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ATECAPRAPPORTO 2017
ASSOCIAZIONE
TECNICO
ECONOMICA
DEL CALCESTRUZZO
PRECONFEZIONATO
ATECAP
RAPPORTO 2017
ATECAPASSOCIAZIONE TECNICO ECONOMICA DEL CALCESTRUZZO PRECONFEZIONATO
Prefazione
L’anno trascorso doveva essere l’anno della ripartenza per l’industria delle costruzioni,
e dunque per il settore del calcestruzzo preconfezionato, ed invece è stato l’anno delle
occasioni perse.
Perse perché le premesse c’erano tutte, ovvero l’aumento delle risorse, la cancellazione
del Patto di stabilità interno e la clausola europea per gli investimenti.
Ma purtroppo è andata in un altro modo.
Il 2016 si chiude con un risultato deludente per gli investimenti in costruzioni, la
produzione del settore non decolla e l’unico comparto che continua a registrare una
crescita degli investimenti è quello della riqualificazione del patrimonio abitativo,
un’attività che non traina la produzione di calcestruzzo preconfezionato.
Dopo dieci anni di calo ininterrotto dei volumi il settore del calcestruzzo preconfezionato è
un comparto industriale logoro con una struttura produttiva altamente sovradimensionata.
Grandi attese, per il 2017, provengono dall’aumento delle risorse stanziate per le opere
pubbliche nella legge di Bilancio.
Ma affinché si concretizzino le attese occorre il verificarsi di determinate condizioni,
tra queste due per tutte: portare a termine il percorso attuativo della riforma del codice
appalti e passare alla fase attuativa degli interventi di Casa Italia.
Tra i compiti della nostra Associazione vi è indubbiamente quello di osservare e analizzare
i dati economici e statistici per mettere a disposizione dei soci informazioni utili a
comprendere cosa sta accadendo nel mercato di riferimento.
Il Rapporto Atecap, che anche quest’anno accoglie nuovamente il contributo dell’Ance e
della Federbeton, va in questa direzione.
Ma in un contesto un cui le parole chiave sembrano essere incertezza e instabilità, il
compito è sempre più arduo.
Andrea Bolondi
Presidente Atecap
Premessa
Gli scenari economici e le conseguenti previsioni di mercato mai come negli ultimi anni
sono stati contraddistinti da una mutabilità senza precedenti, tale da rendere ostico
osservare i fenomeni nel tentativo di determinarne le dinamiche.
Per definire la crisi economica più intensa dal dopoguerra, si ricorre all’espressione
stagnazione secolare, ossia una situazione di rallentamento strutturale dell’economia che
si rileva soprattutto in Italia.
Il nostro Paese è incastrato in una trappola di aspettative negative che si autoalimentano,
e a complicare ulteriormente il quadro subentrano nuovi fattori di contesto internazionale
che indurrebbero il prefigurarsi di uno snodo cruciale nel percorso della lunga crisi.
Il risultato, sconfortante, è una crescita lenta e pigra dell’economia nazionale, vessata da
un’incertezza politica dominante che penalizza ulteriormente la già fragile risalita della
domanda interna e delle attività produttive.
Permangono nel Paese i gravi problemi e ostacoli strutturali per i quali è urgente una
soluzione: alta disoccupazione, elevate sofferenze bancarie e difficoltà nell’erogazione
del credito, margini delle imprese poco sopra i minimi storici, edilizia quasi ferma,
competitività di costo erosa, elevata tassazione, lentezza della giustizia, tempi lunghi
e incerti di risposta della pubblica amministrazione, norme numerose e di difficile
interpretazione e applicazione.
L’Italia dovrebbe marciare a velocità doppia per recuperare il divario a livello
internazionale dovuto al ritardo pregresso aggravato dal miglioramento operato da altri
paesi nella competizione per attrarre investimenti e talenti.
Lo stesso dovrebbe fare il comparto del calcestruzzo preconfezionato che, a differenza di
altri settori industriali, deve relazionarsi con un contesto di mercato stabilmente ridotto dal
lato della domanda e sostanzialmente invariato dal lato dell’offerta.
Massimiiano Pescosolido
Segretario Generale Atecap
INDICE
1 IL SETTORE DEL CALCESTRUZZO PRECONFEZIONATO
1.1 La produzione in Italia 11
1.1.1 L’analisi per trimestri 14
1.1.2 L’analisi per aggregazioni territoriali 18
1.2 La produzione nell’area europea 24
1.3 Le prospettive per il 2017 27
1.4 Aspetti qualitativi del settore in Italia 30
1.4.1 L’analisi SWOT 30
1.4.2 Le dinamiche dal mercato 32
1.5 Aspetti qualitativi del settore nell’area europea 36
2 LA FILIERA DEL CEMENTO E DEL CALCESTRUZZO (a cura di FEDERBETON)
2.1 La filiera Federbeton 43
3 IL CONTESTO NAZIONALE DELLE COSTRUZIONI (a cura di ANCE)
3.1 Costruzioni: il 2017 potrebbe essere l’anno della ripresa 49
4 LO SCENARIO EUROPEO
4.1 In Europa non si può ancora parlare di piena ripresa 59
1. IL SETTORE DEL CALCESTRUZZO PRECONFEZIONATO
ATECAP
1 11
ATECAP RAPPORTO 2017
1.1 La produzione in Italia
Il 2016 registra, per il decimo anno consecutivo, una contrazione nei volumi prodotti di calcestruzzo preconfezionato che si attestano a 23.256.878 metri cubi con un dato di chiusura negativo (-7,8%) rispetto all’anno precedente.
L’aumento dei bandi di gara registrato negli ultimi mesi del 2015 e le misure
contenute nella legge di stabilità per il 2016 in termini di incremento delle risorse stanziate per nuove infrastrutture, clausola europea per gli investimenti pubblici, superamento del Patto di stabilità interno e maggiore stabilità finanziaria su un arco temporale di medio periodo, erano le premesse per una nuova stagione dell’industria delle costruzioni.
Premesse che a loro volta erano il sostegno della previsione dell’Atecap circa un’inversione di tendenza nel trend negativo della produzione per il 2016, pur se gli effetti positivi dovuti all’aggiudicazione e alla cantierabilità dei lavori si sarebbero comunque manifestati principalmente nella seconda parte dell’anno.
«Erano» perché così non è stato: le aspettative di ripresa dell’industria delle
costruzioni, e dunque del settore del calcestruzzo preconfezionato, di fatto non hanno trovato conferma nel 2016. Hanno giocato un ruolo cruciale in tale situazione l’incertezza nel concreto avvio dei programmi infrastrutturali del Governo e lo scenario più generale di modesta crescita.
Il 2016 è stato caratterizzato da un atteggiamento attendista delle stazioni appaltanti dovuto alla definizione
GRAFICO 1.1 PRODUZIONE CALCESTRUZZO PRECONFEZIONATO (∆% anno -1)
Fonte: Elaborazioni Atecap su dati Istat, MiSE e Aitec
0,00%
-5,00%
-10,00%
-15,00%
-20,00%
-30,00%
+5,00%
2012
-24,3%
2013
-20,5%
2015
-10,1%
2014
-11,5%
2016
-7,8%
12
ATECAP RAPPORTO 2017
del corpo normativo relativo al nuovo codice degli appalti, e la debole crescita dell’economia italiana spinta principalmente dal contributo positivo dei consumi interni piuttosto che degli investimenti che non ha consolidato la ripresa.
All’epoca della stesura del presente rapporto il 2016 si chiudera’, secondo
l’Istat, con un aumento del Pil dello 0,8% in termini reali.
Analizzando le dinamiche relative non solo al settore industriale del calcestruzzo preconfezionato, ma anche a quello dell’industria delle costruzioni, emerge una contrazione dei livelli produttivi meno marcata rispetto agli anni precedenti.
GRAFICO 1.2 L’ITALIA DEL CALCESTRUZZO PRECONFEZIONATO NEL 2012 E NEL 2016
Fonte: Elaborazioni Atecap su dati Istat, MiSE e Aitec
60%
50%
40%
30%
20%
10%
90%
80%
70%
0%
100%
201239.825.244 m3
201623.256.878 m3
2012 - 2016-41,6%
Nel settore del calcestruzzo preconfezionato, solo nei cinque anni presi ad esame, ovvero dal 2012 al 2016, la produzione si è ridotta del -41,6%). In termini di volumi dai quasi 40 milioni
di metri cubi del 2012 si è giunti a circa 23,26 milioni nel 2016, con una perdita di 16,5 milioni di metri cubi in cinque anni, un calo di pressappoco 3,3 milioni di metri cubi all’anno.
1 13
ATECAP RAPPORTO 2017
TABELLA 1.1 INVESTIMENTI IN NUOVE ABITAZIONI E COSTRUZIONI NON RESIDENZIALI CONSEGNE INTERNE DI CEMENTO E PRODUZIONE CALCESTRUZZO PRECONFEZIONATO
Inv. nuove abitaz. e costr. non resid.
(€/000.000 valori a prezzi 2010)
∆% anno -1
Consegne interne di cemento (t/000)
∆% anno -1
Produzione di calcestruzzo
preconfezionato (m3/1000)
∆% anno -1
2012
96.494
-10,7%
24.459.473
-22,6%
39.825.244
-24,3%
2013
84.976
-11,9%
20.788.111
-15,0%
31.660.736
-20,5%
2014
77.719
-8,5%
19.341.320
-7,0%
28.035.021
-11,5%
2015
76.319
-1,8%
18.765.202
-3,0%
25.216.006
-10,1%
2016
76.001
-0,4%
16.480.645
-12,2%
23.256.878
-7,8%
Fonte: Elaborazioni Atecap su dati Ance, Istat, MiSE e Aitec
GRAFICO 1.3 INVESTIMENTI IN NUOVE ABITAZIONI E COSTRUZIONI NON RESIDENZIALI
Fonte: Elaborazione Atecap su dati Ance
Mili
oni d
i eur
o
20.000
0
20162012 2013 2014 2015
40.000
60.000
80.000
100.000
120.000
Nuove abitazioni
Totale
Costruzioni non residenziali
14
ATECAP RAPPORTO 2017
Esaminando i dati della produzione del 2016 per trimestri si nota che nei tre mesi iniziali dell’anno già
si palesano i primi sentori della mancata ripartenza dell’industria delle costruzioni che si manifestano, per il
Una dinamica simile si rileva per le consegne interne di cemento che in cinque anni passano da 24,4 milioni di tonnellate nel 2012 a 16,5 milioni nel 2016, con una perdita corrispondente al -32,6%.
Restano sostanzialmente stazionari i principali driver del mercato del
calcestruzzo preconfezionato, ovvero la nuova edilizia abitativa e le costruzioni non residenziali. In particolare nel 2016 gli investimenti in nuove abitazioni hanno subito una riduzione del -3,4% rispetto al 2015 mentre gli investimenti in costruzioni non residenziali privati e pubblici un lieve aumento dello 0,6%.
1.1.1 L’analisi per trimestri
Fonte: Elaborazioni Atecap su dati Istat, MiSE e Aitec
TABELLA 1.2 PRODUZIONE DI CALCESTRUZZO PER RIPARTIZIONE TERRITORIALE E TRIMESTRI (m3)
Piemonte e Liguria
Lombardia
Veneto
Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige
Emilia Romagna
TOTALE SETTENTRIONE
Umbria e Marche
Lazio e Toscana
TOTALE CENTRO
Abruzzo e Molise
Campania
Puglia
Calabria e Basilicata
TOTALE MERIDIONE
Sardegna
Sicilia
TOTALE ISOLE
Totale complessivo
353.684
980.851
450.560
106.243
442.346
2.333.685
363.193
534.787
897.980
204.993
309.197
290.012
442.425
1.246.626
149.214
381.123
530.336
5.008.628
445.565
1.202.165
622.355
146.886
503.913
2.920.884
464.951
645.989
1.110.940
284.599
380.304
344.876
498.237
1.508.016
171.047
472.332
643.378
6.183.218
444.392
1.318.515
636.151
147.509
481.405
3.027.971
511.205
661.424
1.172.629
237.308
378.512
300.739
472.104
1.388.664
153.783
426.874
580.657
6.169.921
407.382
1.235.485
602.570
139.294
451.772
2.836.504
473.598
606.747
1.080.345
228.850
387.053
322.008
462.811
1.400.722
161.529
416.012
5.970.462
I trim 2016 II trim 2016 III trim 2016 IV trim 2016
1 15
ATECAP RAPPORTO 2017
calcestruzzo preconfezionato, con volumi in contrazione rispetto al trimestre precedente.
Il primo trimestre dell’anno marca, infatti, un -19,6% nella produzione di calcestruzzo preconfezionato rispetto al trimestre precedente confermando anche a livello tendenziale il trend di contrazione della produzione che registra una flessione di -16,5% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente.
In termini di volumi nel primo trimestre del 2016 si è prodotto 1.000.000 di metri cubi in meno rispetto ai primi tre
mesi del 2015 e va sottolineato che tali valori sono fortemente condizionati dai significativi segni negativi evidenziati nel mese di gennaio 2016.
A livello territoriale la contrazione dei volumi rispetto al trimestre precedente interessa tutte le macro aree di riferimento mentre la contrazione della produzione a livello tendenziale è meno evidente nelle regioni meridionali.
Nonostante le previsioni per l’industria delle costruzioni convergano sul fatto che il 2016 possa rappresentare l’anno di svolta per il comparto, ancora non si
Fonte: Elaborazioni Atecap su dati Istat, MiSE e Aitec
TABELLA 1.3 PRODUZIONE DI CALCESTRUZZO PER RIPARTIZIONE TERRITORIALE E TRIMESTRI (∆% mese -1)
Piemonte e Liguria
Lombardia
Veneto
Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige
Emilia Romagna
TOTALE SETTENTRIONE
Umbria e Marche
Lazio e Toscana
TOTALE CENTRO
Abruzzo e Molise
Campania
Puglia
Calabria e Basilicata
TOTALE MERIDIONE
Sardegna
Sicilia
TOTALE ISOLE
Totale complessivo
I trim 2016-18,6
-14,7
-18,7
-43,6
-19,0
-18,8
-24,6
-19,1
-21,5
-12,7
-27,4
-22,7
-21,1
-21,9
-16,4
-12,5
-13,7
-19,6
II trim 201626,0
22,6
38,1
38,3
13,9
25,2
28,0
20,8
23,7
38,8
23,0
18,9
12,6
21,0
14,6
23,9
21,3
23,5
III trim 2016-0,3
9,7
2,2
0,4
-4,5
3,7
9,9
2,4
5,6
-16,6
-0,5
-12,8
-5,2
-7,9
-10,1
-9,6
-9,7
-0,2
IV trim 2016-8,3
-6,3
-5,3
-5,6
-6,2
-6,3
-7,4
-8,3
-7,9
-3,6
2,3
7,1
-2,0
0,9
5,0
-2,5
-0,5
-3,2
16
ATECAP RAPPORTO 2017
avvertono segnali di interruzione del trend negativo in atto da anni.
L’inversione di tendenza dovrebbe comunque essere guidata dal prolungamento della crescita del comparto della riqualificazione del patrimonio abitativo, dal cambio di segno nelle opere pubbliche, dopo un decennio di forti cali, e da un’attenuazione della caduta dei livelli produttivi nella nuova edilizia abitativa e nel non residenziale privato.
Il secondo trimestre del 2016 segna un recupero dei volumi, +23,5%, rispetto al
trimestre precedente caratterizzato da un fortissimo rallentamento della produzione di calcestruzzo preconfezionato.
In termini di volumi nel secondo trimestre si è prodotto circa 1.000.000 di metri cubi in più rispetto ai primi tre mesi dell’anno, ma nonostante ciò a livello tendenziale non trovano conferma le prospettive di interruzione del calo produttivo in atto da anni.
A livello territoriale il recupero dei volumi rispetto al trimestre precedente è pressoché omogeneo per tutte le macro aree di riferimento mentre a livello
Fonte: Elaborazioni Atecap su dati Istat, MiSE e Aitec
TABELLA 1.4 PRODUZIONE DI CALCESTRUZZO PER RIPARTIZIONE TERRITORIALE E TRIMESTRI (∆% anno -1)
Piemonte e Liguria
Lombardia
Veneto
Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige
Emilia Romagna
TOTALE SETTENTRIONE
Umbria e Marche
Lazio e Toscana
TOTALE CENTRO
Abruzzo e Molise
Campania
Puglia
Calabria e Basilicata
TOTALE MERIDIONE
Sardegna
Sicilia
TOTALE ISOLE
Totale complessivo
I trim 2016-22,2
-23,0
-24,5
-34,3
-10,3
-21,7
-25,5
-18,3
-21,4
6,9
-16,5
-8,0
-5,0
-7,2
-5,9
2,3
-0,2
-16,5
II trim 2016-15,5
-10,5
-10,4
-19,3
-11,4
-11,9
-18,6
-14,8
-16,4
7,1
-13,6
-2,5
-16,3
-8,9
-4,1
-1,7
-2,4
-11,1
III trim 20162,0
21,7
8,7
-9,5
-5,4
9,0
6,4
1,8
3,8
-11,2
-7,6
-8,7
-10,3
-9,4
-0,4
-2,6
-2,1
2,3
IV trim 2016-6,2
7,5
8,7
-26,0
-17,3
-1,3
-1,7
-8,3
-5,5
-2,6
-9,2
-14,1
-17,5
-12,3
-9,5
-4,5
-6,0
-4,1
1 17
ATECAP RAPPORTO 2017
tendenziale la contrazione dei volumi in atto continua ad essere meno marcata nelle regioni meridionali e nelle isole.
L’aumento dei bandi di gara registrato negli ultimi mesi del 2015 aveva indotto anche l’Atecap a considerare un’inversione di tendenza nel trend negativo della produzione per il 2016, stimando che l’effetto positivo dovuto all’aggiudicazione e alla cantierabilità dei lavori si sarebbe comunque sprigionato nella seconda parte dell’anno.
Così non è avvenuto a causa di una nuova fase di immobilismo da parte delle stazioni appaltanti, che nell’attesa che si definisca il corpo normativo relativo al nuovo Codice semplicemente preferiscono attendere.
Ciò è confermato anche dalla ripresa del portafoglio ordini di molte aziende che però non si trasforma in “produzione” a causa dei blocchi e dei ritardi nella cantierabilità delle opere a cui fornire calcestruzzo.
A questa fase di immobilismo si aggiungono poi le osservazioni dell’Istat che evidenziano come l’economia italiana continui a crescere con un ritmo moderato, caratterizzato dal consolidamento del contributo positivo della domanda interna alla crescita del Pil.
Il terzo trimestre del 2016 chiude di fatto registrando gli stessi volumi del trimestre precedente, che già scontava un evidente rallentamento della produzione di calcestruzzo preconfezionato.
Il dato complessivo è di -0,2% rispetto al
trimestre precedente e di +2,3% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno.
A livello territoriale vanno peggio le regioni meridionali e le isole mentre tiene il recupero dei volumi nelle regioni centrali e settentrionali, seppur difformemente a livello territoriale.
Il quarto trimestre del 2016, periodo dell’anno che sconta maggiormente gli effetti delle dinamiche stagionali riferite alla produzione di calcestruzzo preconfezionato, si chiude con un -4,5% rispetto al trimestre precedente e con un -5,3% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno.
Viene confermato così a livello tendenziale lo scenario di contrazione dei volumi, seppur con un rallentamento del trend.
Sul piano territoriale si registra una sostanziale stazionarietà sia a livello congiunturale che tendenziale per le regioni del nord est (rispettivamente -5,6% e -6,4%) e in quelle del centro e Sardegna (rispettivamente -6,9% e -6,0%).
Tengono i volumi nelle regioni meridionali e in Sicilia rispetto al trimestre precedente (+0,1), mentre è più marcata la contrazione in quelle del nord ovest (-6,8%), situazione che a livello tendenziale si inverte (-11,1% per le regioni meridionali e in Sicilia e +4% per le regioni del nord ovest).
18
ATECAP RAPPORTO 2017
Prendendo invece in considerazione il periodo che va dal 2012 al 2016 la drastica contrazione dei livelli produttivi ha interessato in percentuale pressoché eguale tutte le regioni italiane.
In cinque anni l’Italia del calcestruzzo si è pressochè dimezzata, prendendo in considerazione dieci anni invece che cinque la percentuale di contrazione dei volumi è di quasi il 70%.
1.1.2. L’analisi per aggregazioni territoriali
GRAFICO 1.4 L’ITALIA DEL CALCESTRUZZO PRECONFEZIONATO NEL 2012 E NEL 2016
2012 2016
Fonte: Elaborazioni Atecap su dati Istat, MiSE e Aitec
Settentrione-43,2%
Centro-43,2%
Meridione-39,2%
Isole-35,9%
1 19
ATECAP RAPPORTO 2017
TABELLA 1.5 PRODUZIONE CALCESTRUZZO PRECONFEZIONATO PER MACROAREE (m3)
Fonte: Elaborazioni Atecap su dati Istat, MiSE e Aitec
SETTENTRIONEPiemonte e Liguria
Lombardia
Veneto
F.V.Giulia e T.A.Adige
Emilia Romagna
TOTALE% anno -1
CENTROUmbria e Marche
Lazio e Toscana
TOTALE% anno -1
MERIDIONEAbruzzo e Molise
Campania
Puglia
Calabria e Basilicata
TOTALE% anno -1
ISOLESardegna
Sicilia
TOTALE% anno -1
TOTALE COMPLESSIVO
% 2016-2012
-46,4%
-34,3%
-50,2%
-67,3%
-37,2%
-43,2%
-44,3%
-42,3%
-43,2%
-46,6%
-29,4%
-44,9%
-37,1%
-39,2%
-38,5%
-34,8%
-35,9%
-41,6%
% anno -1
2012
3.082.181
7.207.377
4.641.768
1.653.354
2.992.439
19.577.119-21,7%
3.253.041
4.245.898
7.498.939-30,4%
1.790.097
2.060.462
2.280.817
2.981.410
9.112.786-26,1%
1.032.980
2.603.420
3.636.400-19,3%
39.825.244-24,3%
2013
2.377.114
6.211.157
3.564.975
1.269.119
2.362.237
15.784.603-19,4%
2.650.859
3.240.845
5.891.704-21,4%
1.356.760
1.708.523
1.847.117
2.299.654
7.212.054-20,9%
757.532
2.014.843
2.772.375-23,8%
31.660.736-20,5%
2014
2.060.795
5.698.606
2.885.837
983.026
2.181.604
13.809.869-12,5%
2.323.902
2.893.012
5.216.914-11,5%
1.075.012
1.642.003
1.441.302
2.225.081
6.383.398-11,5%
691.318
1.933.522
2.624.840-5,3%
28.035.021-11,5%
2015
1.852.354
4.850.284
2.431.448
694.810
2.117.045
11.945.942-13,5%
2.021.323
2.723.673
4.744.995-9,0%
959.698
1.646.283
1.373.422
2.148.475
6.127.878-4,0%
669.799
1.727.392
2.397.191-8,7%
25.216.006-10,1%
2016
1.651.023
4.737.016
2.311.637
539.932
1.879.436
11.119.044-6,9%
1.812.947
2.448.947
4.261.894-10,2%
955.751
1.455.066
1.257.635
1.875.577
5.544.029-9,5%
635.572
1.696.340
2.331.912-2,7%
23.256.878-7,8%
20
ATECAP RAPPORTO 2017
GRAFICO 1.5 SETTENTRIONE - PRODUZIONE CALCESTRUZZO PRECONFEZIONATO NEL 2016
Fonte: Elaborazioni Atecap su dati Istat, MiSE e Aitec
AGOST
O
SETT
EMBRE
OTTOBRE
NOVEMBRE
DICEM
BRE
FEBBRAI
O
MARZO
APRIL
E
MAGGIO
GIUGNO
LUGLI
O
GENNAI
O
1.200.000 m3
1.000.000 m3
800.000 m3
600.000 m3
400.000 m3
200.000 m3
0
1.400.000 m3
TABELLA 1.6 SETTENTRIONE - PRODUZIONE CALCESTRUZZO PRECONFEZIONATO NEL 2016 (m3)
Fonte: Elaborazioni Atecap su dati Istat, MiSE e Aitec
gen-16 feb-16 mar-16 apr-16 mag-16 giu-16 lug-16 ago-16 set-16 ott-16 nov-16 dic-16
Piemonte e Liguria 93.959 116.636 143.089 138.981 147.409 159.174 174.312 113.123 156.957 164.755 122.309 120.319
Lombardia 264.193 335.210 381.449 397.793 387.167 417.205 508.071 321.919 488.524 455.534 417.216 362.734
Veneto 104.584 156.684 189.292 207.459 204.261 210.635 236.942 172.060 227.150 221.261 208.347 172.962
F.V.Giulia e T.A.Adige 24.629 38.641 42.973 45.890 47.581 53.415 58.864 35.488 53.157 53.832 46.283 39.180
Emilia Romagna 116.566 152.802 172.978 181.363 163.073 159.477 184.479 134.421 162.504 161.760 151.716 138.297
1 21
ATECAP RAPPORTO 2017
GRAFICO 1.6 CENTRO - PRODUZIONE CALCESTRUZZO PRECONFEZIONATO NEL 2016
Fonte: Elaborazioni Atecap su dati Istat, MiSE e Aitec
AGOST
O
SETT
EMBRE
OTTOBRE
NOVEMBRE
DICEM
BRE
FEBBRAI
O
MARZO
APRIL
E
MAGGIO
GIUGNO
LUGLI
O
GENNAI
O
1.200.000 m3
1.000.000 m3
800.000 m3
600.000 m3
400.000 m3
200.000 m3
0
1.400.000 m3
TABELLA 1.7 CENTRO - PRODUZIONE CALCESTRUZZO PRECONFEZIONATO NEL 2016 (m3)
Fonte: Elaborazioni Atecap su dati Istat, MiSE e Aitec
Umbria e Marche
Lazio e Toscana
gen-16
106.802
148.677
feb-16
127.215
181.298
mar-16
129.176
204.812
apr-16
150.091
215.962
mag-16
154.266
209.098
giu-16
160.594
220.930
lug-16
198.680
248.301
ago-16
132.559
176.552
set-16
179.966
236.571
ott-16
166.741
219.205
nov-16
161.314
203.925
dic-16
145.544
183.617
22
ATECAP RAPPORTO 2017
GRAFICO 1.7 MERIDIONE - PRODUZIONE CALCESTRUZZO PRECONFEZIONATO NEL 2016
Fonte: Elaborazioni Atecap su dati Istat, MiSE e Aitec
AGOST
O
SETT
EMBRE
OTTOBRE
NOVEMBRE
DICEM
BRE
FEBBRAI
O
MARZO
APRIL
E
MAGGIO
GIUGNO
LUGLI
O
GENNAI
O
1.200.000 m3
1.000.000 m3
800.000 m3
600.000 m3
400.000 m3
200.000 m3
0
1.400.000 m3
Fonte: Elaborazioni Atecap su dati Istat, MiSE e Aitec
TABELLA 1.8 MERIDIONE - PRODUZIONE CALCESTRUZZO PRECONFEZIONATO NEL 2016 (m3)
Abruzzo e Molise
Campania
Puglia
Calabria e Basilicata
gen-16
53.943
95.297
85.483
135.279
feb-16
76.627
110.557
111.691
154.873
mar-16
74.423
103.343
92.838
152.272
apr-16
91.679
121.216
125.059
169.141
mag-16
98.772
123.664
107.815
152.963
giu-16
94.147
135.424
112.002
176.134
lug-16
93.847
145.582
114.898
171.776
ago-16
60.719
99.753
80.548
128.778
set-16
82.742
133.178
105.294
171.551
ott-16
78.007
133.498
112.288
165.761
nov-16
85.382
127.755
110.129
153.801
dic-16
65.462
125.800
99.591
143.248
1 23
ATECAP RAPPORTO 2017
GRAFICO 1.8 ISOLE - PRODUZIONE CALCESTRUZZO PRECONFEZIONATO NEL 2016
Fonte: Elaborazioni Atecap su dati Istat, MiSE e Aitec
AGOST
O
SETT
EMBRE
OTTOBRE
NOVEMBRE
DICEM
BRE
FEBBRAI
O
MARZO
APRIL
E
MAGGIO
GIUGNO
LUGLI
O
GENNAI
O
1.200.000 m3
1.000.000 m3
800.000 m3
600.000 m3
400.000 m3
200.000 m3
0
1.400.000 m3
Fonte: Elaborazioni Atecap su dati Istat, MiSE e Aitec
TABELLA 1.9 ISOLE - PRODUZIONE CALCESTRUZZO PRECONFEZIONATO NEL 2016 (m3)
Sardegna
Sicilia
gen-16
44.376
113.557
feb-16
50.998
133.138
mar-16
53.840
134.428
apr-16
61.327
150.679
mag-16
52.506
154.877
giu-16
57.214
166.775
lug-16
53.603
155.392
ago-16
36.379
112.236
set-16
63.800
159.246
ott-16
57.786
154.861
nov-16
58.295
134.818
dic-16
45.449
126.333
24
ATECAP RAPPORTO 2017
1.2. La produzione nell’area europea
La comparsa del calcestruzzo armato in Italia è contemporanea al fenomeno di espansione industriale, negli ultimi anni dell’Ottocento, infatti, il mercato inizia a richiedere nuovi stabilimenti di una certa dimensione.
In Francia il calcestruzzo si era affermato nell’ultimo quinquennio dell’Ottocento con manufatti di edilizia industriale e di servizio, mentre gli impieghi in edilizia
abitativa avvennero in epoca più tarda. Inizialmente la diffusione di questo nuovo modo di costruire era legata alle sue principali caratteristiche, e cioè il buon comportamento in presenza del fuoco, importante soprattutto per gli edifici destinati ad impieghi nel terziario e nell’industria, più soggetti ad incendio per il tipo di attività in essi svolto e per il materiale immagazzinato.
GRAFICO 1.9 PRODUZIONE CALCESTRUZZO PRECONFEZIONATO EUROPEI NEL 2015 (m3x106)
Fonte: Ermco
0 20 40 60 80 100 120
Slovacchia
Irlanda
Danimarca
Finlandia
Portogallo
Svezia
Norvegia
Olanda
Repubblica Ceca
Austria
Svizzera
Belgio
Spagna
Polonia
Regno Unito
Italia
Francia
Germania
Turchia
1 25
ATECAP RAPPORTO 2017
Il calcestruzzo fu apprezzato in Italia anche per altri indubbi vantaggi tra cui la monoliticità del manufatto e quindi anche la sua sicurezza statica globale, la possibilità di realizzare conformazioni anche complesse, la notevole resistenza all’umidità, utile specialmente per le fondazioni, l’igienicità del manufatto ed una presunta economicità, quantomeno per certe tipologie di opere.
Inoltre questa nuova tecnica presentava dei vantaggi di semplificazione esecutiva rispetto alla costruzione tradizionale, parcellizzando il lavoro fra preparatori dei ferri, carpentieri che allestivano i casseri, manovali che impastavano
cemento, acqua ed inerti e trasportavano il conglomerato nelle casseforme.
Tali lavori potevano procedere in parallelo, mentre nell’edilizia in muratura, con la costruzione tradizionale, tutto il lavoro era legato al mastro muratore che, con il garzone, procedeva ad alzare i corsi di mattoni e a costruire le volte, mentre i carpentieri allestivano gli impalcati.
In Italia vi era inoltre l’ulteriore problema della carenza di ferro che determinava per la costruzione in carpenteria metallica, lanciata negli Stati Uniti e sviluppata anche in Europa da Eiffel ed altri, costi elevati.
TABELLA 1.10 PRODUZIONE DI CALCESTRUZZO E PROCAPITE PAESI AREA EURO
Produzione (m3 x106 ) Popolazione (106 ) Produzione procapite m3
Fonte: Ermco
2013 2014 2015 2013 2014 2015 2013 2014 2015Austria 10,5 10,0 10,5 8,5 8,5 8,6 1,2 1,2 1,2Belgio 13,0 12,3 12,3 11,2 11,2 11,3 1,1 1,1 1,1Danimarca 2,3 2,3 2,5 5,6 5,6 5,7 0,4 0,4 0,4Finlandia 2,7 2,6 2,6 5,4 5,5 5,5 0,5 0,5 0,5Francia 38,6 36,4 34,8 65,6 65,8 66,4 0,6 0,6 0,5Germania 45,6 46,8 46,0 80,5 80,8 81,2 0,6 0,6 0,6Irlanda 2,1 2,4 2,4 4,6 4,6 4,6 0,5 0,5 0,5Italia 31,7 28,0 25,3 59,7 60,8 60,8 0,5 0,5 0,4Norvegia 3,8 3,8 3,7 5,1 5,1 5,2 0,7 0,7 0,7Olanda 6,6 6,5 6,3 16,8 16,8 16,9 0,4 0,4 0,4Polonia 18,0 19,2 19,8 38,1 38,0 38,0 0,5 0,5 0,5Portogallo 2,7 2,8 2,8 10,5 10,4 10,4 0,3 0,3 0,3Regno Unito 19,6 22,7 23,7 63,9 64,3 64,9 0,3 0,4 0,4Repubblica Ceca 6,5 6,5 6,5 10,5 10,5 10,5 0,6 0,6 0,6Slovacchia 1,7 1,6 1,9 5,4 5,4 5,4 0,3 0,3 0,4Spagna 16,3 15,9 16,3 46,7 46,5 46,4 0,3 0,3 0,4Svezia 3,3 3,3 3,3 9,6 9,6 9,7 0,0 0,0 0,0Svizzera 12,0 12,0 12,0 8,0 8,1 8,2 1,5 1,5 1,5Turchia 102,0 107,0 107,0 75,6 76,7 77,7 1,3 1,4 1,4Totale/Media 339,0 342,1 339,5 531,3 534,2 537,4 0,6 0,6 0,6
26
ATECAP RAPPORTO 2017
Per tutte queste ragioni l’Italia ha una tradizione costruttiva fortemente basata sul calcestruzzo che si è andata consolidando nel secolo scorso e nonostante la considerevole contrazione del mercato l’Italia rappresenta ancora un player importante nel panorama europeo.
Considerando i primi cinque Paesi dell’area Europa in termini di produzione di calcestruzzo preconfezionato, nel 2015, rispetto al 2014, non si sono registrati particolari variazioni nei volumi prodotti, ad eccezione dell’Italia.
Anche in Turchia, dove da anni si assisteva ad un crescente rilievo del calcestruzzo nello sviluppo infrastrutturale
del Paese, nel 2015 sembra essersi raggiunto il punto di massima espansione. Ciò non toglie però il primato alla Turchia di primo Paese dell’area Europa in termini di produzione di calcestruzzo.
Relativamente all’Unione Europea l’Italia è il terzo produttore di calcestruzzo preconfezionato, dopo Germania e Francia.
Dall’analisi delle dinamiche relative alla produzione procapite di calcestruzzo emerge come la tendenza nel nostro paese sia oramai sostanzialmente allineata ai livelli medi procapite europei.
GRAFICO 1.10 PRODUZIONE DI CALCESTRUZZO PROCAPITE (m3 per abitante)
Fonte: Elaborazioni Atecap su dati Ermco ed Eurostat
-
0,2
0,4
0,6
0,8
1,0
1,2
1,4
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015
Media europea
Germania
Francia
Italia
Media europea
1 27
ATECAP RAPPORTO 2017
1.3. Le prospettive per il 2017
La ripresa dell’economia italiana continua ad essere però fragile e di intensità contenuta: alla data di stesura del presente rapporto il 2016 si chiuderà, secondo l’Istat, con un aumento del Pil dello 0,8% in termini reali, cui seguirebbe una crescita dello 0,9% nel 2017.
Il contributo alla crescita deriva ancora dalla domanda interna che vede il consolidarsi della ripresa dei consumi ma anche un miglioramento nel processo di accumulazione del capitale, supportata dal miglioramento delle aspettative sull’evoluzione della domanda, da condizioni favorevoli sul mercato del credito e dalle misure di politica fiscale a sostegno degli investimenti.
Relativamente alla domanda estera netta, si rileva un andamento negativo, con tassi di crescita delle esportazioni inferiori a quelli registrati per le importazioni.
Per alcuni analisti non ci saranno sviluppi positivi per l’Italia almeno fino al 2019, prevedendo nei prossimi anni una crescita ridotta a causa di un drastico ridimensionamento dell’espansione della domanda interna e una modesta accelerazione dell’export, con una conseguente deviazione rilevante dagli obiettivi del governo di deficit/PIL che si traduce in un aumento del debito.
Con riferimento al mercato delle costruzioni, emerge un quadro ancora incerto e non sembrano sussistere le condizioni per un’effettiva ripartenza, come conferma anche l’indeterminatezza
che sembra permanere anche tra gli analisti di settore.
Il 2016 è stato l’anno delle occasioni mancate, alcune importanti misure della legge di stabilità per il 2016 non hanno, infatti, prodotto i risultati attesi, anche a causa della brusca frenata del settore dei lavori pubblici sul quale ha in parte inciso lo “shock da innovazione” e la conseguente incertezza derivante dall’applicazione delle nuove regole legate all’entrata in vigore del nuovo codice degli appalti, avvenuta il 19 aprile 2016.
La stima formulata dall’Ance per il 2016 è di un lieve aumento degli investimenti in costruzioni dello 0,3% in termini reali, +0,2% in valore, depurando il dato dagli investimenti in manutenzione straordinaria, che coinvolgono poco il comparto del calcestruzzo preconfezionato, per il 2016 la previsione si attesta su -0,3%.
L’indice Istat della produzione nelle costruzioni, evidenzia, nei primi dieci mesi del 2016, un lieve calo dello 0,2% nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente; l’analisi mensile dei dati rileva, dopo un inizio di anno positivo, un andamento di riduzione nei mesi successivi, intervallato dalle sole variazioni tendenziali positive di aprile e di agosto.
Per l’Ance il 2017 potrebbe rappresentare l’anno di ripresa per il settore, la stima è infatti di un aumento dello 0,8% in termini reali, +1,8% in termini nominali, degli investimenti in costruzioni; anche
28
ATECAP RAPPORTO 2017
in questo caso al netto della componente riferita alla manutenzione straordinaria la previsione per il 2017 è +0,48%.
L’analisi tiene conto dell’impatto sui livelli produttivi delle misure
contenute nella Legge di Bilancio 2017 finalizzate al rilancio degli investimenti infrastrutturali ed al rafforzamento degli incentivi fiscali esistenti, con particolare attenzione agli interventi di messa in sicurezza sismica e di efficientamento
GRAFICO 1.11 PREVISIONI 2017
Fonte: Elaborazioni Atecap su dati Aitec, Ance, Cresme, Istat e Prometeia
+0,8
-1,3
-3,0
+0,9
-2,1
-4,0
-10,1
+0,8
+0,3
-0,3
+2,2
+0,9
-5,3
-7,8
+0,9
+0,8
+0,5
+2,6
+0,3
-3,0
-3,0
Prodotto Interno Lordo(valori 2015)
Ance - Investimenti in costruzioni (valori 2015)
∆%-1
Ance - Investimenti in nuove abitazioni e costruzioni non residenziali (valori 2015)
Cresme - Investimenti in nuove costruzioni
(valori 2015)
Prometeia - Investimenti residenziale nuovo, non
residenziale e genio civile (valori 2015)
Consegne interne di cemento (t)
Produzione di calcestruzzo preconfezionato (m3)
2015 2016 2017
DR
IVER
IN
DU
STR
IA C
ALCE
STR
UZZ
O
1 29
ATECAP RAPPORTO 2017
energetico.
La Legge di Bilancio, infatti, rivolge grande attenzione all’edilizia e prevede misure che, se pienamente attuate, potranno sostenere la ripresa degli investimenti pubblici e privati nei prossimi anni.
Il definitivo superamento del Patto di stabilità interno, accompagnato da misure di rilancio degli investimenti territoriali, l’avvio della ricostruzione delle zone colpite dagli eventi sismici nel Centro Italia ed altre misure di carattere nazionale, come il Fondo per gli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale e industriale del Paese previsto dalla Legge di Bilancio, dovrebbero avere un impatto positivo sull’attività nel settore già a partire dal 2017.
Un ulteriore impulso agli investimenti potrebbe, inoltre, derivare dalla proroga per 5 anni, ovvero 2017-2021, della detrazione Irpef/Ires delle spese sostenute per interventi di messa in sicurezza statica delle abitazioni e degli immobili a destinazione produttiva, situati nelle zone ad alta pericolosità sismica.
La norma prevede un potenziamento della detrazione, sino all’85%, se l’intervento riguarda interi condomini con conseguente riduzione del rischio sismico.
Tuttavia, trattandosi di interventi complessi che potranno essere deliberati e avviati presumibilmente solo dopo l’emanazione del decreto ministeriale che dovrebbe definire, entro febbraio 2017, le linee guida per la classificazione del
rischio sismico delle costruzioni, si stima che nel 2017 gli effetti sugli investimenti siano piuttosto contenuti.
A ciò si aggiunga la conferma della proroga, fino a dicembre 2017, del potenziamento al 50% della detrazione per le ristrutturazioni edilizie e della detrazione del 65% per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici.
Per raggiungere l’obiettivo di ripresa del settore appare fondamentale assicurare la corretta attuazione delle misure previste per garantire una rapida attivazione degli investimenti ed evitare nuovi rallentamenti.
Alla luce di questi elementi, è stato quantificato un investimento aggiuntivo totale di 1.750 milioni di euro, in larga parte concentrato nel comparto di opere pubbliche ed in misura più contenuta nel comparto abitativo, nuovo e recupero, ed in quello non residenziale privato.
In questo scenario, nel dettaglio dei singoli comparti si prevede una crescita dell’1,9% rispetto al 2016 per gli investimenti in opere pubbliche, un ulteriore aumento dell’1,4% per gli interventi di manutenzione straordinaria sullo stock abitativo ed un incremento dello 0,3% per gli investimenti in costruzioni non residenziali private.
Di contro, solo gli investimenti in nuove abitazioni continuano a registrare segni negativi, sebbene con tassi di intensità più contenuti rispetto agli anni precedenti: per questo comparto la previsione è di un ulteriore calo dell’1,4% rispetto al 2016.
30
ATECAP RAPPORTO 2017
Volendo connotare il settore utilizzando un piccolo modello di analisi SWOT, ovvero valorizzazione dei punti di forza, contenimento dei punti di debolezza alla luce del quadro di opportunità e rischi provenienti dall’esterno, emerge quanto segue.
In particolare valenza del prodotto perché il calcestruzzo è il materiale da costruzione leader che non solo consente di soddisfare i requisiti di resistenza meccanica, ma anche quelli di estetica, riflessione della luce e isolamento termico e acustico e di sostenibilità.
Affidabilità e sostenibilità perché il calcestruzzo evoca solidità, sicurezza, resistenza e stabilità e le sue caratteristiche oggettive valutate all’interno dell’intero ciclo di vita lo rendono vantaggioso in termini di
sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
Localismo e territorialità perché il calcestruzzo è un materiale da costruzione di provenienza e di produzione locale e questo aspetto contribuisce a rafforzare il legame di una struttura con il territorio e con la natura che la circonda generando vantaggi non solo per la sostenibilità della costruzione ma anche per la crescita economica e il benessere delle comunità locali ove risiedono gli impianti di produzione.
Struttura produttiva sovradimensionata perché i driver principali dell’industria del calcestruzzo sono le opere pubbliche e le nuove costruzioni di edilizia privata, settori questi entrambi colpiti duramente dalla crisi in atto con il risultato di un
1.4. Aspetti qualitativi del settore in Italia
1.4.1. L’analisi SWOT
Riguardo alla produzione di calcestruzzo, il 2016 si è attestato come il decimo anno consecutivo di contrazione nei volumi, a dimostrazione della mancata crescita dell’economia italiana e soprattutto della scarsità di risorse per il rilancio del settore delle costruzioni.
Sulla base delle considerazioni sopra svolte, la previsione per la produzione di calcestruzzo preconfezionato per il 2017 è di -3%, dunque un ulteriore calo di produzione che non interrompe il trend negativo che si registra ormai
ininterrottamente da dieci anni.
Per l’Atecap si conferma che l’eventuale ripresa dell’economia italiana non coinvolge pienamente il settore delle costruzioni e dunque il comparto del calcestruzzo preconfezionato, rafforzando le analisi condotte per le quali le prospettive di investimento future riguardano più il mercato del recupero, della manutenzione e della riqualificazione piuttosto che interessare gli investimenti in nuove abitazioni e le costruzioni non residenziali.
1 31
ATECAP RAPPORTO 2017
dimezzamento della produzione e una sovrabbondanza di impianti di produzione che, in un settore il cui output non può essere stoccato in magazzino, restano inattivi.
Concorrenza sleale perché rispetto della legalità e qualificazione degli operatori devono rappresentare le basi di un confronto concorrenziale leale mentre
troppo spesso nel mercato si assiste invece a comportamenti e pratiche illecite che danneggiano le imprese serie e corrette.
Poco diffusa cultura del calcestruzzo perché nonostante l’affidabilità del materiale i produttori di calcestruzzo sono associati a un mercato in cui operano imprenditori scorretti e il calcestruzzo,
GRAFICO 1.12 ANALISI SWOT PER IL SETTORE DEL CALCESTRUZZO PRECONFEZIONATO
Fonte: Elaborazione Atecap
VALENZA DEL PRODOTTO
AFFIDABILITA’ E SOSTENIBILITA’
LOCALISMO E TERRITORIALITA’
NUOVE APPLICAZIONI
IMPIEGO DI MATERIALI RIUTILIZZABILI
PUNTI DI FORZA
OPPURTUNITA’
STRUTTURA PRODUTTIVA SOVRADIMENSIONATA
CONCORRENZA SLEALE
POCO DIFFUSA CULTURA DEL CALCESTRUZZO
ILLEGALITÀ
ESPOSIZIONE CREDITIZIA
VARIABILE PREZZO
PUNTI DI DEBOLEZZA
MINACCE
Font
i int
erne
(con
trolla
bili)
Font
i est
erne
(non
con
trolla
bili)
32
ATECAP RAPPORTO 2017
pur essendo il materiale leader alla base della gran parte degli edifici e delle infrastrutture del Paese, non è conosciuto per tutte le sue potenzialità strutturali, estetiche, architettoniche e di sostenibilità.
Sebbene il calcestruzzo sia considerato una sorta di commodity, in realtà il mercato premia le imprese dinamiche che investono nella ricerca e sviluppo di nuove miscele di calcestruzzo, con particolare attenzione all’impiego di materiali riutilizzabili, rispondendo così
ad una domanda sempre più attenta ai livelli qualitativi imposti dalla nuova edilizia e al rispetto dell’ambiente.
In un mercato, come quello del calcestruzzo preconfezionato, caratterizzato da consumi in costante calo, la variabile prezzo sta assumendo sempre maggiore importanza, soprattutto per i calcestruzzi ordinari, sino a portare i players più agguerriti, a compiere trattative commerciali a livelli di prezzi al limite del sottocosto.
1.4.2. Le dinamiche dal mercato
Anche nel 2016 l’Associazione ha potuto registrare segnali dal mercato che, sulla scorta di quanto rilevato nel 2015, è possibile identificare in tre tipi di atteggiamenti.
Mantenimento dei presidi territoriali anche sostenendo perdite. Come noto il calcestruzzo è un materiale da costruzione di provenienza e di produzione locale, non stoccabile e non esportabile, per questo sembra proseguire la tendenza al mantenimento dei presidi territoriali anche sostenendo perdite economiche, che spesso vengono coperte perché la produzione di calcestruzzo è una parte dell’attività d’impresa o perché si fa parte di un gruppo internazionale che registra ricavi fuori dai confini nazionali o in altri comparti aziendali.
Aggregazioni e strategie per il raggiungimento di economie di scala. Nel 2016 la produzione media per impianto
è stimata in circa 11.000 metri cubi l’anno, un valore molto al di sotto della soglia di economicità dell’impianto. Per tale ragione si osservano operazioni di concentrazione di impianti o di acquisizione di aziende non in senso stretto ma in senso lato, ovvero più imprese stipulano contratti o accordi, nel rispetto della legislazione italiana soprattutto in materia di antitrust, atti ad uniformare taluni aspetti della loro gestione mantenendo la propria personalità giuridica.
Ricerca di nuovi spazi di mercato per diverse applicazioni di prodotto. Appare assodato che il mercato delle costruzioni del futuro è un altro mercato e che le aree tradizionali sono in fortissima contrazione. A fronte di ciò possono nascere nuove opportunità, spesso in grado di compensare i cali dei mercati tradizionali, riferiti a nuovi spazi di mercato per nuove
1 33
ATECAP RAPPORTO 2017
applicazioni di prodotto, almeno in Italia, per il calcestruzzo.
Riguardo la struttura produttiva del settore negli ultimi cinque anni, ovvero nell’intervallo tra il 2012 e il 2016, a
fronte di un sostanziale dimezzamento della produzione non corrisponde una proporzionale razionalizzazione dell’offerta in termini di numero di imprese e di impianti di betonaggio operanti sul mercato.
GRAFICO 1.13 PRODUZIONE CALCESTRUZZO, IMPRESE, IMPIANTI, FATTURATO E ADDETTI 2012-2016
Fonte: Elaborazione Atecap ∆%-1
-24,3
-1,0
-1,9
-19,0
-6,9
-22,6
-10,0
-20,5
-1,5
-3,8
-17,8
-2,4
-18,0
-4,3
-11,5
-2,3
-4,7
-7,2
-2,5
-12,3
-1,3
-10,1
-3,8
-7,6
-13,2
-3,9
-12,1
-4,2
-7,8
-4,0
-4,5
-4,5
-0,6
-6,3
-6,9
Produzione calcestruzzo preconfezionato
Imprese calcestruzzo preconfezionato
Impianti di betonaggio
Produzione media per impianto
Impianti medi per impresa
Fatturato complessivo
Addetti
2012 2013 2014 2015 2016
34
ATECAP RAPPORTO 2017
Nel quinquennio in esame si stima infatti una percentuale di riduzione del numero delle imprese di -11,1% e di -19,2%
per gli impianti di betonaggio, ovvero -9,1% in media per ogni impresa, mentre la produzione media per impianto si è
GRAFICO 1.14 IMPIANTI DI BETONAGGIO RAPPRESENTATI DALL’ATECAP NEL 2016
Fonte: Elaborazione Atecap
TABELLA 1.11 IMPRESE, IMPIANTI, PRODUZIONE MEDIA, IMPIANTI MEDI, FATTURATO E ADDETTI
Fonte: Elaborazioni e stime Atecap
Imprese calcestruzzo preconfezionato
Impianti di betonaggio
Produzione media per impianto
Impianti medi per impresa
Fatturato complessivo
Addetti
2012
1.350
2.600
17,5
1,9
3.376
13.661
2013
1.330
2.500
14,4
1,9
2.769
13.072
2014
1.300
2.382
13,4
1,8
2.428
12.900
2015
1.250
2.200
11,6
1,8
2.134
12.358
2016
1.200
2.100
11,0
1,8
2.000
11.500
1 35
ATECAP RAPPORTO 2017
ridotta in coerenza con i volumi produttivi così come il fatturato complessivo.
Con riferimento ai dati occupazionali, nel corso del 2016 le costruzioni continuano ad essere l’unico settore di attività economica a segno negativo, nei primi nove mesi del 2016 gli occupati nelle costruzioni si riducono del 4,9% su base annua, dato in linea con la stima per il comparto del calcestruzzo preconfezionato.
Si conferma in sintesi lo “stato di frustrazione” in cui versa l’industria del
calcestruzzo preconfezionato italiana che continua a esprimere una potenzialità produttiva che non riesce a trovare uno sbocco adeguato per la sua portata.
Infine per quanto riguarda l’indice dei prezzi alla produzione elaborato dall’Istat con base 100 il 2010, si evidenziano le variazioni indicate in tabella e l’andamento riportato nel grafico. In particolare nel 2016 l’Istat registra una riduzione di –1,3% rispetto al 2015.
Considerando invece l’intervallo 2012-2016 la variazione registrata è di -2,5%.
GRAFICO 1.15 INDICE DEI PREZZI ALLA PRODUZIONE 2012-2016 (base 2010=100)
Fonte: Istat
98,0
99,0
100,0
101,0
102,0
103,0
104,0
105,0
106,0
Gen
-201
2 Fe
b-20
12
Mar
-201
2 Ap
r-20
12
Mag
-201
2 G
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Lug-
2012
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Set-
2012
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Mag
-201
3 G
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Lug-
2013
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13
Set-
2013
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Nov
-201
3 D
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ATECAP RAPPORTO 2017
1.5 Aspetti qualitativi del settore nell’area europea
Nell’area europea, nel 2015, 5.550 imprese per quasi 13.000 impianti di betonaggio producono circa 340 milioni di metri cubi. L’Italia continua a detenere il primato per numero di produttori e impianti di betonaggio.
Francia e Germania, paesi anch’essi con una tradizione costruttiva in calcestruzzo, seppur con volumi sensibilmente superiori, hanno una struttura produttiva che vede un numero di imprese compreso tra 500 e 550 per poco più di 1.800 impianti. In Turchia, che, come visto, occupa la prima posizione tra i Paesi dell’area Europa in termini di produzione di calcestruzzo con oltre 100 milioni di
metri cubi, operano circa 620 produttori per un totale di poco più di 1.100 impianti ed una produzione media per impianto di quasi 100.000 metri cubi, oltre quattro volte la media europea che è di circa 23.000 metri cubi.
Nella classifica per produzione media per impianto l’Italia si trova agli ultimi posti ad ulteriore riprova di quello “stato di frustrazione” in cui versa l’industria del calcestruzzo preconfezionato italiana di cui si parlava in precedenza.
Diversa è la situazione in base al numero degli addetti. Nell’area europea il settore del calcestruzzo impiega circa 111.000 persone.
GRAFICO 1.16 NUMERO PRODUTTORI CALCESTRUZZO PRECONFEZIONATO IN EUROPA NEL 2015
Fonte: Ermco0 200 400 600 800 1000 1200 1400
Svezia
Svizzera
Olanda
Danimarca
Repubblica Ceca
Portogallo
Irlanda
Finlandia
Norvegia
Austria
Slovacchia
Belgio
Regno Unito
Francia
Polonia
Germania
Turchia
Spagna
Italia
1 37
ATECAP RAPPORTO 2017
GRAFICO 1.17 NUMERO IMPIANTI DI BETONAGGIO IN EUROPA NEL 2015
Fonte: Ermco0 500 1000 1500 2000 2500
Svezia
Svizzera
Danimarca
Olanda
Irlanda
Finlandia
Norvegia
Portogallo
Slovacchia
Austria
Belgio
Repubblica Ceca
Polonia
Regno Unito
Turchia
Spagna
Francia
Germania
Italia
GRAFICO 1.18 PRODUZIONE MEDIA PER IMPIANTO IN EUROPA NEL 2015
Fonte: Ermco
0 20 40 60 80 100 120
Slovacchia
Spagna
Italia
Irlanda
Portogallo
Finlandia
Repubblica Ceca
Norvegia
Francia
Polonia
Regno Unito
Germania
Danimarca
Olanda
Austria
Belgio
Turchia
38
ATECAP RAPPORTO 2017
GRAFICO 1.19 NUMERO DI ADDETTI IN EUROPA NEL 2015
Fonte: Ermco0 5000 10000 15000 20000 25000 30000 35000
Svezia
Svizzera
Slovacchia
Danimarca
Finlandia
Olanda
Portogallo
Norvegia
Repubblica Ceca
Austria
Irlanda
Belgio
Spagna
Regno Unito
Italia
Polonia
Francia
Germania
Turchia
GRAFICO 1.20 NUMERO DI AUTOBETONIERE IN EUROPA NEL 2015
Fonte: Ermco0 2000 4000 6000 8000 10000 12000 14000
Slovacchia
Danimarca
Repubblica Ceca
Finlandia
Irlanda
Portogallo
Olanda
Norvegia
Belgio
Austria
Regno Unito
Polonia
Spagna
Francia
Italia
Germania
Turchia
1 39
ATECAP RAPPORTO 2017
GRAFICO 1.22 METODOLOGIA DI CONSEGNA IN EUROPA NEL 2015
Fonte: Ermco
Mezzi proprietari
Padroncini
Ritiro da parte del cliente
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
Turchia
Spagna
Slovacchia
Repubblica Ceca
Regno Unito
Portogallo
Polonia
Olanda
Norvegia
Italia
Irlanda
Germania
Francia
Finlandia
Danimarca
Belgio
Austria
GRAFICO 1.21 NUMERO DI BETONPOMPE IN EUROPA NEL 2015
Fonte: Ermco0 500 1000 1500 2000 2500 3000 3500 4000
Slovacchia
Danimarca
Olanda
Portogallo
Repubblica Ceca
Belgio
Finlandia
Norvegia
Austria
Polonia
Germania
Francia
Italia
Turchia
2. LA FILIERA DEL CEMENTO E DEL CALCESTRUZZO (a cura di FEDERBETON)
ATECAP
ATECAP RAPPORTO 2017
432
2.1 La filiera Federbeton
Pur in presenza di numerosi segnali positivi per l’economia italiana e di un generale miglioramento del clima di fiducia delle imprese manifatturiere, le prospettive per il settore delle costruzioni permangono incerte.
La stima formulata dall’Ance per l’anno in corso indica un lieve aumento degli
investimenti in costruzioni dello 0,3%.
Tale stima, peraltro, tiene conto del diverso andamento delle principali variabili settoriali, alcune in crescita, altre in contrazione.
Tra quest’ultime figura la filiera rappresentata da Federbeton.
TABELLA 2.1 LA FILIERA FEDERBETON (milioni €)
Fonte: elaborazioni Federbeton su dati Istat
% 2011/2016
% Federbeton su investimenti in costruzioni
2011
8,3%
2012
7,6%
2013
7,4%
2014
7,6%
2015
7,2%
2016
-20,3%Numero imprese 34.743 33.227 30.843 29.028 28.354 27.694
-42,7%Fatturato complessivo 19.536 15.697 13.947 13.248 12.241 11.202
-31,7%Valore della produzione 12.934 11.046 10.075 9.695 9.244 8.837
17,6%Valore aggiunto 5.292 4.502 4.205 4.016 3.724 6.225
-28,5%Addetti 116.861 106.512 98.040 90.702 86.973 83.503
17,5%Esportazioni 1.859 2.085 2.290 2.196 2.180 2.183
-34,8%Importazioni 404 311 270 264 261 264
7,0%
44
ATECAP RAPPORTO 2017
Nel 2016 il valore della produzione delle imprese rappresentate è diminuito del 4,4% rispetto al 2015.
Se si analizzano gli ultimi 5 anni si nota come tale valore sia passato da quasi 13 miliardi di euro a circa 8,8 con una diminuzione superiore al 30%.
Anche in termini di numero di imprese, il bilancio è molto negativo: tra il 2011
ed il 2016, sono uscite dalla filiera più di 7.000 imprese (-20,3%) con una riduzione degli addetti del 28,5%.
Il valore della produzione delle imprese della filiera del cemento e del calcestruzzo sul totale degli investimenti in costruzioni è diminuito nel corso degli ultimi anni, passando sall’8,3% del 2011 al 7% del 2016.
GRAFICO 2.1 CONSEGNE INTERNE DI CEMENTO (t/000)
Fonte: elaborazioni Federbeton su dati MISE
0
5000
10000
15000
20000
25000
30000
35000
40000
45000
50000
198
9
199
0
199
1
199
2
199
3
199
4
199
5
199
6
199
7
199
8
199
9
200
0
200
1
200
2
200
3
200
4
200
5
200
6
200
7
200
8
200
9
201
0
201
1
201
2
201
3
201
4
201
5
201
6
Questa peggiore performance della filiera Federbeton è da imputare ai diversi andamenti del comparto residenziale di nuova costruzione, tradizionale mercato di riferimento per il consumo di cemento e calcestruzzo, e della manutenzione.
Gli investimenti in riqualificazione del patrimonio abitativo, grazie al beneficio degli incentivi statali, confermano, infatti, la loro pluriennale dinamica positiva,
giungendo a rappresentare il 37% del valore degli investimenti in costruzioni.
Tutto ciò si osserva se si analizza l’andamento dei singoli materiali della filiera. Le consegne interne di cemento in Italia, materiale base del comparto, si sono attestate nel 2016 su 17,7 milioni di tonnellate con una diminuzione del 5,5% sul 2015.
ATECAP RAPPORTO 2017
452
TABELLA 2.2 CONSEGNE NAZIONALI DI CEMENTO PER AREA (t/000 e ∆% anno -1)
Fonte: elaborazioni Federbeton su dati Istat
2016Nordovest 4.865 -2,3Nordest 3.608 -7,5Centro+Sardegna 3.732 -7,3Sud+Sicilia 5.532 -5,5Totale Italia 17.737 -5,5
I dati per macro area evidenziano un andamento maggiormente negativo per il Nordest (-7,5%) e per il Centro (-7,3%), una flessione meno marcata per l’area
Nordovest (-2,3%) e un valore in linea con il dato medio nazionale per il Sud e la Sicilia (-5,5%).
TABELLA 2.3 ALTRI MATERIALI DELLA FILIERA FEDERBETON (t/000 e ∆% anno -1)
Fonte: elaborazioni Federbeton su dati Eurostat
Indice di prod. 2010=100 % anno -1Calce e gesso 76,6 -3,6Malte 87 1,2Prefabbricati in calcestruzzo 55,3 5,5
Andamenti altalenanti per gli altri materiali della filiera. Calce e gesso, dopo la contrazione dello scorso anno, confermano il dato negativo anche per il 2016 (-3,6%). Buoni invece i risultati dei prefabbricati (+5,5%) e delle malte
(+1,2%), quest’ultime sulla scorta del trend positivo delle ristrutturazioni edilizie, uno dei pochi comparti a non registrare flessioni in questi anni di crisi delle costruzioni.
TABELLA 2.4 PERMESSI DI COSTRUIRE (m2/000)
Fonte: elaborazioni Federbeton su dati Istat
2016 2016 2015 2016 2016 2015II Trim I Trim IV Trim II Trim I Trim IV Trim
Sup. edilizia residenziale 1.007 881 832 9,10% -1,30% -16,20%
Sup. edilizia non residenziale 1.966 1.560 2.265 -7,50% -9,20% 22,80%
% anno -1Valori
3. IL CONTESTO NAZIONALE DELLE COSTRUZIONI (a cura di ANCE)
ATECAP
ATECAP RAPPORTO 2017
493
3.1 Costruzioni: il 2017 potrebbe essere l’anno della ripresa
La ripresa dell’economia italiana continua ad essere fragile e di intensità contenuta: il 2016 si chiuderà, secondo l’Istat, con un aumento del Pil dello 0,8% in termini reali nel confronto con l’anno precedente.
Per le costruzioni emerge un quadro ancora incerto e non sembrano sussistere le condizioni per un’effettiva ripartenza.
La stima formulata dall’Ance per il 2016
è di un lieve aumento degli investimenti in costruzioni dello 0,3% in termini reali su base annua.
Questo primo lieve dato positivo si riflette in tutti i comparti di attività, ad eccezione della nuova edilizia abitativa, che manifesta ancora un calo del 3,4% rispetto al 2015, anche se di intensità inferiore rispetto agli anni precedenti.
TABELLA 3.1 INVESTIMENTI IN COSTRUZIONI AL NETTO DEI COSTI PER TRASFERIMENTO DI PROPRIETÀ
Fonte: elaborazione Ance su dati Istat
2016 2013 2014 2015(°) 2016(°) 2017(°)
COSTRUZIONI 125.655 -7,5% -5,2% -1,0% 0,3% 0,8%
.abitazioni 66.767 -3,3% -4,2% -1,9% 0,1% 0,6%
- nuove (°) 20.302 -12,4% -14,0% -6,8% -3,4% -1,4%
- manutenzione straordinaria(°) 46.465 2,9% 1,5% 0,5% 1,7% 1,4%
.non residenziali 58.887 -11,7% -6,3% 0,1% 0,6% 1,0%
- private (°) 34.291 -13,4% -7,1% -1,2% 0,8% 0,3%
- pubbliche (°) 24.597 -9,3% -5,1% 1,9% 0,4% 1,9%
(°) Stime Ance
% in quantitàmilioni
Dal 2008, il settore delle costruzioni ha perso il 35% dei livelli produttivi, restituendo l’immagine di un settore profondamente cambiato e di dimensioni molto ridotte.
Al netto del comparto della riqualificazione, unico settore a mostrare una tenuta dei livelli produttivi grazie anche al sostegno degli incentivi fiscali, la contrazione raggiunge il -48,2%.
ATECAP RAPPORTO 2017
50
Con riferimento all’occupazione il settore delle costruzioni, dal quarto trimestre 2008 al terzo trimestre 2016, ha perso quasi 600.000 posti di lavoro, con una flessione in termini percentuali del 30%.
Anche in termini di imprese, il bilancio è molto negativo: tra il 2008 ed il 2014, sono uscite dal settore delle costruzioni oltre 100.000 imprese (-16%).
In un contesto di settore ancora piuttosto incerto sul fronte produttivo,
caratterizzato da alcuni segnali positivi e altri ancora di riduzione, per il mercato immobiliare residenziale prosegue la fase di ripresa iniziata nel 2014.
L’Ance stima per il 2016 circa 520mila abitazioni compravendute, cui corrisponde un tasso di crescita del 17% rispetto all’anno precedente. Tela dinamica dovrebbe proseguire anche nel 2017, portando il numero di compravendite a circa 550mila.
GRAFICO 3.1 COMPRAVENDITE DI UNITA' IMMOBILIARI AD USO ABITATIVO IN ITALIA (.000)
Fonte: Elaborazione Ance su dati Agenzia dell'Entrate
*Previsioni Ance
430 464 464
494 476
519 558
467 503 497 504
483 525
578
642
690 681
762 763
828 858 869
809
684
609 612 598
444
403
418 445
520
550
0
100
200
300
400
500
600
700
800
900
1985
1986
1987
1988
1989
1990
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
*
2017
*
ATECAP RAPPORTO 2017
513
Tra le determinanti alla base dell’andamento positivo del mercato immobiliare, un ruolo di rilievo è da attribuire, oltre che ai bassi tassi di interesse, anche al rinnovato interesse del mondo finanziario verso il settore immobiliare.
Tale fenomeno scaturisce sia dal parziale allentamento delle restrizioni creditizie operato dagli istituti bancari, sia dal nuovo interesse della domanda, alimentato da un fabbisogno compresso ormai da troppo tempo.
TABELLA 3.2 FLUSSO DI NUOVI MUTUI EROGATI PER INVESTIMENTI IN EDILIZIA IN ITALIA (milioni €)
Fonte: elaborazione Ance su dati Banca d'Italia
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2014/2007
2015
I trim. 2016
II trim. 2016
III trim. 2016
Primi 9 mesi 2016/primi 9 mesi 2015
Residenziale
31.427
29.802
24.407
23.458
19.418
16.090
11.212
9.145
8.172
1.747
2.011
1.961
5.719
Non Residenziale
21.091
18.708
16.543
14.668
11.729
7.129
5.586
5.961
9.972
2.144
2.094
1.812
6.050
17,2
-5,2
-18,1
-3,9
-17,2
-17,1
-30,3
-18,4
-70,9
-10,6
-11,1
-4,2
2,5
-4,3
∆% anno -1
4,9
-11,3
-11,6
-11,3
-20,0
-39,2
-21,6
6,7
-71,7
67,3
-21,1
-18,5
3,2
-14,1
∆% anno -1
ATECAP RAPPORTO 2017
52
Secondo i dati di Banca d’Italia, nei primi 9 mesi del 2016, i mutui erogati per l’acquisto di un’abitazione registrano un ulteriore e significativo aumento tendenziale del 26,8%, dopo i significativi incrementi del biennio precedente.
Per quanto riguarda il credito alle imprese, invece, la situazione di difficoltà per il settore è ancora molto elevata.
Nei primi nove mesi del 2016 le erogazioni di nuovi mutui per investimenti
residenziali si sono ulteriormente ridotti del 4,3% su base annua, sintesi di un andamento negativo della prima metà dell’anno e di un lieve aumento nel terzo trimestre, non sufficiente tuttavia a compensare le flessioni dei periodi precedenti.
Tale risultato segue anni di fortissima contrazione: basti pensare che si è passati dai 31,5 miliardi di euro erogati nel 2007 ad appena 8 miliardi erogati nel 2015, con una diminuzione che supera il 70%.
GRAFICO 3.2 BANDI DI GARA PER LAVORI PUBBLICI IN ITALIA 2016 (milioni €)
Fonte: Elaborazione Ance su dati Infoplus
La legge 201 del 22 dicembre 2008 ha elevato da 100.000 euro a 500.000 euro la soglia di importo entro la quale è consentito affidare appalti mediante procedura negoziata senza pubblicazione del bando.Con il dl 70/2011 convertito in legge il 12 luglio 2011 (n.106), tale soglia è stata elevata da 500.000 euro a 1 milione di euro.
∆% 2016/2015 -16,6%
0
5.000
10.000
15.000
20.000
25.000
30.000
35.000
40.000
45.000
2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
ATECAP RAPPORTO 2017
533
Per il comparto non residenziale, invece, dopo il risultato positivo del biennio 2014-2015, che aveva interrotto la significativa contrazione degli anni precedenti (si è passati da 21 miliardi di euro di mutui erogati del 2007 ad appena 5,9 miliardi di euro del 2014), nei primi nove mesi dello scorso anno, si assiste ad una nuova flessione, pari a -14,1% su base annua.
Sul fronte dei lavori pubblici, il
2016 è stato caratterizzato da un ridimensionamento dei bandi di gara pubblicati, dopo la dinamica di crescita del biennio precedente. Su tale cambio di segno ha in parte inciso lo “shock da innovazione” e la conseguente incertezza derivante dall’applicazione delle nuove regole legate all’entrata in vigore del nuovo codice degli appalti, avvenuta il 19 aprile 2016.
Nel 2016 i bandi di gara per lavori hanno
GRAFICO 3.3 BANDI DI GARA PER LAVORI PUBBLICI IN ITALIA PER CLASSI DI IMPORTO NEL 2016 Importo - ∆% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente
Fonte: Elaborazione Ance su dati Infoplus
23,0
-18,8
-31,0
-38,5
-12,7
-15,0
4,1
-4,0 -4,8
-40
-30
-20
-10
0
10
20
30
fino
a 15
0.00
0 eu
ro
150.
001-
500.
000
euro
500.
001-
1.00
0.00
0 eu
ro
1-5
mln
eur
o
5-15
mln
eur
o
15-2
5 m
ln e
uro
25-5
0 m
ln e
uro
50-1
00 m
ln e
uro
oltr
e 10
0 m
ln e
uro
TToottaallee --1166 ,,66%%
ATECAP RAPPORTO 2017
54
registrato una flessione del 2,1% in numero e del 16,6% in valore.
In termini assoluti, si tratta di circa 400 gare in meno, per un minor valore posto in gara di 3,4 miliardi di euro. Tale risultato segue la crescita registrata nel 2015 (pari a +18,4% in numero e +3,1% in valore) e nel 2014 (rispettivamente, +30,5% e +18,8%). Il livello degli importi banditi nel 2016 risulta tra i più bassi degli ultimi anni, paragonabile al biennio 2012-2013.
Tutti i tagli di lavori si riducono in modo rilevante, ad eccezione dei bandi di gara pubblicati di importo fino a 150mila e tra 25 e 50 milioni. Fortemente penalizzati i Comuni (-35% di importo posto in gara) e il Sud (-24,9% in valore), sui quali pesa, oltre che l’effetto innovazione del nuovo codice appalti, anche il lento avvio della programmazione 2014-2020 dei fondi strutturali.
Il 2017 potrebbe rappresentare l’anno della ripresa per il settore delle costruzioni. La previsione dell’Ance è di un aumento dello 0,8% in termini reali (+1,8% in termini nominali) degli investimenti in costruzioni.
L’analisi tiene conto dell’impatto sui livelli produttivi delle misure contenute nella Legge di Bilancio 2017 finalizzate al rilancio degli investimenti infrastrutturali ed al rafforzamento degli incentivi fiscali esistenti, con particolare attenzione agli interventi di messa in sicurezza sismica e di efficientamento energetico.
La Legge di Bilancio prevede misure
che, se pienamente attuate, potranno sostenere la ripresa degli investimenti pubblici e privati nei prossimi anni.
Il definitivo superamento del Patto di stabilità interno, accompagnato da misure di rilancio degli investimenti territoriali, l’avvio della ricostruzione delle zone colpite dagli eventi sismici nel Centro Italia ed altre misure di carattere nazionale, come il Fondo per gli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale e industriale del Paese previsto dalla Legge di Bilancio, dovrebbero avere un impatto positivo sull’attività nel settore già a partire dal 2017.
Un ulteriore impulso agli investimenti potrebbe, inoltre, derivare dalla proroga per 5 anni (2017-2021) della detrazione IRPEF/IRES delle spese sostenute per interventi di messa in sicurezza statica delle abitazioni e degli immobili a destinazione produttiva, situati nelle zone ad alta pericolosità sismica.
La norma prevede un potenziamento della detrazione, sino all’85%, se l’intervento riguarda interi condomini con conseguente riduzione del rischio sismico.
Tuttavia, trattandosi di interventi complessi che potranno essere deliberati e avviati presumibilmente solo dopo l’emanazione del decreto ministeriale che dovrebbe definire, entro febbraio 2017, le linee guida per la classificazione del rischio sismico delle costruzioni, si stima che nel 2017 gli effetti sugli investimenti siano piuttosto contenuti.
A ciò si aggiunga la conferma della
ATECAP RAPPORTO 2017
553
proroga, fino a dicembre 2017, del potenziamento al 50% della detrazione per le ristrutturazioni edilizie e della detrazione del 65% per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici.
Per raggiungere l’obiettivo di ripresa del settore appare fondamentale assicurare la corretta attuazione delle misure previste per garantire una rapida attivazione degli investimenti ed evitare nuovi rallentamenti.
Alla luce di questi elementi, è stato quantificato un investimento aggiuntivo totale di 1.750 milioni di euro, in larga parte concentrato nel comparto di opere pubbliche ed in misura più contenuta nel comparto abitativo (nuovo e recupero) ed
in quello non residenziale privato.
In questo scenario, nel dettaglio dei singoli comparti si prevede una crescita dell’1,9% rispetto al 2016 per gli investimenti in opere pubbliche, un ulteriore aumento dell’1,4% per gli interventi di manutenzione straordinaria sullo stock abitativo ed un incremento dello 0,3% per gli investimenti in costruzioni non residenziali private.
Di contro, solo gli investimenti in nuove abitazioni continuano a registrare segni negativi, sebbene con tassi di intensità più contenuti rispetto agli anni precedenti. Per questo comparto la previsione è di un ulteriore calo dell’1,4% rispetto al 2016.
4. LO SCENARIO EUROPEO
ATECAP
58
ATECAP RAPPORTO 2017
ATECAP RAPPORTO 2017
594
4.1 In Europa non si può ancora parlare di piena ripresa
Così come in Italia, anche per le costruzioni a livello europeo il 2016 sembrava dover essere l’anno della vera svolta, dopo un biennio (2014-2015) di transizione nel quale si cominciava a vedere una lenta ripresa dal lungo periodo di crisi.
Invece, anche se nel complesso si è trattato di un anno positivo, il 2016 ha fatto registrare segni negativi in alcune nazioni (Europa dell’Est, Portogallo e, in minima parte, Regno Unito) e una nuova decrescita nel comparto delle infrastrutture (-1,0%).
-10%
-5%
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
0
50000
100000
150000
200000
250000
300000
350000
stima 2016 (milioni €) Variazione 2013-2016 (%)
GRAFICO 4.1 PRODUZIONE DELLE COSTRUZIONI (TOTALE 2016 E 2017 E ∆% 2013-2016)
previsione 2017 (milioni €)
Fonte: Elaborazioni Atecap su dati Euroconstruct
Fran
cia
Italia
Austria
Repub
blica
Cec
a
Portog
allo
Spag
na
German
ia
Svizz
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Finlan
dia
Belgio
Slova
cchia
Unghe
ria
Polonia
Norveg
ia
Regno
Unit
o
Paesi
Bassi
Svez
ia
Irland
a
60
ATECAP RAPPORTO 2017
TABELLA 4.1 PRODUZIONE DELLE COSTRUZIONI IN EUROPA (milioni di euro a prezzi 2015)
Austria
Belgio
Danimarca
Finlandia
Francia
Germania
Irlanda
Italia
Norvegia
Paesi Bassi
Polonia
Portogallo
Regno Unito
Repubblica Ceca
Slovacchia
Spagna
Svezia
Svizzera
Ungheria
Europa Euroconstruct
2013
34.107
39.746
26.530
29.449
216.582
290.500
10.679
163.752
41.909
61.274
41.313
14.853
197.378
15.539
4.523
83.813
31.065
61.390
8.314
1.372.714
2014
34.071
40.256
27.097
28.849
203.670
295.860
11.754
160.108
42.514
61.564
43.416
14.698
214.441
16.170
4.344
82.412
32.978
63.536
9.006
1.386.747
2015
33.867
40.936
27.460
29.272
199.629
296.895
12.650
161.453
43.262
66.209
45.202
15.216
223.400
17.307
5.148
84.800
34.894
64.831
9.270
1.411.702
2016 (stima)
34.409
42.204
28.050
31.253
204.337
304.298
14.226
164.535
46.171
69.826
44.825
15.067
223.042
15.748
4.868
86.540
37.305
64.900
8.960
1.440.563
2017 (previsione)
34.891
43.161
28.751
31.526
211.627
308.905
15.431
168.192
47.614
72.851
46.723
15.596
222.517
15.245
5.170
89.269
38.316
65.775
9.854
1.471.416
Fonte: Elaborazioni Atecap su dati Euroconstruct
Fra le ragioni di questo scostamento in negativo dalle stime precedenti c’è anche l’effetto Brexit.
La stima di Euroconstruct per la produzione delle costruzioni nel 2016 si attesta, dunque, sul +2,0%.
Partendo da un simile scenario, l’attesa
per gli anni a seguire è di una timida ripresa.
Si prevede, per gli anni dal 2017 al 2019, una crescita variabile dal +2,1 al +2,2%.
Si ricorda che le stime di Euroconstruct si basano su 19 Paesi europei: Austria,
ATECAP RAPPORTO 2017
614
Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Ragno Unito, Repubblica Ceca, Slovacchia, Spagna, Svezia, Svizzera e Ungheria.
Nonostante il mercato delle costruzioni europeo abbia invertito il trend già dal 2014, guardando alle previsioni a medio
termine (2019) non si può parlare di piena ripresa.
Dopo 6 anni di segno positivo la produzione europea delle costruzioni sarà ancora al disotto della media 1995-2015, ben lontano dal valore massimo raggiunto nel 2007.
-4,0
-3,0
-2,0
-1,0
0,0
1,0
2,0
3,0
Italia Europa (Euroconstruct)
GRAFICO 4.2 PRODUZIONE DELLE COSTRUZIONI IN ITALIA E IN EUROPA (∆% anno -1)
Fonte: Elaborazioni Atecap su dati Euroconstruct
2013 2014 2015 2016 2017
62
ATECAP RAPPORTO 2017
Dietro a valori medi non entusiasmanti si nascondono però situazioni per singolo Paese molto diverse fra loro.
Prendendo come riferimento la produzione in costruzioni per ciascun Paese nel ventennio 1995-2015, è possibile individuare gruppi di Paesi con comportamenti omogenei.
L’Italia rientra nel gruppo dei Paesi che nel 2016 si sono attestati su una produzione al di sotto della media degli ultimi 20 anni.
All’interno di questo cluster per alcuni Paesi (Repubblica Ceca e Francia) si prevede una crescita tale da riportarli
nel giro di 3 anni ad una produzione confrontabile con la media 1995-2015.
Così non sarà per l’Italia che, insieme all’Irlanda, al Portogallo e alla Spagna dovrà attendere un periodo più lungo.
Situazione analoga per i Paesi che nel 2016 si sono attestati su una produzione pari alla media del ventennio precedente.
Paesi Bassi, Austria e Ungheria cresceranno fino a raggiungere una produzione maggiore della media mentre Danimarca e Slovacchia registreranno una crescita più lenta.
Germania, Regno Unito e Finlandia si manterranno ai livelli superiori alla
20%
17%
21%
27%
15%
Residenziale nuovo
Non residenziale nuovo
Infrastrutture
Residenziale rinnovo
Non residenziale rinnovo
Fonte: Elaborazioni Atecap su dati Euroconstruct
GRAFICO 4.3 PRODUZIONE DELLE COSTRUZIONI IN EUROPA PER COMPARTI (stima 2016)
ATECAP RAPPORTO 2017
634
media mentre Polonia, Svizzera, Belgio, Norvegia e Svezia hanno visto nel 2016 una produzione mai toccata negli ultimi 20 anni e promettono di crescere ancora.
Se si prende in considerazione un intervallo temporale più breve (2013-2016), i Paesi che hanno registrato la crescita percentuale più alta sono stati Norvegia, Regno Unito, Paesi Bassi e Irlanda (+33,2%).
Se si analizza l’andamento per comparti emerge una distribuzione omogenea pressoché per tutti gli anni della crisi.
Situazione che permane invariata anche nel 2016 con il rinnovo che rappresenta ancora una quota rilevante (42%) del mercato.
Il segmento più importante è, in assoluto, il rinnovo nell’edilizia residenziale (27%).
Anche in Europa, quindi, la situazione non è ancora favorevole alla ripartenza del settore del calcestruzzo preconfezionato per il quale il nuovo e soprattutto le infrastrutture hanno un ruolo di traino fondamentale.
Contenuti, impaginazione e grafica curati da Massimiliano Pescosolido e Michela Pola