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La notte di Natale furono gli angeli che portarono il lieto annuncio della nascita di Gesù ai pastori. Poi un coro di angeli cantò sulla grotta dove Gesù era nato: Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Quest’anno gli angeli del Natale sono i nostri bambini. Quasi mil- lesettecento di loro, nelle sette Zone pastorali della nostra Dio- cesi, accompagnati dai loro geni- tori insieme ai loro parroci e ai loro catechisti, hanno inciso un Dvd dal titolo “Cantiamo insieme la speranza”. L’hanno fatto con i loro canti e con le loro voci che annunciano il Natale. Le sette canzoni esprimono la gioia del Na- tele, perché Gesù è venuto a sal- varci, perché Gesù è un bambino e nessuno come un bambino può accogliere nel suo cuore e nella sua vita il Natale. Vorrei tornare ad essere bambino per poter vivere l’esperienza del Natale con la gioia con cui lo vi- vevo quando avevo l’età di questi bambini che hanno cantato il lieto annuncio. Quest’anno un annun- cio di speranza viene proprio da loro, anche se il motivo per cui si sono mossi è un motivo che porta qualche preoccupazione nelle loro famiglie e in tante altre: è questa terribile crisi economica per cui molte persone fanno fatica ad ar- rivare alla fine del mese. Se le persone hanno una tristezza contenuta, è soltanto perché le nostre famiglie hanno una grande dignità. La loro sofferenza, in questo momento, se la confidano tra di loro e la confidano soltanto al Signore. Per questo i nostri bambini, così numerosi, si sono incontrati in una chiesa, in un ora- torio per portare con le loro voci questo messaggio di gioia, per toccare il cuore di tutti, perché se gli angeli la notte di Natale hanno toccato il cuore dei pastori, che sono stati i primi annunciatori del Natale, sono certo che i nostri bambini toccheranno il cuore di tutta l’Umbria e chi ha possibilità sentirà la necessità di una solidarietà per venire incontro a tante famiglie. Quando nel 2009 abbiamo dato vita all’ini- ziativa del “Fondo di solidarietà delle Chiese umbre” per le famiglie in difficoltà a causa della crisi economica, pensavano che, forse, dopo un anno la crisi sarebbe fi- nita. Sono passati tre anni e la crisi diventa sempre più come un tunnel che è sempre più buio, ma questo tunnel buio della crisi è illumi- nato dalla luce che ci porta il Si- gnore nel Natale ed è illuminato dai canti lieti dei nostri bambini. Ascoltateli i bambini che cantano per coloro che sono in necessità, aprite il vostro cuore, non basta condividere i sentimenti con gli altri, non basta qualche atteg- giamento d’amore, bisogna anche condividere quello che ab- biamo, perché chi ci sta vicino soffre particolarmente. Le fami- glie che soffrono sono Gesù che passa acconto a noi in uno stato e in una condizione di soffe- renza. Gesù dice: “l’avete fatto a me quello che fate al più pic- colo…, quello che fate ad una fa- miglia che è in necessità l’avete fatto a me, perché io sono quel bambino che ha bisogno anche di mezzi per poter continuare la scuola; io sono quella fami- glia che ha necessità per poter arrivare in maniera dignitosa alla fine del mese; io sono quell’anziano che rischia di ammalarsi ancora di più perché non ha i sostegni ne- cessari”. Conosco tante situazioni di persone dove si va avanti soltanto con la pensione dei nonni, ma i nonni saranno eterni? E allora, nella speranza che il Signore ci mandi dei tempi migliori, che noi stessi vogliamo con- tribuire a costruire con il nostro impegno, è necessaria la nostra solidarietà per soste- nere chi è in difficoltà in questi periodi dif- ficili e che da solo non potrebbe farcela. E i bambini cantano… e Gesù canta “l’avete fatto a me”. (Dal messaggio del Dvd “Cantiamo insieme la speranza”) + Gualtiero Bassetti Arcivescovo - Presidente CEU NOTIZIE CARITAS Anno XIV Numeri 10-11-12 (231-232-233) Ottobre-Dicembre 2012 Quest’anno gli angeli del Natale sono i nostri bambini. I loro canti, le loro voci toccheranno il cuore di tutta l’Umbria Foglio periodico di collegamento della CARITAS DIOCESANA DI PERUGIA-CITTA’ DELLA PIEVE (Piazza B. Michelotti, 1 – 06123 Perugia – tel. 075/5737392 -5736922 e fax 075/5733234), I. R. LA VOCE (periodico settimanale – sped. in abb. post. 45% art. 2 co. 20/b L. 662/96 – Fil. di Perugia Uff. A/P) n° 43 del 30/11/2012, curato da Riccardo Liguori (rec. tel. 338/6928633) – E-mail: [email protected]

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La notte di Natale furono gli angeliche portarono il lieto annunciodella nascita di Gesù ai pastori.Poi un coro di angeli cantò sullagrotta dove Gesù era nato: Gloriaa Dio nel più alto dei cieli e pace interra agli uomini di buona volontà.Quest’anno gli angeli del Natalesono i nostri bambini. Quasi mil-lesettecento di loro, nelle setteZone pastorali della nostra Dio-cesi, accompagnati dai loro geni-tori insieme ai loro parroci e ailoro catechisti, hanno inciso unDvd dal titolo “Cantiamo insiemela speranza”. L’hanno fatto con iloro canti e con le loro voci cheannunciano il Natale. Le settecanzoni esprimono la gioia del Na-tele, perché Gesù è venuto a sal-varci, perché Gesù è un bambinoe nessuno come un bambino puòaccogliere nel suo cuore e nellasua vita il Natale. Vorrei tornare ad essere bambinoper poter vivere l’esperienza delNatale con la gioia con cui lo vi-vevo quando avevo l’età di questibambini che hanno cantato il lietoannuncio. Quest’anno un annun-cio di speranza viene proprio daloro, anche se il motivo per cui sisono mossi è un motivo che portaqualche preoccupazione nelle lorofamiglie e in tante altre: è questaterribile crisi economica per cuimolte persone fanno fatica ad ar-rivare alla fine del mese. Se lepersone hanno una tristezza contenuta, èsoltanto perché le nostre famiglie hannouna grande dignità. La loro sofferenza, inquesto momento, se la confidano tra di loroe la confidano soltanto al Signore.Per questo i nostri bambini, così numerosi,si sono incontrati in una chiesa, in un ora-torio per portare con le loro voci questomessaggio di gioia, per toccare il cuore ditutti, perché se gli angeli la notte di Natalehanno toccato il cuore dei pastori, che sonostati i primi annunciatori del Natale, sonocerto che i nostri bambini toccheranno ilcuore di tutta l’Umbria e chi ha possibilitàsentirà la necessità di una solidarietà pervenire incontro a tante famiglie. Quando nel 2009 abbiamo dato vita all’ini-ziativa del “Fondo di solidarietà delleChiese umbre” per le famiglie in difficoltà acausa della crisi economica, pensavanoche, forse, dopo un anno la crisi sarebbe fi-nita. Sono passati tre anni e la crisi diventa

sempre più come un tunnel cheè sempre più buio, ma questotunnel buio della crisi è illumi-nato dalla luce che ci porta il Si-gnore nel Natale ed è illuminatodai canti lieti dei nostri bambini. Ascoltateli i bambini che cantanoper coloro che sono in necessità,aprite il vostro cuore, non bastacondividere i sentimenti con glialtri, non basta qualche atteg-giamento d’amore, bisognaanche condividere quello che ab-biamo, perché chi ci sta vicinosoffre particolarmente. Le fami-glie che soffrono sono Gesù chepassa acconto a noi in uno statoe in una condizione di soffe-renza. Gesù dice: “l’avete fatto ame quello che fate al più pic-colo…, quello che fate ad una fa-miglia che è in necessità l’avete

fatto a me, perché io sono quel bambinoche ha bisogno anche di mezzi per potercontinuare la scuola; io sono quella fami-glia che ha necessità per poter arrivare inmaniera dignitosa alla fine del mese; iosono quell’anziano che rischia di ammalarsiancora di più perché non ha i sostegni ne-cessari”.Conosco tante situazioni di persone dove siva avanti soltanto con la pensione deinonni, ma i nonni saranno eterni? E allora,nella speranza che il Signore ci mandi deitempi migliori, che noi stessi vogliamo con-tribuire a costruire con il nostro impegno, ènecessaria la nostra solidarietà per soste-nere chi è in difficoltà in questi periodi dif-ficili e che da solo non potrebbe farcela. E ibambini cantano… e Gesù canta “l’avetefatto a me”.(Dal messaggio del Dvd “Cantiamo insieme la speranza”)

+ Gualtiero BassettiArcivescovo - Presidente CEU N

OTIZIE CARITAS

Anno XIVNumeri 10-11-12(231-232-233)

Ottobre-Dicembre2012

Quest’anno gli angeli del Natale sono i nostri bambini. I loro canti, le loro voci

toccheranno il cuore di tutta l’UmbriaFo

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(periodico settimanale – sped. in abb. post. 45% art. 2 co. 20/b L. 662/96 – Fil. di Perugia Uff. A/P) n

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diocesi.perugia.it

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PAGINA 2 NOTIZIE CARITAS

L’Avvento-Natale dell’Anno della Fede dedicato alle famiglie in difficoltà. I bambini insegnano agli adultiad essere solidali con “Cantiamo insieme la speranza”

Si è rivelata un successo l’iniziativa della Caritasdiocesana di Perugia-Città della Pieve di affidareai bambini delle classi di catechismo delle parroc-chie la realizzazione di un segno concreto di soli-darietà a favore di chi soffre a causa del perduraredella crisi economica, in primis le famiglie in cuiuno o entrambi i genitori hanno perso il lavoro.Quasi millesettecento bambini sono stati i “prota-gonisti” di un Dvd dal titolo “Cantiamo insieme la

speranza”, che contiene sette celebri canti nata-lizi, ma soprattutto un toccante video che racconta«la storia di un bambino che vive questo Natalesorpreso da una vita che cambia con la perdita dellavoro del papà. Questa difficile situazione lo portaa scrivere una lettera a Gesù Bambino, una letteraricca di domande sulla crisi di questo tempo pre-sente, ma anche carica di speranza, non quellache viene dai sogni, ma quella che viene da un in-contro. Nella tempesta non si è mai soli se arrivaqualcuno, da vicino o da lontano, a tendere una

mano, ad essere segno di un Amore più grande».A sottolinearlo è l’arcivescovo mons. GualtieroBassetti, che nello stesso dvd esorta tutte le fa-miglie che possono a sostenere quelle in difficoltà,mettendo in risalto l’opera dei “protagonisti” delDvd. Quest’iniziativa è stata anche un modo perinsegnare ai bambini ad essere vicini a chi soffreattraverso un loro “piccolo” impegno. Il Dvd, riprodotto inizialmente in 10 mila copie egià richiesto da altre Caritas diocesane dell’Um-bria, sarà distribuito in tutte le parrocchie e nellerealtà commerciali che aderiscono all’iniziativa, ilcui ricavato va a favore del “Fondo di solidarietà

delle Chiese umbre” per le famiglie in difficoltà.Gli interessati ad avere copie del Dvd “Cantiamoinsieme la speranza” possono prenotarle contat-tando, oltre la propria parrocchia, la sede della Ca-ritas diocesana: tel. 075.5723851 – 075.5733666 e-mail: [email protected] .

DALLA PRIMA PAGINA

Quasi millesettecento bambini delle classi di catechismo delle parrocchie dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve si sono ritrovati dal 12 al 20 novembre in ognuna delle sette Zone pastorali perrealizzare un Dvd con canti natalizi che parla della crisi attraverso gli occhi di un bambino il cui papà haperso il lavoro. Il Dvd è diffuso in 10 mila copie nelle parrocchie e nelle realtà commerciali che aderisconoall’iniziativa. Il ricavato va al “Fondo di solidarietà delle Chiese umbre”.

SEGUE A PAGINA TRE

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Il “Dvd-inno alla carità”: è stato un lavoro impegnativo, ma molto gratificante

«E’ stato un lavoro impegnativo – spiega DanielaMonni, direttore della Caritas diocesana –, mamolto gratificante nel riuscire a radunare così tantibambini per la registrazione dei loro canti in settediversi luoghi della nostra Diocesi. Alla fine ab-biamo realizzato un Dvd con dei messaggi di spe-ranza che è un “inno alla carità”. I canti sonosette, come il numero delle nostre Zone pastorali,dove in ognuna è avvenuta la registrazione di uncanto».

«I bambini – precisa Daniela Monni – hanno can-tato “Tu scendi dalle stelle”, “Din don dan”, “CaroGesù Bambino”, “Venite Fedeli”, “Bianco Natal”,“In notte placida” e “Astro del Ciel” nei seguentiluoghi e giorni: cattedrale di San Lorenzo (I Zonapastorale), lunedì 12; chiesa parrocchiale di SanSisto (II Zona pastorale), martedì 13; chiesa par-rocchiale di Ponte San Giovanni (III Zona pasto-rale), mercoledì 14; convento di Farneto (IV Zonapastorale), giovedì 15; oratorio di Marsciano (VZona pastorale), venerdì 16; chiesa parrocchialedi Magione (VI Zona pastorale), lunedì 19; san-tuario della Madonna di Fatima in Città della Pieve(VII Zona pastorale), martedì 20».A tutti i bambini è stato donato un piccolo GesùBambino riposto su un ciuffetto di paglia confe-

zionato da alcuni giovani volontari e profughi ospi-tati dalla Caritas perugina. Quest’ultimi, lo ricor-diamo, sono giunti più di un anno fa dal NordAfrica. Tutti loro si sono ritrovati per diversi po-meriggi e sere presso il “Punto Ristoro Sociale SanLorenzo”, dove hanno preparato questo “piccolo”dono: duemila bambinelli distribuiti ai piccoli can-tori in ricordo di questa iniziativa, ai quali, al ter-mine di ognuna delle sette registrazioni, glioperatori della Caritas diocesana hanno offerto lamerenda (pane con nutella e succhi di frutta). AMagione i bambini hanno portato in dono i piccoliGesù Bambino agli ospiti della struttura di acco-glienza per anziani “Casa Serena”.

«A tutti coloro che hanno contribuito alla buonariuscita di questa iniziativa – commenta DanielaMonni –, dai genitori ai catechisti, ai volontari, vail nostro più sentito ringraziamento, chiedendoloro di aiutarci anche nella “seconda fase”, quelladella distribuzione delle copie del Dvd che ci im-pegnerà molto per tutto l’Avvento, periodo “forte”dell’Anno liturgico che dedichiamo a questa inizia-tiva. L’arcivescovo mons. Bassetti l’ha definita “ungesto di carità che ci aiuta ad entrare nello spiritodell’Anno della Fede. Il grave momento di crisi cheattraversa il nostro Paese, la nostra Umbria, cichiede di essere testimoni credibili di dare unasperanza concreta”».

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SEGUE A PAGINA QUATTRO

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PAGINA 4 NOTIZIE CARITAS

Un grazie particolare a…

Un vivo ringraziamento la Caritas diocesana lo ri-volge al regista Riccardo Truffarelli,alla moglie Francesca, e ai suoi col-laboratori nell’aver donato nonpoche ore del loro lavoro per la rea-lizzazione del Dvd avvenuta neglistudi dell’“Audiovisual”, come ancheal maestro Giovanni Giombolini, cheha messo a disposizione le colonnesonore composte presso il “Midnightstudio”. Al termine del lavoro dimontaggio del Dvd e nel presentarloalla Caritas diocesana, il regista Ric-cardo Truffarelli non ha nascosto diessersi «commosso», perché, comelui stesso ha detto, «è così reale iltutto che ti prende la mente e ilcuore. Non deve essere la Caritas aringraziare me, ma sono io a ringraziarla peravermi dato quest’opportunità». Non sono solograndi professionisti, ma grandi uomini che sannolanciarsi sempre con generosità per qualcosa chetocca tutti da vicino.

La Caritas non si limita alla “semplice” raccolta diofferte in denaro, vuole sensibilizzare - come è nelsuo stile - l’intera comunità a vivere con sobrietàil periodo di preparazione al Santo Natale nel-l’avere particolare attenzione per chi è in serie dif-

ficoltà. E questo gesto di solidarietà non devecompiersi solo a Natale, ma nella vita di tutti igiorni.

Cresce il numero delle famiglie… viene rilanciato il “Fondo di solidarietà”

Quest’anno la Caritas perugina ha affidato ai bam-bini, il futuro della nostra società, un segno di so-lidarietà che è anche di esempio per gli adulti. L’hafatto nel momento in cui si è colto l’acuirsi dellacrisi. Infatti, negli ultimi mesi, come si evinceanche dal recente Rapporto della Caritas italianasulla povertà (alla cui elaborazione hanno contri-buito con propri dati 28 Caritas diocesane tra lequali Foligno, Perugia e Spoleto), cresce il numerodelle famiglie perugine che si recano presso i Cen-tri di Ascolto diocesano e parrocchiali per chiedereun aiuto a causa della crisi economica, soprattuttoi nuclei familiari con uno o entrambi i coniugi che

hanno perso il lavoro. Sarà un altro Natale di nonpochi sacrifici e rinunce per molte famiglie e la Ca-ritas diocesana fa sentire la sua concreta vici-nanza a tutte loro, accogliendo l’invito dei Vescovidelle otto Diocesi dell’Umbria a rilanciare, per laquarta volta, l’iniziativa del “Fondo di solidarietàdelle Chiese umbre”; iniziativa che dall’estate2009 a tutt’oggi - lo ricordiamo - ha permesso diaiutare più di 1.400 famiglie, raccogliendo e di-stribuendo quasi 2 milioni e mezzo di euro. Nel periodo di Avvento e durante le vacanze nata-lizie nelle comunità parrocchiali dell’Archidiocesi diPerugia-Città della Pieve sarà promossa una col-letta a favore del “Fondo di solidarietà”, che av-verrà anche in tutte le comunità parrocchiali dellealtre sette Diocesi umbre. Il prossimo 1° dicem-bre, presso il Santuario della Madonna dei Bagni,in località Casalina di Deruta, si terrà l’annuale ri-tiro spirituale per gli operatori e volontari delle Ca-ritas parrocchiali con l’arcivescovo mons. Bassetti.Sarà un’occasione per riflettere e far riflettere l’in-tera comunità diocesana su questo difficile mo-mento, nell’Anno della Fede, non solo di crisieconomica ma soprattutto valoriale.

R. L.

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Il dramma profondo della crisi economica (ma non soloeconomica) non lo percepiamo leggendo i numeri chedescrivono uno spread altalenante, un tasso di disoc-cupazione crescente, l’incremento degli sfratti: la gra-vità della situazione ci investe solo se incrociamo losguardo di chi ha perso il lavoro, di chi non sa comemantenere i propri figli, di chi perde la casa perché nonpuò più pagare il mutuo. Forse quest’anno le nostre lu-minarie natalizie, già sempre effimere, faranno ancorpiù fatica ad illuminare anche solo per i giorni delle festetutto questo buio. Forse è anche questa un’occasioneper provare ad aprirci ad un’altra luce, quella vera, cheentra dentro la nostra storia per via di incarnazione eche ci raggiunge nel mistero del Natale, nel dono diGesù. Accogliere il Signore che viene compromette lanostra esistenza con la sua e fa nuovi anche i gesti sem-plici del Natale, come lo scambiarci i doni.Le Caritas diocesane di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Ta-dino e di Gubbio, in collaborazione con il Centro di Vo-lontariato Sociale di Gualdo Tadino anche quest’annovogliono offrire un modo diverso di fare un regalo. Met-tendo a frutto l’abilità di molte donne nel realizzare la-vori artigianali di cucito, ricamo e decoupage abbiamoraccolto i loro lavori, realizzati gratuitamente, peresporli alla prossima Expo Regalo 2012 che si terrà aBastia Umbra dall’1 al 9 dicembre. Tutto il ricavato saràinviato in Kosovo per poter ultimare la costruzione dellanuova casa della Caritas.La presenza della Caritas Umbria in Kosovo è una espe-rienza consolidata: dal giugno 1999, all’indomani dellafine della guerra e del rientro dei profughi, il “Campo-missione” Caritas nel villaggio di Radulloc offre la suaaccoglienza. Da subito è diventato un punto di riferi-

mento per la gente di tutte le etnie (albanesi, serbi,rom, montenegrini). Esso opera su vari fronti: la co-struzione delle case dei poveri, il sostegno alle famigliepiù bisognose e l’emergenza sanitaria. Tutto questo incollaborazione con le istituzioni locali, il contingente mi-litare italiano e la nostra rappresentanza diplomatica.Gli interventi non sono calati dall’alto; nascono dal-l’ascolto delle persone, cercando di condividere con lorole sofferenze e i problemi.Il “Campo-missione” è sempre stato fedele allo stiledella “porta aperta”. Accoglie attualmente 35 bambinie ragazzi e alcuni adulti con situazioni familiari difficili esostiene con un aiuto mensile oltre 100 famiglie, chevivono prevalentemente nei territori dei comuni diKlina, Istog e Peja.Dal 2002 alcune Caritas diocesane umbre hanno av-viato un progetto di adozioni a distanza dei bambiniospitati nel “Campo-missione” di Radulloc e di quelli chevivono nelle famiglie più povere. Le adozioni hannocoinvolto 165 bambini appartenenti a 80 famiglie, perun totale di oltre 200.000 euro. Con il passare degli annigli spazi si sono rivelati insufficienti a rispondere allesempre crescenti richieste di accoglienza: per questo èa buon punto la costruzione di una nuova casa piùampia e funzionale, con l’aiuto del volontariato di alcunitecnici legati al “Campo-missione”, dei contributi dellaProvincia di Trento e della generosità di molte persone.“Lo avete fatto a me”, ci sentiremo dire nel giorno delgiudizio. Acquistando un regalo allo stand della Caritas,diventa un modo concreto per accogliere Cristo nei po-veri ed accendere quella luce di speranza, unica vera ri-presa nella crisi che viviamo.

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Natale in tempo di crisi. Per non dimenticare il Kosovo

Le Caritas diocesane di Assisi e di Gubbioe il CVS Gualdo Tadino

aExpo Regalo 2012

Acquistando gli articoli artigianalidi cucito, ricamo e decoupage allo stand Caritas

contribuisci alla costruzionedi una nuova casa di accoglienza in Kosovo

Umbriafiere – Padiglione 8Bastia Umbra, 1-9 dicembre 2012

Ingresso gratuitoTi aspettiamo!

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PAGINA 6 NOTIZIE CARITAS

Il 26 settembre 1997alcune forti scosse diterremoto devastaronol’Umbria orientale (No-cera, Foligno, Assisi…) ele Marche. Le vittime nonsuperarono la decina, mai danni furono ingenti:interi paesi distrutti, mi-gliaia di famiglie senzatetto e prive di quasitutto alle soglie dell’in-verno. Si mossero un po’tutti: le istituzioni per laricostruzione e per i primisoccorsi e soprattutto simossero gli italiani nel

sostenere le popolazioni colpite. Anche noi nel nostroterritorio Castiglionese–Pievese (la Settima Zona Pa-storale dell’Archidiocesi), nelle nostre parrocchie, mol-tiplicammo le iniziative pro-terremotati. Ci furonoraccolte, offerte spontanee, gemellaggi con i centri col-piti del comune di Nocera: una vera e propria gara dicarità e solidarietà.Si mosse anche la nostra “Caritas di Zona” che rag-gruppa 17 parrocchie organizzando la “Prima festadella Caritas”. Si trattò di ritrovarci per alcuni giorni (4-8 dicembre) a Castiglione del Lago con varie iniziative:convegni, momenti di preghiera, lotteria, vendita al-l’asta di oggetti di campioni sportivi, una staffetta podi-stica che nel percorso copriva tutto il territorio e perfinouna partita di calcio preti contro amministratori comu-nali; con una conclusione simpatica il giorno dell’Im-macolata alla “Casa del Giovane” con il vescovo per laS. Messa. Raccogliemmo svariati milioni per i terremo-tati. Notevolissima fu la partecipazione della gente. Talemanifestazione da allora è continuata tutti gli anni conil nome altrettanto significativo: “Giornate della carità”. Negli anni, siamo alla quindicesima edizione, i pro-grammi sono cambiati, la partecipazione si è stabiliz-zata, lo spirito comunque è rimasto lo stesso.Anche quest’anno ci troveremo il primo giorno davantiall’Eucarestia, davanti a Lui che è la fonte della carità(Deus charitas est).Lo scorso anno una settantina dei nostri giovani si ri-trovarono al Santuario della Madonna della Carraia pertre giorni nella “raccolta viveri” che coinvolse un po’tutti i nostri paesi. Gli stessi ragazzi ed altri, l’8 dicem-

bre, percorsero gioiosamente la “Staffetta della carità”portando la “fiaccola della carità” per i settanta km cheuniscono le nostre parrocchie. E’ chiaro che tutto questo richiede impegno, organizza-zione, attenzione. Vari sono i collaboratori pur, natural-mente, in presenza di difficoltà e di qualche piccolasfasatura inevitabile.Quest’anno il programma prevede giovedì 6 l’Adora-zione Eucaristica a Città della Pieve dalle Clarisse chela guideranno insieme ai giovani della Comunità Cari-tas “Il Casolare”. Venerdì 7, in serata, ci troveremo aSanfatucchio per la tradizionale “cena della carità”. Ilgiorno dell’Immacolata, dopo le S. Messe del mattinonelle varie parrocchie, ci troveremo a Castiglione delLago per il “pranzo con gli immigrati”. A seguire unbreve convegno sui “diritti e doveri dell’immigrato”, perpoi concludere nella chiesa parrocchiale con la S. Messapresieduta dal vicario generale.Il tutto avrà un’ulteriore iniziativa: dopo la Veglia di pre-ghiera dei giovani con il vescovo il 13 dicembre nellacattedrale di Perugia, i ragazzi delle nostre parrocchie siritroveranno a Castiglione del Lago il 14 e il 15 per la“raccolta viveri”.Ogni anno, al termine delle “Giornate della Carità”, insede di verifica, siamo di fronte a varie riflessioni e in-terrogativi che riguardano la partecipazione della gentenon sempre soddisfacente: il periodo invernale che cilimita; la difficoltà di passare dal “fare la carità” ad es-sere “persone di carità”. Indubbiamente in questi quin-dici anni, insieme ad altre iniziative, anche questa hacontribuito a far crescere la mentalità e un nuovo stiledi pensiero riguardo alla “Caritas”, ma di strada ce n’èmolta ancora da fare.Dovremo passare prossimamente da sparuti gruppi diCaritas parrocchiali a gruppi più funzionali ed efficacinelle nuove Unità Pastorali. Certamente dovrà esserciun dialogo più serrato con le istituzioni, più precisa-mente con i Servizi Sociali dei Comuni, i quali, in que-sta difficile congiuntura economica, avendo loro stessiprecarie risorse, non trovano di meglio che dirottare alleCaritas molte situazioni difficili.Come sempre si tratta per un verso di venire incontro achi ha bisogno e nel contempo di far crescere le comu-nità nelle dimensioni culturali e spirituali che ridannoalla carità il suo giusto posto e significato. Tra le tantesfide c’è anche questa, e noi da buoni missionari ci sa-remo.

Don Leonardo Romizi

Le “Giornate della Carità” nei centri lacustri del Trasimeno

Da 15 anni… nel solco della Caritàper far crescere cristianamente le comunità

della Settima Zona Pastorale

Mentre andiamo in stampa, l’Asso-ciazione perugina di volontariato(Apv), promossa dalla Caritas dio-cesana, organizza per il 30 novem-bre (ore 15.30), presso l’IstitutoSuore di Gesù Redentore di via Bel-locchio in Perugia, un pomeriggio

di preghiera e di riflessione nel-l’Anno della Fede e nel 50° anni-versario dell’apertura del ConcilioEcumenico Vaticano II. L’incontrospirituale, guidato da suor LeontinaDi Maio, è promosso all’inizio delTempo di Avvento in preparazione

al Santo Natale e verterà sul tema:“Apostolato dei laici. La fede è laradice che dà vita all’albero del-l’Amore”. Per info sulle attività ed iniziativedell’Apv, consultare il sito on-line:www.diocesi.perugia.it/apv .

Avvento: l’Associazione perugina di volontariato invita alla preghiera

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Un’«unità inscindibiletra fede e carità»

Nel prepararci al Natale riflettiamo su quanto dettorecentemente dal Santo Padre: c’è un’«unità inscin-dibile tra fede e carità, come pure tra l’amore di Dioe l’amore del prossimo». Il Papa lo ha ricordatoprima della recita dell’Angelus di domenica 11 no-vembre, giorno della memoria liturgica di san Mar-tino di Tours, grande santo della carità che divise conla spada il suo prezioso mantello per condividerlo conun povero. Quest’episodio è raffigurato nel famosociclo di affreschi della Basilica Inferiore di San Fran-cesco d’Assisi “le storie di san Martino” di SimoneMartini, che la Conferenza Episcopale Umbra hascelto come logo del suo “Fondo di solidarietà” per lefamiglie in difficoltà a causa della crisi economica.«La liturgia della Parola di questa domenica – ha sot-tolineato Papa Benedetto – ci presenta come modellidi fede le figure di due vedove. Ce le presenta in pa-rallelo: una nel Primo Libro dei Re, l’altra nel Vangelodi Marco. Entrambe queste donne sono molto po-vere, e proprio in tale loro condizione dimostrano unagrande fede in Dio». La prima, ha proseguito il SantoPadre, «compare nel ciclo dei racconti sul profetaElia. Costui, durante un tempo di carestia, riceve dalSignore l’ordine di recarsi nei pressi di Sidone, dun-que fuori d’Israele, in territorio pagano. Là incontraquesta vedova e le chiede dell’acqua da bere e un po’di pane. La donna replica che le resta solo un pugnodi farina e un goccio d’olio, ma, poiché il profeta in-siste e le promette che, se lo ascolterà, farina e olionon mancheranno, lo esaudisce e viene ricompen-sata». La vedova del Vangelo «viene notata da Gesùnel tempio di Gerusalemme, precisamente presso iltesoro, dove la gente metteva le offerte. Gesù vedeche questa donna getta nel tesoro due monetine; al-lora chiama i discepoli e spiega che il suo obolo èmaggiore di quello dei ricchi, perché, mentre questidanno del loro superfluo, la vedova ha offerto “tuttoquello che aveva, tutto quanto aveva per vivere”».Da questi due episodi biblici, sapientemente acco-stati, ha evidenziato Benedetto XVI, «si può ricavareun prezioso insegnamento sulla fede. Essa appare

come l’atteggiamento interiore di chi fonda la propriavita su Dio, sulla sua Parola, e confida totalmente inLui». Quella della vedova, nell’antichità, ha fatto no-tare il Santo Padre, «costituiva di per sé una condi-zione di grave bisogno. Per questo, nella Bibbia, levedove e gli orfani sono persone di cui Dio si prendecura in modo speciale: hanno perso l’appoggio ter-reno, ma Dio rimane il loro sposo, il loro genitore.Tuttavia la Scrittura dice che la condizione oggettivadi bisogno, in questo caso il fatto di essere vedova,non è sufficiente: Dio chiede sempre la nostra liberaadesione di fede, che si esprime nell’amore per Lui eper il prossimo». In realtà, «nessuno è così poveroda non poter donare qualcosa. E infatti entrambe lenostre vedove di oggi dimostrano la loro fede com-

piendo un gesto di carità: l’una verso il profeta e l’al-tra facendo l’elemosina». Così «attestano l’unitàinscindibile tra fede e carità, come pure tra l’amoredi Dio e l’amore del prossimo - come ci ricordava ilVangelo di domenica scorsa (4 novembre, n.d.r.)».Benedetto XVI ha, quindi, richiamato il Papa sanLeone Magno, di cui sabato 10 novembre è stata ce-lebrata la memoria, che così affermava: «Sulla bi-lancia della giustizia divina non si pesa la quantitàdei doni, bensì il peso dei cuori. La vedova del Van-gelo depositò nel tesoro del tempio due spiccioli e su-però i doni di tutti i ricchi. Nessun gesto di bontà èprivo di senso davanti a Dio, nessuna misericordiaresta senza frutto». La Vergine Maria, ha osservato ilSanto Padre, «è esempio perfetto di chi offre tuttose stesso confidando in Dio; con questa fede elladisse all’Angelo il suo “Eccomi” e accolse la volontàdel Signore. Maria aiuti anche ciascuno di noi, in que-sto Anno della Fede, a rafforzare la fiducia in Dio enella sua Parola».

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I ripartenti è il titolo del Rapporto su povertà edesclusione sociale che la Caritas italiana rende di-sponibile on-line dal 17 ottobre scorso, “Giornatamondiale di lotta alla povertà”. E’ una finestra supovertà croniche e inedite, ma anche su possibilipercorsi di risalita. Si tratta di una rilevazione di ca-rattere innovativo e sperimentale, che consente diriportare all’interno del Rapporto dati aggiornati (inpassato, l’assenza di un sistema on-line di raccoltadei dati determinava un forte ritardo nella pubbli-cazione delle statistiche sui Centri di Ascolto, chevenivano riportate con 2 anni di ritardo rispetto al-l’anno di pubblicazione del Rapporto). Hanno partecipato a questa prima rilevazione na-zionale 191 Centri di Ascolto, in riferimento a 28Diocesi, 3 delle quali umbre: Foligno, Perugia-Cittàdella Pieve e Spoleto-Norcia. In questo Rapporto si menziona, tra le “risorse erisposte alla povertà”, il “Censimento nazionale deiservizi socio-assistenziali e sanitari ecclesiali” pro-mosso nel 2010 dalla stessa Caritas italiana e dal-l’Ufficio nazionale per la pastorale della sanità dellaCei. Si tratta di un’indagine che ha coinvolto tuttele Diocesi d’Italia permettendo di censire 14.246servizi ecclesiali, dei quali 4.991 svolgono attivitàdi contrasto alla povertà. Questo dato è stato ela-borato sommando le attività (principali e seconda-

rie) relative ai centri di erogazione beni primari,alle mense, ai servizi residenziali e non residenzialiper i senza dimora, ai servizi residenziali per immi-grati, ai servizi antiusura. 85 di questi servizi dicontrasto alla povertà sono attivi nelle otto Diocesidell’Umbria «La rilevazione – spiega don Francesco Soddu, di-rettore di Caritas italiana – attraverso un campionedi 191 Centri di Ascolto in 28 Diocesi, fotografa iprofili delle persone che nel 2011 si sono rivolte allaCaritas, aiutandoci a capire come la crisi stia forte-mente incidendo sulle vecchie povertà, facendonenel contempo emergere di nuove. E i dati del primosemestre 2012, riferiti agli stessi Centri, indicanopurtroppo un ulteriore aggravamento della situa-zione. Si tratta di storie e volti incontrati ognigiorno nelle 220 Diocesi italiane. Ma accanto a que-sto c’è anche qualche segnale di speranza, rappre-sentato dalle esperienze avviate in tutte le Diocesiper cercare di rispondere ai crescenti bisogni e almoltiplicarsi delle richieste». Emergono dunque in modo chiaro alcune ten-denze: aumentano soprattutto gli italiani, cresce lamulti problematicità delle persone, con storie divita complesse, di non facile risoluzione, che coin-volgono tutta la famiglia; la fragilità occupazionaleè sempre più evidente e diffusa; aumentano gli an-ziani e le persone in età matura; si impoverisconoulteriormente le famiglie immigrate. In base agli ultimi dati relativi ai primi 6 mesi del2012 si confermano alcune linee di tendenza: au-mentano ancora gli italiani (+ 15,2%); stabili i di-soccupati (59,5%); aumentano i problemi dipovertà economica (+10,1%); diminuisce del10,7% la presenza di persone senza dimora o congravi problemi abitativi; aumentano gli interventidi erogazione di beni materiali (+44,5%). Nonostante le tendenze di peggioramento, si regi-strano tuttavia segni di speranza: una grande vita-lità delle comunità locali, che hanno avviatoesperienze di ogni tipo per contrastare le tendenzedella marginalità sociale. Gli operatori Caritas ri-scontrano un nuovo desiderio di ripartire, espressoda molte persone in difficoltà: affiora la volontà dirimettersi in gioco, l’aspirazione a migliorare la pro-pria situazione. Aumentano le persone che richie-dono ascolto personalizzato e inserimentolavorativo (+34,5 e +17%); aumentano del122,5% le attività Caritas di orientamento (profes-sionale, a servizi, a opportunità formative, ecc.);aumenta del 174,8% il coinvolgimento di altri entie organizzazioni. Rapporto integrale, sintesi e altro materiale di ap-profondimento su: www.caritasitaliana.it

E’ on-line il Rapporto povertà della Caritas italianaSi tratta di una rilevazione innovativa e sperimentale,

alla quale hanno partecipato dall’Umbria i Centri di Ascolto delle Caritas diocesane di Foligno, Perugia e Spoleto

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C’è attesa anche nelle Caritasdiocesane della regione di cono-scere i contenuti del Quinto Rap-porto sulle povertà in Umbria,che sarà presentato ufficialmenteil prossimo 14 dicembre, alle ore9.30, a Perugia, nel Saloned’Onore di Palazzo Donini in corsoVannucci, sede della Giunta re-gionale. Sono trascorsi cinqueanni dal precedente Rapporto,quando la crisi economica in attonon si era fatta ancora sentire.Questo Quinto Rapporto, come iprimi quattro, è il frutto di un ap-profondito lavoro di ricerca e distudio dell’Agenzia Umbria Ricer-che (AUR) e dell’Osservatoriosulle povertà in Umbria costituitonel 1995 con un protocollo d’in-tesa tra la Conferenza EpiscopaleUmbra (CEU) e la Regione Um-bria. I suoi aspetti operativi, lo ri-cordiamo, sono definiti da unaconvenzione tra Caritas regio-nale, AUR e Regione Umbria, rap-presentati pariteticamente nelComitato di Coordinamento. E’un osservatorio volto a studiarenella regione le forme e i pro-blemi della povertà, al fine diqualificare il complesso delleazioni istituzionali, il protagoni-smo delle forze sociali, deigruppi, delle associazioni reli-giose e della società civile, dellesingole individualità.La grave crisi economica degli ul-timi quattro anni ha richiesto unampio ed approfondito lavoro diricerca, come già era stato evi-denziato un paio di anni fa in oc-casione del convegno di studi“Verso il Quinto Rapporto sullePovertà. Scenari e piste di ri-cerca”. In quella sede è interve-

nuto in rappresentanza della CEUil prof. Marcello Rinaldi, delegatoCaritas regionale, che ha ribaditoquanto sia «fondamentale nontanto conoscere i numeri dellapovertà, ma i poveri. Per affron-tare il fenomeno non bisogna li-mitarsi a proporre nuove forme diassistenza se alla base non sicreano quelle condizioni per favo-rire delle relazioni che ci aiutanoad aiutare non solo material-mente, ma anche e soprattutto alivello umano le persone che vi-vono situazioni di povertà».Marcello Rinaldi interverrà allapresentazione del Quinto Rap-porto, relazionando sul tema “Lapovertà nell’universo della Cari-tas”. Oltre a Paolo Montesperelli, con-sulente scientifico dell’AUR, e a

Elisabetta Tondini, responsabileArea economica e sociale del-l’AUR, chiamati a presentare ilRapporto, gli altri relatori sono:Gioia Conteh e Alessandro Ve-strelli, che parleranno di “Crisi in-ternazionale e povertà”; LucaCalzola, che relazionerà su “Po-vertà relativa e deprivazione”;Andrea Orlandi, che illustrerà il“Sistema scolastico e mobilità so-ciale”; Martina Barro e SettimioMonetini, che interverranno sultema “Povertà e detenzione”;Pierluigi Grasselli e Enza Gal-luzzo, che analizzeranno “Le poli-tiche di contrasto alla povertà”.Alla presentazione del Rapportointerverranno anche Claudio Car-nieri, presidente dell’AUR, e CarlaCasciari, assessore Welfare eIstruzione della Regione Umbria;mentre gli interventi conclusivisono affidati all’arcivescovo Gual-

tiero Bassetti, presidente dellaCEU, e a Catiuscia Marini, presi-dente della Regione Umbria.Nell’invito alla presentazione delQuinto Rapporto si evidenzia che«… la povertà ci porta con forzadentro la contemporaneità, perfarci leggere la sua contradditto-rietà nei drammatici percorsi diesclusione, di sofferenza, chehanno ciascuno, dobbiamo sa-perlo, una dimensione indivi-duale, spesso silente e ancor piùincapace di raggiungere l’agorà,o un qualche più definito pro-cesso di relazioni. E anche questoemerge chiaramente da questoRapporto. Si tratta di universi cheincrociano continuamente uominie donne, queste ancor di più, chehanno dovuto affrontare improv-visamente la disoccupazione, unaseparazione legale che ha fattoloro perdere l’abitazione e le curefamiliari, diminuendo di molto laloro disponibilità finanziaria,donne sole rimaste con una prolenumerosa in età infantile o ado-lescenziale, anziani e anziane conbasso reddito a cui è venutameno la rete familiare e amicale,famiglie con prole numerosa, la-voratori, italiani o immigrati, cheda lungo tempo vivono in una si-tuazione di lavoro precario o dioccupazioni continuative conbasso reddito, studenti universi-tari che hanno perso il sostegnofamiliare e/o il lavoro e perdonola continuità nei loro corsi distudi». Inoltre, «… essere poverinon vuol dire solo non avere de-naro, ma anche e soprattutto nonessere in grado di realizzare lefunzioni fondamentali della vitaumana: nutrirsi, certo, vestirsi,avere una casa o un riparo, mavivere con una forte speranza divita, istruirsi, avendo sicurezzanel lavoro e una possibilità di par-tecipazione significativa alla vitasociale e politica, non come di-mensioni “ottenute” dall’alto, macome espressione di una titolaritàdi diritti umani e di “cittadi-nanza”».

R. L.

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Il Quinto Rapporto sulle povertà in UmbriaLa presentazione a Perugia il prossimo 14 dicembre

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In Terra Santa la tregua tra israe-liani e palestinesi potrebbe venirmeno da un momento all’altro e lasituazione umanitaria a Gaza restamolto grave. La clinica mobile hadovuto interrompere il servizio perdiversi giorni e anche il centro sa-nitario non riesce ad operare apieno ritmo, per i rischi che cor-rono operatori e pazienti e per lacarenza di medicinali. Nonostantetutto la Caritas Gerusalemme si è organizzata e, oltread acqua e cibo, conta di fornire kit medici a 180 per-sone che hanno ricevuto formazione specifica e possonoa loro volta fornire le prime cure ai feriti nelle diversecomunità locali. Per poter proseguire c’è però bisogno diun sostegno urgente da parte dell’intera rete Caritas. Ma nel già fragile e martoriato Medio Oriente, anche lasituazione della Siria diventa sempre più drammatica.Un conflitto che causa morti e, come sottolineato daPapa Benedetto XVI, «l’immane sofferenza della popo-lazione, in particolare di quanti hanno dovuto lasciare leloro case». Purtroppo il tentativo di inviare una delega-zione di Padri Sinodali per sostenere la via della pacenon si è potuto realizzare, ma il Papa ha comunquemandato in Libano una delegazione di Cor Unum, gui-data dal cardinale Sarah, per sollecitare ogni sforzo perla pace, portare un contributo della Santa Sede e raf-forzare il coordinamento degli aiuti. Sono ormai più di400.000 i rifugiati nei Paesi limitrofi e continuano ad au-mentare a ritmi esponenziali, gli sfollati arrivano a 1,2milioni e si stima che 2 milioni e mezzo di siriani (il 15%della popolazione) abbiano bisogno di aiuti. Tutte le Caritas locali moltiplicano gli sforzi, ma non pos-sono sostenere da sole il peso di questa emergenza. LaCaritas italiana ha già inviato un contributo, ma rilancial’appello per poter far fronte alle nuove, pressanti ri-chieste. La giovane Caritas Siria è riuscita ad organiz-

zare una prima rete di soccorsidi urgenza, grazie alla retedelle parrocchie, delle congre-gazioni e dei centri di acco-glienza. «Sofferenza e paura attraver-sano tutto il Paese», ha dettomons. Audo, vescovo di Aleppoe presidente della Caritas Siria,che ha lanciato un appello dicirca 600.000 euro per poter

assistere per i prossimi 5 mesi 1.600 famiglie, circa10.000 persone a Damasco, Aleppo, Homs, Hassakeh,Litorale. La Caritas Giordania nei campi di Mafraq, Zarka, Irbid,dopo i pacchi viveri ha distribuito buoni acquisto alle 650famiglie assistite. Negli stessi campi sono state aperte leprime scuole, dove sono seguiti 219 bambini e 50 gio-vani. Grazie poi a una serie di centri sanitari finora sonostate curate oltre 8.000 persone. Alla Caritas italiana èstato rivolto un appello, con la richiesta di 160.000 europer aiuti a 4.000 persone. La Caritas Libano, tra i rifugiati distribuiti nel nord delPaese, nella valle della Bekaa e a Beirut stessa rag-giunge una media di 300/400 famiglie al mese, ma sicomincia a temere l’arrivo del freddo. Da fine ottobre sioffrono anche cure a 15.000 rifugiati, con l’aiuto di duecliniche mobili e di un centro sanitario nel nord delPaese. La Caritas Libano ha già lanciato due appelli diemergenza per poter continuare a dare aiuti ai rifugiati. In Turchia l’assistenza nei campi è garantita interamentedal governo. La Caritas Turchia ha comunque dato la suadisponibilità alle autorità per richieste specifiche, men-tre si è organizzata per aiutare i rifugiati non residentinei campi. In particolare sta avviando un piano di inter-vento per fornire attrezzature per affrontare l’inverno,buoni pasto, cura dei bambini, assistenza sanitaria percasi vulnerabili e per i rifugiati di nazionalità non siriana.

Medio Oriente: la situazione resta sempre drammatica. Un aggiornamento dell’opera della rete Caritasin Terra Santa, Libano, Siria, Giordania e Turchia

Dall’Umbria un «forte appello» alla pace in Medio Oriente«Ci preoccupano le notizie chegiungono dai luoghi da noi visitatidurante il nostro recente pellegri-naggio in Terra Santa vissuto conimmensa gioia nel percorrere letappe più significative della vita diGesù Cristo fino ad arrivare a Geru-salemme, la città santa per ebrei,cristiani ed mussulmani, dove ab-biamo potuto cogliere “segni” dellavolontà di molti a voler vivere inpace. La pace in Medio Oriente nonè impossibile, perché forte è ilsentimento che accomuna tanti cri-stiani, ebrei e musulmani ad emar-ginare coloro che fomentano l’odio.Ma l’escalation della violenza diquesti ultimi giorni ancora una volta

rischia di vanificare il precario pro-cesso di pace in corso da anni traisraeliani e palestinesi. La presenzadi milioni di pellegrini che giungonoogni anno in Terra Santa contribui-sce non poco a questo processo enoi dall’Umbria, terra di pace, ab-biamo voluto portare il nostro con-tributo, oltre a vivere l’esperienzadel pellegrinaggio come occasioneper rigenerarsi alle sorgenti dellanostra fede cristiana a inizio Annodella Fede, che è speranza e carità,quindi giustizia e pace». A dirlo èl’arcivescovo di Perugia-Città dellaPieve e presidente della Ceu, mons.Gualtiero Bassetti, nel commentarequanto sta accadendo in Medio

Oriente, dove il presule si è recatoin pellegrinaggio dal 3 al 10 no-vembre insieme ad un folto gruppodi pellegrini (circa 200) provenientiun po’ da tutta l’Umbria. «Dalla no-stra Umbria, la terra di Francescod’Assisi che nel 1220 andò pelle-grino in Terra Santa per dialogarecon il Sultano – aggiunge mons.Bassetti –, vogliamo far giungere ilnostro forte appello alla pace e con-dividere la speranza con chi si pro-diga molto a costruire un futuro dipace in una terra così tanto marto-riata, le cui vittime sono soprattuttotra la popolazione civile, spessodonne e bambini».

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«L‘emergenza umanitariain Siria si allarga semprepiù: anche se facciamo delnostro meglio, non riu-sciamo a soddisfare tutti ibisogni dei profughi. Ab-biamo urgenza di altri aiutiumanitari»: è l’appello

lanciato attraverso l‘Agenzia Fides di Pascal Kateb, di-rettore esecutivo della Caritas Siria, organismo presentea Damasco, Aleppo, Homs e in altre aree interessate dalconflitto. «Lavoriamo in condizioni molto difficili – spiegaKateb –. Ma gli sfollati da assistere sono migliaia e laCaritas è fra le poche organizzazioni che raggiunge zoneremote o pericolose, in forza della sua neutralità, rico-nosciuta in tutti i contesti dove opera nel mondo. Ma lasituazione si fa ogni giorno più pesante». Emergenzache si allarga al punto che «in alcune scuole i bambiniseguono le lezioni la mattina, ma nel pomeriggio e lanotte gli stessi edifici ospitano i profughi. E‘ una situa-zione terribile. Stiamo cercando nuovi donatori che pos-sano aiutarci a coprire le spese scolastiche per ibambini». La speranza di Kateb è «la pace e la riconci-liazione, perché il popolo siriano sta soffrendo da troppotempo. E in questa drammatica situazione occorre faredi più per aiutarla, come la Caritas si sforza di fare». Da Aleppo a parlare è mons. Antoine Audo, vescovo cal-deo presidente della Caritas Siria: «la popolazione è allostremo perché da tre mesi regnano insicurezza, disoc-cupazione, povertà. Tuttavia assistiamo ad una grandesolidarietà tra le famiglie e vediamo che i giovani si mo-bilitano per servire i poveri. Quel che ci rattrista di più

– nota mons. Audo – è lo stato di prostrazione psicolo-gica che spinge molte famiglie cristiane a emigrare. Ciaggrappiamo alle parole di Benedetto XVI per conti-nuare ad andare avanti giorno per giorno, compiendoservizi di carità ai poveri e lavorando per la pace».Le vittime della violenza in Siria sono soprattutto i piùdeboli ed indifesi, i bambini. A denunciarlo recente-mente è l’Unicef nel sostenere che i bambini «accre-scono un già mostruoso conteggio di morti». Adesempio, dopo un grave attentato avvenuto nella se-conda metà dello scorso ottobre, tra le 49 vittime sicontavano 9 donne e ben 23 bambini. Lo afferma in unanota Andrea Iacomini, portavoce dell’Unicef, sottoline-ando che i bambini sono «di nuovo protagonisti in ne-gativo di un conflitto, quello siriano, che s‘inaspriscegiorno dopo giorno, e di un focolaio di guerra, quello af-ghano, non ancora estinto. Quanto tempo e quanti ap-pelli serviranno perché lo sfacelo non si bagni di altrosangue innocente? Sangue di bambini colpiti nella loroquotidianità, sangue di bambini che andavano a unafesta di matrimonio con le loro madri».L‘Unicef è da «sempre impegnata con tutte le proprieforze nelle zone di guerra» e continuerà ad aiutare «ipiù bisognosi, primi fra tutti i bambini. Mi auguro – con-clude Iacomini – che la comunità internazionale mettain atto con la dovuta celerità ed efficacia tutti i provve-dimenti necessari a frenare la furia di guerre politiche econflitti interreligiosi». Per maggiori info sull’opera dell’Unicef a favore delle“piccole” vittime dei conflitti nel mondo, consultare ilsito on-line: www.unicef.it.

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Emergenza umanitaria in Siria: le vittime della violenza sono soprattutto Bambini

La Caritas lancia un nuovo appello affinché gli aiuti si intensifichino perché gli sfollati da assistere sono migliaia

Foligno: riaperta la “Scuola di Pace” con l’obiettivo di educare alla «cultura del dare»

«Quest’anno la “Scuola di Pace”promossa dalla Caritas dioce-sana ha ampliato il proprio im-pegno nell ’educazione allamondialità e alla pace come cul-tura del dare». A spiegarlo èstato il diacono Mauro Masciotti,direttore della Caritas di Foli-gno, in occasione della presen-tazione del programma delCorso di Formazione al Volonta-riato Internazionale tenutasi ilgiorno della festa di san Mar-

tino, lo scorso 11 novembre. Il Corso è rivolto a giovanie non solo, che sviluppa una serie di incontri nel corsodell’anno, fino ad un’esperienza estiva di volontariatoall’interno della Casa di Accoglienza in Kosovo, gestitadalla Delegazione regionale Caritas Umbria. La scelta didedicare un’attenzione specifica al campo educativo èuna sfida culturale promossa dalla Caritas sin dalla suacostituzione.I servizi offerti dalla “Scuola di Pace” sono: il Dopo-scuola per bambini delle scuole elementari e medie;

mentre gli adulti possono frequentare il Corso di Alfa-betizzazione della lingua italiana. Oltre ad un sostegno nei compiti scolastici, l’intento èquello di promuovere l’aggregazione e la socializzazionetra i bambini e i loro genitori mediante la partecipazioneal Laboratorio Multiculturale con la collaborazione dellaBibliomediateca multilingue. Il laboratorio multiculturalesvilupperà nell’arco dell’anno dei temi di grande rile-vanza socio-culturale mediante letture, giochi, anima-zioni e riflessioni. Per gli adulti, oltre all’occasioneofferta per acquisire le nozioni linguistiche di base ne-cessarie per favorire l’integrazione nel tessuto socialecittadino, grazie al Salotto Letterario Multiculturale,avranno l’opportunità di conoscersi e di intessere rap-porti di amicizia, comprensione e scambi interculturali.La “Scuola di Pace” si avvale della preziosa collabora-zione di alcuni insegnanti in pensione e di alcuni giovaniche si rendono prossimi aiutando i più piccoli. Il direttore Masciotti rivolge un appello ai giovani dellacittà: «venite a sperimentare la gratuità e il servizio del-l’amore, farsi volontario dona una grande esperienza divita e di arricchimento personale».

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«Comunità sempre più orientate al bene comune,attraverso l’impegno educativo e la costruzione disistemi di relazione e responsabilità rinnovati, ba-sati su una piena dignità di tutte le parti incausa». E’ questo uno degli obiettivi prioritari chedon Francesco Soddu, direttore della Caritas ita-liana ha sottolineato nella presentazione del Rap-porto Mercati di guerra tenutasi a Roma, il 14novembre, nel corso di una conferenza stampa,alla quale hanno partecipato anche gli addetti allacomunicazione delle Caritas diocesane di Foligno,Perugia e Terni, presenti per il loro Coordinamentonazionale promosso della stessa Caritas italiana.Il Coordinamento degli addetti alla comunicazionedelle Caritas diocesane ha tenuto i suoi lavori il 15novembre per porre le basi di un nuovo piano dicomunicazione globale che tenga conto di scenarimutati, risorse disponibili e delineare alcune pos-sibili prospettive di lavoro e di impegno al fine diattivare o potenziare sinergie.Il Rapporto Mercati di guerra rappresenta laquarta tappa di un percorso di ricerca sui conflittidimenticati, avviato nel 2001 dalla Caritas italianainsieme a Famiglia Cristiana e Il Regno, che inquesta edizione, pubblicata da Il Mulino, si foca-lizza sul ruolo centrale della dimensione econo-mico-finanziaria nel determinare situazioni ditensione politica e di conflittualità armata. Dal 2010 al 2011 il numero totale di conflitti nelmondo è passato da 370 a 388: 18 in più. Parti-colarmente significativo l’aumento nel numero diguerre: dai 6 casi del 2010 si è passati ai 20 casidel 2011, il numero più elevato mai registratodalla fine del secondo conflitto mondiale. Nel richiamare questi dati il Rapporto mette in ri-lievo che la disponibilità di risorse è divenuto il fat-tore scatenante di nuovi conflitti internazionali edinterni. I numeri sono eloquenti. 145 nazioni nelmondo devono condividere le proprie risorse idri-che con altri paesi e utilizzano bacini idrici inter-nazionali (263 in tutto il mondo). Negli ultimicinquant’anni, la condivisione forzata dei bacini haprodotto 37 conflitti violenti. Oltre cinquantapaesi, nei prossimi anni potrebbero entrare in di-spute violente sulla gestione di laghi, fiumi, dighee acque sotterranee. Negli ultimi 5-6 anni il prezzoreale del cibo è sostanzialmente raddoppiato.Anche il prezzo reale del petrolio è oggi quasi ildoppio rispetto al 1982 e supera di più del 150 %il livello di inizio millennio. Secondo il Rapporto, laprincipale causa degli aumenti di prezzo risiedeproprio nel ruolo giocato dagli speculatori e daimercati finanziari mondiali.

Le conseguenze sui paesi a reddito basso e medio-basso delle evoluzioni dei prezzi sono state ovvia-mente negative. In particolare, la crisi alimentareesplosa nel 2008 e l’aumento del prezzo dei pro-dotti alimentari in tutto il mondo, hanno contri-buito all’esplodere di vari conflitti, quali leprimavere arabe e la guerra civile in Costa d’Avo-rio, e hanno provocato scontri e rivolte ad Haiti, inCamerun, Mauritania, Mozambico, Senegal, Uzbe-kistan, Yemen, Bolivia, Indonesia, Giordania,Cambogia, Cina, Vietnam, India e Pakistan. Molti altri sono gli aspetti affrontati nel volumeche, oltre a riportare gli esiti di un sondaggio SWGsulla percezione dei conflitti, prende anche inesame alcuni casi-studio - Libia, Somalia, Afgha-nistan, Filippine, Colombia - con un monitoraggiorelativo alla loro copertura mediatica. Non mancano nell’ultima parte prospettive socio-economiche di possibili interventi, oltre che ap-profondimenti e spunti sul ruolo della Chiesa dianimazione e sensibilizzazione su questi temi.La Conferenza stampa è stata anche occasioneper presentare la nuova impostazione del sito pro-mosso da Pax Christi e Caritas italiana, www.con-flittidimenticati.it . Approfondimenti su:

www.caritasitaliana.itwww.conflittidimenticati.it

Mercati di guerra: Presentato a Roma il Rapporto di ricerca su finanza e povertà, ambiente

e conflitti dimenticati, realizzato dalla Caritas italiana,Famiglia Cristiana e Il Regno

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Non devono essere considerati dei numerii cittadini immigrati che vivono nel nostroPaese; il 22° Dossier statistico immigra-zione Caritas-Migrantes lo ribadisce nel-l’edizione 2012 presentata lo scorso 30ottobre a Roma e in altre città italiane. DalDossier emerge, tra l’altro, che dei circa101 mila immigrati regolari presenti inUmbria, 54 mila risultano occupati: ma ilprincipale ostacolo per l’ingresso nelmondo del lavoro sono gli adempimentiburocratici per l’assegnazione del per-messo di soggiorno. A Perugia la presentazione è avvenuta attraversouna conferenza stampa presso Palazzo Donini,sede della Giunta regionale, promossa dalla Cari-tas in collaborazione con il Servizio Rapporti In-ternazionali e Cooperazione della Regione Umbria.Sono intervenuti Carla Casciari, vice presidentedella Giunta regionale, l’arcivescovo GualtieroBassetti, neo presidente della Conferenza episco-pale umbra (Ceu), Luca Di Sciullo della redazionecentrale del Dossier, Stella Cerasa della Caritasdiocesana perugina e curatrice del capitolo Um-bria del Dossier, il giovane profugo africano Mo-hammed, accolto dall’estate 2011 presso unastruttura della Caritas perugina, mons. Luigi Filip-pucci e Marcello Rinaldi, rispettivamente delegatiregionali della Fondazione Migrantes e della Cari-tas, oltre ai direttori e operatori delle Caritas dio-cesane dell’Umbria. L’incontro con la stampa èstato coordinato da Riccardo Liguori, direttore del-l’Ufficio stampa della Ceu, che ha curato una sin-tesi del Dossier consultabile sul sitowww.chiesainumbria.it/caritas .«Mi fa molto piacere che il mio primo impegno uf-ficiale come presidente della Ceu riguardi un’ini-ziativa in favore degli “ultimi”, gli immigrati», haesordito mons. Gualtiero Bassetti, ricordando leparole di san Paolo: «è stato abbattuto il muro diseparazione tra gli uomini e siamo tutti fratelli inCristo». Il presule si è poi soffermato su «qualesperanza hanno gli immigrati in Italia» dicendoche «occorre meno burocrazia per accogliere condignità chi arriva nel nostro Paese per vivere inpace. È grave la situazione in cui si trovano, dopole atrocità vissute per arrivare da noi, i profughigiunti dal Nord Africa un anno e mezzo fa. Queste

persone, molte delle quali giovani, sono ancora inattesa di sapere se potranno restare o meno inItalia e nei primi sei mesi di permanenza nonhanno potuto nemmeno lavorare. Non vorremmoritrovarci tra un anno a discutere nuovamente sei profughi avranno o meno un futuro nel nostroPaese».Luca Di Sciullo ha evidenziato il grande «affare»che l’immigrazione rappresenta per lo Stato ita-liano, con un gran sopravanzo in termini dicosti/benefici. Sia in termini di gettito fiscale inentrata, sia per la grande utilità lavorativa, specieper quanto riguarda l’assistenza sanitaria, dei cin-que milioni e più di stranieri presenti nel nostroPaese. «Essi sono integranti, ma non sono affattointegrati – ha sottolineato Di Sciullo –. Questo èun problema che si potrebbe affrontare con un po’di buona volontà politica». «Il Dossier mette inevidenza che l’Italia quest’anno resta uno deimaggiori paesi di immigrazione: abbiamo avutoun flusso che ha coinvolto in tutto più di 62 milapersone che sono arrivate sulle nostre coste; ab-biamo oltre 5 milioni di presenze regolari sul no-stro territorio; abbiamo una presenza delleseconde generazioni considerevolissima, che arri-verà presto alle 800 mila unità – ha spiegato an-cora Di Sciullo –. Sono persone giovani, inseritenel mondo del lavoro, spesso con lavori che gli ita-liani non desiderano fare, ma che pagano le tassee che danno molto più di quanto ricevono in ser-vizi. Per questo sarebbe auspicabile un quadro na-zionale in cui la buona volontà degli enti localinell’accoglienza e nel favorire l’inserimento di que-ste persone, trovi un riferimento nazionale piùcongruo alla situazione reale».

Presentato anche in Umbria il 22° Dossier statistico

immigrazione Caritas/Migrantes 2012“Non sono numeri”

Il presidente della Ceu mons. Gualtiero Bassetti: «meno burocrazia per accogliere con dignità chi arriva nel nostro Paese per vivere in pace»

di Giulio Lizzi

SEGUE A PAGINA QUATTORDICI

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La vice presidente Carla Ca-sciari ha ricordato che uncontributo importante persostenere l’inserimento so-ciale degli immigrati conti-nua ad essere assicuratodalle risorse destinate dallaRegione Umbria ai pianiannuali per l’immigra-zione: «Anche quest’anno

sono state destinate dal bilancio re-gionale significative risorse per appoggiare i pro-cessi di integrazione, anche andando adintercettare risorse ulteriori come quelle derivantidal Fondo europeo per l’Integrazione (FEI). Attra-verso il Programma annuale 2012, la Regione Um-bria sostiene direttamente 153 progetti con unimpegno finanziario complessivo di 325 mila euro.Accanto ai programmi annuali si colloca, inoltre,la programmazione territoriale integrata per laquale attraverso il 13/mo programma di ambito inmateria sono state impegnate risorse pari a 350mila euro». Tra le aree prioritarie di intervento,importanti azioni sono state messe in campo perfavorire la diffusione della lingua e della culturaitaliana ed altri progetti innovativi sono in corsocon l’obiettivo di sostenere i migranti, in partico-lare i giovani e le donne, nel percorso di piena in-

tegrazione, traquesti hannor i s c o n t r a t ogrande inte-resse i corsi diqualificazioneper soggett idestinati al la-voro di cura».«La diffusionecapi l lare sulterritorio dei

corsi ha consentito la partecipazione delle donneche rivestono un ruolo importante nel processo diintegrazione». «In un contesto normativo nazio-nale che vede i cittadini extracomunitari esclusi ingenerale dai diritti politici ed in particolare dal di-ritto di voto – ha aggiunto la vice presidente – perfavorire la partecipazione e la crescita del senso diappartenenza alla collettività umbra dei nuovi cit-tadini, è stato, inoltre, completato il complessoprocedimento per la ricostituzione della Consultaregionale umbra dell’immigrazione».Molto significativa è stata la testimonianza del gio-

vane Mohammad, del Burkina Faso, che ha rac-contato il disperato viaggio per fuggire dal suoPaese, l’arrivo a Lampedusa senza sapere se fossel’Italia, gli angosciosi giorni del trasferimento alcentro “Cie” di Manduria con destinazione finalePerugia. Per lui ed altri venti e più giovani africani,però, il calvario non è finito. Infatti, questi profu-ghi - a causa di una gran mole di burocrazia - nonhanno ancora potuto ottenere né il permesso disoggiorno, né la carta d’identità provvisoria e vi-vono da ormai un anno e mezzo a Perugia impos-sibilitati a svolgere qualsiasi attività. Al riguardo,mons. Bassetti, al termine dell’incontro, è interve-nuto rivolgendo un accorato appello alle istituzioniaffinché si trovi uno sbocco per la situazione diqueste persone.Il Dossier rileva che dopo un anno dall’arrivo deiprofughi «emergono vari punti di criticità». Tra

questi l’impossibilità di trovare un’occupazione.«Per i primi sei mesi del loro soggiorno in Italia –ha spiegato Stella Cerasa – i richiedenti asilo nonhanno potuto lavorare, mentre assai grande era laloro aspettativa in proposito. Il sentimento di fru-strazione deriva anche dal fatto che in Libia eranopiù o meno tutti occupati in lavori anche umili macon qualche guadagno. Non è facile stare accantoa queste persone, perché il loro vissuto è spessodoloroso. Ma per chi si occupa di accoglienza sitratta senza dubbio di un’esperienza importante:ogni giorno si possono riequilibrare le nostre cer-tezze e il nostro modo di pensare. È anche dolo-roso stare accanto ad essi e non sapere quale saràil loro futuro in Italia; se dopo aver rischiato la vitain mare ci sarà un Paese che li accoglierà. Per oraè stata data loro una speranza che terminerà conun punto interrogativo il prossimo dicembre, conla scadenza del programma di accoglienza dellaProtezione civile».

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SEGUE A PAGINA QUINDICI

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Stella Cerasa ha concluso ilcapitolo umbro del Dossiercitando una storia «esem-plare», quella di Wabo, pro-veniente dal Burkina Faso:«ha trovato un lavoro comeaiuto cuoco, con un con-tratto di trentasei mesicome apprendista, manessuno può dargli garan-

zie sul fatto che fra tre anni potrà stareancora in Italia». Da questa ed altre testimonianze si comprende chegli immigrati non possono essere considerati solodei «numeri»: sono uomini che sperano, come noi,in un futuro migliore in un Paese dove tutti do-vrebbero essere messi nella condizione di realiz-zarsi socialmente e culturalmente.All’inizio della conferenza stampa Riccardo Liguoriha fornito alcuni dati sul fenomeno immigrazione,ricordando che nel 2010 in tutto il mondo eranocirca 214 milioni i migranti e i rifugiati, dei qualipoco più di 33 milioni nell’Unione Europea, per i trequarti concentrati in Francia, Germania, Italia, GranBretagna e Spagna. In quest’ultimo Paese, comeanche in Portogallo e in Irlanda, il loro numero è ul-timamente diminuito. L’incidenza media degli im-migrati sui residenti europei è del 6,6%. In Italia,dalla stima fornita dal Dossier al 31 dicembre 2011,gli immigrati regolari, inclusi i comunitari e quelliancora non iscritti in anagrafe, sono 5.011.000, unnumero appena più alto di quello stimato nel 2010(4.968.000), con un’incidenza sulla popolazione re-sidente dell’8,2%. Se si pensa che due anni primagli immigrati erano circa 3.900.000, tra il 2010 e il2011 il loro flusso in arrivo è notevolmente rallen-tato. In Umbria, al 31 dicembre 2011, sono statistimati dal Dossier circa 101.000 immigrati rego-lari, facendo registrare una diminuzione di 8.000persone rispetto ai 109.000 immigrati stimatil’anno precedente. L’incidenza sulla popolazione re-sidente umbra è dell’11,1%, tra le più alte in Italia,con una significativa presenza di minori e di stu-

denti iscritti nelle scuole della regione.Si inizia a rilevare una sorta di “emigrazione” degliimmigrati dovuta principalmente alla perdita delposto di lavoro a causa della crisi economica, che inItalia ha provocato, tra il 2007 ed il 2011, la perditadi un milione di posti di lavoro in parte compensatida 750 mila assunzioni di stranieri in settori e man-sioni non ambiti dagli italiani. Nello stesso tempotra gli immigrati è aumentato il numero dei disoc-cupati (310 mila, di cui 99 mila comunitari) e iltasso di disoccupazione (12,1%, quattro punti inpiù rispetto alla media degli italiani), mentre il tassodi attività è sceso al 70,9% (9,5 punti più elevatoche tra gli italiani).Il 22° Dossier statistico immigrazione Caritas/Mi-grantes 2012 è stato presentato ufficialmente aRoma e in contemporanea in altre città delle sediciregioni ecclesiastiche italiane: in Abbruzzo-Molise aLarino (Cb) e a Pescara; in Basilicata a Potenza; inCalabria a Cosenza; in Campania a Napoli; in Emi-lia Romagna a Bologna; in Liguria a Genova; inLombardia a Milano; nelle Marche ad Ancona; inPiemonte-Valle d’Aosta ad Alessandria, Biella,Cuneo, Sant-Pierre (Ao) e a Torino; in Puglia a Bari;in Sardegna a Cagliari e a Olbia; in Sicilia a Pa-lermo; in Toscana a Firenze; nel Triveneto a Bel-luno, Pordenone, Portogruaro (Ve), Rovigo, Treviso,Venezia, Verona, Vicenza e a Vittorio Veneto; inUmbria a Perugia.

Giulio Lizzi

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