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Anno I - Numero 9 2 dicembre 2011 Happy Days? Commercio in crisi anche a Vasto Direttore Responsabile: Giuseppe Tagliente Reg. al Tribunale di Vasto n. 102 del 22/06/2002 Redazione: Corso Italia n. 1 Vasto Tel. & Fax 0873.362742 Pubblicità: Editoriale Quiquotidiano Corso Italia,1 Vasto - Stampa: Edizioni Il Castello - Martano Editrice (BA) www.quiquotidiano.it - mail: [email protected] settimanale d’informazione, politica, economia, cultura, spettacolo, società, sport free press

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Anno I - Numero 92 dicembre 2011

Happy Days?Commercio in crisi anche a Vasto

Direttore Responsabile: Giuseppe Tagliente Reg. al Tribunale di Vasto n. 102 del 22/06/2002 Redazione: Corso Italia n. 1 Vasto Tel. & Fax 0873.362742Pubblicità: Editoriale Quiquotidiano Corso Italia,1 Vasto - Stampa: Edizioni Il Castello - Martano Editrice (BA) www.quiquotidiano.it - mail: [email protected]

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11 novembre 2011 copertina pag. 2 www.quiquotidiano.it

66050 San Salvo (Ch) - Via di Montenero 8 Tel. 0873 341357 fax 0873 346503

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www.quiquotidiano.it sommario pag. 3 2 dicembre 2011

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Collaborano con noi: Renato Besana, Paolo Bussagli, Franco Cardini, Lucio D’Arcangelo, Andrea Mazzatenta, Filippo Salvatore, Antonio TetiRedazione: Gianfranco Bonacci, Nino Cannizzaro, Vincenzo Castellano, Gianfranco D’Accò, Michele Del Piano, Leano Di Giacomo, Stefano Lanzano, Annamaria Orsini, Giuseppe F. Pollutri, Franco Sorgente, Michele Tana Direttore di redazione: Elio BitrittoCapo Redattore: Rosa MilanoGrafica ed impaginazione: PiùGrafica - San SalvoPubblicità: Edda Di Pietro, Giuseppe GiannoneDistribuzione: Norma Carusi

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settimanale

Editoriale

Una tregua per svelenire e rigenerare la politica, per chiudere un ciclo e aprirne un altro

“Happy Days ?” pag.4

“La festa è finita”pag. 7

“I costi della Sanità: quanto incide l’ignoran-za informatica?”pag. 9

“La comunicazione politica evolve anche a San Salvo”pag. 10

“Letteratura come vita”di Lucio D’Arcangelo pag. 12/13

di Giuseppe Tagliente

Sono in tanti gli amici che mi chiedono perché da qualche tempo trascuro di parlare (direttamente) delle questioni vastesi e devo loro una spiegazione, che condenso in una massima latina: maiora premunt. In altre parole perché nella situazione di grande allarme economico, ch’è anche allarme politico e sociale, in cui viviamo, il dibattito dev’essere necessariamente rivolto alle grandi questioni che affliggono oggi il popolo italiano. Tutto il resto passa in secondo, terzo e quart’ordine, anche per l’evidente fragilità degli argomenti e delle argomentazioni usate, nonché spesso per la stessa legge-rezza da un punto di vista politico e culturale delle persone che si appassionano ad esse. Basta vedere quel che accade sullo scenario politico vastese per averne contezza. E allora preferisco parlare di cose serie e tornare sulle considerazioni scritte la settimana scorsa a proposito del governo Monti e della indispensabilità che il centrodestra gli dia il massimo dell’appoggio possibile. Lo faccio passando per una volta la penna alla mano di Marcello Veneziani, che conosco da tanti anni, noto per essere uno dei più brillanti maîtres à penser della destra italiana ed opinionista de “Il Giornale”. Il suo pezzo di domenica scorsa, che riporto per intero, è sulla stessa lunghezza d’onda con il pregio d’aggiungere altre conside-razioni alle mie e d’essere evidentemente scritto meglio.

“Per amor patrio, restiamo sui MontiInsomma, che vogliamo fare col governo Monti? Sento crescere come un’ola irresistibile nel centro-destra la tentazione di dissociarsi e attaccarlo, staccare la spina e perfino una punta di sadico com-piacimento della sua insufficienza. Capisco. È stato un governo nominato dall’alto, made in Giorgio, voluto dalla finanza e benedetto dall’estero, o viceversa, segna la resa della democrazia allo spread, si presenta con la faccia feroce delle misure “impressionanti”, è benvoluto dalla sinistreria, ha sostituito un governo che, comunque lo si giudicasse, veniva da libere e democratiche elezioni. Per la stampa di centro-destra, poi, è più facile attaccare, dà più smalto, risponde a un’indole, magari rianima le tirature. Tutto comprensibile . attaccare un governo dei poteri economici viene naturale anche a me. Però vedo la situazione grave del mio Paese e non me la sento di remare contro il governo d’Italia. Lo dicevo già prima agli sciacalli incoscienti che in piena emergenza erano disposti a sfasciare l’Italia pur di sfasciare il suo premier. E lo dico anche oggi. Prima l’Italia. Non facciamo al governo Monti quel che rimprovera-vamo, e giustamente, all’opposizione irresponsabile di ieri. Andare al voto subito significa aggravare la situazione e probabilmente non avere un governo dopo. Abbiamo poi bisogno di un periodo di tregua per svelenire e rigenerare la politica, per chiudere un ciclo e aprirne un altro. E per compiere alcune riforme fino a ieri impossibili. Allora vi dico: restiamo sui Monti fino al 2013 e poi torniamo in città. “

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2 dicembre 2011 copertina pag. 4 www.quiquotidiano.it

Happy Days ?La crisi si sente anche a Vasto. Eccome…

Il saldo attivo è pari all’1,1 per cento: a fronte di un numero complessivo di imprese, sul territo-rio comunale di Vasto di 4.031 se ne registrano

4.077 all’ultima rilevazione. La comparazione di dati è nel periodo di un anno compreso tra il 30 set-tembre 2010 ed il 30 settembre 2011 ed il rapporto è fornito dalla Camera di Commercio di Chieti. Dati, sottolineano all’ente camerale, in controtendenza rispetto a quanto si verifica nel resto dell’area provin-ciale. Vasto, insomma, al di là dei sempre preoccupanti riflessi della crisi economi-ca, mostra comunque una certa ‘vitalità’ nel settore. Su questo, stando ai numeri, non c’è dubbio. Ma la sostanza? La ‘fotogra-fia’ che emerge, insomma, riesce poi a trovare fedele riscontro nella buona ri-sposta, a livello di floridità ed espansione, delle varie e numerose attività che vengono intraprese? L’im-pressione, generale, è che la sofferenza non manchi, spe-cie per quel che concerne il comparto del commercio. Questo settore, d’altronde, è quello che recita la ‘parte del leone’ anche e soprat-tutto a livello di consistenza numerica. In attivo le nuove attività, ma i dati ufficiali in-gannano perchè l’aumento è dato dai molti giovani che cercano ossessivamente ed inutilmente un’alternativa alla disoccupazione come

dimostrano le attività che abbassano le saracine-sche dopo soltanto pochi mesi. Il centro storico principalmente, ma non solo, offre per certi versi quella che è l’immagine più ficcante della realtà odierna. Cartelli ‘affittasi’ che spuntano ai locali al piano ter-ra, negozi che sono costretti a ‘tagliare’ il personale, bilanci alla fine del mese sempre più magri con cali

Settore (Cod. Ateco 2007)2011

(al 30.09)

2010

(al 30.09)

Var. %

2011/2010

A Agricoltura, silvicoltura pesca 647 663 -2,4B Estrazione di minerali da cave e miniere 1 1 0,0C Attività manifatturiere 285 288 -1,0D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condiz... 4 1 300,0

E Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione d... 4 3 33,3

F Costruzioni 573 572 0,2G Commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di aut... 1.077 1.062 1,4

H Trasporto e magazzinaggio 61 66 -7,6I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 322 300 7,3J Servizi di informazione e comunicazione 75 71 5,6K Attività finanziarie e assicurative 108 101 6,9L Attività immobiliari 72 68 5,9M Attività professionali, scientifiche e tecniche 110 99 11,1N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imp... 98 97 1,0

P Istruzione 23 23 0,0Q Sanità e assistenza sociale 28 27 3,7R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e diver... 66 57 15,8

S Altre attività di servizi 187 182 2,7X Imprese non classificate 336 350 -4,0

Totale 4.077 4.031 1,1

nelle vendite che si registrano un po’ dappertut-to. Anche dalle nostre parti, evidentemente, trova rappresentazione quello che avviene in altre zone dello Stivale e non solo: decrementi significativi nell’ambito delle cessioni al dettaglio, che a volte superano anche le più pessimistiche aspettative, e tendenza, con questi ‘chiari di luna’, a non spende-re più di tanto. “Adda passà a nuttata”, verrebbe da

dire. Già, ma quando? Quel che ci accade intorno, per la verità, non induce troppi a manifestare ottimismo e lo stato di precarietà, per molti, fa sentire appieno i suoi negativi effetti. Adesso attendiamo al varco pure le scelte, annunciate ‘dolorose’ ed al limite delle ‘lacrime e sangue’, necessarie per ‘salvare il salvabile’. Intanto, si avvicina il Natale. Inizia-no a notarsi le luci tipiche del periodo, le vetrine s’ab-belliscono e ‘rifioriscono’. Il periodo, anche questo, sarà una cartina al tornaso-le essenziale per verificare la realtà economica anche locale. La speranza di poter finalmente riuscire a volta-re pagina non manca, ma comincia ad allungarsi trop-po… Tra ‘spifferi’ di recessio-ne e malaugurati ‘Euroged-don’, d’altronde, lo scenario non è dei più incoraggianti. E allora ci ripetiamo: ‘Adda passà ‘a nuttata’ e confidia-mo davvero che passi il più in fretta possibile.

Sedi di impresa registrate a Vasto: ma i dati non devono ingannare

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www.quiquotidiano.it Vasto pag. 5 2 dicembre 2011

Natale di crisi

Caro Direttore sabato 26 partecipando alla colletta alimentare e pensando a ciò che ci

succede attorno, ho avuto la sensazione che il sì e il no siano stati costretti ad emigrare.

Sono stati esiliati dall’anima nostra. Al loro posto la sfrontatezza, la maleducazione, la mancanza di pudore. Il sì e il no sono i

battiti di uno stesso cuore. Il sì e il no devono tornare a casa. Sì all’amore, Sì al futuro. Sì

all’impegno, al dono di sé, alla vita.No alla violenza, al malaffare, alla menzo-

gna. No alle carte truccate.Dire no è liberatorio. Dire sì è creativo.

Il sì e il no sono il filo conduttore della nostra vita e della nostra identità. Parliamo del NO.

È complicato dirlo, ma va detto. Spesso ci facciamo aiutare da altre parole che fanno da contrafforte e ci aiutano per la rincorsa:

assolutamente no; nel modo più assoluto no; è categorico no. Se dici sì all’amore devi

dire no a tutto quello che viaggia in senso contrario. Il sì è sempre preceduto da qualche

no. E il Sì? Il sì ha confini precisi, articolati, chiari. A prima vista indica forza, carattere. Appartiene ai progetti. Benvenuto quando

bussa alla nostra porta. Il sì e il no sono il testa e croce di una stessa moneta: il primo è

succedaneo al secondo. Il no è il sasso nella fionda per abbattere il gigante a te ostile. Il

sì è la freccia per andare a bersaglio e fare centro. Alla colletta ho sentito troppi: non so, forse, vorrei, però.! Ricordiamoci che tra il sì e

il no ci andiamo di mezzo NOI.

l sì e il no devono tornare a casa!

Il povero fessoUn quadro desolante: poca gente nei negozi, locali chiusi ed invenduti e l’amministrazione comunale che brilla (come un addobbo natalizio) per assen-za. Vasto. È sufficiente una passeggiata nell’ora del cosiddetto “struscio” per osservare quanto “vuoti” siano i negozi, sia al centro che anche in periferia. Gli unici a “salvarsi” in qualche modo sono i centri commerciali, ma anche in questi si vedono meno persone, almeno di intente a far spesa sul serio, e quelle attività ospitate in locali di proprietà degli stessi gestori. Effetto della crisi: consumi delle famiglie a minor reddito sono nettamente calati e si acquista solo l’indispensabile mentre il denaro sembra aver ac-quisito un maggior rispetto, legato, com’è, al suo minor potere d’acquisto. Un altro sguardo consen-te poi di notare anche l’enorme quantità di locali commerciali invenduti, Se ne vedono dappertut-to, a riprova che l’acquisto dei vani a pianterreno

L’Azienda sanitaria locale Lanciano Vasto Chieti ha formalmente adottato il nuovo Atto aziendale che definisce l’organizzazione e l’assetto della Asl provinciale. Rispetto alla proposta iniziale sono state apportate alcune modifi-che, accogliendo le richieste formulate in questi giorni nel corso de-gli incontri con le Organizzazioni sindacali, il Consiglio dei sanitari, il Collegio di Direzione, la Commissione Paritetica e, questa mattina, con i sindaci del Comitato ristretto. Ad esempio, è stato rafforzato il ruolo degli ospedali di Lanciano e Vasto, incrementando ulterior-mente il numero delle unità operative a valenza dipartimentale. La versione definitiva dell’Atto aziendale prevede in totale 103 unità operative complesse, 42 dipartimentali e 140 semplici. Durante l’in-contro con i sindaci, svoltosi in un clima di cordialità e collaborazio-ne, il Direttore generale della Asl, Francesco Zavattaro, ha indicato la volontà dell’Azienda di rafforzare l’assistenza sul territorio e di

non è più considerato un investimento. È uno stato di crisi generalizzata che caratterizza il com-mercio nella nostra città e la politica brilla per la totale assenza di proposte. Già, la politica dorme e non si ha neanche sentore di iniziative in grado al-meno di alleggerire il peso che grava sul terziario cittadino, da sempre una fonte di occupazione e di reddito per moltissimi cittadini con un indotto ancora più ampio di addetti. Neanche di misure in vista del Natale ormai prossimo, che si annuncia come uno dei peggiori degli ultimi cinquant’anni, come ad esempio la creazione di parcheggi anche provvisori a ridosso del centro storico e riduzione dei costi di sosta delle autovetture, deroghe, ridu-zioni di tasse e tributi e, perchè no? una maggiore “flessibilità” nella attività di repressione degli ad-detti al traffico ed alle soste. Pannicelli caldi dirà qualcuno, ma intanto proviamo a metterli in atto. P.T.

valorizzare alcune aree di eccellenza cruciali per l’incremento della mobilità attiva. Ad esempio, la Asl ha in corso le procedure per l’as-sunzione di due “primari” di chirurgia e di ostetricia e ginecologia, entrambi a indirizzo oncologico. La Direzione aziendale ha inoltre rassicurato i sindaci sulla volontà di potenziare la rete dell’emergenza nelle aree interne, non appe-na saranno disponibili le necessarie risorse umane e tecnologiche. Apprezzamento è stato espresso dal consigliere regionale Giuseppe Tagliente, il quale ha evidenziato come l’impegno dei consiglieri re-gionali del territorio ha consentito di ottenere risultati apprezzabili, consentendo modifiche sostanziali rispetto alla iniziale proposta di atto aziendale della Direzione della Asl. “Sarà ancora nostra cura – ha sottolineato il consigliere regionale del centrodestra - seguire le ulteriori tappe del percorso amministrativo dell’atto sino alla defi-nitiva approvazione”.

Approvato l’atto aziendale della asl

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2 dicembre 2011 Vasto pag. 6 www.quiquotidiano.it

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La festa è finitadi Paolo Bussagli

La festa è finita. Ormai lo sanno tutti. Al di là delle ipocrisie, delle ragioni di comodo, delle incrosta-zioni ideologiche e delle altre sovrastrutture con cui abbiamo giustificato la nostra vita, la festa è finita. E’ stata una festa veramente lunga: 40 anni di gozzoviglie, di denaro sprecato a fiumi di gen-te intontita dai fumi dell’ebbrezza. Ma è finita; e mentre scriviamo la cosa è ormai chiara a tutti.Qualcuno dirà che per lui questi anni non sono stati una festa. Ma non è vero. La festa c’era, era intorno a noi, in ogni istante, in ogni momento. Certo, qualcuno di noi la festa non se l’è godu-ta; qualcuno era contrario a quel clima. Ma era comunque alla festa. Magari raccoglieva solo le briciole , o magari ci stava come quei tipi che alle feste non si mescolano, quelli che guardano con disprezzo i più che si divertono, che ballano o che bevono. Ma tutti stavamo a quella festa: per-chè non era possibile starne fuori: era intorno a no, dovunque.La festa era nelle scuole pubbliche dove insegnavano e insegnano persone senza formazione; era ai pubblici concorsi, nei pubblici appalti, dove si sapeva bene come andava a finire prima ancora che cominciassero; la festa era nei conti in banca dei babypensionati che dopo ap-pena 15 anni di lavoro si guadagnavano un vitali-zio che poteva durarne quaranta o anche più. La festa era in tutti i posti di lavoro pubblico, dove l’importante non era far bene il proprio lavoro, ma farsi i fatti propri e integrarsi nell’ambiente. Eh sì, alle festa non conta niente saper fare le cose; alle feste non conta niente essere intelligenti o ca-paci, avere una buona formazione o saper lavora-re. Sono virtà, queste, che nelle feste godono di scarsa considerazione: alle feste la cosa importan-te è integrarsi nel clima di ebbrezza: saper danza-re, saper saltare, essere simpatici e corretti. La gran massa degli italiani in questi anni si è integrata alla perfezione in questo clima. Quan-do si scriverà la storia di questa lunga festa non si dirà semplicemente che sono stati dilapidati i soldi delle nuove generazioni. In effetti lo spreco di denaro è, alla fine, il problema miniore. Il guaio

è stato lo spreco di capitale umano. Abbiamo di-strutto le radici profonde della nazione. Abbiamo distrutto il “know how” nazionale: alla fine degli anni ‘60 eravamo una nazione capace di fare le Lamborghini, capaci di costruire il primo personal computer della storia dell’Umanità. E oggi? oggi non sapremmo più fare neanche le radioline a transistor. Nemmeno i registratori Geloso saprem-mo più fare, altro che IPod e Ipad! E se questo che vi dipingo vi pare un quadro cata-strofico, preparatevi, perchè il peggio devo ancora dirlo. Siccome alle feste non serve a nulla saper la-vorare non solo abbiamo disimparato, ma abbia-mo omesso di insegnare ai giovani. A cosa serve studiare, a una festa? A niente; e questa è la pre-messa della vera tragedia, la tragedia dei ragazzi, dei giovani che nella festa e nel suo clima ci sono nati e ci sono cresciuti. Il problema dei ragazzi, dei nostri figli e dei nostri nipoti, non è il fatto che de-vono portare sulle spalle i costi della lunga festa italiana; il problema è che si trovano ad avere una formazione assolutamente inadeguata rispetto ai compiti che li attendono. Centinaia di migliaia di giovani italiani cresciuti sui computer e su inter-net che hanno imparato solo a cliccare “mi piace”: la verità è che se cerchi un programmatore o un esperto di grafica 3d devi prenderti un polacco, o un cinese. Il problema di larga parte dei giova-ni non è che non trovano un lavoro. Il problema è che non possono trovarlo perchè hanno una formazione troppo elevata per fare lavori umili e troppo mediocre per svolgere compiti seri e im-pegnativi. E’ purtroppo un dato acquisito in modo definiti-vo: i risultati del P.I.S.A. (“Program for International Student Assessment” - che pure è fatto in modo tale da addolcire i risultati per l’Italia) parlano chiaro: i ragazzi delle nostre scuole hanno se-rie difficoltà a comprendere quello che trovano scritto sui libri, con un trend in costante discesa... Anno dopo anno le conoscenze diminuiscono e la preparazione cala. E gli stessi giovani che si ri-bellano a questa situazione finiscono per essere

il simbolo vivente di un’impotenza a migliorare: i giovani “indignados” italiani fanno tenerezza quando propongono - per uscire dalla crisi - le stesse misure di monetizzazione che Fanfani e la DC adottarono negli anni ‘60-70 (e che sono - per altro - l’origine prima delle nostre disgrazie) . Gli “indignados” pensano di essere rivoluzionari ma seguono - senza saperlo - le stesse linee di Fanfani e di Cirino Pomicino... Ci sarebbe da sorridere se non fosse tragico.Certo, ci sono delle eccezioni. Ci sono tra i giova-ni e ci sono tra i vecchi. E questa è una fortuna. Ma si tenga presente che è l’unica che abbiamo. La realtà è che il livello medio di competenza di un giovane italiano è più basso di quello medio dell’europa ed è tragicamente inferiore rispetto alla Corea o alla Polonia; e non si tratta di un dato come il PIL che può scendere o salire di anno in anno; una massa di incapaci è una massa di inca-paci: costituisce una massa inerziale formidabile e di essa non si libera facilmente da un giorno all’altro. Ora che la festa è finita cominciamo a svegliarci e sentiamo in bocca un sapore cattivo e un gran giramento di testa: ma potremo salvarci solo se ci riscuoteremo davvero e ricominceremo ad affron-tare la vita; chi sa insegni a chi non sa; chi sa fare insegni a chi non sa fare. Chi non sa stia zitto e impari. Altrimenti il declino sarà inevitabile.

Uomo di teatro, scrittore, giornalista, Paolo Bussagli inizia con questo articolo la collaborazione con Qui Settimanale.

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2 dicembre 2011 Vasto pag. 8 www.quiquotidiano.it

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www.quiquotidiano.it regione pag. 9 2 dicembre 2011

Vasto - Via Roma 5 tel. 0873 365010

Nella nostra regione, ormai da alcuni anni, nell’immaginario collettivo di molti abruzzesi è naturale collegare la parola

“sanità” con un termine che suscita inquietudi-ne e preoccupazione: indebitamento. Il debito colossale della sanità accumulato nel corso dei decenni, attribuibile a cause diverse e non sem-pre di facile comprensione, è certamente da ad-dossaread una gestione “allegra” e “incontrollata” del denaro stanziato per la spesa sanitaria. Tut-tavia altre cause, meno apparenti e sicuramente meno pubblicizzate, possono aver contribuito alla realizzazione di un debito pubblico così im-ponente. Una di queste è probabilmente l’one-re sostenuto annualmente dalle aziende, come perdita di produttività, per l’insufficiente prepa-razione dei lavoratori nell’impiego delle tecnolo-gie dell’informazione e delle comunicazioni (ICT - Information and Communication Technology). L’Associazione Italiana per l’Informatica ed il Cal-colo Automatico (AICA) in collaborazione con SDA Bocconi, ha condotto uno studio del “costo dell’ignoranza informatica”in Italia, soprattutto per valutare il costo che la mancanza di cultura nell’utilizzo delle tecnologie informatiche com-porta per l’intera collettività. I risultati, in termini negativi, si sono rivelati impressionanti soprat-tutto per quanto concerne l’impatto economico che “l’ignoranza”, ha sul Paese. Un dato per tutti: è stato dimostrato che il tempo perso in Italia,

nel mondo del lavoro in generale, per scarsa co-noscenza del computer produce annualmente un costo di circa 19 miliardi di Euro.Tra i diversi comparti esaminati, quello della Sanità assume una particolare rilevanza. Basti pensare che l’ammontare del costo dell’igno-ranza informatica nel settore sanitario è pari a 2 miliardi di euro annui. Attualmente nelle azien-de sanitarie nazionali, il personale che si avvale dell’informatica è tra il 35 e il 50% del totale, a secondadelle dimensioni dell’azienda; di più nel-le piccole e medie, meno nelle grandi. Ciò non-dimeno, secondo l’indagine, l’improduttività de-rivante dal cattivo utilizzo dei sistemi informatici è pari a 861.712.616 euro, pari allo 0,84% della spesa sanitaria globale. In altre parole l’ignoranza del personale ci co-sta più di quanto si spenda per informatizzare il comparto sanitario (n.b. la spesa per l’informa-tizzazione della sanità, in Italia, costa ogni anno 602.999.891 euro). Quindi è indubbio che i mag-giori impedimenti alla diffusione delle nuove tecnologie in molti casi siano da attribuire non tanto alla mancanza di strumenti e tecnologie ma soprattutto alla carenza di formazione e di supporto tecnico adeguato.Come se non bastasse, secondo un’indagine condotta dall’Osservatorio nazionale sulla sicu-rezza informatica, la salute degli italiani oltre a correre molteplici rischi, derivanti dai ben noti

casi di “malasanità”, è anche a rischio “privacy”. Secondo l’indagine dell’Osservatorio, i dati sani-tari, custoditi dalle Asl, sono “violabili” nel 60% dei casi, grazie all’utilizzo “insicuro” di sistemi informativi collegati alla rete Internet. E proprio mentre in Italia e soprattutto in alcune regioni (Abruzzo in testa) ci si interroga sulle metodolo-gie di risanamento bilanci costantemente afflitti dalla crescita della spesa sanitaria, in Danimarca, lo sviluppo dei servizi E-Health (Electronic He-alth) ha raggiunto livelli elevatissimi, producen-do una corposa riduzione delle voci di spesa e un sostanziale miglioramento dei servizi. Sempre dalla ricerca condotta da AICA e SDA Bocconi, è emerso che nella Sanità le tecnologie informatiche non sono soltanto utilizzate per migliorare l’operatività e ridurre i costi, ma van-no piuttosto valorizzate come fattore primario di organizzazione dei processi diagnostici, te-rapeutici e chirurgici, nonché di gestione orga-nizzativa dei reparti. Inoltre è stato ampiamente dimostrato come le tecnologie IT (Information Technology) riducano il “rischio clinico” del 50%, vale a dire un numero di “incidenti”, “negligenze” ed “errori”, praticamente dimezzato. Antonio Teti

I costi della Sanità: quanto incide l’ignoranza informatica?

Docente presso il Centro Informatizzazione Ricerca e Servizi dell’Università di Chieti

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2 dicembre 2011 San Salvo pag. 10 www.quiquotidiano.it

La comunicazione politica evolve anche a San Salvo

Via D’Annunzio 3a/3b - 66054 Vasto (Ch)Tel. 0873 368290 Fax 0873 510786

SAN SALVO – Da che mondo è mondo, la politica e i sistemi di comunicazione sono in evoluzione. Una volta c’erano i comizi e le adu-nate oceaniche dei militanti di Piazza Venezia per i fascisti e Piazza San Giovanni per i comunisti, poi arrivarono le tv, con le tribune politiche ed elettorali, capaci di raggiun-gere anche la maggioranza silenziosa. Tanto i comizi, quanto le tri-bune politiche avevano un oratore che parlava ed un pubblico che ascoltava. Ades-so con la rete, le web tv, i siti interattivi, oratore e pubblico interagiscono (fbk ed i social network, docet). Sono possi-bili con internet confronti tra politici, candidati ed oratori, che consentono al pubblico (elettore) di farsi un’idea sul-le proposte programmatiche restando seduto davanti al computer di casa o dell’uffi-cio. Diversamente dalla pro-grammazione televisiva, il pubblico (elettore) può scegliere l’ora, anzi il mo-mento in cui “sintonizzarsi” per seguire le “nuove

tribune elettorali dell’era di internet”. A San Salvo, purtroppo, contraddittori tra politici non ci sono

mai stati, se si eccettuano i momenti istituzionali, rappresentati dai Consigli comunali. Per essere al

passo con la modernità e le tecnologie avanzate, la web tv locale sansalvomare.it mette in rete settima-

nalmente un talk show, chia-mato “Chi c’è, c’è…”. La prima puntata c’è stata lo scorso fine settimana ed ha visto “ospiti” i rappresentanti del Movimento a 5 stelle e il presidente di Ita-lia Unita (forze politiche, che saranno presenti alle prossime elezioni e che possono essere considerati “né di destra e né di sinistra”). Entrambi hanno con-fermato che saranno in lizza. La seconda puntata, che andrà on line prossimamente, ha vi-sto la presenza di due uomini di centrosinistra: Raimondo Pascale ed Osvaldo Menna, dal quale si è appreso che “pro-babilmente” sarà candidato, cosa non scontata visto la sua recente uscita dall’Idv. Sia nella prima che nella seconda pun-tata, per rendere più “leggeri” i contenuti dei politici, è strato ospitato il cabarettista Giusep-pe Giannone, che ha eseguito

brani canori, gags e simpatiche battute.Orazio Di Stefano

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www.quiquotidiano.it sport pag. 11 2 dicembre 2011

Nuoto. Parte alla grande la nuova stagione con De Ascentis e Pietrocolaè nel segno della continuità l’inizio della nuo-

va stagione natatoria a Vasto: dopo quella andata in archivio l’estate scorsa, tutta da

incorniciare, un nuovo anno ha preso il via sotto i migliori auspici grazie alle giovani e brave Giulia De Ascentis e Marussia Pietrocola che, seppure non più in forza, rispettivamente alla San Fran-cesco Vasto e alla Mille Sport San Salvo, dove sono sportivamente cresciute, continuano a fare tesoro dei consigli degli ex dirigenti e dei tecnici tuttora legati alle due atlete. A dare il via alla stagione 2011-2012 è stata Giulia De Ascen-tis, oggi al Circolo Canottieri Aniene Roma, conquistan-do una medaglia d’argento al Trofeo Internazionale di Genova, Nico Sapio, scomparso nella tragedia aerea di Brema (28 gennaio 1966), in cui persero la vita anche sette atleti della Naziona-le Italiana di nuoto. Presso il Centro Poli-sportivo Sciorba, anche quest’anno c’erano atleti internazionali di grande spessore, come l’ameri-cana Natalie Coughlin, campionessa olimpica dei 100 dorso, il francese Camille Lacourt, campione del mondo dei 100 dorso, e l’olandese Femke Heemskerk, campionessa olimpica che è la rivale più temibile di Federica Pellegrini. Tornando a Giulia, il secondo posto è arrivato nei 200 misti ed è considerato un risultato importante perché aveva terminato da poco un raduno collegiale in

Val Senales, quindi era a dir poco stanca. Il riscon-tro cronometrico è stato di 2’15”39. La giovane vastese è stata protagonista pure a Ravenna, presso il Centro Nuoto ‘Gianni Gambi’, in occasio-ne della sesta edizione del ‘Meeting del Mosaico’, manifestazione in vasca olimpionica (50 metri). Fra i tanti atleti di rilievo internazionale, Giulia De Ascentis ha conquistato la medaglia d’oro nei 200 rana, l’argento nei 200 misti e il bronzo nei 50 e 100 rana. Importanti sono stati i tempi fatti

registrare soprattutto nei 200 rana, la ‘sua’ gara, e nei 200 misti, dove è arrivata secon-da a pochi centesimi dalla collega Dal Rio, la cui specialità è proprio questa gara. Ora le at-tenzioni di Giulia sono

rivolte agli Euro-pei che si terran-no dall’8 all’11 dicembre a Stet-tino, in Polonia, dove si troverà a difendere i colori italiani nei 50, 100 e 200 rana, con Chiara Boggiatto e Lisa Fissneider. L’altra va-stese, Marussia Pietrocola, invece, facendo parte della Nazionale azzurra, si è imposta in Francia,

alla 20esima edizione del Trofeo Internazionale di Saint Dizier, collezionando altre e importanti me-daglie che hanno dato il via a una nuova stagio-ne certamente ricca di soddisfazioni. In forza al Team Lombardia Mgm, Marussia ha conquistato due primi posti e altrettanti secondi piazzamen-ti: due medaglie d’oro, dunque, nelle prove dei 100 (lasciandosi alle spalle la 14enne ungherese Sebestyen Dalma) e 200 misti, la ‘sua’ specialità, con i tempi di 1’03”89 e 2’13”80, mentre gli ar-genti sono arrivati nei 400 misti (con un podio tutto italiano e dominato da Susanna Negri), con il riscontro cronometrico di 4’47”68, dopo una bella lotta con Francesca Aceto, e nei 100 rana con 1’11”66. Sono risultati che danno conto, qualora ce ne fosse ancora bisogno, dell’enorme potenziale della 19enne atleta di Vasto, cresciuta, che per gli allenamenti si divide tra la piscina sansalvese e quella di Como, sempre seguita

dall’ormai ‘storico’ allenatore Lorenzo Galante che, l’ha accompagnata fino a diven-tare una stella del nuoto italiano e internazionale. Tra sport e studi universitari, gli impegni non sono pochi, anche perché Marussia non nasconde un grande sogno: quello di partecipare ai Gio-chi Olimpici di Londra che si disputeranno dal 27 luglio al 12 agosto prossimi. Oggi, comunque, le attenzioni sono tutte per gli impegni invernali e il Team Lombar-dia ha scommesso molto su

di lei. I primi impegni d’indubbia rilevanza sono gli Europei invernali in Polonia e i Campionati Ita-liani assoluti di Riccione (16 e 17 dicembre). Michele Del Piano

In alto Giulia De Ascentis in basso Marussia Pietrocola

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2 dicembre 2011 cultura pag. 12 www.quiquotidiano.it

Letteratura come vitaLucio D’Arcangelo

Lucio D’Arcangelo. Docente dal 1971, prima pres-so la Facoltà di Magistero dell’Università di Torino e poi presso la Facoltà di Lingue dell’Università degli Studi “G. D’Annunzio”. È stato il responsabile tec-nico-scientifico del disegno di legge n. 993/2001 (ora n. 354/2008), per l’istituzione del Consiglio Superiore della Lingua Italiana. Tra i suoi ultimi libri Difesa dell’italiano (Roma 2003), considerato una specie di “libro bianco” sullo stato della nostra lin-gua. Collaboratore del Il Tempo, scrive su Libero e Il foglio. Nel 2006 ha partecipato alle trasmissioni di RAI International e in particolare al programma Viva Dante!. Attualmente collabora a Vita e pensiero e a Lingua italiana d’oggi.

Nei primi anni Sessanta una vecchia Fiat 1100 percorre la Cassia che da Roma por-ta verso Firenze. Guida Leone Piccioni,

critico letterario, fondatore di una trasmissione radiofonica ormai leggendaria, “L’Approdo lette-rario”, in compagnia di Emilio Cecchi, Giuseppe Ungaretti e Giovan Battista Angioletti. Ad un cer-to punto Cecchi consiglia di deviare per Pienza, la città del grande umanista Enea Silvio Piccolomini , diventato papa con il nome di Pio II. Ne nasce una specie di colpo di fulmine, che porterà Pic-

cioni a scegliere questa “città dell’anima” come sua residenza mai abbandonata. Qui, dove “ la vita umana tende tranquillamente

alla vecchiaia”, Piccioni seguita a coltivare la sua calda e giovanile passione per le lettere. Autore di numerosi libri di critica, con al centro il poeta prediletto, Ungaretti, ha vissuto da spettatore privilegiato i tempi d’oro della nostra lettera-tura. Le sue “letture” , misurate e, per così dire, simpatetiche, si nutrono di quella “conoscenza diretta dell’autore”, che anima un dicorso critico di rara eleganza, come nel suo ultimo Vecchie carte e nuove schede (1950- 2010). La sua dime-stichezza con i maggiori letterati degli anni ’60 è

certamente unica e da essa derivano gli aneddoti raccolti in queste sue recentissime Memoriette, edite in edizione numerata da Pananti. Vi com-

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www.quiquotidiano.it cultura pag. 13 2 dicembre 2011

Arte e Società nelle immagini

di Hopper

paiono, naturalmente, Ungaretti e poi Tommaso Landolfi, Vincenzo Cardarelli, Gadda , Riccardo Bacchelli e tanti altri. Ecco una fra le tante battu-te spiritose (non di rado salaci) di Ungaretti: du-rante una festa celebrata in suo onore all’Univer-sità di Harvard: “una giovane studentessa chiese quanti anni avesse : “Dipende – rispose Ungaret-ti- dall’intenzione con la quale me lo chiede”. Landolfi, dice Piccioni, era “un bellissimo uomo piuttosto brusco di modi e tendente ad allonta-nare la gente”. La pittrice Eleonor Fini gli aveva fatto delle avances e lui le rispose: “Non si rivolga a me. Si rivolga al mio segretario”. “Comunque l’amore nacque e la Fini gli propose di andare insieme a Parigi. Landolfi accettò controvoglia. Quando furono al confine dichiarò di aver dimen-ticato il passaporto”. Anche Cardarelli in quanto a carattere non scherzava: “Un tale gli si rivolgeva chiamandolo Maestro. “Non mi chiamo Maestro – gli disse il poeta – da me non ha imparato pro-prio nulla” “Bacchelli, il famoso autore del Mulino del Po, noto per il suo malecelato narcisismo, fu chiamato per la sceneggiatura televisiva dei Pro-messi Sposi. “Siete fortunati - disse - perché per Manzoni avete chiamato uno scrittore degno di lui”. E aggiunse “Queste cose se non me le dico da solo non me le dice mai nessuno”. “A Gadda, notoriamente liberale e simpatizzante per la monarchia, raccontarono che uno scrittore come Angioletti, andando a visitare Padre Pio, aveva ascoltato che egli era del tutto contrario alla rifor-ma agraria. ‘Questo me lo rende simpatico – disse Gadda - e aggiunse: ‘Quel nano di Fanfani che va distribuendo a destra e sinistra terre non sue!’”Nel ‘68 “durante i fermenti studenteschi dell’Uni-versità di Urbino, Carlo Bo, Magnifico Rettore, ascoltava pazientemente con il solito sigaro in bocca le invettive di uno studente capopopolo che lo apostrofava dandogli del tu. Bo si tolse il signaro di bocca e disse: “Per favore, chiamami Carlo”. Non mancano accenni alla politica (“Quan-do è arrivato Gronchi – diceva uno - hanno spa-rato 21 colpi di cannone”. E l’altro “Non l’hanno colpito?”) e qualche gustoso “incidente” televisi-vo (Piccioni fu dirigente RAI), tra cui il seguente: “ Un operatore si recò con Piero Angela per una ripresa a Papa Montini, Paolo VI Inquadrò la te-lecamera, non si decideva a finché disse rivolto al Pontefice: ‘Eccellenza, faccia finta di pregare’. L’occhiata di Paolo VI si può immaginare”. Una sola battuta riguarda l’oggi e brilla per il suo umorismo linguistico : “Casini, Fini e Rutelli han-no fondato una ‘coalizione da Tiffany’”. Un libretto scritto in margine, certamente, con l’aria di un divertimento, ma che contribuisce a quella “letteratura come vita” di cui parlava uno dei maestri-amici di Piccioni, Bo.

La classe media appare ancora protagonista nella storia. La sua scalata al “paradiso” è oggi terminata, forse, e sicuramente messa in dubbio. Quella che negli USA è detta “middle class” è il territorio umano cui l’artista Edward Hopper (1882 – 1967) ha inteso dare rappresentazione: esteticamente alla ricerca della luce, in realtà fornendo immagine, quadro dopo quadro, figura con figura, di tristezza e solitu-dine, inappagamento e spaesamento. Parliamo di “classe” in termini sociologici, in re-altà è l’individuo, uscito fortunosa-mente o con me-rito dalla povertà, che ancora una volta si trova a fare i conti con la società. Il “piccolo borghese”, invidia-to da chi è restato nell’indigenza e al tempo stesso osteggiato, quan-do non angheria-to, da chi detiene realmente “i beni” (capitali e potere) e facilità di vita, è in bilico perenne tra l’inferno e il paradiso (terrestre, naturalmente). Ricorrente dunque in lui, almeno in quello più avvertito, la disillusione di chi ha cercato il bene-stare nel ‘possedimento’ conqui-stato o magari arraffato, e che in tempo di crisi è posto di fronte, per privazione o rivelazione, a va-lori ‘altri’ che non stanno ne “la roba” di cui narrava lo scrittore G. Verga. Un’inquietudine umana che il pittore statunitense ha illustrato, con stile realistico e soprattutto impressionistico, nella sua colloca-zione urbana caotica e straniante e, non meno, nei territori provinciali ove la vita è ricondotta ai termi-ni più essenziali e autentici. Hopper dipinge i suoi

Neppure la classe media sta in paradiso

personaggi-testimoni - in particolare le donne, de-nudate dicono per erotismo e in realtà per manife-sta simbologia - in una situazione sempre scarna e depauperata, domestica o cittadina che sia; li posi-ziona di fronte alla luce, come per un’introspezione radiografica, per dircene la sottile malinconia di una vita che seppur fornita di mezzi è sistematica-mente minacciata dalla provvisorietà di ciò che si ha: bellezza, giovinezza, salute e ricchezza. Non è

a caso che il poe-ta Salvatore Qua-simodo, seppur agiato borghese, scrivesse negli stessi anni, con versi semplici ma dolenti: “Ognuno sta solo sul cuore della terra / traf-fitto da un raggio di sole: / ed è subi-to sera”. Edward Hopper è stato de-finito “il pittore che sapeva dipingere il silenzio”: un’assen-

za di voce e comunicatività di scena con molti si-gnificati. Fu pittore instancabile di paesaggi, case, luoghi apparentemente abbandonati o privi di im-portanza, di solitudini esistenziali, di donne dalla sensualità dominante, di uomini avviluppati in se stessi, di spazi infiniti, di deserti naturali o parados-salmente metropolitani. E’ stato e resta testimone di una middle-class americana (a cui ci stiamo tutti omologando, nel bene e nel male) alla ricerca di un sogno che non si avvererà mai: perseguire la feli-cità per mezzo dei “beni di fortuna” che sono per l’appunto, come ancora oggi vediamo, del tutto avventizi, minacciati e precari.

Giuseppe F. Pollutri

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Pachioli espone a FirenzeRiconoscimento per l’artista vastese

Ricordo di Vincenzo Di Lanciano ad 80 anni dall’inizio

della sua attività

Da sabato 3 a domenica 11 dicembre si terrà la VII Biennale di Arte Contemporanea a Firenze pres-so la Fortezza da Basso: alla prestigiosa Mostra è stato invitato ad esporre Mario Pachioli autore,tra l’altro, della medaglia “Lorenzo il Magnifico” alla Carriera che viene assegnato ogni anno ad illu-stri personaggi distintisi nell’arte e nella cultura a livello internazionale. La notizia fa particolare piacere perchè costituisce un ulteriore riconosci-mento all’estro artistico di questo scultore che, nato a Vasto, vive e lavora a Sesto Fiorentino ed è stato vincitore di numerosi Premi.

Lo scorso 28 novembre a Mestre è stato celebrato il Memory Day, dedicato alla memoria di quanti, nelle istituzioni a servizio dei cittadini, Carabinieri, Poliziotti, Vigili del Fuoco, Guardia di Finanza, han-no pagato la loro dedizione al dovere. Tra questi Antonio Amici, della Polizia di Stato, che tre anni fa intervenne in maniera determinante nel corso di una rapina a Vasto riportando gravi ferite da armi da taglio. Il messaggio che Antonio Amici ha voluto lanciare è rivolto ai giovani che sono af-fascinati dalle facili lusinghe di una vita spericolata e ricca di guadagni sicuri ed intoccabili, illuminati da potenti riflettori: quegli stessi riflettori che però, si spengono impedendo loro di vedere il baratro verso cui precipitano. La sintesi del pensiero di Antonio Amici, rivolta ai giovani, è semplice: “La via criminosa e la violenza sono sempre un errore: solo l’onestà, il rispetto per gli altri e delle leggi aiutano a costruire un futuro migliore”

Antonio Amici al Memory Day

Domenica 4 dicembre verrà celebrata in San Giusep-pe una messa officiata da don Gianfranco Travaglini per commemorare Vincenzo Di Lanciano ad 80 anni di inizio attività. L’appuntamento è alle 18.00.

Gemellaggio tra il Circolo Burraco di Vasto e quel-lo dell’Aquila. A siglare il patto di amicizia, sabato 26 novembre, presso la nuova sede del circolo va-stese, sono stati i due presidenti, Marisa Di Falco e Giovanni D’Amico.

Burraco, gemellaggio Vasto-L’Aquila

Mercoledì scorso, è stato presentato il libro di mon-signor Bruno Forte “Una teologia per la vita”. Molte le autorità intervenute. L’introduzione è stata cura-ta del vicario zonale, don Gianni Sciorra e dal vica-rio episcopale per Vasto, monsignor Mario Pagan. La presentazione, invece da Marco Roncalli, gior-nalista e storico che ha curato il libro, nella forma dell’intervista.

“Una teologia per la vita”il libro di Mons. Forte

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“Danzando sulle sei corde”, domenica al Rossetti

Musica. La Banda Piazzolla adesso in TvNuovo giudice al Tribunale

Domenica 4 dicembre, ore 17.30: prosegue la sta-gione concertistica di quella piccola meraviglia che è il Teatro Rossetti di Vasto. “Danzando sulle sei corde” è il titolo del prossimo appuntamento, dedicato agli amanti della chitarra classica, la ver-sione più intima e tradizionale della ‘sei corde’. Si esibirà Marcin Dylla, classe 1976, nato a Chorzow in Polonia, vincitore a partire dal 1996 di 19 primi premi in concorsi chitarristici di caratura inter-nazionale, in particolare del Guitar Competition del GFA (Fondazione della Chitarra d’America) nel 2007. Marcin Dylla ha calcato un numero eccezionale di palcoscenici, facendo vibrare le sei corde in numerosi concerti negli Usa e ovunque in Europa. Il programma di “Danzando sulle sei corde” prevede l’esecuzione di musiche di Ponce, Granados, Takemitsu, Regondi, Tansman, Rodri-go. Si spazia dunque dalle calde atmosfere messi-cane di Manuel Ponce agli innovativi ibridismi fra Occidente e Oriente di Takemitsu, in un percorso musicale di grande fascino e ampio respiro, a dimostrazione della straordinaria padronanza

dello strumento del chitarrista polacco Marcin Dylla. Per conoscere meglio Marcin Dylla prima del concerto al Rossetti di domenica prossima, è possibile navigare sul suo sito: www.marcindylla.com. Francesco Paolo Manna

Bandapiazzolla possiamo definirla tra le più virtuo-se d’Abruzzo, se non la numero uno per creatività. In pochi mesi è riuscita ad incidere ben 12 brani inediti su cd prodotto dalla Caramba edizioni mu-sicali di Milano , stampato e distribuito dalla Fono-la Dischi. Ma il vero successo BandaPiazzolla sono stati i vari video pubblicati su internet , grazie al sito You Tube, migliaia le visualizzazioni per i brani : Bunga Bunga; El Checato, www.Zigino, Sotto l’om-brellone, E’ belle l’abruzze me” e diversi altri. Con la conseguenza che già diverse orchestre del nord Ita-lia stanno eseguendo e stampando nei loro lavori le canzoni del gruppo abruzzese. Da non trascurare le scuole di ballo,che con entusiasmo hanno ben interpretato alcuni balli di gruppo pubblicandone i passi su internet.L’ultima trovata del M° Pino Piazzolla, è sta infine quella di realizzare la produzione televisiva “Banda

Piazzolla SHOW”, che dal 27 novembre va in onda tutte le domeniche dalle ore 21,30 su TRS. La “festa di piazza a casa vostra”: questa è’ insomma la filoso-fia della Banda Piazzolla; gli ingredienti classici del-le feste paesane. Leano Di Giacomo

Auguri alla nostra collaboratrice Norma Carusi che il primo dicembre ha compiuto gli anni. “Buon compleanno sperando che la vita ti possa dare il meglio di ogni cosa al mondo!” Bacioni da mamma Antonietta, da nonna Giovanna, da Peppino Tagliente e tutta la redazione.

Auguri Norma

Si è insediato a Vasto, giurando davanti al Collegio del Tribunale presieduto da Antonio Sabusco, il giudice Giovanni Falcione, toroveniente da Cam-pobasso. Falcione per un decennio ha esercitato l’attività di giudice ed anche di docente universi-tario alla locale facoltà di Giurisprudenza. A Vasto ricoprirà l’incarico di giudice penale.

Fiocco azzurroAd allietare la casa dei coniugi del prof. Angelo Galante e della gentile consorte Aija Novicha è arrivato lo scorso 29 novembre un bel bambino al quale è stato dato il nome del nonno. Ai genitori, all’indimenticabile preside del Liceo classico “L.V. Pudente” , Ermando Galantegli auguri dei due ex alunni Peppino Tagliente e Michele Carmenini.

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