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Mod D1 pag. 1 di 9 Milano, Prot. n. PROGRAMMAZIONE DISCIPLINARE Art. 4 e 6 D.P.R. 416/74 Art. 3 D.P.R. 417/74 Programmazione disciplinare Programmazione disciplinare della Prof.ssa Di Bona Disciplina FILOSOFIA Classe V A 1. L’insegnamento della Filosofia nella classe V A 2. Finalità educative 3. Obiettivi disciplinari 4. Obiettivi minimi 5. Contenuti 6. Metodi e strumenti 7. Verifiche 8. Valutazione: criteri e griglie (prove orali e scritte) IL DOCENTE IL DIRIGENTE SCOLASTICO

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Milano, Prot. n.

PROGRAMMAZIONE DISCIPLINARE

Art. 4 e 6 D.P.R. 416/74

Art. 3 D.P.R. 417/74

Programmazione disciplinare

Programmazione disciplinare della Prof.ssa Di Bona

Disciplina FILOSOFIA

Classe V A

1. L’insegnamento della Filosofia nella classe V A

2. Finalità educative

3. Obiettivi disciplinari

4. Obiettivi minimi

5. Contenuti

6. Metodi e strumenti

7. Verifiche

8. Valutazione: criteri e griglie (prove orali e scritte)

IL DOCENTE IL DIRIGENTE SCOLASTICO

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1. L’insegnamento della Filosofia in classe V A

Gli studenti e la professoressa si conoscono da due anni (continuità didattica) per aver

svolto insieme le ore di lezione di storia e filosofia anche gli scorsi anni. Fin dalle prime

lezioni della classe terza, si è instaurato un buon rapporto tra professoressa e

studenti/studentesse e questo è molto importante perché anche quest’anno dovremo

affrontare con profondità e rigore lo studio della Filosofia, in vista della preparazione

d’esame. Gli studenti sono tutti abbastanza interessati alla filosofia, come emerge nel corso

delle lezioni in classe, ma non tutti concentrati e disposti ad apprenderne in modo

approfondito, pur essendo nel complesso dotati di sufficienti o discrete capacità di

comprensione delle questioni filosofiche.

Essi sono tutti in grado di comprendere gli elementi fondamentali del pensiero filosofico,

almeno per linee essenziali, nonché di operare una loro sintesi in vista dell’esposizione sia

scritta che orale. Ma è necessario che essi si applichino in modo metodico

all’apprendimento, che si impegnino a riorganizzare quanto hanno studiato, dandone

un’interpretazione fondata ed argomentata.

Certo, occorre avere fiducia nelle loro potenzialità e sperare che crescano anche dal punto di

vista della loro maturità complessiva come esseri umani. Al contempo, è necessario ottenere

da loro più rigore, più concentrazione, maggiore lucidità nel comprendere il senso di quanto

studiano.

Penso e spero che lavorare anche quest’anno, assiduamente e insieme, per conseguire una

preparazione culturale (oltre che un diploma e un titolo di studio) concentrerà i nostri sforzi

al raggiungimento della meta comune, anche in prospettiva dell’esame di stato. Conto di

riuscire a motivare allo studio della filosofia anche alcuni studenti (altri e altre mi seguono

con interesse, mi pongono questioni) che, sia pur a partire da alcune difficoltà di

comprensione, non si sono mai veramente messi a studiare con metodo e serietà il pensiero

filosofico. Sono certa che anche i miei ragazzi di questa classe matureranno,

comprenderanno il senso della riflessione filosofica ottocentesca e contemporanea, sapranno

cogliere in essa la coscienza profonda di un tempo vicino a noi e nel quale siamo sotto molti

aspetti ancora immersi.

In questo primo mese di scuola, ho iniziato immediatamente ad interrogare gli studenti sul

pensiero di G.W.F. Hegel, segnatamente su La Fenomenologia dello Spirito, alla

comprensione e allo studio della quale era stato dedicato più di un mese di lezioni, in classe

IV, alla fine dello scorso anno.

Subito dopo, ho tenuto le lezioni sulla figura e sul pensiero di K. Marx, sulla conoscenza del

pensiero del quale gli studenti sono stati tutti verificati.

Le lezioni di filosofia si svolgono con regolarità e presentando il giusto livello di

complessità teorica (quello della formazione liceale). Detto questo, la docente deve, a volte,

richiamare l’attenzione in classe e una scrittura puntuale degli appunti, indispensabile ad

integrare la lettura e la comprensione del testo in adozione.

Nel corso delle lezioni in classe, l’interesse e l’attenzione si sono rivelati, nel complesso,

adeguati: gli studenti hanno ascoltato la spiegazione, alcuni hanno riportato sul loro

quaderno quanto l’insegnante ha dettato, in forma sintetica e semplificata, del pensiero

dell’autore (per aiutarli a comprendere e a studiare) e molti di essi, quantunque non tutti gli

studenti, hanno preso appunti. Nonostante le asperità del pensiero filosofico, politico ed

economico, di K. Marx, è emerso un certo interesse alle lezioni (forse in relazione alla

concretezza di alcuni temi affrontati); sono sorte alcune richieste di chiarimento ed alcune

domande, alle quali mi sono impegnata a rispondere in forma chiara e comprensibile. Sono

certa che tutti abbiano compreso, almeno nelle sue linee essenziali, il pensiero del pensatore

tedesco.

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Detto questo, si deve sottolineare che gli allievi si applicano, con maggiore o minore

dedizione, allo studio, ma soprattutto in forma più o meno ragionata e riflessiva. Alcuni non

si concentrano al compito, a volte arduo e impegnativo, dell’apprendere vero e proprio:

quell’interiorizzare temi e questioni che deve andare un po’ oltre l’attenzione in classe e lo

studio mnemonico del testo.

Nell’applicarsi allo studio della filosofia, i ragazzi hanno mostrato gradi diversi di costanza,

metodicità, sistematicità; ora, metodo e desiderio di approfondire sono requisiti

indispensabili ad apprendere in modo organico e sistematico ogni disciplina, e in filosofia

sono proprio elementi costitutivi del suo apprendimento in conformità con la sua natura, il

suo statuto epistemologico.

Se alcuni studenti incontrano difficoltà a comprendere il pensiero filosofico, altri, pur dotati

di viva intelligenza, non mettono efficacemente a frutto i loro talenti. Alcuni di essi, come si

accennava sopra, hanno la tendenza a non dedicarsi allo studio personale della filosofia con

l’impegno e la concentrazione necessari a conseguirne una conoscenza strutturata e

approfondita: essi non cercano di comprendere veramente il senso di quanto studiano.

Emerge anche un grado diverso di metodicità e rigore dell’applicazione agli studi, requisiti

quest’ultimi necessari ad apprendere in modo organico e sistematico, e segnatamente in

filosofia.

In sintesi, gli studenti sono generalmente provvisti della necessaria attitudine ad acquisire,

almeno nei suoi elementi essenziali, la conoscenza filosofica. Essi sono pertanto capaci di

operare una loro ordinata articolazione in vista dell’esposizione, sia scritta che orale. Ma

alcuni di essi non si applicano allo studio di essa in modo metodico e costante, limitandosi a

studiare per l’interrogazione e rivelando la tendenza a studiare in forma mnemonica.

Occorrerà insistere affinché, nel corso dell’anno, i ragazzi maturino la consapevolezza che,

per apprendere il pensiero filosofico, è necessario averne compreso in classe le linee

essenziali ed averne studiato, più ancora che memorizzato, quel processo che ne anima

dall’interno la riflessione.

Questo è importante non solo perché dovranno affrontare un esame e rispondere a domande

su tutto il programma dell’anno, ma perché la filosofia fa parte della loro formazione liceale.

La lettura e la riflessione sul pensiero dei filosofi dell’Ottocento e del Novecento li farebbe

ragionare su questioni fondamentali, alle radici stesse della nostra civiltà, li renderebbe più

critici nel loro modo di porre le questioni, darebbe loro il senso dell’approfondimento, di

una visione d’insieme, di una tensione a comprendere l’essenziale.

2.Finalità educative

Le questioni, i temi centrali della riflessione filosofica e la loro trasmissione

nell’educazione dei nostri studenti

*Solo la proposta di una lettura in chiave autenticamente filosofica, e non puramente

storico-filosofica del pensiero dei filosofi, consente agli allievi di percepire, come costitutive

della dimensione euristica della natura umana, le investigazioni, non solo sull’origine stessa

di tutto quanto di dispiega di fronte ai nostri occhi, ma anche di quelle relative alla natura

della nostra conoscenza, e quelle che concernono la nostra esistenza ed il senso stesso di

questo nostro essere al mondo.

*In questa prospettiva, si comprenderà come l’insegnamento della filosofia debba prendere

le mosse dal riconoscimento di una tensione innata dello spirito umano (tensione che si

risveglia, spesso e caratteristicamente nella forma di questioni esistenziali, proprio negli

anni dell’adolescenza e della giovinezza) a cercare di comprendere il senso stesso della vita

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sulla terra nel suo dispiegarsi nel tempo, di quella vita che avvertiamo palpitare dentro

ciascuno di noi, ed il cui senso ultimo sembra sempre sfuggirci.

*Da questo riconoscimento, sorge il desiderio di suscitare nei ragazzi l’incipit della

riflessione filosofica, da intendersi contestualmente come espressione di quella ricerca di

verità che riassume in sé non solo il portato di altre spiegazioni (spiegazioni di ordine

scientifico, spiegazioni nate da istanze antropologiche, morali, sociali, politiche, religiose,

etc.), ma che, al tempo stesso, conservi in se stessa la tensione a svelare e a rivelare

l’esistenza di un senso ultimo, verso cui tendersi ed orientarsi, senza occultarne l’essenziale

irriducibilità alle umane rappresentazioni.

In questo spirito, si sono svolte, in questo primo mese di scuola, e si svolgeranno tutte le

nostre ore di lezione di quest’anno e la risposta degli studenti -almeno di molti di essi- a

queste proposte interpretative del reale è stata, per certi aspetti, positiva.

Nel corso di questi primi mesi di scuola, credo di essere riuscita a suscitare in loro

l’interesse per il pensiero degli autori, nonostante le difficoltà teoriche insite

nell’investigazione filosofica; molti allievi hanno mostrato un vivo interesse alle lezioni,

interesse che li ha spinti a porre frequenti domande per accertarsi di aver capito, e a studiare,

in seguito a casa, con un impegno da parte di alcuni apprezzabile, anche se da parte di altri

non ancora adeguato.

Occorrerà ancora lavorare per far sì che tutti si approprino dei termini del pensiero

filosofico, ma soprattutto delle categorie filosofiche che quei termini esprimono, e più in

generale del carattere sistematico che il ragionamento filosofico ha storicamente assunto

attraverso i secoli.

3. Obiettivi disciplinari

• Conseguimento di una conoscenza approfondita di figure, momenti, espressioni della

dimensione filosofica e riflessione sul senso stesso per noi oggi dello studio della

filosofia.

• Riflessione critica e comparativa dei pensieri filosofici, ricerca delle istanze che hanno

presieduto alla loro gestazione, e sottolineatura degli spunti interpretativi più fertili

emergenti dallo studio del pensiero filosofico, dei quali valga la pena di tenere conto

nella nostra esistenza.

• Riflessione sul senso dello studio della filosofia, per noi, oggi, a partire da un’analisi

incrociata ed interdisciplinare -di ampio raggio e di buona levatura culturale- che

valorizzi la consapevolezza e l’approfondimento della chiave interpretativa della realtà

della quale sono portatori i diversi pensieri filosofici. Il pensiero filosofico deve essere

letto come espressione di un ragionare intorno alla realtà dell’uomo e del mondo, agli

avvenimenti storici ed alle espressioni culturali costitutive della nostra civiltà.

Gli obiettivi minimi possono essere raggiunti da tutti gli studenti, almeno nelle loro

linee essenziali, del conseguimento di una conoscenza del pensiero degli autori e di una

comprensione della loro scansione, delle cause e degli effetti, della interconnessione

dei fattori economici, sociali politici nella storia.

Una riflessione approfondita sul senso del ragionamento filosofico deve essere suscitata

dall’insegnante, nella consapevolezza che, per la sua complessità, questo messaggio troverà

una rispondenza soprattutto in quella parte della classe che dimostri di nutrire una passione

per l’approfondimento dei temi filosofici.

L’intento può così essere sintetizzato: gli studenti dovrebbero riuscire a conseguire alcune

conoscenze generali, riordinandole poi contenutisticamente ed inquadrandole

tematicamente e culturalmente. Se il primo obiettivo può essere indicato nel conseguimento

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da parte degli studenti di una conoscenza delle linee guida del pensiero filosofico, nella sua

consequenzialità logica, occorre prefissarsi, come secondo obiettivo, attraverso lo studio del

pensiero filosofico, quello di suscitare in classe il desiderio di condurre un’analisi delle

istanze e delle finalità stesse del pensiero di ogni autore. Oltre lo studio della filosofia, o più

precisamente all’interno dello studio del pensiero filosofico stesso, deve essere condotto un

approfondimento intorno agli spunti significativi per la nostra esistenza, offerti dalla

conoscenza del pensiero filosofico.

Proprio alla luce della considerazione del fatto che molti studenti incontrano ancora

difficoltà o mostrano scarso impegno nella rielaborazione dei temi filosofici, temi filosofici

da cogliersi nella loro ragionata comparazione ad altri orizzonti filosofico-culturali, nonché

nella comprensione della loro valenza formativa ed orientativa per l’uomo contemporaneo,

si cercherà di avvicinare il più possibile i ragazzi alla storia, facendone percepire come il

pensiero filosofico porti inscritto in se stesso una traccia dei desideri, delle speranze, dei

valori ideali di pensatori del passato, più vicini a noi di quanto si possa credere.

4. Obiettivi minimi

Questi in sintesi gli obiettivi minimi: gli studenti dovrebbero acquisire alcune conoscenze

generali, ma certe, inquadrandole storicamente e culturalmente e comprendendone il senso.

Il primo obiettivo e conseguentemente livello di conoscenza da raggiungersi può essere

indicato nel conseguimento, da parte degli studenti, di una conoscenza dei nuclei essenziali

dei diversi pensieri filosofici, nel loro susseguirsi nel tempo; il secondo obiettivo consisterà

nel proporsi, attraverso lo studio del pensiero filosofico, di sviluppare in classe e di

approfondire attraverso lo studio personale, un’analisi delle istanze che hanno presieduto

alla gestazione dei diversi pensieri filosofici che conduca ad una loro approfondita

comprensione.

5. Contenuti Ripasso per linee generali del pensiero hegeliano svolto in classe quarta, segnatamente

dei temi della Fenomenologia dello Spirito

Il pensiero si apre al realismo della storia, della vita politica e sociale e della vita biologica e

naturale

I) Karl Marx

Vita e opere. Una vita spesa tra l’elaborazione teorica e l’attenzione alla realtà sociale e

politica

Marx: il ‘rovesciamento’ della visione della filosofia hegeliana della storia e del diritto.

Nella critica della filosofia del diritto di Hegel, emerge come il rapporto tra lo stato e la

società civile sia da Marx concepito diversamente. p. 43.

Marx: la critica dell’economia politica e la condizione dei lavoratori. Dalla scoperta

dell’alienazione alla rivoluzione: emancipazione politica ed emancipazione umana. La

critica della visione liberale dell’economia, della società e della politica. L’individuazione

della dimensione dell’economia politica e la dimensione cruciale dell’alienazione. Il lavoro

come realizzazione dell’uomo e la sua forma alienata: l’alienazione del lavoro toglie valore

al lavoro dell’uomo. Il comunismo come recupero dell’identità integrale dell’uomo. p.46.

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Marx ed Engels: il materialismo storico. La concezione materialistica della storia. Filosofia

e prassi, il proletariato soggetto storico reale della prassi rivoluzionaria. Forze produttive e

rapporti di produzione. La coscienza come prodotto sociale. Struttura e sovrastruttura della

realtà nello svolgersi della storia. p.49.

Marx ed Engels: lotta di classe e rivoluzione proletaria. Materialismo storico e società

comunista. Critica del socialismo utopista e programma per una società comunista. p.53.

Marx ed Engels: l’analisi economica del capitalismo. Alcune, molto generali, indicazioni sui

temi cruciali affrontati da K.Marx nel Capitale. L’intento di dar vita a un’analisi rigorosa e

scientifica dell’economia. La proprietà e l’origine dell’accumulazione dei capitali, come

presupposti del sistema capitalistico. La tesi che il valore delle merci sia determinato dal

lavoro. La scoperta del plusvalore e la critica del ‘feticismo’ delle merci. La critica

dell’economia politica, la nozione di merce come valore d’uso e come valore di scambio. La

sottolineatura del valore del lavoro: il valore delle merci è determinato dal lavoro dell’uomo.

Profitto e sfruttamento della forza lavoro. La forza lavoro e il plusvalore. Genesi e destino

del capitale. L’accumulazione e i problemi del capitalismo. p.54.

Riflessioni sul rapporto tra il pensiero di K.Marx e la realizzazione del comunismo nella

Rivoluzione d’Ottobre e il regime sovietico [studiati in storia].

II) Il pensiero evoluzionistico: Charles Darwin

Il Positivismo, caratteri generali del positivismo p.84.

Charles Darwin Vita e opere.

Darwin e l’evoluzionismo. La teoria dell’evoluzione delle specie animali. La concezione

dell’Origine e dell’evoluzione dell’uomo. La genesi delle facoltà intellettuali e morali. p.96 .

Lettura testi di Charles Darwin:

1) La lotta per la vita. [Darwin, L’origine della specie, cap. IV] p.111.

2) L’origine dell’uomo [Darwin, L’origine dell’uomo, le conclusioni dell’opera, fotocopie]

L’inquietudine della coscienza, il sentimento del tragico, il sentimento del ‘sublime’: libertà

e solitudine della coscienza sospesa tra nichilismo, disperazione e fede.

I) Arthur Schopenhauer

Vita e opere.

2. Il mondo come rappresentazione p.4.

3. Il mondo come volontà. Il mondo come volontà. Il velo di Maya, l’individuazione della

via che conduce alla scoperta della cosa in sé, La volontà come essenza del corpo. La

volontà di vivere, volontà metafisica e le sue espressioni. p.6.

4. Le vie della liberazione dalla volontà. Le vie della liberazione. La vita e il mondo come

lotta crudele e sofferenza incessante. La sofferenza universale. Tutto soffre: dolore, piacere

come cessazione momentanea del dolore, e noia. La liberazione dal dolore attraverso la

contemplazione dell’arte, la compassione e l’ascesi. p.9.

5. Il nulla e la morte p.10.

Lettura testi di Arthur Schopenhauer:

1) Volontà e coscienza.[Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione, libro II,

§ 23]

2) La vita è sofferenza e noia [Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione,

libro IV, §§ 57-58] .

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II) Søren Kierkegaard

Vita e opere.

In contrasto con l’idealismo hegeliano, una filosofia della coscienza e dell’esistenza

individuale. Le critiche al sistema hegeliano in nome della soggettività e dell’interiorità.

p.20.

Gli stadi della vita. Tre momenti dell’esistenza: la vita estetica, la vita etica, la fede. p.21.

I limiti dell’etica e la fede. La sospensione dell’etica. La fede come paradosso, Abramo e

l’eroe tragico.

Angoscia e disperazione. Dal sentimento dell’angoscia alla disperazione, la malattia mortale

dell’uomo. p.24.

Il salto verso la fede. Dalla malattia mortale alla fede. p.25.

Lettura testi di Søren Kierkegaard:

1) Il paradosso della fede: Abramo. Lettura in classe di un passo da Timore e tremore.

III) Friedrich Nietzsche

Vita e opere.

La nascita della tragedia. Il senso tragico della vita e del mondo. Dionisiaco e apollineo in

“Nascita della tragedia”. p.122.

La storia e la vita. La critica della cultura e della ‘malattia’ storica: «Per ogni agire ci vuole

oblio» p.123.

La scienza e lo «spirito libero». La gaia scienza, una filosofia del mattino. p.126.

Alle origini della morale. Il pensiero di Nietzsche sull’etica in “Genealogia della morale”.

La critica della morale e della religione. La trasvalutazione dei valori. p.127.

Il cristianesimo e la morale del risentimento. L’analisi critica del cristianesimo e la volontà

di potenza dell’oltre uomo. p.129.

La morte di Dio e l’avvento del superuomo. La morte di Dio e delle illusioni metafisiche in

Così parlò Zarathustra. Fedeltà alla terra, fedeltà all’uomo, oltre ogni morale. p.131.

La volontà di potenza come arte p.133.

La dottrina dell’eterno ritorno. Super uomo e nichilismo. Eterno ritorno e amor fati. p.136.

Lettura testi di Friedrich Nietzsche:

1) La morte di Dio [Nietzsche La gaia scienza, libro III, § 125; libro V, § 343]

2) Il superuomo [Nietzsche Così parlò Zarathustra, parte I, Prefazione, 3-4; parte IV, 1-3]

pp.141-145-147 .

Il Novecento, La nascita e l’influenza culturale della psicoanalisi

Sigmund Freud

Vita e opere.

La nascita della psicoanalisi. La Psicoanalisi come rivoluzione culturale: dallo studio

dell’inconscio alla formulazione di una nuova visione del soggetto. L’inquietudine della

coscienza e la scoperta dell’inconscio. La struttura intrinsecamente conflittuale della psiche

umana: le tensioni all’interno della psiche. Dagli Studi sull’isteria alla nascita della

Psicoanalisi: lo studio dell’isteria e la scoperta dell’inconscio. I traumi psichici, la

definizione di inconscio. p.326.

La teoria della psiche. La teoria della sessualità: la sessualità e la libido; la scoperta della

sessualità infantile e le sue fasi. La sessualità dall’infanzia alla pubertà. Il complesso di

Edipo, l’angoscia di castrazione e la formazione del Super-Io (coscienza morale). La

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psicoanalisi, studio di ciò che è oltre la coscienza: l’inconscio. La forza ineludibile

dell’inconscio e le sue vie d’accesso per la sua interpretazione. La psicoanalisi come visione

filosofica dell’uomo. La prima topica, conscio, preconscio e inconscio(linee molto generali).

La seconda topica: Es, super- Io, Io. La formazione dell’io.

La terapia psicoanalitica. La psicoanalisi come terapia. La critica del metodo ipnotico,

resistenza, tranfert e controtranfert. La psicopatologia della vita quotidiana.

L’interpretazione dei sogni, delle amnesie, degli atti mancati, dei lapsus, dei motti di spirito,

delle libere associazioni, quale strumento di analisi per penetrare nei misteri dell’inconscio.

Il transfert, nella relazione di cura nella psicoanalisi freudiana.

I meccanismi di difesa.p.329.

La psicoanalisi e l’origine della civiltà. Le tesi di fondo di Freud in “Il Disagio della

civiltà”, la limitazione necessaria (ma fonte di disagio) delle pulsioni (eros e thanatos).

p.332.

Ripensare al passato, vivere il presente con lo sguardo al futuro

Hannah Arendt

Vita e opere.

Il pensiero:

Il processo a Eichmann, un’interpretazione controversa

Le origini del totalitarismo: i fondamenti dei regimi totalitari, gli strumenti dell’esercizio del

dominio, le imposizioni, le persecuzioni

Vita activa: la forza plastica del genere umano, l’azione e il pensiero come atti creativi, la

natività, la capacità di promettere e di perdonare

Lettura testi di Hannah Arendt, Vita activa, cap. 1, § 1; cap. 5, § 24 e 33 e 34]

Visione del film di Margarethe von Trotta, Hannah Arendt

Fragilità dell’uomo e dimensione etica come apertura

Emmanuel Lévinas

Vita e opere.

Il pensiero:

Totalità e Infinito

Il volto

Il pensiero dell’altro

Simone Weil

Vita e opere.

Il pensiero:

La prima radice

La condizione operaia

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N.B. Le concezioni filosofiche dei pensatori saranno accostate attraverso un’attitudine

ragionativa. Gli studenti comprenderanno e studieranno gli elementi fondamentali che sono

divenuti parte della loro formazione culturale.

Potrebbero non ricordare tutto, ma avranno sicuramente compreso e memorizzato quegli

elementi essenziali che susciteranno il loro interesse.

Nel corso dell’anno, saranno assegnate da svolgere agli studenti, accanto alle interrogazioni

orali, tracce per la trattazione di temi filosofici, nonché alcune (poche) prove strutturate con

domande aperte (terza prova).

Il libro (accanto ai testi originali delle opere dei filosofi, sui quali saranno preparate le

lezioni) sul quale gli studenti studieranno è: Giuseppe Cambiano, Massimo Mori, Tempi del

pensiero. Storia e antologia della filosofia, vol. 3. Età contemporanea, Editori Laterza.

6. Metodi e strumenti

Queste, per linee essenziali, le metodologie didattiche delle quali intendo valermi. Alla

lezione frontale, che si svolgerà per un arco di tempo intorno ai trenta minuti per ogni

lezione, farà seguito la richiesta di chiarimenti da parte degli studenti più interessati alla

comprensione dei temi filosofici, che si tradurrà nella lezione dialogata e, talvolta, in

proficui dibattiti.

Gli argomenti saranno, di seguito, ripresi e puntualizzati più volte dall’insegnante prima di

procedere con le verifiche della preparazione conseguita dagli allievi.

7. Verifiche

Le verifiche si svolgeranno regolarmente sia in forma scritta che orale. Nella forma orale,

verrà data agli studenti la possibilità di esporre, per circa venti minuti; nel corso

dell’esposizione l’insegnante interverrà, quando necessario, con l’intento di riprendere e

puntualizzare e con il fine ultimo di aiutare gli allievi ad organizzare i loro pensieri.

Le verifiche scritte, effettuate con cadenza frequente e periodica, e generalmente mensili,

saranno costituite da tre domande a risposta aperta da svolgersi circa in un’ora, o da una

decina di domande a risposta chiusa.

Le interrogazioni e le verifiche scritte saranno intese non solo come strumenti di

valutazione, ma anche e soprattutto come strumenti di verifica, ripresa e puntualizzazione e

rafforzamento delle conoscenze acquisite: temi filosofici (svolti in una o due ore,

adeguatamente lunghi ed approfonditi) e verifiche con domande aperte (Terza prova).

Interrogazioni, nel corso delle quali gli studenti avranno modo di organizzare le loro idee e

di ricevere, contestualmente, da parte dell’insegnante le opportune integrazioni e

spiegazioni. 8. Valutazione: criteri e griglie (prove orali e scritte)

Si è deciso di assegnare la sufficienza alle persone la cui preparazione presuppone la

conoscenza e la comprensione di tutti gli elementi essenziali del processo del pensiero

filosofico (e conseguentemente la insufficienza). Si è deciso di considerare discreta, la

preparazione fondata su conoscenze certe e ricca di spunti culturalmente apprezzabili; si

decide di considerare buona, la preparazione fondata su conoscenze certe, ben strutturata e

logica; si decide di considerare ottima, la conoscenza approfondita, ben strutturata, organica,

logica, personalmente rielaborata, del pensiero filosofico.