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Bari una volta era scip- polandia, la capitale degli scippi. Di camminare per strada, potevi cammina- re, anche per Bari vecchia, ma meglio senza borsetta e persino senza portafoglio. Oggi secondo Aldo Cazzul- lo ed il suo “reportage” è la capitale degli scandali, del sesso, della droga. E anche degli arresti ec- cellenti, dei buchi di bilan- cio del Teatro, degli astici e del pesce crudo. Non un passo avanti, ma parecchi indietro. Sparato sul Corrierone, uno sputta- namento totale, per resta- re in gergo, tanto più che, sul fronte dei reati contro le persone e il patrimonio, continuiamo ad avere nu- meri di tutto rispetto, 17 omicidi, 273 scippi e 1.100 rapine, nel 2011. A questo attacco il Sindaco Michele Emiliano come risponde? Attaccando la borghesia a cui questa città tanto deve. Questa testata non riceve contributi pubblici 16 marzo 2012 • anno III n. 10 nuova serie • 1 euro Settimanale a diffusione gratuita Fondato nel 1959 da Pinuccio Tatarella APPUNTAMENTO IL 26 MARZO A BARI Fondazione Tatarella, tanti ospiti attesi per la cena di presentazione A PAG 4 BARI - FONDAZIONE PETRUZZELLI Fuortes, sei mesi a disposizione del traghettatore A PAG 4 LA POLEMICA - Emiliano attacca la borghesia, ma la città non è solo sesso, cocaina e criminalità Bari, adesso trova la forza di rialzarti! L’ELZEVIRO Nudo e crudo alla barese Di tutta questa storiac- cia, nella memoria di que- sta città che avrebbe tanto bisogno di eroi, resteranno gli astici, le ostriche impe- riali, gli allievi e lo cham- pagne. Quei regali così opulenti e miserabili che nessuno dei destinatari avrebbe mai dovuto accet- tare. A Bari, più del denaro può il crudo. Il corto circuito è scat- tato da anni. Prima la mo- neta controllava il politico, faceva e disfaceva sindaci, condizionava gli assesso- ri. Oggi si fa istanza, si fa eleggere in consiglio regio- nale, mette un assessore in giunta direttamente. La rabbia, per noi banda degli onesti, è che qui siamo ben oltre un sistema di corrotti e corruttori. E’ la politica che non risponde più al bene comune ma solo alle necessità di pochi, furbi, maledetti approfittatori. L’EDITORIALE Dopo lo scandalo, le domande di Giuseppe Pugliese Nessuna condanna anticipata. Aspettiamo che i giudici facciano il loro mestiere. Diamo voce anche all’azienda, che protesta la propria correttezza e la propria innocenza. Resta, però, il dato politico, ed è quel- lo che ci interessa vera- mante. Guardiamolo. Ci piace poco che gli imprenditori si cimenti- no in politica, sopratut- to quelli che per il loro lavoro hanno più spesso a che fare con la pubbli- ca amministrazione. Se lo fanno per passione, impegno civile, scelta ideologica, nulla da ec- cepire, ma, francamente, di casi del genere non se ne vedono molti in giro. Non ci piace nemmeno il modo come solita- mente costoro arrivano alla politica. Mai per un percorso che si sviluppi negli anni e che parta dal basso, muovendo i primi passi nell’attivismo gio- vanile, per poi, via via, passare dai consigli co- munali, sino ai livelli più alti, come solitamente è accaduto a chi alla politi- ca si è dedicato da giova- ne. Loro no, hanno i soldi e questa, generalmente, è una ragione sufficien- te, perchè salgano subito in alto. Una dispendiosa campagna elettorale e zac eccoli in consiglio re- gionale o in parlamento. Ovviamente non ci piace per niente nem- meno “il come” costoro interpetrano il loro ruo- lo, una volta arrivati in parlamento o in regione. Scarso, se non del tutto assente, il loro ruolo po- litico. Molto attivi, invece, nel tessere quella fitta e proficua rete di contatti, relazioni e [...] POSTE ITALIANE Spedizione in abb.to post. d.l. 353/2003 (conv. in legge 27 febbraio 2004 n. 46) art. 1 co. 1 - DCB BA ALLE PAGG 4, 5, 6 E 7 l’occhio sul Belpaese di Roberto Mastrangelo Win for life. Gratta e vinci. Lot- terie e scommesse varie. Ormai gli italiani sembrano sempre più in- castrati nel ciclone del vinci facile, vinci tanto e vinci subito. Mentre in Parlamento c’è chi vuole discutere di una serie di restrizioni al mondo del gioco d’azzardo, a cominciare dal divieto di pubblicità a regole più ferree per limitare le vincite (ma soprat- tutto le perdite), in televisione siamo continuamente inondati da signorine ammiccanti pronte a giurare che bastano 5 minuti dal tabacchino sotto casa per potersi garantire una rendita vitalizia. Alla faccia degli scemi che saranno costretti a lavorare per tutta la vita. Poveri allocchi. E poi via, felici a vivere come nababbi, spen- dendo e spandendo allegramente. Bello vero? Tanto per lavorare c’è sempre tempo. E la crisi... puff... passa in un lampo. Ma ci crediamo davvero? www.pugliadoggi.it di Fortunata Dell’Orzo BARI - 51 indagati e 5 persone agli arresti domiciliari. Tra di loro il Consigliere regionale del Pd Tutti i guai baresi dei Degennaro A PAG 7 FOGGIA - Congresso ingessato nel Pdl, guerra a Rauseo nel Pd La politica a scuola di caos A PAG 12 CERIGNOLA - Ancora crisi in Comune: meglio tornare al voto Maggioranza senza numeri A PAG 13 BRINDISI - Non soltanto veti incrociati, ma guai giudiziari Rigassificatore, quali verità? A PAG 10 A PAG 5

Puglia d'oggi n. 10

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Il numero 10 di Puglia d'oggi, settimanale di approfondimento di attualità, politica e società, in distribuzione dal giorno 16 marzo 2012

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Page 1: Puglia d'oggi n. 10

Bari una volta era scip-polandia, la capitale degli scippi. Di camminare per strada, potevi cammina-re, anche per Bari vecchia, ma meglio senza borsetta e persino senza portafoglio. Oggi secondo Aldo Cazzul-lo ed il suo “reportage” è la capitale degli scandali, del sesso, della droga.

E anche degli arresti ec-cellenti, dei buchi di bilan-cio del Teatro, degli astici e del pesce crudo.

Non un passo avanti, ma parecchi indietro. Sparato sul Corrierone, uno sputta-namento totale, per resta-re in gergo, tanto più che, sul fronte dei reati contro le persone e il patrimonio, continuiamo ad avere nu-meri di tutto rispetto, 17 omicidi, 273 scippi e 1.100 rapine, nel 2011. A questo attacco il Sindaco Michele Emiliano come risponde? Attaccando la borghesia a cui questa città tanto deve.

Questa testata non riceve contributi pubblici

16 marzo 2012 • anno III n. 10 nuova serie • 1 euro Settimanale a diffusione gratuita

Fondato nel 1959 da Pinuccio Tatarella

APPUNTAMENTO IL 26 MARZO A BARI

Fondazione Tatarella,tanti ospiti attesi per la cena di presentazione

a Pag 4

BARI - FONDAZIONE PETRUZZELLI

Fuortes, sei mesi a disposizionedel traghettatore

a Pag 4

LA POLEMICA - Emiliano attacca la borghesia, ma la città non è solo sesso, cocaina e criminalità

Bari, adesso trova la forza di rialzarti!

L’ELZEVIRO

Nudo e crudo alla barese

Di tutta questa storiac-cia, nella memoria di que-sta città che avrebbe tanto bisogno di eroi, resteranno gli astici, le ostriche impe-riali, gli allievi e lo cham-pagne. Quei regali così opulenti e miserabili che nessuno dei destinatari avrebbe mai dovuto accet-tare. A Bari, più del denaro può il crudo.

Il corto circuito è scat-tato da anni. Prima la mo-neta controllava il politico, faceva e disfaceva sindaci, condizionava gli assesso-ri. Oggi si fa istanza, si fa eleggere in consiglio regio-nale, mette un assessore in giunta direttamente. La rabbia, per noi banda degli onesti, è che qui siamo ben oltre un sistema di corrotti e corruttori. E’ la politica che non risponde più al bene comune ma solo alle necessità di pochi, furbi, maledetti approfittatori.

L’EDITORIALE

Dopo lo scandalo, le domande

di Giuseppe Pugliese

Nessuna condanna anticipata. Aspettiamo che i giudici facciano il loro mestiere. Diamo voce anche all’azienda, che protesta la propria correttezza e la propria innocenza. Resta, però, il dato politico, ed è quel-lo che ci interessa vera-mante. Guardiamolo.

Ci piace poco che gli imprenditori si cimenti-no in politica, sopratut-to quelli che per il loro lavoro hanno più spesso a che fare con la pubbli-ca amministrazione. Se lo fanno per passione, impegno civile, scelta ideologica, nulla da ec-cepire, ma, francamente, di casi del genere non se ne vedono molti in giro. Non ci piace nemmeno il modo come solita-mente costoro arrivano alla politica. Mai per un percorso che si sviluppi negli anni e che parta dal basso, muovendo i primi passi nell’attivismo gio-vanile, per poi, via via, passare dai consigli co-munali, sino ai livelli più alti, come solitamente è accaduto a chi alla politi-ca si è dedicato da giova-ne. Loro no, hanno i soldi e questa, generalmente, è una ragione sufficien-te, perchè salgano subito in alto. Una dispendiosa campagna elettorale e zac eccoli in consiglio re-gionale o in parlamento.

Ovviamente non ci piace per niente nem-meno “il come” costoro interpetrano il loro ruo-lo, una volta arrivati in parlamento o in regione. Scarso, se non del tutto assente, il loro ruolo po-litico.

Molto attivi, invece, nel tessere quella fitta e proficua rete di contatti, relazioni e [...]PO

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l’occhio sul Belpaese

di Roberto Mastrangelo

Win for life. Gratta e vinci. Lot-terie e scommesse varie. Ormai gli italiani sembrano sempre più in-castrati nel ciclone del vinci facile,

vinci tanto e vinci subito. Mentre in Parlamento c’è chi vuole discutere di una serie di restrizioni al mondo del gioco d’azzardo, a cominciare dal divieto di pubblicità a regole più ferree per limitare le vincite (ma soprat-tutto le perdite), in televisione siamo continuamente inondati da signorine ammiccanti pronte a giurare che bastano 5 minuti dal tabacchino sotto casa per potersi garantire una rendita vitalizia. Alla faccia degli scemi che saranno costretti a lavorare per tutta la vita. Poveri allocchi. E poi via, felici a vivere come nababbi, spen-dendo e spandendo allegramente. Bello vero?

Tanto per lavorare c’è sempre tempo. E la crisi... puff... passa in un lampo. Ma ci crediamo davvero?

www.pugliadoggi.it

di Fortunata Dell’Orzo

BARI - 51 indagati e 5 persone agli arresti domiciliari. Tra di loro il Consigliere regionale del Pd

Tutti i guai baresi dei Degennaroa Pag 7

FOGGIA - Congresso ingessato nel Pdl, guerra a Rauseo nel Pd

La politica a scuola di caosa Pag 12

CERIGNOLA - Ancora crisi in Comune: meglio tornare al voto

Maggioranza senza numeria Pag 13

BRINDISI - Non soltanto veti incrociati, ma guai giudiziari

Rigassificatore, quali verità?a Pag 10a Pag 5

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2 venerdì 16 marzo 2012In primo piano

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Registrazione presso il Tribunaledi Bari n. 47/2010 del 12/11/2010

Questo periodico èassociato all’Unionestampa periodica italiana

L’impressione è che i segnali di scampato pe-ricolo che vengono dallo spread insieme all’immi-nenza delle prossime am-ministrative abbiano in-dotto i partiti a riprendere qualcuno degli antichi vizi di rissosità e di irre-sponsabilità. Se si tratta di folklore, poco male: per-ché negare ad Alfano una battuta sulle nozze gay e a Bersani una bella tirata antipadronale per com-piacere Vendola? Ma non vorremmo che la consi-derassero qualcosa di di-verso o di più profondo di un teatrino d’occasione. Perché, come dicevamo la settimana scorsa, è stupi-do credere che il governo tecnico sia un’anoma-lia italiana, o un pedag-

gio riservato a quei Paesi dell’Europa Sud che sono a rischio bancarotta: l’Oc-cidente, incalzato dalle fresche energie dei Paesi emergenti (Russia, India, Brasile e Canada, per ta-cere colosso cinese e delle tigri asiatiche i n d o c i n e s i ) deve confron-tarsi con un travaglio sto-rico di portata non inferiore a quello della Grande De-pressione o della ricostru-zione post-bellica.

Un trava-glio destinato ad accompa-gnarci almeno fino alla fine del decennio e che crea un menu ristretto per

di Enrico Ciccarelli

Tramonta la “politics”è tempo della “policy”

IL MOMENTO POLITICO - Competenze più che capacità di raccogliere consenso

Parafrasiamo una celebre canzone gio-vanile di Lucio Battisti non tanto per unirci al coro di sgomento e di riprovazione che ha accompagnato le no-tizie sull’ex-tesoriere della Margherita Luigi Lusi, e sul modo sibari-tico in cui ha utilizzato i soldi dei contribuenti destinati al suo partito.

Non vogliamo ad-dentrarci nel gossip più o meno pittoresco, quanto piuttosto inter-rogarci sulle inevitabili risposte che episodi del genere postulano. Diciamo innanzitutto che non è uno scanda-lo e non è un’eresia se la politica usufruisce di contributi pubblici, né che questi contributi pubblici siano legati al voto dei cittadini.

Sarebbe preferibile che questi contributi vengano in parte ero-gati sotto forma di ser-vizi gratuiti accessibili a tutti, di regimi fiscali particolari e così via; ma non crediamo a quello che definirem-mo “l’emendamento Santanché”, cioè che la vita politica debba essere accessibile solo a persone o gruppi di interesse facoltosi e danarosi.

Il problema è che non si può avere la moglie ubriaca e la botte piena: è impen-sabile cioè che i partiti

percepiscano ingen-ti contributi pubbli-ci rimanendo, quali attualmente sono, “associazioni non ri-conosciute”, cioè la bocciofila di quartiere delle cui azioni e dei cui conti risponde solo il presidente pro tem-pore. Il costituente e il legislatore lasciarono i partiti in questo limbo per rigetto dell’espe-rienza del Fascismo, con il suo partito-Sta-to, e per il timore di as-soggettare al controllo dell’esecutivo le forze politiche, in tempi di aspra contrapposizio-ne come quelli della Guerra Fredda.

Ma quel tempo è alle nostre spalle, e l’orientamento preva-lente anche in Europa è quello di dotare i par-titi di una personalità giuridica, collegata a precisi obblighi di bi-lancio, e non solo. Se i sodalizi politici fossero normati, l’iscrizione sarebbe collegata ad una precisa serie di di-ritti, come ad esempio la partecipazione ai congressi, la possibilità di scegliere i propri di-rigenti, la la possibilità di partecipare alle pri-marie. Una linea di ri-gore e trasparenza che ci sembra ben più per-suasiva della proposta di cancellare ogni for-ma di aiuto pubblico alla politica.

Lusi-ah! Di solito così non si fa

il commento

Mario Monti

Luigi Lusi

questione reale) dovrà rientrare in termini fisio-logici e tollerabili, non è

la stessa cosa arrivarci per ridislocazio-ne dei flussi fiscali dai red-diti ai consu-mi o per alleg-gerimento del carico fiscale dei redditi da lavoro e inasprimen-to del regime fiscale delle rendite finan-ziarie; non è

la stessa cosa far fronte alla disoccupazione con la cassa integrazione o con il salario ai senza la-voro; non è la stessa cosa incentivare la crescita con le opere pubbliche e il deficit spending o con la defiscalizzazione degli utili reinvestiti e la steri-lizzazione delle accise sui carburanti. Il problema è che in questa nuova fase contano più le capacità e le competenze di governo (quella che gli statunitensi chiamano “policy”), che la “politics”, cioè la capa-cità di guadagnare più consensi dell’avversario. Bisogna spiegarlo a comi-zianti e demagoghi di tutti gli schieramenti.

di Enrico Ciccarelli

benedetto della vedova (fli)

“Dal Ministro dell’Ambiente Clini sono venu-te parole importantissime sugli OGM. L’Italia, se vuole mantenere anche in prospettiva una posi-zione di rilievo nella filiera agroalimentare, non può sottrarsi dallo stare sulla frontiera della ricer-ca e della sperimentazione, a partire proprio da-gli OGM”. Lo sottolinea il capogruppo di Futuro e Libertà alla Camera, Benedetto Della Vedova. “La promozione delle produzioni storiche e biologiche – afferma - non deve essere confusa con la rinun-cia alla ricerca e all’evoluzione tecnologica, che deve poter vedere gli istituti scientifici e le aziende italiane protagonisti in Europa e nel mondo anche nelle nuove modalità di produzione. Le parole del Ministro Clini uniscono la prudenza alla volontà di non fermarsi di fronte a veti ideologici. Nessun fanatismo, certo, ma soprattutto nessun tabù”.

Ogm, no fanatismi, ma nemmeno tabù

L’incalzato O c c i d e n t e ogni giorno deve con-

frontarsi con un trava-glio storico di portata non inferiore a quello della Grande Depressio-ne o della ri-costruzione post-bellica

giustizia

La responsabilità civi-le diretta dei magistrati era un’ipotesi presentata nella legge Comunitaria approvata alla Camera e attualmente in esame del Senato. Il Consiglio Superiore della Magi-stratura si è espresso in proposito, bocciandola.

“Di fronte alla prati-cabilità ampia dell’azio-ne diretta – ha stabilito il Csm – il magistrato, destinato a scegliere tra tesi contrapposte, po-trebbe essere condizio-

nato e influenzato in tale scelta e portato a prefe-rire la soluzione che lo possa meglio preservare dal rischio dell’esercizio dell’azione diretta“.

Si è appellato anche ad una sentenza del-la Corte costituziona-le in base alla quale “si evidenzia l’esigenza di tutelare l’autonomia e l’indipendenza della magistratura quale pre-sidio indispensabile per la tutela dei diritti fon-damentali di ciascuno”.

Responsabilità, al Csm la riforma non piace

le scelte della politica e dei Governi. Per questo Oba-ma teme più l’equilibrato Romney che il “conservatore di Dio” San-torum, per questo Sar-kozy e Hol-lande sono preoccupati innanzitutto di fare argine alle tentazio-ni estreme di destra e di sinistra, per questo l’esito più probabi-le delle elezioni tedesche sarà l’ennesimo governo di grande coalizione.

È la fine della politica? Tutt’altro, è il suo rilancio: perché pro-prio il fatto che quattro quinti del-le decisioni da prendere siano impo-ste dalle cir-costanze dà più valore al quinto che rimane. Per-ché, dato per scontato che

il rapporto deficit-Pil (che non va considerato una sacra divinità, ma è una

E’ la fine della politi-ca? Tutt’al-tro. E’ il suo

rilancio: il fatto che quattro quinti delle de-cisioni siano imposte dalle circostante dà più valore al quinto, che rimane

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venerdì 16 marzo 2012 3

fuori regione dei rifiuti campani. Con le modi-fiche apportate, la spaz-zatura potrà essere smal-tita al di fuori dell’area di competenza soltanto dopo l’intesa con la “sin-gola regione interessata”. Modifica ri-chiesta dalla Lega.

Prima in-vece era il Governo a promuovere in Conferenza Stato-Regioni un accordo interregiona-le per lo smal-timento dei rifiuti cam-pani in altre zone. Una dif-ferenza formale dal pun-to di vista burocratico ma sostanziale dal punto di vista fattuale, poiché è molto più difficile, per una regione, opporsi in sede pubblica.

Il punto per la Lega però è soprattutto politi-co: “Noi - dicono il presi-dente della commissione Angelo Alessandri e il de-putato del Carroccio Gui-do Dussin - daremo voto contrario a un governo che chiede la fiducia tutte le settimane”.

Il Pdl campano, certo, digerisce malvolentieri un provvedimento che, secondo Paolo Russo (il quale non voterà la fidu-cia), era nato “per dare una mano alle criticità” della regione.

“Ed invece - continua Russo - con queste mo-difiche, definite merce di scambio per la Lega, si rende più difficile il lavo-ro che oggi si sta facen-

do”. Anche il presidente della provincia di Napoli e deputato del Pdl, Luigi Cesaro, non parteciperà al voto di fiducia.

Sulla stessa linea Edo-mondo Cirielli, presi-dente della provincia di

Salerno e deputato del Pdl. Per i due il nuovo testo “rischia di distruggere il lavoro di un anno”, e par-lano di “nor-me che pro-vocheranno una nuova emergenza”. I parlamen-tari campani del Pd, per

bocca di Fulvio Bonavita-cola (a altri tra cui Salva-tore Piccolo, Luisa Bossa, Tino Iannuzzi), fanno sa-pere che voteranno sì alla fiducia pur essendo “in disaccordo”.

Per loro “la maggiore responsabilità resta in capo al presidente della Regione”.

Mandano poi un mes-saggio al ministro Corra-do Clini: “Stavolta è pro-tetto dalla fiducia ma così non migliora la situazio-ne della Campania”.

L’ultima bocciatura, ancora, arriva intanto dal sindaco partenopeo Lui-gi De Magistris, secondo cui questo sarebbe “un provvedimento contro la Campania e contro Na-poli” anche se egli stesso resta fiducioso, ricordan-do che è una vicenda su cui “ho rappresentato al Presidente della Repub-blica Giorgio Napolitano viva preoccupazione”.

Con 458 voti a favore, 80 contrari e 6 astensioni, la Camera ha detto si alla questione di fiducia posta dal Governo, aspettando il voto finale, sulla con-versione in legge del de-creto Ambiente che scade il prossimo 23 marzo. Il Governo è stato costret-to ad accelerare sull’ap-provazione del decreto

(composto da tre articoli su rifiuti in Campania, questione bioshopper e materiali di riporto) a causa dei tempi strettis-simi dovuti alla scadenza del decreto, senza con-tare che dovrà tornare al Senato per il via libera definitivo a seguito delle modifiche introdotte alla Camera.

Il nodo principale ri-guarda il trasferimento

In primo piano

Via libera al decreto AmbienteLa Lega si impunta sull’accordo per i rifiuti della Campania, ma vota contro la sua stessa modifica

IN PARLAMENTO - Il nodo principale del provverimento è il trasferimento fuori regione dei rifiuti campani

“Domani e domenica Futuro e Libertà si ritroverà a Pietrasanta per chiudere la prima fase della sua vita politica e dare avvio alla “fase due”. Dopo appena tredici mesi dal congresso fondativo di Milano molta acqua è passata sot-to i ponti, ma Fli può dire di aver vinto la sfida. Intanto il partito è sopravvissuto a un’aggressione politica, mediatica e riguardante le persone senza precedenti nel-la storia politica italiana. E poi ha prevalso sui contenuti che l’hanno originato, facendo da detonatore a un cambio politico,

avviato dalla costituzione del go-verno Monti, che senza la nascita di Futuro e Libertà difficilmente ci sarebbe stato in questa legisla-tura”. Lo scrive sul sito di Futuro e Libertà il vicepresidente Italo Bocchino.

“In politica, però, vince sempre chi sa guardare più lontano e non chi guarda all’indietro. Per questo teniamo la nostra convenzione nazionale, per dichiarare chiusa una fase, quella della contrappo-sizione e della destrutturazione di un sistema che ormai non funzio-nava più, e per aprirne un’altra,

quella della ricostruzione di un nuovo sistema politico, richia-mando i cittadini alla partecipa-zione e all’impegno e costruendo un contenitore nuovo - partendo dal Terzo Polo - che sappia unire chi vuol essere riformista e vuole allontanare le estreme dal gover-no del Paese, siano esse leghiste o comuniste”, aggiunge.

“A Pietrasanta vogliamo lancia-re altri due messaggi: l’attenzione alla cultura e al paesaggio, vero te-soro dell’Italia, e la possibilità che la politica possa essere low cost”, conclude Bocchino.

Domani e domenica Fli a Pietrasantaper la fase due della sua vita politica

due temi su tutti: attenzione alla cultura e al paesaggio e politica low-cost

Con le mo-difiche ap-portate la spazzatura

potrà essere smaltita al di fuori dell’area di competenza soltanto dopo l’intesa con la singola re-gione inte-ressata

di Andrea Dammacco

Votazione per ap-pello alla Camera sulla fiducia posta dal Go-verno sulla conversio-ne in legge del decreto Ambiente in scadenza alla fine della prossima settimana.

La curiosità è che c’era quasi il tutto esaurito tra i banchi del Governo. Platea quasi più folta di quella dei deputati. Moltissi-mi, infatti, i ministri a Montecitorio (da Terzi a Fornero a Riccardi) per la fiducia. La pre-senza non era dovuta, in quanto gli attuali ministri sono tecnici non parlamentari. E presenza finora inso-lita, propria solo di di-scorsi alle Camere del Presidente del Consi-glio. Presenza, quindi, inevitabilmente notata da molti. L’indiscrezio-ne che circola tra i cor-ridoi di Montecitorio (e che pare trovi con-

ferme tra i parlamen-tari) è che sia lo stesso Premier Monti a sotto-lineare ai suoi ministri l’opportunità di essere presenti ai voti di fidu-cia chiesti dal Governo al Parlamento.

Questo a fronte fino-ra della scarsa presenza ministeriale a dispetto dell’abbondante ricor-so allo strumento della fiducia che da questo esecutivo tecnico vie-ne fatto. Sicuramente la più assidua parteci-pazione è una forma di rispetto verso il Parla-mento e le forze politi-che a cui, d’altra parte, Monti continuamente si richiama e richiama. E, come commentano maliziosi alcuni depu-tati di maggioranza nel “Transatlantico”, forse anche un tantino di opportunismo alla vi-gilia del vertice e della stretta finale sul lavoro.

a.d.

Tutti i Ministri in Auladurante la votazione

la curiosità

riforma del lavoro

Sembra avviarsi verso una decisione la tanto attesa (e contestata da una parte dei sindacati) riforma del mercato del Lavoro. Non soltanto articolo 18, ma una ri-forma seria e complessa per rilanciare l’occupa-zione.

Il Presidente del Con-siglio, Mario Monti, in accordo con il Ministro Elsa Fornero, ha convo-cato a Palazzo Chigi le Parti Sociali per martedì prossimo alle ore 15.30. La riunione verterà sul-la ‘’Riforma del mercato del lavoro in una pro-spettiva di crescita’’ e sarà l’occasione per ti-rare le somme di un dia-logo avviato a Palazzo Chigi il 23 gennaio 2012 e che porterà ad una conclusione, auspica-bilmente con un pieno accordo, entro la fine di

marzo. “Il governo -si legge in

un comunicato- ha sem-pre considerato la rifor-ma del mercato del lavo-ro una priorita’ della sua azione nonchè uno stru-mento essenziale per of-frire nuovo impulso alla crescita del Paese. Anche per questo considera po-sitivamente lo spirito di collaborazione e il con-tributo di idee offerto sin dal primo momento dal-le Parti Sociali”.

All’incontro pren-deranno parte anche il Ministro dello svilup-po economico Corra-do Passera, il Ministro dell’istruzione e della ricerca scientifica Fran-cesco Profumo, il Vice Ministro dell’economia e delle finanze Vittorio Grilli e il Sottosegretario alla Presidenza del Con-siglio Antonio Catricalà.

Martedì l’incontrocon le parti sociali

Corrado Climi, Ministro dell’Ambiente

Camera dei Deputati

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4 venerdì 16 marzo 2012BariPETRUZZELLI - Dopo le accuse tra i soci, bisogna capire come azzerare il “rosso”

Fuortes, sei mesi per il traghettatore

Carlo Fuortes, nomina-to dal Ministro Ornaghi commissario della Fon-dazione Petruzzelli e Tea-tri di Bari, era presente la sera di Nanni Moretti. Un appuntamento fissato per il 9 febbraio e realizzato insieme all’Apulia Film Commission e Musica per Roma, la fondazione di cui Fuortes è amministra-tore delegato.

Si tratta dell’immediata vigilia del terremoto che ha portato alla nomina del commissario e questo dettaglio, che ha ovvia-mente assunto particolare rilevanza a posteriori, ha fatto pensare che tra Re-gione Puglia e Ministero, vi fossero stati contatti seri sul come, sostanzialmen-te, “togliere dalle mani di Michele Emiliano e Luigi Fuiano il giocattolo” della Fondazione.

Così come sembra or-

di Fortunata Dell’Orzo

mai abbastanza certo che la “pace” con il sindacato monocolore (Cgil) che te-neva in agitazione la mas-sa critica dei precari sia stata concordata a livello di segreteria romana. Un passo indispensabile per risolvere una situazione intricata, le cui ricadute politico-sindacali, nonché l’allarmante stato finan-ziario (causato, va detto, anche dal misero contri-buto finanziario della Pro-vincia di Bari) impedivano di fatto di sbloccare i fi-

nanziamenti ministeriali e garantire almeno un pres-soché regolare svolgimen-to degli spettacoli sino a maggio.

Fuortes, con piglio ma-nageriale, sta conducendo la navicella del Petruzzelli fuori dai perigli, in attesa che la politica espropri il teatro e si proceda poi a dotarlo della pianta or-ganica al completo. Gli appassionati potranno assistere al Barbiere di Si-viglia, Tosca e al balletto “Cercando Picasso”.

E, naturalmente, al Bif&st di Felice Laudadio, che sarà ospitato anche quest’anno. Tra i progetti di Fuortes, c’è anche quel-lo di ricollocare altrove, le scenografie e i costumi prodotti dai laboratori del Petruzzelli per le opere e i balletti. Un modo intelli-gente e lucroso di valoriz-zare le maestranze locali.

Fuortes resterà in ca-rica almeno per sei mesi. Ma non è escluso che il mandato possa durare anche un anno. Dopo di che i soci fondatori, cui si spera si aggiunga anche qualche privato, dovranno nominare un nuovo CdA. Chissà se nel frattempo sa-ranno cessati tutti i focolai polemici, le strumentaliz-zazioni para-politiche e il gioco al massacro che ha sempre contrapposto re-gione e comune. E il rosso sia rimasto solo sulle vec-chie e gloriose mura, ab-bandonando i bilanci.

Ci siamo quasi, ancora pochi gior-ni e sarà ufficialmente presentata la Fondazione Giuseppe Tatarella.

Appuntamento a Bari, lunedi 26 marzo alle ore 20.00 a Villa Roma-nazzi. Pochi i posti ancora disponi-bili per la cena di presentazione alla quale è possibile prenotarsi invian-do una email a [email protected] o chiamano il numero 3339389219. Tante le ade-sioni, parlamentari, volti noti della politica nazionale e locale e soprat-tutto amici ed estimatori di Pinuc-cio.

Invitati tutti gli ex An dagli ex co-lonnelli Ignazio La Russa, Altero Matteoli, Maurizio Gasparri, Gian-ni Alemanno. Adolfo Urso, Giorgia Meloni, Francesco Storace, fino ai parlamentari pugliesi Francesco Amoruso, Sergio Silvestris, Michele Saccomanno. Invitati anche i con-siglieri regionali del Pdl Giandiego Gatta, Leo Digioia, Lucio Tarquinio, Erio Congedo, Domi Lanzillotta, Maurizio Friolo, dell’Udc Giannicola De Leonardis e il Presidente Negro.

Già confermata la presenza del Capogruppo in Regione del Pdl Roc-co Palese e del suo Vice Massimo Cassano, come quella dei due con-siglieri regionali di FLI Gianmarco Surico e Uccio Curto. Presenti anche il Senatore Luigi Dambrosio Lettieri e l’ex Sindaco di Bari, oggi deputato Pdl, Simone Di Cagno Abbrescia.

Il Presidente della Camera dei de-putati Gianfranco Fini, assente per precedenti impegni istituzionali as-sunti, invierà un messaggio.

Probabile la presenza di Raffaele Fitto e Gaetano Quagliariello.

Tra i tantissimi hanno già con-fermato la loro presenza, invece, il Vice Presidente del Senato Domeni-co Nania, il Presidente dei deputati dell’Api Pino Pisicchio, il Presiden-te del Gruppo al Senato di Coesio-ne nazionale Pasquale Viespoli, l’ex Ministro Gianfranco Rotondi, il lea-der di Alleanza di Centro Francesco Pionati, il noto penalista e deputato barese Francesco Paolo Sisto, i par-lamentari di FLI Francesco Divella, Carmelo Patarino, Roberto Menia, Coordinatore nazionale di FLI, il se-natore e Sindaco di Molfetta del PdL Antonio Azzollini, il Vice Presidente di FLI, Italo Bocchino. il Coordinato-re nazionale di Generazione Futuro, movimento giovanile di FLI, Gian-mario Mariniello. Presenti anche i Sindaci di Trani, Pinuccio Tarantini, Bisceglie, Antonio Spina, Cerigno-la, città natale di Pinuccio, Antonio Giannatempo, il consigliere provin-ciale di Foggia Emilio Gaeta, l’asses-sore all’urbanistica della Provincia di Foggia Mimmo Farina.

Presente al gran completo, ovvia-mente, la famiglia di Pinuccio con la moglie, la professoressa Angiola Filipponio, il fratello Salvatore, il ni-pote e direttore di Puglia d’Oggi, Fa-brizio, il patron di Villa Romanazzi, Lorenzo Ranieri, il Presidente della Fondazione Tatarella, il senatore ed avvocato Emilio Nicola Buccico.

Presenti anche Adriana Poli Bor-tone, ministro nel ’94 con Tatarella e il Sindaco di Bari Michele Emiliano. La serata sarà allietata dall’accom-pagnamento musicale del noto Ma-estro Paolo Lepore amico di Pinuc-cio.

Fondazione Giuseppe Tatarellatanti ospiti alla presentazione

lunedì 26 marzo la serata a villa romanazzi carducci

Il Teatro Petruzzelli di Bari

Conosce il Petruz-zelli, i suoi problemi e risvolti come poche persone. E’ stata asses-sore all’economia nella prima giunta Emiliano e anche da deputato ha continuato a seguire il teatro e a soffrire come ogni barese di nascita o adozione.

E secondo lei adesso è il momento di agire. “Vendola deve consi-derare l’ipotesi di un esproprio utilizzando l’articolo 95 del codi-ce dei beni culturali, il decreto legislativo 42/2004: “Questo pre-vede che la Regione possa richiedere al ministero l’autorizza-zione all’esproprio di beni culturali mobili e immobili per causa di pubblica utilità, allor-quando l’espropriazio-ne risponda all’obiet-tivo di migliorare le condizioni di tutela ai fini della fruizione pubblica dei beni”.

Se il Ministero dà l’ok, conclude Capa-no, a quel punto gli

atti passerebbero alla Regione per l’esecuti-vità del procedimento. Ma prima di affrontare questo argomento, c’è bisogno di fare chia-rezza sul futuro del politeama partendo dalla definizione di un sostenibile piano indu-striale.

Su questo Fuortes sta certamente riflet-tendo: dopo aver in un certo senso sterilizza-to la protesta sinda-cale, confermando in pratica i contratti solo fino al termine della stagione, ha parlato di concorsi pubblici per “regolarizzare” il per-sonale precario.

Quanto ai 14 assunti sin dall’inizio a tem-po indeterminato, non dovrebbero essere a ri-schio. Ma il vero nodo da sciogliere è quello di conciliare la traspa-renza nelle assunzioni con la necessità artisti-ca di avere il meglio per coro, orchestra, mae-stranze da laboratorio.

f.d.o.

Tra la trasparenza e le necessità artistiche

il nodo da sciogliere

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venerdì 16 marzo 2012 5Bari

I guai baresidei Degennaro

LE ACCUSE E GLI ARRESTI - Inchiesta barese: 51 indagati, 5 agli arresti domiciliari

Gerardo Degennaro

[...] conoscenze, che serve tantissimo a mol-tiplicare i loro affari e i loro profitti. Qualche volta la magistratura va più a fondo nelle inda-gini e fa saltare il coper-chio sul verminaio di favori, regalie, corruzioni ed omissioni, che fanno da cemento alla rete. Gli arresti di Bari, se le accu-se saranno confermate e convalidate dalla verifica dibattimentale, sembra-no essere solo uno spac-cato di una realtà più ampia e generalizzata.

A Bari c’è anche di più. Questa famiglia di imprenditori, non si è accontentata di aver eletto prima un fratello parlamentare nazionale col centro destra e poi un altro, consigliere re-gionale col Pd. Ha pro-mosso addirittura una propria lista elettorale per il Comune, eleggen-do propri consiglieri comunali e incameran-do un assessore nella giunta municipale. Na-turalmente, sempre del-la famiglia. Una nipote, seppure di qualità, con studi universitari negli Usa. Tutto quedto non ci piace per niente, ma a Bari nessuno, almeno sino a ieri, si è scanda-lizzato. Nè per la doppia copertura della famiglia, prima a destra e poi a sinistra, replicata con successo anche da altri gruppi imprenditoriali e da altre famiglie di pro-fessionisti, nè per la lista elettorale, promossa, fi-nanziata e diretta dalla stessa famiglia. Non si è scandalizzato nemmeno Michele Emiliano, cge pure è un magistrato an-timafia in aspettativa. Da quella famiglia ha otte-nuto finanziamenti, voti e appoggi. E lui ha ac-colto la lista nel cartello elettorale che sosteneva la sua candidatura, go-verna ancora oggi con i voti dei consiglieri eletti in quella lista e, sino a qualche mese fa, ha te-nuto in Giunta una rap-presentante della stessa famiglia, nonostante un evidentissimo conflitto d’interesse.

Ora sono scattati gli arresti e vengono alla luce tutti i lavori aggiu-dicati alla famiglia im-prenditrice. Un elenco impressionante. Molti appalti sono stati vinti, quando al governo della città c’era il centro destra e anche questo è un fatto che fa pensare. Gover-ni la destra o la sinistra, certe famiglie vincono sempre. Una ragione, o forse più di una, ci sarà.

Anche noi, come Emi-liano, abbiamo fiducia

nella magistratura e at-tendiamo l’esito delle indagini, ma qualche do-manda vorremmo porla a un sindaco, che si vanta di essere espressione di una certa primavera pu-gliese. Fatta la tara delle indagini giudiziarie, il cui esito è di là da veni-re, il sindaco non vede-va proprio nulla di male in questa commistione di affari e politica? Nes-sun imbarazzo ad avere nella sua coalizione una lista promossa e finan-ziata direttamente da un gruppo imprenditoriale? Nessun fastidio nell’ac-compagnarsi a una fami-glia, schierata sia a destra che a sinistra? Nessuna perplessità su un conflit-to di interesse, rilevabile anche da uno studente al primo anno di discipline giuridiche?

Di più. Essendo in atto importanti e rile-vanti appalti di opere pubbliche e di costruzio-ni residenziali ad opera di imprese e società ap-partenenenti a impren-ditori, che avevano dato un significativo apporto alla sua elezione e alla sua amministrazione, quali azioni, quali atti e quali misure specifiche ha attivato per assicurare la massima trasparenza, imparzialità e correttez-za della sua amministra-zione?

Da quanto emerge dagli atti d’indagine e da diversi capi di imputa-zione parrebbe che nes-suna particolare misura sia stata adottata, atteso i numerosi favori e i tanti comportamenti omissi-vi che hanno agevolato le imprese del gruppo. Converrà che, alme-no sotto questo profilo, sia stato, a tutto volerle concedere, almeno poco prudente? O, piuttosto, sorprendentemente as-sai spregiudicato, come nel caso del consigliere Olivieri, da lei mandato a capo della Multiservizi, salvo poi ad ammettere che era un rospo che do-veva ingoiare?

Tutte queste doman-de sono urgenti e perti-nenti, anche perchè lei non nasconde l’intenzio-ne di lasciare il Comune per candidarsi alla pre-sidenza della Regione. Anche in questo caso si sta muovendo con larga disinvoltura, non trascu-rando la compagnia di questi vecchi e compro-messi alleati, e cercan-done affannosamente altri, di qualsiasi qualità e provenienza. Converrà che senza un chiarimen-to, sarà molto difficile se-guirla nella sua avventu-ra. Almeno per noi.

Dopo lo scandalo, alcune domande

l’editoriale

Due parcheggi interra-ti (Piazza Giulio Cesare e Piazza Cesare Battisti), il centro direzionale del ri-one San Paolo (in project financing, come i par-cheggi), il mercato di via Caldarola a Japigia, i giar-dini di via Matarrese, le case destinate alle forze dell’ordine a Poggiofran-co e il rifacimento della facciata di Palazzo di Cit-tà. Sono queste le opere al centro dell’indagine con-dotta dai pm Renato Nitti e Francesca Romana Pir-relli che ha portato ai do-miciliari Gerardo Degen-naro, consiliere regionale Pd, suo fratello Daniele, due dei loro progettisti, due dirigenti comunali e un dirigente regionale.

La Procura contesta ai Degennaro (e il terzo fratello Vito, è indagato a piede libero) di aver costi-tuito un’associazione per delinquere, ai fini di reati contro la fede pubblica, la pubblica amministrazio-ne e il patrimonio. Il gip però ha rigettato questa ipotesi, accogliendo solo la parte in cui vengono contestati a vario titolo una lunga sfilza di reati, tra cui abuso d’ufficio, fal-so in atto pubblico, truf-fa aggravata, subappalto non autorizzato, appro-priazione indebita corru-zione e frode in pubbliche forniture. Agli arresti do-miciliari anche il diretto-re della ripartizione urba-nistica del Comune Anna Maria Curcuruto, l’ex di-rettore dell’ufficio tecnico

COMUNE DI NOCI (PROVINCIA DI BARI)

VI SETTORE EDILIZIA- URBANISTICA-AMBIENTE

OGGETTO: PIANO DI LOTTIZZAZIONE COMPARTO N.12 APPROVATO CON ATTO DI CONSIGLIO COMU-NALE N.26 DEL 18.05.2004 – ISTANZA DI VARIAN-TE PROPOSTA DALLA DITTA “GIANVITO PUTIGNANO COSTRUZIONI S.p.a.” ADOTTATA CON DELIBERA DI GIUNTA COMUNALE N.159 DEL 15 NOVEMBRE 2011.

Ai sensi dell’art. 21 della L.R. n.56 del 31.05.1980SI RENDE NOTO

Che presso la Segreteria di questo Comune è da oggi depositata, e vi rimarrà per 10 giorni con-secutivi, la deliberazione della Giunta Comunale n.159 del 15 novembre 2011 unitamente agli elaborati che fanno parte integrante e sostanzia-le della stessa. Durante il suddetto periodo di 10 giorni può prendersi visione e, nei successivi 20 giorni, possono presentarsi opposizioni da parte dei proprietari degli immobili compresi nel Piano ed osservazioni da parte di chiunque. Le opposizio-ni e/o osservazioni devono essere presentate per iscritto su competente carta legale all’Ufficio di Segreteria del COMUNE DI NOCI, via G. San-sonetti n.15.Noci, lì 15 Marzo 2012

Il responsabile del VI Settore Dott. Ing. Vitantonio DELL’ERBA

Vito Nitti, Raffaele Con-tessa e Michele Corona, progettisti per conto del-la Dec, e Gennaro Russo, dirigente regionale delle politiche per lo sviluppo rurale. Per assicurarsi il-lecitamente i sei appalti sarebbero state promes-se promozioni ed incari-chi, soggiorni in hotel e addirittura promesse di forniture alimentari per la festa di Santa Barba-ra all’allora comandante dei vigili del fuoco di Bari, Giovanni Micunco. In to-tale oltre 51 tra imprendi-tori, dipendenti pubblici e professionisti vari risul-tano indagati.

Sono stati inoltre se-questrati dal nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza beni mobili ed immobili per un valore di 25 milioni di euro.

Le società del gruppo (Dec, Bari Park, Gesti-park, Area Bersaglio, Dg Sviluppo Immobiliare), con agli aiuti all’inter-no degli Enti, avrebbero eseguito opere “al rispar-mio” e violando i principi della libera concorrenza. Lo strumento più usato erano le varianti in corso d’opera, in realtà già pre-viste, per aumentare i co-sti pubblici. Tra le accuse, in particolare per piazza Cesare Battisti c’è addi-rittura l’ampliamento della zona adibita a par-cheggio per aumentare la vendita degli spazi, il ri-

di Fortunata Dell’Orzo

Nel 2005 una vera alluvione colpisce Bari ed in particolare Carbonara dove l’ex cava di Maso, un’enorme voragine trasformata in campo sportivo da Simeone Di Cagno Abbrescia, diventa un lago di fango e acqua, a ridosso di un complesso edilizio. Il rischio lega-to alla staticità della zona attorno alla cava diviene oggetto di inda-gine: la magistratura vuole veri-ficare tutti i provvedimenti urba-nistici, compresi quelli affidati ai Degennaro.

Di là parte tutto. Sette anni di in-dagini, con acquisizione di docu-menti, intercettazioni telefoniche, pedinamenti. I pm avrebbero così individuato un sistema diffuso di collusione fra pubblico e privato, reso ancora più “appiccicoso”dal doppio ruolo svolto, ad esempio, da Gerardo Degennaro, eletto nel-le liste del Pd alla Regione Puglia o

dalla presenza, nella stessa giunta Emiliano per oltre un anno e mez-zo di Annabella Degennaro, figlia di Vito e dunque nipote di Gerar-do.

Marco Lacarra, assessore ai Lavori Pubblici, ha precisato che “dal luglio 2004 ad oggi, l’unica opera pubblica appaltata nel 2005 al gruppo Degennaro è il centro direzionale nel quartiere San Paolo. Sottolineo, come peraltro a tutti noto, che le opere relative ai tre parcheggi interrati di piaz-za Giulio Cesare, piazza Cesare Battisti e corso Cavour sono state aggiudicate nel 2003 dall’Ammi-nistrazione Di Cagno Abbrescia. Quindi, durante l’Amministrazio-ne Emiliano il gruppo Degennaro si è aggiudicato esclusivamente la realizzazione di un’opera, a fronte delle centinaia di opere pubbli-che appaltate nel corso di questi

sette anni e mezzo. Un ulteriore chiarimento va fatto in relazione al piano di riqualificazione di San Girolamo, stazione appaltante IACP, già aggiudicato da un pool di imprese tra le quali quella di De-gennaro, da non confondere con il rifacimento del lungomare di San Girolamo la cui gara non è stata ancora appaltata dal Comune di Bari”.

Ma questo non sembra spiegare per nulla la presunta corruzione, la contiguità fra affari e politica espressa soprattutto dalla presen-za negli organi elettivi e ammi-nistrativi di persone espressione diretta del gruppo Degennaro, la commistione fra pubblico e priva-to (e dunque il conflitto di interes-si) espressa dalla duplice funzione imprenditoriale e amministrativa di alcuni membri della famiglia.

f.d.o.

Sette anni di indagine per fare luce sul sistema di collusione pubblico-privato

i dettagli delle indagini

sparmio sugli spessori dei solai di contenimento e persino l’uso di iniezioni cementizie che avrebbe-ro accorciato i tempi ma pure lesionato il palazzo dell’Ateneo barese.

Nell’opera pubblica di Poggiofranco ad essere contestato sarebbe quel Piano Edilizio Integrato con al centro la realizza-zione di edilizia agevola-ta e convenzionata per le forze di polizia e dipen-denti dello Stato. Proprio tra questi appartamenti, uno sarebbe stato pro-messo a prezzi stracciati al dirigente regionale ar-restato in cambio di aiuti.

SEguE Da Pag 1

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6 venerdì 16 marzo 2012

Di vere sono vere. Le cose scritte da Aldo Caz-zullo nel suo reportage da Bari sul Corrierone mila-nese non sono inventate, nè esagerate.

Anzi, poteva scrivere di più, affondando il coltello nella piaga. E gli arresti ec-cellenti degli ultimi giorni, che investono in pieno l’amministrazione guidata da Michele Emiliano, già pubblico ministero anti-mafia, ne avrebbero data immediata e cruda con-ferma.

Però, diciamocela tutta, vedere scritto tutto quan-to, nero su bianco, grande titolone Bari capitale degli scandali, su due paginate del più diffuso e titolato quotidiano italiano, ti fa male.

Ti dovrebbe. Sopratutto, se a questa

città, nonostante tutto, vuoi ancora bene, perchè queste mura, queste stra-de, questi vicoli ti appar-tengono. Sono la tua vita. Cazzullo l’ha sfregiata, sferrandoti un bel cazzo-tone nello stomaco. Pec-cato che le reazioni siano state modeste, quasi nulle. Come se nessuno avesse letto. O meglio, come se Cazzullo non avesse scrit-to nulla di nuovo, nulla che già non si sapesse, nulla che già non fosse stato assorbito, metaboliz-zato, introitato nella quo-tidianietà della città.

Bari una volta era scip-polandia, la capitale degli scippi. Di camminare per strada, potevi camminare, anche per Bari vecchia, ma meglio senza borsetta

e persino senza porta-

Bari

Vista la fine ingloriosa che hanno fat-to onde e primavere, la “Bari migliore” (che poi è quella che più ha creduto a Michele Emiliano e Nichi Vendola) si è ritirata quasi senza saperlo e volerlo, sul suo Aventino. Non si tratta solo di quat-tro intellettuali schifiltosi o di inguaribili nostalgici dell’eskimo. C’era una buona fetta di destra storica e irreparabilmen-te antiberlusconiana che aveva sentito di nuovo scorrere il sangue nelle vene al sorgere della “nuova stagione politi-ca” di Bari città regione e della regione stessa. E si sa che più forte è l’amore, più amaro il sentirsi traditi.

C’è un fronte in particolare che non perdona, ad esempio, Michele Emilia-no: ed è quello di chi sosteneva e so-stiene con forza la nascita della città metropolitana e l’attuazione vera del decentramento. E che si sono sentiti beffati crudelmente dall’abbandono di ogni progetto legato alla prima e dal fal-limento conclamato dell’assessora De-gennaro sul secondo. E che sapevano da un pezzo che la fuga precipitosa di An-nabella dalla giunta non era dovuta af-fatto a “motivi strettamente personali”.

I vari comitati sul decentramento, guidati dall’acume politico e dalla sag-gezza di Antonio Gadaleta, hanno di recente espresso una condanna senza appello nei confronti di tutta l’ammi-nistrazione Emiliano (che a suo tempo

e per pochissimo si era avvalso della competenza della senatrice Marida Dentamaro proprio al decentramento) e del tentativo di trasformare le nove circoscrizioni inutili di oggi in altret-tanti inutili municipi, abbandonando l’idea di accorpare e ridisegnare il terri-torio amministrativo secondo criteri di autentica autonomia gestionale.

Eppure, questa strada nuova e rin-novata di concepire la città, da un lato allargandola al concetto di metropoli, dall’altra restituendo senso alle piccole identità di campanile, sarebbe impor-tante da percorrere per recuperare al di-battito sul bene comune intere fasce di popolazione ormai lontanissima dalla politica, fasce che o vanno a ingrossare le fila degli astenuti o, peggio, si intrup-pano a comando per questo o quel can-didato.

Fra tutti i fermenti prepolitici in gra-do di maturare ed esprimere una classe dirigente sana, quello germogliato dal decentramento sembra il meno a ri-schio di qualunquismo e grillismo. C’è poca indignazione sterile e molta ap-plicazione e studio. E consapevolezza che la società civile, da sola, non porta a nulla senza il concorso di storia, idee, strategie e logistica che i partiti, se vo-gliono davvero, sono ancora in grado di offrire.

Fortunata Dell’Orzo

La Bari che manca all’appelloè senza dubbio la Bari migliore

il commento

foglio. Oggi è la capitale degli

scandali, del sesso, della droga. Non un passo avan-ti, ma parecchi indietro. Sparato sul Corrierone, uno sputtanamento totale, per restare in gergo, tanto più che, sul fronte dei reati contro le persone e il patri-monio, continuiamo ad avere numeri di tutto rispetto, 17 omicidi,

273 scippi e 1.100 rapine, poco più di tre al giorno, nel 2011. Buon per noi, se Cazzullo non ha fornito anche i dati dei furti d’auto e in appartamenti.

Da record pure quelli.

Nulla di nuovo, per ca-rità, ma è proprio questa nostra assuefazione al peg-gio che lascia esterefatti. In due paginoni fitti di testo non c’è un solo accenno di reazione, che Cazzullo abbia potuto registrare, nè singolo, nè collettivo. Un silenzio assordante. Come se a Bari non vi fosse un’al-tra città, diversa da quella raccontata dal Corriere.

Onesta, laboriosa, puli-ta.

Di più, c’è anche un sindaco

che la sua città nemmeno la difende e, invece, spara a zero sulla sua borghesia. Deve aver parlato a lun-go Michele Emiliano con Aldo Cazzullo, se gli ha raccontato del Petruzzelli e delle assunzioni, ovvia-mente tutte regolari, fatte in Fondazione, delle sue ambizioni, legittime anche quelle, di succedere a Ven-dola alla guida della Regio-ne, delle sue forsennate liti con chiunque, sia di destra che di sinistra, della sua preoccupante sindrome del complotto e dell’ac-

cerchiamento, del suo passato e presente di sindaco-sceriffo, con le macchine dei vi-gili che “oggi hanno la telecamera e zac! la multa è fatta”. Ma non ha trovato Emiliano tempo e argomenti per difendere la sua città. Non per negare l’evi-denza, come un qualsiasi tifoso trina-riciuto, ma almeno per ricordare che c’è

anche una Bari diversa e migliore.

Certo, è stata la coppia D’addario-Tarantini a te-nerci a lungo sulle prime pagine dei quotidiani, dei rotocalchi e delle tv, tanto da far scrivere a Cazzullo che “il berlusconismo non è caduto al Nord, in una città rigorosa come la To-rino azionista, ma al Sud, nella Bari levantina dei traffici e dei piaceri”, ma è anche vero che proprio e solo a Bari un Procuratore della Repubblica, indagan-do con coraggio e indipen-denza, ha potuto accertare che le prestazioni sessuali delle escort di Tarantini non erano solo la merce umana offerta per il decli-nante sollazzo del Princi-pe, ma una vera e propria tangente, per ottenere appalti, commesse e favo-ri. Quel Procuratore, che anche alcuni suoi colleghi avrebbero voluto allonta-nare da Bari, è o non è una pagina di una Bari diversa?

Bari ha toccato il fondo anche nel calcio. Non solo retrocedendo sul campo, ma anche macchiandosi della infamia delle partite truccate, con tanto di in-

Emiliano insulta la borghesia,noi ne auspichiamo la rinascita

IL CASO - Dopo il reportage del “Corriere” e gli scandali della politica, la città deve reagire. Siamo baresi, non Tarantini

Gli storici lampioni, simboli della città di Bari

di Salvatore Tatarella

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venerdì 16 marzo 2012 7

filtrazioni della malavita organizzata nel controllo delle scommesse clande-stine. Contro questa de-riva truffaldina di gente senz’anima e senza cuore, hanno reagito spontane-amente vecchie glorie del calcio biancorosso, ma an-che tanti ex giocatori, che magari hanno indossato una sola volta la maglia da titolare. Si sono costi-tuiti in associazione, per riscattare e tutelare anche in sede giudiziaria il buon nome della squadra e della città. Anche questa è un’al-tra parte di Bari, che va rac-contata. Una Bari che non gioca sporco e d’azzardo, che non scommette, che rivendica la bellezza e la pulizia dell’agonismo e che difende lo sport più bello del mondo.

Cocaina, sesso, vizi. A Bari, come in ogni grande città, sono di casa, non da oggi e Cazzullo, a giusta ragione, ricorda “La riffa, il film che rivelò Monica Bel-lucci”, ma il Sindaco, che amministra questa città da otto anni e che prima fa-ceva il pm, Bari la conosce più di Cazzullo. Possibile che non gli sia venuto in mente nient’altro. Eppure basta girare per periferie e per parrocchie, veri avam-posti, queste, della legalita e della lotta ad ogni forma di devian-za. Non sono poche le as-sociazioni e i volontari im-pegnati quo-tidianamente nel recupero dei tossico-d i p e n d e n t i , degli alcolisti, e delle don-ne, sopratutto straniere, sot-tratte alla pro-stituzione.

In città prolificano solo incerti “compratori d’oro” e sale scommesse. Più di cinquanta i primi e oltre duecento le seconde, an-nota Cazzullo, che aggiun-ge “Savinuccio Parisi è in carcere, ma l’inchiesta si è estesa a imprenditori, bancari, commercialisti e politici: si è indagato su tutto, dal nuovo campus universitario ai cavalli da corsa”. Vero, verissimo, la criminalità ha assoldato i colletti bianchi, senza i quali non potrebbe reinve-stire, ripulire e moltiplica-re gli ingenti capitali accu-mulati, ma, sempre a Bari, opera da tempo anche una coraggiosissima associa-zione antiusura, che aiuta

concretamente molte vit-time di questo odioso cri-mine e che non una volta ha richiamato l’attenzione delle autorità proprio sulle sale da gioco e sui compra-tori d’oro, dietro i quali si nascondono spesso orga-nizzazioni criminali.

Anche questa è Bari, ma il sindaco non ne ha parla-to e non ha trovato di me-glio che prendersela con la borghesia della sua città, rea di non amarlo e di non votarlo.

Quella di destra “sniffa cocaina, quella di sinistra è succube dei circoli e dei

salotti”. Mah, qualche anno fa avremmo pensato il contrario, ma tant’è. Emi-liano non fi-nirà mai di sorprenderci. Certo, la bor-ghesia ha le sue colpe, an-che gravi, ma non le esau-rirei nell’as-sunzione di

cocaina e nella frequen-tazione di circoli e salotti. La droga, purtroppo, non è solo un portato di classe. È dapertutto. Potremmo dire che è stata globalizzata. Circola certamente nel-le fasce borghesi, ma non solo. Frequentare salotti e circoli, poi, non pare ad alcuno cosa impropria e deplorevole, se non al solo Sindaco di Bari. Il rimpro-vero più grave da muovere alla borghesia, semmai, è il suo passo indietro. Il suo ritirarsi nelle professioni e nelle imprese. Il suo di-stacco ostentato dalla vita politica e amministrativa. Per noi la borghesia non è una fascia economica della città. È, per dirla con

Bari

Bari non è solo crimi-nalità, co-caina, sesso

e vizi, ma il sindaco non ne ha fatto cen-no, e non ha trovato di meglio che prendersela con la bor-ghesia della sua città

tanti della vita cittadina. È alla borghesia che si deve l’intuizione e la istituzio-ne della Fiera del Levante, oggi giunta al tramonto.

È sempre a un intra-prendente borghese che si deve la costruzione del Te-atro Petruzzelli, oggi, con Emiliano, sull’orlo della bancarotta finanziaria. È, infine, alla borghesia, por-tata dal fascismo alla guida dell’amministrazione mu-nicipale, che si deve l’espansione urbanist ica, il lungomare monumenta-le e le opere p u b b l i c h e , che hanno disegnato in maniera ori-ginale e in-delebile lo skyline della Bari moderna. Questa bor-ghesia, oggi dedita solo al suo privato, deve ritrovare l’orgoglio di sè e della sua missione. Addolora che il reportage del Corriere e l’incogrua rappresentazio-ne del sindaco Emiliano abbiano sollevato poche voci di indignazione e re-azione. Preoccupa che i numerosi episodi di mal-

costume politico che con-tinuano, anche in questi giorni, a macchiare l’im-magine della città non de-stino emozione e rivolta. Sorprende amaramente che nella città non si for-mi ancora quel fronte co-mune di tutte le persone oneste e perbene, che mi piace credere siano anco-ra la maggioranza. Duole che intellettuali e uomini di cultura non facciano an-

cora sentire la loro voce.

Ciò non di meno, è ne-cessario rea-gire. Viviamo un momento di svolta. Sia-mo a un giro di boa nella società, nel-la politica e n e l l ’ e c o n o -mia. I segnali di una in-versione di

tendenza non mancano, alcuni forti, altri più debo-li. Occorre un’assunzione collettiva di responsabili-tà, il noi dovrà sostituirsi all’io, l’interesse generale dovrà assorbire la difesa del particulare e un’eti-ca della responsabilità, del dovere, del rigore e dell’equità dovrà caratte-

rizzare un nuovo Risorgi-mento morale e civile. In Italia e a Bari.

Abbiamo toccato il fondo con la D’addario a Tarantini, con le partite truccate e gli scandali del-la sanità, con le truffe sulle protesi e sul cemento del-le opere pubbliche, con il palazzo di giustizia abu-sivo e maleodorante per i rigurgiti di fogna e con la rissa sguiata sui debiti e le maschere del Petruzzelli; adesso possiamo solo risa-lire, ma è importante che la borghesia delle professioni e delle imprese, gli intellet-tuali e gli uomini d’arte e di cultura non se ne stiano ancora in disparte e muti. È questo il momento di tornare in campo. Per sve-gliare e mobilitare tutte le energie della città.

Siamo Baresi e non Ta-rantini, titolava tempo fa uno stimolante quotidiano locale. Ebbene, è ora che tutti avvertano nuovamen-te l’orgoglio della baresità e della appartenenza. Non solo allo stadio, ma, più significativamente, per il riscatto della città e dise-gnare insieme un futuro diverso e migliore per una Bari metropolitana, mo-derna, civile, solidale, so-stenibile e creativa.

Senza indulgere al mito un po’ pro-vinciale dell’ècole barisienne, non c’è dubbio che la tradizione culturale ba-rese sia invidiabile (ed invidiata) da parte di molte altre città del Mezzo-giorno, comprese Napoli e Palermo.

Senza trascurare le grandi indivi-dualità come quella di Beppe Vacca e Luciano Canfora, le istituzioni cultu-rali come la Casa Editrice Laterza e la Camerata Barese, va registrato il sor-gere di autori come Franco Cassano, il sociologo del “Pensiero Meridiano” di cineasti come l’Alessandro Piva de “La capa gira”, la riapertura del “Petruzzel-li”, che al netto delle polemiche attua-li resta un punto di riferimento della cultura musicale e teatrale italiana.

Dall’esterno si ha però l’impres-sione che questa crescita sia stata un po’ brutalmente arruolata nei mecca-nismi del potere culturale, ed in par-ticolare della “sporca guerra”, a volte tacita, a volte guerreggiata, in corso da qualche anno fra Nichi Vendola e Michele Emiliano. Sono ormai innu-merevoli i terreni d’attrito fra l’Am-ministrazione del capoluogo e Silvia Godelli, vendoliana di ferro e assesso-re alla Cultura della Regione (che può in verità vantare, al di là delle contro-

versie politiche, su un gran numero di successi).

Dal Consorzio Teatro Pubblico Pu-gliese al Festival Frontiere, da Puglia Sound al Petruzzelli, non c’è stato ter-reno dell’attività culturale che non sia stato teatro (è proprio il caso di dirlo) di questo scontro, del quale è difficile dire se sia stato indotto o subito dalla politica.

L’avvicinarsi del 2013 e la possibile scalata del sindaco Emiliano alla pol-trona di via Nazario Sauro ha per certi aspetti esasperato questa conflittua-lità, con continui riposizionamenti e cambi di fronte. L’impressione è che in tanto pugnare gli intellettuali ab-biano smarrito il loro ruolo principa-le: che è quello di un pungolo e di una riflessione critica, che non facciano sconti né agli amici né agli avversari.

I tratti da Sodoma e Gomorra che la città va assumendo dovrebbero essere contrastati da un rilancio della cultu-ra civica e dell’etica pubblica di cui gli intellettuali dovrebbero essere i natu-rali custodi.

Peccato che a Bari sembrino più parte del problema che della soluzio-ne.

Enrico Ciccarelli

Gli intellettualidi Sodoma e Gomorra

la riflessione

Due scorci di Bari: la città vecchia ed il lungomare

Giuseppe De Rita (L’eclissi della borghesia, edizioni Laterza) “una classe so-ciale con una funzione politica: mettere ordine e creare riferimenti in un sistema altrimenti con-dannato all’anarchia, una minoranza, l’ossatura di una classe dirigente, for-nita di una bussola con la quale è in grado di guidare e orientare un popolo, at-traverso regole condivise e un’idea di futuro.

Un’avanguardia che produce movimento, mo-bilità sociale, sviluppo.....una èlite che sente una responsabilità collettiva, se ne fa carico, e guida, sulla base di interessi ge-nerali e non solo di pul-sioni particolari, l’intero sistema. Una minoranza in grado di esercitare il potere in modo unitario e di non impoverirlo in un obiettivo fine a se stesso; di rappresentare e difen-dere valori condivisi; di immaginare il futuro sen-za rinchiudersi sempre e soltanto nel presente. Una borghesia che va oltre il capitalismo e che esprime movimento, mobilitazio-ne, cambiamento, spin-ta verso la modernità. La spina dorsale di una classe dirigente”.

In Italia è la borghesia che ha fatto il Risorgimen-to e unificato la Nazione. È la borghesia che ha rico-struito il Paese dalle mace-rie di una sciagurata guer-ra perduta. È la borghesia che durante il Ventennio, nonostante la retorica an-tiborghese del fascismo, ha costruito gli istituti e le istituzioni, dall’Iri all’On-mi, che sono sopravvisuti al regime mussoliniano. A Bari, poi, è la borghesia che ha contrassegnato in passato le pagine più esal-

S orprende ancora che nella città non si formi

ancora quel fronte co-mune di tutte le perso-ne perbene ed oneste, che mi piace credere siano anco-ra la mag-gioranza

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10 venerdì 16 marzo 2012Territorio

Rigassificatore, le verità nascoste

BRINDISI - Non soltanto veti incrociati e burocrazia, ma anche un processo penale a carico dei vertici della British gas

Non soltanto veti e lun-gaggini. Ma anche una vi-cenda giudiziaria che vede coinvolti i vertici della British Gas per corruzione ed occupazione abusiva dell’area demaniale.

Alla base dell’annun-ciata rinuncia dell’azienda al rigassificatore di Brindi-si ci sarebbe, dunque, non soltanto gli undici anni di attesa tra veti incrociati, rimpalli tra gli enti locali, contestazioni e quant’al-tro messo in atto per op-porsi alla costruzione del-la centrale brindisina.

E’ attesa ad ore, infatti (al momento di chiudere l’articolo non giungono ancora notizie dal Tribu-nale di Brindisi) la sen-tenza di primo grado del processo alla British gas Italia, la società inglese ti-tolare di un progetto per la

realizzazione di un rigassi-ficatore a Brindisi per tra-sformare il combustibile proveniente dall’est dalla forma liquida a quella gas-sosa.

Nel pro-cesso i ver-tici azien-dali, difesi d a l l ’ a v v o -cata Giulia Bongiorno, sono im-putati per corruzione ed occupa-zione abu-siva di area d e m a n i a l e marittima.

La storia è molto lun-ga ed ha avuto inizio nel 2001, quando fu inoltrata al Governo la richiesta per la costruzione del rigassifi-catore. Da allora sono pas-sati undici anni ed ancora la società non ha i permes-

quattro anni previsti per i lavori.

“L’annuncio della Bri-tish Gas Italia - sottolinea l’associazione ambienta-lista Italia Nostra - pare un ulteriore quanto goffo tentativo di influenza-re l’opinione pubblica (e non solo) alla vigilia della conclusione di un proces-so penale in corso a Brin-disi”.

Non si tratta, dunque

Liberate subitoi Marò pugliesi

l’ordine del giorno

Intervenire sui fattori distorsivi che determinano sprechi nel siste-ma sanitario pubblico e ridefinire il rapporto tra pubblico e privato, laddove questo deve diventare un elemento di integrazione ed una risorsa per offrire servizi integrati ai cittadini. E non già essere, come invece è, elemento di sovrapposi-zione con il pubblico.

Questo è quanto sostiene in sintesi il consigliere regionale Giammarco Surico, coordinato-re provinciale di Fli terra di Bari e componente della Commissione Sanità della Regione Puglia, in me-rito alle notizie relative ai fondi re-gionali destinati a strutture per la riabilitazione e cliniche private del-la Asl di Bari e oggetto di contenzio-so con la Regione.

“Paradossale che la Asl di Bari e, quindi, la Regione, si accorgano solo ora della mancanza di requisiti per ottenere maggiori risorse finan-ziarie da parte di alcune strutture private per la riabilitazione, come la Segesta”, afferma Surico, “il fat-to che in sette anni di governo, la sinistra vendoliana non si sia mai accorta di nulla appare quanto-meno discutibile. Il risultato è che oggi ci troviamo di fronte ad una emergenza annunciata, non solo di carattere economico, data la man-naia pari ad 8 mln di euro che si ab-batterà sui conti regionali qualora

il Consiglio di Stato dovesse confer-mare la sentenza del Tar, ma anche occupazionale”.

“Insomma -conclude Surico- non si può più pensare di andare avanti con interventi spot, con ri-corsi alla giustizia amministrativa e con atteggiamenti da Alice nel Pae-se delle Meraviglie che sinora han-no cronicizzato una patologia che si deve affrontare e risolvere rimuo-vendone la causa. Solo così si potrà assicurare ai cittadini il legittimo diritto alla salute, agli operatori se-renità professionale e ad aziende e Asl certezze amministrative”.

Sanità, basta ai fattori che portano agli sprechi

l’intervento di giammarco surico (fli)

Il Consiglio regiona-le della Puglia adotta il nastro giallo e invia un messaggio di solidarietà e di incoraggiamento ai due marò pugliesi. Un ordine del giorno unita-rio sollecita la liberazio-ne di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre ed esprime vicinanza alle famiglie.

Constatando, con amarezza, il perdurare della detenzione dei due fucilieri del Reggimento San Marco della Marina Militare, il documento approvato all’unanimità da tutti i gruppi consi-liari chiede al presidente della Giunta regiona-le di “attivarsi presso il Governo centrale per mantenere alto il livello di impegno attraverso tutti i canali diplomati-ci, al fine di ottenere la pronta scarcerazione dei due sottufficiali pugliesi, come richiesto da altre Regioni e Amministra-zioni locali italiane”.

Il Consiglio auspi-ca che vengano quan-to prima accertate sia l’estraneità dei due fu-cilieri rispetto all’epi-sodio contestato che la correttezza della loro condotta. Le regole d’in-gaggio sono state rigo-

rosamente rispettate, come assicura la Marina Militare, con colpi esplo-si esclusivamente in aria e in acqua, a distanza di sicurezza.

Associandosi “alle ca-riche istituzionali dello Stato nel respingere l’ac-cusa che i marò in servi-zio antipirateria a bordo della petroliera italiana abbiano colpito i due pescatori, l’Assemblea pugliese rileva come “contro ogni norma in-ternazionale i tribunali indiani si sono dichiarati competenti a giudicare i nostri militari”, adottan-do decisioni che sem-brano ispirate da una presunzione di colpevo-lezza che contrasta con i principi del diritto pena-le, sull’onda di un’opi-nione pubblica locale pesantemente orientata contro i militari italiani.

per Italia Nostra, di un “prolungarsi all’infinito del braccio di ferro con le autorità italiane” ma di dover rispondere di fronte alla legge italiana di abusi e irregolarità che hanno determinato la sospensio-ne dell’autorizzazione, la riapertura della procedura di VIA, l’avvio di un proce-dimento penale, nonché la richiesta di confisca da parte del Pubblico Mini-stero, della “colmata” re-alizzata in mare a ridosso del centro abitato.

Quello progettato dal-la British Gas a Brindisi è un impianto che, per la sua ubicazione a stretto ridosso del centro abitato, in un’area già dichiarata a elevato rischio ambien-tale, si è subito scontrato sia con le strenue opposi-zioni e rivendicazioni del-la popolazione più volte scesa massicciamente in piazza, sia con il corale e fermo “no” delle ammini-strazioni locali: non va di-menticato che il Comune, la Provincia di Brindisi e la Regione Puglia si sono ufficialmente pronunciati contro la realizzazione del terminale di rigassifica-zione nel porto di Brindisi.

E ora si aspetta la sen-tenza dei Giudici.

si necessari in quanto l’iter autorizzativo si è impanta-nato nei processi penali ed amministrativi oltreché in vari esposti in Procura ar-

rivando perfino ad alcuni arresti eccellenti come quello del sin-daco Giovanni Antonino, in riferimento al quale va però subito detto che è fuori dal pro-cesso in quanto i capi di impu-tazione di cui è stato accusato sono andati in prescrizione.

E tra tempi lunghi della burocrazia, e tempi ma-stodontici della giustizia, è difficile ricostruire una situazione ingarbugliata come non mai.

Oggi l’area interessata dal progetto è sotto seque-

stro. La British Gas non ha avuto l’ok ad andare avanti con la realizzazione dell’infrastruttura.

Ed ecco che pochi giorni fa, proprio alla vigilia della sentenza di oggi, l’ammi-nistratore Luca Manzella ha minacciato di lasciar perdere l’investimento ri-cordando che ammonta ad 800 milioni di euro e che avrebbe dato occupa-zione a mille persone per i

Nel proces-so a Brin-disi i vertici dell’azienda

sono accusati di corruzio-ne ed occupazione abusi-va di area demaniale ma-rittima per una colmata a ridosso del centro abi-tato

In coda alla seduta di Consiglio regionale, l’assemblea ha appro-vato all’unanimità tre ordini del giorno.

Il primo, su iniziativa del Presi-dente Onofrio Introna, impegna il Governatore Vendola “a rivolgere a nome dell’intero Consiglio la ri-chiesta ufficiale della Puglia al Go-verno nazionale di onorare la me-moria di Placido Rizzotto offrendo esequie di Stato alle sue spoglie, finalmente restituite ad onoranze degne della dignità dell’uomo, del sindacalista e della sua vita con-sacrata ad una battaglia contro la mafia”. Un omaggio al sacrificio e

alla figura del sindacalista sociali-sta scomparso nel 1948 e vittima della “lupara bianca”, protagonista di coraggiose lotte sindacali e brac-ciantili in Sicilia, negli anni difficili del secondo dopoguerra.

In favore delle università puglie-si, il secondo ordine del giorno, con il quale si chiede, come noi chie-diamo da tempo, al governo regio-nale di mettere in atto, anche con il coinvolgimento dei parlamentari pugliesi, azioni dirette a sensibiliz-zare il ministro Profumo “sull’esi-genza di non lasciar degenerare il sistema verso una penalizzante di-versificazione delle Università fon-

data esclusivamente sull’area geo-grafica nella quale sono collocate e non sulle oggettive qualità didat-tiche e di ricerca, e a ricondurre il finanziamento delle Università a parametri certi, condivisi e soprat-tutto stabili nel tempo”.

Un intervento a salvaguardia dell’occupazione dei 3400 lavora-tori Fiat in Puglia viene sollecitato nell’ordine del giorno a firma del capogruppo Sel, Michele Losap-pio, con cui si impegna la Giun-ta a portare a livello nazionale, la vertenza riguardante le tre sedi pugliesi della casa automobilisti-ca (Magneti Marelli di Bari, Cnh di Lecce e Sofim di Foggia), chie-dendo “un incontro nel quale il gruppo Fiat esponga il programma di rilancio più volte annunciato e rinviato”.

Parametri certi per le Università chiesti all’unanimità dall’Assise

in consiglio regionale

di Roberto Mastrangelo

I due Marò pugliesi

L’area del rigassificatore di Brindisi

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venerdì 16 marzo 2012 11

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12 venerdì 16 marzo 2012

Il primo congresso pro-vinciale del Popolo delle Libertà di Foggia passerà alla storia come il congres-so della paura. Paura della competizione fra più op-zioni, che ha indotto molti maggiorenti del partito a sfilare a Leonardo Di Gioia uno dei suoi principali so-stenitori, Franco Landella, offrendogli di fare il co-ordinatore. Ma una volta che Di Gioia ha rinunciato a candidarsi (nell’intima convinzione, riteniamo, che tenere ferma la sua

posizione avrebbe messo a rischio la celebrazione stessa del congresso) si è temuto il libero dibattito in sede congressuale.

L’assise è cominciata con mezza giornata di ri-tardo rispetto al previsto, lasciando spazio solo per la bella relazione di com-miato di Gabriele Mazzone (per lui le uniche standing ovation), per quella del neocoordinatore, apprez-zabile per il tentativo di schierare il Pdl su alcuni dei temi strutturali del go-verno locale, e per la pas-serella delle eccellenze, da

Foggia

IL COMMENTO

Le colpe del branco e le nostre

di Fabrizio Tatarella

Non c’è individuo civi-le che non abbia un moto di rabbia e di ribrezzo per quanto accaduto a Ce-rignola, dove un gruppo di adolescenti ha violato l’innocenza di una ra-gazzina in modo infame. Comprendiamo quindi che anche il sindaco della città abbia espresso il suo parere in questi termini. Nel comprendere la ripu-gnanza, ci stupiamo però della risposta inadeguata e insufficiente.

È stato ricordato che le funzioni e i poteri del Co-mune e di chi lo rappre-senta sono quanto mai pallidi. Lo stesso Gianna-tempo, d’altronde, è stato di recente vittima di un episodio di brutalità e di violenza, ed è difficile che chi non è garantito riesca a garantire qualcun altro. Il problema è che l’acca-duto non ha niente a che vedere con la sicurezza: è un episodio che parla di disagio sociale, di degra-do. E su questo il Comune i compiti li ha eccome.

Il Sindaco dovrebbe chiedersi e dovrebbe dirci dov’erano, o perché non c’erano, gli assistenti so-ciali, se i comportamenti aggressivi non si erano mai manifestati, se non hanno mai attirato l’at-tenzione di qualcuno e come mai.

Le istituzioni non pos-sono limitarsi ad espri-mere stati d’animo.

Devono interrogarsi su perché è accaduto e su quel che si può fare per-ché non accada più.

Quello che sta acca-dendo in questi giorni circa la chiusura della Fa-coltà di Ingegneria a Fog-gia è qualcosa che rasen-ta i limiti della vergogna. L’ennesima possibilità di crescita, di speranza per il futuro è andata in fumo: possiamo ben af-fermare che in quella che da tutti è definita come la “città del mattone”, dove ogni giorno sorgono can-tieri per la costruzione di nuovi palazzi, vedere chiudere una facoltà per mancanza di fondi e per mancanza di strutture è inaccettabile. Non condi-viamo il fatto che le Isti-tuzioni possano decidere di incontrare gli studenti soltanto quando si trat-ta di racimolare qualche voto in vista delle ele-zioni (il riferimento è all’incontro tenutosi un mese prima delle ultime

elezioni regionali tra gli studenti universitari e i candidati alla poltrona di governatore). Oltre ciò bisogna sottolineare il roboante silenzio del-le Istituzioni: questo è il prezzo da pagare per colpa di chi crede che co-struire un palazzo sia più produttivo dell’investire nel futuro dei giovani, ntenendo conto anche e soprattutto della vici-nanza tra la Facoltà di In-gegneria e l’azienda Ale-nia, che da anni funge da canale preferenziale per i giovani laureati foggiani.

In questi giorni cer-cheremo di incentrare quanto più l’attenzione verso questa tematica e organizzare anche mani-festazioni di protesta per evidenziare l’ennesimo scippo a discapito del fu-turo della Capitanata.

Giulio Di Toro

Facoltà di Ingegneria,inaccettabile chiusura

università di foggia

In vista delle ammi-nistrative di maggio, ma non solo, intenso tour del Coordinatore pro-vinciale di FLI Fabrizio Tatarella in Provincia di Foggia.

Venerdì 16marzo alle ore 15.30 incontrerà a San Paolo Civitate ami-ci e iscritti del partito con il presidente locale Costantino Rubino. Alle 16.30 a Serracapriola per il primo congresso del partito con il presi-dente Antonio Mascolo, il consigliere comunale Giuseppe Leggieri e il consigliere provinciale Emilio Gaeta. Alle 19.00 con il candidato al con-siglio comunale Donato Specchiulli a Apricena per la presentazione del candidato sindaco An-tonio Potenza.

Domenica 18 marzo alle ore 11.00 a Cagnano

Varano con il presidente del circolo Angelo Toma e il consigliere comu-nale Michele Grimaldi incontro con amici e simpatizzanti . A seguire incontri a Carpino, ore 12.00, e Vico del Garga-no ore 13.00 con ami-ci e simpatizzanti. Nel pomeriggio, infine, alle 17.00 Fabrizio Tatarella interverrà a Rodi Gar-ganico per sostenere la candidatura al consiglio comunale di Giuseppe Tavani, responsabile lo-cale di Fli.

Un fine settimana intenso per Fli e Fabrizio Tatarella

verso le amministrative di maggio

Una schiarita nella terribile vicen-da di Amica, l’azienda pubblica per l’igiene urbana dichiarata dallita nel-lo scorso mese di gennaio dopo un infruttuoso tentativo di ammetterla all’amministrazione straordinaria. L’esercizio provvisorio, inizialmen-te concesso fino al 31 marzo, è sta-to prorogato fino alla fine dell’anno, evitando che il Comune, per evitare licenziamenti di massa, dovesse far ricorso al fitto di azienda. Una bocca-ta di ossigeno che potrebbe servire a mettere ordine in una vicenda e in un settore delicatissimi, che hanno con-

dotto Foggia sull’orlo del precipizio dal punto di vista igienico e del deco-ro urbano. Ma le speranze del sindaco Mongelli e del supermanager Rapha-el Rossi si spingono oltre: la partita dell’amministrazione straordinaria potrebbe riaprirsi, infatti, se la Corte d’Appello annullasse la pronuncia di fallimento dei giudici di primo grado. Un’ipotesi in favore della quale milita la lettera del Ministero dell’Economia, che considera l’azienda foggiana per-fettamente ammissibile ai benefici della cosiddetta “Prodi bis”.

c.a.

Una boccata di ossigeno per Amicala situazione dell’igiene urbana

La politica foggianava a scuola di “caos”

POLITICA - Congresso ingessato e impaurito del Popolo delle Libertà, guerra a Rauseo nel Pd

Mariano Rauseo (Pd)

Fabrizio Tatarella

di Claudio Aquilano Antonio Leone e Antonio Pepe a Carmelo Morra, a Sergio Silvestris a Gaeta-no Quagliariello e Raffaele Fitto. La malinconica foto-grafia di questa giornata è l’intervento che Roberto Rocco coraggiosamente svolge davanti a una platea di pochi intimi. Una scelta dignitosa per difendere le ragioni della politica come attività di progetto e di confronto, che però sem-brava non avere in quella sede alcuna cittadinanza. Il giorno dopo, secondo gli annunci ufficiali, oltre seimila iscritti, più della metà dei tesserati di tutta la Capitanata, si è recato a votare.

E però, ad onta del-la retorica ufficiale sulla trasparenza, è bastato il servizio giornalistico della brava Giovanna Greco di Teleblu per mostrare la ve-rità: persone che votavano pur non possedendo la ri-cevuta di versamento che sarebbe stato obbligatorio mostrare, con alcuni degli intervistati che chiedeva-no candidamente “Quale versamento?”, signore che dicevano “mi ha portato qui mio figlio” e tutto l’im-maginabile folklore delle truppe cammellate arruo-late da questo o quell’alto papavero.

Paura del confronto, paura del dibattito, pau-ra della partecipazione. Per confermarlo, il for-fait dato all’ultimo mo-mento da Landella ad un programma televisivo, il “Quo vadis” di Teleblu, dove avrebbe dovuto con-frontarsi con Leo Di Gioia, Cecchino Damone e Rai-mondo Ursitti.

Motivo? Ho ricevuto ordini su-

periori, ha detto il nuovo coordinatore ai responsa-bili del programma. Come prova di autonomia e au-todeterminazione non c’è male.

Sull’altro versante del-lo schieramento politico sono “ai materassi”, per usare il linguaggio di Ma-rio Puzo e del Padrino, le fazioni interne al Partito Democratico del capoluo-go. Forti di un rapporto intenso ed intensamente coltivato con l’associa-zionismo civico del capo-luogo, i dissidenti hanno organizzato un’affollata assemblea a Palazzo Do-gana, chiamando a con-cluderla Sergio Blasi e Mi-chele Emiliano, segretario e presidente regionale del partito.

La serata è consistita in un violentissimo attac-co concentrico al primo cittadino Gianni Mongel-li e al segretario cittadi-no Rauseo, che alla fine è stato anche platealmente bacchettato da Blasi per la sua assenza. In pratica la politica foggiana tace o grida; ma non ragiona.

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venerdì 16 marzo 2012 13

Lo avevamo scritto una settimana fa e i fatti ci hanno dato pienamente ragione.

I cerignolani nel Pdl non contano più nulla. Sono i veri sconfitti del 1°, e probabilmente ultimo, Congresso provinciale del Pdl. Addirittura il Pdl di Stornarella conta di più di , avendo eletto tra i primi tre posti, due esponenti i cui voti sommati sono quasi mille.

Ruocco è stato, di fatto, sostituito da Nino Santa-rella, ex Sindaco di Can-dela. Prossimo candidato

alle regionali dell’ex grup-po Ruocco, Santarella ha eletto il Sindaco di Stor-narella Vito Monaco e il Sindaco di Candela Nicola Gatta, oltre alla sua segre-taria in assessorato in Pro-vincia Valeria Ponziano.

La scelta che ha creato molti mal di pancia nel Pdl a Cerignola è stata, invece, quella di nomi-nare Sabrina Campanel-li, segretaria del Sindaco Giannatempo, nel coor-dinamento provinciale su cui si sarebbe trovata l’unità solo di facciata. Imbarazzo tra i berlusco-niani di Cerignola. Non vi è più nessuno nel Pdl

se il partito di maggioran-za è costretto a nominare la segretaria del Sindaco. Possibile che non vi fosse-ro altri pretendenti?

O tutti erano consa-pevoli dell’inutilità del-la partita? Comunque la si voglia leggere questa scelta sancisce la fine di una stagione politica. In cambio di questa scelta Roberto Ruocco otteneva che tutti e 600 gli iscritti di Cerignola avrebbero votato Casarella, indi-spettito non poco, tanto da supplicare la candida-tura, per l’indiscrezione che lo vedeva fuori dalla segreteria. Ai voti dei ce-rignolani dovevano ag-giungersi, inoltre, buona parte di quelli dei giovani del Pdl e di tutto quel-lo che resta in provincia del gruppo Ruocco. Uno schema, quello di puntare tutto su una persona, già sperimentato alle comu-

nali e che avrebbe dovuto portare il rampante consi-gliere comunale ad essere largamente primo degli eletti nell’inutile consesso provinciale dove, peraltro, i veri big si sono ben guar-dati dal’entrare.

Molti, tra questi Da-mone, Digioia, Tarquinio, hanno preferito non fare nessun nominativo la-sciando ad altri l’inutile conta interna che ha visto vincitore l’inossidabile senatore Carmelo Morra

proprio perché gareggiava da solo o con pochi avver-sari interni.

Tuttavia, qualcosa è an-dato storto. Incassata Sa-brina Campanelli, Gian-natempo ha fatto il solito gioco delle tre carte, visto già alle regionali proprio su Ruocco, spostando al-cune preferenze su Pio Di-corato di Stornarella indi-cato da Giandiego Gatta, altro ex An.

Addirittura proprio Di-corato dai conteggi era

arrivato primo, poi nella notte, improvvisamente, è diventato terzo.

Senza nulla togliere alla simpatica Sabrina, che non ha un percorso mi-litante, la sua presenza, insieme a quella di tante terze e quarte linee come le segretarie di Sindaci, consiglieri regionali e ad-dirittura l’autista di Chief-fo, confermano l’inutilità di un organismo pletorico di un partito, peraltro, in declino.

In Fli, per fare un esem-pio, Enzo Pece è Vice co-ordinatore provinciale e il sottoscritto, giovanissimo, è dirigente provinciale. In Fli il rinnovamento è nel-le cose, partito giovane e coordinatore provinciale, altro cerignolano, giovane e stimato.

Due modi di intendere la politica e di guardare al futuro completamente diversi.

Cerignola

Il futuro del Pdl?Sabrina Campanelli

IL CASO - La segretaria del Sindaco nel massimo organo provinciale del Pdl. E gli altri?

correva uno ad uno per i corridoi. Assessori che cercavano in tutti i modi di mediare.

Le trattative sono du-rate all’incirca un’ora, ma non hanno portato a nul-la. Arrivato il momento di votare il regolamento del Museo di Torre Aleman-na, i quattro dissidenti hanno abbandonato i loro posti, dimostrando, di fatto, che non esiste alcuna maggioranza in Consiglio. Immediata-mente dopo la fuga dei quattro del GAM, Mora-no, Defeudis, Netti, La-guardia, le opposizioni, poco convinte della bon-tà del regolamento da vo-tare, hanno, a loro volta, lasciato i propri banchi consiliari.

Il Presidente del Con-siglio, Natale Curiello, a quel punto, non ha po-tuto fare altro che dichia-rare sciolta la seduta. Tra lo sgomento e la rabbia dei cittadini presenti, è andato in onda anche l’imbarazzante delirio del consigliere, nonché ca-pogruppo pidiellino, Pao-lo Vitullo: “L’opposizione, se possiede un briciolo di senso di responsabilità, dovrebbe sostituirsi alla maggioranza, in questa occasione”, ha affermato.

Qualcuno dovrebbe spiegare meglio al caro

ingegnere i ruoli di mag-gioranza ed opposizione. Evidentemente, però, la confusione di quel po-meriggio lo ha portato persino ad un’ester na-zione tanto assurda da principiante della politi-ca. Alla fine del Consiglio, anche Luca R e d d a v i d e d e l l ’ Ud C a p ha pubbli-camente de-finito la riu-nione come una vera ed autentica pagliacciata, evidenziando la pessima figura fatta davanti alla città dell’attuale compa-

gine amministrativa. Se l’epilogo della se-

duta è stato sconcertan-te, le fasi che lo hanno preceduto non sono sta-

te da meno; t e r m i n a t o il momento di sacrali-tà costituito dall’Inno na-zionale, l’at-teggiamento dei membri della maggio-ranza è stato offensivo nei confronti dei c e r i g n o l a -ni: assessori s t r a v a c c a t i

sulle proprie poltrone a parlare al telefono e con-siglieri che chiacchiera-vano amabilmente tra

loro mentre il sindaco cercava, invano, di spie-gare i motivi per cui sa-rebbe stato opportuno votare il regolamento.

Una figuraccia senza precedenti, per questa Amministrazione.

I cerignolani non si meritano l’attuale situa-zione. Caro Sindaco, la città intera si appella alla Sua dignità di uomo e di medico: faccia una pro-fonda riflessione, capisca che la Sua macchina am-ministrativa non si è mai avviata,comprenda che i problemi della maggio-ranza sono insolubili, e restituisca per il bene di Cerignola la parola agli elettori.

Solo così potremo ri-tornare a crescere.

Il Comune di Cerignola. A destra il sindaco Antonio Giannatempo

L’otto marzo scorso è stata scritta la pagina più umiliante, per questa Amministrazione: dopo alcuni mesi di inattività, il Consiglio comunale è tornato a riunirsi, nel giorno della Festa della Donna, in seguito all’au-to convocazione del con-siglio presentata dall’op-

posizione. Non per volontà del-

la maggioranza, quindi, poiché questa non aveva, e non ha, i numeri per governare. La riunione dell’assemblea consilia-re è parsa simile ad un teatrino: consiglieri che uscivano ed entravano dall’aula, con il sinda-co Giannatempo, che, disperatamente, li rin-

di Enzo Pece

Maggioranza in crisi? Meglio tornare al votoANCORA CRISI AL COMUNE - I 4 dissidenti del gam da oltre un anno tengono sotto scacco il Sindaco giannatempo che non riesce più a governare

Tra lo sgo-mento e la rabbia dei cittadini pre-

senti è andato in onda anche l’imbarazzante delirio del capogruppo Pdl Vitullo, che invitava l’opposizio-ne a restare in aula

di Carlo Dercole

I banchi della maggioranza desolatamente vuoti durante l’ultimo Consiglio comunale

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14 venerdì 16 marzo 2012Europa

Sono state approvate questa settimana al Par-lamento europeo tre riso-luzioni che hanno sancito l´entrata nell´Unione eu-ropea dell´Islanda, dato il via ai negoziati per l’ex Repubblica Iugoslava di Macedonia e posto uno secco stop per la Bosnia Erzegovina paese candi-dato ma lento nei pro-gressi.

L´Islanda ha più vol-te fatto parlare di se e le diversità politiche con l´Unione sono tante. Pri-ma tra tutte la questione del Icesave, una specie di conto arancio gestito dalla principale banca islandese. Bisogna sape-re che nel 2008 l’econo-mia islandese è stata pe-santemente colpita dalla prima onda della grande crisi che ha riguardato e riguarda tutt´ora molti paesi europei e non solo.

La prima conseguenza è stata la caduta imme-diata delle due banche principali, che sono sta-te subito nazionalizza-te, essendo a quel punto incapaci di rimborsare i clienti.

Così, i risparmi di molti inglesi ed olandesi, i prin-cipali clienti di Icesave, sono rimasti congelati per un bel po’. Il governo inglese, per evitare spia-cevoli proteste in casa

E’ stato un Consiglio Ecofin “difficile” quello che si è svolto a Bruxel-les pochi giorni fa, con molti punti all’ordine del giorno su cui si è preferito rinviare piut-tosto che decidere.

Una battuta di ar-resto anche per la To-bin Tax. Nonostante la lettera di nove Stati membri, tra cui Italia e Germania, inviata alla presidenza di turno danese per sollecitare l’approvazione della tassa sulle transizioni finanziarie entro luglio 2012, la decisione a ri-guardo è stata rinviata. Oltre al no scontato dei paesi extra-euro, come Gran Bretagna e Svezia, hanno bocciato la pro-posta anche altri paesi per adesso considerati affidabili.

All’interno dell’area euro i favorevoli sono nove (Germania, Fran-cia, Grecia, Italia, Spa-gna, Belgio, Austria, Portogallo e Finlan-dia), mentre otto sono contrari (Estonia, Mal-ta, Cipro, Paesi Bassi, Lussemburgo, Irlanda, Slovenia e Slovacchia). In questa situazione il blocco è garantito, e fa sorridere il fatto che grandi paesi che con-tano 290 milioni di abi-tanti, debbano essere stoppati da stati mem-bri che tutti insieme ne hanno meno 32 milioni. Paradossi dell’Unione europea. Alcuni “picco-li” possono anche avere un motivo per bloccare una decisione come questa, ma per gli altri è difficile comprendere il perché. Si può capire il no degli irlandesi, che adottando una tassa che non è in vigore in

Gran Bretagna, potreb-bero assistere ad una facile fuga di capitali.

Anche il no del Lus-semburgo e dell’Olan-da ha un senso, visto il cospicuo flusso finan-ziario delle loro ban-che. E’, invece, incom-prensibile il no degli altri piccoli, se non con una antica prassi di giocarsi il jolly del veto in quasi tutte le tratta-tive importanti per poi estorcere qualcosa in cambio.

C’è sempre la car-ta della cooperazione rafforzata, ma su un provvedimento che ri-guarda le transazioni fi-nanziarie, non avrebbe senso adottarlo senza l’unanimità.

La Presidenza dane-se cerca di minimiz-zare: “Sulla Tobin Tax l’Ue prenderà un po’ di tempo in più per riflettere e elaborare nuove proposte, perché vi sono ancora molte questioni aperte”. Men-tre più duro è stato il commento del Ministro dell’Economia tadesco Wolfgang Schaeuble: “Se non raggiungiamo un compromesso a 27 sulla Tobin Tax entro la presidenza danese, dobbiamo trovare al-ternative, perché non decidere sarebbe un di-sastro”. Mario Monti ha assunto una posizione più conciliante: “l’Ita-lia sostiene gli sforzi per l’introduzione del-la Tobin Tax, ma ritie-ne molto importante un lavoro tecnico di approfondimento per valutarne l’impatto sul costo del capitale per le imprese, le famiglie e il settore pubblico”.

Vincenzo Matano

Tobin Tax, dall’Ecofin arriva un duro stop

l’ultimo consiglio a bruxelles

propria, è intervenuto ed ha garantito i fondi dei cittadini inglesi, ma co-munque ha poi presenta-to la nota spese all’Islan-da. Il governo islandese dal canto suo non ha pre-so nessuna decisione e ha invece chiamato i cit-tadini a votare per due volte di seguito a favore o contro un’ipotesi di ri-strutturazione e restitu-zione del debito.

Naturalmente l´esito è

di Eliona Cela

tale in particolare nei set-tori bancario, finanziario ed energetico.

Per l´Ex Repubblica Iugoslava di Macedonia, candidato dal 2005 si è chiesto invece una data per l’inizio dei negozia-ti d’adesione. “Questo è un paese che appartiene all’UE e i negoziati d’ade-sione devono cominciare senza ritardo” ha ribadito il relatore Richard Howitt. La Repubblica di Mace-donia, fin dal giorno del-la sua indipendenza nel 1991 è impegnata in una disputa con la Grecia a proposito del nome uffi-ciale del paese, ritenuto dalla Grecia parte esclu-siva della propria storia e della propria eredità culturale. E´ il nome “ma-cedonia” il motivo della disputa che di fatto non

permette il riconosci-mento del paese. Per fi-nire la Bosnia Erzegovina non ha superato l´esame. Il paese non ha avviato le riforme necessarie per ottenere lo status di Pae-se candidato all’UE. “La proprietà militare e quel-la statale.

Quando questi ele-menti saranno risolti, la Bosnia Erzegovina sarà pronta per iniziare il percorso verso l’UE” ha ribadito la relatrice Do-ris Pack. I deputati sono anche preoccupati per le minacce estremiste nei Balcani occidentali e chiedono alle autorità del Paese di “contrastare l’estremismo, l’odio re-ligioso e la violenza, in stretta cooperazione con la comunità internazio-nale”.

L´amianto è un mi-nerale che ha avuto uno sviluppo esponenziale negli anni ‘80.

Le ottime caratteristi-che chimiche e meccani-che del minerale hanno fatto si che il suo utilizzo si sia rapidamente diffu-so; è stato quindi utiliz-zato per la fabbricazio-ne di oltre 3000 prodotti e manufatti industriali. Nessun settore della vita civile é stato risparmiato da questo potente can-cerogeno. Tubi per ac-quedotti, fogne, frizioni, freni e prodotti vari per attrito, filtri per bevan-de, guanti antincendio, pannelli fonoassorbenti, vernici, tegole sono solo alcuni dei prodotti dove l´amianto è stato utiliz-

zato in modo massiccio. In Italia la legge 257 del 27 marzo 1992, ha san-cito la messa al bando della “fibra assassina” e nel 2001 è stato pub-blicato un regolamento recante un programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale che comprendeva anche l´amianto. L’Osservato-rio nazionale sull’amian-to da anni esegue degli studi sull´utilizzo del mi-nerale in materia aereo-nautica.

Alcune perizie del 2005 sui motori dei vei-coli MD80 della flot-ta Alitalia, dimostrano che almeno fino a metà 2005, e quindi più di die-ci anni dopo la legge che ne ha stabilito la messa

al bando, l’amianto era usato nei velivoli e negli hangar dei principali ae-roporti, gestiti dalla so-cietà Atitech, che adesso si trova a fronteggiare centinaia di cause in al-trettanti tribunali italiani da parte di ex piloti, per-sonale a bordo e di terra. E´ di pochi giorni fa lo scandalo che ha travol-to l´aeroporto di Roma Ciampino dove sono abbandonati su uno dei piazzali della manuten-zione nove veicoli MD80 dell´Alitalia.

Questi giganti doveva-no essere in parte smem-brati per essere venduti o rottamazione. Duran-te le fasi di smontaggio i tecnici hanno trovato a bordo degli aerei, negli arredi e in parti meccani-che, quantità di amianto tali da richiedere il fermo delle operazioni in attesa di una bonifica, per pro-cedere in sicurezza alla rimozione delle compo-nenti d’amianto, fino al loro completo smalti-mento in discarica, come rifiuti tossici e pericolosi. Sugli MD80 abbandonati sono presenti numerosi pezzi visibilmente dan-neggiati, esposti al con-tatto con l’aria, sia nelle

parti meccaniche che negli arredi di bordo.

Quindi le polveri ri-schiano di essere disper-se nei piazzali e nelle piste, frequentati dai la-voratori del settore e da-gli stessi passeggeri.

In merito a questo scandalo è stata pre-sentata dall´on. Sal-vatore Tatarella (PPE, Fli) un´interrogazione parlamentare alla Com-missione europea. Nel documento si chiede un intervento immediato da parte della Commis-sione per controllare ed effettuare analisi sul-la bonifica delle zone contaminate tramite gli enti preposti e avviare un controllo sul rispet-to della legge che vieta l´utilizzo dell´amianto anche da parte delle compagnie internazio-nali che transitano in Italia ed in Europa. Tenu-to conto che l’amianto non decade, ha quindi un ciclo pressoché infi-nito, l´europarlamentare ha chiesto spiegazioni su quali possono essere i rischi per le migliaia di operatori e i milioni di passeggeri che transita-no in questi aeroporti.

Eliona Cela

L’ombra dell’amianto, una interrogazione parlamentare per chiedere più sicurezza

l’iniziativa dell’europarlamentare salvatore tatarella

stato negativo in entram-bi i casi anche perché Icesave è quasi tutta nelle mani di cittadini inglesi ed olandesi, non certo nelle mani dei cittadini islandesi. Con la riconci-liazione fallita, l´Islanda si è fatta due nemici molto potenti che han-no portato la controver-sia davanti al tribunale dell’EFTA, European Free Trade Agreement che do-vrà decidere. Nonostante questo e altri due punti controversi come le quo-te di pesca e la caccia alle balene, i deputati si sono detti favorevoli e positivi nei confronti del paese. I progressi sono visibili.

“Nell´ultimo anno ha dimostrato che le discus-sioni hanno acquisito slancio” ha detto il rela-tore Cristian Dan Preda durante il dibattito. I de-putati chiedono infine maggiori sforzi per limi-tare l’interventismo sta-

L’Islanda nell’Unione, si tratta per la Macedonia

UNIONE EUROPEA - un secco stop alla Bosnia Erzegovina, lenta nei progressi

Salvatore Tatarella

Il Parlamento Europeo riunito a Strasburgo

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venerdì 16 marzo 2012 15Spettacoli e Cultura

La Puglia festeggia San GiuseppeFalò e fòcara in molti paesi della Puglia, tavolate e cibi per la secolare tradizione

19 MARZO - Mesi di preparazione per allestire le grandi pire che vengono tradizionalmente bruciate in onore del Santo

di Isabella Battista

Arriva sulla scena un nuovo spettacolo del Teatro Kismet “Il paradosso del poliziotto e Tex Willer” di Gianrico Carofiglio. Diviso in due pezzi, il lavoro vede per la prima volta la messa in scena di testi del noto magi-strato scrittore barese.

Il dittico nasce dall’incontro fra la scrittura del magistrato autore Gianrico Carofiglio e la regia delicata e poetica di Tere-sa Ludovico. Due forme diverse d’arte si approcciano insieme alla scena per dar vita ad uno spettacolo che racchiude in sé due momenti: il primo intitola-to “Il paradosso del poliziotto” e il secondo “Tex Willer”, un’inter-vista “impossibile” - come l’ha denominata lo stesso autore - al mitico personaggio dei fumetti generato dalla matita di Bonelli e Galleppini.

Protagonisti sono, innanzi-

tutto, la parola e il dialogo; il confronto - nel primo pezzo - fra un poliziotto d’esperienza, con le sua storia, le sue contraddi-zioni, qualche malinconia, e un giovane scrittore alla ricerca del “segreto” per un buon interro-gatorio. Tra ricordi e domande, due umanità diverse cercano una traccia comune. Due gene-razioni si ritrovano faccia a fac-cia, in una stanza dove le ombre segnano il passare del tempo, dove la narrazione più crona-chistica cede il passo all’esplo-razione della propria storia. Sul-lo sfondo la sagoma affascinate di un’icona noir, immortale per-sonaggio-simbolo dell’investi-gatore duro e solitario, si muove al limite fra l’altrove e la realtà, fra l’immaginario e la vita. Ed è proprio da quel limbo fuori dal reale che si scaglia sulla scena il secondo personaggio-protago-

nista, il ranger Tex Willer. Anche in questo secondo

momento la parola è il cardine di un’intervista impossibile in un gioco di rimandi e flash back fra un bambino ormai diventato adulto e il mito della sua infan-zia, temuto ed emulato modello cui invano ha cercato, per anni, di somigliare. Sono i ricordi di chi è cresciuto leggendo le pro-dezze di Tex, ma sono anche quelli di un eroe che svela, nel-la rilettura della Ludovico e di

Carofiglio un lato umanissimo e fragile, quel lato che si cela negli “spazi fra le vignette” nei quali si annidano le storie più belle e in-time, quelle “paradossalmente” mai narrate e dove si nascondo-no gli eroi che ci accompagnano per la vita ed a cui ritornano, per lasciarci costruire il nostro per-sonale “personaggio”.

Lo spettacolo, andrà in scena fino a lunedì alle ore 21.00. Info e prenotazioni 080.5797667.

Isabella Battista

La parola, il dialogo ed il paradosso di Tex Willer

teatro kismet

onore di San Giuseppe a San Cassiano avranno luogo il 18 e 19 marzo e sono il risultato di una

lunga preparazione: nei mesi precedenti si proce-de alla raccolta volontaria di fascine di ulivo ricavate

I falò di San Giuseppe fanno parte della tradizione pugliese

La festa di San Giu-seppe, che si celebra il 19 Marzo, ha origini molto antiche che risalgono alla tradizione pagana.

Il 19 Marzo è a tutti gli effetti la vigilia dell’equi-nozio di primavera, quando si svolgevano i baccanali, i riti dionisia-ci volti alla propiziazio-ne della fertilità, carat-terizzati da un’estrema licenziosità. Nel mese di Marzo venivano svolti an-che i riti di purificazione agraria. Tracce del legame con questo tipo di culti si ritrovano nella tradizione dei falò dei residui del rac-colto dell’anno preceden-te ancora diffusi in molte regioni.

Sul territorio pugliese sono presenti molte lo-calità in cui si realizzano falò: Alberona (con il Palo della Cuccagna), Bovino, Casalvecchio di Puglia, Celenza Valfortore , Er-chie, Faeto, Giuggianello, Lizzano, Locorotondo, Monte Sant’Angelo, Mot-tola, Palese - Macchie (Ba), Poggiardo, Troia e Turi; a Conversano inoltre la sera del 19 marzo è pre-vista anche la sagra delle zeppole, mentre a Bitritto lunedì sera saranno alle-stiti dei falò e degli stand con prodotti tipici per ce-lebrare il santo.

I festeggiamenti in

Mostra di Roberto Pi-loni - Vuoto a rende-re, presso la galleria d’arte contempora-nea “Ninni Esposito”, in via San Francesco d’assisi, 26. Chiuso il lunedì mattina. Orari 10:30 - 13:00 e 17:30 - 20:30. Nei giorni festivi su appunta-mento.

Vuoto a rendere

Roberto Piloni

aperta tutti i pome-riggi dalle 17 alle 20 presso la galleria Muratcentoventi-due, in via gioac-chino Murat, 122b - Bari, la mostra di Richard Sympson.

La mostra di Sympson

Richard Sympson

Dal lunedì al sabato dalle 17 alle 20 pres-so il Museo Nuova Era espone Sergio Campione - Main-land. Strada dei ge-suiti, 13 - Bari.

Mainlandal Nuova Era

Sergio Campione

Presso la galleria BLuoRD, in via Mar-cello Celentano, 92, dal lunedì al sabato (orari 10:00 - 13:30 e 17:00 - 20:30) espo-ne Donatella Vox con la mostra Locus amenus.

Locus amenusal BLUoRG

Donatella Vox

Una fotografia di scena

dalla potatura degli alberi, donate dalla cittadinanza e destinate ad essere bru-ciate nel tradizionale rito del falò o fòcara di San Giuseppe; il 3 marzo ha inizio la raccolta del gra-no, dell’olio, dei peperoni e di tutti i prodotti neces-sari per l’allestimento del-la sagra di San Giuseppe, il 10 marzo la cottura del grano stumpàtu per tutta la cittadinanza e domeni-ca 18 marzo, in occasione della festa, la preparazio-ne dei piatti tipici: dalle pìttule al pesce fritto, dalla massa alla zuppa di pepe-roni e zucchine, dal grano stumpàtu cotto con me-todo tradizionale al grano con i frutti di mare, alle tradizionali zeppole.

A San Marzano di San

Giuseppe infine, la festa assume toni di particolare interesse in quanto è festa patronale.

La mattina del giorno del Santo si allestiscono in Piazza Milite Ignoto le cosiddette “mattre”, ter-mine dialettale che indica le tavolate in onore di San Giuseppe, in uso anche in altri paesi vicini.

Queste tavolate, a metà fra gli altarini e le tavole domestiche, prevedono la preparazione e poi di-stribuzione al pubblico di cibi rituali, quali il fi-nocchio, le arance, i pani con le iniziali “S.G.” (San Giuseppe), questi ultimi assumenti anche forme di mano, di sega, di treccia, in onore del Padre Putati-vo di Gesù.

Ciò è un chiaro invi-to, secondo la devozione popolare, a essere gene-rosi verso i viandanti e i pellegrini come il Santo, secondo quanto dice il detto: “San Giuseppe il vecchierello vuole bene ai poverelli”. Le “mattre” sono intoccabili fino al passaggio della proces-sione, dopo di che se ne distribuiscono le pietanze gratuitamente ai presenti.

Musica, miscellanea di suoni e generi conta-minati, vera culla della cultura.

Domani, sabato 17 marzo alle ore 19 a Lec-ce, nella suggestiva cor-nice della Chiesetta di San Sebastiano, sede della Fondazione Pal-mieri, verrà presentato lo spettacolo “Quando la musica è donna”, un concerto aperitivo che vedrà come protagoni-sti Federica Orlandini, giovanissima cantante

solista dalla calda e stra-ordinaria voce e il mae-stro Gabriele De Carlo, pianista, in un duetto

piano-voce interprete-ranno brani jazz, blues e soul.

L’evento – che rientra

nell’ambito della rasse-gna Itinerario Rosa pro-mossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Lecce – è organizzata dall’Associazione Muse del Salento.

L’iniziativa si inserisce nell’attività dell’Associa-zione che punta a dare visibilità e a sostenere i talenti e le professio-nalità salentine emer-genti nei vari campi ar-tistici. Muse del Salento, nata nel 2011, ha già al suo attivo già numero-se iniziative musicali, artistiche culturali e di spettacolo a Lecce, in provincia e a Bologna.

Quando la musica è donna, il concerto a San Sebastiano

lecce - aperitivo serale con federica orlandini e gabriele de carlo

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16 venerdì 16 marzo 2012Cinema

A simple life,a simple film

A simple life a simple film.

La semplicità é il tema di questo film emozio-nante e sincero della regi-sta honkonghese Ann Hui, prolifica autrice famosa in Europa, già per l’Orso d’argento vinto a Berli-no nel 1995 per Summer snow.

Una storia vera, quel-

la dell’amah (domestica) Tao (Deanie Ip), che è stata a servizio per ses-sant’anni presso la fami-glia Lee, ed ora si prende cura di Roger Lee (Andy Lau), che di mestiere fa il produttore cinematogra-fico, unico della famiglia rimasto a vivere ad Hong Kong.

Ma la realtà della quoti-dianità e il suo dirompen-te fatalismo sconvolge le

A SIMPLE LIFE - un film emozionante e sincero della ann Hui

Città del CinemaFoggia

Non me lo direh 16:00 - 18:00 - 20:00 - 22:00

Ti stimo fratelloh 16:20 - 17:20 - 18:20 - 20:20

John Carter 3Dh 16:00 - 18:40 - 21:20

GalleriaBari

Posti in piedi in Paradisoh 15:50 - 18:05 - 20:25 - 22:45

Quasi amicih 16:00 - 18:15 - 20:30 - 22:45

The Doubleh 16:30 - 18:25 - 20:45 - 22:45

Multi CimenarsAndria (Bt)

Viaggio nell’isola misteriosah 18:30 - 20:10

Safe House - Nessuno è al sicuroh 18:00 - 20:05 - 22:30

Com’è bello far l’amoreh 22:15

La locandina del film della regista Ann Hui

varco verso una famiglia “altra”, rapporti nuovi e differenti affetti.Senza au-tocompiacimenti stilistici, né commoventi ammicca-menti ricattatori, Ann Hui narra, con grande misura emotiva e rigore narrativo, una intensa storia di grati-tudine, un sentimento del

quale, sempre più spesso, si perde memoria e che è, invece, ciò che riscatta l’uomo dalla sua natura egoista e accentratrice. La vicenda privata di Ah Tao diventa così, nella sua “semplicità”, una lezione - universale straordinaria - di umanità.

di Michele Falcone

REGIA: Ann HuiSCENEGGIATURA: Susan Chan, Yan-lam LeeATTORI: Andy Lau, Deanie Yip, Tsui Hark, An-

thony WongFOTOGRAFIA: Nelson Yu Lik-waiMONTAGGIO: Chi Leung Kwong, Manda WaiPRODUZIONE: Bona International Film Group,

Focus Films, Sil-Metropole Organisation DISTRIBUZIONE: Tucker FilmPAESE: Cina, Hong Kong 2011

la scheda - a simple life

esistenze, come quella di Tao che si ammala grave-mente e decide di andare in pensione.

Ed è da questo cambia-mento drammatico della vita di Tao che si snoda il racconto del film. Deanie Ip ha ottenuto alla 68a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, la Coppa Volpi per la Miglior Interpre-tazione Femminile ed il Premio Pari Opportunità conferito dal Ministero delle Pari Opportunità. Oltre a questi due impor-tanti premi, il film ne ha conquistati anche altri di altrettanto alto riconosci-mento e pregio.

La Hui, con una regia di sopraffina leggiadria, racconta il passaggio di Ah Tao all’età fragile della vecchiaia e, quello che per molti è solo, e desolata-mente, il periodo che pre-lude alla fine, si fa per lei