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Rassegna Stampa di martedì 25 febbraio 2014
SNALS / CONFSAL Italia Oggi 25/02/2014 SOSTEGNO, ECCO LA PRIMA GRANA l'Eco di Bergamo 25/02/2014 STOP OFFERTA FORMATIVA SCIOPERO CGIL Italia Oggi 25/02/2014 UN BILANCIO PER OGNI RETE il Messaggero 25/02/2014 L'OPERA A RISCHIO CHIUSURA Avvenire 25/02/2014 OPERA DI ROMA NEL CAOS: A RISCHIO "MANON" E TEATRO Gazzetta del Sud 25/02/2014 MOBILITAZIONE ALL'OPERA DI ROMA A RISCHIO LA PRIMA DI
RICCARDO MUTI il Mattino 25/02/2014 OPERA, ARIA DI SCIOPERO PER LA "MANON" DI MUTI-NETREBKO Il Mattino - Napoli Sud Costiera
25/02/2014 TERME, SUI TETTI LA PROTESTA DEI LAVORATORI
Il Messaggero - Cronaca di Roma
25/02/2014 Int. a C.Fuortes: FUORTES: "DOBBIAMO SALVARE L'OPERA"
Il Quotidiano della Calabria - Ed. Reggio Calabria
25/02/2014 IN AGITAZIONE IL PERSONALE GIUDIZIARIO DEL TRIBUNALE
Il Sannio 25/02/2014 CMR, OGGI LAVORATORI IN SIT IN la Gazzetta del Mezzogiorno
25/02/2014 "SE DOVESSE SALTARE MANON LIQUIDIAMO L'OPERA..."
Roma 25/02/2014 "RIAPRITE LE TERME", ESPLODE LA PROTESTA Virgilio.it 25/02/2014 SPETTACOLO | OPERA ROMA: SINDACATI VERSO BLOCCO DI TUTTE LE
PROSSIME RECITE+++ Scuola, Formazione, Università, Ricerca il Sole 24 Ore 25/02/2014 SUBITO CUNEO, PAGAMENTI PA E PIANO SCUOLE il Sole 24 Ore 25/02/2014 PER IL "PIANO SCUOLE" MODIFICA IMMEDIATA AL PATTO DI STABILITA' Corriere della Sera 25/02/2014 BENE L'EMERGENZA EDILIZIA ORA VIA IL TABU' DEL MERITO NEL MONDO
DEI DOCENTI Corriere della Sera 25/02/2014 TORNA IL BONUS MATURITA' IL NEOMINISTRO: E' PIU' GIUSTO la Repubblica 25/02/2014 LA SFIDA DI RENZI ALLA VECCHIA POLITICA "NON VOGLIO RECITARE IN
UN TRUMAN SHOW" TAGLIO A DOPPIA CIFR la Repubblica 25/02/2014 SCUOLA, PRIMO NO DEI PROF ALLA GIANNINI "GLI SCATTI DI
ANZIANITA' NON SI TOCCANO" la Stampa 25/02/2014 SCUOLA E FISCO, LE SFIDE DI RENZI MF - Milano Finanza 25/02/2014 RENZI: SE FALLISCO E' COLPA MIA Italia Oggi 25/02/2014 RENZI FA VEDERE CHE LI MALTRATTA Italia Oggi 25/02/2014 Int. a V.Feltri: PER IL MOMENTO SONO SOLO PAROLE Italia Oggi 25/02/2014 SALONE DELLO STUDENTE CAMPUS ORIENTA, PRENDE IL VIA OGGI
L'EDIZIONE DI MONZA Italia Oggi 25/02/2014 GRADUATORIE A ESAURIMENTO, SI LAVORA PER AGGIORNARLE
INTANTO UTILI ANCHE LE ABILITAZIONI UE... Italia Oggi 25/02/2014 LA VALUTAZIONE NON SI FA SENZA IL CONSENSO DEGLI INSEGNANTI Italia Oggi 25/02/2014 VALUTARE SI', MA NON PER PUNIRE
Italia Oggi 25/02/2014 IL PASTICCIO DELLA REITERAZIONE DELLE SUPPLENZE, UNA VERA BOMBA AD OROLOGERIA PER VIALE TRASTEVERE
Italia Oggi 25/02/2014 SALVASCATTI ALL'ESAME DEL SENATO Italia Oggi 25/02/2014 SOSTEGNO, ANNO UTILE ALL'ASSUNZIONE Italia Oggi 25/02/2014 DIRIGENTI, SCATTA L'INCOMPATIBILITA' Italia Oggi 25/02/2014 LSU, IL NODO MAI SCIOLTO Italia Oggi 25/02/2014 TUTOR, SILENZIO SUI COMPENSI Italia Oggi 25/02/2014 IMMATRICOLAZIONI IN CALO, STUDENTI IN CAMPO Italia Oggi 25/02/2014 L'APPRENDISTATO SI FA SEMPLICE Italia Oggi 25/02/2014 MEET E NON NEET, LA SFIDA DELL'INNOVAZIONE Italia Oggi 25/02/2014 STRANIERI, NUOVE LINEE il Messaggero 25/02/2014 SCUOLA PER LA SICUREZZA UN PIANO STRAORDINARIO Avvenire 25/02/2014 ISTRUZIONE AL PRIMO POSTO MATTEO COME TONY BLAIR il Manifesto 25/02/2014 RENZI: INVESTIRO' SULL'EDILIZIA E GIANNINI TAGLIA GLI "SCATTI" Il Secolo XIX 25/02/2014 DAI FUTURI PROGETTISTI UN'IDEA PER MARINA GRANDE Moda (Corriere della Sera)
25/02/2014 LA (MIA) CLASSE DEL MADE IN ITALY
la Repubblica 25/02/2014 I DUBBI DEL TESORO SULLA TASSAZIONE DEI BOT "FINIREBBE PER COLPIRE SOLO LE FAMIGLIE"
Libero Quotidiano 25/02/2014 CARA MINISTRA GIANNINI RIFORMI LA RIFORMA DEI CONSERVATO'RI Giorno/Resto/Nazione 25/02/2014 II EDIZIONE - E RENZI INCASSA LA PRIMA FIDUCIA I SI' FERMI A QUOTA
169 +++ Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore 25/02/2014 CUNEO, OBIETTIVO TAGLIO DA 10 MILIARDO il Sole 24 Ore 25/02/2014 AL VIA IL TAVOLO DELLE BCC Italia Oggi 25/02/2014 ISPETTORI DEL LAVORO PIU' LIBERI Italia Oggi 25/02/2014 STUDI, MOBILITA' SENZA INCENTIVI Italia Oggi 25/02/2014 DIMISSIONI IN BIANCO, UNA NON-SOLUZIONE il Messaggero 25/02/2014 DIRIGENTI A TEMPO UN PASSO AVANTI il Messaggero 25/02/2014 LA SPENDING REVIEW SUL TAVOLO DI PADOAN L'Unita' 25/02/2014 IL CETO MEDIO ARRETRA, L'ITALIA SI SENTE PIU' POVERA Corriere della Sera 25/02/2014 LE MAGGIORANZE VARIABILI DEL LEADER MA LA VERA INSIDIA OGGI E'
NEL SUO PD Corriere della Sera 25/02/2014 BERLUSCONI E ALFANO SI GIOCANO TUTTO SULLA NORMA "SALVA
LEGISLATURA" la Repubblica 25/02/2014 MPS, TRUFFA DA 90 MILIONI PER LA "BANDA DEL 5%"
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Data 25-02-2014
ItaliaOggi Pagina 33 Foglio 1
Il Sud dovrebbe restare quasi a secco di nuove as:;unzioni. Il Miur: scelta politica
Sostegno~ ecco la prima grana Renzi punta sull'edilizia e conquista il consenso sindacale
DI ALESSANDRA RICCIARDI
l1tto sospeso. Perché la
questione è politica, dicono ai piani alti di viale Trastevere, e tocca al
nuovo ministro occuparsene. Il dossier sulle 22 mila assunzioni da fare nella scuola per il sostegno degli alunni con disabilità campeggia tra i faldoni dei nodi irrisolti con cui il neoministro dell'istruzione, università e ricerca, Stefania Giannini, dovrà confrontarsi. Secondo le stime fatte dai tecnici del dicastero, a voler essere rigorosi, 1'80% delle assunzioni da farsi dal prossimo anno dovrebbero andare nelle regioni del Nord. Il Sud dovrebbe rimanere a bocca asciutta o quasi, avendo un rapporto tra organico di diritto e di fatto molto alto: si va dall'85% della Basilicata al 75% e passa di Campania e Calabria. Contro meno del 50% della Lombardia e del Molise, giusto per fare un esempio. Se l'obiettivo è stabilizzare i docenti di sostegno sui posti in organico di diritto, va detto a tante regioni meridionali che di nuove assunzioni
a tempo indeterminato, almeno per i prossimi due anni, non se ne fanno. Salvo alcuni correttivi, a cui il precedente ministro, Maria Chiara Carrozza, stava lavorando prima del cambio di governo. Ora si dovrà vedere qual è l'orientamento della Giannini. Che ha mostrato nelle sue prime uscite di voler prendere di petto molte questioni da tempo rinviate, da quella degli aumenti di merito per i docenti a quella della durata del percorso scolastico. Innescando il fuoco di sbarramento di tutti i sindacati di settori: gli scatti nella scuola non si toccano, se si vuole parlare di carriera, hanno detto all'unisono Flc-Cgil, Cisl e ViI scuola, mm e Gilda, lo si faccia con risorse nuove. Più cauto ieri il premier, Matteo Renzi, che nel discorso programmatico per il voto di fiducia al senato ha sottolineato l'importanza della scuola per la ripresa, la necessità di ridare prestigio s0-
ciale ai docenti e di rimettere in sesto gli edifici scolastici. E per non dimenticare le buoni abitudini da sindaco, ha annunciato che visiterà ogni settimana una scuola, si parte da Treviso.
«Scriverò una lettera ai colleghi sindaci, 8 mila, e ai presidenti delle province sopravvissuti» per fare «un punto sulla situazione dell'edilizia scolastica seguendo il ragionamento del senatore Renzo Piano che qualche giorno fa ha proposto di rammendare le periferie», ha spiegato Renzi. Rammendare, meglio che rifare, chissà se costerà meno. Per rendere sicuri tutti i 57 mila edifici scolastici, la Protezione civile aveva stimato un investimento di 13 miliardi di euro. «Apprezzabili le affermazioni del presidente del consiglio Renzi, che indicano la scuola come tema addirittura essenziale per definire la qualità di un'azione politica», dice Francesco Scrima, segretario Cisl scuola, «ora però seguano scelte coerenti, a partire dalla positiva risoluzione dei tanti dossier aperti». Aggiunge Massimo Di Menna, numero uno della Vil scuola: <Servono soluzioni ai problemi che vivono tutti coloro che con il loro impegno e il loro lavoro fanno funzionare ogni giorno la scuola pubblica». Declina gli interventi il segretario della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo: «Bisogna
prioritariamente aumentare e riorganizzare il finanziamento pubblico alle istituzioni della conoscenza, prevedere un sistema di valutazione volto al miglioramento del sistema, rinnovare i contratti nazionali in tutti i settori pubblici». Anche dal Pd, oltre all'apprezzamento, è arrivato l'invito alla concretezza: «Chiediamo al governo di dare il via libera alla proposta di legge Ghizzoni per risanare l'errore compiuto dalla rifurma Fornero sui cosiddetti 'Quota 96' della scuola, il che consentirebbe di avere nuovi pensionamenti e dunque anche immediati nuovi ingressi tra gli insegnanti. La commissione bilancio ha più volte proposto coperture al provvedimento senza mai trovare adeguato riscontro»». A dirlo il renziano Andrea Marcucci, presidente della commissione istruzione del senato. Dalle parole ai fatti il passaggio non sarà facile, eppure dovrà essere rapido.
Intanto, già domani dovrebbe completarsi la squadra dell'Istruzione, con la nomina (o conferma) dei sottosegretari e forse di un viceministro. Poi, a stretto giro, toccherà al vertice amministrativo. Il premier vuole rotazione, si vedrà.
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C ECO DI BERGAMO
Stop offerta formativa Sciopero Cgil
LaFlc-Cgilhaproclamatounoscioperodelleattivitàaggiuntivedel personale docente, educativo, amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola fino al 22 marzo prossimo. Si tratta di incrociare le braccia in occasionedi tutte Jeattività retribuite con il Fondo per il miglioramentodell'offerta formativa (il cosiddetto Mot). La protesta si svolge per chiedere il recupero degli scatti 2012 e 2013 e
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contro la riduzione del Mof. «La situazione nelle scuole pubblicheèdiventata insostenibile» affermaTobia Sertori,segretario generale provinciale del sindacato scuola della egli. «Le scuole quest'anno avranno una forte decurtazione del salario accessorio, sono a rischio progetti, recuperi, attività di assistenza agli studenti disabili,commissioni didattiche, sostituzioni dei colleghi assenti,attività di responsabilità edi collaborazionecon il dirigente scolastico, gli incarichi specifici al personale amministrativo, tecnico e auslliario». Danno piùtempoalgovemoeisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda che per le stesse ragioni hanno invece proclamato lo stato di agitazione.
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Data 25-02-2014
ItaliaOggi Pagina 32 Foglio 1 /2
La disciplina dei diversi accordi tra imprese (di contratto o soggetto)
Un bilancio per ogni rete Co.nta la modalità di organizzazione scelta
DI Cmo CHICHIERCHIA * E SILVIA MEZZETI'I**
Il comma 4-ter dell'art. 3 del dI lO febbraio 2009, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 aprile
2009, n. 33, e successivamente modificato da vari provvedimenti normativi, ha introdotto nel nostro ordinamento la figura delle «reti di imprese», nuove forme di aggregazioni tra imprenditori, finalizzate al rilancio del nostro sistema economico. Per questo le «reti» sono state oggetto per un triennio di un'agevolazione fiscale, che era usufruibile sulle imposte sui redditi dovute a saldo per ciascuno degli anni compresi nel triennio 2010-2012, e, attualmente, sono destinatarie di finanziamenti agevolati erogati da alcune regioni e rivolti a determinati settori economici così come sono stati previsti anche dall'articolo 1, comma 48, legge 27 dicembre 2013 n. 147 c.d. legge di Stabilità.
Secondo il disposto del comma appena citato, «con il contratto di rete più imprenditori perseguono lo scopo di accrescere, individualmente e collettivamente, la propria capacità innovativa e la propria competitività sul mercato e a tal fine si obbligano, sulla base di un programma comune di rete, a collaborare in forme e in ambiti predeterminati attinenti all'esercizio delle proprie imprese ovvero a scambiarsi informazioni o prestazioni di natura industriale, commerciale, tecnica o tecnologica ovvero ancora a esercitare in comune una o più attività rientranti nell'oggetto della propria impresa».
Il contratto di rete può prevedere l'istituzione di un fondo patrimoniale comune e la nomina di un organo comune incaricato di gestire, in nome e per conto dei partecipanti,
l'esecuzione del contratto o di un soggetto distinto cui comsingole parti o fasi dello stes- pete l'effettiva realizzazione so. Anche se il contratto di degli investimenti previsti dal rete prevede l'organo comune programma di rete» (circolare e il fondo patrimoniale, non è n. 201E del 2013). dotato normalmente di sogget- Invece, nella rete priva di tività giuridica, salva la facoltà soggettività giuridica, o <<l'ete di acquisirla mediante richie- contratto», il fondo comune, sta di iscrizione nella sezione se esistente, costituisce un ordinaria del Registro delle complesso di beni e diritti deimprese nella C1,ri circoscrizione stinato alla realizzazione del ha la propria sede. progr~a coID:U?e di ret;e e
Nel nostro ordinamento l rapportI tra gh Imprenditoesistono due possibili tipi di ri partecipanti al contratto di «reti»: la «l'ete contratto», pri- rete.e l'organ~ comun.e ~~e lo va di personalità giuridica, e gestisce sono nconduCIbili alla la «rete soggetto», dotata di figura del mandato c~m rapprepersonalità giuridica, con la sentanza. ~ualor~, 1Ov~, nel conseguenza che il contratto di contratto di rete SIa preVISta la rete può oggi configurarsi non figura dell'impresa «capofila», più soltanto come un sempli- questa agisce su mandato sen-ce contratto tra imprese, ma za rappresentanza. ,
piuttosto quale organizzazio- il CItato comma 4-ter dell art. ne, dotata di autonoma sog- 3 del d15l2~09 p;evede, che «~ gettività giuridica, rispetto fond? pa~oruale comune ~I alle imprese aderenti. Con la applican?, 10 9':lan~ ~ID:pati~ circolare n. 201E del 18 giugno bilI! le .dISpoSIZIOru dI cm agh 2013 l'Agenzia delle entrate ha artIcoli 2614 e 2~n5, ~e.con?o fornito importanti chiarimenti c0ID:ma, del codIce c~VIle? I~ sia relativi alla «rete soggetto» ogm caso, pe~ le obbhgazIOru che alla «rete contratto», ricor- ~ontratt;e dalI organo comun~ dando tra l'altro che la misura 10 re~azlO~e al programma dI fiscale agevolativa era fruibile ~ete, l tE:r~I ~ssono ~ar valere solo nel presupposto che la rete l lor.o dmttI esclUSIvamente non fosse considerata un'entità sul ~ondo co~une. Entr? due distinta dalle imprese aderen- n:t~SI dalla chI~sura dell eserti e fosse priva di personalità CIZI? annuale .1 org8?o comun~ giuridica. Elemento su cui ci si redI~e una sItuazIOIl:e patnvuole qui soffermare è il fondo momale, o~~:vand?, 10 9~an~ patrimoniale che assume una to cOJ;npatibI~I, le ~IS~OSIZIO~I connotazione diversa a secon- r~latIve al b~la~lClo dI ~se~cIda che sia relativo a un tipo o ZIO della. SOCIeta pe; aZI?ru, e all'altro di «rete». la ~eposlta p~sso l uffiCIO del
Infatti, la circolare ha chia- regIstro delle Imp~ese d~llu?rito che con il conferimento al go ove ha sede~ S.I apphc~, m fondo patrimoniale della «rete quant~ compatibIle, l artIcolo soggetto», l'impresa aderente 2?15-~I~, terzo comma, del co-assume lo status di parteci- dIce CIVIle.» . .. pante, con la conseguenza che Il 28 f~b~ralO dI ~Ia~~un la contribuzione al fondo pa- anno, qu.mdI, le «reti dI Imtrimoniale deve essere tratta- prese», SIano esse <;soggetto~ ta quale «partecipazione» alla o «contratto», ~urch~ dotate dI rete-soggetto, al pari dei confe- un fond~ patnmoru~e, d~vorimenti in società, sia contabil- no d~posI~e una <<s~tuazI?ne mente che fiscalmente. patnmorual.e», c~e ~spett~ ~e
«Le imprese che costituisco- norme s~ bilanCIO ~h e.sercIZlo no una rete-soggetto non si delle SOCIetà per ~oru. . ali diret Se per le «retI soggetto» Impegnano a re zzare - . bI' ta tamente gli investimenti pre- n?~ eSlSt:ono p;o . emI ~on -visti dal programma comune, bIlI partlcolan, gIacche esse mediante la destinazione idea- rappres~~tano u~ auto.Il:0mo le al fondo patrimoniale di una cent;o di Imp~~Zl~n~ ~ mte~ quota di utili, ma, sottoscriven- reSSI e n;tpporti gIUrIdiCI aven~ do il contratto, si impegIlano a a~che ~leva~za dal I?unto. dI effettuare dei conferimenti in VIsta tnbutano. Esse, Infatti, o
rientrano tra gli enti commerciali (art. 73, comma 1, lettera b), del Tuir) o tra quelli non commerciali (art. 73, comma 1, lettera c), del Tuir), diversi dalle società, a seconda che svolgano o meno attività commerciale in via principale o esclusiva.
Per le reti contratto, invece, prive di autonoma soggettività giuridica e conseguentemente fiscale possono presentarsi problemi di natura contabile, dipendenti sia dall'organizzazione che ciascuna si è data (con organo comune o con impresa capofila) sia dal numero delle imprese aderenti.
In sostanza, come detto, se la rete si dota di un organo comune, questo agisce su mandato con rappresentanza, quindi agisce per conto ed in nome delle imprese contraenti sulla base del potere di gestione e di rappresentanza conferiti nel contratto con la conseguenza che gli effetti giuridici e tributari delle attività da esso poste in essere si riflettono automaticamente nella sfera giuridica delle singole imprese.
Se invece la rete contratto si dota di un'impresa capofila, questa agisce su mandato senza rappresentanza, quindi agisce per conto, ma non in nome, delle imprese contraenti sulla base del potere di gestione conferito nel contratto, con la conseguenza che gli effetti giuridici e tributari delle attività da essa poste in essere non si riflettono automaticamente nella sfera giuridica delle singole imprese.
Un esempio servirà a chiarire quanto appena esposto.
Caso A) Organo comune che agisce con mandato con rappresentanza:
Gli atti posti in essere dall'organo comune producono effetti direttamente nelle sfere individuali dei singoli rappresentati, i quali devono fatturare ai clienti della rete o ricevono fattura dai fornitori della rete per la quota parte di corrispettivo a esse riferibili.
In sostanza, i fornitori della rete emettono tante fatture intestate alle imprese retiste (mandanti), per importi pro-
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porzionati alle quote di partecipazione di ciascuna al contratto; del pari i clienti della rete ricevono tante fatture quante sono le imprese retiste.
Caso B) Esistenza di un'impresa capofila che agisce con mandato senza rappresentanza. Gli atti posti in essere dall'impresa capofila producono effetti direttamente su di essa, che deve, pertanto, successivamente «ribaltare» i costi e i ricavi ai partecipanti, per conto dei quali ha agito, emettendo o ricevendo fattura per la quota parte del prezzo riferibile alle altre imprese. In sostanza, i fornitori della rete emettono una sola fattura intestata all'impresa capofila (mandatario), «he poi emette fatture a ciascuna impresa aderente al contratto di rete, al fine di attribuire loro il costo sostenuto. Parimenti i clienti della rete ricevono fattura dall'impresa capofila, che poi riceve tante fatture pro-quota prezzo da ciascuna impresa aderente. Come si evince dalle scritture riportate i bilanci dei contratti di rete saranno alquanto diversi tra loro in funzione della modalità di organizzazione scelta.
* dottore commercialista a Napoli
**funzionario Agenzia delle entrate
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Un esempio ' - - -~-
" " v v '"
Scritture contabili Caso A) Rete contratto dotata di organo comune con mandato con rappresentanza a) Apporto al fondo patrimoniale di 1.000
Banca c/c a Debiti v/imprese retiste 1.000
b) Acquisto di un bene necessario al contratto di rete con addebito c/c bancario per 50 Crediti vlimprese retiste a Banca c/c 50
c) Giroconto per addebito retiste per l'acquisto effettuato Debiti vlimprese retiste a Crediti vlimprese retiste 50
Caso B) Rete contratto con impresa capofila che opera su mandato senza rappresentanza a) Apporto al fondo patrimonlale di 1.000 Banca c/c a Debiti vlimprese retiste 1.000
b) Acquisto di un bene necessario al contratto di rete con addebito c/c bancario per 50 Diversi a Banca c/c 61 Costo merci 50 Iva credito 11 c) Recupero costo merci acquistate (tante fatture quante le imprese aderenti) Crediti vlimprese retiste a Diversi 61
Fismic via delle Case Rosse 23
00131 ROMA
a a
Te!. 06171588847 - Fax 06171584893 www.fisoùc.it
Recupero costo merci Iva debito
50 11
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Data 25-02-2014 n Sole9]{l mmrn Pagina 2
Foglio 1 14
SUllE PROPOSTE DEL PREMIER
Dal lavoro alla cultura: conver~nze e distanze con il decalogo del Sole
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Marzio Bartoloni, Andrea Marini. Marta Paris ~ pagina:2
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Subito cuneo, pagamenti Pa e piano scuole Nel discorso punti in comune con il decalogo del Sole, ma troppa vaghezza su coperture, debito e sostegno alla disoccupazione
ROMA
Molti punti in comune fra il discorso programmatico pronunciato ieri dal neo premier Matteo Renzi al Senato e il decalogo del Sole-24 Ore, pubblicato domenica scorsa. Dal taglio del cuneo fiscale - «a due cifre» - al pagamento di tutto l'arretrato dei debiti Pa alle imprese, dalle semplificazioni alla revisione del Titolo V. Convergenze evidenti che però tendono a sfumare sul terreno della loro fattibilità pratica perché per ora Renzi non ha ancora indicato coperture precise. Un programma di governo nel quale emerge anche qualche distanza sostan-
ziale rispetto al decalogo del Sole: come l'idea di adottare un assegno universale per la disoccupazione che stona, viste le coperture di cui avrebbe bisogno (almeno 7-9 miliardi, si veda l'articolo a pagina 5) con il resto delle ambiziose misure.
Tra le sorprese c'è senz'altro l'idea di partire dalla scuola. Una lezione che R'enzi sembraàver imparato dal suo "maestro" Tony Blair che, come il neo premier ita-
I liano, partì da lì nella sua cavalcata che lo portò per lO anni a Downing Street. Renzi - che vuole entrare nelle aule di una scuola ogni mercoledì - punta sullo sblocco degli investimenti nell' edilizia scolastica fermati da un Patto di stabilità interno che il Governo, almeno su questa parte, intende cambiare subito. Una proposta che converge con il punto 8 del de-
I
calogo del Sole-24 Ore, dove si parla di un piano di piccole opere da7miliardiincui proprio le scuo-
le hanno un ruolo centrale. Subito bisogna puntare anche
allo sblocco totale dei debiti della pubblica amministrazione attraverso un diverso utilizzo della
I Cassa depositi e prestiti. Che dovrà avere - secondo Renzi - un
; ruolo fondamentale anche nel poI tenziamento dei fondi di garanzia
a sostegno del credito delle Pmi. Le dichiarazioni del premier ricalcano in pieno le richieste del Sole-24 Ore. L'idea di ricorrere a un maggior impegno di Cdp, peraltro già in parte previsto, è però tutta da verificare nelle modalità. Altro punto che sarà affrontato nelle prossime settimane è, come detto' una riduzione a doppia cifra del cuneo fiscale, attraverso misure serie e irreversibili, legate alla revisione della spesa, che porterà nel corso dei primi mesi del primo semestre del 2014 a vedere dei risultati concreti. Ma di numeri, ieri al Senato, non si è parlato.
SCHEDE A CURA DI Marzio Bartoloni, Andrea Marini, Marta Paris
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n Sole9]{l mmrn
Cuneo fiscale
Data 25-02-2014 Pagina 2 Foglio 2/4
Robusta riduzione del prelievo fIScale e contributivo sul lavoro, magna pars di un piano complessivo di taglio immediato della pressione fiscale per 8/10 miliard~ da realizzare con più interventi, dalla deducibilità del costo del lavaro sull'imponibile lrap a un intervento, diretto su lrap e lres. Coperture: 516 miliardi dalla spending review; 3 miliardi dalla minore spesa per interessi
,Impresa, ricerca, energia Allargamento del credito d'imposta alla ricercaeaWinnovazione per favorire gli investimenti privati. Sel1le un bonus strutturale sulla spesa totale e non limitato agli incrementi ili investimenti. Sostegni all'export per i settori di punta della manifattura. Compl&tar:e il mercato interno dell'energia per abbatterne i costi
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l IlUllo, 'IIUII
Calo a doppia cifra delle tasse sul lavoro LA PROPOSTA DI RENZI Il premier Renzi ha parlato di riduzione «a doppia cifra del cuneo fiscale attraverso misure legate alla revisione della spesa che porterà nel corso del primo semestre del2014 a vedere risultati immediati e concreti». L'intervento sarebbe di circa 10 miliardi. Con la delega fiscale, si punta a inviare «a tutti i dipendenti pubblici eai pensionati direttamente a casa la dichiarazione dei redditi precompilata».
CONVERGENZA CON IL DECALOGO DEL SOLE Il Sole 24 Ore ha messo al primo punto del decalogo peril nuovo governo un taglio del cuneo fiscale da 8-10 miliardi, da coprire per 5-6 miliardi con la revisione della spesa pubblica e per3 miliardi ricorrendo alla minore spesa per interessi (già indicata dal Governo Letta). Il premier Renzi, a proposito delle coperture, si è mantenuto sul generico nel suo discorso programmatico al Senato
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CONVERGENZA "ALTA
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Start up e attrazione dei capitali esteri LA PROPOSTA DI RENZI «Un Paese vivo, ricco, aperto e curioso non ha paura di attrarre investimenti: li va a cercareefa di tutto per agevolarlÌ». Per il premier Renzi è cruciale che l'Italia sia più attrattiva, anche per start up e aziende innovative. Da qui lo stop a «freni burocratici» e ai «tempi biblici» come nel caso dell'apertura di un capannone. Renzi parla anchedi un piano industriale su energie alternative, chimica verde, innovazione, ecc.
CONVERGENZA CON IL DECALOGO DEL SOLE Gli impegni del neo-premierevocano alcune delle indicazioni del decalogo del Sole 24 Ore (punti 2 e 3): in particolare sul fronte delle semplificazioni per chi vuole fare impresa in Italia. Le ricette indicate da Renzi sono però ancora troppo vaghe. Come nel caso dell'idea di un pianoindustrif cheilpremierha appena tratteggiato. :
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Il GIUSTIZIA
«Pacchetto» organico di revisione a giugno LA PROPOSTA DI RENZI Il premier ha annunciato per giugno «un pacchetto organico di revisione della giustizia, che non lasci fuori niente». A partire da quella amministrativa perchéin Italia «lavorano più, negli appalti pubblici, gli awocati che i muratorÌ», iTar discettano di tutto, per i prowedimenti è una corsa a ostacoli «impressionante». Focus anche sulla giustizia civile, dove la lunghezza e le difficoltà del processo sono ormai tali che «se nevanno gliinvestimentÌ».
CONVERGENZA CON IL DECALOGO DEL SOLE Pur non indicando una ri'cètta precisa, le proposte di Renzi peril sistema giustizia sembrano andare nella direzione indicata dal terzo punto deldecalolgo di domenica che chiede di snellire la normativa sugli appalti pubblici, di introdurre un sistema di filtri sui ricorsi al Tar, di\emplificare subito la geografia giudiziaria., •
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I crediti delle aziende vanno sbloccati tutti LA PROPOSTA DI RENZI Renzi su questo punto è netto: «Sblocco totalenon parziale - dei debiti della pubblica amministrazione attraverso un diverso utilizzo della Cassa depositi e prestiti». Mentre peri! credito alle Pmi - definita «l'unica reale, importante e fondamentale questione che abbiamo sul tappeto» -i! pemier punta sui «fondi di garanzia» da potenziare «anche attraverso un rinnovato utilizzo della Cassa depositi e prestiti».
CONVERGENZA CON IL DECALOGO DEL SOLE Le dichiarazioni del premier ricalcano in pieno le richieste del decalogo del Sole 24 ore: nel quarto punto si chiede infatti i! pagamento di tutto l'arretrato della Pa e i! potenzia mento dell'azione del Fondo di garanzia. L'idea di ricorrere a un maggior impegno di Cdp, peraltro già in parte prevista, è però tutta da verificare nelle modalità.
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Data 25-02-2014 Pagina 2 Foglio 3/4
«~trumento ~n~versale» . Serieta ma nessuna misura dI sostegno ili dISOCcupatI per ridurre il debito LA PROPOSTA DI RENZI Renzi ha annunciato, entro il mese di marzo, un «Piano perillavoro» che prevede anche uno. strumento universale di tutela per la disoccupazione L'ipotesi è un'estensione generalizzata dell'attuale Aspi ma non è chiaro se il valore e la durata dell'assegno restano gli attuali. Per Renzi prioritario è «creare nuove assunzioni», attraverso un piano «industriale per singoli settori».
CONVERGENZA CON IL DECALOGO DEL SOLE Il decalogo del Sole240re sul lavoro chiedeva al governo di favorire la ricollocazione dei disoccupati puntando sulle politiche attive per legare i sussidi alla partecipazione a corsi di formazione e all'accettazione di un postodi lavoro. Renzi, invece, ieri si è limitato ad accennare all'estensione delle attuali tutele (uno «strumento universale»), senza indicare, peraltro, coperture.
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LA PROPOSTA DI RENZI Il nuovo premier nel suo discorso ha fatto solo un cenno al problema del debito pubblico monstre dell'Italia: «Mettere a posto le cose di casa nostra non deriva da un obbligo europeo: non è la signora Merkel o i! governatore Draghi a chiedere di essere seri con i! nostro debito pubblico: è i! rispetto che dobbiamo ai nostri figli, alle generazioni che verranno». Nessuna misura concreta, però, per ora.
CONVERGENZA CON IL DECALOGO DEL SOLE Sulle strategie per abbatterei! debito pubblico, nessun dettaglio. Il Sole240re, nel suo decalogo per i! governo, ha proposto interventi su più fronti, tra cui: avanzo primario; crescita superiore all'l%; privatizzazioni e liberalizzazioni di oltre 24.000 società partecipate dalle Pa locali; dismissioni di patrimonio immobiliare della Pa centrale e locale; privatizzazioni di società partecipate dal Tesoro .
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Cultura dei risultati per i dirigenti pubblici LA PROPOSTA DI RENZI «Occorre un Paese semplice che non abbia paura ad affrontare in modo diverso il rapporto con la pubblica amministrazione». Renzi ha stigmatizzato i paletti della burocrazia e la scarsa attrattività dell'Italia per gli investimenti. E nel mirino finiscono i dirigenti che non devono avere un ruolo a "tempo indeterminato" e peri quali non esiste una responsabilità «di mancato raggiungimento degli obiettivi». Una sfida da vincere «in quattro anni». Ma deve subito emergere in modo netto, chiaro ed evidente «che ogni centesimo speso dalla Pa debba essere visibile on line da parte di tutti».
CONVERGENZA CON IL DECALOGO DEL SOLE La proposta di Renzi sui dirigenti pubblici e la responsabilità per il raggiungimento degli obiettivi coincide con il punto 7 del decalogo che chiede di favorire il «ricambio e la cultura dei risultati».
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Sì a investitori privati . per creare occupazzone LA PROPOSTA DI RENZI Per Renzi non ci sono dubbi :«Con la cultura si mangia». Per questo bisogna avere «il coraggio di aprirsi agli investimenti privati nella cultura». Un coinvolgimento che può «creare posti di lavoro)) a esempio unendo <lÌ distretti tecnologici coni beni culturalh). Per Renzi i «valori della cultura fanno di noi una superpotenza mondiale)) e la «bellezza» salva l'export delleaziende.
CONVERGENZA CON IL DECALOGO DEL SOLE Le parole del premier sembrano rispecchiare la filosofia di fondo delle proposte avanzate nel decalogo (decimo punto) ed emerse sia dagli Stati generali che dal Manifesto della cultura del Sole 24 Ore. Resta ora da vedere se questa filosofia diventerà realtà: il primo banco di prova saranno i decreti attuativi della legge Valore cultura approvata in autunno.
Il INFRASTRUTTURE
Data 25-02-2014 Pagina 2 Foglio 4/4
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Piano edilizia scolastica, Stato-Regioni, riordino entro giugno i cantieri dei poteri con «clausola» LA PROPOSTA DI RENZI Il premier ha lanciato un piano straordinario di edilizia scolastica «che dovrebbe valere qualche miliardo e non qualche decina di milionh) e che si attuerà tutto fra il 15 giugno e il 15 settembre. Per renderlo fattibile in tempi così stretti, si dovrà «cambiare subitm) il patto di stabilità. Renzi ha detto di voler scrivere già oggi una lettera agli 8mila sindaci per avanzare le proposte. Anche un piano sul dissesto idrogeologico è necessa rio.
CONVERGENZA CON IL DECALOGO DEL SOLE La proposta Renzi converge con il punto 8 del decalogo lanciato dal Sole 24 Ore domenica scorsa dove si parla di un piano di piccole opere da 7 miliardi di cui scuole e difesa del suolo dovrebbero essere i capitoli più importanti. Convergenza sulla sterilizzazione del patto di stabilità che rende fattibile il piano subito.
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LA PROPOSTA RENZI Legge elettorale, riforma del Senato e del Titolo V «sono tre parti della stessa faccia», è il «nesso netto» individuato ieri dal premier. Quindi Italicum e «modello tedesco» per la ca mera alta. Da rivedere, nel Titolo V, <<le competenze esclusive di Stato e Regionh) le quali potranno legiferare in ogni materia non specificamente assegnata. Clausola di intervento della legge statale sulle materie esclusive regionali per esigenze di «unità economica e giuridica)). Ridìscutereil ruolo delle Province, dopo aver superato l'assetto attuale con il ddl Delrio
CONVERGENZA CON IL DECALOGO DEL SOLE Convergenza sostanziale tra programma Renzi e punto 9 del decalogo, anche se il Sole indica puntualmente le materie chiave da riportare sotto l'egida statale: infrastrutture, energia, trasporti. E chiede una vera eliminazione delle province
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Editirla. Al via anche il dissesto idrogeologico
Per il «piano scuole» modifica immediata al patto di stabilità
Giorgio Santi Ili ROMA.
Matteo Renzi confenna di voler puntare sulla centralità della scuola (<<coinvolgere gli insegnanti dal basso per ogni processo di rifonna») e sulle scuole anche per far ripartire l'edilizia, garantendo al tempo stesso la sicurezza dei nostri figli. TI premier ha dato ieri cinque indicazioni precise e operative sul piano che èpronto a lanciare. La prima novità -la più importante anche sotto il promo politico generale e di rappor
. to con l'Unione europea - è che per far funzionare il piano di edilizia scolastica (<va cambiato subito il patto di stabilità interno».
Dopo anni di rimpalli e cautele, l'assalto esplicito al patto che in altre occasioni aveva definito, da sindaco, «scioccQ», segna una svoltanetta. «Come si può pensare -ha detto Renzi -che il Comune, la Provincia abbiano competenza sull' edilizia scolastica senza però avere la possibilità di spendere soldi che sono li blocca-
ti perché esistono norme che si preoccupano della stabilità burocratica ma non si rendono conto della stabilità delle aule in cui vannoa studiare i nostri figli?».
Le altre novità non sono dameno, quanto a decisionismo operativo (sempre che, ovviamente, agli impegni seguano le decisioni). La seconda è che si tratta di un «programma straordinario» e questo significa probabilmente che le procedure saranno fuori dell'ordinario per aggiraresoprattutto sovrapposizioni burocratiche e mancanza di coordinamento che in passato si sono verificate anche all'interno dell'Esecutivo, prima ancora che conRegioni ed enti locali. Non a caso anche il Governo Letta aveva stabilito un coordinamento sull' edilizia scolastica a Palazzo Chigi senza che per altro questo abbia portato allo sblocco delle opere.
La terza novità riguarda l'entità del piano: sarà un piano di «qualche miliardo di euro e non di qualche decina di milioni», espressione non priva di ironia
Data 25-02-2014 Pagina 5 Foglio 1
che certamente ha per bersaglio anche l'ultimo stanziamento da 150 milioni previsto dalla legge di stabilità (per cui sono già arrivati progetti per oltre unmiliardo).
TI quarto dettaglio operativo -un paletto temporale che è forse l'impegno concreto più netto e più sfidante in termini direalizzazione-èche le opere del programma saranno realizzate tutte fra il 15 giugno e il 15 settembre, periodo in cui le scuole sono chiuse ed è più agevole svolge ilavori.
TI quinto dettaglio si potrebbe dire di ordine procedurale, ma dà anche il senso temporale dell'urgenza «Domani -ha detto il premier a palazzo Madama - scriverò una lettera ai miei colleghi sin-
daci, 01tre8rnila, per chieder a tutti loro e ai presidenti di provincia sopravvissuti di fare il punto della situazione sull' edilizia scolastica». Renzi ha citato, per riferimento culturale, l'àrticolo del senatore Renzo-Piano sul Domenicale del Sole 24 Ore (del 26 gennaio scorso). Piano invitava a «ram-
mendare le nostre periferie», un'espressione «molto bella - ha detto Renzi -che dà il senso di ciò di cui abbiamo bisogno».
Ea proposito dimanutenzione del territorio, Renzi si è spinto a immaginare che una cura analoga a quella per l'edilizia scolastica debba essere avviata anche per il dissesto idrogeologico. Qualcosa che avvicina le idee di Renzi a quel piano delle piccole opere lanciato nelle settimane scorse anche dai costruttori dell'Ance. E proprio dall'Ance è arrivata una prima valutazione positiva delle proposte del premier. «Se i punti elencati dal premier saranno trasformati rapidamente in provvedimenti - ha detto il presidente dell'associazione, Paolo Buzzetti -saremo sulla buonastrada».TIriferimento di Buzzettinon va solo al programma di edilizia scolastica,maancheallavolontàdisbloccare il pagamento di tutti i debiti della Pa, alle politiche di semplificazione e alle misure contro la stretta creditizia.
©RIPRODUZIONERISERVATA
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COBBIEBE DELLA SEBA Data 25-02-2014 Pagina 8 Foglio 1
BENE L'El\1ERGENZA EDILIZIA
ORA VIA IL TABÙ DEL MERITO NEL MONDO DEI DOCENTI
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T ictor Rugo diceva che chi apre una scuola chiude una pri/ gione. Dunque ben venga un presidente del Consiglio che ! nel suo discorso programmatico riafferma il ruolo centrale
della scuola. E ben venga !'idea di mettere mano prima di tutto ai muri e al tetto con un piano straordinario per l'edilizia scolastica «dell' ordine di qualche miliardo di euro in deroga al patto di Stabilità interno»: il 37,6% degli istituti necessita di interventi di manutenzione urgente, il 40% è privo del certificato di agibilità, il 38,4% si trova in aree a rischio sismico, il 60% non ha il certificato di prevenzione incendi ... In una situazione del genere è assurdo che quando comuni e province hanno soldi in cassa non li possano usare o che ci siano dei fondi europei che restano inutilizzati (anche se, ma è «solo»una nota di stile, Renzi avrebbe potuto riconoscere al suo predecessore di aver dato un primo importante impulso anche economico in questo senso). E ben venga anche l'idea di dedicare un giorno alla settimana della fitta agenda da premiei a visitare una scuola invece che a partecipare all'ennesimo convegno. «Ogni mercoledi mattina mi recherò in una scuola Comincerò da Treviso, la settimana successiva andrò in una scuola del Sud». Un viaggio attraverso il Paese tanto più necessario dal momento che, a 150 anni dall'Unità d'Italia, la scuola italiana semplicemente non esiste: troppe disparità fra Nord e Sud, fra centro e periferia, con i ragazzi della provincia di Trento che se la battono con i finlandesi, mentre i quindicenni calabresi vanno anche peggio di quelli del Kazakhstan! E come non applaudire quando Renzi ha affermato la necessità di <<restituire valore sociale agli insegnanti»? Sono tutti malpagati, disprezzati dagli alunni e dai genitori, salvo poi rovesciare su di loro responsabilità educative che dovrebbero essere di sistema. E qui, sicuramente, ci voleva molto più coraggio. Perché per ridare dignità alla professione bisognerebbe smetterla di pensare agli insegnanti come a un monolite, uscire dall'ipocrisia di un sistema in cui tutti i professori sono uguali e i volonterosi sono pagati come i lavativi. Ma questo significherebbe passare dagli slogan ai fatti, dalla analisi dei problemi al tentativo di trovare delle soluzioni. Ed è là che tutti aspettiamo Renzi.
OrsolaRiva © RIPRODUZIONE' RISERVATA
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Data 25-02-2014
COBBIEBE DELLA SEBA Pagina 23 Foglio 1 /2
istruzione I programmi della responsabile del gòverno Renzi
Torna il bonus maturità TI neoministro: è più giusto Giannini: ogni scuola selezioni i suoi professori
Sì al bonus maturità e alla riforma della scuola media, ni alla tecnologia e al ciclo b~eve di studi, no ai concorsoni. E arrivata a viale Trastevere da qualche ora, ma il ministro all'Istruzione, Stefania Giannini, ha già un'idea precisa della scuola che verrà, Anche sfidando a viso aperto gli errori del passato, come il famigerato bonus maturità, introdotto dal ministro Francesco Profumo sotto il governo Monti e poi cancellato dal nuovo titolare del dicastero, Maria Chiara Carrozza, il giorno stesso in cui circa 100 mila studenti partecipavano ai test di accesso per 10 mila posti nella facoltà di Medicina: <<Non era il bonus maturità in sé, ma il fatto di aver cambiato le regole in corso, ad aver scatenato il putiferio. Che la carriera scolastica conti per me è importante, lo studente non deve andare all'università vergine, ignorando tutto quello che ha fatto prima: il voto di maturità non è altro che la sintesi che uno ha fatto nei precedenti anni di carriera scolastica, quindi deve esserci, bisogna valutarIo insieme a tutte le altre cose che gli vengono richieste nell'esame di selezione». Per quest'anno, diffi-
CIdobreve «Non credo che eliminare un anno alle scuole superiori sia la carta vincente»
cilmente rivedremo il bonus in azione, visto che il bando per i test di accesso alle facoltà a numero chiuso, previsti per aprile, è ormai già stato pubblicato. Ma qualcosa potrebbe can'lbiare dall'anno prossimo, governo permettendo.
Cambio di corsa, quindi? Sembra proprio di sì. Anche la sperimentazione del ciclo breve (4 anni anziché cinque) che la Carrozza aveva lanciato in cinque licei e che contava di estendere a tutte le scuole superiori, lascia piuttosto tiepidina il nuovo ministro. <<Non sono contraria a continuare la sperimentazione ma non sono un'entusiasta sostenitrice dell'idea che eliminare un anno alle scuole superiori sia la carta vincente. Piuttosto, penso che abbiamo tre cicli di scuola, due funzionano molto bene, uno, quello intermedio, molto meno. La scuola media inferiore è quella che ha bisogno di maggiore attenzione», sottolinea Giannini. Prefigurando così una riforma del ciclo intermedio, pardon, una rivisitazione, visto che la parola «riforma» le evoca «grandi e lunghi processi» che si attirano critiche e polemiche.
I concorlOnl «Così come sono stati fatti hanno creato più problemi che soluzioni»
Ma questo non significa che i progetti non siano ambiziosi: da bravariforrnista, l'ex segretario di Scelta civica boccia anche i concorsoni alla Profumo: «Così come sono stati fatti hanno creato più problemi che soluzioni - sostiene - tra ricorsi, procedure sbagliate, riformulaziol1Ì». E come si reclutano allora, gli insegnanti? «Le scuole, come strutture pubbliche che devono rendere conto delle scelte che fanno, possono prendere delle decisioni e assumere chi credono, e poi in base a queste scelte essere valutate: dobbiamo trovare gli strumenti giusti per attuarlo». E i 120 mila precari che pure la Commissi(~me europea ci ha rimproverato? «E una situazione drammatica - dice Giannini -. La conosco bene perché ho amici cinquantenni ancora in attesa di supplenze. Ma si può curare il male antico introducendo sistemi per non rigenerarlo».
Una vera rivoluzione, dunque, quella che immagina il nuovo ministro' in cui gli istituti scolastici hanno sempre più autonomia, la valutazione acquisisce un valore importantissimo - <J'Invalsi ha pregi e difetti ma va sviluppato e migliorato» - e la. tecnologia in-
vece sbiadisce: «E una priorità non sostitutiva», spiega e, a costo di sembrare datata, ammette: <<Ho !'idea che se spariscono i libri non va bene, deve esserci anche un contatto con la dimensione cartacea della cultura».
Che le gatte da pelare che la aspettano al varco siano tante lo sa bene: è ancora fresco il ricordo del prelievo dei 150 euro in busta paga degli insegnanti, scongiurato in zona Cesarini da Carrozza e Saccomanni, che non si erano parlati sull'argomento. «Chiamerò spesso Padoan e parleremo di tutto in Consiglio dei ministri, che sarà il luogo dell'integrazione: bisogna evitare che i ministri restino nel loro isolamento», assicura. Con la speranza che la nuova tegola in arrivo non faccia male: a marzo dovrebbe partire il prelievo sullo stipendio degli Ata (i collaboratori scolastici) per compensi dati erroneamente, secondo il ministero dell'Economia. «Sono appena arrivata, so del problema e lo affronterò. Datemi tempo, ho tante idee e buona volontà, ma non tutte le soluziol1Ì».
Valentina Santarpia © RIPRODUZIONE RISERVATA •
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COBBIEBE DELLA SEBA
Professoressa A sinistra, il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini che dal 2004 al 2013 è stata rettrice dell'Università per stranieri di Perugia (Ansa)
Data 25-02-2014 Pagina 23 Foglio 2/2
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Data 25-02-2014
la Repubblica Pagina 2/3 Foglio 1 /4
La sfida di Renzi alla vecchia politica ''Non voglio recitare in un Truman show' , Taglio a doppia cifra al cuneo fiscale Scuola e sblocco deidebitidellaPa. Nellanottevotodifiducia
FRANCESCO BEI
ROMA-«Noiabbiamounasolaoccasione: è questa. Se perderemo questa sfida, la colpa sarà soltanto mia». Un' ora e dieci minuti a braccio, lasciando sul tavolo gli appunti. Piglio sciolto (peralcunianchetroppo), quattordici applausi contro i quaranta di Letta e nessun timore reverenziale nell' affrontare il suo primo discorso da presidente del Consiglio nell'aula di palazzo Madama. È lo stile Renzi. «Nessun Truman show», molta concretezza da primo cittadino.
II.. GKlVANE E II.. saMTO «lo nonho l'età per sedere nel Se
nato. Nonvorreiiniziareconunacitazione di Gigliola Cinquetti, ma è così: non ho l'età». Renzi, nel gelo iniziale dell' aula, ricorda il progetto di abolizione del Senato elettivo: «Siamo qui per parlarvi un linguaggio di franchezza, al limite della brutalità. Vorrei essere l'ultimo presidente del Consiglio a chiedere la fiducia a quest' aula».
senTE RAmCAU La parola chiave è «coraggio».
Quello di «operare delle scelte radicali», altrimenti «perderemo il rapporto con chi da casa continua a pensare che la politica sia ciò che di più grande ha un Paese». Proprio la politica ~ «quella straordinaria esperienza per la quale siamo, adifferenza di qualche leader, orgogliosi di essere democratici». Il premier rivendica quindi di essere a capo di un «governo politico», dove «sono rappresentati i segretari dei maggiori partiti. Perché noi pensiamo c~e "politica" non sia una parolac-
Cla».
I MERCATI RIDWW La gente e il palazzo. Il doppio re
gistroÈ'pIPspntp in tuttoj] discorso. «Se in questi anni avessimo prestato ai mercati rionalilo stesso ascolto che abbiamo prestato ai mercati finanziari, ci saremmo accorti che la prima richiesta è di una tregua della politica rispetto ai cittadinÌ». L'Italia non segue più i politici perché «è avanti a noi. siamo noi a doverla rincorrere».
ITAUCI.IM E RI"M. Messaggirassicurantisia per For
za Italia che per Angelino Alfano. A Berlusconi garantisce che «gli accordilirispetteremo nei tempie nelle modalità prestabilite». Mentre al Nuovo centrodestra assicura che la legge elettorale aspetterà la riforma del bicameralismo: «Comprendiamo l'esigenza che una legge elettorale che consenta il ballottaggio sia
ovviamenteimpostatasullapresenza di una sola Camera».
LA STAFfETTA Poche parole vengono spese per
giustificare la defenestrazione di Enrico Letta. Renzi ricordail «bivio» tra andare a elezioni con il "Consultellum" oppure dare vita a«unalegislatura della svolta». A denti stretti ammette: <<Avrei preferito che questo passaggio fosse stato preceduto da un chiaro mandato elettorale». L'omaggio al predecessore è rapido eindolore: «Questo cambio non può in alcun modo oscurare i risultati che ha ottenuto il governo precedente».
IRONIE SUI GRIWIIII Sono ripetuti i botta e risposta
con il Movimento 5 Stelle. Lo accu-
sano di aver paura del voto e lui ri- ~arte. ~i~lior~ dell:Itàiia» .. ~che batte: <<Vi segnalo che, nelle quattro I eq.uilibno deI CO?ti pubbliCI <mon elezioni regionali che si sono svolte ~em:a da un obblIgo.europeo: non - Sardegna, Basilicata, Trento e elaslg~ora!Vlerkel?ilgovern~tore Bolzano - il Pd ha sempre vinto. ~raghiachle~eredless~res~~co? Non posso dire la stessa cosa per Ii nostro debito pubblI~o: e il. nvOÌ».Quandopoiigrilliniironizzano s~etto che dobbiamo aI nostri fisulla parte dedicata agli insegnanti, gli». Renzi insiste: «Mi piacerebbe che . chi ha la presunzione di avere la ve- LA C~NTRAUW:A DEU:A. SCUOLA rità in tasca avesse la possibilità di L ~ducazlOne «e Ii ~oto~e. del,confrontarsi con le insegnanti e le lo s~Jiuppo». D,a premIervlSltera farniglie,perchél'ideachedaquesta ogm mercoledl un~ scu~la, «per parte ci sia la casta e dall'altra ci sia- d~re un segnale sll1!b?lIco, per noicittadinisièunpo'rovesciata». dimostrare che da II npart~ ~n E infine l'ultima stoccata a Grillo, Pae~e». O~corr~ sbJ?c.care glI 1I~che lo aveva aggredito in streaming: vesUmentl ~ell edlhzl~ sc?lastl~ «Noi svolgiamo unafunzionesocia- ca - un l?~ano «~ell ordme di le per recuperare le difficoltà dei se- qualche ~Jil~rdo. di euro» .- senatori 5 Stelle. Non è facile stare in guendo I mVlto di Re~o.Plano a un partito in cui c'è un capo che di- «rammendare» le penfene. ce: "lo non sono democratico". Quindi, vogliamogli bene anche se loro non ne vogliono a nOÌ».
BASTA PIAGNISTEI «Nei talk show, sembra che fuori
dall'Italia tutto vada bene e da noi tuttovamale: nonècosì. Usciamo dal coro della lamentazione;>. TI futuro dell'Italia <monèstare a plangeredalla mattina alla sera» ma risiede «nella qualità,nelgeniodiciascunodinoÌ».
GENERAZIDrtE ERASMU! Il trentottenne premier iscrive
se stesso e gran parte dei suoi ministri a quella «generazione Erasmus» che «ha conosciuto il sogno degli Stati Uniti d'Europa, che ha conosciuto l'euro come unicamoneta o quasi». L'Europa è l'ancoraggio della politica del governo e del Pd: «C'è la facile tendenza a considerare l'Europa la madre dei nostri pro blemi. Per me non è così: nella tradizione europeista sta la
LE TRE PROMESSE Primo: sblocco totale dei debiti
della pubblica amministrazione. Secondo: costituzione di fondi di garanzia per risolvere il problema dell'accesso al credito delle Pmi. Terzo: riduzione a doppia cifra del cuneo fiscale.
FISCO E GIUSTIZIA Per un fisco amico l'obiettivo è
<<Ìnviarea tuttiidipendenti-pubblici e ai pensionati direttamente a casa la dichiarazione dei redditi precompilata». Sulla giustizia Renzi invita ad abbandonare il «derbyidelogico»,meglio ripartire dalle cose concrete. Entro giugno arriverà «un pacchetto organico di revisionedellagiustiziachenonlasci fuori niente».
mRIffiCMI..! Il premier accenna a uno ius
soli temperato. Quanto alle unioni civili «si farà lo sforzo di trova-
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la Repubblica re un compromesso anche quando questo compromesso non ci soddisfa del tutto».
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quelli più convinti sono stati riservati a Letta e ai marò
applauso è scattato quando Renzi ha accusato i grillini di aver paura del voto
PAPA Durante il suo discorso, Renzi ha definito Internet "dono di Dio", rievocando le parole di Papa Francesco
CINQUEm PIANO "lo non ho l'età PerRenzi,è per sedere in necessario il Senato" è stato recupero delle l'esordio di Renzi periferie: "Vanno in aula, citando rammendate", la canzone di ha detto, citando Gigliola Cinquetti Renzo Piano
Sappiamo perfettamente che viviamo l;1ll tempo di grande difficoltà e struggenti responsabilità. Dobbiamo recuperare il coraggio di fare sogni
Dopo vent' anni di derby ideologici, è arrivato il momento di mettere all' attenzione del Parlamento una riforma organica della giustizia
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PERTINI LEnA Renzi ha anche Renziha citato Pertini: ringraziato il "I giovani non predecessore hanno bisogno Letta: "I suoi di prediche, ma risultati non sono di esempi, stati oscurati dai onestà, altruismo fatti recenti"
Il1!dtiftTha fiducia ai lelilllato
Vorrei essere l'ultimo premier a chiedere la fiducia a quest' aula. Sono consapevole del rischio ma non lo chiede ungovemo, lo chiede un paese
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Data 25-02-2014
la Repubblica Pagina 12 Foglio 1 /2
Scuola, primo no dei prof alla Giannini "Gli scatti di anzianità non sitoccano" I sindacati contro il ministro :prima pensi ad alzare gli stipendi
CORRADO ZUNINO
ROMA-C'èMatteoRenzi,alSenato, che mette la scuola al cen
e tro del paese e chiede la fiducia. Il neopremier, spiega, entrerà neIle aule d'Italia ogni ·mercoledì perché «l'educazione che si dà nelle scuole è motore dello sviluppo, di fronte alla crisi econo;mica non puoi non partire dalle scuole». Poi c'è il suo ministro di riferimento che alla terza intervista è già in urto con il mondo della scuola tutto, e pure con l'università. A Repubblica Stefania Giannini, 53 anni, neo ministro dell'Istruzione per nove stagioni e fmo al 2013 rettore dell'Università per straniert di Perugia, aveva detto: <<I soldi sono necessari per la scuola pubblica e quella paritetica, ma il modello scatti d'anzianità va rivisitato con coraggio. Premi a chi si impegna, chi si aggiorna, chi studia. Tutti i mestieri che si rispettino preve-
dono premi». Altrove aveva ribadito il concetto. Ottenendo una risposta corale da un fronte sindacale compatto: «Nessuna cancellazione degli scatth>.
Reduce dall'errore di Natale del governo Saccornarmi-Carrozza (la sottrazione in busta paga dell'ultimo scatto d'anzianità nonostante accordi firmati lo avessero mantenuto), Rino Di Meglio del sindacato Gilda ha attaccato: «Con le prime esterna-zioniilministroGianninicihagelato dimostrando di non sapere che l'anzianità di servizio è riconosciuta agli insegnanti in tutti i paesi europei e in Italia è la più bassa in termini assoluti». La Cgil (FIe) con Domenico Pantaleo dettaglialo stipendio medio di un docente italiano: 1.200-L300 euro al mese, penultimi in Europa. «Queste vecchie impostazioni di stampo gelminiano non tengono conto che il contratto nazionale della scuola è bloccato dal 2006».
Pil"emU a ~i :!l:fterita.
TI modello scatti deve essere rivisitato con coraggio. Premi a chi si impegna, a chi si aggiorna, a chi studia
La CgiI: ''Lo stop è6lori daDanaltà, g6~ti guadapa:no 1.200 e'8U'O al Diese"
Francesco Scrima, segretario della Cisl, ricordale ultime emergenze contratto: <<Al personale anuninistrativo stanno scippando la retribuzione dopo un lavoro regolarmente fatto e i presidi oggi si vedono decurtare lo stipendio». Marcello Pacifico dell'Anief: «Macché blocco degli scatti, alla scuola servono risorse aggiuntive. Il riUnistro Giannini prima di tutto ha l'obbligo di allineare le buste paga all'inflazione». I Cobas vedono nelle proposte del Pd renziano «<il superamento di alcune rigidità del contratto nazionale») e in quelle del ministro di Scelta civica «<sì ai licei in quattro anni») un disegno comune e annunciano <<un rafforzamento delle mobilitazioni in corso»,
Gli universitari a loro volta si sono irretlti di fronte alla riproposizione - a proposito delle borse di studio-del prestito d' onore, questione di memoria gelminianaetradizioneanglosasso-
L'INTERVISTA Lo stop agli scatti e l'introduzione di premi di merito è stata anticipata dal ministro Giannini (foto) domenica su Repubblica
ne (negli Usa molti laureati non riescono a restituire i soldi prestati e in Italial'istituto non è mai decollato). Venerdì prossimo gli studenti della Link saranno sotto le finestre del Miur per la prima contestazione al neoministro.
Ecco,quellediRenzisono«parole belle eimportanth>, come dice il segretario Scrima. Ma sulla scuola belle parole le pronunciò all'insediamento l'enettore Mario Monti, che poi costrinse Profumo a tagliare ancora, epureEnrico Letta «<di fronte a nuovi tagli mi dimetterò»), che poilasciò diverse partite in deficit. Già oggi il neo ministro Giannini dovrà decidere sui 24 mila addetti alle pulizie a rischio licenziamento (pronta una proroga di un mese), l'abrogazione della quota 96 sul pensionamento dei prof (pronta la proposta di legge Ghizzoni) e, appunto, gli scatti d'anzianità. Le ipotesi pre-Giannini parlavano di un reintegro di quelli congelati, non della loro cancellazione.
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Il premier alla prova della fiducia in Senato: se perdo, sarà colpa mia. Sfida a tutto campo con i grillini. Telefonata con Obama
Scuola e fisco, le sfide di Renzi "Un piano per ristrutturare le aule. Taglio del cupeo a doppia cifra" Le tasse di tutto l'anno comunicate per lettera e pagate via mali
CARLO BER'I')NJ
Come tutte le grandi scommesse richiede una gran dosè di coraggio. Ce ne
vuole infatti per provare a realizzare il sogno di tutti gli italiani: pagare le tasse con un click dal proprio tablet, dopo aver letto una mail del fisco che presenta il conto. E se poi si arriva ad immaginare che quel conto possa comprendere tutti i tributi, dall'lrpef alla Tasi, dall'Imu alle multe, si capisce che la rivoluzione stavolta forse è davvero dietro l'angolo.
CONTINUAA PAGINA 5
Matteo Renzi in due momenti del discorso programmatico che ha tenuto ieri al Senato I SERVIZI DA PAG. 2 A PAG. 9
La rivoluzione fiscale Solo un click per pagare Chi sbaglia e non ricorre avrà uno sconto. Mano pesante coni furbi
G·\IU,o BEInT\! ROMA SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
Tra le suggestioni lanciate nel discorso del premier, una più di tutte to?ca infat!i un nervo IpersenSI
bile per milioni di italiani, quella sintetizzata con lo slogan «la dichiarazione dei redditi a casa». Traducibile in un concetto già sentito: il fisco amico, che
oggi amico non è, anzi obbliga a dossier in fase avanzata di elafare i salti mortali con rischi borazione a Palazzo Chigi, annessi e connessi, per stare in pronti per essere tradotti in regola con norme che cambia- norme, appena possibile e senno e tempistica di pagamenti za eccessivi indugi. La scomincerta. Renzi lo sa bene e sa messa è altissima, per arrivare anche che solo semplificare la a tanto vanno scardinati mecvita ai contribuenti sarebbe un canismi ossidati e rivoluzionasalto in avanti con enormi be- to l'approccio mentale delle nefici per le casse dello Stato. strutture, ma la volontà c'è. Ed è da Il che vuole partire, cre-ando un meccanismo che pO-. Fisco amico trebbe essere definito il bonus- A parole ci hanno provato in tanmalus del contribuente. Ma ti, quanti discorsi programmatidietro i suoi annunci ci sono già ci di premier appena insediati
hanno lanciato la suggestione di un fisco adeguato ai tempi come contraltare di una feroce lotta all'evasione? È il punto più spinoso, perché riguarda la buona salute delle casse dello Stato e dunque la capacità di spesa di un governo, ma anche la sorte -buona o cattiva - di ogni leader che su questo misurerà il suo futuro consenso. Per dirne una, giorni fa, ad un convegno guarda caso in quel di Firenze, Romano Prodi ha ricordato che nel 2006 lui perse il 5% di voti nell'ultima
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LA STAMPA
settimana di campagna elettorale contro il Cavaliere. Insomma, una patata bollente che può sancire il successo o la sfortuna di ogni politico.
Renzi, in tandem con Delrio, dovrà confrontarsi con il titolare dell'Economia per mettere a punto le norme. Ma ha già chiaro il suo intento; rovesciare l'approccio, passando dal sistema dei condoni a quello degli sconti ai più virtuosi. Come? Un esempio: chi accetta di pagare le multe on line senza fare mai ricorso pagherà il '10% in meno. E poi distinguendo tra errore e malafede. Per le centi-
naia di migliaia di errori formali verranno aboliti i carichi di sanzioni e interessi, mentre con i comportamenti dolosi e ancor più con i recidivi verranno inaspriti.
Pagare con il Rid Ma la parte più innovativa è così impostata: il 3 gennaio di ogni anno decine di milioni di contribuenti riceveranno una comunicazione con tutte le singole posizioni aperte per ogni tributo: quanto bisogna versare al fisco per Irpef, Tasi, Imu, Tarsu, cartelle Equitalia per multe. Il cittadino potrà sce-
Basterà un ok
~ Se saranno pagate online senza mai fare ricorso. Niente interessi per gli errori formali
Miim1l Le tasse iscritte a ruolo che non si riesce a incassare secondo le stime delle Entrate
~ A gennaio arriverà il totale da pagare. Chi verserà subito il 75% avrà uno sconto
In~ Quanto può recuperare realmente dello stock di 545 miliardi
al prelievo sul conto corrente per chiudere la pratica delle tasse
gliere se rateizzare o pagare subito il 75%, in quel caso beneficerà di uno sconto. Un vantaggio per lo Stato in termini di liquidità, di abbattimento del contenzioso fiscale e della spesa per accertamenti. Una cifra; dei 545 miliardi di euro accertati, secondo stime dell'Agenzia delle Entrate, anche se già sono emessi i ruoli, cioè tecnicamente figurano in bilancio, solo il 5-6% sono recuperabili. Così facendo il nuovo governo conta invece di moltiplicare questa cifra a tutto beneficio dell'erario. Ma il vero punto di arrivo che sarebbe una pana-
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cea per milioni di italiani, è se davvero si arriverà a pagare con un clic. Nelle intenzioni, c'è una rivoluzione in arrivo: lo Stato stringerà convenzioni con banche, poste, gestori di carte di credito, per poter associare un «Rid», cioè un'autorizzazione bancaria, al conto fiscale di ognuno.
In sostanza, alla mail del 3 gennaio del fisco si potrebbe rispondere con un ok al prelievo dal proprio conto corrente e la pratica tasse finirebbe lì. Un film a lieto fine che per poter essere proiettato nelle case degli italiani ha forse. bisogno di mesi e mesi di lavorazione.
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MF Data 25-02-2014 Pagina 2 Foglio 1
IL PREMIER IN SENATO PRESENTA UNA LISTA DI IMPEGNI E PARLA DIRETTAMENTE AI CITTADINI
Renzi: se fallisco è colpa mia Scuota, lavoro, fisco, pubblica ammJnistrazione e giustizia le priorità del nuovo governo. Botta e risposta con 15 Stelle e battute sul futuro d1 Palazzo Madama: spero di essere l'ultimo a chiedere qui la fiducia
DI ANTONIO SATTA testo alla Camera, come è pras- re i nostri figli». E ancora, oltre al governo, pernusclre a inVIare si, si è dovuto aspettare che gli alla riduzione a doppia cifra del almeno ai dipendenti pubblici e
Non è stato il primo a fare un discorso d'insediamento tenendo la mano in tasca, prima di lui nel
1994 Carlo Scognamiglio utilizzò lo stcsso stile da neo presidente del Senato. Però ieri a Palazzo Madama Matteo Renzi di strappi alle consuetudini ne ha fatti ben altri, a cominciare dal poco diplomatico riferimento alla sua età anagrafica, che gli impedirebbe di fare parte di quella stessa aula (<<non vorrei iniziare con una citazione colta e straordinaria della pur bravissima Gigliola Cinquetti, ma è cosÌ: non ho l'età»). Ma ancora meno diplomatico è stato il riferimento all'obiettivo di superare il bicameralismo perfetto e quindi trasformare il Senato in una Camera delle autonomie (<<vorrei essere l'ultimo Presidente del Consiglio a chiedere la fiducia a quest' Aula»).
Renzi, però, più che parlare ai senatori presenti, ha parlato ai cittadini che, fuori dall'aula, ascoltavano il suo discorso tramite le dirette tv o via internet. Non a caso ha parlato a braccio (creando un piccolo incidente tecnico, perché per trasferire il
stenografi finissero di trascri- cuneo fiscale sul lavoro (vedere ai pensionati, una dichiarazione verne le parole). E l'obiettivo di articolo nella pagina a fianco), dei redditi precompilata, perché parlare direttamente ai cittadini Renzi ha promesso «lo sblocco «se il fisco smette di essere il need elettori fa capire anche l'uso totale - non parziale - dei debiti mico e di essere ostile, se smette abbondante di artifici retorici e della pubblica amministrazione di essere un fisco che fa paura immagini d effetto (come l'opi- attraverso un diverso utilizzo e diventa uno spauracchio, ma nione dei mercati finanziari te- della Ca~sa Depositi e Prestiti», assume i connotati di una sorta nuta in non cale rispetto a quella di consulenza che fa al cittadino dei mercati rionali), o il lipetuto ma anche «la costituzione e il è meglio». E non basta, Renzi ha ping pong polemico con i sena- sostegno di fondi di garanzia, preso pure l'impegno di far portori 5 Stelle (<<non è facile stare anche attraverso un rinnovato tare entro giugno in Parlamento in un partito in cui c'è un capo utilizzo della stessa Cassa, per al nuovo ministro Andrea Orche dice: lo non sono democra- lisolvere l'unica reale, importan- lando «un pacchetto organico di lico. Quindi, vogliamogli bene te c fondamentale questione che revisione della giustizia che non anche se loro non ne vogliono abbiamo sul tappeto, che è quel- lasci fuori niente», superando le a noi»). la delle piccole e medie imprese contrapposizioni ideologiche del Detto questo, Renzi non ha tirato che non riescono ad accedere al passato. fuori i numeri della propria poli- credito». L'ultimo impegno, infine, è antica economica, né è entrato nel Confennata la battaglia alle che il più pesante: «Se dovessidettaglio, maa1cuni e importanti incrostazioni della pubblica mo perdere, non cercheremmo
amministrazione, a cominciare alibi. Se perderemo questa sfida, dalla convinzione che «i governi la colpa sarà soltanto mia Deve passano, i dirigenti restano». La finire infatti il tempo in cui chi convinzione del nuovo premier va nei palazzi del potere, poi, tutè che «una politica forte è quel- te le volte trova una scusa. Non la che affida a tempi certi anche ci sono più alibi per nessuno e al ruolo dei dirigenti e che non primo per me che se dovessimo può esistere, femlÌ saldi i dirit- perdere, non cercheremmo aliti acquisiti, la possibilità di un bi. Se perderemo questa sfida, dirigente che rimane a tempo la colpa sarà soltanto mia. Deve indeterminato, che fa il bello e finire infatti il tempo in cui chi
impegni li ha pur presi, a cominciare da un programma straordinario di edilizia scolastica «dell'ordine di qualche miliardo di euro», da attuare durante la prossima chiusura estiva degli istituti, cambiando quelle norme del patto di stabilità che impediscono agli enti locali di spendere i soldi che pure hanno, norme, ha detto «che si preoccupano della stabilità burocratica ma non si rendono conto della stabilità delle aule in cui vanno a studia-
il cattivo tempo e che ne è il depositario». Un altro impegno è utilizzare gli spazi che ladele~a fi.scal~ la~cia
va nei palazzi del potere, poi, tutte le volte trova una scusa. Non ci sono più alibi per nessuno e primo per me». (riproduzione riservata)
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Il premier chiede la fiducia sparando su parlamento e pubblica amministrazione
Renzi fa vedere che li maltratta Subito edilizia scolastica, debiti Pa e cuneo fiscale
DI FRANco ADRIANO
Il neo ministro della Difesa Roberta Pinotti arriva di corsal lievemente in ritardo e allora ci si accorge
che va aggiunta la sedicesima poltrona da ministro al banco del governo nell'Aula di palazzo Madama che si appresta a votare la fiducia al governo di Matteo Renzi. Lo sguardo del presidente del consiglio al suo ingresso è subito andato al. palchi della prima fila dove la moglie Agnese siede aa;anto al fidato consigliere Marco Carrai: i due stemperano la tensione osservando dall'alto l'assise e parlottando vicendevolmente all'orecchio: circostanza che li induce ad un certo punto a muoversi in sincrono e a urtarsi leggermente con la fronte. n presidente del Senato richiama l'attenzione di tutti sull'avvio del discorso del presidente, ma Renzi sembra non rivolgersi agli abitanti del Palazw ma altrove al di là dell'obiettivo. Con gesti studiati, incomprensibili alla gran parte dei senatori e agli osservatori che colgono in senso negativo la differenza con la correttezza formale e istituzionale di Enrico Letta. Frasi ad effetto che colpiranno meglio nel segno su internet e in tv. La citazione d'apertura è tratta da GigliolaCinquetti: «"Non ho l'età" per sedere in Senato». Parla di palazw Madama sublimandolo «a un simbolo - cioè qualcosa che tiene insieme - ma anche un elemento di unità profondo». Significa che vuole rottamarlo e portarlo a non contare più nulla Ai senatori ha chiesto apertamente di fare la parte dei tacchini che preparano il pranw di Natale: «Noi oggi non immaginiamo di essere gli ultimi a chiedervi la fiducia perché abbiamo un pregiudizio su di voi, ma perché abbiamo un giudizio organico sull'Italia ... » Non passa sopra i commenti del senatore Roberto Calderoli che ha invitato i colleghi ad un gesto scaramantico collettivo: «Toccatevi». <<Apprezw che questa dichiarazione abbia suscitato l'entusiasmo del senatore Calderoli, ma alla perentorietà di questa affermazione corrisponde la consapevolezza
che quello che stiamo vivendo è un momento in cui o si ha il coraggio di operare delle scelte radicali e decisive, oppure non perderemo soltanto la relazione tra di noi, ma anche il rapporto con chi da casa continua a pensare che la politica sia una cosa seria». Renzi non risulta molto credibile neppure quando parla della ragione per cui è li: chiedere la fiducia. Sullo sfondo compaiono sempre più nitidi i contorni della cacciata di Letta: «Si fa fatica a dare fiducia nel rapporto quotidiano con le persone, con i colleghi di lavoro; le persone che stanno fuori da quest'Aula sanno che chiedere la fiducia oggi è sempre più difficile» .
TI confronto con M5S In aula il confronto poltiico
più interessante è con gli esponenti di ,M5s. È evidente che sono gli uni per l'altro e viceversa una spina nel fianco. I grillini lo prendono in giro sula sua presunat volontà di andare alle elezioni se ci fosse stata una legge compiuta. E lui li castiga: <&no il segretario di un partito politico che non ha mai paura di candidarsi alle elezioni: anche dove i sondaggi dicono il contrario, come in Sardegna, anche dove c'è difficoltà, noi non abbiamo paura di andare alle elezioni, e in questo primo anno di vita parlamentare, in cui abbiamo ricevuto da voi presunte lezioni di democrazia, vi segnalo, gentili senatrici ed egregi senatori, che nelle quattro elezioni regionali che si sono svol.te - quelle della Sardegna, della Basilicata e delle Province di Trento e Bolzano - il Pd si è sempre presentato e ha sempre vinto. Non posso dire la stessa cosa per voi». In un'altra occasione in cui i senatori grillini manifestano insofferenza,lui si rivolge alla parte dell'emiciclo occupata dal gruppo Pd: «Ricordiamoci sempre che svolgiamo una funzione sociale, tesa
continua a pago 4 ( ... ) a recuperare le difficoltà che stan
no incontrando in questo momento i senatori e le senatrici del Gruppo del Movimento 5 Stelle nei confronti della propria base e dell'opinione pubblica che li sostiene. Non è facile stare in un partito», ha concluso Renzi, «in cui c'è
un capo che dice: <<lo non sono democratico». Quindi, vogliamogli bene anche se loro non ne vogliono a noi». Altra scaramuccia: «Dicevano che al Senato non vi divertivate: invece, vi vedo sereni. Vi garantisco che vi divertirete sempre di più!», ha rintuzzato il gruppo M5s che non mollava la presa. Alla fine, però, c'è cascato il premier con uan gaffe proprio sul tema con cui vuole lanciare il suo ,esecutivo: «Noi immagi-niamo, con questo gover-no e con il vostro aiuto, di trovare dei punti di sinte-si reali, che permettano a quella bambina che ha do-dici anni, che frequenta la quinta elementare ... », ha declamato l'ex sindaco. «Sì, semmai la seconda media ... », lo ha colto in fallo la senatrice Laura Bignami, di professione insegnante.
La sfida economica
Il timingprevisto da Renzi è serrato: si vuole giocare la faccia davvero. Vuole arrivare allo luglio avendo affrontato "i temi costituzionali, istituzionali, elettorali, di lavoro, di fisco, di pubblico impiego, di giustizia e impostato un diverso atteggiamento verso la scuola». E allora: come primo ,atto si tratta di sbloccare il Patto di stabilità sugli investimenti nell'edilizia scolastica. n premier citando Renzo Piano ha invitato a «rammendare le periferie». n piano per l'edilizia scolastica sarà dal 15 giugno al 15 settembre, con un progranuna straordinario <<dell'ordine di qualche miliardo di euro». Contro la disoccupazione femminile più alta d'Europa, poi, Renzi lancia un piano sugli asili nido. Gli piace l'idea di prendere due piccioni con una fava (assume le donne e sistema i bimbi delle done che vanno a lavòrare). Lo ripete sempre. Gli asili nido stanno a Renzi come l'Ici stava a Silvio Berlusconi. Ma gli argomenti più corposi sono: «Lo sblocco totale - non parziale: ripeto, totale - dei debiti della p.a. attraverso un diverso utilizw della Cassa depositi TI secondo elemento della sua azione economica sarà il rifinanziamento dei fondi di garanzia per le pmi (ancora con la Cdp guidata da Franco Bassanini) Infine, <<una riduzione a doppia cifra del cuneo fiscale, attraverso misure serie e irreversibili, legate alla revisione della spesa, ma non soltanto, che porterà nel corso dei primi mesi del primo semestre del 2014 a vedere dei risultati imme-
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ItaliaOggi
diati e concreti». Intanto, a marzo il parlamento affronta il Piano per il lavoro: «Se non riusciamo a creare nuove assunzioni, il problema delle garanzie dei nuovi assunti neanche si pone». Renzi non vuole più vedere quei miseri 12 miliardi: non è una cifra definibile come attrazione di investimenti. il premier ha voluto dimostrare, sia nel discorso che in replica, di saper maltrattare i parlamentari «lontani dai cittadini» ed anche i dirigenti della pubblica amministrazione che devono stare accorti: il posto fisso sparirà. «Credo sia arnvato il momento di dire con forza che una politica forte è quella che affida dei tempi certi anche al ruolo dei dirigenti e che non può esistere, fermi e salvi i diritti acquisiti, la possibilità di un dirigente che ~ane a tempo indeterminato e che fa il bello e il cattivo tempo». «Noi non siamo per sottrarre responsabilità ai dirigenti: siamo per dargliele tutte; noi vorremmo che la parola accountability trovasse una traduzione in italiano», ha aggiunto, «perché vi sono le responsabilità erariali, quelle penali e quelle civili, però non ce n'è una da maneato raggiungimento degli obiettivi, se non a livello teorico: questa, però, è una sfida di buonsenso, che nell'arco di quattro anni può essere vinta e affrontata se partiamo subito e se abbiamo anche il coraggio - lasciatemelo dire - di far emergere in modo netto, chiaro ed evidente che ogni centesimo speso dalla pubblica amministrazione debba essere visibile on line da parte di tutti». Infine, fisco e giustizia. Renzi userà la delega fiscale per inviare a tutti i dipendenti pubblici e ai pensionati direttamente a casa la dichiarazione dei redditi. Sulla giustizia molte frasi ad effetto: «Lavorano più, negli appalti pubblici, gli avvocati che i muratori». Insidiosa, ma all'apparenza molto incisiva, l'iniziativa sulle Regioni per 'introdurre una clausola di intervento della legge statale anche in materie fin qui assegnate esclusivamente assegnate alle Regioni. Molti i segni di trattativa con Forza Italia. Sul ddl Delrio «per impedire che il 25 maggio si voti per le Province», «Poi ne riparliamo nel Titolo V» e sullo jus soli che scatterebbe alla fine della quinta elementare a rlipei anni rI'età,
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ItaliaOggi
RENZI PER FELTRI Un imbonitore corne il Cav Pisle/li a pag. 5
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DI GOFFREDO PISTELLI
Vittorio Feltri registra la novità di stile di Renzi ma non se la sente di dargli un voto
Per il momento sono solo parole Il pericolo più grosso viene dal suo stesso partito
Eccoci al Renzi I. Arriva il governo che suscita grandi speranze e altrettanto grandi livori.
Un premier e un esecutivo attesi à molte rotture. 10 schema che potrebbe andare in frantumi è quello destra-sinistra: sembra il primo governo della storia che appare in grado di avere un consenso nel Paese fuori dai recinti ideologici soliti. Guidato da un leader di centrosinistra, financo un segretario di partito, potrebbe infatti piacere anche agli elettori di centrodestra.
Sarà così? Vittorio Feltri, che a lungo è stato un campione dell'Italia moderata, dandole voce, a volte strillandola, coi giornali che ha diretto, può es" sere un test affidabile. Quando ci risponde al telefono, Renzi parla ancora all'emiciclo di Palazzo Madama.
Domanda. Direttore, siamo dunque arrivati a Renzi al governo. Che gliene pare?
Risposta. Questo signore ha molto successo perché usa un linguaggio nuovo rispetto agli stilemi, ai canoni del politico tradizionale. Ignora il politichese classico. Usa un altro lessico, diverso, alla portata, e questo è già motivo di attenzione da parte del pubblico. Induce nelle persone un senso di confidenza maggiore rispetto ai predecessori.
D. Un ribaltamento della comunicazione politica, in effetti.
R. È questa è una grande nota di merito. Però è evidente che non bastano le parole: servono, e sono importanti, a catturare consenso, a far capire gente quel che vuoi fare. Dopo di ché rimane il problema di sempre ...
D. Vale a dire? R. Sarà capace, Renzi, di
essere coerente con quello che ha detto? Se no. si ritrova ra-
pidamente nellà palude di cui lui stesso ha parlato.
D. Ché le difficoltà non mancano ...
R. Certo. Non basta avere un programma, un'idea, perché devi sottostare comunque ai regolamenti, ai riti e alle liturgie di una politica mai svecchiata nella sostanza, dalla fondazione, dall'Unità di Italia.
D. Scontiamo vizi antichi cioè ...
R. Massì, se andiamo a rileggere ciò che accadeva prima del fascismo, nell'Italia giolittiana, rimaniamo stupiti di dover trovare le stesse parole, le stesse difficoltà. Perché siamo, da sempre, un Paese di legulei, di adoratori della norma. Non è vero che prima si fa la legge e poi si trova l'inganno: è vero il contrario! Spesso l'inganno è insito nella legge. Mai nessuna riforma, fatta in questo Paese, è stata all'altezza: di solito è stata peggiore del buco da rattoppare.
D. Renzi parrebbe averlo capito, visto che una delle riforme che ha messo in agenda e della quale parla spesso, anche oggi al Sena· to (ieri per chi legge, ndr), è quello delle burocrazie ...
R. Resto convinto che Renzi debba fare i conti innanzitutto col proprio partito, col Pd, che mi pare lo stia osservando. Poi si dovrà misurare con tutti gli altri partiti e col potere ostativo tipico delle coalizioni, dove i veti incrociati sono all'ordine del giorno. Quindi ci sarà la fase esecutiva delle riforme, dove appunto il sistema della dirigenza pubblica sarà decisivo, perché sono i burocrati che scrivono materialmente le leggi e spesso le fanno non applicabili ma interpretabili. Persino Benito Mussolini ha introdotto il sistema dittatoriale per superare le pastoie
che frapponevano alla sua volontà riformatrice.
D. Non mi pareva avere una vocazione democrati· ca, peraltro. Un altro ca· valiere, Silvio Berlusconi, s'è sempre lamentato del potere dei burocrati. Fa· mosa l'espressione della macchina che «gli ,re~ava contro» ...
R. Guardi B. aveva un'aggravante ...
D.E cioè? R. Che mentre cercava di
fare, delegava. Pensi che delegò a Giulio Tremonti la realizzazione della Rivoluzione liberale. Affidare una cosa del genere a un socialista è una contraddizione in termini.
D. Beh, certo Tremonti fu un dei Reviglio boys (da Franco Reviglio, ministro socialista delle Finanze, ndr)
R. Appunto. No, B. è stato bravissimo nel catturare il consenso, nei discorsi, nella vendita. Un gran venditore. Peccato che non avesse il prodotto. Insomma non ha mai avuto la vocazione del governante e non ha mai governato. Qualche legge ad personam e, nemmeno andata a buon fine ... ,D. A guardare dai risul·
tati, dice? R. Dico. No, B. non sapeva
manco farsi i cazzÌ propri, mi scusi, figurarsi se sapeva fare i nostri.
D. Ma torniamo a Renzi, direttore.
R. Torniamoci. Sul punto delle burocrazia sono curioso di vedere come farà. Così come vorrei vedere dove andrà a prendere le risorse per le cose che ha promesso ...
D. Oggi ha parlato di un piano straordinario sul· la scuola, anche edilizio, da realizzare da giugno a s~ttembre,.~ per il quale
rimuovere 11 Patto di sta· bilità. "Par· tiamo dalla scuola", ha detto ...
R. Sì, sulla scuola ci han provato tutti: maè dal 1960 che non si fa altro che peggiorare. Da quando iIitroducemmo la scuola media unica. Lo ricordo bene perché allora, facevo parte della commissione che studiò la cosa per il Partito socialista. Eravamo convinti che fosse una riforma necessaria ma è stata una boiata che ha abbassato il livello del sistema. Così ora abbiamo un sistema scolastico gentiliano ma peggiorato. Uguale ma in peggio.
D. Renzi ne ha parlato spesso, in passato. Un tema da Leopolda ...
R. È una scuola diventata ricettacolo di gente poco capace, anche perché mal pagata, per cui i migliori fanno altro. Tutta l'istruzione registra uno scollamento con la vita reale e produttiva; col mondo del
lavoro. D. Anche l'università? R. Beh, èerto.' Schifata
dall'industria perché convinta che l'accademia sia superiore alle banalità della produzione. 10 vediamo dai riostri laureati ...
D. Feltri, ma quali sono i nemici veri di Renzi, oggi?
R. Sono quelli che vogliono mantenere lo status quo, che non hanno nessuna voglia di 'sperimentare e sono tutti impauriti da questo giovanotto che, è vero, si presenta con una punta di bullismo, o che è avvertito come tale, e susci-
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ItaliaOggi
ta diffidenza perSino nei suoi stessi compagni di partito.
D. Gli diamo un voto? R. Purtroppo non possono
giudicarlo che dalle parole. Almeno il primo trimestre, lo valuteremo solo dalle intenzioni, più che dagli atti, quindi sospendo il voto.
scritto che questo incarico «è un impegno che farebbe tremare i polsi anche a un governo di sta~is!i e fuoriclasse». Come dire che l'ese-cutivo è di
R. Stella ha ragione, per carità. Però sarebbe stato meglio fare gli esempio, doveva dire: ha scelto Tizio per
Data 25-02-2014 Pagina 5 Foglio 2/2
programma, non basta dire non va.
D. B. annuncia un'opposizione ragionevole ...
R. Posizione di buon senso.
D. Nemmeno sui. ministri? Gian Antonio Stella ha
tutt"altra pasta. .. questo ministero e invece an
dava meglio Caio. E così del
Quasi banale, però. Se uno mi propone di guadagnare un milioni di euro, anche se è di sinistra prima di dire no, sto a vedere.
~Riprodu.ziom riseroaia-II
. Sifra presto a dire che si v,uoi rifo1'lfu:Lre
la scuola. Etial1960
che non si fa altro' che peggiorarla,
d'it qaando si varò , .. lff riforma della ;sc.uola media unica
In Un certo senso assomiglia a B;erlusconi che flstato brallissimo
nel catturare il consenso, ,
un grtmde venditore. Peccato che poi
. non avesse il prodotto
Se non riuscifa a produrre '.
dei latti cQncreti'(e presto); Renzi
si troverà. neUa stessa paluàe
che aveva invischiitto il suoprt3decesso·re
a Palàzzò Chig; •
B. non a~elllt" la vocazione del governante ed i7ifatti non ha. mai governatfi1
;SttJv(J qu,alçbe legge .ad lter~o~m che
p;oi:n(lft:f'1f,emmeno andtita'1monfine
Renzi delle riuscire a .. battere
,·(tltàdirìlf~'h;zà ' perché non è vero
.' 'che prima si li! la l~gge e IQ; sìttòvft
"ingann(). Spesso nngan1!-(}'
è lPP dentl'6leleglfe
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Data 25-02-2014 Pagina 18 Foglio 1
ItaliaOggi
Salone dello Studente Campus Orienta, prende il via oggi l'edizione di Monza
Prende il via questa mattina l'edizione di Monza del Salone dello Studente Campus Orienta (www.salonedellostudente.it).la più importante manifestazione italiana dedicata all'orientamento post-scolastico e universitario, che si svolgerà oggi e domani presso l'Autodromo Nazionale (Palazzina Ospitalità - Via Vedano 5), dalle ore 9.30 alle ore 13. n Salone dello Studente, a Monza per l'ottava volta, si tiene in nove città italiane, da Catania a Thrino, passando per Lamezia Terme, Bari, Roma, Pescara, Firenze e Milano, coinvolgendo un centinaio tra atenei e scuole e circa 200.000 studenti. A Monza sono attesi oltre 5.000 ragazzi. A Monza sono presenti circa 40 espositori, tra cui alcune delle università e degli istituti italiani più prestigiosi. Inoltre, a disposizione degli studenti ci sono 6 simulazioni al giorno dei test d'ammissione all'università; 9 sale orientamento di cui 3 dedicate alla formazione classica, 3 alla professione, 1 ai colloqui di orientamento personalizzati con gli psicologi dell'Associazione italiana psicologi. Fra le novità dell'edizione monzese, la presenza degli istituti tecnici e di formazione superiore e degli istituti con corsi serali. <<Anche gli istituti superiori serali hanno un ruolo importante, sia nel raccordo tra mondo del lavoro e formazione degli adulti, che nella promozione della cultura. E' interessante dire che ai già ottimi istituti presenti in città si affiancherà, dal prossimo anno, il primo liceo artistico serale della Lombardia», ha commentato Rosario Montalbano, assessore all'istruzione del Comune di Monza. <<Anche Monza e.la Brianza sono toccate da
una seria crisi economica, che si manifesta anche con la disoccupazione giovanile: è ancora più necessario, dunque, organizzare attività che avvicinino il mondo della scuola e il mondo del lavoro, perché un buon pel"corso formativo deve essere caratterizzato anche dalla sua spendibilità lavorativa. Sono convinto che Il Salone dello Studente Camp\lS Orienta! costituirà anche quest'anno una tappa importante di un percorso che contribuirà a costruire prospettive formative e professionali attive e consapevoli», ha continuato Montalbano. '
«Puntiamo ad un 2014 scop:idettante, con la partecipazione di più studenti, più scuole ed università e con una presenza ancora maggiore delle istituzioni», ha dichiarato Domenicò Ioppolo, a.d. di MF Conference, la società di Class Editori che organizza il Salone. «Sono diverse le novità
che presenteremo quest'anno, a cominciare dall'edizione che si terrà li Thrino, dall'ampliamento dei temi alla creazione di un'area internazionale, dove accogliere istituti provenienti da tutto il mondo. Inauguriamo l'edizione di Monza guardando con fiducia al prosieguo dell'anno, consci dell'importanza che ha la manifestazione, unica in Italia li consentire un punto di contatto cosÌ coinvolgente con la comunità degli studenti», ha concluso Ioppolo. Il Salone dellò Studente, organizzato con il patrocinio I!pUa Commissione europea e in collaborazione con ActI Stage Sportello Stage, è promosso dal Comune di Monza insieme alla Provincia Monza Brianza e all'Ufficio Scolastico per la Lombardia- Monza Brianza.
Ullalia punti sul Fattore Mrica
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Data 25-02-2014
ItaliaOggi Pagina 33 Foglio 1
E PER SMAI..TlRE Il.. PRECARIATO, I..'IPOTESI DI DESTINARE SOl..O Il.. 25% DEI POSTI A NI!JO~I CONCORSI
Graduatorie a esaurimento, si lavora per aggiornarle Intanto utili anche le abilitazioni Ue: valgono 30 punti
DI CARLO FORTE
Ititoli di abilitazione conseguiti nell'Unione europea potranno essere fatti valere 30 punti, già dal prossimo anno, ai fini del
le graduatorie a esaurimento. Così come avviene per i titoli rilasciati dalle scuole di specializzazione all'insegnamento secondario. A patto che i relativi percorsi formativi siano in tutto analoghi a quelli italiani. E cioè, due anni di corso dopo la laurea, frequenza obbligatoria e inconciliabilità dell'eventuale servizio contemporaneo alla frequenza, natura teorico-pratica del corso abilitante. E questa la novità più importante contenuta nella bozza di regolamento per la riapertura delle graduatorie a esaurimento sulla quale stanno lavorando i tecnici del ministero dell'istruzione.
Nulla di fatto, invece, per l'iscrizione dei neoabilitati, salvo che per quelli che erano stati iscritti con riserva. Che potranno scioglier la o potranno mantenere l'iscrizione con riserva a seconda della propria situazione particolare. Si pensi, per esempio, agli ammessi con riserva per effetto di provvedimenti dell'autorità giudiziaria per i quali non sia stata ancora emessa la sentenza definitiva. Una cosa è certa, però: la produzione continua di norme speciali che, nel corso del tempo, hanno impedito alle graduatorie a esaurimento di rimanere chiuse a chiave,
sembrerebbe essersi interrotta. Ad oggi, l'aggiornamento delle graduatorie è a normativa vigente, ma secondo quanto risulta a ItaliaOggi, a viale Trastevere si starebbe lavorando ad un'ipotesi legislativa che dovrebbe portare ad un'accelerazione del processo di assorbimento dei docenti precari, attualmente inclusi nelle graduatorie a esaurimento, che attendono da anni l'immissione in ruolo. Secondo tale ipotesi, il criterio dell'alternanza delle immissioni in ruolo tra graduatorie dei concorsi e graduatorie a esaurimento dovrebbe essere modificato in favore delle graduatorie a esaurimento. Così da favorire l'esaurimento delle stesse in tempi più rapidi. Attualmente, le immissioni in ruolo vengono tratte al 50% individuando gli aventi diritto scorrendo la graduatoria dei concorsi e il rimanente 50% scorrendo le graduatorie a esaurimento.
Secondo l'ipotesi al vaglio di viale Trastevere, la percentuale da destinare alle graduatorie a esaurimento dovrebbe salire al 75% e quella dei concorsi al 25%. Ma per fare questo sarebbe necessario un intervento legislativo ad hoc. E siccome i tempi sono strettissimi, l'unica strada percorribile, resta, come sempre, quella della decretazione d'urgenza. Una strada tutta in salita. Specie se si pensa alla mole impressionante di contenzioso che ha caratterizzato la materia delle assunzioni negli ultimi anni. Resta il fatto, però, che l'intenzione del legislatore va
nel senso di cancellare gradualmente quello che una volta si chiamava doppio canale, per riportare totalmente il reclutamento dei docenti nell'alveo dei concorsi ordinari.
Con una differenza di non poco conto rispetto al passato. Mentre prima della riforma ai concorsi si accedeva con il mero titolo di studio di accesso al posto o alla classe di concorso di interesse, adesso, per essere ammessi al concorso, è necessario possedere già l'abilitazione. Quanto alle altre novità della bozza di regolamento sulle graduatorie, da segnalare il riconoscimento del servizio prestato dai precari non inseriti negli elenchi salvaprecari tramite i contratti regionali. Ma solo per i giorni effettivi di servizio. In più, a partire da quest'anno, la fascia aggiuntiva nella quale erano stati collocati i neoabilitati grazie a norme speciali prende il nome di N fascia e va a regime definitivamente.
Nessuna novità, invece, per il sostegno alle superiori i cui elenchi rimarranno suddivisi rigidamente per aree (ADO l, AD02, AD03 e AD04) a fronte dell'unificazione delle aree che dovrebbe andare a regime già da quest'anno per i docenti di ruolo. Rimane anche quest'anno la situazione di incertezza nella delicata materia dell'accesso alle assunzioni riservate agli invalidi e agli orfani per lavoro. IJamministrazione, infatti, intende confermare il requisito della previa disoccupazione all'atto della presentazione della domanda di riconoscimento della riserva.
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m ANnRÉAG.bOS,()*
dovrà~gserè. unaptiorità Ua .valu.ta~?~ ... e ...... nena sc,UOlll ..
ell'agenda dm nuovo mini~ , strtrStefania Giannini? Cre
diamo al'Sì. Certo, à pnma'mta si pUÒ ritenere - con: qualche fondamefito -chè altre criticità dèlnòstto sistema d'istrilZionè. siano.àriOOti.\.piÙ: urgenti: taSsi di abbandoIìl.i, divari territoriali degli apprendimenti, crisi delhl sc~ola medi'a., edilizia sColastica. E'; soprattutto, il. reéluta-· mento, la formaziane· e le camere degli ìì1~ segnanti, il vero nodo cruciale della Ilcuola, su· cui il nuovo mini~ stro ha: già Cònùrtcl8to a· dare indicatiortì i'tl- o
teress-a:nti. Se, tutta-via, .nei prossimimMi il governo non riUsci-rà il fate npartireiil processo che eOnduèe aI Sistema nazionale cji valutazione, arenatosi da un ann'6;'11talia si prl~ verà - fbl'lSedefWtiVlmìente-'- di \Jno strumentO poten~ di diagnòsi delle d. ebolezzè ·.della Pf6.·)pna. scuòla.; .una tisorsasenzaia .qutllè'gli stessi prohlemielencati nonrÌcevono un'à(te..
'guaw;méSsa ~·ÌÌJ()$ e,~lì;lliqu~,non possono eSsere aBrontatì con llucçessO. Aq,~s,~c{mcl~~oné.ariiv~ . . ,port() 'ilèllà l'ondàZ1one AgnèU'alutazione della scuola, A che cosa serve epercké è'necessari:a'al,l'Italia,appena pùbblicato dà LaterZa. . ..
Non s.l;U'à faèil~;D8. ùn lata, infatti, oceorrerebbe-cambiaté pàSSa e tenere ben dritto il tìnione iri direZione dì una attuazione - sia pure con
numerosi correzioni ;;. del Regolartlento del SiStema nazionale di valùta:zione approvato nel 2013 dal governo Monti. Dopo 15 anni di false: -partenze e ondeggiàmenti, un ulteriore prolungato stallo eqmvarrebbeal fullimen~ to.· Dall'altto,: tuttavia, senirebbe arrtlarsi di pazte~ e dare vita à un runpiodibàttitonazionale ·per eosti'ù.lre ciò °me:":al di là delle soluzIoni a:rehitettoniche.:.:.anooradawerò m~ca: il <ìòMenso degli
ìimeghanti,troppidei quà!i vedono la valutazione ancoraeon:llospettO,ritenendòlopiù' Una n;p.nàèciaclieuno str\lìi1ento dimigliòtanlèItto.
. La stOria . ~!>ntà; Nel cor-so'déglianni, gli . gj<sono conviriti che la val. .eun ~DePienw per gil~iì:tt tètion. ~li ~erisorse ~ la s~o a,con: rl-
~4~tr:~:e~f(~~fTV:: Su questi aspetti, in effetti, non c'è stata.'chi.ar$zaPoIiti'cil:6liè bi. fOsse al gt!vemo questa. (I quella'1XYàliZiòne, oppure un esecutivòtecnii», àiaOéenti Ilon è Iriaistato spiégataellieèhecosà si voglia.davVero vaIu~ioon'qualì strumenti e snlla base di quale idea di scuola: L~ re$ìsténZj1ide'9lògioo: e corporativa dinna bùbna,parlièdei sindacati ha fa.tto pOi il. restO.' , ..
Un percorso dicliiarlm~ntq e di costruzione del COhsèi$O nel1ascùom dòVrebbepattiI'ed*alcÙIle lezlòniapprese, che il Regòlamento sold1rlparte ha fatto propnè. QUi lè èi;\prlmiamo Ìn modo apOOittjco; nel RappOrto siàtric~ ehiscono diargomentfedevidetlze;
In prhno luogo; urt Sistema nazio·
Data 25-02-2014 Pagina 34 Foglio 1
nale di. vàhlt~one de\1~ QPel'ate SO:. pratttitto 'a dw livelli,: (i)q'QeU() della va1ùtazionédel sistemad'istrllZiOìlè· nelstlo ~omplésSo~ qùfilèon-senso e'è; (ii) que1l6della va1utàZione della. quàlità 'délléscUo'lé(ntlridèi~;ngoli ittsegn~ti) per fQmire\ . o •. '.
ti di di~òlli Il'écéSsa,rl . . . proCè$sidi :tdèittsiènl~' per o~. .., 1m llifJnn~òiJ àffidabni -éu'tlli a cO):l.'l.Piélle ~t\&:plil, avvertite/.· .,r:' r: i: .. In~doJUpgUi la~~t(iZi9l1edeho
lésevwle:dè\re i1Wi~gIi strumenti dellà oosiddetta vruutazi.Q~ «esterna» ( . . Jnv:allll e vi~' . . ole de-gU. .'. ti); senza~dei quali q . forma di autovalutazÌ9ne .è inevita iIroente autoreferenziale. Ma questi stru!:l\.entr nonvanno'associati a premi .. eoonomici(o 8:. s~oni): .sia YespenènZa ittternaziori.alé sia gli e~ti deUe spèrln:tentamorueandatte inqu~ stianni dal Miur conferm-àr\.o chetale ~ppÌ'occio èhaeffétti rontroproduceilti;'c!mle la .tentazÌIJne de'i dOcenti di manipOlare lè proVèo indirizzare l'insegnamentO al :rtìerosupéramento dei test. .
Sé una scuola ya bene e la valutazio~e lo rivela, il suO «premio» dovrà essere una cre;cita: Ulterioredèlla IlUà autonomia; a ogni nvellQ,còìiipreso qUélladeUagesti-one delle· risorse .. umàJie. E peri docenti?l\rOilbìsogna f'o-i<se prEthllarne iltn;èritÒ"?Certo, pro- .
. ri.i <li ca:rti.era ediretribuZione 'conoscère chi meg:liò fàepHi
S'rmpegna1!Otio dovetQse. Ma'seWòn6: gl~ strtunenti tldattiiqùèlli dénaYl:ilu~ taziollé esterna .... in ptimis.1e Invalsi~aqueStOIlCòpO!.n()ti ConcorSi dia" . potetidigiuilizloai . se:rnbtanO:solliiiom •
, *dirrittorè dè.llil.1!ondtr~ . ·Gib'vf.tJt1if;~fì
AZlr,.'dn :,Cl,OI il I r a """",, d_Il" ro",I"L,~~:-,-;;:;7;::;;;;:-;;;:;;;-;;;;;::;;:', ,h H" ,,,t,·,,,,,!,,,,,,,,,,I, Yalutarc sì, Ina non per punire :r:.~ .. : ~::=:~. ::~,.;;.,,;;;. ,1':"",,.,,,,,,,, "Ì: '"1*''''''';''' ::i:-lii,;;="",.,,,,::,,,,,,.
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Data 25-02-2014
ItaliaOggi Pagina 34 Foglio 1
La ricerca della Fondazione Agnelli sugli effetti distorsivi di un sistema premiale
Valutare sÌ, ma non per punire Tra i punti deboli, l'assenza di riforma della governance
DI GIOVANNI SCANCARELLO
Il valutazione usata
per premiare o punire i docenti non funziona.
ivide anziché unire il mondo della scuola e non ne restituisce una fotografia attendibile. Tra l'altro, la valutazione non è utilizzata per dare aumenti ai docenti neanche negli altri paesi europei. E lì dove, come in Usa, si sono fatte sperimentazioni in tal senso, ora si sta tornando indietro. Il valore aggiunto della scuola nell'apprendimento dei singoli studenti, infatti, è sempre il frutto di un lavoro di squadra: le scuole andranno pertanto valutate su come lo organizzano e progettano. Se n'è parlato lo scorso 20 febbraio a Roma, durante la presentazione della ricerca dal titolo «La valutazione della scuola. A cosa serve e perché è necessaria» della Fondazione Giovanni Agnelli.
Tra i punti deboli del regolamento del sistema nazionale di valutazione (Snv), varato a marzo 2013 dall'allora uscente governo Monti, soprattuto fassenza di investimenti sulla formazione dei docenti. Tra i punti forti, quello di aver tracciato nuove coordinate di lavoro e unificato le tre gambe (Invalsi, Indire e corpo ispettivo) rimaste slegate. Fino ad oggi, spiega la Fga, ce la siamo cavata di fronte all'Europa con le sperimentazioni sulla valu-
tazione delle scuole. È soprattutto con l'allora ministro dell'istruzio-ne Mariastella Gelmi-ni che, tra richiami al merito e tentativi di
introdurre la valutazione della perfurmance di Brunetta, si assiste ad una stagione di progetti sperimentali. Vqs, Valorizza, il Vales, ne sono la testimonianza. Esperienze che consentono comunque l'emersione dei punti deboli e degli errori da evitare però in futuro. Alla luce dei risultati conseguiti ad esempio dal progetto Valutazione per lo sviluppo della qualità delle scuole (Vqs), spiegano i ricercatori coordinati da Andrea Gavosto, direttore della Fga, i docenti non hanno ancora capito il valore aggiunto procurato dalla valutazione esterna, resta il dubbio sulla correttezza della conduzione delle somministrazioni da parte di alcune scuole nei confronti di altre (cheating), il modello teorico e metodologico di progetti, che prevedevano premi in denaro per i migliori, è stato giudicato oscuro. Un sistema condiviso e generatore di trasparenza, secondo la fondazione, vedrebbe invece ricollocati i soggetti del Snv e le loro gambe all'interno di una strategia nazionale di innalzamento degli standard di istruzione. Con l'Invalsi preso a verificare le politiche di sviluppo dell'apprendimento e a sostenere le scuole attraverso la valutazione esterna per certificare competenze alla fine dell'obbligo, con gli ispettori a valutare l'operato delle scuole, anche visitandole periodicamente, con una griglia in stile Ofsted alla mano, e con le scuole e l'Indire impegnati nella formazione e nei piani di miglioramento previsti dal
regolamento. Resta poi il nodo della col
legialità. Senza riforma degli organi di governo della scuola dell'autonomia, la valutazione potrebbe restare al palo. Ma senza valutazione delle scuole, anche la collegialità rischia la paralisi. Nel nostro Paese si è iniziato a parlare di autonomia scolastica e poi di valutazione, senza affrontare prima, però, la riforma degli organi collegiali. Un passaggio a vuoto che forse non ha aiutato nemmeno a far scattare l'imprinting tra scuola e valutazione ester-na. Tra i dati rileva-ti dalla Fondazione Agnelli colpisce che «in alcune scuole, sono stati i genitori eletti nei consigli di istituto a guidare la fronda contro la sperimentazione». Nella collegialità, quindi, è sorta la barricata. Valore costitutivo del nostro sistema scolastico, frutto di conquiste democratiche degli anni settanta, la collegialità risulta talmente radicata nel dna della sèuola, da rintracciarsene i segni sin dai tempi dei regi decreti. Che la collegialità vada considerata di prioritaria importanza è confermato dagli stessi ricercatori della Fga, quando dicono che la questione della governance della scuola diventa «endogena e quindi è corretto considerarla rilevante per la valutazione della scuola, attraverso una misura di valore aggiunto, attraverso prove standardizzate». Ma se di riforma degli
organi collegiali si parla sin dai tempi della legge Bassanini e fino ad oggi non se n'è ancora fatto niente, un motivo ci sarà. Una cosa è certa: bisognerà pensarci bene, prima di chiedere cessioni di quote di sovranità degli organi collegiali democraticamente eletti. Se da una parte, di tutto c'è bisogno, meno che di altri elefanti nella cristalleria, dall'altra c'è da scommettere che il confronto della scuola con la valutazione, se rivolto veramente a innalzare i livelli di apprendimento dei nostri studenti, si giocherà soprattutto sul piano della collegialità. Un confronto che però richiederà competenze per essere adeguatamente impostato. «La valutazione delle scuole sembra adeguata a integrare due dimensioni», si legge nella ricerca della FGA, «a prima è quella di rendere i singoli istituti responsabili (accountable) per i loro risultati; la seconda è quella di usare i risultati di apprendimento degli studenti per valutare l'efficacia dei processi didattici e organizzativi di ciascun istituto». È proprio grazie alla valutazione che si innescherebbe, secondo FGA, quella riflessività della comunità professionale e collegiale che è decisiva per creare consenso e migliorare. È infatti solo grazie alla valutazione, spiegano i ricercatori, che sarà possibile diagnosticare «le lacune ed eventualmente proporre azioni di miglioramento, attraverso la pratica di fornire alle scuole i risultati aggregati dei test standardizzati, integrata eventualmente da visite ispettive, grazie alla riflessione interna alla scuola stessa».
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./...--,~.-_-_.~~<"
! PER DISINNESCARLA, IL MINISTRO GIANNINI DEVE INTERVENIRE SUBITO
I Il pasticcio della reiterazione delle supplenze, I una vera bomba ad orologeria per viale Trastevere I
DI MAx BRUSCHI*
Nell'austero palazzo di viale Trastevere, sede del ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, c'è una bomba a
orologeria. Che fa tic tac, tic tac, nell'attesa di chi vorrebbe disinnescarla e non può, di chi prega che svapori all'alba, come se fosse un brutto sogno, o aspetta con fatalismo che esploda, sperando in danni limitati, o che faccia cilecca. n detonatore potrebbe sCattare il 27 marzo, quando la Corte EUropea (CEDU) sarà chiamata a rispondere (tra le altre, ma è la questione principale e dirimente) alla seguente domanda postale dalla Corte Costituzionale con l'ordinanza 207/2013: è lecito o non è lecito ai sensi del diritto comunitario, che vieta, per direttiva e giurisprudenza, l'abuso di contratti a termine, coprire p0-sti <<vacanti e disponibili» con contratto a tempo determinato «senza indicare tempi certi per l'espletamento dei concorsi»?
Domanda cui ha già risposto la Commissione europea, depositando osservazioni che metterebbero in allarme anche il più distratto dei lettori. Se la CEDU dovesse sancire l'incompatibilità delle norme italiane sul comparto scuola con la legislazione comunitaria, in verità, non si determinerebbe l'assunzione in massa dei ricorrenti, come qualcuno propaganda. La palla tornerebbe alla Corte Costituzionale e poi ai tribunali del lavo-
ro, che potrebbero «andare alla groSSll», senza distinguere tra le varie tipologie di contratti e di situazioni, comminare salatissimi risarcimenti e solo al limite, e forse in maniera spericolata, perché in deroga alla Costituzione, imporre assunzioni. TI danno al pubblico erario sarebbe enorme. La soluzione forse c'è, ma il tempo a disposizione è davvero poco. TI ministro avrà giusto il tempo di giurare e agire, o affidarsi all'italico stellone.
Occorrerebbe procedere per decreto legge, e subito. Fatta la revisione dei cicli scolastici (era comprensibile che ci fossero remore ad assumere a tempo indeterminato su posti dovuti a una sperimentazione che tutti i ministri, da Luigi Berlinguer in poi, avevano intenzione di «sbaraccare»), l'organico di diritto è fissato per legge.
Con un poco di coraggio, si potrebbe anche varare il regolamento sull'organico di rete, rimasto lettera morta. Ma va superata la logica dei «piani straordinari», che rischiano di rappresentare, agli occhi della CEDU, un'aggravante e va battuta la strada aperta dal decreto legge 104/2013 sui posti di sostegno, destinati ad essere progressivamente coperti con contratti a tempo indeterminato: basta estendere la stessa disposizione al personale docente e Ata. Con chiarezza, tempi certi, senza furbizie e cadenzando con precisione le procedure concorsuali, per evitare ulteriori guai dovuti.alla
mancata spendibilità dei titoli di abilitazione da parte degli esclusi dalle GAE: «In esito a una specifica sessione negoziale concernente interventi in materia contrattuale per il personale della scuola, che assicuri l'invarianza finanziaria il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca è autorizzato, a deéorrere dall'anno scolastico 2014/2015, ad assumere a tempo indeterminato personale docente, educativo e ATA per la copertura di tutti i posti vacanti e disponibili nell'organico di diritto di cui alle dotazioni organiche del personale, individuate ai sensi dell'articolo 19, comma 7, del Decreto Legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111. Alle assunzioni si procede attingendo per il 50% attraverso lo scorrimento delle graduatorie permanenti di cui all'articolo 401 del Testo unico delle leggi sulla scuola, per il 50% attraverso l'indizione di concorsi per titoli ed esami con cadenza biennale, riservati a docenti abilitati ai sensi della normativa vigente. Ai candidati inseriti nelle graduatorie di merito di concorsi antecedenti alla data di emanazione del presente decreto legge, è riconosciuto il titolo di abilitazione». Al Minosse comunitario, forse potrebbe bastare. Dum Ramae consulitur, o vogliamo intervenire?
*dirigente tecnico del Miur ----©Riproduzione riseroata~
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Pag. 45
Data 25-02-2014
ItaliaOggi Pagina 35 Foglio 1
Per rendere operativo il recupero serve l'accordo all'Arano Intanto le stoccate del neoministro
Salvascatti all'esame del senato Emendamento Marcucci per lo stop sugli stipendi Ata
DI ANrIMO DI GERONIMO
Il decreto salvascatti verso l'aula. Entro oggi la commissione istruzione dovrebbe completare
l'esame degli emendamenti al disegno di legge 1254 di conversione del decreto-legge 3/2014, in materia di automatismi stipendiali del personale della scuola. Il testo è slittato di qualche giorno, per dare tempo al nuovo governo di insediarsi. E proprio dal neo ministro dell'istruzione, Stefania Giannini, sono arrivate le prime stoccate agli scatti, che fanno pensare a una modifica ulteriore delle progressioni di carriera. Dopo il sì dell'aula al dI, che va convertito entro fine marzo pena la decadenza, il provvedimento andrà alla camera per il via libera definitivo. Il dispositivo servirà a cristallizzare gli aumenti corrisposti nel 2013 ai circa 80mila lavoratori della scuola che hanno maturato il gradone grazie alla valutazione del 2013. Che manterranno sia gli aumenti che la classe stipendiale successiva così maturata. Ma non servirà a recuperare il ritardo nella maturazione dei gradoni per tutti gli altri lavoratori. Anzi,
se il governo non darà il via libera definitivo all'avvio della contrattazione in tempi brevi, il rischio che si corre è quello di perdere definitivamente questa possibilità. Il decreto legge, infatti, prevede che se le parti non si metteranno d'accordo per chiudere il contratto entro giugno, pattuendo il recupero del 2012, i 120 milioni di risparmi derivanti dai tagli operati dall'articolo 64 del decreto l{lgge 11212008 saranno risucchiati dall'erario. Resta il fatto, pero, che i 120 milioni non bastano. E quindi bisognerà attingere dalle risorse contrattuali destinate allo straordinario. Che, peraltro, viene ordinariamente finanziato con una decurtazione della busta paga a monte di circa 900 euro l'anno a testa. Di qui la· neéessità di un contratto ad hoc. Uaumento di stipendio che consegue alla maturazione del gradone successivo consiste, mediamente, in 100 euro netti al mese.
Tra gli emendamenti all'esame della commissione, quello del presidente della VII commissione, Andrea Marcucci, che prevede che non saranno «soggette a recupero le somme già corrisposte al personale amministrativo, tecnico e au-
siliario della scuola per le posizioni economiche orizzontali attribuite per gli anni 2011, 2012 e 2013 in virtù della sequenza contrattuale del 25 luglio 2008». Alle conseguenti minori entrate per lo Stato, pari ad euro 17 milioni per l'esercizio finanziario 2014, si dà copertura mediante corrispondente riduzione, per l'esercizio finanziario 2014, del fondo di istituto.
Per comprendere appieno la questione del blocco dei gradoni è necessario fare un salto indietro fino al 2010: l'anno in cui è stato emanato il decreto legge 78 dall'allora governo Berlusconi. Il decreto 78, infatti, è il provvedimento con il quale è stata disposta la cancellazione dell'utilità di 3 anni ai fini della progressione di carriera: il 2010, il 2011 e il 2012. Ciò ha comportato il differimento di 3 anni del termine di compimento dei cosiddetti· gradoni. E cioè dei periodi di servizio al compimento dei quali si ha diritto ad un aumento di stipendio. Facciamo un esempio. Il contratto prevede incrementi stipendi ali legati all'anzianità di servizio al compimento dei seguenti periodi: 8, 15, 21, 28 e 35 anni di ·servizio. Uentra-
ta in vigore del decreto legge 78/2010 ha comportato uno slittamento in avanti di tre anni di tutti i relativi termini di compimento dei gradoni. Il primo è passato da 8 a 11 anni di servizio, il seCondo da 15 a 18, il terzo da 21 a 24, il quarto da 28 a 31 e l'ultimo, da 35 a 38 anni di servizio. Con l'entrata in rigore del decreto interministeriale 14 gennaio 2011, però, è stata ripristinata l'utilità del 2010. E quindi, il ritardo nella progressione di carriera si è ridotto da 3 a 2 anni, deterÌninando i seguenti termini di compimento dei gradoni: 10, 17, 23, 30 e 37 anni di servizio. Il 13 marzo 2013, poi, è stato sottoscritto un contratto ad hoc che, utilizzando parte delle risorse destinate allo straordinario (i fondi del cosiddetto miglioramento dell'offerta formativa) ha ripristinato l'utilità del 201l. E per effetto di tale accordo, i termini di compimento dei gradoni sono passati a 9, 16, 22, 29 e 36 anni di servizio. TI 25 ottobre scorso, però, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il dpr 122/2013, che cancella anche l'utilità del 2013, di fatto, ponendo nel nulla gli effetti del recupero del 2011.
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Sostegno, anno utile
all'assunzione DI CARLO FORTE
I docenti che saranno immessi in ruolo sul sostegno, nell'anno in corso, con retrodatazione giuridicaal IO settembre, pomumofar valere il20I3J20I4 come anno di prova. Sempre che stiano presia.ndo servizio come supplenti nello stesso insegnamento o classe di concorso o nell'insegnamento di materie affini. Lo ha fatto sapere il ministero dell'istruzione con una nota emanata il 20 febbraio scorso (Prot. n. AOODGPER. 1(41). L'amministrazione scolastica ha spiegato che, ai fini della validità del periodo, è necessario che gli interessati, entro la fine dell'anno, abbiano maturato almeno ISO giorni di servizio. Il dicastero di viale 'Irastevere ha spiegato, inoltre, che la rinuncia alla nomina in ruolo su posto di sostegno non comporta, esclusivamente per l'anno in corso, il depennamento dalla graduatoria ad esaurimento di posto c~mùne.
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Data 25-02-2014 Pagina 35 Foglio 1
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FALLIMENTARE L'ESTERNALIZZAZIONE DELLE PULIZIE
Lsu, il nodo mai sciolto DI FRANco BASTIANINI
Si inasprisce la protesta degli ex lavoratori socialmente utili (Lsu) addetti alle pulizie in oltre quattromila scuole statali. Centro della protesta sembra essere, al momento, la provincia di Napoli. In settanta scuole di quella provincia si sono infatti registrate, nei giorni scorsi, addirittura occupazioni delle scuole da parte di quei lavoratori che temono di perdere il posto di lavoro a causa del mancato rinnovo delle convenzioni tra le imprese di pulizia per le quali lavorano e le scuole che li utilizzano. A causare il mancato rinnovo delle convenzioni sarebbero, secondo le organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti Uil, e anche secondo l'Usb,le riduzioni delle risorse previste per l'anno scolastico 2014/2014( da 545 mln a 284 mln - 48 per cento), riduzioni che comporteranno inevitabilmente una ulteriore riduzione di personale rispetto a quella già registrata per il corrente anno scolastico, oltre ad un ulteriore taglio dell'orario di lavoro e conseguentemente dello stipendio mensile. Inoltre, ad avviso delle associazioni che rap
'presentano le imprese del settore pulizie (Lorenzo Mattioli-AnipFise/Confindustria, Fabrizio Bolzoni- Legacoop Servizi, Massimo Stronati -Federlavoro/Confcooperative), alla riduzione delle risorse va sommato una ripartizione delle stesse da parte del Miur che non
sempre corrisponde alle reaij esigenze delle scuole. Non meno pesanti sono anche le denunce da parte della senatrice Francesca Puglisi, capogruppo Pd in commissione istruzione al Senato e del presidente della stessa commissione Andrea Marcucci rivolte in particolare al presidente del Senato che ha bocciato l'emendamento sugli Lsu. Il perdurare della protesta è l'enne
'sima conferma che il futuro lavorativo degli ex lavoratori socialmente utili utilizzati nelle istituzioni scoÌastiche soprattutto nella pulizia dei locali, non si risolve ricorrendo a provvedimenti tampone o temIloranei. E ormai tempo di prendere atto che il parziale tentativo di terziarizzare i servizi di pulizia nelle scuole pubbliche, con le modalità con le quali è f;>tato posto in essere, si è rivelato impraticabile se non addirittura dannoso per le stesse scuole oltre che per il personale statale che in esse opera. Le strade da imboccare erano e restano pertanto due: disporre per legge che le pulizie dei locali scolastici vanno affidate a ditte esterne alla pubblica amministrazione, unitamente ad una revisione degli organici dei collaboratori scolastici e delle loro mansionario, oppure disporre l'assunzione degli ex Lsu in pianta stabile negli organici dell~ scuole a copertura dei posti resi per tale scopo indisponibili. Tertium non datur.
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Data 25-02-2014
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Ultimo atto dell'ex ministro Carrozza, la direttiva sull'orie.ntamento degli studenti
Tufor, silenzio sui compensi Poco chiare anche le indicazioni sulla scelta dei candidati
DI GIORGIO CANDELORO
A Ila fine venne il tutor. Due giorni prima di fare le v.aligie ed essere sostituita
a viale Trastevere dalla montiana Stefania Giannini, Maria Chiara Carrozza ha firmato il testo delle «Linee guida per l'orientamento permanente», le indicazioni operative per le scuole di ogni ordine e grado. La novità rispetto al percorso avviato con il decreto istruzione dello scorso autunno, che aveva stanziato poco più di sei milioni e mezzo di euro per il settore, riguarda l'individuazione, obbligatoria per ogni scuola, della specifica figura di sistema del tutor per l'orientamento. Dopo mesi di scarsa chiarezza dunque, la figura del tutor inizia ad uscire dalla nebbia nella quale era stato avvolta fin qui. Innanzi tutto se
ne individuano i compiti specifici: il tutor sarà il dirigente del team di orientamento di ogni istitutI?, con compiti di coordinamento e di guida dei i docenti dedicati della scuola. Inoltre sarà incaricato di programmare l'orientamento sia per gli alunni in difficoltà che per le cosiddette eccellenze e dovrà interf,acciarsi con continuità con il territorio.
Molto più nebulose le indicazioni per la scelta e la selezione dei candidati -dovrebbe comunque trattarsi di personale che farà richiesta individuale di accesso alla funzione in base a un curriculum- e silenzio assoluto sulla loro retribuzione: si sottolinea che il tutor dovrebbe essere scelto tra i docenti interni della scuola dell'autonomia e configurarsi come middle manager, quadro dirigente intermedio collocato tra il corpo docente e il preside.
Se così fosse quella del tutor diverrebbe una delle figure
chiave della differenziazione di carriera tra gli insegnanti, oltre che la prima e per ora unica alternativa dirigenziale al capo di istituto, per quanto ad esso subordinata. Ma le stesse note dicono che non sarà così. vista l'assenza di un'adeguata formazione degli insegnan:ti - comunque obbligatoria dal prossimo anno- e di un bacino interno alla scuola di professionalità certificate. Sussistono inoltre numerosissime questioni di natura contrattuale e organizzativa che rendono assai complesso reclutare i tutor tra i docenti delle ~uole, anche nell'ipotesi che si possano reperire. professionalità interne. E allora? Se davvero dal prossimo anno scolastico ogni istituto dovrà avere il suo tutor, chi lo recluterà? Pescando in quale bacino di competenze? E soprattutto, se sarà un esterno, sarà retribuito con gli striminziti fondi di istituto, già decUrtati quest'anno di oltre il 50%, o con risorse dedicate? Sembra
in effetti estremamente improbabile che i sei milioni e mezzo circa già stanziati per l'intera partita dell'orientamento possano bastare a pagare i costi dell'istituzione di una nuova figura dirigenziale dotata di notevoli funzioni e di un ruolo che si prevede centrale.
A leggere con attenzione le note, infatti, sembra che l'orientamento sarà il cardine di una scuola rinnovata: si spazià dal diritto del cittadino alla formazione per tutta la vita, alla costante alternanza scuola lavoro, all'inclusione sociale, all'educazione all'uso dèlle nuove tecnologie, al rapporto continuo con le risorse del territorio e con l'impresa, al potenziamento dena conoscenza delle lingue straniere. Un libro dei sogni? Un documento a futura memoria dell'ex ministro? Sono in molti a pensarlo, anche perché le priorità del nuovo governo sulla scuola sembrano decisamente essere altre, su tutte superamento del precariato e l'avvio delle laurée abilitanti.
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Immatricala;ioni in calo, studenti in campo niEMANUELA MICUCCI condo: l'accesso.al sistema universitario,:
«per molti precluso a causa degli eccessivi costi relativi alle tasse», illustra Vitale, rico.rdand() atenei co.n una tassa di iscrizio.ne iITegolare,al di sopra del tettoprevistodana legge. Terzo: il sisteIn;;t del numero chiuso.. <4'lisçrlminatorio e incapace di rispondere alle· . esigenze atJ;uali - prosegue ", Come. Fog chicdiamo da tempo che sia mesSo mw.scussÌooe questo sistema di sbarramento all'accesso universitario, che è un mooo ~r coprire 00-- .
Due dati da brivido: circa 3.000 immatricolati in meno in un solo. triennio, oltre '78.000 in meno in lO anni.
. Colpal spiegano al MiUlj della crisi . economica e della sfiduciìt dei giovaniita~ liani nei eonfrontidegli istituti accademici. Fuga da1l'umverSitàe dal pezzo di èatta che nasconde un diritti> allo studio negato per il Forum nazionale dei giovani (Fng). «I nostri laureati non sono troppi, trop . sono i nostri giovani disoccupati. ea Stefano Vitale, corisigliere Fng con delega a scuola:, università e ricerca. Sul banco degli imputati anche le risorse stanziate dal d1 Illtruzione per il diritto allo studio; «compless1varoente ammontano a 400 mìlioni di euro - sottolinea
'< tenzestrUmentalì deglìatenElt».Ad esemplo, ... propone Vìtale; valutando e selezionand6gli· studenti durante il peI'«lrSo l#IiVet$l"tarioneì
. primi anni. Quà:tt(l: IainOhìlità nazionale ed internazionale, «,spesso ostacolata da un di;. somogerieo i>istemadi riconoscimento dei'
Giuseppe Failla, portavoce del i?orum -, assolutamente insufficienti e non aumentate a seguito del varo della legge dì Stabilità». Una misura positiva, ma in linea con il primo degli ostacoli al diritto allo studio nell'università e nella scuola: le politiche di definanziàmento dell'istruzione, che allontano dagli obiettivi di Europa 2020. «Negli ultimi.3 anni - prosegue Failla - il fondo nazionale per finanziare le borse di·studio è stato drasticamente ridotto. Ne12009 i fondi nazionali coprivano 1'84% degli studenti aventi diritto, nel 2011 il 75%. QUèSt'anno, come già nel 2012, sono stati esclusÌ dalle liìovvenzioni quasi 60 mila studenti a fronte dei 35 mila di.5 anni fa. Si verifica frequentemente che moìtÌ giovani italiani capaci e meritevoli, purrisultando idonei alla perceziòJl,e di una: horsadi studio nelle graduatorie; non possano usufruire .di tale opportunità:IJidoneo non beneficiarlo . è l'emblema di un'emergenza socialé»,Be-
crediti universitari. . .. In molti casi ancheYesperienza El;'asmùs .
viene equiparata alle normali attività accademiche, vanificandone il valo.te fo.rmativo». Cinque,. allora, lè proposte per sCuola e università lanciate dal Fng: oltre a' diritto allo studio, edilizia scolastica; partecipazione e protagonismo studentesco; valorizzazione dell'istruzione professionale, attraverso faumento delle ore laooratoriali e un ìnve~ stimento nel miglioramento della qualità didattica deì percorsj; forme di sostegno all'occupazione giovanile edi incontro tra
. domanda-offertadi lavoro, come la Youth Guarat.ltee; riorganizzaziooe degli strumell~ ti di alternanza tra istruzione e lavorollia nelle scuole che negli atenei, comelo s1;age; ne~ità'che:le scuole si interfàccino con il proprio wssQ.toùnp:renditoriale territoriale per pOter garantìre una rormazione èheva-lichi gliinsegnamenti teorici. "
Data 25-02-2014 Pagina 37 Foglio 1
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Data 25-02-2014
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Accordo fatto tra stato e regioni, ora sei mesi di tempo per partire. Salvo novità da Poletti
I1apprendistato si fa . semplice Tre cicli.formativi,nei percorsi anche le competenze di base
DI GIORGIO CANDELORO
Procedura semplificata, tracciabilità e trasparenza delle risorse disponibili, valorizza
zione delle competenze acquisite durante il percorso scolastico. Queste le principali novità contenute nelle linee guida per la disciplina del contratto di apprendistato approvate nei giorni scorsi dalla Conferenza Stato Regioni. Ora le Regioni hanno sei mesi di tempo per recepire l'accordo e renderlo operativo. Intanto, con il nuovo governo, potrebbero giungere ulteriori semplificazioni in particolare su spinta del" ministro del lavoro, Giuliano Poletti.
Sarà più semplice e conveniente per le aziende conttattualizzare gli apprendisti poiché, in caso di esaurimento delle risorse pubbliche dedicate,le amministrazioni regionali e le pubbliche amministrazioni dovranno garantire tracciabilità e comunicazione anche alle direzioni territoriali del lavoro, sollevando così le imprese dall'obbligo della formazione di base e trasversale, ma potranno mantenere il tirocinante in
azienda; vi sàranno tre cicli formativi legati al titolo di studio già conseguito, le competenze acquisite dall'apprendista verranno classificate e unificate, infine l'offerta formativa dell'apprendistato professionalizzante sarà resa obbligatoria e disciplinata da un'apposita regolamentazione regionale. Nel dettaglio le linee guida fissano una durata minima della formazione che dipende dal titolo di studio: gli apprendisti privi di titolo in possesso di licenza media o elementare dovranno sostenere 120 ore di formazione, quelli con diploma di scuola superiore o
di qualifica professionale 80 ore, mentre per i laureati o possessori di titolo equivalente alla laurea, il percorso formativo durerà soltanto 40 ore. Inoltre se l'apprendista avrà concluso in contratti precedenti uno o più moduli formativi potrà ottenere, su richiesta, una riduzione del percorso orario. Per la prima volta vengono specificate nel dettaglio e in modo puntuale le competenze trasversali da acquisire che saranno oggetto di apprendistato: si va dall'adozione di comportamenti sicuri sul luogo di lavoro, all'organizzazione e alla qualità aziendale, alla relazione e comunicazione in ambito lavorativo. E ancora, diritti e doveri dell'impresa e del lavoratore, legislazione del lavoro e contrattazione collettiva. Inoltre potranno essere oggetto di formazione anche le cosiddette competenze di base e trasversali, come le attitudini al lavoro di gruppo, le capacità di gestione dei tempi, la flessibilità o la visione d'insieme dei problemi, oltre alle competenze digitali, a quelle sociali e civiche, allo spirito di iniziativa e di imprenditorialità e,ovviamente agli elementi di base
del mestiere o della professione oggetto di. formazione. Le imprese potranno scegliere di avvalersi dell'offerta formativa pubblica oppure organizzarla in proprio. In questo caso dovranno rispettare alcuni standard minimi: disporre di luoghi idonei alla formazione, diversi da quelli destinati alla produzione di beni e servizi, e di personale formatore dotato di capacità e competenze adeguate e certifi&ate. La formazione effettuata dovrà essere registrata sul libretto formativo del cittadino, con la qualifica professionale acquisita dall'apprendista ai fini contrattuali. Nel complesso questa nuova disciplina dell'apprendistato sembra un passo in avanti nella modernizzazione di un istituto che per molti giovani rappresenta la prima esperienza di lavoro continuativa. Inoltre il peso concreto attribuito alla formazione scolastica e universitaria pregressa segna finalmente un vero punto a favore di quell'alt.ernanza scuola lavoro fin qui molto sbandierata come obiettivo ma poco praticata nella realtà.
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Meet e non Neet, la sfida dell'innovazione n punteggio più alto a «Ripuliamo portando innovazione» dell'Itis Ferraris di Scampia, ad aggiudicarsi l'appoggio di enti privati e pubblici e pubblici è il progetto dello scientifico Cavalleri di Parabiago nel milanese, mentre «Bottle» del liceo Argan di Roma fondendo tecnologia e arte per realizzare progetti di desing ha destato più curiosità. Ma per tutti i 20 progetti premiati nei giorni scorsi nella finale di «Meet no Neep> è partita la campagna di raccolta fondi su pharyrtual.org con cui gli studenti potranno finanziare e realizzare coflCretamente le proprie idee Tecnologia, innovazione sociale, crowdfunding e nuove professioni gli ingredienti della ricetta del programma «Meet to Neet», promosso da Fondazione Mondo Digitale in collaborazione con Microsoft e Roma Capitale, per sconfiggere il fenomeno dei neet, le persone che né studiano né lavorano, che secondo l'Istat in Italia sono quasi 4 milioni, il 27% della popolazione nazionale. «Grazie a questo progetto possiamo aiutare concretamente i giovani ad avvicinarsi al mondo del lavoro», spiega Roberta Cocco di Microsoft Italia. Seimila i giovani raggiunti in 9 regioni, 4.500 quelli che hanno sviluppato idee imprenditoriali innovative, 20 tra scuole e università le istituzioni raggiunte. «Per la nuova edizione abbiamo previsto novità strategiche - illustra Mirta Michilli di Fondazione Mondo Digitale -: formazione sulla
. ricerca attiva del lavoro, fiera dei talenti per far incontrare i giovani con il mondo del lavoro e associativo, crowdfunding per finanziare le migliori idee».
lnfo:www.mondodigitale.org Emanuela Micucci
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Stranieri, ;Duove linee
$.egregazione scolastica in Itana per gli swdenti d'origine immigrata. 10 s.crive il Miur nelle nuove hee guida per l'accagJie:nza e l'integrazione degli alunni stranieri, che aggiornanole precedenti del 2006. Un fenomeno che Ìiguarda l'iscrizione di massa degli alunni imo
. lIligl'atiall'~ione pro • . ~~tecnica.Matti, motto anni, cioè dalle precedenti Jinee guida, si è passati da 43Onìilastndenti stra.niclriagli attuali SSOmila,di eui 200mila iscritti alle superiori. Di questi 1'~1)6 frequenta tecnici e professionali. Per lU'gÌItare questa p&iarizz.azione 11 Miur punta ~'orientamento: opuscoli e materiàU.multimedi8Ji~sìai mematorieulturali e h· guistici nei rapporti con le famiglie •.
Ema.mtelaMicueei .
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25-02-2014 8 1 /2
Per la sicurezza un piano straordinario
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~.n ?rim~ punto d~ll'agenda-Renzi: lettera ~Esenzione delle spese dal patto di stabilità aI sIndacI per fare Il punto sulle necessità interventi immediati da giugno a settembre
Il FOCUS ROMA Esenzione dal patto di stabilità per l'edilizia scolastica. Matteo Renzi, nel suo discorso al Senato da premier incaricato, ha subito indicato la scuola come priorità, e come procedere per sbloccare delle risorse. «Ci sono fior di studi che dicono che un territorio che investe sull'educazione cresce in maniera proporzionale», ha ricordato. E il primo passo per ridare credibilità alla scuola è quello di investire negli edifici. Investimenti che, ha detto Renzi, «sono bloccati dal patto di stabilità interno che su questo punto va cambiato subito». Non ci possono essere, ha insistito «delle norme che si occupano della stabilità burocratica e non della stabilità delle nostre scuole».
Investimenti erano già stati approvati dal governo guidato da Enrico Letta, prima con il DI Fare e poi con il decreto Istruzione. Ma Renzi promette un'azione più robusta. «Dal 15 giugno al 15 settembre - ha preannunciato - dovremo fare un piano per intervenire in modo concreto e puntuale sull'edilizia scolastica,· un programma nell'ordine dei miliardi di euro». Sulla scuola, e
CIVILE NE SERVONO ALMENO 13
lo hanno notato tutti (Nichi Vendola, leader di SeI, ha detto cne è l'unica cosa che ha apprezzato del suo discorso) Renzi si è soffermato più che sugli altri temi, parlando anche di «restituire il valore sociale agli insegnanti», per il loro «compito struggente» e per il rispetto che si deve «a chi va quotidianamente nelle nostre classi». Ha parlato anche di asili nido, collegandone i problemi al primato italiano nella disoccupazione femminile. Ma sull'edilizia ha voluto dare il segnale di massima urgenza, promettendo di scrivere già oggi una lettera «ai colleghi sindaci, 8 mila, e ai presidenti delle province sopravvis-
suti» per fare un punto sulla situazione.
EMERGENZA NAZIONALE La sicurezza degli edifici scolastici è ormai considerata un'emergenza nazionale (la definizione è del sç>stituto procuratore di Torino Raffaele Guariniello). L'ultima fotografia è firmata Legambiente: più di un istituto su 3 ha necessità di interventi urgenti, il 40% sono privi del certificato di agibilità, il 60% non ha il certificato di prevenzione anti-incendio. Il rapporto di Legambiente (Ecosistema scuola 2013) ha preso in esame 5.301 edifici
l'ANAGRAFE ISTITUTi
ISTITUITA NEllP96 NON E STATA ANCORA
scolastici di competenza dei comuni capoluoghi di provincia. Il 62% ha almeno quarant'anni. E solo in una scuola su 5 è stato effettuato il test di vulnerabilità a rischio sismico. Anche i dati ministeriali (che però sono di due anni fa) parlano di scuole vec
·chie: il 4% sono state costruite prima del 1900, il 44% in un periodo che va dal 1961 al 1980. Cittadinanzattiva ha già denunciato che ci sono lesioni strutturali su una scuola su lO, muffe e infiltrazioni su l su 4.
Quella delle risorse per la messa in sicurezza delle scuole è un'affannosa ricerca. Il governo Letta ha previsto uno stanziamento complessivo di oltre un miliardo. Un primo passo. Dopo il crollo del liceo Rivoli (vicino Torino, nel 2008, morì un ragazzo di 17 anni), l'allora responsabile della Protezione civile, Guido Bertolaso, stimò che ne sarebbero serviti circa l3 di miliardi di euro. Ma una stima effettiva non c'è. Manca l'Anagrafe. Istituita nel 1996 dopo 17 anni non è ancora terminata. Nelle scorse settimane è però stato siglato tra Stato e Regioni il Sistema nazionale delle anagrafi dell'edilizia scolastica. Tanta fatica solo per cominciare.
Alessia Campione <Cl RIPRODUZIONE RISERVATA
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~ fot~!~~fia I Rapporto~CoSjSlema SC~~~~13 di Legambiente
.- EDIFICI SCOLASTICI CENSITI 5.301 ANNO DI REALIZZAZIONE 9t5 ~~,,:~~~,,~-"""~~ .. tra il 1991 e il 2011
29,2 trai! 1975 e il 1990
~:~!!"I tra il 1941 e il 1974
SCUOLE IN POSSESSO DI CERTIFICAZIONI dati in %
Collaudo statico
Idoneità statica
Certificato di agibilità
Certificazione sanitaria
Prevenzione incendi
Scale di sicurezza
Porte antipanico
Prove di evacuazione
Impianti elettrici a norma
Requisiti accessibilità
Criteri antisismici
Matteo Renzi ha citato Renzo Piano che ha parlato di «rammendare le periferie"
37,6 necessitano di manutenzione urgente
13,5 utilizzano
"fonti " rinnovabìli
ANSA ~ntime.rr;
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Visitc ogni l'ncrcolcdì
Domani il premier tra gli scolari a Treviso «L'educazione che si da nelle scuole è motore dello sviluppo, ho in mente di entrare ogni mercoledì nelle scuole da premier se otterrò la fiducia: comincerò da Treviso, dal Nord Est, la prossima settimana si sarà il Sud. È fondamentale che il governo non stia solo a Roma)'. Lo ha detto il premier Matteo Renzi a palazzo Madama chiedendo la fiducia al Senato, nel discorso con cui ha messo al primo posto della sua agenda proprio le scuole. «Bisogna restituire valore sociale agli insegnanti,), ha sottolineato Renzi, annunciando appunto il suo primo viaggio da presidente del Consiglio a Treviso, per visitare un istituto scolastico.
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j]~~r; ~~tli1il~nt~ !Jti!l~d 8~L§'1;k.~t~;, ;bTtbrtl i n '1it!;rt~r;~ ~i:8!1 :~~~~,:9; ·~··ffiL! ;Éill~;c!~;fb.~ j::r.:~tii1i~': ;~!~!i ~1i~ .~nni~~;rtJ.31ht8:
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25-02-2014 5 1
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il manifesto Data 25-02-2014 Pagina 4 Foglio 1
SCUOU • Emergono le prime incongruenze nel governo
Renzi: investirò sull' edilizia E Giannini taglia gli «scatti»
Un mix di keynesismo e di neoliberismo. Questa la sintesi delle politiche sulla scuola del nuovo gover
no. Ieri al Senato Matteo Renzi ha promesso «un programma nell'ordine dei miliardi di euro» per salvare l'edilizia scolastica più fatiscente d'Europa. Domenica scorsa, però, il neo-ministro dell'Istruzione, la montiana Stefania Giarmini, ha promesso di portare i licei a quattro anni; abolire gli scatti di anzianità per i docenti. Si parla inoltre di riesumare il DdlAprea respinto dagli studenti due anni fa; di aumentare l'orario di servizio dei docenti delle scuole secondarie a 24 ore a parità di salario; si teme il ta~io non solo del fondo d'istituto. Ieri Renzi ha detto di volere consultare i docenti, visitando ogni mercoledì un istituto. Domenica Giannini si era detta «scettiCID' sulla consultazione, piuttosto improbabile, lanciata dall'ex ministro Carrozza. Se non è una contrad-
presidenti delle moribonde province per conoscere le condizioni dell' edilizia scolastica nelle loro città e territori. Al termine di questo imponente scambio epistolare, tra il 15 giugno e il 15 settembre (ha specificato Renzi) il governo elaborerà il programma. La lettera ai sindaci è una scelta singolare. Dal 1996, infatti, esiste il progetto di un'ànagrafe ministeriale con il compito di censire il patrimonio e il suo stato di conservazione. Un'impresa mai conclusa. E che Renzi non ha citato, forse perchè la ritiene inutile o troppo «burocraticID'. Sarebbe tutravia la via più razionale per ottenere un piano di interventi urgenti in un paese dove la manutenzione ordinaria è inadeguata per il 39% degli istituti (dati cittadinanzattiva) e dove sono oltre 24 mila le sèuole costruite su aree a elevato rischio sismico e circa 6250 gli istituti che sorgono in aree a forte rischio idrogeolo
dizione, forse, l'intesa è da affinare. Studenti e sindacati harmo risposto a carmonate. La Rete della conoscenza haconvocato una manifestazione nazionale il 28 febbraio contro \'istituzione di un fondo nazionale per le borse di studio erogato nelle fonne del prestito d'onore. Il progetto di Giannini è fare come negli Usa dove sulla testa di milioni di studenti grava il peso di un debito di mi~iaia di euro. I sindacati sostengono che il neo-ministro è «fuori dalla realtà». Tagliare oggi gli scatti d'anzianità significa
Gli studenti in piazza il 28 febbraio contro
gic (dati Ance-Cresme). Poi si tratterà di trovare i miliardi promessi. L'impresa non è facile. Renzi lo sa e ha lanciato la sfida fatale alle regole dell'austerità europea: vuole sfondare il tetto del patto di stabilità interno che strozza ~ientilocali,impedendo l'investimento di risorse già esistenti. In realtà, l'allentamento al patro di stabilità interno è già avvenuto. 1114 febbraio scorso, la Ragioneria generale dello stato ha diffuso la lista dei 6.087 comuni che potrarmo sforare il tetto nel 2014. Lo spazio concesso dalla legge di stabilità è pari a 850 mi
il prestito d'onore. I sindacati: non toccate gli stipendi dei docenti
cancellare l'UIÙco modo per recuperare il potere d'acquisto dei salari più bassi d'Europa, visto che il contratto di categoria è bloccato dal 2006. Il governo deve ancora entrare in carica e ha superato ogni record. In poche ore si è messo contro tutta la scuola Sull'UIÙversità e sulla ricerca né Renzi né Giannini si sono ancora espressi compiutamente. A Viale Trastevere harmo già i brividi. Le incognite abbondano anche sul lodevole armuncio di rifinanziare l'edilizia scolastica. Renzi non si è sbilanciato su quanti miliardi servirebbero al suo piano. Forse gli 8 promessi un'era ~aciale fa da Bersani in campagna elettorale? In compenso, ha fornito un'indicazione sul metodo per quantificarli. Già oggi invierà una lettera a 8 mila tra sindaci e
lioni di euro. Salvo alcune eccezioni, i comuni alluvionati in Sardegna ad esempio, a ciascuno andrà in media 140 mila euro. Letta ha fatto uno sforzo colossale per strappare questa cifra alla morsa dell'austerità. I miliardi vagheggiati ieri rischiano di restare lettera morta. Anche in questo caso Renzi punta tutto sull'abbattimento del 3% sul deficit/PiI, ma è troppo ottimista L'ex ministro all' economia Saccomanni si era già messo a parte civile: la Commissione europea oggi potrebbe comUIÙcare stime più negative sulla recessione italiana nel 20 14. L'Italia potrebbe superare questo tetto. E rischia di pagarne le conseguenze con una nuova procedura d'infrazione. Altro che sanatoria sulle spese per investimenti nei lavori pubblici. IO. ci.
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COBBIEBE DELLA SEBA Moda
LA TESTIMONIANZA
Data
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Foglio
25-02-2014 29 1 /3
La (mia) classe del made in Italy Un corso «trasversale» per studiare i mutamenti del settore con le sue icone
di Gianluca Lo Vetro
«Mi sa dire, quale stilista usava il cuore e il tricolo
re nella sua etichetta?». «Missoni», risponde di
getto, la candidata. «Signorina, forse si sta confon
dendo con Moschino». «Ah! Mi scusi prof, ho sba
gliato la pronuncia del nome». Tipica furbata da
studente agli esami e al tempo stesso, segno della confusione che regna tra i giovani, quando si parla di moda contemporanea. Non c'è da stupirsi, quindi, se questi allievi una volta laureati e assunti in un ufficio stampa, spediscono un invito a l'Unità in viale Fabio Testi (l'attore) anziché Fulvio (il poeta, diplomatico). E in ogni caso, chi ha 20 anni oggi, è nato nel '94. Quindi, è opportuno rinfrescare la memoria sul ruolo sociale, oltre che stilistico, di Giorgio Armani: il designer che ha vestito la donna in carriera negli Anni 80. Così, quando mi è stato offerto di insegnare giornalismo all'università, ho pensato piuttosto a un corso sul presente/recente del made in Italy: un'infarinatura generale propedeutica a un colloquio di lavoro. Più che le fogge delle crinoline, penso sia utile sapere che Beppe Modenese ha inventato le sfilate di Milano. Da qui l'idea del corso di laurea magistrale in Attualità della Moda (Scuola di Lettere e Beni Culturali dell'Università di Bologna. Campus di Rimini), dove insegno dal 2004. Le lezioni partono da dove in genere finiscono i libri: la seconda metà degli Anni 70. Quando, insieme agli stilisti, si affermò il pret-à porter. Un fenomeno sempre più di massa da analizzare in rapporto a tutte le espressioni della società. Il nostro libro di testo? Una tavola sinottica autoprodotta sulla quale compariamo l'evoluzione della moda e dei settori con cui si è contaminata: dal cinema al web, attraverso il food. L'excursus finisce con l'anno
tal modo diventano dispense. Il corso è integrato da incontri con gli operatori del settore spesso in luoghi legati alloro mestiere, non sempre ortodossi. Per spiegare la tecnica con cui Dolce e Gabbana traggono ispirazione osservando i look di strada, siamo finiti persino nelle vetrine dei due stilisti a Riccione, in viale Ceccarini. Tema dell' esercitazione: fashion watching, avvistamento degli stili spontanei sui marciapiedi. Non è tutto. Poco accademici, possono essere anche gli ospiti. Simona Ventura, per esempio, ha tenuto una lezione come icona di moda. Piaccia o non piaccia, qualche tempo fa in piena telecrazia, i modelli di riferimento erano i personaggi del piccolo schermo: più degli stessi stilisti. Ma quale manuale lo spiega? I libri affrontano ancora la moda iiI termini verticali. Le mie lezioni invece si basano sulla trasversalità a immagine e somiglianza della nostra società sempre più meticcia. Ennio Capasa non è venuto a parlare della sua linea Costume National ma si è confrontato in un testa a testa con Fabio Novembre, su Mo-da/design-design/moda. (Per l'occasione Novembre produsse un video che terminava con un suo nudo integrale. Fu la lezione più «calda» della mia carriera). E ancora: Elio Fiorucci è arrivato (in treno) con il film Down Town '81 che aveva prodotto insieme a Rizzoli America nel 1980. Interpretato da Jean Michel Basquiat, l'eccezionale documento fu smarrito e ritrovato nel 200Q. Lezione di cinema fuori te-
in corso, analizzato sui giornali che in ma?
Nient'affatto. Perché, la pellicola -oggi diremmo il «reality» - documenta il passaggio dalla discomania in paillettes dello Studio 54 alla New Wave di nero vestita: l'anticamera del total black nell'emergente quartiere newyorchese di Soho. Protagonista del fenomeno, Basquiat, per l'appunto: ancora sconosciuto come la sua fidanzata dell'epoca, Madonna. Insomma, ogni lezione è l'affresco interdisciplinare di un anno come un servizio di costume: senza barriere accademiche che rischiano di ritagliare l'università in una dottrina aurea ma slegata dalla quotidianità. In tal modo si scopre chi ha inventato cosa. Se Versace è stato il primo a legare la moda al rock, il food è diventato cool su MTV con la trasmissione di Andrea Pezzi, Kitchen, del 1999: prima che gli stilisti aprissero i loro ristoranti. A volte, svincolati da quegli schemi che criticano tanto, gli studenti si sentono un po' smarriti. Ma tant'è: loro stessi possono diventare materia di Attualità della moda. Rappresentativo, uno dei tanti allievi cinesi peraltro in costante aumento. Arrivato all'esame con una tesina sul punk, dunque interrogato su Vivienne Westwood, il giovanotto non spiccicò una parola. «Ma come? Questo non doveva essere il suo argomento forte?». <<Veramente - replicò candidamente, il ragazzo - questa ricerca l'ho copiata». Lezione per il prof (ma non solo): gli orientali non hanno il tabù delle copie. Facciamocene tutti una ragione.
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Data 25-02-2014 Pagina 29 Foglio 2/3
«Cerco imprenditori più coraggiosi per puntare sul talento dei giovani»
di Flavia Fiorentino
Contaminazioni, sovrapposùdoni, spedrnentazioni non solo tra tessuti,
forme, colori. La versatilità e l'eclettismo di Francesca liberatore attraversa Paesi e Continenti, awicina e unisce mestieri diversi, attinge con originalità al mondo globalizzato. Nata a Roma con studi alla Sto Martin di Londra, collaborazioni con Viktor&Rolf, Jean Pau! Gaultier e Brioni, Francesca, 31 anni, è stilista, manager, insegnante, esperta internazionale del settore moda per le Nazioni Unite e infaticabile esploratrice di nuove frontiere stilistiche, geografiche e artistiche. Da quando disegna la «sua» donna, (la pdrna collezione nel 2009 vincitrice del premio Next Generation della Cnrni) avvolta da colori brillanti come pennellate di luce, ha in mente una femminilità forte, contemporanea, attenta al-
le novità. «Per ogni sfilata devo essere attratta e colpita da un evento, 'un artista che mi entusiasmi - racconta Francesca - e posso trovarlo sfogliando il National Geographic o visitando una mostra, come per la prossi- . ma collezione: a Genova ho visto le foto di McCuny, una continua composizione di contrasti e armonia. Cosi ho usato tessuti volutamente pdrnari come il cotone o la spugna, ma opulenti nella loro leggera semplicità». Altra ispirazione importante per Francesca, figlia del celebre scultore abruzzese Sergio, l'artista surrealista francese Claude Cahun «una donna ebrea degli anni Trenta che ha vissuto in ristrettezze ma si è dedicata alla sua passione, all'arte, al bello e io l'ho interpretata come una metafora di ciò che vivono i giovani oggi. Han-no poco ma devono reagire e fare comunque qualcosa di bello. È una sfida che mi ha
spinto a realizzare capi con il tessuto delle fodere, il più povero, ma il risultato è stato comunque prezioso». Consulente e collaboratrice del Moulin Rouge, chiamata a Parigi dallo scenografo Gaetano Castelli, storica firma di Sanremo, Francesca per ora si occupa soltanto del merchandising «disegno foulard, t-shirt, spille -precisa la stilista - ma il teatro di Pigalle con i suoi colori gioiosi, in parte mi rappresenta. E lo scorso anno ho portato in passerella Nora Magalle e Amanda Chapman, due ballerine dello spettacolo». Dal palcoscenico alla cattedra, liberatore dal 2009 insegna all'Accademia di Brera e al Naba di Milano, all' Accademia di Costume e Moda e all' Accademia di B~lle Arti di Roma. Impegnata in molti progetti di cooperazione per l'Onu, Francesca è stata in Vìetnam, Armenia, Perù, Giordania «per studiare quel tessuto aziendale e fare formazione». La sua vita è
un viaggio: <<ho girato per la Cina alla ricerca di materie, abbinamenti e fantasie insolite: jacquard in seta di nylon, colori che sprizzanò vita, bianco con rosa fucsia e velluto a coste salmonato, spugna arancio con bolle bianche. In Italia ormai c'è troppo minimal, non si osa più, c'è un pallore esasperante. E mancano anche gli imprenditori che capiscano il talento di un giovane su cui puntare. L'inarrestabile creatività di Francesca quest'anno ha anche prodotto la collezione bambino «No-La-Mi-Su» per l'imprenditore libanese Tony Halab e la pdrna linea di borse e accessori. Le sue originali collaborazioni si intersecano con armonia e semplicità, senza pregiudizi «perché ognuno di noi - è convinta - può trovare il bello ovunque. L'abilità del creativo . è proprio riuscire a catturare e trasformare ciò che il mondo globalizzato gli offre».
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Parlare del presente per
far conoscere ai . . gIovanI cosa sono
Dal 2009 in cattedra alle Accademie di Brera e Roma
stati gli Anni 70
Tra i tanti allievi italiani,
molti stranieri e i cinesi .che sono in costante aumento
Uno dei manifesti con i quali gli studenti dell'ateneo bolognese danno notizia della lezione: nei corsi Infatti viene affrontato anche il tema della comunicazione nella moda
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Data 25-02-2014
la Repubblica Pagina 1 0/11 Foglio 1 /2
I dubbi del Tesoro sulla tassazione dei Bot "Finirebbe per colpire solo le famiglie" Fuoco difila contro la proposta. Renzifrena e Delno smentisce VALENTINA CONTE
ROMA-Iltemac'è,mailrincarodelletassesuiBotètuttodavalutare. Il premier Renzi, nel giorno della fiducia al Senato, frena vistosamente sull'ipotesilanciata domenica dal suo braccio destro, Graziano Delrio, di ritoccare anche il prelievo sui titoli di Stato perfinanziareil taglio al cuneo fiscale. Renzi non ne parla nell' aula di Palazzo Madama. Ma poi a margine, rimprovera i giornalisti che ne chiedono conto: <<Ieri il sottosegretario DeIrio ha detto una cosa semplice, che il tema delle transazioni sulle rendite finanziarie e il tema dei denari sulla riforma del lavoro saranno oggetto di una valutazione. Avete subito titolato nel modo più pesante e forte: vi prego di stare ai fatti». Dunque una valutazione, nulla più. Ma la bu-
fera politica e istituzionale è già partita.
Il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, stempera: «Mi è sembrata solo una battuta, peraltro già smentita». Mentrelasignora delle aste, Maria Cannata, colei che colloca ogni mese sul mercato i titoli da direttore generale dell'Economia con delega al debito pubblico, avverte: «Avreb be un impatto per il retail (piccoli risparmiatori, ndr) che è una componente modesta dello stock dei titoli di Stato e quindi gli effetti sarebbero modesti sul fronte del gettito». E comunque «forse un po' di cautela non sareb be male», anche perché «è già stata aumentata la tassa sul dossier titoli» e il retail italiano è «sensibile su questi aspetti». In altre parole, la domanda di Bot delle "nonnine" potrebbe calare.
Il sottosegretario' alla presi-
g~ .ODI~DI.ai
d~~ a,~1a ~~1I11
denzadel Consiglio DeIrio ieri ha negato di aver mai dichiarato che il governo intende fare un mini prelievo sui titoli di Stato. «Non l'ho mai detto, andate a risentirvi la registrazione». In effetti è così. Ma alla domanda di Lucia An -nunziata, durante la trasmissione "In 1/2 ora", sulle intenzioni del governo, Delrio ha risposto: «C'è una parte delle rendite finanziarie che non è in linea con la tassazione in Europa. Per portare più soldi alle fasce deboli, forse va valutato anche questo». E poi l'esempio: «Una signora anziana che ha 100 mila euro di Bot che gli rendono un tot di soldieacuisitoglie25-30-50euroin più, non credo che abbia un problema di salute».
Eppure da ieri DeIrio è sotto attacco. Per il neo ministro all'Istruzione Stefania Giannini il tema «va discusso, ma nei termini riportati dai giornali non credo
sia fattibile». li senatore pd (renziano) Salvatore Margiotta bolla l'uscita di DeIrio come «mfortunio politico». Il segretario della Cisl Raffaele Bonanni si affida a twitter per dire la sua: «Ma quali Bot! Tassare le rendite finanziarie, vendere beni del demanio, tagliarelaspesa pubblicaimproduUiva». Gli alleati di governo del Ncdsonotutticontrari,inprimis il ministro Lupi (<<Idea sbagliata») eCicchitto (<<Perverso penalizzare gli afl?iani). Indignati anche gli esponenti di Forza Italia, come Renato Brunetta (<<Tassare i Bot è un raggiro. Delrio poteva stare zitto»), Maurizio Gasparri (<<Presto andranno asbattere») ,il portavoce Giovanni Toti «<Il pasticcio dei Bot non è certo il modo migliore per cominciare. Magari è solo un passo falso»). Il Codacons infine strepita: «Giù le mani dai Bot», dicendosi pronto ad aizzare comitati di protesta.
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la Repubblica
Chi possiede i titoli di Stato italiani Valori in %
G~stioni .$ fOlldi 5,0 esteri·. . ••.... ticotiducibili a risparmiatori italiani
Data 25-02-2014 Pagina 1 0/11 Foglio 2/2
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Pillole di classica
Cara ministra Giannini riformi la riforma dei conservatòri
::: NAZZARENOCARUSI
111111 Cara Ministra Stefania Giannini, spero Lei mi perdoni se all'inizio del Suo mandato ho sùbito l'ardire di raccontarLe un paio di mirabilia, che i miei pazienti lettori conoscono, sulla quindicennale riforma dei conservatòri.
La prima è il caso d'uno studente iscritto al nuovo corso preaccademico di pianoforte, che non riesce a studiare il suo strumento quanto dovrebbe perché i programmi lo costringono a frequentare per alcuni anni, con esami, anche le lezioni di contrabbasso, da lui scelto a caso fra le opzioni di «secondo strumento» obbligatorio. Lei converrà che la spiegazione di tanto incredibile didattica si direbbe quella maliziosa, del rimpolpo cioè di due cattedre principali con gli stessi allievi. La seconda è che amenità come questa, oltre a un caravanserraglio scolastico più ideologico che serio, sono imputabili pure (e forse soprattutto) a mandarini quantomeno inadeguati. Penso al direttore generale fino a pochi mesi fa dell'Alta Formazione Artistica e Musicale presso il Suo Ministero, che ha sovrinteso per lustri a tut -to l'ambaradan riformatore degli studi musicali senza conoscere letteralmente un como, nel senso proprio che una decina d'anni fa scrisse al Conservatorio di Cesena di sviluppare all'interno del corso di como (strumento d'ottone) quello di como inglese (strumento di legno). Il suo nome l'ho fatto ovunque, lui non sta più lì e chi ha avuto ha avuto ... Male pensate sconcertanti, per il bene di generazioni di studenti sarebbe meglio smantellarle, o no? L'altro luminare che molto ha dato alla disperazione dei musicisti veri dietro e davanti le patrie cattedre (ce ne sono tanti, sa: per esempio, a Ravenna ho ascoltato il concerto di due ragazzi del Conservatorio di Torino, il violinista Simone Castiglia e il pianista Francesco VIlla, allievi dei Maestri Valentino e Marin: strepitosissimi); l'altro luminare, dicevo, è stato a lungo presidente della Conferenza dei Direttori di Conservatorio. Sbagliò la compilazione della traccia di maturità 2009, confondendo Beethoven con Haydn, e restò tranquillo al posto suo. Anzi, al Corriere della Sera dichiarò che sì, il problema c'era stato, forse uno scambio di fotocopie, però, insomma, ai fini dell' esame nulla cambiava per i candidati, perché conoscere il nome dell'autore di un brano è utile aindividuarne il periodo storico e lo stile, mala sua analisi armonica è possibile
Data 25-02-2014 Pagina 33 Foglio 1
a prescindere dal fatto che si sappia o meno chi lo scrisse. Commentai che era come dire che un Cristo è di Giotto; no, del Cimabue; vabbè, fa lo stesso, analizzatelo comunque, tanto i colori sono quelli e il soggetto pure. Ministra Giannini, può tidarsi d'una riforma fatta da gente così? La studi, e sono convinto che la cambierà.
Qualche bontà c'è e va salvata, ma il grosso è servito a garantire le cattedre degli insegnanti piuttosto che il meglio per gli allievi. Esiste l'audio d'un bravissimo direttore che al collegio dei suoi docenti chiarisce parola perparolaquesto punto, senza che nessuno degli astanti controbatta sillaba. lo stesso l'ho detto infinite volte a giornali e tv, e mai le testate hanno ricevuto richieste di smentita. Il Maestro Riccardo Muti due anni fa mi disse su Libero che i conservatòri «come sono oggi diventano un inganno». Il premier Renzi ha parlato ieri del «coraggio di scelte radicali». In bocca allu -po, con tutto il cuore.
P .S. Ricordo che la straordinaria Sottosegretaria Elena U golini prese a cuore l'argomento e cominciò a lavorarci su, col governo Monti ...
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Data 25-02-2014 Pagina 3 Foglio 1 /2
E Renzi incassa la prima fiducia I sì fermi a quota 169
Otto voti in più del quoruln. Il jJrelnier lascia prinUll 'Aula Ettore Maria Colombo
ROMA
«TROPPO ambizioso» o «troppo inadeguato?». "Poco rispenoso del Senato» o "poco incisivo?». Sia come sia, maillmori, insofferenze c mal di pancia verso il primo discorso da premicr di Manco Remi si sprecano, nel Transatlantico dci Scnato, strapieno come solo nelle grandi oCl:asioni. E non solo per quell'invito ai tacchini (i senatori, appunto) a festeggiare il Natale ("M.ì propongo di essere l'ultimo premier a chiedervi la fiducia»), ma proprio perché i senatori lo f,'IUdicano alla STregua dì un 'ragazzo!lO'. Non manca, alla fine anche se in piena notte causa protrarsi di lavori lunghi eome una quaresima tra discorso, interventi, replica -la prima fiducia al governo Renzi
(il premier ha lasciato l'Aula prima della coma). Discreta nei numeri ma non a prova di incidente: su 309 presenti, votano in 308: Renzi ottiene 169 sì (OltO in più del quorum di 16]) e 139 no. A LeHa dissero sì in 173, quattro in più rispetto al neopremier.
«LO GIUDICHEREMO provvedimento su provvedimento)), dicono un po' tutti, a partire dai nove Popolari per l'Italia dell'ex ministro Mauro (nove su dodici; gli altri due sono Udc, ma divisi tra Casini e De Poli, che voleva votare 'no', e di lìmo v()ra no, esce dall'aula il iigure Rossi), da oggi decisivi per il governo, come i dodici di Autonomie-l'si che però otterl<1l1no Nencini viceminisu·o.lnfatti, se su undici senatori di Gal che durante le consultazioni avevano aperto li
Remi, solo uno, l'ex lcghisIa Davi-
IL PALLOTTOLIERE
169 LA MAGGIORANZA
I voti favorevoli a Renzi Presenti 309, votanti 308
Contrari 139
173 IL CONFRONTO
Tanti furono i sì a Letta L'11 dicembre
Fu La sua uUima fiducia
107 DEMOCRATICI
I senatori del Pd che hanno votato la fiducia
Rientra la fronda di Civatì
co, VOla sì. Gli altxi 'pure con dolore', come dice D'Anna, sono per ìl 'no'; i quattro ex gl'illini De Pin, Gambaro, Antillori, ,\JtastTangeli si tirano Ìndietro tutti e suÌ senatnl'i a vita (ieri assenti Cammeo, PiallO e Ciampi; votano sì Monti e Rubbia) non si può contare. Int1ne
GR~LlIN~ DlIUIR.1 lE PIUIRi Mozioni di sfiducia dei 5 Stelle contro i ministri Guidi e PaLetti Romani (FU apre alle riforme
ci sono ben sei malpancisti Pd di area civatìana. Alla fine diranno 'sì' ma spiega l'ex toga Felice Casso n «oblorto collo)). Già nella riunione del gruppo del Pd tenuta al mattino le critiche a Rem:i fioccano: Waller Tocci rimpiange le «mancate aperture a ScI
e dissidenti griIlini» c, con l'appoggio di altd (Mineo, Cllsson, Lo Giudice, Albano), non demorde dall'idea di costituire qud 'Nuovo ccntrosinisu-a' COli Sei (7) cd ex M5S (4). Anche il lettiano doc Francesco Russo, lanciato J'hashtag #matteost<ùscreno, assicura il suo voto di fiducia solo perché «dopo Renzi non c'è più nulla» merHre Miguel Goto!', consigliere politico di Bersani, prende il lOro per l.e corna cli.rettameme in aula: "Voterò la tìdllcia solo per disciplina di panito ma non dimentico le modalità della Ene dì Letla». Commenti quasi morbidi arrivano da Forl.a Italia con Romani che nega la fiducia, ma conferma il patto sulle ril(lrmC e saluta il premicr con una banuta: «Ave M,lUeo, morituri te salutam». hlfìlle, i grillini che promettono b:maglia: domani presenteremo due mozioni di sfiduda contro i ministri Guidi e Poletti.
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n Sole9]{l mmrn Data 25-02-2014 Pagina 5 Foglio 1 /2
Cuneo, obiettivo taglio da lO miliardi Renzi: «strumento universale» per i disoccupati -Taddei: 1'estensione Aspi costa 7-9 miliardi
Davide Colombo Marco Rogari ROMA
Un taglio del cuneo fiscale e contributivo da almeno lO miliardi entro l'anno. Con un intervento sull'lrap per le imprese e sulle prime due aliquote Irpef per i lavoratori da coprire strutturalmente per due terzi con la spending review. Che già nel 2014 potrebbe assicurare 5 miliardi. L'altra fetta della dote necessaria potrebbe arrivare dall'uniformazione delle aliquote sostitutive sulle rendite finanziarie e anche dalla minore spesa per interessi, garantita dall'effetto spread che, però, dovrebbe essere in parte ipotecata dagli obblighi europei di riduzione del debito. È questa l'operazione che sta preparando il Governo Renzi per imprimere un primo choc all'economia.Alasciarlointendere è stato lo stesso premier nel suo intervento al Senato, dove ha anche annunciato !'introduzione di uno «strumento universale» a sostegno di chi perde il posto di lavoro.
Un intervento, quest'ultimo, che equivarrebbe all'estensione dell' Aspi ai lavoratori parasubordinati e atipici attualmente non coperti «con un costo che
PENSIONI E RENOm Si punta a .una riduzione delle imposte sui rendimenti della previdenza integrativa. Per le rendite finanziarie si pensa ad aliquote uniformate
stimiamo tra i 7 e 9 miliardi anche assorbendo parte delle risorse per la cassa in deroga», spiega il responsabile economico del Pd, Filippo Taddei. Che sul cuneo aggiunge: la proposta del Pd è di ridurre le tasse sul lavoro con un intervento «nell'ordine di 8-10 miliardi entro l2mesi, due terzi o tre quarti dei quali» attraverso la riduzione della spesa pubblica. «La parte restante verrà dall'uniformazione delle aliquote sostitutive sulle rendite fmanziarie» precisa Taddei aggiungendo che il governo Renzi sta pensando anche a una «drastica riduzione della tassazione del risparmio previdenziale, con l'obiettivo di abbassare l'attuale aliquota dell'l1%» sui rendimenti delle pensioni integrative.
A confermare «la riduzione a doppia cifra del cuneo fiscale, attraverso misure serie, irreversibili, legate non solo alla revisione della spesa, che porterà nel primo semestre del 2014 a vedere risultati concreti» è stato lo stesso Renzi in uno dei passaggi chiave del suo discorso programmati co.
Un annuncio che sposta ancor più in alto di quanto fatto appena pochi giorni fa l'ex premìer, Enrico Letta, l'attacco al moloch del cuneo fiscale.
Sulla base delle ipotesi più gettonate degli ultimi giorni, Renzi avrebbe valutato con il neo ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, la possibilità di far scattare una riduzione progressiva dell'lrap sulle imprese del 10%, per il quale sarebbero necessari non meno di 2-3 miliardi, e di ridurre le prime due aliquote Irpef per i redditi da lavoro fmo a 25-27mila euro. Con una ricaduta diretta su una platea pari più o meno all'85% dei lavoratori,ài quali verrebbe garantito in media un "aumento" di circa 100 euro. In questò caso le risorse necessarie osciÌlerepbero tra i4 e i 5 miliardi, Quanto all'lrap, l'idea è di un intervento di tipo premiale a compensazione con l'Ires pagata dalle aziende.
Un primo assaggio di queste misure potrebbe arrivare già a marzo, ribattezzato dal neo premier mese della riforma del lavoro. Anche se con tutta probabilità per l'intervento strutturale vero e proprio occorrerà attendere maggio, il mese della riforma del fisco, quando risulterà già varato (ad aprile) il Def conil nuovo quadro macro-economico. Che tra i suoi punti fermi avrà la riduzione della spesa, ovvero il serbatoio principale del piano Renzi. Il dossier del
commissario straordinario per la spending review, Carlo Cottarelli, è da ieri sulle scrivanie di Renzi e Padoan, anche se sarà discusso solo alla prossima riunione dell'apposito comitato interministeriale, presieduto dal premier.
Il Piano Cottarelli dovrebbe garantire dai 3,5 ai 5 miliardi di risparmi già quest'anno, dai 15 ai 20 nelz015 per arrivare alla fatidica quota 32 miliardi (2 punti di Pil) nel 2016. La dote per il 2014 verrebbe recuperata soprattutto con una stretta sugli acquisti di beni e servizi, rafforzando il metodo Consip soprattutto a livello locale, con la riduzione delle società partecipate, anche in questo caso in primis a livello locale, con la razionalizzazione degli incentivi per le imprese e con interventi sul pubblico impiego, a partire dalla mobilità obbligatoria per dipendenti e dirigenti pubblici. Nel mirino anche le auto blu, le consulenze, la gestione degli immobili pubblici e i costi della politica.
Intanto il sottosegretario alla Presidenza, Graziano Delrio, ha confermato l'impegno preso dall'esecutivo Letta nei confronti dei Comuni sulle modifiche alla Tasi aggiungendo che il relativo decreto verrà varato presto.
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lIoosslcr La spending review sul tavolo di Padoan Andrea Bassi
Verifica dei conti, tagli alla spesa, subito la Tasi e le privatizzazioni. Poi le aste del debito. -
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Verifica dei conti, tagli e tasse Padoan apre subito i dossier ~Positivo il primo incontro con Renzi ~Nella squadra del Tesoro arriva Pagani e Delrio: sintonia su cuneo e debiti Pa braccio destro di Letta a Palazzo Chigi
Il PIANO
segue dalla prima·pagina
Pier Carlo Padoan si è subito trovato òtapultato a guidare la macchina del «cambiamento radicale» promesso da Matteo Renzi. I due si sono incontrati l'altra notte in un vertice al quale ha preso parte anche Graziano Delrio. Il primo incontro di persona tra Padoan e il neo presidente del Consiglio e nel quale Renzi e il ministro dell'Economia si sarebbero trovati «sintonizzati sulle stesse lunghezze d'onda» soprattutto per quanto riguarda il taglio del cuneo fiscale, uno dei cavalli di battaglia di Padoan durante la sua permanenza all'Ocse. Ma dal vertice sarebbe uscita anche la seconda indicazione inserita da Renzi nelle sue dichiarazioni programmatiche, la promessa di pagare entro pochi mesi tutti i debiti della pubblica amministrazione. Una misura che, secondo Padoan, potrebbe dare una scossa reale all'economia. Si lavora all'ipotesi di aggiungere ai 20 miliardi già programmati da Saccomanni per quest'anno, altri 20-30 miliardi, in modo da portare a 80 miliardi il saldo delle vecchie fat-
INCONTRO DI DUE ORE CON SACCOMANNI PER Il PASSAGGIO DI CONSEGNE SUBITO 4 MILIARDI
SPENDING REVIEW
ture e chiudere definitivamente il conto. La misura ha anche un altro corollario: piace molto aConfindustria che subito ha esultato con il suo massimo rappresentante, il numero uno Giorgio Squinzi. IL PASSAGGIO DI CONSEGNE Ma la giornata di ieri è stata impegnativa per Padoan anche su altri fronti. In mattinata ha incontrato per un faccia a faccia al ministero il suo predecessore Fabrizio Saccomanni, che ha illustrato al neo ministro tutti i dossier aperti sul tavolo. Lo stato dei conti pubblici rimane traballante e le previsioni di inverno che questa mattina saranno presentate dalla Commissione Ue certificheranno definitivamente che per Roma sarà difficile raggiungere una crescita del-1'1,1% stimata dal precedente governo. Dunque il rapporto tra il deficit ed il Pil difficilmente sarà del 2,5%, sarà più vicino al 2,7% se non più alto. Per questo uno dei suoi primi atti sarà una «due diligence sui conti». In questo quadro Padoan dovrà finanziare il taglio «a due cifre» del cuneo fiscale. Solo per il 2014 il costo dovreb be essere di una decina di miliardi. I soldi arriveranno dalla spending review di Carlo Cottarelli. Il lavoro del Commissa-
llIi Revisione 3 3,6 della spesa llIi Rientmdei 3 O capitali
Risparmi 3 O interessi
Il TOTALE 9 3,6
rio è finito ed è stato consegnato due giorni da a Saccomanni. L'ex ministro l'ha a sua volta messo nelle mani di Padoan. Già nel 2014 dalla spending review dovrebbero arrivare 4 miliardi, 2,5 grazie ai risparmi sui consumi intermedi, il resto da costi della politica, regioni, sanità, ma anche riduzione degli stipendi degli alti funzionari della pubblica amministrazione. Per gli altri dipendenti Pa arriverà, invece, la mobilità. Altri 3 miliardi arriveranno dai minori interessi pagati sui titoli di Stato grazie alla riduzione del differenziale con i bund. Ci sarà anche la «rimodulazione» delle rendite finanziarie, ma sul tema si procederà «con i piedi di piombo». Ci sono anche altre novità. Padoan ha iniziato a lavorare alla squadra. Nel suo team entrerà quasi certamente Fabrizio Pagani, già consigliere economico di Palazzo Chigi con Letta, del quale è da anni uno dei più stretti collaboratori. Pagani ha già incrociato la sua strada con Padoan all'Ocse, dove ha lavorato per diversi anni. Del resto Pagani nel vecchio governo seguiva dossier delicati come le privatizzazioni, la vicenda Alitalia e le nomine pubbliche.
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rUnità Data 25-02-2014 Pagina 9 Foglio 1
Il ceto medio arretra, l'Italia si sente più povera • Cresce il numero di chi si colloca nella fascia «bassa» della società e teme per lavoro e pensione
GIULIA PILLA ROMA
Tra gli effetti della crisi ce n'è uno che promette di farsi strutturale e di cambiare a lungo la composizione sociale del Paese. Si tratta della progressiva erosione del ceto medio. Se ne parla da un po', e a ricordarlo ci sono le notizie che ogni giorno ci raccontano come un numero crescente di italiani si senta impoverito mentre si fa più forte il peso dell'insicurezza economica considerata la principale preoccupazione, timore rafforzato dall'instabilità politica.
A tradurre le paure in numeri arriva il settimo rapporto dell' osservatorio europeo sulla sicurezza della fondazione Unipolis, realizzato da Demos & Pi e Osservatorio di Pavia, che per la prima volta fotografa, appunto, la scomparsa del ceto medio: se otto anni fa nella fascia intermedia economica e sociale vi si collocava il 60% degli italiani, oggi la maggioranza degli interpellati (52%) colloca la propria famiglia nella classe sociale «bassa e medio bassa». Per questo, il 60% dei cittadini ha paura per il futuro dei propri figli e il 67% guarda all'emigrazi.one come sola speranza
Rapporto Unipolis: l'insicurezza economica è l'emergenza principale per sette persone su dieci
per 1 glOvam. In cima ai pensieri troviamo quindi
l'insicurezza economica: il 73% degli intervistati la considera un'emergenza e, se la percentuale è di sei punti inferiore a quella rilevata lo scorso anno, il dato rimane ancora di 15 punti più alto rispetto al 2009. Ad alimentare ulteriore sfiducia c'è la politica, considerata incapace di risolvere la crisi: il 68% degli italiani intervistati si dichiara frequentemente preoccupato per l'instabilità politica nazionale con un'estensione della sfiducia all'Unione europea, che ha dalla sua solo un 27% degli italiani. Paura, infine, anche nella sfera personale: 1'84% degli intervistati rileva un incremento della criminalità a livello nazionale. «È !'Italia della grande incertezza», sintetizza Ilvo Diamanti, direttore scientifico di Demos, a commento del sondaggio. La società italiana è, a suo dire, caratterizzata dalla «perdita dei riferimenti di valore, istituzionali, normativi che fornisce la politica» ed è ormai «disorientata». E anche il futuro «si è perso nella nebbia della grande incertezza in cui siamo scomparsi».
Non stupisce che la perdita del posto di lavoro sia ritenuta un rischio per
quasi il 50% degli intervistati, con un aumento di 12 punti rispetto al 2009. In Francia la percentuale si ferma al 37%, in Germania non arriva al 12% e pure in Spagna è inferiore (47%). Quasi un italiano su 3, in effetti, afferma che qualcuno in famiglia nell'ultimo anno ha perso il lavoro e i143% indica che un famigliare ha cercato inutilmente un'occupazione. In forte aumento anche il timore di perdere la pensione, timore espresso dal 44% degli intervistati con un aumento di 16 punti percent~ali rispetto al 2009. Negli anni della crisi è salita all'85% la percentuale che ritiene che le disuguaglianze sociali si siano ampliate, con un incremento di 9 punti rispetto a due anni fa.
Sull'immigrazione l'atteggiamento è ambivalente: se da un lato il 56% degli intervistati ritiene che contribuisca all'apertura del Paese e 1'80% è favorevole allo ius soli, dall'altro un italiano su tre continua a percepire gli immigrati come un pericolo per l'ordine pubblico o minaccia per l'occupazione, con un aumento rispettivamente di 5 e 7 punti. «L'Italia - continua Diamanti ,non è più un Paese del ceto medio, E un Paese popolare, in preda ai populismi».
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