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Quaderni dell’Archivio Storico Comunale di Ferrara · Rovigo (prot. 18/2016) e dal Museo del Risorgimento e della Resistenza di Ferrara (in data 9 febbraio 2016). In copertina:

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Quaderni dell’Archivio Storico Comunale di Ferrara n. 4 (2016)

LORENZO BARBIROLLI (1798-1867) UN MUSICISTA TRA DUE PATRIE

a cura di Nicola Badolato, Corinna Mezzetti

e Antonietta Molinari

FERRARA 2016

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Redazione: Nicola Badolato Elaborazione delle immagini: Stefania Ricci Frabattista

Il volume è stato stampato con il contributo di

Autorizzazione alla pubblicazione delle immagini rilasciate dall’Accademia dei Concordi di Rovigo (prot. 18/2016) e dal Museo del Risorgimento e della Resistenza di Ferrara (in data 9 febbraio 2016). In copertina: Bozzetto del sipario del Teatro Comunale di Ferrara, realizzato da Francesco Migliari nel 1850 (Archivio Storico Comunale di Ferrara, Commissione pubblici spettacoli, b. 68). Rielaborazione grafica di Stefania Ricci Frabattista.

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SOMMARIO

Prefazione Enrico Spinelli p. V Presentazione Antonietta Molinari p. VII Lorenzo Barbirolli: un musicista tra due patrie Antonietta Molinari e Nicola Badolato p. 1 Musiche di Barbirolli nell’Archivio del Capitolo di Ferrara Nicola Badolato p. 39 Barbirolli compositore: appunti per un catalogo Nicola Badolato p. 51 ILLUSTRAZIONI p. 63 APPENDICI 1. Fondi archivistici e documenti tra Archivio Storico Comunale e Biblioteca Ariostea per la storia dei teatri di Ferrara nell’Ottocento Corinna Mezzetti p. 95 2. Lorenzo Barbirolli nelle carte dell’Archivio Storico Comunale di Ferrara Corinna Mezzetti p. 102 3. Lorenzo Barbirolli, “Tu es Petrus” (trascrizione di Nicola Badolato) p. 147

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Sigle bibliografiche p. 175 Elenco delle illustrazioni p. 177 Indice dei nomi di persona e di luogo p. 181 Indice delle opere p. 188

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Prefazione

Un viaggio archivistico – progettato e condotto da Badolato, Mezzetti e Molinari – si tinge dei colori della Musica, con una storia inedita, certamente meritevole dell’indagine, della scrittura, della conoscenza.

È l’incontro con un personaggio, Lorenzo Barbirolli (1798-1867), nativo del vicino Polesine, attivo artisticamente a Ferrara per 25 anni, del quale era svanito ormai il ricordo. I documenti – quelli dell’Archivio Storico Comunale e dell’Archivio del Capitolo di Ferrara - hanno consentito di recuperare la memoria di una vicenda umana e familiare, restituendo un profilo artistico, un corpus di opere di un musicista che ebbe un ruolo certamente di rilievo nella Ferrara della metà dell’Ottocento, dal 1840 al 1865, essendo impegnato ora come Maestro comunale di musica nonché Concer-tatore del Teatro cittadino, ora come Direttore della Cappella del Duomo. Barbirolli, un artista serio e stimato, attivo tra Rovigo e Ferrara, nei confini delle quali segnò sostanzialmente il suo percorso professionale, dividendosi in un ideale contrappunto tra profano e sacro, ora dedicandosi al Teatro ora al Duomo, da un lato impe-gnandosi nel repertorio operistico alla moda in quel tempo e, dall’altro, componendo severa musica sacra. Al servizio prima di un datore di lavoro e poi di un altro: qui il Pubblico (cioè il Comune di Ferrara) e lì la Chiesa, in una divaricazione istituzionale che – con le vicende del Risorgimento, dell’Unità nazionale e con i delicatissimi rapporti tra Stato e Chiesa - dovette pure creare al bifronte Maestro qualche problema d’orientamento politico, a volte un’incertezza, qualche dubbio. Insomma, Barbirolli fece evidentemente una scelta di conciliazione: in Teatro guardava a Verdi e ai grandi operisti dell’epoca, per la Cappella musicava sonetti celebrativi per Pio IX. Dissonanze?

Vita difficile quella del musicista che, avendo il carico della fami-glia, non trascurò di percorrere tutte le strade che gli consentissero di vivere onestamente, con borghese decoro, onorando Trono e Altare, praticando in equilibrio due repertori e generi tra loro diversi; la bacchetta si alzava a concertare cori verdiani, mentre poi la penna componeva inni sacri, come il Tu es Petrus, graduale a tre

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voci per l’onomastico dell’Apostolo: immaginabili tensioni ideali dovettero essere risolte ricorrendo agli artifici dell’Armonia. Così l’attività di Maestro concertatore fu rilevante nell’àmbito teatrale, come l’attività di compositore fu preminente nell’area ecclesiastica: la duplice faccia artistica trova speculare riscontro nella docu-mentazione che offre materia per questa ricerca: le fonti, infatti, sono localizzate adesso nell’Archivio Storico comunale e adesso in quello del Capitolo, tuttavia integrandosi vicendevolmente e restituendo così un compiuto e unitario profilo, umano e artistico di Barbirolli.

Questo mi pare il pregio del lavoro svolto dai tre autori, ben integrati tra loro sul piano del metodo e nel giuoco delle diverse competenze individuali. Musicologia, Archivistica e Storiografia si incontrano in una simbolica triade e insieme offrono un concreto e originale risultato; compare, infatti, un primo strumento descrittivo della produzione del Barbirolli e ne viene proposta l’edizione del Tu es Petrus; c’è poi il lavoro sulle fonti archivistiche, con la storia istituzionale del Teatro comunale e con elaborazione di puntuali regesti di documenti; c’è la visione di sintesi, quella della Storia, considerata nel duplice registro dialogante tra la piccola e la grande Patria, cioè tra Ferrara-Rovigo e l’Italia, pre e post unitarie. È l’ideale partitura entro la quale la vicenda umana e l’esperienza artistica di Barbirolli si svolsero: esse sono oggi utilmente riproposte all’attenzione degli studiosi, dopo circa centocinquant’anni dalla morte del Musicista, nell’utile apporto alla valorizzazione delle fonti documentarie e alla Storia di Ferrara.

Enrico Spinelli

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Presentazione

Le strade della ricerca sono così contorte e complesse che molto spesso portano nelle direzioni più impensabili rispetto al punto di partenza. La professoressa Rita Castaldi ed io ci trovavamo un gior-no a casa della signora Germana Brondi per parlare di un suo antenato, Giovan Battista Brondi, un vetraio altarese che aveva condotto a Ferrara, in via del Carbone, un’importante produzione di vetro per poi diventare uno dei più intraprendenti commercianti dell’800 ferrarese e su cui avevamo intenzione di scrivere qualcosa.

La nostra conversazione virò ad un certo punto sugli interessi culturali della famiglia Brondi, orientati sia al mondo artistico sia soprattutto a quello musicale, quando la signora Germana ci fece leggere l’elogio funebre di un suo lontano parente, Lorenzo Barbi-rolli, che aveva ricoperto l’incarico di maestro concertatore del Teatro Comunale di Ferrara nella prima metà dell’800.

Ovviamente il cognome Barbirolli richiamò subito alla mente il famoso direttore d’orchestra, sir John, trasferitosi in Inghilterra ai primi del ’900, dove ottenne successi strepitosi. Nacque così la curiosità di approfondire la conoscenza di Lorenzo Barbirolli, la cui nipote aveva sposato Luigi Brondi, nonno della signora Germana, per sapere se esistessero legami tra i due Barbirolli e per conoscere la vita di un maestro concertatore vissuto a Ferrara e operante nel Tea-tro Comunale per un venticinquennio, quando il melodramma era diventato lo spettacolo preferito di nobili e borghesi e si andava affermando l’astro di Giuseppe Verdi. Si pensò inizialmente di rea-lizzare una mostra presso la Biblioteca Ariostea, ma il progetto non ebbe purtroppo seguito. Di recente ho ritenuto però opportuno ri-prendere l’argomento, che mi sembrava di interesse storico-musicale per la nostra città.

Le carte dell’Archivio Storico Comunale hanno fornito i dati per ricostruire in modo dettagliato il percorso professionale e, in parte, privato di Lorenzo Barbirolli, uno scrupoloso e prolifico musicista, ma soprattutto un uomo modesto, disponibile e paziente, che amò profondamente Ferrara, nonostante i rapporti talora contrastati con un’Amministrazione parca di riconoscimenti economici, profes-sionali e artistici. Una parallela ricerca condotta nel Fondo musicale

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dell’Archivio del Capitolo di Ferrara ha fatto emergere una cospicua mole di musiche manoscritte autografe, testimonianza viva (ancor-ché muta in assenza di un loro completo recupero critico e di una loro esecuzione) di una fervente attività compositiva del musicista per la Chiesa ferrarese.

Sentiti ringraziamenti a Germana Brondi, a don Enrico Peverada, responsabile dell’Archivio diocesano, al dott. Enrico Spinelli, diret-tore della Biblioteca Ariostea di Ferrara, che ha reso possibile questa pubblicazione, alla dott.ssa Paola Margarito, collaboratrice della Se-zione informazioni stampati antichi e moderni della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, alla dott.ssa Michela Marangoni, referente dell’Archivio dell’Accademia dei Concordi di Rovigo, al dott. Luigi Contegiacomo, direttore dell’Archivio di Stato di Rovigo, al dott. Franco Casini, Bibliotecario della Fondazione “Giorgio Cini” di Venezia. Si ringrazia inoltre Stefania Ricci Frabattista per il con-tributo nella rielaborazione grafica delle immagini qui pubblicate.

Antonietta Molinari

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ANTONIETTA MOLINARI - NICOLA BADOLATO

Lorenzo Barbirolli: un musicista tra due patrie

I Barbirolli di Rovigo: una famiglia di musicisti

Già nell’Ottocento la famiglia Barbirolli, originaria di Borsea in provincia di Rovigo,1 vantava tra i suoi componenti storici, maestri e musicisti. Luigi Barbirolli (1803-1866), ricordato per una Cronaca rodigina che narrava episodi e personaggi del Polesine sotto l’incalzare degli avvenimenti che precedettero l’Unità d’Italia,2 dedicò tutta la sua vita all’atti-vità educativa come maestro elementare e di musica.3 Sul suo elogio funebre scritto dall’amico editore e tipografo Antonio Minelli si legge: «Profondo nella musica, ne stampò le regole che per lui si assomigliano ai sensi morali, addottrinò da sé in questa bell’arte i propri figlioli Giambattista e Antonio ch’or son riveriti come portenti» (cfr. Fig. 2). L’amore per la musica lo portò a organizzare spesso piccoli concerti nella sua abitazione; ne abbiamo testimonianza anche in un ricordo del

1 Nell’archivio privato della signora Germana Brondi è stato possibile reperire lo stemma della famiglia Barbirolli (cfr. Fig. 1), riprodotto anche nel Blasone bolognese, Arme gentilizie di famiglie bolognesi, nobili, cittadinesche e aggregate, tomo I, Bologna, presso Floriano Canetoli, 1791, p. 11 (cfr. <http://badigit.comune.bologna.it/canetoli/canetoli.aspx?Cod=a1297> consultato il 1° febbraio 2016).

2 Cfr. L. BARBIROLLI, Cronaca rodigina (1 giugno 1848 - 1 gennaio 1853), a cura di L. Lugaresi, Rovigo, Minelliana, 1983 (si tratta dell’edizione com-mentata del ms. n. 235 «Concordiana» dell’Accademia dei Concordi di Rovigo).

3 Tra le pubblicazioni di carattere didattico prodotte da Luigi Barbirolli, tutte stampate presso l’editore Minelli a Rovigo, ricordiamo la Gramatica pedagogica italiana (1836), il Sillabario (1837), il Metodo facile per insegnare a leggere ai fanciulli senza premettere la conoscenza delle lettere e la compitazione (1843), e i Principi di metodica musicale coll’applicazione del metronomo (Rovigo, Minelli, 1857).

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19 maggio 1852 quando «suonò il signor Belloni di Cavarzere, dell’età di anni 17, esperto violinista»; per l’occasione «oltre la casa piena di gente, nella riviera si raccolse gran folla, che di tratto in tratto faceva romorosi applausi».4 Fu proprio Antonio (1840-1907) che il 5 febbraio 1887, alla prima dell’Otello di Verdi, suonò con il figlio Lorenzo (1864-1928): a quella serata memorabile partecipò anche il nostro illustre concittadino Giovanni Boldini, che ricevette dal maestro di Busseto, di cui aveva realizzato l’anno prima un famoso ritratto, lo spartito dell’opera con una calorosa dedica.5 Sir John Barbirolli,6 il noto direttore d’orchestra, era figlio di Lorenzo e nipote di Antonio, entrambi violinisti dell’orchestra della Scala di Milano. Giambattista, l’altro figlio di Luigi, fu a sua volta teorico musicale e compositore: scrisse tra l’altro un trattatello Sull’ar-te musicale (Firenze, Civelli, 1876) ed è ricordato anche per aver messo in musica la preghiera Padre nostro che sei nei cieli dal

4 Cfr. BARBIROLLI, Cronaca rodigina cit., p. 148. Sulla figura di Antonio

Belloni cfr. C. Baldi, Antonio Belloni violinista (1835-1904), reperibile in <www.cavarzerestoriaecronaca.it/2000/02/antonio-belloni.html> (consultato il 13 gennaio 2016).

5 Il cimelio con la dedica «All’egregio artista e carissimo amico Boldini. Giuseppe Verdi. Milano 9 febbraio 1887» si conserva oggi nelle Gallerie d’Arte moderna e contemporanea (Museo Giovanni Boldini) di Ferrara.

6 John (Giovanni Battista) Barbirolli (Londra, 2 dicembre 1899 – Londra, 29 luglio 1970), noto internazionalmente in campo concertistico, fu apprezzato anche come direttore d’opera, specie italiana. Nel 1937 ebbe l’onore di succedere ad Arturo Toscanini nella direzione della Filarmonica di New York; in seguito diresse prestigiose orchestre quali la Hallé Orchestra di Manchester, quella del Festival di Edimburgo e quella del Covent Garden. Per un profilo bio-bibliografico cfr. almeno C. REID, John Barbirolli: A Biography, London, Hamilton, 1971; M. KENNEDY, Barbirolli: Conductor Laureate, London:, MacGibbon & Kee, 1971, oltre alla voce che gli dedicano Ronald Crichton e José A. Bowen nel New Grove Dictionary of Music and Musicians.

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canto IX del Purgatorio dantesco (Milano, F. Lucca, s.d.), oltre a vari pezzi di carattere per pianoforte.7

Come i figli di Luigi fecero una carriera esemplare nel mondo musicale, così anche Lorenzo Barbirolli, fratello di Luigi, dedicò la sua vita alla musica sia come compositore sia come maestro concertatore. Egli mantenne sempre ottimi rapporti con il fratello, prese a cuore la carriera di Giam-battista, da lui affettuosamente chiamato “Battistino”, che propose anche come maestro di coro del Teatro comunale di Ferrara (cfr. Fig. 3).8 Lorenzo Barbirolli a Rovigo: gli studi e gli incarichi

Lorenzo Barbirolli, figlio di altro Lorenzo e di Maria Visentini (1768-1840) di Paolo, nacque a Rovigo il 20 giugno 1798.9 Sposò in prime nozze Luigia Baruchello, morta prematuramente dopo avergli dato almeno due figli: Carolina, nata nel 1824, che intraprese la carriera di cantante, e Pietro, nato l’anno successivo, che si dedicò alla professione di commerciante.10 Dopo la morte della prima moglie, nel 1830

7 Ricordiamo il notturno Ombra e luce (Milano, Ricordi, 1882), Preghiera

(Milano, Ricordi, 1882), Una lagrima sulla tomba del Conte di Cavour (Milano, F. Lucca, s.d.) e una “romanza con accompagnamento di pianoforte” intitolata Un dolore nel carnovale di Venezia (Milano, F. Lucca, [1863]).

8 Nella Biblioteca dell’Accademia dei Concordi di Rovigo (ms. Concordiano 365/21) è conservata una lettera autografa del 7 settembre 1856 in cui Lorenzo Barbirolli, dopo aver comunicato al fratello Luigi la possibilità di far assumere il nipote Battistino come maestro di coro, chiede informazioni sul modo di cucinare le bondiole ricevute dal sig. Ugo Laurenti, per non sfigurare con i suoi invitati a pranzo.

9 ASRo, Popolazione, Ruoli 1836, registro 2, p. 205. 10 Pietro Barbirolli sposò Rita Bottomedi e morì durante l’epidemia di

colera l’11 luglio 1855 (ASCFe, Anagrafe, Registri dei morti, reg. 1853-1862, 1855, p. 29, n. 1031). La moglie Rita era di professione modista e aveva il

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egli sposò in secondo voto Bianca Guseo, nata a Pordenone il 26 aprile 1806.11 Nel 1836 la famiglia Barbirolli abitava in Corso ai Giardini al civico 89, e in quella zona esiste ancora oggi la Villa Tracanella-Barbirolli, fatta costruire nel ’700 dai conti Gobbati e passata poi ai Tracanella, che si legarono ai Barbirolli presumibilmente nella seconda metà dell’800.

La sua scheda personale conservata nell’Archivio Storico Comunale di Ferrara12 fornisce alcune informazioni sui primi studi musicali e sugli incarichi professionali: studiò sotto i distinti maestri don Andrea Rizzieri e Luigi Ricci, si diplomò all’Istituto Filarmonico degli Anfioni a Verona, all’Accademia di Santa Cecilia a Padova, all’Accademia Rossiniana di Pesaro prima del ’39, per poi diventare maestro di cappella della diocesi di Rovigo e concertatore del Teatro Sociale di Rovigo dal 1829 (cfr. Fig. 7).

Rovigo, pur essendo una piccola città di provincia, era testimone di una vivace attività culturale e di uno spiccato amore per la musica. Tra i musicisti più apprezzati e coetanei del Barbirolli si ricordano il violinista Domenico Tosarini (1794-1884),13 la figura piuX rappresentativa per il suo talento

proprio negozio nella fabbrica del Teatro Comunale in corso Giovecca 14 (ASFe, Camera di commercio. Tasse e ruoli commerciali, 1815-1899, primo versamento). Pietro e Rita ebbero i figli Arturo e Luigia, nata quest’ultima nel novembre 1855 dopo la morte del padre; Luigia sposò nel 1878 Luigi Brondi (ASCFe, Anagrafe, Registro della popolazione 1861-1900 ca., vol. 13, p. 3319; cfr. Figg. 4, 5, 6).

11 ASCFe, Anagrafe, Censimento del 1835, vol. 1, p. 182; Registro della popolazione 1861-1900 ca., vol. 13, p. 3321.

12 ASCFe, Carteggio amministrativo, XIX secolo, Istruzione pubblica. Scuole musicali, b. 1, fasc. 6.

13 Domenico Tosarini nel 1813 cominciò a distinguersi come compositore, soprattutto di musica sacra, come violinista e poi come direttore d’orchestra. Di Tosarini violinista, a detta dei contemporanei, fa testimonianza nientemeno che il grande Niccolò Paganini, a Rovigo nel 1818. Tra le sue composizioni sacre ricordiamo una Messa da Requiem in Sol minore a tre voci

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(apprezzato da Niccolò Paganini) e quella piuX attiva per la produzione di messe, salmi, inni, sinfonie, cantate e Antonio Galasso (1791-1873), direttore del coro del Teatro Sociale. Figu-ra eminente fu anche Antonio Buzzolla (1815-1871), compo-sitore di musica sacra, che ottenne onori e successi presso le più importanti corti europee.14

Proprio a Rovigo il giovane Lorenzo si fece apprezzare fin da giovane per le sue doti di maestro e di compositore: appena diciannovenne preparò il coro di sedici elementi che cantò nell’Adelaide di Borgogna, melodramma in due atti di Pietro Generali su libretto di Luigi Romanelli che inaugurò il Teatro Sociale il 27 aprile 1819,15 e poi nell’Adelasia e Aleramo, dramma in due atti di Giovanni Simone Mayr su libretto di Luigi Romanelli.16 Con Tosarini e Galasso il nostro collaborò nell’al-lestimento di alcune opere tra cui I Capuleti e i Montecchi di Vincenzo Bellini (1831), nella Stagione di Fiera del 1833 fu maestro concertatore dell’Anna Bolena di Gaetano Donizetti,

(ms. Canal 10870 della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia), un Tantum Ergo in La maggiore per voce di basso e orchestra (ms. marciano Canal 10875) e una Messa rinvenuta nell’Archivio capitolare del Duomo di Este, segnalata a Francesco De Poli da Maria Rizzato ed eseguita per iniziativa della Minelliana nel 1986. Cfr. F. DE POLI, Domenico Tosarini: musicista rodigino (1794-1884), Rovigo, Minelliana, 1985. Compose inoltre anche per il Capitolo del Duomo di Ferrara (cfr. P. FABBRI – M. C. BERTIERI. Il salterio e la cetra: musiche liturgiche e devozionali nella Diocesi di Ferrara-Comacchio, Ravenna, Diabasis, 2004, p. 65).

14 Cfr. A. CASELLATI, Antonio Buzzolla, «Musica d’oggi», XII, 1930, pp. 311-317; P. MIOLI, Considerazioni su alcune arie da camera di Antonio Buzzolla, «Subsidia Musica Veneta», I, 1980, pp. 143-159; Antonio Buzzolla: una vita musicale nella Venezia romantica, a cura di F. Passadore e L. Sirch, Rovigo, Minelliana, 1994.

15 Cfr. S. GARBATO, Il Teatro Sociale di Rovigo, Venezia, Marsilio, 2003, pp. 28-29, 114, 145.

16 L’opera fu rappresentata per la prima volta nel Teatro alla Scala di Milano il 26 dicembre 1806. Cfr. GARBATO, Il Teatro Sociale di Rovigo cit., p. 115.

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della Norma di Vincenzo Bellini e più avanti della Nina pazza per amore di Giovanni Paisiello (1837). In questo periodo fece bella prova delle sue capacità compositive, mettendo in musica I Troiani in Laurento, “dramma serio” del nobile rodi-gino Gerolamo Biscaccia Carrara,17 rappresentato al Teatro Sociale nella primavera del 1836 e ripreso l’anno successivo nel Teatro Apollo di Venezia.18 Alcune recensioni sulla stampa milanese e veneziana del tempo attestano un’accoglienza entu-siastica da parte dei critici per il lavoro del giovane Lorenzo.19 Anche a Ferrara fu precocemente apprezzato, infatti, in un’ac-cademia20 organizzata dalla Società del Casino di Ferrara21 per

17 Gerolamo Biscaccia Carrara, di nobile famiglia rodigina, fu canonico e

appassionato di belle arti che visse nel XVIII secolo. 18 Cfr. il libretto a stampa relativo a questa rappresentazione (Venezia,

Rizzi, 1837). 19 Si legga, per esempio, la recensione di Francesco Lampato su «La

Moda. Giornale dedicato al bel sesso» (I, 24 ottobre 1836, p. 343): «Non ricordate di aver letto sui fogli di Milano quando il celebre e franco signor maestro Ricci (al quale il giovine nostro maestro Lorenzo Barbirolli di Rovigo fece sentire questa sua opera) diceva che il di lui lavoro ha del bello e se sarà sostenuto da bravi artisti dovrà piacere: “Me lo ricordo” - Or bene: l’opera andò in scena nel 15 corrente, e madamigella Amari, la brava Carrara, e il De Gattis, e il Zucconi furono tutti riscaldati da amore di professione, di stima per il maestro, di rispetto al pubblico, e l’opera che in fatto è marziale e divinamente istromentata rifulge di pezzi maschi; (così vedi ho sentito dire da quelli che sono maestri di color che sanno) - I plausi furono replicati sino a interrompere l’azione. ... Amor di patria! spirito di passione!»

20 Nel lessico musicale sette-ottocentesco, il termine “accademia” indica in genere un concerto, organizzato in luoghi pubblici o privati, col concorso di musicisti di varia provenienza chiamati ad eseguire brani di natura strumentale e vocale.

21 Nella primavera 1803 il marchese Carlo Bentivoglio e il notaio Ruggiero Ragazzi, affiancati dal conte Girolamo Cicognara e dal commerciante-banchiere Luigi Massari, decisero di studiare un Piano per un Casino di Società che portasse avanti i due sodalizi nati sul finire del Settecento nei locali del Teatro Comunale: il Casino de’ Cittadini (1793-1802)

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la stagione di Carnevale del 1825, fu inclusa una sua Suonata a piena orchestra con flauto obbligato eseguita da Nemesio Manfredini.22

Maestro concertatore del Teatro Comunale di Ferrara (1839-1865)

Nonostante i successi ottenuti nella sua città, Barbirolli si trasferì da Rovigo a Ferrara, avendo vinto il concorso di maestro comunale di musica e concertatore23 del Teatro Comunale (cfr. Fig. 8), bandito dalla municipalità di Ferrara con Consigliare Decreto del 14 giugno 1839,24 a seguito della morte del maestro concertatore Filippo Ferrari, che dal 1832

e il Circolo costituzionale (1798). La Società del Casino si riunì per la prima volta il 5 luglio 1803 nella platea del teatro per la presentazione di un regolamento provvisorio e l’elezione delle cariche. Tra i votati vi furono anche sei signore: Adelaide Foscarini Bentivoglio, Marietta Rossi Scutellari, Anna Massari, Wilhelmina Stein Strozzi, Caterina Malvezzi Mazza, Giuseppa Massari Recalchi. La sera del 28 dicembre 1803 ebbe luogo la grande festa dell’inaugurazione ufficiale della Società del Casino – nome conservato fino al 1888, poi cambiato in Circolo Unione – nei locali del Teatro Comunale ora noti come Ridotto.

22 ASCFe, Commissioni Pubblici Spettacoli, b. 4; cfr. P. FABBRI – M.C. BERTIERI, I teatri di Ferrara. Il Comunale, II, Lucca, LIM, 2004, p. 58. Nemesio Manfredini fu direttore della banda dal 1835 al 1843. Come compositore, è ricordato per alcuni Pout-pourri per pianoforte e flauto su celebri motivi operistici: dalla Lucrezia Borgia di Donizetti e dalla Saffo di Pacini (entrambi pubblicati a Milano presso Ricordi nel 1844).

23 Il maestro concertatore (répétiteur in francese) è il musicista incaricato di “concertare”, cioè di procedere al primo lavoro di lettura e di appren-dimento, da parte dell’orchestra o delle compagnie di canto, di determinati brani musicali successivamente rifiniti dal direttore d’orchestra. Le due attività spesso coincidevano, ma, se affidate a persone diverse, spesso generavano grossi conflitti d’autorità.

24 ASCFe, Carteggio amministrativo, XIX secolo, Istruzione pubblica. Scuole musicali, b. 1, fasc. 6.

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aveva ricoperto tale incarico. Si può ritenere che le ragioni del suo trasferimento a Ferrara fossero motivate da diversi fattori: a Rovigo c’erano poche opportunità di fare carriera, dal momento che gli incarichi più importanti erano già ricoperti dal Tosarini e dal Galasso, dalla possibilità di migliorare le condizioni economiche, e non ultimo forse dalle sue simpatie politiche orientate più verso il governo pontificio, sotto cui si trovava Ferrara, che non per quello austriaco del Veneto. Resta comunque provato che Barbirolli si impegnò moltissimo per ottenere la nomina a Ferrara, sostenuto anche dalla stima di impresari e di colleghi musicisti ferraresi.

L’impresario Nicola Orsini, appaltatore degli spettacoli al Teatro Sociale di Rovigo dove aveva conosciuto e apprezzato le doti del valente Barbirolli,25 ne aveva suggerito l’ingaggio (cfr. Appendice 2, doc. n. 1). Già a partire dall’inizio del 1839 si ha testimonianza nei documenti d’archivio dei primi contatti del nostro con l’ambiente musicale ferrarese: una lettera, firmata dai maestri d’orchestra del Teatro,26 caldeggia viva-mente la candidatura del Barbirolli, come maestro concer-tatore, la cui abilità avevano apprezzato nell’allestimento della Straniera di Vincenzo Bellini e della Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti nella stagione di Carnevale del 1839,27

25 Lettera del 13 febbraio 1839 (ASCFe, Carteggio amministrativo, XIX

secolo, Teatri e spettacoli, b. 43). Cfr. Appendice 2, docc. n. 2-4. 26 ASCFe, Carteggio amministrativo, XIX secolo, Istruzione pubblica.

Scuole musicali, b. 1, fasc. 6. 27 La stagione di carnevale era il ciclo di spettacoli più prestigioso e atteso

dal pubblico ferrarese: iniziava, come da tradizione secolare nei teatri d’opera della penisola italiana, a santo Stefano e terminava col veglione di martedì grasso dell’anno successivo, creando importanti occasioni di mondanità. Tra ottobre e novembre aveva luogo l’appalto tra la municipalità e gli impresari partecipanti e ai primi di dicembre l’impresa, che aveva ottenuta la concessione, si rivolgeva ai proprietari dei palchi con una circolare in cui proponeva un numero garantito di recite (al solito una trentina per tre titoli) e una somma con cui sottoscrivere l’abbonamento. Sui

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durante la quale egli si era prodotto in via di esperimento e come prova di competenza prima di assumere l’incarico ufficiale. Soprattutto in virtù di una sua nuova composizione Lorenzo ottenne subito un grande successo rimbalzato anche sulla stampa specialistica; si veda per esempio la recensione apparsa sul periodico «Teatri, Arti e Letteratura» il 7 febbraio 1839: La Lucia di Lammermoor, del cui luminoso successo abbiamo già dato ragguaglio, continua costantemente ad essere ben accetta non solo, ma ogni sera piace maggiormente anche pel valore di quegli egregi artisti e massimamente della valentissima signora Erminia Frezzolini,28 che eseguisce la parte di Lucia in modo da non lasciar cosa a desiderare. Una nuova Sinfonia del maestro Lorenzo Barbierolli (sic), che quella nobile direzione ha saggiamente creduto di far eseguire nell’opera suddetta onde rendere lo spettacolo un poco più prolungato, assolutamente merita onorata menzione pel castigato modo della composizione, per le soavi melodie dell’Adagio, per la somma vivacità dell’Allegro, nel quale il compositore fece spiccare con grande effetto il passo di carattere appoggiato ai strumenti d’ottone, e

meccanismi produttivi dell’opera italiana nell’Ottocento cfr. almeno J. ROSSELLI, L’impresario d’opera, Torino, EDT, 1985.

28 Il celebre soprano Erminia Frezzolini (Orvieto, 27 marzo 1818 – Parigi, 5 novembre 1884) studiò canto sotto la guida del padre Giuseppe e di Domenico Ronconi. Debuttò a Firenze nel 1837 nella Beatrice di Tenda di Bellini. Specialista nel repertorio verdiano, fu la prima intereprete dei Lombardi alla prima Crociata (1843) e della Giovanna d’Arco (1845). Dopo aver riscosso numerosi successi in Italia e in seguito a una fortunata stagione londinese, spese gli anni tra il 1847 e il 1857 a San Pietroburgo, Madrid e Parigi. Concluse la sua carriera, oppressa da problemi finanziari, cantando negli USA, a Cuba e infine in alcuni teatri di provincia in Italia. Il suo breve matrimonio col tenore Antonio Poggi si concluse con una separazione legale nel 1841; dopo la morte del primo marito, nel 1875 sposò un medico francese e condusse gli ultimi anni della sua vita a Parigi. Cfr. A. DE ANGELIS, Erminia e Giuseppe Frezzolini, «Rivista Musicale Italiana», XXXII, 1925, pp. 438-454; J. ROSSELLI, L’apprendistato del cantante italiano: rapporti contrattuali fra allievi e insegnanti dal Cinquecento al Novecento, «Rivista Musicale Italiana», XXIII, 1988, pp. 157-181; ID., Singers of Italian Opera: The History of a Profession, Cambridge, Cambridge University Press, 1992, ad indicem.

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massimamente per la novità, oggi giorno resa tanto rara nei pezzi istru-mentali. L’orchestra, diretta dal valoroso signor Petrini Zamboni,29 si presta pure in modo soddisfacentissimo. Il pubblico, quantunque non solito a prestare in tali casi grande attenzione, non cessò mai di applaudire ogni sera la bella composizione del nominato Barbierolli (B.M).30 Barbirolli si fece poi apprezzare pochi mesi dopo, la sera del 10 maggio 1839, anche presso l’Accademia Filarmonica31 dove diresse una sinfonia da lui espressamente composta e un’aria

29 Il cesenate Nicola Petrini Zamboni (1785-1849) era apprezzato tanto

come violinista quanto come compositore. Avviato al violino dal padre, proseguì gli studi sotto la guida del maestro Ludovico Pizzi. Primo violino al Teatro della Pergola di Firenze dal 1817 al 1837, nel 1843 lavorò al Teatro Favart di Parigi come direttore d’orchestra. È autore soprattutto di musica strumentale (sinfonie, concerti per violino e orchestra) oltre che di un melodramma rimasto incompiuto (La Pia de’ Tolomei) e di musica vocale. Cfr. F. DELL’AMORE, Nicola Petrini Zamboni (1785-1849): memoria di un violinista cesenate, Cesena, Comune di Cesena, 1995.

30 Cfr. «Teatri, Arti e Letteratura», XVII/780, 7 febbraio 1839, pp. 184-185. 31 I primi documenti relativi all’Accademia Filarmonica risalgono al 1806,

quando il prefetto del Dipartimento del Basso Po scrisse al Podestà di Ferrara acconsentendo alla creazione di un corpo accademico di filarmonici (ASCFe, Carteggio amministrativo, XIX secolo, Istruzione Pubblica. Scuole musicali, b. 5). L’Accademia, fondata da Gioachino Rossini e dal prof. Gaetano Zocca allo scopo di promuovere e coltivare la bell’arte musicale col placet e la protezione del Cardinal legato Tommaso Arezzo, fu inaugurata solennemente il 17 maggio 1818 con un concerto diretto dallo stesso Rossini nel palazzo oggi sede del Rettorato dell’Università. Promotore ne era stato, tra gli altri, il conte Francesco Avventi. Primo direttore fu Gaetano Zocca, che da pochissimo tempo ricopriva anche la carica di primo violino direttore del Teatro Comunale. L’Accademia non ebbe però vita facile: più volte soppressa, risorse sempre fino alla definitiva fusione nel 1866 con l’Accademia Filodrammatica: la nuova Accademia Filarmonico-Drammatica si estinse poi nel 1882. Tra i vari obblighi, i soci dell’Accademia contri-buivano alla formazione di un’orchestra mista di dilettanti e professionisti, chiamata a svolgere trattenimenti annuali. Col concorso del Comune di Ferrara, l’Accademia Filarmonico-Drammatica promosse, nel 1870, l’aper-tura del Liceo musicale di Ferrara (il nucleo dell’odierno conservatorio cittadino).

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cantata da Raffaele Ferlotti (1819-1891).32 Fu ancora un successo così grande che, nella già citata lettera del 1839 al Gonfaloniere, gli orchestrali esprimevano «la viva brama» che il Barbirolli assumesse l’incarico di maestro concertatore (cfr. Appendice 2, n. 6),33 fermamente convinti della bravura del rodigino, la cui sinfonia composta per l’Accademia, fu poi inserita dal maestro Zamboni, primo violino nella rappresentazione dell’opera semiseria di Gaetano Donizetti Il furioso all’isola di San Domingo.34 Lo stesso Barbirolli ritenne opportuno allegare ai documenti presentati all’ammini-strazione comunale una lettera in cui riportava i lusinghieri plausi tributati alla sua sinfonia, come ulteriore titolo al conseguimento dell’incarico. Insomma la stima dei musicisti

32 La locandina di questa “Prima Accademia di Musica vocale ed

istrumentale”, con l’elenco dettagliato dei brani in essa eseguiti, si conserva nel Fondo Rolandi della Biblioteca della Fondazione “Giorgio Cini” di Venezia (cfr. Appendice 2, doc. 5). Il baritono bolognese Raffaele Ferlotti (1819-1891) era figlio del coreografo Nicola e della ballerina Paola Scutellari. Si esibì per la prima volta come solista di concerto a Ravenna nel 1835; nello stesso anno figura al Teatro Comunale di Faenza (Bartolomeo nel Furioso all’isola di San Domingo di Donizetti) e poi nel 1836 al Teatro Comunale di Bologna (Tartufo in Clotilde di Carlo Coccia). Nel 1838 debuttò nel Teatro Regio di Parma (Israele in Marino Faliero di Donizetti). Nel 1840 giunse alla Fenice di Venezia (Assur nella Semiramide di Rossini, Conte di Vergy in Gemma di Vergy e Giorgio Talbot in Maria Stuarda di Donizetti). Il 5 settembre 1840 debuttò alla Scala come Cavaliere di Belfiore nella première di Un giorno di regno di Verdi. Nel 1845 Ferlotti apparve in opere di Verdi e Donizetti al Teatro Real di Madrid. Nel 1855 interpretò Miller nella Luisa Miller di Verdi al Teatro Argentina di Roma. Nel 1858-1859 fu impegnato al Liceu di Barcellona. Si esibì all’Opéra di Parigi, alla Royal Opera House di Londra e alla Staatsoper di Vienna. Dopo il ritiro dalle scene nel 1860, insegnò canto a Bologna in una scuola fondata insieme alla sorella intorno al 1850. Cfr. R. GRISLEY, Ferlotti, Raffaele, in Dizionario Biografico degli Italiani, 46, 1996, pp. 323-326.

33 Cfr. nota 21. 34 ASCFe, Carteggio Amministrativo, XIX secolo, Istruzione pubblica.

Scuole musicali, b. 1.

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ferraresi nei confronti del collega rodigino fu, se non determinante per la sua nomina, un elemento di cui la commissione tenne conto. E così tra i cinque concorrenti in gara, Lorenzo riuscì vincitore (cfr. Fig. 9).35

Il contratto di assunzione, sottofirmato dal Gonfaloniere, il conte Cosimo Masi il 13 settembre del 1839, secondo quanto definito dal Capitolato per il maestro di musica, prevedeva l’utilizzo di Barbirolli in molte mansioni: maestro concertatore, maestro di canto e direttore del coro, ma a stipendio piuttosto modesto e che sarebbe poi rimasto invariato per tutto l’onorevole servizio prestato presso la Municipalità di Ferra-ra.36 Il compenso sarebbe stato di 120 scudi annuali, suddiviso in 10 scudi mensili, con la clausola piuttosto sorprendente dell’equiparazione del suo ruolo a quello di impiegato comunale. Tra gli altri, così recitavano alcuni dei dieci punti in cui si articolava il contratto:

Avrà ogni anno due mesi di vacanza da assegnarsi dalla magistratura e che potranno essere nei due mesi di settembre e ottobre. Ove però in detto tempo non sianvi opere e non siavi bisogno della presenza del Maestro per pubbliche funzioni nei quali casi saranno i due mesi cangiati in altri.

Il maestro è obbligato al servizio del Teatro pel quale sarà pagato secondo la pratica in corso, prestandosi a tutto ciò che si riferisca alle prove sia in camera sia in teatro e ad ogni scopo che occorra anche secondo la consuetudine della Direzione Teatrale per porre le opere in scena con ogni dovuta esattezza.

35 ASCFe, Carteggio amministrativo, XIX secolo, Istruzione pubblica. Scuo-

le musicali, b. 1, fasc. 6. 36 Per l’approvazione della nomina da parte del Legato Ugolini, cfr.

Appendice 2, doc. n. 7. In merito agli stipendi degli orchestrali del Teatro Comunale si rimanda a FABBRI - BERTIERI, I teatri di Ferrara. Il Comunale cit., I, pp. 83-97. A documentazione del malcontento per la retribuzione, è molto significativa una lettera di Barbirolli del 5 agosto 1855 inviata alla Direzione del Teatro Comunale di Ferrara (cfr. Appendice 2, doc. n. 19).

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È pure obbligato il maestro di fare nei spartiti le variazioni ed i trasporti indispensabili a comodo dei cantanti e delle parti d’orchestra, il tutto pel migliore effetto delle opere. Quando però si tratti di scrivere pezzi nuovi avrà diritto ad un equo compenso da chi gliene farà ordinazione.

Sarà pure obbligato di prestare la sua direzione ed istruzione in occasione che il Comune fosse per far eseguire delle cantate in Teatro, e nelle sale municipali, non più di due volte per anno; così è obbligato per due funzioni all’anno d’istruire cantanti e battere due messe tanto da vivo, che da morto o sue o di altri maestri e tutto ciò senza alcuna pretesa, eccettuate le spese di copia. In merito agli incarichi il contratto precisava inoltre che essendo poi principale oggetto della nomina del maestro di musica di allevare dei cantanti sia dell’uno che dell’altro sesso, così resta pure obbligato di istruire non meno di quattro giovani dell’età di circa 14 o 15 anni scelti nella classe bisognosa e approvati dal Gonfaloniere riguardo ancora agli altri indispensabili requisiti, insegnando loro privatamente nella abitazione a se stesso assegnata tre giorni per settimana e con lezioni durature non meno di due ore per ciascuna. Interessandosi bensì anche di allevare possibilmente numero di donne sufficiente per formare un coro, giacché la loro istruzione non richiede quella soverchia fatica, che occorre a formare delle primarie, così il maestro, sempre di concerto con l’autorità o sua commissione, dovrà istruire nelle loro rispettive case una volta soltanto per settimana.37 Dopo vari tentativi, quando finalmente nel 1846 venne approvato il progetto per l’istituzione di una scuola musicale da affidare a tre maestri (primo violino, capobanda e maestro di canto e pianoforte),38 Lorenzo Barbirolli fu chiamato come

37 ASCFe, Carteggio amministrativo, XIX secolo, Istruzione pubblica.

Scuole musicali, b. 1, fasc. 6. 38 ASCFe, Carteggio amministrativo, sec. XIX, Istruzione pubblica. Scuole

musicali, b. 4, fasc. 4-5. La scuola fu istituita con delibera comunale il 23 settembre 1846 (ASCFe, Delibere del Consiglio Comunale, 1846; cfr. Appendice 2, doc. n. 15).

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maestro di canto e pianoforte, con un contratto che prevedeva le seguenti clausole: Il maestro di musica avrà il solito assegno mensile di scudi 10, l’alloggio consueto gratis colle seguenti condizioni addizionali alla terminata scrittura.

1. Istruirà nel canto non più di sei individui parte maschi pel Teatro, pella Chiesa, parte femmine pel coro delle donne in Teatro.

2. Dovrà essere al possesso del piano forte coi metodi odierni, buon accompagnatore, e più poi abilissimo nel porre in iscena le opere in musica.

3. Tre volte per ogni settimana, in locale apposito istruirà separatamente i maschi dalle femmine ed in ore diverse.

4. Per le vacanze il mese di settembre.39

Una problematica sistemazione

Il nuovo maestro concertatore, senza lasciarsi intimorire dalla mole di lavoro che l’attendeva per contratto, si trasferì a Ferrara con la moglie Bianca Guseo e i due figli adolescenti Carolina e Pietro.40 Nel corso degli anni la composizione del nucleo famigliare variò fino a comprendere, nel 1865,41 addi-rittura otto nipoti, trovando alloggio in un appartamento, assegnatogli per contratto, di ragione comunale all’interno del

39 ASCFe, Carteggio amministrativo, sec. XIX, Istruzione pubblica. Scuole

musicali, b. 4, fasc. 5, Idea di un piano per li due maestri di violino e di musica e canto.

40 ASCFe, Anagrafe, Censimento del 1835, vol. 1, p. 182. 41 L’informazione si ricava dalla sua scheda personale in ASCFe,

Carteggio amministrativo, XIX secolo, Istruzione pubblica. Scuole musicali, b. 1, fasc. 6. In occasione del censimento del 1853, il nucleo famigliare abitante in Piazza della Pace, 1 (all’interno della fabbrica del Teatro Comunale) era composto dai coniugi Barbirolli, dal figlio Pietro con la moglie Rita Bottomedi e il figlio Arturo, e da Bottomedi Adelaide, sorella di Rita (ASCFe, Anagrafe, Censimento del 1853, vol. 2, p. 1).

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Teatro in Piazza della Pace, composto da sala d’ingresso, quattro camere e una per deposito legna.

Il problema della sistemazione fu alquanto complesso come si ricava dalla corrispondenza con l’amministrazione.42 In una lettera spedita da Rovigo il 20 luglio 1839 così scriveva Lorenzo al Gonfaloniere: Ho veduto nuovamente la casa a me destinata e sempre più mi confermo essere quella disadatta alla mia famiglia; laonde conoscendo a tutta prova la bontà di lei, mi fo ardito a supplicar laonde fosse compiacente di cercar miglior temperamento in proposito, cioè se fosse possibile che dessa venisse da me affittata onde procurarmene un’altra più opportuna ai miei bisogni.43 Ma l’Amministrazione fu irremovibile. Così, in un’altra lettera inviata al Gonfaloniere il 31 agosto 1839, il maestro lamentava le deplorevoli condizioni dell’appartamento collocato nella fabbrica del Teatro, certamente non idoneo all’abitabilità, dal momento che mancava di alcune lastre alle finestre e del camino ad uso di cucina oltre ad avere i pavimenti sconnessi.44 La casa venne riparata con una spesa di 16 scudi e 41 baiocchi, ma la querelle continuò. Il 24 aprile 1840 fu inviata al Gonfaloniere una lettera firmata dal conte Andrea Carlo di Bagno e dall’avvocato Dionisio Zannini, per conto della Società del Casino, per modificare ancora l’abitazione:

Manca la società del Casino di un locale che serva per magazzino. Aumentatisi a dismisura gli effetti inservienti alla Società stessa, vengono quà e là accatastati onde in qualche maniera riporli, lo che però importa

42 ASCFe, Carteggio amministrativo, XIX secolo, Istruzione pubblica.

Scuole musicali, b. 1, fasc. 6; Teatri e spettacoli, b. 43 (cfr. Appendice 2, docc. n. 8 e 9).

43 ASCFe, Carteggio amministrativo, XIX secolo, Istruzione pubblica. Scuole musicali, b. 1, fasc. 6.

44 ASCFe, Carteggio amministrativo, XIX secolo, Teatri e spettacoli, b. 43.

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continuo deperimento degli effetti stessi, e quindi danno non lieve alla Società.

Ad ovviare un così fatto inconveniente si fanno i sottoscritti presidenti a pregare V.S. Ill.ma ed Eccell.ma onde si compiaccia accordare l’uso della metà della sala superiore che mette all’appartamento del sig. Maestro Barbiroli, il quale si è già offerto pronto a cedere il detto locale nella lusinga di avere in sostituzione una delle stanze dapprima occupate dalla S.ra Bergonzoni, ovvero dalla S.ra Troni, siccome fu già alla S.V Ill.ma ed Ecc.ma dai sottoscritti in voce significato.45

Il maestro Barbirolli era un uomo paziente: sette anni dopo si trovò nella condizione di reiterare le sue lamentele al Gonfa-loniere con una rispettosissima lettera in cui, ricordando di aver provveduto a sue spese e fino a quel momento alla sistemazione della casa, denunciava un aggravamento delle condizioni dell’alloggio per la presenza di alcune infiltrazioni che avrebbero potuto creare seri problemi all’intero edificio teatrale. L’Amministrazione, allarmata per le conseguenze del danno, rispose prontamente e l’appartamento venne riparato con una spesa di 300 scudi.46 Barbirolli concertatore e il pubblico ferrarese

L’intensa attività professionale di Lorenzo Barbirolli come maestro concertatore si svolse in quel ventennio del Risorgimento (1840-1865) che Ferrara visse con eroica parte-cipazione cittadina fino alla proclamazione dell’Unità d’Italia. Il Teatro Comunale accompagnò quei rivoluzionari mutamenti politici con scelte operistiche nuove: la musica di Giuseppe

45 ASCFe, Carteggio amministrativo, XIX secolo, Teatri e spettacoli, b. 8,

fasc. 1840. 46 ASCFe, Carteggio amministrativo, XIX secolo, Teatri e spettacoli, b. 43.

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Verdi su libretto del ferrarese Temistocle Solera47 avevano prodotto opere di intenso e allusivo significato patriottico, che l’impresa del Teatro predilesse con allestimenti rimasti memorabili per accuratezza di rappresentazione.48 Barbirolli ebbe l’onere e l’onore di essere maestro concertatore per il Nabucco (cfr. Fig. 10), la prima opera verdiana rappresentata a Ferrara per la Fiera di maggio del 1844 (poi ripresentata nel corso della stessa manifestazione del 1847).49 A questa si aggiunsero nel 1845 I lombardi alla prima crociata (cfr. Fig. 11) e l’Ernani: in tutte queste occasioni cantarono i famosi coniugi Frezzolini Poggi. Ancora nella Fiera d’Assegna del 1846 Barbirolli diresse un Ernani con la Frezzolini Poggi e Carlo Guasco, e il 15 maggio 1848 l’Attila.50 Le quattro opere accompagnarono le aspirazioni al riscatto dal giogo straniero, assecondando le aspettative neoguelfe, a seguito dell’elezione del papa Pio IX, e i cambiamenti politici che portarono alla costituzione di un governo repubblicano in città. Il 21 aprile 1851, in occasione della riapertura del teatro magnificamente restaurato, Barbirolli diresse l’opera Luisa Miller.51 Di molte altre opere il Barbirolli fu maestro concertatore e con la sua abnegazione contribuì di nuovo alla rappresentazione dell’Er-nani nel 1860 in occasione dell’annessione durante la quale, da parte del pubblico, si inneggiò al re Vittorio Emanuele II e all’Unità d’Italia in un teatro illuminato a giorno e parato a

47 Sull’attività drammaturgica di Temistocle Solera (1815-1878) e sui suoi

rapporti con Giuseppe Verdi cfr. P. FAUSTINI, Vita e melodramma: Temistocle Solera (1815-1878), «Annali online Lettere», IV, 2009, pp. 141-169.

48 Per una esaustiva trattazione dell’argomento si rimanda alla pubblicazione Verdi e Ferrara nei documenti della biblioteca e dell’archivio, a cura di A. Farinelli Toselli, Ferrara, Comune, 2001.

49 FABBRI - BERTIERI, I teatri di Ferrara. Il Comunale cit., II, pp. 133-134 e 152-153.

50 Ibid., II, pp. 147-148 e 158-159. 51 Ibid., II, pp. 163-164.

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festa.52 Come si può notare, tutte le opere verdiane furono messe in scena a Ferrara non molto tempo dopo la loro prima rappresentazione.

Per ogni opera concertata il maestro Barbirolli inviava un resoconto alla Commissione del teatro in merito alla pre-parazione degli artisti. Si tratta di brevi note in cui, nella maggior parte dei casi, il giudizio del maestro è espresso con poche parole di positiva approvazione. Vale la pena però riportarne una in cui si accenna anche al clima che accom-pagnava la rappresentazione, dove le reazioni del pubblico erano difficilmente prevedibili. Il 12 maggio 1863 così infatti si esprimeva il Barbirolli: Attesta il sottoscritto che per tutto ciò che ha rapporto agli artisti e primari e secondari che agiscono nella nuova opera “Il ballo in maschera” del maestro Verdi, lo spettacolo può mettersi in iscena, potendo ripromettersi della buona sua esecuzione. Per quelle incidenze che non si possono ne prevenire e spesso non impedire riguardanti l’incertezza del pubblico giudizio od altro, intende lo scrivente d’esserne pienamente esonerato dalla ben che minima responsabilità.53 Ma non solo alla direzione del Teatro il maestro concertatore doveva dare conto del suo operato, bensì anche agli impresari

52 Con queste parole Aldo Gennari (che nel 1877 diventò direttore della

Biblioteca Ariostea) descrive la serata dell’Ernani al Teatro Comunale: «Appena incominciata l’opera ... incominciano ivi pure gli evviva, e lo sventolare delle bandiere nazionali, poi in seguito viene l’annodarsi per tutte le file dei palchi dei fazzoletti, e delle ciarpe, e nella platea l’intrecciarsi e il dilatarsi da tutti i lati di un cordone che dalla platea stessa arriva fino alle logge e per questi si distende, e quasi avvince e unisce tutti come in un solo. ... E nei vari atti dell’opera, la scena si presentò pure a foggia di una vera allegoria; perché anche ivi vedevi il ritratto del Re in alzato sopra a un tronco di colonna, e vi vedevi vessilli, e corone, e armi, e emblemi militari» («Gazzetta Ferrarese», 17 marzo 1860, n. 31, p. 128). Cfr. anche FABBRI - BERTIERI, I teatri di Ferrara. Il Comunale cit., II, pp. 204-205.

53 ASCFe, Commissione Pubblici spettacoli, b. 33.

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e appaltatori degli spettacoli (cfr. Appendice 2, docc. n. 21, 22 e 25). Ne è testimonianza una lettera inviata al centese Virgilio Govoni, con cui Barbirolli ebbe rapporti piuttosto difficili, datata 11 gennaio 1861, dove egli scrive di non garantire la necessaria preparazione di un cantante per esibirsi alla data impostagli dall’impresario: Avendo avuto avviso da voi sin dal giorno corrente di dar principio alle prove di cembalo dello spartito “L’Ebreo” ossia “Lida di Granata” con i rispettivi artisti che devono farne parte onde poterlo concertare per indi passare in orchestra alfine di andare in scena col giorno 24 gennaio come mi vorreste obbligare in unione alla compagnia; debbo però prevenirvi che il baritono sig. Sarnesi non è a portata per adesso certamente di cogli altri cantanti di potersi concertare quindi non potendo garantirvi mi ritengo sciolto da qualunque responsabilità su questo rapporto.54 L’ambiente musicale ferrarese

Le opere verdiane non erano le sole novità di quegli anni: la tradizione musicale ferrarese si perpetuava attraverso l’attività compositiva e librettistica di importanti esponenti della nobiltà e della borghesia, impegnati nell’amministrazione pubblica. In particolare si distinsero i conti Francesco Avventi (cfr. Fig. 12), Gherardo Prosperi e Camillo Boari che composero libretti d’opera, musicati da altrettanto talentuosi musicisti come Antonio Mazzolani e Timoteo Pasini.

Fra tutti merita particolare attenzione la figura del conte Francesco, proprietario terriero con grandi aperture verso la sperimentazione agraria meccanica (amico fedele di Luigi Francesco Botter), uomo politico e militare di carriera (colonnello della Guardia Civica, impegnato nella lotta contro il brigantaggio nella provincia ferrarese), autore di numerose

54 ASCFe, Carteggio amministrativo, XIX secolo, Teatri e spettacoli, b. 43.

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pubblicazioni in dialetto e di opere buffe e serie. Avventi scrisse il libretto del Ciro in Babilonia musicato da Gioachino Rossini, la cui prima rappresentazione ebbe luogo il 14 marzo 1812 nel Teatro Comunale di Ferrara. Nel 1845, presso il tipografo ferrarese Negri alla Pace, il nobiluomo pubblicò il Mentore teatrale: repertorio di leggi, massime, norme e discipline per gli artisti melo-drammatici e per chiunque abbia ingerenza o interesse in affari teatrali (cfr. Fig. 13), col quale cercò di colmare un vuoto legislativo in materia, rifacendosi al Regolamento sui teatri di Francia del 1815.55 Consapevole dell’importanza del teatro nell’educazione del pubblico, oltre alla necessità di regolare i rapporti amministrativi ed economici tra il personale di spettacolo, egli affermava che una cosa era «un lettore che scorre un libro nel silenzio del proprio studio» mentre affatto diversa era «una massa numerosa di spettatori disposta a cedere ad una comunicazione elettrica e pronta ad infiammarsi al tocco della più minuta scintilla».56 Il testo evidenziava il problema della gestione del teatro civico in un’epoca in cui lo spazio dello stesso era adiacente ai locali della Società del Casino,57 futuro Circolo Unione, che qui organizzava ogni sera attività di gioco e, con frequenza, balli e serate di gala. A loro

55 F. AVVENTI, Mentore teatrale: repertorio di leggi, massime, norme e discipline

per gli artisti melo-drammatici e per chiunque abbia ingerenza o interesse in affari teatrali, Ferrara, Tipi Negri alla Pace, 1845 (un esemplare è custodito nella Biblioteca Comunale Ariostea di Ferrara). Su questo trattato si vedano i seguenti studi: B.M. ANTOLINI, Il “Mentore teatrale” di Francesco Avventi e l’organizzazione teatrale in Italia nel primo Ottocento, in Gioachino Rossini , 1792-1992. Il testo e la scena, a cura di P. Fabbri, Pesaro, Fondazione Rossini, 1994, pp. 385-402; P. FABBRI, Il Conte Aventi, Rossini e Ferrara, «Bollettino del Centro Rossiniano di Studi», XXXIV, 1994, pp. 91-157. Nei primi anni dell’Ottocento Avventi fu presidente della Società del Casino, con sede all’interno del Teatro Comunale. Si adoperò per abbellimenti dei locali riservati alla Società, di cui è testimonianza il bozzetto qui riprodotto a Fig. 24.

56 AVVENTI, Mentore teatrale cit., p. 14. 57 Cfr. nota 15.

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volta i soci del Casino, attenti spettatori (e anche attivisti) delle vicende risorgimentali, avevano un accesso diretto e privato agli spazi teatrali e il suono di un campanello annunciava loro l’inizio degli spettacoli. Questa situazione può spiegare i con-trasti di competenza e la necessità, quindi, di fornire regole per una gestione più autonoma dell’attività teatrale.

Anche il conte Gherardo Prosperi, uomo politico e letterato, uno dei deputati della Repubblica Romana del 1849 e, con Francesco Avventi, membro della Giunta Provvisoria che resse la città dal 22 giugno al 23 luglio 1859, presidente della Società di Belle Arti “Benvenuto Tisi da Garofalo” ebbe l’hobby della poesia. Nei momenti liberi dai gravosi impegni politici si dedicò alla stesura di libretti d’opera, come Nicolò de’ Lapi (Lucca 1852, poi riproposto nel 1853 a Ferrara col titolo Il tradimento) e l’Enrico di Charlis,58 musicati dal maestro Antonio Mazzolani (Ruina di Ro, 1819 – Ferrara, 1900). In quegli anni si segnalava per la sua precocità di musicista anche Timoteo Pasini (Ferrara, 1829 - Buenos Aires, 1888), che appena ven-tenne compose le musiche per l’opera Imelda de’ Lambertazzi, su libretto del conte Camillo Boari.59 L’intensa attività del

58 Questo dramma fu dedicato dallo stesso compositore «Alla celebre

Artista di Canto Marie Waldmann» divenuta cittadina ferrarese nel settem-bre 1876 in seguito al matrimonio con Galeazzo Massari Zavaglia. Una copia del libretto, rilegata in pelle, con dedica in copertina «A Marie Waldmann» si conserva nel Fondo Massari dell’Archivio di Stato di Ferrara (b. VII, n. 1456). Ragguagli in Carteggio Verdi-Waldmann (1873-1900), a cura di M. Beghelli e N. Badolato, Parma, Istituto nazionale di studi verdiani, 2014, p. 32.

59 Nel Fondo Timoteo Pasini dell’Archivio Storico Comunale di Ferrara si conserva copia manoscritta della partitura; il libretto a stampa è invece conservato nella Biblioteca Ariostea di Ferrara: Imelda de Lambertazzi, tragedia lirica in due atti da rappresentarsi nel nob. teatro Bonacossi di Ferrara la primavera del 1850, musica del maestro Timoteo Pasini, poesia di C.B. Ferraresi, [Ferrara], Tip. della Pace, [1850]. Si veda inoltre A. GENNARI,

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maestro concertatore Barbirolli fu rivolta all’allestimento anche di queste nuove opere: nella primavera del 1850 nel nobile teatro Bonaccossi fu maestro al cembalo nell’Imelda de’ Lambertazzi e il 22 gennaio 1853 al Teatro Comunale nel Tradimento,60 opere che però, a differenza di quelle verdiane, ottennero scarso successo e furono presto dimenticate.61 I rapporti con gli orchestrali: socio aggregato dell’Accademia di Santa Cecilia di Roma

La stima dei musicisti ferraresi nei confronti di Lorenzo fu tanto grande che il maestro cesenate Nicola Petrini Zamboni, primo violino al Teatro Comunale dal 1837 al 1848, ne caldeggiò la nomina di socio alla prestigiosa Accademia di Santa Cecilia di Roma.62 In una lettera datata 27 aprile 1842 inviata al segretario dell’Accademia, il professor Luigi Rossi63 così scriveva:

Lettera diretta al signor Timoteo Pasini quando inaugurava sulle scene ferraresi la sua prima opera in musica “Imelda de’ Lambertazzi”, Ferrara, Bresciani, 1850.

60 Il tradimento, dramma lirico di Gherardo Prosperi posto in musica dal maestro Antonio Mazzolani, Lucca, pei figli di Giacomo Rocchi, [185?] (copia del libretto nella Biblioteca Comunale Ariostea).

61 Nel 1850 il Teatro Comunale fu chiuso per restauri, affidati al pittore Francesco Migliari (cfr. Fig. 24, 25).

62 Archivio storico dell’Accademia di Santa Cecilia, Archivio preunitario, Carteggio, b. 79 (consultabile nel sito web istituzionale all’indirizzo <http://bibliomediateca.santacecilia.it/bibliomediateca/cms.view?munu_str=0_1_0_2&numDoc=51&physDoc=57316&pflag=personalizationFindStorico>, consultato nel marzo 2012).

63 Quando nel 1830 il teorico e compositore Luigi Rossi (1805-1863) assunse la carica di segretario della Congregazione di Santa Cecilia, iniziò per l’istituzione musicale un periodo di profonda trasformazione che la portò a diventare una vera e propria Accademia di respiro internazionale. Il nuovo segretario permise l’accesso a poeti, danzatori, musicologi, costruttori di strumenti musicali, editori e perfino regnanti, come ad esempio la regina

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Riterrei per cosa veramente grata se mediante il di Lei valevole impegno, e quello del Sig. Cav. Matteucci (che prego ossequiare per me) potessi far avere a questo bravissimo nostro Sig. Maestro di musica Lorenzo Barbiroli il diploma di cotesta illustre Accademia. Egli ne sarebbe degnissimo per ogni rapporto, e potrebbe contare cotesto catalogo già celebre un artista distinto di più. 64

Il Barbirolli inviò all’Accademia un Kyrie a tre voci e piena orchestra e una Fantasia a grande orchestra (cfr. qui alle pp. 53 e 57). Il 17 maggio 1847 gli venne inviato il diploma di aggregato come maestro compositore onorario e pochi mesi dopo, per riconoscenza, inviò all’Accademia un sonetto da lui musicato per soprano e orchestra con accompagnamento di pianoforte, su versi del ferrarese Luigi Caroli, nel primo anniversario dell’incoronazione di Pio IX, accompagnando l’invio con questa lettera: la lettura di un sonetto per Pio Nono mi mosse il desiderio di mettervi sotto alcune note con accompagnamento di piano forte. Questo qualunque lavoro

Vittoria e il marito Alberto. Furono iscritti in quel periodo tutti i maggiori esponenti del mondo musicale europeo, in qualità di soci onorari: Cherubini, Morlacchi, Mercadante, Donizetti, Mayr, Rossini, Pacini, Paer, Paganini, Spohr, Auber, Adam, Baillot, Liszt, Cramer, Thalberg, Czerny, Moscheles, Mendelssohn, Berlioz, Thomas, Halévy, Gounod, Meyerbeer, le danzatrici Maria Taglioni, Fanny Cerrito, l’attrice Adelaide Ristori, i librettisti Jacopo Ferretti e Carlo Pepoli. Fra i regnanti, oltre la Regina Vittoria d’Inghilterra, Gugliemo IV di Prussia e la moglie, Elisabetta Luigia, i sovrani di Napoli, Ferdinando II e la moglie, Maria Teresa Isabella d’Austria. Cfr. P. ALFIERI, Brevi notizie storiche sulla Congregazione ed Accademia de’ maestri e professori di musica di Roma sotto l’invocazione di santa Cecilia, Roma, Perego-Salvioni, 1845; R. GIAZOTTO, Quattro secoli di storia dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia, Roma, Accademia nazionale di Santa Cecilia, 1970; ID., Da Congregazione ad Accademia: momenti, aspetti, progetti e personaggi, «Studi musicali», XIV, 1985, pp. 5-23.

64 Archivio storico dell’Accademia di Santa Cecilia, Archivio preunitario, Carteggio, b. 79 (cfr. nota 58 per la consultazione online).

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alla bontà dei soci benemeriti dell’Insigne Accademia di Santa Cecilia io l’offro, non per ammirarne il merito perché affatto spoglio ma per riguardarlo soltanto come un attestato di vera stima e considerazione.65 Il povero Lorenzo non ebbe subito risposta perché, a causa di un disguido postale, la lettera contenente lo spartito fu letta soltanto l’anno successivo, con grande imbarazzo e rammarico del segretario dell’Accademia.66

Quando si presentarono problemi con l’amministrazione riguardanti il mantenimento dell’incarico di maestro concer-tatore, probabilmente, per invidie e rivalità, gli artisti dell’or-chestra comunale di Ferrara scrissero al Gonfaloniere il 20 novembre 1848 che, con sorpresa, avevano saputo di un possibile trasferimento di Lorenzo a Roma:

Se di sorpresa fu ai sottoscritti tale novella, molto più sensibile ed affliggente si rese all’animo del Barbirolli giacchè dichiarò che nemmeno un’idea ebbe a formare in proposito, che troppo ingrato si riterebbe e presso codesta illustrissima Magistratura e presso Ferrara tutta, qualora a tale passo giungesse e si inurbanamente.

Conoscendo per propria scienza i sottoscritti l’idoneità positiva del Maestro Barbirolli per sostenere onorevolmente la sua qualifica, il niun pensiero ch’egli possa avere per licenziarsi da Ferrara, e l’esattezza con cui adempie a suoi doveri sotto ogni rapporto; sono altrettanti motivi che incoraggiano i sottoscritti per pregare cotest’Illustrissima magistratura a dar bando a qualunque inchiesta che potess’esserle presentata in argomento onde sostituire altro soggetto, che dicesse essere il signor M. Timoteo Pasini,

65 Ibid. 66 Oltre al maestro di violino Nicola Petrini Zamboni e al Barbirolli, erano

soci dell’Accademia anche il marchese Celio Calcagnini, Presidente dell’Accademia Filarmonica di Ferrara (1841) su proposta di Petrini Zamboni. Nel 1843 Timoteo Pasini divenne aggregato come professore di piano forte in seconda classe e nel 1849 anche il maestro Antonio Mazzolani si diplomò maestro di cappella a seguito dell’invio di un gran coro a tre sole voci, scritto appositamente da Mariano Rovere e dedicato all’amico Gherardo Prosperi autore del libretto Il Tradimento.

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al disimpegno delle attribuzioni del Maestro Barbirolli, giusta le ragioni sovraesposte.67

La lettera riportata non stupisce perché è verosimile che gli estimatori del giovane Pasini, nato a Ferrara il 7 agosto del 1828, precoce talento di musicista e di compositore, avessero tramato per il suo subentro come maestro concertatore. Purtroppo il nostro Lorenzo dovette anche in seguito sostenere il confronto con il giovane ferrarese, ma con grande signorilità ne riconobbe il talento e la bravura, come si vedrà in seguito.

Un maestro di canto esigente e severo: il caso “Macbeth”

Tra gli incarichi di Barbirolli, come s’è visto, vi era anche quello di insegnante di canto e di istruttore di coro. Tale mansione fu rivolta sia a giovani intenzionati a intraprendere la carriera professionale, sia a giovani rampolli della nobiltà ferrarese che studiavano il canto per completare la loro formazione culturale.

Alcune lettere attestano la severità del Barbirolli come maestro di canto, in modo particolare nei riguardi di un certo Tamarozzi. In una lettera del 14 luglio 1855 inviata dal Barbirolli alla Municipalità a seguito dell’istanza dell’allievo di frequentare ancora la scuola di canto, egli si oppose ferma-mente dicendo che nello scorso carnevale nell’opera il Macbet in una seconda parte di poche parole che per forza egli volle fare, si dovette levarlo dalla scena onde evitare uno scandalo ... Il Tamarozzi possiede soltanto discreto volume di voce cattiva, atta soltanto per cantare in mezzo al coro dei bassi per esser

67 ASCFe, Carteggio amministrativo, XIX secolo, Teatri e spettacoli, b. 43

(cfr. Appendice 2, doc. n. 17).

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condotto da essi, non avendo memoria di ricordare alcun motivo e ciò per sincera relazione del mio allievo sig. Tagliati ora distinto maestro dei cori.68 La perseveranza di Tamarozzi fu in parte premiata, dal momento che egli fu incluso tra i coristi, non già tra le voci soliste, nell’esecuzione della Cantata lirica del 1858 (cfr. Fig. 14).69

In un’altra il maestro denuncia alla Municipalità il comportamento scorretto dell’allievo Giorgio Barbieri,70 reo di prendere lezioni private da altro istruttore; e in un’altra ancora rifiuta l’incarico di preparare i coristi per la loro abituale indisciplina. Ma alcuni studenti gli diedero anche grandi soddisfazioni. Sul giornale «Teatri, Arti e Letteratura» del 1° marzo 1847, a proposito di un concerto della Società Filarmonica di Ferrara tenuto in data 28 febbraio, il critico così lodava il giovane basso baritono Cesare Morelli,71 il quale «mostrò che nell’intrapresa carriera ha fatto i più rapidi

68 ASCFe, Carteggio amministrativo, XIX secolo, Istruzione pubblica.

Scuole musicali, b. 1, fasc. 6 (cfr. Appendice 2 doc. n. 18). 69 Cfr. L. BARBIROLLI, Cantata lirica, Ferrara, Tipografia Arcivescovile

Bresciani, 1858 (un esemplare nella Biblioteca Ariostea di Ferrara; cfr. anche ASCFe, Carteggio amministrativo, XIX secolo, Istruzione pubblica. Scuole musicali, b. 5).

70 Ibid. (cfr. Appendice 2, doc. n. 12). Malgrado tutto, il Barbieri dovette comunque possedere buone doti canore, almeno a giudicare da una recensione a due concerti vocali e strumentali tenuti al Teatro Comunale di Ferrara nei giorni 28 e 29 marzo apparsa il 10 aprile 1845 su «Teatri, Arti e Letteratura» (XXIII/43, pp. 52-53): «Il signor Giorgio Barbieri nostro concittadino nella cavatina dell’Otello appagò ogni più esigente desiderio. E come altrimenti, s’ei possiede una voce veramente mirabile e condotta con tanta maestria? - Si volle pertanto la replica, che vieppiù trasportò gli ascoltanti, i quali seppero tributargli entusiastiche lodi».

71 Cesare Morelli cantò poi nella Fiorina o la Fanciulla di Glaris di Carlo Pedrotti su libretto di Luigi Serenelli Honorati al Teatro Comunale di Bologna il 29 gennaio 1852 e fu in seguito scritturato nel 1854 dall’appaltatore Ronzani per diversi teatri e diverse stagioni.

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progressi, e farà sempre più onore al suo Maestro Signor Lorenzo Barbirolli, nonché all’Italia e alla sua stessa natale terra». Già dal 1842 i critici avevano lodato le doti canore del Morelli, unitamente ai valenti insegnamenti dell’esperto maestro Barbirolli.

Un curioso particolare si può aggiungere al ruolo di maestro di Barbirolli: egli usava per l’insegnamento il proprio pianoforte, «in buonissimo stato di Vienna con coperta di pelle».72 Nel 1845 la Direzione dei teatri e pubblici spettacoli propose alla Municipalità di acquistarlo per 74 scudi.

Altri incarichi: direttore della Cappella del Duomo

Alla morte di Antonio Lodi nel 1843,73 Barbirolli fu nominato maestro della Cappella del Duomo di Ferrara, per cui svolse un’intensa attività compositiva (cfr. Fig. 15 e 16). Il legame tra istituzioni filarmoniche e musica sacra era radicato anche a Ferrara, dove alcuni dei musicisti impegnati nell’orchestra dell’Accademia e della Società Filarmonica servivano la cappella del Duomo, il teatro e le società private (cfr. qui a p. 40). Ciò conferma quanto stava avvenendo, su scala più ampia, su tutto il territorio italiano nella prima metà dell’Ottocento, laddove la musica sacra, e quella liturgica in particolare, andava perdendo la sua secolare identità sotto l’influsso del genere teatrale e di quello sinfonico. In tale pro-

72 ASCFe, Carteggio amministrativo, XIX sec., Teatri e spettacoli, b. 43, fasc.

1845-1846. Cfr. Appendice 2, doc. n. 13. 73 ASCFe, Anagrafe, Censimento del 1835, vol. 3, p. 445. Cfr. FABBRI -

BERTIERI, Il salterio e la cetra cit., p. 64. Dopo la morte di Brizio Petrucci furono maestri di cappella Domenico Bovi (morto il 22 marzo 1830), Antonio Lodi con Pietro Nagliati all’organo e Lorenzo Barbirolli. Oltre a composizioni realizzate da questi ultimi, nell’Archivio Diocesano sono conservate anche musiche del rodigino Domenico Tosarini.

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cesso di progressiva trasformazione, le società filarmoniche rimasero generalmente ancorate al gusto corrente, non di rado manifestando l’intenzione di fornire collaborazione nel ridare dignità al canto sacro, sia pure con risultati alterni e contraddittori.74 L’organico della cappella era costituito da maestro e organista, 8 cantori per 4 voci (canto, alto, tenore, basso, delle quali una di concerto e una di ripieno), 3 violini primi e altrettanti secondi, 3 bassi di cui un violoncello, un paio di viole; in particolari circostanze si aggiungevano coppie di clarinetti, oboi e corni).75

Nel Fondo musicale dell’Archivio del Capitolo della Catte-drale sono conservate varie partiture di Lorenzo Barbirolli (per un regesto completo si rimanda alle pp. 51-62 di questo volume), quasi tutte complete delle singole parti vocali e strumentali. Tra queste, spiccano un Credo dedicato a Giovanni Ignazio Cadolini, vescovo di Ferrara dal 30 gennaio 1843 all’11 aprile 1850 (cfr. Fig. 17),76 e una raccolta di Litanie per la Beata

74 Il dibattito sullo stato della musica sacra in Italia fu aperto dal Rapporto

intorno la riforma della musica di chiesa inviato da Gaspare Spontini all’Accademia di Santa Cecilia in Roma (ms. 730 presso la Biblioteca dell’Accademia) che creò tra i musicisti due fronti che contrapponevano da un lato gli esponenti degli ambienti accademici (Baini, Alfieri, Boucheron, Cattaneo, Candotti) che propugnavano il ritorno all’antico, e dall’altro i sostenitori della corrente romantica (Buzzolla, Polledro, Mayr, Morlacchi, Mercadante e lo stesso Spontini), più inclini a trapiantare in Italia linguaggi propri di altri contesti culturali, segnatamente transalpini. L’esigenza di attualizzare il passato fu il presupposto sul quale si sviluppò il movimento di riforma della musica sacra nell’ultimo scorcio dell’Ottocento. Cfr. A. LOVATO, I filarmonici e la musica sacra, in Accademie e Società filarmoniche. Organizzazione, cultura e attività dei filarmonici nell’Italia dell’800, a cura di A. Carlini, «Quaderni dell’Archivio delle Società Filarmoniche italiane», 1, 1998, pp. 97-106.

75 Cfr. FABBRI - BERTIERI, Il salterio e la cetra cit., p. 64. 76 Il frontespizio dell’opera, finemente decorato con inchiostro a colori

reca la seguente dedica: A Sua Eminenza R.ma | Il Signor Cardinale | Gio:

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Vergine risalenti al 1849, anno in cui Maria Santissima delle Grazie, la cui immagine era già stata traslata dall’atrio all’interno del Duomo, fu proclamata, proprio per volontà dell’arcivescovo Cadolini, «Patrona principalissima» di Ferra-ra con apposita festività, la cui celebrazione è «stabilmente fissata la seconda Domenica di luglio».77

In occasione della visita di Pio IX a Ferrara, la mattina del 12 luglio 1857, Barbirolli diresse in Cattedrale un coro di cinquantadue voci, accompagnate dall’organo e da un’orche-stra d’archi, durante la messa solenne. Il papa, in falda, piviale e mitria, assistette alla funzione celebrata dal vescovo di Rieti alla presenza di tre eminentissimi cardinali, dal Metropolitano di Ravenna Falconieri, dall’Arcivescovo di Ferrara e dal vescovo di Imola Baluffi. Al rito solenne, oltre agli alti prelati, assistettero le autorità civili e i più importanti personaggi cittadini.78 Barbirolli compositore

Nonostante i numerosi e onerosi incarichi, Barbirolli non rinunciò a comporre musica, dimostrando interessi che spa-ziavano dalla musica operistica a quella sinfonica e a quella sacra. Già si è detto del successo ottenuto con l’opera I Troiani in Laurento e delle prime composizioni realizzate a Ferrara nel 1839. Si tratta di composizioni scritte con l’intento di esprimere

Ign. Cadolini | Arcivescovo di Ferrara | Lorenzo Barbirolli | in argomento di stima e profonda veneraz.ne | D. O. D.

77 Cfr. P. MERIGHI, Cenni storici intorno l’antica immagine di Maria SS.ma delle Grazie, Ferrara, Tip. Patronato di G. Barbieri 1898, p. 34.

78 Si veda il volume di G. CIRELLI LEVIZZANI, Le feste di Ferrara a Sua Santità Pio Nono. MDCCCLVII, Ferrara, Tip. Bresciani 1857, p. 31. L’evento ebbe vasta eco sulla stampa locale, con un’edizione straordinaria della «Gazzetta Ferrarese» in data 10 luglio 1857 (cfr. Fig. 18).

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la riconoscenza per le autorità che lo proteggevano, per accat-tivarsi il favore del pubblico e forse anche per ottenere qualche arrotondamento del modesto stipendio.

Erano trascorsi pochi mesi dal suo arrivo in terra estense, quando scrisse una lettera al Gonfaloniere per comunicargli che durante la rappresentazione dell’opera in cartellone (forse l’Otello di G. Rossini) avrebbe fatto eseguire tra i due atti un Capriccio di musica concertato con la Banda Militare Austriaca, affermando con grande modestia: È una povera mia composizione nella quale ho impiegato i momenti avuti liberi dagli obblighi assunti con questa città. E come mi è grato il soggiorno in essa, dove mi accompagna il compatimento delle Autorità e dei Cittadini, posso dire che il capriccio suddetto mi è stato dettato dal sentimento che provo di vera riconoscenza in riguardo dei miei protettori.79 In una lettera del 26 settembre 1839 indirizzata da Barbirolli al conte Masi, e quindi dopo pochissimi giorni dalla firma del contratto, il compositore scriveva: Allorché l’umile sottoscritto assunse l’incarico di maestro di musica della Comune, onorato della nomina, gli fu ingiunto oltre ad altri obblighi quello di prodursi in due anniversari con due musiche ecclesiastiche. Egli ha impronta una Messa che servir deve per la Commemorazione dei morti con piena orchestra e buon numero di cantanti, ed avutone discorso col l’anziano signor conte Saracco prima della commissione del Comunale Cimitero, questo signore gli fece conoscere esser meschino l’assegno per la musica e qui trattasi di molte persone. Siccome poi fra gli artisti e dilettanti di questa città non vi ha un tenore che sia adattato per eseguire la parte interpretante, il sottoscritto diresse alla Magistratura Comunale per farne la domanda acciò lo abilitasse a trovare un soggetto capace ed ottenere nel tempo stesso un aumento alla somma assegnata. Egli ne avanza rispettosa istanza a V. Eccellenza per quelle provvidenze che si crederanno necessarie ad accordare al petente la grazia che domanda, trattandosi che essendo questa la prima produzione che dà al Pubblico da questa dipender può il suo onore che

79 ASCFe, Carteggio amministrativo, XIX secolo, Teatri e spettacoli, b. 43,

lettera del 6 febbraio 1840. Cfr. Appendice 2, doc. n. 11.

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molto le sta a cuore, massime quando è unito alla protezione di V. Eccellenza e con profonda stima, si sottoscrive.80

Ancora, nel programma di un Gran Concerto organizzato nella sera del 12 febbraio 1847 a favore degli alluvionati di Roma, a seguito dello straripamento del Tevere del 10 dicembre 1846, fu inserito in cartellone un nuovo pezzo «istrumentale del sig. maestro Lorenzo Barbirolli».81

Sempre nel 1847, come già anticipato, nel primo anni-versario dell’incoronazione di Sua Santità Pio IX, Barbirolli mise in musica il sonetto di Luigi Caroli82 «Su la sedia di Piero» per soprano e tenore, con accompagnamento al piano-forte, dedicato «agli esimi dilettanti signori Annetta Scutellari e conte Ruggero Mazza».83 Trascriviamo di seguito il testo del sonetto:

Su la sedia di Piero or volse un anno un angelo s’assise e Dio vel pose; ei sorrise ai figli suoi, ei fine impose in un dì col perdono a lungo affanno.

Ei leggi innova, egli dall’alto scanno osserva indagator le arcane cose, ei ne sparge il cammin di palme e rose e del popolo suo ristora il danno.

Quand’egli a benedirne alzò la mano

80 ASCFe, Carteggio amministrativo, XIX secolo, Istruzione pubblica.

Scuole musicali, b. 1, fasc. 6. Cfr. Appendice 2, doc. n. 10. 81 Cfr. Il Teatro Comunale di Ferrara. Cento anni di storia [1798-1898].

Memorie raccolte da Giovanni Pasetti, Tullio Finotti, Luigi Villani, BCAFe, vol. 2 (1831-1852), n. 254.

82 Luigi Caroli (1808-1851) avvocato, patriota e abile verseggiatore. In occasione dell’elezione di papa Pio IX gli dedicò l’inno «All’angolo di Pace, a Pio magnanimo perché nell’oblio e nel perdono a tutti i suoi figli apriva le braccia benefico», a seguito dell’amnistia concessa ai prigionieri politici.

83 Il manoscritto di questa composizione si trova nella Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia (cfr. qui a p. 54).

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speranza e pace s’avviar sorelle dalle rive del Tebro all’Eridano.

Con mille canti a quelle sante ancelle plaudirono le genti, e il monte e il piano di nuova luce ravvivar le stelle.

Così nel 1858, alla riapertura dell’Accademia Filarmonica, di cui era membro, Lorenzo compose le musiche di una Cantata lirica su parole del dott. Giuseppe Betti,84 dedicata all’Arcivescovo Luigi Vannicelli Casoni (Amelia, 16 aprile 1801 - Roma, 21 aprile 1877) e al Cardinal Legato, che fu eseguita nella Sala comunale in Santa Margherita (cfr. Fig. 19). La cantata, articolata in due parti, era ambientata «dapprima in un luogo della più vicina ed amena delle nostre sponde del Po, a notte fonda, dove uomini si avanzano lentamente portando con loro strumenti musicali» indi «all’interno di una sala di un palazzo di città dove molti suonatori e cantanti filarmonici attendono la notizia del successo delle loro suppliche fatte per la ripristinazione dell’Accademia». Due trasferte trionfali: all’Accademia dei Concordi di Rovigo e alla Basilica del Santo di Padova

La stima dei rodigini per Lorenzo non si era affievolita col trascorrere del tempo e neppure dopo il suo trasferimento a Ferrara. Quando il 25-26 settembre 1842, per festeggiare l’ingresso nella Diocesi di Rovigo di monsignor Bernardo Antonio Squarcina, l’Accademia dei Concordi propose l’ese-cuzione dello Stabat Mater di Rossini,85 proprio Lorenzo Barbirolli fu invitato a curarne la direzione musicale.

84 Cfr. nota 61. 85 Lo Stabat Mater di Rossini, dal 1842 era divenuto una delle partiture di

musica sacra più richiesta nei teatri italiani ed europei. La prima esecuzione

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La splendida esecuzione curata da Barbirolli riscosse plausi diffusi sulla stampa periodica musicale. Si prenda ad esempio la recensione apparsa martedì 4 ottobre 1842 su «Il Pirata»: E perché sarà un diritto esclusivo delle grandi città la esecuzione dello Stabat Mater del celebre Pesarese? È poi egli vero che con tenui mezzi produr non si possa un magico effetto? Che un adunanza non possa restar inebbriata e commossa dalle celesti note? Noi invitiamo gli animi a lasciar siffatto pregiudizio e possiamo alzare francamente la nostra voce per lo esperimento fattosi in questa sala dei Concordi nelle sere 25 e 26 settembre. Dopo ciascun pezzo scoppiarono vivissimi applausi e di alcuni si volle la replica. Ma l’entusiasmo crebbe soprammodo quando la gentile signora Luisa Kiriaki Minelli86 inaspettatamente nella sera del 26 quasi al fine del trattenimento fece apparire nella sala la seguente epigrafi:

Per l’esecuzione dello Stabat Mater

nella Sala Accademia dei Concordi dedicato a monsignor illustrissimo e reverendissimo

Bernardo Antonio Squarcina

italiana avvenne il 4 marzo 1842 nella Chiesa di Sant’Antonio a Milano, seguita dall’esecuzione in forma privata a Firenze, il 14 marzo, in casa MacDonald. A Bologna, nella grande sala dell’Archiginnasio, l’opera venne eseguita in forma pubblica tra il 18 e il 20 marzo 1842. Già nel 1843, a un anno dalla première dell’opera (Parigi, Théâtre de la comédie italienne, Salle Ventadour) fu pubblicata un’ampia rassegna stampa celebrativa: Lo Stabat Mater di Rossini giudicato dalla stampa periodica francese ed italiana, ossia Raccolta dei migliori articoli artistici pubblicati dal giornalismo delle due nazioni sovra tale argomento, Milano, Giovanni Ricordi, 1843. Un ampio resoconto sulla composizione dello Stabat Mater e sulle sue prime rappresentazioni si legge in M. SPADA, Francesco Rangone e la “Narrazione” sullo “Stabat Mater” a Bologna con altri documenti, «Bollettino del Centro Rossiniano di Studi», XIX, 1989, pp. 5-46.

86 Luisa Kyriaky Minelli (1807-1867), poetessa veneziana originaria di Corfù, dal 1826 era moglie di Antonio Minelli, il noto editore rodigino. Presso lo stabilimento tipografico del marito nel 1845 pubblicò Ricordi alla donna intitolati ad Elisa Damin il giorno delle sue nozze con Francesco Malipiero offerta di un parente dello sposo e la raccolta Nozze Tullio dott. Minelli Luisa Serravallo (1881).

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Vescovo di Adria siano rese grazia

all’inclito Municipio di questa Regia città ed ai signori Accademici Concordi

e sia lode all’esimio Maestro nostro concittadino

Lorenzo Barbirolli alla esordiente sua giovinetta figlia Carolina

squisita di voce di sentire di grazia alla nob. Marchesa Corelli espertissima

a tutti gli altri Ferraresi allievi di Lui e fra essi distinti il tenore Lombardi

Cesare Morelli basso a tutta la schiera di si egregi dilettanti

di Ferrara e Rovigo che la classica musica Rossiniana

facevano ammirata nelle due sere XXV-XXVI settembre

MDCCCXLII

Nel 1855, come si ricava da una lettera dell’8 novembre, Barbirolli chiese l’autorizzazione a recarsi alla Società di Santa Cecilia di Padova (cfr. Fig. 20): Onorato del distinto incarico dall’Illustre Istituto Filarmonico di S. Cecilia in Padova87 di eseguire nella chiesa del Santo una mia musica nel giorno 22 del

87 L’Istituto Filarmonico Drammatico di Padova nacque dalla fusione

della Società filodrammatica padovana, sorta a inizio Ottocento e la Società di Santa Cecilia, fondata nel 1845 con lo scopo di sostenere i giovani musicisti meno abbienti (cfr. lo Statuto della società filarmonica di Santa Cecilia in Padova, Padova, Tipografia Bianchi, 1853). La storia della Società Filodrammatica si perde tra chiusure e riaperture fino al 1855 quando venne fusa con la scuola di musica e finanziata da cittadini benestanti. I 500 soci iscritti provvedevano alle paghe modeste degli otto professori che impartivano lezioni nelle due diverse materie, e sovvenzionavano la banda cittadina composta da 45 alunni dell’Istituto. Nella stagione di carnevale gli allievi si esibivano nelle sale della scuola e nel vicino Teatro di Santa Lucia. Dal 1856 l’Istituto ospitò spesso le riunioni, i balli e i concerti organizzati dalla Società del Casino Pedrocchi.

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corrente mese, per solennizzare (sic) la festa della Santa Martire, per scelta fatta sulla mia insufficienza, mi permetterei pregare la bontà delle SS. LL. Ill.me onde ottenere il permesso di assentarmi per alcuni giorni da Ferrara al riferito oggetto; cogliendo in tal occasione l’opportunità di portare meco colà due ferraresi, uno dei quali mio allievo cioè il sig. Pietro Bignardi, sperando sarà per corrispondere alla aspettativa che io ho di lui, essendo l’altro il bravo professor Cagnoni che attualmente trovarsi al teatro di Treviso, il quale a mia richiesta graziosamente mi favorisce.88

Il permesso gli fu evidentemente accordato, giacché il 22 no-vembre successivo una sua Messa fu eseguita presso la Basilica del Santo di Padova. Di questa partitura sopravvive almeno il Kyrie (cfr. qui le pp. 55 per ulteriori dettagli). Un impresario implacabile, la malattia e la morte

Nonostante gli evidenti meriti e l’assoluta abnegazione, Barbirolli terminò tristemente la sua carriera a seguito delle aspre critiche ricevute dall’impresario Virgilio Govoni nella preparazione dell’opera Lorenzino de’ Medici di Giovanni Pacini su libretto di Francesco M. Piave. L’impresario, in una lettera del febbraio 1863, sollecitava la direzione teatrale a prendere atto dell’inadeguadezza del Barbirolli «il quale non so se per età, o per malattia deve oggi riconoscersi asso-lutamente meritevole di riposo» e ancora nel 1865 chiedeva l’assunzione di un maestro concertatore a proprie spese.89 Barbirolli si difese con tutte le sue forze (cfr. Fig. 21), vantando tra l’altro di aver messo in scena i due più grandiosi e difficili lavori verdiani I vespri siciliani e Un ballo in maschera, e, dopo l’invio di una lettera di vibrante discolpa accompagnata da

88 ASCFe, Carteggio amministrativo, XIX secolo, Istruzione pubblica.

Scuole musicali, b. 1, fasc. 6. Cfr. Appendice 2, doc. n. 20. 89 ASCFe, Carteggio amministrativo, XIX secolo, Teatri e spettacoli, b. 35,

fasc. 1963. Cfr. FABBRI - BERTIERI, I teatri di Ferrara: il Comunale cit., I, p. 93.

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certificato medico e da una dichiarazione dei maestri di musica Raffaele Sarti (primo violino e direttore) e Carlo Mornasi (primo flauto), con molta umiltà propose di farsi da parte,90 pretendendo però la piena pensione e il godimento della casa e il privilegio di indicare come suo successore Timoteo Pasini, col quale già aveva felicemente condiviso la concertazione delle opere rappresentate nella stagione di Carnevale del 1858.91

Nonostante questa disputa, Barbirolli continuò la sua attività fino alla stagione di Carnevale del 1867. Morì il 19 novembre di quello stesso anno, mentre era ancora in servizio, come attesta una lettera inviata dal sindaco Anton Francesco Trotti alla Direzione Teatrale.92 La stampa locale ne diede un laconico annuncio (cfr. Fig. 22), mentre gli affezionati amici orchestrali scrissero quel meritato e commosso elogio funebre qui riprodotto a Fig. 23.

ALLA MEMORIA DI

LORENZO BARBIROLLI RODIGINO

SOCIO DELLE RINOMATE ACCADEMIE MUSICALI PADOVANA VERONESE ROMANA

MAESTRO E PROFESSORE DEL FERRARESE MUNICIPIO SOAVE TOCCATORE DI ORGANO E DI PIANOFORTE

ESIMIO CONTRAPPUNTISTA CHE SEPPE

ALL’ANTICA SEVERITÀ E DIGNITÀ DELLE NOTE UNIRE LO SLANCIO DEL PROGRESSO

LA CHIAREZZA E LA MAESTÀ DEL TEMPIO DI CUI

90 Ibid. Cfr. Appendice 2, docc. n. 23, 24 e 27. 91 FABBRI - BERTIERI, I teatri di Ferrara: il Comunale cit., I, pp. 93-94. 92 ASCFe, Commisione Pubblici spettacoli, b. 75. Cfr. Appendice 2, doc. n. 28.

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LA MESSA POSTA IN MUSICA ED ESEGUITA IN PADOVA NELLA BASILICA DEL SANTO

FU GIUDICATA PER UNIVERSALE CONSENSO LAVORO EGREGIO

IN QUESTO DÌ 1 LUGLIO MDCCCLXVIII IN CUI PRECI FUNEREE

GLI VENGONO RECITATE FRA I CONCENTI PREGANDOGLI PACE IN DIO

I COLTIVATORI DELL’ARTE MUSICALE PERENNE TESTIMONIO DI AFFETTO

CONSACRANO

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NICOLA BADOLATO Musiche di Barbirolli

nell’Archivio del Capitolo di Ferrara

La musica sacra a Ferrara nell’Ottocento

L’attività compositiva di Lorenzo Barbirolli per la Cappella del Duomo di Ferrara s’innnesta in un panorama che sin dal principio dell’800 appare assai denso di iniziative musicali in àmbito sacro e liturgico. Le annotazioni che si leggono in un diario giornaliero relativo agli anni 1817-1835, conservato nella Biblioteca Comunale Ariostea di Ferrara, offrono a tal pro-posito un quadro assai eloquente sulla produzione e fruizione del repertorio sacro:1 gli appuntamenti annuali fissi registrati dall’anonimo cronista superano mediamente la trentina, con punte più basse negli anni 1817 e 1822 e picchi che vanno oltre la cinquantina nel periodo 1829-1831; senza contare che non rientrano nel novero degli avvenimenti citati le non poche occasioni di carattere straordinario, in particolare i festeg-giamenti che comportavano cerimonie in chiesa, e neppure le festività ordinarie e generali dell’anno liturgico, né tantomeno l’abituale servizio della cappella del Duomo.

Oltre alla Cattedrale, che rappresentava ovviamente il luo-go di maggiore produzione e fruizione musicale,2 anche le

1 Il manoscritto (Cl I, n. 682) è suddiviso in tre volumi, ciascuno

corrispondente a un arco cronologico ben definito: vol. I (1817-1822), vol. II (1823-1827), vol. III (1828-1830), vol. IV (1831-1835).

2 È interessante ricordare, a testimonianza di un’attività persino frenetica, un documento databile attorno alla seconda metà dell’Ottocento, custodito nell’Archivio del Capitolo di Ferrara (cfr. FABBRI – BERTIERI, Il salterio e la cetra cit., p. 61), che attesta le rimostranze dell’organista della Cattedrale per gli oltre seicento servizi annuali per i quali era richiesto alla tastiera; un impegno quasi giornaliero (non si dimentichi che l’uso comportava l’accom-

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principali chiese cittadine non erano certo da meno, e a queste si debbono aggiungere le numerose congregazioni, confra-ternite e unioni artigianali o commerciali che sovvenzionavano l’intervento di cantori o bandisti per le occasioni particolari, segnatamente nelle messe di suffragio.3 Alle principali festi-vità ufficiali del calendario liturgico si associavano dunque le celebrazioni occasionali (funerali, ringraziamenti, visite pastorali, ecc.) e locali (la festa del santo patrono), ciascuna con un diverso grado di solennità. Il repertorio che veniva proposto era di solito costituito da brani di musicisti di fama che venivano alternati a compositori noti perlopiù a livello locale.4

Per tutte le manifestazioni musicali previste in àmbito cerimoniale, oltre al personale in forza stabile (la cappella del Duomo, la famiglia ecclesiastica, eventuali scuole interne) ci si poteva avvalere di esecutori appositamente ingaggiati: quasi sempre musicisti locali, in qualche caso professionisti forestieri di passaggio in città per altri impegni professionali. L’ese-cuzione di musiche di compositori noti e affermati costituiva ovviamente un titolo d’onore per i promotori, e non mancano testimonianze di competizioni implicite tra le varie chiese cittadine, in occasione di festività concomitanti.

pagnamento dell’organo anche per il canto gregoriano), sovente replicato anche per due volte al giorno.

3 Cfr. A. BARUFFALDI, La Chiesa di Ferrara nell’età del Liberalismo e del Totalitarismo, in La Chiesa di Ferrara nella storia della città e del suo territorio, vol. II, a cura di L. Chiappini, W. Angelini e A. Baruffaldi, Ferrara, Corbo, 1997, pp. 268-443; A. SAMARITANI, Profilo di storia della spiritualità, pietà e devozione nella chiesa di Ferrara-Comacchio, Reggio Emilia, Diabasis, 2004.

4 Tra questi ultimi spicca la figura di Brizio Petrucci, prolifico autore di musica sacra. La gran parte delle sue composizioni sono conservate nell’Archivio Capitolare del Duomo di Ferrara, di cui egli fu maestro di cappella dal 1784 al 1828. Petrucci godette di una stima tale in città da meritare di comparire tra i ferraresi illustri nei ritratti marmorei del palazzo di San Crispino.

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Un’idea precisa sullo stato della cappella del Duomo nella prima metà del secolo si ricava dalle relazioni conservate nell’Archivio del Capitolo ferrarese (risalenti almeno agli anni 1823, 1846, 1853). L’organico previsto in pianta stabile pre-vedeva maestro e organista, 8 cantori suddivisi per 4 voci (canto, alto, tenore e basso; delle quali una di concerto e una di ripieno), 3 violini primi e altrettanti secondi, 3 bassi (di cui un violoncello), un paio di viole; in particolari circostanze veni-vano aggiunte coppie di clarinetti, di oboi, di corni. Il reper-torio d’uso è testimoniato da quanto sopravvive nel medesimo archivio: oltre ai brani dei maestri di cappella transitati per il Duomo, vi compaiono anche musiche di Alessio Prati, Valerio Tesei, Gioachino Rossini,5 Francesco Basili, Saverio Merca-dante, Pietro Pavona, Nicola Petrini Zamboni, Domenico Tosarini, Ruggero De Stefani. Sono infine documentati, tra le carte superstiti, frequenti recuperi (in forma di copia) del repertorio precedente, che interessarono soprattutto le musiche di Niccolò Jommelli e Giovanni Battista Pergolesi.

Gli anni immediatamente successivi al rovesciamento del governo pontificio furono segnati da ripercussioni inizial-mente negative su molte cerimonie liturgiche che fino ad allora avevano ricoperto un manifesto interesse cittadino e civile.6 Il progressivo ritorno alle consuetudini precedenti pro-dusse in seguito anche episodi rilevanti: si ricordi almeno la realizzazione di una Messa del compositore bolognese Fran-

5 Si tratta di una copia d’una porzione della giovanile Messa di Ravenna,

verosimilmente giunta a Ferrara per il tramite del canonico comacchiese Cesare Patrignani, già possessore dell’esemplare completo poi acquistato dal Capitolo di Ravenna prima del 1859.

6 Tra il 1859 e il 1862, ad esempio, le autorità municipali disertarono la tradizionale processione per la festa del Corpus Domini e negarono i consueti addobbi e la partecipazione della banda dei pompieri. Cfr. A. SAUTTO, Il Duomo di Ferrara dal 1135 al 1935, Ferrara, SA Industrie Grafiche, 1934, p. 227.

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cesco Maria Albini per la festa di San Giorgio del 1871,7 o l’esecuzione di una Messa di Wolfgang Amadé Mozart per la Pasqua del 1872. Il 30 aprile 1879 si ebbe in Duomo l’inau-gurazione della cappella di Maria SS.ma delle Grazie con l’esecuzione delle litanie lauretane, e il 2 e 3 giugno solenni pontificali con musiche apposite di Antonio Finotti e del co-macchiese Giambattista Bergamini, oltre alla partecipazione dei virtuosi del Duomo di Loreto.8

Negli anni ‘70 dell’Ottocento la vita della cappella del Duo-mo fu infine angustiata da crescenti difficoltà finanziarie, che portarono a un netto ridimensionamento nel 1872. Frattanto il diffondersi e l’affermarsi degli ideali ceciliani imponeva nuove sonorità sia organistiche sia vocali. A Ferrara questi orien-tamenti si legarono inizialmente alla figura e all’operato di don Ettore Ravegnani:9 in linea con gli intenti riformatori più aggiornati, nelle chiese tornarono a riecheggiare le melodie gregoriane più tradizionali e le costruzioni polifoniche di stampo cinquecentesco, segnatamente palestrinane, accanto alle Messe di nuova composizione (tra le più diffuse, quelle di Lorenzo Perosi). Lo stesso Ravegnani, che fu maestro di cappella in Duomo e direttore della “Schola cantorum” del seminario ferrarese, fu attento promotore di eventi musicali, spesso impegnato anche sul fronte pedagogico.

7 Ibid., p. 228. 8 Ibid., pp. 230-231. 9 Cfr. P. CAVALLARI, Ettore Ravegnani (1870-1959), pioniere del canto

gregoriano in Italia, in “In labore virtus”. Studi offerti a mons. dott. Dante Balboni nel 50° di sacerdozio 1941-1991, a cura di M. Cecchelli, G.L. Masetti Zannini, Roma, Accademia Nazionale dell’Ussero, 1993, pp. 337-350.

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Le composizioni di Lorenzo Barbirolli

Il fondo musicale dell’Archivio del Capitolo di Ferrara conserva una cospicua mole di musiche manoscritte autografe di Lorenzo Barbirolli.10 Si tratta di brani destinati tanto alla liturgia ordinaria quanto a particolari celebrazioni della Chiesa locale. Tra questi ultimi, si segnala la presenza di un Introito, graduale, offertorio e postcommunio per la festa dell’Immacolata concezione in Fa maggiore per due tenori, basso e organo (cfr. qui a p. 61); un inno composto per l’occasione della festa di San Pietro (Tu es Petrus a tre voci e piccola orchestra in Re maggiore; il brano è qui trascritto alle pp. 147-174); una raccolta di Litanie della Beata Vergine delle Grazie in Sol maggiore per tre voci e orchestra composte per «la seconda domenica di luglio ... 1867» (cfr. qui a p. 60); un Inno all’Arcangelo San Raffaello in Fa maggiore per tre voci e orchestra (cfr. qui a p. 61). Tra i brani pensati invece per destinazioni d’uso evidentemente più generiche e ordinarie ritroviamo un Chyrie (sic) e Gloria in Re maggiore (cfr. p. 61), un Kyrie, Gloria e Credo in Re maggiore per tre voci e orchestra

10 Oltre allo studio fondamentale, qui più volte ricordato, di Paolo Fabbri

e Maria Chiara Bertieri (Il salterio e la cetra cit.), manca a tutt’oggi un catalogo ragionato delle composizioni sacre custodite nell’Archivio del Capitolo di Ferrara, che coprono un arco cronologico di cinque secoli, dal Quattro all’Ottocento. Questa circostanza ha comportato alcune difficoltà nella consultazione delle carte. Siamo grati a don Enrico Peverada, responsabile dell’Archivio Diocesano, per aver agevolato le ricerche in loco e per aver consentito la riproduzione fotografica dei materiali barbirolliani. Restano sinora inediti alcuni tentativi di riordino dell’ampio corpus di partiture superstiti dovuti alle ricerche condotte alla fine degli anni ’90 del secolo scorso dalla studiosa locale Rita Grasso, e in seguito dal chitarrista e compositore Paolo Rosini con la collaborazione di Michele Borsatti, già docente di materie letterarie negli istituti superiori di Ferrara. Sono grato a Rosini per avermi permesso di consultare i suoi appunti, ricchi di notizie analitiche sulla gran parte delle composizioni da lui visionate.

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(cfr. p. 61), un Dixit a tre voci con piena orchestra in Do maggiore (cfr. p. 61), un Magnificat a quattro voci in Sol maggiore (cfr. p. 58), e due composizioni strumentali inti-tolate Andante pastorale con piena orchestra (in Sol maggiore e in Si minore; cfr. p. 61), con tutta probabilità legate alle liturgie del tempo di Natale. Segnaliamo infine che nella parte del-l’organo del Dixit a tre voci in Do maggiore (cfr. p. 61) ritroviamo un’indicazione a matita che rimanda all’impiego di questa composizione «tanto per Natale come S. Giorgio e B.V. Maria».

Le composizioni impiegano tutte grosso modo lo stesso organico. Nella maggioranza dei casi l’autore scrive a “piena orchestra” (archi, flauti, oboi, clarinetti, fagotti, corni, trombe, tromboni, bombardoni, timpani), in molti casi sostenuta dall’organo, che generalmente ne riassume la tessitura com-plessiva;11 l’organico vocale è sempre calibrato su tre voci maschili (due tenori e un basso), in ossequio alla tradizione liturgica; in un solo caso è previsto l’impiego della voce di soprano, nel Tui sunt coeli in Re maggiore (cfr. qui a p. 62). Di quasi tutti i brani si conservano sia le partiture sia le singole parti strumentali e vocali; queste ultime sono sovente vergate, con tutta evidenza, da mani diverse rispetto a quella

11 Lo strumento per il quale Barbirolli pensa le proprie composizioni è

quello tutt’ora visibile nel coro e nelle due cantorie ai lati dell’altare maggiore della Cattedrale, risultato del lavoro degli organari Domenico Fedeli nel Sette e Antonio Callido nell’Ottocento, restaurato dai Fratelli Ruffatti di Padova nel 1967 e poi nel 1989 dalla locale ditta Ferraresi. Sulla cantoria a destra dell’altare della Madonna delle Grazie, nella prima cappella della navata destra della cattedrale, è collocato un altro organo d’incerta attribuzione, di fattura ottocentesca. Cfr. C. FERRARESI – G. PASSILONGO, Organo della Cattedrale di Ferrara, in Organi storici a Ferrara. Musiche scritte da musici di Ferrara e/o passati di qui, Ferrara, Comune di Ferrara, 1997 (libretto di accompagnamento a CD); G. PASSILONGO, Breve storia degli organi della Cattedrale, «Bollettino della “Ferrariae Decus”», 13, 31 maggio 1998, p. 41.

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dell’autore. Tutte le carte recano chiare tracce di una loro effettiva esecuzione, con numerose indicazioni di tagli e annotazioni pratiche aggiunte in lapis a margine della partitura: si vedano su tutte le le Brevi litanie a grande orchestra in Re maggiore (cfr. qui a p. 61) o il Tota pulchra in Mi bemolle maggiore (cfr. qui a p. 62). Un caso differente sembrerebbe invece il Credo per il cardinale Cadolini Arcivescovo di Ferrara (cfr. pp. 29 e 60), la cui partitura, rilegata in un elegante quaderno arricchito da una dedica policroma nel frontespizio (cfr. Fig. 17), ha piuttosto l’aspetto di una copia calligrafica, quasi fosse stata pensata come un vero e proprio omaggio da offrire materialmente al destinatario. È comunque ragionevole, proprio in ragione della sua destinazione, ritenere che anche di questo lavoro sia stata realizzata un’effettiva esecuzione.

Sono assai rari i casi in cui è possibile stabilire con certezza la data di composizione di queste partiture barbirolliane; si segnalano in tal senso i casi del Credo in Re minore, che reca l’indicazione autografa «Rovigo 1845», e delle Litanie della Bea-ta Vergine delle Grazie già citate poco sopra, associate al 1867, ultimo anno di vita del compositore. Di certo l’esecuzione delle partiture di Barbirolli, evidentemente entrate nel reper-torio della cappella del Duomo, dovette essere riproposta an-che ben oltre la morte del musicista: sulle parti di alcuni brani sono riportati a matita i nomi dei cantanti incaricati, la mag-gior parte dei quali risulta attiva negli allestimenti operistici del Teatro Comunale di Ferrara fino ai primi anni del Nove-cento: ricorrono i nomi dei bassi Michele Geremé (solista e corista attivo a Ferrara dal 1859 al 1897), Temistocle Licini (cantante, suggeritore, maestro del coro e maestro rammen-tatore dal 1872 al 1912), Alfonso Vancini (corista dal 1886 al 1898) e Ugo Fabbri (corista dal 1892 al 1898), e dei tenori Agostino Dondi (corista dal 1869 al 1904), Pietro Vitali (corista e voce solista dal 1865 al 1892), Cesare Baldazzi (corista dal

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1885 al 1891) e Francesco Bertucci (corista dal 1861 al 1897).12 Annotazioni anche più puntuali appaiono, ancora, tra i righi musicali del Magnificat in Sol maggiore (cfr. p. 58): la prima pagina della parte del secondo violino riporta i nomi di Odoardo Cristofori (con l’indicazione delle annate 1867 e 1896-1902) e di Vittorio Termanini (per il 1902); un’altra parte, vocale, ci fornisce il nome del tenore Giovanni Bida accanto alla data «30 marzo 1902», in cui cadde la domenica di Pasqua; la stessa data è riportata ancora nelle pagine preparate per il leggio del violista Luigi Pavanati,13 con una curiosa annota-zione supplementare sulla preparazione del brano («ricordo il maestro Barbirolli che prova questo Magnificat in casa di Buci»).14

12 Sull’attività ferrarese di tutti questi cantanti cfr. FABBRI – BERTIERI, I

Teatri di Ferrara. Il Comunale cit., ad indicem. 13 Come già verificato per i cantanti, anche gli orchestrali risultano attivi

nel Teatro Comunale di Ferrara durante la seconda metà dell’Ottocento. Cfr. ancora FABBRI – BERTIERI, I Teatri di Ferrara. Il Comunale cit., ad indicem.

14 La lettura di questo cognome è tuttavia incerta, e potrebbe interpretarsi anche come «Birci»: Casa Buci o Bucci si trovava a poca distanza dal Teatro Comunale di Ferrara, all’inizio della Via degli Angeli, poi Corso Vittorio Emanuele 4, ora Corso Ercole I d’Este, proprio di fronte all’ingresso nord del Castello Estense. Sappiamo che la famiglia Bucci, originaria di Cologna, era particolarmente devota: nel 1706 aveva fatto affrescare sul muro della propria casa, di fronte al Castello, residenza del Cardinal Legato, una Crocifissione del pittore Francesco Ferrari (cfr. G. A. SCALABRINI, Memorie istoriche delle chiese di Ferrara e de’ suoi borghi, Ferrara, Carlo Coatti, 1773, p. 47). Inoltre dall’inventario dei beni di famiglia, redatto alla morte di Gaetano Bucci nel 1718 (ASFe, Archivio notarile antico, Borsetti Ignazio seniore, matr. 1300, pacco 4), tra i mobili è elencato anche un clavicembalo, circostanza che potrebbe testimoniare gli interessi musicali della famiglia. Al tempo di Barbirolli la casa era abitata da un altro Gaetano Bucci, che aveva frequentato il Seminario di Ferrara e che si dilettava di studi storici e di poesia (BCAFe, Fondo Agnelli, b. 775).

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Gli studi musicologici hanno sovente sottolineato come la produzione di musica sacra e liturgica nell’Italia ottocentesca fosse direttamente connessa alla scrittura bandistica e a quella operistica,15 le cui influenze si fecero sentire con maggiore evidenza per esempio nelle opere di Francesco Morlacchi16 indi in quelle di Basilio Basili,17 in primis nel trattamento omofonico delle parti corali e nella conduzione di quelle solistiche.18 Ne sembra risentire soprattutto la scrittura orga-

15 Sulla questione dei rapporti tra musica sacra e opera cfr. G.A. BIAGGI,

Della musica religiosa e delle questioni inerenti, Milano, Lucca, 1852. Fabrizio Della Seta (Italia e Francia nell’Ottocento, Torino, EDT, 1993, pp. 22-23) evidenzia come l’influenza dell’opera non vada letta soltanto quale sintomo di “decadenza” della musica sacra, ma anche come un modo per tentare di salvaguardarne la funzione utilizzando un linguaggio nello stesso tempo artisticamente dignitoso e attuale.

16 Sulla produzione sacra di Francesco Morlacchi (1784-1841) cfr. la voce che gli dedica Biancamaria Brumana nel New Grove Dictionary of Music and Musicians e la miscellanea Francesco Morlacchi e la musica del suo tempo (1784-1841) a cura di B. Brumana e G. Ciliberti, Firenze, Olschki, 1986.

17 Per un quadro sulla produzione di Basilio Basili (1804-1895) si veda la voce di Roland J. Vázquez nel New Grove Dictionary of Music and Musicians.

18 È interessante a tal proposito ricordare la testimonianza diretta del celebre compositore francese Hector Berlioz (1803-1869), nel suo soggiorno romano del 1830 «Assistevo, il giorno della festa del Re, a una messa solenne per grande coro e grande orchestra, per la quale il nostro ambasciatore, de Saint-Aulaire, aveva richiesto i migliori artisti di Roma. Un assai vasto anfiteatro, innalzato davanti l’organo, era occupato da una sessantina d’artisti. Cominciarono ad accordare con un gran rumore, come se fossero stati nel ridotto d’un teatro; il diapason dell’organo, di gran lunga troppo basso, rendeva impossibile la sua fusione con l’orchestra, a causa degli strumenti a fiato. Restava un solo partito da prendere, fare a meno dell’organo. L’organista non l’intendeva in questo stesso modo; voleva eseguire la sua parte, dovessero pure le orecchie degli ascoltatori essere torturate fino a sanguinare; voleva guadagnare i suoi soldi, il brav’uomo, e ben se li guadagnò, lo giuro, perché in vita mia non ho mai riso così di buon cuore» (cit. in F. RAINOLDI, Sentieri della musica sacra. Dall’Ottocento al Concilio Vaticano II, Roma, Edizioni CLV, 1996, p. 452.) Si vedano infine le parole di Felix Mendelssohn (1809-1847): «Nelle altre chiese sono assolutamente pazzi,

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nistica, affiancata da una ricca fioritura dei registri particolari che via via erano aggiunti alla classica piramide del ripieno italiano (principale, ottava, XV, XIX, XVI ecc.): gli organari sembrano far gara nel creare sempre nuovi effetti, quali cornetti, corni dolci, claroni, trombe, violoncelli fino a campanelli e campane, per non dimenticare timballi, banda e piatti e così via.19

In questo quadro, il linguaggio musicale delle composizioni di Barbirolli non sembra discostarsi di molto dalla koinè stilistica dell’epoca sua. E tuttavia l’operato del maestro del Duomo ferrarese assume i tratti di un alto artigianato compositivo, nutrito di un sapiente trattamento tanto del contrappunto vocale quanto della scrittura orchestrale. La semplicità melodica e formale di molti dei lavori sacri barbirolliani custoditi nel Capitolo di Ferrara (un esempio nell’inno Tu es Petrus qui trascritto alle pp. 147-174, d’impian-to formale sostanzialmente tripartito ABA con coda finale) sembra volersi almeno in parte distaccare dagli smaccati calchi teatrali di tante altre composizioni coeve, quasi a voler piuttosto riacquistare al canto ecclesiastico maggiore decoro e contegno.

Il tentativo di bilanciare la riproposizione di moduli antichi (per esempio attraverso ricorso allo stile osservato e alla fuga) con la diffusa tendenza ad adottare modelli espressivi mutuati dallo stile teatrale e bandistico sembra essere comunque la

e veramente io stesso ho sentito durante l’elevazione l’ouverture del Barbiere di Siviglia e un’altra volta un’aria della Cenerentola suonata sull’organo, per non parlare poi delle arie d’opera che eseguono le suore, il nonsenso è eccessivo, perché musica del genere non riesce neanche ad essere divertente» (Ibid., p. 454).

19 Il fenomeno interessò da vicino anche il patrimonio ferrarese, giacché nell’organo del Duomo di Ferrara venne dotato, nel corso dell’Ottocento, dei registri di cornetta, bombardone, cariglione (cfr. M.C. BERTIERI, Per una ricognizione del patrimonio storico-organario nella Diocesi di Ferrara-Comacchio, in FABBRI - BERTIERI, Il salterio e la cetra cit., pp. 373-418: 376-377).

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cifra stilistica di Barbirolli, che pure non esita ad aggiornare l’organico della sua orchestra con strumenti vicini alle più recenti mode italiane: si noti su tutti l’impiego del bombar-done, strumento a fiato di origine tedesca in uso in Italia dal 1836,20 tanto all’opera quanto nelle composizioni bandistiche,21 ad esempio nel Credo in Re minore (cfr. p. 60, n. 47), nelle Litanie della Beata Vergine (cfr. p. 60, n. 48), nei due Magnificat in Re maggiore (p. 60, n. 36) e in Sol maggiore (p. 62, n. 57).22 All’organo è sempre affidata, oltre al sostegno armonico, l’esecuzione della parte melodica; ma l’accompagnamento strumentale è equilibrato, lo stile rigoroso e consono alla liturgia.

Al di là delle peculiarità compositive riscontrabili nei lavori

di Lorenzo Barbirolli, è importante sottolineare come questo

20 Si consideri a tal proposito il noto manuale di orchestrazione di G. PILOTTI, Breve insegnamento teorico sulla natura, estensione, proporzione armonica e modo di scrivere per tutti gli strumenti d’orchestra, Bologna, Cipriani, [1836]; oltre alla rarissima Scala cromatica del bombardone, Milano, Ricordi, 1836 (copie di questo testo sono conservate nella Biblioteca del Conservatorio di Milano e in I-Vnm). Per un quadro approfondito sulle innovazioni nell’impiego di strumenti a fiato nella scrittura orchestrale ottocentesca cfr. in R. MEUCCI, Il cimbasso e gli strumenti affini nell’Ottocento italiano, «Studi verdiani», 5, 1988-1989, pp. 109-162.

21 Cfr. A. CARLINI, Le bande musicali nell’Italia dell’Ottocento: il modello militare, i rapporti con il teatro e la cultura dell’orchestra negli organici strumentali, «Rivista Italiana di Musicologia», XXX, 1995, pp. 85-133.

22 Non mancarono, tra i contemporanei, recensori avversi all’impiego di simili strumenti nella musica sacra: si veda su tutti il giudizio apparso sul «Giornale milanese» del 15 aprile 1876, a proposito della cospicua presenza degli ottoni (bombardone compreso) e dei timpani nel Credo della Messa I di Saverio Mercadante: «È uno di quei pezzi, che per rispetto dell’autore, dovrebbe lasciarsi in un completo obblio o per lo meno concederlo unicamente alle cantorie di campagna per le quali il Mercadante scriveva quelle sue Messe affrettate senza stile, senza insieme religioso» (cit. in M. LEVRI, La cappella musicale di Rovereto, Trento, Biblioteca Frati Francescani, 1972, p. 263).

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corpus ferrarese fornisca una vigorosa testimonianza di un’attività liturgico-musicale estremamente vivace e diffusa in un territorio e in un’epoca specifici in cui la pratica religiosa è certamente parte importante della vita collettiva. L’indagine qui abbozzata, lungi dall’avanzare pretese di completezza o esaustività, vuole perlomeno creare le premesse per un più ampio recupero di un patrimonio musicale sin qui trascurato e in attesa di essere opportunamente indagato e valorizzato.

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NICOLA BADOLATO Barbirolli compositore: appunti per un catalogo

La ricostruzione di un catalogo che racchiuda esaurien-

temente tutte le composizioni realizzate da Lorenzo Barbirolli nel corso della sua articolata carriera appare assai proble-matica: il nome del nostro compositore non figura infatti nei repertori musicologici più aggiornati,1 né risulta nei principali dizionari e strumenti di consultazione diffusi tra Otto e Novecento.2 Per rendere almeno un’idea complessiva della produzione del nostro autore, si è comunque ritenuto oppor-tuno fornire qui un elenco delle partiture, siano esse autografe o copie,3 di cui si possa riscontrare notizia attraverso la

1 Effettuando una ricerca per cognome, il RISM – Répertoire International

des Sources Musicales dà notizia di due stampe attribuite a un altro membro della famiglia Barbirolli, il violinista, pianista e compositore Alfredo (morto nel 1931) conservate nella Koninklijke Muziekmaatschappij Casino di Tongeren (Belgio). Una cinquantina di altre sue composizioni sono reperibili nelle biblioteche italiane. Secondo Jacques Biagini (Jean Cocteau, de Ville-franche sur Mer: anthologie de textes, lettres, témoignages, Nice, Serre, 2007, p. 77), che lo cita per la composizione di un poema su Il ne quitte jamais son appareil à vitres di Jean Cocteau, Alfredo Barbirolli sarebbe stato zio del più noto direttore sir John Barbirolli.

2 Il nome di Lorenzo Barbirolli è citato, senza ulteriori specificazioni, nello studio di Giovanni Tebaldini (L’archivio musicale della Cappella Antoniana in Padova, Padova, Tipografia e Libreria antoniana, 1895, p. 145) tra i compositori di cui la Biblioteca della Cappella Antoniana possiede «musica da camera».

3 Le composizioni custodite in I-Pca sono classificate, nei cataloghi OPAC, con la dicitura “copia”. Non è stato possibile verificare di persona la grafia dei manoscritti (la biblioteca è infatti inaccessibile da alcuni anni, per lavori di restauro). I manoscritti custoditi in I-Rsc sono copie di composizioni realizzate sicuramente negli anni ferraresi. Le composizioni conservate in I-Vnm sono di incerta autografia, eccezion fatta per i nn. 22 e 27 del presente catalogo. Le partiture custodite in I-Fed sono autografe; sono invece frutto di copia le parti staccate che le accompagnano.

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consultazione delle risorse catalografiche attualmente dispo-nibili, senza escludere dal novero i lavori drammatici di cui abbiamo testimonianze attraverso le stampe dei libretti (cfr. qui i nn. 1 e 12).

Le composizioni sono state suddivise per genere; laddove possibile, vengono fornite indicazioni sull’organico vocale e strumentale impiegato; per ogni composizione viene inoltre indicata l’attuale collocazione bibliografica (cfr. le sigle qui a p. 175).

Per ragioni legate alla sostanziale unitarietà del corpus da esse rappresentato, le musiche sacre prodotte da Barbirolli per la cappella musicale del Duomo di Ferrara sono disposte in una sezione separata, che segue la ben più ampia lista delle composizioni sacre e liturgiche.

Nell’impossibilità di fornire un ordine cronologico preciso per le 61 composizioni qui individuate, giacché sono rare le carte in cui compaiano indicazioni specifiche, la data viene esplicitata (con eventuali annotazioni in calce) solo laddove sia possibile individuarla con ragionevole certezza. Negli altri casi, i brani sono elencati per titolo in ordine alfabetico.

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MUSICA TEATRALE 1. I Troiani in Laurento [1836]4 “dramma serio” per musica di Gerolamo Biscaccia Carrara Venezia, A. Minelli, 1836 [I–Mb, RACC.DRAM.6163 014; I-Rc, H 42/86]

COMPOSIZIONI ORCHESTRALI 2. “Antonia” a piena orchestra in Re maggiore [1822]5 (partitura: flauto I, oboe I e II, clarinetto I e clarinetto, fagotto, corno I e II, tromba, violino I e II, viola, violoncello, contrabbasso)

[I-Pca, E.II.2036] 3. Fantasia a grande orchestra in Sol maggiore (partitura: flauto, ottavino, oboe I e II, clarinetto I e II, fagotto I e II, corno I, II, III e IV, tromba I e II, trombone I e II, bombardone, timpani, violino I e II, viola, violoncello, contrabbasso)

[I-Rsc, A-Ms-3597] 4. Sinfonia n. 1 in Do maggiore (partitura: flauto I, oboe I e II, clarinetto I e clarinetto, fagotto, corno I e II, tromba, violino I e II, viola, violoncello, contrabbasso)

[I-Pca, E.II.2036] 5. Sinfonia n. 2 in Re maggiore (partitura: flauto I, oboe I e II, clarinetto I e clarinetto, fagotto, corno I e II, tromba, violino I e II, viola, violoncello, contrabbasso)

[I-Pca, E.II.2036]

4 Segnaliamo qui soltanto il libretto relativo alla prima rappresentazione

dell’opera, non già quello stampato per la successiva ripresa veneziana del 1837 (cfr. nota 17, p. 6).

5 L’anno di composizione si ricava da un appunto manoscritto sul fron-tespizio della composizione.

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6. Sinfonia n. 4 in Re maggiore (partitura: flauto I, oboe I e II, clarinetto I e clarinetto, fagotto, corno I e II, tromba, violino I e II, viola, violoncello, contrabbasso)

[I-Pca, E.II.2036] 7. Sinfonia n. 5 in Mi bemolle maggiore (partitura: flauto I, oboe I e II, clarinetto I e clarinetto, fagotto, corno I e II, tromba, violino I e II, viola, violoncello, contrabbasso)

[I-Pca, E.II.2036] 8. Sinfonia [n. 6] in Do maggiore (partitura: flauto I, oboe I e II, clarinetto I e clarinetto, fagotto, corno I e II, tromba, violino I e II, viola, violoncello, contrabbasso) [I-Pca, E.II.2036] 9. Sinfonia n. 7 in Re maggiore (partitura: flauto I, oboe I e II, clarinetto I e clarinetto, fagotto, corno I e II, tromba, violino I e II, viola, violoncello, contrabbasso)

[I-Pca, E.II.2036] 10. Sinfonia n. 8 in Mi bemolle maggiore (partitura : flauto I, oboe I e II, clarinetto I e clarinetto, fagotto, corno I e II, tromba, violino I e II, viola, violoncello, contrabbasso) [I-Pca, E.II.2036]

COMPOSIZIONI CAMERISTICHE D’OCCASIONE 11. Sonetto ... per soprano o tenore con accompagnamento di pianoforte in Do maggiore [1847] “Su la sedia di Piero” - romanza Milano, Lucca, 1847 (pianoforte, soprano o tenore)

[I-Rsc, A-Ms-3600; I-Vnm, Misc. Mus. 11706]

12. Cantata lirica da eseguirsi per la riapertura dell’Accademia Filarmonica di Ferrara [1858] Ferrara, Bresciani, 1858 (testo di Giuseppe Betti) [I-Fec, MF 368.25 e MF 308.20]

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COMPOSIZIONI SACRE E LITURGICHE 13. Tantum ergo a tre voci in Sol maggiore per due tenori, basso e orchestra [1835]6 (partitura e parti: flauto, clarinetto, fagotto I e II, corno I e II, tromba I e II, violino I e II, viola I e II, violoncello, contrabbasso; tenore I e II)

[I-Vnm CANAL 11082] 14. Kyrie in Fa minore “Rilasciato dall’autore il 22 novembre 1855” per due tenori, basso e orchestra [1855] (partitura: flauto, oboe I e II, clarinetto I e II, fagotto, corno I e II, tromba I e II, trombone I e II, violino I e II, viola I e II, violoncello, contrabbasso; tenore I e II, basso)

[I-Pca, E.II.2035] 15. Laudamus te di moderata estensione di voce in Sol maggiore per tenore e orchestra [1855]7 (partitura e parti: flauto, oboe, clarinetto, fagotto I e II, corno I e II, violino II, violino I e II, viola, violoncello, contrabbasso)

[I-Vnm CANAL 11083] 16. Litanie della Beata Vergine con grande orchestra in Sol

maggiore per due tenori, basso e orchestra [post 1867 = n. ]8 (partitura e parti: flauto, clarinetto I e II, fagotto I e II, corno I e II, tromba I e II, trombone, bombardone, violino I e II, viola, violoncello, contrabbasso, timpani; tenore I e II, basso) [I-Vnm, CANAL 11082]

6 L’anno di composizione si ricava dalla dicitura «Tantum Ergo | a tre

Voci di | Lorenzo Barbirolli | Anno 1835» apposta sul frontespizio. 7 Sulla copertina della partitura, su cartoncino bianco, mano di scrittura

calligrafica riporta la seguente dicitura: «Alla | Nobile Società Musicale | S. Cecilia in Padova | Lorenzo Barbirolli | Maestro Comunale di musica in Ferrara | In segno di profonda riconoscenza». Ciò fa propendere per una datazione vicina al 22 novembre 1855, data della trasferta padovana del maestro (cfr. qui nota 88, p. 35).

8 Si tratta di una copia della partitura conservata in I-Fed, dunque realizzata certamente post luglio 1867 (cfr. n. 61).

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17. Credo in Fa maggiore per due tenori, basso, coro e orchestra (partitura e parti: flauto, oboe I e II, clarinetto I e II, fagotto, corno I e II, tromba I e II, violino I e II, viola I e II, violoncello, contrabbasso; tenore I e II, basso)

[I-Vnm CANAL 11084] 18. Cum Sancto Spiritu in La maggiore per due tenori, basso e orchestra (partitura e parti: flauto, clarinetto, fagotto I e II, corno I e II, tromba I e II, violino I e II, viola, violoncello, contrabbasso; tenore I e II, basso)

[I-Vnm CANAL 11084] 19. Dixit Dominus in Do maggiore per due tenori, basso e orchestra (partitura e parti: flauto, clarinetto, fagotto I e II, corno I e II, tromba I e II, violino I e II, viola I e II, violoncello, contrabbasso; tenore I e II, basso)

[I-Vnm CANAL 11081] 20. Dixit Dominus – Salmo 109 in Si bemolle maggiore per due tenori, basso e orchestra (partitura e parti: flauto, clarinetto I e II, fagotto, corno I e II, tromba I e II, violino I e II, viola I e II, violoncello, contrabbasso; tenore I e II, basso)

[I-Vnm CANAL 11081]

21. Domine ad adjuvandum in Do maggiore per due tenori, basso e orchestra (partitura e parti: flauto, clarinetto I e II, fagotto, corno I e II, tromba I e II, violino I e II, viola I e II, violoncello, contrabbasso; tenore I e II, basso)

[I-Vnm CANAL 11081] 22. Domine Deus graduale in Mi bemolle maggiore per tenore, basso e orchestra (partitura e parti: flauto, clarinetto, fagotto I e II, corno I e II, tromba I e II, violino I e II, viola I e II, violoncello, contrabbasso; tenore I e II, basso)

[I-Vnm CANAL 11082] 23. Gloria in Sol maggiore per basso e orchestra d’archi (parti: violino I e II, viola, violoncello, contrabbasso; basso) [I-Vnm CANAL 11083]

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24. Gloria in La maggiore per due tenori, basso, coro e orchestra (partitura e parti: flauto I, clarinetto I, clarinetto II, fagotto I, corno I, corno II, tromba I e II, violino I e II, viola, violoncello, contrabbasso; tenore I e II, basso)

[I-Vnm CANAL 11084] 25. Gratias agimus in Sol minore con violino obbligato per due tenori e archi (partitura e parti: violino I e II, viola, violoncello, contrabbasso; tenore I e II) [I-Vnm CANAL 11083] 26. Gratias agimus, Domine Deus a voce sola in Mi maggiore per basso e orchestra (partitura: flauto, oboe I e II, clarinetto I e II, fagotto I e II, corno I e II, tromba I e II, trombone I e II, bombardone, violino I e II, viola I e II, violoncello, contrabbasso; tenore I e II, basso) [I-Vnm CANAL 10925] 27. Kyrie in Fa maggiore per due tenori, basso, coro e orchestra (partitura e parti: flauto I, clarinetto I e II, fagotto I e II, corno I e II, tromba, violino I, violino II, viola I, violoncello, contrabbasso; tenore I e II, basso)

[I-Vnm CANAL 11083] 28. Kyrie in Fa minore per voce e organo (partitura e parti: organo; tenore o soprano)

[I-OS Mss.Mus.B 3029] 29. Kyrie a tre voci e piena orchestra in Fa maggiore per due tenori, basso e orchestra (partitura e parti: flauto, oboe I e II, clarinetto I e II, fagotto I e II, corno I e II, tromba I e II, trombone I, II e III, violino I e II, viola, violoncello, contrabbasso, timpani; tenore I e II, basso)

[I-Rsc, A-Ms-3597] 30. Laetatus sum - Salmo 121 in Mi bemolle maggiore per basso e orchestra (partitura e parti: flauto, oboe I e II, clarinetto I e II, fagotto I e II, corno I e II, tromba I e II, trombone, timpani, violino I e II, viola I e II, violoncello, contrabbasso; tenore I e II, basso) [I-Vnm CANAL 11172]

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31. Lauda Jerusalem – Salmo 147 in Sol maggiore per due tenori, basso, coro e orchestra (partitura e parti: flauto, oboe I e II, clarinetto I e II, fagotto, corno I e II, tromba I e II, violino I e II, viola I e II, violoncello, contrabbasso; tenore I e II, basso)

[I-Vnm CANAL 11172] 32. Laudamus in Sol maggiore per tenore solo e orchestra (partitura e parti: flauto I, oboe I e II, clarinetto I e II, fagotto I e II, corno I e II, violino I, violino II, viola I, violoncello; tenore) [I-Vnm CANAL 11083] 33. Li tre Domine Deus con oboe obbligato a basso solo in Fa maggiore per basso e orchestra (partitura e parti: flauto, oboe, clarinetto I e II, fagotto I e II, corno I e II, tromba I e II, violino I e II, viola, violoncello, contrabbasso; basso)

[I-Vnm, CANAL 11084] 34. Magnificat a quattro voci in Sol maggiore per due tenori, due bassi e organo (partitura e parti: organo; tenore I e II, basso I e II) [I-Vnm, CANAL 11082] 35. Magnificat a tre voci in Si bemolle maggiore per due tenori, basso e orchestra (partitura e parti: flauto I e II, oboe, clarinetto I e II, fagotto I e II, corno I e II, tromba I e II, trombone, violino I e II, viola, violoncello, contrabbasso; tenore I e II, basso)

[I-Vnm, CANAL 11082] 36. Magnificat a tre voci in Re maggiore per due tenori, basso e orchestra (partitura e parti: flauto I e II, oboe I e II, clarinetto I e II, fagotto I e II, corno I e II, tromba I e II, trombone, bombardone, violino I e II, viola, violoncello, contrabbasso, timpani; tenore I e II, basso)

[I-Vnm, CANAL 11082] 37. Messa a tre voci in Mi bemolle maggiore per due tenori, basso e orchestra (partitura e parti: flauto, oboe I e II, clarinetto I e II, fagotto I e II, corno I e II, tromba I e II, violino I e II, viola I e II, violoncello, contrabbasso; tenore I e II, basso) [I-Pca, E.II.2037]

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38. Messe, ordinarium per coro e orchestra (partitura e parti: flauto, oboe I e II, clarinetto I e II, fagotto I e II, corno I e II, tromba I e II, trombone I e II, bombardone I e II, violino I e II, viola I e II, violoncello, contrabbasso, timpani; tenore I, II e III, baritono, basso)

[I-Pca, E.II.2039]

39. Miserere – Salmo 50 in Re minore per due tenori, basso e orchestra d’archi (partitura e parti: violino I e II, viola, violoncello, contrabbasso; tenore I e II, basso)

[I-Pca, E.II.2038] 40. Nisi Dominus – Salmo in Fa maggiore per due tenori, basso, coro e orchestra (partitura e parti: flauto, clarinetto I e II, fagotto, corno I e II, tromba I e II, trombone, violino I e II, viola I e II, violoncello, contrabbasso; tenore I e II, basso)

[I-Vnm CANAL 11172] 41. Qui tollis e Qui sedes in Re maggiore per tenore e orchestra (partitura e parti: flauto, oboe I e II, clarinetto I e II, fagotto I e II, corno I e II, tromba I e II, violino I e II, viola I e II, violoncello, contrabbasso; tenore)

[I-Vnm CANAL 11084] 42. Qui tollis e Qui sedes in Do maggiore per due tenori, basso e orchestra (partitura e parti: flauto, clarinetto I e II, fagotto I e II, corno I e II, tromba I e II, violino I e II, viola I e II, violoncello, contrabbasso; tenore I e II, basso) [I-Vnm, CANAL 11084] 43. Quoniam Tu solus in Mi bemolle maggiore per tenore, basso e orchestra (partitura e parti: flauto, clarinetto, fagotto I e II, corno I e II, tromba I e II, violino I e II, viola I e II, violoncello, contrabbasso; tenore I e II, basso)

[I-Vnm CANAL 11084]

44. Quoniam Tu solus in Sol maggiore per per basso e orchestra (partitura e parti: flauto, clarinetto I e II, fagotto, corno I e II, violino I e II, viola I e II, violoncello, contrabbasso; tenore I e II, basso)

[I-Vnm CANAL 11084]

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45. Tota Pulchra es a tre voci con strumenti in Si bemolle maggiore due tenori, basso e orchestra (partitura e parti: flauto, oboe I e II, clarinetto I e II, fagotto, corno I e II, tromba I e II, trombone I e II, bombardone, violino I e II, viola, violoncello, contrabbasso, timpani; tenore I e II, basso) [I-Pca, E.II.2034]

COMPOSIZIONI SACRE E LITURGICHE PER IL DUOMO DI FERRARA

46. Credo - A Sua Eminenza Ill.ma Il Signor Cardinale Gio. Cadolini Arcivescovo di Ferrara per due tenori, basso e

orchestra [post 1843]9 (partitura: flauto, oboe, clarinetto in Si bemolle I e II, fagotto, corni in Fa, tromba in Do, trombone, violino I e II, viole, contrabbasso; tenori I e II, basso)

47. Credo – Rovigo, novembre 184510 in Re minore per due tenori basso e orchestra [1845] (partitura e parti: flauto, oboe, clarinetto in Si bemolle I e II, fagotto, corni, tromba in Do, 2 tromboni, bombardone, violino I e II, viole, violoncello, contrabbasso, timpani; tenori I e II, basso) 48. Litanie della Beata Vergine delle Grazie in Sol maggiore per tre voci e orchestra [1867]11 (partitura e parti: flauto, oboe I e II, fagotto, clarinetto in Do, fagotto, corno in Sol, tromba in Re, trombone, bombardone, violino I e II, viole, violoncello, contrabbasso, organo; tenori I e II, basso) 49. Andante pastorale a piena orchestra in Sol maggiore (partitura e parti: flauto, ottavino, oboe, clarinetto in La I e II, fagotto, corni in Re, tromba in Re, 2 tromboni, violino I e II, viole, violoncello, contrabbasso; tenori I e II, basso)

9 La datazione di questo Credo va senz’altro collocata tra il 1843 e il 1850,

ovvero gli anni in cui il cardinal Cadolini fu Arcivescovo a Ferrara. Non vi sono indizi particolari che lascino propendere per la prima o l’ultima parte di questo segmento cronologico.

10 Tale precisazione si ricava da un appunto manoscritto, presu-mibilmente autografo, apposto sul frontespizio della composizione.

11 L’anno di composizione è indicato sul frontespizio del manoscritto.

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50. Andante pastorale con piena orchestra in Si minore (partitura: flauto, clarinetto in La I e II, corni in Re, violino I e II, viole, violoncello, contrabbasso, organo; tenori I e II, basso)

51. Brevi litanie a grande orchestra in Re maggiore (per due

tenori, basso e orchestra)12 (partitura: flauto, oboe, clarinetto in La I e II, fagotto, corni in Re, tromba in Re, 2 tromboni, violino I e II, viole, violoncello, contrabbasso; tenori I e II, basso) 52. Chyrie e Gloria in Re maggiore per due tenori, basso, coro e orchestra (partitura e parti: flauto, oboe, clarinetto in Si bemolle I e II, fagotto, corni, tromba in Re, 3 tromboni, bombardone, violino I e II, viole, violoncello, contrabbasso, timpani; tenori I e II, basso) 53. Dixit a tre voci con piena orchestra in Do maggiore (due tenori, basso e orchestra) (partitura e parti: flauto, oboe I e II, clarinetto in Si bemolle I e II, fagotto I e II, corni in Do, tromba in Mi bemolle, trombone, bombardone, timpani, violino I e II, viole, violoncello, contrabbasso, organo; tenori I e II, basso) 54. Inno all’Arcangelo San Raffaello in Fa maggiore a tre voci e orchestra (per due tenori, un basso e orchestra, parti) (partitura e parti: flauto, oboe I e II, clarinetto in Si bemolle, fagotto, corno in Fa I e II, tromba in Re, violino I e II, viole, violoncello, contrabbasso; tenori I e II, basso) 55. Introito, Graduale, Offertorio e Postcommunio per la festa dell’Immacolata concezione in Fa maggiore per due tenori, basso e organo (partitura e parti: organo; tenori I e II, basso)

56. Kyrie, Gloria e Credo in Re maggiore per tre voci e orchestra (partitura: flauto, oboe I e II, clarinetto in La, fagotto, corno in Re I e II, tromba in Re, trombone, violino I e II, viole, violoncello, contrabbasso; tenori I e II, basso)

12 Di questa composizione si conserva una trascrizione per organo

realizzata nel 1872 da Giuseppe Ungarelli.

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57. Magnificat a quattro voci in Sol maggiore per due tenori, due bassi e organo (partitura e parti: flauto, clarinetto in Do I e II, fagotto I e II, corni in Do, tromba in Mi bemolle, trombone, bombardone, violino I e II, viole, violoncello, contrabbasso, organo; tenori I e II, basso I e II)

58. Tota pulchra in Mi bemolle maggiore a tre voci con coro e piena orchestra (partitura: flauto, oboe, clarinetto in Si bemolle I e II, fagotto, corni in Mi bemolle, tromba in Mi bemolle, violino I e II, viole, violoncello, contrabbasso; tenori I e II, basso) 59. Terza in Fa maggiore per due tenori, un basso, coro alternato e orchestra (partitura e parti) (partitura e parti: oboe, corno in Fa, violino I e II, viole, violoncello, contrabbasso, organo; tenori I e II, basso) 60. Tu es Petrus a tre voci e piccola orchestra in Re maggiore (per due tenori, basso e orchestra) (partitura e parti: flauto, oboe corni in Re, tromba in Re, trombone, violino I e II, viole, violoncello, contrabbasso, organo; tenori I e II, basso)

61. Tui sunt coeli in Re maggiore per soprano solo e orchestra (partitura e parti: oboe, clarinetti in La, corni in Re, violino I e II, viole, violoncello, contrabbasso, organo; soprano)

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ILLUSTRAZIONI

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Fig. 1

Stemma della famiglia Barbirolli

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Fig. 2

Elogio funebre di Luigi Barbirolli

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Fig. 3

Lettera di Lorenzo Barbirolli (3 settembre 1856)

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Fig. 4

Ritratto fotografico di Luigia Barbirolli

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Fig. 5

Ritratto fotografico di Luigi Brondi

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Fig. 6

Sonetto epitalamico per Lugia Barbirolli e Luigi Brondi

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Fig. 7

Scheda personale di Lorenzo Barbirolli (1 gennaio 1865)

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Fig. 8

Bando di concorso per un Maestro di musica (8 marzo 1839)

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Fig. 9

Nomina di Lorenzo Barbirolli a Maestro di musica (14 giugno 1839)

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Fig. 10

Locandina per Nabucodonosor, Ferrara, Fiera di maggio 1844

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Fig. 11

Locandina per I Lombardi alla Prima Crociata Ferrara, Fiera di maggio 1845

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Fig. 12

Ritratto fotografico di Francesco Avventi

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Fig. 13

Frontespizio del Mentore teatrale di Francesco Avventi

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Fig. 14

Elenco dei coristi della Cantata lirica ... per la riapertura dell’Accademia (1858)

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Fig. 15

Cartellino sulla busta contenente le partiture di Lorenzo Barbirolli in I-Fed

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Fig. 16

Copertina del Kyrie, Gloria, Credo in Re maggiore di Lorenzo Barbirolli

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Fig. 17

L. BARBIROLLI, Credo dedicato “A Sua Eminenza R.ma Il Signor Cardinale Gio: Ign. Cadolini”

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Fig. 17 bis

L. BARBIROLLI, prima pagina del Credo dedicato “A Sua Eminenza R.ma Il Signor Cardinale Gio: Ign. Cadolini”

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Fig. 18

«Gazzetta Ferrarese», frontespizio dell’edizione straordinaria del 10 luglio 1857

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Fig. 19

Copertina e frontespizio della Cantata lirica ... per la riapertura dell’Accademia Filarmonica di Ferrara (Ferrara, Bresciani, 1858)

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Fig. 20

Lettera di Lorenzo Barbirolli (8 novembre 1855)

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Fig. 21

Lettera di Lorenzo Barbirolli (7 maggio 1865)

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Fig. 22

Necrologio per Lorenzo Barbirolli sulla «Gazzetta Ferrarese» del 21 novembre 1867

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Fig. 23

Elogio funebre di Lorenzo Barbirolli

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Fig. 24

Bozzetto di un lampadario per il Teatro Comunale di Ferrara (1813)

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Fig. 25

Bozzetti di un lampadario e del sipario del Teatro Comunale di Ferrara realizzati da Francesco Migliari nel 1850

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Fig. 26

Particolare della carta intestata di Lorenzo Barbirolli (9 gennaio 1861)

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APPENDICI

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1

CORINNA MEZZETTI Fondi archivistici e documenti

tra Archivio Storico Comunale e Biblioteca Ariostea per la storia dei teatri di Ferrara nell’Ottocento

La documentazione relativa alla storia dei teatri e degli

spettacoli organizzati a Ferrara nel corso dell’Ottocento è oggi distribuita in tre nuclei, conservati in Archivio Storico Comu-nale e Biblioteca Ariostea. Presso l’archivio le carte sono suddivise tra il Carteggio amministrativo, alla categoria Teatri e spettacoli, e il fondo Commissione Pubblici spettacoli. Direzione teatrale; in biblioteca sono confluiti i quattro volumi di Memorie raccolti da Pasetti, Finotti e Villani alla fine dell’800, oltre a documenti di varia natura e provenienza, distribuiti nelle raccolte manoscritte, in modo particolare nel Fondo Antolini.

La costruzione del Teatro Comunale e la sua inaugurazione nel 1798 segnano l’inizio di un nuovo corso per la scena ferrarese, arricchendola di un luogo di spettacoli moderno e pubblico che si va ad affiancare alle due sedi private esistenti fino ad allora in città, i teatri Bonacossi e Scroffa. Nel 1806 Antonio Avogli Trotti, ispettore comunale sugli spettacoli teatrali, stende un breve rapporto sui teatri cittadini, in risposta ad una richiesta del Ministro dell’Interno, trasmessa all’amministrazione municipale dal prefetto del Dipartimento del Basso Po.1 Il Teatro Comunale – scrive l'ispettore – è amministrato dalla Municipalità, affittato ad un impresario e «condotto sotto la direzione di un Ispettore comunale e civile»; allo stesso modo, i teatri Bonacossi e Scroffa, gestiti dalle

1 ASCFe, Carteggio amministrativo, sec. XIX, Teatri e spettacoli, b. 89.

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famiglie proprietarie che li cedono in affitto ad un impresario, «sono soggetti alla direzione dell’Ispettore civile».

Gli ispettori teatrali compaiono nella carte fin dal 1796.2 Le Istruzioni emanate nel 1804 prevedono la nomina di due ispettori del Teatro Comunale:3 un ispettore civile, eletto dalla Municipalità con l’approvazione della Prefettura, che deve «vegliare perché l’impresario adempia con esattezza ai patti che ha colla Municipalità tanto per la qualità degli spettacoli che per la loro decenza e perché il pubblico possa restare soddisfatto ... in una parola resta incaricato della direzione degli spettacoli» e deve informare il pubblico con avvisi a stampa di ogni cambiamento nella programmazione; un ispettore di polizia nominato dal Prefetto, che è chiamato invece a sovrintendere all’ordine pubblico.

In seguito al decreto governativo dell’8 settembre 1802 che regolava la Polizia dei teatri nel Comune di Milano4 e alla conseguente diffusione delle Direzioni sopra gli Spettacoli nelle città della Repubblica5, anche a Ferrara cominciano ad operare Direttori agli spettacoli che, senza soluzione di

2 ASCFe, Carteggio amministrativo, sec. XIX, Teatri e spettacoli, b. 45; Registri del protocollo generale, 1798-1799. Cfr. anche Il Teatro Comunale di Ferrara. Cento anni di storia [1798-1898]. Memorie raccolte da Giovanni Pasetti, Tullio Finotti, Luigi Villani, BCAFe, vol. 1 (1786-1830), n. 66 e 72. Sulla carica di ispettore teatrale «equivalente a quella più tarda di “direttore” o “componente” la direzione” [...] appannaggio di coloro – maggiorenni o rappresentanti cittadini – che la municipalità delegava a tutelare quotidianamente il pubblico interesse in materia di conduzione del teatro», cfr. FABBRI - BERTIERI, I teatri di Ferrara. Il Comunale cit., I, p. 57.

3 ASCFe, Carteggio amministrativo, sec. XIX, Teatri e spettacoli, b. 89. 4 Decreto sulla Polizia dei Teatri di Milano, 8 settembre 1802, «Bollettino

delle leggi della Repubblica Italiana», I (1802), tomo I, n. 76, pp. 309-311. 5 Per la situazione della vicina città di Bologna, si veda M. CALORE, Storie

di teatri, teatranti e spettatori, pubbl. nella pagina Teatri e spettacoli a Bologna tra Sette e Ottocento del sito della Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio (<http://badigit.comune.bologna.it/spettacoli/index.html>, consultato il 28 gennaio 2016).

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continuità con l’operato degli ispettori, hanno il compito di definire i termini dei contratti con gli impresari, curare la manutenzione degli edifici e sorvegliare l’ordine pubblico in occasione delle rappresentazioni.6 Nel 1813, si assesta la denominazione di questo organo in Direzione dei teatri e spettacoli pubblici, che rimarrà costante fino alla fine del secolo, alternandosi fin dal 1814 con la forma Deputazione teatrale o, più tardi, Deputazione comunale sui pubblici spettacoli.7

Nel Mentore teatrale pubblicato nel 1845, Francesco Avventi tratta appunto delle Direzioni teatrali, quali organi istituiti dalle autorità governative o comunali per sorvegliare i contratti stipulati con le imprese e per tutelare il servizio pubblico.8 I deputati «vestono per lo più il doppio carattere e di rappresentanti l’autorità politica, e municipale, e di sopra-intendenti alla teatrale amministrazione, ove contratti sovvenzionali esistano tra i governi o municipi e le imprese».

Al 1867 risale il primo Regolamento della Direzione o Deputazione teatrale che si sia conservato.9 Nominata dalla Giunta comunale, la Deputazione è composta da cinque membri, tra cui un presidente e un vicepresidente, oltre a un consulente legale, tre medici, un segretario onorario, un segretario, un vicesegretario ed un portiere; i deputati

6 Bando governativo emanato dal card. Tommaso Arezzo in data 18 dicembre 1819 contenente il Regolamento e discipline per il Teatro Comunale di Ferrara (ASCFe, Commissione Pubblici spettacoli, b. 86, fasc. 2). Cfr. anche ASCFe, Carteggio amministrativo, sec. XIX, Teatri e spettacoli, b. 89. «Le Direzioni [...] sono quelle Autorità [...] che riguardano e sorvegliano l’andamento, il buon ordine, l’esattezza e le discipline dello spettacolo, e di quanto gli è relativo» (G. VALLE, Cenni teorici-pratici sulle aziende che s'intraprendono pe’ teatri, Milano, Tip. dei Classici Italiani, 1823, p. 23).

7 ASCFe, Commissione Pubblici spettacoli, bb. 72-77 e registri di protocollo 1824-1873.

8 AVVENTI, Mentore teatrale cit., pp. 46-47. 9 ASCFe, Commissione Pubblici spettacoli, b. 86, fasc. 2.

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rimangono in carica due anni e possono venire riconfermati nell’incarico. 2. La Deputazione presiede ai Teatri di proprietà comunale e negli altri luoghi dal Municipio commessi a pubblici spettacoli, presiede pure agli altri spettacoli, feste o divertimenti pubblici, ai quali il Municipio stesso particolarmente contribuisca, riservandosene la direzione o sorveglianza. [...] 6. La Deputazione combina i contratti pei pubblici spettacoli e li sottopone all'approvazione della Giunta. [...] 10. La Deputazione ha per propria diretta attribuzione la sorveglianza dei teatri e luoghi civici quando sono esercitati, la personale assistenza e direzione affinché li spettacoli riescano decorosi, bene ordinati e di generale soddisfazione; il pieno adempimento dei patti stipulati cogli appaltatori concessionari, le discipline del palcosecnico, dei camerini, dell’orchestra e degli inservienti tutti a seconda dei regolamenti approvati. [...] 12. Tutti indistintamente le persone che danno opera diretta od indiretta all’esecuzione degli spettacoli ed al servizio dei teatri e dei pubblici luoghi civici, dovranno dipendere dalla ispezione per tutto quanto concerne l’adempimento degli impegni assunti di faccia al Municipio. [...] 14. La sorveglianza e direzione accennata all'art. 10 è affidata interamente al Deputato di turno. [...] 19. Quanto ai mancamenti degli impiegati e salariati direttamente dipendenti dal Municipio, sarà compiacente di riferirli al Presidente o Vice Presidente quale prenderà quelle misure che a norma della minore o maggiore gravezza deputerà dovere adottare. [...] 21. I Regolamenti dei cartelloni per ogni spettacolo, circolari ed altre stampe ecc. dovranno essere approvati e firmati dalla Deputazione.

Il Regolamento del 1882 snellisce leggermente la struttura della Deputazione dei pubblici spettacoli, ora composta da tre membri nominati dal Consiglio comunale, un consulente legale, tre medici e un impiegato comunale.10 I medici sono addetti all’ispezione durante le prove e le rappresentazioni; sono inoltre chiamati ad effettuare visite a domicilio per verificare le condizioni degli artisti indisposti. I deputati a turno devono sorvegliare l'attività teatrale e avvertire i

10 Ivi.

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delegati di quanto accade sul palcoscenico che possa in qualche modo compromettere l’ordine pubblico.

Art. 4: La sorveglianza e vigilanza sono esercitate per turno dai signori componenti la Deputazione. Il Deputato di turno potrà sospendere operai, inservienti, comparse, coristi, suonatori ed altri che non avessero la necessaria attitudine o che mancassero alle norme disciplinari facendone immediato rapporto al Presidente, il quale dovrà riferirne alla Giunta comunale per le definitive risoluzioni. Il Deputato di turno applica le multe od ammende stabilite dal Regolamento interno o dai contratti stipulati. Quando però queste superino le L. 20 dovrà farne proposta al Presidente per la definitiva sanzione. Il fondo Commissione Pubblici spettacoli11 raccoglie la documentazione prodotta dalla Direzione sui teatri e pubblici spettacoli nell’arco della sua attività quale organismo municipale con funzioni di soprintendenza e controllo sugli spettacoli pubblici e comprende carte datate tra 1804 e 1951. Il fondo Commissione Pubblici spettacoli è articolato in alcune serie, all’interno delle quali le carte sono ordinate cronologicamente: si conservano i registri di protocollo della Direzione (1824-1873), la corrispondenza con le autorità governative e municipali (1814-1898) e tutti i documenti relativi a concorsi, nomine e contratti con musicisti, cantanti e inservienti vari. Alcune buste raccolgono carte relative alla costruzione del Teatro Comunale e alla proprietà dei palchi e permettono di ricostruire i lavori e gli interventi di ristrutturazione realizzati nel corso del tempo. Il nucleo più consistente della documentazione riunisce, per ogni teatro

11 Questa è la denominazione con cui il fondo è stato definito in occasione del più recente intervento di riordino, risalente agli anni ’80 del secolo scorso, e con cui viene tradizionalmente indicato negli strumenti di corredo disponibili in archivio (cfr. M.C. BERGAMINI, Note intorno al riordino del fondo archivistico “Municipio di Ferrara. Commissione pubblici spettacoli. Direzione teatrale”, in «Bollettino di notizie e ricerche da archivi e biblioteche», n. 1, gen. 1980, pp. 45-50).

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cittadino (Comunale, Bonacossi e Tosi-Borghi), tutta la documentazione prodotta nell’organizzazione delle diverse stagioni teatrali: la corrispondenza della Direzione con impresari e agenti, i programmi e i manifesti delle rappresentazioni, i borderò e le note di spesa, gli elenchi dei palchettisti e degli abbonati. Molte buste raccolgono docu-menti sugli spettacoli all’aperto, tenuti nelle arene allestite a Ferrara nel corso dell’Ottocento (Santa Margherita, La Postac-cia, Palazzo Pepoli e Pestrini), i concerti organizzati dalla Società del Quartetto, le corse dei cavalli e ogni spettacolo offerto ai cittadini da compagnie acrobatiche, lottatori e prestigiatori.

L’archivio della Direzione sui teatri e pubblici spettacoli è pertanto un archivio aggregato in seno all’archivio comunale, la cui documentazione si affianca e si intreccia alle carte afferenti all’archivio del Comune propriamente detto. Il Car-teggio amministrativo rappresenta per la documentazione ottocentesca e novecentesca degli archivi comunali una delle serie più consistenti e significative: nel titolario in uso nel Comune di Ferrara fin dalla fine del ’700 era prevista, per le carte di nostro interesse, la categoria Teatri e spettacoli. L’ar-ticolazione interna di questa serie riflette una struttura in tutto e per tutto sovrapponibile all’ordinamento già visto per il fondo Commissione pubblici spettacoli, a conferma della specularità e interconnessione strettissima tra le carte confluite nei due nuclei dell'archivio comunale.

La sezione quantitativamente più importante è relativa al Teatro Comunale: ricca la documentazione sulla proprietà, dalle carte risalenti alla costruzione dell’edificio, ai lavori sostenuti dall’amministrazione per la sua manutenzione, ai contratti d’affitto dei locali collocati nel complesso. Ben docu-mentata la proprietà privata dei palchi, con la costituzione di una Società dei palchettisti e i suoi rapporti con il Comune non sempre distesi. Le pratiche relative alla programmazione degli

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spettacoli sono ordinate cronologicamente, seguendo la serie degli impresari che si sono avvicendati nell’organizzazione delle stagioni teatrali. Molti i manifesti, che si vanno ad affiancare agli esemplari conservati nel fondo Commissione pubblici spettacoli. Per finire, molte buste raccolgono docu-mentazione di natura amministrativa e contabile: il personale del teatro con musicisti e cantanti, impiegati e tecnici, i regolamenti interni, la corrispondenza con gli organi preposti al controllo dell’ordine pubblico, le carte prodotte nella gestione corrente (illuminazione e riscaldamento dei locali). Seguono i manifesti degli spettacoli messi in scena al Teatro Tosi-Borghi e altra documentazione sui Teatri Bonacossi e Scroffa. E, naturalmente, questa serie comprende molte pratiche relative agli spettacoli di vario genere organizzati a Ferrara: dalle esibizioni acrobatiche alle corse dei cavalli, dai balli alle tombole.

I fondi dell’Archivio Comunale devono essere integrati, per lo studio dei teatri e della vita teatrale ferrarese nell’Ottocento, con la documentazione confluita nelle raccolte della Biblioteca Ariostea: se carte sparse, di diversa provenienza, sono oggi conservate tra i manoscritti della Classe I, della Collezione Antonelli e del Fondo Antolini (quest’ultimo particolarmente ricco di unità sul Teatro Comunale), esiste in Ariostea una miscellanea che rappresenta una vera e propria ‘sezione’ dell’archivio del Teatro Comunale. Giovanni Pasetti, Tullio Finotti e Luigi Villani realizzarono alla fine dell’800 una preziosa raccolta di documenti, articolata in quattro tomi di grande formato: le pagine di queste Memorie, che rico-struiscono Cento anni di storia (1798-1898) del teatro cittadino, offrono una carrellata di stampe, ritratti di musicisti e cantanti, sonetti di dedica, programmi e manifesti, ma anche borderò, circolari, comunicazioni ai palchettisti e contratti con impresari e compagnie.

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CORINNA MEZZETTI Lorenzo Barbirolli nelle carte

dell’Archivio Storico Comunale di Ferrara

Il dossier riunisce l’edizione di alcuni documenti conservati

in Archivio, nei fondi Carteggio amministrativo del XIX secolo e

Commissione Pubblici spettacoli, che permettono di seguire le

vicende biografiche e professionali del maestro Lorenzo

Barbirolli.

L’edizione di ogni documento è introdotta dalla data, da un breve

regesto e dalla segnatura archivistica. Nella trascrizione dei testi, si è intervenuti sciogliendo le abbreviazioni, normalizzando maiuscole, minuscole e punteggiatura secondo l’uso moderno; l’assetto orto-grafico dei testi ottocenteschi è invece rispettato fedelmente e non è stato toccato da alcun intervento normalizzatore. Nella stringa della datazione, le parentesi quadrate segnalano una data ricostruibile da elementi esterni al testo. Le annotazioni con esponente alfabetico danno conto di minimi interventi di correzione effettuati nei testi.

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1. 13 febbraio 1839 L’impresario Nicola Orsini chiede al gonfaloniere Cosimo Masi l’emissione del mandato di pagamento per il maestro Lorenzo Barbirolli; suggerisce al contempo l’opportunità di nominare un maestro di musica stabilmente in servizio al teatro di Ferrara. ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Teatri e spettacoli, b. 43, Virtuosi di musica e canto.

A sua Eccellenza Il Sig. Conte Cosimo Masi Meritissimo Gonfaloniere di Ferrara

Eccellenza Essendo terminate le recite ed avendo già saldato il sig. maestro Barbirolli sino da qualche giorno, prego l’E.V. a volersi degnare di ordinare il rilascio del mandato per la seconda metà in scudi 12 conforme allo stabilito. In pari tempo pongo sott’occhio all’E.V. che circa li primi dell’entrante mese saranno qui li cantanti che agir dovranno nella prossima primavera, per cui si rende indispensabile un maestro di musica, giacché dovendolo far venire appositamente si aumenterà la spesa anche più di un terzo di quello si darebbe ad un altro che eletto fosse per rimanere in Ferrara. Intanto ho l’onore con tutto il rispetto di ripetermi Di V.E.

Umilissimo devotissimo obbligatissimo servitore Nicola Orsini

Ferrara, 13 febbraio 1839

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2. 4 aprile 1839 Lorenzo Barbirolli presenta domanda di ammissione al concorso per un posto di maestro di musica della città di Ferrara. ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Istruzione pubblica. Scuole musicali, b. 1, fasc. 6.

A Sua Eccellenza Il Sig. Conte Cosimo Masi Gonfaloniere di Ferrara

Eccellenza Visto l’avviso col quale viene aperto il concorso al posto di maestro di musica, resosi vacante in codesta città ed esaminati gli obblighi e le condizioni tutte ad esso inerenti, dichiaro colla presente di aspirare al posto suddetto. A tal effetto innalzo i prescritti documenti ed altri atti comprovanti il pubblico voto sopra alcuni miei musicali lavori. La cortese accoglienza ed i tratti di gentilezza impostimia nel breve tempo di mia dimora costì mi danno lusinga che verranno appagate le mie brame; ed ove io sia il prescelto procurerò con ogni sforzo di non rendermi indegno della fiducia in me riposta. In tal caso spero ancora che l’E.V. vorrà quanto all’abilitazione prendere quelle misure che sieno conciliabili colla mia non picciola famiglia e su ciò caldamente me Le raccomando, mentre con profondo rispetto

Di V.E. Umilissimo devotissimo servitore Lorenzo Barbirolli

Rovigo, lì 4 aprile 1839 a. Nel testo impostitimi

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3. [1839] Elenco dei documenti presentati da Lorenzo Barbirolli, candidato al concorso per un posto di maestro di musica della città di Ferrara. ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Istruzione pubblica. Scuole musicali, b. 1, fasc. 6 (prot. generale n. 946 del 1839. [Accorpata al prot. n.] 7605). Documenti risguardanti il concorrente Barbirolli Lorenzo all’impiego di maestro di musica di questa città

1. Fede battesimale. 2. Certificato dell’Imperiale R. Tribunale Provinciale di

Rovigo. 3. Simile dell’Imperiale R. Pretura Urbana. 4. Fede parrocchiale sulla di lui condotta morale e

religiosa. 5. Certificato del medico sulla di lui ottima fisica

costituzione. 6. Simile della Congregazione Municipale di Rovigo sulla

di lui capacità in materia di musica, coprendo da dieci anni il posto di maestro di musica di quella città con generale soddisfazione.

7. Certificato della Presidenza del Nuovo Teatro della Società di Rovigo sulla produzione da lui fatta sulle scene di quel Teatro nella Fiera del 1836 dell’opera seria I Troiani in Laurento dal pubblico tanto applaudita.

8. Diploma dell’Istituto Filarmonico degli Anfioni di Verona.

9. Diversi fogli della Gazzetta privilegiata di Venezia, del Pirata e del Figaro e due libretti a stampa dell’opera I Troiani in Laurento, uno stampato a Rovigo e l’altro a Venezia dove si rappresentò l’opera suddetta nel 1836 e nel 1837 con plauso, ed altro foglietto intitolato Arti, Teatri, Letteratura nel quale scorgesi un elogio su una di

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lui sinfonia composta nel 1839 pel Teatro di Ferrara, con diverse altre poesie.

10. Istanza diretta al Magistrato per essere ammesso al concorso.

4. [1839] Presentazione del candidato Lorenzo Barbirolli per il posto di maestro di musica della città di Ferrara. ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Istruzione pubblica. Scuole musicali, b. 1, fasc. 6.

A sostituzione del decesso sig. Ferrari, sei aspiranti abbiamo all’impiego di maestro di musica in questa nostra città, nelle persone dei signori Zagnoni Petronio di Bologna, Tabellini Vincenzo di Bologna, Barbirolli Lorenzo di Rovigo, Mazzetti Raffaele di Bologna e Rittelfels Giovanni di Siena e Buoncompagni Giuseppe di Pisa, quali tutti troviamo regolari nelle loro istanze e ciascuno di essi inoltrea presenta particolari requisiti a comprova di loro abilità, che dettagliati qui vi esporremmo, onde vogliate attribuirvi quel valore, che nella vostra saggezza troverete il più adatto. [...] Per terzo concorrente abbiamo il sig. Lorenzo Barbirolli di anni quaranta. Regolari e lodevolissime sono le esibizioni dei requisiti voluti dall’avviso di concorso, tanto riguardo al morale che al fisico. A codesta rispettabile Magistratura offre egli inoltre: 1. Un certificato della Congregazione municipale di Rovigo, che ce lo presenta maestro di musica di quella città e da oltre dieci anni esercente l’impiego di maestro di capella in quell’insigne Colleggiata a sostituzione del di Lui maestro sig. don Andrea Rizzieri. Lo dichiara valentissimo teorico e fa

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elogio alla sua diligenza e capacità tanto riguardandolo compositore che suonatore. Il secondo certificato gli viene rilasciato dalla presidenza del nuovo teatro della Società di Rovigo. Desumesi da questo quanto buon esito avesse l’opera intitolata I Troiani in Laurento, da Esso Lui composta e con sommo applauso messa in su le scene e gli elogi riportati nella Gazzetta privilegiata di Venezia e nei fogli intitolati il Pirata ed il Figaro. Emerge pure dallo stesso quanto siasi sempre distinto e per sapere e per buon gusto nella produzione di ogni suo musicale componimento e nel prestarsi spontaneamente a maggior decoro de’ vari spettacoli dati in quella città medesima. Suo terzo requisito è l’aggregazione onorevole in qualità di maestro e compositore di musica all’Istituto filarmonico degli Anfioni di Verona. Ci porge per ultimo una raccolta di gazzette, di fogli letterari, di composizioni poetiche in di Lui elogio stampate, da cui desumesi che taluna delle stesse gli viene dedicata da Signora da Lui istrutta nella musica. Il foglietto Arti, teatri e letteratura da Lui prodotto ci dà un non comune elogio per la sinfonia da Lui composta ed eseguita in questo nostro Comunale Teatro. E per ultimo ci presenta due libretti dell’opera I Troiani in Laurento, quali provano che lo spartito che per la prima volta andò in iscena in Rovigo nell’autunno del 1836, nello stesso Teatro ebbe replica nella primavera 1837. a. Nel testo inoltra 5. 8 giugno 1839 Lorenzo Barbirolli segnala alla Magistratura Comunale di Ferrara la composizione da lui eseguita di una sinfonia per l’Accademia Filarmonica di Ferrara, in occasione della riapertura; la sinfonia è stata in seguito suonata dal maestro Zamboni per la rappresen-

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tazione de Il Furioso al Teatro Comunale e accolta dal pubblico con grande successo. Barbirolli chiede che la sua lettera venga unita alla pratica da lui già presentata per la richiesta di ammissione al concorso di maestro di musica. ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Istruzione pubblica. Scuole musicali, b. 1, fasc. 6.

All’Illustrissima Magistratura Comunale di Ferrara Illustrissimi signori Rovigo, lì 8 giugno 1839

Onorato dalla Direzione dell’Accademia Filarmonica di Ferrara di una sua lettera datata 11 maggio anno corrente che qui unisco, nella quale si è degnata quella rappresentanza di mostrarmi il suo parziale aggradimento per una sinfonia espressamente scritta all’occasione della riapertura della sulodata Accademia Filarmonica; nonché di ascrivermi nell’albo de’ socii onorari e corrispondenti la medesima, ho creduto mio dovere far conoscere quest’atto all’Accademia suddetta, il quale partendo da’ suoi concitadini mi riesce sempre più onorevole e mi dà fiducia che servirà a compimento delle prove necessarie per essere amesso all’impiego di maestro di musica in questa Comune. Né posso anche occultare un fatto seguito dopo che la sinfonia venne esposta all’Accademia, il quale partendo dall’Eccellentissimo maestro e direttore sig. Zamboni, oltreché prova la buona armonia che regna fra di noi, dà un saggio non dubbio dell’agradimento particolare che ottenne la mia sinfonia dal sulodato maestro. Allorquando fu esposto per due sere sulle scene di questo Teatro Comunale il Furioso, il sig. Zamboni personalmente mi chiese la predetta sinfonia da suonarsi in luogo di quella dello spartito e, siccome io non ne era più il padrone, così si rivolse in seguito alla Direzione dell’Acca-

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demia suddetta, che graziosamente gliela prestò e fu eseguita per le dette due recite con molto impegno e del sig. direttore Zamboni e dell’orchestra tutta, per cui ebbi avviso a Rovigo che ottenne il generale suffraggio. Prego dunque le Signorie Loro a voler degnarsi di unire alla posizione la qui unita lettera e far noti al Consiglio i fatti fin qui narrati, onde rendere essi persuaso vi è più il Consiglio di essere capace di sostenere l’impiego da me ricercato. Certo d’essere pienamente favorito dalla connaturale loro gentilezza, mi onoro di protestarmi con distinta stima e rispetto Delle SS.LL.II.

Umilissimo devotissimo servo Lorenzo Barbirolli

6. [1839] I professori dell’orchestra del Teatro Comunale di Ferrara scrivono al gonfaloniere per appoggiare la nomina di Lorenzo Barbirolli a maestro di musica della città. ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Istruzione pubblica. Scuole musicali, b. 1, fasc. 6.

All’Illustrissimo Signore Il Sig. Conte Gonfaloniere di Ferrara

Supplica con cui si chiede venga eletto a maestro di musica in questa Comune il sig. maestro Lorenzo Barbirolli per le ragioni di cui entro Per i professori dell’orchestra del Teatro Comunale di Ferrara

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Eccellenza I professori d’orchestra del Teatro Comunale avendo saputo che il Consiglio va a radunarsi nel giorno di venerdì 14 corrente per scegliere il maestro di musica e che tra concorrenti avvi il sig. maestro Lorenzo Barbirolli attuale maestro di Rovigo, del quale per il fatto e del Carnevale scorso e di altre circostanze hanno potuto conoscere la somma bravura nella musica sia per l’esecuzione come per la direzione e, ciocché viepiù interessa, la perfetta intelligenza ed i cortesi modi coi quali trattava qualunque adatto allo spettacolo musicale, per cui si fanno arditi all’appoggio di questi fatti a supplicare l’E.V. affine si degni di far conoscere al Consiglio la viva brama che hanno i supplicanti venga fatto il suddetto sig. maestro Lorenzo Barbirolli in maestro di musica del Comune, certi che non erreranno nella scelta, giacché la di lui abilità è provata non da soli documenti scritti, che non v’ha dubbio siano essi veritieri, ma da fatti avvenuti sott’occhio di tutti che gli meritarono l’universale approvazione che... Gio. Battista Giglioli Pietro Sarti Nemesio Manfredini Pietro Carrara Luigi Livraghi Antonio Campagna Gaetano Storari Luigi Sarti Benetti Giovanni Francesco Lelmi Eugenio Mazzolani Giuseppe Cavallina

Pietro Callegari Legnani Francesco Luigi Ferranti Borzani Assuero Carlo Lioraghi Giovanni Vacchi Luigi Clupini Gaetano Masini Gaetano Destefani Giuseppe Ferranti Luigi Ferranti

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7. 26 giugno 1839 Il Legato di Ferrara card. Giuseppe Ugolini approva la nomina di Lorenzo Barbirolli a maestro di musica della città. ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Istruzione pubblica. Scuole musicali, b. 1, fasc. 6 (prot. generale n. 1892 del 1839. Arti e professioni. Maestri di musica. [Accorpata al prot.] N. 481).

Sig. Conte Gonfaloniere di Ferrara Illustrissimo signore Approvo l’atto consigliare 14 corrente, portante la nomina del sig. Lorenzo Barbiroli in maestro di musica di questa città, e così fatto riscontro al foglio di V.S. Illustrissima 20 andante n. 1590, mi protesto con distinta stima Di Vostra Signoria Illustrissima

Affezionatissimo di cuore Il Legato D. card. Ugolini

Ferrara, 26 giugno 1839 Segue nota del gonfaloniere Masi per l’ufficio di Computisteria. 3 luglio 1839 Si partecipi all’eletto e si predisponga la di lui regolare installazione, di cui sarà dato avviso alla Computisteria. Il Gonfaloniere C. Masi 8. 20 luglio 1839 Lorenzo Barbirolli lamenta l’inadeguatezza dell’alloggio assegna-togli e chiede che gli venga procurata un’abitazione più adeguata ai bisogni della sua famiglia.

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ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Istruzione pubblica. Scuole musicali, b. 1, fasc. 6.

A Sua Eccellenza Il Sig. Conte Cosimo Masi Gonfaloniere di Ferrara

Eccellenza Assai mi dolse d’aver fatto nella decorsa settimana inutilmente il viaggio e sopratutto di non aver potuto inchinare V.E. e porgerle i dovuti ringraziamenti. Ò veduto nuovamente la casa a me destinata e sempre più mi confermo esser quella disadatta alla mia famiglia; laonde conoscendo a tutte prove la bontà di Lei, mi fo ardito a supplicarla onde fosse compiacente di cercar miglior temperamento in proposito, cioè se fosse possibile, che dessa venisse da me affittata, onde procurarmene un’altra più opportuna a’ miei bisogni. Devo innoltre pregar l’E.V. onde siami rilasciato colla massima sollecitudine un certificato da cui risulti che io attualmente appartengo qual impiegato a codesta Comune, affinché possa dall’Autorità Superiore Pontificia invocar quell’abilitazione di grazia che mi sollevi in gran parte delle spese per l’esporto degli effetti di mia famiglia nello Stato di S. Santità. Certo dottor Antonio Armari mio amico fu da me incaricato di ricevere dall’E.V. il suddetto certificato. Prego frattanto l’E.V. d’aggradire l’assicurazione di quella stima che l’è ben dovuta e che con profondo rispetto le protesto sinceramente.

Di V.E. Umilissimo devotissimo servitore Lorenzo Barbirolli

Rovigo, 20 luglio 1839

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9. 31 agosto 1839 Lorenzo Barbirolli lamenta nuovamente l’inadeguatezza dell’allog-gio assegnatogli e chiede che vengano eseguite le riparazioni necessarie. ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Teatri e spettacoli, b. 43, Virtuosi di musica e canto. Eccellenza Avendo l’umile sottoscritto maestro di musica di questa Comune visitato nuovamente il quartiere a lui destinato da V.E., ha osservato essere questi mancante d’un camino ad uso di cucina, cosa indispensabile a qualunque famiglia, più il pavimento in qualche disordine e mancanti le finestre d’alcune lastre. Egli è perciò che supplica l’Eccellenza Vostra a voler avere la bontà di sollecitamente far riparare queste mancanze, che quantunque sieno di poco rilievo, pure si rendono indispensabilissime. Lusingato d’ottennere dalla bontà di V.E. l’esaurimento dell’umile sua dimanda, ne anticipa li dovuti ringraziamenti.

Umilissimo devotissimo servitore Lorenzo Barbirolli

Ferrara, lì 31 agosto 1839 10. 26 settembre 1839 Lorenzo Barbirolli comunica al Gonfaloniere di Ferrara Cosimo Masi la composizione di una Messa da eseguire con piena orchestra e cantanti per la commemorazione dei defunti; chiede, inoltre, che la Magistratura comunale proceda a stanziare fondi sufficienti per l’esecuzione e che provveda alla nomina di un tenore.

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ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Istruzione pubblica. Scuole musicali, b. 1, fasc. 6.

A Sua Eccellenza Il Sig. Conte Cosimo Masi Degnissimo Gonfaloniere di Ferrara Per Lorenzo Barbirolli maestro di musica della Comune che chiede com’entro

Eccellenza Allorché l’umile sottoscritto assunse l’incarico di maestro di musica della Comune onorato della nomina, gli fu ingiunto oltre ad altri obblighi, quello di prodursi in due anniversari con due musiche ecclesiastiche. Egli ha impronta una Messa che servir deve per la commemorazione de’ morti con piena orchestra e buon nume-ro di cantanti ed avutone discorso coll’anziano sig. Conte Saracco primo della Commissione del Comunale Cimitero, questo signore gli fece conoscere esser meschino l’assegno per la musica, e qui trattassi di molte prove. Siccome poi fra gli artisti e dilettanti di questa città non vi ha un tenore, che sia adattato per esaurire la parte interessante, il sottoscritto diresse alla Magistratura comunale per farne la domanda, acciò lo abilitasse a trovare un soggetto capace ed ottenere nel tempo stesso un aumento alla somma assegnata. Egli ne avvanza rispettosa istanza a V.E. per quelle provvi-denze che si crederanno necessarie ad accordare al petente la grazia che domanda, trattandosi che essendo questa la prima produzione che dà al Pubblico, da questa dipender può il suo onore che molto le sta a cuore, massime quando è unito alla protezione di V. Eccellenza, e con profonda stima si sottoscrive

Lorenzo Barbirolli Maestro di musica

Ferrara, 26 settembre 1839

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11. 6 febbraio 1840 Lorenzo Barbirolli comunica al Gonfaloniere di Ferrara Ippolito Saracco la composizione di un Capriccio, che verrà musicato durante una rappresentazione d’opera. ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Teatri e spettacoli, b. 43, Virtuosi di musica e canto.

A Sua Eccellenza Ippolito conte Saracco Gonfaloniere di Ferrara

Eccellenza! Affidato nella benignità di codesto Magistrato, mi faccio animo di prevenirlo che nella sera dell’8 corrente, fra i due atti dell’Opera, sarà eseguito dall’orchestra un Capriccio di musica concertato colla Banda militare. È una povera mia composizione nella quale ho impiegato i momenti avuti liberi dagli obblighi assunti con questa città. E come mi è grato il soggiornare in essa, dove mi accompagna il compatimento delle Autorità e dei cittadini, posso dire che il Capriccio suddetto mi è stato dettato dal sentimento che provo di vera riconoscenza in riguardo de’ miei protettori. Voglia la S.V. Illustrissima ben accogliere l’invito e le dichiarazioni che rispettosamente vengo a dirigerle, nell’atto che ho l’onore di protestarmi con profonda stima

Umilissimo devotissimo servo Lorenzo Barbirolli Maestro di musica

Ferrara, 6 febbraro 1840

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12. 20 aprile 1843 Lorenzo Barbirolli scrive al Gonfaloniere di Ferrara Ippolito Saracco lamentando l’insubordinazione di un suo allievo, sorpreso nel prendere lezioni da un altro maestro. ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Istruzione pubblica. Scuole musicali, b. 1, fasc. 6 (prot. generale n. 910 del 1843. Arti e professioni. Alunni di canto).

A Sua Eccellenza Il Sig. Conte Ipolito Saracco Degnissimo Gonfaloniere di Ferrara

Eccellenza Non posso dispensarmi di ricorrere all’Autorità di V.E. per esser indenizato di un torto ed offesa fattami da un mio scolaro. Giorni sono essendo passato a dar lezione ad una signorina, ho sentito il giovine Giorgio Barbieri, detto Lusori, che prendeva lezione da un maestro che abita nell’appartamento superiore alla suddetta signorina e precisamente studiava un versetto da Chiesa. Questo fu un affronto che io non potei soffrire sapendo che li scolari della Comune da me diretti devono esser a me subordinati e che non si devono esporre se non col mio consenso e quando io li avessi trovati capaci a prodursi in pubblico. Io ricorro alla Superiorità di V.E. perché voglia chiamar il detto soggetto a farle conoscere il torto che ha di lasciarsi circuire da altri per esporsi senza il consenso del suo maestro le di cui mire sono di volerli perfezionati nella sua professione e chiedo rispettosamente che si degni l’E.V. di far conoscere questa intenzione anche agli altri scolari mediante

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una lettera a me diretta da comunicare tale disposizione ai scolari medesimi. Con tutta la stima e considerazione mi protesto d’essere Di V. Eccellenza

Umilissimo devotissimo servitore Lorenzo Barbirolli

Ferrara, 20 aprile 1843 Segue nota del gonfaloniere Saracco. 21 aprile 1843 Provveduto con ammonizione fatta al giovine studente Il Gonfaloniere I. Saracco 13. 25 gennaio 1845 La Direzione dei Teatri e pubblici spettacoli propone alla Municipalità l’acquisto del pianoforte del maestro Barbirolli, al prezzo di 74 scudi. ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Teatri e spettacoli, b. 43, Virtuosi di musica e canto.

Illustrissimo Sig. Marchese Alessandro Fiaschi f.f. di Gonfaloniere Ferrara Ferrara, lì 25 gennaio 1845

Illustrissimo Signore Essendosi conosciuto per pratica che di continuo vi sono pezzi di musica con accompagnamento d’arpa al quale si sostituisce

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il pianoforte e che le imprese non ne possono rinvenire dai particolari; giacché il maestro Barbirolli è per cedere il suo, buono e per scudi 74, in buonissimo stato di Vienna con coperta di pelle, noi saremmo a proporne a V.S. Illustrissima l’acquisto, affidandolo alla Direzione Teatrale e tutte le volte che le imprese ne abbisognassero, sì per la scena che per darlo a casa di qualche distinto artista di canto prestarlo garantito e sotto una tassa di nolo, di modo che col tempo ricuperarsi dall'azienda comunale la spesa dell’acquisto, che secondo noi ci sembra indispensabile. Tanto ci occorre significare a V.S. Illustrissima mentre con distinta stima e rispetto ci protestiamo Di V.S. Illustrissima

Per la Direzione Umilissimo devotissimo servitore Cosimo Masi

Segue nota del Gonfaloniere. 13 febbraio 1845 Si riscontri che per ora si soprasede all’acquisto del piano forte cui si penserà alla rinnovazione generale del teatro se si crederà opportuno. Il Gonfaloniere

14. 28 giugno 1846 La Direzione dei Teatri e pubblici spettacoli propone una gratificazione per il maestro Barbirolli per aver suonato il pianoforte in occasione dello spettacolo della precedente primavera. ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Teatri e spettacoli, b. 43, Virtuosi di musica e canto.

S.E. Sig. Marchese Cav. Gonfaloniere Ferrara

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Ferrara, li 28 giugno 1846

Eccellenza Nello spettacolo della scorsa primavera, la mancanza dell’arpa ha reso necessario di adoperare il prof. Barbirolli per suonare invece il piano forte di Francia che si prese a nolo dal sig. Zanotti. Siccome egli non è obbligato a prestare tale servizio, così sembra doveroso l’accordargli una gratificazione che noi proponiamo in tre napoleoni d'oro da 20 franchi l’uno. Essendo esauriti i fondi esistenti presso questa Direzione per le spese dell’orchestra, non abbiam potuto eseguir noi il suddetto pagamento. In attenzione quindi del relativo mandato, abbiamo l’onore di protestarci Di V.E.

La Direzione Umilissimi devotissimi servitori Giovanni Gulinelli

Segue nota del Gonfaloniere. 15 luglio 1846 Alla Computisteria per la spedizione di un mandato di scudi 11.13 a favore del professore Barbiroli e ne vien proposto. Il Gonfaloniere F. Canonici

15. 5 febbraio 1847 Lorenzo Barbirolli rappresenta alla Direzione dei Teatri e pubblici spettacoli alcune considerazioni relative all'insegnamento del canto agli allievi della scuola comunale di musica.

ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Istruzione pubblica. Scuole musicali, b. 4, fasc. 5.

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Alla Nobile Direzione dei Teatri e pubblici spettacoli in Ferrara

Illustrissimi signori Nell’accusare che fo’ ricevuta dell’ossequiato foglio delle SS.LL. Illustrissime 27 perduto gennaio di n. 1821 coll’annesso estratto della consigliare seduta 23 settembre ultimo, non so dispensarmi per dovere del mio istituto di rappresentare alcune mie osservazioni in argomento all’articolo II dell’estratto medesimo, che ragguarda l’istruzione nel canto di dieci maschi e sei donne pe’ cori in Teatro almeno tre volte per settimana. Piacemi quindi subordinatamente ma con tutta ingenuità significare alle SS.LL. Illustrissime non potersi sperare l’enunciato effetto espresso dal voto consigliare, sì perché dovendosi istruire persone affatto idiote nella musica, l’insegnamento dev’essere individuale, e non cumulativo o generale, e perciò nelle dodici prescritte lezioni mensili, quattro sopra i sedici proposti apprendisti rimarebbero privi d’istruzione; sì perché la teoria musicale può communicarsi a più d’uno, e molto ne possono approfittare, ma l’esercizio vocale all’allunno, che lo si vuole un giorno istrutto e non orecchiante, dev’esser, come più sopra diceva, onninamente individuale. Laonde avuto riguardo che il buon coro si ottiene da ottime guide, così sarei di rassegnato avviso che potendosi ad ogni due anni formarsi sette sicure ed idonee guide, quattro cioè di uomini e tre di donne, col prescritto numero di lezioni, oserei ripromettermi di un esito migliore, di servire al mio onore e di

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viemeglio corrispondere alle belle intenzioni di cotesta illustre Magistratura, qualora di simile guisa piaccia alle SS.LL. Illustrissime modificare il ripetuto II articolo dietro la consigliare sanzione; in seguito di che pregherei le SS.LL. Illustrissime affinché all’ideato scopo fosse poi colle stampe pubblicata tale provvida misura, a vantaggio precipuamente di tutti coloro che amassero profittarne, non potendo altrimenti io rispondere, nella mia specialità del rinvenimento di soggetti volonterosi d’apprendere il canto. Temerei di mancare al più sacro de’ miei doveri ed a quella fiducia che le SS.LL. Illustrissime degnarono di riporre in me, non rassegnando siccome fo’, queste qualunque mie osservazioni d’arte intorno a taluno degl’obblighi che attribuirono al mio ministero e che si compiacquero communicarmi col sucitato LL. venerato foglio. Passo frattanto pieno di stima e di considerazione a rassegnarmi con tutto l’ossequio Delle SS.LL. Illustrissime

Umilissimo e devotissimo servitore Lorenzo Barbirolli

Ferrara, 5 febbraio 1847 16. 11 marzo 1847 In riferimento all’istruzione di pianoforte di alunni del Comune, Lorenzo Barbirolli prega il sig. Antonio Boldrini di non prevedere per lui carichi troppo onerosi di insegnamento.

ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Istruzione pubblica. Scuole musicali, b. 4, fasc. 5.

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Al molto Illustre Signore Il Nobil Sig. Antonio Boldrini S.R.M.

Stimatissimo signore Ieri sera feci riflesso alle sue parole circa la nuova istruzione di pianoforte da darsi ai giovani alunni del Comune. Io la pregherei di non progettare altri obblighi per me, giacché mi pareva d’averne abbastanza col dare 6 ed anche 7 lezioni per settimana piuttosto che tre come costa dal nuovo capitolato; che se al momento mancasse il numero degli allunni, io mi occuperò sempre per quelli che vi saranno al presente. Rifletta alle molte mie occupazioni ed al mio emolumento inferiore agli altri maestri. Mi continui la sua protezione e mi creda con distinta stima e rispetto Di Lei servitore umilissimo

Lorenzo Barbirolli Casa, 11 marzo 1847

17. 20 novembre 1848 I membri dell’orchestra del Teatro Comunale di Ferrara scrivono al Gonfaloniere auspicando che le voci circolanti sul possibile trasferimento del maestro Barbirolli a Roma si rivelino infondate e gli rappresentano la loro stima per il maestro. ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Teatri e spettacoli, b. 43, Virtuosi di musica e canto.

A Sua Eccellenza Il Signor Gonfaloniere di Ferrara

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Per gli Artisti d’Orchestra Comunale di Ferrara

Eccellenza Con sorpresa de’ sottoscritti Artisti di questa Comunale Orchestra, viene ad esso loro rappresentato dalla viva voce del maestro comunale di musica signor Lorenzo Barbirolli, come circoli un’istanza diretta a cotes’inclita Magistratura dalla quale si deduce essersi determinato egli di emigrare da Ferrara per istabilirsi a Roma. Se di sorpresa fu ai sottoscritti tale novella, molto più senssibile ed affliggente si rese all’animo del Barbirolli, giacché dichiarò che nemeno un’idea ebbe a formare in proposito, che troppo ingrato si riterebbe e presso cotest’Illustrissima Magistratura e presso Ferrara tutta, qualora a tale passo giungesse, e sì inurbanamente! Conoscendo per propria scienza i sottoscritti l’idoneità positiva del maestro Barbirolli per sostenere onorevolmente la sua qualifica, il niun pensiero ch’egli possa avere per licenziarsi da Ferrara e l’esattezza con cui adempie a’ suoi doveri sotto ogni rapporto, sono altrettanti motivi che incoraggiano i sottoscritti per pregare cotest’Illustrissima Magistratura a dar bando a qualunque inchiesta che potess’esserle presentata in argomento, onde sostituire altro soggetto, che dicesi essere il signor maestro Timoteo Pasini, al disimpegno delle attribuzioni del maestro Barbirolli, giusta le ragioni sovraesposte. Ferrara, 20 novembre 1848 Luigi Livraghi Enrico Cagnoni Gioachino Vacchi Alessandro Legnani

Gaetano Storari Luigi Tagliati C. Mornasi direttore della Banda Civica

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Luigi Altinieri Antonio Pavani Pietro Carrara Giuseppe Gastaldi Giuseppe Ferranti Giovanni Vacchi Francesco Legnani Gaetano Destefani Alessandro Gessi Massari Luigi Ferranti Francesco Giuseppe Cavallina Ferranti Luigi Camillo Tasso

Luigi Sarti Pietro Pardi Borzani Assuero Francesco Lelmi Giglioli Gio. Battista Vincenzo Bonati Enrico Manfredini Gaetano Mazzoni Giuseppe Leziroli, Direttore dei cori Gio. Battista Brondi Bianchi Antonio, Guida de’ secondi tenori dei cori

18. 14 luglio 1855 Lorenzo Barbirolli esprime il suo giudizio negativo sull’allievo Tamarozzi, auspicando che la Magistratura non accolga l’istanza dell’allievo di essere ammesso alla scuola comunale di canto. ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Istruzione pubblica. Scuole musicali, b. 1, fasc. 6 (prot. generale n. 3109 del 1855. Istruzione. Scuola di canto).

All’Illustrissima Magistratura della città di Ferrara

Illustrissimi signori Allora quando l’umile sottoscritto maestro di musica comunale ricevette l’istanza del sig. Tamarozzi compiuto appena un anno, credette opportuno avvisarlo che pel venturo Carnevale rimarebbe un posto libero per la scuola di canto,

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riserbandosi di sentire al momento quali fossero i suoi mezzi di capacità. Dietro esperimento di se stesso ch’ebbe luogo lo scorso Carnevale in teatro nell’opera il Macbet in una seconda parte di poche parole che per forza egli volle fare, per cui si dovette levarlo dalla scena onde evitare uno scandalo, io mi teneva sicuro ch’egli non avrebbe azzardato rinnovare l’istanza per essere ammesso alla scuola. Ecco adunque la mia sincera opinione in relazione alla seconda istanza. Il Tamarozzi possiede soltanto discretto volume di voce cattiva, atta soltanto per cantare in mezzo al coro dei bassi per esser condotto da essi, non avendo memoria di ricordare alcun motivo, e ciò per sincera relazione del mio allievo sig. Tagliati ora distinto maestro dei cori. Negativo assolluto nel tempo e nell’intonazione per cui non potrebbe neppure diventare mediocre seconda parte. Sia ben certa codesta Illustrissima Magistratura, che tutte le istanze a me passate e non evase, sono state poco più o meno simili a quella del sig. Tamarozzi, e che i miei allievi di canto comunali che attualmente trovansi quasi tutti sulle scene, io stesso gli esortai a concorrere, avendo conosciuto in loro vera disposizione pel canto e tutte le loro istanze dirette a quest’inclito Municipio sono state da me stesso dettate. Data così evasione al secondo ricorso del nominato Tamarozzi, altro non mi resta, che di ossequiosamente rassegnarmi Delle SS.LL. Illustrissime

Umilissimo devotissimo servitore Lorenzo Barbirolli

Ferrara, 14 luglio 1855

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Segue nota del f.f. Gonfaloniere. 20 luglio 1855 Ritenuta la presente informazione, non si fa luogo alla istanza del Tamarozzi che chiedeva di essere ammesso alla scuola di canto. Pel Gonfaloniere F. Pasetti 19. 5 agosto 1855 Lorenzo Barbirolli chiede alla Direzione del Teatro Comunale un aumento dello stipendio, segnalando una disparità nel trattamento economico del maestro di musica rispetto al compenso riservato alle guide; presenta l’elenco dei nominativi dei coristi, proponendo una suddivisione in tre classi e formula alcune considerazioni sulla condotta dei coristi e sull’andamento delle prove. ASCFe, Commissione Pubblici spettacoli, b. 78, fasc. 1855.

All’Illustrissima Direzione del Teatro Comunale di Ferrara

Illustrissimi signori Riscontro il rispettabilissimo loro foglio n. 2175 in data delli 3 agosto corrente, risguardante le osservazioni da farsi sugli individui che compongono il coro di questo Teatro Comunale per il nuovo contratto. E primieramente preso in considerazione l’elenco di essi coristi, trovo necessario osservare che la paga di bajocchi 50 al maestro non è proporzionata, mentre sonovi due guide l’una che percepisce bajocchi 60 e l’altra 55; innoltre che dopo la morte di Lezzirolli il coro rimase privo di una guida, quindi crebbe neces-sariamente la fatica al maestro. Per la qual cosa sarebbe mia opinione che considerate le precedenti cose e avuto riguardo alla responsabilità, fatica, studio e condizione del predetto maestro a confronto di questi altri, egli dovesse almeno

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meritare 64 bajocchi, aumento di poca entità, ma che solo lo distingue nel suo grado presso di questi. Che se poi questa rispettabile Direzione non trovasse tale aumento convenevole, in allora, mi sia permesso il dirlo, sarebbe necessario diminuire le paghe alle suddette guide onde non oltrepassare quella del maestro. Conseguentemente prendendo in considerazione il corpo dei coristi tanto uomini che donne, rispettivamente alle paghe, sarei d’avviso dividere detto coro in tre classi, e addattare a secondo sì del merito che dei mezzi di voce di ciascuno la paga che può meritare, perciò sentito il parere del maestro dei cori, ho trovato disporre le classi come apparisce nell’accluso elenco, lasciando interamente la facoltà alle SS.LL. Illustrissime di distribuire la somma che verrà erogata per il loro in ordine alle accennate classi. Sul personale di essi individui poi, rendo noto alle SS.LL. Illustrissime, che nulla avvi in contrario, solo facendo constare che certo Bertucci di questa città, scolare comunale, possiede voce acuta, quindi sempre necessaria per li primi tenori del nostro coro; oltre a ciò conoscendo la musica sufficientemente potrebbe un giorno divenire guida. Questo sarebbe capace sostituire il posto di Turroni Gaetano cesenate, intromesso nel coro dall’impresario Santini ed accettato dalla nobile Direzione d’allora per un bienio. Lascio però al prudente e saggio parere di questa rispettabile Direzione la scelta fra questi due individui, onde nona compromettermi in faccia al Turroni, se mai dovesse rimanere escluso dal posto. Interpellato da ultimo il maestro dei cori sulla condotta dei coristi riguardo alle prove, mi disse che Carriani, ed in specialità Bida, Tassoni e Bonzagni sono alquanto irrequieti e particolarmente allorquando gli è necessario prolungare le prove dal consueto, ciò trovo necessario farlo consapevole alle SS.LL. Illustrissime, onde prima di stringere il nuovo contratto le facciano opportuna ammonizione a scanso d’inconvenienti.

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Tanto ad evasione del rispettabilissimo loro foglio mentre con tutta stima ed ossequio ho l’onore di protestarmi Delle SS.LL. Illustrissime

Umilissimo devotissimo servitore Lorenzo Barbirolli

Ferrara, 5 agosto 1855 a. Nel testo non ripetuto 20. 8 novembre 1855 Lorenzo Barbirolli inoltra all’amministrazione comunale la domanda di assentarsi per qualche giorno da Ferrara e recarsi a Padova per eseguire una propria composizione nella Basilica del Santo. ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Istruzione pubblica. Scuole musicali, b. 1, fasc. 6 (prot. generale n. 4934 del 1855. Magistrati. Impiegati).

All’Illustrissima Magistratura Comunale di Ferrara

Illustrissimi signori Onorato del distinto incarico dall’illustre Istituto filarmonico di S. Cecilia in Padova di eseguire nella Chiesa del Santo una mia musica nel giorno 22 del corrente mese, per solennizzare la festa della Santa martire, per scelta fatta sulla mia insufficienza, mi permetterei pregare la bontà delle SS.LL. Illustrissime onde ottennere il permesso di assentarmi per alcuni giorni da Ferrara al riferito oggetto; cogliendo in tal occasione l’opportunità di portar meco colà due ferraresi, uno de’ quali mio allievo cioè il sig. Pietro Bignardi, sperando sarà

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per corrispondere alla aspettativa che io ho di lui, essendo l’altro il bravo professor Cagnoni che attualmente trovasi al teatro di Treviso, il quale a mia inchiesta graziosamente mi favorisce. Nella fiducia di vedere esaudite le mie preghiere dalle SS.LL. Illustrissime ho l’onore di rassegnarmi Delle SS. LL. Illustrissime

Umilissimo devotissimo servitore Lorenzo Barbirolli

Ferrara, 8 novembre 1855 Segue nota del f.f. Gonfaloniere. 8 novembre 1855 Accordiamo al professor Barbirolli di assentarsi per due settimane all’oggetto entro indicato. Se ne avvisi la Deputazione teatrale.

Pel Gonfaloniere

R. Manfredini 21. 9 gennaio 1861 Lorenzo Barbirolli comunica alla Direzione teatrale il buon esito delle prove per la rappresentazione de La sonnambula. ASCFe, Commissione Pubblici spettacoli, b. 31 (1861). Cfr. Fig. 26.

All’Illustrissima Direzione teatrale Ferrara

Illustrissimi Signori Dichiaro che dietro le ultime prove fatte della Sonnambola li cantanti esercitano la loro parte convenientemente bene e così

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del resto porto speranza di un buon successo nelle rappre-sentazioni che con questa sera si vanno ad incominciare. Delle SS.LL. Illustrissime

Umilissimo devotissimo servitore Lorenzo Barbirolli

Ferrara, 9 gennaio 1861 22. 11 gennaio 1861 Lorenzo Barbirolli comunica all’impresario Virgilio Govoni che il baritono Sarnesi non è pronto per partecipare alla rappresentazione de L’Ebreo. ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Teatri e spettacoli, b. 43, Virtuosi di musica e canto.

Al Pregiatissimo Signore Il Sig. Virgilio Govoni Impresario del Teatro Comunale di Ferrara

Carissimo Impresario Avendo avuto avviso da voi sino dal 9 corrente di dar principio alle prove di cembalo dello spartito L’Ebreo ossia Lida di Granata con i rispettivi artisti che devono farne parte onde poterlo concertare per indi passare in orchestra affine di andare in iscena col giorno 24 gennaio come mi vorreste obbligare in unione alla compagnia; debbo però prevenirvi che il baritono sig. Sarnesi non è a portata per adesso certamente di cogli altri cantanti di potersi concertare, quindi non potendo garantirmi mi ritengo sciolto da qualunque responsabilità su questo rapporto e frattanto credetimi con stima

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Il vostro affezionatissimo amico e maestro concertatore Lorenzo Barbirolli

Ferrara, 11 gennaio 1861 23. 20 marzo 1863 Lorenzo Barbirolli scrive al Consiglio comunale di Ferrara rispondendo a sua discolpa alle accuse a lui rivolte. ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Istruzione pubblica. Scuole musicali, b. 1, fasc. 6.

All’Illustrissimo Consiglio municipale di Ferrara Per Lorenzo Barbirolli

Illustrissimi signori Fra pochi mesi andrebbero a compiersi ventiquattro anni di onorato servigio che Lorenzo Barbirolli presta a codest ‘Illustrissimo Municipio come maestro di musica e concertatore nelle opere che almeno in due stagioni dell’anno si eseguiscono nel Teatro Comunale. Ora però è venuto a cognizione come codesto consigliare consesso sia per dichiarare la sua insufficienza a quell’esercizio che professò per tanti anni, avvalorata poi dalla costante malferma sua salute, e per soprapiù dal mal contento espresso già da qualche anno da’ Signori Direttori degli spettacoli teatrali. A siffatti lagni per lui affatto nuovi ed a’ quali non può rimanere certamente insensibile il proprio animo, non gli verrà vietato di sommessamente rispondere. 1. Che nel decorso di tanti anni non ebbe a ricorrere ad alcuno per affrontare spartiti d’alta difficoltà, con soddisfazione

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sempre degl’artisti cantanti tanto di sommo merito quanto di minore abilità; e se gli si vuole addebitare imperizia nell’ultimo spartito del Lorenzino de’ Medici, perché tarda ne veniva l’esecuzione nelle prove, fu colpa per non dir raggiro dell’impresario il quale per ben più giorni lo aveva affidato al sig. maestro Pasini; e soltanto al punto della prima prova di camera lo strasmise al Barbirolli; ma era sì imperfetto specialmente nelle parole tanto necessarie a rilevarsi dal maestro concertatore, che a rilento ne andava in conseguenza il proseguimento e di simile imperfezione nel citato spartito ne può far fede l’attuale onorevole Direttore signor conte Gherardo Prosperi. Senonché richiesta all’impresario stesso almeno la particella da suggerire, questa gli venne consegnata e tosto le prove procedettero sino alla nona con profitto de’ cantanti: dunque l’idoneità all’esercizio già da tant’anni intrapreso e professato dallo scrivente non sembra lesa né oscurata. 2. Come la salute dell’uomo sta nell’alternativa del ben’essere e talvolta del minor ben’essere, non può però argomentarsi da ciò che lo scrivente sia colpito ogn’anno ed in ogni stagione da malattie che lo si lascia riguardare come quasi cadavere ambulante. Che nella stagione vernale del 1856-57 egli cadesse in malattia d’infiamazione per cui fu costretto prevalersi dell’amicizia e gentilezza del sig. maestro Pasini a supplentarlo come maestro concertatore nello spettacolo di quel Carnevale è fatto incontrastabile; ma tale non fu la costipazione tracheale che lo minacciò nel gennaio 1863 che dista di sei anni dalla succennata malattia: e non fu certamente spontanea la volontà di cedere (sebbene temporaneamente e pel solo spettacolo del Carnevale) il suo posto; ma fu piuttosto per non ricusarsi alle pessanti sollecitazioni altrui che per proprio convincimento. 3. Rapporto poi al malcontento che vuolsi già da anni spiegato dai diversi Signori Direttori teatrali contro il Barbirolli, si

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prega le SS.VV. a degnarvi si aprire i protocolli municipali e teatrali da quasi ventiquattro anni a questa parte, osservando quegli atti e quelle lettere che ne’ suoi originali deggiono essere firmati dalle rispettive autorità e spera non troverete mai rinfacci per inesattezza dell’esponente ai propri servigi, mai per indocilità ai comandi di chi poteva e doveva comandargli, meno poi sulla incapacità al disimpegno delle attribuzioni commessegli, mirando poi sempre coll’adem-pimento de’ suoi doveri di trattare colla dovuta convenienza e stima tutti i direttori d’orchestra e quanti professori ebbe ad avvicinare ed a trattare. Non crederebbe il sottoscritto vano consiglio l’unire alla presente memoria e il certificato del proprio medico ed altro di due maestri in musica, mediante i quali intenderebbe provare non esser egli per rinunciare all’impiego che cuopre perché nella condizione di poter ancora proseguire né di provocare un soldo di ritiro, che attivo com’è ora gli procaccia annui scudi 180, pari a L. 957.60 e l’alloggio almeno per altri scudi 50 pari a L. 266. Veggasi l’ultimo Capitolato 23 settembre 1847. Quest’è quanto a lume del vero ed a propria giustificazione rispettosamente rassegna nell’atto che con tutto l’ossequio si rafferma Delle SS.VV. Illustrissime

Umilissimo ossequiosissimo servo Lorenzo Barbirolli

Ferrara, 20 marzo 1863 24. 19 aprile 1863 Lorenzo Barbirolli scrive al sindaco di Ferrara Varano respingendo le accuse a lui rivolte dall’impresario Govoni.

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ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Istruzione pubblica. Scuole musicali, b. 1, fasc. 6 (prot. generale n. 2604 del 1863. Istruzione pubblica. Maestri di musica. [Accorpato al prot.] n. 2264).

A Sua Eccellenza Il Sig. Marchese Varano Sindaco di Ferrara ed in sua assenza all’Illustrissima Aggiunta Municipale

Eccellenza Mediante consigliare decreto del 1839 Lorenzo Barbirolli fu eletto maestro comunale di musica in Ferrara ed il suo ministero lo esercitò senza interruzione, e tuttora lo esercita e lo adempirà sino a tanto che altra consigliare adunanza diversamente non si pronunci. Posto ciò lo scrivente per lo spartito della Lucia n’è stato il concertatore e le prove già hanno luogo ora in Teatro coll’orchestra: e se lo fu per questo spartito, ne conseguita in lui il pieno diritto di concertare come maestro, l’altro della Marta, anche perché trova il proprio nome segnato nel pubblicato Cartellone; se non ché trattandosi di un nuovo spartito per questo teatro, è in dovere il sig. impresario di farglielo tenere almeno due giorni prima delle prove in camera (giacché qui esiste da quindici giorni circa) onde evitare lo sconcio che avvenne per lo spartito non legibile del Lorenzino dello scorso Carnevale. A togliere poi ogni effetto della fanciullesca, ma sempre maliziosa protesta, che da ogni bocca sentesi ripetere, avanzata dal detto impresario alla Direzione teatrale, volendo ritenere responsabile il maestro concertatore dell’esito meno favorevole dello spettacolo; è il reclamante per ammettere anche l’ulteriore sagrificio, che cioè alle prove di camera sieno

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assistenti i maestri e professori che qui in calce possono notarsi, affinché dessi, e non gl’inscienti in musica, si degnino dichiarare e sull’idoneità di colui che concerta e dell’effetto del nuovo spartito. Sia della rettitudine e giustizia dell’Eccellenza Vostra il far ragione a quanto Vi vien chiesto dal devoto scrivente, chiamando cioè all’ordine il prefato impresario; e di valutare d’altra parte l’umiliazione in cui si è posto il ricorrente di mendicare testimoni per comprovare ch’egli può soddisfare il proprio dovere come lo ha fatto per ben ventiquattro anni, non già per tolleranza ma perché il suo onore, il suo amor proprio non gli avrebbero permesso di accettare attribuzioni, e volerle continuare, se non si sentisse da tanto per esaurirle. Ha frattanto l’onore di rassegnarsi Di Vostra Eccellenza

Umilissimo devotissimo osequiosissimo servo Lorenzo Barbirolli

Ferrara, 19 aprile 1863 Signori maestri e professori Raffaele Sarti e Carlo Mornasi maestri comunali Pasini Timoteo Mazzolani Antonio Guidoboni Gaetano

Rova Antonio Mazzolani Alessandro Pietro Calabria Ungarelli, maestro dei cori.

25. 12 maggio 1863 Lorenzo Barbirolli comunica la preparazione degli artisti impegnati nell’opera Il ballo in maschera di Giuseppe Verdi.

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ASCFe, Commissione Pubblici spettacoli, b. 33 (1863-64).

Ferrara, 12 maggio 1863

Attesta il sottoscritto che per tutto ciò che ha rapporto agl’artisti e primari e secondari che agiscono nella nuova opera Il ballo in maschera del maestro Verdi, lo spettacolo può mettersi in iscena potendo ripromettersi della buona sua esecuzione. Per quelle incidenze poi che non si possono né prevenire e spesso non impedire riguardanti l’incertezza del pubblico giudizio od altro, intende lo scrivente d’esserne pienamente esonerato dalla ben che menoma responsabilità.

Lorenzo Barbirolli Maestro concertatore

26. 1 gennaio 1865 Nota personale di Lorenzo Barbirolli, impiegato nell’ammi-nistrazione comunale di Ferrara, riferita al 1 gennaio 1865. ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Istruzione pubblica. Scuole musicali, b. 1, fasc. 6. Nota personale di ogni impiegato o salariato dall’Amministrazione Comunale di Ferrara riferita al 1 gennaio 1865 Cognome, nome e grado nell’impiego attuale Barbirolli Lorenzo, maestro comunale di musica. Data e luogo della nascita e paternità Nato nel 1800 a Rovigo da altro Lorenzo. Stato civile – se celibe, coniugato o vedovo, se ha prole e quale, se viva in famiglia e come composta

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Con moglie, nipote, figlia maritata con sette figli, e questa fuori di Ferrara. Studii percorsi, gradi accademici riportati, esami speciali sostenuti, abilitazioni, distinzioni speciali o decorazioni ottenute Studi percorsi sotto distinti maestri don Andrea Rizzieri e Luigi Ricci. Diplomi delle Accademie di S. Cecilia di Roma, degl’Anfioni di Verona, di S. Cecilia di Padova, di Ferrara, della Rossiniana in Pesaro. In via di esperimento messi in scena gli spartiti del Carnevale 1838 e ’39, dietro di che si ebbe la nomina e l’abilitazione a maestro comunale concertatore del Teatro. Professione, impiego od arte esercitata prima dell’attuale servizio comunale e se da ciò ne goda proventi e quali Prima di venire a Ferrara si era maestro di cappella a Rovigo e Concertatore di quel teatro; pei quali impieghi non si ebbe però né si ha pensione alcuna, avendo rinunciato al diritto per trasferirsi a Ferrara. Motivata esposizione dei desideri dell’impiegato, ragioni di reclamo e di istanza, anche se fatti preventivamente Visto insorgere alcune contrarietà senza di averle comunque meritate, si fece istanza per essere pensionato ma a soldo intero e col godimento dell’abitazione come si continuasse nel servizio attivo, siccome si ritiene ancora idoneo; e tutto ciò in riguardo a circa 27 anni di sempre onorato servizio, alla tenue misura dell’onorario mensile ed alla circostanza speciale di non aver ottenuto giammai il ben che menomo aumento sul soldo originario, siccome tutti gli altri impiegati comunali sono stati favoriti e distinti. Servizio prestato all’Amministrazione comunale dalla prima nomina a tutto il 1864 con indicazione delle date e degli annui emolumenti percetti in Lire italiane non computando la ritenuta per la pensione Data di nomina e promozione 13 settembre 1839

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Qualità dell’impiego sostenuto o in quale ramo del servizio Maestro di musica comunale e Concertatore del Teatro Emolumento annuo L. 957.60

Data di esibizione della presente 6 luglio 1865 Firma dell’impiegato o salariato Lorenzo Barbirolli

27. 7 maggio 1865 In risposta alle pressioni della Direzione Teatrale, Lorenzo Barbirolli rinuncia al ruolo di maestro concertatore e accetta il pensionamento dopo 27 anni di servizio, ponendo però alcune condizioni: di mantenere l’insegnamento di canto agli allievi comunali e la composizione delle musiche sacre come previsto da contratto; di vedersi accordata la pensione a soldo intero e di mantenere la disponibilità dell’abitazione. ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Istruzione pubblica. Scuole musicali, b. 1, fasc. 6 (prot. generale n 4262 del 1865. Istruzione pubblica. Maestri di musica. [Accorpato al prot. n.] 2264 del 1863).

Illustrissimo signore In data del 28 p.p. marzo, dietro a chiamata che ebbi dall’Illustrissima Direzione teatrale, rimisi a quegli Onorevoli Signori Direttori un rispettoso mio scritto, il di cui contenuto sarebbe qui troppo lungo da riferire, ma la conclusione del quale si era questa. Che io non per ritenermi incapace all’esercizio delle mie attribuzioni, anche quale maestro concertatore delle opere, bensì al solo fine di sottrarmi a dispiaceri sarei disposto dopo 27 anni ed oltre di onorato servizio, di rinunciare spontaneamente alla qualità appunto di maestro concertatore

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del Teatro, riservandomi però tanto l’istruzione nel canto degli allievi comunali e le musiche sacre di spettanza pure del Comune quanto la supplenza al nuovo maestro concertatore in caso di qualunque impedimento (ch’io per sentimento di giustizia ed amicizia insieme addittai nella persona dell’abile maestro ferrarese egregio sig. Timoteo Pasini); rinuncia d’altronde vincolata alla condizione, e non altrimenti, che mi venisse accordata la giubilazione a soldo intero, col godimento eziandio dell’abitazione siccome ho avuto dal primo giorno del mio servizio fino al presente (quantunque mancando la medesima di locali indispensabili anche ai bisogni d’una piccola famiglia, sia stato costretto di sostenere sempre, come tuttavia sostengo, la spesa annua di L. 47.88 d’affitto di una cucina e legnaia, quale somma viene da me pagata al sig. Luigi Massari affittuario del Comune dei suddetti locali). E questa condizione, confidentemente lo spero appoggiato all’intemerata rettitudine e giustizia della S.V. Illustrissima, non sarà riguardata al certo siccome un’esorbitante mia pretesa, e perché io non ebbi mai un aumento all’originario mio stipendio, che se l’avessi ottenuto al pari degli altri impiegati comunali non oserei fare rimarco, e perché trattasi di un soldo ridotto oggidì pressoché alla misura del salario di un portiere, e perché infine sarebbe troppo male retribuito – mi sia concesso il dirlo – con due sole terze parti di sì meschino emolumento, un impiegato che pel lasso di ben 27 anni prestò un servizio non mai ripreso né censurato. Ora dipenderà dal senno e dalla giustizia della S.V. Illustrissima il prendere una definitiva risoluzione su la presente mia esposizione di cose, aggiuntavi di nuovo la più formale riserva, che non vedendomi accordata la pensione a soldo intero e col godimento della solita casa benché ristretta, intendo rimaner fermo nel mio posto e ne’ miei diritti, di che tutto non potrei essere giustamente spogliato se non per dolosa mancanza a’ miei doveri.

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E con sentimenti di profondissimo ossequio ho l’onore di protestarmi Della S.V. Illustrissima

Umilissimo devotissimo servitore Lorenzo Barbirolli

Ferrara, 7 maggio 1865 28. 26 novembre 1867 Il sindaco Anton Francesco Trotti ringrazia la Direzione Teatrale della comunicazione della morte del maestro Lorenzo Barbirolli e si informa sui passaggi necessari alla sua sostituzione. ASCFe, Commissione Pubblici spettacoli, b. 75, fasc. 1867.

All’onorevole Direzione Teatrale Ferrara

Ferrara, lì 26 novembre 1867

Oggetto: Morte di Lorenzo Barbiroli. Mi professo tenuto alle SS. VV. Illustrissime della sollecita premura colla quale mi hanno informato della morte del maestro di musica comunale e concertatore delle opere in questo Municipale Teatro. Prego quindi la di Loro compiacenza a significarmi come si abbia a provvedere al rimpiazzo del decesso Barbiroli in occasione dello spettacolo di Carnevale ed in caso si volesse aprire apposito concorso favorirmi il relativo capitolato.

Il Sindaco Trotti

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29. 14 dicembre 1867 Bianca Guseo, vedova di Lorenzo Barbirolli, avanza la richiesta di un aumento della pensione a lei corrisposta dopo la morte del marito. ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Istruzione pubblica. Scuole musicali, b. 1, fasc. 6 (prot. generale n. 15085 del 1867. Censo. Pensioni).

All’Illustrissimo Sig. Regio Sindaco e Signori Assessori del Comune di Ferrara

Illustrissimi signori Mancato ai vivi nel giorno 19 p.p. novembre il professor Lorenzo Barbirolli maestro di musica presso l’eccelso Comune di Ferrara, la superstite di lui vedova qui sottoscritta si presenta ora alle SS.LL. Illustrissime, quali rappresentanti ed amministratori del Comune stesso, esponendo che a senso del Regolamento sulle pensioni comunali sono appena L. 22.00.6 mensili che ad essa competerebbero di diritto. La medesima qui non intende di enumerare titoli speciali al fine di ottenere un considerevole aumento, ma solo all’oggetto di conseguirne uno congruo almeno, si permette accennare ad alcune particolari circostanze, sperando che le lodate SS.LL. si compiaceranno averle in favorevole considerazione. E prima, la vedova Barbirolli è più che sessagenaria; di guisa che a peso del Comune non potrà che per poco assai fruire del beneficio della pensione. In secondo luogo, non ha figli dai quali sperare soccorsi; e d’altronde in ragione che l’età si avanza, i bisogni e quindi i dispendi si fanno sempre maggiori. Dappresso, va a perdere l’utile della pigione gratuita; cosicché al confronto di un vantaggio che cessa con uno scapito che nasce, si manifesta di per se stessa l’insufficienza dell’assegno in L. 22.00.6 mensili e per sopperire all’affitto di casa e per accorrere insieme alle necessità della vita.

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Inoltre, vivente il maestro Barbirolli la comunale Azienda non fu costretta di dispendiarsi doppiamente, con un soldo cioè di quiescenza a lui (il quale servì pure onoratamente per ben 29 anni) e con altro onorario a chi gli fosse subentrato nel servizio. Da ultimo, il maestro Barbirolli, disponendo nel 1856 di alcune sue musicali composizioni a favore di codesta spettabilissima Comunità, intese fin d’allora caldamente raccomandare alle SS.LL. Illustrissime la sorte economica della sottofirmata vedova dopo la di lui morte. Ed essa si appella precisamente a tutto ciò, onde considerato maturamente ogni motivo e massime quest’ultimo, si degnino le SS.LL. portare le prefatte L. 22.00.6 a quella misura che dalla Loro generosità e rettitudine sarà meglio consigliata. Intanto nella fiducia di ottenere quanto implora, si pregia confermarsi con sentimenti di rispetto profondo e di anticipata riconoscenza. Delle SS.LL. Illustrissime

Umilissima devotissima serva Bianca Guseo vedova Barbirolli

Ferrara, 14 dicembre 1867 Note dell’amministrazione. 23 dicembre 1867 All’ufficio di computisteria per informazione Il sindaco A. Trotti Lì 31 gennaio 1868. In forza degli articoli 1, 10, 11 e 15 combinati insieme del vigente Regolamento 6 marzo 1867, avendo il defunto Barbiroli servito il Comune per anni 29 e cioè dalli 14 giugno 1839 alli 19 novembre passato; e l’ultimo suo triennale stipendio essendo stato di annue L. 957.60, la sua vedova

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Bianca Guseo ha diritto a conseguire una pensione vitalizia di annue L. 231.42, pari a mensili L. 19.28. Brina Alla Giunta Municipale Il Sindaco Bresciani assessore 30. 14 dicembre 1867 Ugo Laurenti consegna al sindaco di Ferrara Anton Francesco Trotti gli spartiti di alcune composizioni donate al Comune da Lorenzo Barbirolli nel suo testamento, perorando al contempo la causa della vedova Bianca Guseo per un aumento dell’importo della pensione a lei destinata. ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Istruzione pubblica. Scuole musicali, b. 1, fasc. 6 (prot. generale n. 15084 del 1867. Istruzione pubblica. Musica).

A Sua Signoria Illustrissima ed Eccellentissima Il Sig. Cav. Anton Francesco Trotti Regio Sindaco di Ferrara

Illustrissimo ed Eccellentissimo Signore Il maestro comunale di musica prof. Lorenzo Barbirolli, ora defunto, nel suo testamento delli 19 maggio 1856 aperto e pubblicato nel giorno 20 del p.p. novembre a rogiti del notaro sig. dott. Eliseo Monti scrisse: «Per titolo di legato lascio a questo Illustrissimo Comune di Ferrara la mia Messa da Requiem, Miserere e De profundis con tutte le parti d’orchestra, sperando dal medesimo tutta la maggior benevola assistenza in favore della superstite mia moglie». Ed io nel farmi premura di dare esecuzione, secondo mio debito, alla volontà dell’estinto accompagnando colla presente

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la musica relativa, non posso certamente non sottoporre alla S.V. Illustrissima ed Eccellentissima che la signora Bianca Guseo vedova Barbirolli andrebbe a restare col medesimo assegno di Italiane L. 22.006 mensili, ove alla Rappresentanza comunale non piacesse appunto di aumentarlo in vista se non altro del lascito di cui sopra; quale a giudizio di due ben distinti professori di musica (da me appositamente interpellati) egregi signori Raffaele Sarti, primo violino, e Carlo Mornasi, capo-banda, viene dichiarato molto apprez-zabile. Nel pregare poi l’encomiata S.V. di un suo cortese riscontro come a ricevuta del legato in discorso, mi pregio dichiararmi con particolare considerazione Della S.V. Illustrissima ed Eccellentissima

Umilissimo devotissimo servitore Ugo Laurenti

Ferrara, 14 decembre 1867 31. 14 marzo 1871 Giovanni Costabili, facendosi tramite del nipote di Lorenzo Barbirolli, chiede al Sindaco di Ferrara il prestito dello spartito del Requiem composto dal maestro, allo scopo di consentirne l’esecuzione nella città di Padova. ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Istruzione pubblica. Scuole musicali, b. 1, fasc. 6 (prot. generale n. 3420 del 1871. Istruzione pubblica. Musica).

All’Ill. Sig. Signore Regio Sindaco di Ferrara

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Illustrissimo Sig. Sindaco Giovanni Costabili, per appagare un desiderio esternatogli dal nipote del compianto maestro Lorenzo Barbiroli, si fa a pregare la S.V. Illustrissima a volere essere compiacente di consegnargli la musica di Requiem del d. maestro, la quale trovasi depositata presso l’Economo comunale, per lo scopo di farla eseguire in Padova. L’istante prende impegno che, appena copiata, la d. Messa verrà tosto restituita al Municipio. Padova, 14 marzo 1871 Note amministrative d. 14 [marzo 1871] All’Economo con autorizzazione di consegnare la musica di cui sopra al sig. marchese Costabili contro ricevuta e con obbligo di restituzione. Il sindaco Giustiniani 15 marzo 1871 Eseguita la consegna oggi stesso della musica, contro ricevuta. L’Economo C. Bozzoli 29 aprile 1871 Restituita la musica di cui entro nello stato che fu consegnata e si rimette agli atti. L’Economo C. Bozzoli

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3 LORENZO BARBIROLLI

“Tu es Petrus”

(trascrizione a cura di Nicola Badolato)

La partitura manoscritta dell’inno Tu es Petrus consta di undici carte cucite insieme con filo bianco. Sul recto della prima carta, con tratto di penna nera, è apposta la seguente intestazione autografa: «Inno Tu es Petrus | a tre Voci | di | Lorenzo Barbirolli». In testa e in calce a questo titolo, altra mano ha aggiunto con lapis grigio le seguenti indicazioni: «Graduale per il Giorno di San Pietro» e «Graduale completto (sic) per San Pietro a organo e piccola orchestra | del Maesro Lorenzo Barbiroli (sic)».

La gran parte delle carte reca per esteso la partitura orchestrale; la parte dell’organo è scritta alle carte 8r-9r. La scrittura è molto nitida e non reca particolari segni di cancellature o ripensamenti d’autore, eccezion fatta per i tagli obliqui apposti sulle prime cinque battute di carta 3v (orchestra) e sulle battute 9-19 di carta 8v (organo).

La trascrizione qui proposta rende conto di tutte le indicazioni agogiche e dinamiche chiaramente indicate dall’autore. Si segnalano tra parentesi quadre le porzioni del testo poetico latino che il manoscritto omette, con tutta evidenza per accelerare la stesura, in quanto facilmente desumibili dalle parti limitrofe, così come le sezioni strumentali che la partitura segnala come ripetizioni di battute precedenti (cfr. bb. 6-10 per le parti dei violini II, viole, oboe, corni, tromboni; bb. 56-60 e bb. 72-95 per i violini I e II, viole, oboe, corni, tromboni).

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SIGLE BIBLIOGRAFICHE

Per le biblioteche musicali si fa riferimento, laddove possibile, alle sigle RISM.

ASCFe Ferrara, Archivio Storico Comunale

ASFe Ferrara, Archivio di Stato

ASRo Rovigo, Archivio di Stato

I-Fec Ferrara, Biblioteca Comunale “Ariostea”

I-Fed Ferrara, Archivio Storico Diocesano

I-Mb Milano, Biblioteca Nazionale Braidense

I-Os Ostiglia, Fondo musicale “Giuseppe Greggiati”

I-Pca Padova, Basilica del Santo

I-RVI Rovigo, Biblioteca dell’Accademia dei Concordi

I-Rsc Roma, Conservatorio di Musica “S. Cecilia”

I-Vgc Venezia, Biblioteca della Fondazione “G. Cini”

I-Vnm Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana

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ELENCO DELLE ILLUSTRAZIONI

Fig. 1

Stemma della famiglia Barbirolli (Ferrara, Archivio privato Germana Brondi)

Fig. 2

Elogio funebre di Luigi Barbirolli (Ferrara, Archivio privato Germana Brondi)

Fig. 3

Lettera di Lorenzo Barbirolli (3 settembre 1856) (Rovigo, Biblioteca dell’Accademia dei Concordi, Concord. 365/21)

Fig. 4

Ritratto fotografico di Luigia Barbirolli (Ferrara, Archivio privato Germana Brondi)

Fig. 5

Ritratto fotografico di Luigi Brondi (Ferrara, Archivio privato Germana Brondi)

Fig. 6

Sonetto epitalamico per Lugia Barbirolli e Luigi Brondi (Ferrara, Archivio privato Germana Brondi)

Fig. 7

Scheda personale di Lorenzo Barbirolli (Ferrara, Archivio Storico Comunale, C.A., XIX secolo, Istruzione

pubblica. Scuole musicali, b. 1, fasc. 6)

Fig. 8

Bando di concorso per un Maestro di musica (8 marzo 1839) (Ferrara, Archivio Storico Comunale, C.A., XIX secolo, Istruzione

pubblica. Scuole musicali, b. 1, fasc. 6)

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Fig. 9

Nomina di Lorenzo Barbirolli a Maestro di musica (14 giugno 1839) (Ferrara, Archivio Storico Comunale, C.A., XIX secolo, Istruzione

pubblica. Scuole musicali, b. 1, fasc. 6)

Fig. 10

Locandina per Nabucodonosor, Ferrara, Fiera di maggio 1844 (Ferrara, Biblioteca Comunale Ariostea,

Pasetti, Finotti, Villani, Il Teatro Comunale, vol. 2, n. 630)

Fig. 11

Locandina per I Lombardi alla Prima Crociata, Ferrara, Fiera di maggio 1845

(Ferrara, Biblioteca Comunale Ariostea, Pasetti, Finotti, Villani, Il Teatro Comunale, vol. 2, n. 664)

Fig. 12

Ritratto fotografico di Francesco Avventi (Ferrara, Museo del Risorgimento e della Resistenza,

Fondo fotografico)

Fig. 13

Frontespizio del Mentore teatrale di Francesco Avventi (Ferrara, Tip. Negri alla Pace, 1845)

Fig. 14

Elenco dei coristi della Cantata lirica ... per la riapertura dell’Accademia Filarmonica di Ferrara (Ferrara, Bresciani, 1858, p. 5)

Fig. 15

Cartellino sulla busta contenente le partiture di Lorenzo Barbirolli (Ferrara, Archivio Diocesano, Fondo musicale)

Fig. 16

Copertina del Kyrie, Gloria, Credo in Re magg. di Lorenzo Barbirolli (Ferrara, Archivio Diocesano, Fondo musicale)

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Fig. 17

L. BARBIROLLI, Credo dedicato “A Sua Eminenza R.ma Il Signor Cardinale Gio: Ign. Cadolini”

(Ferrara, Archivio Diocesano, Fondo musicale)

Fig. 17 bis

L. BARBIROLLI, prima pagina del Credo dedicato “A Sua Eminenza R.ma Il Signor Cardinale Gio: Ign. Cadolini”

(Ferrara, Archivio Diocesano, Fondo musicale)

Fig. 18

«Gazzetta Ferrarese», frontespizio dell’edizione straordinaria del 10 luglio 1857

(Ferrara, Archivio Storico Comunale)

Fig. 19

Copertina e frontespizio della Cantata lirica ... per la riapertura dell’Accademia Filarmonica di Ferrara (Ferrara, Bresciani, 1858)

Fig. 20

Lettera di Lorenzo Barbirolli (8 novembre 1855) (Ferrara, Archivio Storico Comunale, C.A., XIX secolo, Istruzione

pubblica. Scuole musicali, b. 1, fasc. 6)

Fig. 21

Lettera di Lorenzo Barbirolli (7 maggio 1865) (Ferrara, Archivio Storico Comunale, C.A., XIX secolo, Istruzione

pubblica. Scuole musicali, b. 1, fasc. 6)

Fig. 22

Necrologio per Lorenzo Barbirolli sulla «Gazzetta Ferrarese» del 21 novembre 1867

(Ferrara, Archivio Storico Comunale)

Fig. 23

Elogio funebre di Lorenzo Barbirolli (Ferrara, Archivio privato Germana Brondi)

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Fig. 24

Bozzetto di un lampadario per il Teatro Comunale di Ferrara (1813) (Ferrara, Archivio Storico Comunale, Commissione pubblici spettacoli, b. 89)

Fig. 25

Bozzetti del sipario e di un lampadario del Teatro Comunale di Ferrara realizzati da Francesco Migliari nel 1850

(Ferrara, Archivio Storico Comunale, Commissione pubblici spettacoli, b. 89)

Fig. 26

Particolare della carta intestata di Lorenzo Barbirolli (9 gennaio 1861) (Ferrara, Archivio Storico Comunale, Commissione pubblici spettacoli, b. 31)

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INDICE DEI NOMI DI PERSONA E DI LUOGO

L’Indice non comprende il nome di Lorenzo Barbirolli e i titoli delle sue opere, per l’alto numero di occorrenze. Nella voce Ferrara sono stati indicizzati solo i microtoponimi, mentre sono stati omessi i riferimenti generici alla città.

Adam Adolphe-Charles 23 Adria (Rovigo) 34 Alberto di Sassonia-Coburgo-

Gotha, principe 23 Albini Francesco Maria 42 Alfieri Pietro 28 Altinieri Luigi 124 Amari (Maray) Fanny 6 Amelia (Terni) 32 Arezzo Tommaso, cardinale

legato di Ferrara 10, 97 Armari Antonio 112 Auber Daniel François Esprit 23 Avogli Trotti Antonio 95 Avventi Francesco, conte 10, 19,

20, 21, 97 Bagno Andrea Carlo di, conte

15 Baillot Pierre Marie François de

Sales 23 Baini Giuseppe 28 Baldazzi Cesare 45 Baluffi Gaetano, vescovo di

Imola 29 Barbieri Giorgio 26, 116 Barbirolli, famiglia 1, 4, 51

– Alfredo 51 – Antonio 1, 2 – Arturo 4, 14 – Carolina 3, 14, 34 – Giambattista 1, 2, 3 – John (Giovanni Battista), sir

VII, 2, 51 – Lorenzo (di Antonio) 2 – Lorenzo 3, 137 – Luigi 1, 2, 3 – Luigia 4 – Pietro 3, 4, 14 Barcellona, Liceu 11 Baruchello Luigia 3 Basili Basilio 47 Basili Francesco 41 Bellini Vincenzo 5, 6, 8, 9 Belloni Antonio 2 Benetti Giovanni 110 Bentivoglio Carlo, marchese 6 Bergamini Giambattista 42 Bergonzoni (abitante di un

locale nella fabbrica del Teatro Comunale) 16

Berlioz Hector 23, 47 Bertucci Francesco 46, 127

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Betti Giuseppe 32 Bianchi Antonio 124 Bida Giovanni 46, 128 Bignardi Pietro 35, 129 Boari Camillo, conte 19, 21 Boldini Giovanni 2 Boldrini Antonio 122 Bologna 11, 96, 106 – Archiginnasio 33 – Teatro Comunale 11, 26 Bonati Vincenzo 124 Bonzagni 128 Borsatti Michele 43 Borsea (Rovigo) 1 Borzani Assuero 110, 124 Botter Luigi Francesco 19 Bottomedi Adelaide 14 Bottomedi Rita 3, 4, 14 Boucheron Raimondo 28 Bovi Domenico 27 Bozzoli C. 146 Bresciani 143 Brina 143 Brondi, famiglia VII – Germana VII, 1 – Giovan Battista VII, 124 – Luigi VII, 4 Bucci, famiglia 46 – Gaetano I e II 46 Buenos Aires 21 Buoncompagni Giuseppe 106 Busseto (Parma) 2 Buzzolla Antonio 5, 28

Cadolini Giovanni Ignazio, arcivescovo di Ferrara 28, 29, 45, 60

Cagnoni Antonio 35 Cagnoni Enrico 124, 129 Calabria Pietro 136 Calcagnini Celio, marchese 24 Callegari Pietro 110 Callido Antonio 44 Campagna Antonio 110 Candotti Giovanni Battista 28 Canonici Ferdinando 120 Caroli Luigi 23, 31 Carrara Gerolamo Biscaccia 6 Carrara Pietro 110, 124 Carrara Rosmunda 6 Carriani 128 Castaldi Rita VII Cattaneo Sante 28 Cavallina Giuseppe 110, 124 Cavarzere (Venezia) 2 Cerrito Fanny 23 Cherubini Luigi Maria 23 Cicognara Girolamo, conte 6 Clupini Luigi 110 Coccia Carlo 11 Cocteau Jean 51 Cologna (Ferrara) 46 Corelli, marchesa 34 Corfù 33 Costabili Giovanni 145 Cramer Johann Baptist 23 Cristofori Odoardo 46 Cuba 9 Czerny Carl 23

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De Gattis Bartolomeo 6 De Poli Francesco 5 De Stefani Gaetano 110, 124 De Stefani Ruggero 41 Dondi Agostino 45 Donizetti Gaetano 5, 7, 8, 11, 23 Edimburgo, orchestra del

Festival 2 Elisabetta Luigia, moglie di

Gugliemo IV di Prussia 23 Este (Padova) 5 Fabbri Ugo 45 Faenza, Teatro Comunale 11 Falconieri Mellini Chiarissimo,

arcivescovo di Ravenna 29 Fedeli Domenico 44 Ferdinando II d’Aragona, re di

Napoli 23 Ferlotti Nicola 11 Ferlotti Raffaele 11 Ferranti Francesco 124 Ferranti Giuseppe 110, 124 Ferranti Luigi 110, 124 Ferrara – Accademia Filarmonica 10, 11,

24, 26, 27, 32, 108 – Arena La Postaccia 100 – Arena Santa Margherita 100 – Biblioteca Ariostea 18 – Castello Estense 46 – Cattedrale V, 5, 27, 29, 39, 40,

41, 42, 44, 45, 48, 52 – corso Ercole I d’Este 46 – corso Giovecca 4 – Liceo musicale 10

– palazzo Pepoli 100 – palazzo di San Crispino 40 – Pestrini 100 – piazza della Pace 14, 15 – Seminario 46 – Società del Casino (poi

Circolo Unione) 6, 7, 15, 20, 21 – Società del Quartetto 100 – Società di Belle Arti

“Benvenuto Tisi da Garofalo” 21

– Teatro Bonacossi 22, 95, 100, 101

– Teatro Comunale V, VI, VII, 3, 4, 6, 7, 8, 10, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 20, 22, 26, 45, 46, 95, 96, 99, 100, 101, 107, 108, 109, 110, 120, 126, 127, 130, 132, 134, 137, 138, 141

– Teatro Scroffa 95, 101 – Teatro Tosi-Borghi 100, 101 – via del Carbone VII Ferraresi, ditta 44 Ferrari Filippo 7, 106 Ferrari Francesco 46 Ferretti Jacopo 23 Fiaschi Alessandro 118 Finotti Antonio 42 Finotti Tullio 95, 101 Firenze 9, 33 – Teatro della Pergola 10 Foscarini Bentivoglio Adelaide

7 Francia 119 Frezzolini Erminia 9, 17

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Frezzolini Giuseppe 9 Galasso Antonio 5, 8 Gastaldi Giuseppe 124 Generali Pietro 5 Gennari Aldo 18 Geremé Michele 45 Gessi Alessandro 124 Giglioli Giovanni Battista 110,

124 Giustiniani Carlo 146 Gobbati, conti 4 Gounod Charles 23 Govoni Virgilio 19, 35, 130 Grasso Rita 43 Guasco Carlo 17 Gugliemo (Federico Guglielmo)

IV, re di Prussia 23 Guidoboni Gaetano 136 Gulinelli Giovanni 119 Guseo Bianca 4, 14, 143, 144 Halévy Jacques-François-

Fromental-Élie 23 Imola 29 Inghilterra VII Italia VI, 9, 27, 28, 47, 49 Jommelli Niccolò 41 Kyriaky Minelli Luisa 33 Laurenti Ugo 3, 145 Legnani Alessandro 124 Legnani Francesco 110, 124 Lelmi Francesco 110, 124 Leziroli Giuseppe 124, 127 Licini Temistocle 45 Lioraghi Carlo 110 Liszt Franz 23

Livraghi Luigi 110, 124 Lodi Antonio 27 Lombardi Francesco 34 Londra 2 – orchestra di Covent Garden 2 – Royal Opera House 11 Loreto, Cattedrale 42 Lucca 21 MacDonald, famiglia 33 Madrid 9 – Teatro Real 11 Malvezzi Mazza Caterina 7 Manchester, Hallé Orchestra 2 Manfredini Enrico 124 Manfredini Nemesio 7, 110 Manfredini R. 129 Maria Teresa Isabella d’Austria,

moglie di Ferdinando II re di Napoli 23

Masi Cosimo, conte 12, 30, 103, 104, 111, 112, 114, 118

Masini Gaetano 110 Massari Anna 7 Massari Luigi 6, 124, 139 Massari Recalchi Giuseppa 7 Massari Zavaglia Galeazzo 21 Matteucci Carlo, cav. 23 Mayr Giovanni Simone (Johann

Simon) 5, 23, 28 Mazza Ruggero, conte 31 Mazzetti Raffaele 106 Mazzolani Alessandro 136 Mazzolani Antonio 19, 21, 24,

136 Mazzolani Eugenio 110

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Mazzoni Gaetano 124 Mendelssohn Felix 23, 47 Mercadante Saverio 23, 28, 41,

49 Meyerbeer Giacomo 23 Migliari Francesco 22 Milano 6, 96 – chiesa di Sant’Antonio 33 – Teatro alla Scala 2, 5, 11 Minelli Antonio 1, 33 Monti Eliseo 144 Morelli Cesare 26, 27, 34 Morlacchi Francesco 23, 28, 47 Mornasi Carlo 36, 124, 136, 144 Moscheles Ignaz 23 Mozart Wolfgang Amadé 42 Nagliati Pietro 27 Napoli 23 New York, Filarmonica 2 Orsini Nicola 8, 103 Orvieto (Terni) 9 Pacini Giovanni 7, 23, 35 Padova 44, 145 – Accademia di Santa Cecilia 4,

34, 55, 129, 137 – Basilica del Santo 34, 35, 37,

129 – Società del Casino Pedrocchi

34 – Teatro di Santa Lucia 34 Paer Ferdinando 23 Paganini Niccolò 4, 5, 23 Paisiello Giovanni 6 Pardi Pietro 124 Parigi 9

– Opéra 11 – Teatro Favart 10 – Théâtre de la comédie

italienne 33 Parma, Teatro Regio 11 Pasetti F., 126 Pasetti Giovanni 95, 101 Pasini Timoteo 19, 21, 24, 25, 36,

124, 132, 133, 136, 139 Patrignani Cesare 41 Pavanati Luigi 46 Pavani Antonio 124 Pavona Pietro 41 Pedrotti Carlo 26 Pepoli Carlo 23 Pergolesi Giovanni Battista 41 Perosi Lorenzo 42 Pesaro, Accademia Rossiniana

4, 137 Petrini Zamboni Nicola 10, 11,

22, 24, 41, 108, 109 Petrucci Brizio 27, 40 Piave Francesco M. 35 Pio IX, pontefice V, 17, 23, 29, 31 Pisa 106 Pizzi Ludovico 10 Po, fiume 32 Poggi Antonio 9, 17 Polesine V, 1 Polledro Alfredo 28 Pordenone 4 Prati Alessio 41 Prosperi Gherardo 19, 21, 24,

132 Ragazzi Ruggiero 6

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Ravegnani don Ettore 42 Ravenna 11, 29, 41 Ricci Luigi 4, 6, 137 Rieti 29 Ristori Adelaide 23 Rittelfels Giovanni 106 Rizzato Maria 5 Rizzieri Andrea 4, 106, 137 Roma 24, 31, 32, 47, 123 – Accademia di Santa Cecilia

22, 23, 24, 28, 137 – Teatro Argentina 11 Romanelli Luigi 5 Ronconi Domenico 9 Ronzani Domenico 26 Rosini Paolo 43 Rossi Luigi 22 Rossi Scutellari Marietta 7 Rossini Gioachino 10, 11, 20, 23,

30, 32, 41 Rova Antonio 136 Rovere Mariano 24 Rovigo V, VI, 1, 3, 4, 5, 6, 7, 8,

15, 32 , 34, 45, 104, 105, 106, 107, 108, 109, 110, 113, 137

– Accademia dei Concordi 32, 33

– Collegiata 106 – Corso ai Giardini 4 – Teatro Sociale 4, 5, 6, 8, 105,

107 – Villa Tracanella-Barbirolli 4 Ruffatti, fratelli 44 Ruina di Ro (Ferrara) 21

Saint-Aulaire Louis-Clair de Beaupoil 47

San Pietroburgo 9 Santini 128 Saracco Ercole, conte 30, 114 Saracco Ippolito, conte 115, 116,

117 Sarnesi 19, 131 Sarti Luigi 110, 124 Sarti Pietro 110 Sarti Raffaele 36, 136, 144 Savoia, Vittorio Emanuele II di,

re d’Italia 17 Scutellari Annetta 31 Scutellari Paola 11 Serenelli Honorati Luigi 26 Siena 106 Solera Temistocle 17 Spohr Louis 23 Spontini Gaspare 28 Squarcina Bernardo Antonio,

vescovo di Rovigo 32, 33 Stati Uniti (USA) 9 Stein Strozzi Wilhelmina 7 Storari Gaetano 110, 124 Tabellini Vincenzo 106 Tagliati (allievo della scuola di

canto del Comune di Ferrara) 26, 125

Tagliati Luigi 124 Taglioni Maria 23 Tamarozzi (allievo della scuola

di canto del Comune di Ferrara) 25, 26, 125, 126

Tasso Camillo 124

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Tassoni 128 Termanini Vittorio 46 Tesei Valerio 41 Tevere, fiume 31 Thalberg Sigismund Fortuné

François 23 Thomas Charles Louis

Ambroise 23 Tosarini Domenico 4, 5, 8, 27, 41 Toscanini Arturo 2 Tracanella, famiglia 4 Treviso 35, 129 Troni (abitante di un locale

nella fabbrica del Teatro Comunale) 16

Trotti Anton Francesco 36, 141, 143, 144

Turroni Gaetano 128 Ugolini Giuseppe, cardinale

legato di Ferrara 12, 111 Ungarelli Giuseppe, maestro

136 Vacchi Gioachino 124 Vacchi Giovanni 110, 124 Vancini Alfonso 45

Vannicelli Casoni Luigi, arcivescovo di Ferrara 32

Varano Rodolfo 134 Veneto 8 Venezia 105 – Teatro Apollo 6 – Teatro Fenice 11 Verdi Giuseppe V, VII, 2, 11, 17,

18, 136 Verona, Istituto Filarmonico

degli Anfioni 4, 105, 107, 137 Vienna 27, 118 – Staatsoper 11 Villani Luigi 95, 101 Visentini Maria 3 Visentini Paolo 3 Vitali Pietro 45 Vittoria, regina del Regno Unito

23 Waldmann Maria 21 Zagnoni Petronio 106 Zannini Dionisio 15 Zanotti 119 Zocca Gaetano 10 Zucconi Agostino 6

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INDICE DELLE OPERE Adelaide di Borgogna (Pietro Generali) 5 Adelasia e Aleramo (Giovanni Simone Mayr) 5 Anna Bolena (Gaetano Donizetti) 5 Attila (Giuseppe Verdi) 17 Ballo in maschera, Un (Giuseppe Verdi) 35, 136 Barbiere di Siviglia, Il (Gioachino Rossini) 48 Beatrice di Tenda (Vincenzo Bellini) 9 Capuleti e i Montecchi, I (Vincenzo Bellini) 5 Cenerentola, La (Gioachino Rossini) 48 Ciro in Babilonia, o sia La caduta di Baldassarre (Gioachino Rossini) 20 Clotilde (Carlo Coccia) 11 Credo (Saverio Mercadante) 49 Dolore nel Carnovale di Venezia, Un (Giambattista Barbirolli) 3 Ebreo, ossia Lida di Granata (Giuseppe Apolloni) 19, 131 Enrico di Charlis (Antonio Mazzolani) 21 Ernani (Giuseppe Verdi) 17, 18 Fiorina o la Fanciulla di Glaris (Carlo Pedrotti) 26 Furioso all’isola di San Domingo, Il (Gaetano Donizetti) 11, 108 Gemma di Vergy (Gaetano Donizetti) 11 Giorno di regno, Un (Giuseppe Verdi) 11 Giovanna d’Arco (Giuseppe Verdi) 9 Imelda de’ Lambertazzi (Timoteo Pasini) 21, 22 Lagrima sulla tomba del Conte di Cavour, Una (Giambattista Barbirolli) 3 Lombardi alla prima Crociata, I (Giuseppe Verdi) 9, 17 Lorenzino de’ Medici (Giovanni Pacini) 35, 132, 135 Lucia di Lammermoor (Gaetano Donizetti) 8, 9, 134 Lucrezia Borgia (Gaetano Donizetti) 7 Luisa Miller (Giuseppe Verdi) 11, 17 Macbeth (Giuseppe Verdi) 25, 125 Maria Stuarda (Gaetano Donizetti) 11

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Marino Faliero (Gaetano Donizetti) 11 Messa (Francesco Maria Albini) 41 Messa (Wolfgang Amadé Mozart) 42 Messa (Lorenzo Perosi) 42 Messa (Domenico Tosarini) 5 Messa da Requiem (Domenico Tosarini) 4 Messa di Ravenna (Gioachino Rossini) 41 Messa I (Saverio Mercadante) 49 Nabucco (Giuseppe Verdi) 17 Nicolò de’ Lapi ovvero Il tradimento (Antonio Mazzolani) 21, 22, 24 Nina pazza per amore (Giovanni Paisiello) 6 Norma (Vincenzo Bellini) 6 Ombra e luce (Giambattista Barbirolli) 3 Otello (Gioachino Rossini) 26, 30 Otello (Giuseppe Verdi) 2 Padre nostro che sei nei cieli (Giambattista Barbirolli) 2 Pia de’ Tolomei, La (Nicola Petrini Zamboni) 10 Pout-pourri (Nemesio Manfredini) 7 Preghiera (Giambattista Barbirolli) 3 Saffo (Giovanni Pacini) 7 Semiramide (Gioachino Rossini) 11 Sonnambula, La (Vincenzo Bellini) 130 Stabat Mater (Gioachino Rossini) 32, 33 Straniera (Vincenzo Bellini) 8 Tantum Ergo (Domenico Tosarini) 5 Tradimento, Il (Antonio Mazzolani) vedi Nicolò de’ Lapi Troiani in Laurento, I (Gerolamo Biscaccia Carrara) 6, 29, 105, 107 Vespri siciliani, I (Giuseppe Verdi) 35

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La redazione di questo volume è stata chiusa a Ferrara il 22 novembre 2016 – Santa Cecilia

Stampato presso Tipografia litografia Marfisa (Ferrara) nel mese di novembre 2016

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Questo eBook è frutto di una collaborazione tra Comune di Ferrarae Liceo Scientifico “A. Roiti” di Ferrara.

ISBN 97888987862442017 Comune di Ferrara

Redazione: Nicola BadolatoElaborazione delle immagini: Stefania Ricci Frabattista

Progetto grafico e realizzazione eBook a cura del Liceo Scientifico “A. Roiti” di

Ferrara

Il volume è frutto della collaborazione tra Comune di Ferrara - Servizio Biblioteche eArchivi.

Il volume è stato stampato con il contributo di

Autorizzazione alla pubblicazione delle immagini rilasciate dall’Accademia deiConcordi di Rovigo (prot. 18/2016) e dal Museo del Risorgimento e della Resistenzadi Ferrara (in data 9 febbraio 2016).