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Rassegna stampa 14 maggio 2013

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Rassegna Stampa

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ECONOMIA E MERCATILA REPUBBLICA L’eccellenza laziale nel design una risorsa da far valere all’esteroIL GIORNALE DI VICENZA Zoccai via da Vicenza ma apre ad Abu DhabiSOLE 24 ORE New Delhi frena gli acquisti di oro delle bancheLA REPUBBLICA Cina, ripartirà la moda dei regaliLA REPUBBLICA Cristalli, talenti e orologi le tre carte di Swarovski per giocare sulla crescitaABOUT JEWELLERY Oro: il ribasso del prezzo bloccato dalle madri cinesiINFORMAZIONI D’ORO Oro: Previsione settimanale 13 17 maggioLA REPUBBLICA Montature hi tech e qualità così l’export sfida la crisiLA REPUBBLICA La corsa agli acquisti arriva al capolinea per salvare i bilanci soffia il vento dell’EstLA REPUBBLICA Vicenza capitale dell’Italian style si decide la tendenza del futuroLA REPUBBLICA Artigiani, uno su 10 chiuderà tessile e trasporti sprofondanoABOUT JEWELLERY Il futuro del gioiello mondialeABOUT JEWELLERY Produzione oro: tendenza frammentazioneINFORMAZIONI D’ORO L'oro sale grazie alle madri cinesiABOUT JEWELLERY Oro: produzione mondiale

COMPRO OROINFORMAZIONI D’ORO Compro Oro: bilancia truccataINFORMAZIONI D’ORO Truffa al Compro Oro di AscoliVENEZIA TODAY L'assalto venerdì sera. Il delinquente aveva una pistola e un coltello, ma il dipendente lo ha aggredito e ha avuto la meglio nella rissaLA STAMPA Blitz della polizia nei Compro Oro decine di controlli a Torino e provincia

SETTORE E MODA IL MESSAGGERO Pane, gioielli e fantasiaIL MESSAGGERO Tendenza Tarì maxi preziosi all’insegna della naturaDELUXE BLOG.IT Harrods celebra Jaeger LeCoultre e i suoi 180 anni di orologi di lussoINFORMAZIONI D’ORO Nuove collezioni MorellatoIL GIORNALE DEL LUSSOL’Oriente strizza l’occhio all’artigianalità italianaDELUXE BLOG.IT Orologi Glam Rock per indossare un segnatempo sportivo e originaleDELUXE BLOG.IT Pomellato anelli, accessori romantici di lusso per sognareDELUXE BLOG.IT Dodo Pomellato bracciali per celebrare le città del mondoDELUXE BLOG.IT Cartier Firenze, boutique di lusso per esporre gioielli da sognoIL GIORNALE DEL LUSSOChopard e 1000 Miglia: 25 anni al verticeIL GIORNALE DEL LUSSOChopard e la 1000 Miglia: 25 anni al vertice – ParteIIDELUXE BLOG.IT Rolex in oro Oyster Perpetual Day Date all'asta a Ginevra

CRONACACORRIERE DELLA SERA I rapinatori di orologi tornano ai Parioli. Agguato all’ad di BulgariPADOVA OGGI Montegrotto, rapina in gioielleria: titolare reagisce a martellateIL GIORNALE DI VICENZA Rapinatore con arma giocattolo: viene ucciso

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Rassegna in collaborazione con

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Economia e Mercatida pag. 11

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Diffusione: n.d.

Lettori: n.d.

Dir. Resp.: Ezio Mauro

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La corsa all'oro scatenata dal crollo dei prezzi di metà aprile è stata confermata anche dagli ultimi dati sullabilancia commerciale indiana: il mese scorso le importazioni di oro e argento del Paese sono aumentate del138%, raggiungendo un valore di 7,5 miliardi di dollari. Il boom della domanda fisica – che aveva fattorisalire le quotazioni del lingotto di oltre 100 $ rispetto al minimo biennale di 1.321 $/oncia – ha tuttaviagià cominciato ad attenuarsi. E proprio da New Delhi sono in arrivo interventi che potrebbero accelerare lafrenata.In allarme per l'esplosione del deficit commerciale, che proprio la febbre dell'oro ha spinto a 17,8 miliardidi $ in aprile, in rialzo di oltre il 70%, la Reserve Bank of India ha messo in pratica con effetto immediato lemisure di restrizione all'import che aveva già anticipato la settimana scorsa (si veda Il Sole 24 Ore del 7maggio): le banche d'ora in poi potranno importare metallo solo dietro pagamento immediato, a meno chenon agiscano per conto di clienti e a fronte di esigenze documentate per la lavorazione di gioielli daesportazione. Finora agli istituti era consentito differire fino a 180 giorni il pagamento dell'oro importato,una pratica che secondo le autorità ha incoraggiato un accumulo eccessivo di metallo.Anche il recente boom di importazioni non rispondeva probabilmente a necessità immediate. In India ieri sicelebrava Akshaya Trithiya, festività hindu che di solito vede salire del 40 50% le vendite di oro, ma icommercianti lamentavano una scarsa affluenza di clienti, il che fa pensare che molti abbiano anticipato loshopping, approfittando dei prezzi da saldo.L'interesse degli investitori per il lingotto continua intanto a raffreddarsi. Le statistiche della Cftc mostranoche gli speculatori sono tornati ad accumulare posizioni corte (alla vendita) al Comex: nella settimana al 7maggio queste sono aumentate del 6,4% a 67.374 tra futures e opzioni, un numero quasi doppio rispettoall'inizio dell'anno e vicino a massimi storici. Le posizioni lunghe restano tuttora dominanti, ma il lorovantaggio continua inesorabilmente a ridursi: oggi superano quelle corte di 49.260 contratti, con unariduzione del 20% nel corso del 2013. Non accenna a interrompersi neppure l'emorragia di investimenti: ilpatrimonio degli Etf sull'oro è ai minimi da luglio 2011 e secondo Epfr Global dall'inizio dell'anno 20,8miliardi di dollari hanno lasciato i fondi focalizzati sui metalli preziosi, un record almeno dal 2000, quandoha inizio la serie di dati.Complice il rafforzamento del dollaro, le quotazioni dell'oro sono arretrate ieri fino a un minimo di1.426,40 $/oz e secondo molti analisti la discesa continuerà: in un report appena diffuso Tiberius AssetManagement afferma che, nello scenario di base, il prezzo scenderà a 1.150 1.250 $, per poi risalire verso1.450 $ nella seconda metà dell'anno. Deutsche Bank intanto ha di nuovo ridotto le previsioni per il 2013,abbassandole del 6,4% a 1.533 $/oncia: un prezzo medio che sarebbe il più basso dal 2010.Molto più rosee sembrano essere le prospettive di altri metalli preziosi, in particolare i platinoidi. JohnsonMatthey, che ha pubblicato ieri il suo rapporto annuale, prevede forti rialzi soprattutto per il palladio, chenei prossimi sei mesi dovrebbe oscillare tra 635 e 830 $/oz, quasi il 20% più dei livelli attuali, per una mediadi 740 $. Sul metallo peserà in particolare l'esaurirsi delle scorte strategiche russe: il flusso di vendite, giàridotto l'anno scorso ad appena 250mila once, secondo il raffinatore crollerà quest'anno a 100mila.Per il platino – che nei prossimi 6 mesi è visto a 1.570 $/oz in media, con variazioni tra 1.415 e 1.710 $,contro gli attuali 1.485 $ circa – il rischio maggiore deriva dal possibile riacutizzarsi della conflittualità inSudafrica, dove a breve partiranno le trattative per i rinnovi contrattuali nel settore minerario.

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Pagina: Moda & Design Data: 13 Maggio 2013

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Cristalli, talenti e orologi le tre carte di Swarovski per giocare sulla crescitaIL GRUPPO NATO NEL 1895 HA RAGGIUNTO NEL 2012 I 3 MILIARDI DI FATTURATO DANDO LAVORO A 30MILA PERSONE. UN IMPERO BASATO SULL’IDEA DI AMPLIARE IL MERCATO DEI GIOIELLI, RENDENDOLI DISPONIBILI A MILIONI DI CLIENTI

Milano Ventimila anni fa, ancora prima di imparare a scrivere, alcuni uomini scelsero conchiglie, denti di animali feroci e corni e con essi iniziarono a decorarsi. È così che, già nelle preistoria, nacquero oggetti destinati a raccontare molto della storia dell’umanità: i gioielli. È frutto di un pregiudizio successivo, dunque, la convinzione che un gioiello, per ritenersi tale, debba essere realizzato esclusivamente con materie preziose. A scardinare questa idea, la storia di Swarovski, maison che produce e commercializza in circa 170 Paesi cristallo di alta qualità e prodotti ad esso legati. Fondata in Austria nel 1895, l’azienda ha infatti basato il suo percorso sull’idea di rendere l’esclusività disponibile a una più ampia base di clienti. Risultato: un fatturato di circa 3 miliardi di euro nel 2012 e circa 30.000 posti di lavoro. «Il settore della gioielleria — ha spiegato a Baselworld Robert Buchbauer, membro del Comitato Esecutivo di Swarovski — riserva ancora interessanti spazi di espansione: come è avvenuto in precedenza nel mondo della moda, risulta oggi sempre più importante consolidare il nome del brand e noi crediamo di avere la possibilità di giocare un ruolo da protagonisti. L’idea che la gioielleria sia solo una questione di materie utilizzate è storicamente falsa, come dimostra l’andamento delle nostre vendite: 30 milioni di pezzi solo nel 2012. Le ragioni di questo successo sono diverse, ma tutte collegate alla nostra idea di unicità: ogni oggetto è fatto a mano combinando tra loro materiali preziosi e non, con grande attenzione ai dettagli e con importanti contenuti tecnologici». Proprio la fiera di Basilea è stata l’occasione per la maison di presentare la sua ambiziosa strategia globale fino al 2020che punta ad ampliare ulteriormente la base di consumatori e la gamma di prodotti offerta e a conquistare una maggiore quota di mercato per diventare leader globale nel settore della gioielleria — e non più solo nel suo segmento fashion — con un ampio portfolio di marchi. Il disegno per raggiungere questo obiettivo, in primo luogo, prevede un piano di crescita organica, sia dal punto di vista dei punti vendita che da quello del mix di prodotti offerti, puntando a conquistare quote anche nel segmento maschile. A questo fine, un ruolo importante, oltre ai gioielli, avranno anche gli orologi la cui recente storia ha già dato esiti interessanti: la prima collezione di segnatempo maschili della maison è stata presentata l’anno scorso e quest’anno Swarovski si è aggiudicata il premio Red Dot Award per il miglior design con il modello Crystallium Avant-Time N°4. In generale, le lancette dovrebbero influire sulla quota degli accessori fino ad almeno il 15% del fatturato netto entro il 2020. Ma un ruolo chiave sarà anche quello giocato dalla giusta combinazione tra concetti sviluppati in house e l’acquisizione di marchi esterni. «Ogni imprenditore — precisa Buchbauer —ha il dovere, da una parte di intercettare nuove opportunità, dall’altra di bilanciare i rischi che prende. Lo sviluppo di talenti in house assicura un maggiore controllo, ma è un processo lento che necessita molto tempo. Per questo motivo, oltre a puntare sulla crescita professionale di un paio di creativi all’interno dell’azienda, percorriamo contemporaneamente anche un’altra strada che porta risultati più nel breve termine: quella delle acquisizioni di brand già esistenti. Si tratta di una scorciatoia che, però, richiede un grande sforzo di negoziazione al fine di evitare che ci si ritrovi nel proprio portfolio anche cose non totalmente in linea con il brand. L’ideale, quindi è trovare il giusto mix tra questi due approcci». (m.b.r.) Nella foto qui a sinistra Robert Buchbauer, membro del Comitato esecutivo di Swarovski l’azienda austriaca che è diventata un fenomeno mondiale con i suoi cristalli

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ORO: IL RIBASSO DEL PREZZO BLOCCATO DALLE MADRI CINESI

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Lunedì 13 Maggio 2013 Scritto da Informazioni d'Oro

Venerdì scorso i sonoa causa della

che fa pensare al termine delle.

La ha inoltreprovocato una raffica di ordini automatici di ,facendo .

Al Comex del New York Mercantile Exchange, i hanno perso l’1,5%chiudendo a e perdendo l’1% totale settimanale.

All’inizio della sessione l’oro era sceso di ben il 3,4%, toccando un minimo di sessione a 1.418,65, livello piùdebole dal 24 aprile.

I danno a questo punto , minimo di venerdì, e a, massimo del 7 maggio.

Tra la e la probabile, o comunque più vicina, , l’ hafatto segnare un a 83,18 punti, pesando sul metallo giallo.

I dati pubblicati in precedenza avevano mostrato che le richieste dei sussidi di disoccupazione erano scesial livello più basso dal gennaio 2008. In più, il tasso di disoccupazione è sceso al 7,5%, il minimo degli ultimi4 anni.

In settimana attenzione ai dati che saranno rilasciati negli Stati Uniti, riguardanti le vendite al dettaglio, ipermessi di costruzione, le richieste dei sussidi di disoccupazione, nonché la relazione sulla fiducia deiconsumatori.

Ulteriori miglioramenti dell’economia statunitense potrebbero ridimensionare le aspettative di altri aiutida parte della Federal Reserve.

Altrove sul Comex, l’ ha perso lo 0,4% chiudendo a , 1%settimanale. Il ha invece guadagnato l’1,4% chiudendo a ,+2,3% e terzo rialzo consecutivo settimanale.

Il metallo industriale, al contrario di quelli preziosi, è stato spinto dal rilascio di dati economici positivi daparte della Cina avvenuto all’inizio della scorsa settimana.

Oggi verranno rilasciati altri dati sull’industria che permetteranno di valutare ulteriormente la forza delladomanda per il metallo rosso. Il paese asiatico è infatti il più grande consumatore di rame, accreditato diquasi il 40% del consumo mondiale nello scorso anno.

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Montature hi tech e qualità così l’export sfida la crisi

LE AZIENDE PUNTANO SULL’INNOVAZIONE CONTRO L’EMORRAGIA DEI CONSUMI ITITOLI, CHINI E DMLTRE STORIE DI SUCCESSO

Milano Innovazione ed export rappresentano il connubio vincente su cui stanno puntando le aziende italiane dellagioielleria per reagire alla stagnazione del mercato interno. Messo a dura prova dalla crisi e dal calo dei consumi, maanche da una recente normativa sul nichel voluta a livello europeo. Che impedisce la vendita, a partire dallo scorso1° aprile, della merce prodotta in oro bianco che contiene questo metallo, per via del dilagare delle allergie. «Oltrealla fortissima contrazione del mercato interno, ulteriori problemi sono arrivati anche da questa normativa perché idettaglianti si sono ritrovati con magazzini obsoleti e invendibili, bloccando i nuovi acquisti», spiega Dario Ramerini,amministratore delegato di titoli, azienda di gioielli fondata nel 1990 a Valenza che oggi conta circa undicidipendenti. Per reagire al momento negativo, la società piemontese ha scelto di puntare sull’export che pesa percirca il 60% del fatturato. «Oltre confine, i paesi più promettenti per noi sono quelli europei, come Germania, Franciae Austria. Tra quelli extra Ue, invece, lavoriamo da tanti anni con la Corea», osserva Ramerini. Una strategia in cuil’innovazione tecnologica gioca un ruolo centrale. «Abbiamo studiato per più di un anno per creare un prodottoesclusivo con caratteristiche in grado di rispondere alle richieste dei paesi esteri». L’azienda ha in particolare messo apunto una speciale montatura sulla quale viene incastonata una pietra da mezzo carato che, lucidata con attrezzisviluppati appositamente, appare all’occhio umano del tutto simile a un solitario standard da un carato. «Quando ilcliente si reca in gioielleria ha a disposizione una determinata somma e con questa deve poter acquistare un oggettoche sia in grado di dare la maggior gratificazione possibile, è questo il presupposto dal quale siamo partiti». L’aziendadedica inoltre grande attenzione alla scelta delle materie prime. «Non compriamo nulla all’estero e tutti i nostridiamanti sono certificati secondo il Kimberley Process, cioè non provenienti da zone di conflitto», specifical’amministratore delegato. Investe molto dal punto di vista tecnologico anche la Chini, azienda di gioielli fondata nel1952 che utilizza per le sue realizzazioni processi di microfusione ed elettroformatura. Permettendo di otteneregioielli di grande effetto e con forme che sarebbe molto difficile realizzare con altre tecniche. L’innovazione è infattila risposta dell’azienda a «un mercato italiano che si è dissolto e non è stato in grado di ristrutturarsi», commentaGiuliano Chini, amministratore unico della società. Con le maggiori opportunità che arrivano dai mercati esteri, «inparticolare da Medio ed Estremo Oriente, ma anche da paesi come l’Australia e il Nord America, per certeproduzioni», specifica Chini. Mentre sono ancora da conquistare i paesi Bric «per via delle barriere doganali ecommerciali». Anche la strada dell’estero non è comunque tutta rose e fiori per l’azienda di Arezzo che oggi conta 40dipendenti e che nel 2012 ha realizzato un fatturato di cinque milioni di euro, in sostanziale tenuta rispetto al 2011.«Occorrono investimenti in tecnologia e un’attenta ricerca di mercato per intercettare i gusti dei clienti oltreconfine», osserva Chini. È, infine, una realtà in continua evoluzione che produce circa mille nuovi prodotti all’anno laDml, azienda del distretto vicentino fondata negli anni Settanta. «Sin dall’inizio della crisi abbiamo messo in atto unaristrutturazione interna, a livello di macchinari, personale e organizzazione, che continua ancora oggi. L’obiettivo èinfatti adattarci di giorno in giorno ai cambiamenti e alle richieste del mercato », spiega Lisa Dal Maso, direttoregenerale della società che nel 2012 ha realizzato due milioni di euro di fatturato, in leggera crescita rispetto al 2011.Se negli anni passati il mercato italiano rappresentava una fetta molto importante per il business, oggi l’azienda di 30dipendenti punta quasi esclusivamente sull’export, in particolare verso l’Estremo Oriente e il Sud America, che pesaper circa il 90% del fatturato. Una strategia che va di pari passo con un continuo investimento in innovazione e nuovimacchinari che ha permesso di lanciare anche una nuova linea di gioielli dedicata all’uomo. «Noi nasciamo comemarchio produttore di gioielli da donna con pietre preziose e semi preziose e abbiamo pensato che quella maschilefosse una fascia di mercato trascurata », specifica Dal Maso. Di qui la scelta di lanciare il marchio Marco Ta Moko cheoffre prodotti di gioielleria maschile che vanno dai 5mila euro in su e che utilizzano materiali preziosi, come oro ediamanti. (s.d.p.) Una recente normativa sul nichel voluta a livello europeo impedisce la vendita, a partire dalloscorso 1° aprile, della merce prodotta in oro bianco che contiene questo metallo La recessione colpisce anche idettaglianti che si sono ritrovati con magazzini obsoleti e invendibili, e hanno di fatto bloccato i nuovi acquisti.

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La corsa agli acquisti arriva al capolinea per salvare i bilancisoffia il vento dell’Est

LA DEBOLEZZA DEL QUADRO E IL CAMBIAMENTO DEI GUSTI NEI MERCATI OCCIDENTALI HANNO PORTATO A UNCALO DELLE RICHIESTE NELL’ORDINE DEL 3% LA DISCESA DEL METALLO GIALLO NON AIUTA LA RIPRESA MABRILLANO GLI EMERGENTI

Milano L a corsa che ha caratterizzato per lungo tempo il mercato della gioielleria è arrivata al capolinea. Ladebolezza del quadro macroeconomico internazionale e il cambiamento dei gusti nei mercati occidentali hannoportato lo scorso anno a un calo della domanda nell’ordine del 3%, anche se — analizzando in profondità gli studi sulsettore — emerge una situazione molto diversificata, con i mercati emergenti dell’Asia e dell’Est Europa in fortecrescita. Con ricadute importanti per le aziende italiane che si sono mosse per tempo in questa direzione, investendoin Paesi spesso caratterizzati da gusti e approcci culturali molto distanti dai nostri, ma fortemente attratti dai marchidel made in Italy. «L’andamento del settore gioielleria è fortemente legato al prezzo dell’oro, che ha vissuto un lungoperiodo di crescita (le quotazioni sui mercati finanziari hanno chiuso in positivo per dodici anni consecutivi, dal 2001al 2012, ndr) ma da qualche mese sta vivendo un periodo difficile», spiega Andrea Beretta Zanoni, docente diStrategia Aziendale all’Università di Verona (sede di Vicenza) e responsabile del Gold Industry Report realizzato perFiera di Vicenza. Rispetto ai picchi, la moneta gialla ha perso circa un terzo del suo valore nei primi mesi diquest’anno, per poi recuperare una piccola quota nelle ultime settimane. Il trend di debolezza della materia non è,comunque, necessariamente un male, in quanto se da una parte potrebbe penalizzare le vendita n valore (a pattoche i pezzi venduti restino stabili), dall’altro potrebbe favorire gli acquisti anche in tempi di ristrettezzeeconomiche per molte famiglie. C’è poi una ragione strutturale che spiega la leggera contrazione delladomanda mondiale. «In tutto il mondo occidentale è in atto un cambiamento dei gusti da parte deiconsumatori: i gioielli continuano a essere percepiti come oggetti esclusivi, ma non più l’unico», aggiungeBeretta Zanoni. Del resto, diverse ricerche americane hanno rivelato come oggi il principale status symbolsia rappresentato — soprattutto tra i giovani — dagli smartphone polinfunzionali e dai tablet, più che dacollane e bracciali d’oro. «Proprio è il mercato americano è quello che sta soffrendo di più, un trend che vaavanti dal 2008 e si è accentuato nel 2012, anche se la ripresa in atto negli Stati Uniti potrebbe frenare ladiscesa nell’anno in corso», spiega l’esperto. Lo scenario muta profondamente se si considerano i mercatiemergenti, «dove il gioiello è ambito da fasce sempre più ampie della popolazione. Se consideriamo che inmolti Paesi, come la Cina, l’India e la Russia, la classe media cresce rapidamente, ci sono ampi spazi per unproseguimento del trend positivo anche negli anni a venire», aggiunge Beretta Zanoni. Di questo mutatoscenario beneficiano soprattutto le aziende occidentali che si sono mosse per tempo verso quei mercati,studiando le specificità di ciascun Paese (in alcuni casi si registrano notevoli differenze di gusto anche tra levarie regioni di uno stesso Stato) e creando una struttura distributiva adeguata. «Per fare un esempio, inRussia spopola il made in Italy del lusso, c’è un’attenzione fortissima verso i nostri prodotti di qualità, maavere successo in un mercato così ampio e diverso dal nostro, anche dal punto di vista culturale, non ècerto scontato ». Lo stesso discorso vale per la Cina: occorrono lunghe fasi di studio del mercato e ingentiinvestimenti. Questa è anche una delle ragioni che hanno spinto Kering (ex Ppr) ad acquisire l’italianaPomellato. Il colosso francese del lusso ha una presenza molto limitata a Pechino e negli altri grandi centridel gigante asiatico, per cui ha puntato ad accorciare le distanze dai principali concorrenti occidentali

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acquisendo un’azienda di dimensioni più ridotte, ma da tempo presente nell’area. Oltre ai gioielli in oro, icinesi apprezzano molto anche quelli in platino e argento, con un trend crescente anche grazie alla sceltasempre più frequente di festeggiare i matrimoni secondo il modello occidentale. Le aziende italiane dasempre rappresentano l’eccellenza mondiale nel campo della gioielleria, anche se la predominanza direaltà di piccole o medie dimensioni non aiuta in questa fase. Secondo i calcoli del Gold Industry Report, loscorso anno il mercato della Penisola ha registrato una contrazione nell’ordine del 15%, ma le cose sonoandate meglio sul fronte dell’export: se da una parte le vendite in quantità sono scese del 7%, in valore si èregistrato un incremento del 10,9%. Segno che è in corso una migrazione del l’offerta verso la fascia altadel mercato, quella in cui il design e il gusto italiano soffrono meno la concorrenza internazionale. Lenotizie migliori arrivano proprio dalla Russia, seguita dalla Cina (che nel 2012 ha conquistato la leadershipmondiale negli acquisti di gioielli provenienti da oltreconfine), mentre il mercato indiano resta marginaleperché nel Subcontinente prevale l’offerta locale. I Bric, dunque, sono la nuova frontiera, anche se pesa lapersistenza di dazi all’importazione in questi Paesi: l’industria italiana sta facendo pressione l’Unioneeuropea per superare l’ostacolo, anche se finora i segnali di attenzione arrivati da Bruxelles sono statimolto timidi. Infine va considerato il problema dimensionale: le aziende italiane del comparto sono nellamaggior parte dei casi di piccole dimensioni e a gestione familiare, per cui faticano a fronteggiare iproduttori di Paesi India e Stati Uniti, che beneficiano di maggiori economie di scala nel penetrare i nuovimercati. il professor Andrea Beretta Zanoni, docente a Verona I Bric sono la nuova frontiera, anche se pesala persistenza di dazi all’importazione in questi Paesi

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Vicenza capitale dell’Italian style si decide la tendenza del futuro

IL SALONE INTERNAZIONALE DELL’ORO E DEI GIOIELLI DEDICATO AL RETAILING VUOLE PORSI COME“BUSINESS HUB” TRA DOMANDA E OFFERTA. QUEST’ANNO UNA MOSTRA DEDICATA AGLI INDUSTRIALDESIGNER

Milano L’ eccellenza orafa, il design e i nuovi trend del gioiello vanno in scena a Vicenzaoro Spring, saloneinternazionale dell’oro e dei gioielli dedicato al retailing internazionale e italiano, in programma dal 18 al22 maggio all’interno di Fiera Vicenza. L’obiettivo di quest’anno è confermarsi come uno dei principali“business hub” mondiali nel settore della gioielleria, un luogo di incontro tra produttori e buyerinternazionali per rilanciare un comparto che in Italia non è rimasto immune alla crisi, trovandosi afronteggiare il calo dei consumi ( 15% quelli relativi alla gioielleria nel 2012) e la minor disponibilità direddito a disposizione delle famiglie. «La sfida oggi si gioca sull’innovazione, sulla creatività, sul design eovviamente sulla capacità di interloquire con i mercati esteri», spiega Paolo Mantovani, presidente di Fieradi Vicenza. Tutti temi sui quali la Fiera di Vicenza si sta impegnando a supporto delle aziende, «attraversolo scouting dei mercati ad alto potenziale, il marketing internazionale e la produzione di eventi fortementedistintivi in house e all’estero, capaci di coinvolgere i più qualificati segmenti della distribuzione nazionale einternazionale». A dispetto della stagnazione del mercato interno, infatti, nel corso del 2012 le esportazionidel distretto vicentino sono cresciute del 10,2% rispetto all’anno precedente, e in particolare quelle versola Cina hanno avuto un incremento del 26%. Un aspetto che si conferma dunque centrale, quello deimercati esteri, per la manifestazione primaverile. «Grazie al potenziamento della nostra presenza sul webcon i nuovi portali e sui social network, oltre che sui diversi media della piattaforma editoriale diVicenzaoro, Fiera di Vicenza interagisce con buyer ed espositori di tutto il mondo in una logica di continuainterlocuzione». È questo il contesto con cui dovrà misurarsi Vicenzaoro Spring che vedrà la partecipazionedi circa 1.400 brand provenienti dai principali distretti orafi italiani e da 32 paesi del mondo. Momento dipunta sarà il premio internazionale “Andrea Palladio International Jewellery Awards 2013” «un vero eproprio Oscar del gioiello, con otto categorie di premiati per leggere in filigrana il sistema del gioiellointernazionale, dal miglior designer alla migliore campagna di comunicazione, dall’utilizzo dei new mediaalla responsabilità sociale d’impresa », osserva il presidente di Fiera di Vicenza. La cerimonia dipremiazione si terrà il 18 maggio alla Fondazione Bisazza. L’appuntamento sarà inoltre un’occasione perretailer e buyer per conoscere i trend emergenti della stagione 2014 «attraverso le rilevazioni diTrendvision Jewellery+Forecasting, Osservatorio indipendente che registra le macro tendenze in termini diprodotto/mercato, informa sull’evoluzione del design, dei materiali, dei colori e delle lavorazioni»,sottolinea Mantovani. Più precisamente, il tema delle tendenze sarà il focus di Trendvision Inspirations2014, l’Area Trend incentrata quest’anno sul tema “Mutations”. Si tratta di una boutique visiva, situatanella Pedana del Padiglione F, dove verranno raccolti in sei trend emergenti i materiali codificati inoccasione delle declinazioni della stagione: experimental nature, mutations, shadow reality, ethnopop,mix’n craft e visionary structures. A buyer e designer saranno dedicati, inoltre, seminari di aggiornamentoe approfondimento dedicati ai trend del settore e alle future evoluzioni: “Jewellery Panorama Seasons2013 2014” in programma il 18 maggio e “Update Seasons 2014+ and trends evolving into 2015+” che siterrà il 20 maggio. Altro appuntamento chiave sarà la premiazione di “Next Jeneration – Jewellery TalentContest 2013”, nelle logge della Basilica Palladiana di Vicenza, concorso internazionale di idee per giovanitalenti realizzato in collaborazione con la School of Design del Politecnico di Milano. Oggetto della

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competizione è il progetto di un monile “Porte Bonheur”, ossia di un amuleto contemporaneo capace dirappresentare il valore apotropaico attribuito fin dalla preistoria al gioiello. «Grazie a iniziative comequesta intendiamo favorire l’emergere delle nuove promesse del design del gioiello, stimolando la ricerca el’incontro tra giovani talenti e il mondo della produzione », commenta Mantovani. Alla collezione “PorteBonheur” 2013 verrà dedicata una mostra in occasione di VicenzaOro Fall 2013 (in programma dal 7 all’11settembre). L’anima innovativa della manifestazione troverà infine espressione nella mostra denominata“Il design italiano incontra il gioiello”, dedicata ai preziosi progettati dagli industrial designer italiani che sisono confrontati con il mondo del design, del lighting e degli accessori e dei complementi d’arredo (apertaal pubblico dal 18 maggio al 18 giugno 2013 presso Palazzo Bonin Longare di Vicenza). Il percorsoespositivo si comporrà in particolare di due parti: una rassegna storica con numerosi oggetti inediti e unaricognizione del gioiello di design dalla nascita dell’italian design a oggi e una sezione con 18 oggettipreziosi, progettati ad hoc per la mostra, realizzati da artigiani vicentini. Nel corso del 2012 le esportazionidel distretto vicentino sono cresciute del 10,2% rispetto all’anno precedente Il presidente di Fiera VicenzaPaolo Mantovani punta molto sulla dimensione internazionale della rassegna per consentire alle aziende diuscire dal calo dei consumi

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Artigiani, uno su 10 chiuderà tessile e trasporti sprofondano

DRAMMATICA LA PREVISIONE SECONDO LA QUALE IL 2013 SARÀ L’ANNO PEGGGIORE. LE PERDITEDOVREBBERO ALLARGARSI ALLE REALTÀ PRODUTTIVE PIÙ STRUTTURATE. IL SETTORE DEI SERVIZIPOTREBBE AGGANCIARE LA RIPRESA

Milano Per le imprese artigiane tira una brutta aria. Anzi, bruttissima. Quello che si prefigura è un 2013 dabrividi: a fine anno potrebbero chiudere 140mila aziende, una ogni dieci, con una erosione di circa 300milaposti di lavoro. A lanciare l’allarme è il Centro studi di Cna che riporta i dati negativi dei primi mesi del2013, confermando che l’emorragia non si è fermata e che, senza un’inversione di tendenza, le perditepotrebbero essere addirittura peggiori allargandosi non solo alle imprese marginali ma anche alle realtàproduttive più strutturate. L’artigianato, prosegue la Cna, che rappresenta il 25% del sistema produttivoitaliano, ha accusato il 30,4% delle cessazioni registrate complessivamente lo scorso anno (122.899chiusure su un totale di 403.923). A fine 2012 ha chiuso l’8,4% delle imprese artigiane contro una mediadel sistema produttivo del 6,6%. Le chiusure, però, non sono state compensate dalle nascita di nuoveimprese: a fine 2012 lo stock di aziende si è infatti ridotto dell’1,5% rispetto al 2011. Una situazione deltutto diversa riguarda le imprese non artigiane per le quali, a fine 2012, si registra una sostanziale tenutarispetto all’anno precedente (tasso di crescita pari a +0,1%). Il calo complessivo della consistenzadell’intero sistema produttivo (—0,3%) riflette dunque — sottolinea il rapporto — una crisi che ha colpitosoprattutto le imprese artigiane. I settori più a rischio sono in primis le imprese edili per le quali la crisidura ormai ininterrottamente dal 2008. Nei comparti del manifatturiero risultano poi particolarmentecolpite le imprese del tessile e abbigliamento, degli altri mezzi di trasporto (che comprende ad esempio lanautica). Infine, tra i servizi, risulta fortemente ridimensionato il comparto della pubblicità e delle ricerchedi mercato che sembra risentire del taglio delle attività esternalizzate dalle imprese di produzione poste difronte alla necessità di fare quadrare bilanci sempre meno positivi. I settori in crisi ma con la speranza diagganciare la ripresa, secondo la Cna, sono soprattutto le imprese artigiane che operano nei settori deiservizi che, al pari delle imprese in piena crisi, sono state investite pienamente dalla ondata recessiva ehanno sperimentato tassi di chiusura non dissimili e comunque sopra alla media (intorno al 10%). In questisettori, però, lo stock di imprese, anziché ridursi, è aumentato per effetto delle nuove aperture. Si trattadunque di un aggregato nel quale vi è un forte avvicendamento tra imprese in entrata e in uscita. E’ chiaroche le imprese in entrata sono probabilmente meno strutturate di quelle che hanno chiuso. Tuttavia, ilfatto che vi siano tassi di apertura superiori a quelli di cessazione sta a significare per questi settori che vi èun ritorno alla profittabilità in tempi non troppo lunghi. Appartengono a questo aggregato i servizi dilogistica e di supporto ai trasporti, le attività artigianali di ristorazione (gelaterie, pizzerie al taglio,panificatori), servizi di consulenza informatica. Tra i settori in lento declino, ci sono quelli nei quali il tassodi cessazione non ha raggiunto valori esorbitanti (al di sotto della media complessiva) e che tuttaviasubiscono una lieve erosione della base produttiva (inferiore al 2% su base annua) a causa del bassonumero di iscrizioni. Diversamente dai settori in crisi ma con la speranza di agganciare la ripresa (e quindicaratterizzati da un turn over molto elevato e con le iscrizioni che superano le cessazioni), sonoprobabilmente settori nei quali le opportunità di business sono state colte pienamente negli anni passati eper i quali la recessione del 2012 ha solo accentuato un declino iniziato negli anni precedenti. Purtroppo,rientrano in questo profilo molti settori manifatturieri del Made in Italy, tra cui mobilifici, oreficeria,meccanica, produzione di ceramiche e piastrelle. In questa fase, sono autentiche mosche bianche del

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nostro tessuto produttivo quei settori che presentano tassi di cessazione relativamente contenuti e tassi dicrescita positivi o oscillanti intorno allo zero. In questo profilo rientrano la chimica e l’alimentare che ènotoriamente una settore anti ciclico. Nel terziario, invece, appaiono tenere i servizi per la persona quali icentri estetici, gli acconciatori e le tinto lavanderie. Tra i settori in lento declino, ci sono anche quelli neiquali il tasso di cessazione non ha raggiunto valori esorbitanti (al di sotto della media complessiva) A fine2012 lo stock di aziende si è infatti ridotto dell’1,5%

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IL FUTURO DEL GIOIELLO MONDIALE

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PRODUZIONE ORO: TENDENZA FRAMMENTAZIONE

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ORO: PRODUZIONE MONDIALE

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Compro Oro

Compro Oro: bilancia truccata

Sabato 11 Maggio 2013 17:50 Scritto da Greta Milici

Negozianti di Compro Oro che non hanno un buon rapporto con la bilancia.

A parlarne da Santa Maria Capua Vetere, inprovincia di Caserta, è stato Luca Abete, inviato di

, nella puntata trasmessa lo scorso8 maggio.

Il servizio ha per protagonista un esercente chefalsa il peso e quindi la valutazione degli oggettipreziosi che i privati gli sottopongono per la vendita.

Per mezzo del solito sistema con telecamerenascoste, è entrata nel Compro Oro “incriminato” per far valutare dei gioielli, risultati poidi caratura non poco superiore se misurati altrove per mano di un esperto preziosi del Tribunale di Napoli.

Bilancia truccata, quindi. Uno dei fenomeni più frequenti nell’ambito dei negozianti compratori di oro chetendono a cambiare qualche carta in tavola per un maggior tornaconto.

Invitiamo a guardare per intero il servizio televisivo.

http://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/videoextra.shtml?17654

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Truffa al Compro Oro di AscoliLunedì 13 Maggio 2013 Scritto da Edoardo Ebolito

Vendevano “patacche” spacciandole per oro.

Una truffa ingegnosa quella messa in piedi da tre pregiudicatinapoletani, arrestati ad Ascoli Piceno dopo aver rifilato gioielli falsi adun Compro Oro del centro marchigiano, situato all’interno del centrocommerciale “Al Battente”.

I monili avevano fruttato un bottino di 360 euro.

I carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo e delNucleo Operativo della Compagnia di Ascoli Piceno hanno fermato il

57enne S.P., il 57enne F.A. ed il 32enne G.L. mentre si trovavano ancora nei pressi del negozio.

Le perquisizioni personali e del mezzo di trasporto hanno portato alla luce altri 78 grammi di moniliplaccati in oro e ben 4,3 kg di pepite, destinate alla costruzione di altri gioielli: tutto il materialesequestrato è risultato essere costituito da metallo non pregiato, placcato in oro e punzonatoartatamente.

Per i tre è scattato immediatamente l’arresto ed il trasferimento nella casa circondariale di Ascoli Piceno,dove sono rimasti a disposizione dell’autorità competenti.

L’accusa è quella di truffa aggravata, mentre S.P. dovrà anche rispondere del possesso di un documentofalso esibito durante l’atto della compravendita, riproducente la sua immagine fotografica ma congeneralità false.

Quello messo a segno ad Ascoli Piceno non è stato il primo colpo della banda, che aveva già compiutoaltre cinque truffe analoghe lo scorso 3 maggio sempre nella provincia marchigiana, delle quali solo dueandate a segno.

L’allarme innescato dai commercianti ha così insospettito le forzedell’ordine, che hanno intensificato i controlli ed incastrato itruffatori alla prima mossa falsa, insospettiti dai loro movimenti.

Dopo la convalida degli arresti i tre sono stati trasferiti nel carcere diMarina del Tronto, mentre successivamente è scattato l’obbligo didimora a Napoli, in attesa della conclusione delle proceduregiudiziarie e della verifica sia del materiale sequestrato che del documento falso.

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L'assalto venerdì sera. Il delinquente aveva una pistola e uncoltello, ma il dipendente lo ha aggredito e ha avuto la meglionella rissa

La redazione12 maggio 2013

Da rapina a mano armata a rissa furibonda. Venerdì sera, in un Compro oro di Marghera, undelinquente ha cercato di farsi consegnare incasso, gioielli e contenuto della cassaforte, ma hadovuto rinunciare al bottino davanti alla strenua resistenza del commesso del negozio, che èriuscito a metterlo in fuga dopo una feroce colluttazione.

BOTTA DI ADRENALINA – Il rapinatore è entrato nel negozio di via Beccaria a ridosso dell'orario dichiusura, intorno alle 19.20, e, come riporta il Gazzettino, ha subito puntato una pistola in facciaal dipendente dell'esercizio. Il delinquente aveva un cappello calato sul viso e occhiali scuri permascherare la sua identità, e ha subito preteso l'incasso del giorno, gli ori presenti dietro albanco e il contenuto della cassaforte. Il giovane malcapitato, un ragazzo di 30 anni, gli aveva giàconsegnato i soldi guadagnati durante la giornata, circa duemila euro, alcuni oggetti in oro e stavaspiegando al malvivente che non possedeva la chiava della cassaforte. A quel punto il rapinatoreha chiesto il suo portafoglio. Il giovane cassiere non ci ha più visto: incurante della pistola e delcoltello che il rapinatore stringeva tra le mani gli è saltato addosso. I due sono rovinati a terra,colpendosi a vicenda con calci e pugni, fino a che il malvivente non ha deciso di demordere escappare a gambe levate, dimenticandosi il bottino.

LA DENUNCIA – Il 30enne, ancora scosso dalla rissa, ha chiamato subito il titolare del negozio.Insieme i due hanno sporto denuncia alle autorità. Il rapinatore, racconta il 30enne che l'ha messoin fuga, doveva avere tra i 35 e i 40 anni e aveva una parlata veneta. Il malvivente nella fuga halasciato sul pavimento il suo cappello e i suoi occhiali, insieme alla pistola che aveva usato perminacciare il ragazzo, rivelatasi poi essere finta. Il tutto è stato ripreso dalle telecamere divideosorveglianza. Il dipendente ha pagato il prezzo del suo atto il giorno successivo, quando alrisveglio ha accusato i colpi infertigli dal malvivente: lividi sul collo, ematomi su tutto il corpo, unagamba tumefatta e un piede gonfio.

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cronaca10/05/2013 MULTE E DENUNCE, CONTROLLATI 350 NEGOZI

Blitz della polizia nei Compro Oro decine di controlli a Torino eprovincia

In un negozio gli agenti hanno anche trovato videocamere di sorveglianza non inregola con la normativa

CLAUDIO LAUGERI

TORINO

Una novantina di controlli, più di cento agentimobilitati, multe per 15 mila euro. Nel mirino dellapolizia amministrativa i «Compro Oro» della città edella cintura, 350 di cui 219 solo a Torino. Prima fratutte, quella che prevede la prenda in negozio delpersonale autorizzato dalla questura al momentodel rilascio dell’autorizzazione. Tra le inadempienzepiù frequenti, poi, c’è la rivendita dell’oro primache siano trascorsi i 10 giorni di stoccaggio previstidalla legge. Un periodo di garanzia anche per chi havenduto i gioielli, che magari ha la possibilità diriacquistarli. E comunque, tenere in negozio gli oggetti ritirati serve anche a favorire i controlli sueventuali materiali provento di reato. A questo proposito, dall’inizio di maggio il questore hastabilito che ogni oggetto ritirato dai «compro oro» venga fotografato, in modo da scoraggiareepisodi di ricettazione.

In vari casi, gli agenti hanno anche trovato oggetti che non risultavano registrati: quegli acquisti«in nero» consentivano ai titolari dei negozi di rivendere e incassare soldi senza lasciar traccia.

Un negozio (zona Lingotto), gli agenti hanno anche trovato videocamere di sorveglianza non inregola con la normativa: chiunque entrasse nel negozio veniva immortalato, senza che la presenzadelle videocamere fosse annunciata da un cartello all’esterno del locale. Questa sola violazionecosterà ai titolari del negozio una multa da 12 mila e 500 euro.

Una novantina di controlli, più di cento agentimobilitati nei controlli a Torino

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Settore e Modada pag. 29

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Dir. Resp.: Virman Cusenza

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Harrods celebra Jaeger LeCoultre e i suoi 180 anni di orologi dilussoScritto da: Rosario Scelsi martedì 14 maggio 2013

I Grandi Magazzini Harrods, tempio dello shopping di lusso a Londra, mettono in vetrina i pezzi di alta orologeriadi Jaeger LeCoultre, per commemorare i 180 anni di vita della maison svizzera fondata nel 1833 da AntonieLeCoultre, cui si deve la prima misurazione del micrometro nel 1844.

La celebrazione del produttore elvetico e delle sue opere di haute horlogerie Harrods non si limiteràall’esposizione di alcuni orologi del marchio, ma darà agli appassionati l’imperdibile opportunità diconcedersi un ciclo di quattro corsi di perfezionamento per immergersi nel mondo di classe e qualità delleggendario brand.

Il primo di essi è andato in scena dal 6 al 12 maggio, permettendo ai partecipanti al workshop di indossareun camice bianco da esperto orologiaio per scoprire i meccanismi interni di un segnatempo.

Ieri è invece iniziato il corso di incisione, che terminerà il 19 di questo mese. Il ciclo dedicato alla smaltaturaandrà in scena dal 20 al 25 maggio, mentre dal 26 al 31 maggio si svolgerà il laboratorio dedicato allegemme. Questi appuntamenti saranno condotti da esperti di Jaeger LeCoultre, specializzati in MétiersRares.

Giusto ricordare, a questo punto, che i Grandi Magazzini Harrods non appartengono più al miliardarioegiziano Mohamed Al Fayed, che tempo fa ha ceduto la leggendaria struttura di vendita con sede nelquartiere di South Kensington a Londra.

L’acquisto è avvenuto ad opera di una holdind riconducibile alla famiglia reale del Qatar, che ha messo sulpiatto 1.5 miliardi di sterline per concludere l’operazione. Al Fayed comprò l’azienda nel 1985. Ora vuolededicare più tempo ai nipoti.

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L’Oriente strizza l’occhio all’artigianalità italianaPubblicato il 13 maggio 2013 da redazione1 | Lusso e finanza

Moda e arte orafa: il Made in Italy spopola

Il Made in Italy piace sempre di più in Oriente, soprattutto grazie alla capacità degli artigiani italiani dimischiare le diverse arti al fine di creare qualcosa di unico.

Risultato eccelso di una “contaminazione” di alta gamma è la Golden Hat_Titude, la mostra eventoallestita da Arezzo Fiere e Congressi, il polo fieristico che nelle ultime stagioni celebra il mondo del gioielloe quello della moda.

Protagonisti sono 16 cappelli creati da Borsalino e reinterpretati da 16 orafi aretini, che danno vita ad unevento senza precedenti.

Raul Barbieri, direttore di Arezzo Fiere e Congressi, ha presentato la mostra con entusiasmo esoddisfazione: “Quello di Gold Up e di Golden Hat_Titude è stato un investimento che ha dato e continua adare i suoi frutti. Le nostre mostre sono richieste nel mondo e portano un valore aggiunto anche dal puntodi vista strettamente culturale. Una volta di più Arezzo Fiere e Congressi si fa portatore di elementi distraordinario appeal che fanno da contorno alla creatività e al know how riconosciuto delle nostreaziende”.

Le parole di Barbieri sono state confermate dall’evidente interesse che ha mostrato, nei confronti delleiniziative del polo fieristico toscano, anche lo Shenzhen Yuehao Jewelry Co. Ltd, che da sempre collegal’Italia con i mercati emergenti di Cina, Indonesia, Giappone e Turchia, nella persona di Tanya Chan, la suaresponsabile.

In occasione della 34esima edizione di OroArezzo, infatti, Chan ha sancito una collaborazione con ArezzoFiere, con l’obiettivo di portare il Made in Italy in Oriente: “I mercati asiatici seguono con particolareattenzione e interesse il mercato dell’oreficeria italiana in quanto portatore di valori importanti come stile,creatività e attenzione ai dettagli. Anche e soprattutto per questo riteniamo fondamentale aggiungere, nelcorso di questi incontri, un quid di eleganza e cultura che possa avere un’ulteriore funzione attrattiva per inostri clienti”.

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Ma non è certo il primo “scambio” che avviene tra Shenzhen e il polo fieristico aretino, poiché già due annifa la mostra Gold Up, allestita insieme a Vogue Gioiello con la partecipazione di 16 star dell’alta modanazionale, era stata ospitata proprio dalla compagnia di Tanya Chan, la quale ha aggiunto: “Arricchire laproposta delle aziende orafe con eventi speciali significa creare un mood particolarmente suggestivo checoinvolge i compratori, con effetti positivi sugli acquisti. Noi abbiamo tra le 500 e le 800 aziende dall’Italia eoltre 1.000 potenziali acquirenti; il che significa creare delle situazioni di grande appeal sul versantebusiness, con un ritorno importante dal punto di vista economico. Proporre un evento come quello legato aun’icona del calibro di Borsalino determina uno standard elevatissimo, base essenziale per mantenere altal’immagine del Made in Italy”.

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Scritto da: Rosario Scelsi domenica 12 maggio 2013

Destinati alle donne che amano le cose belle ed originali, questi articoli riempiono il catalogo con un riccoassortimento di proposte dal sapore romantico.

Lo spirito sentimentale di cui sono portatori emerge nello stile e nel nome dei singoli pezzi della raccolta. Ione ho scelti alcuni rappresentativi della serie.

Parto dall’anello in oro rosa con giada tinta lavanda a cuscino sfaccettato e con ametiste tagliobrillante (0.88 carati), che guadagna lo sguardo per l’intensità delle sue alchimie. Il prezzo tocca quota1.930 euro.

Costa solo cinque euro in più il modello , plasmato in oro bianco rodiato con ametistaovale flat rose cut e brillanti (0.15 carati), che si offre allo sguardo con la delicatezza di una composizionemagica e intrigante. Anche questo, come gli altri pezzi della raccolta, è realizzato a mano ed ha quindicaratteristiche di unicità.

Sempre della linea è un anello in oro bianco rodiato con turchese a cuscino sfaccettato e brillanti(0.26 carati), dall’impatto scenico esaltante. In esso lo stile si sposa magnificamente alla qualità, ma ilprezzo sale a 3.065 euro.

Molto bello il modello in oro rosa con ametista cabochon e ametiste rose cut, dalle architetturedialettiche dense di carattere, per entrare nel cuore delle donne che lo comprano o che lo ricevono indono. In questo caso bisogna privarsi di 3.105 euro.

Più accessibile l’anello , plasmato in oro rosa con peridoto tondo cabochon e brillantibrown, offerti in una trama intensa e delicata, pronta a sedurre lo sguardo in cambio di una spesa di 1.715euro.

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Chopard e 1000 Miglia: 25 anni al verticePubblicato il 13 maggio 2013 da Redazione | Alta orologeria

Anche quest’anno la maison propone il suo cronografo celebrativo

di Enrico MASSERINI e Davide MAPELLI

“Quando si corre, si deve sapere dove, come e quando fermarsi. Quando ci si ferma si deve sapere dove,come e quando rimettersi a correre. Perché la vita è una corsa”. Queste parole sono del Conte GianninoMarzotto, recentemente scomparso, vincitore su Ferrari delle edizioni 1950 e 1953 della 1000 Miglia edoltre ad essere una grande verità in campo automobilistico sono anche una metafora più grande sullescelte che ognuno di noi opera nella vita. La vita come una corsa? Beh, di sicuro per i grandi drivers delpassato (ma anche del presente) la cosa è sicuramente vera, basti pensare a Nuvolari, Varzi, Fangio, Ascariper arrivare a Schumacher per comprendere… La competizione automobilistica è antica quasi quantol’automobile; da subito è stata la voglia di misurarsi con se stessi e con gli altri per provare il proprio valore,il coraggio, l’intelligenza: l’auto ha sicuramente amplificato questa voglia, è stata ed è il mezzo catarticoideale per l’adempimento di questo bisogno umano.

Ma attenzione: ogni pilota sa molto bene che non tutte le gare hanno la stessa valenza e risonanza, quindianche la scelta dell’arena in cui misurarsi è fondamentale. La 1000 Miglia appartiene sicuramente alnovero delle gare dotate di una propria aura, capaci di consacrare al ricordo eterno i loro vincitori.

I dati salienti della competizione: la prima edizione viene disputata nel 1927 e si snoda su un percorso dicirca 1.600 Km (ovvero 1000 miglia, da cui il nome) tra Brescia e Roma – andata e ritorno – su stradenormalmente aperte al traffico. La gara ha avuto luogo tutti gli anni ad esclusione del periodo bellico (epochi altri casi) fino al 1961. Tra i vincitori più noti citiamo Nuvolari (2 volte nel ’30 e ’33), Varzi (nel ’34),Ascari (nel ’54) e Taruffi (nel ’57). Lo stop alla competizione si deve essenzialmente alla pericolosità delcorrere su strade aperte ma anche ad una serie di rivalità con altre competizioni e campionati.

La rinascita della 1000 Miglia in rievocazione storica ha un primo episodio nel 1968 ad opera di AlfaRomeo, in seguito l’idea prende forma con l’edizione del 1977 ed a seguire dal 1982 diviene unappuntamento annuale fisso e nel 2013 si correrà dal 16 al 19 maggio la trentunesima edizione.

Le vetture che possono gareggiare nella rievocazione sono quelle che hanno partecipato o si sono iscrittealle edizioni svoltesi tra il 1927 ed il 1957, piloti e copiloti devono essere in possesso di licenza CSAI o diregolarità, quindi devono avere provata esperienza di guida (e ci mancherebbe altro visto i bolidi chepossono prendervi parte!).

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Pubblicato il 13 maggio 2013 da Redazione | Alta orologeria

Ecco che cosa lega “la corsa più bella del mondo” alla celebre maison orologiera

di Enrico MASSERINI e Davide MAPELLI

Nata nel 1860 nella zona del Giura Svizzero, la Maison è nota per la sua produzione raffinata di ee vanta una clientela tanto fedele quanto facoltosa che per generazioni ha attinto dallo sterminato

catalogo delle sue creazioni basato su pezzi unici eseguiti a richiesta. Dopo l’acquisizione da parte dellafamiglia Scheufele Chopard ha conservato il suo pubblico di riferimento ma al contempo ha iniziato adiversificare la gamma verso realizzazioni più semplici introducendo e l’uso dell’acciaio percasse e bracciali.

E’ quest’ottica di apertura verso nuove tipologie di mercati che ha spinto Chopard a sponsorizzare anchediverse manifestazioni sportive legate al mondo delle corse. In particolare dal 1988 è divenuta partnerufficiale della 1000 Miglia ed ogni anno dedica all’evento un modello speciale in edizione numerata elimitata (solitamente il numero dei pezzi in acciaio è pari all’anno in cui si svolge la gara – quest’annosaranno 2013 , mentre il modello in oro ha una tiratura ancora più ridotta – saranno solo 250). Ogni voltal’orologio celebrativo è differente: in molti casi è un , cosa abbastanza scontata trattandosi diuna prova cronometrata…

Il è declinato in due versioni di cassa: in oro rosa e in acciaio. Si può dire che le differenze tra idue modelli finiscano qua, infatti tutti gli altri elementi sono identici. Il è completamente inedito perla collezione: potente struttura tonda del diametro di 44mm con anse corpose leggermente piegateall’ingiù, elemento proteggi corona che prende il via dai pulsanti crono ed abbraccia parzialmente la stessa,finitura a specchio per tutte le superfici tranne che sulla parte superiore della anse ed il fronte dellespallette di protezione, satinate. Bellissimi i pulsanti crono, del tipo a pompa con ampia superficie dipressione rifinita con , che rimandano per foggia ai tasti delle trombe oppure, piùprosaicamente, alle capocchie di alcuni chiodi. Noi ci vedremmo anche un’astrazione dei tromboncini diaspirazione dei carburatori di una volta, ma forse stiamo esagerando con la fantasia…

Tornando al concreto ci concentriamo sul : nero antracite con contatori crono in contrasto ditonalità argentata, ampio ed estremamente leggibile (ricordiamoci che la visibilità è tutto nelle gare…) conil classico logo 1000 Miglia all’interno della freccia rossa che diventa più grande ed incorpora il datario adore tre. ed fanno un uso intenso di materiale luminescente e riprendono la tonalità dellacassa, ad eccezione degl’indicatori a filo dei contatori cronografici, rossi, omaggio al colore della corsa. Al

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centro abbiamo, come in altri modelli che l’hanno preceduto, l’indicatore del doppio fuso orario con la suascala dedicata a ventiquattr’ore, elemento atipico nei cronografi “race” ma che ha sicuramente una suavalenza in termini d’utilità nell’uso di tutti i giorni.

D’impatto il rehaut antracite/rosso che funge da raccordo tra il quadrante e l’elegantelunetta liscia che riporta le incisioni della scala tachimetrica. A chiusa del tutto troviamo un’altra chicca,una vecchia conoscenza della collezione: il cinturino in caucciù con lavorazione che riprende il disegno delbattistrada Anni Sessanta; utilizza una fibbia pieghevole dello stesso materiale della cassa egarantisce un confort al polso molto elevato. Il movimento con certificato di cronometro deriva dal classicocrono Valjoux in versione GMT (7753) e viene rifinito dalla casa per adattarlo alle sue specifiche. Riteniamosia un’ottima scelta per l’affidabilità garantita e, da non sottovalutare, per contenere il costo del pezzo alivelli accettabili: Chopard produce movimenti cronografici di manifattura ma sicuramente in questo casoavrebbero dovuto definire un prezzo molto più elevato. Al retro troviamo il fondello serrato da otto viti chereca tutte le iscrizioni commemorative della . Eccellente il dato che siattesta a 100 metri anche per il modello in oro.

Personalmente questa edizione 2013 ci piace tanto tanto, per via di alcuni elementi nuovi e della suastruttura forte che vanta tutti i tratti caratteristici sia della collezione sia di quello che nel nostroimmaginario è l’orologio “tipo” impiegato nelle competizioni.

Il 1000 Miglia è ormai un must dell’orologeria, ammantato da un alone di donatogli dalla miticagara stradale ed ha a sua volta una storia propria: tutti gli appassionati del mondo delle corse su quattroruote dovrebbero averne almeno uno, indossatelo e capirete il perché…

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Scritto da: Rosario Scelsi sabato 11 maggio 2013

Questo segnatempo automatico presenta un insolito quadrante in radica di legno, con indici a bastoneapplicati, apertura ingrandita per il giorno, lunetta fresata e bracciale aureo. Il lotto è il numero 80 sui 403del catalogo di Important Watches, che offrirà ai collezionisti un ricco campionario di modelli prestigiosi

L’Oyster Perpetual Day Date è la vera essenza del lusso, un orologio prestigioso scelto dalle élite di tutto ilmondo. Il suo debutto in società risale al 1956. Da quel momento si è imposto come il misuratoreindossato dai personaggi influenti.

Si tratta del primo modello da polso con calendario a indicare sul quadrante il giorno della settimana peresteso, a completamento della data. Fedele alle nobili origini, il Day Date è realizzato esclusivamente in oroo platino, i più preziosi tra i metalli.

Come tutti i movimenti Perpetual di Rolex, il 3155 è un cronometro svizzero certificato, un titolo riservatoagli orologi di precisione superiore che hanno passato con successo i test del COSC (Contrôle Officiel Suissedes Chronomètres).

Nell’esemplare messo all’asta la tecnica si combina alla purezza dialettica, in una trama di grande fascinoche rapisce a prescindere dal prestigio del marchio che, comunque, rappresenta un innegabile valoreaggiunto. Anche questo concorre al prezzo, superiore alla media.

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Cronacada pag. 6

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Lettori: n.d.

Dir. Resp.: Ferruccio de Bortoli

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Montegrotto, rapina in gioielleria: titolare reagisce a martellateIl colpo ieri sera dopo le 19 nel negozio di corso delle Terme. Tre i malviventi che hanno fatto irruzione con pistole giocattolo. La proprietaria ha reagito scagliandogli contro un oggetto pesante a portata di mano. Sono fuggiti feriti e con 10mila euro di preziosi

Redazione14 maggio 2013

Momenti a dir poco concitati, ieri sera a Montegrotto, dove è andata in scena una turbolenta rapina ai danni della gioielleria Orogiò di corso delle Terme.

LA RAPINA. Una banda di tre malviventi si è presentata in negozio dopo le 19, verso l'orario di chiusura. Volto coperto e pistole - poi rivelatesi degli scacciacani - hanno minacciato la titolare e il marito affinchè non si muovessero mentre gli svaligiavano le vetrine. La proprietaria, però, senza pensarci due volte ha reagito, scagliandosi contro ai rapinatori con un martello che aveva a portata di mano vicino al bancone. Uno di questi è rimasto anche ferito e con lui anche il marito della gioielliera.

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LE RICERCHE. Visto che la situazione gli stava sfuggendo di mano, il trio ha così deciso di optare per la fuga in auto, portandosi via quel poco che intanto era riuscito ad arraffare, un bottino di circa 10mila euro di preziosi. Sul posto sono intervenuti i carabinieri che hanno immediatamente attivato le ricerche dei rapinatori, nonchè le indagini, concentrate sulle immagini delle telecamere di videosorveglianza e le tracce biologiche lasciate dai malviventi nel corso della colluttazione.

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sabato 11 maggio 2013NAPOLI. In gioielleria

NAPOLI

Entra in una gioielleria armato di pistola giocattolo e intima altitolare di consegnargli l´incasso: questi estrae la sua pistola,regolarmente detenuta, e fa fuoco uccidendolo. È successo adArzano, nel Napoletano. La vittima si chiamava Pasquale Perrotta,30 anni, e aveva qualche piccolo precedente per droga.Ieri si è introdotto intorno alle 19.30 nella gioielleria gestita da un45enne, impugnando un´arma giocattolo, che ha puntato al voltodel gioielliere. Quest´ultimo ha reagito estraendo dal bancone la suapistola e ha sparato un solo proiettile che ha raggiunto il malviventeal cuore causandone la morte.Il tragico episodio segue di pochi giorni un altro tentativo di rapina conclusosi in manieradrammatica non più tardi di due settimane fa a Maddaloni, nel Casertano, quando in seguito a unarapina seguì una sparatoria nella quale morì un carabiniere e, a distanza di alcuni giorni, uno deirapinatori appena diciottenne.

Arzano: la gioielleria assaltata

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