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globus L'elettrostimolazione Neuromuscolare con microcorrente (MCR) fu sviluppata approssimativamente 20 anni fa. Questo nuovo tipo di elettrostimolazione utilizza una leggera corrente non percepibile dal paziente ma che offre uno straordinario effetto terapeutico, contrastando notevolmente con le unità convenzionali la cui stimolazione è spesso percepita dal paziente in maniera spiacevole e fastidiosa. II. Funzioni biologiche delle correnti MCR 1. Effetti clinici Sono stati riconosciuti e studiati molti effetti clinici delle MCR. Lynn Wallace trattò più di 600 pazienti con le MCR ed esaminò i suoi effetti terapeutici su dolori causati da problemi ai piedi, agli arti inferiori, al femore, all'area lombare, alle spalle, ai gomiti e al collo e scoprì così i suoi importanti effetti sedativi. Secondo Wallace un trattamento iniziale di 15/20 minuti procurò un sollievo del dolore in più del 95% dei pazienti. La riduzione del dolore fu di circa il 55% dopo il primo trattamento, del 61% dopo il secondo e del 77% dopo il terzo; il dolore scomparve completamente nell'82% dei pazienti dopo meno di 10 trattamenti (quattro trattamenti di media). La caratteristica delle MCR di non essere percepibile dal paziente, offre una possibilità infinita di studi e ricerche. Lerner e Kirsch fecero esperimenti su 40 pazienti con dolori cronici alla zona lombare. Questi pazienti furono casualmente suddivisi in due gruppi, uno venne trattato con le microcorrenti MCR e l'altro con trattamento placebo utilizzando cioè un elettrostimolatore MCR che non provocava nessuna elettrostimulazione. La terapia venne ripetuta tre volta la settimana per otto settimane. I risultati mostrarono una riduzione del dolore in una media del 75% dei pazienti trattati con terapia MCR e solo del 6% in quelli con trattamento placebo. Altri studi hanno accertato che la terapia MCR favorisce la guarigione di ferite ed ulcere. Neil Spielholz studiò sugli animali l'efficacia delle MCR sulla velocità di recupero di un legamento lesionato. L'esperimento mostrò che, un'elettrostimolazione debole (40µA circa) provoca un più rapido recupero, effetto che diminuisce man mano che l'intensità della corrente aumenta. Garley e Wainapel confermarono che la guarigione da decubito veniva accelerata da 150/250% attraverso applicazioni a bassa intensità (200 - 800 µA). Gault e Gatens riportarono l'effetto positivo che le MCR ebbero in 106 pazienti con ulcere ischemiche alla pelle. Dai loro studi risultò che il gruppo trattato con la terapia MCR con un'intensità di 200 - 800µA, ebbe un recupero approssimativo due volte superiore ad un gruppo trattato senza alcun metodo. Alcuni medici hanno riportato che anche la guarigione di fratture ossee è fortemente facilitata da stimolazioni con correnti a bassa intensità. I risultati sopra descritti dimostrano che la terapia MCR è quindi notevolmente efficace nel trattamento del dolore acuto e cronico, promuove la rigenerazione dei tessuti danneggiati, guarisce ferite, cicatrici e fratture ossee. Cheng e alcuni colleghi condussero un interessante esperimento per esaminare i processi fisiologici di guarigione promossi dalle Microcorrenti. Secondo i loro studi, con una stimolazione di tipo MCR ad un'intensità di 500 µA, il livello dell'ATP (adenosin-trifosfato) nel tessuto epidermico di un topo aumentò approssimativamente del 500%. Al contrario una stimolazione superiore a 1.000µA provocava che la produzione di ATP diminuiva ogni volta che l'intensità di corrente aumentava. Lo stesso fenomeno fu osservato nel trasporto attivo di aminoacidi e proteine in sintesi. Queste scoperte furono in seguito confermate da ulteriori esperimenti da parte di molti ricercatori. 2. Principi delle correnti MCR

pubblicazioni sulle microcorrenti

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microcorrenti

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Page 1: pubblicazioni sulle microcorrenti

globus

L'elettrostimolazione Neuromuscolare con microcorrente (MCR) fu sviluppata approssimativamente

20 anni fa. Questo nuovo tipo di elettrostimolazione utilizza una leggera corrente non percepibile

dal paziente ma che offre uno straordinario effetto terapeutico, contrastando notevolmente con le

unità convenzionali la cui stimolazione è spesso percepita dal paziente in maniera spiacevole e

fastidiosa. 

II. Funzioni biologiche delle correnti MCR

1. Effetti clinici

Sono stati riconosciuti e studiati molti effetti clinici delle MCR. 

Lynn Wallace trattò più di 600 pazienti con le MCR ed esaminò i suoi effetti terapeutici su dolori

causati da problemi ai piedi, agli arti inferiori, al femore, all'area lombare, alle spalle, ai gomiti e al

collo e scoprì così i suoi importanti effetti sedativi. Secondo Wallace un trattamento iniziale di

15/20 minuti procurò un sollievo del dolore in più del 95% dei pazienti. La riduzione del dolore fu di

circa il 55% dopo il primo trattamento, del 61% dopo il secondo e del 77% dopo il terzo; il dolore

scomparve completamente nell'82% dei pazienti dopo meno di 10 trattamenti (quattro trattamenti

di media). 

La caratteristica delle MCR di non essere percepibile dal paziente, offre una possibilità infinita di

studi e ricerche. Lerner e Kirsch fecero esperimenti su 40 pazienti con dolori cronici alla zona

lombare. Questi pazienti furono casualmente suddivisi in due gruppi, uno venne trattato con le

microcorrenti MCR e l'altro con trattamento placebo utilizzando cioè un elettrostimolatore MCR che

non provocava nessuna elettrostimulazione. La terapia venne ripetuta tre volta la settimana per

otto settimane. I risultati mostrarono una riduzione del dolore in una media del 75% dei pazienti

trattati con terapia MCR e solo del 6% in quelli con trattamento placebo. 

Altri studi hanno accertato che la terapia MCR favorisce la guarigione di ferite ed ulcere. 

Neil Spielholz studiò sugli animali l'efficacia delle MCR sulla velocità di recupero di un legamento

lesionato. L'esperimento mostrò che, un'elettrostimolazione debole (40µA circa) provoca un più

rapido recupero, effetto che diminuisce man mano che l'intensità della corrente aumenta. 

Garley e Wainapel confermarono che la guarigione da decubito veniva accelerata da 150/250%

attraverso applicazioni a bassa intensità (200 - 800 µA). Gault e Gatens riportarono l'effetto

positivo che le MCR ebbero in 106 pazienti con ulcere ischemiche alla pelle. Dai loro studi risultò

che il gruppo trattato con la terapia MCR con un'intensità di 200 - 800µA, ebbe un recupero

approssimativo due volte superiore ad un gruppo trattato senza alcun metodo. Alcuni medici hanno

riportato che anche la guarigione di fratture ossee è fortemente facilitata da stimolazioni con

correnti a bassa intensità. 

I risultati sopra descritti dimostrano che la terapia MCR è quindi notevolmente efficace nel

trattamento del dolore acuto e cronico, promuove la rigenerazione dei tessuti danneggiati,

guarisce ferite, cicatrici e fratture ossee. 

Cheng e alcuni colleghi condussero un interessante esperimento per esaminare i processi fisiologici

di guarigione promossi dalle Microcorrenti. Secondo i loro studi, con una stimolazione di tipo MCR

ad un'intensità di 500 µA, il livello dell'ATP (adenosin-trifosfato) nel tessuto epidermico di un topo

aumentò approssimativamente del 500%. Al contrario una stimolazione superiore a 1.000µA

provocava che la produzione di ATP diminuiva ogni volta che l'intensità di corrente aumentava. 

Lo stesso fenomeno fu osservato nel trasporto attivo di aminoacidi e proteine in sintesi. Queste

scoperte furono in seguito confermate da ulteriori esperimenti da parte di molti ricercatori. 

2. Principi delle correnti MCR

Il meccanismo funzionale delle MCR è complicato e non è stato ancora completamente analizzato.

Nonostante l'esistenza di una varietà di teorie contrastanti, sono state accumulate un numero

sufficiente di ricerche che sembrano giustificare le seguenti conclusioni.

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(1) “ Injury current “ e le funzioni delle MCR 

E' noto da oltre un secolo che sulla membrana cellulare è presente un'energia potenziale di circa –

50 mV. Questo energia è conosciuta come potenziale di membrana a riposo. La superficie esterna

possiede una carica positiva mentre quella interna ha una carica negativa [Fig.1-1(a)]. Quando una

cellula viene danneggiata il potenziale della parte lesa diventa negativo e la corrente elettrica

fluisce nell'area ferita. (Fig.1-1b).

Questo fenomeno fu accuratamente misurato da Matteucci (1938) e Bois-Reymond (1843); questa

corrente è oggi comunemente conosciuta come “injury current”.

Nota: (+) indica il potenziale positivo, mentre (-) indica quello negativo.

L'injury current viene generata non solo quando singole cellule vengono lese ma anche quando

vengono lesi i tessuti. L'intensità dell' injury current varia da 10 µA a 30 µA, come dimostrato

durante gli esperimenti; in altre parole la injury current è una microcorrente.

L'injury current promuove il recupero di cellule e tessuti danneggiati nell'organismo vivente. Si

ritiene che la stimolazione con questo tipo di corrente possa generare ATP e sintetizzare le

proteine e favorire la ricostruzione dei tessuti danneggiati. Si può quindi supporre che una

microcorrente generata artificialmente possa integrare e stimolare ulteriormente le naturali

funzioni dell' injury current.

(2) Produzione di ATP, sintesi delle proteine e trasporto attivo.

Come abbiamo già visto in precedenza, le MCR aumentano la produzione di ATP, promuovono

sintesi delle proteine e il trasporto attivo degli aminoacidi. Questi effetti delle Microcorrenti sono

stati dimostrati attraverso studi sperimentali. In realtà non è stato ancora determinato

esattamente come queste Microcorrenti riescano a provocare questi cambiamenti fisiologici.

Tuttavia il recente sviluppo della biologia quantistica ha reso possibili alcune deduzioni e cioè che

gli elettroni trasportati all'interno del corpo per mezzo delle Microcorrenti, determinano le funzioni

collegate al fenomeno sopra-descritto. 

E' risaputo che la maggior parte di energia richiesta da contrazione muscolare, assorbimento,

escrezione e anabolismo viene fornita attraverso l'idrolisi dei fosfati presenti nell'ATP (adenosin-

trifosfato). La produzione di ATP è generata dal sistema di trasporto di elettroni nei mitocondri

delle cellule. Il sistema di trasporto degli elettroni è costituito da un insieme di enzimi che

trasportano elettroni e protoni (H+ in questo caso) che accoppiati all'ossigeno producono acqua.

Questo significa che gli elettroni passano da uno stato di alta energia ad uno stato di bassa

energia. Durante questa variazione di energia i protoni vengono pompati dall'interno all'esterno dei

mitocondri. Questo passaggio provoca un gradiente di concentrazione dei protoni che

successivamente, a causa di questo squilibrio, vengono riportati all'interno dei mitocondri. Nel

corso di questo processo, i protoni passano attraverso un enzima. 

L'ATP viene sintetizzato dall'ADP (Adenosin difostato) e acido fosforico grazie all'energia generata

Page 3: pubblicazioni sulle microcorrenti

durante questo processo. Vengono prodotte 3 di ATP molecole per protone, mentre per ogni

molecola di glucosio ne vengono prodotte 36. 

Le proteine sono principalmente sintetizzate nei ribosomi, che sono collocati dentro la cellula

Durante la sintesi delle proteica gli aminoacidi sono influenzati in maniera complessa dagli

elettroni. Inoltre i canali di passaggio degli ioni nella cellula costituiscono il corridoio utilizzato da

Na+ e K+ per attraverso la membrana cellulare. Questi canali agiscono selettivamente, regolando il

passaggio degli ioni stessi. 

Fig. 1-2 Illustrazione schematica del canale degli ioni e pompaggio di Na-K.

La membrana cellulare include un canale del potassio che che fa passare selettivamente gli ioni

Na+. In condizioni normali c'è una differenza di concentrazione di ioni fra l'interno e l'esterno della

cellula, come illustrato nella Fig. 1-2; per questo differenziale la parte esterna della membrana ha

una carica positiva mentre all'interno vi è una carica negativa. Questo differenziale è conosciuto

come potenziale di riposo.

Quando la membrana cellulare viene stimolata i canali di passaggio degli ioni si aprono

temporaneamente. Inizialmente gli ioni Na+ fluiscono all'interno della cellula e gli ioni K+ fluiscono

fuori della cellula invertendo momentaneamente il potenziale elettrico che ritorna poi rapidamente

allo stato originale. Questo cambiamento di potenziale elettrico viene chiamato potenziale

d'azione. 

L'immediato ripristino del potenziale elettrico dopo il potenziale d'azione, è dovuto alla funzione di

un enzima conosciuto come Na+ - K+ - ATPase. Questo enzima si oppone al cambiamento di

concentrazione degli ioni richiedendo quindi energia: Na+ - K+ - ATPase idrolizza l'ATP nella cellula

liberando energia.

Utilizzando questa energia tre ioni di Na+ vengono pompati fuori della cellula, mentre due ioni di

K+ vengono pompati all'interno della stessa. Questa attività fisiologica è conosciuta come pompa

del sodio e del potassio. La membrana cellulare comprende una varietà di altri canali di ioni che

sono collegati al trasporto attivo di aminoacidi. 

La descrizione della fisiologia della cellula riportata sopra vuole semplicemente dimostrare che gli

elettroni sono parte integrante di molte delle complicate reazioni chimiche che avvengono

sistematicamente nel corpo umano. 

E' calcolato che con una corrente di 10µA di MCR vengono liberati approssimativamente 6.3 x 1012

o 6,300 bilioni di elettroni per secondo. Questo fluire di elettroni condiziona tutte le reazioni

chimiche nel corpo umano.

(3) MCR e il meccanismo di riduzione del dolore 

E' risaputo che le MCR hanno un potente effetto analgesico su una varietà di patologie. Il

Page 4: pubblicazioni sulle microcorrenti

meccanismo per il quale questo processo analgesico avviene non è ancora sufficientemente

spiegato dalla teoria di Gate Control delle TENS (Transcutaneous Electrical Nerve Stimulation), le

quali utilizzando una corrente in milliampere stimolano un incremento sostanziale di endorfina e

enkefalina, sostanze già prodotte dal corpo umano. 

Si ritiene che siano coinvolti i seguenti fattori:

(A) Generalmente le MCR si propagano attraverso i vasi sanguigni dove la resistenza elettrica è

minima. Durante questo processo, i vasi capillari sono stimolati dal fluire degli elettroni,

migliorando quindi il flusso del sangue e nello stesso tempo viene accelerata la decomposizione di

bradichinina, istamina e altri sostanze che provocano dolore cosi come anche l'acido lattico e altri

prodotti dell'affaticamento. Queste sostanze decomposte vengono velocemente trasportate via dal

flusso del sangue. 

(B) Oltre al processo precedente viene generato ATP e vengono sintetizzate le proteine necessarie

per accelerare il recupero della parte danneggiata, diminuendo così il dolore. Lo scopo di questa

procedura non è quello di alleviare il dolore ma di guarire il danno; in questo modo la diminuzione

del dolore ne è solo una naturale conseguenza. 

Nonostante le spiegazioni precedenti siano ancora ipotetiche, un numero sufficiente di ricerche

convaliderebbero queste ipotesi. Nel caso dell'ipotesi (A) la riduzione del dolore dovrebbe essere

immediata, mentre nel caso dell'ipotesi (B) è necessario un periodo di trattamento più lungo per

un'effettiva guarigione. 

Numerosi studi clinici indicano che per ottenere gli effetti delineati nel punto (A) le MCR diventano

più efficaci con i seguenti parametri: intensità 300 o più µA, impulso da 1 a 50 millisecondi,

frequenza 200 o più Hz. Per ottenere invece i risultati più a lungo termine descritti nel punto (B), i

parametri più idonei sono: intensità da 10 a 200 µA, impulso 200 o più millesecondi, frequenza da

0,3 a 1,0 Hz

III. Effetti collaterali e controindicazioni

1. Effetti collaterali

Le MCR causano pochissimi effetti collaterali: occasionalmente possono manifestarsi nei punti dove

vengono posti gli elettrodi, arrossamenti o prurito soprattutto in quei pazienti con allergie o con

una particolare sensibilità epidermica. In questi casi il paziente dovrebbe interrompere il

trattamento e rivolgersi ad un dermatologo. La terapia può essere ripresa alla scomparsa dei

sintomi seguendo naturalmente con attenzione le dovute raccomandazioni. 

2. Controindicazioni

Le MCR sono controindicate: 

nei pazienti portatori di pace maker, 

nei pazienti con malattie infettive, 

in presenza di febbre sopra i 38° C, 

donne in gravidanza, 

durante il ciclo mestruale, 

per stimolazione regione cerebrale 

nei bambini al di sotto dei tre anni 

in tutti quei pazienti giudicati da un medico inadatti a sostenere una terapia con Microcorrenti. 

Nota: Quando applichiamo una corrente continua monofasica per un periodo prolungato, l'NaCI e

l'H20 reagiscono per produrre HCl all'elettrodo positivo e NaOH all'elettrodo negativo; questo

potrebbe provocare disturbi alla pelle o ai tessuti subcutanei. Per prevenire questo inconveniente, i

moderni elettrostimolatori che utilizzano le Microcorrenti, come il TRIO-300, sono stati studiati con

Page 5: pubblicazioni sulle microcorrenti

un alternanza di polarità automatica ad intervalli regolari. Questo garantisce una più sicura ed

efficace terapia

Il fattore "rò"

Il "rò" rappresenta la resistività o il fattore dielettrico. In altri termini ci informa di quanto una data soluzione è capace di ostacolare il passaggio della corrente elettrica. Questo passaggio è tanto più facile quanto più la soluzione contiene degli sostanze che riducono il rò. Queste sostanze vengono chiamate "elettroliti", i sali minerali in genere sono dei validi elettroliti.

Il rò, praticamente, si misura in Ohm per cm quadrato. Più la concentrazione in elettroliti è grande e tanto minore sarà il rò (resistività) di una soluzione. Ne consegue che un'alimentazione che fornisce molti sali minerali tenderà ad abbassare il valore del rò.

(verificare dieta paziente)

I valori ottimali del rò per i liquidi organici sono:

Sangue = 210 ohm.

Saliva = 180 ohm.

Urina = 29 ohm.

Page 6: pubblicazioni sulle microcorrenti

Elettroterapia: le nuove frontieredi Gian Nicola Bisciotti

Se l’utilizzo dell’elettrostimolazione convenzionale nell’ambito della medicina fisica e della riabilitazione costituisce una pratica assodata e largamente utilizzata, è indubbiamente meno noto l’interesse applicativo delle microcorrenti (MENS, micro-electrical-neurostimulation) nell’ambito della riabilitazione funzionale. Le MENS a differenza di quanto non avvenga nell’ambito dell’elettroterapia convenzionale, dove si somministrano delle correnti dell’ordine di milliampere (mA), utilizzano correnti la cui intensità è compresa tra i 10 ed i 500 µA (microampere, ossia un milionesimo di ampere), Ma qual è l’interesse terapeutico della somministrazione di correnti di un’intensità così bassa da non essere in pratica percepibile dal paziente?

Numerose ricerche scientifiche1,2,3 attesterebbero che il livello di sintesi d’ATP risulterebbe incrementato dall’applicazione di microcorrenti, mentre al contrario quest’ultimo subirebbe un rallentamento nel caso d’applicazioni di correnti endogene dell’ordine di mA. In termini specifici l’incremento della sintesi d’ATP raggiungerebbe i suoi livelli massimi grazie alla somministrazione di correnti di circa 500 µA, mentre al di là di questo livello d’intensità decrescerebbe rapidamente1,2. A questo proposito è importante ricordare che l’ATP, rappresenta, nella pressochè totalità degli organismi viventi, la principale risorsa di energia chimica intracellulare, utilizzabile per una vasta gamma di attività biologiche, tra cui anche i processi di riparazione dei tessuti danneggiati.

Inoltre un altro aspetto di estremo interesse nell’ambito delle applicazioni di correnti di bassa intensità come appunto le MENS, sarebbe costituito dal fatto che l’uptake, ossia di captazione, di acido alfa-aminoisobutirrico subirebbe un forte incremento grazie all’applicazione di una corrente esogena a partire da un livello d’intensità pari a 10 µA, mentre al contrario a partire da un livello d’intensità di 750 µA si verificherebbe un fenomeno di tipo inibitorio1. Dal momento che l’upkate dell’acido alfa-aminoisobutirrico si rivela essenziale nell’ambito dei meccanismi di sintesi proteica (che sono alla base dei processi di riparazione tissutale), un suo incremento dell’ordine del 30-40%, come quello riscontrabile grazie all’applicazione di MENS d’intensità appropriata1, può rivestire un ruolo essenziale nel corso dei processi di ristrutturazione cellulare. Il meccanismo di base che determina un incremento nella sintesi di ATP è essenzialmente costituito dal fatto che, nel corso di un elettrostimolazione tramite MENS, si viene a creare un gradiente protonico, ossia una variazione della concentrazione di protoni, attraverso la membrana mitocondriale. L’applicazione di una corrente in effetti produce una variazione della concentrazione di protoni nel momento in cui gli elettroni presenti al di sotto del catodo reagiscono con l’acqua presente nei tessuti formando ioni idrossile (OH-), mentre al tempo stesso si verifica una produzione di protoni (H+) al di sotto dell’anodo Tutta questa serie di eventi ottiene appunto come risultato l’instaurazione di un gradiente protonico nell’ambito dei tessuti compresi tra i due elettrodi. L’influenza del campo elettrico e la differenza di concentrazione protonica determina l’instaurarsi di un flusso di protoni dall’anodo verso il catodo. Questo flusso protonico, che attraversa la membrana mitocondriale determina un incremento nella formazione di ATP che a sua volta stimola il trasporto amino-acidico, due fattori essenziali nell’ambito dell’incremento della sintesi proteica1.

Protoni, elettroni ed ATP....

La catena di trasporto degli elettroni, o catena respiratoria, rappresenta il principale "motore "cellulare, in grado di fornire ed accumulare, attraverso l'accoppiamento con la fosforilazione ossidativa, l'energia chimica necessaria per le diverse esigenze della cellula, come ad esempio la biosintesi, il lavoro osmotico, il lavoro meccanico, ecc. La catena respiratoria è formata da enzimi racchiusi nella parete mitocondriale interna, questi enzimi interagiscono con dei coenzimi come il NAD+ (nicotinamide adenina dinucleotide), il FAD (flavin adenin dinucleotide), l’ubichinone (o coenzima Q) ed i citocromi (cromoproteine contenenti eme). Questi coenzimi sono dei trasportatori di protoni o di elettroni provenienti dal ciclo degli acidi tricarbossilici. Il transfert dei protoni che si verifica attraverso la membrana cellulare,induce una conversione dell’energia osmotica in energia chimica grazie all’ATPase-sintetasi presente nelle creste mitocondriali. Come possiamo osservare nella figura 1, per sintetizzare una molecola di ATP partendo da una molecola di ADP e di Pi è necessario il passaggio di 3 protoni.

Figura 1: grazie al transfert trans-membranario dei protoni si produce una conversione dell’energia osmotica in energia chimica. Per poter sintetizzare una molecola di ATP, partendo da una molecola di ADP e di Pi, è necessario il passaggio di 3 protoni.

Come è possibile schematizzare il meccanismo d’intervento delle MENS?

Se dovessimo semplificare massimamente la catena di risposte fisiologiche determinata dall’applicazione delle MENS sui tessuti molli traumatizzati, potremmo adottare una tipo di schema come quello seguente:

Figura 1 (riquadro A): la cellulare presenta, in situazione di riposo, un potenziale di membrana negativo pari a circa —50mV, la sua superficie esterna è caricata positivamente mentre quella interna possiede una carica negativa.

Figura 2 (riquadro B): nel momento in cui un tessuto molle subisce un insulto traumatico e la membrana cellulare delle cellule interessate dal trauma viene danneggiata, il potenziale elettrico membranario nella parte lesa diviene negativo e si stabilisce

Page 7: pubblicazioni sulle microcorrenti

http://www.geobiologiaeambiente.it/bioelettronica/bioelettronica.htm

BIOELETTRONICA

L'idea di una possibile misurazione delle microcorrenti organiche risale al 1925, ad opera di Charles Laville, noto maggiore della Scuola superiore di Elettricità di Parigi, che, con i suoi esperimenti, riuscì a determinare che i muscoli si muovono per mezzo di un'azione elettrodinamica e le cellule emettono una seppur debole corrente elettrica. Le sue teorie furono poi riprese dal fondatore della Bioelettronica il prof. L.C. Vincent.

La produzione di campi elettromagnetici da parte degli esseri viventi, campi che si annullano alla loro morte, fu anche rilevata da G. Stromberg attorno al 1942.

È comunque solto nel 1943 che F. Viess, professore all'Università di Strasburgo, con i suoi collaboratori, stabilì il modo con cui variano il pH e l'rh2del sangue e la correlazione tra le variazioni e le malattie in genere, offrendo così alla metodologia diagnostica un valido strumento.

All'incirca nel 1948, il prof. L.C. Vincent, che pare non conoscesse gli esperimenti condotti dal Viess, aggiunse ai due parametri esistenti, pH e rh2,il rò, ovvero la capacità di una certa sostanza di far passare o meno la corrente elettrica (abilità detta "resistività") ponendo così le basi per la Bioelettronica.

Le teorie del Vincent sono state poi ampiamente suffragate dal prof. J. Kemeny, vice rettore dell'Università e prof. di Biologia e Matematica del politecnico di Budapest, che, nel 1953, ha scritto il trattato Contributo alla spiegazione fisico matematica della capacità di reazione degli organismi viventi, ignorando, tra l'altro, i lavori del prof. Vincent.

Va anche ricordato che l'Ente Spaziale Americano (NASA) tiene sotto controllo la situazione fisica degli astronautici esaminando i dati delle loro urine ricevuti per mezzo di radiotrasmissioni.

La Bioelettronica al servizio della salute

Fondamentalmente la Bioelettronica, lo dice il nome stesso, si interessa delle microcorrenti che scorrono nel corpo umano e nei miliardi di cellule che lo compongono. Queste microcorrenti non sono costanti nel tempo, esse, infatti, risentono del passare degli anni e segnano la grande differenza che passa tra un corpo sano ed uno ammalato. Appare perciò chiaro come uno strumento, capace di misurare con precisione le variazioni di queste microcorrenti, sia anche in grado di stabilire lo stato in cui si trova un organismo nel momento in cui vengono fatte le misurazioni.

L'Analisi Bioelettronica permette di misurare le differenze che distinguono un buon terreno (corpo sano) ed un terreno degenerato (corpo ammalato). La Bioelettronica si può perciò definire come "la scienza che misura oggettivamente, con apparecchiature elettroniche, qualsiasi soluzione liquida o resa liquida per mezzo di acqua distillata". Nelle analisi fatte sull'organismo umano viene considerato un campione di sangue, urina e saliva.

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Conoscendo lo stato del terreno di una persona è possibile effettuare la correzione più opportuna al fine di riportare i valori alterati nel limite accettabile. Ciò consentirà una salute migliore ed un'aumentata capacità di difesa immunitaria, consentendo perciò una migliore prevenzione di ogni tipo di patologia, anche quelle concernenti le sindromi degenerative.

L'analisi bioelettronica viene eseguita su un campione di sangue, urine e saliva, per un totale di 9 misurazioni. I risultati elaborati da un computer, determinano l'età biologica del soggetto ovvero le condizioni in cui si trova il suo terreno biologico.

Il principio su cui si basano queste analisi si basa sul fatto che tutto l'equilibrio della nostra vita cellulare è regolato dalle variazioni elettromagnetiche. La quantità e la qualità di tali scambi avviene entro valori piuttosto ristretti. Le cellule, infatti, si comportano come delle "microbatterie", destinate a "scaricarsi" con il passare degli anni definendo così la degenerazione dell'organismo. Con le misurazioni effettuate mediante la Bioelettronica è pertanto possibile determinare lo stato del terreno ovvero l'età biologica di ogni individuo.

L'evoluzione dalla giovinezza alla vecchiaia, è di fatto la tendenza ad una progressiva cristallizzazione dei tessuti che compongono il corpo umano. Un accresciuto deposito di elettroliti è infatti la causa di problematiche quali: artrosi, nevrosi, calcoli, arterosclerosi, tumori, cancri, ecc.

È per questo motivo che in bioelettronica si analizzano i valori del terreno senza tener conto di quale tipo di "agente patogeno" vi è insediato. Se verranno riequilibrati i valori elettronici dell'ambiente, magari avvalendosi di un Mineralogramma, sarà possibile sopprimere o ridurre le pericolosità che i cosiddetti agenti patogeni presentano.

La Bioelettronica di Vincent, comunque, fornisce soltanto delle informazioni generali sullo stato dell'intero organismo. Per un'analisi mirata ad organi specifici ci si avvale di altri esami ed in particolare delle Cancerometrie di Vernes e del Carcinochrom.

Per ottenere, invece, delle informazioni atte a determinare quali sono i Farmaci e/o gli Alimenti più appropriati per un dato paziente ci si avvale di apparecchiature assai sensibili, quali il Vega Test o l'Elettroagopuntura di Voll.

L'uso di questi strumenti permette un'accurata selezione tra vari prodotti al fine di determinare quelli più adatti per aiutarlo a mantenere o ristabilire uno stato di buona salute. Va precisato che le indagini di tipo bioelettronico consentono di intervenire ancora prima che una malattia degenerativa si sia instaurata nell'organismo.

PER UN APPROFONDIMENTO ESTESO SCARICARE LA PUBBLICAZIONE

Considerazioni.

il sistema ha bisogno di acqua e sale per abbattere il ro.

L’eccesso di segnale blocca la produzione di atp (attività biochimica) e attiva quella biofisica nel tessuto compreso tra i due poli. Se ne deduce che la bassa intensità è ideale

Page 9: pubblicazioni sulle microcorrenti

per favorire l’aumento dell’attività cellulare ,quella alta favorisce la risposta di sistema.

tuttavia l’attività biochimica attraverso i capillari che fungono da circuito elettrico, si trasferisce al prossimale in virtù della maggior resistenza che affievolisce il segnale. avremo quindi 2 aree con due diversi effetti.