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REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA ASSESSORATO DEGLI AFFARI GENERALI, PERSONALE E RIFORMA DELLA REGIONE Direzione generale dell’organizzazione e del personale Concorso pubblico per esami per l’assunzione a tempo indeterminato di 104 unità di personale da impiegare in attività lavorative ascrivibili a quelle dell’Area A – livello retributivo A1 – Agente forestale, bandito con decreto dell’Assessore degli AA.GG. Personale e Riforma della Regione, 6 novembre 2003, n. 1141/P. RACCOLTA QUESITI RELATIVI ALLA PROVA SCRITTA viale Trieste 190 09123 Cagliari - tel +39 070 606 6010 fax +39 070 6066047 - [email protected]

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REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA

ASSESSORATO DEGLI AFFARI GENERALI, PERSONALE E RIFORMA DELLA REGIONE

Direzione generale dell’organizzazione e del personale

Concorso pubblico per esami per l’assunzione a tempo indeterminato di 104 unità di personale da impiegare in attività lavorative ascrivibili a quelle dell’Area A – livello retributivo A1 – Agente forestale, bandito con decreto dell’Assessore degli AA.GG. Personale e Riforma della Regione, 6 novembre 2003, n. 1141/P.

RACCOLTA QUESITI RELATIVI ALLA PROVA SCRITTA

viale Trieste 190 09123 Cagliari - tel +39 070 606 6010 fax +39 070 6066047 - [email protected]

TUTELA DELL’AMBIENTE GEOGRAFICO DELL’AREA MEDITERRANEA E DELL’AMBIENTE NATURALE DELLA SARDEGNA

1. DAL PUNTO DI VISTA ECOLOGICO LE PIANTE SONO CLASSIFICATE COME XEROFITE QUANDO:

1) Hanno esigenze idriche modeste e riescono a vivere in ambienti siccitosi. * 2) Hanno elevate esigenze idriche e vivono in ambienti particolarmente umidi. 3) Hanno la capacità di vivere in ambienti che alternano momenti di grande siccità e di

elevata umidità. 2. QUALE STRUMENTO VIENE UTILIZZATO PER MISURARE LA PIOGGIA

CADUTA? 1) Il pluviometro. * 2) L’anemometro. 3) Il goniometro. 3. DAL PUNTO DI VISTA ECOLOGICO LE PIANTE SONO CLASSIFICATE

COME TROPOFITE QUANDO: 1) Hanno la capacità di vivere in ambienti che alternano momenti di grande siccità e di

elevata umidità. * 2) Hanno elevate esigenze idriche e vivono in ambienti particolarmente umidi. 3) Hanno esigenze idriche modeste e riescono a vivere in ambienti siccitosi. 4. QUALE STRUMENTO VIENE UTILIZZATO PER MISURARE LA VELOCITÀ

DEL VENTO? 1) L’anemometro. * 2) Il barometro. 3) L’igrometro. 5. IL LIBECCIO È UN VENTO CHE SPIRA DA: 1) Sud-ovest. * 2) Sud-est. 3) Sud. 6. IL GRECO O GRECALE È UN VENTO CHE SPIRA DA: 1) Nord-est. * 2) Sud-est. 3) Nord-ovest.

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7. LA ZONA IN CUI UNA PIANTA SI È EVOLUTA VIENE DEFINITA AREALE DI ORIGINE E LE PIANTE DI QUELL’AREALE SONO CHIAMATE:

1) Autoctone. * 2) Alloctone. 3) Mesotone. 8. LA PARTE DELL’ATMOSFERA COMPRESA TRA LA SUPERFICIE

TERRESTRE E UN’ALTEZZA MEDIA DI 10-12 KM VIENE DENOMINATA: 1) Troposfera. * 2) Stratosfera. 3) Termosfera. 9. LA TEMPERATURA DELL’ARIA DIMINUISCE DI CIRCA 1 GRADO OGNI: 1) 100 metri di altitudine. * 2) 500 metri di altitudine. 3) 1000 metri di altitudine. 10. I “TACCHI” O “TONERI” DELLA SARDEGNA SONO ALTIPIANI COSTITUITI

DA ROCCE: 1) Calcaree. * 2) Basaltiche. 3) Granitiche. 11. I VENTI SONO MOVIMENTI DI MASSE D’ARIA CHE SI SPOSTANO

RISPETTO ALLA SUPERFICIE TERRESTRE CON COMPONENTE PREVALENTEMENTE ORIZZONTALE:

1) Dalle zone ad alte pressioni (anticicloniche) alle zone a basse pressioni (cicloniche). * 2) Dalle zone a basse pressioni (cicloniche) a quelle ad alte pressioni (anticicloniche). 3) Dalle zone a basse pressioni (cicloniche) alle zone molto nuvolose. 12. INDIVIDUATE TRA I VENTI INDICATI QUELLO CHE SPIRA DALLA GIUSTA

DIREZIONE: 1) Scirocco spira da sud-est. * 2) Libeccio spira da nord-ovest. 3) Tramontana spira da sud-ovest.

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13. QUALE DI QUESTE AFFERMAZIONI RIGUARDANTI IL VENTO RISULTA FALSA?

1) Favorisce l’accumulo di umidità. * 2) Favorisce la dispersione degli inquinanti. 3) Favorisce l’impollinazione dei fiori. 14. I TERRENI EOLICI SONO TERRENI CHE SI SONO FORMATI PER AZIONE DI

TRASPORTO DEL: 1) Vento. * 2) Gravità. 3) Acqua. 15. LE PIOGGE ACIDE SONO CAUSATE: 1) Dall’aumento nell’atmosfera di ossido di zolfo e di azoto. * 2) Dall’aumento nell’atmosfera dell’anidride carbonica. 3) Dall’aumento nell’atmosfera dello strato di ozono. 16. LE SPECIE FORESTALI SCIAFILE SONO: 1) Amanti l’ombra. * 2) L’inquinamento atmosferico. 3) Tolleranti la luce. 17. LE SPECIE FORESTALI ELIOFILE SONO: 1) Amanti la luce. * 2) Amanti l’ombra. 3) Tolleranti l’inquinamento atmosferico. 18. QUALI FRA QUESTI GRUPPI DI SPECIE FORESTALI SONO CONSIDERATE

SCIAFILE (TOLLERANTI L’OMBRA)?: 1) Tasso-agrifoglio. * 2) Larice-pino silvestre. 3) Pino marittimo-frassino. 19. L’UMIDITÀ DELL’ARIA VIENE MISURATA DA UNO STRUMENTO

CHIAMATO: 1) Igrometro. * 2) Anemometro. 3) Barometro.

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20. QUALI DELLE SEGUENTI AFFERMAZIONI È ESATTA: 1) L’anemometro misura la velocità del vento. * 2) Il barometro misura l’umidità dell’aria. 3) Il pluviometro misura la pressione atmosferica. 21. UNA DELLE SEGUENTI AFFERMAZIONI RISULTA ERRATA: 1) Il pluviometro misura l’umidità dell’aria. * 2) Il barometro misura la pressione atmosferica. 3) L’anemometro misura la velocità del vento. 22. QUALI DI QUESTE AFFERMAZIONI RIGUARDANTI LA TRASPIRAZIONE

RISULTA CORRETTA: 1) La perdita di acqua sotto forma di vapore da parte delle piante. * 2) La perdita di acqua sotto forma di vapore da parte del terreno. 3) La somma della perdita di acqua sotto forma di vapore da parte delle piante e del terreno. 23. IL REGIME PLUVIOMETRICO (DELLE PRECIPITAZIONI) DI GRAN LUNGA

PIÙ COMUNE IN SARDEGNA È: 1) Inverno-autunno-primavera-estate (IAPE). * 2) Inverno-primavera-autunno-estate (IPAE). 3) Autunno-inverno-primavera-estate (AIPE). 24. LE PIANTE CHE SONO STATE TRASPORTATE IN AREALI DIVERSI DA

QUELLO DI ORIGINE VENGONO DEFINITE: 1) Alloctone. * 2) Mesotone. 3) Autoctone. 25. QUALE FRA LE SEGUENTI DEFINIZIONI DI ENDEMISMO RISULTA PIÙ

APPROPRIATA: 1) La presenza esclusiva e caratteristica di determinate specie vegetali o animali in una

regione circoscritta. * 2) Specie vegetali introdotte da un altro areale e acclimatate in una regione. 3) Specie vegetali e animali tipiche di una nazione.

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26. QUAL È LA SUPERFICIE DELLA SARDEGNA? 1) 24.098 Kmq. * 2) 35.760 Kmq. 3) 18.930 Kmq. 27. CONSIDERANDO TRE ISOLE DEL MEDITERRANEO: SARDEGNA, SICILIA,

CORSICA, IN TERMINI DI GRANDEZZA IN CHE ORDINE DEVONO ESSERE MESSE?

1) Sicilia-Sardegna-Corsica. * 2) Sardegna-Sicilia-Corsica. 3) Corsica-Sicilia-Sardegna. 28. QUALE TRA SARDEGNA, SICILIA, CORSICA È CONSIDERATA LA PIÙ

GRANDE ISOLA DEL MEDITERRANEO? 1) Sicilia. * 2) Sardegna. 3) Corsica. 29. LE MONTAGNE DELLA SARDEGNA HANNO: 1) Quote sempre al di sotto dei 2.000 metri. * 2) Quote anche superiori ai 2.000 metri. 3) Quote sempre superiori ai 2.000 metri. 30. IL MASSICCIO DEL GENNARGENTU PRESENTA NUMEROSE VETTE,

QUALE FRA QUELLE INDICATE È LA PIÙ ALTA? 1) Punta La Marmora. * 2) Bruncu Spina. 3) Monte Spada. 31. IL MONTE LIMBARA IN QUALE REGIONE GEOGRAFICA DELLA

SARDEGNA È UBICATO? 1) Gallura. * 2) Marghine. 3) Sarcidano.

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32. QUALE FRA LE SEGUENTI AFFERMAZIONI RISULTA CORRETTA? 1) Il monte Rasu si trova in provincia di Sassari. * 2) Il monte Linas si trova in provincia di Oristano. 3) Il monte Corrasi si trova in provincia di Cagliari. 33. FRA LE SEGUENTI AFFERMAZIONI UNA RISULTA NON CORRETTA: 1) Il Flumendosa sfocia nella costa sud-occidentale della Sardegna. * 2) Il Coghinas sfocia nella costa settentrionale dell’isola. 3) Il Temo sfocia nella costa nord-occidentale della Sardegna. 34. L’ALTOPIANO DI CAMPEDA È UBICATO: 1) Tra le provincie di Sassari e Nuoro. * 2) In provincia di Sassari. 3) In provincia di Nuoro. 35. QUALI FRA I FIUMI SOTTOELENCATI NON È UN AFFLUENTE DEL TIRSO? 1) Il Cedrino. * 2) Il Taloro. 3) Rio Liscoi. 36. TRA I FIUMI DELLA SARDEGNA, QUELLO PIÙ NAVIGABILE È: 1) Il Temo. * 2) Il Tirso. 3) Il Flumendosa. 37. QUALI FRA QUESTE AFFERMAZIONI RISULTA NON CORRETTA: 1) Il lago di Gusana deriva dallo sbarramento del fiume Cedrino. * 2) Il lago Omodeo deriva dallo sbarramento del fiume Tirso. 3) Il lago di Casteldoria deriva dallo sbarramento del fiume Coghinas. 38. TRA I FIUMI INDICATI UNO NON RISULTA AFFLUENTE DEL

FLUMENDOSA: 1) Fiume Liscia. * 2) Rio Mulargia. 3) Rio Flumineddu.

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39. IL PERIMETRO COSTIERO DELLA SARDEGNA, COMPRESO IL LITORALE DELLE ISOLE MINORI, HA UNO SVILUPPO DI CIRCA:

1) 1.900 Km. * 2) 2.500 Km. 3) 3.200 Km. 40. IN RELAZIONE ALLA NUVOLOSITÀ, LA SARDEGNA È CONSIDERATA LA

REGIONE ITALIANA: 1) Con la più bassa nuvolosità. * 2) Con la più alta nuvolosità. 3) Con nuvolosità intermedia. 41. COL TERMINE DI “MACCHIA" GENERALMENTE SI INTENDE UNA

FORMAZIONE VEGETALE: 1) Sempre verde di altezza inferiore ai 4 metri con copertura maggiore del 75%. * 2) Sempre verde di altezza superiore ai 4 metri con copertura minore del 75%. 3) Sempre verde di altezza inferiore ai 4 metri con copertura inferiore al 25%. 42. TRA I GRUPPI DI PIANTE INDICATE, QUALE NON COSTITUISCE

MACCHIA? 1) Leccio-Castagno-Nocciolo. * 2) Lentisco-Fillirea-Euforbia. 3) Ginepro-Cisto-Viburno. 43. FRA I GRUPPI DI PIANTE SOTTOELENCATE, INDIVIDUA QUELLO CHE

PUÒ COSTITUIRE “MACCHIA” 1) Cisto-Lentisco. * 2) Leccio-Castagno. 3) Carrubo-Nocciolo. 44. COL TERMINE DI FILLOSFERA SI INTENDE: 1) La zona dell’atmosfera nella quale le piante interagiscono con gli altri fattori ambientali. * 2) La chioma degli alberi legnosi. 3) La zona occupata dalla vegetazione.

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45. LA DISTRIBUZIONE DELLE PRECIPITAZIONI IN SARDEGNA E’ CONCENTRATA IN QUALE PERIODO:

1) In autunno – inverno. * 2) In primavera – estate. 3) In estate – autunno. 46. LA GIACITURA DEL TERRENO STA AD INDICARE: 1) La posizione del terreno rispetto ad un piano orizzontale. * 2) La denominazione della località dove il terreno è ubicato. 3) Le dimensioni dell’appezzamento. 47. COL TERMINE DI SOSTANZA ORGANICA DEL TERRENO SI INTENDE: 1) Qualsiasi composto di origine biologica presente nel terreno. * 2) Un composto derivato dalla miscelazione del letame con le particelle terrose. 3) Un composto costituito da particelle di sabbia, limo e argilla. 48. QUAL E’ IL SIGNIFICATO DI RIZOSFERA? 1) La zona del suolo nella quale le radici delle piante instaurano rapporti con l’ambiente

circostante. * 2) La zona del suolo dove si sviluppa il micelio dei funghi. 3) La zona dell’atmosfera dove si accumulano maggiormente i gas inquinanti. 49. NEGLI SPAZI VUOTI TRA LE PARTICELLE DEL SUOLO NORMALMENTE

SONO CONTENUTE: 1) Acqua e aria in proporzioni variabili. * 2) Acqua e aria in proporzioni uguali. 3) Solo acqua. 50. COME VIENE CHIAMATO LO STRUMENTO CHE MISURA LA PRESSIONE

ATMOSFERICA? 1) Barometro. * 2) Igrometro. 3) Anemometro.

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51. I TERRENI DI TRASPORTO CHE SI SONO FORMATI PER AZIONE DEL VENTO SONO DETTI TERRENI:

1) Eolici. * 2) Alluvionali. 3) Morenici. 52. LE PIU’ FINI PARTICELLE MINERALI PRESENTI NEL TERRENO SONO

COSTITUITE DA: 1) Argilla. * 2) Limo. 3) Sabbia. 53. COSA SONO I DEPOSITI MORENICI: 1) Materiali trasportati e depositati dai ghiacciai. * 2) Materiali trasportati e depositati dai fiumi. 3) Materiali trasportati e depositati dal vento. 54. COSA E’ LA TORBA? 1) Un deposito di materiale organico indecomposto. * 2) Un deposito di materiale inorganico. 3) Un deposito di materiale calcareo. 55. LE CORRENTI AEREE (VENTO), SECONDO LA LORO ENERGIA,

TRASPORTANO PARTICELLE SECONDO DIVERSE MODALITA’. QUAL E' LA MODALITA’ DA CONSIDERARE ERRATA?

1) Per soluzione. * 2) Per trascinamento. 3) Per sospensione. 56. COSA S’INTENDE PER IRRAGGIAMENTO? 1) La trasmissione di calore dal suolo all’atmosfera durante le ore notturne. * 2) L’apporto di calore da parte del suolo. 3) La trasmissione di calore agli strati più profondi del suolo.

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57. LA QUANTITA’ DI ACQUA CHE VIENE PERDUTA DAL SUOLO PER SCORRIMENTO SUPERFICIALE DIPENDE:

1) Dalla pendenza. * 2) Dalla temperatura del suolo. 3) Dalla profondità della falda. 58. QUAL E’ L’UNITA’ DI MISURA CON CUI SOLITAMENTE VIENE MISURATA

LA PIOGGIA NELLE STAZIONI METEREOLOGICHE? 1) Millimetro. * 2) Decimetro. 3) Metro cubo. 59. FRA GLI STRUMENTI INDICATI QUALE NON E’ IDONEO A MISURARE LA

VELOCITA’ DEL VENTO? 1) Igrometro. * 2) Anemometro. 3) Anemografo. 60. IN SARDEGNA QUAL E’ IL VENTO CHE SPIRA CON PIU’ FREQUENZA

NELL’ARCO DELL’ANNO? 1) Maestrale. * 2) Tramontana. 3) Levante. 61. IL PLUVIOMETRO E’ UNO STRUMENTO CHE VIENE UTILIZZATO PER

MISURARE: 1) La pioggia. * 2) L’umidità. 3) La pressione. 62. LO SCIROCCO E’ UN VENTO CHE SPIRA DA: 1) Sud-est. * 2) Sud-Ovest. 3) Nord-Ovest.

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63. IL VENTO MODERATO FAVORISCE: 1) La rimozione dell’umidità dall’aria. * 2) L’accumulo delle sostanze inquinanti. 3) La germinazione dei semi. 64. FRA LE SPECIE FORESTALI INDICATE QUALE NON TOLLERA L’OMBRA? 1) Pino marittimo. * 2) Agrifoglio. 3) Leccio. 65. LE SPECIE CHE VIVONO NELL’AREALE DI ORIGINE VENGONO

CHIAMATE: 1) Autoctone. * 2) Alloctone. 3) Mesotone. 66. VENGONO DEFINITE SPECIE IGROFITE QUELLE CHE HANNO: 1) Sviluppato una buona resistenza agli eccessi idrici. * 2) Sviluppato una buona resistenza alla siccità. 3) Sviluppato una buona resistenza alla salinità. 67. IL PROCESSO DI EMISSIONE D’ACQUA SOTTO FORMA DI VAPORE DA

PARTE DELLE PIANTE VIENE CHIAMATO. 1) Traspirazione. * 2) Evaporazione. 3) Respirazione. 68. LA CONDENSAZIONE DELL’UMIDITA’ ATMOSFERICA QUANDO VIENE A

CONTATTO CON SUPERFICI FREDDE DEFINISCE: 1) La rugiada. * 2) La brina. 3) La galaverna. 69. I TERRENI ALLUVIONALI SONO TERRENI CHE SI SONO FORMATI PER

AZIONE: 1) Dell’acqua. * 2) Del vento. 3) Dei ghiacciai.

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70. QUALE FRA QUELLI INDICATI PUO’ ESSERE CONSIDERATO UN EFFETTO POSITIVO DEL VENTO?

1) Impollinazione. * 2) Evaporazione. 3) Traspirazione. 71. IL FENOMENO PER CUI LE PIANTE ESPELLONO L’ACQUA SOTTOFORMA

DI VAPORE, ATTRAVERSO LE FOGLIE VIENE CHIAMATO: 1) Traspirazione. * 2) Evaporazione. 3) Vernalizzazione. 72. QUAL E’ IL FINE PRINCIPALE DEL PROCESSO DI TRASPIRAZIONE DELLE

PIANTE? 1) Regolare la temperatura interna. * 2) Favorire la fotosintesi. 3) Incrementare la produzione. 73. ATTRAVERSO LA FOTOSINTESI CLOROFILLIANA LE PIANTE SONO IN

GRADO DI PRODURRE DIRETTAMENTE: 1) Zuccheri. * 2) Proteine. 3) Grassi. 74. LA FOTOSINTESI CLOROFILLIANA DELLE PIANTE PUO’ AVVENIRE IN

ASSENZA DI LUCE? 1) No. * 2) Si. 3) Talvolta. 75. OLTRE ALLA LUCE, ALLA CLOROFILLA E ALL’ACQUA PER COMPIERE

LA FOTOSINTESI LA PIANTA HA BISOGNO DI: 1) Anidride carbonica. * 2) Ossigeno. 3) Azoto.

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76. QUALE FRA QUELLE ELENCATE NON E’ UNA FUNZIONE ESERCITATA DALLE RADICI?

1) Fotosintesi. * 2) Respirazione. 3) Assorbimento. 77. L’AREALE COSTITUISCE: 1) Un’area geografica in cui si rinviene una determinata specie. * 2) Un’area geografica ricca di acqua. 3) Un’area geografica battuta dal vento. 78. GLI ARBUSTI SONO: 1) Piante di consistenza legnosa, con ramificazioni legnose che partono dalla base le cui

dimensioni non superano i 5 metri. * 2) Piante completamente lignificate i cui rami partono ad una certa altezza dal suolo. 3) Piante di alto fusto lignificate che perdono le foglie. 79. SOSTANZA BIODEGRADABILE E’ QUELLA: 1) Che può essere degradata da agenti biologici, in concomitanza con fattori fisici come luce,

umidità ecc.. * 2) Che viene degradata col fuoco. 3) Che viene degradata attraverso la triturazione e il trattamento con prodotti chimici. 80. LA SALINITA’ DELLE ACQUE RAPPRESENTA: 1) La quantità complessiva di sali minerali presenti nelle acque. * 2) La quantità di cloruro di sodio presente nelle acque. 3) La quantità di sali di magnesio presenti nelle acque. 81. IL CLIMA E’: 1) L’insieme degli elementi meteorici che si stabiliscono in un determinato territorio. * 2) L’insieme della temperatura e della piovosità di un determinato ambiente. 3) L’insieme dell’energia solare e del vento di un determinato ambiente. 82. UN ORGANISMO SI DICE AUTOTROFO QUANDO PER VIVERE: 1) Non dipende da altri organismi in quanto capace di procurarsi autonomamente le sostanze

di cui ha bisogno. * 2) Dipende da altri organismi totalmente. 3) Dipende da altri organismi ma soltanto parzialmente.

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83. UN BIOTOPO E’: 1) Uno spazio fisico in cui vive una comunità di vegetali e animali con caratteristiche

peculiari. * 2) Uno spazio fisico in cui vivono solo animali. 3) Uno spazio fisico in cui vivono soltanto topi. 84. L’HUMUS E’ UN: 1) Composto ottenuto dal processo di decomposizione della sostanza organica. * 2) Composto proveniente dalla bruciatura di stoppie o altro materiale organico. 3) Composto costituito da più concimi miscelati insieme. 85. VIENE DEFINITA FLORA: 1) L’insieme delle specie vegetali che si osservano in un determinato ambiente. * 2) L’insieme dei fiori che si possono osservare in un campo non coltivato. 3) L’insieme dei fiori che si osservano nei frutteti. 86. COME VIENE DEFINITO L’IMPATTO AMBIENTALE: 1) Ogni modificazione che subisce l'ambiente in seguito all’attività dell’uomo o a causa di

fenomeni naturali. * 2) Difficoltà che incontrano specie vegetali provenienti da altri ambienti. 3) Difficoltà che incontrano specie animali provenienti da altri ambienti. 87. VIENE DEFINITA FAUNA: 1) L’insieme degli organismi animali che vivono in un determinato ambiente. * 2) L’insieme degli organismi vegetali che vivono in un determinato ambiente. 3) L’insieme degli organismi vegetali e animali che vivono in un determinato ambiente. 88. LA EUTROFIZZAZIONE DELLE ACQUE E’ UN PROCESSO DETERMINATO: 1) Dall’aumento massiccio delle alghe causato dalla elevata disponibilità di nutrienti. * 2) Dall’aumento improvviso della temperatura. 3) Dall’aumento della concentrazione di sali dovuti all’evaporazione delle acque a causa di

elevate temperature. 89. IL BIOGAS E’ COSTITUITO: 1) Da una miscela di gas originati dalla decomposizione di rifiuti organici. * 2) Da una miscela di gas provenienti da scarichi di impianti industriali. 3) Da una miscela di gas provenienti dalla lavorazione del petrolio.

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90. LE PIANTE CHE HANNO ESIGENZE IDRICHE MODESTE E RIESCONO A VIVERE IN AMBIENTI SICCITOSI VENGONO DEFINITE:

1) Xerofite. * 2) Tropofite. 3) Igrofite. 91. MOLTE PIANTE HANNO ESIGENZE IDRICHE ELEVATE E VIVONO IN

AMBIENTI UMIDI. COME VENGONO DEFINITE? 1) Igrofite. * 2) Cormofite. 3) Tropofite. 92. FRA QUESTI FIUMI DELLA SARDEGNA QUAL E’ QUELLO PIU’ LUNGO: 1) Tirso. * 2) Flumendosa. 3) Coghinas. 93. FRA LE PIANTE ELENCATE INDICA QUELLA CHE PUO' COSTITUIRE LA

“MACCHIA”? 1) Ginepro. * 2) Ciliegio. 3) Castagno. 94. FRA LE PIANTE INDICATE INDIVIDUA QUELLA CHE NON COSTITUISCE

MACCHIA: 1) Nocciolo. * 2) Fillirea. 3) Viburno. 95. LA ZONA DELL’ATMOSFERA NELLA QUALE LE PIANTE INTERAGISCONO

CON GLI ALTRI FATTORI AMBIENTALI VIENE CHIAMATA: 1) Fillosfera. * 2) Troposfera. 3) Stratosfera.

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96. LA ZONA DEL SUOLO NELLA QUALE LE RADICI INSTAURANO RAPPORTI CON L’AMBIENTE VIENE CHIAMATA:

1) Rizosfera. * 2) Fillosfera. 3) Troposfera. 97. UN DEPOSITO DI MATERIALE ORGANICO POCO DECOMPOSTO

SOLITAMENTE ACIDO VIENE CHIAMATO: 1) Torba. * 2) Humus. 3) Calcare. 98. I TERRENI DI TRASPORTO CHE SI SONO FORMATI PER AZIONE DELLA

GRAVITA’ VENGONO CHIAMATI: 1) Terreni colluviali. * 2) Terreni diluviali. 3) Terreni fluviali. 99. QUALE FRA QUESTE ATTIVITA’ NON VIENE INFLUENZATA

DIRETTAMENTE DAL VENTO? 1) La germinazione dei semi. * 2) L’impollinazione. 3) La rimozione delle sostanze inquinanti. 100. QUALE FRA QUESTI ELEMENTI NON E’ NECESSARIO PER LA

FOTOSINTESI CLOROFILLIANA 1) Ossigeno. * 2) Acqua. 3) Anidride carbonica. 101. QUALI FRA QUELLE ELENCATE E’ UNA FUNZIONE ESERCITATA DALLE

RADICI? 1) Respirazione. * 2) Fotosintesi. 3) Traspirazione.

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102. IN QUALE TIPO DI TERRENO FRA QUELLI ELENCATI L’ACQUA S’INFILTRA CON DIFFICOLTA’?

1) Argilla. * 2) Limo. 3) Sabbia. 103. TRA I COMPONENTI DEL TERRENO QUELLO CHE RIESCE A TRATTENERE

GRANDI QUANTITA’ DI ACQUA SENZA MANIFESTARE FENOMENI DI RISTAGNO E’:

1) L’humus. * 2) L’argilla. 3) Il limo. 104. LA LAVORAZIONE ESEGUITA, OGGI GENERALMENTE CON MEZZI

MECCANICI, CHE INTERESSA TUTTA LA SUPERFICIE VIENE DETTA: 1) Lavorazione andante. * 2) Lavorazione a gradoni. 3) Lavorazione a strisce. 105. NEI TERRENI DA IMBOSCHIRE CON UNA CERTA PENDENZA, SI APRONO

DEI TERRAZZAMENTI LUNGO LE LINEE DI LIVELLO CON CONTROPENDENZA MONTE. COME VIENE CHIAMATO QUESTO TIPO DI LAVORAZIONE?

1) A gradoni. * 2) A strisce. 3) Andante. 106. LA PRODUZIONE DI SEMENTI FORESTALI, NELLA MODERNA

SILVICOLTURA, HA NOTEVOLE IMPORTANZA PER I LAVORI DI RIMBOSCHIMENTO. FRA LE CARATTERISTICHE CHE DEVONO POSSEDERE LE SEMENTI, INDICA QUELLA CHE RITIENI PIU’ IMPORTANTE:

1) Facoltà germinativa. * 2) Colore. 3) Dimensioni.

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107. FRA LE CARATTERISTICHE CHE DEVONO POSSEDERE LE SEMENTI FORESTALI, LA FACOLTA’ GERMINATIVA E’ RITENUTA LA PIU’ IMPORTANTE. CHE COSA RAPPRESENTA?

1) Il numero dei semi germinati in un tempo prestabilito. * 2) La capacità dei semi di produrre piantine vitali. 3) La percentuale dei semi estranei presente. 108. FRA LE CARATTERISTICHE CHE DEVONO AVERE LE SEMENTI

FORESTALI, QUALE HA SCARSA IMPORTANZA: 1) Il colore. * 2) La germinabilità. 3) La purezza. 109. CHE COSA SONO I SELVAGGIONI? 1) Piante di bosco nate spontaneamente. * 2) Piante propagate per innesto. 3) Piante propagate per talea. 110. COSA SI UTILIZZA NELLA MODERNA SILVICOLTURA PER I

RIMBOSCHIMENTI E RINFOLTIMENTI? 1) Piantine di vivaio. * 2) Selvaggioni. 3) Talee. 111. DALL’ANALISI CHIMICA EFFETTUATA SUI TERRENI FORESTALI

TALVOLTA E’ PRESENTE UN COMPOSTO DENOMINATO “CALCARE” CHE PUO’ ESSERE DEFINITO:

1) Minerale formato dai depositi di carbonato di calcio. * 2) Minerale che si forma per accumulo di sostanza organica. 3) Minerale derivante da reazioni chimiche di sostanze ferrose presenti nel terreno. 112. LE SPECIE VEGETALI CAPACI DI VIVERE SOLO IN AMBIENTE

ACQUATICO VENGONO DEFINITE: 1) Idrofite. * 2) Briofite. 3) Xerofite.

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113. NEL RAPPORTO LUCE/PIANTA CHE COSA SI INTENDE PER FOTOPERIODISMO?

1) La capacità dei vegetali di adattare il proprio sviluppo alla durata della illuminazione. * 2) La capacità dei vegetali di fotosintetizzare anche in giornate con scarsa luminosità. 3) La capacità delle piante di assorbire gli elementi nutritivi anche in giornate con scarsa

luminosità. 114. IL FOTOPERIODO INFLUENZA NEL SUO COMPLESSO L’ACCRESCIMENTO

DELLE PIANTE. ALCUNE PIANTE VENGONO INFATTI DEFINITE “LONGIDIURNE”, PERCHE’?

1) Si sviluppano normalmente con giorni in cui la luminosità è superiore a 12-14 ore. * 2) Si sviluppano normalmente con giorni in cui la luminosità è inferiore a 12-14 ore. 3) Non sono influenzate dalla durata della luminosità. 115. IN RELAZIONE AL RAPPORTO LUCE/PIANTA COSA SI INTENDE PER

FOTOBLASTISMO: 1) L’influenza della luce sulla germinazione dei semi. * 2) L’influenza della luce sulla emissione delle foglie. 3) L’influenza della luce nell’allungamento dei rami. 116. IL RISCALDAMENTO DELL’ARIA IN QUALSIASI STAGIONE DELL’ANNO

AVVIENE PREVALENTEMENTE AD OPERA: 1) Della radiazione termica terrestre. * 2) Sotto l’azione diretta dei raggi solari. 3) Per l’emissione di calore che si verifica in molte attività. 117. LA TEMPERATURA DELL’ATMOSFERA INFLUENZA L’ATTIVITA’ DELLE

PIANTE. COSA SI INTENDE PER ESCURSIONE TERMICA GIORNALIERA? 1) La differenza tra il valore massimo e minimo di temperatura che si verifica nell’arco delle

24 ore. * 2) La differenza di temperatura misurata ad altitudine diversa. 3) La differenza di temperatura misurata all’interno e all’esterno di un bosco. 118. ALCUNI STRUMENTI ATTI A MISURARE LA TEMPERATURA SONO IN

GRADO ANCHE DI REGISTRARLA, ESSI VENGONO CHIAMATI: 1) Termografi. * 2) Barografi. 3) Igrografi.

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119. TRA TEMPERATURA E ALTITUDINE ESISTE UNA RELAZIONE CHE PUO’ ESSERE COSI’ ESPRESSA:

1) La temperatura diminuisce con l’aumentare dell’altitudine. * 2) La temperatura aumenta con l’aumentare dell’altitudine. 3) La temperatura non si modifica con l’altitudine. 120. LA TEMPERATURA DELL’ARIA, COME REGOLA, SI ABBASSA MAN MANO

CHE CI SI ALLONTANA DALLA SUPERFICIE TERRESTRE, TUTTAVIA SONO FREQUENTI CASI IN CUI GLI STRATI PIÙ BASSI DELL’ATMOSFERA SONO PIÙ FREDDI DI QUELLI PIÙ ALTI. IL FENOMENO VIENE CHIAMATO:

1) Inversione termica. * 2) Induzione termica. 3) Escursione termica. 121. NEI BOSCHI CON PIANTAGIONI TROPPO FITTE, CIOÈ CON DIFETTI DI

ILLUMINAZIONE, QUALE FENOMENO PUO' VERIFICARSI FRA QUELLI CITATI:

1) Disseccamento e caduta dei rami bassi. * 2) Aumento del diametro dei fusti. 3) Maggiore persistenza delle foglie. 122. COSA SONO LE ISOTERME?: 1) Le linee continue che uniscono tutti i punti in cui si è registrata la stessa temperatura. * 2) Le linee che uniscono tutti i punti in cui si è registrata la stessa intensità luminosa. 3) Le linee che uniscono tutti i punti in cui si è registrata la stessa quantità di pioggia. 123. A CHE COSA E’ DOVUTA L’INVERSIONE TERMICA CHE SI VERIFICA

TALVOLTA NEL FONDO VALLE? 1) Allo scivolamento lungo le pendici delle masse d’aria più dense raffreddatesi sui monti. * 2) Al minore riscaldamento del terreno per la presenza di nuvole o nebbia. 3) Ad un eccesso di ventilazione che si verifica nel fondo valle. 124. LA TEMPERATURA INFLUENZA IN MODO DECISIVO I VEGETALI. COME

SI DEFINISCONO LE TEMPERATURE AL DI SOPRA E AL DI SOTTO DELLE QUALI UNA FUNZIONE VITALE VIENE INTERROTTA?

1) Temperature critiche. * 2) Temperature cardinali. 3) Temperature ottimali.

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125. I DANNI PIU’ GRAVI CAUSATI ALLE PIANTE DALLE GELATE SI VERIFICANO NEL PERIODO.

1) Primaverile. * 2) Autunnale. 3) Invernale. 126. TRA LE VARIE FASI VEGETATIVE ATTRAVERSO CUI LE PIANTE PASSANO

ANNUALMENTE QUAL E’ QUELLA PIU’ SENSIBILE ALLE GELATE. 1) Germogliamento. * 2) Accrescimento. 3) Riposo. 127. PERCHÉ LE GELATE PRIMAVERILI SONO CONSIDERATE LE PIU’

DANNOSE PER GLI ALBERI? 1) Perché le piante si trovano generalmente nella fase di germogliamento. * 2) Perché le piante si trovano nella fase di assorbimento. 3) Perché le piante si trovano nella fase di riposo vegetativo. 128. PER QUALE MOTIVO D’INVERNO LE PIANTE SONO PIU’ RESISTENTI ALLE

BASSE TEMPERATURE: 1) Per la concentrazione dei succhi cellulari. * 2) Per l'accumulo di sostanze di riserva. 3) Per il contenuto di acqua nei tessuti. 129. LA COSIDETTA “ARIDITA’ FISIOLOGICA” PER CUI LE PIANTE POSSONO

ANDARE INCONTRO ALL’APPASSIMENTO DERIVA: 1) Dalla carenza di acqua nel terreno. * 2) Dalla paralisi della funzione assorbente delle radici. 3) Dall’arresto dell’attività fotosintetica. 130. L’APPREZZAMENTO DEL VALORE AGRONOMICO DELLE

PRECIPITAZIONI, SOPRATTUTTO IN SARDEGNA NON DIPENDE SOLO DALLA QUANTITA’ MA ANCHE DALLA FREQUENZA. QUAL E’ IL SIGNIFICATO DELLA FREQUENZA?

1) Il numero complessivo annuo di giorni di pioggia. * 2) I periodi nei quali la pioggia cade. 3) La quantità di pioggia che cade in un certo tempo.

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131. QUAL E’ LA CARATTERISTICA PIU’ NEGATIVA DEL CLIMA “MEDITERRANEO”:

1) Le alte temperature che coincidono col minimo delle precipitazioni. * 2) Le basse temperature che coincidono con la elevata piovosità. 3) Le alte temperature che coincidono con la elevata insolazione. 132. FRA LE CARATTERISTICHE DEL CLIMA “MEDITERRANEO” ELENCATE,

EVIDENZIA QUELLA CORRETTA: 1) La bassa piovosità coincide con l’elevata traspirazione. * 2) Le basse temperature coincidono di solito con la elevata luminosità. 3) La massima durata del periodo luminoso coincide con la bassa evaporazione. 133. LA QUANTITA’ DI ACQUA CADUTA NELL’UNITA’ DI TEMPO VIENE

ESPRESSA CON IL TERMINE: 1) Intensità. * 2) Distribuzione. 3) Frequenza. 134. A QUALE STAGIONE CORRISPONDE DI SOLITO LA SITUAZIONE

CLIMATICA ALTA TEMPERATURA-BASSA PIOVOSITA’ IN CLIMA MEDITERRANEO:

1) Estate. * 2) Autunno. 3) Primavera. 135. IN AMBIENTE “MEDITERRANEO”, DI SOLITO ALLA SITUAZIONE

CLIMATICA ALTA TEMPERATURA-ALTA LUMINOSITA’ CORRISPONDE LA STAGIONE:

1) Primaverile-estiva. * 2) Autunno-Vernina. 3) Vernina-Primaverile. 136. FRA LE IDROMETEORE INDICATE QUAL E’ QUELLA PIÙ DANNOSA PER

LE PIANTE FORESTALI? 1) La grandine. * 2) La brina. 3) La rugiada.

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137. IN AMBIENTE MEDITERRANEO A QUALE STAGIONE CORRISPONDE, DI SOLITO, LA SITUAZIONE CLIMATICA BASSA TEMPERATURA-ALTA PIOVOSITA’?

1) Inverno. * 2) Estate. 3) Primavera. 138. QUAL E’ LO STRUMENTO CHE MISURA LA DIREZIONE DEL VENTO? 1) Anemoscopio. * 2) Anemometro. 3) Igrometro. 139. L’ANEMOMETRO MISURA?: 1) La velocità del vento. * 2) L’umidità dell’area. 3) L’intensità luminosa. 140. CONSIDERANDO CHE SONO DIVERSE LE DIREZIONI DA CUI PROVIENE IL

VENTO, QUANDO SI VERIFICA LA BREZZA DI MARE? 1) Quando il vento spira verso terra nelle ore in cui questa si riscalda più del mare. * 2) Quando il vento spira verso il mare nelle ore in cui il mare è più caldo detta terra. 3) Quando l’umidità sulla terra è maggiore di quella del mare. 141. INDIVIDUA IN QUALE DEI SEGUENTI TERRENI SI HA CARENZA DI

OSSIGENO: 1) Argillosi. * 2) Sabbiosi. 3) Umiferi. 142. NEI TERRENI IN DECLIVIO (PENDENZA) LE SISTEMAZIONI IDRAULICHE

HANNO SVARIATE FUNZIONI. QUALE FRA QUELLE MENZIONATE NON HA VALIDITA’ AGRONOMICA?

1) Impedire il ristagno idrico. * 2) Ridurre la velocità dell’acqua. 3) Limitare i fenomeni di erosione.

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143. I FENOMENI DI EROSIONE CHE SI VERIFICANO NEI TERRENI IN PENDENZA DIPENDONO DA FATTORI DI VARIA NATURA TRA I QUALI IMPORTANZA NOTEVOLE ASSUMONO LE PIOGGE. IN QUALE IPOTESI LE PIOGGIE SONO MENO PERICOLOSE PER L'EROSIONE?

1) Quando sono abbondanti ma di bassa intensità. * 2) Quando sono abbondanti e di alta intensità. 3) Quando sono intensissime e di lunga durata. 144. IN QUALI TERRENI IN PENDENZA I FENOMENI DI EROSIONE SONO MENO

ACCENTUATI? 1) Nei terreni provvisti di copertura vegetale. * 2) Nei terreni asciutti. 3) Nei terreni umidi. 145. LA QUANTITA’ DI SALI PRESENTI NELL’ACQUA VIENE INDICATA COL

TERMINE: 1) Salinità. * 2) Igroscopicità. 3) Basicità. 146. DA CHE COSA E’ COSTITUITO IL RETICOLATO GEOGRAFICO? 1) Da un insieme di meridiani e paralleli. * 2) Dall’insieme di paralleli. 3) Dall’insieme di meridiani. 147. A CHE COSA SERVE IL RETICOLATO GEOGRAFICO? 1) A localizzare esattamente qualsiasi punto sulla superficie della terra. * 2) A localizzare esattamente le zone con la stessa altitudine. 3) A localizzare esattamente le superfici boschive di una regione. 148. GEOGRAFICAMENTE COSA SONO I MERIDIANI? 1) Sono delle semicirconferenze, tracciate idealmente sulla superficie terrestre

perpendicolarmente all’equatore, comprese tra i due poli. * 2) Sono delle circonferenze ideali, tracciate sulla superficie terrestre parallelamente

all’equatore. 3) Sono delle circonferenze, ideali, tracciate sulla superficie terrestre perpendicolarmente

all’equatore.

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149. LE SEMICIRCONFERENZE IDEALI, TRACCIATE SULLA SUPERFICIE TERRESTRE PERPENDICOLARMENTE ALL’EQUATORE, COMPRESE TRA I DUE POLI COSTITUISCONO:

1) I Meridiani. * 2) I Paralleli. 3) Le Ellissi. 150. DAL PUNTO DI VISTA GEOGRAFICO COSA SONO I PARALLELI? 1) Sono delle circonferenze ideali, tracciate sulla superficie della terra parallelamente

all’equatore. * 2) Sono delle semicirconferenze ideali, tracciate sulla superficie della terra

perpendicolarmente all’equatore. 3) Sono delle circonferenze ideali, tracciate sulla superficie terrestre, perpendicolarmente

all’equatore. 151. LE CIRCONFERENZE IDEALI, TRACCIATE SULLA SUPERFICIE DELLA

TERRA, PARALLELAMENTE ALL’EQUATORE COSTITUISCONO: 1) I Paralleli. * 2) I Meridiani. 3) Le Ellissi. 152. DALLA MISURA DELLE CIRCONFERENZE COSTITUENTI I PARALLELI SI

CONSTATA CHE: 1) La lunghezza delle circonferenze diminuisce progressivamente dall’equatore ai poli. * 2) La lunghezza delle circonferenze aumenta dall’equatore ai poli. 3) La lunghezza delle circonferenze rimane costante dall’equatore ai poli. 153. I MERIDIANI DA UN PUNTO DI VISTA GEOGRAFICO MISURANO: 1) La latitudine. * 2) La longitudine. 3) L’altitudine. 154. PER CONVENZIONE QUANTI MERIDIANI VENGONO CONSIDERATI? 1) 360. * 2) 180. 3) 90.

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155. PER CONVENZIONE E’ STATO STABILITO CHE IL MERIDIANO “0” (INIZIALE) O FONDAMENTALE E’ QUELLO CHE PASSA:

1) Per Greenwich, vicino a Londra. * 2) Per Roma – Monte Mario. 3) Per Parigi. 156. QUAL E’ LA DISTANZA TRA UN MERIDIANO E L’ALTRO? 1) 1 (un grado). * 2) 3 (tre gradi). 3) 5 (cinque gradi). 157. QUAL E’ IL MERIDIANO FONDAMENTALE IN ITALIA? 1) Quello che passa a Roma – Monte Mario. * 2) A Milano – Linate. 3) A Bari – Palese. 158. I PARALLELI DA UN PUNTO DI VISTA GEOGRAFICO MISURANO: 1) La longitudine. * 2) L’altitudine. 3) La latitudine. 159. COME E’ DEFINITO L’EQUATORE? 1) La circonferenza massima della terra, perpendicolare all’asse terrestre ed equidistante dai

Poli. * 2) La circonferenza minima della terra, perpendicolare all’asse terrestre, più vicina al Polo

nord. 3) La circonferenza minima, perpendicolare all’asse terrestre, più vicina al Polo sud. 160. QUALE E’ LA DISTANZA TRA UN PARALLELO E L’ALTRO? 1) 1 ( un grado ). * 2) 5 ( cinque gradi ). 3) 7 ( sette gradi ). 161. COSA E’ LA CARTA GEOGRAFICA? 1) La rappresentazione grafica, mediante simboli e indicazioni convenzionali, di una parte

della superficie terrestre. * 2) La rappresentazione fotografica di parti della superficie terrestre. 3) La rappresentazione eliografica di parti della superficie terrestre.

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162. NELLA CARTA GEOGRAFICA LE DISTANZE E GLI SPAZI SONO RECIPROCAMENTE RIDOTTI IN PROPORZIONE, IN MODO DA MANTENERE UN PRECISO RAPPORTO CON LA REALTA’: COME E’ DEFINITO QUESTO RAPPORTO?

1) Scala. * 2) Misura. 3) Visura. 163. NEI CONFRONTI DELL’EVAPORAZIONE DELL’ACQUA DEL TERRENO, IL

VENTO NE DETERMINA: 1) Un aumento. * 2) Una diminuzione. 3) Non ha alcuna influenza. 164. NEL TERRENO L’ARGILLA E’ LA FRAZIONE MINERALE: 1) Di più piccole dimensioni. * 2) Di più grandi dimensioni. 3) Che compone la quota prevalente. 165. FRA LE PARTICELLE MINERALI DEL TERRENO, QUALE FRA QUELLE

INDICATE HA DIMENSIONI MAGGIORI? 1) Sabbia. * 2) Argilla. 3) Limo. 166. IN UNA NOTTE D’INVERNO, QUALE DELLE SEGUENTI CONDIZIONI PUO’

DETERMINARE IL VERIFICARSI DI UNA GELATA? 1) Cielo sereno e assenza di vento. * 2) Cielo nuvoloso e vento da nord. 3) Cielo nuvoloso e vento da sud. 167. QUALI TRA I NOMI SCIENTIFICI INDICATI CORRISPONDE AL GINEPRO

ROSSO? 1) Juniperus oxicedrus. * 2) Cedrus atlantica. 3) Laurus nobilis.

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168. TRA I SEGNI CONVENZIONALI CHE VENGONO USATI IN CARTOGRAFIA LE CURVE DI LIVELLO SONO TRA I PIU’ IMPORTANTI. COSA SONO LE CURVE DI LIVELLO O ISOIPSE?

1) Sono delle linee immaginarie tracciate sulle carte, che uniscono tutti i punti con la stessa

altitudine. * 2) Sono delle linee immaginarie tracciate sulle carte, che uniscono i punti con la stessa

latitudine. 3) Sono delle linee immaginarie tracciate sulle carte, che uniscono i punti con la stessa

longitudine. 169. TRA GLI STRUMENTI UTILIZZATI IN CARTOGRAFIA COSA E’

L’ALTIMETRO? 1) Uno strumento che indica l’altitudine del punto in cui uno si trova. * 2) Uno strumento che indica la latitudine del punto in cui uno si trova. 3) Uno strumento che indica la longitudine del punto in cui uno si trova. 170. LE LINEE IMMAGINARIE CHE UNISCONO TUTTI I PUNTI DI UGUALE

ALTITUDINE SONO DEFINITE: 1) Curve di livello. * 2) Curve piezometriche. 3) Curve di orientamento. 171. A CHE COSA SERVE LA BUSSOLA? 1) Per misurare con precisione l’angolo compreso fra la direzione del nord e la direzione del

punto geografico osservato. * 2) Per misurare con precisione la longitudine nord di un punto. 3) Per misurare con precisione l’angolo compreso fra la direzione del sud e la direzione del

punto geografico osservato. 172. CON QUALE NOME SCIENTIFICO VIENE INDICATO IL “CARRUBO” 1) Ceratonia siliqua. * 2) Castanea sativa. 3) Corillus avelana. 173. LUNGO I CORSI D’ACQUA DELLA SARDEGNA È POSSIBILE OSSERVARE

DIVERSE SPECIE VEGETALI. FRA I GRUPPI SEGUENTI EVIDENZIA QUELLO CARATTERISTICO:

1) Salice – Tamerice – Ontano. * 2) Carrubo – Sughere - Leccio. 3) Olivo – Nocciolo – Castagno.

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174. DI SEGUITO SONO INDICATI I NOMI SCIENTIFICI DI ALCUNE PIANTE PRESENTI IN SARDEGNA CON ACCANTO IL NOME VOLGARE (ITALIANO). QUAL È L’ACCOSTAMENTO ERRATO?

1) Arbutus unedo=nocciolo. * 2) Olea europea=olivo. 3) Quercus ilex=leccio. 175. TRA LE SEGUENTI DEFINIZIONI RIGUARDANTI IL CLIMA DELLA

SARDEGNA UNA È ERRATA. QUALE? 1) La Sardegna presenta elevate escursioni termiche invernali. * 2) La Sardegna è tra le regioni più soleggiate d’Italia. 3) La Sardegna è tra le regioni con la più bassa nuvolosità. 176. UN FIUME CHE GETTA LE ACQUE IN UN LAGO VIENE CONSIDERATO UN: 1) Immissario. * 2) Emissario. 3) Effluente. 177. DURANTE LE NOTTI INVERNALI SI VERIFICA UNO SCAMBIO TERMICO

TRA IL MARE E L’ATMOSFERA? 1) Si, dal mare all’atmosfera. * 2) Si, dall’atmosfera al mare. 3) No, non avviene nessuno scambio. 178. FRA LE SEGUENTI AFFERMAZIONI RELATIVE ALLA TEMPERATURA

INDICA QUELLA INESATTA: 1) La temperatura aumenta con l’altitudine. * 2) La temperatura favorisce l’evaporazione. 3) La temperatura influenza la traspirazione. 179. UNO STAGNO VIENE DIVISO IN TRE ZONE IN FUNZIONE DEL TIPO DI

COLONIZZAZIONE. TRA LE ZONE ELENCATE INDICA QUELLA ERRATA: 1) Zona pedestre, dove non esistono piante. * 2) Zona lacustre, dove le piante sono completamente sommerse. 3) Zona palustre dove le piante hanno l’apparato radicale e parte del fusto sommerso.

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180. QUALE FRA QUELLI CITATI È LO STAGNO PIÙ GRANDE DELLA SARDEGNA?

1) Stagno di Cabras. * 2) Stagno di Santa Gilla. 3) Stagno di Tortoli’. 181. FRA LE DEFINIZIONI RIPORTATE INDICA QUELLA APPROPRIATA PER

DENOMINARE LE LAGUNE: 1) Corpi d’acqua salmastra o salata separati dal mare da cordoni sabbiosi. * 2) Corpi d’acqua salmastra o salata che non hanno collegamento col mare. 3) Corpi d’acqua dolce collegati col mare. 182. LA VEGETAZIONE VIENE PERCEPITA INNANZITUTTO COME UNO

STRATO VERDE CHE SI ESTENDE, IN MODO PIU’ O MENO CONTINUO, IN GRAN PARTE DELLA SUPERFICIE TERRESTRE. A CHE COSA E’ DOVUTO QUESTO COLORE VERDE?

1) Alla presenza nelle piante della clorofilla. * 2) Al riflesso generato dalle foglie con i raggi solari. 3) Al gioco di ombra e luce che si verifica nella vegetazione. 183. IN QUALI SPECIE VEGETALI LA COLORAZIONE VERDE, SIA PURE CON

TONALITA’ DIVERSE E’ SEMPRE PRESENTE? 1) A foglie persistenti. * 2) A foglie decidue. 3) A foglie caduche. 184. LA COLORAZIONE VERDE DELLE PIANTE VIENE A MANCARE IN UN

CERTO PERIODO DELL’ANNO NELLE SPECIE COSIDETTE: 1) Decidue. * 2) Persistenti. 3) Sempreverdi. 185. IN RELAZIONE AL FOTOPERIODO ALCUNE PIANTE VENGONO DEFINITE

BREVIDIURNE. PERCHÉ? 1) Si sviluppano normalmente in giorni con luminosità inferiore a 12 ore. * 2) Si sviluppano normalmente in giorni con luminosità superiore a 12 ore. 3) Non sono influenzate dalla luminosità.

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186. QUALI FRA QUESTE DEFINIZIONI DEFINISCE IL CONCETTO DI “CLIMAX”?

1) Stadio finale dello sviluppo di un ecosistema. * 2) Stadio iniziale per lo sviluppo di un ecosistema. 3) Stadio intermedio dello sviluppo di un ecosistema. 187. ATTUALMENTE I BOSCHI DELLA SARDEGNA SI ESTENDONO PER CIRCA: 1) 40% della superficie. * 2) 15% della superficie. 3) 8% della superficie. 188. QUALI FRA LE AFFERMAZIONI RIPORTATE E’ ADERENTE ALLA REALTA’

DI UNA LECCETA? 1) La lecceta è una formazione sempreverde e negli stadi più maturi costituisce una barriera

che assorbe la maggior parte della radiazione solare, lasciando arrivare al terreno pochissima luce. *

2) La lecceta è una formazione sempreverde e negli stadi più maturi assorbe modesta percentuale di radiazione solare che quindi può arrivare anche al terreno in grande quantità.

3) La lecceta è una formazione sempreverde e negli stadi più maturi rientra fra le specie a medio assorbimento di energia luminosa.

189. IL TERRENO DESTINATO AL RIMBOSCHIMENTO VIENE GENERALMENTE

PREPARATO CON DIVERSE LAVORAZIONI; COSA SI INTENDE PER LAVORAZIONE ANDANTE?

1) Lavorazione oggi eseguita generalmente con mezzi meccanici che interessa tutta la

superficie da rimboschire. * 2) Lavorazione localizzata eseguita a “gradoni”. 3) Lavorazione localizzata eseguita a “strisce”. 190. LA LAVORAZIONE ANDANTE, UTILIZZATA NELLE OPERAZIONI DI

RIMBOSCHIMENTO, PER QUALI TIPI DI TERRENO E’ GENERALMENTE INDICATA?

1) Terreni in piano o in leggera pendenza. * 2) Terreni a elevata pendenza. 3) Terreni esposti ai venti.

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191. IN UN TERRENO DA RIMBOSCHIRE CON FORTE PENDENZA QUAL E’ IL SISTEMA MENO IDONEO DI LAVORARE IL SUOLO:

1) Lavorazione andante. * 2) Lavorazione a buche. 3) Lavorazione a trincea di scavo e reinterro. 192. NELLE OPERAZIONI DI RIMBOSCHIMENTO NEI TERRENI CON UNA

CERTA PENDENZA VIENE UTILIZZATA UNA LAVORAZIONE DEL TERRENO DETTA A “GRADONI” ESSA CONSISTE:

1) Nell’apertura di terrazzamenti di varia larghezza, lungo le curve di livello con

contropendenza a monte. * 2) Nell’apertura di terrazzamenti di varia larghezza, lungo le curve di livello con pendenza a

valle. 3) Nel lavorare andantemente strisce di varie larghezze lungo le curve di livello. 193. GENERALMENTE SI SOSTIENE CHE IN CASO DI INCENDIO LE

LATIFOGLIE SONO IN GRADO DI ASSICURARE LA SOPRAVVIVENZA DEL BOSCO MEGLIO DELLE CONIFERE. PER QUALE MOTIVO?

1) Perché hanno la capacità di rinnovarsi agamicamente. * 2) Perché sono meno suscettibili al fuoco. 3) Perché senza l’ombreggiamento i semi germinano più velocemente. 194. FRA GLI ANIMALI CHE POPOLANO UNA FORESTA GLI INSETTI

RAPPRESENTANO LA CLASSE PIU’ NUMEROSA. GLI INSETTI CHE VIVONO A SPESE DEI VEGETALI VENGONO CHIAMATI:

1) Fitofagi. * 2) Entomofagi. 3) Coprofagi. 195. GLI INSETTI CHE SI NUTRONO DI VEGETALI MANIFESTANO SVARIATE

PREFERENZE ALIMENTARI. QUELLI CHE SI NUTRONO DI FRUTTI VENGONO DEFINITE SPECIE:

1) Carpofaghe. * 2) Xilofaghe. 3) Antofaghe.

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196. GLI INSETTI CHE VIVONO A SPESE DI ORGANISMI VEGETALI HANNO PREFERENZE ALIMENTARI PARTICOLARI. DI CHE COSA SI NUTRONO LE SPECIE XILOFAGE?

1) Legno. * 2) Frutti. 3) Foglie. 197. I FITOFAGI DANNOSI AI BOSCHI IN SARDEGNA HANNO PREFERENZE

ALIMENTARI SPECIFICHE. LE SPECIE CHE SI NUTRONO DI FOGLIE VENGONO DEFINITE:

1) Fillofage. * 2) Rizofaghe. 3) Antofaghe. 198. LE SPECIE RIZOFAGHE SI NUTRONO: 1) Di radici. * 2) Di legno. 3) Di fiori. 199. GLI INSETTI CHE SI NUTRONO DI LEGNO SONO DETTI: 1) Xilofagi. * 2) Antofagi. 3) Carpofagi. 200. I QUERCETI DELLA SARDEGNA SUBISCONO PERIODICHE

DEFOGLIAZIONI CAUSATE DA INSETTI APPARTENENTI ALL’ORDINE DEI: 1) Lepidotteri. * 2) Emitteri. 3) Ditteri. 201. LA SUGHERA, INSIEME AD ALTRE SPECIE DI QUERCE, E’ SOGGETTA A

PERIODICHE DEFOGLIAZIONI. COME VIENE CHIAMATO QUESTO LEPIDOTTERO DEFOGLIATORE?

1) Lymantria. * 2) Cicindela. 3) Phoracanta.

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202. FRA GLI INTERVENTI DI LOTTA CONTRO LA LYMANTRIA PRATICATI IN SARDEGNA SI E’ DIMOSTRATO PARTICOLARMENTE EFFICACE L’USO DI PRODOTTI MICROBIOLOGICI, TALVOLTA DISTRIBUITI ANCHE MEDIANTE ELICOTTERI, A BASE DI:

1) Bacillus thuringensis. * 2) Poltiglia bordolese. 3) Rogor. 203. INDICA FRA QUELLI ELENCATI IL NOME SCIENTIFICO DEL LECCIO: 1) Quercus ilex. * 2) Quercus coccifera. 3) Quercus robur. 204. CON IL NOME SCIENTIFICO QUERCUS ILEX VIENE DENOMINATO: 1) Il Leccio. * 2) La Sughera. 3) Il Rovere. 205. IN RELAZIONE AI FIORI IL LECCIO E’ DA CONSIDERARE UNA PIANTA: 1) Monoica. * 2) Dioica. 3) Poligama. 206. IL LECCIO E’ UNA SPECIE MEDITERRANEA LE CUI FOGLIE SONO: 1) Persistenti. * 2) Decidue. 3) Caduche. 207. ORDINARIAMENTE LA FRUTTIFICAZIONE DEL LECCIO AVVIENE

INTORNO: 1) Ai 15 anni. * 2) Ai 5 anni. 3) Ai 25 anni.

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208. IN QUALE FRA QUESTE AREE GEOGRAFICHE IL LECCIO DIFFICILMENTE PUO’ COSTITUIRE BOSCHI?

1) Olanda. * 2) Marocco. 3) Tunisia. 209. L’INSIEME DELLE PRATICHE DA METTERE IN ATTO PER L’UTILIZZO

DELLA MASSA LEGNOSA COSTITUISCONO IL: 1) Trattamento di un bosco. * 2) Governo di un bosco. 3) Incremento di un bosco. 210. IN CAMPO SUGHERICOLO CHE COSA E’ LA DEMASCHIATURA? 1) La prima operazione di decortica effettuata sulla pianta. * 2) L’estrazione del sughero da piante colpite dal fuoco. 3) L’estrazione del sughero da piante defogliate. 211. CHE COSA E’ IL SUGHERONE? 1) Il sughero estratto per la prima volta dalle piante. * 2) Il sughero estratto da piante colpite dal fuoco. 3) Il sughero estratto da piante defogliate. 212. A QUALE FAMIGLIA APPARTIENE IL MUFLONE? 1) Bovidi. * 2) Cervidi. 3) Felidi. 213. NEL PERIODO ESTIVO DI QUALE COLORE E’ IL MANTELLO DEL

MUFLONE? 1) Bruno – rossiccio. * 2) Grigio – nero. 3) Cenerognolo con macchie scure. 214. QUANDO SI VERIFICANO GLI ACCOPPIAMENTI DEL MUFLONE? 1) Ottobre – Novembre. * 2) Gennaio – Febbraio. 3) Marzo – Aprile.

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215. QUALI SONO I PREDATORI SELVATICI DEI PICCOLI DEL MUFLONE? 1) Volpe. * 2) Donnola. 3) Gatto. 216. QUAL E’ LA DURATA DEL PERIODO DI GRAVIDANZA DEL MUFLONE? 1) 22 settimane. * 2) 30 settimane. 3) 12 settimane. 217. A QUALE FAMIGLIA APPARTIENE IL CERVO? 1) Cervidi. * 2) Bovidi. 3) Suidi. 218. QUANDO SI VERIFICANO GLI AMORI NEI CERVI? 1) Settembre – Ottobre. * 2) Marzo – Aprile. 3) Giugno – Luglio. 219. QUANTO DURA LA GRAVIDANZA NEL CERVO? 1) Circa 8 mesi. * 2) Circa 12 mesi. 3) Circa 6 mesi. 220. A CHE ETA’ SPUNTANO SOLITAMENTE LE CORNA DEI CERVI? 1) 12 mesi. * 2) 6 mesi. 3) 24 mesi. 221. A QUALE FAMIGLIA APPARTIENE IL CINGHIALE? 1) Suidi. * 2) Felidi. 3) Mustelidi.

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222. FRA I NOMI SCIENTIFICI INDICATI QUAL E’ QUELLO DEL MUFLONE? 1) Ovis musimon. * 2) Felis sylvestris. 3) Mustela nivalis. 223. FRA I NOMI SCIENTIFICI INDICATI QUAL E’ QUELLO DEL CERVO? 1) Cervus elaphus. * 2) Dama dama. 3) Sus scrofa. 224. DAL PUNTO DI VISTA ALIMENTARE IL CINGHIALE E’ UNA SPECIE: 1) Onnivora. * 2) Carnivora. 3) Erbivora. 225. QUAL E’ LA DURATA DELLA GESTAZIONE DEL CINGHIALE? 1) Da 16 a 20 settimane. * 2) Da 10 a 12 settimane. 3) Da 20 a 30 settimane. 226. QUAL E’ IL NOME SCIENTIFICO DEL CINGHIALE? 1) Sus scrofa. * 2) Lupus capensis. 3) Vulpes vulpes. 227. QUAL E’ IL NOME SCIENTIFICO DEL GATTO SELVATICO? 1) Felis Sylvestris. * 2) Lupus capensis. 3) Sus scrofa. 228. FRA LE AFFERMAZIONI RIPORTATE INDICA QUELLA CHE RITIENI

CORRETTA: 1) Il cervo vive in branchi unisessuali. * 2) Il cervo é un animale solitario. 3) Il cervo vive in branchi misti.

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229. FRA LE AREE RIPORTATE INDICA QUELLA DOVE IL CERVO NON E’ PRESENTE:

1) Monte Spada. * 2) Monte Arcosu. 3) Monti dei Sette Fratelli. 230. A QUALE FAMIGLIA APPARTIENE LA VOLPE? 1) Canidi. * 2) Felidi. 3) Mustelidi. 231. IL LAGO OMODEO DERIVA DALLO SBARRAMENTO DEL FIUME: 1) Tirso. * 2) Cedrino. 3) Coghinas. 232. QUALE TRA I FIUMI SOTTOELENCATI E’ UN AFFLUENTE DEL TIRSO? 1) Taloro. * 2) Cedrino. 3) Flumineddu. 233. QUALE TRA I FIUMI INDICATI E’ UN AFFLUENTE DEL FLUMENDOSA? 1) Rio Flumineddu. * 2) Rio Liscoi. 3) Rio Mannu. 234. LUNGO QUALE FIUME E’ UBICATO IL LAGO ARTIFICIALE DI GUSANA? 1) Taloro. * 2) Cedrino. 3) Rio Mannu. 235. DA QUALI MONTI NASCE IL FIUME TIRSO? 1) Monti di Buddusò. * 2) Catena del Marghine. 3) Monte Ortobene.

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236. LUNGO QUALE FIUME SI TROVA L’INVASO ARTIFICIALE DI CASTELDORIA?

1) Coghinas. * 2) Flumendosa. 3) Taloro. 237. QUALE FRA QUESTE AFFERMAZIONI RISULTA CORRETTA: 1) Il Temo sfocia nella costa nord-occidentale della Sardegna. * 2) Il Flumendosa sfocia nella costa sud-occidentale della Sardegna. 3) Il Tirso sfocia nella costa sud della Sardegna. 238. IL FIUME COGHINAS SFOCIA NELLA COSTA: 1) Settentrionale della Sardegna. * 2) Meridionale della Sardegna. 3) Orientale della Sardegna. 239. QUAL E’ L’UNICO LAGO NATURALE DELLA SARDEGNA? 1) Lago di Baratz. * 2) Lago Omodeo. 3) Lago Gavossai. 240. DA QUALE FIUME E’ BAGNATA LA CITTA’ DI BOSA? 1) Temo. * 2) Cedrino. 3) Taloro. 241. LE SORGENTI DEL FLUMENDOSA SI TROVANO? 1) Nel massiccio del Gennargentu. * 2) Nel gruppo montuoso del Marghine. 3) Nel monte Linas. 242. QUAL E’ LA CIMA PIU’ ALTA DEL SUPRAMONTE DI OLIENA –

ORGOSOLO? 1) Monte Corrasi. * 2) Monte Gonare. 3) Monte Spada.

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243. IL MONTE RASU IN QUALE REGIONE DELLA SARDEGNA SI TROVA: 1) Goceano. * 2) Logudoro. 3) Barbagia. 244. LA CIMA PIU’ ALTA DEI MONTI DEL SARRABUS E’: 1) Monte Serpeddì. * 2) Monte Linas. 3) Monte Arcosu. 245. LA GIARA DI GESTURI IN QUALE REGIONE DELLA SARDEGNA SI TROVA: 1) Marmilla. * 2) Goceano. 3) Campidano. 246. IL MONTE SERPEDI' SI TROVA IN PROVINCIA DI: 1) Cagliari. * 2) Nuoro. 3) Oristano. 247. IL MONTE CORRASI SI TROVA IN PROVINCIA DI: 1) Nuoro. * 2) Oristano. 3) Sassari. 248. IL MONTE SERPEDDI’ SI TROVA IN PROSSIMITA’ DELL’ABITATO DI: 1) Burcei. * 2) Villasimius. 3) Sinnai. 249. IL MONTE RASU SI TROVA IN PROSSIMITA’ DELL’ABITATO DI: 1) Bono. * 2) Macomer. 3) Ozieri.

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250. IL GOLFO DI OROSEI SI TROVA LUNGO LA COSTA: 1) Orientale. * 2) Occidentale. 3) Meridionale. 251. IL GOLFO DI ORISTANO SI TROVA LUNGO LA COSTA: 1) Occidentale. * 2) Settentrionale. 3) Orientale. 252. IL MONTE GONARE SI TROVA IN PROSSIMITA’ DEGLI ABITATI DI: 1) Orani – Sarule. * 2) Ollolai – Gavoi. 3) Olzai – Ollolai. 253. LE SORGENTI DI SU COLOGONE ALIMENTANO IL FIUME: 1) Cedrino. * 2) Leni. 3) Posada. 254. QUAL E’ LA REGIONE NOTORIAMENTE PIU’ FRANOSA DELL’ISOLA? 1) Ogliastra. * 2) Logudoro. 3) Marghine. 255. IN SARDEGNA GLI ALTOPIANI PIU’ NOTI SONO LE “GIARE”. DI CHE

NATURA SONO LE ROCCIE CHE LE COSTITUISCONO? 1) Basaltica. * 2) Calcarea. 3) Granitica. 256. IL MASSICCIO DEL GENNARGENTU PRESENTA NUMEROSE VETTE. FRA

QUELLE INDICATA QUAL E’ LA PIU’ ALTA? 1) Bruncu Spina. * 2) Monte Spada. 3) Punta Florisa.

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257. COSA S’INTENDE COL TERMINE VEGETAZIONE? 1) L’insieme delle piante che si trovano in un territorio a formare una comunità. * 2) L’insieme degli animali che si trovano in un territorio a formare una comunità. 3) L’insieme di animali e piante che si trovano in un territorio a formare una comunità. 258. DI CHE COLORE SONO, SOLITAMENTE, LE BACCHE MATURE DI

AGRIFOGLIO? 1) Rosse. * 2) Verdi. 3) Nere. 259. INDICA, FRA QUELLE ELENCATE, LE PERCENTUALI DI AZOTO,

OSSIGENO E ANIDRIDE CARBONICA CHE PIU' SI AVVICINANO ALLA COMPOSIZIONE MEDIA DELL'ARIA:

1) Azoto 79 %, ossigeno 21, 0 %, anidride carbonica 0, 04 %. * 2) Azoto 15,05 %, ossigeno 80, 25 %, anidride carbonica 0,01 %. 3) Azoto 90 %, ossigeno 8,05 %, anidride carbonica 0,10 %. 260. UNA PIOGGIA SI DEFINISCE, PER CONVENZIONE, ACIDA QUANDO: 1) Il ph è inferiore al 5,6. * 2) Il ph è superiore a 8. 3) Il ph è uguale a 7. 261. LE PIOGGIE ACIDE SONO CAUSATE: 1) Dall'aumento nell'atmosfera di ossido di zolfo e azoto. * 2) Dall'aumento nell'atmosfera dell'anidride carbonica. 3) Dall'atmosfera dello strato di ozono. 262. NEL PERIODO PIU' CALDO DELL'ANNO LA TRASMISSIONE DI CALORE

TRA MARE E ATMOSFERA AVVIENE: 1) Dall'atmosfera al mare. * 2) Dal mare all'atmosfera. 3) Nessuna delle due affermazioni è valida.

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263. IL CONTENUTO IN SOSTANZA ORGANICA DEL SUOLO VARIA NORMALMENTE:

1) Dal 2 a 10 %. * 2) Dal 30 al 50 %. 3) Dallo 0,1 all'1 %. 264. LE PIANTE PERDONO ACQUA CON MODALITA' DIVERSE. QUALE FRA LE

MODALITA' INDICATE E' ERRATA: 1) Evaporazione. * 2) Traspirazione. 3) Guttazione. 265. QUALI SONO I FATTORI CHE POSSONO INCREMENTARE IL PROCESSO DI

TRASPIRAZIONE? 1) Temperatura - vento. * 2) Temperatura - umidità dell'aria. 3) Luce - umidità dell'aria. 266. NEL PROCESSO DI FOTOSINTESI, IN UNA FORESTA MOLTO FITTA, QUALE

PUO' ESSERE IL FATTORE LIMITANTE: 1) La luminosità. * 2) La temperatura. 3) L'anidride carbonica. 267. COME VIENE CHIAMATO IL SISTEMA CHE CONSENTE DI LOCALIZZARE

ESATTAMENTE QUALSIASI PUNTO SULLA SUPERFICIE DELLA TERRA? 1) Reticolato geografico. * 2) Reticolato topografico. 3) Sistema planetario. 268. LE CARTE GEOGRAFICHE VENGONO CLASSIFICATE IN RELAZIONE

ALLA SCALA. COSA SONO LE CARTE COROGRAFICHE? 1) Sono quelle di scala variabile da 1 : 150.000 a 1 : 1.000.000. * 2) Sono quelle di scala variabile a 1 : 1.000.000 a 1 : 2.000.000. 3) Sono quelle di scala superiore al 1 : 2.000.000.

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269. LE SCALE GENERALMENTE USATE IN MONTAGNA SONO DETTE CARTE TOPOGRAFICHE. IN CHE SCALA VENGONO COMPILATE?

1) Fra 1 : 10.000 ed 1 : 150.000. * 2) Fra 1 : 150.000 ed 1 : 200.000. 3) Fra 1 : 5.000 ed 1 : 10.000. 270. QUANDO UNA CARTA VIENE COMPILATA IN UNA SCALA VARIABILE DA

1 : 150.000 AD 1 : 1.000.000 VIENE DETTA CARTA: 1) Corografica. * 2) Geografica. 3) Topografica. 271. QUANDO UNA CARTA VIENE COMPILATA IN SCALA VARIABILE DA

1 : 10.000 AD 1 : 150.000 VIENE DETTA: 1) Carta topografica. * 2) Carta corografica. 3) Carta geografica. 272. UNA CARTA COMPILATA IN SCALA 1 : 50.000 E' UNA CARTA: 1) Topografica. * 2) Geografica. 3) Corografica. 273. UNA CARTA COMPILATA IN SCALA 1 : 500.000 E' UNA CARTA: 1) Corografica. * 2) Geografica. 3) Topografica. 274. LE MAPPE UTILIZZATE PER RAFFIGURARE PROPRIETA' RURALI

VENGONO COMPILATE IN SCALA: 1) Maggiore di 1 : 10.000. * 2) Maggiore 1 : 20.000. 3) Inferiore a 1 : 15.000.

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275. IN QUALE PERIODO LE SPECIE "CADUCIFOLIE" PERDONO SOLITAMENTE LE FOGLIE?

1) Inverno. * 2) Estate. 3) Primavera. 276. GLI INSETTI DANNOSI AI BOSCHI HANNO UNA ACCERTATA PREFERENZA

ALIMENTARE VERSO UNA CERTA PARTE DELLE PIANTE. GLI INSETTI CHE SI NUTRONO DI FIORI VENGONO DETTE SPECIE:

1) Antofaghe. * 2) Xilofaghe. 3) Carpofaghe. 277. FRA LE AREE RIPORTATE INDICA QUELLA DOVE IL MUFLONE NON E’

SOLITAMENTE PRESENTE: 1) Monte Arcosu. * 2) Gennargentu. 3) Montarbu di Seui.

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ELEMENTI DI LEGISLAZIONE FORESTALE – R.D. 30 DICEMBRE 1923 N. 3267, R.D. 16 MAGGIO 1926 N. 1126, L. 9 OTTOBRE 1957 N. 950, L. 21 NOVEMBRE 2000 N. 353, L. 24 NOVEMBRE 1981 N. 689

1. IL R.D. 30 DICEMBRE 1923 N. 3267 CHE IMPONE IL VINCOLO IDROGEOLOGICO DETERMINA:

1) Limitazione d’uso alla proprietà terriera. * 2) Trasferimento dei terreni vincolati all’autorità forestale. 3) Non determina nessuna influenza nella proprietà privata. 2. IL R.D. 30 DICEMBRE 1923 N. 3267 PREVEDE ALL’ART. 17 IL “VINCOLO PER

ALTRI SCOPI” SOTTOPONENDO A LIMITAZIONE D’USO BOSCHI CON SPECIFICHE CARATTERISTICHE. PER QUESTO LA LEGGE PREVEDE:

1) Pagamento di un congruo indennizzo. * 2) Parziale appropriazione dei beni vincolati. 3) Nessun indennizzo. 3. NEL CASO DEL “VINCOLO PER ALTRI SCOPI” (ART. 17 R.D. 30 DICEMBRE

1923 N. 3267) CHI DEVE PAGARE L’INDENNIZZO? 1) Coloro che hanno promosso la limitazione d’uso. * 2) Sempre il Comune in cui ricadono i terreni vincolati 3) Sempre lo Stato. 4. IN BASE AL R.D. 3267/1923 (ART. 1) SONO SOTTOPOSTI A VINCOLO PER

“SCOPI IDROGEOLOGICI”: 1) Terreni di qualsiasi natura e destinazione che possono perdere la stabilità o turbare il

regime delle acque. * 2) Solo terreni adibiti a pascolo nudo su estese superfici. 3) Solo terreni boscati di media estensione. 5. COSA TUTELA LA L.R. 4/94? 1) Tutte le piante di sughera anche sparse. * 2) Solo i boschi di sughera di estensione maggiore di 2000 mq. 3) Solo i boschi di sughera in produzione. 6. L’IMPOSIZIONE DEL VINCOLO IDROGEOLOGICO E’ PROMOSSO (R.D.

3267/1923, ART. 2): 1) Dall’Autorità Forestale. * 2) Dai Comuni in cui ricadono le aree. 3) Dalla Camera di Commercio Industria e Agricoltura.

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ELEMENTI DI LEGISLAZIONE FORESTALE – R.D. 30 DICEMBRE 1923 N. 3267, R.D. 16 MAGGIO 1926 N. 1126, L. 9 OTTOBRE 1957 N. 950, L. 21 NOVEMBRE 2000 N. 353, L. 24 NOVEMBRE 1981 N. 689

7. LA TRASFORMAZIONE DI USO E DESTINAZIONE DEI TERRENI SOTTOPOSTI A VINCOLO IDROGEOLOGICO NON PUO’ ESSERE REALIZZATA SENZA L’AUTORIZZAZIONE:

1) Della Regione. * 2) Della Provincia. 3) Del Sindaco del Comune in cui ricadono le aree interessate. 8. AI SENSI DELL’ART. 26 DEL R.D. 3267/1923 IL PROPRIETARIO O

POSSESSORE DI TERRENI VINCOLATI PER SCOPI IDROGEOLOGICI CHE NON OSSERVERA’ LE NORME EMANATE PER L’APPLICAZIONE DEGLI ARTT. 7 E 8 INCORRERA’ NELLA SANZIONE:

1) Amministrativa pecuniaria. * 2) Denuncia all’Autorità giudiziaria. 3) Confisca dei terreni. 9. AI SENSI DELL’ART. 10 COMMA 1 DELLA L. 353/2000 NEI SOPRASSUOLI

BOSCATI PERCORSI DAL FUOCO L’ESERCIZIO DEL PASCOLO E DELLA CACCIA:

1) E’ possibile dopo dieci anni dall’incendio. * 2) Non è possibile. 3) E' possibile nell’anno successivo all’incendio. 10. L’ART. 6 DELLA L.R. 4/94 PREVEDE CHE PER L’ABBATTIMENTO DELLE

PIANTE DI SUGHERA VENGA RILASCIATA APPOSITA AUTORIZZAZIONE: 1) Dall’Ispettorato Ripartimentale del C.F.V.A. competente per il territorio. * 2) Dall’Assessorato Regionale della difesa dell’ambiente. 3) Dalla stazione forestale e di v.a. competente per il territorio. 11. COSA SI INTENDE PER “TRASFORMAZIONE DEI TERRENI SALDI IN

TERRENI SOGGETTI A PERIODICA LAVORAZIONE? 1) La rottura del cotico erboso di un pascolo naturale con l’uso di aratri, frese, erpici etc.. * 2) Il taglio dell’erba di un prato pascolo con l’uso di falciatrici. 3) La semina sul cotico di un pascolo, con spandiconcime, di essenze erbacee da pascolo. 12. AI SENSI DELL’ART. 9 DEL R.D. 3267/1923 NEI BOSCHI E NEI TERRENI

RICOPERTI DI CESPUGLI AVENTI FUNZIONI PROTETTIVE: 1) Di regola è vietato il pascolo delle capre. * 2) E’ vietato il pascolo bovino. 3) E’ vietato il pascolo degli ovini.

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13. NEI TERRENI VINCOLATI LA “TRASFORMAZIONE DEI BOSCHI IN ALTRE QUALITA’ DI COLTURA E LA TRASFORMAZIONE DEI TERRENI SALDI IN TERRENI SOGGETTI A PERIODICA LAVORAZIONE” (ART. 7 R.D. N. 3267/1923) PUO' ESSERE REALIZZATA?

1) Si con le necessarie autorizzazioni. * 2) Non può essere mai attuata. 3) Può essere fatta con le dovute cautele. 14. NEI TERRENI SOTTOPOSTI A VINCOLO IDROGEOLOGICO E’ POSSIBILE IL

PASCOLO? 1) Si con le limitazioni previste dall’art. 9 del R.D.3267/1923. * 2) No in nessun caso come previsto dalla normativa vigente. 3) Si senza alcuna limitazione come indicato dalle norme. 15. LA RECISIONE DEI RAMI DELLE PIANTE DA SUGHERO CHE DETERMINA

DANNO ALLA PIANTA VIENE SANZIONATA AI SENSI DELL’ART. 8 DELLA L.R. 4/94 QUANDO VIENE EFFETTUATA IN MISURA SUPERIORE A:

1) 1/3 della chioma. * 2) 1/4 della chioma. 3) 1/5 della chioma. 16. NEI TERRENI SOTTOPOSTI A VINCOLO IDROGEOLOGICO E’ POSSIBILE

L’UTILIZZAZIONE DEI BOSCHI E IL TAGLIO DEI CESPUGLI AVENTI FUNZIONI PROTETTIVE (ARTT. 8 E 10 R.D. 3267/23)?

1) Si secondo le prescrizioni di massima e di Polizia Forestale.* 2) No in base alle prescrizioni di massima e di Polizia Forestale. 3) Si secondo le prescrizioni della buona pratica agricola. 17. AI SENSI DELL’ART. 9 DEL R.D. 3267/1923 NEI BOSCHI DI NUOVO

IMPIANTO O SOTTOPOSTI AL TAGLIO GENERALE E’ PERMESSO IL PASCOLO?

1) No prima che lo sviluppo delle giovani piante e dei nuovi virgulti sia tale da escludere ogni

pericolo di danno. * 2) Si se il bestiame al pascolo è controllato da proprietario. 3) No per almeno dieci anni dall’impianto. 18. IL R.D. 3267/1923 VIENE INDICATO ANCHE COME: 1) Legge Forestale. * 2) Legge Galasso. 3) Legge Merli.

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19. L’ART. 24 DEL R.D. 3267/1923 PREVEDE SANZIONI DA APPLICARE PER L’INOSSERVANZA DELLE DISPOSIZIONI DI CUI AGLI ARTT. 7 E 8 DELLA LEGGE. LA SANZIONE AMMINISTRATIVA PECUNIARIA VIENE DETERMINATA PER OGNI:

1) Decara di terreno o sua frazione. * 2) Centiara di terreno o sua frazione. 3) Ettaro di terreno o sua frazione. 20. AI SENSI DELL’ART. 6 DELLA L.R. 4/94 L’UFFICIO COMPETENTE AL

RILASCIO DELL’AUTORIZZAZIONE PER L’ABBATTIMENTO DELLE PIANTE DA SUGHERO E’ TENUTO A CONCEDERE O NEGARE L’AUTORIZZAZIONE, DALLA DATA DI PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA, ENTRO:

1) Trenta giorni. * 2) Sessanta giorni. 3) Tre mesi. 21. LA LEGGE 353/2000 HA COME FINALITA’ LA: 1) Conservazione e difesa dagli incendi del patrimonio boschivo nazionale. * 2) Conservazione e difesa dall’erosione delle aree montane boscate. 3) Conservazione e difesa dei boschi dalle calamità naturali. 22. LE ZONE BOSCATE ED I PASCOLI I CUI SOPRASSUOLI SONO PERCORSI

DA INCENDIO NON POSSONO AVERE UNA DESTINAZIONE DIVERSA DA QUELLA PREESISTENTE ALL’INCENDIO (ART. 10 L. N. 353/2000):

1) Per almeno 15 anni. * 2) Per almeno 10 anni. 3) Per almeno 7 anni. 23. L’ESERCIZIO DEL PASCOLO E DELLA CACCIA E’ VIETATO NEI

SOPRASSUOLI BOSCATI PERCORSI DAL FUOCO PER UN PERIODO DI (ART. 10 L. N. 353/2000):

1) 10 anni. * 2) 5 anni. 3) 15 anni.

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24. L’ART. 6 DELLA L.R. 4/94 PREVEDE CHE L’AUTORIZZAZIONE ALL’ABBATTIMENTO DELLE PIANTE DA SUGHERO SI INTENDE CONCESSA SE L’UFFICIO COMPETENTE NON PROVVEDE A DARE RISPOSTA ENTRO:

1) Trenta giorni. * 2) Quarantacinque giorni. 3) Sessanta giorni. 25. L’ART. 1 DEL R.D. 3267/1923 IMPONE IL VINCOLO IDROGEOLOGICO SUI

TERRENI: 1) Al fine di evitare che possano perdere stabilità. * 2) Per limitare il diritto di proprietà. 3) Non determina nessuna influenza nella proprietà privata. 26. IL R.D. 3267/1923 PREVEDE ALL’ART. 17 IL “VINCOLO PER ALTRI SCOPI”

SOTTOPONENDO A LIMITAZIONE D’USO BOSCHI CON PARTICOLARI CARATTERISTICHE. PER QUESTO LA LEGGE PREVEDE:

1) Che l’indennizzo sia a carico di coloro che hanno promosso le limitazioni.* 2) L’espropriazione delle aree vincolate. 3) Nessun indennizzo. 27. COSA SI INTENDE PER TRASFORMAZIONE DEI TERRENI SALDI IN

TERRENI SOGGETTI A PERIODICA LAVORAZIONE? 1) Aratura frequente. * 2) Il taglio periodico del bosco. 3) L’utilizzazione periodica delle piante da sughero. 28. AI SENSI DELL’ART. 7 R.D. 3267/1923 E’ PERMESSA LA TRASFORMAZIONE

DEI BOSCHI IN ALTRA QUALITA' DI COLTURA? 1) Si con l’autorizzazione dell’amministrazione competente. * 2) Si se attuata con le dovute cautele. 3) No mai. 29. L’ART. 6 DELLA L.R. 4/94 PREVEDE CHE LO SRADICAMENTO DELLE

CEPPAIE DI SUGHERA VENGA RICHIESTO QUANDO QUESTE SONO VITALI E PRESENTI IN MISURA NON INFERIORE A:

1) 200 per ettaro. * 2) 100 per ettaro 3) 150 per ettaro.

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30. AI SENSI DELL'ART. 19 DEL R.D. 1126/1926 LE PRESCRIZIONI DI MASSIMA E DI POLIZIA FORESTALE PREVISTE DAGLI ARTT. 8 E 10 DEL R.D. 3267/1923 SONO COMPILATE:

1) Per ogni singola Provincia. * 2) A livello Regionale. 3) Nell’ambito delle Comunità Montane. 31. AI SENSI DEL R.D. 1126/1926 LE PRESCRIZIONI DI MASSIMA E DI POLIZIA

FORESTALE PREVISTE DAGLI ARTT. 8 E 10 DEL R.D. 3267/1923 SI APPLICANO:

1) Ai terreni vincolati ai sensi del R.D. 3267/1923. * 2) Ai terreni boscati naturali o artificiali ovunque radicati. 3) A tutti i boschi coltivati anche se non vincolati. 32. NEI BOSCHI ADULTI TROPPO RADI E DEPERIENTI E’ PERMESSO IL

PASCOLO (ART. 9 R.D.L. 3267/1923)? 1) Si dopo che è stata assicurata la ricostituzione di essi. * 2) No mai. 3) Si ma con carichi di bestiame adeguati. 33. NEI TERRENI SOTTOPOSTI A VINCOLO IDROGEOLOGICO E’ POSSIBILE

LA CONVERSIONE DEL BOSCO CEDUO IN ALTO FUSTO? 1) Si secondo le prescrizioni di massima di polizia forestale. * 2) No perchè viola l’art. 7 del R.D. 3267/1923 3) No se non previsto da un apposito piano di tagli. 34. AI SENSI DELL’ART. 6 DELLA L.R. 4/94 QUALORA L’UFFICIO

COMPETENTE NEGHI L’AUTORIZZAZIONE PER L’ABBATTIMENTO DELLE PIANTE DA SUGHERO, L’INTERESSATO PUO’ PRESENTARE RICORSO:

1) All’Assessore Regionale della Difesa dell’Ambiente. * 2) Al Presidente della Giunta Regionale. 3) All’Ispettorato Ripartimentale del Corpo Forestale e di V.A.. 35. IL VINCOLO DEI BOSCHI PER ALTRI SCOPI, COSI’ COME PREVISTO

DALL’ART. 17 DEL R.D. 3267/1923 PUO’ ESSERE PROMOSSO ANCHE DA ENTI E DA PRIVATI CHE:

1) Dovranno corrispondere un congruo indennizzo ai proprietari dei boschi. * 2) Corrisponderanno un indennizzo pari alla minore produzione legnosa. 3) Non dovranno corrispondere un indennizzo.

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36. IL VINCOLO PER ALTRI SCOPI PREVISTO DALL’ART. 17 DEL R.D. 3267/1923 PUO’ ESSERE RICHIESTO QUANDO I BOSCHI PER LA LORO SPECIALE UBICAZIONE:

1) Difendono i terreni o fabbricati dalla furia dei venti. * 2) Svolgono un ruolo estetico paesaggistico. 3) Sono costituiti da essenze forestali rare. 37. AI SENSI DELL’ART. 33 DELLA L.R. 4/1994 PER QUANTI ANNI L’ASSESSORE

DELLA DIFESA DELL’AMBIENTE, PUO’ NEGARE O REVOCARE LE PREVIDENZE PER LA SUGHERICOLTURA?

1) Sino a 10 anni. * 2) Sino a 5 anni. 3) Sino a 15 anni. 38. AI SENSI DELL'ART. 21 DEL R.D. 3267/1923 IN CASO DI DISACCORDO FRA

LE PARTI, LA MISURA DELL’INDENNIZZO DA CORRISPONDERE AL PROPRIETARIO DEL BOSCO “VINCOLATO PER ALTRI SCOPI” SARA’ FISSATO DA:

1) Tre arbitri scelti dalle parti. * 2) Dall’Ispettorato Ripartimentale Forestale. 3) Dall’Ufficio Tecnico Erariale. 39. LA DETERMINAZIONE DELLE ZONE VINCOLATE PER SCOPI

IDROGEOLOGICI DIVIENE DEFINITIVA DOPO LA PUBBLICAZIONE ALL’ALBO COMUNALE DELLA CARTA TOPOGRAFICA DI CUI ALL’ART. 3 DEL R.D. 3267/1923; QUANTI GIORNI DEVE DURARE LA PUBBLICAZIONE?

1) 90. * 2) 60. 3) 30. 40. AI SENSI DELL’ART. 7 DELLA L.R. 4/94 LA SANZIONE AMMINISTRATIVA

PREVISTA DALLE PRESCRIZIONI DI MASSIMA E DI POLIZIA FORESTALE PER L’ABBATTIMENTO DI CIASCUNA PIANTA DA SUGHERO, SENZA AUTORIZZAZIONE, VIENE:

1) Raddoppiata. * 2) Triplicata. 3) dimezzata.

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41. AI SENSI DELL’ART. 42 DEL R.D. 1126/1926 QUALORA LE CEPPAIE DELLE PIANTE ABUSIVAMENTE ABBATTUTE FOSSERO STATE DISTRUTTE, COME SI DETERMINERÀ IL LORO DIAMETRO?

1) Sopra piante che il verbalizzante reputerà essere nelle condizioni di quelle distrutte. * 2) Applicando un calcolo su parametri convenzionali. 3) Non è determinabile. 42. QUALE DEI SEGUENTI VINCOLI NON E’ PREVISTO NEL R.D. 3267/1923? 1) Vincolo paesaggistico. * 2) Vincolo a difesa dalla caduta di valanghe. 3) Vincolo idrogeologico. 43. AI SENSI DELL’ART. 23 DEL R.D. 3267/1923 L’AMMINISTRAZIONE

COMPETENTE A DICHIARARE LA NECESSITA’ DEL VINCOLO PER ALTRI SCOPI PREVISTO DALL’ART. 17 DEL R.D. 3267/1923, IN CASI DI URGENZA PUO’ IMPORRE:

1) L’astensione da qualsiasi forma di utilizzazione dei boschi interessati. * 2) La sospensione della caccia. 3) La sospensione del pascolo. 44. NON RIENTRANO TRA LE PRESCRIZIONI DI MASSIMA E DI POLIZIA

FORESTALE PREVISTE DALL'ART. 19 DEL R.D. 1126/1926: 1) Le norme che regolano l’attività venatoria. * 2) Il tempo ed il modo di eseguire i tagli. 3) Le regole per i diradamenti delle fustaie. 45. AI SENSI DELL'ART. 8 DELLA L.R. 4/1994 LA RECISIONE DI RAMI CHE

DETERMINA DANNO ALLA PIANTA DA SUGHERO, COMPORTA UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA CHE E’:

1) Pari a quella prevista per la recisione dei rami nella prescrizione di massima e di polizia

forestale. * 2) Doppia di quella prevista nella prescrizione di massima e di polizia forestale. 3) Tripla di quella prevista nella prescrizione di massima e di polizia forestale. 46. NON RIENTRANO TRA LE PRESCRIZIONI DI MASSIMA E DI POLIZIA

FORESTALE DI CUI ALL’ART. 19 DEL R.D. 1126/1926: 1) Le modalità di smaltimento nei boschi dei rifiuti speciali. * 2) Le modalità della soppressione dei cespugli. 3) Le regole per l’impianto delle carbonaie.

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47. AI SENSI DEL R.D. 3267/1923 (ARTT. 1 E 17) NON POSSONO ESSERE SOTTOPOSTI A VINCOLO (INDIVIDUA RISPOSTA ERRATA):

1) I terreni di proprietà privata ma non quelli pubblici. * 2) Boschi che difendono i terreni dalle valanghe. 3) I terreni di qualsiasi natura e destinazione. 48. LA L. 950/67 DETERMINA LE SANZIONI PER I TRASGRESSORI DELLE

NORME: 1) Di polizia forestale. * 2) Sulla protezione della fauna e l’esercizio della caccia. 3) Per la difesa dei boschi dagli incendi. 49. LE PRESCRIZIONI DI MASSIMA E DI POLIZIA FORESTALE DI CUI

ALL’ART. 19 DEL R.D. 1126/1926 SONO DETERMINATE: 1) Anche per singole parti di provincia. * 2) A livello comunale dal Sindaco. 3) A livello nazionale per decreto ministeriale. 50. AI SENSI DELL’ART. 9 LETT. B DELLA L.R. 4/94 UN SOPRASSUOLO

FORESTALE MISTO E' CONSIDERATO SUGHERETA QUANDO: 1) La quercia da sughero rappresenta, rispetto alla copertura totale del soprassuolo forestale, il

50 per cento. * 2) La quercia da sughero rappresenta, rispetto alla copertura totale del soprassuolo forestale, il

40 per cento. 3) La quercia da sughero rappresenta, rispetto alla copertura totale del soprassuolo forestale, il

60 per cento. 51. IL R.D. 3267/1923 (ART. 16) QUALE TIPO DI INDENNIZZO PREVEDE A

FAVORE DEI PROPRIETARI DEI TERRENI SOTTOPOSTI A VINCOLO IDROGEOLOGICO?

1) Nessun tipo di indennizzo ma solo la riduzione degli estimi catastali. * 2) Un indennizzo calcolato sulla base delle valutazione dell’U.T.E.. 3) Un congruo indennizzo calcolato sulla base dei minori redditi derivanti dalle limitazioni

imposte. 52. LA TRASFORMAZIONE DEI BOSCHI IN ALTRE QUALITA’ DI COLTURA

PUO' ESSERE AUTORIZZATA DA: 1) La Direzione Generale del CFVA * 2) La Prefettura competente per territorio. 3) L’Assessorato Regionale all’Agricoltura e Foreste.

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53. LE PRESCRIZIONI DI MASSIMA E DI POLIZIA FORESTALE STABILISCONO LE NORME, A LIVELLO PROVINCIALE, PER LA GESTIONE DEI TERRENI SOTTOPOSTI A VINCOLO IDROGEOLOGICO. QUALE FRA LE SEGUENTI RISPOSTE E’ SBAGLIATA?

1) Le prescrizioni di massima e di polizia forestale dettano norme per i terreni ad esclusione

di quelli nudi e saldi. * 2) Le prescrizioni di massima e di polizia forestale dettano norme anche per i boschi di alto

fusto. 3) Le prescrizioni di massima e di polizia forestale dettano norme anche per i boschi cedui. 54. PER LA TRASFORMAZIONE DI BOSCHI E DI TERRENI SALDI, VINCOLATI

DAL R.D. 3267/1923 CHI ESPRIME IL PARERE TECNICO? 1) L’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste. * 2) Il Comandante della Stazione Forestale. 3) L’Assessorato della Difesa dell’Ambiente. 55. AI SENSI DELL’ART. 9 LETT. A DELLA L.R. 4/94, UN SOPRASSUOLO

FORESTALE, COSTITUITO DA PIANTE DI SUGHERA CON PRESENZA DI RINNOVAZIONE, E' CONSIDERATO SUGHERETA:

1) Con copertura superiore al 40% della superficie. * 2) Con copertura superiore al 50% della superficie. 3) Con copertura superiore al 30% della superficie. 56. LE PRESCRIZIONI DI MASSIMA E DI POLIZIA FORESTALE SONO

APPLICABILI: 1) Ai boschi e ai terreni vincolati. * 2) A tutti i boschi della provincia. 3) Solo ai boschi di latifoglie. 57. L’ART. 9 DEL R.D. 3267/1923 DI COSA SI INTERESSA? 1) Del pascolo nei terreni vincolati. * 2) Del taglio dei cespugli nei terreni vincolati. 3) Del taglio di boschi. 58. IL VINCOLO PER ALTRI SCOPI PREVISTO DALL’ART. 17 DEL R.D. 3267/1923

E’ IMPOSTO SU QUALI BENI? 1) Solo sui boschi. * 2) Sui terreni di qualsiasi natura. 3) Sui terreni saldi.

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59. IL VINCOLO PER ALTRI SCOPI, PREVISTO DALL’ART. 17 DEL R.D. 3267/1923 VIENE IMPOSTO A RICHIESTA PER RAGIONI:

1) Protettive ed igieniche. * 2) Idrogeologiche. 3) Paesaggistiche. 60. L’ART. 9 LETT. C DELLA L.R. 4/94 DEFINISCE SUGHERETA IL

SOPRASSUOLO FORESTALE QUANDO E’ COSTITUITO DA CEPPAIE DI QUERCIA DA SUGHERO DEGRADATE DA AZIONI ANTROPICHE CON DENSITA’ MEDIA:

1) Non inferiore a 200 per ettaro. * 2) Non inferiore a 100 per ettaro. 3) Non inferiore a 150 per ettaro. 61. IL R.D. 3267/1923 ALL’ART. 29 STABILISCE CHE NELLE VIOLAZIONI ALLE

LEGGI E REGOLAMENTI FORESTALI LA VALUTAZIONE DEL DANNO SIA ESEGUITA:

1) Dagli agenti forestali. * 2) Dalle guardie campestri. 3) Da tecnici comunali a ciò preposti. 62. IL R.D. 3267/1923 ALL’ART. 26 STABILISCE CHE LE VIOLAZIONI ALLE

DISPOSIZIONI EMANATE PER I BOSCHI VINCOLATI VENGANO SANZIONATE IN VIA AMMINISTRATIVA IN BASE AL VALORE DELLE PIANTE TAGLIATE O DEL DANNO ARRECATO. IN QUALE MISURA:

1) Dal doppio al quadruplo del valore. * 2) Dal doppio al triplo del valore. 3) Dal triplo al quadruplo del valore. 63. L’ART. 54 DEL R.D. 3267/1923 STABILISCE CHE NEI TERRENI

RIMBOSCHITI: 1) Non è mai permessa la coltura agraria. * 2) Non è mai permesso il pascolo. 3) Non è permesso l’uso del bosco.

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64. AI SENSI DELL’ART. 24 DEL R.D. 3267/1923 E DELLA L. 689/1981 LA VIOLAZIONE DELLE PRESCRIZIONI IN MATERIA DI TRASFORMAZIONE DEI BOSCHI VIENE CALCOLATA:

1) Per ogni decara (o frazione di essa) di terreno. * 2) Per ogni ara (o frazione di essa) di terreno. 3) Per ogni ettaro (o frazione di esso) di terreno. 65. I SOPRASSUOLI FORESTALI SONO CONSIDERATI SUGHERETA, AI SENSI

DELL’ART. 9 LETT. D DELLA L.R. 4/94, QUANDO SONO PRESENTI SEMENZALI O GIOVANI SOGGETTI, DI SUGHERA, NATURALI O ARTIFICIALI IN NUMERO:

1) Non inferiore a 600 per ettaro. * 2) Non inferiore a 300 per ettaro. 3) Non inferiore a 1100 per ettaro. 66. AI SENSI DELL’ART. 24 DEL R.D. 3267/1923 E DELLA L. 689/1981 LA

VIOLAZIONE DELLE PRESCRIZIONI IN MATERIA DI DISSODAMENTO DEL TERRENO VIENE CALCOLATA:

1) Per ogni decara (o frazione di essa) di terreno. * 2) Per ogni ara (o frazione di essa) di terreno. 3) Per ogni ettaro (o frazione di esso) di terreno 67. AI SENSI DELL’ART. 26 DEL R.D. 3267/1923, IL TAGLIO O

DANNEGGIAMENTO DI PIANTE E' PUNITO CON: 1) Sanzione amministrativa pecuniaria. * 2) Ammenda. 3) Arresto 68. L’ART. 54 DEL R.D. 3267/1923 PREVEDE CHE L’USO DEI TERRENI

RIMBOSCHITI AVVENGA IN CONFORMITA': 1) Al piano di coltura e conservazione del bosco. * 2) Al piano economico e di assestamento. 3) Al piano dei tagli. 69. L’INOSSERVANZA DELLE NORME PRESCRITTE PER L'UTILIZZO DEI

PASCOLI MONTANI APPARTENENTI AGLI ENTI, AI SENSI DELL’ART. 135 DEL R.D. 3267/1923 E’ PUNITA CON:

1) La sanzione amministrativa. * 2) La sospensione del pascolo. 3) L’ammenda e la sospensione del pascolo.

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70. L’ART. 10 LETT. B DELLA L.R. 4/94 DEFINISCE ALBERATURE SPARSE DI SUGHERA E FORMAZIONI DI SUGHERA DEGRADATE QUEI SOPRASSUOLI FORESTALI MISTI NEI QUALI LA QUERCIA DA SUGHERO RAPPRESENTI ALMENO:

1) Il 20 per cento della copertura totale del soprassuolo forestale. * 2) Il 15 per cento della copertura totale del soprassuolo forestale. 3) Il 25 per cento della copertura totale del soprassuolo forestale. 71. AI SENSI DELL'ART. 20 DEL R.D. 1126/1926 QUALI SONO LE OPERAZIONI

NON DIRETTE ALLA TRASFORMAZIONE A COLTURA AGRARIA DEI BOSCHI E DEI TERRENI SOTTOPOSTI A VINCOLO?

1) Limitati movimenti di terreno. * 2) Taglio del bosco, dei cespugli, raccolta bacche. 3) Estrazione del sughero, decespugliamento, miglioramento pascolo. 72. QUALE E' L'UFFICIO COMPETENTE AD AUTORIZZARE I LAVORI DIRETTI

ALLA TRASFORMAZIONE A COLTURA AGRARIA DI BOSCHI E TERRENI VINCOLATI?

1) Direzione generale C.F.V.A.. * 2) Il Comune. 3) La Provincia. 73. AI SENSI DELL'ART. 16 DELLA L.R. 4/1994 PER QUANTI ANNI, AL MASSIMO,

IL PASCOLO NELLE SUGHERETE PUO’ ESSERE CONCESSO? 1) 5 anni. * 2) 6 anni. 3) 10 anni. 74. AI SENSI DEL R.D. 1126/1926 I LAVORI INDICATI DALL’ART. 20 POSSONO

ESSERE ESEGUITI SE L’UFFICIO COMPETENTE NON AVRA’ PRESCRITTO ALCUNA MODALITA’ ENTRO:

1) 30 giorni dalle dichiarazione. * 2) 40 giorni dalle dichiarazione. 3) 60 giorni dalle dichiarazione.

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75. L’ART. 45 DEL R.D. 1126/1926 INDICA LE MODALITA’ DI VALUTAZIONE DEL DANNO SOFFERTO DAL SOPRASSUOLO BOSCHIVO PER PASCOLO ABUSIVO CHE VA COMMISURATO AL VALORE DEL QUANTITATIVO DI ALIMENTO CONSUMATO DAL BESTIAME CALCOLATO IN BASE:

1) Al prezzo che avrebbe il fieno normale sul più prossimo mercato di consumo. * 2) Al prezzo di mercato delle unità foraggere equivalenti. 3) Al prezzo del fieno di medica sul mercato. 76. L’ART. 10 LETT. C DELLA L.R. 4/94 DEFINISCE ALBERATURE SPARSE DI

SUGHERA E FORMAZIONI DI SUGHERA DEGRADATE I SOPRASSUOLI COSTITUITI DA CEPPAIE DI QUERCIA DA SUGHERO NEI QUALI LA DENSITA’ MEDIA DELLE CEPPAIE NON SIA INFERIORE A:

1) 150 per ettaro. * 2) 100 per ettaro. 3) 200 per ettaro. 77. LA VALUTAZIONE DEL DANNO SANZIONABILE DERIVANTE DAL TAGLIO

DELLE PIANTE DESTINATE A CRESCERE AD ALTO FUSTO DEVE ESSERE FATTA IN BASE AI VALORI STABILITI, PER CLASSI DIAMETRICHE DESUNTE:

1) Dalla tabella A annessa alle prescrizioni di massima e di polizia forestale. * 2) Dalla tabella B annessa alle prescrizioni di massima e di polizia forestale. 3) Dalle tabelle pubblicate nel mercuriale della C.C.I.A.A. 78. LA VALUTAZIONE DEL DANNO SANZIONABILE PER IL TAGLIO O

DANNEGGIAMENTO DI UN CEDUO MATURO DEVE ESSERE FATTA IN BASE AI VALORI PER LA LEGNA DA ARDERE, PER IL FASCINAME ED ALTRI PRODOTTI SECONDARI, DESUNTI:

1) Dalla tabella B annessa alle prescrizioni di massima di polizia forestale. * 2) Dalle tabelle pubblicate nel mercuriale della C.C.I.A.A. 3) Dalla tabella A annessa alle prescrizioni di massima di polizia forestale. 79. AI SENSI DELL'ART. 2 DELLA L. 353/2000 COSA SI INTENDE PER INCENDIO

BOSCHIVO: 1) Un fuoco con suscettività a espandersi su aree boscate, cespugliate o arborate comprese

eventuali strutture e infrastrutture oppure su terreni coltivati limitrofi a tali aree. * 2) Distruzione di notevole entità ad opera del fuoco con riflessi sull’ambiente in generale, sia

forestale che agricolo. 3) Azione distruggitrice del fuoco che comporta danni alla collettività.

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80. AI SENSI DELL'ART. 10 DELLA L. 353/2000 LE ZONE BOSCATE ED I PASCOLI I CUI SOPRASSUOLI SONO PERCORSI DAL FUOCO NON POSSONO AVERE DESTINAZIONE DIVERSA PER 15 ANNI. IL VINCOLO E’ APPLICATO SEMPRE?

1) No se devono essere costruite opere pubbliche necessarie alla salvaguardia dell’ambiente.

* 2) No se devono essere costruite opere pubbliche necessarie allo sviluppo turistico. 3) No se devono essere costruite opere per edilizia popolare. 81. L’ART. 10 LETT. D DELLA L.R. 4/94 CONSIDERA ALBERATURE E

FORMAZIONI DEGRADATE A SUGHERA QUEI SOPRASSUOLI IN CUI SONO PRESENTI SEMENZALI O GIOVANI SOGGETTI, NATURALI O DI INTRODUZIONE ARTIFICIALE IN NUMERO NON INFERIORE A:

1) 150 per ettaro. * 2) 100 per ettaro. 3) 200 per ettaro. 82. PER QUANTI ANNI NELLE AREE VINCOLATE AI SENSI DELL’ART. 10

DELLA L. 353/2000 SONO VIETATE LE ATTIVITA’ DI RIMBOSCHIMENTO E DI INGEGNERIA NATURALISTICA?

1) Cinque. * 2) Dieci. 3) Quindici. 83. AI SENSI DELL'ART. 7 DELLA L. 353/2000 QUALI SONO GLI INTERVENTI DI

LOTTA ATTIVA CONTRO GLI INCENDI? 1) Ricognizione, sorveglianza, avvistamento, allarme e spegnimento. * 2) Ricognizione, allarme e spegnimento. 3) Attività di prevenzione. 84. AI SENSI DELL'ART. 10 DELLA L. 353/2000 L’INCENDIO IN UNA

SUGHERETA COMPORTA LA SOSPENSIONE DEL PASCOLO PER UN PERIODO DI:

1) 10 anni. * 2) 5 anni. 3) 15 anni.

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85. AI SENSI DELL’ART. 49 DEL R.D. 3267/1923 POSSONO ESSERE PRESCRITTE NORME PER L'ESERCIZIO DEL PASCOLO NEI PROGETTI DI SISTEMAZIONE DEI TERRENI DA RIMBOSCHIRE NONCHE’ DI QUELLI DA CONSOLIDARE MEDIANTE CREAZIONE DI PASCOLI ARBORATI?

1) Si. * 2) No. 3) Solo per i terreni siti in alta montagna. 86. L’ART. 10 LETT. A DELLA L.R. 4/94 CONSIDERA ALBERATURE SPARSE E

FORMAZIONI DEGRADATE DI SUGHERA QUEI SOPRASSUOLI COSTITUITI DA PIANTE DI SUGHERA LA CUI COPERTURA REALE EFFETTUATA DALLA CHIOMA RISPETTO ALLA SUPERFICIE SIA ALMENO:

1) Il 20 per cento della superficie. * 2) Il 25 per cento della superficie. 3) Il 30 per cento della superficie. 87. AI SENSI DELL’ART. 50 DEL R.D. 3267/1923 AI PROPRIETARI DEI TERRENI

DA SISTEMARE, NEI QUALI RISULTI INDISPENSABILE UNA TOTALE O PARZIALE SOSPENSIONE DEL GODIMENTO, SPETTA UN’INDENNITA’?

1) Si, annua dal momento della presa di possesso alla riconsegna. * 2) No perchè il proprietario attraverso l’intervento vede valorizzato il proprio bene. 3) Solo se l’intervento di sistemazione riguarda opere che non valorizzano il terreno. 88. AI SENSI DELL'ART. 54 DEL R.D. 3267/1923 IL PROPRIETARIO DEI TERRENI

RINSALDATI E RIMBOSCHITI, UNA VOLTA RIENTRATO IN POSSESSO DEI TERRENI, DEVE COMPIERE LE OPERAZIONI DI GOVERNO BOSCHIVO:

1) In conformità al piano di coltura e conservazione. * 2) Secondo le consuetudini del comprensorio. 3) Con le cure del buon padre di famiglia. 89. AI SENSI DELL’ART. 59 DEL R.D. 3267/1923 I COMUNI POSSONO ESSERE

AUTORIZZATI AD ESEGUIRE DIRETTAMENTE LE OPERE DI SISTEMAZIONE DEI BACINI MONTANI?

1) Si anche da soli. * 2) Si se riuniti in consorzio. 3) No in quanto non sono imprese.

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90. AI SENSI DELL'ART. 75 DEL R.D. 3267/1923 E’ POSSIBILE IL RIMBOSCHIMENTO DEI TERRENI VINCOLATI?

1) Si perchè garantisce le finalità previste dall’art. 1. * 2) No per palese violazione all’art. 7. 3) Si solo se attuato dall’Amministrazione Forestale. 91. L’INDIVIDUAZIONE PROVVISORIA DELLE SUGHERETE PREVISTA

DALL’ART. 11 DELLA L.R. 4/94 VIENE PROPOSTA ALL’ASSESSORATO REGIONALE DELLA DIFESA DELL’AMBIENTE DA:

1) Gli Ispettorati Ripartimentali delle Foreste. * 2) Stazioni Forestali competenti per territorio. 3) Solo i Comuni. 92. AI SENSI DELL’ART. 77 DEL R.D. 3267/1923 SE E’ NECESSARIO INERBARE E

RINSALDARE I TERRENI NUDI VINCOLATI, PER QUANTI ANNI PUO’ ESSERE SOSPESO IL PASCOLO AL FINE DI COMPIERE I LAVORI OCCORRENTI, SENZA MUTARNE LA DESTINAZIONE?

1) 10. * 2) 5 3) 8 93. AI SENSI DELL’ART. 130 DEL R.D. 3267/1923 I BOSCHI APPARTENENTI AI

COMUNI E AD ALTRI ENTI DEBBONO ESSERE UTILIZZATI IN CONFORMITA’ DI:

1) Un piano economico. * 2) Un piano aziendale. 3) Un piano paesaggistico. 94. AI SENSI DELL’ART. 130 DEL R.D. 3267/1923 I BOSCHI APPARTENENTI AI

COMUNI E AD ALTRI ENTI COME DEBBONO ESSERE UTILIZZATI? 1) In conformità di apposito piano. * 2) Liberamente. 3) Dandoli in gestione ai privati. 95. I PASCOLI APPARTENENTI AI COMUNI E AD ALTRI ENTI DEVONO ESSERE

UTILIZZATI IN CONFORMITA’ DI APPOSITE NORME APPROVATE O PRESCRITTE:

1) Dalla Direzione del Corpo Forestale. * 2) Dal Comune. 3) Dalla Provincia.

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96. AI SENSI DELL’ART. 14 DELLA L.R. 4/94 NELLE SUGHERETE INDIVIDUATE CON DECRETO DELL’ASSESSORE DIFESA DELL’AMBIENTE E’ POSSIBILE ATTUARE COLTURE AGRARIE:

1) Se autorizzate dall’Ispettorato Ripartimentale delle foreste competente per territorio. * 2) Se autorizzate dalla Stazione Forestale competente per territorio. 3) Se autorizzate dall’Ufficio Tecnico Comunale. 97. AI SENSI DELL’ART. 138 DEL R.D. 3267/1923 LA VIGILANZA

SULL’APPLICAZIONE DEI PIANI ECONOMICI DEI PATRIMONI SILVO-PASTORALI DEI COMUNI E’ DEMANDATA A:

1) Al Capo dell’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste e V.A.. * 2) Al Capo della Direzione Generale del Corpo Forestale e V.A. 3) Al Capo del Servizio Tutela del Paesaggio. 98. AI SENSI DELL'ART. 7 DELLA L.R. 4/94 A QUANTO AMMONTA LA

SANZIONE AMMINISTRATIVA PREVISTA PER L’ABBATTIMENTO DI PIANTE DA SUGHERO, SENZA AUTORIZZAZIONE?

1) Al doppio delle sanzioni previste dalle pratiche di massima e di polizia forestale. * 2) E’ uguale alla sanzione prevista dalle pratiche di massima e di polizia forestale. 3) Al triplo della sanzione prevista. 99. AI SENSI DELL’ART. 138 DEL R.D. 3267/1923 LA COMPILAZIONE DEI

PROGETTI DI TAGLIO, DI UTILIZZAZIONE DEI PRODOTTI BOSCHIVI, LE REDAZIONI DELLE NORME PER L’ESERCIZIO DEL PASCOLO DEI PATRIMONI SILVOPASTORALI DEI COMUNI E’ COMPETENZA:

1) Degli Enti interessati che possono affidare l'incarico a tecnici. * 2) Dell’Ufficio Tecnico della C.C.I.A.A. 3) Esclusivamente dell’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste. 100. AI SENSI DELL’ART. 19 DEL R.D. 1126/1926, PER QUANTO RIGUARDA I

VARI TIPI DI BOSCHI SOGGETTI A VINCOLO FORESTALE, E' PREVISTO CHE:

1) Il tempo e il modo di eseguire i tagli, a seconda delle specie e dell’età delle piante, assicuri

la riproduzione del bosco. * 2) I tagli devono assicurare il legname da vendere ai privati. 3) I tagli devono essere finalizzati al consumo familiare.

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101. L’ART. 26 DEL R.D. 3267/1923 SANZIONA, NEI TERRENI VINCOLATI PER SCOPI IDROGEOLOGICI:

1) Il taglio o danneggiamento delle piante. * 2) Lo sbancamento del terreno. 3) L’aratura del terreno. 102. AI SENSI DELL’ART. 14 DELLA L.R. 4/94 L’UFFICIO COMPETENTE AL

RILASCIO DELL’AUTORIZZAZIONE PER L’ESERCIZIO DELLE COLTURE AGRARIE E’ TENUTO A CONCEDERE O NEGARE L’AUTORIZZAZIONE ENTRO:

1) Trenta giorni dalla domanda. * 2) Quarantacinque giorni dalla domanda. 3) Sessanta giorni dalla domanda. 103. AI SENSI DELL’ART. 9 DEL R.D. 3267/1923 L’ESERCIZIO DEL PASCOLO NEI

TERRENI VINCOLATI E’ PERMESSO? 1) Se autorizzato e regolamentato. * 2) No. 3) Si liberamente. 104. COSA SI INTENDE PER TRASFORMAZIONE DEI BOSCHI IN ALTRA

QUALITÀ DI COLTURA? (INDICARE LA RISPOSTA ERRATA). 1) Il taglio di utilizzazione del soprassuolo. * 2) Il cambio di destinazione d’uso in genere, da forestale ad agronomico. 3) Lavorazione periodica del terreno. 105. AI SENSI DELL’ART. 9 COMMA A DEL R.D. 3267/1923 E' VIETATO IL

PASCOLO NEI BOSCHI SOTTOPOSTI A TAGLIO GENERALE O PARZIALE: 1) Prima che lo sviluppo dei nuovi virgulti sia tale da escludere ogni pericolo di danno. * 2) Quando lo sviluppo dei nuovi virgulti è tale da rapportare un carico di bestiame adeguato. 3) Se l’andamento climatico tende a limitare lo sviluppo dei nuovi virgulti. 106. COSA SI INTENDE PER TRASFORMAZIONE DEI TERRENI SALDI IN

TERRENI SOGGETTI A PERIODICA LAVORAZIONE? (INDICARE LA RISPOSTA ERRATA).

1) Le operazioni di infittimento in un bosco rado. * 2) Il dissodamento di un terreno naturale per mezzo di ripper, aratri ecc.. 3) Gli sbancamenti, gli spianamenti e i riporti di terreno.

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107. AI SENSI DELL’ART. 15 DELLA L.R. 4/94 LA SANZIONE PER L’ESERCIZIO DELLE COLTURE AGRARIE SENZA AUTORIZZAZIONE VIENE APPLICATA:

1) Anche nel caso di lavori eseguiti in parziale difformità dalle prescrizioni contenute

nell’autorizzazione.* 2) Solo nel caso di assenza di autorizzazione. 3) Discrezionalmente in base alle valutazioni dell’agente forestale. 108. COSA SI INTENDE PER TRASFORMAZIONE DEI TERRENI SALDI IN

TERRENI SOGGETTI A PERIODICA LAVORAZIONE? 1) La rottura del cotico erboso di un pascolo naturale con l’uso di aratri. * 2) L’uso periodico di un pascolo naturale. 3) Lo sfalcio periodico di un prato naturale. 109. AI SENSI DELL’ART. 29 DEL R.D. 3267/1923 NEGLI ILLECITI FORESTALI LA

VALUTAZIONE DEL DANNO È DI COMPETENZA: 1) Del personale del Corpo Forestale e di V.A.. * 2) Dei liberi professionisti esperti in materia. 3) Di apposita Commissione composta da agenti forestali e liberi professionisti. 110. IL PASCOLO CAPRINO NEI TERRENI VINCOLATI PUÒ ESSERE CONCESSO: 1) Dalla Regione. * 2) Dalla Provincia. 3) Dal Comune. 111. LA TRASFORMAZIONE ABUSIVA IN COLTURA AGRARIA DEI BOSCHI O

DEI TERRENI SALDI VINCOLATI È AI SENSI DEL R.D. 3267/1923: 1) Un illecito amministrativo. * 2) Un illecito penale. 3) Un illecito civile. 112. AI SENSI DELL’ART. 16 L.R. 4/94 IL PASCOLO NELLE SUGHERETE

INDIVIDUATE CON DECRETO DELL’ASSESSORE DELLA DIFESA DELL’AMBIENTE NON NECESSITA DI AUTORIZZAZIONI QUANDO:

1) E’ in atto la coltura agraria.* 2) Il carico di bestiame è contenuto. 3) L’Ispettorato non autorizza entro 20 giorni dalla data di presentazione della domanda.

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113. AI SENSI DELL’ART. 21 DEL R.D. 1126/1926, A CHI DEVONO ESSERE PRESENTATE LE DOMANDE DI AUTORIZZAZIONE A TRASFORMARE I BOSCHI IN ALTRE QUALITÀ DI COLTURA?

1) Al Sindaco del Comune in cui è situato il fondo. * 2) All’Ispettorato Ripartimentale e V.A.. 3) Al comando di stazione forestale competente per territorio. 114. AI SENSI DELL’ART. 21 DEL R.D. 1126/1926 PER QUANTI GIORNI LE

DOMANDE DI AUTORIZZAZIONE A TRASFORMARE I TERRENI SALDI IN TERRENI SOGGETTI A PERIODICA LAVORAZIONE DEVONO ESSERE PUBBLICATE ALL’ALBO PRETORIO?

1) Quindici. * 2) Dieci. 3) Otto. 115. L’ART. 45 DEL R.D. 1126/1926 STABILISCE CHE IL VALORE DEL DANNO

PER PASCOLO ABUSIVO: 1) Deve essere commisurato alla quantità di fieno normalmente consumato dal bestiame

pascolante. * 2) Deve essere commisurato al valore dei terreni. 3) Deve essere commisurato al valore delle piante del bosco. 116. AI SENSI DELL’ART. 10 L. 353/2000 NELLE ZONE BOSCATE E SUI PASCOLI

PERCORSI DAL FUOCO È VIETATO COSTRUIRE EDIFICI PER: 1) 10 anni. * 2) 5 anni. 3) 15 anni. 117. L’ESERCIZIO DEL PASCOLO NELLE SUGHERETE INDIVIDUATE CON

DECRETO DELL’ ASSESSORATO DELLA DIFESA DELL’ AMBIENTE AI SENSI DELL’ART. 16 DELLA L.R. 4/94, E’ SUBORDINATO AD AUTORIZZAZIONE?

1) No, se è stata praticata la coltura agraria negli ultimi cinque anni. * 2) Si sempre. 3) No se stagionale.

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118. AI SENSI DELL’ART. 3 DELLA L. 353/2000 IL PIANO DI PREVISIONE, PREVENZIONE E LOTTA CONTRO GLI INCENDI È APPROVATO DALLE REGIONI SULLA BASE DI LINEE GUIDA DELIBERATE DAL:

1) Consiglio dei Ministri. * 2) Consiglio Regionale. 3) Giunta Regionale. 119. AI SENSI DELL’ART. 3 DELLA L. 353/2000 IL PIANO REGIONALE DI

PREVISIONE, PREVENZIONE E LOTTA CONTRO GLI INCENDI È SOTTOPOSTO A REVISIONE:

1) Annuale. * 2) Biennale. 3) Triennale. 120. LE SANZIONI PENALI PREVISTE DALLA L. 950/67 DA QUALE LEGGE SONO

STATE TRASFORMATE IN ILLECITI AMMINISTRATIVI? 1) L. 24 novembre 1981 n. 689. * 2) L. 1 marzo 1975 n. 47. 3) L. 11 febbraio 1992 n. 157. 121. AI SENSI DELL'ART. 19 DEL R.D. 1126/1926 LE PRESCRIZIONI DI MASSIMA

E DI POLIZIA FORESTALE STABILISCONO PER I VARI TIPI DI BOSCO LE NORME DI TUTELA. QUALE DELLE SEGUENTI INDICAZIONI È ERRATA?

1) Le regole per la scelta e messa a dimora delle piante nei rimboschimenti. * 2) Le regole per l’impianto e l’esercizio delle carbonaie. 3) Le norme per l’estrazione della resina e lo scortecciamento degli alberi. 122. L’AUTORIZZAZIONE AL PASCOLO NELLE SUGHERETE, AI SENSI

DELL’ART. 16 DELLA L.R. 4/94, PER QUANTO TEMPO VIENE CONCESSA? 1) Per un periodo non superiore ad un anno, rinnovabile tacitamente fino a cinque anni. * 2) Per un’annata agraria. 3) Per una durata non superiore al turno di estrazione del sughero. 123. AI SENSI DELL’ART. 169 DEL R.D. 3267/1923 È POSSIBILE CONCEDERE UN

DIRITTO D’USO SUI BOSCHI E SUI TERRENI VINCOLATI? 1) Si ma senza eccedere i limiti previsti dal codice civile. * 2) No perchè espressamente vietato dal codice civile. 3) Si senza alcuna limitazione.

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124. IL PIANO REGIONALE DI CUI ALL’ART. 3 DELLA L. 353/2000 INDIVIDUA CON PRECISIONE UNA SERIE DI ASPETTI. QUALE DELLE TRE RISPOSTE È ERRATA?

1) I tempi, i modi, i luoghi in cui possono svilupparsi gli eventi. * 2) Le aree percorse dal fuoco nell’anno precedente rappresentate con apposita cartografia. 3) Le esigenze formative e la relativa programmazione. 125. AI SENSI DELL’ART. 9 COMMA 1 LETT. A DEL R.D. 3267/1923 IL PASCOLO

E’ VIETATO NEI BOSCHI DI NUOVO IMPIANTO? 1) Si, prima che lo sviluppo delle giovani piante sia tale da escludere ogni pericolo di danno.

* 2) Si, prima del raggiungimento dell’età idonea al primo diradamento. 3) Si, se le essenze impiantate sono latifoglie o l’impianto è misto di latifoglie e conifere. 126. AI SENSI DELL’ART. 9 COMMA 1 LET. B DEL R.D. 3267/1923 L’ESERCIZIO

DEL PASCOLO E’ VIETATO NEI BOSCHI ADULTI TROPPO RADI E DEPERIENTI:

1) Fino a che non sia assicurata la ricostituzione di essi. * 2) Se non vi è una idonea presenza di rimpiazzi. 3) Fino a che i nuovi virgulti sono sviluppati. 127. NELL’AUTORIZZAZIONE AL PASCOLO NELLE SUGHERETE, AI SENSI

DELL’ART. 16 DELLA L.R. 4/94 OLTRE LE PRESCRIZIONI A CUI ATTENERSI DEVE ESSERE INDICATO:

1) Il carico di bestiame ammissibile. * 2) Le specie erbacee ed arbustive utilizzabili. 3) Il turno di rotazione da attuare. 128. AI SENSI DELL’ART. 13 DEL R.D. 3267/1923 LE ZONE VINCOLATE NELLE

QUALI RISULTI CESSATO IL PERICOLO DI DANNI POSSONO ESSERE DICHIARATE ESENTI DAL VINCOLO?

1) Si. * 2) No. 3) Solo dopo 10 anni. 129. COSA SI INTENDE PER TRASFORMAZIONE DEI BOSCHI IN ALTRA

QUALITÀ DI COLTURA? (INDICARE LA RISPOSTA ERRATA). 1) Il cambio del governo del bosco ceduo composto a ceduo semplice. * 2) Il disboscamento, estirpazione, della copertura vegetale arborea e/o arbustiva. 3) La sostituzione delle specie vegetali con altre.

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130. AI SENSI DELL’ART. 1 DEL R.D. 3267/1923 SONO SOTTOPOSTI AL VINCOLO PER SCOPI IDROGEOLOGICI:

1) I terreni di qualsiasi natura e destinazione. * 2) Tutti i terreni classificati montani. 3) I terreni boscati e non ubicati nelle aree svantaggiate. 131. L’ART. 16 DEL R.D. 3267/1923 PREVEDE CHE PER I TERRENI IL CUI

VALORE REDDITUALE E' RIDOTTO: 1) Saranno riveduti e ridotti gli estimi. * 2) Saranno rivedute e ridotte le imposte locali. 3) Saranno riveduti e ridotti gli oneri di bonifica. 132. AI SENSI DELL’ART. 17 DELLA L.R. 4/94 IL PASCOLO NON AUTORIZZATO

E' PUNITO CON UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA DA LIRE 4.000 A LIRE 10.000 PER:

1) Capo di bestiame abusivamente introdotto. * 2) Per ettaro abusivamente pascolato. 3) Per chilogrammo di sughero danneggiato. 133. L’ART. 17 DEL R.D. 3267/1923 PREVEDE CHE IL VINCOLO AI BOSCHI

POSSA ESSERE RICHIESTO ANCHE DAI PRIVATI, CHE ALL’ATTO DELLA DOMANDA DOVRANNO DIMOSTRARE:

1) Di avere i mezzi sufficienti per corrispondere un indennizzo ai proprietari o possessori. * 2) Di possedere i mezzi sufficienti al controllo delle aree. 3) Di garantire un reddito alternativo al proprietario del bosco vincolato. 134. L’ART. 21 DEL R.D. 3267/1923 PREVEDE CHE LA MISURA

DELL’INDENNIZZO CONSEGUENTE AI VINCOLI SUI BOSCHI, SE NON VI E’ ACCORDO FRA LE PARTI, SARA’ FISSATA:

1) Da tre arbitri. * 2) Da un arbitro nominato dal presidente del tribunale. 3) Dalla Provincia. 135. AI SENSI DELL’ART. 22 DEL R.D. 3267/1923 IL PAGAMENTO

DELL’INDENNIZZO CONSEGUENTE AI VINCOLI SUI BOSCHI PUO’ AVER LUOGO:

1) Sotto forma di canone annuo. * 2) In una unica soluzione 3) In quattro rate semestrali.

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ELEMENTI DI LEGISLAZIONE FORESTALE – R.D. 30 DICEMBRE 1923 N. 3267, R.D. 16 MAGGIO 1926 N. 1126, L. 9 OTTOBRE 1957 N. 950, L. 21 NOVEMBRE 2000 N. 353, L. 24 NOVEMBRE 1981 N. 689

136. AI SENSI DELL’ART. 32 DEL R.D. 3267/1923 QUALORA NEI BOSCHI SI SVILUPPI UN EPIDEMIA DI PARASSITI ANIMALI O VEGETALI, TALE DA MINACCIARNE L’ESISTENZA E DA FAR TEMERE LA PROPAGAZIONE, IL PROPRIETARIO O POSSESSORE E’ TENUTO A DARNE SUBITO AVVISO:

1) All’autorità forestale più vicina. * 2) All’Ispettorato Agrario Provinciale. 3) All’osservatorio per le malattie delle piante. 137. AI SENSI DELL’ART. 18 DELLA L.R. 4/94 IL DECESPUGLIAMENTO E IL

DICIOCCAMENTO NELLE SUGHERETE E' AUTORIZZATO DA: 1) Ispettorato Ripartimentele competente per territorio. * 2) Stazione Forestale Competente. 3) Assessorato Difesa dell’Ambiente. 138. AI SENSI DELL’ART. 24 DEL R.D. 3267/1923 IL CONTRAVVENTORE DEI

VINCOLI IMPOSTI, OLTRE ALLA SANZIONE AMMINISTRATIVA AVRA’ L’OBBLIGO DI:

1) Compiere i lavori impostigli entro il termine stabilito. * 2) Compiere i lavori di bonifica forestale e ripristino dei luoghi. 3) Compiere lavori di miglioramento boschivo o agrario. 139. AI SENSI DELL’ART. 25 DEL R.D. 3267/1923 IN CASO DI INOSSERVANZA

DELL’OBBLIGO STABILITO DALL’ART. 24, A CHI COMPETE FAR ESEGUIRE DIRETTAMENTE I LAVORI?

1) Allo stesso organo che ha imposto l'obbligo. * 2) Alla Provincia. 3) Al Comune. 140. AI SENSI DELL’ART. 26 DEL R.D. 3267/1923 COLORO CHE NEI BOSCHI

VINCOLATI PER SCOPI IDROGEOLOGICI TAGLIANO PIANTE IN CONTRAVVENZIONE ALLE PRESCRIZIONI DI MASSIMA SONO PUNITI CON UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA PECUNIARIA COMMISURATA AL VALORE DELLE PIANTE TAGLIATE:

1) Dal doppio al quadruplo del valore. * 2) Dal doppio al triplo del valore. 3) Pari al triplo del valore.

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ELEMENTI DI LEGISLAZIONE FORESTALE – R.D. 30 DICEMBRE 1923 N. 3267, R.D. 16 MAGGIO 1926 N. 1126, L. 9 OTTOBRE 1957 N. 950, L. 21 NOVEMBRE 2000 N. 353, L. 24 NOVEMBRE 1981 N. 689

141. AI SENSI DELL’ART. 33 DEL R.D. 3267/1923 IN OCCASIONE DI INCENDIO DI BOSCHI UN PRIVATO CITTADINO PUO’ RIFIUTARE IL PROPRIO AIUTO AL FUNZIONARIO CHE DIRIGE L’OPERA DI SPEGNIMENTO?

1) No, senza giustificato motivo. * 2) Si, anche senza giustificato motivo. 3) No, in nessun caso. 142. QUANDO E’ POSSIBILE EFFETTUARE, SENZA AUTORIZZAZIONE, AI SENSI

DELL’ART. 18 DELLA L.R. 4/94, IL DECESPUGLIAMENTO, DELLA SUGHERETA?

1) Nell’anno di estrazione del sughero o in quello precedente, intorno alle piante da sughero

già demaschiate. * 2) Nell’anno di estrazione del sughero per l’apertura di nuove strade. 3) In qualunque anno del ciclo colturale quando se ne ravvisa l’esigenza. 143. AI SENSI DELL’ART. 49 DEL R.D. 3267/1923 NEI PROGETTI DI

SISTEMAZIONE OLTRE I RIMBOSCHIMENTI DOVRANNO INDICARSI I TERRENI DA CONSOLIDARE MEDIANTE:

1) Inerbamento o creazione di pascoli alberati. * 2) Ciglionamento e impianto di cespugli. 3) Opere di ingegneria naturalistica. 144. AI SENSI DELL'ART. 54 DEL R.D. 3267/1923 IL PROPRIETARIO DEI TERRENI

RIMBOSCHITI E RINSALDATI DEVE COMPIERE LE OPERAZIONI DI GOVERNO BOSCHIVO:

1) In conformità al piano di coltura e conservazione. * 2) Secondo le norme di buona pratica forestale. 3) Sulla base di un programma che la proprietà deve presentare al competente Ispettorato. 145. I BOSCHI APPARTENENTI AI COMUNI ED ALTRI ENTI DEVONO ESSERE

UTILIZZATI, AI SENSI DELL’ART. 130 DEL R.D. 3267/1923, IN CONFORMITA’ DI:

1) Un apposito piano economico. * 2) Un piano di trasformazione. 3) Un piano integrato approvato o prescritto dalla Regione.

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ELEMENTI DI LEGISLAZIONE FORESTALE – R.D. 30 DICEMBRE 1923 N. 3267, R.D. 16 MAGGIO 1926 N. 1126, L. 9 OTTOBRE 1957 N. 950, L. 21 NOVEMBRE 2000 N. 353, L. 24 NOVEMBRE 1981 N. 689

146. I PIANI APPROVATI O PRESCRITTI AI SENSI DELL’ART. 130 DEL R.D. 3267/1923 SONO PARIFICATI A TUTTI GLI EFFETTI DI LEGGE:

1) Alle prescrizioni di massima di cui all’art. 10. * 2) Al regolamento forestale di cui al R.D. 1126/1926. 3) Alle disposizioni generali di cui all’art. 75. 147. LA DEMASCHIATURA DELLE PIANTE DA SUGHERO PUO’ ESSERE

ATTUATA AI SENSI DELL’ART. 20 DELLA L.R. 4/94 QUANDO: 1) La circonferenza soprascorza della pianta misurata a m. 1,30 è di almeno 60 cm.* 2) La pianta ha raggiunto una età di almeno 20 anni. 3) La circonferenza soprascorza della pianta misurata a m. 1,30 è di almeno 50 cm. 148. AI SENSI DELL’ART. 19 DEL R.D. 1126/1926 LE PRESCRIZIONI DI MASSIMA

E DI POLIZIA FORESTALE VENGONO DETERMINATE ANCHE: 1) Per singole parti di provincia. * 2) Per singolo comune. 3) Per singolo bacino montano. 149. AI SENSI DELL’ART. 20 DEL R.D. 1126/1926 CHI INTENDE COMPIERE

MOVIMENTI DI TERRENO, CHE NON SIANO DIRETTI ALLA TRASFORMAZIONE A COLTURA AGRARIA DEI BOSCHI, DEVE FARNE DICHIARAZIONE INDICANDO LA DATA DELL’INIZIO DI ESSI:

1) All’Ispettorato Forestale. * 2) All’Ufficio Tecnico Comunale. 3) Alla Stazione Forestale competente per territorio. 150. AI SENSI DELL’ART. 41 DEL R.D. 1126/1926 LA VALUTAZIONE DEL DANNO,

PER LE PIANTE DESTINATE A CRESCERE AD ALTO FUSTO NON POTRA’ ESSERE:

1) Inferiore al doppio del costo del reimpianto. * 2) Inferiore al doppio del valore di macchiatico. 3) Inferiore al doppio del prezzo di mercato. 151. AI SENSI DELL’ART. 30 DELLA L.R. 4/1994 E' POSSIBILE CLASSIFICARE

MONUMENTO NATURALE PIANTE DA SUGHERO DI PARTICOLARE INTERESSE NATURALISTICO?

1) Si. * 2) No. 3) Solo se non appartengono alla flora sarda.

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ELEMENTI DI LEGISLAZIONE FORESTALE – R.D. 30 DICEMBRE 1923 N. 3267, R.D. 16 MAGGIO 1926 N. 1126, L. 9 OTTOBRE 1957 N. 950, L. 21 NOVEMBRE 2000 N. 353, L. 24 NOVEMBRE 1981 N. 689

152. AI SENSI DELL’ART. 42 DEL R.D. 1126/1926 IN CASO DI DISTRUZIONE DI CEPPAIE NEI BOSCHI CEDUI IL DIAMETRO SI DETERMINERA’ A GIUDIZIO DEL VERBALIZZANTE:

1) Sopra piante che si reputeranno nelle condizioni di quelle distrutte. * 2) Sopra piante prossime alle ceppaie distrutte. 3) Sopra piante modello individuate in accordo con il trasgressore. 153. L’ART. 20 DELLA L.R. 4/94 IMPONE CHE L’ALTEZZA DELLA

DEMASCHIATURA DELLE PIANTE DA SUGHERO DEVE ESSERE PRATICATA IN MANIERA DA NON SUPERARE:

1) Due volte la circonferenza sovrascorza misurata all’altezza di m. 1,30. * 2) Tre volte la circonferenza sovrascorza misurata all’altezza di m. 1,30. 3) M. 1,20 da terra. 154. AI SENSI DELL’ART. 43 DEL R.D. 1126/1926 LE TARIFFE PER I BOSCHI

CEDUI SARANNO COMPILATE DETERMINANDO: 1) Per ciascun assortimento la media dei prezzi di mercato. * 2) Il prezzo di macchiatico dei vari assortimenti. 3) Il valore medio del più probabile valore complementare. 155. AI SENSI DELL’ART. 43 DEL R.D. 1126/1926 LE TARIFFE PER LE PIANTE

DESTINATE A CRESCERE AD ALTO FUSTO DETERMINERANNO PER OGNI CLASSE DI DIAMETRO:

1) Il valore medio attribuito a ciascuna pianta. * 2) Il prezzo unitario a metro steso. 3) Il valore medio degli assortimenti ritraibili. 156. AI SENSI DELL’ART. 1 DELLA LEGGE 24.11.1981 N. 689, CHE COSA SI

INTENDE PER PRINCIPIO DI LEGALITÀ? 1) Poter essere assoggettato a sanzioni amministrative solo in forza di legge entrata in vigore

prima della commissione della violazione. * 2) Poter essere assoggettato a sanzione amministrativa in forza di legge entrata in vigore al

momento della constatazione della violazione commessa. 3) Poter essere assoggettato a sanzione amministrativa solo in forza di legge entrata in vigore

dopo la commissione della violazione.

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157. SECONDO L’ART. 1 DELLA LEGGE 24.11.1981 N. 689, QUANDO SI APPLICANO LE LEGGI CHE PREVEDONO SANZIONI AMMINISTRATIVE?

1) Soltanto nei casi e per i tempi in esse considerati. * 2) Solo nei casi in esse considerati. 3) Solo per i tempi in esse considerati. 158. LE ESTRAZIONI, SUCCESSIVE ALLA PRIMA, AI SENSI DELL’ART. 20

DELLA L.R. 4/94, POSSONO ESSERE ESEGUITE AD UN’ALTEZZA: 1) Non superiore a tre volte la circonferenza sovrascorza misurata a m. 1,30 da terra. * 2) Non superiore a tre volte la circonferenza sottoscorza misurata a petto d’uomo. 3) Non superiore a tre volte il diametro sovrascorza misurato a petto d’uomo. 159. L’ART. 2 DELLA LEGGE 24.11.1981, N. 689 PREVEDE CHE: 1) Non può essere assoggettato a sanzione amministrativa chi al momento in cui ha

commesso il fatto non aveva compiuto i diciotto anni. * 2) Non può essere assoggettato a sanzione amministrativa chi al momento in cui ha

commesso il fatto non aveva compiuto i sedici anni. 3) Non può essere assoggettato a sanzione amministrativa chi al momento in cui ha

commesso il fatto non aveva compiuto i ventuno anni. 160. L’ART. 2 DELLA LEGGE 24.11.1981, N. 689 PREVEDE CHE: 1) Non può essere assoggettato a sanzione amministrativa chi al momento in cui ha

commesso il fatto non aveva, in base ai criteri indicati nel codice penale, la capacità di intendere e di volere. *

2) Non può essere assoggettato a sanzione amministrativa chi al momento in cui ha commesso il fatto non aveva, in base ai criteri indicati nel codice penale, solo la capacità di intendere.

3) Non può essere assoggettato a sanzione amministrativa chi al momento in cui ha commesso il fatto non aveva, in base ai criteri indicati nel codice penale, solo la capacità di volere.

161. AI SENSI DELL’ART. 2 DELLA LEGGE 24.11.1981, N. 689, CHI RISPONDE

DELLE VIOLAZIONI DELL’INCAPACE? 1) Colui che è tenuto alla sorveglianza dell’incapace a meno che non dimostri di non aver

potuto impedire il fatto. * 2) Colui che è tenuto alla sorveglianza dell’incapace anche se dimostra di non aver potuto

impedire il fatto. 3) Delle violazioni rispondono, sempre ed in ogni caso, i genitori dell’incapace.

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162. AI SENSI DELL’ART. 3 DELLA LEGGE 24.11.1981, N. 689, CHI RISPONDE DELLE VIOLAZIONI PER CUI E’ PREVISTA UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA?

1) Colui che è responsabile delle violazioni dovute alla propria azione od omissione,

cosciente e volontaria, sia essa dolosa o colposa. * 2) Colui che è responsabile delle violazioni dovute alla propria azione od omissione,

cosciente e volontaria, sia essa dolosa o colposa, insieme ai genitori ed al coniuge. 3) Colui che è responsabile delle violazioni dovute alla propria azione od omissione,

cosciente e volontaria, sia essa dolosa o colposa, insieme ai genitori. 163. L’ESTRAZIONE DEL SUGHERO PUO’ ESSERE EFFETTUATA DI NORMA, AI

SENSI DELL’ART. 22 DELLA L.R. 4/1994, CON TURNI MINIMI DI: 1) 10 anni. * 2) 20 anni. 3) 15 anni. 164. AI SENSI DELL’ART. 3 DELLA LEGGE 24.11.1981, N. 689, CHI COMMETTE

UNA VIOLAZIONE PER ERRORE SUL FATTO NE RISPONDE: 1) Solo qualora l’errore non derivi da sua colpa. * 2) Anche se l’errore non derivi da sua colpa. 3) Solo se l’errore non sia dovuto ad un comportamento doloso. 165. AI SENSI DELL’ART. 4 DELLA LEGGE 24.11.1981, N. 689, QUALI SONO LE

CAUSE DI ESCLUSIONE DELLA RESPONSABILITA’ DELLE VIOLAZIONI AMMINISTRATIVE?

1) L’adempimento di un dovere, l’esercizio di una facoltà legittima, lo stato di necessità, la

legittima difesa. * 2) L’adempimento di un dovere, lo stato di necessità, la legittima difesa. 3) L’adempimento di un dovere, la legittima difesa. 166. CHI RISPONDE DELLE VIOLAZIONI COMMESSE PER ORDINE

DELL’AUTORITA’, AI SENSI DELL’ART. 4 DELLA LEGGE 24.11.1981, N. 689? 1) Il pubblico ufficiale che ha dato l’ordine. * 2) L’autore delle stesse ed il pubblico ufficiale che ha dato l’ordine. 3) L’autore delle stesse.

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167. AI SENSI DELL’ART. 5 DELLA LEGGE 24.11.1981, N. 689, QUANDO PIÙ PERSONE CONCORRONO IN UNA VIOLAZIONE AMMINISTRATIVA:

1) Ciascuna di esse soggiace alla sanzione disposta per essa, a meno che la legge non

disponga diversamente. * 2) Solo chi ha commesso materialmente il fatto soggiace alla sanzione disposta per essa, a

meno che la legge non disponga diversamente. 3) Solo la persona che ha progettato il fatto soggiace alla sanzione disposta per essa, a meno

che la legge non disponga diversamente. 168. AI SENSI DELL'ART. 24 DELLA L.R. 4/1994 L’ESTRAZIONE DEL SUGHERO

DI ETA’ INFERIORE A 10 ANNI PUO’ ESSERE AUTORIZZATA: 1) Dall’Ispettorato Ripartimentale Forestale. * 2) Dalla Stazione Forestale competente per il territorio. 3) Dall’Assessore regionale alla Difesa dell’Ambiente. 169. AI SENSI DELL’ART. 6 DELLA LEGGE 24.11.1981, N. 689, INSIEME

ALL’AUTORE DEL FATTO, E’ RESPONSABILE DI UNA VIOLAZIONE AMMINISTRATIVA:

1) Il proprietario della cosa che servì a commettere la violazione, se non prova che la cosa è

stata utilizzata contro la sua volontà. * 2) Il proprietario della cosa che servì a commettere la violazione, anche se è stata utilizzata a

sua insaputa. 3) Il detentore della cosa che servì a commettere la violazione. 170. AI SENSI DELL’ART. 6 DELLA LEGGE 24.11.1981, N. 689, UN IMPRENDITORE

RISPONDE DELLE VIOLAZIONI COMMESSE DA UN PROPRIO DIPENDENTE?

1) Sì, sempre. * 2) No, mai. 3) Sì, se è presente nel momento in cui il dipendente commette la violazione. 171. AI SENSI DELL’ART. 7 DELLA LEGGE 24.11.81, N. 689, L’OBBLIGO DI

PAGARE LA SOMMA DOVUTA A SEGUITO DI VIOLAZIONI AMMINISTRATIVE E’ TRASMISSIBILE AGLI EREDI?

1) No. * 2) Sì. 3) Sì, se gli eredi erano a conoscenza del fatto.

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172. AI SENSI DELL’ART. 8 DELLA LEGGE 24.11.81, N. 689, CHI COMMETTE PIÙ VIOLAZIONI DI DISPOSIZIONI CHE PREVEDONO SANZIONI AMMINISTRATIVE È PUNITO:

1) Con la sanzione prevista per la violazione più grave aumentata fino al triplo. * 2) Con la sanzione prevista per la violazione più grave aumentata fino al quadruplo. 3) Con la sanzione prevista per la sola violazione più grave. 173. AI SENSI DELL’ART. 24 DELLA L.R. 4/1994 L’ESTRAZIONE DEL SUGHERO

DI ETA’ INFERIORE A 10 ANNI PUO’ ESSERE EFFETTUATA, PREVIA AUTORIZZAZIONE, IN ATTUAZIONE DI:

1) Un progetto di ricostituzione boschiva. * 2) Un progetto di miglioramento pascolo. 3) Un progetto di rimboschimento. 174. AI SENSI DELL’ART. 8 BIS DELLA LEGGE 24.11.81, N. 689, COSA SI INTENDE

PER REITERAZIONE DELLE VIOLAZIONI AMMINISTRATIVE? 1) Commettere una violazione dello stesso tipo di un’altra compiuta nei 5 anni precedenti. * 2) Commettere una violazione dello stesso tipo di un’altra compiuta nei 10 anni precedenti. 3) Commettere una violazione dello stesso tipo di un’altra compiuta nei 2 anni precedenti. 175. AI SENSI DELL’ART. 10 DELLA LEGGE 24.11.81, N. 689, IL LIMITE MASSIMO

DELLA SANZIONE AMMINISTRATIVA PECUNIARIA PER CIASCUNA VIOLAZIONE NON PUO’ SUPERARE:

1) Il decuplo del minimo. * 2) Il triplo del minimo. 3) Il doppio del minimo. 176. AI SENSI DELL’ART. 13 DELLA LEGGE 24.11.81, N. 689, AI FINI

DELL’ACCERTAMENTO DELLE VIOLAZIONI PER CUI È PREVISTA UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA E’ POSSIBILE DISPORRE ISPEZIONI IN LUOGHI DIVERSI DALLA PRIVATA DIMORA?

1) Sì. * 2) No. 3) Solo nel caso di violazioni particolarmente gravi.

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177. AI SENSI DELL’ART. 13 DELLA LEGGE 24.11.81, N. 689, E’ POSSIBILE IL SEQUESTRO CAUTELARE DI COSE CHE POSSONO FORMARE OGGETTO DI CONFISCA AMMINISTRATIVA?

1) Sì. * 2) No. 3) Solo se la confisca è conseguenza anche di un reato. 178. AI SENSI DELL’ART. 26 DELLA L.R. 4/1994 LE AUTORIZZAZIONI AL

PASCOLO O ALLA COLTURA AGRARIA POSSONO ESSERE REVOCATE IN CASO DI INCENDIO?

1) Si. * 2) No. 3) Solo se l’incendio è doloso. 179. AI SENSI DELL’ART. 14 DELLA LEGGE 24.11.81, N. 689, LA VIOLAZIONE

AMMINISTRATIVA DEVE ESSERE CONTESTATA IMMEDIATAMENTE SOLO A COLUI CHE L’HA COMMESSA?

1) No, deve essere contestata immediatamente tanto a colui che l’ha commessa quanto alla

persona che sia obbligata in solido al pagamento della somma dovuta. * 2) Sì, deve essere contestata immediatamente solo a colui che l’ha commessa. 3) Non è necessaria la contestazione immediata. 180. AI SENSI DELL’ART. 14 DELLA LEGGE 24.11.81, N. 689, IN CASO DI

MANCATA CONTESTAZIONE IMMEDIATA ENTRO QUALE TERMINE DEVE ESSERE NOTIFICATA LA VIOLAZIONE?

1) Agli interessati residenti nel territorio della Repubblica deve avvenire entro il termine di 90

giorni ed a quelli residenti all’estero entro il termine di 360 giorni dall’accertamento. * 2) Agli interessati residenti nel territorio della Repubblica deve avvenire entro il termine di

120 giorni ed a quelli residenti all’estero entro il termine di 180 giorni dall’accertamento. 3) Agli interessati residenti nel territorio della Repubblica deve avvenire entro il termine

perentorio di 60 giorni ed a quelli residenti all’estero entro il termine perentorio di 150 giorni dall’accertamento.

181. AI SENSI DELL’ART. 14 DELLA LEGGE 24.11.81, N. 689, IN CASO DI OMESSA

NOTIFICAZIONE DELLA CONTESTAZIONE DELLA VIOLAZIONE NEI TERMINI STABILITI:

1) L’obbligazione di pagare la somma dovuta per la violazione si estingue. * 2) L’obbligazione di pagare la somma dovuta per la violazione si estingue quando ha un

importo superiore a € 2.000. 3) L’obbligazione di pagare la somma dovuta per la violazione non si estingue mai.

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182. AI SENSI DELL’ART. 16 DELLA LEGGE 24.11.81, N. 689, E’ AMMESSO IL PAGAMENTO DELLA SANZIONE AMMINISTRATIVA IN MISURA RIDOTTA?

1) Sì, qualora avvenga entro il termine di 60 giorni dalla contestazione immediata o dalla

notificazione degli estremi della violazione. * 2) Sì, qualora avvenga entro il termine di 90 giorni dalla contestazione immediata o dalla

notificazione degli estremi della violazione. 3) No. 183. AI SENSI DELL’ART. 27 DELLA L.R. 4/1994 L’ESTRAZIONE DEL SUGHERO,

IN ASSENZA DELL'APPOSITA AUTORIZZAZIONE, E’ CONSENTITA DAL: 1) 1 maggio al 30 settembre. * 2) 1 giugno al 30 settembre. 3) 1 aprile al 30 settembre. 184. AI SENSI DELL’ART. 17 DELLA LEGGE 24.11.81, N. 689, A QUALE ORGANO

DEVE ESSERE PRESENTATO IL RAPPORTO RELATIVO ALLE VIOLAZIONI DELLE NORME SULLA CIRCOLAZIONE STRADALE?

1) Al prefetto. * 2) Al questore. 3) Al comando provinciale dell’arma dei carabinieri. 185. AI SENSI DELL’ART. 18 DELLA LEGGE 24.11.81, N. 689, ENTRO QUALE

TERMINE GLI INTERESSATI POSSONO PRESENTARE SCRITTI DIFENSIVI? 1) Entro 30 giorni dalla data della contestazione o notificazione della violazione. * 2) Entro 60 giorni dalla data della contestazione o notificazione della violazione. 3) Entro 90 giorni dalla data della contestazione o notificazione della violazione. 186. AI SENSI DELL’ART. 18 DELLA LEGGE 24.11.81, N. 689, L’AUTORITA’

COMPETENTE DEVE SENTIRE GLI INTERESSATI PRIMA DI DETERMINARE CON ORDINANZA MOTIVATA LA SOMMA DOVUTA PER LA VIOLAZIONE?

1) Solo se gli interessati ne fanno richiesta. * 2) Sì, sempre. 3) No, mai.

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187. AI SENSI DELL’ART. 18 DELLA LEGGE 24.11.81, N. 689, A QUALE ORGANO DEVE ESSERE COMUNICATA L’ORDINANZA MOTIVATA DI ARCHIVIAZIONE?

1) All’organo che ha redatto il rapporto. * 2) Al prefetto. 3) Al questore. 188. COLORO CHE INTENDONO EFFETTUARE ESTRAZIONE DEL SUGHERO

NEL PERIODO CONSENTITO, AI SENSI DELL’ART. 27 DELLA L.R. 4/94, A CHI DEVONO DARNE AVVISO?

1) Alla Stazione Forestale competente per territorio. * 2) All’Ispettorato Ripartimentale Forestale competente 3) Alla Direzione Generale dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente. 189. AI SENSI DELL’ART. 18 DELLA LEGGE 24.11.81, N 689, L’ORDINANZA CHE

DETERMINA LA SOMMA DOVUTA PER LA VIOLAZIONE AMMINISTRATIVA DEVE DISPORRE ANCHE LA RESTITUZIONE DELLE COSE SEQUESTRATE?

1) Sì, salvo che non siano confiscate con lo stesso provvedimento. * 2) No. 3) Sì, salvo che le cose sequestrate non siano state messe all’asta. 190. AI SENSI DELL’ART. 18 DELLA LEGGE 24.11.81, N. 689, ENTRO QUALE

TERMINE DEVE AVVENIRE IL PAGAMENTO DELLA SANZIONE AMMINISTRATIVA?

1) Entro 30 giorni dalla notificazione, o di 60 giorni se l’interessato risiede all’estero. * 2) Sempre entro 90 giorni dalla notificazione. 3) La legge non prevede alcun termine. 191. AI SENSI DELL’ART. 19 DELLA LEGGE 24.11.81, N. 689, QUAL E’ IL

TERMINE MASSIMO TRASCORSO IL QUALE IL SEQUESTRO DI COSE CESSA DI AVERE EFFICACIA?

1) 6 mesi dal giorno in cui è avvenuto il sequestro. * 2) 2 mesi dal giorno in cui è avvenuto il sequestro. 3) 4 mesi dal giorno in cui è avvenuto il sequestro.

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192. AI SENSI DELL’ART. 20 DELLA LEGGE 24.11.81, N. 689, PUO’ ESSERE DISPOSTA LA CONFISCA AMMINISTRATIVA DELLE COSE CHE SONO SERVITE PER LA VIOLAZIONE?

1) Sì, purché le cose appartengano ad una delle persone cui è ingiunto il pagamento. * 2) Sì, anche se le cose appartengano a persone cui non è ingiunto il pagamento. 3) No, in nessun caso. 193. AI SENSI DELL’ART. 25 DELLA L.R. 4/1994 L'ESTRAZIONE DEL SUGHERO

DEVE ESSERE CONDOTTA SENZA ARRECARE LESIONI TRAUMATICHE AL:

1) Fellogeno. * 2) Fellema. 3) Fellandrio. 194. AI SENSI DELL’ART. 22 DELLA LEGGE 24.11.81, N. 689, E’ POSSIBILE

PROPORRE OPPOSIZIONE CONTRO L’ORDINANZA DI PAGAMENTO? 1) Sì, entro il termine di 30 giorni dalla notificazione del provvedimento. * 2) Sì, entro il termine di 60 giorni dalla notificazione del provvedimento. 3) No. 195. AI SENSI DELL’ART. 22 BIS DELLA LEGGE 24.11.81, N. 689, PRESSO QUALE

ORGANO E’ POSSIBILE PROPORRE OPPOSIZIONE CONTRO L’ORDINANZA DI PAGAMENTO?

1) Davanti al giudice di pace o, in casi particolari, davanti al tribunale. * 2) Davanti al prefetto. 3) Davanti al questore. 196. AI SENSI DELL’ART. 22 BIS DELLA LEGGE 24.11.81, N. 689, PRESSO QUALE

ORGANO E’ POSSIBILE PROPORRE OPPOSIZIONE CONTRO UN’ORDINANZA DI PAGAMENTO IN MATERIA DI TUTELA DELL’AMBIENTE E DI URBANISTICA?

1) Davanti al tribunale. * 2) Davanti al giudice di pace. 3) Sia davanti al tribunale che davanti al giudice di pace.

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197. AI SENSI DELL'ART. 30 DELLA L.R. 4/94 LE PIANTE DA SUGHERO CLASSIFICATE E DICHIARATE MONUMENTO NATURALE NON POSSONO ESSERE TAGLIATE, NE’ DANNEGGIATE. L’EVENTUALE TAGLIO O DANNEGGIAMENTO COSTITUISCE VIOLAZIONE E VIENE SANZIONATO IN BASE:

1) Alle norme in materia di tutela ambientale. * 2) Alle prescrizioni di massima e di polizia forestale. 3) Alle norme per l’applicazione dei vincoli sui boschi per scopi speciali. 198. AI SENSI DELL'ART. 26 DELLA LEGGE 24.11.1981 n. 689, E’ POSSIBILE

RATEIZZARE IL PAGAMENTO DELLA SANZIONE PECUNIARIA? 1) Sì, è possibile il pagamento da 3 a 30 rate mensili. * 2) Sì, è possibile il pagamento da 5 a 50 rate mensili. 3) No. 199. AI SENSI DELL’ART. 27 DELLA LEGGE 24.11.1981, N. 689, QUALE SANZIONE

E’ PREVISTA PER IL RITARDO NEL PAGAMENTO PER LA VIOLAZIONE AMMINISTRATIVA?

1) La maggiorazione di un decimo della somma dovuta per ogni semestre di ritardo. * 2) La maggiorazione di un quinto della somma dovuta per ogni semestre di ritardo. 3) La maggiorazione di un terzo della somma dovuta per ogni semestre di ritardo. 200. AI SENSI DELL'ART. 27 DELLA LEGGE 24.11.1981, N. 689, IN CASO DI

MANCATO PAGAMENTO DELLA SANZIONE PECUNIARIA, QUAL E' L'ORGANO COMPETENTE A RISCUOTERE LE SOMME DOVUTE?

1) L'Intendenza di Finanza. * 2) La Prefettura. 3) La Questura.

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ECOLOGIA FORESTALE E SILVICOLTURA

1. IL TERMINE “VEGETAZIONE” STA AD INDICARE L’INSIEME DELLE PIANTE:

1) Che si trovano in un territorio a formare una comunità. * 2) Costituenti un frutteto misto. 3) Ornamentali presenti in un giardino. 2. COL TERMINE “MICORRIZE” VENGONO INDICATE: 1) Le associazioni tra funghi e radici. * 2) Le radici assorbenti delle piante forestali. 3) Le famiglie di funghi che crescono nei boschi. 3. LA CHIOMA DI UN ALBERO È COSTITUITA DALL’INSIEME: 1) Di rami e foglie. * 2) Di foglie e frutti. 3) Di foglie e fiori. 4. LE SPECIE FORESTALI DENOMINATE “LATIFOGLIE” VENGONO COSÌ

CHIAMATE PERCHÈ: 1) Hanno le foglie larghe. * 2) Hanno le foglie trasformate in spine. 3) Hanno le foglie a forma di ago. 5. LE SPECIE FORESTALI “SEMPRE VERDI” VENGONO COSÌ CHIAMATE

PERCHÈ LE FOGLIE: 1) Persistono sulla pianta per tutte le stagioni. * 2) Persistono in primavera – estate e cadono in autunno. 3) Persistono in primavera – estate- autunno e cadono in inverno. 6. SONO CHIAMATE “CADUCIFOGLIE” LE SPECIE FORESTALI CHE: 1) Perdono le foglie durante l’inverno. * 2) Perdono le foglie durante l’estate. 3) Non perdono mai le foglie. 7. I BOSCHI VENGONO DEFINITI “PURI” QUANDO SONO COSTITUITI DA

ALBERI APPARTENENTI: 1) Ad una sola specie. * 2) A più specie. 3) A due specie.

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ECOLOGIA FORESTALE E SILVICOLTURA

8. SONO CHIAMATI DISETANEI I BOSCHI CHE HANNO LE PIANTE: 1) Di età diversa. * 2) In fase di accrescimento. 3) Della stessa età. 9. PER GOVERNO DI UN BOSCO SI INTENDE IL METODO ADOTTATO PER: 1) La sua rigenerazione. * 2) Preservarlo dagli incendi. 3) Limitarne il pascolamento. 10. QUALI DELLE SEGUENTI AFFERMAZIONI È QUELLA VALIDA? 1) Le fustaie sono boschi d’alto fusto a rinnovazione sessuata. * 2) Le fustaie sono boschi d’alto fusto a rinnovazione agamica. 3) Le fustaie sono boschi d’alto fusto a rinnovazione mista. 11. IL TRATTAMENTO DI UN BOSCO CONSISTE: 1) Nelle modalità di esecuzione dei tagli di utilizzazione. * 2) Nelle modalità da seguire in caso di attacco di parassiti. 3) Nelle modalità da seguire in caso di attacco di incendio. 12. QUALI DELLE SEGUENTI FRASI DEFINISCE L’AREALE? 1) Un’area geografica di distribuzione di una determinata specie. * 2) Un’area geografica ricca di acque sorgive. 3) Un’area geografica battuta dai venti. 13. L’AMBIENTE È ANTROPIZZATO QUANDO È: 1) Influenzato dall’uomo. * 2) Sfruttato dagli animali. 3) Allo stato naturale. 14. GLI ARBUSTI SONO: 1) Piante con ramificazioni legnose che partono dalla base, di altezza non superiori ai 5 metri.

* 2) Piante con ramificazioni legnose di altezze superiori ai 5 metri. 3) Piante con ramificazioni legnose che partono ad una certa altezza dal suolo.

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ECOLOGIA FORESTALE E SILVICOLTURA

15. IL PROCESSO DI AUTODEPURAZIONE È: 1) La capacità degli ambienti naturali di trasformare la sostanza organica (biodegradazione). * 2) Il processo attraverso il quale le macchine emettono gas di scarico poco nocivi. 3) Il processo attraverso il quale l’uomo elimina le sostanze nocive che si accumulano

nell’ambiente. 16. SOSTANZA BIODEGRADABILE È QUELLA: 1) Che può essere degradata da agenti biologici in concomitanza con fattori fisici. * 2) Che può essere degradata mediante il fuoco. 3) Che può essere degradata mediante triturazione e trattamento con prodotti chimici. 17. QUALI DELLE SEGUENTI DEFINIZIONI DI DISCARICA CONTROLLATA È

MAGGIORMENTE CORRETTA: 1) Stoccaggio definitivo dei rifiuti mediante interramento allo scopo di impedire lo sviluppo

di effetti nocivi. * 2) Lo smaltimento dei rifiuti nei luoghi appartati. 3) Lo smaltimento dei rifiuti mediante pagamento a peso o a volume. 18. LA DEFINIZIONE PIÙ CORRETTA DI ECOSISTEMA È: 1) L’insieme degli esseri viventi e dell’ambiente fisico-chimico che interagiscono tra loro

dando luogo ad una unità in equilibrio. * 2) L’insieme dei vegetali che vivono in un determinato ambiente pedo- climatico. 3) L’insieme delle specie animali che vivono in un determinato ambiente pedo-climatico. 19. IL FENOMENO DI EROSIONE CONSISTE: 1) Nel trasporto delle particelle del terreno ad opera dell’acqua di scorrimento superficiale. * 2) Nel trasporto delle particelle del terreno ad opera di mezzi meccanici non correttamente

usati. 3) Nel trasporto delle particelle del terreno ad opera dell’uomo per usi particolari. 20. LA SALINITÀ DELLE ACQUE RAPPRESENTA LA QUANTITÀ: 1) Di sali minerali presenti nelle acque. * 2) Di cloruro di sodio presente nelle acque. 3) Di sali di magnesio presenti nelle acque.

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ECOLOGIA FORESTALE E SILVICOLTURA

21. DUE SPECIE VIVONO IN SIMBIOSI QUANDO: 1) Traggono reciproco beneficio dalla loro associazione. * 2) Seminate insieme vivono nello stesso terreno. 3) Una specie vive a spese dell’altra. 22. QUALI DELLE SEGUENTI DEFINIZIONI DI “FLORA” È QUELLA

CORRETTA: 1) Insieme delle piante erbacee, arbustive e arboree che vivono in un determinato territorio. * 2) Insieme delle specie vegetali e animali che vivono in un determinato territorio. 3) Insieme delle piante erbacee e arboree coltivate in un determinato territorio. 23. QUALE GRUPPO DI PIANTE SOTTOELENCATE È COSTITUITO DA SPECIE

ARBUSTIVE: 1) Cisto, Mirto, Lavanda. * 2) Leccio, Ginepro, Corbezzolo. 3) Sughera, Castagno, Noce. 24. QUALE GRUPPO DI PIANTE SOTTOELENCATE È COSTITUITO DA SOLE

SPECIE ARBOREE: 1) Tasso, Leccio, Castagno. * 2) Bagolaro, Agrifoglio, Pungitopo. 3) Roverella, Pino delle Canarie, Calicotome. 25. QUALI FRA QUELLE RIPORTATE È LA DEFINIZIONE DI ORGANISMI

AUTOTROFI: 1) Quelli capaci di fabbricarsi autonomamente le sostanze nutritive. * 2) Quelli che non sono capaci di fabbricarsi le sostanze nutritive di cui hanno bisogno. 3) Quelli che degradano la sostanza organica morta. 26. IN UN ECOSISTEMA IMMATURO COME LA ROCCIA NUDA, QUAL E’ LA

SEQUENZA CHE PORTA VERSO L’ECOSISTEMA PIÙ EVOLUTO? 1) Licheni –muschio – graminacee. * 2) Muschio – licheni – graminacee. 3) Muschio – graminacee - licheni.

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27. LE PIANTE XEROFILE SONO QUELLE CHE VIVONO: 1) In un ambiente assolato, arido e ventoso. * 2) In un ambiente ombroso, fresco e umido. 3) In un ambiente acquatico. 28. SONO CONSIDERATE SPECIE ALOFITE QUELLE CHE VIVONO: 1) In ambienti salmastri. * 2) In ambienti acquatici. 3) In ambienti aridi. 29. INDICA FRA LE DEFINIZIONI RIPORTATE QUELLA RELATIVA ALLE

“SPECIE COSMOPOLITE“ 1) Piante che occupano vaste superfici su tutta la terra. * 2) Piante che vivono in zone di estensione limitata di terra. 3) Piante che vivono in zone di estensione limitata di mare. 30. COSA SIGNIFICA CLASSIFICARE UNA PIANTA? 1) Dare un nome scientifico che serva per identificarla. * 2) Includerla in una classifica secondo l’età. 3) Inserirla in un ambiente specifico. 31. IL NOME SCIENTIFICO DELLE PIANTE È COMPOSTO DI DUE PAROLE: 1) Entrambe in lingua latina. * 2) Entrambe in lingua italiana. 3) Uno in lingua latina e uno in lingua italiana. 32. DA QUALE TIPO DI LEGNO VIENE PREFERIBILMENTE ESTRATTO IL

TANNINO? 1) Castagno. * 2) Leccio. 3) Pioppo. 33. NELLE MISURAZIONI RELATIVE AGLI ALBERI FORESTALI, IL DIAMETRO

VIENE MISURATO, COME SI DICE IN GERGO TECNICO “A PETTO D’UOMO” – QUAL È QUESTA ALTEZZA?

1) Cm 130. * 2) Cm 100. 3) Cm 150.

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34. CON LA PAROLA “TUTORE” SI DEFINISCE IN SILVICOLTURA: 1) Il paletto che serve a sostenere l’albero appena trapiantato. * 2) Il guardiano del vivaio forestale. 3) L’operaio addetto alle semine delle parcelle. 35. IN SILVICOLTURA LA “MARTELLATA“: 1) Serve a contrassegnare gli alberi che sono destinati all’abbattimento. * 2) E’ l’operazione che serve a infiggere i pali tutori. 3) Serve per inserire un cuneo nel legno. 36. QUALE FRA LE SOTTOELENCATE SOSTANZE NON VIENE SOLITAMENTE

INDICATA COME INQUINANTE? 1) Argilla. * 2) Detersivi. 3) Metalli pesanti. 37. IL “SUCCHIELLO DI PRESSLER“ È UNO STRUMENTO CHE IN

SILVICOLTURA VIENE UTILIZZATO: 1) Per la determinazione dell’età degli alberi. * 2) Per prelevare campioni di terra da analizzare. 3) Per trapiantare i semi in vivai. 38. QUALE FRA LE SEGUENTI RISORSE VIENE CONSIDERATA “NON

RINNOVABILE” 1) Il metano. * 2) L’energia solare. 3) L’acqua. 39. L’ACQUA SI COMPONE DI DUE ELEMENTI. QUALI? 1) Idrogeno e ossigeno. * 2) Idrogeno e azoto. 3) Ossigeno e cloro.

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40. I GAS DI SCARICO DELLE AUTOMOBILI IMMETTONO NELLA ATMOSFERA GAS INQUINANTI. QUALI FRA QUELLI ELENCATI VIENE IMMESSO IN MAGGIORE QUANTITÀ?

1) Piombo. * 2) Mercurio. 3) Cromo. 41. COL TERMINE DI “BIOCENOSI” S’INTENDE: 1) L’insieme degli esseri viventi presenti in un determinato ambiente. * 2) L’insieme dei vegetali presenti in un determinato ambiente. 3) L’insieme di agenti nocivi presenti in un dato ambiente. 42. FRA GLI INSETTI ELENCATI INDICA QUELLO CHE PROVOCA

DEFOGLIAZIONE NELLA SUGHERA: 1) Lymantria. * 2) Cavallette. 3) Vespe. 43. I VIVAI FORESTALI SONO APPEZZAMENTI DI TERRENO DESTINATI A: 1) Allevare le piantine da destinare al rimboschimento. * 2) Allevare la fauna da immettere nella foresta. 3) Nessuna risposta è esatta. 44. L’INSIEME DEGLI ALBERI CHE COSTITUISCONO UNA FORMAZIONE

FORESTALE VIENE DEFINITO: 1) Soprassuolo. * 2) Areale. 3) Biotopo. 45. LE FORME DI TRATTAMENTO DELLE FUSTAIE SONO DIVERSE. FRA

QUELLE ELENCATE, INDICA QUELLA ERRATA: 1) Trattamento a sterzo. * 2) Trattamento a taglio raso. 3) Trattamento a tagli successivi.

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46. IN SILVICOLTURA IL CEDUO COMPOSTO SI REALIZZA QUANDO: 1) Sulla stessa unità di superficie coesistono sia la fustaia che il ceduo. * 2) Il bosco è costituito da più specie. 3) Il bosco è costituito da alberi di diversa età. 47. NEI BOSCHI CEDUI IL “TRATTAMENTO A STERZO” CONSISTE: 1) Nel tagliare i polloni che hanno raggiunto il diametro prestabilito. * 2) Nel tagliare tutti i polloni che si sono formati. 3) Nel tagliare i polloni ad una certa altezza dal punto di inserimento. 48. FRA LE SEGUENTI DEFINIZIONI INDICA QUELLA CORRISPONDENTE AL

“BOSCO CEDUO MATRICINATO”: 1) Un bosco nel quale un certo numero di piante destinate a produrre seme non viene

abbattuto (matricine). * 2) Un bosco nel quale vengono abbattute le piante deperite. 3) Un bosco nel quale gli alberi vengono sostenuti con i tutori. 49. IL NOME SCIENTIFICO CERATONIA SILIQUA INDICA: 1) Il Carrubo. * 2) Il Castagno. 3) Il Mandorlo. 50. LE SPECIE FORESTALI LE CUI FOGLIE PERSISTONO NELLE PIANTE PER

TUTTE LE STAGIONI VENGONO CHIAMATE: 1) Sempreverdi. * 2) Decidue. 3) Caducifolie. 51. DURANTE LE ORE NOTTURNE ALL’INTERNO E AL DI SOPRA DI UN

SOPRASSUOLO BOSCHIVO SI OSSERVA UN INCREMENTO DI CONCENTRAZIONE DELL’ANIDRIDE CARBONICA. TALE INCREMENTO DERIVA:

1) Dalla respirazione delle piante e dei microrganismi del terreno. * 2) Dalla diminuzione della temperatura. 3) Dal processo di fotisintetizzazione delle piante.

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52. DURANTE LE ORE DI LUCE ALL’INTERNO E AL DI SOPRA DI UN SOPRASSUOLO BOSCHIVO SI HA UN DECREMENTO DI CONCENTRAZIONE DELL’ANIDRIDE CARBONICA. CIÒ AVVIENE IN RELAZIONE A QUALE PROCESSO:

1) Fotosintesi. * 2) Respirazione. 3) Traspirazione. 53. IL VENTO E’ CONSIDERATO UN FATTORE ECOLOGICO DI ESTREMA

IMPORTANZA NEI CONFRONTI DEL BOSCO. TRA GLI EFFETTI DEL VENTO SULLA VEGETAZIONE, INDIVIDUA QUELLO CONSIDERATO POSITIVO:

1) Disseminazione anemocara. * 2) Stabilità meccanica delle piante. 3) Modificazioni morfologiche e dimensionali. 54. LE AZIONI DEL VENTO NEL BOSCO SONO MOLTEPLICI, TALVOLTA

POSITIVE TALALTRE NEGATIVE. FRA QUELLE INDICATE INDIVIDUA QUELLA NON DOVUTA DIRETTAMENTE ALL’AZIONE DEL VENTO:

1) Umificazione. * 2) Traspirazione. 3) Evaporazione. 55. TRA LE AZIONI ESERCITATE DAL BOSCO SUL VENTO ASSUME

IMPORTANZA PARTICOLARE QUELLA SULLA RIDUZIONE DELLA VELOCITA’ DEL VENTO. IN MERITO QUALI SONO LE SPECIE PIÙ EFFICACI:

1) Quelle a foglie persistenti. * 2) Quelle a foglie semipersistenti. 3) Quelle a foglie caduche. 56. DAL CASTAGNO OLTRE CHE I FRUTTI E IL LEGNO SI OTTIENE ANCHE: 1) Tannino. * 2) Resina. 3) Melassa.

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57. GLI INQUINANTI ATMOSFERICI SONO SOSTANZE CHE SI RINVENGONO NELLA TROPOSFERA IN QUANTITA’ ECCEDENTI QUELLE NORMALI. QUALE FRA LE SOSTANZE ELENCATE NON E’ DA CONSIDERARE TOSSICA PER LE PIANTE?

1) Anidride carbonica. * 2) Anidride solforosa. 3) Monossido di carbonio. 58. UN BOSCO CEDUO VIENE DETTO SEMPLICE QUANDO IL SOPRASSUOLO

E’ COSTITUITO SOLO DA: 1) Polloni. * 2) Alberi. 3) Polloni e alberi. 59. COSA SI INTENDE PER “EFFETTO SERRA”: 1) L'aumento nell’atmosfera della concentrazione di certi gas. * 2) L'abbassamento della temperatura. 3) L'aumento della fotosintesi.. 60. NELLE SPECIE FORESTALI HA NOTEVOLE IMPORTANZA LA DENSITA’

DEL SOPRASSUOLO. QUALI SONO LE SPECIE CAPACI DI SOPPORTARE UNA MAGGIORE DENSITA’ FINO AD ETA’ AVANZATA?

1) Le specie sciafile. * 2) Le specie eliofile. 3) Nessuna delle altre due specie. 61. DA UN PUNTO DI VISTA ECOLOGICO HANNO UNA GRANDE IMPORTANZA

LE SPECIE “PIONIERE”. COME POSSONO ESSERE DEFINITE? 1) Specie che hanno la capacità di adattarsi a vivere in ambienti (terreno-clima) a condizioni

estreme. * 2) Specie capaci di vivere in terreni argillosi. 3) Specie capaci di vivere in ambiente molto dotato di elementi nutritivi. 62. IN UNA SPECIE VEGETALE COSA S’INTENDE PER BILANCIO IDRICO? 1) La differenza tra l’acqua assorbita attraverso l’apparato radicale e la sua perdita attraverso

il processo di traspirazione. * 2) La differenza tra l’acqua caduta in un determinato periodo di tempo e quella evaporata nel

medesimo tempo. 3) La differenza tra l’acqua assorbita dalle radici e quella utilizzata nel processo di fotosintesi.

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63. PER COMPIERE LA FOTOSINTESI LE PIANTE HANNO BISOGNO DI DIVERSI ELEMENTI. FRA QUELLI ELENCATI INDICA QUELLO NON UTILIZZATO:

1) Azoto. * 2) Anidride carbonica. 3) Acqua. 64. IN CAMPO FORESTALE LA RINNOVAZIONE NATURALE DEL BOSCO E’ UN

ASPETTO IMPORTANTE E DIPENDE ANCHE DALLA SESSUALITA’ DELLE PIANTE. SONO PIANTE MONOICHE QUELLE:

1) Che hanno fiori maschili e fiori femminili nella stessa pianta. * 2) Che hanno fiori maschili e fiori femminili su piante diverse. 3) Che hanno fiori maschili e fiori femminile nella stessa infiorescenza. 65. LA CONOSCENZA DELLA SESSUALITA’ DELLE SPECIE FORESTALI HA

RIFLESSI NELLA RICOSTITUZIONE NATURALE DEI BOSCHI COME NELL’ATTIVITA’ VIVAISTICA. SONO CONSIDERATE SPECIE DIOICHE QUELLE:

1) Che hanno fiori maschili e fiori femminili su piante diverse. * 2) Che hanno fiori maschili e fiori femminili riuniti nello stesso fiore. 3) Che hanno fiori maschili e fiori femminili sulla stessa pianta. 66. LA PRODUZIONE DEL SEME DIPENDE DA UNA SERIE DI SPECIFICI

MECCANISMI. COSA S’INTENDE PER IMPOLLINAZIONE? 1) Meccanismo attraverso il quale il polline viene trasportato dall’organo maschile a quello

femminile. * 2) Meccanismo per cui il polline si trasferisce dall’organo femminile a quello maschile. 3) Meccanismo di raccolta del polline per essere poi utilizzato per scopi diversi. 67. QUANDO L’AGENTE CHE TRASPORTA IL POLLINE E’ IL VENTO,

L’IMPOLLINAZIONE VIENE CHIAMATA: 1) Anemofila. * 2) Entomofila. 3) Mirmecofila. 68. COME E’ CHIAMATA L’IMPOLLINAZIONE OPERATA DAGLI INSETTI? 1) Entomofila. * 2) Anemofila. 3) Ornitofila.

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69. QUANDO L’IMPOLLINAZIONE E’ ORNITOFILA QUALI SONO GLI AGENTI IMPOLLINATORI?

1) Uccelli. * 2) Insetti. 3) Vento. 70. QUANDO L’IMPOLLINAZIONE DEI FIORI HA COME AGENTE GLI UCCELLI

COME VIENE CHIAMATA? 1) Ornitofila. * 2) Anemofila. 3) Entomofila. 71. LE PIANTE FORESTALI IN UN ECOSISTEMA SONO DA CONSIDERARE

COMPONENTI: 1) Autotrofi. * 2) Eterotrofi. 3) Neutrofili. 72. IN UN ECOSISTEMA FORESTALE GLI ANIMALI SONO DA CONSIDERARE

ORGANISMI: 1) Eterotrofi. * 2) Basofili. 3) Autotrofi. 73. FRA LE DEFINIZIONI RIPORTATE INDIVIDUA QUELLA RISPONDENTE A

DEFINIRE GLI ORGANISMI ETEROTROFI: 1) Organismi consumatori e decompositori, che si nutrono di sostanza organica prodotta da

altri. * 2) Organismi che si nutrono di sostanza organica prodotta da loro stessi. 3) Organismi che sono in grado di vivere in ambienti molto poveri di sostanza organica 74. QUAL E’ IL SIGNIFICATO DI ORGANISMO AEROBIO? 1) Organismo che necessita di ossigeno per compiere le proprie funzioni vitali. * 2) Organismi che necessitano di azoto per compiere le proprie funzioni vitali. 3) Organismi che non hanno bisogno di ossigeno per compiere le proprie funzioni vitali.

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75. NELLA TERMINOLOGIA ECOLOGICA CHE SIGNIFICATO HA IL TERMINE “AMBIENTE ANTROPIZZATO”?

1) Ambiente dove sono evidenti le influenze relative all’uomo. * 2) Ambiente dove si osservano le influenze degli animali selvatici. 3) Ambiente influenzato da eventi atmosferici straordinari. 76. LE SPECIE FORESTALI CHE HANNO FIORI MASCHILI E FIORI FEMMINILI

SU PIANTE DIVERSE SONO DETTE: 1) Dioiche. * 2) Poligame. 3) Monoiche. 77. ATTRAVERSO QUALE IMPORTANTE PROCESSO GLI ORGANISMI

DEFINITI “AUTOTROFI” SONO IN GRADO DI PRODURRE SOSTANZA ORGANICA PARTENDO DA SOSTANZE INORGANICHE?

1) Fotosintesi clorofilliana. * 2) Traspirazione. 3) Assorbimento radicale. 78. DI RECENTE E’ STATO REINTRODOTTO IN SARDEGNA IL DAINO,

ESTINTOSI NEGLI ANNI 60. QUAL E’ IL SUO NOME SCIENTIFICO? 1) Dama dama. * 2) Ovi musimon. 3) Felis silvestris. 79. IN UN BOSCO CEDUO COME VENGONO CHIAMATE LE PIANTE CHE NON

VENGONO TAGLIATE AL MOMENTO DELLA CEDUAZIONE? 1) Matricine. * 2) Piante campione. 3) Piante spia. 80. IL TRASPORTO DI PARTICELLE DI TERRENO AD OPERA DELL’ACQUA DI

SCORRIMENTO SUPERFICIALE E’ DETTO: 1) Erosione. * 2) Corrosione. 3) Abrasione.

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81. CON QUALE STRUMENTO VIENE MISURATA LA RADIAZIONE SOLARE GLOBALE INVIATA SULLA TERRA?

1) Piranometro. * 2) Eliometro. 3) Igrometro. 82. LE PIANTE CHE PER SOPRAVVIVERE HANNO BISOGNO DI TEMPERATURE

MEDIE SUPERIORI AI 20 C VENGONO CHIAMATE PIANTE: 1) Megaterme. * 2) Microterme. 3) Mesoterme. 83. IN UN BOSCO CEDUO MATRICINATO CHE FUNZIONE HANNO LE PIANTE

MATRICINE? 1) Servono per produrre semi per la rinnovazione del bosco. * 2) Servono per produrre legname da opera speciale. 3) Servono come protezione per i polloni. 84. UN BOSCO CEDUO E’ TRATTATO A “CAPITOZZA” QUANDO: 1) Il taglio si pratica ad una certa altezza sul fusto. * 2) Il taglio si pratica rasente il suolo. 3) Il taglio riguarda solo i rami laterali. 85. COSA SI INTENDE PER CUBATURA DI UN BOSCO? 1) Il metodo per calcolare la quantità di prodotti legnosi ritraibili. * 2) Il metodo per calcolare il numero di piante da mettere a dimora. 3) Il metodo per calcolare il numero di piante da abbattere. 86. IN SILVICOLTURA COSA SONO I PROTOTIPI DENDROMETRICI? 1) Figure geometriche di riferimento alle quali vengono assimilati gli alberi. * 2) Figure geometriche di riferimento utilizzate per classificare gli alberi in base alla forma

della chioma. 3) Figure geometriche di riferimento utilizzate per rappresentare nelle planimetrie le specie

forestali.

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87. QUALE FRA QUELLE INDICATE NON COSTITUISCE DAL PUNTO DI VISTA CLIMATICO UNA IDROMETEORA?

1) L’umidità atmosferica. * 2) La brina. 3) La galaverna. 88. LA CAPACITA’ DI OGNI ORGANISMO VIVENTE E QUINDI ANCHE DI UNA

PIANTA DI ADATTARSI A DIVERSE CONDIZIONI AMBIENTALI E’ DETTA: 1) Amplitudine ecologica. * 2) Effetto teratogeno. 3) Diversità ecosistemica. 89. IL PROCESSO COMPLESSO CHE SUBISCONO LE ROCCE E CHE PORTA

ALLA FORMAZIONE DEL COSIDETTO TERRENO NATURALE VIENE CHIAMATO:

1) Pedogenesi. * 2) Mutagenesi. 3) Morfogenesi. 90. COSA SONO I TERRENI MORENICI? 1) Terreni formatisi ad opera dei ghiacciai. * 2) Terreni formatisi ad opera dei fiumi. 3) Terreni formatisi ad opera del vento. 91. NEL SOTTOPORRE UN TERRENO A COLTURA E’ FONDAMENTALE

CONOSCERNE LE CARATTERISTICHE AGRONOMICHE. FRA QUESTE COSA E’ LA TESSITURA?

1) La composizione granulometrica del suolo. * 2) La disposizione spaziale delle particelle terrose. 3) La composizione chimica del terreno. 92. FRA I TERRENI ELENCATI QUALI SONO QUELLI PIU’ PERMEABILI

ALL’ACQUA? 1) Sabbiosi. * 2) Argillosi. 3) Limosi.

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93. COSA S’INTENDE PER PERMEABILITA’ DEL TERRENO? 1) Capacità del terreno di lasciarsi attraversare dall’acqua. * 2) Proprietà del terreno di lasciarsi attraversare dalle radici. 3) Proprietà del terreno di lasciarsi attraversare dagli organismi terricoli. 94. LA FOTOSINTESI CLOROFILLIANA E’ UN PROCESSO VITALE PER LE

PIANTE E DI CONSEGUENZA PER GLI ORGANISMI ETEROTROFI. QUAL E’ LA FONTE PRINCIPALE DI CARBONIO PER LA PIANTA?

1) L’aria. * 2) Il terreno. 3) La sostanza organica. 95. ATTRAVERSO QUALE PROCESSO UNA PARTE DEL CARBONIO ASSORBITO

DALLE PIANTE VIENE DA QUESTE RESTITUITO ALL’ARIA? 1) Respirazione. * 2) Traspirazione. 3) Organicazione. 96. IL NORMALE PROCESSO DI TRASFORMAZIONE DELLA SOSTANZA

ORGANICA AVVIENE IN CONDIZIONI OTTIMALI DI UMIDITA’, TEMPERATURA E AEREAZIONE DEL SUOLO. COME VIENE CHIAMATO QUESTO PROCESSO?

1) Humificazione. * 2) Nitrificazione. 3) Ammonizzazione. 97. LA TRASFORMAZIONE DELLA SOSTANZA ORGANICA E’ INFLUENZATA

DECISAMENTE DA ALCUNI FATTORI CLIMATICI; IN REGIONI FREDDE ESSA SI ACCUMULA E SI TRASFORMA MOLTO LENTAMENTE. COME VIENE CHIAMATO QUESTO PROCESSO?

1) Torbificazione. * 2) Eutrofizzazione. 3) Mineralizzazione. 98. COME VIENE DEFINITA LA FRAZIONE MINERALE DEL TERRENO? 1) Quella parte del suolo proveniente dalla disgregazione e decomposizione delle rocce

capace di ospitare le radici delle piante arboree ed erbacee. * 2) Quella parte del suolo costituita da e di macro e micro organismi. 3) Quella parte del suolo composta dai residui delle colture precedenti.

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99. LA FRAZIONE MINERALE DEL TERRENO PROVENIENTE DALLA DECOMPOSIZIONE E DISGREGAZIONE DELLE ROCCE HA SOSTANZIALMENTE TRE COMPONENTI; FRA QUELLE ELENCATE INDICA QUELLA CORRETTA:

1) Sabbia – limo – argilla. * 2) Humus – argilla – sabbia. 3) Limo – sabbia – humus. 100. COSA S’INTENDE PER PROCESSO DI TORBIFICAZIONE DELLA SOSTANZA

ORGANICA? 1) Il processo di accumulo di sostanza organica in regioni a clima freddo. * 2) Il processo attraverso il quale la sostanza organica viene decomposta in condizioni

climatiche caldo-umide. 3) Il processo di trasformazione della sostanza organica in condizioni ambientali temperate. 101. NELLA DESCRIZIONE DI UN SITO BOSCHIVO, COSA E’ LA GIACITURA? 1) L’inclinazione del suolo rispetto al piano orizzontale. * 2) La modalità di accatastamento dei tronchi di alberi abbattuti. 3) L’inclinazione degli alberi rispetto al piano di campagna. 102. FRA LE TIPOLOGIE FOGLIARI DELLE PRINCIPALI CONIFERE QUALE E’

QUELLA RELATIVA AL PINO MARITTIMO? 1) Aghiforme a gruppi di 2. * 2) Aghiforme a verticilli. 3) Aghiforme breve disposte separatamente sui rami. 103. A QUALI TIPOLOGIE APPARTENGONO LE FOGLIE DEL GINEPRO

COMUNE? 1) Aghiformi a verticilli. * 2) Aghiformi a gruppi di 2. 3) Aghiformi brevi a gruppi di molti elementi. 104. A QUALI TIPOLOGIE APPARTENGONO LE FOGLIE DEL CIPRESSO? 1) Squamiformi. * 2) Aghiformi brevi disposte singolarmente sui rami. 3) Aghiformi a verticilli.

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105. FRA I GAS CHE CAUSANO “EFFETTO SERRA” QUAL E’ QUELLO CHE E’ SENSIBILMENTE AUMENTATO DI PIU’ NEGLI ULTIMI TEMPI?

1) Anidride carbonica. * 2) Ozono. 3) Protossido di azoto. 106. QUAL E' IL PARAMETRO CLIMATICO CHE DETERMINA LA

CLASSIFICAZIONE DELLA VEGETAZIONE FORESTALE IN FASCE DI DISTRIBUZIONE CHE SI SUSSEGUONO IN SENSO ALTITUDINALE?

1) Temperatura. * 2) Luce. 3) Umidità dell’aria. 107. IN QUALE CONIFERA I FIORI FEMMINILI SONO SOLITARI ANZICHE’,

COME DI SOLITO, RIUNITI IN INFIORESCENZE? 1) Tasso. * 2) Pino marittimo. 3) Pino d’Aleppo. 108. COSA SI INTENDE PER DORMIENZA: 1) L’incapacità temporanea del seme a germinare anche in condizioni favorevoli. * 2) L’incapacità totale del seme di assorbire l’umidità del suolo. 3) L’incapacità perenne del seme a germinare per la durezza dei tegumenti. 109. QUALE, FRA QUELLE INDICATE, NON RIENTRA FRA LE CAUSE CHE

DETERMINANO LA DORMIENZA DEI SEMI DI SPECIE FORESTALI? 1) La intensità luminosa elevata. * 2) La immaturità dell’embrione. 3) La impermeabilità all’acqua dei tegumenti del seme. 110. IN CHE MODO PUO' ESSERE INTERROTTA LA DORMIENZA DEI SEMI? 1) Con l’immersione in acidi. * 2) Con la conservazione in ambiente saturo di anidride carbonica. 3) Con la conservazione in ambiente saturo di ossigeno.

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111. FRA I TRATTAMENTI CHE VENGONO FATTI AI SEMI PER INTERROMPERE LA DORMIENZA, INDICA QUELLO NON ADATTO.

1) Trattamenti mediante anidride carbonica. * 2) Trattamenti mediante acqua bollente. 3) Trattamenti mediante sostanze chimiche. 112. RISPETTO ALLA TEMPERATURA LE PIANTE HANNO ESIGENZE

VARIABILI IN RELAZIONE ALLE VARIE FUNZIONI DA ESSE COMPIUTE. COME SONO DEFINITE LE TEMPERATURE CRITICHE?

1) Quelle al di sotto o al di sopra delle quali si verificano danni irreparabili. * 2) Quelle in corrispondenza delle quali una funzione vitale si arresta. 3) Quelle in corrispondenza delle quali le funzioni vitali si svolgono al meglio. 113. COSA E’ L’ANEMOSCOPIO? 1) Uno strumento atto a indicare la direzione del vento. * 2) Uno strumento che misura la velocità del vento. 3) Uno strumento che misura l’umidità dell’aria. 114. NEL CLIMA “MEDITERRANEO” QUALE SITUAZIONE CLIMATICA SI

VERIFICA PIU’ FREQUENTEMENTE? 1) Le alte temperature coincidono, di solito, con una elevata intensità luminosa. * 2) Le precipitazioni elevate coincidono con la elevata luminosità. 3) Le basse temperature coincidono con la elevata traspirazione. 115. FRA QUESTE SITUAZIONI CLIMATICHE INDICA QUELLA MENO

PROBABILE IN AMBIENTE “MEDITERRANEO” 1) Alta temperatura ed elevata piovosità. * 2) Bassa piovosità ed elevata temperatura. 3) Alta luminosità e alta temperatura. 116. UN ELEMENTO IMPORTANTE PER STABILIRE IL VALORE AGRONOMICO

DELLA PIOGGIA E’ LA SUA INTENSITA’. ESSA E’: 1) L’acqua caduta nell’unità di tempo. * 2) Il numero di giorni di pioggia in un anno. 3) L’acqua che si infiltra nel terreno nell’unità di tempo.

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117. IN CLIMA “MEDITERRANEO” LE STAGIONI SONO CARATTERIZZATE DA DETERMINATE SITUAZIONI CLIMATICHE. FRA QUELLE INDICATE QUALE NON CORRISPONDE ALLA STAGIONE INVERNALE?

1) Alta piovosità, alta luminosità. * 2) Bassa temperatura, alta piovosità. 3) Bassa temperatura, bassa luminosità. 118. FRA LE IDROMETEORE CHE APPORTANO ACQUA AL SUOLO QUAL E’

QUELLA MENO UTILE? 1) Grandine. * 2) Neve. 3) Rugiada. 119. IN AMBIENTE “MEDITERRANEO” DA CHE COSA PUO’ ESSERE LIMITATO

IL PROCESSO DI FOTOSINTESI: 1) Dalla scarsa disponibilità idrica del suolo. * 2) Dalla disponibilità di anidride carbonica dell’aria. 3) Dalla disponibilità di clorofilla nelle piante. 120. QUALE ASPETTO CARATTERIZZA I TERRENI CON FORTE PENDENZA? 1) Si erodono più facilmente. * 2) Si lavorano con più facilità. 3) Si riscaldano maggiormente. 121. L’AREA DEL TERRENO RISPETTO ALL’ARIA ESTERNA HA IN GENERE

UNA MINORE QUANTITA’ DI: 1) Ossigeno. * 2) Anidride carbonica. 3) Umidità relativa. 122. LA CARENZA DI OSSIGENO NEL TERRENO PUO’ DETERMINARE: 1) Un limitato sviluppo dell’ apparato radicale. * 2) Un incremento della flora aerobica. 3) Un incremento del processo di humificazione.

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123. LE SISTEMAZIONI IDRAULICO – FORESTALI DEI TERRENI IN GIACITURA INCLINATA HANNO LO SCOPO DI:

1) Ridurre l’eccesso di velocità dell’acqua. * 2) Impedire il ristagno idrico. 3) Impedire la penetrazione dell’acqua. 124. TRA QUELLI INDICATI QUALE E' IL FATTORE DI EROSIONE PIU'

PERICOLOSO NELLE ZONE IN PENDIO? 1) Pioggia abbondante e intensa. * 2) Pioggia intensa ma breve. 3) Pioggia abbondante ma di bassa intensità. 125. NEI TERRENI A GIACITURA INCLINATA LA PIOGGIA ESERCITA

MAGGIORMENTE L’ATTIVITA’ EROSIVA: 1) Nei terreni nudi. * 2) Nei terreni coltivati. 3) Nei terreni coperti da vegetazione naturale. 126. FRA QUELLI INDICATI INDIVIDUA IL NOME SCIENTIFICO DELLA

QUERCIA DA SUGHERO: 1) Quercus suber. * 2) Quercus ilex. 3) Quercus pubescens. 127. IN CAMPO FORESTALE IL TERMINE LATIFOGLIE VIENE USATO PER

INDICARE GLI ALBERI: 1) A foglia larga. * 2) A foglia stretta. 3) A foglia caduca. 128. QUAL E’ L’ALTRO NOME CHE VIENE UTILIZZATO PER INDICARE LE

CONIFERE: 1) Resinose. * 2) Latifoglie. 3) Caducifoglie.

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129. QUALE RITIENI SIA LA DEFINIZIONE APPROPRIATA PER INDICARE LE CONIFERE:

1) Alberi che hanno il frutto a forma di cono. * 2) Alberi che hanno le foglie a forma di cono. 3) Alberi che hanno la chioma a forma di cono. 130. CON QUALE ALTRO NOME VENGONO ANCHE CONOSCIUTE LE

CONIFERE? 1) Aghifoglie. * 2) Caducifoglie. 3) Latifoglie. 131. PER QUALE MOTIVO LE CONIFERE VENGONO ANCHE CHIAMATE

RESINOSE? 1) Perché secernono una sostanza detta trementina. * 2) Perché secernono sostanze mucillaginose. 3) Perché secernono sostanze gommose. 132. CHE FORMA HA GENERALMENTE IL FRUTTO DELLE CONIFERE: 1) Cono. * 2) Cilindro. 3) Sfera. 133. PERCHE' LE CONIFERE VENGONO CHIAMATE AGHI FOGLIE? 1) Perché hanno le foglie strette ad ago. * 2) Perché hanno il frutto stretto a forma di ago. 3) Perché hanno i fiori a forma di ago. 134. FRA LE SPECIE CLASSIFICATE COME LATIFOGLIE VI SONO SPECIE CHE

HANNO FOGLIE STRETTE? 1) Si, più di una specie. * 2) No, nessuna specie. 3) Si, una sola specie.

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ECOLOGIA FORESTALE E SILVICOLTURA

135. FRA LE LATIFOGLIE ELENCATE INDIVIDUA LA SPECIE CHE HA LE FOGLIE STRETTE

1) Erica. * 2) Leccio. 3) Nocciolo. 136. FRA LE PIANTE INDICATE QUALE NON E’ UNA CONIFERA? 1) Carrubo. * 2) Pino. 3) Cipresso. 137. NEGLI ALBERI FORESTALI LE MISURAZIONI AI FINI DELLA CUBATURA

DEGLI ALBERI IN PIEDI, PER CONVENZIONE, A CHE ALTEZZA DA TERRA VENGONO PRESE?

1) A m. 1,30. * 2) A m. 2,00. 3) A m. 1,00. 138. QUALE FRA LE CONIFERE INDICATE, CONOSCIUTE ANCHE COME

RESINOSE, NON SECERNONO RESINA? 1) Tasso. * 2) Pino. 3) Abete. 139. FRA LE CONIFERE ELENCATE, QUALE NON HA I FRUTTI A FORMA DI

CONO TIPICO? 1) Cipresso. * 2) Pino. 3) Abete. 140. NEL GENER PINUS (PINI) LE FOGLIE SONO PORTATE DA BREVI ASSI IN

FASCI DI: 1) 2 – 6 aghi. * 2) 8 – 10 aghi. 3) 12 – 14 aghi.

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141. IN CAMPO FORESTALE COME VIENE CHIAMATO LO STRUMENTO PER MISURARE L’ALTEZZA DEGLI ALBERI?

1) Ipsometro. * 2) Pluviometro. 3) Anemometro. 142. GLI ALBERI DI TASSO HANNO UNA CARATTERISTICA PARTICOLARE CHE

LI DIFFERNZIA DALLE ALTRE CONIFERE: 1) Non secernono resina. * 2) Non hanno fusto con corteccia. 3) Non hanno capacità di fruttificare. 143. IL GENERE LARIX (LARICE) E’ COMPOSTO DA SPECIE CHE HANNO

FOGLIE CHE: 1) Cadono in autunno. * 2) Sono persistenti. 3) Cadono in estate. 144. GLI INSETTI CARPOFAGI DI QUALE PARTE DELLA PIANTA SI NUTRONO? 1) Frutti. * 2) Foglie. 3) Fiori. 145. IL GENERE JUNIPERUS (GINEPRO) E’ CARATTERIZZATO PER AVERE: 1) Frutti carnosi a forma di bacca. * 2) Frutti secchi. 3) Frutti carnosi a forma di cono. 146. QUALE FRA QUELLE ELENCATE NON E’ UNA CARATTERISTICA DEL PINO

DOMESTICO? 1) I semi sono piccoli e non mangerecci. * 2) La chioma é ombrelliforme. 3) Aghi a 2 a 2 in fascetto.

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147. QUALE FRA I SEGUENTI CARATTERI DISTINTIVI E' TIPICO DEL PINO DOMESTICO?

1) Albero a chioma ombrelliforme. * 2) Pigne che maturano in 1 anno. 3) Semi non mangerecci. 148. I CARATTERI DISTINTIVI DEL PINO DOMESTICO PRESI IN

CONSIDERAZIONE PER LA SUA CLASSIFICAZIONE SONO DIVERSI. FRA QUELLI ELENCATI INDICA QUELLO NON APPROPRIATO.

1) Chioma ovoidale. * 2) Pinoli mangerecci. 3) Aghi verde chiaro. 149. DIVERSI SONO I CARATTERI DISTINTIVI UTILIZZATI PER CLASSIFICARE

IL PINO MARITTIMO. INDICA QUELLO PIU’ APPROPRIATO. 1) Pigne allungate a maturazione annuale o biennale. * 2) Chioma ad ombrello. 3) Aghi molto corti. 150. IN RELAZIONE AI FIORI I PINI SONO PIANTE: 1) Monoiche. * 2) Dioiche. 3) Poligame. 151. IN RELAZIONE AI FIORI IL LECCIO E’ UNA SPECIE: 1) Monoica. * 2) Poligama. 3) Dioica. 152. QUAL E’ IL NOME SCIENTIFICO DEL PINO DOMESTICO? 1) Pinus pinea. * 2) Pinus pinaster. 3) Pinus Halepensis.

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153. NELLE CONIFERE L’IMPOLLINAZIONE DEI FIORI AVVIENE PREVALENTEMENTE AD OPERA:

1) Del vento. * 2) Delle api. 3) Degli uccelli. 154. PERCHE’ L’IMPOLLINAZIONE DELLE CONIFERE E’ ANEMOFILA? 1) Perché viene effettuata dal vento. * 2) Perché viene effettuata dagli insetti. 3) Perché viene effettuata dagli uccelli. 155. LA QUERCIA DA SUGHERO IN RELAZIONE AI FIORI E’ CONSIDERATA

UNA SPECIE: 1) Monoica. * 2) Dioica. 3) Poligama. 156. LE FOGLIE DELLA SUGHERA HANNO LE SEGUENTI CARATTERISTICHE: 1) Perdurano nella pianta 2 – 3 anni. * 2) Cadono ogni anno. 3) Non cadono mai. 157. IN RELAZIONE ALLA DURATA DELLE FOGLIE SULLA PIANTA, LA

SUGHERA E’ CONSIDERATA UNA SPECIE: 1) Sempre verde. * 2) Caducifolia. 3) Sfogliante. 158. IN RELAZIONE ALLE ESIGENZE PEDOLOGICHE, LA SUGHERA E’ UNA

SPECIE CHE PREDILIGE TERRENI: 1) Acidi. * 2) Neutri. 3) Basici. 159. LA PRODUZIONE DEI FRUTTI (GHIANDE) NELLA SUGHERA INIZIA: 1) Tra i 15 e 25 anni. * 2) Tra i 5 e 10 anni. 3) Tra i 30 e 40 anni.

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160. IN RELAZIONE ALLE ESIGENZE DI LUCE LA SUGHERA E’ DA CONSIDERARE UNA SPECIE:

1) Eliofila. * 2) Sciafila. 3) Fotoindifferente 161. QUALI FRA LE AFFERMAZIONI INDICATE NON PUO’ ESSERE VALIDA PER

LA SUGHERA? 1) E’ una specie sciafila. * 2) E’ una specie termofila. 3) E’ una specie igrofila. 162. FRA LE CONSIDERAZIONI RIPORTATE RELATIVAMENTE ALLA

SUGHERA, QUAL E’ QUELLA VALIDA? 1) E’ una specie termofila. * 2) E’ una specie caduca. 3) E’ una specie sciafila. 163. LA COLTURA DELLA SUGHERA IN QUALE REGIONE E’ MAGGIORMENTE

SVILUPPATA? 1) Sardegna. * 2) Toscana. 3) Sicilia. 164. LA ZONA DI VEGETAZIONE DELLA SUGHERA IN SARDEGNA (STAZIONE)

E’ COMPRESA TRA I: 1) 400 – 800 metri s.l.m.. * 2) 800 – 1000 metri s.l.m.. 3) 1000 – 1200 metri s.l.m. 165. IN RELAZIONE ALLA DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA LA SUGHERA E’

CONSIDERATA UNA SPECIE DIFFUSA: 1) Nel bacino del Mediterraneo. * 2) In California. 3) In Giappone.

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166. NEL BACINO DEL MEDITERRANEO LA MAGGIORE SUPERFICIE DI SUGHERA LA TROVIAMO IN:

1) Portogallo. * 2) Italia. 3) Spagna. 167. LA SUGHERA VIENE SOLITAMENTE GOVERNATA A: 1) Fustaia coetanea. * 2) Ceduo a capitozza. 3) Ceduo a sgamollo. 168. QUALE FRA QUESTE AFFERMAZIONI RIGUARDANTI LA SUGHERA E’

ERRATA? 1) Le foglie cadono ogni anno. * 2) E’ una specie monoica. 3) E’ una latifoglia. 169. LE SUGHERETE SI CONSIDERANO A DENSITA’ COLMA QUANDO LE

CHIOME DELLE PIANTE SONO DISCOSTE TRA DI LORO DI ALMENO: 1) 0,5 metri. * 2) 5 metri. 3) 10 metri. 170. LA RACCOLTA DEL SUGHERO VIENE FATTA QUANDO IL FUSTO DELLE

PIANTE HA RAGGIUNTO UNA CIRCONFERENZA "A PETTO D'UOMO" DI: 1) 60 cm. * 2) 50 cm.. 3) 40 cm. 171. IL SUGHERO ESTRATTO PER LA PRIMA VOLTA DALLA PIANTA HA UN

NOME SPECIFICO. QUALE? 1) Sugherone. * 2) Sughero femmina. 3) Sughero gentile.

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172. QUAL E’ IL SISTEMA DI PROPAGAZIONE DELLA SUGHERA PIU’ UTILIZZATO?

1) Per seme. * 2) Per polloni. 3) Per innesto. 173. DOPO LA PRIMA DECORTICAZIONE OGNI QUANTI ANNI LA SUGHERA

VIENE DECORTICATA IN SARDEGNA: 1) Ogni 10 anni. * 2) Ogni 5 anni. 3) Ogni anno. 174. QUALI FRA QUELLI INDICATI E’ IL NOME SCIENTIFICO DEL LECCIO? 1) Quercus ilex. * 2) Quercus robur. 3) Quercus suber. 175. DOPO LA DEMASCHIATURA LE SUCCESSIVE DECORTICAZIONI DANNO

UN PRODOTTO CHE VIENE CHIAMATO: 1) Sughero gentile o femmina. * 2) Sugherone. 3) Sughero vergine. 176. QUALE FRA LE QUERCE INDICATE NON E’ PRESENTE IN SARDEGNA? 1) Quercus robur = rovere. * 2) Quercus ilex = leccio. 3) Quercus suber = sughera. 177. QUALE FRA LE SEGUENTI AFFERMAZIONI RIGUARDANTI IL LECCIO E’

ERRATA? 1) E’ una specie dioica. * 2) Ha foglie persistenti. 3) E’ una specie monoica.

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178. QUALE FRA QUESTE AFFERMAZIONI RIGUARDANTE IL CASTAGNO E’ ERRATA?

1) E’ sempre verde. * 2) E’ monoico. 3) E’ deciduo. 179. COME VENGONO CHIAMATI I FRUTTI DELLA SUGHERA? 1) Ghiande. * 2) Pigne. 3) Bacche. 180. PERCHE’ LE MISURAZIONI AI FINI DELLA CUBATURA DEGLI ALBERI IN

PIEDI VENGONO SEMPRE PRESE A M. 1,30 DA TERRA (= A PETTO D’UOMO) 1) Perchè è accertato che a quell’altezza il tronco di un albero assume forma regolare. * 2) Perchè a quell’altezza gli alberi non hanno ramificazioni laterali. 3) Perchè a quell’altezza è più agevole prendere le misurazioni. 181. IL CAVALLETTO DENDROMETRICO E’ UNO STRUMENTO CHE VIENE

UTILIZZATO PER MISURARE: 1) Il diametro del tronco. * 2) L’altezza dell’albero. 3) Il volume della chioma. 182. CON L’INTRODUZIONE DEL BESTIAME NEI BOSCHI, SE L’ESERCIZIO DEL

PASCOLO NON VIENE DISCIPLINATO SI POSSONO VERIFICARE GRAVI DANNEGGIAMENTI. QUAL E’ LA SPECIE RITENUTA PIU’ DANNOSA?

1) Caprina. * 2) Suina. 3) Ovina. 183. PER QUALE MOTIVO LE CAPRE SONO CONSIDERATE LA SPECIE CHE

PROVOCA MAGGIORI DANNI AL BOSCO? 1) Perché tendono a ricercare cibi sostanziosi come gemme e giovani germogli. * 2) Perché si cibano preferibilmente di erba. 3) Perché hanno esigenze alimentari maggiori.

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184. QUAL E’ IL NOME SCIENTIFICO DEL NOCCIOLO? 1) Corylus avellana. * 2) Castanea sativa. 3) Ceratonia siliqua. 185. QUANDO NELLA STESSA CEPPAIA SONO PRESENTI POLLONI DI ETA’

DIVERSA QUALE FORMA DI TRATTAMENTO E’ STATO USATO? 1) Ceduo a sterzo. * 2) Ceduo a sgamollo. 3) Ceduo a capitozza. 186. IN UN CEDUO COMPOSTO QUANDO SI VERIFICA IL “CEDUO SOTTO

FUSTAIA”? 1) Quando la fustaia ha prevalenza sul ceduo. * 2) Quando il ceduo ha la prevalenza sulla fustaia. 3) Quando c’é equilibrio fra ceduo e fustaia. 187. IN UN CEDUO COMPOSTO, QUANDO SI VERIFICA LA “FUSTAIA SOPRA

CEDUO”? 1) Quando la fustaia ha prevalenza sul ceduo. * 2) Quando il ceduo ha prevalenza sulla fustaia. 3) Quando c’é equilibrio fra ceduo e fustaia. 188. FRA QUELLI ENUMERATI INDICA IL NOME SCIENTIFICO DEL CASTAGNO 1) Castanea sativa. * 2) Corylus avellana. 3) Fagus silvatica. 189. IL NOME SCIENTIFICO CASTANEA SATIVA E’ ATTRIBUITO AL: 1) Castagno. * 2) Nocciolo. 3) Carrubo. 190. IL CASTAGNO IN RELAZIONE AI FIORI E’ UNA PIANTA: 1) Monoica. * 2) Dioica. 3) Poligama.

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191. RISPETTO ALLE FOGLIE IL CASTAGNO E’ UNA SPECIE: 1) Decidua. * 2) Semi persistente. 3) Persistente. 192. DA UN PUNTO DI VISTA BOTANICO IL FRUTTO DEL CASTAGNO

COMUNEMENTE DETTA CASTAGNA E’?: 1) Un achenio. * 2) Un cono. 3) Una cassula. 193. FRA I PAESI IN CUI IL CASTAGNO COSTITUISCE BOSCHI QUALE E’

QUELLO CHE HA LA MAGGIORE SUPERFICIE? 1) Italia. * 2) Spagna. 3) Francia 194. IL CASTAGNO CARATTERIZZA UNA ZONA DI VEGETAZIONE, IL

CASTANETUM, I CUI LIMITI VARIANO CON L’ ALTITUDINE. IN SARDEGNA VA:

1) Da m. 800 a m. 1300. * 2) Da m. 200 a m. 700. 3) Da m. 1300 a m. 1800. 195. SOLITAMENTE PER L’IMPIANTO DI UN CASTAGNETO DA FRUTTO SI

ADOPERANO: 1) Piantine innestate. * 2) Polloni radicati. 3) Piantine da margotta. 196. NEI CONFRONTI DELLA LUCE IL CASTAGNO E’ CONSIDERATA UNA

SPECIE: 1) Mediamente eliofila. * 2) Sciafila obbligata. 3) Sciafila facoltativa.

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197. I CASTAGNETI DA FRUTTO SONO PREVALENTEMENTE GOVERNATI A: 1) Fustaia. * 2) Ceduo a sgamollo. 3) Ceduo a capitozzo. 198. DAL PUNTO DI VISTA BOTANICO IL FRUTTO DEL CARRUBO E’: 1) Un legume. * 2) Una drupa. 3) Una bacca. 199. L’ IPSOMETRO, IN CAMPO FORESTALE, E’ UNO STRUMENTO CHE VIENE

UTLIZZATO PER MISURARE: 1) L’altezza degli alberi. * 2) La velocità del vento. 3) L’umidità dell’aria. 200. NELL’AMBITO DELLA SILVICOLTURA, TALVOLTA E’ NECESSARIO

MISURARE IL DIAMETRO DEL TRONCO. QUALE STRUMENTO VIENE USATO?

1) Il cavalletto dendrometrico. * 2) L’ipsometro. 3) Il pluviometro. 201. LA CUBATURA DEGLI ALBERI IN PIEDI DI UN BOSCO PUO’ ESSERE FATTA

CON: 1) Tavole stereometriche. * 2) Tavole trigonometriche. 3) Tavole finanziarie. 202. IN SILVICOLTURA IL PASSAGGIO DA UN TRATTAMENTO AD UN ALTRO

VIENE CHIAMATO: 1) Trasformazione di un bosco. * 2) Conversione di un bosco. 3) Modificazione di un bosco.

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ECOLOGIA FORESTALE E SILVICOLTURA

203. IN SILVICOLTURA IL PASSAGGIO DA UNA FORMA DI GOVERNO AD UN’ALTRA VIENE DETTO:

1) Conversione. * 2) Trasformazione. 3) Modificazione. 204. IN UN BOSCO LE PIANTE CHE SVETTANO CON LA CHIOMA SOPRA LE

ALTRE CHIOME SONO DETTE: 1) Piante dominanti. * 2) Piante sottoposte. 3) Piante Matricine. 205. IN BOSCO LE PIANTE CHE SONO COMPLETAMENTE COPERTE DALLA

CHIOMA DELLE ALTRE PIANTE VENGONO CHIAMATE: 1) Piante sottoposte. * 2) Piante matricine. 3) Piante dominanti. 206. LA TECNICA ATTRAVERSO LA QUALE UN BOSCO VIENE RINNOVATO E’

DETTA: 1) Governo. * 2) Trattamento. 3) Incremento. 207. IN ITALIA DOVE SONO MENO FREQUENTI I BOSCHI DI LECCIO? 1) Nelle regioni settentrionali. * 2) Nelle regioni meridionali. 3) Nelle regioni centrali. 208. QUALI FRA QUESTE AFFERMAZIONI RELATIVE AL LECCIO NON E’ DA

CONSIDERARE VALIDA? 1) Non é pollonifera. * 2) E’ resistente alla siccità. 3) Ha foglie persistenti.

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209. QUALE FRA LE AFFERMAZIONI RIPORTATE PER IL LECCIO E’ VALIDA? 1) E’ resistente alla siccità. * 2) E’ deciduo. 3) E’ igrofilo. 210. QUALE FRA LE SEGUENTI AFFERMAZIONI NON SI RIFERISCE AL

LECCIO? 1) E’ una specie igrofila. * 2) E’ una specie xerofila. 3) E’ una specie termofila. 211. PERCHE’ NEL SOTTOBOSCO DI LECCIO A FUSTAIA, GENERALMENTE, LA

COPERTURA ERBACEA E’ SCARSA? 1) Perché fa filtrare pochissima luce. * 2) Perché le foglie secernono sostanze chimiche caustiche. 3) Perché le foglie che cadono costituiscono uno spessore notevole. 212. QUALE FRA QUESTI SISTEMI DI PROPAGAZIONE NON E’ USATO PER IL

LECCIO? 1) Innesto. * 2) Seme. 3) Polloni. 213. IL LECCIO, SOLITAMENTE CRESCE SU TERRENI DI VARIA NATURA.

QUALI RIFUGGE? 1) Quelli umidi. * 2) Quelli rocciosi. 3) Quelli sabbiosi. 214. FRA LE QUERCE QUAL E’ QUELLA MENO ESIGENTE IN FATTO DI LUCE? 1) Il leccio. * 2) La sughera. 3) La roverella.

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215. LO STATO DI FOLTEZZA DI UN BOSCO E CIOE’ IL NUMERO DI PIANTE PER ETTARO SI CHIAMA DENSITA’. QUANDO LA DENSITA’ DI UN BOSCO SI DICE COLMA?

1) Quando le chiome delle piante si toccano con i loro rami. * 2) Quando alcune piante vengono sopraffatte per aduggiamento e periscono. 3) Quando le chiome delle piante sono distanti tra loro più di due metri. 216. NEI BOSCHI PER ACCELERARE IL PROCESSO NATURALE DI

CONCORRENZA VENGONO ELIMINATE DELLE PIANTE MEDIANTE TAGLI CHE VENGONO DETTI:

1) Tagli colturali. * 2) Tagli di rinnovazione. 3) Tagli di sgombro. 217. IN CAMPO FORESTALE I TAGLI COLTURALI VENGONO EFFETTUATI PER: 1) Eliminare alcune piante per accelerare il processo naturale di concorrenza. * 2) Eliminare una certa provvigione onde favorire la formazione dei semi. 3) Sgombrare il bosco dalle piante non eliminate con i tagli precedenti chiudendo cosi la

rinnovazione. 218. FRA I PINI INDICATI INDIVIDUA LA SPECIE CHE IN SARDEGNA

COSTITUISCE PINETA DI ORIGINE SPONTANEA 1) Pino D’aleppo. * 2) Pino delle Canarie. 3) Pino Silvestre. 219. IN SARDEGNA ESISTONO ALCUNE PINETE DI ORIGINE SPONTANEA

NELL’ISOLA DI S. PIETRO, IN GALLURA ECC. FRA I PINI CITATI INDICA LA SPECIE NON SPONTANEA:

1) Pino delle canarie. * 2) Pino d’Aleppo. 3) Pino marittimo. 220. INDIVIDUA FRA QUELLI RIPORTATI IL NOME SCIENTIFICO DEL PINO

D’ALEPPO 1) Pinus halepensis. * 2) Pinus pinaster. 3) Pinus pinea.

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221. FRA LE CARATTERISTICHE RITENUTE UTILI PER IL RICONOSCIMENTO DEL PINO D’ALEPPO, INDICA QUELLA NON VALIDA:

1) Aghi solitari pungenti. * 2) Aghi a mazzi di due poco pungenti. 3) Pigne aperte permanenti sui rami. 222. DEI PINI MEDITERRANEI, QUAL E’ QUELLO COME TEMPERAMENTO PIU’

LEGATO AI CLIMI CALDO ARIDI? 1) Pino d’aleppo. * 2) Pino marittimo. 3) Pino domestico. 223. A QUALE ETA' HA INIZIO NEL PINO D’ALEPPO LA PRODUZIONE DI

STROBILI CON ABBONDANZA? 1) All’età di 10-20 anni. * 2) All’età di 20-30 anni. 3) All’età di 30-40 anni. 224. LA LAVORAZIONE PER L’ IMPIANTO DEL BOSCO E’ FATTA IN

RELAZIONE ALLE CARATTERISTICHE DEL TERRENO. QUALE SISTEMA DI LAVORAZIONE SI ADOTTA NEI TERRENI CON ROCCIA AFFIORANTE?

1) A piazzole. * 2) A strisce. 3) Andante. 225. CHE COSA SI INTENDE PER TERRENI LAVORATI A "PIAZZOLE"? 1) Limitate superfici di terreno di forma varia, lavorate lasciando la terra sul posto. * 2) Buche di varie dimensioni che vengono aperte asportando la terra scavata. 3) Ripiani di una certa larghezza con contropendenza a valle. 226. PER LE SPECIE FORESTALI CHE RADICANO CON FACILITA’ QUAL E’ IL

SISTEMA DI PROPAGAZIONE PIU’ USATO? 1) Talea. * 2) Innesto. 3) Propaggine.

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227. IN VIVAISTICA FORESTALE COSA SONO LE BARBATELLE? 1) Piantine radicate da talee. * 2) Piantine ottenute per propaggine. 3) Piantine ottenute da seme. 228. TRA LE SEZIONI DI UN VIVAIO FORESTALE, IL BARBATELLAIO COME

PUO’ ESSERE DEFINITO? 1) Luogo dove si allevano la talee radicate. * 2) Luogo dove vengono trapiantati i semenzali. 3) Luogo dove vengono esibiti gli innesti. 229. IN VIVAISTICA FORESTALE IL PIANTONAIO COME VIENE SOLITAMENTE

DEFINITO: 1) Luogo dove si allevano le piantine nate dal seme. * 2) Luogo dove si allevano piante destinate al verde pubblico. 3) Luogo in cui le piante vengono innestate. 230. PER LE AZIENDE FORESTALI HA GRANDE IMPORTANZA IL COSIDETTO

ASSESTAMENTO FORESTALE. COME PUO’ ESSERE DEFINITO? 1) Lo studio e la progettazione degli interventi per migliorare la produzione di un bosco. * 2) L’insieme degli interventi necessari per consolidare un terreno in pendio. 3) L’insieme degli interventi necessari per ricostituire un bosco degradato. 231. I FUSTI DEGLI ALBERI HANNO FORMA VARIABILE E SONO

RICONDUCIBILI AD ALTRETTANTI PROTOTIPI DENDROMETRICI. LA PARTE BASALE A QUALE PROTOTIPO E’ ASSIMILABILE?

1) Neiloide. * 2) Paraboloide. 3) Sfera. 232. NEI TRONCHI ABBATTUTI SI INDIVIDUANO TRE PARTI PRINCIPALI.

COME VIENE CHIAMATA LA PARTE CENTRALE? 1) Tronco da lavoro. * 2) Tronco da carta. 3) Tronco da ardere.

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233. A QUALE PROTOTIPO DENDROMETRICO E’ ASSIMILABILE IL “TRONCO DA LAVORO”?

1) Paraboleide. * 2) Prisma. 3) Piramide. 234. IL “TRONCO DA LAVORO” NEGLI ALBERI FORESTALI ABBATTUTI A

QUALE PARTE CORRISPONDE? 1) Parte centrale. * 2) Parte apicale. 3) Parte basale. 235. IN UN ALBERO LA PARTE PIU' ALTA DELLA CHIOMA COME VIENE

CHIAMATA? 1) Cimale. * 2) Pedale. 3) Basale. 236. IL “CIMALE” DI UN ALBERO FORESTALE ABBATTUTO A QUALE

PROTOTIPO DENDROMETRICO E’ ASSIMILABILE? 1) Cono. * 2) Neiloide. 3) Paraboloide. 237. PER LA CUBATURA DEL “TRONCO DA LAVORO” DEGLI ALBERI

ABBATTUTI VENGONO UTILIZZATE DIVERSE FORMULE; TUTTE QUESTE FORMULE PRESUPPONGONO CHE LA FORMA SIA ASSIMILABILE AD UN:

1) Cilindro. * 2) Prisma. 3) Piramide. 238. LA FORMULA DEL CAVALIERI O DI NEWTON, DA’ IL VOLUME DEL

“TRONCO DEL LAVORO” IN FUNZIONE: 1) Della superficie di tre sezioni del tronco misurate, alla base, a metà ed in punta. * 2) Della superficie di due sezioni del tronco misurate alla base ed in punta. 3) Della superficie di due sezioni del tronco misurate a metà del tronco e in punta.

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239. LA FORMULA DI SIMONY DA’ IL VOLUME DEL “TRONCO DA LAVORO” IN FUNZIONE DELLA SUPERFICIE DI:

1) Due sezioni del tronco poste ad 1/5 e a 4/5 di altezza dalla base. * 2) Due sezioni del tronco poste ad 1/5 e a 4/5 di altezza dalla punta. 3) Due sezioni del tronco poste ad 2/5 e a 4/5 di altezza dalla base. 240. NEI TRONCHI ABBATTUTI LA FORMULA CHE DA’ IL VOLUME DEL

“TRONCO DA LAVORO” IN FUNZIONE DELLA SUPERFICIE DI TRE SEZIONI DEL TRONCO MISURATE ALLA BASE, A META’ TRONCO ED IN PUNTA COME E’ CHIAMATA?

1) Formula del Cavalieri o di Newton. * 2) Formula di Simony. 3) Formula di Erone. 241. NEI TRONCHI ABBATTUTI, LA FORMULA CHE DA’ IL VOLUME DEL

“TRONCO DA LAVORO” IN FUNZIONE DELLA SUPERFICIE DI DUE SEZIONI POSTE AD 1/5 E A 4/5 DI ALTEZZA DALLA BASE E’ CHIAMATA:

1) Formula di Simony. * 2) Formula di Cavalieri. 3) Formula di Newton. 242. LA FORMULA DELLA SEZIONE MEDIANA DI HUBER, E’ UNA FORMULA

USATA SOPRATTUTTO PER CALCOLARE IL VOLUME DI TRONCHI INTERI. IL CALCOLO DEL VOLUME E’ EFFETTUATO IN FUNZIONE:

1) Della superficie del tronco ricavata a metà della sua lunghezza. * 2) Della superficie del tronco ricavata a 2/3 della sua lunghezza. 3) Della superficie del tronco ricavata a 1/3 della sua lunghezza. 243. QUANDO IL VOLUME, SOPRATTUTTO DEI TRONCHI INTERI, VIENE

CALCOLATO IN FUNZIONE DELLA SUPERFICIE DEL TRONCO RICAVATA A META’ DELLA SUA LUNGHEZZA LA FORMULA E’ DETTA:

1) Della sezione mediana o di Huber. * 2) Del Cavalieri o di Newton. 3) Del Bovary.

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244. NELLA FORMULA PER SEZIONI COME VIENE CALCOLATO IL VOLUME DEL TRONCO ABBATTUTO?

1) Suddividendo il tronco in spezzoni di uguale lunghezza; con la formula della sezione

mediana si calcola il volume di ciascun tronchetto e si sommano poi tutti i volumi dei tronchetti trovati. *

2) Suddividendo il tronco in spezzoni di uguale lunghezza,calcolando il volume di ogni spezzone con la formula di Huber e moltiplicando tra loro i volumi trovati.

3) Suddividendo il tronco in spezzoni di uguale lunghezza, calcolando il volume di ogni spezzone con la formula di Huber, sommando tutti i volumi trovati e dividendo per un coefficiente caratteristico per ogni specie.

245. PER LA CUBATURA DELLA LEGNA DA ARDERE, QUESTA VIENE

APPEZZATA, IN SPEZZONI DI CIRCA CM. 100, E ACCATASTATA. QUALE FORMA VIENE DATA ALLE CATASTE?

1) Parallelepipedo. * 2) Prisma. 3) Cubo. 246. IN CHE MODO VIENE CALCOLATO IL VOLUME DELLA LEGNA DA

ARDERE ACCATASTATA? 1) Moltiplicando lunghezza per larghezza per altezza. * 2) Moltiplicando lunghezza per altezza. 3) Moltiplicando larghezza per altezza. 247. COME VIENE DENOMINATO IL VOLUME CALCOLATO DEL LEGNAME DA

ARDERE ACCATASTATO? 1) Volume sterico. * 2) Volume reale. 3) Volume dendrometrico. 248. IL VOLUME APPARENTE DEL LEGNAME ACCATASTATOVIENE ESPRESSO

IN: 1) Metri steri. * 2) Metri lineari. 3) Metri quadri.

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ECOLOGIA FORESTALE E SILVICOLTURA

249. COME SI PASSA AL CALCOLO DEL VOLUME REALE DELLA CATASTA CONOSCENDO IL VOLUME STERICO?

1) Moltiplicando il volume sterico per il coefficiente di volume. * 2) Moltiplicando il volume apparente per il coefficiente di superficie. 3) Moltiplicando il volume apparente per un numero fisso. 250. IL VOLUME STERICO DI UNA CATASTA DI LEGNA, NUMERICAMENTE,

COME E’ RISPETTO AL VOLUME REALE? 1) Più grande. * 2) Uguale. 3) Più piccolo. 251. IN CAMPO FORESTALE COSA E’ LO SILOMETRO? 1) Uno strumento per misurare il volume reale di una catasta di legname. * 2) Uno strumento per misurare l’altezza degli alberi. 3) Uno strumento per misurare il diametro dei tronchi. 252. IN SILVICOLTURA COSA E’ LA STAZIONE? 1) Il luogo, con le sue caratteristiche pedo-climatiche in cui l’albero é radicato. * 2) Il luogo dove sostano i camion per il carico del legname. 3) Il luogo dove vengono depositati i tronchi sramati. 253. NELLE STIME FORESTALI COSA SONO LE TAVOLE STEREOMETRICHE? 1) Tabelle che riportano i volumi medi di alberi in piedi. * 2) Tabelle che riportano i volumi medi di alberi abbattuti. 3) Tavole che riportano i volumi medi della ramaglia. 254. COSA SONO LE TAVOLE STEREOMETRICHE AD UN ENTRATA? 1) Tabelle di volumi di alberi ottenute in funzione del diametro del tronco misurato a m. 1,30

dalla base. * 2) Tabelle di volumi di alberi calcolati in funzione del diametro misurato a m. 2,00 dalla base. 3) Tabelle di volumi di alberi calcolati in funzione del diametro del tronco misurato a m. 1,30

dalla cima.

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ECOLOGIA FORESTALE E SILVICOLTURA

255. COSA SONO LE TAVOLE STEREOMETRICHE A DOPPIA ENTRATA? 1) Tabelle di volumi di alberi calcolate in base al diametro e all’altezza. * 2) Tabelle di volumi di alberi abbattuti calcolati in funzione della circonferenza e dell’altezza. 3) Tavole di volumi di alberi abbattuti calcolati in funzione del raggio del tronco e

dell’altezza. 256. QUANDO LE TAVOLE STEREOMETRICHE CONTENGONO VOLUMI DI

ALBERI IN FUNZIONE DEL DIAMETRO, LE TAVOLE VENGONO CHIAMATE:

1) Tavole stereometriche a una entrata. * 2) Tavole stereometriche a due entrate. 3) Tavole stereometriche deudrometriche. 257. QUANDO LE TAVOLE STEREOMETRICHE CONTENGONO VOLUMI DI

ALBERI IN FUNZIONE DEL DIAMETRO DEL TRONCO E DELL’ALTEZZA LE TAVOLE VENGONO CHIAMATE:

1) Stereometriche a due entrate. * 2) Stereometriche dendrometrico. 3) Stereometriche a una entrata. 258. COSA SONO LE TAVOLE STEREOMETRICHE DENDROMETRICHE? 1) Tabelle che riportano il volume totale di un albero, compreso il cimale e la ramaglia. * 2) Tabelle che riportano il volume totale di un albero compreso il cimale ma esclusa la

ramaglia. 3) Tabelle che riportano il volume totale di un albero compreso le radici, il cimale, le

ramaglie. 259. IL TAGLIO DEGLI ALBERI VIENE EFFETTUATO IN MODO DA EVITARE IL

RISTAGNO DELL'ACQUA NELLA SEZIONE DEL TAGLIO. QUESTO TIPO DI TAGLIO VIENE CHIAMATO:

1) A chierica di monaco. * 2) A scodella. 3) A flauto. 260. LE PIANTE FORESTALI LE CUI FOGLIE CADONO DURANTE L'INVERNO

VENGONO CHIAMATE: 1) Decidue. * 2) Sempreverdi. 3) Persistenti.

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ECOLOGIA FORESTALE E SILVICOLTURA

261. RITIENI CHE PIANTE FORESTALI UTILIZZATE COME FRANGIVENTO POSSANO DETERMINARE IN CAMPO AGRICOLO UN CERTO RISPARMIO IDRICO:

1) Si. * 2) No, mai. 3) Raramente. 262. PIANTE FORESTALI UTILIZZATE COME FRANGIVENTO DETERMINANO

IN CAMPO AGRICOLO UN BUON RISPARMIO IDRICO. A CHE COSA E' DOVUTO PREVALENTEMENTE TALE RISPARMIO?

1) Alla riduzione della evapotraspirazione. * 2) Alla riduzione della fotosintesi. 3) Alla riduzione della umificazione. 263. QUALE FRA QUESTE AFFERMAZIONI DEFINISCE UN "BIOINDICATORE"? 1) Organismo vegetale o animale in grado di rispondere a cambiamenti tramite reazioni

qualitative e/o quantitative. * 2) Organismo vegetale o animale capace di indicare con immediatezza le variazioni relative

alla pressione atmosferica. 3) Organismo vegetale o animale capace di indicare con immediatezza le variazioni relative

all'umidità dell'aria. 264. COME POSSONO ESSERE DEFINITI GLI INDIVIDUI DENOMINATI

"AUTOTROFI"? 1) Organismi capaci di produrre sostanze organiche partendo da sostanze inorganiche. * 2) Organismi capaci di consumare grandi quantità di sostanze organiche. 3) Organismi capaci di vivere in presenza di piccole quantità di sostanze. 265. NELLO STUDIO DELL'AMBIENTE RICORRE SPESSO IL TERMINE

"COROLOGIA". FRA LE DEFINIZIONI PROPOSTE INDICA QUELLA CHE E' CORRETTA:

1) Analisi della distribuzione geografica delle piante. * 2) Analisi della distribuzione geografica degli insetti. 3) Analisi della distribuzione geografica dei minerali. 266. QUANDO SI PARLA DI FENOMENO DI "EUTROFIZZAZIONE" S'INTENDE: 1) Processo degenerativo dell'ecosistema acqua determinato da una eccessiva presenza di

sostanze nutritive. * 2) Fenomeno che si verifica nei terreni per il deposito di grandi quantità di sostanza organica. 3) Smaltimento incontrollato e abusivo di rifiuti di diversa natura.

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ECOLOGIA FORESTALE E SILVICOLTURA

267. IN RELAZIONE ALLA TEMPERATURA ALCUNE SPECIE VEGETALI VENGONO CLASSIFICATE COME MICROTERME QUANDO:

1) La temperatura media annua di sopravvivenza è compresa tra 0 e 14 C. * 2) La temperatura media annua di sopravvivenza è superiore ai 25 C. 3) La temperatura media annua di sopravvivenza è compresa tra 15 e 20 C. 268. QUANDO I VEGETALI PER POTER SOPRAVVIVERE HANNO BISOGNO DI

UNA TEMPERATURA MEDIA ANNUA COMPRESA TRA 15 E 20 C VENGONO DEFINITI SPECIE:

1) Mesoterme. * 2) Megaterme. 3) Microterme. 269. LA STRUTTURA E' UNA DELLE CARATTERISTICHE AGRONOMICHE DEI

TERRENI DI QUALSIASI ORIGINE; ESSA INDICA: 1) La disposizione spaziale delle particelle terrose costituenti il suolo. * 2) La composizione chimica di elementi nutritivi del terreno. 3) La composizione granulometrica delle particelle terrose costituenti il suolo. 270. IN RELAZIONE AL TIPO DI SEME LA MAGGIOR PARTE DELLE SPECIE

FORESTALI APPARTENGONO ALLA CLASSE DELLE DICOTILEDONI. LE DICOTILEDONI HANNO:

1) Due cotiledoni. * 2) Un solo cotiledone. 3) Più cotiledoni. 271. APPARTENGONO ALLE MONOCOTILEDONI QUELLE SPECIE FORESTALI I

CUI SEMI HANNO: 1) Un solo cotiledone. * 2) Due cotiledoni. 3) Più cotiledoni. 272. LE CONIFERE SONO CARATTERIZZATE ANCHE PER AVER I COSIDETTI

CANALI RESINIFERI. IN QUALE SPECIE MANCANO I CANALI? 1) Tasso. * 2) Larice. 3) Abete.

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ECOLOGIA FORESTALE E SILVICOLTURA

273. NEL GENERE LARIX (LARICE) LE FOGLIE SONO RIUNITE IN FASCETTI DI: 1) 20 – 30 aghi. * 2) 8 – 10 aghi. 3) 2 – 4 aghi. 274. GLI ABETI SONO SPECIE FORESTALI CHE HANNO LA CARATTERISTICA

DI AVERE FOGLIE: 1) Solitarie. * 2) In mazzetti di 2 - 4. 3) In mazzetti di 6 - 8. 275. QUALE FRA QUELLI ELENCATI NON E' UN CARATTERE VALIDO PER

CLASSIFICARE IL PINO MARITTIMO? 1) Chioma ad ombrello. * 2) Pigne a maturazione annuale o biennale. 3) Aghi lunghi fino a 20 cm. 276. NEI PINI I FIORI MASCHILI E FEMMINILI SONO CARATTERISTICI

PERCHE': 1) Si trovano nella stessa pianta ma in infiorescenze diverse. * 2) Si trovano su piante diverse. 3) Costituiscono un unico fiore (fiori ermafroditi). 277. IN RELAZIONE ALLE ESIGENZE CLIMATICHE LA SUGHERA E'

CONSIDERATA UNA SPECIE: 1) Termofila. * 2) Sciafila. 3) Indifferente. 278. IN MEDIA UNA PIANTA DI SUGHERA QUANTE DECORTICATURE PUO'

DARE NELL'ARCO DEL SUO CICLO VITALE? 1) 10 - 12. * 2) 7 - 8. 3) 2 - 3.

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ECOLOGIA FORESTALE E SILVICOLTURA

279. UN BOSCO COSTITUITO DA PIANTE COETANEE, CON LE PIANTE ANCORA RAMIFICATE FINO A TERRA TECNICAMENTE VIENE CHIAMATO:

1) Novelleto. * 2) Perticaia. 3) Bosco adulto. 280. QUANDO IN UN BOSCO COETANEO LE PIANTE HANNO I RAMI BASSI CHE

COMINCIANO A SECCARSI IL BOSCO VIENE CHIAMATO: 1) Perticaia. * 2) Stramaturo. 3) Novelleto. 281. NELL'AMBITO FORESTALE IL VALORE DELLE PIANTE ANCORA DA

TAGLIARE VIENE DEFINITO: 1) Prezzo di macchiatico. * 2) Prezzo di surrogazione. 3) Prezzo di conversione. 282. QUANDO LA CEDUAZIONE VIENE EFFETTUATA AD ALCUNI CENTIMETRI

SOTTO IL SUOLO E LA CEPPAIA VIENE RICOPERTA DI TERRA IL TRATTAMENTO VIENE CHIAMATO:

1) Tramarratura. * 2) Sgamollo. 3) Capitozza. 283. IN VIVAISTICA FORESTALE COSA SONO LE BARBATELLE? 1) Piantine radicate da talee. * 2) Piantine ottenute per propaggine. 3) Piantine ottenute da seme. 284. IL PINO D'ALEPPO, RELATIVAMENTE AI FIORI, VIENE CONSIDERATA

UNA SPECIE: 1) Monoica. * 2) Dioica. 3) Poligama.

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ECOLOGIA FORESTALE E SILVICOLTURA

285. LE BASSE TEMPERATURE INVERNALI SONO RITENUTE UTILI IN CAMPO FORESTALE PERCHE'?

1) Sbloccano la dormienza delle gemme e dei semi. * 2) Favoriscono il processo di fotosintesi. 3) Accelerano la trasformazione della sostanza organica. 286. QUANDO HA INIZIO, IN FORMA REGOLARE, LA FRUTTIFICAZIONE DEL

CASTAGNO? 1) Tra i 5 - 10 anni. * 2) Tra i 40 - 60 anni. 3) Tra i 10 - 20 anni. 287. COSA SI INTENDE PER MARRONE? 1) Il frutto di una particolare varietà del castagno. * 2) Il frutto di una particolare varietà del nocciolo. 3) Il frutto del corbezzolo.

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1. LA FAUNA SELVATICA, AI SENSI DELL’ ART. 3 COMMA 1 DELLA L.R. 29 LUGLIO 1998 N. 23:

1) Costituisce bene ambientale della Regione ed è tutelata, insieme al suo habitat naturale,

nell’interesse generale della comunità regionale, nazionale, internazionale. * 2) Costituisce bene ambientale della Regione ed è tutelata, insieme al suo habitat naturale, in

quanto parte del reddito per l’economia regionale e per l’attività economica in generale. 3) Costituisce bene ambientale della Regione ed è tutelata, insieme al suo habitat naturale, in

quanto rappresenta un valido incentivo all’attività turistica per la presenza di animali unici nell’ambiente regionale.

2. LE OASI PERMANENTI DI PROTEZIONE INDICATE NELL’ART. 4 DELLA

L.R. 29 LUGLIO 1998 N. 23 VENGONO ISTITUITE DALLA REGIONE: 1) In attuazione delle Direttive CEE e dalle Convenzioni internazionali. * 2) In attuazione delle richieste presentate dai comuni. 3) In attuazione delle richieste formulate dall’associazione dei cacciatori. 3. LA TUTELA DELLA FAUNA SELVATICA È FINALIZZATA AI SENSI DELL’

ART. 3 COMMA 2, DELLA L.R. 29 LUGLIO 1998 N. 23: 1) Al mantenimento della biodiversità e attraverso interventi di gestione e valorizzazione

della fauna stessa, all’obiettivo di uno sviluppo durevole. * 2) Al miglioramento dell’attività economica regionale e del reddito delle aziende agricole in

particolare. 3) Allo sviluppo dell’attività turistica regionale con la diversificazione dell’offerta sul

territorio. 4. L’ART. 3 COMMA 3 DELLA L.R. 29 LUGLIO 1998 N. 23 PREVEDE CHE: 1) L’esercizio dell’attività venatoria è consentito purchè non contrasti con la conservazione

della fauna selvatica e non arrechi danno alle produzioni agro-forestali.* 2) L’esercizio dell’attività venatoria è consentito sempre quando la fauna selvatica reca danni

alle produzioni agro-forestali. 3) L’esercizio dell’attività venatoria è consentita anche quando la conservazione della fauna

selvatica contrasti con l’attività agro-forestale. 5. AI SENSI DELL’ART. 34 DELLA L.R. 29 LUGLIO 1998 N. 23, LE

AUTORIZZAZIONI PER L’ISTITUZIONE DELLE AZIENDE AGRI-TURISTICO-VENATORIE SONO RILASCIATE DA:

1) L’Assessorato Regionale dell’Agricoltura e Riforma Agro-Pastorale di concerto con

l’Assessorato Regionale della Difesa dell’Ambiente.* 2) L’ Assessorato Regionale della Difesa dell’Ambiente di concerto con il Comitato

Faunistico Regionale. 3) Il Comitato Faunistico Regionale di concerto con l’ Assessorato Regionale della Difesa

dell’Ambiente.

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6. AI SENSI DELL’ART. 34 DELLA L.R. 29 LUGLIO 1998 N. 23, NELLE AZIENDE AGRI-TURISTICO-VENATORIE POSSONO ESSERE INTRAPRESE:

1) Attività di carattere agri-turistico, attività di carattere venatorio, sportivo, ricreativo e

culturale.* 2) Esclusivamente attività di carattere agrituristico e venatorio. 3) Attività di carattere venatorio non sportivo e culturale. 7. L’ART. 35 DELLA L.R. 29 LUGLIO 1998 N. 23, PREVEDE CHE LA SUPERFICIE

DI CIASCUNA AZIENDA AGRI-TURISTICO-VENATORIA NON POSSA ESSERE SUPERIORE AI:

1) 1200 ettari.* 2) 1100 ettari. 3) 200 ettari. 8. AI SENSI DELL’ART. 36 DELLA L.R. 29 LUGLIO 1998 N. 23, NELLE AZIENDE

AGRI-TURISTICO-VENATORIE LE ZONE DI ADDESTRAMENTO CANI: 1) Possono essere istituite con abbattimento di fauna selvatica allevata. * 2) Non possono essere istituite. 3) Possono essere istituite senza abbattimento di fauna selvatica allevata. 9. L’ISTITUZIONE DELLE ZONE DI ADDESTRAMENTO CANI, AI SENSI L’ART.

38 DELLA L.R. 29 LUGLIO 1998 N. 23, E’ AUTORIZZATA DA: 1) Le Province. * 2) L’Assessorato Regionale dell’Agricoltura e Riforma Agro Pastorale. 3) Il Comitato Regionale Faunistico. 10. AI SENSI DELL’ART. 37 COMMA 1 DELLA L.R. 29 LUGLIO 1998 N. 23

L’ATTIVITA’ VENATORIA CONTROLLATA NELL’AMBITO DELLE AZIENDE AGRITURISTICO VENATORIE PUO’ ESSERE ESERCITATA DA CACCIATORI MUNITI DI:

1) Regolare autorizzazione per il porto di fucile per uso di caccia. * 2) Regolare autorizzazione per il porto di fucile per uso di caccia e dell’autorizzazione

regionale all’esercizio dell’attività venatoria. 3) Regolare autorizzazione regionale all’esercizio dell’attività venatoria.

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11. L’ART. 4 DELLA L.R. 29 LUGLIO 1998 N. 23 PREVEDE CHE: 1) Tutte le isole di pertinenza della Regione Autonoma della Sardegna, ad eccezione di La

Maddalena, Caprera, San Pietro e Sant’Antioco sono dichiarate oasi di protezione faunistica e di cattura. *

2) Tutte le isole di pertinenza della Regione Autonoma della Sardegna sono dichiarate oasi di protezione faunistica e di cattura.

3) Tutte le aree di proprietà della Regione Autonoma della Sardegna sono dichiarate oasi di protezione faunistica e di cattura.

12. AI SENSI DELL’ART. 5, COMMA 1, LA L.R. 29 LUGLIO 1998 N. 23 TUTELA LA

FAUNA SELVATICA COSTITUITA DA: 1) I mammiferi, gli uccelli, i rettili, e gli anfibi dei quali esistono popolazioni viventi

stabilmente o temporaneamente in stato di naturale libertà nel territorio regionale e nelle acque territoriali ad esso prospicienti. *

2) I mammiferi, gli uccelli, i rettili e gli anfibi presenti sul territorio regionale e nelle acque territoriali ad esso prospicienti.

3) I mammiferi, gli uccelli, i rettili, gli anfibi, gli animali domestici inselvatichiti presenti sul territorio regionale e nelle acque territoriali ad esso prospicienti.

13. LA LEGGE N. 157 DEL 1992 (ART. 1) PREVEDE CHE: 1) La fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato. * 2) La fauna selvatica è bene demaniale dello Stato. 3) La fauna selvatica è patrimonio del fondo agricolo in cui vive ed appartiene al proprietario

del fondo stesso. 14. L’ART. 1 DELLA LEGGE N. 157 DEL 1992 PREVEDE CHE “L’ESERCIZIO

DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E’ CONSENTITO: 1) Purché non contrasti con l'esigenza di conservazione della fauna selvatica e non arrechi

danno effettivo alle colture agricole. * 2) Sempre. 3) Quando viene esercitata nelle aziende agricole. 15. LA L.R. 23/98 (ART. 5, COMMA SESTO) NON SI APPLICA: 1) Ai muridi, alle nutrie, alle arvicole. * 2) Ai chirotteri, al ghiro, ai felidi. 3) Ai cetacei, al tasso, ai focidi.

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16. AI SENSI DELL’ART. 6 DELLA L.R. 23/98 L’ATTIVITA’ DI INANELLAMENTO PUO’ ESSERE SVOLTA:

1) Esclusivamente da titolari di specifica autorizzazione rilasciata dall’Assessore della Difesa

dell’Ambiente. * 2) Dagli iscritti alle associazioni naturalistiche, autorizzati dagli Ispettorati forestali

competenti per il territorio. 3) Dagli autorizzati dal competente Assessorato Provinciale all’Ambiente. 17. AI SENSI DELL’ART. 6 DELLA L.R. 23/98 E’ FATTO OBBLIGO A CHIUNQUE

ABBATTE, CATTURA O RINVIENE UCCELLI INANELLATI DI DARNE NOTIZIA:

1) All’Assessorato Regionale della Difesa dell’Ambiente. * 2) All’Istituto Nazionale della Fauna Selvatica. 3) Al Comitato Provinciale Faunistico. 18. AI SENSI DELL’ART. 22 DELLA L.R. 23/98 L’ ESTENSIONE DELLE ZONE DI

PROTEZIONE DELLA FAUNA SELVATICA È: 1) Non inferiore al 20 percento e superiore al 30 percento del territorio agro-silvo-pastorale

della Regione. * 2) Non inferiore al 15 percento e superiore al 25 percento del territorio agro-silvo-pastorale

della Regione. 3) Non inferiore al 25 percento e superiore al 35 percento del territorio agro-silvo-pastorale

della Regione. 19. AI SENSI DELL’ART. 23 DELLA L.R. 23/98 LE OASI PERMANENTI DI

PROTEZIONE FAUNISTICA O DI CATTURA SONO DESTINATE: 1) Alla conservazione delle specie selvatiche favorendo il rifugio delle fauna stanziale, la

sosta delle fauna migratoria ed il loro irradiamento naturale. * 2) Alla conservazione delle specie di fauna selvatica particolarmente protette ai sensi dell’art.

5 della presente legge ed alla cattura della fauna stanziale. 3) Alla conservazione delle specie di fauna selvatica particolarmente protetta, degli uccelli

nidificanti rapaci e di quelli non nidificanti migratori. 20. L’ART. 23 DELLA L.R. 23/98 PREVEDE CHE L’ESTENSIONE DELLE OASI

PERMANENTI DI PROTEZIONE FAUNISTICA E DI CATTURA DI NORMA NON SUPERI:

1) 5.000 ettari. 2) 15.000 ettari. 3) 10.000 ettari

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21. L’ART. 24 DELLA L.R. 23/98 PREVEDE CHE L’ISTITUZIONE DELLE ZONE TEMPORANEE DI RIPOPOLAMENTO E CATTURA AVVENGA DI NORMA CON IL CRITERIO:

1) Della rotazione territoriale. 2) Dell’avvicendamento colturale. 3) Della stabilità territoriale. 22. L’ART. 24 DELLA L.R. 23/98 PREVEDE CHE LE ZONE TEMPORANEE DI

RIPOPOLAMENTO E CATTURA SIANO ISTITUITE IN TERRITORI: 1) Non destinati a coltivazioni specializzate.* 2) Destinate a colture anche specializzate se pur suscettibili di danno che verrà risarcito ai

sensi della presente legge. 3) Non destinate a coltivazione agraria e che presentino scarso valore ambientale faunistico. 23. AI SENSI DELL’ART. 24 DELLA L.R. 23/98, L’ISTITUZIONE DELLE ZONE

TEMPORANEE DI RIPOPOLAMENTO E CATTURA HA UNA DURATA COMPRESA, SALVO RINNOVO, FRA:

1) Tre e sei anni.* 2) Uno e tre anni. 3) Sei e nove anni. 24. AI SENSI DELL’ART. 25 DELLA L.R. 23/98 LA COSTITUZIONE DELLE OASI

PERMANENTI DI PROTEZIONE FAUNISTICA E DI CATTURA E’ DISPOSTA CON DECRETO:

1) Dell’Assessore Regionale della Difesa dell’Ambiente.* 2) Del Presidente della Giunta Regionale. 3) Dell’Assessore Regionale all’Agricoltura di concerto con l’Assessore Regionale della

Difesa dell’Ambiente. 25. AI SENSI DELL’ART. 25 DELLA L.R. 23/98 LA COSTITUZIONE DELLE ZONE

TEMPORANEE DI RIPOPOLAMENTO E CATTURA E’ DISPOSTA CON DECRETO:

1) Dell’Assessore Regionale della Difesa dell’Ambiente. 2) Dell’Assessore Provinciale all’Ambiente competente per territorio. 3) Del Presidente della Provincia sentito il Comitato Provinciale Faunistico.

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26. AI SENSI DELL’ART. 27 DELLA L.R. 23/98, A CHI COMPETE GESTIRE DIRETTAMENTE LE OASI DI PROTEZIONE FAUNISTICA E DI CATTURA?

1) Alla Regione che si avvale dell’Istituto Regionale per la fauna selvatica.* 2) Alla Regione che si avvale delle Associazioni Naturalistiche. 3) Alle Associazioni Venatorie. 27. AI SENSI DELL’ART. 27 DELLA L.R. 23/98, A CHI COMPETE LA GESTIONE

DELLE ZONE TEMPORANEE DI RIPOPOLAMENTO E CATTURA? 1) Alle Province.* 2) Direttamente alle Associazioni Venatorie. 3) Direttamente alle Associazioni Naturalistiche. 28. AI SENSI DELL’ART. 30 DELLA L.R. 23/98 I TITOLARI DI IMPRESA

AGRICOLA POSSONO ATTUARE L’ALLEVAMENTO DI FAUNA SELVATICA PER FINI ALIMENTARI:

1) Senza specifica autorizzazione ma il titolare è tenuto a dare comunicazione all’Assessorato

delle Difesa dell’Ambiente.* 2) Solo dopo specifica autorizzazione dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente. 3) Solo dopo specifica autorizzazione dell’Istituto regionale per la fauna. 29. COSA PREVEDE L’ART. 30 DELLA L.R. 23/98 RIGUARDANTE GLI

ALLEVAMENTI DI SPECIE APPARTENENTI ALLA FAUNA SELVATICA NELLE AREE DESTINATE ALL’ALLEVAMENTO?

1) La predisposizione di idonee recinzioni per evitare la fuoriuscita degli animali. * 2) La predisposizione di superfici libere senza particolari delimitazioni. 3) La predisposizione di strutture idonee per la cattura degli animali allevati. 30. L’ART. 30 DELLA L.R. 23/98 PRESCRIVE CHE OGNI ANIMALE ALLEVATO

DEBBA ESSERE MUNITO DI CONTRASSEGNO MEDIANTE ANELLO INAMOVIBILE O MARCHIO AURICOLARE CHE RIPORTI:

1) Il numero che individua l’allevamento. * 2) La data di nascita del soggetto marcato. 3) Il logo di individuazione aziendale. 31. L’ART. 3I DELLA L.R. 23/98 PREVEDE CHE L’AUTORIZZAZIONE

ALL’ISTITUZIONE O AL RINNOVO DELLE AZIENDE FAUNISTICO-VENATORIE ABBIA VALIDITA’:

1) Decennale. * 2) Quinquennale. 3) Triennale.

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32. AI SENSI DELL’ART. 32 DELLA L.R. 23/98, LE AUTORIZZAZIONI PER L’ISTITUZIONE DI AZIENDE FAUNISTICO VENATORIE SONO RILASCIATE:

1) Dall’Assessorato Difesa dell’Ambiente. * 2) Dal Comitato Caccia Provinciale. 3) Dall’Assessore difesa dell’Ambiente di concerto con l’Assessore Regionale

dell’Agricoltura. 33. AI SENSI DELL’ART. 32 DELLA L.R. 23/98, I SOCI DELLE ASSOCIAZIONI

TITOLARI DI UNA AZIENDA FAUNISTICA VENATORIA AL DI FUORI DELLA STESSA AZIENDA NON POSSONO ESERCITARE L’ATTIVITA’ VENATORIA:

1) Alla pernice e alla lepre sarda. * 2) Al cinghiale ed alla volpe. 3) Agli esemplari di fauna selvatica stanziale ed ai migratori. 34. L’ISCRIZIONE ALLE ASSOCIAZIONI TITOLARI DI UNA AZIENDA

FAUNISTICO-VENATORIA DEVE RISULTARE, AI SENSI DELL’ART. 32 DELLA L.R. 23/98:

1) Nel libretto venatorio del cacciatore associato. * 2) Dalla tessera di associazione all’azienda. 3) Da specifica licenza rilasciata dall’Assessorato Difesa dell’Ambiente. 35. L’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ VENATORIA IN SARDEGNA E’

SUBORDINATO AI SENSI DELL’ART. 45 DELLA L.R. 23/98, ALL’AUTORIZZAZIONE REGIONALE PER L’ESERCIZIO DELLA CACCIA RILASCIATA:

1) Dal Presidente della Giunta Regionale. * 2) Dall’Assessore della Difesa dell’Ambiente. 3) Dal Sindaco del Comune di residenza. 36. AI SENSI DELL'ART. 42 DELLA L.R. 23/98, NEI DODICI MESI SUCCESSIVI AL

RILASCIO DELLA PRIMA LICENZA DI PORTO DI FUCILE PER USO CACCIA, IL CACCIATORE:

1) Può praticare l’esercizio venatorio solo se accompagnato da cacciatore in possesso di

licenza da almeno tre anni.* 2) Non può praticare l’esercizio venatorio. 3) Può praticare l’esercizio venatorio solo se accompagnato da cacciatore in possesso di

licenza da cinque anni.

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37. AI SENSI DELL’ART. 42 L.R. 23/98, L’ESERCIZIO VENATORIO E’ CONSENTITO A CHI:

1) Ha compiuto 18 anni, è provvisto di licenza di porto di fucile, di polizze assicurativa per

infortuni e responsabilità civile verso terzi, dell’abilitazione e dell’autorizzazione regionale per l’esercizio della caccia. *

2) Ha compiuto 16 anni, è provvisto di licenza di porto di fucile, di polizza assicurativa e di tesserino venatorio regionale.

3) Ha compiuto 18 anni, è provvisto di porto di fucile e di tesserino venatorio regionale. 38. L’ART. 37 DELLA LEGGE 157 DEL 1992 PREVEDE: 1) La soppressione del limite di detenzione delle armi da caccia. * 2) Che il numero di armi da caccia non può essere superiore a tre. 3) Che il numero delle armi da caccia non può essere superiore a cinque. 39. L’ATTIVITA’ VENATORIA AI SENSI DELL’ART. 41 DELLA L.R. 23/98 E’

CONSENTITA: 1) Con l’uso del fucile con canna ad anima liscia di calibro non superiore al 12. 2) Con l’uso del fucile anche di calibro superiore al 12. 3) Con l’uso del fucile con caricatore contenente più di tre cartucce. 40. AI SENSI DELL’ART. 46 DELLA L.R. 23/98, L’AUTORIZZAZIONE

REGIONALE PER L’ESERCIZIO DELLA CACCIA PER I RESIDENTI IN SARDEGNA HA LA DURATA:

1) Della licenza di porto di fucile per uso caccia ed è subordinata al pagamento della tassa di

concessione. * 2) Di un anno ed è subordinata al pagamento della tassa di concessione. 3) Di tre anni ed è subordinata al pagamento della tassa di concessione. 41. QUALI SPECIE DI MAMMIFERI, SELVATICI NON E’ CONSENTITO

ABBATTERE AI SENSI DELL’ALLEGATO DELLA L.R. 23/98? 1) Daino, gatto selvatico. * 2) Lepre sarda, coniglio selvatico. 3) Volpe, cinghiale. 42. AI SENSI DELL’ART. 48 DELLA L.R. 23/98 E’ CONSENTITO

L’ABBATTIMENTO DI ESEMPLARI DI FAUNA SELVATICA APPARTENENTI ALLE SEGUENTI SPECIE DI UCCELLI STANZIALI:

1) Pernice sarda. * 2) Gallina prataiola 3) Occhione.

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43. L’ART. 48 DELLA L.R. 23/98 CONSENTE L’ABBATTIMENTO DI ESEMPLARI DI FAUNA SELVATICA APPARTENENTI ALLE SEGUENTI SPECIE DI UCCELLI MIGRATORI:

1) Ghiandaia, colombaccio, merlo. * 2) Volpoca, merlo acquaiolo, ghiandaia marina. 3) Gracchio coralbino, Cormorano, Pernice di mare. 44. AI SENSI DELL’ALLEGATO DELLA L.R. 23/98, DI QUALI DELLE SEGUENTI

SPECIE DI FAUNA SELVATICA E’ VIETATO IL PRELIEVO? 1) Tarabuso, martin pescatore, pollo sultano. * 2) Mestolone, gallinella d’acqua, folaga. 3) Fischione, beccaccino, cesena. 45. AI SENSI DELL’ART. 31 DELLA L. 157/1992 L’ESERCIZIO DELLA CACCIA

SENZA POLIZZA ASSICURATIVA PER LA RESPONSABILITA’ CIVILE VERSO TERZI COMPORTA:

1) Una sanzione amministrativa. 2) Il sequestro amministrativo dell’arma. 3) La segnalazione della violazione al Questore. 46. AI SENSI DELL’ART. 73 DELLA L.R. 23/98 L’ABBATTIMENTO DI

ESEMPLARI DI MUFLONE SARDO, OLTRE LE SANZIONI PREVISTE DALL’ART. 30 DELLA L. 157/1992, COMPORTA:

1) Il sequestro delle armi e la comunicazione al Questore. 2) Il solo sequestro delle armi e dei mezzi di caccia. 3) La segnalazione della violazione al Questore. 47. AI SENSI DELL’ART. 61 DELLA L. 23/98 IN QUALI ZONE E’ VIETATO

L’ESERCIZIO DELLA CACCIA? 1) Fondi recintati con chiusura di altezza non inferiore a m. 1,80. 2) Fondi recintati con chiusura di altezza inferiore a m. 1,80. 3) Fondi comunque recintati o delimitati. 48. AI SENSI DELL’ART. 61 DELLA L.R. 23/98 IN QUALI ZONE E’ VIETATO

L’ESERCIZIO DELLA CACCIA? 1) Parchi nazionali, regionali, riserve naturali. 2) Giardini d’aranci, vigneti, pereti. 3) Fondi rustici, aziende agrarie, impianti boschivi.

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49. IN UN TERRITORIO CONSIDERATO “FONDO CHIUSO” È VIETATA LA CACCIA, AI SENSI DELLA L.R. 23/98, QUANDO È DELIMITATO:

1) Con muro o rete di altezza non inferiore a m. 1,80 e con adeguate tabelle. 2) Con muro anche a secco o con rete metallica anche se non tabellato. 3) E’ recintato con rete alta almeno m. 1,50 o delimitato da un corso d’acqua. 50. AI SENSI DELL’ART. 59 DELLLA L.R. 23/98 DA CHI SONO RISARCITI I

DANNI ARRECATI DALLA FAUNA SELVATICA ED IN PARTICOLARE DA QUELLA PROTETTA ALLA PRODUZIONE AGRICOLA NELLE OASI PERMANENTI DI PROTEZIONE FAUNISTICA?

1) Dalla Regione. * 2) Dallo Stato. 3) Dalla Provincia competente per territorio. 51. AI SENSI DELL’ART. 61 DELLA L.R. 23/98 DURANTE L’ESERCIZIO

VENATORIO E’ VIETATO SPARARE CON FUCILE DA CACCIA CON CANNA AD ANIMA LISCIA DA DISTANZA INFERIORE A 150 M. IN DIREZIONE DI:

1) Fabbricati e stabili adibiti ad abitazione. * 2) Recinti ed altre aree delimitate destinate al ricovero di animali anche in assenza di questi. 3) Strade poderali ed interpoderali. 52. AI SENSI DELL’ART. 61 DELLA L.R. 23/98 L’ESERCIZIO VENATORIO E’

VIETATO: 1) Nelle aie e nelle corti o altre pertinenze di fabbricati. * 2) Sui terreni coperti in parte da neve. 3) Negli specchi d’acqua artificiali. 53. AI SENSI DELL’ART. 61 DELLA L.R. 23/98 E’ VIETATO: 1) Cacciare a rastrello in più di tre persone. * 2) Utilizzare durante l’esercizio venatorio indumenti mimetici. 3) Cacciare da natanti spinti a velocità inferiore a 5 Km/h. 54. AI SENSI DELL’ART. 41 DELLA L.R. 23/98 OLTRE LE ARMI CONSENTITE IL

CACCIATORE QUALI ALTRI STRUMENTI PUO’ USARE? 1) Utensili da punta e da taglio atti alle esigenze venatorie. * 2) Armi corte e armi ad aria compressa e a gas. 3) Balestre, trappole, reti, lacci.

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55. AI SENSI DELL’ART. 61 DELLA L.R. 23/98 E’ VIETATO L’USO DELLE MUNIZIONI SPEZZATE NELLA CACCIA:

1) Agli ungulati. * 2) Ai palmipedi. 3) Ai rapaci. 56. QUALE DELLE SEGUENTI ATTIVITA’ COSTITUISCE REATO AI SENSI

DELL’ART. 30 DELLA L. 157/1992? 1) Esercizio della caccia in oasi di protezione faunistica. * 2) Esercizio di caccia senza la prescritta polizza assicurativa. 3) Mancata annotazione delle prescritte annotazioni nel tesserino regionale. 57. PER LE VIOLAZIONI PREVISTE DALL’ART. 28 DELLA L. 157/92 NON

POSSONO ESSERE SEQUESTRATI: 1) Il cane ed i richiami vivi autorizzati. * 2) Le armi, la fauna selvatica. 3) I mezzi di caccia. 58. AI SENSI DELL’ART. 13 DELLA L. 157/92 È CONSENTITO: 1) Cacciare con fucile a due colpi di calibro 12 e anima liscia. * 2) Cacciare con fucile a tre colpi di calibro 10 con anima liscia. 3) Cacciare con fucile a quattro colpi con calibro superiore a 12 o ad anima rigata. 59. AI SENSI DELL’ART. 68 DELLA L.R. 23/98 LA CACCIA VAGANTE È VIETATA

QUANDO VIENE ATTUATA: 1) In terreni in attualità di coltivazione. 2) A meno di m. 250 da macchine operatrici agricole in funzione. 3) Nei terreni boscati. 60. AI SENSI DELL’ART. 68 DELLA L.R. 23/98 SONO DA RITENERSI IN

ATTUALITÀ DI COLTIVAZIONE: 1) I vivai e i giardini. * 2) I terreni rimboschiti da almeno cinque anni. 3) I vigneti in fase di riposo.

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61. AI SENSI DELL’ART. 49 DELLA L.R. 23/98, L’ESERCIZIO DELLA CACCIA NON E’ SANZIONABILE SE SI SVOLGE:

1) Entro un’ora dopo il tramonto. * 2) Entro due ore dopo il tramonto. 3) Entro due ore prima dell’alba. 62. AI SENSI DELL’ART. 50 DELLA L.R. 23/98 IL PRELIEVO MASSIMO DI

SPECIE CACCIABILI E’: 1) Individuato dal calendario venatorio regionale emanato annualmente. 2) Definito dall’art. 5 comma 3 della legge 157/92. 3) Stabilito dai comitati provinciali faunistici. 63. L’ART. 61 DELLA L.R. 23/98 VIETA L’ESERCIZIO VENATORIO NEI PARCHI

PUBBLICI E PRIVATI, NEI GIARDINI, NEI PARCHI STORICI E ARCHEOLOGICI:

1) Sempre e a chiunque.* 2) Se vi sono abitazioni a meno di 150 m. 3) Se è frequentato da bambini. 64. AI SENSI DELL’ART. 63 DELLA L.R. 23/98, L’IMMISSIONE DI FAUNA

SELVATICA ESTRANEA ALLA FAUNA INDIGENA PUO’ ESSERE AUTORIZZATA:

1) Dall’Assessore Regionale della Difesa dell’Ambiente.* 2) Dal Comitato Provinciale Faunistico. 3) Dal Comitato Regionale Faunistico. 65. AI SENSI DELL’ART. 64 DELLA L.R. 23/98 LA DETENZIONE DI FAUNA

SELVATICA NON E’ PERMESSA: 1) Al cittadino che non ha ottenuto l’apposita autorizzazione.* 2) Agli istituti zoologici. 3) Alle stazioni zootecniche sperimentali. 66. L’ATTIVITA’ DI IMBALSAMATORE O DI CONCIATORE PUO’ ESSERE

ESERCITATA AI SENSI DELL’ART. 65 DELLA L.R. 23/98 DA CHI E’ IN POSSESSO DI UN’AUTORIZZAZIONE RILASCIATA:

1) Dalla Provincia competente per territorio.* 2) Dall’Assessorato Difesa dell’Ambiente. 3) Dall’Ispettorato Ripartimentale delle foreste.

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67. AI SENSI DELL’ART. 28 DELLA L. 157/92 COLORO CHE SONO PREPOSTI ALLA VIGILANZA VENATORIA POSSONO CHIEDERE, A CHI E’ TROVATO IN POSSESSO DI ARMI, DI ESIBIRE:

1) Tutti i documenti necessari all'esercizio della caccia, le armi e la selvaggina abbattuta o

catturata. * 2) Solo la licenza di porto di fucile (in corso di validità). 3) La licenza di caccia, le armi e la selvaggina abbattuta. 68. AI SENSI DELL’ART. 30 DELLA L. 157/92 COSTITUISCE VIOLAZIONE

PENALE: 1) L’abbattimento, cattura e detenzione del muflone sardo. * 2) L’esercizio di caccia da un’ora dopo il tramonto ad un’ora prima della levata del sole. 3) L’esercizio di caccia senza la prescritta polizza assicurativa per la responsabilità civile

verso terzi. 69. AI SENSI DELL’ART. 13 DELLA L. 157/92 QUALE DELLE SEGUENTI

VIOLAZIONI È ILLECITO AMMINISTRATIVO? 1) Omesso recupero dei bossoli delle cartucce sparate nei luoghi di caccia. * 2) Uccisione, cattura e detenzione di mammiferi particolarmente protetti. 3) L’uccellagione con l’utilizzo di reti. 70. AI SENSI DELL’ART. 30 DELLA L. 157/92 COSTITUISCE VIOLAZIONE

PENALE: 1) L’esercizio venatorio nei parchi nazionali, naturali, regionali e nelle oasi naturali. * 2) L’esercizio della caccia senza aver effettuato il versamento della tassa di concessione

governativa. 3) L’esercizio della caccia a meno di 150 m. da macchine operatrici agricole in funzione. 71. AI SENSI DELL’ART. 6 DELLA L. 23/98 QUALE DELLE SEGUENTI

VIOLAZIONI E' ILLECITO AMMINISTRATIVO? 1) Inanellare uccelli senza la preventiva autorizzazione. 2) Abbattere, catturare o detenere cigni reali. 3) Abbattere, catturare o detenere falchi pellegrini. 72. AI SENSI DELL’ART. 31 DELLA L. 157/92 QUALI DELLE SEGUENTI

VIOLAZIONI È ILLECITO AMMINISTRATIVO? 1) Esercizio della caccia in fondo chiuso. * 2) Esercizio dell'uccellagione. 3) Esercizio della caccia con mezzi vietati.

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73. AI SENSI DELL’ART. 30 DELLA L. 157/92 QUALI DELLE SEGUENTI È UNA VIOLAZIONE PENALE?

1) Esercizio di caccia nei giorni di silenzio venatorio. * 2) Esercizio della caccia in violazione degli orari consentiti. 3) Mancato pagamento della tassa regionale. 74. AI SENSI DELL’ART. 30 DELLA L. 157/92 QUALI DELLE SEGUENTI È UNA

VIOLAZIONE PENALE? 1) Caccia da bordo di autoveicoli. * 2) Mancate annotazioni sul tesserino regionale. 3) Esercizio della caccia in fondo chiuso. 75. AI SENSI DELL’ART. 61 DELLA L.R. 23/98 E’ VIETATO: 1) L’uso di armi corte, ad aria compressa ed a gas. * 2) La mancata denuncia di trofei di animali selvatici dei quali è vietata la cattura e

l’uccisione. 3) La caccia al colombaccio. 76. AI SENSI DELLA L.R. 23/98 (ART. 75) LA TABELLAZIONE DEI TERRITORI

SENZA PRESCRITTA AUTORIZZAZIONE: 1) Costituisce illecito amministrativo. * 2) Costituisce violazione penale. 3) E' consentito. 77. AI SENSI DELL’ART. 61 DELLA L.R. 23/98 E’ VIETATO: 1) Usare armi munite di silenziatore. * 2) L'esercizio dell'attività impagliatore. 3) Esportare dalla Sardegna fauna selvatica morta. 78. AI SENSI DELL’ART. 30 DELLA L. 157/92 E’ SANZIONATO PENALMENTE: 1) L’esercizio venatorio nei parchi e giardini urbani e nei terreni adibiti ad attività sportive. * 2) L’esercizio di caccia in terreni vallivi paludosi ove si eserciti l’attività di pesca. 3) L’addestramento di cani in area diversa da quella autorizzata.

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79. AI SENSI DELLE NORME PREVISTE DALLA L. 157/92 E DELLA L.R. 23/98 QUALE DELLE SEGUENTI VIOLAZIONI E’ ILLECITO AMMINISTRATIVO?

1) Attività di impagliatore senza autorizzazione rilasciata dalla provincia competente. * 2) Uso ai fini di richiamo di uccelli vivi legati per le ali. 3) Caccia nei giorni di silenzio venatorio. 80. AI SENSI DELL’ART. 21 DELLA L. 157/92 E DELL’ART. 61 DELLA L.R. 23/98 E’

VIETATO: 1) L’uso ai fini di richiamo di uccelli vivi accecati. * 2) La caccia alla folaga col sistema della battuta. 3) L’attività di inanellamento di uccelli senza preventiva autorizzazione. 81. AI SENSI DELL’ ART. 21 DELLA L. 157/92 E DELL’ART. 61 DELLA L.R. 23/98 È

VIETATA: 1) La caccia sparando da aeromobili. * 2) L’attività di conciatore professionale senza l’autorizzazione rilasciata dalla Provincia

competente per territorio. 3) La caccia vagante in terreni in attualità di coltivazione. 82. AI SENSI DELL’ART. 21 DELLA L. 157/92 È VIETATO: 1) Commerciare fauna selvatica morta non proveniente da allevamenti, per sagre e

manifestazioni a carattere gastronomico. * 2) Cacciare i palmipedi col sistema della battuta. 3) Esercitare la caccia nei fondi chiusi da rete metallica alta m. 1,80. 83. AI SENSI DELL’ART. 61 DELLA L.R. 23/98 È VIETATO: 1) L’uso del furetto. * 2) Disturbare con mezzi luminosi ed acustici la fauna selvatica. 3) Produrre, vendere e detenere trappole per fauna selvatica. 84. AI SENSI DELL’ART. 61 DELLA L.R. 23/98 È VIETATO: 1) L’esercizio venatorio nelle zone temporanee di ripopolamento e cattura. * 2) L’immissione di fauna selvatica estranea alla fauna indigena senza l’autorizzazione

dell’Assessorato Difesa dell’Ambiente.. 3) Vendere a privati reti da uccellagione..

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85. AI SENSI DELL’ART. 61 DELLA L.R. 23/98 È VIETATO: 1) Cacciare i conigli selvatici con sistema della battuta. * 2) Usare i richiami acustici a funzionamento meccanico, elettromagnetico o elettromeccanico. 3) Cacciare sparando da aeromobili. 86. AI SENSI DELL’ART. 61 DELLA L.R. 23/98 È VIETATO: 1) L’uso di mezzi elettrici, lanterne e di insidie notturne. * 2) L’esercizio venatorio nei terreni adibiti ad attività sportive. 3) L’esercizio venatorio in tempo di divieto generale. 87. AI SENSI DELL’ART. 68 DELLA L.R. 23/98 È VIETATA LA CACCIA VAGANTE

NEI: 1) Vivai, giardini, coltivazioni floreali, orti. * 2) Vigneti durante il periodo della potatura. 3) Prati naturali e pascoli. 88. AI SENSI DELL’ART. 70DELLA L.R. 23/98 LUNGO I CONFINI PERIMETRALI,

DELLE OASI PERMANENTI DI PROTEZIONE FAUNISTICA E CATTURA, CONTIGUI A CORSI O SPECCHI D’ACQUA E’ VIETATA LA CACCIA FINO ALLA DISTANZA DAL CONFINE DI:

1) 50 m. * 2) 30 m. 3) 100 m. 89. AI SENSI DELL’ART. 74 DELLA L.R. 23/98 A CHI ABBATTE O CATTURA IN

TEMPI E MODI VIETATI UN ESEMPLARE DI QUALSIASI SPECIE DI FAUNA PREVISTA NEL CALENDARIO VENATORIO OLTRE LA SANZIONE AMMINISTRATIVA VIENE SOSPESA L’AUTORIZZAZIONE REGIONALE ALLA CACCIA PER UN PERIODO:

1) Da due a cinque anni.* 2) Non è prevista sospensione. 3) Da sei mesi ad un anno. 90. A CHI SUPERA I LIMITI STABILITI DI FAUNA ABBATTIBILE AI SENSI

DELL’ART. 74 DELLA L.R. 23/98 E’ SOSPESA L’AUTORIZZAZIONE REGIONALE ALLA CACCIA PER UN PERIODO DI:

1) Tre mesi.* 2) Sei mesi. 3) Un anno.

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91. IL MANCATO PAGAMENTO DELLE SANZIONI AMMINISTRATIVE PREVISTE DALL’ART. 77 DELLA L.R. 23/98 COMPORTA LA SOSPENSIONE DELL’AUTORIZZAZIONE REGIONALE ALL’ESERCIZIO DELLA CACCIA:

1) Fino all’avvenuto pagamento delle sanzioni.* 2) Per sei mesi con il raddoppio delle sanzioni. 3) Per un anno. 92. LA VIGILANZA SULL’APPLICAZIONE DELLA L.R. 23/98 NON E’ STATA

AFFIDATA AD UNO DEI SEGUENTI CORPI O ENTI. QUALE? 1) Vigili del fuoco.* 2) Corpo forestale e di vigilanza ambientale. 3) Guardie comunali, e campestri. 93. AI SENSI DELL’ART. 68 DELLA L.R. 23/98 NEI TERRENI RIMBOSCHITI DA

MENO DI CINQUE ANNI INDICATI DA APPOSITE TABELLE E’ VIETATA LA CACCIA VAGANTE:

1) In ogni caso. * 2) Qualora possa arrecare danno effettivo alle colture. 3) In nessun caso. 94. AI SENSI DELL’ART. 30 DELLA L.R. 23/98 L’AMMINISTRAZIONE PUO’

AUTORIZZARE GLI ALLEVAMENTI DI SPECIE APPARTENENTI ALLA FAUNA SELVATICA PER SCOPI ALIMENTARI. QUALE E’ LA DURATA DEL PROVVEDIMENTO DI AUTORIZZAZIONE?

1) Sette anni. * 2) Dieci anni. 3) Cinque anni. 95. LE AREE DESTINATE AGLI ALLEVAMENTI AUTORIZZATI

DALL’ASSESSORE DELLA DIFESA DELL’AMBIENTE AI SENSI DELL’ART. 30 DELLA L.R. 23/98 DEVONO ESSERE RECINTATE. LA TABELLAZIONE PRESCRITTA NON E’ OBBLIGATORIA PER GLI ALLEVAMENTI:

1) Ornamentali ed amatoriali. * 2) Di ripopolamento. 3) Per scopi alimentari se il titolare è impresa agricola.

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96. LE AZIENDE AGRI-TURISTICO-VENATORIE AI SENSI DELL’ART. 34 DELLA L.R. 23/98 POSSONO ESSERE ISTITUITE:

1) Anche quando nei terreni che di esse fanno parte si svolgono altre attività economiche

compatibili. 2) Quando non si svolgono attività zootecniche. 3) Quando non si svolgono attività di carattere sportivo. 97. AI SENSI DELL’ART. 37 DELLA L.R. 23/98 L’ATTIVITA’ VENATORIA SULLA

FAUNA SELVATICA LIBERATA O IMMESSA NELL’AMBITO DELL’AZIENDA AGRI-TURISTICO-VENATORIA PUO' ESSERE ESERCITATA DA CACCIATORI MUNITI:

1) Di regolare autorizzazione per il porto di fucile ad uso di caccia. * 2) Di autorizzazione regionale. 3) Del tesserino di cui al comma 12 dell'art. 12 della l. 157/92. 98. AI SENSI DELL’ART. 38 DELLA L.R. 23/98 NELLE AREE DESTINATE

ALL’ADDESTRAMENTO ED ALL’ALLENAMENTO DEI CANI E’ CONSENTITO L’ABBATTIMENTO DI:

1) Selvaggina allevata per l’addestramento cani. * 2) Fauna selvatica stanziale anche non allevata. 3) Fauna selvatica nei tempi e nei modi previsti dal calendario venatorio. 99. AI SENSI DELL’ART. 39 DELLA L.R. 23/98 I CONFINI DELLE OASI

PERMANENTI DI PROTEZIONE FAUNISTICA E DI CATTURA, NONCHE' I FONDI CHIUSI DEVONO ESSERE DELIMITATI A CURA DEGLI ORGANISMI DI GESTIONE E DEI SOGGETTI INTERESSATI CON TABELLE PERIMETRALI POSTE, AD UNA DISTANZA FRA LORO DI:

1) Circa 100 m. * 2) Circa 50 m. 3) Circa 150 m. 100. AI SENSI DELL’ART. 39 DELLA L.R. 23/98 QUANDO I TERRENI SONO

CONTIGUI A CORSI O SPECCHI D’ACQUA LE TABELLE DI DELIMITAZIONE DEI CONFINI DELLE OASI PERMANENTI DI PROTEZIONE FAUNISTICA E DI CATTURA:

1) Possono essere collocate su natanti, emergenti almeno 50 cm dal pelo d’acqua. * 2) Devono essere infisse sulle sponde 3) Devono essere poste nel corso o specchio d’acqua su pali sporgenti 50 cm dal pelo

d’acqua.

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101. AI SENSI DELL’ART. 40 DELLA L.R. 23/98 LA FAUNA SELVATICA APPARTIENE A CHI:

1) Legittimamente la uccide o la cattura. * 2) La raccoglie perchè ferita. 3) La uccide o la cattura anche con mezzi non ammessi. 102. PER L’ATTIVITA’ VENATORIA E’ CONSENTITO (AI SENSI DELL’ART. 41

DELLA L.R. 23/98) L’USO DI ARMI DIVERSE DA QUELLE INDICATE AL COMMA 1?

1) No, sono vietate tutte le armi e tutti i mezzi diversi. * 2) Si, se autorizzate. 3) Si, se l’attività venatoria si svolge in Una azienda faunitico-venatoria. 103. AI SENSI DELL’ART. 41 DELLA L.R. 23/98 IL CACCIATORE PUO’ FARSI

AIUTARE, PER CONDURRE I CANI DA PERSONE: 1) Non munite di apposita autorizzazione regionale. * 2) Abilitate all’esercizio della caccia e munite della licenza di porto di fucile. 3) Abilitate all’esercizio della caccia e munite di autorizzazione regionale. 104. AI SENSI DELL’ART. 41 DELLA L.R. 23/98 OGNI CACCIATORE DI NORMA

NON PUO’ UTILIZZARE PIU’ DI TRE CANI. IN QUALI CIRCOSTANZE PUO’ UTILIZZARNE UN NUMERO MAGGIORE?

1) Durante la caccia in battuta alla volpe e al cinghiale. * 2) Durante la caccia a rastrello per i conigli. 3) Durante la caccia in palude. 105. AI SENSI DELL’ART. 46 DELLA L.R. 23/98 IL TITOLARE

DELL’AUTORIZZAZIONE REGIONALE E’ OBBLIGATO ANNUALMENTE A TRASMETTERE ALL’ASSESSORATO REGIONALE DELLA DIFESA DELL’AMBIENTE IL FOGLIO DEL LIBRETTO VENATORIO CONTENENTE LE ANNOTAZIONI SULLA SELVAGGINA ABBATTUTA:

1) Al termine della stagione venatoria e comunque non oltre il 31 marzo. * 2) Al termine della stagione venatoria e comunque non oltre il 30 aprile. 3) Entro il 15 marzo.

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106. AI SENSI DELL'ART. 50 DELLA L.R. 23/98, IL PRELIEVO MASSIMO, GIORNALIERO E STAGIONALE DELLE SPECIE CACCIABILI, VIENE STABILITO:

1) Dal calendario venatorio regionale adottato annualmente. * 2) Dai Comitati Provinciali Faunistici. 3) Dal Comitato Regionale Faunistico. 107. AI SENSI DELL’ART. 51 DELLA L.R. 23/98 L’ASSESSORE REGIONALE

DELLA DIFESA DELL’AMBIENTE PUO’ LIMITARE O VIETARE SU TUTTO IL TERRITORIO REGIONALE L’ESERCIZIO VENATORIO:

1) Per proteggere la fauna selvatica da malattie o altre calamità. * 2) Per esigenze di ordine pubblico. 3) Perchè richiesto dalle associazioni ambientaliste. 108. L'ART. 52 DELLA L.R. 23/98 PREVEDE CHE L' AMBITO TERRITORIALE DI

CACCIA PROGRAMMATA (ATC) PER ESIGENZE DI CONSERVAZIONE DELLA REALTA’ GEOGRAFICA E FAUNISTICO AMBIENTALE:

1) Ha carattere subprovinciale. * 2) Ha carattere comunale. 3) Ha carattere solo provinciale. 109. AI SENSI DELL’ART. 58 DELLA L.R. 23/98 IL PROPRIETARIO CHE INTENDE

VIETARE LA CACCIA NEL PROPRIO FONDO RUSTICO DEVE PRESENTARE RICHIESTA ALL’ASSESSORE REGIONALE DELLA DIFESA DELL’AMBIENTE:

1) Entro trenta giorni dall'approvazione del piano faunistico venatorio regionale e per gli anni

successivi entro il 30 giugno. * 2) Entro quaranta giorni dall'approvazione del piano faunistico venatorio regionale e per gli

anni successivi entro il 30 giugno. 3) Entro sessanta giorni dall'approvazione del piano faunistico venatorio regionale e per gli

anni successivi entro il 30 giugno. 110. AI SENSI DELL'ART. 12 DELLA L.R. 23/98 A CHI COMPETE LA

PREDISPOSIZIONE E L’ATTUAZIONE DEI PIANI DI GESTIONE DELLE OASI PERMANENTI DI PROTEZIONE FAUNISTICA E CATTURA LORO AFFIDATE?

1) Alle Province.* 2) Al Comitato Regionale Faunistico. 3) All’Istituto Regionale per la fauna selvatica.

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111. QUALE DEI SEGUENTI UCCELLI E' CACCIABILE AI SENSI DELL'ART. 48 DELLA L.R. 23/98?

1) Pavoncella. * 2) Gheppio. 3) Albanella minore. 112. QUALE DELLE SEGUENTI SPECIE DI FAUNA SELVATICA NON E'

CACCIABILE AI SENSI DELL'ALLEGATO DELLA L.R. 23/98? 1) Mignattaio. * 2) Moretta. 3) Codone. 113. QUALE DEI SEGUENTI UCCELLI MIGRATORI E’ CACCIABILE AI SENSI

DELL'ART. 48 DELLA L.R. 23/98? 1) Moriglione. * 2) Moretta tabaccata. 3) Fistione turco. 114. NELLE AZIENDE AGRI-TURISTICO-VENATORIE, ISTITUITE AI SENSI

DELL'ART. 36 DELLA L.R. 23/98, QUANDO E’ CONSENTITA L’ATTIVITA’ VENATORIA NEI CONFRONTI DELLA SELVAGGINA NATURALE DI PASSO?

1) Nei giorni e con le limitazioni previste dalla legge e dal calendario venatorio. * 2) Non vi sono limitazioni. 3) Durante tutto il periodo di apertura dell’attività venatoria dell’azienda-turistico-venatoria. 115. NELLE AZIENDE AGRI-TURISTICO-VENATORIE, PREVISTE DALLA L.R.

23/98, L’ATTIVITA’ VENATORIA NEI CONFRONTI DELLA SELVAGGINA NATURALE DI PASSO PUO’ ESSERE ESERCITATA DA CACCIATORI AMMESSI IN BASE AL REGOLAMENTO AZIENDALE?

1) Si, se muniti di autorizzazione regionale. * 2) No. 3) Si anche se in possesso del solo porto di fucile uso caccia.

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116. AI SENSI DELL’ART. 12 DELLA L. 157/92 TRA I DOCUMENTI CHE IL CACCIATORE DEVE AVERE DURANTE L’ATTIVITA’ VENATORIA SI CONTEMPLA LA POLIZZA ASSICURATIVA PER LA RESPONSABILITA’ CIVILE VERSO TERZI CON MASSIMALI STABILITI CON DECRETO MINISTERIALE. OGNI QUANTI ANNI VENGONO AGGIORNATI I MASSIMALI?

1) Quattro anni. * 2) Tre anni. 3) Cinque anni. 117. AI SENSI DELL’ART. 49 DELLA L.R. 23/98 E’ POSSIBILE RECARSI NEI

GIORNI DI CACCIA PRESSO IL PUNTO DI CACCIA O DI RIENTRO DA UN'ORA PRIMA DEL SORGERE DEL SOLE FINO AD UN'ORA DOPO IL TRAMONTO?

1) Si, purchè con il fucile scarico. * 2) Si, con il fucile in assetto di caccia. 3) No, mai. 118. AI SENSI DELLA L.R. 23/98 A CHI FA CARICO ATTUALMENTE IL

RISARCIMENTO DEI DANNI ARRECATI ALLE AZIENDE TURISTICO VENATORIE DALLA FAUNA SELVATICA ALLO STATO NATURALE E IN PARTICOLARE DA QUELLA PROTETTA?

1) Ai titolari delle aziende turistico venatorie. * 2) Alla Provincia. 3) Alla Regione 119. AI SENSI DELL'ART. 11 DELLA L.R. 23/98 IL COMITATO REGIONALE

FAUNISTICO DELIBERA SULLA FORMAZIONE DEL CALENDARIO VENATORIO ED ESPRIME PARERE SULL'AUTORIZZAZIONE:

1) Ad immettere selvaggina estranea alla fauna indigena. * 2) Ad attuare i piani di miglioramento ambientale. 3) Ad attuare i piani di gestione delle oasi permanenti di protezione. 120. AI SENSI DELL'ART. 11 DELLA L.R. 23/98 QUALE DEI TRE COMPITI NON

RIENTRA TRA QUELLI DEL COMITATO REGIONALE FAUNISTICO? 1) Curare l’immissione di idonee specie autoctone. * 2) Formulare proposte sulla vigilanza venatoria. 3) Esprimere parere sull’istituzione di oasi permanenti di protezione faunistica.

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121. QUALE DEI SEGUENTI MAMMIFERI PRESENTI IN SARDEGNA E' CONSIDERATO SPECIE PARTICOLARMENTE PROTETTA AI SENSI DELL'ALLEGATO DELLA L.R. 23/98?

1) Martora. * 2) Donnola. 3) Faina. 122. QUALE DEI SEGUENTI UCCELLI E' CONSIDERATO SPECIE

PARTICOLARMENTE PROTETTA AI SENSI DELLA L.R. 23/98? 1) Nibbio bruno. * 2) Cornacchia grigia. 3) Corvo. 123. L'ART. 46 DELLA L.R. 23/98 PRESCRIVE CHE IL CACCIATORE SEGNI SUL

LIBRETTO VENATORIO IN MODO INDELEBILE LA DATA DI CACCIA, LA SELVAGGINA E OVE VIENE ESERCITATA LA CACCIA. LA SELVAGGINA QUANDO DEVE ESSERE SEGNATA?

1) La stanziale mano a mano che viene incarnierata, la migratoria al termine della giornata di

caccia. * 2) In ogni caso mano a mano che viene incarnierata. 3) Al termine della giornata di caccia. 124. AI SENSI DELLA L.R. 23/98 (ART. 12) A CHI COMPETE L'ACCERTAMENTO

DEI DANNI ARRECATI ALLE COLTURE DALLA FAUNA SELVATICA? 1) Alla Provincia. * 2) All'Assessorato regionale Difesa dell'ambiente. 3) All'Ispettorato Ripartimentale delle Foreste.

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1. CHI E’ SOGGETTO ALL’OBBLIGO DELL’ISCRIZIONE AL REGISTRO DELLE IMPRESE DI PESCA ISTITUITO PRESSO OGNI CAPITANERIA DI PORTO (ART. 11, L. N. 963/1965)?

1) Chi esercita un impresa di pesca.* 2) Chi svolge attività di pesca sportiva. 3) Chi esercita la pesca scientifica. 2. LA VENDITA DEI PRODOTTI E’ VIETATA QUANDO LA PESCA E’

ESERCITATA (ART. 7 D.P.R. N. 1639/1968): 1) A scopo ricreativo o agonistico. * 2) Da pescatori professionali. 3) Con strumenti espressamente permessi. 3. L’AUTORIZZAZIONE ALL’ESERCIZIO DELLA PESCA SCIENTIFICA NELLE

ACQUE TERRITORIALI DELLA REGIONE SARDA E’ AUTORIZZATA DA: 1) L’Assessorato Difesa dell’Ambiente. * 2) Il Ministero della Marina Mercantile. 3) Il Presidente della Giunta Regionale. 4. I LIMITI E LE MODALITA’ DELL’ESERCIZIO DELLA PESCA MARITTIMA

COSI’ COME PREVISTI DALL’ART. 14 DELLA L. 963/65 SONO DETERMINATI DAL:

1) Regolamento d’esecuzione. * 2) Dall’autorità marittima. 3) Dall’Assessorato difesa dell’Ambiente. 5. PER LA TUTELA DELLE RISORSE BIOLOGICHE L’ART. 15 DELLA L.R.

963/65 PREVEDE UNA SERIE DI DIVIETI DAI QUALI VIENE ESCLUSA: 1) La pesca scientifica e le altre attività espressamente autorizzate. * 2) La pesca sportiva da imbarcazioni. 3) La pesca professionale esercitata con imbarcazioni munite del permesso di pesca. 6. AI SENSI DELL’ART. 128 BIS DPR 1639/68 IL PESCATORE SPORTIVO

SUBACQUEO NON PUÒ RACCOGLIERE: 1) Coralli. * 2) Echinodermi. 3) Anellidi.

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7. AI SENSI DELL’ART. 129 DEL REGOLAMENTO (DPR 1639/68) L’ESERCIZIO DELLA PESCA SUBACQUEA E’ VIETATO QUANDO SI SVOLGE AD UNA DISTANZA DAGLI IMPIANTI FISSI DA PESCA E ALLE RETI DA POSTA:

1) Inferiore a 100 m. * 2) Inferiore a 200 m. 3) Inferiore a 300 m. 8. PER L’ART. 128 BIS DEL DPR 1639/68 LA PESCA SUBACQUEA SPORTIVA E’

CONSENTITA: 1) Soltanto in apnea. * 2) Con apparecchi ausiliari di respirazione. 3) In apnea e con apparecchi ausiliari di respirazione. 9. L’ESERCIZIO DELLA PESCA SUBACQUE SPORTIVA, AI SENSI DELL’ART.

129 DPR 1639/68, E’ SEMPRE VIETATO QUANDO SI SVOLGE: 1) A distanza inferiore a 500 metri dalle spiagge frequentate da bagnati. * 2) Nelle aree di scogliera. 3) A distanza inferiore a 500 metri dalle spiagge. 10. LA PESCA SUBACQUEA E’ PERMESSA, PER L’ART. 129 DPR 1639/68: 1) Dal sorgere del sole al tramonto. * 2) Dal tramonto al sorgere del sole. 3) Dal tramonto ma con mezzi di illuminazione. 11. AI SENSI DELL'ART. 129 D.P.R. 1639/68 LA PESCA SUBACQUEA A DISTANZA

INFERIORE A 100 M DALLE NAVI ANCORATE FUORI DAI PORTI: 1) E’ vietata. * 2) E’ permessa se il subacqueo segnala la sua presenza. 3) E’ permessa con apparecchi ausiliari di respirazione. 12. PER L’ART. 130 DPR 1639/68 IL SUBACQUEO IN IMMERSIONE HA

L’OBBLIGO DI SEGNALARE LA SUA PRESENZA CON UN GALLEGGIANTE RECANTE:

1) una bandiera rossa con striscia diagonale bianca. * 2) Una bandiera gialla con striscia nera. 3) Una bandiera bianca con striscia rossa.

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13. PER L’ART. 130 DPR 1639/68 IL SUBACQUEO IN IMMERSIONE PUO’ ESSERE ACCOMPAGNATO DA UN MEZZO NAUTICO DI APPOGGIO, IN TALE CASO:

1) La bandiera deve essere issata sul mezzo nautico. * 2) La bandiera non è necessaria. 3) E' sufficiente un lampeggiante di segnalazione. 14. AI SENSI DELL’ART. 130 DEL REGOLAMENTO (DPR 1639/68) LA DISTANZA

MASSIMA FRA IL SUBACQUEO ED IL GALLEGGIANTE O IL MEZZO DI APPOGGIO PORTANTI LA BANDIERA DI SEGNALAZIONE NON DEVE ESSERE SUPERIORE A:

1) 50 m. * 2) 30 m. 3) 20 m. 15. AI SENSI DELL’ART. 131 DEL REGOLAMENTO (DPR 1639/68) IL PESCATORE

SUBACQUEO PUÒ TENERE IL FUCILE SUBACQUEO IN POSIZIONE DI ARMAMENTO:

1) Solo in immersione. * 2) Anche al momento di immergersi. 3) Anche quando risale in barca. 16. AI SENSI DELL’ART. 140 DEL REGOLAMENTO (DPR 1639/68) QUALE DEI

SEGUENTI ATTREZZI E' CONSENTITO NELLA PESCA SPORTIVA IN MARE? 1) Rezzaglio di 16 m. * 2) Giacchio di 18 m. 3) Palamito con 300 ami. 17. AI SENSI DELL’ART. 140 DEL REGOLAMENTO (DPR 1639/68) OGNI

PESCATORE SPORTIVO IN ACQUE DI MARE NON PUO’ USARE UN NUMERO DI CANNE SUPERIORE A:

1) Cinque. * 2) Tre. 3) Sei. 18. AI SENSI DELL'ART. 140 D.P.R. 1639/68 QUALE DEI SEGUENTI ATTREZZI

INDIVIDUALI NON E’ CONSENTITO PER LA PESCA SPORTIVA IN MARE? 1) Bilancia di lato superiore a sei metri. * 2) Lenze a traino e filaccioni. 3) L’uso di cinque canne per pescatore.

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19. QUALI DEI SEGUENTI ATTREZZI SONO CONSENTITI PER LA PESCA SPORTIVA (ART. 138 D.P.R. 1639/68)?

1) Parangali fissi o derivanti, nasse. * 2) Lenze fisse quali canne con più di tre ami. 3) Palamiti con un numero di ami superiore a 200. 20. AI SENSI DELL’ART. 142 DEL REGOLAMENTO (DPR 1639/68) IL PESCATORE

SPORTIVO NON PUO’ CATTURARE GIORNALMENTE PIU’ DI: 1) Cinque chili di pesci salvo il caso di pesce singolo di peso superiore. * 2) Sette chili di pesci. 3) Cinque chili di pesci e cinque chili di crostacei. 21. LE LIMITAZIONI PREVISTE DALL’ART. 142 DEL REGOLAMENTO NON SI

APPLICANO (ART. 144 D.P.R. 1639/68), QUANDO IL PESCATORE SPORTIVO: 1) Partecipa a manifestazioni sportive autorizzate. * 2) Partecipa a battute di pesca sugli arenili. 3) Partecipa a gare di pesca da imbarcazioni. 22. L’ART. 7 DEL R.D. 1486/1914 (REGOLAMENTO PER LA PESCA FLUVIALE E

LACUALE) VIETA: 1) Collocare attraverso i fiumi apparecchi fissi o mobili di pesca che possono impedire il

passaggio del pesce. * 2) Porre nei corsi d’acqua strumenti fissi o mobili che occupano meno della metà dello

specchio d’acqua. 3) Porre nei corsi d’acqua strumenti fissi o mobili che lasciano nel senso della larghezza uno

spazio libero non minore di un metro. 23. AI SENSI DELL’ART. 22 DEL R.D. 1604/1931 LA LICENZA DI PESCA E'

OBBLIGATORIA? 1) Si. * 2) No se il pescatore ha meno di 16 anni. 3) No se il pescatore ha meno di 14 anni. 24. AI SENSI DELL’ART. 7 DEL R.D. 1486/1914 (REGOLAMENTO PER LA PESCA

FLUVIALE E LACUALE) L’IMPIEGO DI OPERE STABILI, COME CHIUSE, ARGINELLI, PER L’ESERCIZIO DELLA PESCA E’:

1) Sempre vietato. * 2) E’ permesso. 3) E’ permesso previa specifica autorizzazione.

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PESCA – R.D. 22 NOVEMBRE 1914 N. 1486, R.D. 8 OTTOBRE 1931 N. 1604, L. 963/1965, D.AD.A. 10 MAGGIO 1995 N. 412, D.P.R. 1639/68

25. AI SENSI DELL’ART. 8 DEL R.D. 1486/1914 IN PROSSIMITA’ DELLE SCALE

DI MONTA PER PESCI, DAGLI SBOCCHI DI CANALI, DALLE GRIGLIE DELLE MACCHINE IDRAULICHE E’ VIETATO COLLOCARE RETI ED ATTREZZI A DISTANZA MINORE DI:

1) 40 m. * 2) 50 m. 3) 20 m. 26. AI SENSI DELL’ART. 10 DEL R.D. 1486/1914 LA PESCA CON CANNA E LENZA

A MANO E’ SEMPRE PERMESSA? 1) Si, solo nei laghi salvo restrizioni stabilite dalla Provincia. * 2) No. 3) A seconda della stagione. 27. AI SENSI DELL’ART. 12 DEL R.D. 1486/1914 IN UN CORSO D'ACQUA DUE

APPARECCHI DI PESCA DEVONO ESSERE POSTI A DISTANZA: 1) Non minore del doppio della lunghezza del più grande di essi. * 2) Non minore del triplo della lunghezza del più grande di essi. 3) Maggiore del doppio della lunghezza del più grande di essi. 28. AI SENSI DELL’ART. 19 DEL R.D. 1486/1914 E’ DI NORMA VIETATA

L’INTRODUZIONE SENZA AUTORIZZAZIONE DI UNA NUOVA SPECIE O VARIETA’ DI PESCI IN BACINI O CORSI D’ACQUA; L’AUTORITA’ PREPOSTA A CONCEDERE IL PERMESSO E’:

1) Il Presidente della Giunta Provinciale. * 2) Il Presidente della Giunta Regionale. 3) L’Assessore alla Difesa dell’Ambiente. 29. AI SENSI DELL’ART. 6 DEL R.D. 1604/1931 LA RACCOLTA ED IL

COMMERCIO DI PESCI UCCISI O STORDITI CON SOSTANZE VENEFICHE O CON CORRENTE ELETTRICA E’:

1) Sempre vietato. * 2) Permesso. 3) Vietato se il pesce non ha raggiunto la lunghezza minima.

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PESCA – R.D. 22 NOVEMBRE 1914 N. 1486, R.D. 8 OTTOBRE 1931 N. 1604, L. 963/1965, D.AD.A. 10 MAGGIO 1995 N. 412, D.P.R. 1639/68

30. AI SENSI DELL'ART. 33 DEL R.D. 1604/1931, E' CONSENTITA LA PESCA IN ACQUE PRIVATE O SOGGETTE A DIRITTO ESCLUSIVO DI PESCA?

1) Si, purchè vi sia il consenso del proprietario o del concessionario. * 2) No. 3) Solo se il pescatore utilizza canna fissa. 31. QUALI ATTREZZI SONO CONSENTITI AI PESCATORI SPORTIVI NELLE

ACQUE INTERNE? 1) Lenza con o senza canna. * 2) Bilancia con lati superiori a m. 2x2. 3) Rete, tramaglie e pendenti. 32. QUALE DEI SEGUENTI ATTREZZI E’ CONSENTITO AI PESCATORI

SPORTIVI NELLE ACQUE INTERNE IN SARDEGNA? 1) Tirlindana. * 2) Fiocina. 3) Nassa. 33. IN QUALE CIRCOSTANZA IL PESCATORE SPORTIVO PUO’ USARE I

PALAMITI PER LA PESCA LACUALE E FLUVIALE: 1) In nessuna circostanza. * 2) Nei canali di bonifica. 3) Nei bacini d’acqua temporanei. 34. L'ART. 1 DEL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA DELL’AMBIENTE 10

MAGGIO 1995 N. 412 (DISCIPLINA DELL’ATTIVITA’ DI PESCA) INDICA LE DIMENSIONI MINIME DI CATTURA DEI PESCI ALLO STADIO GIOVANILE DI ORIGINE MARINA. QUALE DELLE SEGUENTI MISURE E’ ERRATA?

1) Anguilla cm. 15 * 2) Spigola cm 25. 3) Sarago cm. 20. 35. L'ART. 1 DEL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA DELL’AMBIENTE 10

MAGGIO 1995 N. 412 (DISCIPLINA DELL’ATTIVITA’ DI PESCA) INDICA LE DIMENSIONI MINIME DI CATTURA DEI PESCI ALLO STADIO GIOVANILE DI ORIGINE MARINA. QUALE DELLE SEGUENTI MISURE E’ GIUSTA?

1) Cefalo cm. 25 * 2) Dentice cm. 25. 3) Cernia cm. 25.

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PESCA – R.D. 22 NOVEMBRE 1914 N. 1486, R.D. 8 OTTOBRE 1931 N. 1604, L. 963/1965, D.AD.A. 10 MAGGIO 1995 N. 412, D.P.R. 1639/68

36. L'ART. 1 DEL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA DELL’AMBIENTE 10 MAGGIO 1995 N. 412 (DISCIPLINA DELL’ATTIVITA’ Di PESCA) INDICA LE DIMENSIONI MINIME DI CATTURA DEI PESCI ALLO STADIO GIOVANILE DI ORIGINE MARINA. QUALE DELLE SEGUENTI MISURE E’ ERRATA?

1) Alosa cm. 20 * 2) Acciuga cm. 9. 3) Ombrina cm. 25. 37. L'ART. 1 DEL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA DELL’AMBIENTE 10

MAGGIO 1995 N. 412 (DISCIPLINA DELL’ATTIVITA’ DI PESCA) INDICA LE DIMENSIONI MINIME DI CATTURA DEI PESCI ALLO STADIO GIOVANILE DI ORIGINE MARINA. QUALE DELLE SEGUENTI MISURE E’ GIUSTA?

1) Anguilla cm. 28 * 2) Dentice cm. 20. 3) Occhiata cm. 20. 38. L'ART. 1 DEL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA DELL’AMBIENTE 10

MAGGIO 1995 N. 412 (DISCIPLINA DELL’ATTIVITA’ DI PESCA) INDICA LE DIMENSIONI MINIME DI CATTURA DEI PESCI ALLO STADIO GIOVANILE DI ORIGINE MARINA. QUALE DELLE SEGUENTI MISURE E’ ERRATA?

1) Boga cm. 10 * 2) Tordo cm. 20. 3) Nasello cm. 20. 39. L'ART. 1 DEL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA DELL’AMBIENTE 10

MAGGIO 1995 N. 412 (DISCIPLINA DELL’ATTIVITA’ DI PESCA) INDICA LE DIMENSIONI MINIME DI CATTURA DEI PESCI ALLO STADIO GIOVANILE DI ORIGINE MARINA. QUALE DELLE SEGUENTI MISURE E’ GIUSTA?

1) Sgombro cm. 18 * 2) Surello cm. 20. 3) Occhione cm. 30. 40. L'ART. 1 DEL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA DELL’AMBIENTE 10

MAGGIO 1995 N. 412 (DISCIPLINA DELL’ATTIVITA’ Di PESCA) INDICA LE DIMENSIONI MINIME DI CATTURA DEI PESCI ALLO STADIO GIOVANILE DI ORIGINE MARINA. QUALE DELLE SEGUENTI MISURE E’ ERRATA?

1) Triglia di fango cm. 20 * 2) Mormora cm. 15. 3) Sparlotta cm. 12.

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PESCA – R.D. 22 NOVEMBRE 1914 N. 1486, R.D. 8 OTTOBRE 1931 N. 1604, L. 963/1965, D.AD.A. 10 MAGGIO 1995 N. 412, D.P.R. 1639/68

41. L'ART. 1 DEL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA DELL’AMBIENTE 10 MAGGIO 1995 N. 412 (DISCIPLINA DELL’ATTIVITA’ DI PESCA) INDICA LE DIMENSIONI MINIME DI CATTURA DEI PESCI ALLO STADIO GIOVANILE DI ORIGINE MARINA. QUALE DELLE SEGUENTI MISURE E’ GIUSTA?

1) Salpa cm. 15 * 2) Triglia di scoglio cm. 12. 3) Tanuta cm. 25. 42. L'ART. 1 DEL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA DELL’AMBIENTE 10

MAGGIO 1995 N. 412 (DISCIPLINA DELL’ATTIVITA’ DI PESCA) INDICA LE DIMENSIONI MINIME DI CATTURA DEI PESCI ALLO STADIO GIOVANILE DI ORIGINE MARINA. QUALE DELLE SEGUENTI MISURE E’ ERRATA?

1) Grongo cm. 45 * 2) Murena cm. 60. 3) Anguilla cm. 28. 43. L'ART. 1 DEL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA DELL’AMBIENTE 10

MAGGIO 1995 N. 412 (DISCIPLINA DELL’ATTIVITA’ DI PESCA) INDICA LE DIMENSIONI MINIME DI CATTURA DEI PESCI ALLO STADIO GIOVANILE DI ORIGINE MARINA. QUALE DELLE SEGUENTI MISURE E’ GIUSTA?

1) Leccia cm. 60 * 2) Pesce spada cm. 100. 3) Ricciola cm. 50. 44. IL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA AMBIENTE 10 MAGGIO 1995 N. 412

ART. 3 CONSIDERA SOTTO MISURA E NON PESCABILE UN CROSTACEO SE LA LUNGHEZZA TOTALE E’ INFERIORE A DEI VALORI MINIMI INDICATI NEL DECRETO. QUALE DELLE SEGUENTI MISURE E’ ERRATA?

1) Aragosta bianca cm. 20 * 2) Astice cm. 24. 3) Scampo cm. 7. 45. L’ART. 2 DEL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA AMBIENTE 10 MAGGIO

1995 N. 412 INDICA LE DIMENSIONI PER LA CATTURA DEI MOLLUSCHI BIVALVI ALLO STATO GIOVANILE; QUALE DELLE SEGUENTI MISURE E’ ERRATA?

1) Ostrica piatta cm. 10* 2) Vongola verace cm. 3,5. 3) Cannolicchio cm. 6.

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PESCA – R.D. 22 NOVEMBRE 1914 N. 1486, R.D. 8 OTTOBRE 1931 N. 1604, L. 963/1965, D.AD.A. 10 MAGGIO 1995 N. 412, D.P.R. 1639/68

46. L’ART. 5 DEL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA AMBIENTE 10 MAGGIO 1995 N. 412 VIETA LA PESCA DELL’ARAGOSTA, DELL’ASTICE E DELLA CAPRA DI MARE NEL PERIODO COMPRESO FRA IL:

1) 1 settembre ed il 28 febbraio. * 2) 1 agosto ed il 28 febbraio. 3) 15 luglio ed il 28 febbraio. 47. LE DIMENSIONI MINIME DEI PESCI D’ACQUA DOLCE PERCHE’ POSSANO

ESSERE PESCATI NON DEVONO ESSERE INFERIORI AI VALORI INDICATI NELL’ART. 11 DEL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA DELL'AMBIENTE 10 MAGGIO 1995 N. 412; QUALE DELLE SEGUENTI MISURE E’ ERRATA?

1) Trota iridea cm. 18* 2) Persico trota cm. 20. 3) Carpa cm. 30. 48. L’ART. 11 DEL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA DELL'AMBIENTE 10

MAGGIO 1995 N. 412 VIETA DI NORMA LA PESCA DELLE DIVERSE SPECIE IN BEN PRECISI PERIODI DELL’ANNO; QUALE RISPOSTA E’ ERRATA?

1) Trota iridea dal 30 ottobre al 31 gennaio. * 2) Trota europea dal 30 ottobre al 31 gennaio. 3) Persico trota dal 1 aprile al 31 maggio. 49. IL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA AMBIENTE 10 MAGGIO 1995 N. 412

ART. 3 CONSIDERA SOTTO MISURA E NON PESCABILE UN CROSTACEO SE LA LUNGHEZZA TOTALE DEL CARAPACE E’ INFERIORE A DEI VALORI MINIMI INDICATI NEL DECRETO. QUALE DELLE SEGUENTI MISURE E’ ERRATA?

1) Gambero rosso cm. 4. * 2) Gambero viola cm. 2. 3) Gambero bianco cm. 2. 50. L’ART. 2 DEL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA AMBIENTE 10 MAGGIO

1995 N. 412 INDICA LE DIMENSIONI PER LA CATTURA DEI MOLLUSCHI BIVALVI ALLO STATO GIOVANILE; QUALE DELLE SEGUENTI MISURE E’ GIUSTA?

1) Cozza cm. 5,5. * 2) Ostrica piatta cm. 7. 3) Ostrica concava cm. 8.

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PESCA – R.D. 22 NOVEMBRE 1914 N. 1486, R.D. 8 OTTOBRE 1931 N. 1604, L. 963/1965, D.AD.A. 10 MAGGIO 1995 N. 412, D.P.R. 1639/68

51. LE DIMENSIONI MINIME DEI PESCI D’ACQUA DOLCE PERCHE’ POSSANO ESSERE PESCATI NON DEVONO ESSERE INFERIORI AI VALORI INDICATI NELL’ART. 11 DEL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA DELL'AMBIENTE 10 MAGGIO 1995 N. 412; QUALE DELLE SEGUENTI MISURE E’ GIUSTA?

1) Anguilla cm. 28. * 2) Agone cm. 20. 3) Chepia cm 20. 52. L’ART. 11 DEL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA DELL'AMBIENTE 10

MAGGIO 1995 N. 412 VIETA DI NORMA LA PESCA DELLE DIVERSE SPECIE IN BEN PRECISI PERIODI DELL’ANNO; QUALE RISPOSTA E’ ERRATA?

1) Persico reale dal 30 aprile al 30 giugno. * 2) Tinca dal 1 aprile al 30 giugno. 3) Carpa dal 1 aprile al 31 maggio. 53. IL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA AMBIENTE 10 MAGGIO 1995 N. 412

ART. 3 CONSIDERA SOTTO MISURA E NON PESCABILE UN CROSTACEO SE LA LUNGHEZZA TOTALE DEL CARAPACE E’ INFERIORE A DEI VALORI MINIMI INDICATI NEL DECRETO. QUALE DELLE SEGUENTI MISURE E’ GIUSTA?

1) Aragosta mediterranea cm. 9. * 2) Astice cm. 12. 3) Scampo cm. 5. 54. L’ART. 2 DEL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA AMBIENTE 10 MAGGIO

1995 N. 412 INDICA LE DIMENSIONI PER LA CATTURA DEI MOLLUSCHI BIVALVI ALLO STATO GIOVANILE; QUALE DELLE SEGUENTI MISURE E’ GIUSTA?

1) Capasanta cm. 10. * 2) Cannolicchi cm. 8. 3) Tartufo di mare cm. 4. 55. AI SENSI DELL'ART. 11 DEL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA AMBIENTE

10 MAGGIO 1995 N. 412 LA PESCA DELLA TROTA SARDA E' PROIBITA: 1) Tutto l’anno. * 2) Dal 30 ottobre al 31 gennaio. 3) Dal 30 ottobre al 28 febbraio.

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PESCA – R.D. 22 NOVEMBRE 1914 N. 1486, R.D. 8 OTTOBRE 1931 N. 1604, L. 963/1965, D.AD.A. 10 MAGGIO 1995 N. 412, D.P.R. 1639/68

56. AI SENSI DEL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA DELL'AMBIENTE 3.3.1994 N. 276, 277 E SUCC. MODIFICHE LA RACCOLTA DEI RICCI DI MARE E’ CONSENTITA AI PESCATORI PROFESSIONALI NEL PERIODO:

1) Dal 1 novembre al 31 marzo successivo. * 2) Dal 1 ottobre al 30 marzo successivo. 3) Dal 1 settembre al 30 marzo successivo. 57. AI SENSI DEL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA DELL'AMBIENTE 3.3.1994

N. 276, 277 E SUCC. MODIFICHE ART. 3 I PESCATORI SPORTIVI SONO AUTORIZZATI AL PRELIEVO GIORNALIERO DURANTE TUTTO L’ANNO DI:

1) 50 ricci * 2) 75 ricci. 3) 100 ricci. 58. AI SENSI DEL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA DELL'AMBIENTE 3.3.1994

N. 276, 277 E SUCC. MODIFICHE I PESCATORI MARITTIMI DI PROFESSIONE POSSONO EFFETTUARE UN PRELIEVO GIORNALIERO, PER PESCATORE:

1) Di un numero di ricci fissato con decreto assessoriale. * 2) Di 1200 ricci. 3) Di 2000 ricci. 59. LE DIMENSIONI DEI RICCI, ESCLUSI GLI ACULEI NON POSSONO ESSERE

INFERIORI A: 1) 50 mm. * 2) 40 mm. 3) 60 mm. 60. AI SENSI DELL'ART. 6 DELL R.D. 1604/1931 E' AMMESSO IL COMMERCIO DI

PESCI UCCISI CON MATERIE ESPLODENTI? 1) No. * 2) No, salvo apposita autorizzazione. 3) Si. 61. QUALE E’ L’AUTORITA’ CHE RILASCIA LA LICENZA PER LA PESCA

NELLE ACQUE INTERNE, IN SARDEGNA? 1) L’Assessorato alla Difesa dell’Ambiente. * 2) L’Amministrazione Provinciale. 3) Il Comune di residenza.

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PESCA – R.D. 22 NOVEMBRE 1914 N. 1486, R.D. 8 OTTOBRE 1931 N. 1604, L. 963/1965, D.AD.A. 10 MAGGIO 1995 N. 412, D.P.R. 1639/68

62. GLI ATTREZZI CONSENTITI PER LA PESCA LACUALE E FLUVIALE IN SARDEGNA SONO DICHIARATI PER DECRETO:

1) Ministeriale. * 2) Dell’Assessorato Difesa dell’Ambiente. 3) Dell’Assessorato all’Agricoltura. 63. AI SENSI DELL'ART. 1 DEL D.P.R. 1627/1965 QUALE ORGANO ESERCITA LE

FUNZIONI AMMINISTRATIVE IN MATERIA DI PESCA IN SARDEGNA? 1) L’Amministrazione Regionale della Sardegna. * 2) La Commissione Provinciale della pesca. 3) Il Ministero delle politiche agrarie e forestali. 64. AI SENSI DEL D.P.R. 1627/1965 LA COMPETENZA PRIMARIA IN MATERIA DI

PESCA NELLE ACQUE MARITTIME TERRITORIALI E’: 1) L’Amministrazione Regionale della Sardegna. * 2) L’Autorità Marittima dello Stato. 3) Del Ministero della Marina Mercantile. 65. AI SENSI DEL DECRETO DELL’ASSESSORE DELLA DIFESA

DELL’AMBIENTE N. 412/1995 ART. 1 LA DIMENSIONE DEI PESCI DI ORIGINE MARINA OGGETTO DI PESCA ALLO STADIO ADULTO:

1) Non è soggetta alla limitazione della lunghezza massima. * 2) La lunghezza non può essere inferiore a 7 cm. 3) La lunghezza varia per le diverse specie ed è fissata per decreto. 66. AI SENSI DELL’ ART. 1 DEL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA

DELL'AMBIENTE 412/1995 LE SPECIE DI ORIGINE MARINA OGGETTO DI PESCA CATTURATE NELLE ACQUE INTERNE ALLO STADIO GIOVANILE:

1) Devono avere le dimensioni minime fissate dal decreto. * 2) Non sono soggette alle limitazioni della lunghezza minima. 3) Devono avere dimensioni non inferiori a 10 cm. 67. AI SENSI DELL’ ART. 1 DEL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA

DELL'AMBIENTE 412/1995 CHE DISCIPLINA LE DIMENSIONI MINIME PER LA CATTURA DEI PESCI DI ORIGINE MARINA ALLO STADIO GIOVANILE, QUALE DELLE SEGUENTI MISURE E’ ERRATA:

1) Sogliola cm. 25 * 2) Rombo liscio cm. 20. 3) Rombo chiodato cm. 25.

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PESCA – R.D. 22 NOVEMBRE 1914 N. 1486, R.D. 8 OTTOBRE 1931 N. 1604, L. 963/1965, D.AD.A. 10 MAGGIO 1995 N. 412, D.P.R. 1639/68

68. AI SENSI DELL’ ART. 1 DEL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA DELL'AMBIENTE 412/1995 CHE DISCIPLINA LE DIMENSIONI MINIME PER LA CATTURA DEI PESCI DI ORIGINE MARINA ALLO STADIO GIOVANILE, QUALE DELLE SEGUENTI MISURE E’ GIUSTA:

1) Mustela cm. 20 * 2) Corvina cm. 25. 3) Merluzzo cm. 15. 69. AI SENSI DELL’ ART. 1 DEL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA

DELL'AMBIENTE 412/1995 CHE DISCIPLINA LE DIMENSIONI MINIME PER LA CATTURA DEI PESCI DI ORIGINE MARINA ALLO STADIO GIOVANILE, QUALE DELLE SEGUENTI MISURE E’ ERRATA:

1) Luccio di mare cm. 35 * 2) Palamita cm. 25. 3) Nasello cm. 20. 70. AI SENSI DELL’ ART. 1 DEL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA

DELL'AMBIENTE 412/1995 CHE DISCIPLINA LE DIMENSIONI MINIME PER LA CATTURA DEI PESCI DI ORIGINE MARINA ALLO STADIO GIOVANILE, QUALE DELLE SEGUENTI MISURE E’ GIUSTA:

1) Lampuga cm. 60 * 2) Rombo quattrocchi cm. 25. 3) Leccia cm. 50. 71. AI SENSI DELL’ ART. 1 DEL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA

DELL'AMBIENTE 412/1995 CHE DISCIPLINA LE DIMENSIONI MINIME PER LA CATTURA DEI PESCI DI ORIGINE MARINA ALLO STADIO GIOVANILE, QUALE DELLE SEGUENTI MISURE E’ ERRATA:

1) Cefalo cm. 15 * 2) Spigola cm 25. 3) Orata cm. 20. 72. AI SENSI DELL’ ART. 9 E DELL’ART. 38 DEL R.D. 1486/1914 LA PESCA CON

ATTREZZI NON CONSENTITI E’ UNA VIOLAZIONE CHE COMPORTA: 1) Sanzione amministrativa e sanzione accessoria. * 2) Sanzione penale. 3) Sanzione amministrativa.

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PESCA – R.D. 22 NOVEMBRE 1914 N. 1486, R.D. 8 OTTOBRE 1931 N. 1604, L. 963/1965, D.AD.A. 10 MAGGIO 1995 N. 412, D.P.R. 1639/68

73. LA PESCA ATTUATA CON L’USO DELLA CORRENTE ELETTRICA (ART. 6 DEL R.D. 1486/1914) E’ UNA VIOLAZIONE CHE COMPORTA (ART. 28 R.D. 1604/1931):

1) Sanzione penale e/o sanzioni accessorie. * 2) Sanzione amministrativa e accessoria. 3) Sanzione penale. 74. AI SENSI DELL’ ART. 37 DEL R.D. 1604/1931 IL PESCARE NELLA ACQUE

DOLCI SENZA IL DOCUMENTO DI LICENZA E’ UNA VIOLAZIONE CHE COMPORTA:

1) Sanzione amministrativa. * 2) Sanzione penale. 3) Sanzione penale se non ha conseguito la licenza. 75. AI SENSI DELLA L. 963/1965 (ART. 26) CHI ESERCITA LA PESCA

MARITTIMA SENZA LA PREVENTIVA ISCRIZIONE AL REGISTRO DEI PESCATORI MARITTIMI COMMETTE UNA VIOLAZIONE CHE COMPORTA:

1) Una sanzione amministrativa pecuniaria. * 2) L’arresto. 3) L’arresto e l’ammenda. 76. AI SENSI DELL’ ART. 15 DELLA L. 963/1965 PESCARE IN ZONE E TEMPI

VIETATI DAI REGOLAMENTI, DECRETI E ORDINI EMANATI DALL’AUTORITA’ AMMINISTRATIVA:

1) E’ permesso alla pesca scientifica autorizzata. * 2) E’ proibito a chiunque. 3) E’ permesso alla pesca professionale. 77. PESCARE IN ZONE E TEMPI VIETATI AI SENSI DELL’ART. 15 E’ UNA

VIOLAZIONE CHE COMPORTA (ARTT. 26 E 27 DELLA L. 963/1965): 1) Sanzione amministrativa e sanzione accessoria. * 2) Sanzione penale. 3) Sanzione penale e amministrativa accessoria. 78. AI SENSI DEGLI ARTT. 26 E 27 DELLA L. 963/65 PESCARE QUANTITA’

SUPERIORI A QUELLE PREVISTE DAI REGOLAMENTI (ART. 15, LETT. A, L. 963/65) E’ UNA VIOLAZIONE CHE COMPORTA:

1) Sanzione amministrativa e sanzione accessoria. * 2) Sanzione penale. 3) Sanzione penale e amministrativa e accessoria.

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PESCA – R.D. 22 NOVEMBRE 1914 N. 1486, R.D. 8 OTTOBRE 1931 N. 1604, L. 963/1965, D.AD.A. 10 MAGGIO 1995 N. 412, D.P.R. 1639/68

79. AI SENSI DEGLI ARTT. 26 E 27 DELLA L. 963/65 PESCARE CON LE NAVI E ATTREZZI O STRUMENTI VIETATI (ART. 15, LETT. B, L. 963/65) COMPORTA TRA L'ALTRO OLTRE ALLE SANZIONI AMMINISTRATIVE:

1) La confisca del pescato, degli attrezzi o strumenti, esclusa la nave. * 2) La confisca del pescato, degli attrezzi o strumenti e della nave. 3) La confisca della nave e degli attrezzi o strumenti. 80. AI SENSI DELL’ART. 1 DEL D.M. 21 MAGGIO 1981 E’ VIETATO PESCARE

DETENERE E TRASPORTARE E COMMERCIALIZZARE ESEMPLARI DI: 1) Cetacei e testudinati. * 2) Echinodermi e spongiformi. 3) Cefalopodi e crostacei. 81. AI SENSI DELL’ART. 1 DEL DECRETO ASSESSORIALE 412/1995 LA

LUNGHEZZA DEI PESCI VIENE MISURATA: 1) Dall’apice del muso sino all’estremità del lobo più lungo della pinna codale. * 2) Dall'apice del muso alla pinna anale. 3) Dalla spina branchiale al lobo distrale della pinna codale. 82. AI SENSI DELL’ART. 4 DEL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA

DELL'AMBIENTE 412/1995 LA LUNGHEZZA DEI CROSTACEI VIENE MISURATA:

1) Dall’estremità delle spine sopraorbitali e dalla punta del rostro all’estremità posteriore

dell’animale compreso il telson ma escluse le setae. * 2) Dall’estremità delle antenne all’estremità dell’animale compreso il telson. 3) Dall’estremità delle spine sopraorbitale alle rete dell’estremità posteriore dell’animale. 83. AI SENSI DELL’ART. 4 DEL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA

DELL'AMBIENTE 412/1995 LA TAGLIA MINIMA DEI CROSTACEI PUO’ ESSERE RIFERITA ALLA LUNGHEZZA DEL:

1) Cefalotorace. * 2) Pleon. 3) Urosoma. 84. AI SENSI DELL’ART. 4 DEL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA

DELL'AMBIENTE 412/1995 GLI ESEMPLARI DI CROSTACEI EVENTUALMENTE CATTURATI CON MEZZI INDIVIDUALI DI DIMENSIONI INFERIORI A QUELLE MINIME PREVISTE PER LE DIVERSE SPECIE, DEVONO ESSERE:

1) Rigettati in mare. * 2) Consegnati all’autorità competente. 3) Commercializzati nei limiti del 15% del pescato.

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PESCA – R.D. 22 NOVEMBRE 1914 N. 1486, R.D. 8 OTTOBRE 1931 N. 1604, L. 963/1965, D.AD.A. 10 MAGGIO 1995 N. 412, D.P.R. 1639/68

85. AI SENSI DELL’ART. 12 DEL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA DELL'AMBIENTE 412/1995 AI FINI DELLA TUTELA DELLA MONTATA DEL NOVELLAME VERSO LE ACQUE INTERNE, NELLE AREE DI MARE IN CUI SBOCCANO FIUMI O ALTRI CORSI D’ACQUA NATURALI O ARTIFICIALI E’ VIETATO L’ESERCIZIO DELLA PESCA PROFESSIONALE AD UNA DISTANZA FRONTALE O LATERALE INFERIORE A:

1) 500 m. * 2) 600 m. 3) 400 m. 86. AI SENSI DELL’ART. 13 DEL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA

DELL'AMBIENTE 412/1995 VIGE IL DIVIETO DI COLLOCARE RETI DA POSTA O ALTRI ATTREZZI FISSI, AD UNA DISTANZA, DALLA CONGIUNGENTE I PUNTI PIU’ FORANEI, NATURALI O ARTIFICIALI DELIMITANTI GLI SBOCCHI A MARE DEI FIUMI INFERIORE A:

1) 500 m. * 2) 400 m. 3) 300 m. 87. AI SENSI DELL’ART. 14 DEL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA

DELL'AMBIENTE 412/1995 LA PESCA AL NOVELLAME PUO’ ESSERE AUTORIZZATO SE DESTINATO:

1) Allo stato vivo agli allevamenti ed al ripopolamento anche delle lagune salmastre. * 2) Al consumo sui mercati nazionali. 3) Al ripopolamento nelle acque territoriali estere. 88. LA PESCA DEL NOVELLAME COME PREVISTO DALL’ART. 14 DEL

DECRETO ASSESSORIALE DIFESA DELL'AMBIENTE 412/1995 PUO’ ESSERE AUTORIZZATA:

1) Dall’Assessore della difesa dell’Ambiente. * 2) Dal Comitato Tecnico Consuntivo della Pesca. 3) Dalla Commissione Tecnica Regionale della Pesca. 89. L’ART. 17 DEL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA DELL'AMBIENTE 412/1995

PREVEDE L’AUTORIZZAZIONE PER LA PESCA: 1) Del novellame di sarde e alici. * 2) Del novellame di spigola. 3) Del novellame di cefalo.

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PESCA – R.D. 22 NOVEMBRE 1914 N. 1486, R.D. 8 OTTOBRE 1931 N. 1604, L. 963/1965, D.AD.A. 10 MAGGIO 1995 N. 412, D.P.R. 1639/68

90. L’ART. 17 DEL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA DELL'AMBIENTE 412/1995 PREVEDE L’AUTORIZZAZIONE PER LA PESCA:

1) Del rossetto. * 2) Del novellame di triglia. 3) Del novellame di orata. 91. L’AUTORIZZAZIONE ALLA PESCA DEL BIANCHETTO E DEL ROSSETTO

(DECRETO ASSESSORIALE DIFESA DELL'AMBIENTE 412/95 ART. 18) VIENE RILASCIATA:

1) Dall’Assessore della difesa dell’Ambiente. * 2) Dalla Capitaneria di porto. 3) Dal Comitato Tecnico della Pesca. 92. L’AUTORIZZAZIONE ALLA PESCA DEL BIANCHETTO E DEL ROSSETTO AI

SENSI DELL’ART. 18 DEL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA DELL'AMBIENTE 412/95 DEVE ESSERE RICHIESTA AL COMPETENTE UFFICIO PESCA ENTRO:

1) Il 15 dicembre di ciascun anno. * 2) Non sono previsti limiti di tempo. 3) Il 15 giugno di ciascun anno. 93. AI SENSI DELL’ART. 19 DEL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA

DELL'AMBIENTE 412/95 TRA LE ATTREZZATURE UTILIZZABILI PER LA PESCA DEL BIANCHETTO SI POSSONO USARE:

1) Reti a traino, reti di circuizione con maglie di apertura non inferiore a 5 mm. * 2) Lenze e ami 3) Reti a traino e reti di circuizione con catene o altro sistema atto a consentire il

rastrellamento dei fondali. 94. LA PESCA DEL BIANCHETTO E DEL ROSSETTO AI SENSI DEL DECRETO

ASSESSORIALE DIFESA DELL'AMBIENTE 412/95, ART. 20, PUO’ ESSERE ESERCITATA, NEL PERIODO:

1) Fissato annualmente con decreto dell’Assessore della difesa dell’Ambiente. * 2) Fissato sulla base delle effemeridi dalla Capitaneria di porto. 3) Fissato dalla Commissione Tecnica Regionale della pesca.

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PESCA – R.D. 22 NOVEMBRE 1914 N. 1486, R.D. 8 OTTOBRE 1931 N. 1604, L. 963/1965, D.AD.A. 10 MAGGIO 1995 N. 412, D.P.R. 1639/68

95. AI SENSI DEL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA DELL'AMBIENTE 412/95, ART. 20, LA PESCA DEL BIANCHETTO E DEL ROSSETTO PUO’ ESSERE ESERCITATA:

1) Dalle ore 4 alle ore 18 dei giorni feriali. * 2) Dalle ore 4 alle ore 18 dei giorni festivi. 3) Dalle ore 6 alle ore 20. 96. AI SENSI DEL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA DELL'AMBIENTE 412/95,

ART. 20, LA PESCA DEL BIANCHETTO E DEL ROSSETTO PUO’ ESSERE ESERCITATA ANCHE NELLE ORE NOTTURNE SE:

1) Effettuate con attrazione luminosa e reti da circuizione. * 2) Effettuata nelle notti di luna piena con reti a traino. 3) Effettuata con attrazione luminosa e trattine. 97. AI SENSI DELL’ART. 21 DEL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA

DELL'AMBIENTE 412/95 COLORO CHE SONO AUTORIZZATI ALLA PESCA DEL BIANCHETTO E DEL ROSSETTO DEVONO ANNOTARE I DATI RELATIVI ALLA QUANTITA’ DI PESCATO, LE GIORNATE E LE ZONE DOVE VIENE ATTUATA LA PESCA:

1) Su apposito modulo. * 2) Sul registro di bordo. 3) Nell’apposito spazio dell’autorizzazione. 98. AI SENSI DELL’ ART. 21 DEL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA

DELL'AMBIENTE 412/95 LA COMUNICAZIONE DEI DATI RELATIVI ALLA QUANTITA’ DI PESCATO, GIORNATE E ZONE DI PESCA DEVE ESSERE EFFETTUATA MENSILMENTE:

1) All’assessorato della Difesa dell’Ambiente. * 2) Al Comitato Regionale della Pesca. 3) Alla Capitaneria di Porto. 99. AI SENSI DEL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA DELL'AMBIENTE 412/95,

ART. 21, LA MANCATA COMUNICAZIONE MENSILE DEI DATI RICHIESTI, ANCHE SE NEGATIVI, PER LA PESCA DEL BIANCHETTO E DEL ROSSETTO, COMPORTA:

1) La revoca dell’autorizzazione ed il mancato rinnovo dell’autorizzazione per le campagne

di pesca successive. * 2) L’applicazione delle sanzioni amministrative previste per le violazioni all’esercizio della

pesca. 3) Il mancato rinnovo dell’autorizzazione per le campagne di pesca successive.

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PESCA – R.D. 22 NOVEMBRE 1914 N. 1486, R.D. 8 OTTOBRE 1931 N. 1604, L. 963/1965, D.AD.A. 10 MAGGIO 1995 N. 412, D.P.R. 1639/68

100. IL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA DELL'AMBIENTE N. 2973/93, REGOLAMENTA LA PESCA CON I BERTOVELLI CHE DEVONO AVERE IL CORPO FORMATO CON RETE A MAGLIE NON INFERIORI A:

1) 12 mm. * 2) 11 mm. 3) 10 mm. 101. IL DECRETO ASSESSORIALE DIFESA DELL'AMBIENTE 2973/93 ALL’ART. 2

PREVEDE CHE NEL BERTOVELLO IL LATO DELLA MAGLIA DELLA RETE DEL SACCO FINALE NON SIA INFERIORE A:

1) 10 mm. * 2) 9 mm. 3) 8 mm. 102. L’USO DEL BERTOVELLO E’ CONSENTITO, AI SENSI DELL’ART. 5 DEL

DECRETO ASSESSORIALE DIFESA DELL'AMBIENTE 2973/1993 DAL: 1) 1 ottobre di ogni anno al 31 gennaio dell’anno successivo. * 2) 1 settembre di ogni anno al 31 gennaio dell’anno successivo. 3) 1 ottobre di ogni anno al 30 marzo dell’anno successivo. 103. AI SENSI DELL’ART. 104 DEL DPR 1639/1968 LE RETI DA POSTA DEVONO

ESSERE MUNITE DI SEGNALI GALLEGGIANTI DISTANTI TRA LORO NON PIU’ DI 200 M. DI CHE COLORE DEVONO ESSERE?

1) Giallo. * 2) Rosso. 3) Bianco. 104. AI SENSI DELL’ART. 106 DEL DPR 1639/1968 E’ CONSENTITO L’IMPIEGO DI

TUTTI I TIPI DI RETE DA CIRCUIZIONE DI QUALSIASI GRANDEZZA PURCHE’ LE DIMENSIONI DELLA MAGLIA NON SIANO INFERIORI A:

1) 10 mm. * 2) 15 mm. 3) 8 mm. 105. AI SENSI DELL’ART. 108 DEL DPR 1639/1968 L’USO DI FONTI LUMINOSE

PER L’IMPIEGO DELLE RETI DA CIRCUIZIONE E’ VIETATO NELLE ZONE DI MARE NELLE QUALI LA PROFONDITA’ DELLE ACQUE SIA INFERIORE:

1) A 30 m. entro tre miglia marine dalla costa. * 2) A 50 m. entro quattro miglia marine dalla costa. 3) A 40 m. entro le due miglia marine dalla costa.

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PESCA – R.D. 22 NOVEMBRE 1914 N. 1486, R.D. 8 OTTOBRE 1931 N. 1604, L. 963/1965, D.AD.A. 10 MAGGIO 1995 N. 412, D.P.R. 1639/68

106. AI SENSI DELL’ART. 110 DEL DPR 1639/1968 LE RETI DA TRAINO NON POSSONO ESSERE COMPOSTE IN ALCUNA PARTE DA MAGLIE AVENTI APERTURA INFERIORE A:

1) 40 mm. * 2) 30 mm. 3) 50 mm. 107. AI SENSI DELL’ART. 111 DEL DPR 1639/1968 E’ SEMPRE VIETATO L’USO DI

RETI DA TRAINO NELLE ZONE DI MARE NELLE QUALI LA PROFONDITA’ DELLE ACQUE SIA INFERIORE AI 50 M. ENTRO LE TRE MIGLIE MARINE DALLA COSTA?

1) No se esercitata da natanti a remi. * 2) No se esercitata da natanti a motore. 3) Si sempre. 108. AI SENSI DELL’ART. 112 DEL DPR 1639/1968 QUALE E’ LA DISTANZA

MINIMA, DAI SEGNALI DI POSIZIONE DI ALTRI ATTREZZI DA PESCA, CHE SI DEVE TENERE PER L’ESERCIZIO DELLA PESCA CON RETI DA TRAINO?

1) 300 m. * 2) 500 m. 3) 600 m. 109. LE RETI DA LANCIO, COME IL GIACCHIO, IL REZZAGLIO SONO

CONSENTITE NELLA PESCA PROFESSIONALE. AI SENSI DELL’ART. 115 DEL DPR 1639/1968 QUALE E’ LA DIMENSIONE MINIMA DELLE MAGLIE?

1) Non vi è alcun limite di dimensione. * 2) Apertura non inferiore a 10 mm. 3) Apertura non inferiore a 12 mm. 110. AI SENSI DELL’ART. 116 DEL DPR 1639/1968 LE ESTREMITA’ DEI

PARANGOLI DEVONO ESSERE MUNITI DI GALLEGGIANTI CON BANDIERA DI GIORNO E FANALE DI NOTTE. DI CHE COLORE DEVONO ESSERE I SEGNALI?

1) Tutti gialli. * 2) Giallo il galleggiante, rossi la bandiera e il fanale. 3) Tutti rossi.

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PESCA – R.D. 22 NOVEMBRE 1914 N. 1486, R.D. 8 OTTOBRE 1931 N. 1604, L. 963/1965, D.AD.A. 10 MAGGIO 1995 N. 412, D.P.R. 1639/68

111. DA QUALE DISTANZA DEVONO ESSERE VISIBILI I SEGNALI PREVISTI DI CUI ALL’ART. 116 DEL DPR 1639/1968?

1) Non inferiore a mezzo miglio. * 2) Non inferiore ad 1 miglio. 3) Non inferiore a 500 m. 112. AI SENSI DELL’ART. 124 DEL DPR 1639/1968 LA STAGIONE DI PESCA DEL

CORALLO COINCIDE: 1) Con l’anno solare. * 2) Con la stagione estiva. 3) Con i primi sei mesi dell’anno.

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