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Periodico in lingua italiana pubblicato dalla Provincia d'Italia della Congregazione Religiosa delle Ancelle del Sacro Cuore di Gesù.
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PROVITALY NEWS IL NOTIZIARIO DELLA PROVINCIA D’ITALIA
Anno 7—numero 2 Dicembre-Gennaio 2011
“ Bisogna che la pazienza che dobbiamo avere noi con il prossimo sia sempre più simile a quella che Dio ha con noi.”
Santa Raffaella Maria
PERIODICO BIMESTRALE DELLE “ANCELLE” D’ITALIA
Anno 7, Numero 2 Dicembre-‐Gennaio
PROVITALY NEWS EDITORIALE
Un Anno di Pace
Diamo il via al primo numero di Provitaly in questo nuovo anno appena iniziato. Ci auguriamo possa essere per ognuno di noi, un anno sereno, ricco di ogni benedizione celeste, un anno di pace. La pace però comincia nel cuore di ognuno di noi. Mi piace riportare qualcosa che ho letto da poco: “Così come gli Indios Americani condividono la pipa della pace, tu puoi creare un momento di pace, condividendo qualcosa di tuo: un fiore, un dolce, una cartolina di auguri, ciò crea una atmosfera positiva di pace. La pace è come le nubi sembrano leggere ed inconsistenti, ma sono una forza e una benedizione per la terra e così come esse favoriscono il cielo, la pace favorisce la terra. Sembra di sentire ancora il coro delle voci angeliche che cantano – Pace in terra agli uomini di buona volontà… -‐ facciamo in modo che questa melodia sostenga sempre la nostra speranza”. (Carol Morrow) È il mio augurio affettuoso per questo Nuovo Anno. Con affetto Anna Maria Gambino acj
Periodico bimestrale delle “Ancelle”d’Italia
SOMMARIO EDITORIALE Un anno di Pace Sr. Anna Maria Gambino acj DAI NOSTRI CORRISPONDENTI Il Papa a Palermo Elena Bove acj 1 Natale al Centro Educativo Ignaziano Elena Bove acj 2 week-end di spiritualità per animatori Oreste Verrina – catechista - Cariati 3 Accogliamo l’abbondanza di vita…. Ida Bentivegna acj 5 Istantanee di un incontro Testimonianze di Ancelle 7 RITORNO ALLE FONTI Abbeveriamoci al nostro “pozzo” lettera di S. Raffaella a M. Maria di Gesù 10 Raffaella: Una donna appassionata per Dio e per l’umanità Tiziana Petripaoli acj 11 PARLA IL PAPA Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani la Redazione 17 NOTIZIE FLASH 18 VITA DI FAMIGLIA ACJ Essere città illuminata e lucerniere Giuse Pecchio – Adoratrice – Roma 23 L’ANGOLO DEL BUON UMORE Cari Amici Filomena Ricca 24
Carissimi lettori, vogliamo ringraziarvi per l’affettuosa costanza con cui seguite il nostro Notiziario. Vorremmo che vi fosse sempre più gradito e perciò vi chiediamo una certa collaborazione per una serena e oggettiva critica che possa migliorarlo sempre più. Vi preghiamo pertanto di rispondere ad alcune domande: • Ti piace il titolo Provitaly? • Ti piacerebbe cambiarlo? Come? • Cosa pensi dell’impostazione del giornalino? Hai qualche suggerimento da dare?
• Che cosa elimineresti? Ti preghiamo di inviare al più presto le tue risposte
a Redazione Provitaly – Roma XX Settembre 65/b oppure [email protected] un grazie di cuore
Anno 7 Numero 2 Pagina 1
PROVITALY NEWS DAI NOSTRI CORRISPONDENTI 3 OTTOBRE 2010 -‐ IL PAPA A PALERMO……………………………………………………………Elena Bove acj
Appena arrivata a Palermo il 28 settembre, ho trovato la comunità e tutta la città in
fermento per la venuta del Papa. Dépliant e manifesti seminati un po’ dovunque ne annunciavano la venuta. Elina, inserita nella pastorale giovanile diocesana ( sezione liturgica), era impegnata nella prova di vari canti; alcuni nostri alunni impegnati in un balletto ideato da una professoressa del nostro CEI.
E così il 3 ottobre quattro suore della nostra comunità di mattina alle 7,30 siamo uscite di casa per dirigerci a piedi verso il Foro Italico Umberto I, con scarpe comode per poter camminare per vari chilometri all’andata e al ritorno. Lì al Foro avevano allestito un altare e tantissime sedie per la Celebrazione Eucaristica con il Papa fissata per le ore 10.00.
Eravamo: Sr. Maria Teresa Pagano, Sr. Teresa Cerniglia, ancora qui a Palermo prima di spiccare il volo per Roma, e Sr. Raffaella Mattu che ci ha letteralmente stupito per la sua resistenza con i suoi quasi ottantasette anni ed io. A noi si era aggiunta la giovane Maria Teresa Taormina che ormai conosciamo da un po’ di tempo.
Sr. Elina era uscita molto prima di noi, alle sei del mattino con un gruppo di giovani per trovare posto. Noi, al nostro ritmo siamo arrivate ugualmente in tempo e trovando, grazie a Dio, posti a sedere anche abbastanza avanti. Era una giornata più che splendida con un sole alto e caldo e un cielo di un azzurro terso con un venticello fresco che era un vero piacere oltre che sollievo.
Tantissima la gente al Foro. Venivano da tutte le parti della Sicilia: una partecipazione di più di 150.000 persone. Giovani in quantità.
Grande l’emozione all’arrivo del Papa: cappelli in aria, bandierine che sventolavano a tutta forza , mani alzate che oscillavano in segno di saluto e di festa. Poi la Messa con un silenzio di partecipazione e un ascolto eccezionali. Commovente il ricordo di personalità stroncate dalla mafia: Falcone, Borsellino, Puglisi. Il Papa invitava a guardare a loro per continuare con coraggio la lotta per la verità e per la giustizia sociale. Oltre alla Messa celebrata all’aperto al Foro Italico, altri due appuntamenti con il Papa: uno con i sacerdoti e le Religiose e Religiosi in Cattedrale alle 17.00 e un altro con i giovani alle 18.00 in piazza Politeama. Una giornata di grandissima gioia e tanto entusiasmo.
I cronisti dicevano che il Papa si è commosso a vedere tanta partecipazione nel popolo siciliano e nei palermitani. Le strade erano gremite al suo passaggio. Il Comitato organizzativo ha avuto riconoscimenti da più parti e soprattutto dal Vaticano per l’efficacissima organizzazione dei lavori preparatori.
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Anno 7 Numero 2 Pagina 2
PROVITALY NEWS DAI NOSTRI CORRISPONDENTI NATALE AL CENTRO EDUCATIVO IGNAZIANO……………………………………_____……..Elena Bove acj Tutti gli alunni del CEI si sono mobilitati nei modi più svariati per festeggiare il Natale a scuola. Dalle classi della scuola d’infanzia alla media si sono alternati in varie espressioni. Finanche i più piccolini, a partire dai due anni e mezzo si sono esibiti con grande commozione dei genitori e dei nonni. Si è avuto anche un piccolo concerto di canti natalizi all’aperto, organizzato dalla maestra di musica per le elementari. I gruppi del catechismo di primo anno, dopo un momento spirituale, hanno organizzato una tombola di beneficenza a vantaggio della scuola di Sangmelima in Africa, grazie alla collaborazione efficiente della nostra carissima Maria Purpura. I gruppi del secondo anno hanno celebrato una bellissima Messa nella Cappella dell’Annunciazione presieduta da P. Carlo. Infine, il 22 dicembre, all’aperto, nel campo basket delle Ancelle, per tutti gli alunni della scuola primaria, media e per il liceo, è stata celebrata la Messa di Natale, presieduta dal Rettore, P. Franco Beneduce S.J.. È stato un momento bellissimo e toccante, celebrato in una “cattedrale naturale”
come lui stesso sottolineava. Profonda e attenta la partecipazione degli alunni ai quali P. Franco ricordava nella sua
‘calda’omelia la vera ragione della gioia del Natale: l’incarnazione e la nascita di Cristo, il Verbo di Dio, fatto carne. Sempre nell’omelia li invitava a considerare tutta la ricchezza umana e spirituale che ricevevano in questa scuola cattolica, preoccupata non solo di trasmettere una cultura ma di educare ai valori più veri e più profondi dello spirito.
24 DICEMBRE A PALERMO.......………………………………………………………………………………...Elena Bove acj Nella nostra Chiesa di Santa Rosalia abbiamo avuto una bellissima Messa di mezzanotte, presieduta da Padre Alessandro Vania, Gesuita al Gonzaga e animata dai nostri giovani ACJ con canti belli e ritmati.
La Messa è stata preceduta da una Veglia, preparata da Giorgia Laudani. Si è trattato di un momento di preghiera iniziato alle 11.30 e che presentava letture e canti sul tema dell’attesa. Finalmente le note di un dolce canto “ Mia gioia sei” annunziavano la fine dell’attesa e l’inizio dell’esplosione della gioia per la nascita del Messia: dal fondo della chiesa una bambina avanzava pian piano con in mano il Bambinello e due giovani vestiti da Angeli e con in mano una luce la precedevano. Ad ogni ritornello gli Angeli si inginocchiavano in segno di adorazione del bimbo divino, mentre la bambina lo innalzava in alto con semplici passi di danza. Allo scoccare della mezzanotte il bambinello è stato posto ai piedi dell’altare e con ciò si è dato inizio alla Messa di Natale solenne e gioiosa.
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Anno 7 Numero 2 Pagina 3
PROVITALY NEWS DAI NOSTRI CORRISPONDENTI WEEK-‐END DI SPIRITUALITA’ PER ANIMATORI DEI CATECHISTI............................Oreste Verrina -‐ catechista
Nei giorni 4 e 5 dicembre u.s. si è tenuto, in occasione del cammino di formazione per i catechisti, un week-‐end di spiritualità, presso il Centro Eucaristico Diocesano di Cariati, rivolto agli animatori dei catechisti e non solo, sul tema: “Venite con me riposatevi un po’” (Mc 6,31). Non eravamo in molti ma, grazie alla coordinazione di Sr. Carmela Galati,acj, l’incontro è stato molto interessante, infatti, il primo giorno ognuno di noi è stato invitato,a descriversi, o meglio a prendere consapevolezza del dove sto? Fare “il proprio ritratto” , ha obbligato ciascuno di noi a un viaggio dentro se stessi per conoscersi meglio e così viver l’incontro con Gesù in maniera più vera. Come non ricordare quando ci siamo recati nella Cappella del Centro Eucaristico dove, Sr. Carmela, dopo averci invitato a chiudere gli occhi, davanti a Gesù Eucaristia, ci guidava ad una preghiera profonda. E’ stata un’esperienza particolarissima che ci ha condotti nella parte più profonda di noi, dove in maniera esperienziale ci siamo chiesti: qual è veramente il mio tesoro ? perché dove è il mio tesoro là è il mio cuore. Subito dopo abbiamo condiviso la nostra esperienza : è stato così bello e arricchente. In tutti è nato il desiderio di far conoscere ad altri questa modalità. La cena, insieme alle Ancelle del Sacro Cuore di Gesù, è stata un grande momento di condivisione
non solo di comunione fraterna ma anche la simpatica occasione per raccontare storie vissute. Alle ore 21 è iniziata l’Adorazione. Con turni di un’ora Catechisti e Suore abbiamo vegliato con Gesù fino alle ore 06 . Mi segnai nella prima ora, non era la prima volta che mi trovavo, da solo, davanti a Gesù e, come tutte le altre volte, la mia mente, in quel silenzio profondo e rilassante, si apriva alla vita quotidiana, alle raccomandazioni di preghiera per la mia famiglia ma, soprattutto, a quelle famiglie dove non esiste il dialogo e, a causa di ciò, si vive allo sbaraglio, senza una vera identità…senza Fede. In quel silenzio, non so come, mi ricordai il ministero di Giovanni Maria Vianney, sacerdote francese, reso famoso con titolo di "Curato d'Ars" per la sua intensa attività di parroco in quel piccolo villaggio. Quando insegnava ai suoi parrocchiani ricordava che il tesoro del cristiano non è sulla terra, ma in cielo e, il nostro pensiero, perciò deve volgersi dov’è il nostro tesoro. Questo è il compito dell’uomo: pregare ed amare. Se voi pregate ed amate, diceva San Giovanni, ecco, questa è la felicità dell’uomo sulla terra perché, la preghiera, altro non è che l’unione con Dio. Inoltre, nella nota 12 della lettera per l’indizione dell’Anno Sacerdotale, il Santo Padre Benedetto XVI, riprendeva quanto affermava il Santo Curato d’Ars ai suoi parrocchiani, circa la sosta davanti al Tabernacolo, per una visita a Gesù Eucaristia: “Non c’è bisogno di parlar molto per ben pregare, si sa che Gesù è là, nel Santo Tabernacolo: apriamogli il nostro cuore, rallegriamoci della Sua santa presenza. È questa la migliore preghiera”. Il secondo giorno si è tenuto l’incontro con Don Giuseppe Mustaro, il quale ha tenuto la Lectio divina su Mc 6, facendo risaltare i concetti di: insegnamento, missione, mandato, azione. Il Catechista è chi, dopo aver immagazzinato deve dare qualcosa di se stesso agli altri, senza fraintendimenti sul suo operare, tenendo ben visibile il concetto che non dobbiamo mirare
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Anno 7 Numero 2 Pagina 4
PROVITALY NEWS DAI NOSTRI CORRISPONDENTI Continua da pag. 3
“all’apparire” ma “all’essere” e, anche se eravamo in pochi, don Giuseppe ci ha ricordato che Dio ha bisogno del nostro “poco” per compiere il Miracolo. Al termine dell’incontro ho rammentato le parole del nostro Padre Arcivescovo, Santo Marcianò, di riferimento sulla piccola guida alla Parola di Dio “Incontrare il Verbo” circa l’importanza della catechesi (pag.28) che ha come scopo quello di mettere qualcuno non soltanto in contatto ma in comunione, in intimità con Gesù Cristo mantenendo saldo il concetto che il cuore della catechesi è la trasmissione della Fede. Interessante è stata la conoscenza della struttura del Centro Eucaristico, non solo stanze per dormire ma sale per convegni ed uno splendido terrazzo dal quale si gode un suggestivo
panorama, ma, soprattutto, un luogo di pace e di serenità, un grande patrimonio, presente nella nostra zona, da far conoscere a quanti desiderano fermarsi e…riflettere sul nostro essere cristiani che fa da monito anche sul tema che abbiamo affrontato: “venite…riposatevi un po’”. Concedersi una pausa di un’ora, di mezza giornata, di un giorno e la possibilità di un accompagnamento, di un confronto oltre che stare davanti a Gesù Eucaristia è sempre possibile anzi molto auspicabile ci hanno detto le Suore. Sento il dovere di ringraziare l’Ufficio Catechistico, Don Giovanni Sommario, Don Giuseppe Mustaro , le Ancelle del Sacro Cuore e, soprattutto Sr. Carmela per averci fatto vivere questo momento vero weekend dello spirito .
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Anno 7 Numero 2 Pagina 5
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“ACCOGLIAMO L’ABBONDANZA DI VITA CHE IL SIGNORE VUOLE REGALARCI “_______________________________________Ida Bentivegna acj
Si, perché Gesù ha messo tutta la sua capacità di amore nel chiedere al Padre: “Perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”
La vita che la nostra piccola comunità di Cariati svolge è, nella sua semplicità, molto attiva perché attenta a quanto le vicende e le situazioni giornaliere ci fanno scoprire della ricchezza, spirituale e umana, che emerge nelle persone che incontriamo in diverse circostanze. Man mano che si conosce la realtà calabrese,dove siamo inserite, ci accorgiamo quanto sia vero quello che ha scritto a riguardo il padre Gesuita Pino Stancari che sta in Calabria da circa trenta anni. La Calabria chiede ai religiosi e alle religiose di essere fedeli; chiede di essere disposti ad un dialogo sommesso, delicato, paziente, umile. Chiede di assumere un atteggiamento di accoglienza, di benevolenza, d’amore. La Calabria chiede di essere amata, e per fare questo in Calabria bisogna starci senza tempo. Ci chiede di amare questa terra e la sua gente così com’è, nel rispetto della loro storia, tante volte segnata dal dolore, dal sacrificio, dalla incomprensione vissuta nella speranza di avere delle risposte che potessero illuminare il cammino di sviluppo, di crescita e di riconoscenza della dignità di ognuno e delle loro grandi capacità di operare per promuovere il Bene anche sociale.” Immergendoci in questa realtà sentiamo il calore umano della gente che ci guarda con affetto e, con gesti semplici e riconoscenti ci fa capire che il messaggio che il Signore ci ha consegnato da dare ha raggiunto la forte sensibilità del loro cuore e
dei loro inespressi desideri di intraprendere insieme un cammino di conversione. Pensando a tutto questo che volevamo comunicare.. ci è parso provvidenziale l’invito della tre giorni a Roma di Anna Maria la nostra Provinciale, durante le vacanze di Natale. Infatti , l’incontro delle comunità della Provincia a Roma è stato anche per noi una opportunità per verificare, confrontare e discernere, quanto il Signore ci ha fatto capire per operare nella nostra comunità di Cariati. Ma non solo…L’opportunità più qualificante è stato l’incontro personale con le consorelle della provincia, con le quali si è creato subito un clima di gioia per l’incontro. L’abbraccio fraterno, il ricordo di gioiose ricorrenze nel cammino di fede, di sevizio nelle varie opere di apostolato e di esperienze operative fatte insieme, nelle varie attività delle case della provincia ha fatto sentire in tutte,giovani e meno giovani la calorosa accoglienza della Comunità , di Anna Maria e tra di noi, per cui. è stato bello sentirci tutte “ a casa”. La comunione fraterna che si desiderava di realizzare è stata immediata, perché tutte eravamo felici di essere in tante per dirci, anche senza parole, che le ragioni del nostro stare insieme, anche se in case diverse, aveva una valenza indiscussa davanti a Gesù Esposto sull’altare, che insieme abbiamo adorato, pregato e ricevuto, con immensa gratitudine e amore nella Santa Eucarestia.
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Anno 7 Numero 2 Pagina 6
PROVITALY NEWS
DAI NOSTRI CORRISPONDENTI Comtinua da pag.5 Non c’erano più giovani e anziane, ma una famiglia di Ancelle, nella casa santificata da Raffaella Maria, che, sia nel servizio attivo che in quello passivo si operava per la stessa causa, perché l’obiettivo era lo stesso : “Gesù e la sua missione di amore e di salvezza che ciascuna di noi, fedele alla sua consacrazione, senza distinzione di età continua ad esercitare nel proprio ambiente secondo il ruolo, le forze e le capacità di ognuna. “Dalla relazione con Dio nasce l’amore autentico” come ci ha riferito Suor Tiziana. E ciò si è verificato tra noi quando ,nei gruppi divisi per età, abbiamo sentito di fare proposte di un cammino di conversione. Esse sono state espresse con parole e con il segno del mattone per costruire, portato da ciascuno di noi, ma culminato a conclusione con l’unico e indiscutibile segno di aggregazione che ci teneva insieme per realizzare il progetto di santità che Dio ha su ciascuno di noi : “L’EUCARESTIA”. A riguardo mi è caro poter trascrivere quanto Mercedes Aguado scrive nelle Anotaciones di
Santa Raffaella Maria Riferendosi a una possibile fondazione a la Havana, Raffaella scrive: “Mi dà molta gioia vedere lì una casa di riparazione, così come l’ho provata quando ho visto Nostro Signore esposto nella calle Ancha a Madrid. Quando i luoghi sono peggiori, mi dà maggiore gioia, perché il Signore deve ancora di più manifestare la sua misericordia con i poveri peccatori che,anche se non lo visitano, devono sentire la sua influenza”. Raffaella non si riferisce qui a un concetto di – irradiazione Eucaristica-‐ per nulla presente nella linea del suo pensiero-‐ ma a una comunità religiosa,” una casa di riparazione” riunita intorno all’Eucarestia.>> E questa casa è ogni casa dove ci sono le figlie di Santa Raffaella, che per grazia di Dio, assieme alla Famiglia ACI siamo in tanti. “Che il Signore possa fare di noi gli strumenti della sua misericordia, cuori aperti che diventano canali che tutto ricevono e nulla trattengono.”
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Anno 7 Numero 2 Pagina 7
PROVITALY NEWS DAI NOSTRI CORRISPONDENTI
ISTANTANEE DI UN INCONTRO
Roma 27-29 dicembre 2010 Incontro Provinciale
E’ stato un tempo di grazia, direi un miracolo che tutta la Provincia ha saputo dare spazio al primato di Dio. Ha detto con i fatti che il “sabato” le strutture, le tradizioni ecc, sono per vivere meglio la chiamata a stare con il Re pienamente coinvolte nella sua missione. Abbiamo detto concretamente che abbiamo bisogno anche noi di staccare per ricaricarci così come lo consigliamo agli altri,ai laici che accompagniamo, educhiamo e formiamo.
Ho ascoltato, per caso, un esperto che esortava ad educare all’umiltà. Uno dei suggerimenti era quello di conversare in famiglia molto, perché solo in famiglia si ha
diritto di risposta a qualsiasi domanda e qualsiasi domanda ha diritto ad una risposta vera. Solo così c’è interdipendenza (l’uno ha bisogno dell’altro), umiltà.
Alla luce di questa piccolissima riflessione, abbiamo fatto esperienza di umiltà. Ci siamo rese conto che abbiamo bisogno l’una dell’altra: affetto, stima, gratitudine, riconoscenza, apprezzamento, fiducia, simpatia, perdono, ecc.
Siamo cresciute nel senso di appartenenza a questa bella famiglia. Ci siamo ritrovate entusiaste e apostoliche pronte a giocare in squadra.
Carmela Galati acj
Uscire dalla piccola realtà del paese e della comunità, è stato già questo positivo, anche perché erano un paio di anni che non ci incontravamo. Per me è stato importante approfondire ulteriormente la figura di raffaella sotto certi aspetti, per me nuovi: La sua spiritualità e concretezza con le persone e gli avvenimenti; sento il dovere di ringraziare Anna Maria, Filomena e tutte, per il clima fraterno e caldo che ci ha fatto sentire corpo. Che le numerose fessure della “casa” comune costruita in quei giorni , lascino passare luce, entusiasmo, coraggio, e per tutte le possibilità di bene che non sempre riusciamo a vedere. Grazie. Albertina Poli acj
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Anno 7 Numero 2 Pagina 8
PROVITALY NEWS
DAI NOSTRI CORRISPONDENTI ISTANTANEE DI UN INCONTRO - continua
E’ stato molto bello ed arricchente ritrovarci tutte insieme e da tutte le comunità al completo. Abbiamo constatato che se anche si chiude per qualche giorno una comunità non succede niente, il mondo continua lo stesso. Tutte eravamo animate nel vedere il positivo e nel vedere quanto bene si può fare ancora, nonostante gli impedimenti di vario genere. Per me è stato un momento gioioso e sereno che mi dà forza per poter vivere il quotidiano con gioia, pace e serenità. Ci ha fatto sentire unico corpo, una grande famiglia, soprattutto per la presenza delle comunità della Curia e di Torricella.
Gina Bassetto acj
Per me è stato molto positivo. Nei lavori di gruppo, ho avuto la possibilità di scoprire che tutte desideriamo tanto fare del bene. In tutte tanto desiderio di essere migliori, di vedere sempre il positivo negli altri. E’ avvenuto un’incontro vero tra sorelle che sanno dimenticare errori del passato e guardare al futuro con entusiasmo. Ci siamo sentite una vera famiglia.
Domenica Di Maggio acj
Ho approfondito la conoscenza di Santa Raffaella e ho ricevuto una spinta interiore ad imitarla di più. I momenti di preghiera comunitaria sono stati intensi, ho respirato la presenza di Dio fra noi e rinsaldato il senso di corpo e di famiglia, in questa meravigliosa Provincia!! Teresa Larocchia acj
Che dire? Era quello di cui avevamo bisogno: tempo per stare insieme bene. Non per sviluppare un tema o per fare un lavoro, ma semplicemente per condividere la gioia della nostra consacrazione. Tempo per gustare il buon sapore della fraternità, tempo per ritrovarsi, tempo “libero” in cui è possibile dirsi e darsi con semplicità e in verità, e così incontrarsi dentro, con affetto. Ho goduto molto di tutto questo e dell’affetto sincero e a volte un po’ guascone che percepivo in ciascuna. Una gioia grande è stata anche la presenza di Anna Rita. È bello vedere, nella sua determinazione e freschezza, il futuro dell’Istituto. Tiziana Petripaoli acj
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Anno 7 Numero 2 Pagina 9
PROVITALY NEWS DAI NOSTRI CORRISPONDENTI ISTANTANEE DI UN INCONTRO - Continua
È stato molto bello questi giorni stare insieme, rivedere persone che non vedevo da tanto tempo. E poi è stato bello quello che abbiamo vissuto nel gruppo, abbiamo parlato di noi e così è più facile volersi bene perché si vede oltre la superficie, oltre quello che può anche darci fastidio, lì abbiamo tutte la stessa passione per il Signore. Modesta Giacomobono acj
UNA GRANDE EMOZIONE Allorché ho saputo che nell’incontro di Provincia vi era in programma l’udienza dal Papa, mi sono offerta ad accompagnare Sr. Raffaella con la carrozzella così come avevo fatto da Palermo a Roma. Giunte in Sala Nervi siamo state indirizzate verso la prima porta d’entrata e fatte posizionare in prima fila. Che gioia: vedevamo il Santo Padre a distanza di un “ tiro di sasso!” Terminata l’udienza mi sono avvicinata ad una guardia per chiedere se potevamo uscire prima degli altri, temendo che la folla ci potesse travolgere. L’agente, con tono cortese ma asciutto mi disse: “Attenda”; dopo un po’ mi fece segno di
seguirlo… non avrei minimamente immaginato cosa ci si preparava! Pensando di avviarci verso l’uscita, stavo per volgere la carrozzella verso destra, ma lui mi disse: « No, Sorella, mi segua! » Spingo con tutte le mie forze la carrozzella: il percorso è fortemente in salita e temo di scivolare indietro con tutta la carrozzella e Sr. Raffaella…ma… ad un tratto mi ritrovo sulla gradinata, dal Papa!!! Su, eravamo pochissime; quando giunse il mio turno m’inginocchiai, gli baciai l’anello e gli sussurrai alcune richieste di benedizione speciale. Il Santo Padre mi guardò con molta intensità e mi rispose: “ Sì”!!! Mentre un delicato “tocchetto “ alla spalla mi riportò su me stessa: no, non potevo “fare tre tende!” L’incontro di Provincia è stato molto bello e ricco, ma questo regalo del Signore, era un “ fuori programma!” Grazie Anna Maria!
Maria Teresa Pagano acj
Di tutti i bei momenti trascorsi insieme dalla tombolata all’udienza papale, dalla sosta al Tiburtinoall’incontro fraterno con tante sorelle che qui a Palermo è difficile vedere, ce n’è uno che mi è rimasto impresso e che mi porto ancora dentro: l’adorazione comunitaria nella Cappella della casa di XX Settembre. Era bello sentire la nostra unione dinanzi all’Eucaristia, quasi tutta la Provincia d’Italia insieme a Inmaculada e a tutte le suore della Curia. Ad un certo punto mentre non cessavo di staccare gli occhi dall’immagine del presepe dei popoli, quella scritta “Grazie Gesù” ai piedi del Bambinello che si andava accendendo e illuminando, un po’ alla volta
ha cominciato a suggerirmi un unico grande desiderio: scrivere Gesù con la nostra vita lì dove noi viviamo. E ho chiesto questa grazia a Gesù per tutte noi. Elena Bove acj
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Anno 7, Numero 2 10 PROVITALY NEWS
RITORNO ALLE FONTI
ABBEVERIAMOCI AL NOSTRO “POZZO” ________________________________da una lettera di Santa Raffaella a M. Maria di Gesù – Roma 1922
Carissima Sorella,
con molto piacere ricevo sempre le sue lettere e quelle di tutte quelle carissime Sorelle, ma soprattutto le preghiere che fanno per me, specialmente durante la mia malattia; il Signore le ricompensi non come io desidero, ma come Lui sa che più conviene a ciascuna. Grazie a Dio, sono quasi guarita, o meglio, sto bene, perché confido nel Signore che presto sparirà quel po' di debolezza che mi resta nelle gambe. Non dimentico mai nessuna, specialmente le mie vecchiette, e mi rallegra pensare che tra non molto ci riuniremo per non più separarci. Allora, quanto parleremo sul cumulo delle divine misericordie a nostro riguardo, e come a vicenda ci stimoleremo per manifestare a Nostro Signore la nostra immensa gratitudine. Continuiamo, Sorella mia, a servirlo con la massima generosità, che ben se lo merita, e preghiamo sempre di tutto cuore per questa opera sua, perché ogni giorno sia a Lui più gradita, e per tutti e per ciascuno dei suoi membri che sono membra nostre, così come tutte siamo frutto dell'amore del suo santissimo
Cuore; che sia sempre benedetto. So che la Superiora è una figlia (spirituale) di Don José Gomez Bravo, mio grande amico. Mi rallegro molto e sappia che per lei pregherò molto, perché dia molta gloria al Signore nel suo ufficio senza stancarsi e senza ammalarsi. Tutte abbraccia con molto affetto, vecchie e nuove, la sua sorella nel S. Cuore
Maria del Sacro Cuore di Gesu’
acj
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Anno 7, Numero 2 11
PROVITALY NEWS RITORNO ALLE FONTI
ABBEVERIAMOCI AL NOSTRO “POZZO” RAFFAELLA: UNA DONNA APPASSIONATA PER DIO E PER L’UMANITÀ-‐-‐-‐-‐-‐Sr. Tiziana Petripaoli acjRelazione avuta all’incontro di Provincia a Roma XX Settembre 28 dicembre 2010
Il profeta Isaia, in un passaggio, ci dice: “I tuoi orecchi sentiranno questa parola dietro di te: “Questa è la strada, percorretela”, se mai andiate a destra o a sinistra” (Is 30, 21). E il Signore ci ha
già parlato, quando ha detto ai nostri fondatori: “Questa è la strada” e ha consegnato loro un carisma. Quello dobbiamo seguire, per non andare a destra o a sinistra. Questo è un po’ il motivo del nostro ritrovarci qui oggi. Tornare alle nostre fonti, a quello che il Signore ci ha detto e continua a dirci tramite Raffaella, una donna appassionata per Dio e per l’umanità, due dimensioni che è sempre stato difficile tenere insieme con equilibrio, ma che ogni giorno la liturgia ci invita a guardare con uguale meraviglia, quando nella celebrazione eucaristica, il Santo ci fa dire: “I cieli e la terra sono pieni della tua gloria”.Siamo nel tempo di Natale, tempo che ci invita a fare sintesi di queste due realtà: Dio assume la nostra umanità. È un mistero grande che non può non interpellarci, è il mistero dell’incarnazione, che ci invita ad offrire la nostra umanità a Dio perché possa continuare a farsi presente secondo i nostri parametri, a parlare all’uomo da uomo, a dirsi e a darsi attraverso la
stessa umanità. Non c’è amore di Dio che non passi per le creature. “Se uno dice: «Io amo Dio», ma odia suo fratello, è bugiardo; perché chi non ama suo fratello che ha visto, non può amare Dio che non ha visto” (1 Gv 4,20). “Gesù stesso si identifica con i bisognosi – afferma il Papa: affamati, assetati, forestieri, nudi, malati, carcerati. « Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me » (Mt 25, 40). Amore di Dio e amore del prossimo si fondono insieme: nel più piccolo incontriamo Gesù stesso e in Gesù incontriamo Dio”! (Deus Charitas est, 15).Gesù supera l’antico “Ascolta, Israele: il Signore, il nostro Dio, è l'unico Signore. Tu amerai dunque il Signore, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l'anima tua e con tutte le tue forze”(Dt 6,4-‐5) e lo porta a compimento, quando viene interrogato: «Maestro, qual è, nella legge, il gran comandamento?» Gesù dice: «"Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente". Questo è il grande e il primo comandamento. Il secondo, simile a questo, è: "Ama il tuo prossimo come te stesso". Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti» (Mt 22,36-‐40).Quando Dio creò il mondo, si compiacque di ogni cosa creata perché era bella e buona. Poi un certo dualismo che tende a contrapporre materia e spirito più che a fare sintesi, ha prodotto questo antagonismo: se lo spirito è buono, la carne gli si contrappone e quindi è cattiva. Anche S. Giovanni sottolinea molto questo dualismo, ma quando parla di carne si riferisce alla carnalità, cioè a una carne che non vive in comunione con lo spirito, bensì ha preso il sopravvento. Dalla relazione con
Periodico bimestrale delle “Ancelle” d’Italia
Anno 7, Numero 2 12 PROVITALY NEWS
RITORNO ALLE FONTI Continua da pag.11 Dio nasce l’amore autentico per l’uomo, perché – dice ancora il Papa -‐ “l'uomo non può vivere esclusivamente nell'amore oblativo. Non può sempre soltanto donare, deve anche ricevere. Chi vuol donare amore, deve egli stesso riceverlo in dono. Certo, l'uomo può — come ci dice il Signore — diventare sorgente dalla quale sgorgano fiumi di acqua viva (cfr Gv 7, 37-‐38). Ma per divenire una tale sorgente, egli stesso deve bere, sempre di nuovo, a quella prima, originaria sorgente che è Gesù Cristo, dal cui cuore trafitto scaturisce l'amore di Dio” (DCE 7).Sentire Dio e sentire l’uomo, come chi salva una persona dalle acque tumultuose. Deve tendersi ad afferrarsi a qualcosa di solido e, nello stesso tempo, cercare di afferrare e trattenere chi è in pericolo. È un dinamismo non dato, ma che si nutre di tensione e di attenzione. Come Ancelle, abbiamo ricevuto dallo Spirito, nella Chiesa, un carisma che ci chiede di collaborare a riparare la relazione dell’uomo con Dio e con il fratello, e in Raffaella abbiamo un modello convincente, a cui guardare per crescere nella capacità di operare questa riparazione a partire dal nostro cuore, dalla nostra vita. Anche noi abbiamo bisogno di essere riparate, continuamente, di essere riorientate verso quel centro che è stato sempre l’unica passione di Raffaella, che è l’unico motivo della nostra consacrazione e che è capace di decentrarci per fare spazio agli altri. In un contesto storico che da lungo tempo stimola l’uomo a prendere consapevolezza di se stesso, ad esigere il rispetto e la possibilità di esprimere le sue peculiarità, a guardare alla sua realizzazione personale, tutto ha concentrato la nostra attenzione su noi stessi, sulle nostre esigenze, sulle nostre storie personali, sulle nostre disponibilità… Abbiamo messo al centro noi stesse e sono rimasti un po’ in disparte Dio e gli altri. Abbiamo perso la capacità di fidarci, di abbandonarci, di lasciarci fare. Siamo diventate sospettose, critiche. Il nostro punto di vista personale è diventato fondamentale, punto forte di riferimento che si fa fatica a mettere sinceramente a confronto. Quello che ciascuno di noi pensa è legge e l’errore è sempre dall’altra parte. Siamo diventate autoreferenziali. Ma Raffaella ci ricorda: “La morte della propria volontà riempie il cuore di gioia, perché siccome non si fa altro che ciò che Dio vuole, lì Lui vive e regna come in casa sua, con completo riposo e tranquillità.” (a Maria de la Paz, 1883). Dio al centro. Nell’omelia per la festa di Cristo Re, il sacerdote esordì con un’affermazione abbastanza sconcertante: ognuno di noi ha un padrone, tutti, è proprio insito nella natura umana. È quella realtà – persona, cosa, condizione – che scegliamo di mettere al primo posto, per cui siamo disposti a tutto, a sacrificare qualunque cosa, a investire tutte le nostre energie, che tiene occupata tutta la nostra mente e il nostro cuore. L’omelia continuava poi facendo riferimento alla sovranità di Cristo, l’unico “padrone” che non ci schiavizza ma rispetta la nostra libertà. Ed è proprio quello il “padrone” che ha scelto Raffaella, il centro della sua vita. La sua unica, grande passione è stato il Cuore di Cristo, prima di se stessa, dei suoi progetti, delle sue paure… e lì dentro ha potuto conoscere e vivere in pienezza l’amore per Dio e per l’uomo. Da Gesù ha imparato la relazione con il Padre, il suo modo di trattare le persone nelle varie situazioni della vita, il suo atteggiamento interiore. Da lui ha imparato la fiducia, il guardare all’altro con benevolenza, la disponibilità a dare sempre amore, a tutti. “Ecco, come gli occhi dei servi guardano la mano del loro padrone, come gli occhi della serva guardano la mano della sua padrona, così gli occhi nostri sono rivolti al Signore, al nostro Dio” (Sal 123,2). Questo è stato il motore della sua santità, “il puro gusto di amare e servire” (lettera giugno 77) il suo “padrone”, come lei stessa scrive in una lettera:
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Anno 7, Numero 2 13 PROVITALY NEWS
Continua da pag. 11“Ancora non ami Dio come vorresti e dai la colpa alla tiepidezza della nostra preghiera? No, figlia mia, non è questo; è che hai già l’idropisia d’amore e, quanto più aspiri il fuoco che ti mandiamo, più ne hai fame, perché ai malati di questo tipo, come con l’acqua, succede che più ne bevono, più hanno sete. E li fa infuriare tanto che li fa uscire di senno. Preghi, figlia mia, che anch’io ne sia contagiata, in modo che non possa mai allontanare le labbra dalla divina fonte del sacro costato” (a Ramona Vacas, 20.7.86). Il lungo guardare al Cuore di Cristo che rivela il suo amore nell’Eucaristia, contemplarne i sentimenti, ricorrere a Lui con la certezza di chi sa in chi ha posto la sua fiducia: questo è il vivere quotidiano di Raffaella. Per questo non le pesa nessun sacrificio. Cosa non si fa per amore? A un sacerdote novello scrive: “Dov’è gioia più grande, per chi è stato scelto da Dio, che lavorare il più possibile per un Signore che è tanto dolce e che poi ci paga tanto bene?” E a un’amica: “Mia cara Anna Maria: non posso dirti la felicità che c’è nel mio cuore da quando, anche se indegnissima, sono la sposa di quel buon Gesù che con tanto impegno mi ha tirato fuori da quella Babilonia e mi ha così strettamente unito a Lui con il dolce legame del più tenero amore. Come ricambiare questo beneficio? Questo mi confonde e non posso fare a meno di supplicarlo di aiutarmi a ringraziarlo e a corrispondergli come meglio posso” (ad A.M. de Baeza giugno 77) Ma la sua grande passione non è solo Dio, è anche la persona. È sempre preoccupata della felicità delle persone. Il mondo, la vita le piace, è positiva. Non si ferma mai a una spiritualità disincarnata, non separa materia e spirito, ma guarda alla persona integrale, così come il Signore l’ha pensata. La nostra fisicità è benedetta, è destinata alla risurrezione, all’eternità, alla pienezza della beatitudine. Non è assolutamente una limitazione, né soltanto un
mezzo espressivo, ma è la nostra condizione esistenziale, noi siamo anche il nostro corpo. Ignazio negli Esercizi raccomanda di trattare bene il corpo perché si possa ben pregare e di trattarlo secondo la materia dell’esercizio perché sia in sintonia con l’esperienza spirituale. La persona integrale è il soggetto della relazione con Dio. “Se l'uomo ambisce di essere solamente spirito – ci ricorda il Papa -‐ e vuol rifiutare la carne come una eredità soltanto animalesca, allora spirito e corpo perdono la loro dignità. E se, d'altra parte, egli rinnega lo spirito e quindi considera la materia, il corpo, come realtà esclusiva, perde ugualmente la sua grandezza” (DCE 5)… “È proprio della maturità dell'amore coinvolgere tutte le potenzialità dell'uomo ed includere, per così dire, l'uomo nella sua interezza” (DCE 17). È tipica di Raffaella questa attenzione ai dettagli, che riguardano la dimensione materiale. Scrive a una suora: “Non pensi a morire, no, glielo chiedo per amore del nostro Gesù; abbia cura di sé e lasci perdere di passare a miglior vita. E metta su qualche chilo. Dio non vuole che le sue spose sembrino alimentate a lucertole”(lettera 21.9.81). In un’altra lettera, raccomanda di “non dare mai alle suore pane duro, ma del giorno” (a sua sorella, 21.2.91). Avendo avuto ospiti a cena, si rammarica di non aver potuto offrire un’accoglienza adeguata: “mi sono sentita morire quando ho visto cosa gli hanno presentato: uno stufato che sembrava vomito, delle uova cotte in acqua mal presentate e un’insalata nera come un tizzone, oltre a un paio di dolci… l’uvetta, Dio ci assista, molto mal messa. Insomma ho provato una vergogna atroce; quella serata mi ha tolto il sonno. Concha Borrega ha detto a Purisima che alla seconda tavola si mangia tutto freddo; avevo notato che alla prima tavola non mangiava, ho indagato e ho scoperto che aveva perso l’appetito… ho passato la notte a pensare come rimediare a questo, perché così non può più essere” (a sua sorella, 21.4.83)
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Anno 7, Numero 2 14 PROVITALY NEWS
Continua da pag. 11 E invita una consorella: “Per favore, sia docile, mangi molto bene anche se non ha appetito e le assicuro che entro 15 giorni sarà un’altra… Quando si imprimerà in lei che non è il corpo che Dio vuole che sacrifichiamo, ma lo spirito? E con pace e allegria… mi ha edificato quello che ho sentito di una religiosa: che cammina con un carrello perché ha una gamba molto malata; che con il carrello e con i suoi dolori, assiste alla scuola con un’ansia che fa paura. E avremo lo stesso cielo quelle che non cambiamo il nostro modo di essere? Ahi, Cuore Divino, quanto poco apprezziamo i travagli che per nostra edificazione hai sofferto! Tu, la nostra croce con la massima gioia, e noi una scheggia della tua scoppiando per il peso, ahi Dio mio! Perdona, sorella mia, ma lo spirito effeminato di questa epoca mi fa uscire di senno” (a M. de la Consolación, ottobre 87).Come suona lontano da certi avvilimenti, ripiegamenti, da certe vite spente di chi pensa di non avere più niente da dare o inasprimenti verso le novità che arrivano e che sono vita nuova nello Spirito per tutto l’Istituto… Raffaella ci parla di una vita nel Signore, che rende viva la vita in ogni circostanza e avvenimento. Tutto è grazia, tutto è dono e tutto è opportunità di essere incarnazione del nostro Dio amore. Infatti è sempre molto attenta ai bisogni e alle sensibilità degli altri. Non le piace che i gesuiti fumino, ma regala sigarette a un padre “perché ne parla sempre quando viene”. Invita i suoi parenti a pregare il rosario con la servitù, “ma solo il rosario, senza aggiunte, che è quello che stanca” (ai nipoti, 11.7.88). Raccomanda di “suonare pochi tocchi di campana al mattino per non disturbare i vicini” (a M. del Carmen Aranda, 15.1.89). È molto attenta ed esigente nei particolari, soprattutto se riguardano la chiesa: non sopporta che si canti male, tanto da riservare persone solo per questo. Vuole che l’altare sia sempre curato nei particolari, ma rispettando le differenze tra il tempo feriale e le feste.
“Voglio che l’altare stia sempre ben messo, specialmente quando lo sovvenzionano bene; non però di prima classe in un giorno qualsiasi della settimana, perché se no cosa ci resta per i festivi? … ci tengo molto che tutto stia bene, soprattutto in chiesa, ma secondo le feste che si celebrano, perché questo è lo spirito della Chiesa. E, anche se si mette bene, che si distingua il giorno di prima da quello di seconda e quello di seconda da quello di terza, nei fiori, nei paramenti e in tutto” (a Purisima, aprile 89). E in una lettera, dice delle novizie: “sono sottomesse, ma non basta; hanno bisogno di qualcuno che le formi al loro ufficio, perché c’è troppa trascuratezza, con mia grande pena. Cominciando dalla sacrestia: c’è molta trascuratezza negli indumenti e nell’altare, riguardo ai fiori… Cucina, pulizie e ordine, molto poco di tutto per colpa della madre assistente in parte. Il cibo, particolarmente, molto mal preparato; io non so se è che non è capace o se, poiché dice che le costa rimproverare, non lo fa come dovrebbe” (a sua sorella, 21.4.83). E arriviamo a un altro degli aspetti della passione di Raffaella per la persona: tratta le suore con franchezza, non ha paura di dire la verità, non la considera una mancanza di carità, ma al contrario un aiuto perché crescano nella verità della loro consacrazione. “Lei è molto innamorata di se stessa quando si preoccupa così tanto se farà bene o meno il suo ufficio; -‐ dice a una superiora -‐ si occupi di più di Dio e del suo ufficio, e cerchi di compierlo secondo Dio con moltissima pace e prudenza, e la smetta con le beaterie. Dio non vuole che faccia sempre la stessa lagna con quelli di fuori e con le suore, e per la sua falsa umiltà si renda detestabile... Sia umile davvero, che è studiando come può dare maggior gloria a Dio e buon nome alla Congregazione, e faccia uso di sé come fa con l’ago per cucire o la scopa per spazzare” (a Preciosa Sangre, 20.12.89).
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Anno 7, Numero 2 15 PROVITALY NEWS
Continua da pag. 11 E a un’altra: “Cerchi di non essere veemente, Madre mia, né esagerata, né appassionata, guardi che i caratteri così danno molto da penare. Fervorosa e costante, sì, ma con mansuetudine e umiltà; non lasciandosi trasportare dall’apparenza delle cose né dalle belle parole, ma dalla sostanza, lasciando da parte le apparenze e avanzando sempre in tutto con piede fermo e sicuro” (a M. del Carmen Aranda, febbraio 90). Ancora: “Vedo con amarezza che, quando le faccio queste correzioni, le prende sempre a male, perché l’ho sentito dalle sue labbra e non ho potuto in nessun modo convincerla del contrario. E questo spirito lo vedo male in lei perché la voglio perfetta (e non senza errori, che non può essere), ma voglio che lavori per acquisire il perfezionamento di questa crepa che nota nel suo spirito chi è obbligata a correggerla. Lo studi davanti a Dio, lo guardi come se fosse un’altra, chieda luce e vedrà come gliene darà” (a M. de la Cruz, 8.6.90). Raffaella è anche appassionata alla sua propria umanità: resta l’andalusa che è. Allegra, genera allegria; umile, sa riconoscere le doti dell’altra con gioia; sa riconoscere che sua sorella è più intraprendete di lei per carattere e che sarebbe più adeguata a svolgere un incarico di governo; è capace di scappare di notte, travestita, con altre ragazze per difendere la propria identità vocazionale; accetta ma sottolinea la violenza di un progetto che è contro la sua natura quando, costretta all’inazione e all’isolamento, dice che è come se le avessero montato la testa al contrario. Non adegua se stessa, e neanche le altre, ad un modello precostituito; sa cercare e riconoscere il cammino personale che il Signore traccia per ciascuna, nel rispetto della personalità, quella personalità che è il bagaglio di cui il Signore ha dotato ciascuna per “il santo viaggio”. Non vorrei tralasciare una connotazione del termine “passione”, che per noi è molto evocativa e ci parla di un amore che è capace di arrivare al dono della vita. È quell’amore che cerchiamo di imparare seguendo Gesù.
Quindi passione come patimento, sofferenza, sempre per Dio con tutto quello che le chiede e per l’umanità: meglio soffrire che nuocere all’Istituto, alle suore. E qui l’elenco delle citazioni si fa lungo, davvero un pozzo senza fondo. Ne prendo alcune: ”Poiché uscivo poco dalla mia stanza, mi cercavano qui e davvero mi dava pena vedere lo stato in cui si trovavano le Madri. A volte mi chiedevano perdono, altre volte mi insultavano; io me ne meravigliavo e non guardavo a loro, ma alla lotta interiore che sostenevano e all’azione diabolica, perché sentivo su di me e su alcune Madri e Sorelle certe calunnie che solo il diavolo poteva inventare” (al card. Camillo Mazzella, marzo 92). “Domani parto per Roma… non vado di mia volontà, sono mandata, e molto contenta di compiere la volontà di Dio, che credo, come le ho già detto un’altra volta, sia la fine della disunione, che è ciò che tutte desideriamo” (a Carmen Aranda, 10.6.92). “Non mi rattrista né la morte né le pene… mi rattrista solo ciò che rattrista Dio” (a M. de la Cruz, 14.3.94) “Che fortuna poter soffrire un po’ per il nostro buon Gesù! Mi confondo a vedere che onore ci fa il Signore facendoci soffrire qualcosa per Lui. Siamo tutte molto contente e ci sentiamo molto fortunate” (ad A.M. de Baeza febbraio 77) Come Maria, fin dall’inizio, il sì a Dio non sa dove la porterà… subito corre da Elisabetta, con un solo pensiero: “Lavorare per Lui tutto quello che si può, che se lo merita, senza consolazioni, senza dolcezze, senza niente di lusinghiero, solo per la nobiltà di servire un Signore tanto degno di essere servito” (alla comunità di Cordova 16.6.82) È questa la passione: lanciarsi a capofitto in un’impresa, senza bisogno di certezze, di garanzie, solo seguendo un sogno, il sogno di Dio. E solo questo può muovere a una risposta gioiosa, entusiasta, libera e generosa, che fa la
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Anno 7, Numero 2 16 PROVITALY NEWS
CONTINUA DA PAG. 11 differenza tra l’AMEN e l’ALLELUIA, come scrive il gesuita P. Pichon, direttore spirituale di S. Teresa di Lisieux: Amen è la sottomissione, il dovere, la coscienza; l’alleluia è la generosità. Amen è il gesto della pazienza; alleluia è la gioia, la letizia dell’offerta. Amen dice di sì; alleluia dice “grazie”. Amen mormora “così sia”; alleluia ripete “Deo gratias”. Amen asciuga il pianto; alleluia suscita l’entusiasmo. (etimologia della parola entusiasmo possiamo attribuirla al greco enthus o en-‐theos, cioè avere un dio dentro, essere invasato, essere ispirato da una forza esterna irresistibile...) Amen esprime timore; alleluia amore. Amen è la risposta della ragione; alleluia del cuore. Amen è il dovere; alleluia la dedizione. Amen non indietreggia dinanzi alla croce; alleluia va oltre. Amen dice “volentieri”; alleluia “bravo!”. Amen è l’eco dell’anima sottomessa alla croce; alleluia, è il grido dell’anima trasportata dalla croce. Amen è pieno abbandono di sé a Dio; alleluia oblio totale di sé…
Anno 7, numero 2 pagina 17
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SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI “Erano assidui nell'ascoltar e l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere”
(At 2,42).
….Cari Fratelli e Sorelle, come discepoli del Signore abbiamo una comune responsabilità verso il mondo, dobbiamo rendere un servizio comune: come la prima comunità cristiana di Gerusalemme, partendo da ciò che già condividiamo, dobbiamo offrire una forte testimonianza, fondata spiritualmente e sostenuta dalla ragione, dell’unico Dio che si è rivelato e ci parla in Cristo, per essere portatori di un messaggio che orienti e illumini il cammino dell’uomo del nostro tempo, spesso privo di chiari e validi punti di riferimento. E’ importante, allora, crescere ogni giorno nell’amore reciproco, impegnandosi a superare quelle barriere che ancora esistono tra i cristiani; sentire che esiste una vera unità interiore tra tutti coloro che seguono il Signore; collaborare il più possibile, lavorando assieme sulle questioni ancora aperte; e soprattutto essere consapevoli che in questo itinerario il Signore deve assisterci, deve aiutarci ancora molto, perché senza di Lui, da soli, senza il “rimanere in Lui” non possiamo fare nulla (cfr Gv 15,5)
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Anno 7, numero 2 pagina 18
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27-28-29 dicembre - Un evento eccezionale: all’incontro di Provincia mancavano soltanto Sr. Carmela Licalzi, Anna Bonello, Maria Piscitello e Sr. Giuseppina Agresti. Abbiamo avuto la gioia di avere con noi anche Anna Rita Bozzetti e a completare la festa il giorno 28 compleanno di Sr. Anna Maria hanno partecipato anche la Madre Generale e tutta la Curia. 30 dicembre – Festa di Famiglia alla Curia Generalizia. Dopo i Vespri cena e giochi simpatici e interessanti. 16 gennaio 2011 – Sr. Maria Rosa Dettori vola in cielo, lasciando tanta dolcezza a chi rimane. Al suo funerale, oltre alla Madre Inmaculada, la curia e Torricella, hanno partecipato alcune nostre Suore arrivate dalla Francia dove Maria Rosa ha operato per quasi quarant’anni e dalla Spagna. La messa è stata animata dalle Terzerone. Veramente più che un funerale sembrava una festa! 21-23 gennaio – A Palermo incontro delle Superiore e delle Consultrici Provinciali, accolte con tanto affetto dalla Comunità che ringraziamo tanto. Era con noi anche Sr. Rosalia Marcatajo in visita dalla sorella che ci ha invitate tutte ad una simpatica e gustosa cenetta la sera del sabato.
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INSIEME CON GIOIA
NELLA CHIESA UNIVERSALE
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È bel lo r icordare… 28 dic .
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Che
gioia……….
29 dic .
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Via del le Fondamenta….
Anno 7, Numero 2 Pagina 23
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VITA DI FAMIGLIA ACJ ESSERE CITTA’ ILLUMINATA E LUCERNIERE____________________________Giuse Pecchio Adoratrice Nei giorni 10-‐ 11 e 12 dicembre abbiamo avuto un ritiro in preparazione al Natale nella Casa delle Ancelle del Sacro Cuore di Gesù in Torricella Sabina. Eravamo presenti non solo le Adoratrici/tori di Roma Primaria ma anche dell’Associazione di Torricella. Tutti abbiamo
goduto non solo del tempo e della natura che ci avvicina a Dio, ma anche per le lectio di Sr. Filomena che come sempre ci fa gustare la Parola di Dio e ci mette in discussione. La domenica abbiamo avuto la gioia di concludere il ritiro con il
“Gruppo Magnificat” venuto dall’Abruzzo e da Roma. Abbiamo condiviso insieme la lectio divina, l’adorazione la messa e infine il pranzo. Veramente ritrovarsi è sempre arricchente, fruttuoso, ma soprattutto condividere quello che siamo e abbiamo fa sempre tanto bene all’anima e al corpo. Mi piace fare una semplice riflessione sul tanto ascoltato: “ Il Regno di Dio è proprio come una piantina tra le nostre mani. Forse è ancora solamente un seme ma a poco a poco lo vediamo germogliare in tutti i segni di vita che ci sono attorno a noi. Quante persone sanno essere luce per chi non vede! Quante diventano sostegno per chi zoppica, quanti portano guarigione dalle malattie della tristezza e
dell'odio, quanti sanno dar voce a chi non ha voce e ascoltare il grido dei poveri. Per tutto questo dobbiamo rallegrarci e far vedere la nostra gioia: il Signore è in mezzo a noi, non possiamo non esplodere di felicità! Abbiamo concluso il ritiro chiedendo al Signore di essere luce nel nostro cuore e nella Chiesa e così abbiamo pregato: "Signore, facci discernere sempre dove sta il bene e il male, e donaci lo forza di stare coraggiosamente dalla parte del bene. Aiutaci a scoprire sempre gli inganni del nemico che si può vestire da angelo di luce. Signore, noi che siamo lo tua luce, facci essere vera luce". Alimentati dallo Spirito Santo possiamo essere città illuminata e lucerniere, visibili da lontano perché in casa siamo luce ai vicini. La comunione allora diventa la concretizzazione del corpo mistico di Cristo, che fugge dal consumismo, dall'intimismo religioso, dall'individualismo. Nelle comunità di ogni tipo, quindi anche la nostra, auspichiamo che si manifesti la fraternità che non dà spazio alle invidie, alle gelosie e durezze di cuore. Che le opinioni si mettano a confronto, per non farle diventare verità al posto di Cristo e creare lacerazioni, abbandoni e veleni. La fede personale è in queste cose che viene messa alla prova, e ci fa vedere se emerge veramente un cristiano del "dono" . Ringraziamo il Signore che ci viene incontro nella nostra debolezza e chiediamo l’intercessione della nostra Santa (Raffaella Maria) perché ci aiuti ad essere persone di “pace e di festa”.
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Anno 7, numero 2 pagina 24
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L’ANGOLO DEL BUON UMORE_______________a cura di Filomena Ricca acj
Cari Amici, è cominciato un nuovo anno. Quanti avvenimenti, quante grazie, quante speranze, ma specialmente quanta vita…… iniziamo questo nuovo anno con la speranza di poter donare amore, pace e serenità. Facciamoci portatori della “Bella Notizia” perché è solo con questa “Parola” che possiamo cambiare il mondo. È questa “Notizia” che renderà più bella la tua e la mia vita. Buon Anno
Facciamo una risatina
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- Mio figlio è perito in agraria. - Mom l’avevo saputo. Poverino,
quanto mi dispiace. Le mie condoglianze.
Un novizio che ha da poco terminato lo studio del voto di povertà, è inviato a Reggio per un servizio religioso. Alla stazione: “un biglietto per Reggio”. “Reggio Emilia o Reggio Calabria?” “Mi dia quello che costa meno”.
Due studentelli incrociano un frate basso e ben panciuto ed esclamano: “Guarda che frate. Sembra una forma di cacio parmigiano”. “si, di quello che va bene per condire i maccheroni, come voi”.
Tra i candidati alla cresima c’è un giovane pecoraio analfabeta. Il parroco gli pone le domande del formulario: “E’ sposato?” “Si”. “Con prole?” “No, con Jole”.
2° CONVEGNO NAZIONALE FAMIGLIA ACJ
ASSISI 8- 10 Aprile 2011 “Raggiunti dall’amore cantiamo un canto nuovo”
Dai la tua adesione
Rivolgiti alle Ancelle della tua città oppure
Scrivi a [email protected]
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SANTA RAFFAELLA MARIA ANCELLE DEL SACRO CUORE DI GESÙ VIA XX SETTEMBRE 65/B – 00187 ROMA
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