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OPsonline.it: la Web Community italiana per studenti, laureandi e laureati in Psicologia Appunti d’esame, statino on line, forum di discussione, chat, simulazione d’esame, valutaprof, minisiti web di facoltà, servizi di orientamento e tutoring e molto altro ancora… http://www.opsonline.it 1. CHE COS’È LA PSICOLOGIA SOCIALE? La psicologia sociale è lo studio scientifico degli effetti dei processi sociali e cognitivi sul modo in cui gli individui percepiscono gli altri, li influenzano e si pongono relazione con loro; l’interesse centrale della psicologia sociale è il modo in cui gli individui comprendono gli altri e interagiscono con loro. Gli psicologi sociali, come gli altri scienziati, acquisiscono nuove conoscenze in maniera sistematica, mediante metodi scientifici. Questi metodi servono affinché i dati siano meno soggetti agli errori e alle distorsioni che affliggono spesso le conoscenze derivanti dal senso comune. Le conoscenze acquisite tramite il senso comune sono talvolta incoerenti o addirittura contraddittorie (Gli opposti si attraggono/il simile ama il suo simile); anche le conoscenze scientifiche sono soggette a errori, ma si fondano su metodi sistematici di acquisizione delle informazioni e vengono trattate con la consapevolezza della possibilità di errore. I processi sociali sono i modi con cui i nostri pensieri, i nostri sentimenti e le nostre azioni vengono influenzati dagli input provenienti dalle persone che ci circondano, dai gruppi cui apparteniamo, dai rapporti personali, dagli insegnamenti trasmessici dai genitori e dalla cultura, e dalle pressioni che subiamo da parte degli altri. I processi cognitivi sono i modi in cui i ricordi, le percezioni, i pensieri, le emozioni e le motivazioni influenzano la nostra comprensione del mondo e guidano le nostre azioni: essi influenzano costantemente ogni aspetto della nostra vita perché il contenuto dei nostri pensieri, gli obiettivi verso cui tendiamo, i sentimenti che proviamo su persone e attività cioè il modo con cui agiamo e reagiamo al mondo sociale si basano su come noi crediamo che il mondo sia. I processi sociali e cognitivi sono separati ma inestricabilmente connessi: i processi sociali ci influenzano anche quando gli altri non sono fisicamente presenti. Siamo creature sociali anche quando siamo soli : poiché le nostre appartenenze di gruppo diventano parte di chi siamo, ci influenzano anche quando gli altri componenti del gruppo sono assenti; studio del gruppo nell’individuo. Inoltre i processi sociali che ci influenzano quando gli altri sono fisicamente presenti dipendono da come interpretiamo quegli altri e le loro azioni, pertanto dipendono dal modo di operare dei processi cognitivi; studio dell’individuo nel gruppo. Sia quando siamo da soli che quando siamo con altri, i processi sociali e cognitivi agiscono insieme influenzando tutto quello che pensiamo, sentiamo e facciamo. La psicologia sociale cerca di comprendere il comportamento sociale dei singoli individui, perché in determinate situazioni sociali si agisca in un determinato modo, obiettivo che la distingue dalla sociologia, dalle scienze politiche e dalle altre scienze sociali. Effetti del gruppo sulla prestazione: la presenza di altri spesso potenzia la prestazione quando i contributi dei singoli individui sono facilmente identificabili, ma la riduce quando l’individuo si sente “uno dei tanti”. Kurt Lewin: tutto il comportamento dipende dallo spazio vitale dell’individuo, cioè una mappa soggettiva dell’ambiente sociale e degli scopi attuali dell’individuo. L’interpretazione soggettiva della realtà è il fattore determinante delle convinzioni e dei comportamenti degli esseri umani, e le influenze sociali strutturano quelle interpretazioni e quei comportamenti.

Psicologia Sociale1 3 4

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psicologia sociale

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    1. CHE COS LA PSICOLOGIA SOCIALE? La psicologia sociale lo studio scientifico degli effetti dei processi sociali e cognitivi sul modo in cui gli individui percepiscono gli altri, li influenzano e si pongono relazione con loro; linteresse centrale della psicologia sociale il modo in cui gli individui comprendono gli altri e interagiscono con loro. Gli psicologi sociali, come gli altri scienziati, acquisiscono nuove conoscenze in maniera sistematica, mediante metodi scientifici. Questi metodi servono affinch i dati siano meno soggetti agli errori e alle distorsioni che affliggono spesso le conoscenze derivanti dal senso comune. Le conoscenze acquisite tramite il senso comune sono talvolta incoerenti o addirittura contraddittorie (Gli opposti si attraggono/il simile ama il suo simile); anche le conoscenze scientifiche sono soggette a errori, ma si fondano su metodi sistematici di acquisizione delle informazioni e vengono trattate con la consapevolezza della possibilit di errore. I processi sociali sono i modi con cui i nostri pensieri, i nostri sentimenti e le nostre azioni vengono influenzati dagli input provenienti dalle persone che ci circondano, dai gruppi cui apparteniamo, dai rapporti personali, dagli insegnamenti trasmessici dai genitori e dalla cultura, e dalle pressioni che subiamo da parte degli altri. I processi cognitivi sono i modi in cui i ricordi, le percezioni, i pensieri, le emozioni e le motivazioni influenzano la nostra comprensione del mondo e guidano le nostre azioni: essi influenzano costantemente ogni aspetto della nostra vita perch il contenuto dei nostri pensieri, gli obiettivi verso cui tendiamo, i sentimenti che proviamo su persone e attivit cio il modo con cui agiamo e reagiamo al mondo sociale si basano su come noi crediamo che il mondo sia. I processi sociali e cognitivi sono separati ma inestricabilmente connessi: i processi sociali ci influenzano anche quando gli altri non sono fisicamente presenti. Siamo creature sociali anche quando siamo soli: poich le nostre appartenenze di gruppo diventano parte di chi siamo, ci influenzano anche quando gli altri componenti del gruppo sono assenti; studio del gruppo nellindividuo. Inoltre i processi sociali che ci influenzano quando gli altri sono fisicamente presenti dipendono da come interpretiamo quegli altri e le loro azioni, pertanto dipendono dal modo di operare dei processi cognitivi; studio dellindividuo nel gruppo. Sia quando siamo da soli che quando siamo con altri, i processi sociali e cognitivi agiscono insieme influenzando tutto quello che pensiamo, sentiamo e facciamo. La psicologia sociale cerca di comprendere il comportamento sociale dei singoli individui, perch in determinate situazioni sociali si agisca in un determinato modo, obiettivo che la distingue dalla sociologia, dalle scienze politiche e dalle altre scienze sociali. Effetti del gruppo sulla prestazione: la presenza di altri spesso potenzia la prestazione quando i contributi dei singoli individui sono facilmente identificabili, ma la riduce quando lindividuo si sente uno dei tanti. Kurt Lewin: tutto il comportamento dipende dallo spazio vitale dellindividuo, cio una mappa soggettiva dellambiente sociale e degli scopi attuali dellindividuo. Linterpretazione soggettiva della realt il fattore determinante delle convinzioni e dei comportamenti degli esseri umani, e le influenze sociali strutturano quelle interpretazioni e quei comportamenti.

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    DUE ASSIOMI FONDAMENTALI DELLA PSICOLOGIA SOCIALE

    Le persone si costruiscono una loro realt

    Ci che ognuno di noi considera reale non altro che la sua personale costruzione della realt plasmata in parte da processi cognitivi (come lavora la nostra mente) ed in parte da processi sociali (gli input, effettivi o immaginari, provenienti dagli altri). I processi cognitivi operano mentre raccogliamo frammenti di informazioni dal mondo esterno, ne traiamo inferenze e cerchiamo di tesserle in un insieme coerente: per esempio quando ascoltiamo un oratore e sentiamo gli altri che applaudono o fischiano traiamo inferenze e decidiamo se il messaggio delloratore meriti o no la nostra considerazione. I processi sociali ci permettono si influenzare le opinioni altrui e di esserne influenzati mentre cerchiamo di accordarci sulla natura della realt. Allinterno di un gruppo importante per noi, la concordanza di vedute la pietra di paragone per interpretare eventi e reagire ad essi. Tutti ci sintonizziamo sulle vedute degli altri, parenti, amici, genitori, di una folla che applaude o che fischia e su quelle interpretazioni basiamo le nostre reazioni. La visione che una persona ha del mondo almeno in parte un riflesso colto negli occhi degli altri.

    Linfluenza sociale pervade tutta la vita sociale

    Attraverso la pervasivit gli altri influenzano praticamente tutti i nostri pensieri, sentimenti e comportamenti, indipendentemente dal fatto che siano presenti o meno. Lidentificazione con determinati gruppi sociali e ci che pensiamo su come gli altri reagiranno, plasmano i nostri pensieri e sentimenti pi intimi, le nostre percezioni e motivazioni e perfino il nostro senso del s. La nostra appartenenza a un gruppo costituisce la cornice ed il filtro attraverso cui osserviamo e inferiamo gli eventi sociali. Linfluenza sociale tanto pi profonda quanto meno palese perch in quel caso modella i nostri pi fondamentali assunti e convinzioni riguardo al mondo senza che ce ne rendiamo conto. Le influenze sociali ci circondano fin dalla pi tenera et, perci di solito siamo inconsapevoli del loro effetto: talvolta occorre un cambiamento di prospettiva per renderci consapevoli dellimpatto dellinfluenza sociale.

    Mentre costruiscono la realt e intanto influenzano gli altri e ne sono influenzati individui e gruppi dirigono i propri pensieri, sentimenti e comportamenti verso tre importanti obiettivi.

    TRE PRINCIPI MOTIVAZIONALI DEGLI INDIVIDUI

    L acquisizione della padronanza

    Cercare di comprendere e prevedere gli eventi del mondo sociale per ottener svariati tipi di ricompense: opinioni e convinzioni accurate sul mondo possono guidare verso azioni efficaci e soddisfacenti. Acquisire padronanza vuol dire comprendere noi stessi e il mondo intorno a noi, per poi utilizzare quella comprensione in modo da controllare gli sviluppi della nostra esistenza.

    La ricerca dellaffiliazione

    Ogni individuo si impegna a creare e mantenere sentimenti di reciproco sostegno, simpatia e accettazione con coloro (individui o gruppi) che ama e che stima. Questa motivazione cementa i rapporti che danno gioia e significato allesistenza e ci unisce ai compagni di squadra, amici, parenti, amanti.

    La valorizzazione di se stessi e di

    Spinge a vedere sotto una luce positiva noi stessi e qualsiasi cosa o persona a noi connessa (famiglia, gruppo, squadra, nazione). Es.: due gruppi di tifosi avversari vedono la stessa partita in modo diverso; malati

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    quanti sono a loro connessi (me e il mio).

    di una certa gravit si sentono meglio se si confrontano con malati peggiori (v. la teoria del confronto sociale verso il basso).

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    TRE PRINCIPI DI ELABORAZIONE (dei processi cognitivi e sociali)

    Conservatorismo (le opinioni consolidate sono lente a cambiare)

    La visione del mondo degli individui e dei gruppi lenta a cambiare e incline a perpetuare se stessa; precedenti convinzioni, aspettative e preferenze una volta stabilitesi tendono ad autoperpetuarsi e richiedono unenorme quantit di energia per modificarle anche di poco.

    Accessibilit (le informazioni accessibili generano linflusso pi forte)

    Nei giudizi o nelle decisioni notiamo, ricordiamo e usiamo solo una minuscola frazione delle informazioni potenzialmente utili; pertanto linformazione pi prontamente disponibile (=accessibile) esercita generalmente limpatto maggiore su pensieri, sentimenti e comportamenti. In molte situazioni quello che ci viene in mente quello che stavamo gi pensando; in altre situazioni basiamo i nostri giudizi sulle informazioni pi facili da notare e interpretare.

    Superficialit o profondit (dellelaborazione del giudizio)

    Generalmente si dedica unattenzione superficiale alle informazioni, affidandosi a qualunque informazione risulti essere la pi accessibile. Quando per avviene che un nostro obiettivo venga minacciato o una nostra aspettativa venga disattesa, dedichiamo tempo ed energie a elaborare le informazioni in maniera pi completa e approfondita. Il disaccordo o il rifiuto mettono alla prova non solo il nostro senso di padronanza e comprensione della realt, ma anche i nostri sentimenti di affiliazione, innescando ansia e incertezza.

    Combinati tra loro, questi otto principi spiegano tutti i tipi di comportamento sociale, a partire dai pensieri e comportamenti utili e apprezzabili fino a quelli fuorvianti e distruttivi.

    3. LA PERCEZIONE DEGLI ALTRI Il formarsi delle prime impressioni: indizi, interpretazioni e inferenze Rappresentazione cognitiva: un corpo di conoscenze accumulatosi nella nostra memoria. Laspetto fisico, la comunicazione non verbale e il comportamento manifesto sono gli indizi visibili su cui si basano le nostre percezioni degli altri. Le impressioni vengono influenzate anche dalla familiarit che in genere induce una simpatia maggiore. Particolarmente influenti sono gli indizi in grado di emergere e attrarre lattenzione allinterno dello specifico contesto in cui si verificano. Le prime impressioni si basano sullaspetto e sul modo di agire degli altri, perch riteniamo che riflettano le caratteristiche della personalit, le preferenze personali e lo stile di vita. Le impressioni basate sullaspetto fisico. Laspetto fisico il primo, e spesso lunico, indizio per capire chi una persona. La bellezza fisica, particolarmente un bel viso, suscita unampia gamma di aspettative positive: ci si aspetta che ci che bello sia anche buono,che le persone molto attraenti siano pi interessanti, cordiali, estroverse e socialmente dotate di quelle meno attraenti; pertanto la bellezza fisica un elemento importante nel determinare attrazione nei confronti degli sconosciuti. Studio sugli studenti universitari accoppiati a caso e soddisfatti o meno a seconda della bellezza del partner; maestre che giudicano pi dotati i bambini pi attraenti; le persone pi attraenti hanno pi probabilit di essere aiutati da sconosciuti rispetto alle persone brutte; in casi di reati minori le cauzioni sono pi basse e le pene pi lievi; i bambini preferiscono i compagni attraenti e giudicano

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    sgarbati e aggressivi quelli che non lo sono. La bellezza fisica esercita uninfluenza pervasiva sulle nostre percezioni e valutazioni delle altre persone. Altri tratti del viso svolgono una funzione analoga: gli uomini con tratti infantili (occhi grandi e rotondi, sopracciglia alte, mento piccolo)vengono ritenuti pi ingenui, onesti e cordiali; inoltre difficilmente ottengono un posto che richieda capacit dirigenziali, ma pi probabile che vengano scelti come compagni da chi ama dominare gli altri; addirittura chi ha un viso infantile arriva a giudicare se stesso come dotato di caratteristiche psicologiche relativamente infantili. Anche nel mondo del lavoro laspetto fisico importante: studi hanno dimostrato che persone attraenti venivano assunte con maggiore frequenza e addirittura che le professionisti maschi neo assunti pi alti di 1,85 ricevevano uno stipendio del 10% in pi rispetto a quelli di altezza inferiore al 1,80. Per le donne lavvenenza pu dimostrarsi una dote ambivalente nel mondo del lavoro: in uno studio in cui venivano mostrate foto di un uomo attraente e uno non, e di una donna attraente e una non, luomo attraente veniva ritenuto pi capace, mentre per le donne era vero il contrario perch si riteneva che la donna attraente avesse fatto carriera grazie alla sua avvenenza fisica anzich alle sue capacit. Le impressioni basate sulla comunicazione non verbale Chi sa esprimere le proprie sensazioni ed emozioni a livello non verbale in modo pi immediato riscuote un apprezzamento maggiore delle persone meno espressive. Nella cultura occidentale, generalmente piacciono le persone che orientano il loro corpo sul nostro: che si pongono di fronte, che si chinano verso di noi e annuiscono mentre parliamo, perch crediamo che ci trovino simpatici. Tende a piacerci chi ci guarda con le pupille dilatate, che denotano interesse ed attenzione, chi ci guarda spesso dritto negli occhi (ma senza esagerare, altrimenti denota ostilit e rabbia), mentre le persone che sfuggono con lo sguardo sono percepite come sfuggenti, scortesi o timide. Il linguaggio del corpo ci apre uno spiraglio sugli umori e sulle emozioni altrui. Anche in culture estremamente diverse, le persone esprimono tristezza, felicit, paura, rabbia, sorpresa e disgusto con posture del corpo ed espressioni facciali simili ed interpretano in modo simile queste posture espressioni: ecco che il linguaggio delle espressioni una sorta di linguaggio universale, anche se studi recenti hanno dimostrato che nellinterpretazione di alcune espressioni emozionali vi sono delle differenze culturali.

    Scoprire le menzogne Scoprire una bugia non cos facile: spesso i bugiardi si tradiscono con indizi non verbali, che per sono quelli cui di solito non prestiamo attenzione. Quando ascoltiamo qualcuno che afferma qualcosa cerchiamo le prove della veridicit nelle sue parole e nel suo viso, mentre questi indizi sono quelli maggiormente controllati dal bugiardo. I segnali rivelatori pi affidabili sono il tono della voce tremante o acuto, i movimenti irregolari di mani e piedi. Generalmente, meno informazioni si ricevono pi probabile scoprire linganno: focalizzare lattenzione sul viso o sulle pearole, che chi mente controlla con facilit, finisce per essere un fattore fuorviante. Chi presta meno attenzione a chi parla e si concentra pi sugli indizi corporei pi bravo a scoprire le menzogne. La macchina della verit o poligrafo una macchina che registra i segnali di attivazione fisiologica generalizzata (battito cardiaco, respirazione e sudorazione) mentre la persona sottoposta a test risponde alle domande: poich nessuno pu controllare pienamente queste reazioni fisiologiche, si presume che rivelino lo sforzo e lo stress che il mentire comporta, anche se studi hanno dimostrato che questi esami non sono sufficientemente precisi. Ci nonostante, questi test continuano ad essere ampiamente utilizzati, anche come deterrente psicologico per i mentitori.

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    Le impressioni basate sulla familiarit La maggior parte di noi tende a sviluppare una risposta positiva verso chi incontra spesso nella vita di tutti i giorni: la semplice esposizione a unaltra persona accresce la simpatia nei suoi confronti.

    Le impressioni basate sul comportamento

    La risorsa pi utile per farsi unopinione di unaltra persona il suo comportamento: molti comportamenti sono fortemente connessi a particolari tratti della personalit. Un consiglio che viene dato spesso di giudicare gli altri da quello che fanno anzich da quello che dicono o dallaspetto che hanno.

    Quali sono gli indizi che catturano lattenzione? Le caratteristiche che emergono sono quelle che differenziano, e questo vale per tutti i tipi di caratteristiche, dai comportamenti ai tratti fisici. Ci che fa emergere una caratteristica la sua rarit o singolarit. La salienza la capacit di un indizio di attrarre lattenzione allinterno del suo contesto: attributi che emergono in un contesto possono passare inosservati in un altro.

    Linterpretazione degli indizi Gli indizi non hanno alcun significato in s e per s: ne acquistano solo nel momento in cui vengono interpretati alla luce delle conoscenze accumulate da ogni individuo su persone, comportamenti, tratti e situazioni sociali. Le conoscenze collegate allindizio stesso, o che sono facili da richiamare alla mente, hanno pi probabilit di essere usati per interpretarlo. Non c comportamento, aspetto, gesto o espressione che indichi direttamente le qualit interiori di una persona; ci nonostante perfino le nostre prime impressioni fanno affidamento su processi cognitivi rapidi e spontanei: anche quando elaboriamo le informazioni in modo superficiale, cio senza tentare di farci una opinione su unaltra persona, traiamo comunque inferenze di giudizio in modo del tutto automatico e spontaneo. Due tipi di conoscenze pregresse ci aiutano a interpretare gli indizi: le associazioni che fanno gi parte del nostro bagaglio cognitivo e i pensieri che occupano al momento la nostra mente.

    Il ruolo delle associazioni nellinterpretazione Tra due diverse rappresentazioni cognitive esiste un legame che le associa (rubare-disonest), e quando pensiamo ad una anche il tratto corrispondente allaltra viene attivato, cio portato alla mente. Le associazioni possono sorgere tra similarit di significato tra due associazioni cognitive (rubare-disonest), ma anche idee non correlate possono venire associate se sono ripetutamente pensate insieme: guardie e ladri, Windows-Microsoft, Lennon McCarney. Le associazioni acquisite dipendono dalla cultura di appartenenza: vivere il culture diverse porta ad effettuare associazioni diverse e a dare interpretazioni diverse dello stesso comportamento. Una volta formata, lassociazione unisce le due rappresentazioni cognitive: se viene alla mente luna, arriva anche laltra; queste associazioni memorizzate fanno s che alcuni indizi siano pi facili da interpretare di altri, e in casi simili quando si considera un comportamento si pensa spontaneamente a un tratto ad esso associato anche se non si cerca specificamente di formarsi unimpressione della persona (restituzione portafoglio-onest, decathlon-prestanza).

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    Il ruolo dellaccessibilit nellinterpretazione Il significato di un comportamento non sempre chiaro (es.: passare un compito generoso o disonesto?): in quei casi, si tende ad affidarsi alle informazioni rilevanti che si hanno in quel momento. Dal principio di accessibilit deriva che le conoscenze che vengono alla mente pi facilmente e rapidamente esercitano un influsso estremamente potente sullinterpretazione del comportamento o di altri indizi. Pi la conoscenza accessibile, pi probabile che venga alle mente automaticamente, senza alcun tentativo conscio di recuperarla, e pi probabile che guidi la nostra interpretazione degli indizi. Tra i fattori che influenzano laccessibilit delle conoscenze ci sono lattivazione concomitante da parte di altre finti, la prossimit nel tempo e la frequenza dellattivazione.

    Laccessibilit sostenuta dallattivazione concomitante delle conoscenze Qualunque pensiero abbiamo in testa nel momento in cui ci formiamo unimpressione pu attivare delle rappresentazioni cognitive, rendendole estremamente accessibili e in grado di influenzare le nostre interpretazioni: per esempio, le informazioni positive o negative possono essere rese accessibili dallumore del momento. Lumore ha un influsso ben documentato sul modo in cui reagiamo agli altri. Anche le nostre aspettative agiscono come conoscenze accessibili in grado di influenzare enormemente le nostre interpretazioni dei comportamenti o di altre informazioni. (es.: due gruppi di studenti che si aspettavano un docente cordiale o freddo, lo valutarono secondo le aspettative). Gli effetti delle aspettative sulla percezione sociale sono pervasivi; le aspettative basate sulla situazione in cui un comportamento si verifica spesso possono aiutare a interpretarlo. Ad esempio, quando si interpretano le emozioni altrui, le informazioni sul contesto possono risultare pi importanti anche di espressioni del viso relativamente poco ambigue. (es.: esultanza olimpica o dolore?)

    Laccessibilit da attivazione recente (accessibilit temporanea, il predominio del qui ed ora)

    Se un bambino ha usato un giocattolo da poco sicuramente sar in cima alla scatola dei giochi:analogamente, una rappresentazione cognitiva che stata da poco portata alla mente rimane accessibile per qualche tempo. Pertanto qualunque cosa, anche una coincidenza o un evento casuale, che faccia riaffiorare quellidea la rende accessibile ed in grado di influenzare le interpretazioni sul comportamento. HIGGINS: due gruppi di persone, uno doveva memorizzare termini relativi al tratto positivo

    avventuroso, laltro gruppo con il tratto negativo avventato; in seguito, in un esperimento che

    ritenevano essere senza rapporti con laltro, dovevano descrivere limpresa di Donald che scalava

    montagne scendeva le rapide con il kayak e guidava auto da corsa. Il primo gruppo lo descrisse come

    un comportamento audace e coraggioso mentre il secondo gruppo come imprudente e sconsiderato.

    Poi Higgins fece lo stesso con altri due gruppi che dovevano memorizzare le parole obbediente ed

    irriverente. Lattivazione di queste due parole non ebbe nessun effetto sullinterpretazione di Donald:

    questo implica che per interpretare le informazioni non viene usata qualunque rappresentazione

    cognitiva disponibile, ma la rappresentazione accessibile deve essere anche applicabile

    allinformazione.

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    Attivare una rappresentazione cognitiva per accrescerne laccessibilit e renderne pi probabile lutilizzo viene detto innescamento o priming. Gli effetti del priming possono essere duraturi e operare sottilmente: concetti innescati possono rimanere accessibili e influenzare successive interpretazioni con una durata fino a 24 ore, e il loro influsso non dipende dalla consapevolezza. Parole presentate per un tempo cos breve che i soggetti non riuscivano consciamente a identificarle rendevano comunque accessibili rappresentazioni cognitive capaci di influenzare linterpretazione delle informazioni successive.

    Laccessibilit da attivazione frequente (accessibilit cronica)

    I giocattoli che usati ogni giorno si trovano sopra il mucchio dei giochi: ugualmente i pensieri. Luso frequente di una rappresentazione cognitiva durante giorno, mesi o anni pu renderla cronicamente accessibile: quando accade, gli stessi concetti vengono usati ripetutamente per interpretare il comportamento altrui. Le informazioni rilevanti ai fini del propri tratti preferiti vengono riconosciute pi prontamente e ricordate meglio delle informazioni non correlate. Accessibilit e sessismo in un colloquio di lavoro. Studio su studenti esposti a pubblicit sessiste e non , che in seguito dovevano fare delle domande a una candidata per un posto di lavoro. Pare che il concetto di considerare le donne come oggetti sessuali possa venire innescato da tipiche pubblicit, condizionando opinioni e comportamenti degli uomini nei confronti di donne reali rispetto alle quali si trovino in posizioni di potere.

    Caratterizzare gli altri sulla base del loro comportamento: le inferenze corrispondenti

    Spesso presumiamo che gli altri siano dotati di qualit interiori che corrispondono ai comportamenti osservabili. Questa inferenza viene tratta persino quando potrebbero essere stati fattori esterni a influenzare i comportamenti.

    Inferenza corrispondente: il processo che porta a caratterizzare qualcuno come dotato di un tratto della personalit che corrisponde al suo comportamento; quando uninferenza corrispondente fa seguito all interpretazione iniziale di un comportamento essa completa una prima impressione, ossia una rappresentazione cognitiva iniziale di come laltra persona.

    Una inferenza corrispondente giustificata quando:

    1. il comportamento viene scelto liberamente dallindividuo (bambino obbligato a scrivere biglietto di ringraziamento per un regalo non gradito) 2. il comportamento ha degli effetti che lo distinguono da altri corsi dazione (meno sono le scelte possibili, pi facile decidere quale abbia motivato il comportamento) 3. il comportamento imprevisto anzich previsto o tipico

    (un comportamento inaspettato consente di inferire un tratto con ragionevole sicurezza)

    Lerrore di corrispondenza: le persone sono quello che fanno. Errore di corrispondenza o errore fondamentale di attribuzione: la tendenza a inferire le caratteristiche personali di un attore sulla base dei comportamenti osservati, anche quando esistono altre possibili cause di comportamento legate alla situazione che rendono linferenza ingiustificata. Lerrore di corrispondenza e il mondo del lavoro: i ruoli definiscono la persona. Se gli altri ci ritengono dotati di caratteristiche personali che rispecchiano i nostri comportamenti, possibile che le loro impressioni su di noi vengano determinate dai comportamenti dettati dalle nostre mansioni.

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    I limiti dellerrore di corrispondenza Nonostante il suo potere e la sua pervasivit, non impossibile evitare lerrore di corrispondenza. Quando si ha una motivazione specifica a raccogliere informazioni su una situazione, lerrore di corrispondenza di riduce o addirittura si inverte.

    Se ad esempio incontriamo una persona che ride uscendo da un film comico non diciamo che una persona allegra e spiritosa ma attribuiamo il comportamento alla circostanza. Anche la cultura di appartenenza pone limiti allerrore di corrispondenza: nelle culture non occidentali, pi interdipendenti, si ritiene con maggior frequenza che lorigine di pensieri emozioni e azioni vada ricercata nel gruppo o nel contesto piuttosto che nellindividuo; in culture di questo tipo lerrore di corrispondenza meno diffuso, bench comunque presente.

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    Oltre le prime impressioni: lelaborazione sistematica

    Sapendo che le azioni non sempre riflettono linteriorit di una persona, talvolta cerchiamo di evitare lerrore di corrispondenza e correggiamo le nostre prime impressioni prendendo in considerazione altre possibili cause dei comportamenti.

    Elaborazione superficiale Elaborazione sistematica o profonda Considerare con completezza e impegno unampia gamma di informazioni rilevanti alla formulazione di un giudizio. Servono:

    Trarre inferenze o formulare giudizi facendo affidamento sulle informazioni accessibili e compiendo uno sforzo di elaborazione minimo

    Motivazione: un motivo sufficientemente buono da spingere a compiere lo sforzo necessario per andare oltre lelaborazione superficiale

    Capacit di elaborazione: disporre del tempo necessario per pensare, concentrarsi, non avere distrazioni ecc.

    Quando motivazione e capacit di elaborazione si fondono, lelaborazione sistematica il probabile risultato.

    Le attribuzioni causali Per andare oltre una prima impressione, occorre impegnarsi in un ragionamento pi articolato e approfondito, soprattutto se si vuole arrivare a spiegare il comportamento altrui. E probabile allora che si prendano in considerazione come cause potenziali quelle che sono collegate al comportamento oppure che non accessibili, salienti nel loro contesto o suggerite dal tipo di informazioni disponibili. Lattribuzione causale un giudizio riguardo la causa di un comportamento o di un evento: cercare di inferire le cause dei comportamenti altrui un elemento centrale della nostra percezione delle altre persone, come quando ragioniamo su un complimento chiedendoci se sincero o adulatorio.

    Attribuzioni a cause associate Le associazioni tra elaborazioni cognitive riguardano anche le modalit con cui pensiamo pi approfonditamente agli altri, nel momento in cui associamo comportamenti e loro possibili cause; per esempio, i comportamenti che sono azioni vengono distinti dai comportamenti che sono esperienze, pertanto vengono associati a diversi tipi di cause.

    Comportamenti Azioni Esperienze

    Le azioni si considerano causate principalmente dagli attori.

    Le esperienze di solito vengono attribuite allo stimolo anzich allattore.

    Alcuni comportamenti sono cos profondamente associati a una particolare situazione che il ruolo causale di questultima diventa ovvio. Le probabilit di percepire questo ruolo causale sono massime quando sappiamo cosa dobbiamo aspettarci da una data situazione: questa conoscenza rappresentata cognitivamente da un copione (script); il copione di situazioni non familiari viene appreso osservando gli altri. I copioni ci dicono quali comportamenti sono normali e previsti in una data situazione, e quando un comportamento atteso si verifica lo si attribuisce a esigenze legate alla situazione. Al contrario, i comportamenti imprevisti richiedono attribuzioni pi meditate ed possibile che vengano spiegati in base alle caratteristiche personali dellattore.

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    Differenze culturali nelle attribuzioni Persone appartenenti a culture diverse associano i comportamenti a diversi tipi di cause: studio sulle attribuzioni della menzogna per adulti e bambini statunitensi e indiani; studio sullattribuzione di un omicidio per statunitensi e cinesi. Culture diverse incorporano presupposti molto diversi su quale sia la fondamentale natura degli esseri umani:nelle culture occidentali gli adulti sono considerati indipendenti e autonomi, responsabili delle proprie azioni, mentre molte culture non occidentali vedono gli individui come interdipendenti rispetto ai loro gruppi e contesti sociali, e per niente separati da essi.

    Attribuzioni a cause accessibili Pi una causa potenziale accessibile, pi probabile che venga usata per spiegare il comportamento; linnescamento (priming) influenza le attribuzioni causali come influenza le interpretazioni iniziali dei comportamenti.

    Attribuzioni a cause salienti

    Pi una causa potenziale saliente, pi probabile che venga usata per spiegare il comportamento, e la salienza pu dipendere letteralmente dal punto di vista di chi percepisce. Studio della conversazione osservata da postazioni diverse. Le caratteristiche salienti (che siano individui, colori vivaci, immagini, voci squillanti o altro) possono attrarre la nostra attenzione trasformando una causa potenziale in una probabile; questo si verifica anche quando le persone si sforzano di pensare attentamente e di essere accurate.

    Attribuzioni basate sulle informazioni di covarianza

    Le conoscenza accumulate nella mente (le rappresentazioni cognitive attivate da associazioni, accessibilit o salienza) non sempre forniscono risposte sollecite ai quesiti causali. In quei casi, si cerca di accertare la causa dellevento raccogliendo informazioni di covarianza, cio informazioni relative a potenziali fattori causali presenti quando levento si verifica, e assenti quando non si verifica. Per cercare la possibile causa che vari solo insieme allevento, bisogna cercare la distinguibilit (levento ricorrente o straordinario?), il consenso (quanti altri comportamenti simili si possono trovare?) e la coerenza (quante altre volte si manifestato quel comportamento?). Modello di Kelley sulladulazione del professore da parte di uno studente.

    Usare le attribuzioni per correggere le prime impressioni

    Quando appare evidente che a causare un comportamento sono stati fattori esterni, talvolta si cerca di correggere una inferenza iniziale riguardo le caratteristiche dellattore. Questa correzione per richiede tempo e sforzo cognitivo, perci spesso non viene attuata. Il discounting un processo di correzione di una convinzione iniziale che attribuiva il comportamento a una causa potenziale, perch si scopre unaltra possibile causa. Etichettare un comportamento e caratterizzare una persona sono processi relativamente facili, mentre usare il ragionamento causale per correggere unimpressione difficile e richiede lutilizzo di energie e risorse cognitive. Per correggere unimpressione iniziale necessario uno sforzo supplementare. Studio su una donna videoregistrata con atteggiamento ansioso, con e senza compito distraente. Se non siamo in grado di elaborare sistematicamente le informazioni e se non siamo disponibili a farlo, si applica il principio del conservatorismo: rimaniamo attaccati alle nostre prime impressioni. Tutte le esigenze tipiche delle interazioni quotidiane richiedono un impegno cognitivo considerevole, perci linterazione stessa che pu limitare la nostra capacit di formarci delle impressioni accurate delle

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    persone con cui interagiamo, lasciando le nostre impressioni in balia dei comportamenti casuali che vediamo per la prima volta. Comporre un quadro dinsieme: la formazione delle impressioni complesse Le molteplici componenti di unimpressione spesso si saldano in un insieme coerente perch si cerca di inferire tra di esse connessioni causali; anche le valutazioni complessive si costruiscono integrando i molteplici aspetti di unimpressione. Le impressioni complessive vengono formate integrando caratteristiche multiple, siano tratti o valutazioni della persona.

    Integrare le informazioni sui tratti

    Le teorie implicite della personalit sono modelli di associazioni tra i tratti (es.: generoso, quindi anche altruista e socievole) che possono guidare lo sviluppo e lelaborazione delle impressioni complesse sugli altri. Le persone sembrano pensare che la maggior parte dei tratti positivi siano correlati gli uni agli altri, e che quelli negativi formino un altro gruppo a s stante. I modelli generali delle teorie implicite della personalit sono ampiamente condivisi allinterno di una cultura, ma un individuo pu operare delle eccentriche inferenze in base alle proprie esperienze personali. Man mano che in un individuo osserviamo o inferiamo un numero sempre maggiore di caratteristiche, cerchiamo di organizzare quanto sappiamo e di creare unimpressione generale che sia un insieme complesso e interconnesso. Se si nota che alcuni comportamenti implicano tratti simili, possibile che vengano pensati assieme, e questa riflessione pu far s che i comportamenti si associno nella mente. I comportamenti collegati allo stesso tratto vengono collegati e memorizzati per gruppi associati man mano che le impressioni vengono organizzate mentalmente; si pu trarre un senso dai diversi comportamenti e tratti creando connessioni causali tra loro.

    Integrare le valutazioni

    Quando integriamo diverse impressioni, positive e negative, su una persona tendiamo a dare maggior peso alle informazioni negative che a quelle positive, un modello definito effetto di negativit. Questo accade perch generalmente le informazioni negative sono sorprendenti e inaspettate, quindi quelle negative ci appaiono pi estreme e caratterizzanti (quindi salienti) rispetto a quelle positive. Tuttavia, quando pensiamo a unaltra persona in modo dettagliato e sistematico non facciamo semplicemente la media delle valutazioni delle sue caratteristiche, cerchiamo di fare unintegrazione pi significativa, ed possibile che la prima informazione di cui veniamo in possesso ci serva da base per interpretare e valutare le altre informazioni. Le valutazioni dei tratti o di altre caratteristiche personali non sono fisse e costanti, ma dipendono dallimpressione complessiva che ci formiamo dellaltra persona. La precisione delle impressioni ponderate. Persino le impressioni ponderate talvolta non sono del tutto accurate. Anche quando si dedica unattenzione pi acuta e un ragionamento pi approfondito alla formazione di unopinione, le distorsioni possono ancora limitarne laccuratezza e gli sforzi supplementari possono addirittura confermare la preesistente visione positiva o negativa. Se non si ha consapevolezza di tali distorsioni della percezione sociale improbabile che si cerchi di correggerle.

    La motivazione allaccuratezza Il desiderio di accuratezza una delle motivazioni pi forti per impegnarsi a fondo nella formazione di unimpressione. Se importante essere accurati, perch dovremo rendere conto dei nostri giudizi, faremo probabilmente uno sforzo supplementare per raccogliere quante pi informazioni possibili; questo sforzo talvolta ci consente di superare gli effetti di unaspettativa iniziale.

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    Anche eventuali sospetti riguardo le motivazioni altrui possono indurci a pensare pi approfonditamente prima di saltare a uninferenza corrispondente: il fatto di sospettare secondi fini motiva le persone a riflettere sulle cause del comportamento, il che ne riduce la vulnerabilit allerrore di corrispondenza.

    Altre motivazioni oltre allaccuratezza

    Quando la percezione accurata di unaltra persona potrebbe creare dei problemi interpersonali, spesso si motivati a evitare laccuratezza. A volte i nostri giudizi sono imprecisi perch speranze e desideri guidano la selezione e linterpretazione dei fatti: anzich condurre una ricerca priva di preconcetti che abbia come unico scopo laccuratezza, andiamo a caccia di prove che suffraghino la conclusione a noi pi gradita.

    La consapevolezza dellerrore

    Il pi delle volte siamo ciechi nei confronti dei nostri errori, e il mondo ci sembra essere esattamente cos come lo percepiamo. ma quando ci confrontiamo con una persona che vede le cose in maniera diversa, ci rendiamo conto che le nostre opinioni sono forse condizionate da qualche preconcetto. La consapevolezza dellerrore o il disaccordo spesso ci motiva a pensare in maniera pi approfondita per avvicinarci alla realt, o almeno per convincerci che sono gli altri, e non noi, a sbagliarsi. Anche quando la consapevolezza di un possibile errore ci spinge a cercare di correggere le nostre impressioni, la mancanza di tempo o di risorse cognitive pu vanificare le nostre migliori intenzioni e renderci incapaci di effettuare la correzione: solo quando abbiamo motivazione e capacit cognitive cercheremo di neutralizzare gli errori potenziali, e il tentativo di correzione dipender dalle nostre convinzioni riguardo la natura e la direzione dellerrore.

    Limpatto delle impressioni: usare, difendere e modificare le proprie impressioni.

    Impressioni e giudizi

    Una volta formatasi, unimpressione diventa la base di giudizi e comportamenti. Talvolta i giudizi sugli altri poggiano su unelaborazione semplice e superficiale, altre volte ci si impegna in elaborazioni complesse, cercando di mettere insieme le implicazioni di tutte le informazioni rilevanti.

    Lelaborazione superficiale: quando si utilizza un unico attributo Talvolta quello che conta realmente un unico aspetto di unimpressione; le decisioni basate su ununica caratteristica accessibile o saliente richiedono un impegno e un ragionamento minimi. Quando si elabora in modo rapido e superficiale generalmente ci si affida ai giudizi e alle valutazioni formatisi in passato, senza richiamare alla mente o riconsiderare gli elementi che la prima volta hanno portato a formulare quei giudizi. La nostra tendenza a fare affidamento sui giudizi e sulle valutazioni dati in passato rallenta i cambiamenti nel nostro modo di pensare, e pu metterci nei guai, per esempio quando i giudizi sono stati formulati in circostanze atte a creare distorsioni.

    Lelaborazione sistematica: quando si integrano molteplici fattori

    Uno dei modi per valutare fattori molteplici il cosiddetto approccio algebrico, simile al procedimento per lacquisto di un elettrodomestico unautomobile, che consiste nel soppesare le diverse caratteristiche a seconda della loro importanza.

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    In alternativa, si pu cercare di accorpare le informazioni in un insieme dotato di significato attraverso un approccio configurativo, in cui un aspetto pu sottilmente modificare il significato di altri (intelligente + freddo o intelligente + caldo). Il giudizio complessivo su una persona pu dipendere molto dal modo particolare in cui gli attributi vengono combinati.

    Difendere le impressioni

    Le impressioni tendono a resistere al cambiamento anche perch unimpressioni iniziale pu alterare linterpretazione delle informazioni successive. Di conseguenza le impressioni possono sopravvivere persino alla consapevolezza che le informazioni su cui erano basate non sono attendibili.Inoltre le impressioni plasmano le interazioni manifeste e spesso inducono le persone a cercare informazioni coerenti o a sollecitare negli altri azioni che le confermino.

    Le impressioni, una volta formate, influenzano sia i giudizi personali sia le interazioni con gli altri; man mano che acquisiamo ulteriori informazioni, spesso adattiamo le interpretazioni che ne diamo alle impressioni gi formate, per mantenerle inalterate (principio del conservatorismo).

    Le impressioni plasmano le interpretazioni

    Le impressioni iniziali sono in grado di attivare una aspettativa che plasma le interpretazioni delle informazioni successive: linformazione che giunge per prima ha un impatto maggiore, determinando il cosiddetto effetto di priorit (Asch). Studio sulle impressioni su sconosciuti attraverso sette settimane: le caratteristiche notate al primo incontro riemersero costantemente, anche se si basavano su informazioni assai scarse. Porsi fin dallinizio nella luce migliore molto pi facile che cercare di modificare le opinioni altrui quando si gi combinato un pasticcio.

    Le impressioni resistono alla confutazione

    Gli effetti delle impressioni iniziali possono persistere anche se si scopre che limpressione iniziale era falsa: errore di persistenza. Studio su valutazioni date su un feedback casuale: nonostante le osservatrici venissero messe a conoscenza dellinganno, le valutazioni sulle future prestazioni mostrarono la persistenza degli effetti del feedback. Una volta che le nostre convinzioni abbiano influenzato linterpretazione delle informazioni, difficile cancellarne completamente gli effetti anche se veniamo a sapere che quelle convinzioni erano sbagliate; per questo cos difficile contrastare calunnie e maldicenze quando iniziano a diffondersi. Il modo pi efficace di ridurre o eliminare lerrore di persistenza di prendere esplicitamente in considerazione la possibilit direttamente opposta.

    Lerrore di persistenza in tribunale Quando una prova inammissibile viene introdotta in un procedimento giudiziario la si pu eliminare facilmente dalla registrazione ufficiale del processo, ma non altrettanto dalla mente dei giurati: la ricerca ha dimostrato che le prove inammissibili o screditate influenzano le deliberazioni e i verdetti dei giurati a causa dellerrore di persistenza.

    La ricerca selettiva di comportamenti coerenti con le impressioni

    Le persone non sempre pongono domande tendenziose per verificare le loro convinzioni sugli altri. Se possono scegliere, spesso preferiscono domande diagnostiche (anche se spesso difficile, a meno che

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    la persona che interroga sia consapevole delle alternative allipotesi data) cio domande le cui risposte forniranno informazioni sulla veridicit o falsit dellipotesi. Una strategia volta a prendere in considerazione lopposto pu ridurre il margine di errore.

    La creazione di un comportamento coerente con limpressione: la profezia che si autoavvera Le nostre impressioni iniziali possono creare comportamenti conformi. La profezia che si autoavvera il processo mediante cui le aspettative che una persona nutre nei confronti di unaltra diventano realt perch sollecitano comportamenti in grado di confermarle.Se fossero consapevoli della loro influenza sugli altri, gli individui potrebbero cercare di tenere in conto quellinfluenza per migliorare la precisione delle loro impressioni, ma purtroppo spesso le persone non riconoscono nemmeno le influenze pi evidenti. E sorprendentemente difficile riconoscere gli effetti delle proprie azioni sugli altri e senza una simile consapevolezza non possiamo correggere le nostre impressioni per migliorarne la validit.

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    La scuola e le profezie che si autoavverano Le elevate aspettative degli insegnanti verso i ragazzi si traducono nel corso di alcuni mesi in un effettivo miglioramento delle loro prestazioni. La ragione pu essere che gli insegnanti dedicano maggior attenzione e assegnano compiti pi interessanti agli studenti da cui si aspettano prestazioni di alto livello, migliorandone cos il rendimento.

    I limiti della profezia che si autoavvera

    Quando la persona percepita nutre solide opinioni su se stessa gli effetti prodotti dalle aspettative di chi la percepisce si indeboliscono. Gli effetti della profezia che si autoavvera emergono solo quando le opinioni su di s delloggetto di osservazione sono incerte fin dallinizio, mentre il soggetto percepente crede con sicurezza il contrario: in tali casi la profezia che si autoavvera influenza sia il comportamento manifesto delloggetto di osservazione sia le sue opinioni su di s. Le profezie che si autoavverano possono essere disattese anche quando c la consapevolezza delle aspettative altrui. Inoltre le profezie che si autoavverano sono meno influenti quando chi ne oggetto si sente motivato a trasmettere delle impressioni accurate anzich limitarsi a fare in modo che linterazione proceda in maniera fluida e piacevole. Quando loggetto di percezione conferma le aspettative del percepente, spesso dovuto a un bisogno generale di accettazione sociale e di affiliazione. Pertanto le profezie che si autoavverano non influenzano tutti nello stesso modo: alcune persone sono particolarmente vulnerabili e tendono a farsi plasmare dalle aspettative altrui.

    Gestire le informazioni incongruenti

    talvolta ci si imbatte in informazioni che sono chiaramente incongruenti con limpressione iniziale. Si pu allora cercare di negarle in vari modi, o prenderle in considerazione e presumere che laltra persona sia cambiata. Nella maggior parte dei casi per le impressioni sulle caratteristiche personali degli altri sono stabili e difficili da cambiare.

    Riconciliare le incongruenze Quando ci imbattiamo in informazioni incongruenti e contraddittorie riguardo a qualcuno, il nostro senso di padronanza e di comprensione viene minacciato dallinformazione inattesa, e pu essere messa in dubbio anche la nostra capacit d mantenere un rapporto o uninterazione sociale con quella persona. Quindi solitamente si preferisce sorvolare sulle incongruenze e ignorarle, anche se avendo tempo da dedicare loro probabile che finiscano per innescare unelaborazione sistematica. Lo sforzo compiuto per riconciliare informazioni incongruenti e contraddittorie ha diversi effetti sullelaborazione cognitiva e sulla memoria:

    1) Si pensa pi a lungo ai comportamenti inaspettati che a quelli previsti (se il comportamento previsto o prevedibile non ci sorprende e viene elaborato superficialmente);

    2) Si cercano di spiegare i comportamenti inaspettati ( pi probabile che si operino attribuzioni causali su comportamenti inattesi che non su quelli previsti);

    3) Si ricordano meglio i comportamenti incongruenti, perch si dedica loro unelaborazione pi approfondita (rispetto ai comportamenti notati ma non spiegati, qualunque comportamento per cui si elabori uninformazione pu essere ricordato meglio in un momento successivo).

    Persino quando le persone tentano di riconciliare le incoerenze, non sempre le loro impressioni degli altri cambiano: uno dei motivi che unelaborazione sistematica e approfondita pu servire proprio a trovare una spiegazione che neghi lincongruenza: se i comportamenti inattesi si possono attribuire a fattori contestuali, limpressione iniziale pu conservarsi intatta.

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    Modificare le impressioni: possibile un cambiamento radicale? Quando le persone cercano attivamente il cambiamento in un individuo, sono in grado di percepirlo. Quando ci si trova di fronte a informazioni incongruenti per cui non c alcuna evidente spiegazione contestuale, spesso si decifrano i comportamenti presumendo che siano cambiate le convinzioni, gli atteggiamenti, le motivazioni o le capacit dellindividuo. Dati sperimentali mostrano che nella memoria la nuova impressione non sostituiva del tutto quella originale: sembra che entrambe le impressioni vengano mantenute contemporaneamente, anche se quella di formazione pi recente risulta pi accessibile. Quindi la modificazione di unimpressione non solo avviene di rado, ma anche quando si verifica spesso parziale. Considerazioni conclusive: 1. Il bisogno di percepire gli altri in maniera accurata nella vita quotidiana generalmente modesto,

    e le inferenze corrispondenti sono di solito pi che sufficienti pertanto si tende a risparmiare lutilizzo di risorse cognitive.

    2. Il comportamento delle persone in particolari situazioni spesso riflette accuratamente la loro personalit, perch le persone di solito scelgono le situazioni in cui si trovano.

    3. Le inferenze corrispondenti spesso sono accurate perch le persone ci offrono indizi precisi della loro vera natura, o di quella che ritengono tale, perch essere percepiti accuratamente dagli altri gratificante.

    4. La tendenza ad accettare i comportamenti o gli indizi offerti dagli altri per quello che sembrano pu contribuire ad oliare gli ingranaggi dellinterazione sociale, e di solito ci permette di procedere senza intoppi e in buona armonia.

    4. IL SE

    Il S oggetto di conoscenza: il modo in cui ci formiamo impressioni sul s molto simile al modo in cui si percepiscono gli altri, anche se nel processo di autopercezione intessiamo pi distorsioni. La conoscenza di se stessi cruciale nel dirigere e regolare pensieri, sentimenti e comportamenti, e il modo in cui difendiamo noi stessi dalle minacce e dalle delusioni influenza non solo il nostro benessere emotivo ma anche la nostra salute fisica: il nostro senso del s funge da collante e tiene assieme anima e corpo.

    La costruzione del concetto di S: ci che sappiamo di noi stessi. La conoscenza di se stessi si compone di due elementi: il concetto di s (quello che sappiamo di noi stessi) e lautostima (quello che proviamo nei confronti di noi stessi). La conoscenza di noi stessi attivamente elaborata anzich semplicemente o direttamente posseduta.

    Le fonti della conoscenza di s Il concetto di s linsieme di tutte le convinzioni che un individuo nutre riguardo alle proprie qualit personali; un processo duraturo che si compone giorno dopo giorno, interpretando molteplici tipi di informazione.

    Trarre inferenze dal comportamento

    Teoria dellautopercezione (Bem): in presenza di indizi interni deboli o ambigui, le inferenze sulle proprie caratteristiche personali vengono tratte dai propri comportamenti. Possiamo imparare delle cose su chi siamo osservando il nostro comportamento.

    Motivazione intrinseca Motivazione estrinseca Facciamo quello che vogliamo fare, non quello che dobbiamo fare. E pi probabile che le inferenze su se stessi vengano tratte da comportamenti che si ritiene di avere scelto

    Teniamo un comportamento strumentale al conseguimento di un fine esterno. Rivela meno sulle nostre qualit interiori, e spesso proviamo minor piacere

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    liberamente nelleseguirlo. Paradossalmente, fornire ricompense esterne spesso indebolisce la motivazione intrinseca. Le ricompense possono minare la motivazione intrinseca, soprattutto quando vengono percepite come allettamenti volti a controllare il comportamento dallesterno anzich come riconoscimenti della propria competenza e bravura. Persino i comportamenti immaginari innescano i processi di autopercezione, perch accrescono laccessibilit di caratteristiche personali correlate. Il fatto di considerare il s in possesso di tratti rilevanti per lesecuzione di un compito migliora non solo fiducia, perseveranza ed impegno ma anche le prestazioni effettive in quel compito.

    Trarre inferenze da pensieri e sentimenti

    Gli indizi pi significativi per conoscere noi stessi sono i nostri pensieri e sentimenti; questi indizi ci dicono pi su noi stessi di quanto faccia il comportamento manifesto, perch sono meno influenzati da pressioni esterne.Studio su osservatori che ascoltavano descrivere emozioni o solo comportamenti: i primi si avvicinavano di pi allimmagine del s dei partecipanti.

    Gli effetti delle reazioni altrui

    S riflesso: una fonte di conoscenza di se stessi data dalle reazioni altrui, che come una sorta di specchio riflettono la nostra immagine in modo che anche noi possiamo vederla. Studio sui tre gruppi di bambini, etichettati come ordinati o cui veniva detto di esserlo. Come nella profezia che si autoavvera, nel s riflesso le reazioni di un osservatore influenzano il comportamento e il concetto di s della persona osservata, particolarmente per le persone il cui concetto di s incerto (bambini e adulti insicuri), mentre gli adulti generalmente affidano la propria visione di se stessi ad altri tipi di evidenze, come i confronti con gli altri.

    Il confronto sociale

    Teoria del confronto sociale: le persone apprendono e valutano le proprie qualit personali confrontandosi con altri; il concetto di s viene spesso plasmato dai confronti tra noi stessi e altri simili a noi. Le motivazioni che spingono le persone a paragonarsi agli altri sono, oltre al desiderio di valutarsi accuratamente, il desiderio di empatia e affiliazione, di trarre ispirazione dalle prestazioni eccellenti degli altri o di provare sentimenti positivi riguardo a se stesse. Rivelandoci quali attributi fisici o sociali ci distinguono dai nostri familiari o dalle persone a noi vicine, i confronti sociali ci permettono di sviluppare il senso della nostra unicit; gli attributi che ci distinguono dalla maggior parte degli altri (essere mancino, portare gli occhiali, avere i capelli scuri..) diventano spesso caratteristiche distintive del s. Il confronto sociale ci aiuta a costruire un concetto di noi stessi che d a ciascuno lintensa sensazione di essere unico e indistinguibile.

    Conoscenza di s e conoscenza degli altri: uguali o diverse? La conoscenza di s pi ricca e dettagliata della conoscenza degli altri, perch si pu osservare se stessi in una maggiore gamma di situazioni e avere accesso a pensieri e sentimenti intimi; inoltre le proprie azioni vengono attribuite alle caratteristiche della situazione o dello stimolo, quelle degli altri alle caratteristiche personali, ma perfino le spiegazioni dei propri comportamenti possono essere poco accurate.

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    Differenze nella quantit di conoscenze Disponiamo di una maggiore quantit e variet di informazioni riguardo noi stessi che gli altri, il che probabilmente spiega perch ci consideriamo mutevoli e flessibili, mentre consideriamo pi scontati i comportamenti altrui. Le persone sembrano rendersi conto che gli osservatori tendono a osservarle considerandole meno variabili e pi coerenti di quanto esse considerino se stesse.

    Differenze nellattribuzione

    Linflusso che persone, luoghi ed eventi hanno su di noi ci appare pi chiaramente rispetto a quello che hanno sugli altri, quindi probabile che traiamo inferenze diverse circa le cause dei comportamenti. Le persone tendono ad attribuire le proprie scelte a fattori legati alla situazione, ma a trarre inferenze corrispondenti (comportamento = personalit) quando si tratta degli altri. Differenze attore-osservatore nelle attribuzioni: la tendenza ad attribuire i propri comportamenti a cause legate alla situazione e quelli altrui a tratti della personalit.

    Differenze di salienza Confronti presunti Qualunque cosa catturi la nostra attenzione assume un risalto particolare; quando assistiamo al comportamento di unaltra persona, essa saliente: diventa il fulcro dellattenzione e risalta contro lo sfondo. Invece quando siamo noi ad agire, lo sguardo puntato verso lesterno, perci il fattore saliente lo stimolo o limpulso che determina la nostra azione

    Differenti serie di alternative causali vengono prese in considerazione per se stessi e per gli altri. Quando ci viene chiesto perch qualcosa si verificato, consideriamo alcune alternative causali, ma sempre alternative diverse per se stessi e per gli altri. Es. libro letto, per noi rispetto agli altri libri che ho letto, per un amico perch quellamico rispetto a tutte le altre persone, ama i romanzi di avventura.

    La similarit nellaccuratezza Bench sappiamo pi cose su noi stessi che sugli altri, questa conoscenza non sempre sufficiente a formulare giudizi pi accurati su noi stessi che sugli altri. La conoscenza di s non garantisce perspicacia nei confronti delle proprie azioni e reazioni: ci serviamo delle conoscenze generali sul comportamento umano sia per interpretare gli altri che per interpretare noi stessi.

    La molteplicit dei s Poich le persone percepiscono se stesse in unampia gamma di situazioni e di ruoli, la conoscenza di s organizzata intorno a molteplici ruoli, attivit e relazioni. Il numero e la diversit dei s che si ritiene di possedere variano da individuo a individuo. Alcuni dei nostri comportamenti, pensieri e sentimenti dipendono da ci che stiamo facendo e dai nostri interlocutori, i confronti sociali variano da situazione a situazione, e anche le reazioni degli altri sono differenti. Complessit del s: il numero e la diversit degli aspetti del s che vengono sviluppati per differenti situazioni, ruoli o rapporti.

    Scarsa complessit del s Elevata complessit del s Individui dotati di pochi aspetti del s, e relativamente simili tra loro.

    Individui dotati di molteplici e indipendenti aspetti del s.

    Comporre un quadro dinsieme: la costruzione di un coerente concetto di s

    Le persone cercano di comporre i vari elementi della conoscenza di s in un quadro coerente e stabile. La coerenza si pu ottenere rendendo accessibili in un dato momento solo limitati aspetti del s, ricordando selettivamente azioni passate, negando le incongruenze e concentrandosi su alcuni tratti centrali.

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    Quando si costruisce un concetto di s a partire da frammenti disparati di conoscenza di se stessi derivanti da molteplici ruoli e da svariate interazioni sociali, i frammenti potrebbero non adattarsi molto bene gli uni agli altri (buon padre-pessimo marito, giocatore chiassoso-riservato nel privato), pertanto vanno assemblati in un insieme coerente per avere un senso di unit e stabilit.

    La coerenza viene ottenuta limitando laccessibilit

    Come una casa in cui ogni stanza sia arredata in uno stile differente se viene vista nel complesso sembra unaccozzaglia illogica, ma confortevole e accogliente se vista una stanza per volta, cos vengono vissute le incongruenze tra i nostri diversi aspetti del s: ci adagiamo confortevolmente in un ruolo perch gli altri sono lontani dagli occhi e dalla mente. La maggior parte delle persone ha potenzialmente disponibili segmenti di conoscenza di s diversi e persino incoerenti, ma la parte in quel momento accessibile a governare pensieri e comportamento.

    La coerenza viene ottenuta mediante la memoria selettiva

    Quando si pensa al proprio passato si ricostruisce unautobiografia che integra varie caratteristiche e vari aspetti del s; tale ricostruzione, come la riscrittura della storia da parte di un regime totalitario, affronta le incoerenze cancellandole. Questa strategia d alla persona un senso del s che appare coerente nel corso del tempo, bench gli eventi della storia personale non vengano registrati accuratamente.

    La coerenza viene ottenuta mediante le attribuzioni

    Spieghiamo i nostri comportamenti ritenendoli risposte ragionevoli alle situazioni, perci improbabile che nelle variazioni del nostro comportamento ravvisiamo segnali significativi di instabilit. I pi attribuiscono il proprio comportamento alle circostanze, non a tratti stabili e generali della personalit, quindi interpretiamo i nostri comportamenti incongruenti come il prodotto di circostanze incongruenti, non dellincoerenza del nostro s.

    La coerenza viene ottenuta selezionando alcuni tratti chiave

    Un senso unificato e permanente del s si ottiene anche scegliendo alcuni attributi fondamentali che riteniamo ci caratterizzino in maniera esclusiva rispetto alle altre persone e in maniera coerente nelle diverse situazioni. Queste caratteristiche personali importanti e distintive formano lo schema di s. Una volta che una particolare caratteristica sia incorporata nello schema di s, le informazioni che la riguardano vengono notate ed elaborate con estrema efficienza, mentre i feedback che la mettono in discussione vengono rifiutati rapidamente e con facilit.

    Le differenze culturali nel concetto di s

    Le culture influenzano il tipo di concetto di s che le persone elaborano. Per i membri delle culture indipendenti occidentali laccento cade sullo schema del s, sui tratti che li distinguono in generale nelle varie situazioni, mentre per coloro che appartengono a colture interdipendenti sono i ruoli sociali e i rapporti con gli altri a svolgere una funzione di primo piano. La ricerca di un coerente senso del s presente in ogni cultura, ma a diverse culture appartengono diverse concezioni di cosa sia il s. I membri delle culture interdipendenti per definire se stessi si affidano agli aspetti del s (ruoli e rapporti sociali) anzich allo schema di s. Culture indipendenti e culture interdipendenti: alcune differenze nella costruzione del s

    Caratteristica Cultura indipendente (occidentale)

    Cultura interdipendente (non occidentale)

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    Definizione del s

    Individuo unico, separato dal contesto sociale.

    Individuo connesso agli altri in una fitta trama di ruoli e di rapporti sociali

    Struttura del s Unitaria e stabile, costante attraverso situazioni e rapporti.

    Fluida e variabile, muta da una situazione, o relazione, allaltra

    Caratteristiche importanti

    Il s privato, interiore (capacit pensieri, sentimenti, tratti).

    Il s esterno, pubblico (condizioni sociali, ruoli, rapporti).

    Compiti significativi

    Essere unico. Esprimere se stesso. Promuovere propri obiettivi. Essere diretto (dire quello che si ha in mente)

    Senso di appartenenza e di adattamento. Agire in maniera appropriata. Promuovere obiettivi di gruppo Essere indiretto (interpretare quello che c nella mente degli altri)

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    La costruzione dellautostima: quello che proviamo per noi stessi. Il concetto di s quello che pensiamo di noi stessi, lautostima quello che sentiamo nei confronti di noi stessi. Autostima: la valutazione, positiva o negativa, che un individuo d di se stesso. Il nostro livello di autostima cruciale nella funzione adattiva del s, perch ci dice di momento in momento (e di anno in anno) se stiamo costruendo un s positivo che ci consente di funzionare bene, conseguendo ricompense concrete e promovendo la nostra affiliazione con gli altri.

    Accurata conoscenza di s e sopravvalutazione di s: un delicato equilibrio

    Nel valutare il s laccuratezza non lunico fattore in gioco: siamo anche fortemente influenzati da motivazioni che ci spingono a pensare bene di noi stessi; queste motivazioni permeano e distorcono molti nostri pensieri e sentimenti relativi al s. Lautostima una misura dellefficacia con cui ci adattiamo al nostro mondo sociale; pertanto, dovrebbe essere un riflesso relativamente accurato di come stiamo andando. Eppure, in generale si tende a gonfiare le proprie capacit e i risultati conseguiti, cercando di accrescere la propria autostima. I ricercatori hanno rilevato che moltissime persone valutano se stesse al di sopra della media in numerose caratteristiche, particolarmente quelle definite da criteri vaghi (sensibilit, disciplina o raffinatezza) piuttosto che oggettivamente misurabili (puntualit). Lopinione positiva che le persone hanno di se stesse si estende anche alle cose che posseggono o cui sono collegate in qualche modo (le lettere che compongono il proprio nome). Il livello di autostima spesso riflette i compromessi tra unaccurata valutazione e unirrealistica sopravvalutazione del s: mentre contiamo success e fallimenti, ci confrontiamo con gli altri e valutiamo noi stessi alla luce dei nostri canoni interiori, ma nei processi di raccolta e interpretazione delle informazioni si insinuano le distorsioni da sopravvalutazione del s (qualunque tendenza a raccogliere o a interpretare le informazioni concernenti il s in un modo che produce valutazioni eccessivamente positive).

    Valutare le esperienze personali: miserie, ma soprattutto splendori Gli eventi che ci riguardano influiscono positivamente o negativamente sulla nostra autostima, ma noi cerchiamo in diversi modi di accumulare pi esperienze positive che negative. Quasi senza rendersene conto, la maggior parte di noi utilizza una tavolozza dai colori sfavillanti, in modo che lesistenza contenga pi splendori e meno miserie. Innanzitutto, scegliamo le situazioni in cui possiamo brillare: per lo pi tendiamo ad abbandonare i rapporti che ci rendono infelici, gli hobby per cui non siamo portati e le carriere che non ci consentono di esprimerci al meglio. In secondo luogo, gonfiamo il nostro contributo a progetti o imprese comuni, purch si concludano con un esito positivo; in parte deriva dal funzionamento naturale della memoria, ma in parte dipende da una motivazione a sopravvalutarsi che induce a sovrastimare i propri contributi positivi. Perci, anche se possibile che la nostra valutazione di ogni singola esperienza sia per lo pi accurata, la maggior parte di noi accumula pi esperienze positive che negative, sia nella realt che nella memoria.

    Le differenze di personalit e limpatto delle esperienze Vi sono differenze individuali sia nel modo di reagire agli eventi positivi e negativi sia nellimpatto che tali eventi hanno sullautostima. La ricerca di Patricia Linville ha dimostrato che leffetto di eventi positivi e negativi amplificato nelle persone che hanno una scarsa complessit del s: il cambiamento di umore pi intenso, e lautostima subisce cambiamenti pi radicali.

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    Secondo Linville questo succede perch probabile che un evento abbia effetto diretto solo su uno o due aspetti del s, pertanto persone che ne hanno molti e indipendenti vedranno solo una piccola porzione del concetto di s essere influenzata da un evento. Showers ha rilevato che le reazioni agli eventi positivi o negativi sono influenzate anche dai modi in cui le informazioni positive o negative sono organizzate in aspetti di s: alcune persone dividono le informazioni in maniera pi compartimentalizzata, in modo che ogni aspetto di s comprenda per la maggior parte informazioni positive o negative. In questo modo, eventi positivi o negativi influenzeranno lumore in maniera molto pi intensa rispetto a chi ha una conoscenza di s pi integrata, con convinzione positive e negative associate ad ogni s, che quindi complessivamente risentir meno di sbalzi dumore estremi.

    Il confronto sociale: sono migliore o peggiore degli altri? Valutiamo noi stessi anche effettuando confronti con gli altri: attraverso questi confronti tendiamo a volte a sopravvalutarci. Lautostima, come il concetto di s, dipende dai confronti sociali. Modello di costanza dellautovalutazione (Tesser): la reazione a un confronto dipende dalla vicinanza della persona con cui ci confrontiamo (fratello, amico o sconosciuto) e dallimportanza o centralit che lattributo ha per la persona. Non sempre siamo liberi di scegliere con chi confrontarci: confrontarci con chi migliore pu diminuire la gioia, con chi peggiore aumentarla (studio sui vincitori di medaglie olimpiche).

    I confronti distorti: sono sicuramente migliore degli altri Spesso cerchiamo di evitare paragoni che ci facciano apparire in una luce negativa: una tattica consiste nel creare distanza tra noi e coloro che hanno successo (minimizzando le similarit o ritraendoci dai rapporti con loro); unaltra forma di protezione sono i confronti al ribasso, con cui ci paragoniamo ad altri meno fortunati o che hanno avuto minor successo. Anche quando la situazione oggettivamente piuttosto difficile, confortante sapere che lesistenza potrebbe essere anche peggiore.

    I canoni interiori per il s: le guide del s

    Valutare se stessi significa anche misurarsi con i propri canoni interiori, e questi confronti possono suscitare sentimenti positivi o negativi sul s. Alcuni eventi creano uno stato di intensificata consapevolezza di s, durante il quale ci misuriamo con i nostri canoni interiori. Focalizzare lattenzione sul s ne rende evidenti le discrepanze. Le guide del s sono i canoni personali ai quali cerchiamo di conformarci, e sono di due tipi: il s ideale (la persona che vorremmo essere, comprende i tratti che ci aiutano a realizzare le nostre aspirazioni) e il s imperativo (la persona che sentiamo di dover essere, comprende i tratti che ci aiutano a espletare i nostri obblighi). S ideale S imperativo Ci che vorremmo essere Ci che sentiamo di dover essere Comprende i tratti che ci aiutano a

    realizzare le nostre aspirazioni Comprende i tratti che ci aiutano a espletare i nostri obblighi

    Rappresentano esiti positivi che cerchiamo di conseguire (obiettivi di avanzamento)

    Rappresentano esiti negativi che cerchiamo di evitare (obiettivi di prevenzione)

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    Discrepanza S reale/s ideale S reale/s imperativo

    Fallimento nel corrispondere alle proprie aspirazioni

    Fallimento nelladempiere ai propri obblighi

    Reazioni emotive

    Delusione Tristezza Diminuita attivazione fisiologica

    Colpa Imbarazzo Accresciuta attivazione fisiologica

    Effetti a lungo termine

    Minore autostima Depressione Mediocre funzionamento del sistema immunitario Malattia

    Minore autostima Ansia Mediocre funzionamento del sistema immunitario Malattia

    Raggiungimento Gioia o esultanza Sollievo e rilassamento Da notare che lo stesso obiettivo (come il rimanere sposato) potrebbe rappresentare un ideale per una persona, e un dovere per unaltra, a seconda che venga inteso come un obiettivo di avanzamento o di prevenzione. Il tipo di impatto emozionale prodotto dal mancato conseguimento dellobiettivo dipende dal modo in cui lindividuo considera la cosa. Anche le strategie comportamentali dipendono dal modo in cui le persone pensano ai loro obiettivi, come obiettivi di avanzamento o di prevenzione: studio sulle strategie per fare amicizia. Anche quando gli obiettivi sono forniti dallesterno le reazioni emotive cambiano se vengono presentati come una ricerca del successo o un modo di evitare il fallimento. Se alle persone viene detto che saranno ricompensate se riusciranno in un compito, probabilmente proveranno delusione per un fallimento e gioia per un successo; se viene detto loro che non verranno ricompensate se falliscono (istruzioni che oggettivamente descrivono la stessa situazione), provano ansia se falliscono e rilassamento se riescono.

    Focalizzarsi sulle discrepanze del s certi pensieri e certe situazioni possono intensificare la consapevolezza delle discrepanze esistenti rispetto alle guide del s. Lautoconsapevolezza uno stato di intensificata coscienza di s durante il quale ci misuriamo con i nostri canoni interiori.

    Pensieri autofocalizzanti

    Pensare ai nostri canoni interiori pu renderci consapevoli delle nostre discrepanze del s, attivando in risposta le emozioni tipiche. Quei canoni possono essere portati alla mente da specifiche persone che li rappresentano. Studio sugli studenti cattolici esposti alla foto del Papa.

    Situazioni autofocalizzanti

    Parlare di noi stessi, essere esaminati da un pubblico o da una macchina fotografica, persino guardarsi allo specchio pu creare autoconsapevolezza, perch lattenzione viene diretta sui nostri canoni interiori e la consapevolezza di esserne o meno allaltezza si fa pi acuta. Teoria dellautoconsapevolezza: focalizzare lattenzione su se stessi rende evidenti le discrepanze del s, per questo spesso spiacevole farlo.

    Individui che tendono a focalizzarsi su se stessi

    La tendenza a dedicare attenzione al s differisce da persona a persona. Le persone in cui lautocoscienza elevata tendono maggiormente a essere consapevoli di qualunque discrepanza tra s reale e canoni interiorizzati, e a cercare di affrontare tali discrepanze; questa maggiore autoconsapevolezza fa s che le informazioni negative relative al s provochino sentimenti pi

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    intensi di angoscia e di tristezza.

    Stime distorte di come ci commisuriamo ai canoni interiori

    Quando i nostri canoni interiori sono inaccessibili non notiamo le discrepanze del s, e quando ci dedichiamo allautoanalisi quasi mai esaminiamo tutti i fattori rilevanti. Innanzitutto, spesso lesito determina gli elementi probanti: i ricordi che vengono alla mente con pi facilit sono quelli associati allesito che viene preso in considerazione (es.: il successo nella carriera richiama ricordi positivi, il fallimento quelli negativi). inoltre generalmente diamo accesso ai successi e annulliamo i fallimenti: poich piacevole indugiare sui ricordi positivi, questi vengono recuperati pi frequentemente diventando pi accessibili. Perci mentre cerchiamo di autoanalizzarci la maggior parte delle informazioni tender probabilmente a indicare quanto siamo in gamba. Studio su studenti cui una certa caratteristica veniva fatta credere desiderabile, ricordavano un maggior numero di episodi con quella caratteristica.

    Perch sopravvalutarsi?

    La sopravvalutazione di s si verifica per due ragioni: alcune azioni che sembrano improntate alla sopravvalutazione in realt sono volte a migliorare la persona, quindi riflettono una riuscita autoregolazione; inoltre unautostima elevata pu essere una risorsa importante che ci protegge contro lo stress e le minacce al s. Alcuni dei modi in cui si cerca di conseguire unautostima elevata equivalgono a degli sforzi per migliorarsi (es.: impegnarsi a imparare a suonare uno strumento per poi esibirsi e aumentare la propria autostima). Lautostima ha un valore che travalica la sua utilit di indicatore del livello di successi (valorizzazione di me ed il mio): unautostima elevata associata ad emozioni positive e a una minore probabilit di depressione, ed agisce come una risorsa in grado di proteggerci da alcuni colpi della sorte.

    Lautostima in un contesto culturale Anche le distorsioni da sopravvalutazione del s operano in maniera differente nelle diverse culture: per le culture indipendenti fonte di autostima sono le caratteristiche dellindividuo, per le culture interdipendenti laffiliazione agli altri. Lautostima assolve comunque la funzione di indicare con quale efficacia la persona sta realizzando le motivazioni sociali fondamentali, quali la padronanza e laffiliazione. Giapponesi e popoli asiatici sono meno inclini a distorsioni da sopravvalutazioni del s: nei questionari sullautostima gli studenti giapponesi (anche quelli che vivono in America) hanno punteggi pi bassi agli americani, e mostrano una maggiore tendenza ad accettare informazioni negative sul s piuttosto che positive, capovolgendo le distorsioni da sopravvalutazioni del s. Secondo gli studiosi, le sensibilit alle informazioni negative sul s funziona come una forma di autocritica volta a migliorare le proprie azioni e la propria capacit di integrarsi armoniosamente con gli altri. Il valore del s misurato dalla capacit di adeguarsi alle aspettative degli altri e a ideali condivisi. Malgrado le variazioni culturali, la funziona dellautostima la stessa per tutti. Gli alti e bassi dellautostima non sono fluttuazioni prive di senso, ma ci segnalano con che efficacia ci stiamo movendo nella realizzazione delle nostre motivazioni sociali fondamentali per acquisire padronanza sul nostro ambiente e affiliazione rispetto agli altri.

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    Gli effetti del s: dirigere pensieri, sentimenti e comportamento

    Il s e i pensieri su noi stessi e sugli altri

    Una volta formatosi, il concetto di s relativamente difficile da modificare. Si evitano o respingono accuratamente le informazioni incoerenti con le proprie consolidate opinioni su se stessi. La conoscenza di s serve anche da quadro di riferimento per percepir gli altri e influenza quali tipi di informazioni sociali vengono ricordate. Una volta che il concetto di s costruito, entra in gioco il principio del conservatorismo e diventa molto difficile cambiarlo: non pi necessario trarre inferenze dai comportamenti, le reazioni altrui giocano un ruolo minore, un feedback incongruente (anche se positivo) viene evitato, negato o contrastato. Questa funziona del s importante nel creare il senso di unidentit stabile, rendendoci soggettivamente la stessa persona quando ci svegliamo ogni mattina. Il concetto di s influenza anche il modo in cui percepiamo e ricordiamo le informazioni sociali in generale (tendiamo a usare e ricordare le informazioni importanti per definire il concetto che abbiamo di noi stessi).

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    Il s e le emozioni: con me o contro di me? Le emozioni sono provocate dallinterpretazione degli eventi rilevanti per il s e delle loro cause. Segnalano il verificarsi di eventi significativi e ci spingono ad agire in risposta (per esempio fuggendo dal pericolo), e nelladempiere a questa funzione ci coinvolgono interamente, corpo e mente: attivano le espressioni facciali, le reazioni fisiologiche, le sensazioni soggettive e i comportamenti manifesti. Le emozioni contrassegnano i momenti pi significativi della nostra vita, segnalandoci che qualcosa di importante sta accadendo e obbligandoci a prestargli attenzione; inoltre le emozioni dirigono il comportamento verso uno scopo.

    Da dove vengono le emozioni? Le emozioni sono complesse, presentano molti aspetti e coinvolgono lintero s, corpo e mente. Pensieri, sentimenti, reazioni fisiologiche e desiderio di agire sono strettamente congiunti in modelli che caratterizzano le diverse emozioni. Lopinione prevalente che le emozioni siano causate da valutazioni cognitive di un oggetto o di un evento rilevante per il s. Una valutazione cognitiva linterpretazione soggettiva di un evento o di una situazione rilevante per il s, comprendente sia le cause sia linfluenza che ha sul s; tale interpretazione guida le risposte emozionali e il comportamento dellindividuo che la formula. Due tipi di valutazione sono particolarmente importanti nellinfluenzare le emozioni:

    La valutazione delle implicazioni positive o negative che levento avr per il s

    Le azioni e gli eventi che interpretiamo come favorevoli a noi e ai nostri obiettivi producono emozioni positive come gioia, speranza e gratitudine, mentre le azioni e gli aventi che ci minacciano, ci frustrano o ci ripugnano evocano emozioni negative come paura, rabbia o disgusto.

    La valutazione di chi o cosa ha causato o controllato levento

    Se ne pu attribuire la responsabilit a qualcuno, o levento era incontrollabile? Siete stati voi a causare levento, o ne responsabile qualcun altro? Le emozioni provate e le azioni intraprese variano a seconda della risposta a queste due domande.

    Le valutazioni non sono precostituite, ma vengono influenzate da molti fattori tra cui il contesto, i pensieri accessibili, gli umori passeggeri e le reazioni altrui: quando gli altri sembrano ritenere che una situazione autorizzi calma, prostrazione o spensieratezza spesso ci adeguiamo al loro giudizio e proviamo le stesse emozioni. Anche la cultura influenza fortemente i modi in cui interpretiamo gli eventi e i tipi di emozioni che proviamo, anche se i ricercatori ritengono che alcune emozioni basilari siano comuni a tutte le culture, anche se non c accordo su quali siano queste emozioni. Poich i fattori che influenzano le valutazioni sono cos numerosi, possiamo sbagliarci sulle emozioni che proviamo e sulle loro vere cause.

    Valutazioni cognitive, emozioni, reazioni fisiche: unintima associazione Le valutazioni degli eventi oltre a causare emozioni influiscono in vario modo sul corpo e sulla mente: i sistemi fisiologici si attivano, mandandoci su di giri o calmandoci, tendiamo a compiere azioni, alcune delle quali universali e determinante biologicamente, altre apprese e differenti tra le culture. Inoltre le emozioni influiscono sul pensiero, focalizzandoci sul contenuto delle nostre valutazioni; e le emozioni forti di ogni tipo possono creare unintensa attivazione fisiologica che limita la capacit di prestare attenzione ad altri eventi. Tutte queste componenti (valutazioni cognitive, reazioni, fisiche, sensazioni soggettive e comportamento guidato dallemozione) diventano cos intimamente associate che una qualunque pu innescare tutte le altre.

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    Poich le emozioni e la loro manifestazione sono connesse cos strettamente, i segnali fisici di unemozione spesso intensificano le sensazioni emotive; similmente ragionevole supporre che unespressione neutra o incoerente sia in grado di ridurre lintensit dellemozione.

    Il s in azione: regolare il comportamento

    Talvolta si agisce in modo da esprimere il proprio autentico s interiore, altre volte si cerca di plasmare le opinioni altrui su di s per ricavarne potere, influenza o approvazione. Tu