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1. INTRODUZIONE
VERSO LA DEFINIZIONE DI UN CONTESTO
LE RAGIONI DELL’INIZIATIVA Il progetto “Scuola 21” si inserisce nel Piano d’azione di Fondazione Cariplo “Promuo-
vere il miglioramento dei processi educativi per favorire la crescita delle persone nella
comunità”, il cui obiettivo di fondo è contribuire a modificare l’atteggiamento delle giovani
generazioni verso aree significative del sapere, accrescendone le conoscenze e le compe-
tenze, nonché la capacità di tradurle in comportamenti concreti. Questa finalità di lungo
periodo si traduce nell’obiettivo specifico del miglioramento della qualità dei processi
formativi, con particolare riferimento a quelli scolastici.
Orizzonti mondiali sempre più vasti ed interconnessi richiedono infatti una scuola capace
di sviluppare negli studenti non solo conoscenze, ma attitudini complesse e capacità criti-
che in grado di cogliere i problemi globali, di costruire rapporti di connessione tra fenomeni
apparentemente distanti, di inserire l’esperienza personale in un contesto universale. L’at-
tuale sistema educativo italiano appare tuttavia in difficoltà nell’affrontare le sfide derivanti
dalle mutazioni in atto nella società e nel sistema produttivo, poiché concentra gli sforzi, per
la formazione degli studenti, sulla predisposizione di corsi di studio con buoni contenuti, con
il rischio di formare professionisti tecnicamente competenti e specializzati, ma in difficoltà
a pensare in modo critico e “agire da cittadini”. La trasmissione dei soli saperi disciplinari
infatti, senza fornire tutti gli strumenti necessari ad affrontare i problemi con approccio
rigoroso e interdisciplinare, rappresenta una lacuna formativa della scuola italiana.
All’interno del Piano d’azione è stata pertanto individuata la linea d’azione “Promuovere
l’educazione alla sostenibilità ambientale”, che prevede lo sviluppo di un progetto i cui prin-
cipali destinatari siano gli studenti e i docenti della scuola secondaria di II grado. È infatti in
questo ordine scolastico che più efficacemente si può sviluppare la capacità di integrare com-
6
petenze diverse (scientifiche, sociali, economiche, giuridiche ecc.) per individuare soluzioni a
problemi complessi, come quelli derivanti dal rapporto tra uomo e ambiente, in una prospet-
tiva non bucolica, ma fortemente ancorata ai più significativi livelli del progresso delle cono-
scenze. Per favorire lo sviluppo di pratiche sperimentali di educazione interdisciplinare, Fon-
dazione Cariplo ha deciso quindi di affrontare - attraverso il progetto “Scuola 21 – educazione
sostenibile nella scuola del 21° secolo” - il tema dell’educazione alla sostenibilità ambientale,
“caso emblematico” in cui saperi diversi debbono convergere verso soluzioni condivise.
Il progetto racchiude già nel suo nome gli elementi su cui si fonda: la scuola come
motore del cambiamento; il riferimento all’Agenda 21 del vertice ONU di Rio de Janeiro
(1992) e all’impegno delle comunità locali per la trasformazione dei comportamenti e de-
gli stili di vita verso la sostenibilità; il concetto di educazione sostenibile. Per contribuire
al cambiamento auspicato al vertice di Rio è in particolare importante che l’educazione
diventi essa stessa “sostenibile”, ovvero enfatizzi “l’esperienza e la qualità dell’apprendi-
mento, visto come processo creativo, riflessivo e partecipativo” e abbandoni un “sapere
approssimativo, relazionale e transitorio” per un “apprendimento che è continua esplo-
razione attraverso la pratica” (Sterling, 2006). Per affrontare la complessità del presente,
dove ogni questione è correlata a tutte le altre, in modo autonomo e sostenibile, è infatti
“meglio una testa ben fatta che una testa ben piena” (Montaigne, 1588) 1.
La complessità di “Scuola 21”, che interessa la trasformazione della didattica e preve-
de un cambio di mentalità nella scuola, nei docenti e negli studenti, necessita l’attuazione
di una strategia pluriennale costituita dalle seguenti fasi:
1. progettazione di materiali didattici interdisciplinari;
2. sperimentazione dei materiali in alcune scuole campione;
3. verifica e diffusione su larga scala.
Il progetto ha ottenuto il logo UNESCO per il contributo dell’iniziativa al Decennio
dell’Educazione allo Sviluppo Sostenibile”, iniziativa dell’ONU di promozione dell’educa-
zione alla sostenibilità partita nel 2005.
1 Citato in Morin E. (2000), La testa ben fatta. Riforma dell’insegnamento e riforma del pensiero, Milano, Raffaello Cortina Editore.
7
L’EDUCAZIONE SOSTENIBILE NELLA SCUOLA SECONDARIA DI II GRADO
Nella scuola secondaria di II grado si riscontra un certa resistenza (in misura maggio-
re rispetto alle scuole primaria e secondaria di I grado) ad aprirsi all’educazione soste-
nibile e all’innovazione sul piano dei contenuti curricolari, delle metodologie didattiche,
dell’organizzazione interna, delle relazioni con il territorio, e al cambiamento che ne ri-
sulterebbe.
L’approccio didattico dominante, legato spesso all’impegno del singolo anziché alla
cooperazione di un gruppo di insegnanti e alla messa in gioco dell’intera scuola, è spesso
disciplinare o al più multidisciplinare, lontano quindi da quella necessità di interdiscipli-
narietà e transdisciplinarietà2 che è richiesta per affrontare la complessità del reale e in
particolare le problematiche legate all’ambiente.
Un ulteriore elemento di criticità di questo segmento formativo è verificabile dall’ana-
lisi dei risultati ottenuti dagli studenti italiani nelle principali indagini internazionali sulle
competenze possedute in aree cruciali del curriculum scolastico.
Tra tali indagini, assume particolare importanza l’indagine PISA3 che, con cadenza
triennale a partire dall’anno 2000, attesta negli studenti quindicenni il possesso della
literacy4 (competenza funzionale) di lettura, matematica e di scienze, ovvero un complesso
insieme che descrive il bagaglio personale di abilità, capacità, interessi che mettono in
2 La ricerca transdisciplinare parte da problemi tangibili, reali – caratterizzati da complessità, intensità dei conflitti e barriere linguistiche – e le soluzioni prospettate emergono dal confronto di una molteplicità di stakeholders. La transdi-sciplinarietà non è confinata ad un circolo ristretto di esperti scientifici, riviste specialistiche e dipartimenti universitari: idealmente chiunque abbia qualcosa da dire su un problema e abbia desiderio di partecipare può svolgere un ruolo. At-traverso il mutuo apprendimento la conoscenza di tutti i partecipanti è arricchita: inclusa la conoscenza locale, scientifi-ca, delle imprese, delle organizzazioni non governative…La conoscenza totale sarà superiore alla conoscenza del singolo e nel processo saranno ridotti i limiti e le posizioni pregiudiziali di ciascuna prospettiva (tratto da Camino et al., 2008).3 PISA (Programme for International Student Assessment) è una indagine internazionale a cadenza triennale promossa dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) per accertare le competenze dei quindicenni scolarizzati nelle aree della comprensione della lettura, della matematica e delle scienze. Hanno partecipato a PISA 2006 57 paesi (37 OCSE e i restanti di paesi non OCSE). Il coordinatore nazionale per l’Italia è l’INVALSI ( www.invalsi.it ) 4 Una disamina approfondita del concetto di literacy si può trovare nel documento “Valutare le competenze in scienze, matematica, lettura – Il quadro di riferimento PISA 2006”, pubblicato sul sito www.invalsi.it/ric-int/Pisa2006/sito/docs/Quadro_riferimento_PISA2006.pdf
8
grado ciascun individuo, indipendentemente dal suo ruolo e dalla sua professione, di par-
tecipare attivamente alla società, assumendosi le responsabilità del suo esser cittadino
e effettuando in modo autonomo le scelte del suo esser individuo. La literacy descrive
quindi non tanto il bagaglio di competenze e conoscenze di uno studente in qualità di
quindicenne scolarizzato, quanto piuttosto quello che gli consentirà, nel suo futuro, di
poter esercitare i propri diritti di cittadinanza attiva.
Se si ragiona di educazione alla sostenibilità, intesa secondo l’obiettivo UNESCO che
sta alla base del Decennio all’Educazione allo sviluppo sostenibile (DESS) come “l’insie-
me degli interventi che mette in grado ogni individuo di fornire un contributo allo sviluppo
sostenibile5“, è soprattutto la literacy scientifica ad assumere un rilievo specifico, in quan-
to essa definisce la capacità di leggere la realtà, individuando quali siano le domande di
carattere scientifico, che sono in grado di dare una spiegazione scientifica dei fenomeni ed
infine utilizzando prove basate su dati scientifici, e rileva gli interessi, le motivazioni e gli
atteggiamenti degli studenti nei confronti della scienza, con particolare attenzione alla
responsabilità nei confronti delle risorse e dell’ambiente.
Senza entrare nel dettaglio delle differenze per area geografica6 e per tipologia di
scuola è possibile affermare che i risultati complessivi ottenuti in PISA 2006 (media nazio-
nale = 475 con deviazione standard pari a 96) collocano i nostri studenti molto al di sotto
della media dei paesi OCSE (500), con una distanza resa ancor maggiore dal confronto con
i paesi che hanno ottenuto i migliori risultati7 (Finlandia = 563; Hong Kong = 542; Canada
= 534) e relegano il nostro paese al 38° posto sui 57 paesi partecipanti (tab.1)
5 Si veda l’“Impegno comune di persone e organizzazioni per il Decennio dell’educazione allo sviluppo sostenibile” www.unescodess.it/materiali/impegno_comune_per_il_dess.6 Una analisi specifica dei risultati dell’indagine OCSE –PISA 2006 relativi alla Regione Lombardia è disponibile nel sito dell’Ufficio Scolastico Regionale: www.istruzione.lombardia.it/pisa2006/index.htm. 7 Fonte base dati PISA 2006 INVALSI – il Rapporto nazionale sull’indagine PISA 2006 è disponibile sul sito: www.invalsi.it/invalsi/ri/pisa2006.php?page=pisa2006_it_05.
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Tabella 1: PISA 2006 - risultati in scienze
AZIONE PUNTEGGIO STUDENTI STUDENTESSE8
ITALIA 475 (D.S. 96) 477 474
FINLANDIA 563 (D.S. 86) 562 565
MEDIA OCSE 500 (D.S. 95) 501 499
Fonte: PISA 2006 – INVALSI
Anche il confronto rispetto alle rilevazioni nei segmenti formativi precedenti, accentua
l’emergere di criticità nella scuola secondaria di secondo grado. Pur con le dovute caute-
le, derivanti dalla differente impostazione metodologica, ad esempio, la recente indagine
TIMMS9 sulle scienze (tab.2) ha messo in luce un sostanziale buon livello della scuola pri-
maria (rilevata al quarto anno di scolarità corrispondente alla attuale “quarta elementa-
re”) e il manifestarsi di aspetti problematici già a partire dalla scuola secondaria di primo
grado (attestata all’ottavo anno di scolarità corrispondente alla attuale “terza media”).
Tabella 2: risultati dell’Italia in scienze al quarto ed all’ottavo anno di scolarità
TIMSS 2007 - Quarto anno TIMSS 2007 - Ottavo anno
Media Err.St. Media Err.St.
Italia 535 3.2 495 2.8
Media Int. oMedia OCSE
500 500
Nazionemigliore
587 4.1 567 4.4
Singapore Singapore
Fonte: Michela Mayer su dati INVALSI
8 Nei dati riportati la differenza ragazzi-ragazze non è statisticamente significativa. 9 L’indagine TIMSS - Trends in International Mathematics and Science Study promosso dalla IEA (International Associa-tion for the Evaluation of Educational Achievement).
10
Emerge la carenza di una competenza scientifica di base indispensabile per leggere e
vivere in una realtà sempre più complessa e articolata, in cui le tematiche dello sviluppo
sostenibile si intrecciano con quelle di un sapere scientifico e tecnologico in continua evo-
luzione. Il quadro che ne deriva sottolinea dunque una scuola poco attenta a sviluppare
competenze, a motivare gli studenti, a stimolare passioni, interessi e curiosità fondamen-
tali per poter svolgere un ruolo di cittadini attivi e responsabili e per esercitare i propri
diritti di democrazia.
E’ infine necessario ricordare come oggi, alla luce dei recenti processi di riordino della
scuola secondaria di secondo grado, che a breve modificherà, per la prima volta dopo la
riforma Gentile del 1923, in maniera sistemica il suo impianto complessivo riducendo e
rivedendo gli indirizzi di studio, sia indispensabile una diversa attenzione metodologica
per consentire di sviluppare quell’insieme di competenze, quegli atteggiamenti, quegli
strumenti culturali indispensabili per agire consapevolmente nel proprio contesto di ri-
ferimento10 .
IL PROGETTO SCUOLA 21Le difficoltà sopra esposte evidenziano che per “Promuovere l’educazione alla so-
stenibilità ambientale” occorre misurarsi con la necessità di rinnovamento della scuola
secondaria, nella convinzione che sia proprio nei ragazzi tra i 14 e i 19 anni che si debba-
no rafforzare competenze funzionali per sviluppare pensiero critico e concrete forme di
cittadinanza attiva.
In quest’ottica il progetto Scuola21 intende contribuire al miglioramento dell’offerta
formativa della scuola secondaria di II grado attraverso lo sviluppo di una metodologia
didattica interdisciplinare che insegni a cogliere il contributo delle diverse discipline e
10 Nei regolamenti per l’Istruzione liceale, tecnica e professionale che a breve saranno emanati dal Ministero dell’Istru-zione, dell’Università e della Ricerca, si fa esplicito riferimento ad un profilo educativo, culturale e professionale (PE-CUP) che definisce gli strumenti culturali, gli strumenti organizzativi e metodologici indispensabili per il pieno sviluppo della persona.
11
prospettive nell’analisi rigorosa e nella soluzione di problematiche ambientali complesse
e controverse.
In contesti eco-socio-sistemici, termine che Morin utilizza per definire la nuova realtà
globale frutto dell’interazione ormai inscindibile tra sistemi naturali e sistemi tecnologi-
ci, sono infatti cruciali non solo la disponibilità di conoscenze e competenze, ma anche
la capacità di applicarle in ambiti diversi, quali quelli scientifici, economici e sociali. Il
processo educativo dovrà avere a che fare con la partecipazione, l’efficacia delle azioni
personali, l’equità e la giustizia sociale, la costruzione di nuovi modi di immaginare un
futuro condiviso, la capacità di sentirsi parte dei problemi e attori delle soluzioni, dando
luogo a progettazioni che si sviluppino secondo alcune caratteristiche:
• “flessibilità” sia nelle dinamiche interne al gruppo, tra i suoi componenti, che nel-
la risposta del gruppo alle sollecitazione esterne;
• “azione” sia intesa come “orientamento all’azione” del processo educativo, sia
come “applicazione pratica” e quindi visibile;
• “cooperazione” che si esprime in “interdisciplinarietà”, “ascolto” e “valorizzazione”.
In particolare Scuola 21, attraverso la costruzione, sperimentazione, validazione e dif-
fusione di percorsi didattici, intende perseguire i seguenti obiettivi specifici di innovazione
e cambiamento:
a) promuovere l’adesione collegiale delle scuole alle finalità dell’educazione soste-
nibile attraverso l’inserimento strutturale di percorsi didattici interdisciplinari nel
Piano dell’Offerta Formativa;
b) stimolare nei docenti, sul piano personale, la riflessione sul proprio modo di vede-
re e rapportarsi con l’ambiente e, sul piano professionale, migliorarne le compe-
tenze attraverso l’implementazione di una nuova metodologia didattica;
c) sviluppare negli studenti spirito critico e favorire l’acquisizione di competenze di
“cittadinanza attiva e responsabile”.
La filosofia di Scuola21 risulta quindi caratterizzarsi per una grande attenzione al
coinvolgimento dell’intera istituzione scolastica, al forte legame tra riflessione e pratica,
12
alla consapevolezza di agire nella complessità e nell’incertezza, al desiderio di intervenire
sulla realtà per modificarla, alla coprogettazione, alla motivazione dei diversi attori.
Determinante per il successo di un progetto educativo, è una gestione accurata delle
relazioni, la giusta attenzione nello scegliere i tempi e le modalità adatte a dare rilevanza
ai soggetti coinvolti, con un particolare protagonismo dello studente:
[…] se siamo convinti che ogni soggetto sviluppa una propria dinamica cognitiva e si con-
traddistingue per un proprio universo di conoscenze, vissuti, idee, concezioni; se sia-
mo convinti inoltre che ogni bambino e ragazzo sia già da ora ed adesso un “cittadino”
portatore di diritti e di doveri, che vive relazioni con gli altri e con il proprio territorio, di
cui ha memoria ed in cui proietta bisogni, desideri, progetti, sogni, allora è necessario
realizzare contesti educativi in cui questa centralità sia reale e praticata, per tutti e per
ciascuno, sia a livello dei processi di costruzione della conoscenza sia nell’organizza-
zione del lavoro, nelle procedure e nella dimensione sociale della vita scolastica.
(Borgarello G., Bottiroli A., 1997: 49)
La scuola che sceglie di partecipare a Scuola21 e ne abbraccia la filosofia, sceglie il pen-
siero critico e riflessivo, si confronta con valori, convinzioni, punti di vista, assume la consape-
volezza del cambiamento come pratica possibile. Sa che per affrontare un problema ambien-
tale le informazioni sono importanti, ma è altrettanto consapevole che solo attraverso una
visione sistemica e integrativa, trasformativa e costruttiva è possibile passare all’azione.
L’azione formativa che nasce dalla partecipazione a “Scuola 21” dovrà avere alcune
caratteristiche:
1. “agire” sul territorio;
2. essere interdisciplinare;
3. far emergere la complessità delle problematiche e offrire metodi/strumenti con-
creti per gestirla;
4. essere fattibile nel contesto delle scuole superiori;
13
5. superare la logica autoreferenziale che troppo spesso contrassegna l’agire della
scuola.
La progettazione e realizzazione degli interventi costituiranno per i docenti oggetto di
riflessione rispetto a:
1. riflessione organizzativa della scuola come istituzione;
2. riflessione operativa nella gestione di classe;
3. valutazione del progetto rispetto a criteri di qualità condivisi;
4. progettazione condivisa.
14
VERSO LA DEFINIZIONE DI UN PERCORSO
I materiali predisposti non costituiscono un manuale per la realizzazione di buoni pro-
getti. In linea con la filosofia fondante del progetto Scuola 21, sono invece finalizzati a
supportare coloro che siano interessati e disponibili ad impegnarsi nella sfida dell’edu-
cazione alla sostenibilità, in primis gli insegnanti e le istituzioni scolastiche nel loro com-
plesso. A tal fine forniranno indicazioni utili a:
1. chiarire le finalità del progetto e i valori ad esso sottesi;
2. adottare metodologie e strumenti innovativi;
3. supportare l’inserimento operativo di Scuola 21 nella programmazione di Istituto;
4. illustrare interventi concreti da cui trarre spunto.
TRA CRITERI DI QUALITA’ E COMPETENZEA partire dagli anni ‘90, si è sviluppata una profonda riflessione sulla necessità di indi-
viduare i tratti distintivi e pertinenti dei progetti e delle esperienza di educazione ambien-
tale (Ammassari e Palleschi, 1991; Cogliati Dezza, 1993, Borgarello e Bottiroli, 1997). Tale
lavoro ha richiesto una ridefinizione, anche teorica, delle finalità (e delle metodologie)
della valutazione della qualità dei processi educativi in coerenza con gli statuti ed i valori
caratterizzanti l’educazione all’ambiente ed alla sostenibilità.
Tra gli esiti vi è stata la strutturazione di diverse griglie di valutazione basate su una
logica condivisa e negoziata di criteri, indicatori, descrittori di qualità11. (Borgarello, 1999;
AA.VV., 2005)
11 A titolo esemplificativo si elencano i dieci indicatori elaborati ed attualmente in uso dalla Rete Regionale di Servizi per l’Educazione Ambientale della Regione Piemonte: 1. Centralità/Protagonismo dell’allievo; 2. Pensare insieme: negoziazione collettiva dei saperi; 3. Un insegnante facilitatore e mediatore dei processi di conoscenza; 4. Promozione di processi meta-cognitivi; 5. Un rapporto organico e continuativo con il territorio; 6. Organizzazione orientata al prodotto, partecipata, flessibile e monitorabile; 7. Occuparsi di problemi percepiti come rilevanti social-mente dai bambini; 8. Cura del clima relazionale; 9 Integrazione, trasversalità, dialogo tra saperi; 10.Flessibilità del percorso di lavoro, monitoraggio e valutazione.
15
Tali sistemi, in estrema sintesi, forniscono utili elementi per:
• esplicitare le teorie di riferimento e costruire linguaggi e significati condivisi;
• indirizzare la progettazione di percorsi didattici e contesti educativi;
• monitorare in itinere ciò che accade nelle concrete situazioni di lavoro con i ragazzi;
• confrontare il progetto, i processi attivati, l’esperienza con altri;
• autovalutare la qualità degli interventi proposti.
Il progetto Scuola21, riconosciuta l’importanza di fare propria tale impostazione, ha
adottato quale riferimento base nella fase di progettazione le Linee guida per il migliora-
mento continuo della qualità nell’Educazione allo Sviluppo Sostenibile elaborate dalla rete
SEED – School Development through Environmental Education. In esse viene proposto un
elenco di criteri di qualità (Breiting, Mayer, Mogensen, 2005) organizzati in aree, a loro
volta afferenti a tre raggruppamenti principali (tab. 3).
16
Tabella 3: criteri di qualità per “Scuole per lo Sviluppo Sostenibile”
Criteri che riguardano la qualità dei processi di insegnamento e di apprendimento
Criteri che riguardano la qualità delle linee di azione della scuola e la sua organizzazione
Criteri che riguardano la qualità delle relazioni della scuola con l’esterno
1. Area dei processi di insegnamento/apprendimento
10. Criteri di qualità nell’area della pianificazione e della programmazione
14. Criteri di qualità nell’area della co-operazione con il territorio.
2. Area dei risultati visibili all’interno della scuola e nella comunità
11. Criteri di qualità nell’area del clima della scuola
15. Criteri di qualità nell’area del lavoro in rete e in partenariato
3. Area delle capacita di immaginare il futuro
12. Criteri di qualità nell’area della gestione della scuola.
4. Area di una ‘cultura della complessità
13. Criteri di qualità nell’area della valutazione delle iniziative per l’ESS nella scuola
5. Area del pensiero critico e del linguaggio delle possibilità
6. Area dell’esplicitazione e dello sviluppo dei valori
7. Area di una visione orientata all’azione
8. Area della partecipazione
9. Area dell’approccio alle discipline
Tale sistema di criteri di qualità è dichiarato essere uno strumento che sintetizza una
filosofia per l’educazione allo sviluppo sostenibile, strumento che deve essere costruito e ac-
cettato da tutti coloro che hanno interesse per la scuola, e che non può essere considerato
come un mezzo per il “controllo della qualità”, ma come un’opportunità per il “miglioramento
17
continuo della qualità”, aperto al dibattito e alla partecipazione. In questa visione, i criteri di
qualità debbono offrire orientamento e ispirazione e non devono essere confusi con qualcosa
di simile agli “indicatori di risultato”. (Breiting et al., 2005: 9)
Nell’utilizzo dei criteri di qualità nella fase di progettazione (e successivamente nella
sperimentazione) dei percorsi didattici si è quindi dovuto tener presente che:
• non è possibile fare riferimento a criteri singoli, ma necessariamente ad insie-
mi coordinati nell’intento di perseguire la massima coerenza tra obiettivi, contesti
educativi ed azioni;
• non si tratta di scegliere i criteri, gli indicatori, i descrittori ma di impegnarsi nella
loro concreta attivazione nella pratica educativa;
• una lista di criteri non è mai esaustiva e per essere sentita deve riportare un gran
numero di cancellature, revisioni e nuove formulazioni frutto del contesto e degli
interessi locali;
• nessun criterio può essere adottato senza una approfondita discussione che coin-
volga i diversi soggetti della scuola.
L’ultimo punto citato evidenzia un possibile elemento di criticità dei diversi sistemi di
criteri ed indicatori di qualità: la centratura sull’insegnante.
Tali sistemi sono infatti accumunati dall’essere generalmente il frutto del confronto
tra insegnanti o educatori inseriti in lunghi, intensi, partecipati percorsi di formazione e
ricerca, mentre del tutto assente o secondario appare il coinvolgimento di studenti. La
mancanza di questo punto di vista nella fase di costruzione dei sistemi, in particolare se
non recuperato a posteriori durante la selezione dei criteri su cui impostare un lavoro in
classe non può che avere riflessi sulla motivazione e capacità dello studente stesso di
porsi quale soggetto attivo nel determinare il proprio apprendimento.
Infatti, un numero sempre maggiore di studenti, dichiara Posh (2003), limita il proprio
contributo all’apprendimento solo a quelle attività che considera legittime, che appaiono loro
18
significative e sulle quali possono avere influenza.
Nell’ambizioso tentativo di essere in grado di esplicitare, negoziare e giustificare le
scelte educative proposte nel progetto Scuola21, si ritiene necessario quindi procedere ad
una maggiore analisi da un lato delle competenze di cittadinanza attiva che ci si propone
di sviluppare negli studenti e dall’altro delle possibili modalità di valutazione derivanti
dalla scelta dell’utilizzo dei criteri di qualità sopraesposti12.
Le competenze di cittadinanza
Secondo il progetto OCSE-DeSeCo (Definition and selection of Key Competencies
- 2002), la competenza è la capacità di rispondere a esigenze individuali e sociali, o di
svolgere efficacemente un’attività o un compito. Ogni competenza comporta dimensioni
cognitive, abilità, attitudini, motivazione, valori, emozioni e altri fattori sociali e compor-
tamentali. Le competenze si acquisiscono e si sviluppano in contesti educativi formali
(la scuola), non formali (famiglia, luogo di lavoro, media, organizzazioni culturali e as-
sociative ecc.), informali (cultura diffusa, cultura a pagamento, mare massmediologico).
Lo sviluppo delle competenze dipende in grande misura dall’esistenza di un ambiente
materiale, istituzionale e sociale che le favorisce.
L’Unione Europea, nell’ambito degli obiettivi della Strategia di Lisbona, contenuti nel
programma di lavoro “Istruzione e formazione 2010”, ha lavorato per la definizione delle
competenze di base per l’apprendimento permanente che rendono possibile una cittadi-
nanza attiva e consapevole. Il cittadino deve essere necessariamente “competente”, pena
la effettiva possibilità di esercitare i propri diritti di cittadinanza.
La “Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio” del 18 dicembre 2006
relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente ha creato un comune
“quadro di riferimento” europeo a cui possono ispirarsi i sistemi di istruzione e formazio-
ne dei Paesi membri.
12 Un interessante lavoro di intreccio tra indicatori e competenze (cognitive e metacognitive; di azione e comportamen-tali; sociali di cittadinanza) viene proposto nella pubblicazione TEPEE (Towards an European Portfolio for Environmental Education consultabile anche nella versione italiana nel sito: www.tepee-network.net/.
19
Le competenze chiave per l’apprendimento permanente indicate dalla Raccomanda-
zione del 2006 sono le seguenti:
1. Comunicazione nella madrelingua;
2. Comunicazione nelle lingue straniere;
3. Competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia;
4. Competenza digitale;
5. Imparare ad imparare;
6. Competenze sociali e civiche;
7. Spirito di iniziativa e imprenditorialità;
8. Consapevolezza ed espressione culturale.
Negli ultimi interventi di riforma della scuola italiana è evidente il richiamo alla di-
mensione europea dell’istruzione. In particolare nel “Regolamento per il nuovo obbligo
di istruzione” (L. 26/12/07 n. 269 e D.M. 22/08/2007) vengono individuate le competenze
chiave di cittadinanza da acquisire al termine dell’istruzione obbligatoria (16 anni), che
rappresentano la traduzione a livello nazionale delle competenze chiave individuate nel
2006 nella raccomandazione europea:
1. Costruzione del sé
• Imparare ad imparare: organizzare il proprio apprendimento, individuando, sce-
gliendo ed utilizzando varie fonti e varie modalità di informazione e di formazione
(formale, non formale ed informale), anche in funzione dei tempi disponibili, delle
proprie strategie e del proprio metodo di studio e di lavoro.
• Progettare: elaborare e realizzare progetti riguardanti lo sviluppo delle proprie
attività di studio e di lavoro, utilizzando le conoscenze apprese per stabilire obiet-
tivi significativi e realistici e le relative priorità, valutando i vincoli e le possibilità
esistenti, definendo strategie di azione e verificando i risultati raggiunti.
20
2. Relazione con gli altri
• Comunicare o comprendere messaggi di genere diverso (quotidiano, letterario,
tecnico, scientifico) e di complessità diversa, trasmessi utilizzando linguaggi di-
versi (verbale, matematico, scientifico, simbolico, ecc.) mediante diversi supporti
(cartacei, informatici e multimediali) o rappresentare eventi, fenomeni, principi,
concetti, norme, procedure, atteggiamenti, stati d’animo, emozioni, ecc. utilizzan-
do linguaggi diversi e diverse conoscenze disciplinari, mediante diversi supporti.
• Collaborare e partecipare: interagire in gruppo, comprendendo i diversi punti di
vista,valorizzando le proprie e le altrui capacità, gestendo la conflittualità, con-
tribuendo all’apprendimento comune ed alla realizzazione delle attività collettive,
nel riconoscimento dei diritti fondamentali degli altri.
• Agire in modo autonomo e responsabile: sapersi inserire in modo attivo e consape-
vole nella vita sociale e far valere al suo interno i propri diritti e bisogni riconoscendo
al contempo quelli altrui, le opportunità comuni, i limiti, le regole, le responsabilità.
3. Rapporto con la realtà
• Risolvere problemi: affrontare situazioni problematiche costruendo e verificando
ipotesi, individuando le fonti e le risorse adeguate, raccogliendo e valutando i dati,
proponendo soluzioni utilizzando, secondo il tipo di problema, contenuti e metodi
delle diverse discipline.
• Individuare collegamenti e relazioni: individuare e rappresentare, elaborando ar-
gomentazioni coerenti, collegamenti e relazioni tra fenomeni, eventi e concetti
diversi, anche appartenenti a diversi ambiti disciplinari, e lontani nello spazio e
nel tempo, cogliendone la natura sistemica, individuando analogie e differenze,
coerenze ed incoerenze,cause ed effetti e la loro natura probabilistica.
• Acquisire ed interpretare l’informazione: acquisire ed interpretare criticamente
l’informazione ricevuta nei diversi ambiti ed attraverso diversi strumenti comuni-
cativi, valutandone l’attendibilità e l’utilità, distinguendo fatti e opinioni.
21
Intreccio tra criteri e competenze
Dall’esperienza di molti docenti emerge la difficoltà di connettere i criteri di qualità
(centrati sull’azione educativa dell’insegnante) e le competenze (centrate sui risultati de-
gli studenti). La tabella 4 deve essere letta come un primo tentativo per metterli in dia-
logo, in risonanza,attraverso la ricerca delle connessioni, quale prima esemplificazione,
tra i “criteri che riguardano la qualità dei processi di insegnamento e apprendimento”e lo
sviluppo delle competenze di cittadinanza13.
13 I “criteri dal punto di vista dell’insegnante” riportati in tabella 4 costituiscono una rielaborazione dei Gruppi di lavoro a partire dall’elenco pubblicato in “Linee guida per il miglioramento continuo della qualità nell’Educazione allo Sviluppo Sostenibile elaborate dalla rete SEED – School Development through Environmental Education (Breiting, Mayer, Mo-gensen, 2005)
22
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23
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24
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29
LE FASI DI UN PERCORSO “Scuola 21” propone un approccio metodologico e dei percorsi progettuali che non
devono essere intesi come schemi rigidi, ma come spunti per realizzare in maniera con-
divisa e consapevole un lavoro di ricerca tra colleghi e studenti. Le attività e gli strumenti
suggeriti offrono l’opportunità di costruire un progetto, articolato in fasi, che istituti e
classi potranno declinare rispetto a specifici bisogni e al contesto in cui operano.
a) Per incominciare
All’inizio di un percorso comune di ricerca è utile proporre agli studenti attività non
solo per verificare le conoscenze già possedute, ma per far esprimere il loro immaginario,
il vissuto, le sensibilità, i valori legati al tema da affrontare. Tale indagine sulla situazione
di partenza, non solo cognitiva, ma anche emozionale e valoriale, consentirà ai docenti di
calibrare il programma di lavoro sulla base di un atteggiamento di ascolto, di valorizza-
zione dei punti di vista altri, di attenzione alle specificità.
b) La definizione del problema
Dalla scoperta di ciò che il gruppo di lavoro pensa e che ritiene importante si può
arrivare a definire meglio il tema/problema che si vuole affrontare e a capire quali carat-
teristiche ed elementi lo connotano, quali relazioni intercorrono tra essi, quali condizioni
sono necessarie a perseguirlo. E’ un processo orientato alla costruzione di una rappre-
sentazione di situazioni e problemi condivisa in cui la progettazione stessa di un muta-
mento ha possibilità di realizzarsi nella misura in cui sia possibile riconoscersi in essa
da parte degli attori coinvolti (Orsenigo, 1999). Si tratta quindi di assumere una logica di
cambiamento: per superare il limite di considerare le situazioni immodificabili, sconvol-
gere l’apparente staticità delle cose e individuare le soluzioni possibili.
c) La lettura del contesto
Una fase che vede impegnati attivamente gli studenti è la raccolta dei dati finalizza-
30
ta alla lettura del contesto (locale/globale; particolare/generale) entro cui ci si muove.
L’impostazione di un lavoro di indagine e di raccolta dati può essere offerta agli studenti
come occasione per manifestare idee, spirito d’iniziativa, capacità di organizzazione e di
individuazione degli strumenti più adatti agli obiettivi della ricerca.
Informarsi significa anche acquisire la capacità di comunicare, di fare domande giu-
ste, di selezionare le fonti, di definire pertinenza e coerenza dei dati, di farsi capire e di
capire. Significa imparare a scuola a rapportarsi con il mondo che sta fuori dalla scuola,
ma anche mostrare all’esterno quello che la scuola sa fare.
L’insegnante collaborerà con gli studenti ad individuare i significati e le implicazioni
che hanno i diversi modi di procedere, ricordando, in una logica sistemica, che tutti sono
parte della relazione e quindi che gli elementi raccolti sono da interpretare in rapporto
ad un contesto, una cultura, un tempo ecc.; gli studenti avranno invece modo di verificare
che gli strumenti e le strategie adottati risultino funzionali ed efficaci.
d) La progettazione degli interventi
Progettare il cambiamento significa credere nella possibilità di cambiamento, conta-
minare la realtà con la fantasia, immaginare i mondi possibili. Significa mettere in campo
l’ottimismo, la fiducia, la voglia di sperimentare e tenerli sempre a confronto con la co-
scienza del limite, con la serietà delle ipotesi. Significa ancora confrontare i nostri futuri
desiderati con quelli degli altri e cercare un’armonizzazione tra interesse personale e
collettivo, tra esigenze e priorità diverse.
Progettare interventi di trasformazione del territorio, della scuola ecc. conferisce
concretezza e senso alla ricerca, offre l’occasione di sperimentare e cittadinanza attiva.
e) La realizzazione dell’intervento
L’intervento è quasi sempre irrealizzabile in solitudine, con le sole proprie forze, ma
costringe a confrontarsi, a mediare, a chiedere aiuto alle famiglie, ai tecnici, alle associa-
zioni, ai comitati, agli enti pubblici.
31
Nell’azione per l’ambiente (Cogliati Dezza, 1993) entrano in gioco emozioni, conoscen-
ze, operatività, valori e conflitti, ma soprattutto si può creare un rapporto anche affettivo
tra il ragazzo e ciò di cui si sta occupando, tra il singolo e la comunità di appartenenza.
f) Comunicazione e documentazione
Comunicare e documentare non sono fasi di progetto, ma funzioni che devono accom-
pagnare l’intero sviluppo della sperimentazione.
L’approfondimento di tali aspetti sia in termini di obiettivi, che di metodologie, stru-
menti e azioni, dovranno essere oggetto di una specifica definizione durante la Fase di
sperimentazione.
g) La valutazione
Parimenti la valutazione è un’attività che deve accompagnare il progetto durante tutto
il suo svolgimento, allo scopo di trarre informazioni utili alla riflessione riguardo alla
successiva Fase di diffusione. Infatti verrà effettuata:
1) durante l’attuazione del progetto: per monitorare l’andamento dello stesso rispet-
to alla tempistica prevista e alle spese, per “raddrizzare” eventuali derive imprevi-
ste, per monitorare i processi di apprendimento/insegnamento;
2) al termine dell’intervento (valutazione conclusiva) per verificare se il percorso svolto
ha raggiunto gli obiettivi prefissati in fase di progettazione, valutando gli eventuali
scostamenti e ipotizzando interventi utili per una successiva ri-progettazione.
Si possono valutare:
1) la formazione degli studenti, attraverso il riferimento alle competenze di cittadi-
nanza (dettagliate nei paragrafi precedenti);
2) la professionalità docente, attraverso il riferimento ai criteri di qualità (dettagliati
nei paragrafi precedenti) e la riflessione per mezzo del “diario di bordo”;
3) l’organizzazione della scuola, attraverso il riferimento ai criteri di qualità (detta-
gliati nei paragrafi precedenti);
32
4) la riuscita generale del progetto, confrontando gli obiettivi iniziali e quelli effet-
tivamente raggiunti e attivando una riflessione proattiva sugli eventuali scostamenti.
SINTESI DEI PERCORSI DIDATTICI IDEATIQUALITA’ DEI TERRITORI
La scuola che affronta un intervento educativo per valorizzare la qualità di un ter-
ritorio realizza interventi pratici per conoscere, promuovere, rendere fruibile una o più
qualità rilevate del territorio di riferimento, rispetto alle aree: a) paesaggio, b) produzioni
tipiche, c) beni culturali e ambientali, d) culturale popolare.
La scuola si proietta sul territorio partendo dalle caratteristiche del curriculo scola-
stico che, pur non determinando la scelta dell’area di indagine, favorisce alcune temati-
che di lavoro: Istituti Alberghieri e Scuole di Agraria sono “particolarmente attrezzati” per
valorizzare le produzione tipiche, i Licei Artistici e Scuole d’Arte potrebbero valorizzare i
beni culturali, gli Istituti Tecnici potrebbero essere interessati a sviluppare aspetti speci-
fici sul paesaggio e i Licei alla valorizzazione della cultura popolare...
L’intima connessione di queste aree di lavoro viene messa in risalto sullo sfondo della
complessità del territorio e valorizzata attraverso la collaborazione con enti pubblici o
privati: la scuola diviene una fondamentale risorsa locale e un effettivo agente di sviluppo
territoriale, che promuove azioni di cittadinanza relazionandosi con gli altri soggetti pre-
senti sul territorio all’interno di una complessità che riguarda aspetti educativi, ambien-
tali, sociali, economici, politici, storici, geografici e geomorfologici.
Al fine di una migliore gestione della fase di test di questo percorso in tutte le scuole
aderenti, dal punto di vista pratico, a titolo orientativo, è ipotizzato che il percorso si svol-
ga secondo il seguente quadro temporale:
1. esplorazione dell’argomento: ottobre - novembre 2009
2. problematizzazione: novembre - dicembre 2009
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3. raccolta dati essenziali: dicembre 2009 - marzo 2010
4. ipotesi d’intervento: marzo - maggio 2010
5. valutazione: ottobre 2009 - giugno 2010.
UN MONDO BIODIVERSO
Il percorso ideato nell’ambito della tematica “biodiversità” ha l’obiettivo di coinvolgere
studenti e docenti in un cammino che porti non solo a comprendere il significato di biodi-
versità ma, soprattutto, a riconoscerne l’importanza per il futuro del nostro pianeta (an-
che in termini di servizi ecosistemici resi all’uomo) ed infine ad individuare e realizzare,
mediante un’indagine della realtà territoriale locale, possibili interventi volti a contribuire
fattivamente alla sua tutela.
Le prime fasi del percorso si propongono di: a) comprendere i significati di interdipen-
denza, limite e complessità fondamentali al fine di intraprendere un percorso di educa-
zione allo sviluppo sostenibile sulla biodiversità; b) costruire e comprendere il significato
di biodiversità; c) comprendere l’importanza della biodiversità, riconoscere le principali
cause della sua perdita e gli effetti sui sistemi.
Le fasi successive hanno lo scopo di promuovere un’indagine a scala territoriale e di
pianificare con il coinvolgimento dei possibili portatori di interesse opportunità concrete
di azione; i principali obiettivi possono essere così riassunti: a) investigare il territorio al
fine di comprendere lo stato in termini di biodiversità; b) individuare opportunità (contesti
e azioni) per contribuire concretamente alla tutela della biodiversità; c) verificare la fatti-
bilità delle azioni individuate e realizzarle.
Al fine di una migliore gestione della fase di test di questo percorso in tutte le scuole
aderenti, dal punto di vista pratico, a titolo orientativo, è ipotizzato che il percorso si svol-
ga secondo il seguente quadro temporale:
1. esplorazione dell’argomento: settembre14 - novembre 2009
2. problematizzazione: novembre - dicembre 2009
3. raccolta dati essenziali e ipotesi d’intervento: novembre – maggio 201015
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4. valutazione: ottobre 2009 - giugno 2010.
ENERGETICAMENTE CONSAPEVOLI
Il percorso è stato progettato per avvicinare gli studenti al problema energetico, for-
nendo loro gli strumenti per aiutarli a diventare individui responsabili e autonomi nella
scelta dei proprio stili di vita, con particolare riferimento ai comportamenti energetici.
Nell’esplorazione dell’argomento si porrà particolare attenzione all’inserimento delle
tematiche energetiche in un contesto storico, mentre nell’individuazione delle problema-
tiche si intrecceranno una riflessione ad ampio raggio sul sistema di motivazioni econo-
miche, politiche e sociali che determina l’attuale panorama energetico, e l’analisi di un
caso concreto vicino all’esperienza degli studenti, come – ad esempio - il loro edificio
scolastico.
Al fine di una migliore gestione della fase di test di questo percorso in tutte le scuole
aderenti, dal punto di vista pratico, a titolo orientativo, è ipotizzato che il percorso si svol-
ga secondo il seguente quadro temporale:
1. esplorazione dell’argomento: ottobre 2009
2. problematizzazione: ottobre - novembre 2009
3. raccolta dati essenziali: novembre 2009
4. ipotesi d’intervento: dicembre 2009 - maggio 2010
5. valutazione: ottobre 2009 - giugno 2010.
14 Questo percorso prevedrebbe – per motivi di stagionalità - un’uscita sul terreno nel mese di settembre. La scuola dovrà valutare l’opportunità di realizzare tale uscita a settembre o posticiparla ad ottobre, quando ufficialmente dovreb-bero incominciare le attività.15 Anche in questo caso alcune attività potrebbero necessitare un completamento – sempre dovuto alla stagionalità – che necessiterà di tempi superiori alla chiusura di maggio 2010. Tale opportunità verrà verificata a tempo debito.
35
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA16 Ammassari R., Palleschi T. (1991), Educazione ambientale: gli indicatori di qualità, Mila-
no, Franco Angeli.
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nali di educazione ambientale. Firenze, ARPAT.
Borgarello G., Bottiroli A. (1997), Progettazione e ricerca in educazione ambientale, Fene-
strelle (TO), Regione Piemonte e Laboratorio didattico sull’ambiente Pracatinat.
Borgarello G. (1999) (a cura di), La ricerca educativa. Fenestrelle (TO), Regione Piemonte
e Laboratorio didattico sull’ambiente Pracatinat.
Breiting S., Mayer M., Mogensen F. (2005), Criteri di qualità per “Scuole per lo Sviluppo
Sostenibile. Linee guida per il miglioramento continuo della qualità nell’Educazione allo
Sviluppo Sostenibile. Editor: Austrian Federal Ministry of Education, Science and Cul-
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Camino E, Calcagno C., Dogliotti A., Colucci-Gray L. (2008), Discordie in gioco. Capire ed
affrontare i conflitti ambientali, Molfetta (BA), La Meridiana.
Cogliati Dezza V. 1993, Un mondo tutto attaccato, Milano, Franco Angeli.
Mayer M. (2008), Il concetto di literacy scientifica e le indagini internazionali, in Siniscalco
M.T., Bolletta R., Mayer M., PozioS. (2008), Le valutazioni internazionali e la scuola ita-
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(2006), OCSE PISA 2003, Milano, Franco Angeli.
Morin E. (2001), I sette saperi necessari all’educazione del futuro, Milano, Raffaello Cor-
tina Editore.
Morin E. (2000), La testa ben fatta. Riforma dell’insegnamento e riforma del pensiero. Mi-
lano, Raffaello Cortina Editore.
Orsenigo A. (1999), Il cambiamento nei servizi pubblici tra mito e realtà, in La progettazio-
ne sociale, Quaderni di animazione e formazione, Torino, Edizioni gruppo Abele.
16 I percorsi tematici conterranno una propria bibliografia e sitografica “ragionata” di riferimento.
36
Posch P. (2003), Il contributo dell’educazione ambientale alle sfide per la formazione degli
insegnanti, in Mayer M. (a cura di), Qualità della scuola ed eco sostenibilità, Milano,
Franco Angeli.
61
2. MATERIALI TEMATICI
ENERGETICAMENTE CONSAPEVOLI
IL GRUPPO DI LAVOROIl gruppo di lavoro, coordinato da Francesca Mogavero, era composto da: Alice Bram-
bati e Dario Consiglio dell’ITIS Conti di Milano, Simone Evangelisti e Ruggero Spada
dell’Istituto Pinchetti di Tirano, Antonella Rossi e Renata Roviglione dell’Istituto Pollini
di Mortara, Francesca De Paoli e Maria Elisabetta Cortesi dell’Istituto Bordoni di Pavia e
da Davide Marzotto (in qualità di fresco ex studente della scuola secondaria di secondo
grado).
INTRODUZIONE
Il testo che segue è frutto della elaborazione che il Gruppo di lavoro Energeticamente
Consapevoli ha realizzato durante la prima fase del Progetto Scuola 21 (a.s. 2008-2009)
e rivisto dal Comitato di Progetto. Per comprenderlo appieno è indispensabile la lettura
dei paragrafi “Verso la definizione di un contesto” e “Verso la definizione di un percorso”
facenti parte del documento introduttivo del Progetto Scuola 21.
Il testo che segue è così strutturato:
1) Introduzione al tema
2) Strategie, attività e strumenti
3) Percorso ipotizzato: “Energia ma con stile”
4) Bibliografia
62
INTRODUZIONI SULLE RISORSE ENERGETICHEI discorsi intorno alle fonti e al risparmio energetico suonano indubbiamente familiari
alle nostre orecchie, e rischiano di generare da una parte la falsa convinzione di cono-
scerne realmente le questioni e dall’altra, a volte, un moto quasi di insofferenza quando
vengono riproposti. In realtà, dietro al tema dell’energia si nasconde un intrico di interre-
lazioni che permettono di spaziare in qualsiasi materia d’insegnamento, cercando e tro-
vando collegamenti, ponti, passaggi che consentono innanzitutto di concretizzare un’im-
postazione interdisciplinare del percorso didattico. La ricchezza di spunti a disposizione
permette inoltre di proporre agli studenti innumerevoli suggerimenti di riflessione su se
stessi in rapporto al mondo circostante, agli equilibri ecologici che lo governano e alla
complessità delle dinamiche che regolano i rapporti sociali.
Energeticamente consapevoli si rivolge a giovani studenti che quotidianamente si tro-
vano davanti a scelte che riguardano il campo dell’energia, promuovendo percorsi che
facilitino l’assunzione di responsabilità, la capacità di prendere decisioni in situazioni di
incertezza e l’attivazione di forme di pensiero critico.
STRATEGIE, ATTIVITA’ E STRUMENTINell’elaborazione del percorso didattico è stata costantemente posta attenzione al
tipo di metodologie utilizzabili in alternativa alla tradizionale lezione frontale. Qui di se-
guito vengono proposte tecniche piuttosto note nel mondo scolastico, mentre un elemen-
to di innovazione si colloca nella strategia di utilizzarle in massima sinergia fra loro, cer-
cando di fornire agli studenti l’occasione di essere attori e non soggetti passivi durante il
percorso.
Grande importanza viene data al lavoro di gruppo, a patto che sia condotto con estre-
ma chiarezza nei suoi particolari organizzativi: materiali disponibili, prodotti attesi, tempi
da rispettare, ruolo di ogni componente ben specificato e significativo per il completa-
mento dell’incarico affidato. In un gruppo correttamente responsabilizzato, i componenti
63
sono messi in grado di autogestire il lavoro, supportarsi e motivarsi reciprocamente al
perseguimento degli obiettivi del mandato.
La consapevolezza della complessità dei meccanismi da attivare nell’ambito dell’Edu-
cazione allo Sviluppo Sostenibile, ha inoltre suggerito di non trascurare le strategie in
grado di suscitare negli studenti un coinvolgimento emotivo oltre che razionale. Affinché
il processo di cambiamento interiore acquisti spessore e senso, a questo sarà poi ne-
cessario affiancare momenti di riflessione e confronto costanti, sia all’interno di piccoli
gruppi che dell’intera classe.
Infine, si suggerisce di proporre attività che, senza dimenticare un giusto grado di
precisione scientifica e di attendibilità, utilizzino forme di comunicazioni e linguaggi vicini
a quelli degli adolescenti. Per questo motivo sono stati forniti molti riferimenti a siti web,
spesso ricchi di attività interattive.
PERCORSO IPOTIZZATO: ENERGIA, MA CON STILEQui di seguito proponiamo il percorso Energia, ma con stile, che si struttura nel modo
seguente:
obiettivi del percorso•
esplorazione dell’argomento•
problematizzazione / raccolta dei dati essenziali•
ipotesi di intervento•
1) OBIETTIVI DEL PERCORSO
Gli obiettivi del percorso sono una declinazione degli obiettivi generali di Scuola 21
rispetto al tema specificatamente affrontato:
Riflettere sulla complessità delle questioni legate al tema delle risorse energetiche;•
Saper cogliere i legami tra trasformazioni sociali e problematiche energetiche;•
Contestualizzare le problematiche in campo energetico, collegandole alla propria •
realtà;
64
Imparare ad analizzare il proprio ambiente di vita, individuando quali variabili in-•
dagare;
Imparare a valutare e selezionare le informazioni disponibili;•
Orientare il proprio stile di vita verso un uso più consapevole e sostenibile delle •
risorse energetiche;
Promuovere azioni concrete per un utilizzo virtuoso delle risorse energetiche.•
2) ESPLORAZIONE DELL’ARGOMENTO
Esplorare l’argomento è indispensabile per promuovere la partecipazione attiva degli
studenti e per ovviare a uno dei problemi maggiori che deve affrontare chi intende lavora-
re su questa problematica: le questioni legate al problema energetico pur ben note a tutti,
si basano spesso su informazioni parziali, inesatte, superficiali. Solo dopo aver verificato
l’attendibilità delle fonti di informazioni e valutato in maniera corretta i dati di realtà, i
ragazzi potranno operare scelte consapevoli.
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I criteri di qualità1 individuati al fine di caratterizzare questa fase del percorso sono:
Criteri di qualità per “Scuole per lo Sviluppo Sostenibile”
Criteri che riguardano la qualità dei processi di insegnamento / apprendimento
1. Area dei processi di insegnamento / apprendimento
Gli insegnanti incoraggiano l’apprendimento cooperativo e fondato sull’esperienza.
L’insegnamento valorizza le attività pratiche mettendole in relazione con sviluppo dei concetti e la costruzione di teorie da parte dello studente.
Gli insegnanti facilitano la partecipazione degli studenti e offrono contesti per lo sviluppo da parte degli studenti del proprio apprendimento, delle proprie idee e visioni del mondo.
3. Area dell’immaginare il futuro
Gli studenti vengono coinvolti nel comparare gli effetti a breve e quelli a lungo termine delle decisioni alternative.
Gli studenti vanno in cerca delle relaziono tra il passato, il presente e il futuro, così da avere una comprensione storica dell’argomento affrontato
4. Area di una cultura della complessità
L’insegnamento è basato in tutte le discipline sulla ricerca delle relazioni, influenze multiple e interazioni.
Gli studenti sono incoraggiati ad ascoltare le proprie emozioni e a usarle come strumento per raggiungere una comprensione più profonda di problemi e situazioni.
8. Area della partecipazione
Gli insegnanti centrano il loro lavoro sulle capacità di cui gli studenti hanno bisogno per poter partecipare e collaborare in maniera significativa.
Gli insegnanti danno agli studenti uno spazio per prendere parte alle decisioni adeguato alle loro età e capacità.
9. Area dell’approccio alle discipline
Gli insegnanti cercano nell’ESS idee e proposte per rivitalizzare e innovare l’insegnamento delle discipline tradizionali.
1 In coerenza con quanto già illustrato nella Premessa generale al Progetto Scuola21, gli indicatori di qualità utilizzati in questa pubblicazione sono quelli proposti da S. BREITING, M. MAYER, F. MORGENSEN, Criteri di qualità per “Scuole per lo sviluppo sostenibile”. Linee guida per il miglioramento continuo della qualità nell’Educazione alla Sviluppo Sostenibi-le, Austrian Federal Ministry of Education, Science and Culture, 2005.
66
Gli obiettivi che ci si propone di raggiungere in questa fase di percorso sono i seguenti:
Stimolare l’interesse e la curiosità nei confronti delle problematiche oggetto del •
percorso, lavorando inizialmente sull’emotività dello studente e favorendo da su-
bito la sua partecipazione attiva;
Alimentare l’interesse per la complessità del processo sociale e per le interrela-•
zioni che caratterizzano la realtà;
Comprendere i concetti scientifici legati al tema dell’energia;•
Conoscere le diverse tipologie di fonti energetiche (rinnovabili e non) attualmente •
disponibili, le loro applicazioni, i pro e i contro nell’utilizzo di ciascuna fonte ener-
getica.
Coerentemente con quanto riportato nel documento introduttivo al Progetto Scuola
21, una particolare attenzione si dovrà dare, nella fase di sperimentazione, all’intreccio
tra i criteri di qualità selezionati e le competenze chiave di cittadinanza individuate dal
“Regolamento per il nuovo obbligo di istruzione” (L.26/12/07 n. 269 e D.M. 22/08/2007).2
2 All’avvio della sperimentazione si procederà a collocare le seguenti competenze specifiche individuate dal gruppo all’interno dello schema: Esercizio del pensiero critico; Coscienza del processo storico; Visione sistemica delle interre-lazioni; Comparazione degli effetti a breve e lungo termine delle proprie decisioni; Capacità di collaborare in un gruppo e di portare a termine il proprio ruolo; Capacità di raccogliere e raccontare le esperienze vissute.
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I contenuti che saranno trattati:
In natura tutto è energia;•
L’energia si trasforma;•
L’energia funziona secondo le leggi della termodinamica;•
Uomo ed energia: forme e utilizzi nel tempo• 3;
Quali sono e come funzionano le fonti di energia non rinnovabili;•
Quali sono e come funzionano le fonti di energia rinnovabili.•
Le strategie che si intendono utilizzare in questa fase si basano sulle seguenti con-
siderazioni:
1. si ritiene fondamentale mantenere alto l’interesse degli studenti nei confronti del
problema affrontato non solo stimolandoli a livello intellettuale, ma anche attivan-
do un coinvolgimento a livello della sfera emotiva. Infatti, la volontà di modificare i
propri comportamenti e di apportare un cambiamento concreto alla propria realtà
non può prescindere da una modificazione a livello profondo del proprio modo di
“sentirsi” in rapporto con la società e con il mondo circostante.
Per questo motivo, si propongono le seguenti attività:
Visione del cortometraggio “La storia delle cose”• 4, che in 20 minuti propone
una riflessione sui cicli di vita dei prodotti e sui costi ambientali e sociali, an-
che meno evidenti, che sottendono. Le immagini che richiamano lo stile dei
fumetti, il linguaggio molto veloce, con ritmi quasi “da pubblicità” e il modo
diretto, “senza peli sulla lingua”, con cui sono presentati i problemi ricordano
appunto uno spot pubblicitario oppure un video musicale e sono sicuramente
adatti a catturare l’attenzione e a far emergere il senso critico nei ragazzi. È
possibile recuperare il video sia in lingua originale (inglese) oppure tradotto in
varie lingue, tra cui l’italiano.
3 Fino a due secoli fa, l’energia prodotta da biomassa (legno), vento, acqua e sole è stata sufficiente per soddisfare il fabbisogno energetico dell’umanità. In tempi più recenti, i combustibili fossili (carbone, petrolio, gas naturale) e fissili (uranio) hanno assunto un ruolo primario nella produzione di energia per l’umanità.4 The story of stuff, dal sito www.storyofstuff.com .
71
Visione di film di fantascienza/azione che trattino il tema dei cambiamenti cli-•
matici causati dall’uso dei combustibili fossili oppure che prospettino scenari
futuri particolarmente tragici a causa della mancanza delle risorse energeti-
che tradizionalmente sfruttate5.In questa fase si ritiene importante privilegiare
la forza di comunicazione rispetto all’accuratezza dei contenuti scientifici, che
saranno approfonditi di seguito. È possibile vedere i film sia in lingua originale
sia tradotti in italiano.
Visione di documentari e docufilm ad alto impatto emotivo• 6, sia in lingua origi-
nale sia tradotti in italiano.
Lettura di articoli dedicati a casi-limite• 7.
Visita a località che suscitino forti reazioni emotive• 8.
2. L’interesse attivato deve ovviamente fungere da stimolo per riflessioni e approfon-
dimenti. Per questo motivo, parallelamente alle attività finora proposte, non vanno
trascurate occasioni che aiutino gli studenti ad analizzare i propri sentimenti e
pensieri.
Lo strumento che si consiglia di utilizzare a questo scopo è una sorta di diario di
bordo della classe (che si aggiunge al diario di bordo elaborato dagli insegnanti pio-
nieri): gli studenti, divisi in gruppi, si riuniscono periodicamente per discutere le
esperienze vissute ed il lavoro svolto, allo scopo di fissare gli elementi principali e i
passaggi logici. I risultati saranno trascritti in un documento che sarà poi confronta-
to con quelli degli altri gruppi, fino a raggiungere un diario di bordo condiviso.
5 Interceptor, il guerriero della strada di G. Miller (1981); Waterworld di K. Reynolds (1995); The day after tomorrow di R. Emmerich (2004).6 Di seguito, una possibile lista di titoli: Oil crash. Un futuro inquietante di Basil Gelpke, Ray McCormack (Svizzera, 006); Chi ha ucciso l’auto elettrica? di Chris Paine (USA, 2006); The nuclear comeback di Justin Pemberton (Nuova Zelanda, 2007); Biutiful Cauntri di E. Calabria, A. D’Ambrosio, P. Ruggero (Italia, 2007); Una scomoda verità di David Guggenheim (USA, 2006).7 A titolo esemplificativo: How should I prepare for life without oil?, The Observer, 18 novembre 2007; Energia: coldiretti, solo metà giovani spegne la luce se lascia stanza, NewsColdiretti, N. 692 - 26 settembre 2007.8 Alcune possibili località: Centrale nucleare di Gösgen, Svizzera (www.kkg.ch); Sistema geotermico di Larderello, To-scana.
72
Nel corso del tempo questo stesso documento diventerà uno dei prodotti del grup-
po di lavoro e la testimonianza del percorso svolto.
3. L’attenzione alla dimensione storica è considerata di estrema importanza in re-
lazione al tema affrontato, in particolare per quanto concerne la conoscenza dei
processi che hanno portato alla situazione presente in campo energetico, la cono-
scenza degli stili di vita del passato, anche riflettendo sull’implosione di antiche
società a causa di uno sfruttamento eccessivo delle risorse, e infine la consape-
volezza del peso che le scelte compiute nel presente influenzeranno i possibili
scenari futuri. Per lavorare su questo aspetto è comunque importante discutere
insieme ai ragazzi le sensazioni, le informazioni e le riflessioni scaturite, confron-
tandosi e consentendo a tutti di esprimere il proprio pensiero. Il diario di bordo
della classe continuerà ad accompagnare i gruppi di lavoro nel percorso.
Le possibili attività sono:
Visita a località di interesse storico• 9, con particolare attenzione alla lettura del
proprio territorio e ai musei etnografici;
Visione di filmati storici• 10;
Lettura di documenti storiografici• 11;
Giochi di simulazione per PC• 12;
Per gli scenari del futuro, si consiglia la lettura di alcuni “classici” della fanta-•
scienza, possibilmente suddividendo gli studenti in gruppi di lettura, per con-
frontare fra loro diversi tipi di scenari rappresentati nei testi13.
9 Golasecca, Sesto Calende (civiltà palafitticola, www.provincia.va.it/preziosita/itin/ticino/golasec.htm ); Golfo di Barat-ti, Parco Archeologico di Baratti e Populonia (www.parchivaldicornia.it ); Crespi d’Adda (villaggio industriale fine ‘800, www.villaggiocrespi.it ); Museo Agricolo di Olevano (PV); Certosa di Pavia (www.comune.pv.it/certosadipavia/home.htm 10 www.archivioluce.com 11 Andreas Mieth, Hans-Rudolf Bork, Ingo Feeser, Prehistoric and Recent Land Use Effects on Poike Peninsula, Easter Island (Rapa Nui), Rapa Nui Journal, Vpl. 16, 2002.12 Micropolis (versione open source di Sim City); Freeciv e C-Evo, versioni open source di Civilization13 Scenari negativi: G. Orwell, 1984; P. Dick, Cronache marziane del dopobomba; Stefano Benni, Terra; J. G. Ballard, Vento dal nulla; Il mondo sommerso; Terra bruciata; Foresta di cristallo; M. Atwood, L’ultimo degli uomini. Scenari positivi: M. Z. Bradley, L’onda ascendente.
73
4. Per iniziare a favorire una riflessione sul presente nonché una visione sistemica
della realtà, che consenta di leggere le interrelazioni fra storia, economia e so-
cietà e di immedesimarsi nei differenti punti di vista, si suggerisce di lavorare sul
concetto di impronta ecologica14. Esistono numerosi fogli di calcolo, sia on line sia
in forma cartacea, utili per incuriosire gli studenti a questo tema. Un modo accat-
tivante per confrontarsi non solo fra loro, ma anche con differenti realtà del Pia-
neta, è possibile invitarli a compilare gli stessi fogli di calcolo immedesimandosi
via via in tipologie diverse di coetanei (un adolescente nato negli USA, uno nato in
India...).
Sul web si possono rinvenire numerosi siti che offrono la possibilità di sviluppare
questi ragionamenti15.
5. Il reperimento e l’assimilazione dei contenuti scientifici indispensabili allo svolgi-
mento di questo percorso costituiscono una sfida alquanto complessa, soprattutto
se ci si prefigge lo scopo di evitare il più possibile la classica lezione frontale. Si de-
sidera invece dare la priorità ad attività che coinvolgano tutti gli studenti in prima
persona, il più possibile pratiche, che consentano di responsabilizzarli affidando
specifici compiti da portare a termine perché la classe o il suo gruppo possano
procedere nel percorso. Ponendo cura a questi aspetti, gli studenti potranno in-
nanzitutto apprendere nozioni, spesso considerate noiose, divertendosi, collegarle
alla loro realtà quotidiana in vista di azioni concrete. Si propone di procedere il più
possibile per gruppi di lavoro, ai quali potrebbero essere date consegne diverse.
Ad esempio, ogni gruppo potrebbe approfondire una specifica forma di energia,
trovando anche il modo ritenuto migliore di comunicare agli altri gruppi le cono-
scenze acquisite.
14 Wackernaghel & Rees. L’impronta ecologica, Edizioni Ambiente, 1996.15 www.footprintnetwork.org/en/index.php/GFN/; http://www.cras-srl.it/bologna/credits.htm; www.myfootprint.org www.worldmapper.org
74
Per concretizzare questo fine possono essere utili:
Siti web che propongano attività interattive• 16;
Laboratori pratici, basati sulla metodologia hands-on• 17;
Visite a impianti e musei presenti sul territorio• 18.
I soggetti coinvolti in questa fase sono innanzitutto i docenti del consiglio di classe, gli
studenti e il personale scolastico. A questi possono aggiungersi eventuali esperti duran-
te le uscite sul territorio o chiamati in classe. In particolare, nella fase di raccolta delle
informazioni relative al concetto di energia e alle fonti energetiche è possibile chiedere
la collaborazione di associazioni o istituzioni museali che offrano attività didattiche su
questi temi, privilegiando quelle laboratoriali.
Nello svolgimento di questa fase di percorso, i possibili rischi individuati sono:
Disponibilità di troppe informazioni (porre attenzione ad attivare una discussione •
in classe sulle informazioni reperite dai gruppi, sui criteri di selezione adottati e
sui dati condivisi);
Non rispetto dei tempi previsti (porre attenzione alla stipulazione di un “contrat-•
to” con gli studenti sui tempi e le mete da raggiungere al termine di ogni fase o
sottofase);
Partecipazione non omogenea di tutti gli studenti (porre attenzione alla composi-•
zione del gruppo, all’individuazione di ruoli specifici, a occasioni di confronto col-
lettivo fra gruppi, a valutazioni periodiche di quanto appreso);
16 http://archimedes.infm.it/energia2/; http://laviadellenergia.it/italiano/index.htm molto interessante, soprattutto perché dedicato alla storia dell’energia in Lombardia e per alcuni strumenti di verifica delle conoscenze acquisite agli utenti; www.progettogea.com/gea/energia/energia2.2.htm ; Nel sito http://archimedes.infm.it/energia2/ sono dispo-nibili alcuni giochi; http://qualenergia.it ;17 Su www.re-energy.ca/ sono ad esempio disponibili, in inglese, le schede descrittive di numerosi laboratori pratici per costruire e far funzionare modellini di impianti funzionanti a fonti rinnovabili di energia, creati partendo il più possibile da materiali “poveri” o di recupero.18 Possibili visite possono essere effettuate presso: MUVITA, Genova (science center dedicato al rapporto tra uomo, energia e clima, http://www.muvita.it/); Museo A come Ambiente, Torino (www.museoambiente.org); molte centrali lom-barde possono essere individuate sul già citato http://laviadellenergia.it/italiano/index.htm
75
Discrepanza di valutazione del singolo/gruppo (predisporre un sistema di valuta-•
zione non del singolo, ma del gruppo, stimolandone i componenti a non trascurare
la loro specifica parte di lavoro).
Questa fase di esplorazione dell’argomento avvierà il percorso didattico e la sua dura-
ta si protrarrà per varie settimane, considerata la vastità dei temi che si ritiene indispen-
sabile trattare, in realtà anche sovrapponendosi allo svolgimento di altre fasi di percorso,
come sarà meglio specificato di seguito.
I prodotti di questa fase di percorso possono, fra gli altri, essere i seguenti:
Il diario di bordo;•
Rappresentazioni grafiche delle impronte ecologiche calcolate;•
Poster, filmati, ipertesti, presentazioni... dedicati ai contenuti appresi o che de-•
scrivano le visite effettuate;
I modelli realizzati in laboratorio.•
3) PROBLEMATIZZAZIONE E RACCOLTA DATI ESSENZIALI
Questa fase, descritta di seguito alla precedente, in realtà vi si sovrappone ampia-
mente, perchè durante l’approfondimento sulle varie fonti energetiche a nostra disposi-
zione, non possono essere certamente trascurate le forti problematiche legate all’utilizzo
di ciascuna di queste, sia dal punto di vista tecnologico sia economico sia ambientale.
Proseguendo nel percorso, si concentrerà sempre più l’attenzione degli studenti sul loro
quotidiano, rafforzando la percezione del nesso che lega il problema energetico a livello
globale e nazionale con la realtà loro circostante.
76
I criteri di qualità cui si fa riferimento sono i seguenti:
Criteri di qualità per “Scuole per lo Sviluppo Sostenibile”
Criteri che riguardano la qualità dei processi di insegnamento / apprendimento
1. Criteri di qualità nell’area dei processi di insegnamento/apprendimento
Gli insegnanti incoraggiano l’apprendimento cooperativo e fondato sull’esperienza.
L’insegnamento valorizza le attività pratiche mettendole in relazione con sviluppo dei concetti e la costruzione di teorie da parte dello studente.
Gli insegnanti facilitano la partecipazione degli studenti e offrono contesti per lo sviluppo da parte degli studenti del proprio apprendimento, delle proprie idee e visioni del mondo.
4. Criteri di qualità nell’area di una cultura della complessità
Gli studenti prima di ricercare una soluzione lavorano alla costruzione della comprensione del problema, raccogliendo i diversi interessi e i diversi punti di vista.
L’insegnamento è basato in tutte le discipline sulla ricerca delle relazioni, influenze multiple e interazioni.
5. Criteri di qualità nell’area del pensiero critico e del linguaggio delle possibilità
Gli studenti lavorano esplorando le relazioni di potere e gli interessi in conflitto a tutti i livelli: locale, internazionale, tra generazioni presenti e future.
Gli studenti sono incoraggiati a guardare i problemi da più punti di vista e ad identificarsi con altri in maniera empatica.
8. Criteri di qualità nell’area della partecipazione
Gli insegnanti centrano il loro lavoro sulle capacità di cui gli studenti hanno bisogno per poter partecipare e collaborare in maniera significativa.
Gli insegnanti danno agli studenti uno spazio per prendere parte alle decisioni adeguato alle loro età e capacità.
9. Criteri di qualità nell’area dell’approccio alle discipline
Gli insegnanti cercano nell’ESS idee e proposte per rivitalizzare e innovare l’insegnamento delle discipline tradizionali.
77
Gli obiettivi che ci si propone di raggiungere in questa fase di percorso sono i seguenti:
Comprendere che i consumi energetici (di una nazione, di un paese, di un’abita-•
zione…) vanno analizzati sia verificando la “qualità” (vale a dire il tipo di fonte) sia
la quantità utilizzata;
Comprendere la complessità delle interrelazioni economiche, politiche e sociali •
che si intrecciano attorno al tema delle risorse energetiche;
Comprendere che l’energia a nostra disposizione, oltre a comportare elevati costi •
ambientali ed economici, non è illimitata;
Evidenziare il nesso tra le scelte attuate nel presente circa i nostri consumi ener-•
getici e gli scenari futuri, sia a breve sia a lungo termine;
Contestualizzare le problematiche relative ai consumi energetici analizzando una •
situazione relativa al proprio vissuto quotidiano.
Particolare attenzione sarà rivolta a sviluppare le seguenti competenze19:
19 All’avvio della sperimentazione si procederà a collocare le seguenti competenze specifiche individuate dal gruppo all’interno dello schema: Capacità di raccolta e selezione di informazioni e di individuazione di strumenti di analisi perti-nenti; Capacità di contestualizzare le informazioni; Comprensione del fatto che le informazioni sono di per sè strumento di analisi; Capacità di individuare i punti nodali all’interno di una problematica; Capacità di identificare il proprio ruolo, come individuo, all’interno della problematica analizzata.
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I contenuti proposti agli studenti saranno i seguenti:
Fabbisogno energetico mondiale: fonti rinnovabili e risparmio energetico;•
Quali fonti di energia si usano in Italia, provenienza, implicazioni politiche;•
Quanta energia si usa annualmente in Italia in relazione agli ambiti di utilizzo;•
Quali fonti di energia si usano nella propria città, scuola, casa...;•
Quanta energia si usa nella propria scuola, abitazione...•
Le strategie che si intendono utilizzare sono trattate di seguito:
1. Le problematiche sulle quali si ritiene essenziale riflettere non sono di facile ac-
cesso per gli studenti, a causa della loro complessità, e in particolar modo se non
si superano le tradizionali lezioni. Per tali ragioni si propone agli studenti l’elabo-
razione di mappe sulla base di informazioni relative alla distribuzione geografica
delle fonti energetiche non rinnovabili, modalità e rotte di trasporto verso i luoghi
di maggior consumo, analisi dei costi… Confronto e collegamento con mappe che
riportano fattori socio-economici e aspetti geo-politici20 nonché attuale presenza
e utilizzo di fonti rinnovabili21.
2. Visita a strutture “virtuose”22 per superare una visione pessimistica del futuro, ri-
flettere sulle problematiche in senso costruttivo, essere consapevoli dell’esistenza
di soluzioni alternative, attivarsi per riorientare le proprie azioni.
3. Ricerca storica sulle fonti energetiche utilizzate nel proprio territorio (loro evo-
luzione ed effettiva diffusione) attraverso documenti di archivio e questionario/
intervista da sottoporre agli anziani della zona di provenienza degli studenti.
4. Analisi del consumo energetico dell’edificio scolastico: aspetti strutturali dell’edi-
ficio, comportamenti dei suoi fruitori (che possono essere verificati conducendo
20 Atlanti geografici ed economici; www.ilsole24ore.com; Rapporti WEO (www.worldenergyoutlook.org); sul sito www.terna.it si possono recuperare i Dati Statistici sull’energia elettrica in Italia, redatti annualmente.21 www.griss.it; sul sito www.ecosportello.org è possibile scaricare pubblicazioni utili, come Tutta la verità sulle rinno-vabili, I costi nascosti del nucleare, ecc.22 Alcuni suggerimenti: Impianto Cersaa (www.sv.camcom.it) per serra virtuosa; Rifugio Alpe Granda, Ardenno (www.rifugioalpegranda.it), www.agenziacasaclima.it.
83
una serie di osservazioni/misurazioni/interviste sulle abitudini di tutti i soggetti
che quotidianamente frequentano la struttura).
Nello svolgimento di questa fase di percorso, i possibili rischi individuati sono gli stes-
si della fase precedente, cui si aggiungono:
sovrabbondanza e/o incoerenza e/o attendibilità dei dati;•
mancanza documentazione storica (porre attenzione a diversificare gli strumenti •
di raccolta informazioni);
linguaggio tecnico difficilmente decifrabile (porre attenzione al coinvolgimento di •
colleghi di ambito specifico e del settore tecnico amministrativo).
Questa fase avrà una durata di varie settimane e prenderà il via durante lo svolgimen-
to della fase di esplorazione dell’argomento, nel momento in cui emergerà spontanea-
mente dalle discussioni condotte in classe insieme agli studenti.
I prodotti di questa fase di percorso possono, fra gli altri, essere i seguenti:
Il diario di bordo della classe (elaborato dagli studenti).•
Mappe e cartine elaborate dagli studenti.•
Poster, filmati, ipertesti, presentazioni... dedicati ai contenuti appresi o che de-•
scrivano le visite effettuate.
4) IPOTESI D’INTERVENTO: CHECK UP ENERGETICO DELL’EDIFICIO SCOLASTICO
L’ipotesi descritta, il check-up energetico dell’edificio scolastico, è stata scelta per-
chè consente agli studenti di impegnarsi in prima persona nella raccolta di informazioni,
nella loro elaborazione critica e nella scelta condivisa di quali interventi reali attuare in
relazione alle molte variabili in gioco. Inoltre questo tipo di azioni non può prescindere da
un forte coinvolgimento di tutti i fruitori dell’edificio e da una buona comunicazione del
lavoro svolto.
I criteri di qualità cui si fa riferimento (oltre a quelli precedentemente segnalati)
sono:
84
Criteri di qualità per “Scuole per lo Sviluppo Sostenibile”
Criteri che riguardano la qualità dei processi di insegnamento / apprendimento
2. Criteri di qualità nell’area dei risultati visibili nella scuola e nella comunità
I cambiamenti ottenuti e i risultati raggiunti dalla scuola e nella comunità sono alimentati e mantenuti.
7. Criteri di qualità nell’area di una visione orientata all’azione
Gli studenti partecipano alle decisioni relative alle azioni da intraprendere per affrontare il problema, e imparano dalla riflessione sull’esperienza fatta.
Criteri di qualità nelle linee di azione della scuola e nella sua organizzazione
10. criteri di qualità nell’area della pianificazione e della programmazione
La scuola assegna un tempo appropriato sia per il lavoro degli studenti sullo SS sia per le riflessioni e i confronti degli insegnanti sui temi dell’ESS.
12. Criteri di qualità nell’area della gestione della scuola
La scuola si sforza di essere un esempio di gestione attenta delle risorse e i risultati sono presentati all’interno e all’esterno alla scuola.
Gli obiettivi che ci si propone di raggiungere in questa fase di percorso sono i seguenti:
Utilizzare le conoscenze e le competenze acquisite nelle fasi di esplorazione •
dell’argomento e problematizzazione per progettare un intervento concreto che
porti a un reale cambiamento nella realtà quotidiana degli studenti;
Comprendere in che cosa consiste e come si conduce un audit energetico;•
Constatare la complessità delle variabili in gioco nella valutazione delle problema-•
tiche legate all’efficienza energetica di un edificio, tenendo presenti anche quelle
economiche e normative;
Informare e coinvolgere i diversi fruitori dell’edificio; •
Comunicare efficacemente il proprio lavoro all’esterno della scuola.•
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87
Oltre a quelli specificati nelle fasi precedenti, saranno proposti i seguenti contenuti:
Cos’è e come si fa un audit energetico;•
Come si conduce una valutazione dei risultati ottenuti da un audit;•
Costi e benifici nella progettazione e realizzazione di interventi concreti;•
Quali sono gli elementi-base della normativa di settore;•
Quali sono le strategie di comunicazione più efficaci.•
Si prevedono le seguenti azioni:
1. all’inizio dell’anno scolastico in cui si svolgerà il progetto, viene individuato l’esper-
to di auditing e programmato incontro preliminare con docenti pionieri per una
prima valutazione dell’edificio e definizione del percorso;
2. Verifica della fattibilità attraverso il confronto con gli stakeholder istituzionali
(Provincia…), l’analisi del budget a disposizione, le normative di riferimento, la
tempistica di progettazione, attuazione;
3. Nello stesso periodo viene condotto il primo incontro di illustrazione e condivisione di
progetto al consiglio di classe con il supporto dell’esperto di audit. Si ipotizza l’indi-
viduazione all’interno del consiglio di alcuni ruoli: un coordinatore della didattica, un
responsabile delle relazioni esterne, un responsabile del prodotto finale del progetto;
4. i docenti avviano le attività relative alla fase di esplorazione dell’argomento e proble-
matizzazione, strutturate ispirandosi a strategie e strumenti descritti nelle fasi 1 e 2;
5. In seguito, insieme all’esperto di settore, gli studenti eseguono l’audit energetico
del loro edificio scolastico, individuando ad esempio le fonti energetiche dell’edi-
ficio, chi decide come regolare la temperatura dell’edificio, le fonti di dispersio-
ne (finestre aperte, termosifoni malfunzionanti, mancanza di valvole termostati-
che…), le temperature medie di ambienti-campione, l’importo della bolletta della
luce/gas/acqua, le fonti di spreco di elettricità (aula informatica, laboratori, tipo di
lampadine, utilizzo ascensori, accensione e spegnimento punti luce, distributore
bevande e cibi, aria condizionata…), ecc.;
88
6. In questa fase potrebbe essere uno stimolo interessante confrontarsi con scuole
che hanno già condotto un’esperienza simile.
7. Parallelamente viene condotta anche una riflessione sui comportamenti di chi fru-
isce dell’edificio scolastico, analizzando quali determinano un non risparmio di
energia.
8. Una volta terminate le rilevazioni, insieme ai docenti e all’esperto gli studenti ela-
borano una griglia di valutazione delle informazioni ottenute, per analizzare quali
soluzioni concrete è possibile progettare in base alle problematiche riscontrate, al
budget a disposizione e ai desiderata degli studenti stessi.
Alcuni esempi di soluzioni potranno essere: la conversione di parte dell’energia
utilizzata dalla scuola da fonti non rinnovabili a fonti rinnovabili, il miglioramento
dell’efficienza energetica dell’edificio per evitare dispersioni di energia o sprechi,
la modifica dei comportamenti dei fruitori dell’edificio, la progettazione di “un’aula
virtuosa”, ecc.
9. Nel caso di interventi strutturali, insieme ai docenti, gli studenti scoprono quali
sono gli enti da contattare e coinvolgere, qual è la normativa da rispettare, quali
sono i passaggi richiesti per la redazione, approvazione e affidamento di un pro-
getto, ecc.
10. Durante tutto lo svolgimento del progetto e al suo termine gli studenti si interes-
sano di divulgare a tutti i fruitori dell’edificio e alla cittadinanza il procedere dei
lavori, ricercando le soluzioni comunicative da loro ritenute più efficaci, fra cui:
mostra; •
bacheca; •
filmato/presentazione che gli studenti possono presentare alle altre classi;•
giornalino scolastico;•
internet (sito web della scuola, filmati in youtube…);•
comunicati stampa e servizi giornalistici preparati insieme ai rappresentanti •
dei media locali;
89
assemblea/convegno nel quartiere o paese;•
partecipazione a manifestazioni;•
presentazione del progetto in altre scuole durante l’orientamento;•
stand durante le giornate di Open Day (gli studenti conducono le attività di pre-•
sentazione/dimostrazione del progetto).
I soggetti coinvolti, oltre a studenti, docenti e personale scolastico, saranno consu-
lenti esterni (tecnici specializzati, università, associazioni), altre scuole che hanno già
condotto un audit, le famiglie, la popolazione in generale.
Per quanto riguarda il coinvolgimento delle varie discipline, è stato ipotizzato, a livello
puramente indicativo, quanto segue:
Area umanistica (assi culturali dei linguaggi e storico-sociale)
1. lettura testi, articoli, racconti...;
2. elaborazione schede di restituzione a seguito della visione di film, documentari
ecc (da usare nei gruppi di lavoro o individualmente);
3. analisi ed elaborazione mappe sulla distribuzione geografica delle risorse energeti-
che, i flussi di trasporto, le fonti di approvvigionamento nazionali, quantità e qualità
fonti nazionali (restituzione possono essere grafici , istogrammi, metacarte...);
4. ricerca storica sull’edificio e sul contesto territoriale;
5. elaborazione di un questionario/intervista da proporre agli anziani della zona di
provenienza degli studenti;
6. monitoraggio dell’elaborazione del diario di bordo;
7. fonti legislative (anche quelle relative agli incentivi energetici);
8. lettura, traduzione ed elaborazione dei materiali in lingue straniere (documenta-
zione internazionale sulle problematiche legate all’energia, protocolli e accordi);
9. […]
Area tecnico-scientifica (assi culturali matematico e scientifico-tecnologico)
1. Leggi della termodinamica;
2. Fonti energetiche rinnovabili e non rinnovabili;
90
3. Calcolo impronta ecologica;
4. Calcolo emissioni di CO2;
5. Unità di misura (tep....);
6. elaborazione dati auditing (controllo consumi contatori....);
7. […]
BIBLIOGRAFIAAngelini Aurelio, Pizzuto Piergiorgio. Manuale di ecologia, sostenibilità ed educazione
ambientale.
Cerfolli Fulvio. Il gusto dell’ecologia. Una scienza e i suoi protagonisti.
Paolo Degli Espinosa. Italia 2020. Energia e ambiente dopo Kyoto.
Pietrogrande Paolo, Masullo Andrea. Energia verde per un paese “rinnovabile”.
Maugeri Leonardo. Con tutta l’energia possibile. Tutto quello che è necessario sapere sui
problemi e il futuro delle diverse fonti di energia.
129
COMITATO DI PROGETTO DELLA PRIMA FASE DI “SCUOLA 21”- Valeria Garibaldi, Program Officer area Ambiente della Fondazione Cariplo, in
qualità di Project Leader
- Andrea Trisoglio, responsabile Area Educazione di Legambiente Lombardia, in
qualità di Content Leader e Content Coordinator
- Riccardo Falco, responsabile del settore Educazione Ambientale di Fondazione
Lombardia per l’Ambiente, in qualità di Content Leader
- Rossella Coletto, educatrice ambientale – Istituto Scholè Futuro Onlus, in qualità
di Content Leader
- Francesca Mogavero, educatrice ambientale, in qualità di Content Leader
- Fabrizio Bertolino, Ricercatore in Pedagogia generale – Università della Valle
d’Aosta, in qualità di supervisore scientifico del progetto
- Bruna Baggio, Direzione generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia
SCUOLE PILOTA DELLA PRIMA FASE DI “SCUOLA 21”Scuola Tipologia Città (Provincia)Conti ITI MilanoGiorgi ITIS MilanoLevi ITSCG Seregno (MI)Majorana Liceo Scientifico Rho (MI)Marignoni IPSCT MilanoMolinari ITIS - LST MilanoMattei ITIS SondrioPinchetti IIS Tirano(SO)Zappa IPASSAR Bormio (SO)Bordoni ITCT PaviaCairoli Liceo Scientifico Vigevano (PV)Calvi IIS Voghera (plesso di Varzi - PV)Cremona IPSIA PaviaMaserati IIS Voghera (PV)Pollini IPS Mortara (PV)Volta IIS Pavia
è un progetto
www.fondazionecariplo.it/scuola21
per informazioni: Andrea Trisoglio Project Leader Scuola 21 Tel. 02 6239266 [email protected]