rie, vendere beni del demanio, tagliarelaspesa pubblicaimpro­duUiva». Gli alleati di governo del Ncdsonotutticontrari,inprimis il ministro Lupi (<<Idea sbaglia­ta») eCicchitto (<<Perverso pena­lizzare gli afl?iani). Indignati an­che gli esponenti di Forza Italia, come Renato Brunetta (<<Tassare i Bot è un raggiro. Delrio poteva stare zitto»), Maurizio Gasparri (<<Presto andranno asbattere») ,il portavoce Giovanni Toti «<Il pa­sticcio dei Bot non è certo il mo­do migliore per cominciare. Ma­gari è solo un passo falso»). Il Co­dacons infine strepita: «Giù le mani dai Bot», dicendosi pronto ad aizzare comitati di protesta.

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la Repubblica

Chi possiede i titoli di Stato italiani Valori in %

G~stioni .$ fOlldi 5,0 esteri·. . ••.... ticotiducibili a risparmiatori italiani

Data 25-02-2014 Pagina 1 0/11 Foglio 2/2

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Pillole di classica

Cara ministra Giannini riformi la riforma dei conservatòri

::: NAZZARENOCARUSI

111111 Cara Ministra Stefania Giannini, spero Lei mi perdoni se all'inizio del Suo mandato ho sùbi­to l'ardire di raccontarLe un paio di mirabilia, che i miei pazienti lettori conoscono, sulla quindi­cennale riforma dei conservatòri.

La prima è il caso d'uno studente iscritto al nuovo corso preaccademico di pianoforte, che non riesce a studiare il suo strumento quanto do­vrebbe perché i programmi lo costringono a fre­quentare per alcuni anni, con esami, anche le le­zioni di contrabbasso, da lui scelto a caso fra le opzioni di «secondo strumento» obbligatorio. Lei converrà che la spiegazione di tanto incredibile didattica si direbbe quella maliziosa, del rimpol­po cioè di due cattedre principali con gli stessi al­lievi. La seconda è che amenità come questa, ol­tre a un caravanserraglio scolastico più ideologi­co che serio, sono imputabili pure (e forse soprat­tutto) a mandarini quantomeno inadeguati. Penso al direttore generale fino a pochi mesi fa dell'Alta Formazione Artistica e Musicale presso il Suo Ministero, che ha sovrinteso per lustri a tut -to l'ambaradan riformatore degli studi musicali senza conoscere letteralmente un como, nel sen­so proprio che una decina d'anni fa scrisse al Conservatorio di Cesena di sviluppare all'interno del corso di como (strumento d'ottone) quello di como inglese (strumento di legno). Il suo nome l'ho fatto ovunque, lui non sta più lì e chi ha avuto ha avuto ... Male pensate sconcertanti, per il bene di generazioni di studenti sarebbe meglio sman­tellarle, o no? L'altro luminare che molto ha dato alla disperazione dei musicisti veri dietro e da­vanti le patrie cattedre (ce ne sono tanti, sa: per esempio, a Ravenna ho ascoltato il concerto di due ragazzi del Conservatorio di Torino, il violini­sta Simone Castiglia e il pianista Francesco VIlla, allievi dei Maestri Valentino e Marin: strepitosis­simi); l'altro luminare, dicevo, è stato a lungo pre­sidente della Conferenza dei Direttori di Conser­vatorio. Sbagliò la compilazione della traccia di maturità 2009, confondendo Beethoven con Ha­ydn, e restò tranquillo al posto suo. Anzi, al Cor­riere della Sera dichiarò che sì, il problema c'era stato, forse uno scambio di fotocopie, però, in­somma, ai fini dell' esame nulla cambiava per i candidati, perché conoscere il nome dell'autore di un brano è utile aindividuarne il periodo stori­co e lo stile, mala sua analisi armonica è possibile

Data 25-02-2014 Pagina 33 Foglio 1

a prescindere dal fatto che si sappia o meno chi lo scrisse. Commentai che era come dire che un Cri­sto è di Giotto; no, del Cimabue; vabbè, fa lo stes­so, analizzatelo comunque, tanto i colori sono quelli e il soggetto pure. Ministra Giannini, può ti­darsi d'una riforma fatta da gente così? La studi, e sono convinto che la cambierà.

Qualche bontà c'è e va salvata, ma il grosso è servito a garantire le cattedre degli insegnanti piuttosto che il meglio per gli allievi. Esiste l'audio d'un bravissimo direttore che al collegio dei suoi docenti chiarisce parola perparolaquesto punto, senza che nessuno degli astanti controbatta silla­ba. lo stesso l'ho detto infinite volte a giornali e tv, e mai le testate hanno ricevuto richieste di smen­tita. Il Maestro Riccardo Muti due anni fa mi disse su Libero che i conservatòri «come sono oggi di­ventano un inganno». Il premier Renzi ha parlato ieri del «coraggio di scelte radicali». In bocca allu -po, con tutto il cuore.

P .S. Ricordo che la straordinaria Sottosegreta­ria Elena U golini prese a cuore l'argomento e co­minciò a lavorarci su, col governo Monti ...

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Maria Chiara Carrozza

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Data 25-02-2014 Pagina 3 Foglio 1 /2

E Renzi incassa la prima fiducia I sì fermi a quota 169

Otto voti in più del quoruln. Il jJrelnier lascia prinUll 'Aula Ettore Maria Colombo

ROMA

«TROPPO ambizioso» o «troppo inadeguato?». "Poco rispenoso del Senato» o "poco incisivo?». Sia co­me sia, maillmori, insofferenze c mal di pancia verso il primo di­scorso da premicr di Manco Remi si sprecano, nel Transatlantico dci Scnato, strapieno come solo nelle grandi oCl:asioni. E non solo per quell'invito ai tacchini (i senatori, appunto) a festeggiare il Natale ("M.ì propongo di essere l'ultimo premier a chiedervi la fiducia»), ma proprio perché i senatori lo f,'IU­dicano alla STregua dì un 'ragazzo!­lO'. Non manca, alla fine anche se in piena notte causa protrarsi di lavori lunghi eome una quaresima tra discorso, interventi, replica -la prima fiducia al governo Renzi

(il premier ha lasciato l'Aula pri­ma della coma). Discreta nei nu­meri ma non a prova di incidente: su 309 presenti, votano in 308: Renzi ottiene 169 sì (OltO in più del quorum di 16]) e 139 no. A LeHa dissero sì in 173, quattro in più rispetto al neopremier.

«LO GIUDICHEREMO provvedi­mento su provvedimento)), dicono un po' tutti, a partire dai nove Po­polari per l'Italia dell'ex ministro Mauro (nove su dodici; gli altri due sono Udc, ma divisi tra Casini e De Poli, che voleva votare 'no', e di lìmo v()ra no, esce dall'aula il ii­gure Rossi), da oggi decisivi per il governo, come i dodici di Autono­mie-l'si che però otterl<1l1no Nen­cini viceminisu·o.lnfatti, se su un­dici senatori di Gal che durante le consultazioni avevano aperto li

Remi, solo uno, l'ex lcghisIa Davi-

IL PALLOTTOLIERE

169 LA MAGGIORANZA

I voti favorevoli a Renzi Presenti 309, votanti 308

Contrari 139

173 IL CONFRONTO

Tanti furono i sì a Letta L'11 dicembre

Fu La sua uUima fiducia

107 DEMOCRATICI

I senatori del Pd che hanno votato la fiducia

Rientra la fronda di Civatì

co, VOla sì. Gli altxi 'pure con dolo­re', come dice D'Anna, sono per ìl 'no'; i quattro ex gl'illini De Pin, Gambaro, Antillori, ,\JtastTangeli si tirano Ìndietro tutti e suÌ senatn­l'i a vita (ieri assenti Cammeo, Pia­llO e Ciampi; votano sì Monti e Rubbia) non si può contare. Int1ne

GR~LlIN~ DlIUIR.1 lE PIUIRi Mozioni di sfiducia dei 5 Stelle contro i ministri Guidi e PaLetti Romani (FU apre alle riforme

ci sono ben sei malpancisti Pd di area civatìana. Alla fine diranno 'sì' ma spiega l'ex toga Felice Casso n «oblorto collo)). Già nella riunione del gruppo del Pd tenuta al mattino le critiche a Rem:i fioccano: Waller Tocci rim­piange le «mancate aperture a ScI

e dissidenti griIlini» c, con l'appog­gio di altd (Mineo, Cllsson, Lo Giudice, Albano), non demorde dall'idea di costituire qud 'Nuovo ccntrosinisu-a' COli Sei (7) cd ex M5S (4). Anche il lettiano doc Francesco Russo, lanciato J'hashtag #matteost<ùscreno, assi­cura il suo voto di fiducia solo per­ché «dopo Renzi non c'è più nul­la» merHre Miguel Goto!', consi­gliere politico di Bersani, prende il lOro per l.e corna cli.rettameme in aula: "Voterò la tìdllcia solo per di­sciplina di panito ma non dimenti­co le modalità della Ene dì Letla». Commenti quasi morbidi arriva­no da Forl.a Italia con Romani che nega la fiducia, ma conferma il pat­to sulle ril(lrmC e saluta il premicr con una banuta: «Ave M,lUeo, mo­rituri te salutam». hlfìlle, i grillini che promettono b:maglia: domani presenteremo due mozioni di sfi­duda contro i ministri Guidi e Po­letti.

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n Sole9]{l mmrn Data 25-02-2014 Pagina 5 Foglio 1 /2

Cuneo, obiettivo taglio da lO miliardi Renzi: «strumento universale» per i disoccupati -Taddei: 1'estensione Aspi costa 7-9 miliardi

Davide Colombo Marco Rogari ROMA

Un taglio del cuneo fiscale e contributivo da almeno lO mi­liardi entro l'anno. Con un in­tervento sull'lrap per le impre­se e sulle prime due aliquote Ir­pef per i lavoratori da coprire strutturalmente per due terzi con la spending review. Che già nel 2014 potrebbe assicura­re 5 miliardi. L'altra fetta della dote necessaria potrebbe arri­vare dall'uniformazione delle aliquote sostitutive sulle rendi­te finanziarie e anche dalla mi­nore spesa per interessi, garan­tita dall'effetto spread che, pe­rò, dovrebbe essere in parte ipotecata dagli obblighi euro­pei di riduzione del debito. È questa l'operazione che sta pre­parando il Governo Renzi per imprimere un primo choc all'economia.Alasciarlointen­dere è stato lo stesso premier nel suo intervento al Senato, dove ha anche annunciato !'in­troduzione di uno «strumento universale» a sostegno di chi perde il posto di lavoro.

Un intervento, quest'ultimo, che equivarrebbe all'estensio­ne dell' Aspi ai lavoratori parasu­bordinati e atipici attualmente non coperti «con un costo che

PENSIONI E RENOm Si punta a .una riduzione delle imposte sui rendimenti della previdenza integrativa. Per le rendite finanziarie si pensa ad aliquote uniformate

stimiamo tra i 7 e 9 miliardi an­che assorbendo parte delle ri­sorse per la cassa in deroga», spiega il responsabile economi­co del Pd, Filippo Taddei. Che sul cuneo aggiunge: la proposta del Pd è di ridurre le tasse sul la­voro con un intervento «nell'or­dine di 8-10 miliardi entro l2me­si, due terzi o tre quarti dei qua­li» attraverso la riduzione della spesa pubblica. «La parte re­stante verrà dall'uniformazio­ne delle aliquote sostitutive sul­le rendite fmanziarie» precisa Taddei aggiungendo che il go­verno Renzi sta pensando an­che a una «drastica riduzione della tassazione del risparmio previdenziale, con l'obiettivo di abbassare l'attuale aliquota dell'l1%» sui rendimenti delle pensioni integrative.

A confermare «la riduzione a doppia cifra del cuneo fisca­le, attraverso misure serie, irre­versibili, legate non solo alla revisione della spesa, che por­terà nel primo semestre del 2014 a vedere risultati concre­ti» è stato lo stesso Renzi in uno dei passaggi chiave del suo discorso programmati co.

Un annuncio che sposta ancor più in alto di quanto fatto appe­na pochi giorni fa l'ex premìer, Enrico Letta, l'attacco al molo­ch del cuneo fiscale.

Sulla base delle ipotesi più gettonate degli ultimi giorni, Renzi avrebbe valutato con il neo ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, la possibili­tà di far scattare una riduzione progressiva dell'lrap sulle im­prese del 10%, per il quale sa­rebbero necessari non meno di 2-3 miliardi, e di ridurre le pri­me due aliquote Irpef per i red­diti da lavoro fmo a 25-27mila euro. Con una ricaduta diretta su una platea pari più o meno all'85% dei lavoratori,ài quali verrebbe garantito in media un "aumento" di circa 100 euro. In questò caso le risorse necessa­rie osciÌlerepbero tra i4 e i 5 mi­liardi, Quanto all'lrap, l'idea è di un intervento di tipo premia­le a compensazione con l'Ires pagata dalle aziende.

Un primo assaggio di queste misure potrebbe arrivare già a marzo, ribattezzato dal neo pre­mier mese della riforma del la­voro. Anche se con tutta proba­bilità per l'intervento struttura­le vero e proprio occorrerà at­tendere maggio, il mese della ri­forma del fisco, quando risulte­rà già varato (ad aprile) il Def conil nuovo quadro macro-eco­nomico. Che tra i suoi punti fer­mi avrà la riduzione della spe­sa, ovvero il serbatoio principa­le del piano Renzi. Il dossier del

commissario straordinario per la spending review, Carlo Cot­tarelli, è da ieri sulle scrivanie di Renzi e Padoan, anche se sa­rà discusso solo alla prossima riunione dell'apposito comita­to interministeriale, presiedu­to dal premier.

Il Piano Cottarelli dovrebbe garantire dai 3,5 ai 5 miliardi di risparmi già quest'anno, dai 15 ai 20 nelz015 per arrivare alla fati­dica quota 32 miliardi (2 punti di Pil) nel 2016. La dote per il 2014 verrebbe recuperata soprattut­to con una stretta sugli acquisti di beni e servizi, rafforzando il metodo Consip soprattutto a li­vello locale, con la riduzione delle società partecipate, anche in questo caso in primis a livello locale, con la razionalizzazione degli incentivi per le imprese e con interventi sul pubblico im­piego, a partire dalla mobilità obbligatoria per dipendenti e di­rigenti pubblici. Nel mirino an­che le auto blu, le consulenze, la gestione degli immobili pubbli­ci e i costi della politica.

Intanto il sottosegretario alla Presidenza, Graziano Delrio, ha confermato l'impegno preso dall'esecutivo Letta nei confron­ti dei Comuni sulle modifiche al­la Tasi aggiungendo che il relati­vo decreto verrà varato presto.

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-lO 11liliardi Taglio complessivo È l'ipotesi di intervento che dovrebbe essere fatto entro 6 mesi

Taglio Irap È la dote minima per il ta~io progressivo di dleci punti .,

Data 25-02-2014 Pagina 5 Foglio 2/2

, -5 rniliardi 100 euro Spending review È la portata ~e,1.piano Cottarelli per quest'anffti .

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Aumento medio l'intervento suU'Irpef riguarda 1'85% dei lavoratori

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Data 25-02-2014 Pagina 1 Foglio 1 /2

lIoosslcr La spending review sul tavolo di Padoan Andrea Bassi

Verifica dei conti, tagli al­la spesa, subito la Tasi e le privatizzazioni. Poi le aste del debito. -

Continua a pago 5

Verifica dei conti, tagli e tasse Padoan apre subito i dossier ~Positivo il primo incontro con Renzi ~Nella squadra del Tesoro arriva Pagani e Delrio: sintonia su cuneo e debiti Pa braccio destro di Letta a Palazzo Chigi

Il PIANO

segue dalla prima·pagina

Pier Carlo Padoan si è subito tro­vato òtapultato a guidare la macchina del «cambiamento ra­dicale» promesso da Matteo Renzi. I due si sono incontrati l'altra notte in un vertice al qua­le ha preso parte anche Grazia­no Delrio. Il primo incontro di persona tra Padoan e il neo pre­sidente del Consiglio e nel quale Renzi e il ministro dell'Econo­mia si sarebbero trovati «sinto­nizzati sulle stesse lunghezze d'onda» soprattutto per quanto riguarda il taglio del cuneo fisca­le, uno dei cavalli di battaglia di Padoan durante la sua perma­nenza all'Ocse. Ma dal vertice sa­rebbe uscita anche la seconda in­dicazione inserita da Renzi nelle sue dichiarazioni programmati­che, la promessa di pagare entro pochi mesi tutti i debiti della pubblica amministrazione. Una misura che, secondo Padoan, po­trebbe dare una scossa reale al­l'economia. Si lavora all'ipotesi di aggiungere ai 20 miliardi già programmati da Saccomanni per quest'anno, altri 20-30 mi­liardi, in modo da portare a 80 miliardi il saldo delle vecchie fat-

INCONTRO DI DUE ORE CON SACCOMANNI PER Il PASSAGGIO DI CONSEGNE SUBITO 4 MILIARDI

SPENDING REVIEW

ture e chiudere definitivamente il conto. La misura ha anche un altro corollario: piace molto a­Confindustria che subito ha esultato con il suo massimo rap­presentante, il numero uno Giorgio Squinzi. IL PASSAGGIO DI CONSEGNE Ma la giornata di ieri è stata im­pegnativa per Padoan anche su altri fronti. In mattinata ha in­contrato per un faccia a faccia al ministero il suo predecessore Fabrizio Saccomanni, che ha il­lustrato al neo ministro tutti i dossier aperti sul tavolo. Lo sta­to dei conti pubblici rimane tra­ballante e le previsioni di inver­no che questa mattina saranno presentate dalla Commissione Ue certificheranno definitiva­mente che per Roma sarà diffici­le raggiungere una crescita del-1'1,1% stimata dal precedente go­verno. Dunque il rapporto tra il deficit ed il Pil difficilmente sarà del 2,5%, sarà più vicino al 2,7% se non più alto. Per questo uno dei suoi primi atti sarà una «due diligence sui conti». In questo quadro Padoan dovrà finanziare il taglio «a due cifre» del cuneo fiscale. Solo per il 2014 il costo dovreb be essere di una decina di miliardi. I soldi arriveranno dal­la spending review di Carlo Cot­tarelli. Il lavoro del Commissa-

llIi Revisione 3 3,6 della spesa llIi Rientmdei 3 O capitali

Risparmi 3 O interessi

Il TOTALE 9 3,6

rio è finito ed è stato consegnato due giorni da a Saccomanni. L'ex ministro l'ha a sua volta messo nelle mani di Padoan. Già nel 2014 dalla spending review dovrebbero arrivare 4 miliardi, 2,5 grazie ai risparmi sui consu­mi intermedi, il resto da costi della politica, regioni, sanità, ma anche riduzione degli stipendi degli alti funzionari della pubbli­ca amministrazione. Per gli altri dipendenti Pa arriverà, invece, la mobilità. Altri 3 miliardi arri­veranno dai minori interessi pa­gati sui titoli di Stato grazie alla riduzione del differenziale con i bund. Ci sarà anche la «rimodu­lazione» delle rendite finanzia­rie, ma sul tema si procederà «con i piedi di piombo». Ci sono anche altre novità. Pado­an ha iniziato a lavorare alla squadra. Nel suo team entrerà quasi certamente Fabrizio Paga­ni, già consigliere economico di Palazzo Chigi con Letta, del qua­le è da anni uno dei più stretti collaboratori. Pagani ha già in­crociato la sua strada con Pado­an all'Ocse, dove ha lavorato per diversi anni. Del resto Pagani nel vecchio governo seguiva dos­sier delicati come le privatizza­zioni, la vicenda Alitalia e le no­mine pubbliche.

Andrea Bassi © RIPRODUZIONE RISERVATA

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rUnità Data 25-02-2014 Pagina 9 Foglio 1

Il ceto medio arretra, l'Italia si sente più povera • Cresce il numero di chi si colloca nella fascia «bassa» della società e teme per lavoro e pensione

GIULIA PILLA ROMA

Tra gli effetti della crisi ce n'è uno che promette di farsi strutturale e di cam­biare a lungo la composizione sociale del Paese. Si tratta della progressiva erosione del ceto medio. Se ne parla da un po', e a ricordarlo ci sono le notizie che ogni giorno ci raccontano come un numero crescente di italiani si senta im­poverito mentre si fa più forte il peso dell'insicurezza economica considera­ta la principale preoccupazione, timo­re rafforzato dall'instabilità politica.

A tradurre le paure in numeri arriva il settimo rapporto dell' osservatorio eu­ropeo sulla sicurezza della fondazione Unipolis, realizzato da Demos & Pi e Osservatorio di Pavia, che per la prima volta fotografa, appunto, la scomparsa del ceto medio: se otto anni fa nella fa­scia intermedia economica e sociale vi si collocava il 60% degli italiani, oggi la maggioranza degli interpellati (52%) colloca la propria famiglia nella classe sociale «bassa e medio bassa». Per que­sto, il 60% dei cittadini ha paura per il futuro dei propri figli e il 67% guarda all'emigrazi.one come sola speranza

Rapporto Unipolis: l'insicurezza economica è l'emergenza principale per sette persone su dieci

per 1 glOvam. In cima ai pensieri troviamo quindi

l'insicurezza economica: il 73% degli in­tervistati la considera un'emergenza e, se la percentuale è di sei punti inferio­re a quella rilevata lo scorso anno, il dato rimane ancora di 15 punti più alto rispetto al 2009. Ad alimentare ulterio­re sfiducia c'è la politica, considerata incapace di risolvere la crisi: il 68% de­gli italiani intervistati si dichiara fre­quentemente preoccupato per l'insta­bilità politica nazionale con un'esten­sione della sfiducia all'Unione euro­pea, che ha dalla sua solo un 27% degli italiani. Paura, infine, anche nella sfera personale: 1'84% degli intervistati rile­va un incremento della criminalità a li­vello nazionale. «È !'Italia della grande incertezza», sintetizza Ilvo Diamanti, direttore scientifico di Demos, a com­mento del sondaggio. La società italia­na è, a suo dire, caratterizzata dalla «perdita dei riferimenti di valore, istitu­zionali, normativi che fornisce la politi­ca» ed è ormai «disorientata». E anche il futuro «si è perso nella nebbia della grande incertezza in cui siamo scom­parsi».

Non stupisce che la perdita del po­sto di lavoro sia ritenuta un rischio per

quasi il 50% degli intervistati, con un aumento di 12 punti rispetto al 2009. In Francia la percentuale si ferma al 37%, in Germania non arriva al 12% e pure in Spagna è inferiore (47%). Qua­si un italiano su 3, in effetti, afferma che qualcuno in famiglia nell'ultimo an­no ha perso il lavoro e i143% indica che un famigliare ha cercato inutilmente un'occupazione. In forte aumento an­che il timore di perdere la pensione, ti­more espresso dal 44% degli intervista­ti con un aumento di 16 punti percen­t~ali rispetto al 2009. Negli anni della crisi è salita all'85% la percentuale che ritiene che le disuguaglianze sociali si siano ampliate, con un incremento di 9 punti rispetto a due anni fa.

Sull'immigrazione l'atteggiamento è ambivalente: se da un lato il 56% de­gli intervistati ritiene che contribuisca all'apertura del Paese e 1'80% è favore­vole allo ius soli, dall'altro un italiano su tre continua a percepire gli immigra­ti come un pericolo per l'ordine pubbli­co o minaccia per l'occupazione, con un aumento rispettivamente di 5 e 7 punti. «L'Italia - continua Diamanti ,­non è più un Paese del ceto medio, E un Paese popolare, in preda ai populi­smi».

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