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1 POLITECNICO DI MILANO Scuola di Ingegneria Edile/Architettura Corso di Laurea Magistrale in Gestione del Costruito PROPOSTA DI BUSINESS PLAN PER IL PROGETTO DI CASCINA MERLATA: ELEMENTI PER LA SOSTENIBILITA` FINANZIARIA DELL'HOUSING SOCIALE NEL VILLAGGIO EXPO 2015 Relatore: Prof. Angela Silvia PAVESI Correlatore: Arch. Alessandro FRIGERIO Tesi di Laurea di: Manuel Detogni, Matricola 753899 Tania Marinoni, Matricola 782982 Anno Accademico 2012/2013

PROPOSTA DI BUSINESS PLAN PER IL PROGETTO DI CASCINA ...€¦ · Figura 3: Giovanni Battista Clarici, Carta de’dintorni di Milano(…), 1600 (estratta Comune di Milano. Proposta

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    POLITECNICO DI MILANO

    Scuola di Ingegneria Edile/Architettura

    Corso di Laurea Magistrale in Gestione del Costruito

    PROPOSTA DI BUSINESS PLAN PER IL

    PROGETTO DI CASCINA MERLATA:

    ELEMENTI PER LA SOSTENIBILITA`

    FINANZIARIA DELL'HOUSING

    SOCIALE NEL VILLAGGIO EXPO 2015

    Relatore: Prof. Angela Silvia PAVESI

    Correlatore: Arch. Alessandro FRIGERIO

    Tesi di Laurea di:

    Manuel Detogni, Matricola 753899

    Tania Marinoni, Matricola 782982

    Anno Accademico 2012/2013

  • 2

    INDICE

    Indice delle figure 5

    Indice delle tabelle 14

    Indice degli allegati 6

    Abstract 7

    Introduzione 18

    CAPITOLO I: Il social housing 20

    CAPITOLO II: Stato di fatto dell’area e dell’edificio di Cascina Merlata

    29

    2.1 Localizzazione 30

    2.2 Cenni storici 32

    2.3 Descrizione dell’edificio e dell’area circostante 35

    2.4 Uso del suolo 38

    2.5 Sistema idrico superficiale 40

    2.6 Geologia 41

    2.7 Analisi del rumore 43

    2.8 Analisi dell’atmosfera 46

    2.9 Trasporti pubblici 47

  • 3

    CAPITOLO III: Il progetto 49

    CAPITOLO IV: VAS (Valutazione Ambientale Strategica) 52

    4.1 la Procedura di VAS 53

    4.2 VAS per ADP di Cascina Merlata: fasi di analisi e valutazioni 55

    4.3 Accordo di programma 57

    4.4 Analisi SWOT 59

    CAPITOLO V: Il masterplan 64

    5.1 Introduzione al masterplan 65

    5.2 Il Parco 67

    5.3 Il plesso scolastico 70

    5.4 La cascina 71

    5.5 Aree adibite ad uso pubblico 74

    5.6 Piazza centrale 75

    5.7 Via Daimler 76

    5.8 Il Boulevard 77

    5.9 Il residenziale 80

    CAPITOLO VI: Il Villaggio Expo 86

    6.1 Introduzione al Villaggio Expo 87

    6.2 Strategie di investimento 88

    6.3 Fondo immobiliare 90

    6.4 Fondo abitare Sociale 1 93

    6.5 Gli edifici del Villaggio 94

  • 4

    6.6 Edifici 9 e 10 progettati da Teknoarch 103

    6.7 Edificio 11 progettato dall’Architetto Stefano Tropea 109

    6.8 Edifici 3 e 4 progettati da Cino Zucchi Architetti 114

    6.9 Edifici 1,2,7 progettati da Mario Cucinella Architects 121

    6.10 Edificio 5 progettato dall’Architetto Matteo Cesare Parini 127

    6.11 Edifici A e B progettati da C+S associati 129

    6.12 Gli spazi aperti 131

    6.13 I portici e le nuove funzioni ai piani terra 135

    CAPITOLO VII: Il business plan 138

    Conclusione 144

    Bibliografia 146

  • 5

    INDICE DELLE FIGURE

    Figura 1: localizzazione dell’area di Cascina Merlata all’interno di Milano

    (estratto da E. CO .POLIS ,www.ecopolis.coop) 30

    Figura 2: le principali arterie viabilistiche che attraversano l’area limitrofa di

    Cascina Merlata. L’area in oggetto è quella dell’ADP 31

    Figura 3: Giovanni Battista Clarici, Carta de’dintorni di Milano(…), 1600 (estratta

    Comune di Milano. Proposta definitiva di Programma Integrato di Intervento ai sensi

    della Legge Regionale 12/2005. Riqualificazione dell’area di cascina Merlata –

    Milano) 32

    Figura 4: Giovanni Brenna, Dintorni di Milano, 1833-42. 1600 (estratta da

    Comune di Milano. Proposta Definitiva di Programma Integrato di Intervento ai

    sensi della Legge Regionale 12/2005. Riqualificazione dell’area di Cascina

    Merlata - Milano) 33

    Figura 5: Istituto geografico militare, 1914 (estratto da Comune di Milano.

    Proposta Definitiva di Programma Integrato di Intervento ai sensi della Legge

    Regionale 12/2005. Riqualificazione dell’area di Cascina Merlata - Milano) 34

    Figura6: intorno alla cascina (fotografia eseguita dagli autori della tesi) 35

    Figura 7: Stato attuale della cascina (estratto da Le vecchie cascine di Milano,

    www.geolocation.ws) 36

    Figura 8: l’area di Cascina Merlata e dintorni (estratta da PII per la

    riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub

    lotto 03 - R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio) 37

    Figura 9: l’area di cascina Merlata. (estratta da PII per la riqualificazione

    dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03 - R11.

    Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio 37

    http://www.geolocation.ws)/

  • 6

    Figura 10: grafico che mostra la destinazione attuale del suolo (estratta da ADP

    “Cascina Merlata” Procedura di Valutazione Ambientale Strategica, Rapporto

    Ambientale. 05 luglio 2010) 38

    Figura 11: sistema idrico superficiale (estratta da ADP “Cascina Merlata”

    Procedura di Valutazione Ambientale Strategica, Rapporto Ambientale. 05 luglio

    2010) 40

    Figura 12: mappa della classificazione acustica del comune di Milano e limiti di

    zona. (estratta da ADP Cascina Merlata-Milano. Documento di Scoping-Ottobre

    2009) 44

    Figura 13: Localizzazione dei rilievi fonometrici (estratta da ADP “Cascina

    Merlata” Procedura di Valutazione Ambientale Strategica, Rapporto Ambientale.

    05 luglio 2010) 45

    Figura 14: linee trasporto pubblico locale in transito nell’area di intervento

    (estratta da ADP “Cascina Merlata” Procedura di Valutazione Ambientale

    Strategica, Rapporto Ambientale. 05 luglio 2010) 47

    Figura 15: perimetro dell’AdP “Cascina Merlata (estratta da ADP “Cascina

    Merlata” Procedura di Valutazione Ambientale Strategica, Rapporto Ambientale.

    05 luglio 2010) 57

    Figura16: masterplan (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina

    Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di

    coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012) 66

    Figura 17: il parco (estratta dal sito di Euromilano, www.euromilano.net) 67

    Figura 18: il Parco e gli spazi pubblici (estratta da ADP “Cascina Merlata”

    Procedura di Valutazione Ambientale Strategica, Rapporto Ambientale. 05 luglio

    2010) 68

    Figura 19: Raggio Verde 7 (estratta da ADP “Cascina Merlata” Procedura di

    Valutazione Ambientale Strategica, Rapporto Ambientale. 05 luglio 2010) 69

    http://www.euromilano.net)......................................................................................pag/

  • 7

    Figura 20: stato attuale della cascina (estratta da Le vecchie cascine di Milano,

    www.geolocation.ws) 71

    Figura 21: la cascina (estratta da Le vecchie cascine di Milano,

    www.geolocation.ws) 72

    Figura 22: particolare della muratura della cascina (estratta da Le vecchie cascine

    di Milano, www.panoramio.com) 72

    Figura 23: la cascina ristrutturata

    (estratta da E.CO.POLIS, www.ecopolis.coop) 73

    Figura 24: il Viale, la Piazza centrale e via Daimler (estratta da Cascina Merlata

    Milano. Linee-guida architettoniche) 74

    Figura 25: profilo dello street wall sulla piazza centrale (estratto da Cascina

    Merlata Milano. Linee-guida architettoniche) 75

    Figura 26: profilo dello street wall su via Daimler (estratta da Cascina Merlata

    Milano. Linee-guida architettoniche) 76

    Figura 27: il Boulevard (estratta da Cascina Merlata Milano. Linee-guida

    architettoniche) 77

    Figura 28: vista prospettica di uno dei lati del Viale (estratto da Cascina Merlata

    Milano. Linee-guida architettoniche) 78

    Figura 29: profilo del Boulevard (estratto da Cascina Merlata Milano. Linee-

    guida architettoniche) 79

    Figura 30: i lotti (estratto da Cascina Merlata Milano. Linee-guida

    architettoniche) 81

    Figura 31: edilizia libera, convenzionata e agevolata (estratta da Cascina Merlata

    S.p.A. Presentazione per la progettazione dei lotti 9-11. 7 Novembre 2011) 82

    http://www.geolocation.ws)......................................................................................pag/http://www.geolocation.ws)......................................................................................pag/http://www.panoramio.com)...................................................................pag/http://www.ecopolis.coop)/

  • 8

    Figura 32: vista del giardino all’interno dell’isolato (estratto da Cascina Merlata

    Milano. Linee-guida architettoniche) 83

    Figura 33: esempio di edifici a torre (estratta da Cascina Merlata Milano. Linee-

    guida architettoniche) 84

    Figura 34: nuovo catasto terreni. Aree del Villaggio Expo (estratta da Cascina

    Merlata S.p.A. Presentazione per la progettazione dei lotti 9-11. 7 Novembre

    2011) 87

    Figura 35: distribuzione degli edifici appartenenti al Villaggio Expo (estratta da

    Cascina Merlata S.p.A. Presentazione per la progettazione dei lotti 9-11. 7

    Novembre 2011) 94

    Figura 36: vista dall’alto del Villaggio Expo (estratta da PII per la

    riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub

    lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio.

    Ottobre 2012 96

    Figura 37: profilo degli edifici (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di

    Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di

    coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012) 97

    Figura 38: profilo degli edifici (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di

    Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di

    coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012) 98

    Figura 39: profilo degli edifici (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di

    Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di

    coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012) 99

    Figura 40: disposizione degli edifici appartenenti al Villaggio Expo indicati con

    la loro numerazione (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina

    Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di

    coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012) 100

  • 9

    Figura 41: vista del Villaggio Expo provenendo dal Boulevard. Si possono

    distinguere sulla destra gli edifici A e B progettati da C+S associati, infondo

    l’edificio 11 progettato dall’Architetto Stefano Tropea e sulla sinistra gli edifici 9

    e 10 progettati da Teknoarch (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di

    Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di

    coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012) 101

    Figura42:viabilità di quartiere (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di

    Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di

    coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012) 102

    Figura 43: piante delle torri 9 e 10 in configurazione Expo (estratta da

    TEKNOARCH S.r.l. Cascina Merlata/lotto R9 edifici 9 e 10/Progetto degli

    alloggi fase Expo 17/07/2012) 105

    Figura 44: piante delle torri 9 e 10 in configurazione commerciale (estratta da

    TEKNOARCH S.r.l. Cascina Merlata/lotto R9 edifici 9 e 10/Progetto degli

    alloggi fase Expo 17/07/2012) 106

    Figura 45: profilo delle torri 10 e 11 progettate da Teknoarch (estratta da PII per

    la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09

    Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio.

    Ottobre 2012 107

    Figura 46: particolare della facciata

    (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di

    intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la

    Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012) 108

  • 10

    Figura 47 : alloggi in configurazione commerciale (estratta da STEFANO

    TROPEA ARCHITETTO. Cascina Merlata lotto R9-edificio 11 (stato di progetto

    al 16/07/2012) 110

    Figura 48 : alloggi in configurazione Expo (estratta da STEFANO TROPEA

    ARCHITETTO. Cascina Merlata lotto R9-edificio 11 (stato di progetto al

    16/07/2012) 111

    Figura 49: prospetto dell’edificio 11 progettato dall’Architetto Stefano Tropea.

    (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di

    intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la

    Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012 112

    Figura 50: particolare della facciata

    (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di

    intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la

    Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012) 113

    Figura 51: piante delle torri 3 e 4 in configurazione Expo (estratta da CINO

    ZUCCHI ARCHITETTI. Edifici 3 e 4, lotto R9 sub 3, Cascina Merlata Variante

    EXPO, 17 luglio 2012) 117

    Figura 52: piante delle torri 3 e 4 in configurazione commerciale (estratta da

    CINO ZUCCHI ARCHITETTI. Edifici 3 e 4, lotto R9 sub 3, Cascina Merlata

    Variante EXPO, 17 luglio 2012) 118

    Figura 53: prospetto delle torri 3 e 4

    (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di

    intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la

    Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012) 119

  • 11

    Figura 54: particolare della facciata

    (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di

    intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la

    Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012) 120

    Figura 55: pianta dell’alloggio tipo della torre 1

    (estratta da MARIO CUCINELLA ARCHITECTS. Sviluppo Residenziale

    Cascian Merlata, via Daimler, Milano. CALCOLO ADATTABILITA’ ALLOGGI

    PER EXPO 2015) 121

    Figura 56: pianta dell’alloggio tipo della torre 2

    (estratta da MARIO CUCINELLA ARCHITECTS. Sviluppo Residenziale

    Cascina Merlata, via Daimler, Milano. CALCOLO ADATTABILITA’ ALLOGGI

    PER EXPO 2015) 122

    Figura 57: pianta dell’alloggio tipo della torre 7

    (estratta da MARIO CUCINELLA ARCHITECTS. Sviluppo Residenziale

    Cascina Merlata, via Daimler, Milano. CALCOLO ADATTABILITA’ ALLOGGI

    PER EXPO 2015) 123

    Figura 58: prospetto delle torri (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di

    Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di

    coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012 125

    Figura 59: particolare della facciata

    (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di

    intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la

    Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012) 126

    Figura 60: prospetto della torre (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di

    Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di

    coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012) 127

  • 12

    Figura 61: particolare della facciata

    (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di

    intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la

    Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012) 128

    Figura 62: prospetto degli edifici (estratta da PII per la riqualificazione dell’area

    di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione

    di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012) 129

    Figura 63: particolare della facciata

    (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di

    intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la

    Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012) 130

    Figura 64: disposizione delle torri del Villaggio Expo in cui si nota la

    distribuzione degli spazi aperti e la morfologia della pianta di ciascun edificio

    (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di

    intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la

    Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012) 131

    Figura 65: disposizione degli spazi aperti in cui si può notare la pavimentazione

    (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di

    intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la

    Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012) 133

    Figura 66 : il Villaggio Expo (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di

    Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di

    coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012) 134

    Figura 67: i portici (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina

    Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di

    coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012) 136

  • 13

    Figura 68: spazio aperto (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di

    Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di

    coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012) 136

  • 14

    INDICE DELLE TABELLE

    Tabella 1: uso del suolo, stato attuale (estratta da ADP “Cascina Merlata”

    Procedura di Valutazione Ambientale Strategica, Rapporto Ambientale. 05 luglio

    2010 39

    Tabella 2: tipi di terreno (estratta da Ingegneria Sismica, da

    www.ingegneriasismica.net) 42

    Tabella 3: tematiche individuate attraverso l’analisi SWOT (estratto da ADP

    “Cascina Merlata” Procedura di Valutazione Ambientale Strategica, Rapporto

    Ambientale. 05 luglio 2010) 60

    Tabella 4: dati relativi alle torri (estratta da cascina Merlata S.p.A. Presentazione

    per la progettazione dei lotti 9-11. 7 Novembre 2011) 95

    Tabella 5: dati quantitativi per la configurazione commerciale ed Expo della

    torre 3 (estratta da CINO ZUCCHI ARCHITETTI. Edifici 3 e 4, lotto R9 sub 3,

    Cascina Merlata Variante EXPO, 17 luglio 2012) 114

    Tabella 6: dati quantitativi per la configurazione commerciale ed Expo della torre

    3 (estratta da CINO ZUCCHI ARCHITETTI. Edifici 3 e 4, lotto R9 sub 3,

    Cascina Merlata Variante EXPO, 17 luglio 2012) 115

    Tabella 7: dati quantitativi degli edifici 1,2,7 per la configurazione commerciale

    (estratta da MARIO CUCINELLA ARCHITECTS. Sviluppo Residenziale

    Cascina Merlata, via Daimler, Milano. CALCOLO ADATTABILITA’ ALLOGGI

    PER EXPO 2015) 124

    Tabella 8: dati quantitativi degli edifici 1,2,7 per la configurazione Expo

    (estratta da MARIO CUCINELLA ARCHITECTS. Sviluppo Residenziale

    Cascina Merlata, via Daimler, Milano. CALCOLO ADATTABILITA’ ALLOGGI

    PER EXPO 2015) 124

    http://www.ingegneriasismica.net)...........................................................................pag/

  • 15

    Tabella 9: dati quantitativi degli edifici (fonte: Teknoarch)

    PURA: Architetto Matteo Cesare Parini

    B22: Architetto Stefano Tropea

    MCA: Mario Cucinella Architects

    CZA: Cino Zucchi Architetti 140

    Tabella 10: determinazione dei costi (elaborata dagli autori della tesi) 141

    Tabella 11: WACC (elaborata dagli autori della tesi) 142

  • 16

    INDICE DEGLI ALLEGATI

    ALLEGATO 1: DCF 149

  • 17

    ABSTRACT

    Cascina Merlata è un’area di circa 530 ettari, situata a nord-ovest di Milano,

    sull’asse che porta all’aeroporto della Malpensa. Quest’area sarà presto oggetto di

    un importante intervento di recupero: i vincitori del concorso di idee per la

    redazione di un concept urbanistico dell’area, indetto nel 2008 da Cascina Merlata

    S.p.A., Antonio Citterio & Partners, Caputo Partnership e MCA, hanno presentato

    il masterplan che comprende: la realizzazione di un centro commerciale-ricettivo,

    di un parco che percorre longitudinalmente tutta l’area, di un plesso scolastico, di

    un centro ricreativo per anziani, di due asili nido e di edifici destinati a edilizia

    residenziale libera e agevolata. A nord-ovest dell’area sorgerà il Villaggio Expo e

    i suoi undici edifici, di cui si sono occupati studi di progettazione diversi. Tali

    edifici ospiteranno durante il periodo dell’Esposizione Universale gli operatori

    Expo e, a manifestazione conclusa, saranno riconvertiti e locati a canoni

    calmierati, venendo così adibiti a social housing. Tre elementi di fondamentale

    importanza, quali l’erogazione di un importante contributo economico ad opera

    della Regione, l’esonero del contributo dei costi di costruzione e il costo

    contenuto di costruzione, senza i quali l’operazione non sarebbe possibile, ne

    garantiranno la sostenibilità finanziaria la cui valutazione è oggetto della presente

    Tesi.

  • 18

    INTRODUZIONE

    “Una casa non deve mai essere su una collina o su qualsiasi altra

    cosa. Deve essere della collina, appartenerle, in modo tale che collina

    e casa possano vivere insieme, ciascuna delle due più felice per merito

    dell'altra.”

    (Frank Lloyd Wright, Autobiografia, 1932)

    Con il presente elaborato ci si prefigge di studiare la fattibilità finanziaria del

    progetto di housing sociale relativo al Villaggio Expo, all’interno dell’area di

    Cascina Merlata.

    Il primo capitolo tratta il tema del social housing, analizzando le condizioni che

    hanno spinto verso questa politica abitativa, le principali caratteristiche e la forma

    di gestione del progetto di housing sociale.

    Il secondo capitolo è incentrato sullo studio dello stato di fatto dell’area di

    Cascina Merlata e dell’edificio da cui trae il nome il sito: si riportano alcuni cenni

    storici riguardanti l’area e si analizzano brevemente le condizioni di

    conservazione dell’edificio rurale; si prosegue poi con l’analisi dell’area dal punto

    di vista idrogeologico, atmosferico, dell’utilizzo del suolo e dei servizi.

    Il terzo capitolo presenta il progetto di riqualificazione che interesserà tutta l’area,

    individuando le possibili trasformazioni e l’impatto socio-economico che questo

    porterà anche sul territorio circostante.

    Il quarto capitolo è inerente alla procedura di VAS a cui il progetto è stato

    sottoposto. Si riportano i punti principali del percorso metodologico della

    procedura, gli obiettivi dell’Accordo di Programma e l’analisi SWOT (Strengths,

    Weaknesses, Opportunities and Threats) dell’Accordo di Programma con

    l’individuazione dei punti di forza, dei punti di debolezza, delle opportunità e

    delle minacce di cui il progetto può essere portatore.

  • 19

    Il quinto capitolo presenta il Masterplan, con una breve analisi di tutti gli elementi

    fondamentali del nuovo progetto: il parco, il plesso scolastico, la riqualificazione

    dell’edificio della cascina, gli spazi pubblici, le vie principali e la piazza centrale.

    Il sesto capitolo concerne il Villaggio Expo: si riportano l’analisi

    dell’investimento, una breve descrizione architettonica degli edifici che lo

    compongono e le principali caratteristiche dell’intero villaggio.

    Il settimo e ultimo capitolo tratta lo studio della fattibilità finanziaria relativo al

    progetto del Villaggio Expo, analizzando le caratteristiche principali che

    permettono la sostenibilità finanziaria e i flussi di cassa del periodo di costruzione

    degli edifici, di quello riguardante l’Esposizione Universale e dell’ultimo relativo

    al social housing.

  • 20

    PRIMO CAPITOLO

    Il social housing

  • 21

    In questi anni si sta assistendo ad una crescita della domanda di abitazioni,

    provocata non tanto da una carenza di edifici destinati a residenza, quanto

    piuttosto dalla scarsità di alloggi in affitto, in modo particolare di quelli allocati a

    canoni calmierati “...quando non esistono alternative al libero

    mercato...aumentano i canoni, mediamente cresciuti del 49%nell’ultimo

    decennio,andando, per molte famiglie, ad incidere per oltre 1/3 del loro reddito”

    (1) Agli alloggi a canone calmierato si rivolgerebbe quella fascia di popolazione

    (definita in gergo fascia grigia) non in grado di soddisfare sul mercato le proprie

    esigenze abitative, ma con redditi superiori a quelli che danno il diritto alle

    assegnazioni dell’edilizia residenziale Pubblica. Accanto alla fascia grigia sta

    emergendo una nuova domanda, rappresentata da gruppi sociali appartenenti alla

    categoria delle fasce deboli; questa domanda è determinata da fenomeni quali il

    cambiamento del nucleo familiare tradizionale, i flussi migratori e la precarietà e

    la mobilità del mondo del lavoro. Si tratta di profili molto diversi tra loro, per età,

    per provenienza, per cultura, per professione che “richiedono risposte molto più

    mirate, distribuite in intervalli misti e integrati nei differenti tessuti insediativi,

    caratterizzati da modelli abitativi con tagli di alloggio altrettanto mirati” (2). I

    volti della nuova domanda, infatti, non sono più famiglie numerose, ma anziani

    autosufficienti, single, coppie che hanno un’occupazione precaria e quindi non

    garantito lo stipendio a fine mese, i cosiddetti city users, cioè studenti e lavoratori

    fuori sede, che per motivi di lavoro o di studio devono risiedere per un periodo di

    tempo in una città diversa da quella di origine.

    Alla creazione della nuova domanda hanno partecipato quindi due fattori,

    operanti in tempi diversi, che poi si sono sovrapposti: da una parte le

    trasformazioni demografiche, i cambiamenti del nucleo familiare e dall’altra i

    processi di impoverimento e di fragilità sociale causati dalla recente creisi

    economica. A questa domanda crescente e sempre più complessa il mercato non

    ha saputo offrire soluzioni adeguate, né in termini economici, né di adeguatezza

    del modello abitativo. “ La riduzione della taglia media delle famiglie, i

    cambiamento delle configurazioni familiari, l’aumento dei nuclei “non

    tradizionali” (single, nuclei monogenitoriali, ecc.), le trasformazioni della struttura

    della popolazione (il peso crescente della quota di popolazione anziana, le nuove

  • 22

    componenti rappresentate dagli immigrati stranieri ecc.) hanno comportato non

    soltanto una differenziazione della domanda, ma anche un aumento di domande

    abitative “atipiche”. (3)

    Se si parte dall’assunto che l’alloggio debba rispondere ai bisogni espressi dalla

    domanda, chi progetta e realizza abitazioni si deve quindi porre questo quesito:

    “quali sono i bisogni?” Pare quindi doveroso rispondere che “L’abitazione deve

    soddisfare i diversi bisogni dell’uomo che mutano nel tempo rispetto alle

    situazioni sociali, economiche e culturali”. (4)

    Oggi le necessità sono tante e diverse tra loro e l’offerta fino ad ora ha risposto

    solo a quei bisogni che la modernità ha definito come fisiologici, traducendo le

    risposte nel modello abitativo ricorrente e rigidamente strutturato. Le abitazioni

    sono state fino ad ora previste per famiglie tradizionali, perché fino a poco fa

    questo era l’unico nucleo di base che esprimeva domanda abitativa.

    Il tratto comune che caratterizza queste utenze tutte diverse è quello della

    temporaneità dell’abitare, dell’alloggio provvisorio, anche se alcune categorie

    sperimentano una temporaneità più breve di quella che vivono altre categorie: è

    temporaneo l’alloggio dello studente fuori sede, perché la sua permanenza al di

    fuori della città dalla quale proviene è dettata dal tempo del ciclo di studi che ha

    intrapreso; è provvisorio l’abitare del lavoratore fuori sede, perché la sua

    professione lo porterà dopo un certo tempo a ritornare a lavorare nella propria

    città, oppure a giungere altrove; anche le coppie con problemi economici vivono

    un momento dettato dalla transitorietà, perché un domani magari i primi avranno

    figli e quindi necessità di fornire anche a loro spazi adeguati ai loro bisogni.

    Anche il dimorare degli anziani è pur sempre temporaneo. L’abitazione non può

    quindi essere sempre uguale a se stessa, ma deve adattarsi, in termini di superfici,

    di articolazione degli spazi, di distribuzione interna, per risultare così sempre

    adatta a soddisfare le esigenze dei suoi abitanti. “Le nuove forme dell’abitare

    dovranno essere definite in modo da poter sentire la temporaneità come una delle

    modalità moderne dell’abitare. Nella concezione sociale la temporaneità dovrà

    progressivamente diventare una normalità e l’abitare temporaneo un abitare

    normale, non più limitato ad alcune fasce sociali, come era stato in modo

  • 23

    corporativo in passato, ma esteso alle situazioni di necessità transitorie dell’intero

    corpo sociale e in grado di fare della dignità dell’abitare, e quindi della dignità

    dell’uomo, il suo obbiettivo più elevato”. (5)

    Il Comitato di Coordinamento Europeo per l’Abitare Sociale, il CECODHAS, ha

    definito il social housing come “un insieme di alloggi e servizi, di azioni e

    strumenti per un’utenza che non riesce a soddisfare il proprio bisogno abitativo

    sul mercato, per ragioni economiche o per assenza di un’offerta adeguata; un

    insieme che favorisca la formazione di un contesto abitativo e sociale dignitoso, al

    fine di rafforzare la propria condizione abitativa e sociale”. Il social housing è

    una forma di edilizia residenziale sociale per chi non è in grado di acquistare un

    alloggio o sostenere l’affitto, ma non ha i requisiti richiesti per accedere alle

    graduatorie per l’assegnazione dell’edilizia residenziale pubblica; inoltre il social

    housing sta assumendo sempre più la connotazione di una forma di politica

    abitativa che ha come scopo quello di garantire a tutta la popolazione un alloggio

    che sia adeguato in termini di qualità, dimensioni e costi. “La qualità di un

    edificio è la misura della sua capacità di incontrare e di rispondere ad un sistema

    di bisogni. Alla base della determinazione delle caratteristiche di un bene edilizio

    svolgono un ruolo fondamentale le esigenze dell’utenza”. (6)

    Il social housing in particolare vuole soddisfare i bisogni abitativi per quanto

    riguarda l’accesso e la permanenza in alloggi adeguati e a prezzi accessibili. “Per

    social housing si intende un insieme di alloggi e di servizi, di azioni e di

    strumenti, finalizzati a rispondere al disagio ma anche a favorire relazioni umane

    ricche e significative, rivolti a tutti coloro che, per ragioni economiche o per

    l’assenza di un’offerta adeguata, non riescono a soddisfare sul mercato il proprio

    bisogno”. (7) Ma il social housing non significa soltanto offerta di alloggi: esso

    è anche offerta di servizi a supporto della residenza ed è proprio questa

    caratteristica a renderlo diverso dal concetto di edilizia residenziale pubblica, che

    è invece chiuso sull’offerta dell’abitazione. (8) L’housing sociale prevede

    l’inserimento di alloggi all’interno di un contesto servito, evitando in tal modo la

    formazione di quartieri ghetto. “Attraverso il social housing si possono realizzare

    alloggi sostenibili a prezzi accessibili, senza produrre ghetti o alimentare una

  • 24

    mentalità di tipo assistenzialista, ma creando contesti urbani e quartieri accoglienti

    per tutti, alimentati dal senso di comunità”. (9)

    In Europa è un fenomeno già diffuso, in modo particolare in Olanda e Gran

    Bretagna; in Italia invece fatica a svilupparsi, poiché le famiglie italiane tendono

    ad acquistare la casa. L’80% dello stock immobiliare è di proprietà, solo il 20%

    viene dato in locazione. Tuttavia negli ultimi anni le difficili condizioni

    economiche hanno spinto molti soggetti che vivono in situazione di disagio, quali

    single, giovani con un lavoro precario, anziani ed anche molte famiglie a non

    essere sufficientemente abbienti per potersi rivolgere al libero mercato, senza

    tuttavia essere talmente disagiate da potersi rivolgere all’Edilizia Residenziale

    Pubblica. Ed è pensando a tale nuova forma di utenza “intermedia” che si è

    ricorsi alla locuzione inglese “social housing”, e non alla apparente corrispondente

    forma italiana di “edilizia sociale”, proprio per tenere distinti questi due tipi di

    interventi.

    Con il termine “edilizia sociale” si indicavano, principalmente, quelle politiche

    nate in Italia agli inizi del Novecento e sviluppatesi soprattutto nel secondo

    dopoguerra attraverso l’azione degli IACP. (10)

    In anni più recenti, la nuova forma di domanda di cui si è parlato, ha generato

    una nuova tipologia di iniziativa pubblica che, proprio per l’intenzione di tenersi

    distinta dalle tradizionali politiche della casa, si è definita con il termine “social

    housing”

    Per questo il governo ha varato il Piano Nazionale di Edilizia Abitativa, approvato

    con DPCM 16 Luglio 2009 che “consente al Ministero di proseguire nell'attività

    istituzionale di riduzione del disagio e di incrementare l'offerta abitativa a canoni

    sostenibili mediante programmi costruttivi orientati alla sostenibilità ambientale

    ed energetica promuovendo, al contempo, la partecipazione di soggetti pubblici e

    privati”. Il Piano prevede fondi immobiliari costituiti con la partecipazione di

    soggetti pubblici e privati in un Sistema Integrato di fondi immobiliari (SIF) che

    deve garantire i livelli minimi essenziali di fabbisogno abitativo su tutto il

    territorio nazionale. Questi fondi, che non sono a fondo perduto, ma durano

  • 25

    trent’anni e hanno un rendimento che è pari al tasso di inflazione, quindi tra il 2%

    e il 3%, devono permettere lo sviluppo di una rete di fondi o di altri strumenti

    finanziari che contribuiscano a incrementare la dotazione di alloggi sociali.

    Il Piano prevede appunto la “ costituzione di un sistema integrato nazionale e

    locale di fondi immobiliari per l'acquisizione e la realizzazione di immobili per

    l'edilizia residenziale ovvero promozione di strumenti finanziari immobiliari

    innovativi, con la partecipazione di soggetti pubblici e/o privati, per la

    valorizzazione e l'incremento dell'offerta abitativa in locazione”. (11) Inoltre il

    Piano prevede di incrementare il patrimonio di edilizia residenziale pubblica con

    risorse dello Stato, delle regioni, delle province autonome, degli enti locali, anche

    quelle che derivano dall’alienazione. Il social housing interessa abitazioni in

    affitto permanente e deve consentire un canone di affitto mensile che si aggira

    intorno ai 500 euro. L’affitto calmierato significa quindi un canone non superiore

    al 25-30% dello stipendio. L’utenza, attraverso il pagamento del canone d’affitto,

    permette al proprietario il rientro delle spese di gestione e un rendimento

    finanziario. Tutto ciò deve avvenire garantendo un livello di abitabilità dignitoso e

    sostenibile per potere d’acquisto delle famiglie.

    Questa nuova politica abitativa richiede che si rispettino tre principi

    fondamentali: la progettazione di edifici di qualità, la sostenibilità ambientale ed

    efficienza energetica, la sostenibilità dei prezzi. Questo avviene anche

    condividendo spazi comuni, come il locale lavanderia, giardini, sale per lo studio,

    che vengono pensati per contenere i costi, ma anche utilizzando materiali

    riciclabili, soluzioni tecnologiche che permettano alte prestazioni energetiche. “Il

    social housing è quindi un importante strumento perché attraverso la sua

    attuazione e diffusione si ottengono benefici per l’intera collettività: dalla

    promozione alla coesione sociale sul territorio alla partecipazione tra il pubblico e

    il privato sul tema dell’abitare equo”. (12) Quindi il social housing è un progetto

    volto a promuovere e incentivare l’edilizia attraverso strumenti pubblici e privati.

    Una volta attuato, il progetto viene gestito dal Gestore Sociale: questo, che è un

    soggetto dalla forma giuridica no profit o limited profit, si occupa della gestione

    degli immobili e delle relazioni delle persone che vivono in questi immobili. La

    sua attività sarà finalizzata ad evitare degrado ed obsolescenza degli immobili, ma

  • 26

    anche all’integrazione e coinvolgimento dei fruitori degli spazi. “ Il gestore

    seleziona gli inquilini e coinvolge i residenti in azioni volte a sviluppare il senso

    di comunità e appartenenza. Questa figura è fondamentale affinché possa essere

    effettivamente garantito il rispetto del bene comune da parte dei residenti e

    scongiurato il rischio di una precoce obsolescenza fisica e funzionale degli

    edifici”. (13)

    È questa una nuova forma di gestione immobiliare, che alla dimensione del

    facility e property management, unisce anche quella che si potrebbe definire come

    sociale. Il gestore sociale può essere un’associazione, una fondazione, o anche un

    soggetto pubblico. “Una importante stagione dell’housing europeo ha

    evidenziato, nel primo decennio degli anni 2000, contributi di

    interessante innovazione nella progettazione e nella realizzazione di

    interventi di nuova edificazione che hanno coniugato i temi della

    crescita urbana e le politiche per la residenza con gli obiettivi della

    sostenibilità. L’attuazione di questi programmi nasce anche come una

    prima risposta alle grandi sfide dei prossimi decenni. I nuovi assetti

    urbani dovranno misurarsi con la crescita delle città e con

    l’incremento della popolazione urbanizzata, con i nuovi scenari

    energetici e climatici, con la mobilità e lo sviluppo sostenibile. Queste

    sfide richiedono appropriate azioni per la riqualificazione dell’esistente

    e la nuova edificazione in risposta alla nuova do- manda abitativa,

    nella quale rientrano le tematiche dell’abitazione sociale. Secondo vari

    autori questi obiettivi potranno attuarsi con una città compatta che

    prevede un limitato consumo di suolo e prevalentemente processi di

    rigenerazione urbana. I nuovi quartieri e le eco-city realizzati nei

  • 27

    paesi scandinavi e nel Regno Unito, oltre che in Germania, Francia e

    Olanda e in altre nazioni europee, rappresentano un deciso

    superamento della fase sperimentale secondo cui l’housing ecologico

    rappresentava un approccio innovativo ma circoscritto a progetti

    pilota di piccole dimensioni” .(14) É questo il caso di Cascina Merlata, che

    prevede, all’interno dell’area, la realizzazione di edifici adibiti non solo a più

    funzioni, ma anche a scopi diversi nel tempo: utilizzati nell’immediato come

    alloggio “provvisorio” degli esperti expo, verranno in seguito, con interventi

    minimamente invasivi e poco costosi, riconvertiti in abitazioni per il social

    housing. Un impegno ed una sfida che vedranno premiati i propri sforzi, anche

    grazie al doppio utilizzo, e alle, pur semplici, caratteristiche costruttive, che

    permetteranno di trasformare strutture ricettive provvisorie in villaggio destinato

    all’housing sociale. Esso, inserito in un contesto ricco di servizi per la collettività,

    sarà quindi in grado di rispondere alle nuove domande emergenti. Senza

    dimenticare che la realizzazione di questo progetto avverrà sfruttando una

    porzione di territorio attualmente abbandonata, senza ulteriore consumo di suolo.

    NOTE AL CAPITOLO

    1) A. DELERA, 1.L’abitare contemporaneo. Il problema della casa e la

    nuova domanda in Ri-pensare l’abitare. Politiche, progetti e tecnologie

    verso l’housing sociale a cura di Anna Delera, pag 3.

    2) R.PUGLIESE, Casa sociale, città territorio in L’abitazione sociale, a cura

    di C. BERGO–R.PUGLIESE, pag 13,14.

    3) A. TOSI, Povertà abitativa: come ripensare l’edilizia sociale? in

    L’abitazione sociale, a cura di C. BERGO–R.PUGLIESE , pag 52.

    4) ANGELA SILVIA PAVESI, European social housing systems, pag 12.

  • 28

    5) R. PUGLESE, La residenza temporanea: nuovi modelli abitativi in

    L’abitazione sociale, Un anno di colloqui. A cura di C. BERGO-

    R.PUGLIESE, pag 82

    6) ANGELA SILVIA PAVESI, European social housing systems, pag 13.

    7) A. DELERA, L’housing sociale e le fondazioni bancarie. Alcune domande

    a Sergio Urbani, direttore della Fondazione Housing Sociale, a cura di

    Anna Delera, Ri-pensare l’abitare. Politiche, progetti e tecnologie verso

    l’housing sociale, pag 69.

    8) ANGELA SILVIA PAVESI, Il social housing, una nuova frontiera

    dell’abitare, in STRUMENTI E TECNICHE DI PROGETTAZIONE SUL

    COSTRUITO, lezione del 20/03/2012.

    9) ANGELA SILVIA PAVESI, European social housing systems, pag 12.

    10) CONSORZIO CASTORE E POLLUCE A.r.l., Il social housing.

    http://www.consorziocastorepolluce.it/social_housing.html.

    11) D.P.C.M. 16 Luglio 2009, Piano nazionale di edilizia abitativa Articolo1

    a).

    12) MORENA CAREDDA Social housing, nuove prospettive abitative.

    13) MARIA LUISA DEL GATTO, GIORDANA FERRI, ANGELA SILVIA

    PAVESI. Il gestore sociale quale garante della sostenibilità negli interventi

    di housing sociale.

    14) LOASSO M., D’AMBROSIO V. (2012), Eco-quartieri e Social

    Housing nelle esperienze nord europee, TECHNE Journal of

    Technology for Architecture and Environment, Firenze University Press,

    N. 4.

  • 29

    SECONDO CAPITOLO

    Stato di fatto dell’area e dell’edificio di Cascina Merlata

  • 30

    2.1 Localizzazione

    Cascina Merlata è un’area di circa 530.000 mq, localizzata a Nord-Ovest di

    Milano, sull’asse che conduce all’aeroporto di Malpensa; confina

    - a Nord con l’Autostrada Milano-Torino,

    - a Sud con Via Gallarate,

    - ad Est con il Cimitero Ebraico ed il Cimitero Maggiore

    - ad Ovest con i più orientali insediamenti industriali di Pero.

    Figura 1: localizzazione dell’area di Cascina Merlata all’interno di Milano (estratto da E. CO

    .POLIS ,www.ecopolis.coop).

    È delimitata dalle vie Gallarate, via Daimler, l’Autostrada A4 Milano-Torino, via

    Triboniano, via Barzaghi, il Piazzale Cimitero Maggiore, Via Rizzo, Via Jona.

    L’estensione complessiva è pari a circa mq 921.000. Sono rappresentate in figura

    le aree interessate dall’AdP “Cascina Merlata” e dal relativo PII attuativo.

    Le principali arterie viabilistiche in prossimità dell’area sono:

    • l’Autostrada To-Mi-Ve,

    • l’Autostrada dei Laghi,

    • la Tangenziale Ovest;

  • 31

    • la Statale del Sempione.

    L’area sarà anche collegata alla strada interquartiere Nord e alla bretella che

    unisce il quartiere Gallaratese con l’Autostrada Mi-To e lo svincolo per la Fiera.

    Figura 2: le principali arterie viabilistiche che attraversano l’area limitrofa di Cascina Merlata.

    L’area in oggetto è quella dell’ADP.

  • 32

    2.2 Cenni storici

    Cascina Merlata ha una storia molto antica, infatti già la carta di Giovan Battista

    Claricio, nel 1659 la individuava nei pressi del Bosco della Merlata, ubicato nella

    parte Nord-Ovest di Milano ed esteso fin quasi a raggiungere Novara, Varese e

    Como. Il bosco era famoso per essere rifugio, oltre che di animali quali lupi,

    cinghiali e ottima selvaggina, anche di numerosi briganti, le cui figure,

    ammantate di leggenda, rimasero a lungo nell’immaginario popolare.

    Nella prima metà dell’800 il bosco inizia a ridursi soprattutto nella parte

    meridionale. Le superfici boschive si assottigliano via via che cominciano ad

    estendersi le zone coltivate. Le colture prevalenti sono quelle a marcita e a risaia,

    consentite dai molti fontanili e dalla rete di cascine presenti, nonché a seminativi

    e vite.

    Figura 3: Giovanni Battista Clarici, Carta de’dintorni di Milano(…), 1600 (estratta da

    Comune di Milano. Proposta Definitiva di Programma Integrato di intervento ai sensi della

    Legge Regionale 12/2005. Riqualificazione dell’area di Cascina Merlata- Milano).

  • 33

    Il vecchio fabbricato che insisteva sul sito della Merlata cambia il suo nome in

    Fornasaccia. (1)

    Nella seconda metà dell’800 il bosco della Merlata viene attraversato dal tracciato

    della ferrovia per Torino ed è quasi scomparso. Cascina Merlata appare per la

    prima volta così come la si può vedere oggi, con la stessa forma e con il nome

    attuale. Si insediano numerose fornaci per laterizi, tra le quali: Fornace

    dell’Acqua, Fornace Keller e un’altra situata più a nord. Questo è favorito dalle

    caratteristiche del terreno, che in superficie risulta argilloso, come del resto nelle

    vicine Groane.

    Nel comune di Musocco, che resta autonomo fino al 1923, tra il 1886 e il 1895

    viene realizzato il nuovo Cimitero di Milano, progettato dagli Architetti Enrico

    Brotti e Luigi Marzocchi. Il Cimitero occupa inizialmente una superficie di 40

    ettari, successivamente ne interesserà circa 70.

    Figura 4: Giovanni Brenna, Dintorni di Milano, 1833-42. 1600 (estratta da Comune di

    Milano. Proposta Definitiva di Programma Integrato di Intervento ai sensi della Legge

    Regionale 12/2005. Riqualificazione dell’area di Cascina Merlata- Milano).

  • 34

    Negli anni ’20 del ‘900 vengono realizzati il Sanatorio di Vialba a Roserio

    (attuale Ospedale Sacco) e l’autostrada dei Laghi e, dopo pochi anni, la Milano-

    Torino.

    Dopo la seconda guerra mondiale si inizia la costruzione dei quartieri di Vialba e

    Quarto Oggiaro, quindi, tra gli anni ’50 e i primi anni ’70, il Gallaratese. Il

    Cimitero Maggiore viene completato con la realizzazione verso nord-ovest del

    Cimitero Israelitico.

    Ancora negli anni 70 ed 80 del secolo scorso nella cascina si svolgeva una

    regolare attività agricola e vi era praticato l’allevamento del bestiame; in seguito,

    però, essa dovette essere abbandonata.

    Figura 5: Istituto geografico militare, 1914 1600 (estratta da Comune di Milano. Proposta

    Definitiva di Programma Integrato di Intervento ai sensi della Legge Regionale 12/2005.

    Riqualificazione dell’area di Cascina Merlata- Milano).

  • 35

    2.3 Descrizione dell’edificio e dell’area circostante

    La cascina ha forma di U, con il lato privo di costruzioni chiuso da una muratura.

    Il corpo centrale, porticato, dotato di ampi ballatoi, ospitava gli alloggi dei

    contadini, mentre i due corpi laterali erano destinati a fienili e stalle. (2)

    L’area è caratterizzata da elementi che si potrebbero definire come residuali del

    paesaggio rurale e Cascina Merlata costituisce l’unico esempio di edilizia rurale,

    affacciata tra grandi aree incolte.

    L’area circostante è in gran parte inedificata e soggetta a fenomeni di degrado e

    marginalità: oggi la situazione è di totale abbandono, in modo particolare a nord,

    dove si trova un’area di cava cessata e un bacino idrico naturale tra il cimitero e la

    ferrovia. Una strada storica, la “strada del Sempione” segna il confine a sud

    dell’area. A nord oltre i confini si distingue un’area di rilevanza paesistica e nei

    pressi di via Barzaghi c’è un impianto per il riciclo dei rifiuti urbani e speciali

    assimilabili. Lungo il confine ovest e sud si trovano siti da bonificare. A est c’è

    un impianto ENEL. L’area è attraversata da quattro linee elettriche a 130 e 132

    kV. (3) Attualmente l’area vede una forte presenza di terreni seminativi ed incolti

    che interessano circa il 45% della superficie.

    Figura6: intorno alla cascina (fotografia eseguita dagli autori della tesi).

  • 36

    Figura 7: Stato attuale della cascina (estratto da Le vecchie cascine di Milano,

    www.geolocation.ws).

    L’area è pianeggiante, ad eccezione di un leggero dislivello ascendente di circa tre

    metri, situato tra la via Gallarate ed il terrapieno al di sotto della scarpata

    dell’autostrada Milano-Torino . L’Autostrada infatti è realizzata su di un rilevato

    posto ad una quota di circa sette metri al di sopra della quota media del terreno ed

    è sostanzialmente costituita da terreno libero ed incolto all’interno del quale si

    trovano alcuni edifici (la cascina Merlata e i ruderi dell’ex “Fornace dell’Acqua).

  • 37

    Figura 8: l’area di Cascina Merlata e dintorni (estratta da PII per la riqualificazione

    dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di

    coordinamento per la Commissione del Paesaggio).

    Figura 9: l’area di cascina Merlata. (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di

    Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di

    coordinamento per la Commissione del Paesaggio).

  • 38

    2.4 Uso del suolo

    Il grafico di Figura 10 mostra la ripartizione della superficie in relazione alla

    destinazione del suolo attuale; la tabella 1 ne dà una stima quantitativa in

    percentuale. Da questo si nota che la maggior parte del suolo è occupato da spazi

    seminativi e incolti: queste aree diffuse su tutto il territorio si estendono infatti per

    circa la metà dell’area. La fascia boschiva, che un tempo copriva gran parte del

    territorio, è presente oggi in minima parte. La presenza dell’attività umana è

    segnalata da vigneti e orti. Sul territorio numerosi canali, rogge e fontanili

    testimoniano la ricchezza di acqua che attraversa la superficie.

    Figura 10: grafico che mostra la destinazione attuale del suolo (estratta da ADP “Cascina

    Merlata” Procedura di Valutazione Ambientale Strategica, Rapporto Ambientale. 05 luglio 2010).

  • 39

    Tabella 1: uso del suolo, stato attuale (estratta da ADP “Cascina Merlata” Procedura di

    Valutazione Ambientale Strategica, Rapporto Ambientale. 05 luglio 2010).

  • 40

    2.5 Sistema idrico superficiale

    L’area del P.I.I e il territorio ad esso limitrofo sono stati attraversati da una rete

    piuttosto fitta di fontanili, canali, rogge, deviati e modificati nel loro percorso in

    base alle esigenze locali dello sviluppo agricolo. Si distingue il Fontanile

    Compagnia, che dal confine occidentale dell’area attraversa longitudinalmente

    l’intero territorio, fino a immettersi nel Fontanile Tosolo: questo attraversa lo

    spigolo nord-est dell’area interessata dal P.I.I. La zona sud- occidentale è invece

    attraversata dal Fontanile Porro. Si distingue poi il Torrente Fugone Merlata, che

    nasce a Baranzate dall’unione del Torrente Nirone e del Torrente Guisa e,

    assieme con il Canale Secondario Villoresi, passa, all’interno di tubi, sotto

    l’autostrada e sotto la linea ferroviaria, entra nell’area dell’ADP, attraversa il

    Cimitero Maggiore e, scorrendo lungo il suo perimetro e si getta, infine, in via

    Gallarate. (4)

    Figura 11: sistema idrico superficiale (estratta da ADP “Cascina Merlata” Procedura di

    Valutazione Ambientale Strategica, Rapporto Ambientale. 05 luglio 2010).

  • 41

    2.6 Geologia

    Sono stati condotti sondaggi geognostici a carotaggio continuo, che hanno

    riportato la presenza per i primi 40 m di sottosuolo di sabbie e ghiaie, da

    debolmente ciottolose a ciottolose, da debolmente limose a limose. I materiali più

    fini, limosi e sabbiosi, si trovano prevalentemente nei primi 6 o 7 m, intorno ai 15

    m, tra i 20 e i 25 m e oltre i 35 m.

    Lo scavo dei pozzetti esplorativi ha permesso di individuare nell’area del P.I.I:

    0.3÷1.1 m terreno di riporto, costituito da sabbia, ghiaia con ciottoli, frammenti di

    laterizi, calcestruzzo e frammenti di plastica, al confine nord dell’area, vicino alla

    A4

    0.4÷0.8 m terreno di riporto costituito da ghiaia con sabbia fine ciottolosa,

    frammenti di laterizi, di piastrelle, di vetro e di plastica. Anche un sottile strato di

    asfalto

    0.2÷0.4 m terreno agrario costituita da sabbia fine limosa, o limo sabbioso

    Per quanto riguarda le caratteristiche stratigrafiche dei primi 2,5 m di sottosuolo al

    di sotto dei terreni di riporto e del terreno agrario, sono state individuate (

    riscontrate) due tipologie di terreno: terreno grossolano ghiaioso, argilloso e

    terreni di granulometria variabile, dal limo sabbioso, alla sabbia fine limosa. (5)

    La categoria di suolo è di tipo C. (Tabella 2)

  • 42

    TIPO DI TERRENO PROFILO STRATIGRAFICO PARAMETRI

    Velocità media di propagazione delle onde di

    taglio entro 30 m di profondità

    (m/s)

    Standard Penetration

    Test

    Coesione non drenata

    (kPa)

    A Formazioni litoidi o suoli

    omogenei molto rigidi V

    S30> 800

    B

    Depositi di sabbie o ghiaie molto addensate o argille molto consistenti, con spessori di

    diverse decine di metri, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità

    360< VS30

    50 cu> 250

    C Depositi di sabbie e ghiaie

    mediamente addensate, o di argille di media consistenza

    180

  • 43

    2.7 Analisi del rumore

    Per quanto riguarda l’analisi del rumore, è stato eseguito uno studio con rilievi

    fonometrici in situ ed utilizzando un modello di simulazione acustica. Oggetto

    dell’analisi sono state l’area interessata dall’A.D.P., il cui confine è segnato sulla

    cartina in rosso e l’area interessata dal P.I.I. attuativo, il cui perimetro è in verde.

    Sono stati eseguiti rilievi fonometrici in 13 punti di misura: essi sono individuati

    dalla lettera S e da numerazione progressiva. La scelta dei punti di misura è

    avvenuta considerando le sorgenti principali cioè le infrastrutture stradali

    (autostrada a4 e via Gallarate) e poi verificare dell’attendibilità dei risultati

    ottenuti con il modello di simulazione acustica (calibrazione) (6)

    Dalle rilevazioni emerge che nelle aree indicate in figura dai numeri 3 e 5, cioè a

    sud di via Gallarate e in viale Triboniano, la situazione è critica, perché si verifica

    il superamento del limite diurno di classe IV a causa del traffico. Il Piano di

    Zonizzazione Acustica del Comune di Milano approvato il 19 Dicembre 2008 e

    adottata il 20 Luglio 2009 dice che la zona dell’intervento è collocata in Classe

    IV. (7)

  • 44

    Figura 12: mappa della classificazione acustica del comune di Milano e limiti di zona

    (estratta da ADP Cascina Merlata-Milano. Documento di Scoping-Ottobre 2009).

  • 45

    Figura 13: Localizzazione dei rilievi fonometrici (estratta da ADP “Cascina Merlata”

    Procedura di Valutazione Ambientale Strategica, Rapporto Ambientale. 05 luglio 2010).

  • 46

    2.8 Analisi dell’atmosfera

    Per l’analisi delle emissioni sono stati impiegati i dati dell’inventario emissioni

    della Regione Lombardia per l’anno 2005 relativamente a sei comuni limitrofi

    all’area:Arese, Novate Milanese, Bollate, Pero, Milano, Rho,

    nonché i dati dell’inventario emissioni comunali redatto dall’Agenzia Mobilità e

    Ambiente del Comune di Milano 2007

    I valori riferiti alle concentrazioni di CO, SO2 e benzene rientrano nel rispetto

    dei limiti di legge.

    Per quanto riguarda le emissioni di NO2 si ha una situazione di non rispetto

    generale del limite di concentrazione annua.

    Per Ozono e PM10 non sono rispettati i valori-obiettivo ed i limiti.

  • 47

    2.9 Trasporti pubblici

    Figura 14: linee trasporto pubblico locale in transito nell’area di intervento (estratta da

    ADP “Cascina Merlata” Procedura di Valutazione Ambientale Strategica, Rapporto

    Ambientale. 05 luglio 2010).

  • 48

    NOTE AL CAPITOLO

    (1) Comune di Milano. Proposta Definitiva di Programma Integrato di

    intervento ai sensi della Legge Regionale 12/2005. Riqualificazione

    dell’area di Cascina Merlata- Milano.

    (2) Le vecchie cascine di Milano-Cascina Merlata-MZ8122, da

    http://www.panoramio.com/photo/33566290

    (3) CHIAMAMILANO, ATU Cascina Merlata, da

    http://www.chiamamilano.it/cgi-bin/testo2.pl?pmid=32&pos=18

    (4) ADP “Cascina Merlata” Procedura di Valutazione Ambientale

    Strategica, rapporto Ambientale. 05 luglio 2010, 5.4.6. Il sistema delle

    acque, pag 141.

    (5) ADP “Cascina Merlata” Procedura di Valutazione Ambientale

    Strategica, rapporto Ambientale. 05 luglio 2010, 5.4.5. Suolo e

    sottosuolo, pag 130.

    (6) ADP “Cascina Merlata” Procedura di Valutazione Ambientale

    Strategica, rapporto Ambientale. 05 luglio 2010, 5.4.2. Definizione

    clima acustico attuale, pag 110.

    (7) ADP Cascina Merlata-Milano. Documento di Scoping-Ottobre 2009

    http://www.panoramio.com/photo/33566290http://www.chiamamilano.it/cgi-bin/testo2.pl?pmid=32&pos=18

  • 49

    TERZO CAPITOLO

    Il progetto

  • 50

    Il territorio in questione sarà oggetto, in un prossimo futuro, di un

    importantissimo intervento di riqualificazione: ciò inserirà l’area nel grande nodo

    infrastrutturale che porterà ad una crescita delle superfici impermeabili dal 20%

    al 30%. L’intervento è volto alla riqualificazione di un esteso ambito territoriale,

    il cui stato attuale è connotato da condizioni di elevata marginalità, con presenza

    di attività improprie e precarie. Sarà creato un nuovo insediamento, che esprimerà

    caratteri urbani e ambientali di alto profilo qualitativo, con presenza di funzioni

    residenziali, terziarie, commerciali, ricettive e di servizio, dotato delle necessarie

    attrezzature pubbliche e di interesse pubblico e generale e di estese aree a verde

    pubblico. Verrà realizzato il Villaggio Expo 2015, un nuovo ampio parco

    pubblico, in modo da contribuire a sviluppare il sistema dei parchi milanesi sulla

    radiale nord-ovest e a riqualificare le aree di intorno al cimitero maggiore.

    Saranno eseguite opere infrastrutturali, funzionali all’accessibilità dalla città di

    Milano al nuovo polo esterno della fiera e alle aree dell’Expo; saranno inoltre

    insediate significative quote di edilizia residenziale convenzionata. Questa sarà

    principalmente destinata all’affitto, con l’intento di contribuire a incrementare

    l’offerta di alloggi a canone calmierato nella città, in relazione alle pregresse ed

    insorgenti esigenze. Di questi alloggi, circa mille saranno destinati a social

    housing, in parte in vendita e in parte in affitto, con possibilità di riscatto.

    Il progetto accosta e coordina il sistema “lento” delle residenze e dei servizi alle

    persone, con quello “veloce” del commercio, del terziario e delle ricettività,

    accompagnati rispettivamente da sistemi lenti per la mobilità veicolare e

    ciclopedonale e da sistemi veloci per la circolazione dei mezzi, delle merci e delle

    persone, come autostrade, raccordi, strade sovra locali.

    L’assetto tipomorfologico propone, da una parte, una densificazione edilizia che

    raccoglie un ricco mix funzionale, comprendente il commercio, il terziario,

    l’hotel, i servizi connessi. Dall’altra tale assetto tipomorfologico articola le

    volumetrie edilizie, destinate alla residenza ed alle funzioni compatibili e di

    servizio ad esse collegate, attraverso sistemi aggregativi, modulati da “insulae”,

    disposte attorno a piazze e a corti- giardino. (1)

  • 51

    Si assisterà quindi ad una vera e propria trasformazione territoriale, che vedrà il

    passaggio da una matrice agricola ad una decisamente urbana, formata da aree

    edificate ed infrastrutture. Inevitabilmente l’intervento porterà ad alcune criticità a

    carico del paesaggio, che innanzitutto cambierà identità, con la perdita di risorse

    naturali e biodiversità. Si avrà un tangibile aumento del carico infrastrutturale e

    quindi dei relativi disturbi; il territorio verrà interessato da un consumo di suolo

    piuttosto rilevante e da un importante incremento del carico antropico

    complessivo, a causa dell’insediamento in tempi brevi di un numero consistente di

    residenti e all’incremento di carico sulle reti tecnologiche. Tuttavia sono

    molteplici e di enorme importanza gli elementi di forza che seguiranno

    all’intervento. Si vedrà infatti un cospicuo contributo delle aree verdi

    nell’erogazione di servizi ambientali; l’impatto infrastrutturale sarà ridotto nella

    fascia ovest del quartiere e quindi gli edifici saranno meno esposti al rumore e ad

    emissioni inquinanti; gli spazi aperti saranno più controllabili e quindi meno

    esposti a processi di degrado. Il consumo di suolo pro capite sarà contenuto:

    infatti, nonostante la grande capacità edificatoria del comparto, verrà conservata

    una superficie verde di grandi dimensioni e il più possibile continua. Gli edifici

    saranno sottoposti a certificazione energetica e saranno realizzati ad alta

    efficienza: si è optato per il teleriscaldamento, sfruttando il termovalorizzatore di

    Figino; per il raffrescamento si utilizzerà l’acqua di falda, che servirà in parte

    anche per l’irrigazione del parco. Il comparto commerciale è stato individuato in

    maniera ottimale, grazie alla localizzazione di queste funzioni nell’area più

    accessibile dall’esterno del quartiere, in modo da limitare la percorrenza delle

    infrastrutture di quartiere. Infine la struttura dell’insediamento dà la possibilità di

    graduare gli interventi per fasi successive, mantenendo una forma urbana più

    ridotta, ma pur sempre funzionale.

    NOTE AL CAPITOLO

    (1) ADP “Cascina Merlata” Procedura di Valutazione Ambientale Strategica,

    rapporto Ambientale. 05 luglio 2010

  • 52

    QUARTO CAPITOLO

    VAS (Valutazione Ambientale Strategica)

  • 53

    4.1 La Procedura di VAS

    La VAS è un processo che integra nei piani e nei programmi considerazioni di

    natura ambientale. Lo scopo principale è quello di garantire un livello elevato di

    protezione ambientale, valutando gli effetti ambientali dei piani e programmi

    prima che siano approvati (ex ante), durante il loro periodo di validità (in itinere)

    e alla fine (ex post). Viene effettuata anche per promuovere lo sviluppo

    sostenibile, per migliorare l’informazione e per promuovere la partecipazione

    pubblica nei processi di pianificazione e programmazione. Viene eseguita per

    diversi ambiti, tra i quali: acque, ambito delle telecomunicazioni, turistico, della

    pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli. Sono sottoposti a VAS in

    sede statale i piani e programmi la cui approvazione compete ad organi dello

    Stato. Sono sottoposti a VAS, secondo le disposizioni delle leggi regionali, i piani

    e i programmi la cui approvazione compete alle Regioni e Province autonome o

    agli enti locali. Il processo si articola in cinque fasi fondamentali:

    1- Screening per verificare che un piano o un programma rientri nell’ambito

    giuridico per il quale occorre procedere con la VAS.

    2- Scoping che definisce l’ambito delle indagini con cui effettuare la

    valutazione.

    3- Valutazione dei probabili effetti ambientali significativi.

    4- Monitoraggio degli effetti ambientali del piano o del programma.

    5- Informazione e consultazione del pubblico.

    Strumento importantissimo è il rapporto ambientale, un documento che individua,

    descrive e controlla gli effetti significativi del piano sull’ambiente e le alternative

    ragionevoli. Tratta le misure previste per impedire, ridurre o compensare gli effetti

    negativi che il piano o programma potrebbe causare a livello ambientale e quelle

    finalizzate al monitoraggio del piano o programma.

    La procedura è stata introdotta nel 2001 a livello europeo con la Direttiva

    Europea 2001/42/CE, è stata poi recepita a livello nazionale con il D.Lgs

    15.11.2004, n. 308 “Delega al Governo in materia ambientale” e D.Lgs 152 del

    2006. A livello regionale è stata recepita con Legge Regionale della Lombardia

    11 marzo 2005 n. 12 “Legge per il governo del territorio” che ha introdotto la

  • 54

    Valutazione Ambientale Strategica obbligatoria per tutti i piani e programmi e le

    loro varianti. (1)

  • 55

    4.2 VAS per ADP di Cascina Merlata: fasi di analisi e

    valutazioni

    Il processo di analisi e valutazione dell’ADP “Cascina Merlata” è stato articolato

    nelle seguenti fasi:

    1- Acquisizione e analisi degli obiettivi dell’ADP.

    2- Costruzione del quadro programmatico per la verifica della coerenza con i

    piani e i programmi in essere.

    3- Realizzazione di un’indagine SWOT preliminare di ricognizione (già

    presente nel Documento di scoping).

    4- Definizione degli obiettivi di sostenibilità ambientale in base ai risultati

    dell’analisi SWOT.

    5- Individuazione dell’ambito di influenza e scomposizione in sottoambiti

    omogenei per caratteristiche ambientali e destinazione d’uso prevalente.

    6- Costruzione del quadro conoscitivo ambientale di riferimento attraverso la

    raccolta dei dati ambientali disponibili presso l’amministrazione comunale

    e gli enti di riferimento.

    7- Esame delle opportunità e delle criticità derivabili dal quadro conoscitivo.

    8- Selezione dei macroindicatori e degli indicatori di settore ed evidenza

    delle interdipendenze, in base a criteri di significatività rispetto all’oggetto

    e alle tematiche da descrivere, e di applicabilità rispetto ai dati disponibili.

    9- Calcolo ed elaborazione dei dati e degli indicatori relativi all’ambito di

    influenza e a quello locale.

    10- Predisposizione degli scenari di riferimento e di progetto per la

    valutazione della sostenibilità, attraverso l’analisi delle componenti

    ecologiche e territoriali utili alla definizione del sistema ambientale

    dell’area interessata.

    11- Valutazione degli scenari.

    12- Individuazione degli impatti, positivi e negativi, e delle possibili

    mitigazioni e/o compensazioni.

    13- Verifica di coerenza esterna dell’ADP.

  • 56

    14- Proposta di strumenti di gestione del piano e monitoraggio: modelli,

    criteri, indicatori per verificare il processo di attuazione dell’AdD e il

    raggiungimento degli obiettivi.

    15- Predisposizione del Rapporto Ambientale descrittivo delle valutazioni

    effettuate, delle azioni proposte e della relazione di sintesi. (2)

  • 57

    4.3 Accordo di programma

    L’ambito territoriale di interesse dell’ADP, complessivamente denominato

    “Cascina Merlata”, è localizzato nella zona nord-ovest della città di Milano ed è

    posto tra via Gallarate, via Daimler, l’Autostrada A4 Milano-Torino, via

    Triboniano, via Barzaghi, il Piazzale Cimitero Maggiore, Via Rizzo, Via Jona.

    L’estensione complessiva è pari a circa mq 921.000. Le aree interessate dall’AdP

    sono rappresentate in figura 15.

    Figura 15: perimetro dell’AdP “Cascina Merlata” (estratta da ADP “Cascina Merlata”

    Procedura di Valutazione Ambientale Strategica, Rapporto Ambientale. 05 luglio 2010).

    Gli obiettivi dell’accordo di programma sono:

    • riqualificare un esteso ambito territoriale il cui stato attuale è connotato da

    condizioni dì elevata marginalità con presenza di attività improprie e precarie;

  • 58

    • creare un nuovo insediamento che esprima caratteri urbani e ambientali di alto

    profilo qualitativo, con presenza di funzioni residenziali, terziarie, commerciali,

    ricettive e di servizio, dotato delle necessarie attrezzature pubbliche e di interesse

    pubblico e generale e di estese aree a verde pubblico;

    • realizzare il “villaggio EXPO 2015”, localizzato su parte delle aree interessate

    dalla presente proposta, come da “dossier di candidatura della città di Milano

    all’esposizione universale 2015”;

    • realizzare opere infrastrutturali funzionali all’accessibilità dalla città di Milano al

    nuovo polo esterno della fiera e alle aree ove sarà realizzata l’esposizione

    universale 2015;

    • realizzare un nuovo ampio parco urbano pubblico, contribuendo in tal modo a

    sviluppare il sistema dei parchi milanesi sulla radiale nord-ovest e a riqualificare

    le aree di intorno del cimitero maggiore;

    •insediare significative quote di edilizia residenziale convenzionata,

    principalmente destinata all’affitto, con l’obiettivo di contribuire a incrementare

    l’offerta di alloggi a canone e prezzo calmierato nella città, in relazione alle

    pregresse e insorgenti esigenze. (3)

  • 59

    4.4 Analisi SWOT

    L’ Analisi SWOT dell’ADP è uno strumento di guida a supporto del progetto

    stesso e delle valutazioni. E’ stata condotta un’analisi SWOT, strumento per la

    pianificazione strategica usato per valutare i punti di forza - Strengths, di

    debolezza - Weaknesses, le opportunità - Opportunities e le minacce - Threats di

    un determinato progetto. I punti di forza sono fattori positivi che si rilevano. I

    punti di debolezza sono invece aspetti sfavorevoli o parzialmente svantaggiosi per

    il progetto, per i quali è preferibile rivedere alcune linee strategiche d’intervento,

    per evitare possibili incoerenze tra gli obiettivi attesi e quelli reali. Le possibili

    opportunità vengono dedotte in parte dai punti di debolezza: è infatti importante

    saper leggere nelle debolezze le opportunità, per poi indirizzare gli interventi.

    Ci sono poi alcuni aspetti critici che possono sorgere e questi sono le cosiddette

    minacce: le perplessità inerenti il progetto, come ad esempio i rapporti che esso

    sarà in grado di trattenere con altre funzioni e progetti urbani. La tabella 3 riporta

    le tematiche individuate attraverso l’analisi SWOT.

    Attraverso l’analisi SWOT possono emergere le possibili criticità e le opportunità

    anche in fase preliminare di un progetto, per questo è uno strumento

    fondamentale. Essa deve essere considerata come uno strumento di guida a

    supporto del progetto, indispensabile per consentire di tramutare le criticità

    individuate in potenziali opportunità per l’area e il contesto nel quale si inserisce

    il progetto. (4)

  • 60

    PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA

    1- Inserimento nel quadro degli

    interventi Expo

    1- Presenza di grandi infrastrutture di

    mobilità (ferrovia, TAV Milano

    Torino, autostrade)

    2- Intervento in attuazione di

    politiche condivise

    2- Sistema infrastrutturale prevalente

    e confliggente rispetto al sistema

    insediativo

    3- Riqualificazione di un’area ad

    oggi abbandonata e parzialmente

    degradata, senza funzione e ruolo

    urbano

    3- Sistema infrastrutturale e sistema

    insediativo dominanti sul sistema

    ambientale, in particolare le aree

    verdi occupano gli spazi residuali e le

    fonti di inquinamento sono intense

    diffuse

    4- Perimetro dell’AdP che

    abbraccia anche aree contigue già

    edificate

    4- L’idrografia cancellata cosi come

    la trama che ha costruito il paesaggio

    nei secoli

    5- Presenza di spazi aperti destinati

    a verde sia pubblico che privato

    5- Poca attenzione al tema dell’acqua,

    nonostante sia stata la zona di

    accordo ricca di canali e fontanili.

    6- Mix di tipologie edilizie

    6- La frammentazione complessiva

    inibisce l’efficacia potenziale delle

    compensazioni ambientali

    7- Approccio integrato all’utilizzo

    delle risorse naturali

    7- La distribuzione degli spazi aperti

    (piazze) pare di difficile

    organizzazione nei confronti di una

    integrazione reciproca, ma indirizzata

    più alla creazione di nuclei chiusi

    8- Compensazioni ambientali legate

    alle nuove infrastrutture

    8- La diversificazione dell’offerta

    abitativa non è sufficiente alla

    creazione del mix sociale che può

    creare una comunità in grado di

    popolare armoniosamente un

    quartiere urbano, in quanto il tipo di

    mobilità prevista seleziona il target

    sociale

    9- Recupero e rifunzionalizzazione

    dell’edificio della Cascina Merlata

    9- Carenza di funzioni attrattrici in

    grado di tenere in vita il quartiere nel

    tempo e nelle diverse fasce orarie, in

    grado di far vivere anche le aree

    circostanti

    10- Unica proprietà delle aree

  • 61

    11- Alta accessibilità dell’area che

    ne faciliterà l’integrazione con la

    città

    12- Il progetto accosta e coordina il

    sistema “lento” delle residenze e dei

    servizi alle persone con quello

    “veloce“ del commercio, del

    terziario e della ricettività

    OPPORTUNITA' MINACCE

    1- Intervento urbanistico che può

    generare un processo virtuoso di

    rigenerazione di tutta l’area

    1- Il progetto potrebbe non indurre

    una integrazione con il contesto

    sociale, urbano, determinando la

    formazione di una nuova 2enclave”

    isolata

    2- Recupero dell’idrografia a partire

    dai canali e fontanili pre-esistenti

    nell’area

    1 bis- Alcuni ritagli di territorio

    destinati a verde urbano per la loro

    posizione marginale, dimensione e

    forma rischiano di generare

    insicurezza nelle persone, e anche di

    diventare aree di degrado

    scarsamente frequentate e quindi

    potenziali fonti di pericolo a meno di

    una profusione di risorse economiche

    per la loro gestione

    3- Piani terra destinati ad attività,

    laboratori, servizi e spazi comuni;

    servizi pubblici che possono

    diventare luoghi di aggregazione,

    nonché valore aggiunto per il

    quartiere

    2- Ignorare le potenzialità dell’acqua

    come risorsa e potenziale elemento

    strutturante del paesaggio e di

    rigenerazione ecosistemica può

    determinare un eccesso di

    artificializzazione con impatti

    ambientali importanti e aumento dei

    costi di gestione

    4- Utilizzo di nuove tecnologie

    legate all’uso di risorse rinnovabili,

    al riciclo dei materiali al risparmio

    energetico, alle possibili sinergie

    nell’uso delle risorse con la

    possibilità di rispondere alle

    aspettative di innovazione coerenti

    con le finalità di Expo

    3- Il piano terra rimane

    sottoutilizzato, con possibilità di

    degrado, senso di insicurezza, senza

    mettere a frutto la risorsa che può

    costituire

    5- Possibilità di conversione del

    villaggio Expo in residenze per

    studenti considerando anche la

    vicinanza alla sede del Politecnico

    Bovisa e dell’Istituto Mario Negri

    3 bis- Rischio di realizzazione di un

    quartiere dormitorio, o vivo solo in

    relazione ai grandi eventi della fiera

    (vedi anche p.to 5/6 delle

    opportunità)

  • 62

    6- Possibilità di “mix

    generazionale” tra studenti e anziani

    (vedere il programma di

    integrazione solidale tra anziani e

    studenti del Politecnico)

    4- Aumento degli impatti,

    dell’impronta ecologica degli abitanti

    e nel tempo dei costi di gestione e

    manutenzione

    7- Vicinanza al Passante ferroviario

    (linee S6 e S9) forse valorizzabile.

    4 bis- Aumento del carico antropico e

    generazione di nuove pressioni sulle

    componenti ambientali

    5- Inadeguatezza dell’accessibilità dai

    mezzi pubblici con notevole aumento

    del volume di traffico complessivo

    (vedi anche p.to 6/7 delle

    opportunità)

    L’introduzione delle nuove

    infrastrutture e l’effetto barriera quasi

    sicuramente provocherà, a meno di

    interventi strutturali adeguati, la

    ghettizzazione delle nuove isole

    urbane.

    Tabella 3: tematiche individuate attraverso l’analisi SWOT (estratta da ADP “Cascina

    Merlata” Procedura di Valutazione Ambientale Strategica, Rapporto Ambientale. 05 luglio

    2010).

  • 63

    NOTE AL CAPITOLO

    (1) PROFESSORESSA ELENA GERMANA MUSSINELLI, La valutazione

    ambientale di piani e programmi. Valutazione ambientale strategica-VAS.

    Contenuti e procedure, in ANALISI, VALUTAZIONE E CONTROLLO

    DELL’AMBIENTE COSTRUITO, lezione del 04/11/2012, Politecnico di

    Milano

    (2) ADP “Cascina Merlata” Procedura di Valutazione Ambientale Strategica,

    rapporto Ambientale. 05 luglio 2010, 4.4. Fasi di analisi e valutazione,

    pag 57.

    (3) ADP “Cascina Merlata” Procedura di Valutazione Ambientale Strategica,

    rapporto Ambientale. 05 luglio 2010, 3.3 Gli orientamenti iniziali, gli

    obiettivi e le azioni dell’AdP, pag 20.

    (4) ADP “Cascina Merlata” Procedura di Valutazione Ambientale Strategica,

    rapporto Ambientale. 05 luglio 2010, 4.5. Analisi SWOT dell’Adp, pag. 60.

  • 64

    QUINTO CAPITOLO

    Il masterplan

  • 65

    5.1 Introduzione al masterplan

    Nel 2008 Cascina Merlata S.p.A. ha indetto un concorso di idee per la redazione

    di un concept urbanistico dell’area di Cascina Merlata. Sono stati invitati undici

    tra i maggiori studi di progettazione italiani: Antonio Citterio & Partners, Caputo

    Partnership e MCA, sono poi risultati vincitori ex-aequo. (1)

    Tali studi hanno poi elaborato il masterplan che è stato approvato a marzo 2011. Il

    progetto prevede di inserire le residenze all’interno di un parco attrezzato di 200

    mq, integrato con gli spazi verdi esistenti, collegato con i percorsi pedonali e

    ciclabili che congiungeranno la periferia al centro di Milano, i cosiddetti “raggi

    verdi”. Il parco non è un elemento marginale all’interno del progetto, ma svolgerà

    un ruolo importantissimo, poiché sarà la struttura portante di tutto il sistema di

    spazi pubblici. Esso fungerà, insieme alle corti-giardino e alle piazze, da elemento

    connettivo tra i luoghi progettati: residenziale, attrezzature pubbliche e contesto

    generale. Sono poi previsti servizi come un plesso scolastico, due asili, un centro

    ricreativo per anziani. A nord dell’area è previsto l’insediamento di un centro

    commerciale di 45 mila mq, di un albergo di 15 mila mq e di uffici per 10 mila

    mq. I primi due piani del centro commerciale, posti a livello delle residenze,

    saranno dedicati ai parcheggi e il piano superiore, p